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Sergio Daris I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 1. Premessa - 2. Mezzi di studio - 3. Tipologia dei documenti: 3.1 Documenti ufficiali - 3.2 Dichiarazioni di nascita - 3.3 Petizioni - 3.4 Manomissioni - 3.5 Documenti matrimoniali - 3.6 Testamenti - 3.7 Agnitiones bonorum possessionis - 3.8 Prestiti - 3.9 Compravendite - 4. Le lettere private - 5.1 papiri militari: 5.1 I documenti deiramministrazione militare - 5.2 I documentirelativi airesercito - 6. I testi greco-iatini - 7. La lingua dei documenti - 8. I papiri letterari. KeyWords: Latin literary Papyri - Latin Papyri, Ostraca, Writings-Tablets - Latin public and private documents - Quantity of findings - Roman Egypt. 1. Premessa II recupero, in anni recenti, nei siti di Vindolanda1, Vindonissa2, Gholaia * Principali abbreviazioni: Cavenaile, Papyrus latins 1991 = R. Cavenaile, Papyrus latins 1991: bilan et perspectives, in Serta Leodiensia Secunda, Melanges publics par les Classiques de Liige & Voccasion du 175e anniversaire de VUniversity, Liege 1991, 47-62; CEL = Corpus Epistularum Latinarum papyris tabulis ostracis servatarum (CEL) collegit, commentario instruxit R Cugusi, I, Textus,II, Commentarius, Firenze 1992 (Papyrologica Florentina, 23); ChLA = Chartae Latinae Antiquiores, Facsimile Edition of the Latin Charters prior to theNinth Century, I-LII, 1954 1998, edizione iniziata da A. Bruckner e R. Marichal e continuata da editori diversi; CLA = E.A. Lowe, Codices Latini Antiquiores, A Palaeographical Guide to Latin Manuscripts Prior to the Ninth Century, I-XI e Suppl., Oxford 1934-1971; CPL = R. Cavenaile, Corpus Papyrorum Latinarum, Wiesbaden 1958; Negotia = Fontes Iuris Romani Antejustiniani, Pars tertia, Negotia ed. V. Arangio Ruiz, Florentiae 1964; Pack = R.A. Pack, The Greek and Latin Literary Texts from Greco-Roman Egypt, Ann Arbor 1965, Second revised and enlarged Edition; P-M = P. Mertens, Les papyrus littiraires latins d'auteurs classiques durant les deux dernikres dicennies, inMiscellania papirolb gica Ramon Roca-Puig, Barcelona 1987, 189-04; RMR = Roman Military Records on Papyrus by R.O. Fink, Case Reserve University 1971 (Philological Monographs of the American Philological Association, 26); Seider = Palaographie der lateinischen Papyri von R. Seider, Band I, Tafeln, Erster Teil: Urkunden', Band II 1, Tafeln, Zweiter Teil: Literarische Papyri, 1. Halbband: Texte klassischer Autoren, 2. Halbband: Juristische und christliche Texte, Stuttgart 1972-1981. Per le abbreviazioni delle raccolte papirologiche v. O. Montevecchi, La Papirologia, ristampa riveduta e corretta con Addenda, Milano 1991. Si precisa che nella trascrizione dei testi latini citati, non sono riportati i segni graficiaggiuntivi presenti negli originali (accenti, lunghezza delle vocali, punteggiatura al centro del rigo) n6 sono indicatele lettere di lettura incerta; inoltre la normalizza zione seguita per la grafia dei testilatinie greci risulta evidentedalla traduzione. 1 Vindolanda: the Latin Writing-Tablets, by A.K. Bowman and J.D. Thomas with Contributions by J.N. Adams and R. Tapper, London 1983; The Vindolanda Writing-Tablets (Tabulae Vindolandenses II), by A.K. Bowman and J.D. Thomas with Contributions by J.N. Adams, London 1994. 2 M.A. Speidel, Die romischen Schreibtafeln aus Vindonissa, Baden-Dattwil 1996 (Verqffentlichungen der Gesellschaft pro Vindonissa, 12).
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S. Daris, I papiri e gli ostraca latini d'Egitto, «Aegyptus» 74, 2000, pp. 105-175

Feb 07, 2023

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Sergio Daris

I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO

1. Premessa - 2. Mezzi di studio - 3. Tipologia dei documenti: 3.1 Documenti ufficiali - 3.2

Dichiarazioni di nascita - 3.3 Petizioni - 3.4 Manomissioni - 3.5 Documenti matrimoniali - 3.6

Testamenti - 3.7 Agnitiones bonorum possessionis - 3.8 Prestiti - 3.9 Compravendite

- 4. Le lettere

private - 5.1 papiri militari: 5.1 I documenti deiramministrazione militare - 5.2 I documenti relativi

airesercito - 6. I testi greco-iatini - 7. La lingua dei documenti - 8. I papiri letterari.

Key Words: Latin literary Papyri - Latin Papyri, Ostraca, Writings-Tablets

- Latin public and private documents -

Quantity of findings - Roman Egypt.

1. Premessa

II recupero, in anni recenti, nei siti di Vindolanda1, Vindonissa2, Gholaia

* Principali abbreviazioni: Cavenaile, Papyrus latins 1991 = R. Cavenaile, Papyrus latins

1991: bilan et perspectives, in Serta Leodiensia Secunda, Melanges publics par les Classiques de Liige & Voccasion du 175e anniversaire de VUniversity, Liege 1991, 47-62; CEL = Corpus Epistularum Latinarum papyris tabulis ostracis servatarum (CEL) collegit, commentario instruxit R

Cugusi, I, Textus, II, Commentarius, Firenze 1992 (Papyrologica Florentina, 23); ChLA = Chartae Latinae Antiquiores, Facsimile Edition of the Latin Charters prior to the Ninth Century, I-LII, 1954

1998, edizione iniziata da A. Bruckner e R. Marichal e continuata da editori diversi; CLA = E.A.

Lowe, Codices Latini Antiquiores, A Palaeographical Guide to Latin Manuscripts Prior to the Ninth

Century, I-XI e Suppl., Oxford 1934-1971; CPL = R. Cavenaile, Corpus Papyrorum Latinarum, Wiesbaden 1958; Negotia

= Fontes Iuris Romani Antejustiniani, Pars tertia, Negotia ed. V. Arangio

Ruiz, Florentiae 1964; Pack = R.A. Pack, The Greek and Latin Literary Texts from Greco-Roman

Egypt, Ann Arbor 1965, Second revised and enlarged Edition; P-M = P. Mertens, Les papyrus littiraires latins d'auteurs classiques durant les deux dernikres dicennies, in Miscellania papirolb gica Ramon Roca-Puig, Barcelona 1987, 189-04; RMR = Roman Military Records on Papyrus by R.O. Fink, Case Reserve University 1971 (Philological Monographs of the American Philological Association, 26); Seider =

Palaographie der lateinischen Papyri von R. Seider, Band I, Tafeln, Erster Teil: Urkunden', Band II 1, Tafeln, Zweiter Teil: Literarische Papyri, 1. Halbband: Texte klassischer

Autoren, 2. Halbband: Juristische und christliche Texte, Stuttgart 1972-1981. Per le abbreviazioni delle raccolte papirologiche v. O. Montevecchi, La Papirologia, ristampa

riveduta e corretta con Addenda, Milano 1991. Si precisa che nella trascrizione dei testi latini citati, non sono riportati i segni grafici aggiuntivi presenti negli originali (accenti, lunghezza delle vocali, punteggiatura al centro del rigo) n6 sono indicate le lettere di lettura incerta; inoltre la normalizza zione seguita per la grafia dei testi latini e greci risulta evidente dalla traduzione.

1 Vindolanda: the Latin Writing-Tablets, by A.K. Bowman and J.D. Thomas with Contributions

by J.N. Adams and R. Tapper, London 1983; The Vindolanda Writing-Tablets (Tabulae Vindolandenses

II), by A.K. Bowman and J.D. Thomas with Contributions by J.N. Adams, London 1994. 2

M.A. Speidel, Die romischen Schreibtafeln aus Vindonissa, Baden-Dattwil 1996

(Verqffentlichungen der Gesellschaft pro Vindonissa, 12).

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(Tripolitania)3 e Masada4, di testi scritti in latino su supporto non epigrafico, ha arricchito in misura considerevole la disponibilita di nuovo materiale che, aggiun to a quello di Dura Europos, acquisito in data piu antica5, ha dilatato l'orizzonte

geografico in precedenza contenuto, quasi esclusivamente, entro i confini della

provincia egiziana. Ma anche all'interno di un quadro, che ora si profila su piani piu articolati

e lungo linee piu mosse, la documentazione d'Egitto mantiene una collocazione

privilegiata, soprattutto in virtii della varieta dei suoi contenuti che rispondono alle piu disparate esigenze di quella realta vissuta che ne ha sollecitato la stesura.

Specifici interessi settoriali ? primi tra tutti, quelli di natura paleografica, deliberatamente trascurati in questa sede ? hanno determinato la fortuna e la notorieta di molti testi egiziani che pero, di rado, sono stati considerati nella

complessita del loro apporto. Sottolinearne i diversi tratti e tracciare una panoramica attuale e il fine che

si e proposta questa rassegna, il cui corredo bibliografico intende costituire un riferimento aggiornato (ma non pesantemente ripetitivo) per la molteplicita delle differenti problematiche proposte da una documentazione tanto diversificata.

*

I documenti scritti in latino ed i testi letterari latini ritrovati in Egitto costitui scono, sul piano numerico, un manipolo esiguo se paragonato alia consistenza dei

materiali in lingua greca: all'incirca un migliaio di pezzi di contro ad alcune deci ne di migliaia. Tale rilievo di ordine statistico evidenzia una situazione, in larga misura, aspettata e prevedibile; sarebbe infatti lontana dalla realta dell'Egitto di eta romana ogni ipotesi che ritenesse di configurare il fenomeno della diffusione della lingua latina in questa provincia in termini differenti e che prospettasse in dimensioni sostanzialmente diverse la possibility di reperire scritti in latino.

In Egitto la lingua di Roma rappresento il mezzo espressivo di una minoranza e di una amministrazione che escluse pregiudizialmente l'adozione del greco, la

lingua d'uso corrente nel paese, soltanto da settori rigorosamente delimitati. Ne i luoghi

? come Alessandria e la sua regione ? nei quali avvenne l'inserimento

della nuova comunita alloglotta e che costituivano lo spazio privilegiato per le attivita della nuova classe dirigente, potevano essere i piu favorevoli alia conser

vaziqne di tali materiali scritti. E indubitabile per6 che la presenza delle testimonianze sin qui acquisite, sia

per proporzioni numeriche sia per dislocazione cronologica, rappresenta un evidente riflesso della generale vicenda delle relazioni tra Roma e TEgitto, sin dai tempi del primo stabile insediamento della comunita di lingua latina in quel paeke6.

3 Les ostraca de Bu Njem, par R. Marichal, Tripoli 1992. 4 Masada II, The Yigael Yadin Excavations 1963-1965, Final Reports, The Latin and Greek

Documents, H.M. Cotton and J. Geiger with a Contribution by J.D. Thomas, Jerusalem 1989. 5 The Excavations at Dura-Europos, Final Report V, Part I, The Parchments and Papyri, by C.

Bradford Welles, R.O. Fink and J.F. Gilliam, New Haven 1959. 6 Per i termini generali del problema v. B. Rochette, Le latin dans le monde grec. Recherches

sur la diffusion de la langue et des lettres latines dans les provinces hellenophones de VEmpire

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 107

Per il trentennio successivo alia battaglia di Azio i document!7 sono pochis simi. Airinterno di questo manipolo, si segnalano, per la loro assoluta rilevanza

storica, i frammenti latini recuperati nelle campagne di scavo a Qasr Ibrim, l'antica Primis, estrema guarnigione romana alia frontiera meridionale del paese, in territorio nubiano, ad una cinquantina di miglia a nord di Abu Simbel. Gli scavi dell'anno 19748 hanno restituito una decina di minutissimi frustuli9, da collocare

cronologicamente, secondo gli editori, tra la fine del I secolo a.C. e l'inizio di

quello successivo. Nella gran parte di essi, nonostante la ridotta estensione dei pezzi, sono ricono

scibili, con sicurezza, riferimenti alle strutture militari. Temi questi che ritornano nella lettera ChIA 123810, frammento ritrovato nell'anno 1978 nel medesimo

deposito dal quale proviene il celeberrimo brano di poesia attribuito a Cornelio Gallo11. La datazione, confortata anche dal contesto archeologico, colloca la ste sura della lettera nell'ultimo quarto del I secolo a.C; nel brano di colonna rima sto si delineano personaggi e vicende dell'esercito romano, con trasparenti accenni alle disagiate condizioni di vita, proprie di un fortilizio delle zone di confine12.

La datazione esatta dei testi latini di questa fase piu antica spesso rimane incerta13; sicure sono le date delle due sottoscrizioni su ostraca di CEL 11= CPL 282 dell'anno 18 a.C.14 e di SB 13574 del 17 giugno 2 a.C.15, e quella, meno sommaria ma non piu istruttiva, di ChLA 840, una dichiarazione redatta in greco nell'anno 7 d.C.16.

Nel corso del I secolo d.C. si assiste al naturale accrescimento nel numero dei testi ma sempre in una misura che appare decisamente contenuta.

romain, Bruxelles 1997. Vedi inoltre A. Stein, Untersuchungen zur Geschichte und Verwaltung Agyptens unter Romischer Herrschaft, Stuttgart 1915, 132-86; P. Jouguet, Les papyrus latins d'tgy pte, ?REL?, 3 (1925), 35-50; J.G. Winter, Life and Letters in the Papyri, Ann Arbor 1933; U. Wil cken, Uber den Nutzen der lateinischen Papyri, in Atti TV Congr. Int. di Papirol., Milano 1936, 101 22, R. Roca-Puig, Panorama de los papiros latinos, ?Helmantica?, 30 (1958), 1-29; J. Kaimio, Latin in Roman Egypt, in Actes du XVe Congres Int. de Papyrol., III, Bruxelles 1979, 27-33, in partico lare sul tema di una differenziazione ?

negata ? nell'uso del latino in Egitto e nelle altre province

orientali; O. Montevecchi, Papirologia, 234-39 e 570-71. 7 Per i testi letterari v. infra, p. 167. 8 W.H. Frend, Some Greek and Latin Papyri of the Period 50 BC to 50 AD from Q'asr Ibrim

in Nubia, in Proceed. XIV Int. Congress of Papyrologists, London 1975, 103-11. 9 M.E. Weinstein, E.G. Turner, Greek and Latin Papyri from Qasr Ibrim, ?JEA?, 62 (1976),

115-30, in particolare le pp. 127-30 con i nn. 30-40 Latin Documents = ChLA 1227-1237; i testi

greci sono stati ripubblicati come SB 11945-11955. 10 P.Rainer Cent. 164= CEL 9.

11 V. infra, p. 168.

12 Per le altre lettere private dello stesso periodo v. infra, p. 135.

13 R. Seider, Beitrage zur Paldographie der dltesten lateinischer Papyri der Sammlung Erzherzog Rainer der Osterreichischen Nationalbliothek, in P.Rainer Cent., 135-43.

14 L'ostracon ora h perduto ed il testo & noto solamente dall'accenno di U. Wilcken in ?Archiv?,

1 (1901), 372 nota 2; sulla sua supposta natura epistolare v. CEL II, 25. 15

Sottoscrizione con nome e data ad una ricevuta demotica, da Edfu, per il versamento di un'artaba di grano, Beces Pachumsas I Pay(ni) XXV; probabilmente contemporaneo & anche O.Edfu 413= CPL 296, SB 13575, per il quale v. K.T. Zauzich, Zwischenbilanz zu den demotischen Ostraka aus Edfu, ?Enchoria?, 12 (1984), 78-82.

16 S. Daris, Ricerche di papirologia documentaria, ?Aegyptus?, 46 (1976), 83-88, tav. XII; facsimile anche in Montevecchi, Papirologia, tav. 34; cfr. P.Rainer Cent., p. 484.

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C'e di piu. L'esame dei documenti mostra che solo pochissimi tra essi, datati con certezza o attribuibili al I secolo, sono estranei all'ambiente dell'esercito17 e riflettono momenti della vita civile. Bisogna giungere quasi agli anni 50 d.C. per imbattersi in una dichiarazione da parte di un cittadino romano18 ed addirittura toccare la fine del secolo per leggere un contratto matrimoniale19, vale a dire testi interamente redatti in latino e che non si ricolleghino, direttamente o indiretta

mente, alle istituzioni militari. Al periodo piu antico appartengono anche alcune lettere private che, quando

non siano state scritte neH'ambiente dei soldati20, pongono in primo piano figure di servi21 o di liberti22. La presenza in Egitto di questa componente del mondo romano appare altamente rivelatrice del preciso momento storico nel quale essa

opera. L'insediamento e la presa di potere degli apparati amministrativi si realiz zano ad Alessandria ove il nucleo nuovo dei cittadini romani svolge la propria attivita al vertice del sistema. La loro sistemazione nella capitale, zona, come si e ripetuto, ostile alia conservazione del materiale scritto, giustifica appieno il

generate silenzio delle nostre fonti23. Le eventuali cure del patrimonio o di ogni qualunque interesse economico di

natura privata airinterno della provincia, anche in terra d'Egitto, era naturalmente

delegato aU'elemento servile. Si trattava di una fase nella quale ancora i cittadini romani non erano fisicamente presenti nelle zone decentrate del paese, dalle quali solitamente i papiri provengono; la dove i nuovi padroni cominciavano a stabilire centri di attivita imprenditoriali, provvedevano a svilupparle con la mediazione e

la supervisione di persone di loro fiducia, ritenute insostituibili per una gestione efficiente.

La situazione si manifesta come una costante dell'amministrazione del grande patrimonio fondiario, se, nell'anno 23, C. Cerinthus, Antoniae Drusi servus, sottoscrive in latino una richiesta allo stratego per una autorizzazione relativa

appunto alia proprieta di Antonia24. Qualche decennio dopo, atti di questo tipo mostreranno segni evidenti del cambiamento intervenuto, sia nei protagonisti (tutti

personaggi di estrazione locale) sia nella lingua impiegata (esclusivamente il

greco). Va peraltro notato che, assai per tempo, fu percepita l'utilita della conoscenza

del latino da parte di quanti abitualmente parlavano e scrivevano il greco, quale efficiente strumento di promozione culturale e sociale, se alia fine del I secolo

17 Anche ChLA 1340= SB 12609, CEL 13, dell'anno 27, che e un prestito di denaro, ha come contraenti due soldati; v. infra, pp. 131-32.

18 PSIXI1183= ChLA 785; la datazione del papiro e controversa ma l'arco cronologico proposto

oscilla tra il 45 ed il 54. 19 PSI VI 730= ChLA 783. 20 E il caso di CEL 83, di cronologia incerta ma assegnato prevalentemente al I sec. d.C. (cfr.

CEL II, p. 80) e delle lettere su ostraca del widi Fawakhir CEL 73-80, anche queste di cronologia incerta in quanto attribuite tra il sec. I a.C./I d.C. ed il sec. I/II d.C. (cfr. CEL II, p. 57). 21 CEL 3, POxy. 3208= ChLA 1420 (v. infra, pp. 137-38), CEL 10 (sec. I a.C).

22 CPL 247. 23 Cfr. C. Balconi, Documenti greci e latini d'Egitto di eta augustea, ?Aegyptus?, 56 (1976),

212 sgg. 24 ChLA 206= POxy. 244, CPL 175; cfr. ChLA 840.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 109

a.C, circolavano nella provincia egiziana glossari greco-latini, con i vocaboli latini accuratamente traslitterati25.

Nel secolo II d.C. i documenti in latino si moltiplicano26 e, sia quelli di

inequivocabile datazione sia quanti sono ragionevolmente attribuibili al periodo, costituiscono il blocco piu rilevante per numero.

L'originaria colonia romana assume una diversa consistenza e si inserisce nel tessuto sociale dell'Egitto, con un inevitabile salto di qualita. I nuovi cittadini romani hanno, per lo piu, conseguita la cittadinanza ed i diritti con questa connessi, attraverso il servizio militare. Originari dalla stessa provincia o da territori finitimi, al compimento della ferma, si insediano stabilmente nei luoghi che li avevano gia visti in servizio attivo; nell'ambiente civile trasferiscono la familiarita con la lingua latina, maturata all'interno della istituzione militare e mantenuta a seguito del

moltiplicarsi delle occasioni di far ad essa ricorso, anche in rapporto al loro nuo vo status.

Gli atti che compaiono con maggiore frequenza sono quelli relativi alle certifi cazioni di nascita per i figli legittimi o illegittimi e quelli sollecitati dalla prassi ereditaria e testamentaria. Non mancano documenti isolati di vario contenuto, i

quali si accompagnano, spesso come esempi sporadici, alia consueta documenta zione militare.

Non mutano, se non per una evidente flessione a livello quantitativo, i dati desumibili dai testi del secolo seguente, almeno per quanto attiene ai contenuti.

Va ricordato poi che l'inizio del secolo III d.C. e segnato dalla estensione della cittadinanza romana con la Constitutio Antoniniana; l'indiscutibile novita che emerge dalla procedura e la comparsa, sempre meglio definita, di documenti

che, in tutto od in parte, uniscono al testo latino la versione greca. La condizione

generalizzata di cittadino romano non influenza, in misura alcuna, l'impiego del

greco, che continua a far valere il proprio diritto di lingua largamente, se non

esclusivamente, conosciuta.

Al secolo IV risale 1'ultimo nucleo di papiri latini, di una certa consistenza, tra i quali pero riesce difficile individuare tratti unificanti o tematiche comuni.

L'aspetto caratterizzante va ricercato soprattutto nel settore ufficiale della vita

pubblica. In quest'epoca appaiono per la prima volta e per la sollecitazione imposta da una politica centralizzante, i verbali delle pubbliche udienze27, stilati negli schemi del bilinguismo, con le didascalie (data, luogo, funzionari) in latino e con il testo del dibattito in greco. In altri casi la presenza del latino si limita a rapi dissime sottoscrizioni o alia sola data.

Resta da segnalare ? ed e la prima volta che cio si verifica ? che i papiri

militari si riducono a poche unita.

A partire da questo momento i papiri latini d'Egitto diventano rari. Non solo

25 W. Brashear, A Greek-Latin Vocabulary, in Proceed, of the Sixteenth Int. Congr. Papyrol., Chico 1981, 31-41.

26 R. Mac Mullen, The epigraphic Habit in the Roman Empire, ?AJP?, 103 (1982), 233-46. 27

CPL, pp. 431-36; v. infra, p. 164.

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se ne possono contare molto pochi, ma il latino dei piu tra essi non va al di la di qualche parola o di qualche riga.

Per il secolo V, ad esempio, se si escludono alcuni verbali28 ed un protocollo29, sono pochi i documenti di datazione sicura30; non diversamente, per il VI secolo, oltre ai consueti resoconti dibattimentali, a raggiungere una qualche ampiezza e solo la lettera ChLA 246, dell'anno 505, scritta da un comes ad un tribuno di stanza ad Ermopoli31.

II consuntivo appena tracciato del materiale documentario latino attualmente

disponibile, tiene in considerazione non solo papiri, ostraca, tavolette lignee che, ritrovati in Egitto, furono effettivamente scritti in questo territorio ma anche ?

seppure il fenomeno pud essere accertato in un numero ridottissimo di casi ?

documenti preparati in altre regioni dell'impero romano che raggiunsero l'Egitto in tempi successivi alia loro redazione al di fuori di quei confini. Le circostanze di un simile trasferimento sfuggono sempre

? pare superfluo sottolinearlo ? alle

nostre conoscenze ma la varieta e la singolarita della loro casistica assegna a que sti pochi testi una menzione particolare.

Nella Moesia Inferior avvenne la stesura di RLond. 2851= ChLA 21932, documento militare del secolo II33. E strutturato nella forma del pridianum e la

parte superstite riguarda, in modo speciale, la cohors I Hispanorum veterana, ma altri indizi fanno pensare che non si riferisca solamente ad essa.

Si tratta di un testo eccezionalmente prezioso dell'esercito romano in Mesia che arricchisce le informazioni affini dei testi analoghi d'Egitto e di Dura Europos.

E dubbio se il papiro dal Basso Danubio sia arrivato in Egitto tra le carte

personali di qualche soldato o non piuttosto con l'archivio della coorte, se questa effettivamente fu trasferita dalla provincia della Moesia Inferior a quella d'Egitto34. Resta imprecisato in quale sito egiziano il papiro fu scoperto.

Molto probabilmente in Cesarea di Mauritania35, marinai della classis Alexandrina redassero RMich. 161= ChLA 29436, un prestito in denaro (sec. II), e RMich. 442= ChLA 29537, documento (sec. II) connesso con problemi di carattere

matrimoniale, dai particolari incerti.

28 ROxy. 1879= ChLA 1409, CPL 11, p. 434 (a. 434); ChLA 470 (a. 458); ROxy. 1878= ChLA

1408, CPL 12, p. 434 (a. 461). 29 C/iLA 547 (a. 433) che per6 potrebbe essere di origine ravennate. 30 Agli anni 436/450 sono fatti risalire i rescritti imperiali di ChLA 657.

31 RRyl 609= CPL 21 A.

32 CPL 112, RMR 63, Seider I, 20 tav. X. 33 La data del papiro & controversa, tra gli anni 100 ed il 105 (cfr. RMR, pp. 219-220; generica

e l'attribuzione di Seider air eta di Traiano). 34

Contro questa seconda ipotesi v. R. Cavenaile, Cohors I Hispanorum equitata et cohors I

Hispanorum veterana, ?ZPE?, 18 (1975), 179-99. 35 Secondo Wilcken, ?Archiv?, 10 (1932), 278 ed Arangio-Ruiz, ?Museum Helveticum?, 10

(1953), 246, si tratterebbe di Cesarea di Palestina, luogo di stanza della classis Syriaca. 36 CPL 128, H.M. Cotton, W.E.H. Cockle, F.G.B. Millar, The Papyrology of the Roman Near

East: a Survey, ?JRS?, 85 (1995), 232 n. 338; v. P. Leveau, Cesarea de Mauretanie, in ANRW, II

10,2 (1982), 683-738. 37 CPL 210, Seider I, 29 tav. XV.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 111

Quest'ultimo papiro e stato trovato a Karanis nell'Arsinoite. Sulla scorta della menzione di un anno provinciae centesimo et tert[io (r. 2),

e stato postulato38 che anche PSI 1448= ChLA 789, una ricevuta di uno schiavo

imperiale, sia stata scritta in Mauritania, nel secolo II.

A Seleucia Pieria e stato preparato PLond. 229= ChLA 20039, atto di acquisto di uno schiavo, di sette anni, da parte di un optio della flotta del Miseno, actum Seleuciae Pieriae in castris in hibernis vexillationis clas(sis) pr(aetoriae) Mise

natium, nell'anno 166. L'aspetto diplomatico e paleografico, unito alia completez za del testo dovuto all'eccezionale stato di conservazione, fanno del pezzo una delle testimonianze di maggior interesse e di gran peso per la conoscenza della

prassi della compravendita latina.

Proviene, quasi certamente, dall'Arsinoite.

Cesarea di Palestina40 appare essere stata certamente il luogo di redazione almeno di tre papiri.

PSI 1026= ChLA 78441 e la richiesta, presentata in doppio esemplare nell'anno

150, a Vilius Kadus, legatus Augusti pro praetore, da parte di un gruppo di veterani della legio X Fretensis, che aspiravano ad ottenere dal funzionario il riconoscimento ufficiale che il congedo era toccato loro in qualita di legionari.

Non si sa da che parte dell'Egitto provenga. ChLA 466-467= PBerol. inv. 2165242: il recto del papiro (ChLA 466) conserva,

in greco, la minuta del verbale di una udienza, tenuta nell'anno 152, ev Kaioapiai ev %& van), alia presenza del procurator Aelius Amphigetes43. Parte interessata e il veterano Valerius Serenus che sottopone al procuratore una questione di proprieta ed aggiunge al testo greco due righe in latino (rr. 21-22).

II verso, forse scritto non molto dopo, e occupato dalla copia privata di due

petizioni in latino, separate da una linea orizzontale. Le righe 1-10 lacunose sembrano riferirsi ad una richiesta di congedo per il disbrigo di alcuni affari; nelle righe 11-19 l'oggetto e del tutto diverso, in quanto con la petizione si intende re

cuperare una somma di 100 denari, dati in prestito ed inutilmente richiesti. Non si puo stabilire se le due domande siano opera di uno stesso autore e

se questo sia il medesimo veterano nominato nel recto.

Ignota e la provenienza egiziana del papiro. P.Mich. 445= ChLA 284", prestito in denaro dell'anno 188, stipulato tra

38 BL VIII, p. 411. 39 CPL 120, Seider I, 36 tav. XVIII, Negotia 132; E. Crisci, Scrivere greco fuori d'Egitto, Firenze 1996, 23 e tav. XI; cfr. B. Breveglieri, Esperienze di scrittura nel mondo romano (II secolo

d.C), ?Scrittura e Civilta?, 9 (1985), 35-52. 40

B. Lifshitz, Cisaree de Palestine, histoire et ses institutions, in ANRW 11,8 (1977), 490-518; B. Isaac, Roman Colonies in Judaea: the Foundation ofAelia Capitolina, ?Talanta?, 12/13 (1980/81), 38 sgg. 41

CPL 117, Seider I, 33 tav. XVI; Cotton, Cockle, Millar, Papyrology, 231 n. 334. 42

Cotton, Cockle, Millar, Papyrology, 231 n. 335. 43 W. Eck, Ein Prokuratorenpaar von Syria Palaestina in PBerol. 21652, ?ZPE?, 123 (1998),

249-55. 44

CPL 194, Cotton, Cockle, Millar, Papyrology., 232 n. 339; cfr. Breveglieri, Esperienze, 52 sgg.

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112 S. DARIS

soldati aput coloniam Caesaream in castris in hibemis leg(ionis) X Fretensis (rr.

2-3).v E sconosciuto il luogo egiziano di ritrovamento.

L'itinerario, che ragionevolmente si pensa essere stato percorso, nell'anno

293, da Galerio in cammino alia volta dell'Egitto, favorisce l'identificazione della Cesarea menzionata da ChLA 1433 con l'omonima citta della Palestina45.

In questa localita il 6 dicembre 293, un funzionario della corte imperiale impartiva, con un proprio scritto, ai funzionari delegati l'ordine di assicurare ad un certo Alogius, adiutor memoriae, la dovuta razione di viveri. Cio perche a

Cesarea ? dove presumibilmente Galerio ed il suo seguito avevano sostato ?

Alogius era caduto ammalato e si rendeva necessario provvedere al suo manteni

mento, sino al giorno in cui avesse recuperato la salute e si fosse ricongiunto al comitatus di Galerio in Egitto.

Mancano informazioni sul luogo preciso del recupero del papiro ma e naturale ritenere che questo sia avvenuto in una localita egiziana, se non proprio in quella

?

ma a cio nulla osta ? che era stata fissata quale punto di incontro con i compagni di viaggio.

2. Mezzi di studio

L'utilizzazione dei testi in latino di provenienza egiziana, spesso laboriosa

per le sedi solitamente disperse delle pubblicazioni46, e resa possibile dall'allesti mento di alcuni strumenti di lavoro che rispondono a differenti opzioni di ricerca.

In primo luogo i repertoii del materiale accessibile allo studio. Tra quanti47 sono stati pensati in vista di un censimento aggiornato del progres

sive accrescimento delle fonti e progettati allo scopo di soddisfare l'esigenza primaria (e minimale) di dominarne il quadro d'assieme, sono da segnalare, le Fonti documentarie in scrittura latina, Repertorio (sec. VII a.C.-VII d.C.) a cura di G. Bartoletti e I. Pescini, Firenze 199548.

Si tratta di un censimento di tutte le testimonianze di contenuto documen

tario, riportabili all'arco di tempo prefissato, in quattro sezioni differenziate sulla base del supporto scrittorio usato per la stesura del testo e cronologicamente ar

45 SB 13851, J.G. Rea, R.R Salomons, K.A. Worp, A ration-warrant for an adiutor memoriae,

?YCS?, 28 (1985), 101-13; Cotton, Cockle, Millar, Papyrology, 232 n. 341. 46 L'eccezione a questa comparsa sporadica delle editiones principes dei materiali di provenienza

egiziana, e il volume P.Mich. VII, Latin Papyri in the University of Michigan Collection, ed. by H.A. Sanders with Contributions by J.E. Dunlap, Ann Arbor 1947.

47 Come le liste di Stein, Untersuchungen zur Geschichte und Verwaltung Agyptens, 207-10,

di H.B. Van Hoesen, Roman Cursive Writing, Princeton 1915, V-VIII, di W. Schubart, Einfuhrung in die Papyruskunde, Berlin 1918, 481, di R. Marichal, Vicriture latine du Ier au VII siecle: les

sources, ?Scriptorium?, 4 (1950), 116-42 e 9 (1955), 117-33. Un aggiornamento dei papiri latini

d'Egitto, pubblicati posteriormente air anno 1958 a tutto il 1991, e stato curato da R. Cavenaile,

Papyrus latins 1991: bilan et perspectives, in Serta Leodiensia Secunda, Liege 1992, 47-62, che

valutava a 550 unita il numero complessivo dei testi, 130 dei quali di contenuto letterario. 48 Con i rilievi di T. Dorandi, Papiri latini documentari. Un aggiornamento, ?ZPE?, 111 (1996),

193-98.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 113

ticolate. Occupano il primo elenco i 595 numeri dei papiri e delle pergamene (pp. 1-56); nel secondo figurano le tavolette cerate e lignee per 689 numeri (pp. 57 113), seguite rispettivamente dai graffiti su metallo (pp. 115-96, con 979 nume ri) e dalle iscrizioni su argilla (pp. 197-295, con 1103 numeri).

Per i testi di natura letteraria resta ancora quale repertorio di riferimento

quello preparato nell'anno 1965 da R.A. Pack per la seconda edizione del suo volume The Greek and Latin Texts from Greco-Roman Egypt49, dove gli autori la tini figurano ai numeri 2917-3026 e nel Supplement 2^33a-3026h.

Da questa rassegna sono esclusi i papiri di Ercolano mentre compaiono quelli ritrovati a Nessana.

Una integrazione parziale, nella prospettiva della terza edizione del Pack, e stata pubblicata da P. Mertens, Les papyrus littiraires d'auteurs classiques durant les deux dernieres decennies, in Miscellania papirologica Ramon Roca-Puig,

Barcelona 1987, 189-204.

Assai per tempo50, la necessita di una fruizione diretta dei testi aveva fatto sentire la propria urgenza in termini che sollecitavano la progettazione di una raccolta complessiva di tutti i materiali in latino o di corpora settoriali contenu tisticamente articolati. Ma solamente tra il 1956 ed il 1958 vedeva la luce a Wie sbaden, ad opera di R. Cavenaile il Corpus Papyrorum Latinarum che dava ri

sposta a questa attesa gia troppo prolungata. Nella raccolta compare (fatta eccezione per i papiri latini ercolanesi) la qua

si totalita dei papiri, degli ostraca, delle tavolette lignee e cerate, noti sino a quel momento, per complessivi 345 numeri, con l'aggiunta di 28 pezzi bilingui e 7 allora di recentissima pubblicazione (pp. 439-40). I numeri 1-101 comprendono testi letterari e giuridici; la sezione documentaria (nn. 102-345) e distribuita in alcuni settori (Uarmee, nn. 102-147; Documents administratifs et juridiques, nn.

148-235; Edits et rescripts imperiaux, nn. 236-245; Glossaires et manuels de conversation, nn. 275-281; Ostraca, nn. 282-310; Papyrus divers, nn. 311-323; Papyrus de Doura-Europos, nn. 324-345).

Di ciascun documento e presentato il testo, preceduto da una essenziale introduzione bibliografica e seguito da un minimo apparato critico che segnala i

passi di lettura maggiormente controversa. L'estrema varieta dei contenuti sug gerisce alPeditore una posizione di un certo disimpegno nei confronti del testo offerto, utilizzabile percio con grande cautela.

Mancano funzionali tavole di conguaglio e non esistono strumenti lessicali51.

Nel volgere degli stessi anni, dal 1954, prendeva l'avvio l'iniziativa delle Chartae Latinae Antiquiores. Facsimile-Edition of the Latin Charters Prior to the

49 Vedi 8. / papiri letterari.

50 Sin dal 1914 S. De Ricci e F. Bilabel si erano proposti questo impegno ma non ebbero la possibility di realizzare T opera; molti anni dopo

? nei limiti imposti dalle situazioni contingent! del dopoguerra e dalle esigenze didattiche ? A. Calderini con i suoi Papiri LatinU Milano 1945, ne offriva uno specimen. 51

Una schedatura del materiale si trova in Worterbuch, Supplement 1, Abschnitt 1, 307-29.

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114 S. DARIS

Ninth Century52 con l'edizione e la riproduzione di ciascun documento, su papiro e su pergamena databile entro la fine dell'ottavo secolo.

La pubblicazione dei testi si fonda sull'autopsia degli originali e si segnala per la ricchezza della informazione bibliografica, ben al di la degli interessi

prevalentemente paleografici che stanno alia radice della iniziativa. Alia illustrazione del fenomeno grafico ed ad un immediato orientamento di

tipo manualistico, e dedicata la Paldographie der lateinischen Papyri di R. Seider,

programmata in tre volumi ma realizzata sinora in due volumi e tre parti53, con

riproduzione parziale dei pezzi, trascrizione diplomatica ed esegetica, e fornita di essenziali riferimenti bibliografici54.

Nel novero delle sillogi a strutturazione tematica, nelle quali trova largo spazio la documentazione egiziana in latino, sono da ricordare almeno due corpora specia listici.

Mirano all'approfondimento storico-antiquario i Roman Military Records on

Papyrus di R.O. Fink55, mentre rivolge prevalente attenzione al versante lingui stico il Corpus Epistularum Latinarum papyris tabulis ostracis servatarum (CEL) di R Cugusi56: l'accertamento testuale ed il corredo esegetico conferiscono alle due raccolte il peso di una non trascurabile autorevolezza.

Non esiste oggi un repertorio lessicografico aggiornato del materiale in latino

perche inadeguate sono le liste di Preisgke, Worterbuch57 e dei suoi supplementi58; per tematiche particolari si dovra far ricorso agli indici specialistici delle relative

pubblicazioni originali. Mancano pure raccolte generali o parziali di testi letterari latini recuperabili

da papiri e ostraca; i frammenti di attribuzione certa ad autori noti trovano utiliz zazione nella sede appropriata delle relative edizioni critiche.

52 Questa rappresenta la prima serie delle Chartae Latinae Antiquiores, conclusasi nell'anno

1998 con la pubblicazione del quarantanovesimo volume; con i volumi 50-52, nei quali figurano documenti italiani del IX secolo, ha avuto inizio una seconda serie. Cfr. T. Dorandi, Chartae Latinae

Antiquiores, ?ZPE?, 106 (1995), 91-93. 53

Band I, Tafeln, Erster Teil, Urkunden, Stuttgart 1972, con 66 testi in 40 tavole; Band 11,1,

Tafeln, Zweiter Teil, Literarische Papyri, 1. Halbband: Texte klassischer Autoren, Stuttgart 1978, con

68 pezzi in 40 tavole; Band 11,2, Tafeln, Zweiter Teil, Literarische Papyri, 2. Halbband: Juristiche

und christliche Texte, Stuttgart 1981, 76 pezzi in 40 tavole. Nonostante il titolo (e diversamente dalle ChLA) sono presentate scritture anche su supporti diversi (pergamena, tavolette cerate, iscrizioni

parietali). 54 Utile anche G. Ballaira, Esempi di scrittura latina delVeta romana, I, Alessandria 1993. 55 Vedi 5. / papiri militari. 56

Corpus Epistularum Latinarum papyris tabulis ostracis servatarum (CEL) collegit, commen

tario instruxit P. Cugusi, I, Textus, II, Commentarius, Firenze 1992, (Papyrologica Florentina, 23). II primo volume comprende le pagine introduttive (pp. 1-76) ed i testi (nn. 1-242), con le notizie bi

bliograflche e l'apparato critico, nonche 22 tavole di riproduzioni. Vi figurano tutti i documenti episto lari latini ? considerati nel senso piu ampio del termine ?, di natura ufficiale e privata, disposti secondo un criterio cronologico. II secondo volume, di piu di 400 pagine, e occupato dal commento, caratterizzato da interessi letterari-linguistici; un terzo volume e di imminente pubblicazione. 57

III, Abschnitt 1, 1-32. 58

Supplement 1, 307-23, Supplement 2, 221-23.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 115

3. TlPOLOGIA DEI DOCUMENTI

3.1 Documenti ufficiali

L'uso quasi esclusivo della lingua greca nella prassi amministrativa della

provincia d'Egitto rese, di fatto, inconsistente, la produzione di materiale documen tario latino. Le comunicazioni ufficiali, ad ogni livello, continuarono ad essere redatte in greco e quando, in epoca recente, compare un testo in latino questo viene accompagnato dalla versione greca.

II censimento dei documenti di tale natura non puo che portare al bilancio di un numero ridottissimo di testi.

AU'mterno di questo ridotto manipolo59 va ricordato almeno ChLA 42160,

copia della lettera, spedita, nell'anno 139, dal prefetto d'Egitto Avidio Eliodoro, al funzionario, probabilmente un militare ? di qui l'uso della lingua latina ?

responsabile di una cava di alabastro. In questa, Petesuco figlio di Petesuco era stato condannato dal prefetto precedente, Petronio Mamertino, a cinque anni di lavori forzati (ad ala]bastronem in quinqu[ennium)\ alia scadenza dei quali (tempojre expleto), scontata la pena, Avidio Eliodoro impartisce, con questa lettera, l'ordine per la sua liberazione (dimitti iu[beo).

Scontata l'abituale adozione della lingua greca nei rapporti d'ufficio, il ricorso al documento originale in latino non poteva che essere imposto dalle esigenze di una comunita di individui, numericamente assai contenuta.

A queste singole persone probabilmente risalgono le copie ritrovate in Egitto di documenti che non sono legati alia realta esclusiva di questa provincia, come i papiri notissimi delle orazioni di Claudio in Senato61, dell'exemplar codicillorum di Domiziano62, di editti e rescritti imperiali emessi sino a tutto il secolo V63.

Dei non molti pezzi che, in anni recentissimi, si sono aggiunti a questa categoria, due almeno meritano una speciale menzione.

ChLA 268 e una copia privata, desunta, poco dopo lo svolgersi degli avveni menti, ex actis in Senatu habitis ? come suona l'intestazione del documento stesso (fr. 1.1)

? e relativa ad una udienza concessa dall'imperatore Commodo ad una delegazione ammessa alia sua presenza. Dai cinque frammenti, ridotti nella condizione di miserrimi frustuli, neppure ricongiungibili tra loro, non affio ra la benche minima eventualita di riconoscere gli argomenti affrontati nella di scussione e di precisarne alcuni accenni significativi come il bellum ricordato nel fr. 2.6.

59 Al quale probabilmente sono da assegnare testi, che lasciano trasparire motivi di alto interesse,

ma troppo frammentari per rivelarsi di qualche utilita, come ChLA 244= CEL 208; RRyl. 614 v= ChLA 251, CEL 219; ChLA 483= CEL 209; ChLA 487= CEL 212; ChLA 527= CEL 206; ChLA 686= P.Strass. 36, CEL 173.

60 55 XX 14631; G. Bastianini, Un ordine di scarcerazione: PBerol inv. 8997 (ChLA X 421),

in Proceedings of the XVIII Int. Congress of Papyrology, II, Athens 1988, 351-56; P. Cugusi, Note su papiri epistolari latini, ?Anal. Pap.?, 7 (1995), 39-45.

61 BGU 611= ChLA 418, CPL 236, Seider I, 5 tav. III. 62

CEL 85= ChLA 417, CPL 238, Seider I, 11 tav. VI. 63

CPL 236-244.

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116 S. DARIS

Dal regno congiunto di Marco Aurelio e di Commodo (a. 178) e datato il rescritto imperiale sui privilegi dei veterani del pretorio, del quale qualche passo e ancora leggibile nella copia ChLA 419= CEL 171: anche in questo caso pero l'acquisizione di nuovi dati e forzatamente limitata alia pura individuazione dell'ar

gomento dibattuto64. In questo quadro, fatto da un numero assai contenuto di testi preparati ad uso

privato e sprovvisti di una riconoscibile specificita egiziana, va considerato come eccezionale il caso dalla ventinovesima colonna di P.Bub. 4= ChLA 1459, dell'anno

221, che appartiene ad un rotolo composito di documenti assemblati nell'ufficio dello stratego del nomos Bubastite. Si tratta dell'unico passo in latino dell'intero

carteggio, nel quale si e pensato di identificare la copia di una lettera dell'impe ratore Elagabalo65, fatta pervenire al funzionario locale, per ragioni di competenza, da parte del Prefetto d'Egitto, con una propria lettera di accompagnamento. II contenuto della parte superstite presenta difficolta quasi insormontabili anche per una ricostruzione solamente ipotetica, a motivo del singolare tema trattato, nel

quale sembrano prospettate vicende matrimoniali (r. 2) e dinastiche (r. 4) della stessa famiglia imperiale.

Una collocazione del tutto particolare tra i documenti di interesse egiziano deve essere assegnata all'exemplar codicillorum di Domiziano, gia ricordato66, una lettera nella forma dei codicilli, nella quale, in tono di aperta affabilita, l'impe ratore si rivolge al Prefetto d'Egitto, L. Laberius Maximus, in carica nell'anno

83, per informarlo della promozione decisa nei suoi confronti. Comunque si intenda

interpretare la lettera nei suoi precisi riferimenti, (promozione alia prefettura del

pretorio o al consolato), sarebbe di molto interesse cogliere le vere motivazioni ?

qualora non siano dovute alia pura casualita della presenza in Egitto di Laberio ? della circolazione di una comunicazione ufficiale ma fondamentalmente esclusiva della sfera privata.

AU'Egitto ci riporta forse il rescritto imperiale sulle prerogative necessarie alia carica di chirista67, se ? come si pensa

? destinatario del documento era il Prefetto stesso; incontestabilmente invece si inserisce nel panorama egiziano, in

quanto prodotta nella cancelleria provinciale, la comunicazione dei Prefetti del

pretorio del 399, ChLA 1264= SB 14726, indirizzata al praeses provinciae Arcadiae6*, come pure due rescritti imperiali del V secolo69, destinati al governatore della Tebaide.

3.2 Dichiarazioni di nascita

I cittadini romani residenti in Egitto erano tenuti ad ottemperare alia disposi zione che imponeva loro di denunciare la nascita di figli legittimi entro il termine

64 Forse si riferisce allo stesso tema dei privilegi dei veterani ChLA 302= CEL 164. 65

J. Rea, A Letter of the Emperor Elagabalus, ?ZPE?, 96 (1993), 127-32. 66 Vedi nota 62.

67 ChLA 488= CEL 167, CPL 239. 68 J. Kramer, Schreiben der Prdtorialprdfekten des Jahres 399 an den Praeses prouinciae

Arcadiae in lateinischer und griechischer Version, ?Tyche?, 7 (1993), 157-62, St.Pal XX 289= CPL 183, Seider I, 59 tav. XXX; T. Dorandi, Le Chartae latinae della Osterreichische Nationalbibliothek

di Wien, in Akten des 21. Intern. Papyrologenkongresses, I, Berlin 1997, 235-36, tav. IV.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 117

di trenta giorni. La dichiarazione era resa negli uffici del Prefetto d'Egitto ad Alessandria dove una tabula albi professionum era affissa solitamente ntlV Atrium

Magnum. Da questa procedura discende il gruppo delle dichiarazioni di nascita, ricavate, ad opera dell'interessato, dalla registrazione ufficiale della professio esposta ad Alessandria70.

PSI 118371, il piu antico di questi esemplari che si scaglionano sino a tutto il 24272, risale agli anni 45/54, e costituito da due frammenti di papiro che, re datti in forme grafiche differenti, provano di essere appartenuti alia scriptio interior ed alia scriptio exterior del documento originario.

Nella parte superstite di esso figura la dichiarazione di nascita della figlia, l'avvenuto conseguimento da parte del dichiarante e dei figli della cittadinanza romana, (idem professus se et filios civitate donatos esse), l'elenco dei beni immobili (due case ad Ossirinco, stimate del valore di 400 e 500 sesterzi) e mobili (per un totale di 350 sesterzi) computabili nella valutazione del suo censo.

Queste informazioni, integrate dai nomi dei genitori e dalla data precisa della nascita del figlio fanno la loro comparsa in tutte le altre denunce di nascita che hanno in comune la caratteristica, con 1'eccezione di due fra esse73, di essere scritte su tavoletta lignea cerata nella forma del dittico. Le due tavolette presen tano il testo steso sulla cera delle facce interne; sul legno delle due facce esterne il documento viene ripetuto ad inchiostro (in direzione perpendicolare alia scrittura

interna) a cominciare dalla seconda tavoletta, ove e preceduto dai nomi dei sette testimoni che garantivano la corrispondenza assoluta della copia con l'originale; i loro sigilli fermavano le cordicelle del dittico.

Rappresenta assai bene la tipologia di queste denunce la tavoletta P.Mich. 166 dell'anno 12874, anche per il suo felice stato di conservazione e di leggibi lita.

L. Nonio Torquato Asprenate II M. Annio Libone cos. Idib(us) April(ibus) anno XII imp(eratoris) Caesaris Traiani Hadriani Aug(usti) mense Pharmuthi die XVIII Alex(andriae) ad Aeg(yptum)

5 descriptum et recognitum ex tabula pro fes<s>ionum quibus liberi nati sunt

69 Risalirebbe agli anni 436/450 ChLA 657= CPL 243, Seider I, 60 tav. XXX. 70 Montevecchi, Papirologia, 180 e, della stessa autrice, Ricerche di sociologia nei documenti

dell'Egitto greco-romano, VII, Certificati di nascita di cittadini romani, ?Aegyptus?, 28 (1948), 129 67.

71 ChLA 785, CPL 170, Seider I, 6 tav. IV, Negotia 8; per questo papiro v. ora F. Burkhalter, PSI1183: declaration de naissance de lafille legitime d'un citoyen romain, ?Anal. Pap.?, 5 (1993), 145-53.

72 L'elenco e il seguente: PSI 1183= CPL 170 (a. 45/54); CPL 148= Negotia 2 (a. 62); PMich. 167= CPL 149 (a. 103); BGU 1691= CPL 150 (a. 109); PMich. 166= CPL 151, Seider I, 25 taw.

XII-XIII (a. 128); BGU 1692= CPL 152, Negotia 3 (a. 144); BGU 1693= CPL 154; P.Mich. 168= CPL 153, Seider I, 31 tav. XVI (a. 145); CPL 155 (a. 147); CPL 156= W.Chr. 212 (a. 148); BGU 1694= CPL 157 (a. 163); P.Oxy. 894= CPL 158, C^LA 214, W.Chr. 213, Seider I, 24 tav. XI (a. 195/196); P.Oxy. 2565= ChLA 1412 (a. 224); CPL 163= Ate^/a 1 (a. 242). Cfr. Cavenaile, Papyrus latins 1991, 57.

73 P.Ojcy. 894= CPL 158 e P.Oxy. 2565= ChLA 1412.

74 CPL 151; l'edizione piu recente in Seider I, 25 tav. XII; per la bibliografia precedente v.

Montevecchi, Certificati, 130.

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118 S. DARIS

quae tabula proposita erat in foro Aug(usti) in qua scriptum fuit id quod infra scri ptum est M. Claudio Squilla Gallicano

10 T. Atilio Rufo Titiano cos. anno XII imp(eratoris) Caesaris Traiani Hadriani Aug(usti) T. Flavio Titiano praef(ecto) Aeg(ypti) professiones liberorum acceptae citra causarum cognitionem

tab(ula) VIII pag(ina) II amplioribus litteris

scriptum est L. Nonio Torquato Asprena(te) II M. Annio Libone cos. et post alia pag(ina) IX VI Kal(endas) April(es)

5 C. Herennius Geminianus HS CCCLXXV fil(iam) n(atam) Herenniam Gemellam ex Diogenide M(arci) fil(ia) Thermu thario V Idus Mart(ias) q(uae) p(roximae) f(uerunt) c(ivem) R(omanam) e(sse). Ad K(alendarium)

II testo qui riportato e quello inciso sulla cera della tavoletta, cioe la scriptio interior.

Le prime quattro righe recano la data del certificato, nella duplice versione del calendario romano e di quello locale (13 aprile 128), nonche l'indicazione del

luogo. Alle righe 5-9 viene espressamente detto che il documento rappresenta la

copia autentica della tabula albi professionum, la quale, nel caso specifico, era stata esposta in foro Augusti ad Alessandria.

Le righe che seguono nella prima tavoletta e le prime quattro di quella succes siva danno gli estremi del documento ufficiale e la posizione occupata dalla

professio. Apprendiamo cosi che il registro incominciava con l'anno 127, che alia

pagina seconda dell'ottava tabula incominciavano le professiones per l'anno 128 e che, alia pagina nona, alia data del 27 marzo 128, si trovava la dichiarazione che interessava, assieme alle altre, raccolte senza una indagine particolare circa la loro attendibilita (citra causam cognitionem), in quanto fondate sulle indica zioni generiche del denunciante. Con questa C. Herennius Geminianus dichiarava la nascita della figlia Herennia Gemella, data alia luce da Diogenis Thermutharion 11 9 marzo 128.

Nel passo vanno notati due particolari: l'aggiunta, operata successivamente da una seconda mano, del censo del padre (r. 5), e la comparsa, alia fine del testo della professio (r. 9), di una serie di abbreviazioni c. r. e. ad k.15.

Si discostano dallo schema formulare esaminato solamente pochi documenti. Cosi nella dichiarazione dell'anno 6276, troviamo l'accenno della avvenuta

esposizione da parte del Prefetto d'Egitto dei nomi di quanti avevano denunciato

75 Oltre alia proposta interpretativa qui seguita, le altre sono: c(ausa) r(elata) e(st) ad k(alen

darium) Schmidt; c(ontuli) r(elegi) ad k(artam) Cuq; c(onscriptum) et r(ecognitum) e(st,-xemplum) Levy; c(ivem) r(omanum) e(xcripsi) ad k(alendarium) oppure c(ivis) r(omanus) e(st) Sanders. La di scussione si trova in P. Pescani, Osservazioni su alcune sigle ricorrenti nelle 'professiones liberorum\

?Aegyptus?, 41 (1961), 129-40. 76 CPL 148, Negotia 2.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 119

i loro figli, e che tale professio rispondeva alle disposizioni delle leggi Aelia Sen tia e Papia Poppaea.

Nei testi piu recenti77 la differenziazione dalla prassi precedente, si manifesta a cominciare dall'adozione ? in due casi sui tre noti78 ? del papiro quale materiale scrittorio.

Significativo si rivela il confronto tra la documentazione precedente e ROxy. 894.

]anno..Imp(eratoris) Cae[sa]ris L(ucii) [Septimi Severi Pi^ Perti]nacis Aug(usti) A[rabi]ci Adiabenici

A]lexandr(iae) ad Aegyptum [apud Marcum Ulpium Pri]mianum praef(ectum) Aegypti

5 pro]fessus est filium sibi natum ]num ex Ulpia Sabina XVI

]hab( ) [OJxyryncho ctTtoypacpopai mo]v pot yeyEvrioGai

Dopo la data (a. 195/196, rr. 1-3), il luogo (Alessandria, r. 3), il nome del Prefetto d'Egitto (M. Ulpius Primianus, r. 4), figura la dichiarazione vera e propria deiravvenuta nascita di un figlio (il cui nome e perduto nella lacuna delle rr. 5

6) dalla moglie Ulpia Sabina (r. 6), domiciliata ad Ossirinco. A questo punto trovava posto la sottoscrizione in greco del dichiarante, attualmente interrotta dalla lacuna del papiro.

Le professiones del tipo sin qui considerato riguardano esclusivamente i figli legittimi; per quelli illegittimi si ricorreva invece ad una testatio, cioe ad un atto di natura privata, allestito dall'interessato alia presenza di sette testimoni, sempre su tavoletta.

Dagli esempi che si conoscono79 apprendiamo che la lex Sentia et Papia Poppaea spurios spuriasve in albo profited vetat (P.Mich. 169) ma che le stesse

leggi regolavano la testatio (P.Mich. 436). La condizione di illegittimit& discende (in tre casi su quattro) dalla condizione di soldato ausiliario del padre che fa la

propria dichiarazione privata appunto propter districtionem militiae. La sollecitudine ad approntare il documento entro breve tempo dalla nascita,

e motivata dalla preoccupazione ut possit post honestam missionem suam ad

epicrisin suam adprobare filium suum naturalem esse (CPL 159). Nel caso di P.Mich. 169, la denuncia e opera di una donna che, con Tabituale

assistenza del tutore, dichiara di aver dato alia luce 39 giorni prima ex incerto

patre... masculinos geminos80.

77 P.Oxy. 894= CPL 158, W.Chr. 213, ChLA 214, Seider I, 24 tav. XI (a. 195/196); POxy. 2565=

ChLA 1412 (a. 224); CPL 163= Afe^fia 1 (a. 242). 78 POxy. 894 e 2565= C^LA 1412.

79 CPL 159= Seider I, 28 tav. XV (a. 127); BGU 1690= CPL 160, Ate^r/a 5 (a. 131); P.Mich. 436= CPL 161 (a. 138); P.Mic^. 169= CPL 162, Ategofia 4 (a. 145); C. Terreni, PMich. 3.169: il mistero di Sempronia Gemella, ?SDHI?, 62 (1996), 573-82; PWisc. 50.10-15= ChLA 1439 (a. 165); P.Michael. 61 = CPL 164 (sec. II).

80 Donne sono autrici della denuncia in PWisc. 50.10-15= ChLA 1439 ed in P.Michael. 61= CPL 164.

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120 S. DARIS

Non e fuori luogo ipotizzare che diverse categorie di documenti fossero richieste dagli uffici preposti al controllo anagrafico; in tale prospettiva, accanto alle dichiarazioni di nascita, pare conveniente far menzione di P.Mich. 43381, un

papiro di grande interesse perche tipologicamente costituisce un unicum. II contenuto del frammento, che altrimenti avrebbe potuto lasciare molte incertezze sulla sua natura, appare definito con chiarezza nella intestazione della attuale

copia.

Exem]plum tabulae togipurfae [Ser. Scipione Salv]idieno Orfito L. Peducafeo Priscino] [cos. ] anno X[I]I[II] Imp(eratoris) Ca[esaris] [Nervae Traiani Aug(usti)] Germ[a]nici Dacifci mense

5 [ Ale]xandr(iae) ad Aegypt(um). Defscriptum] [et recognitum ex ex]emplo in f[o]ro Augusti i[n quo scrip-] [turn est ] M(arci) f(ilius) P[ol(lia)] Iulianus [ [filium toga]m pura[m sump]siss[e

Si tratta quindi di un estratto fedele della dichiarazione, fatta da un padre, circa l'assunzione della toga virile da parte del figlio; anche questa denuncia era stata ricavata dalla copia esposta ad Alessandria inforo Augusti nell'anno 110.

Sfugge lo scopo che indusse a preparare la copia che noi leggiamo in P.Mich.

433, ma la sua esistenza apre uno spiraglio sulla molteplicit& delle procedure adottate dall'amministrazione nel controllo della cittadinanza.

3.3 Petizioni

Questa categoria di testi82 che talora, per la condizione frammentaria dei

reperti, lascia insoluto il problema della corretta identificazione dei contenuti83, si segnala per essere costituita da documenti indirizzati, per lo piu, alle massime autorita amministrative. Quanto a strutturazione formale, tali petizioni sono spesso corredate dalle delibere, sempre in lingua latina, dei funzionari che hanno esaminato il caso e dalle relative postille degli uffici di competenza.

Non mancano due petizioni, per il IV ed il V secolo, indirizzate agli impera tori, tra le quali meglio conservata ed assai nota ? quella, allo stato di minuta, in ChLA 20284, degli anni 341/342. Con questo documento l'interessato, Flavio

Abinneo, si rivolge agli imperatori Costanzo II e Costante per veder confermata, contro gli intrighi dell'apparato amministrativo locale egiziano a lui non favore

vole, la nomina a praefectus alae nel fortilizio di Dionysias nell'occidente dell'Arsinoite.

II secondo frammento, di data piu recente in quanto assegnato al V secolo, ChLA 469, e un brano largamente lacunoso di una petizione all'imperatore

81 CPL 165, ChLA 278, Seider I, 23 tav. XI; cfir. G. Forni, Tribu romane in papiri e tavolette

cerate, in Atti XVII Congr. Inter, di PapiroL, III, Napoli 1984, 1029. 82

CPL 177-182; cfr. Cavenaile, Papyrus latins 1991, 57. 83

6 incerto, ad es., se veramente ChLA 425 possa essere definite- una petizione o non piuttosto un verbale di udienza.

84 CEL 226, CPL 265, Seider I, 52 tav. XXVIII.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 121

(tri]umfator semper auguste, r. 1), all'intervento del quale vien fatto appello (ideo ad sacra vestigia vestra comfugio, r. 9) per ottenere la restituzione di una dote.

Ma e il Prefetto d'Egitto ad apparire quale destinatario privilegiato della

maggior parte delle richieste, nella cui istruttoria interviene lo stesso alto magistrato in persona, assistito dalla schiera dei suoi impiegati.

Cosi la lunga petizione RLond. 38485, con la quale un veterano

dell'Eracleopolite fa appello al Prefetto d'Egitto per ottenere giustizia dei torti

subiti, e preceduta, allo stato attuale, da tre righe in latino e si conclude con il visto d'ufficio (recognovi, r. 36) che confermava la correttezza della traduzione in greco della delibera prefettizia (evT]\)%e poi 8ik6c?ovti), apposta in calce alia domanda stessa.

Diversa appare la strutturazione e l'equilibrio linguistico delle parti nella domanda ROxy. 127186, presentata, sempre al Prefetto d'Egitto, da una donna di

Side, Aurelia Marciana, allo scopo di ottenere il permesso di lasciare il paese via mare nell'agosto del 246. Le prime sei righe contengono la richiesta dell'interes

sata, formulata nei termini essenziali; a questa fa seguito, in forma epistolare, l'ordine del Prefetto al responsabile dell'isola di Faro di lasciar partire la donna

(righe 8-10); la comunicazione viene corredata da un intervento autografo del Prefetto (Vale iusi, r. 11).

O'ba^epicp Oippcp ercdp%a> Aiyonxox) rcapd A\)pr|A,ia<; MapKiavfjq Xi8Yit(i8o<;). BoMopca, Kupie, eKnXevcai 8id Odpoir d^ia) ypdxj/ai ae xa) emTporccp xfjq <?d

5 po\) aitoA/oaou pe Koctd to eGoq. y (etodc,) efTcayopevcov) a bxevii)%Ei

(m. 2) Valerius Firmus

Asclepiade salutem. Dimitti iusi de P[haro

10 comendo t[ibi (m. 3) Vale iu[si (m. 2) Datum XVII K[al(endas) Octobres

Presenti A[lbino cos.

A Valerio Firmo, Prefetto d'Egitto, da parte di Aurelia Marciana da Side, lo desidero, o Signore, partire per nave via Faro; ti prego di scrivere al sovrinten

dente dell'isola di Faro di lasciarmi andare, secondo le solite modalita. 3? anno, 1? giorno intercalare. Sta bene.

(m. 2) Valerio Firmo saluta Asclepiade. Ho impartito l'ordine che sia lasciata andare da Faro. Ti affido... (m. 3) Sta bene. Ho dato l'ordine... (m. 2) 75 settembre 246.

85 ChLA 201; in CPL 180 figura solo la descrizione del pezzo; per una data, piuttosto del III secolo che l'anno 179 proposto in ChLA 201, v. BL VIII, 82-83.

86 CPL 179, ChLA 266, CEL 213; per il testo v. P.J. Supesteijn, Small Notes on Bilingual Papyri, ?ZPE?, 41 (1981), 108-09, cfr. BL VIII, 243; Cugusi, Note su papiri epistolari latini, 42-43.

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122 s. daris

Una delle occasioni, tra le meglio rappresentate e tra le piu frequenti, per le

quali si rendeva indispensabile far ricorso ai funzionari dello Stato, derivava alle donne dall'obbligo di richiedere al Prefetto d'Egitto la nomina di un tutore che le assistesse nelle loro pratiche legali87.

Tra i tanti, un esempio significative) si ritrova in P.Mich. 16588.

Mevio Honoratiano praef(ecto )[Aeg(ypti) ab Aurelia Diodora. Rogo, domine, des mihi]

tutorem auctorem e lege I[ulia et Titia et ex s(enatus) c(onsulto) Aurelium Theonem dat(um)]

XII Kal(endas) Decemb(res) dom(ino) n(ostro) V[ero Maximino Aug(usto) et Pupienio Africano cos.]

AioSobpcc ?7u868u)Ka xa PiPA{i8ia xauxa aixoupivri O7ico<; erciYpaqrn Kupioq] 5 pou AupfiXioq 0E(ov 6 iced 'AaKXrpcidfe

'I[ai8d)p]o\) eypaya unep ai)xfj[<; jafj eiSuiriq ypappaxa. Aupfi^ioq 0ea)v 6 Kai 'AokXti-]

[nibq e\)8oK]ca xfi aixfiat]. (exooq) y AufxoKpdxopoq Kaiaapoq Ma^ipivou Eepaaxou fA9i)p k8]

[Aurelium Theo]nem ut [desi]deras [

righe 1-3, 8 prima mano; righe 4-7 seconda mano

II papiro, che e una copia dell'atto originate depositato negli uffici del Prefetto

d'Egitto, comprende nelle prime tre righe la richiesta in latino, rivolta appunto al massimo magistrato del paese da Aurelia Diodora, in base alle leggi Iulia e Titia ed a un senatus consultwn. Seguono la versione greca della richiesta, ad opera della persona che scrive per la donna, l'accettazione del futuro tutore e poi la data. Chiude il documento un'altra riga in latino, con la decisione del Prefetto e la sua sottoscrizione (r. 8).

La concessione del tutore avveniva anche su richiesta non della donna ma di altra persona estranea; stanno a testimoniare questa procedura due dittici89 che, forse anche nella forma esteriore, manifestano un cambiamento di situazioni90.

Sempre al Prefetto erano indirizzate le due petizioni P.Ant. 3591, della fine dell'anno 326, la seconda delle quali e tutta redatta in greco, mentre la prima

?

leggibile nella sola meta di destra ? contiene un sostanzioso passo in latino (rr. 6-13).

3.4 Manomissioni

Nell'ambito del diritto della persona, ritroviamo due atti di manomissione92,

87 CPL 201 (c. 150); ChLA 503 (a. 219); P.Mich. 165= CPL 203, ChLA 290 (a. 236); P.Oxy. 1466= CPL 204 (a. 245); P.Oxy. 720= CPL 205, CfcLA 269, M.C/ir. 324, Negotia 24 (a. 247). Cfr.

Cavenaile, Papyrus latins 1991, 58. 88 ChLA 290 CPL 203. 89 CPL 200 (a. 126/132); CPL 202= 55 6223, Negotia 25 (a. 198). 90 Per un caso di esonero del tutore v. P.Lond. II (p. 21) 470= M.Chr. 328, Negotia 26 (a. 168).

Per le due petizioni di ChLA 467, scritto a Cesarea di Palestina, v. supra, p. 111. 91 CPL 181, ChLA 260; per la data v. D. Hagedorn, ?ZPE?, 34 (1979), 111, cfr. BL VIII, 8-9. 92 CPL 172= M.Chr. 362, Negotia 11 (a. 211), BL VIII, 226; a questi due documenti va aggiunto

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 123

entrambi del secolo III e caratterizzati dalla stesura del documento in latino e da una postilla di forma chirografaria in greco.

Ancora si riferiscono alia procedura della manomissione le righe 1-3 e 33 41 di RWisc. 50= ChLA 1439, dell'anno 16593, inserite all'interno di un dossier o di una documentazione miscellanea.

II dittico CPL 172 deve la propria notorieta alia redazione completamente conservata di una manomissione inter amicos dell'anno 211.

M. Aurelius Ammonion, da Ermopoli, libera la propria schiava Elena, oiKoyevfiq, per la quale riceve da Aurelius Ales la somma di 2000 dramme a titolo di riscatto.

Marcus Aurel[iu]s [A]mmonion Lu pergu Sarapionis ex m[atr]e Terheutae ab Hermupoli m[aio]r(e) antiqua et splend(ida) Helenen ancillam suam vernam

5 annorum circiter X[X]XIIII inter ami [c]os manumisit liberamque esse ius [si]t et accepit pr[o] liber[t]ate eius ab

Aurelio Aletis Inaroutis a vico Tisicheos nomi Hermupolitu dr(achmas) Aug(ustas) dua millia

10 ducentas quas et ipse Ales Inaroutis do navit Helen<a>e liberta(e) supra scripta(e). Actum Hermupoli maior(e) antiqua et splend(ida) VII Kal(endas) Augustas Grato et Seleuco cos. anno IIII Imp(eratoris) Caesaris

15 Marci Aureli Antonini Pii Felicis Aug(usti) mense Mesore die I. MapKOC, A\>pf|A,io<; 'Appcovicov AoDttepyoD locparclcovoq cEXevr\v 8o\)

\r\v pot) oiKoyevfi d>q (etcdv) A,8 peta^i) cpiX-cov T$.e\) Gepoaa Kai ea%ov xmzp X<)Tp[(o]v amry; 8pa%pa<;

20 aePaaxdq 8iOK?iX,iaq 8iaKoala[q rcapa A]upr|>doD 'AXxftoq 'Ivccpouxoc, cog TipoKeitai. A[\)p]f|X,io<; 'AXxyc, 'Ivapco

o\)ioq ec^coSiaaa xaq %ox> dpyoploi) 8pa%pd<; 8io KEiXiaq SiaKoaiaq Kai o\) peTeX(e\)oopai 'EX.evnv xf|v KpoKipevT|v d7t?A,?\)0epav. A\)pf|X,iO(; 'Ap

25 pcbvioq 'Eppeivoa) 8Ypa(\|/a) -b7i(ep) a\)t(o1)) \ir\ ei86(xoq) Ypd(ppata).

Marco Aurelio Ammonion, figlio di Luperco figlio di Sarapione, di madre Tereuta, da Ermopoli maggiore, antica e splendida, ha liberato tra amici Elena, la propria schiava nata in casa, di 34 anni, ed ha ordinato che fosse libera, ed ha ricevuto, per la sua liberta, da Aurelio Ales, figlio di Inarus, del villaggio di Tisichis del nomo Ermopolite, 2200 dramme augustee, che lo stesso Ales figlio di Inarus, dond alia liberta Elena sopra indicata.

Stipulato ad Ermopoli maggiore, antica e splendida, il giorno 7 delle calende di Agosto (26 luglio), sotto i consoli Grato e Seleuco, anno 4? delVImperatore Cesare Mar co Aurelio Antonino Pio Felice, il giorno 1? di Mesore.

P.Hamb. 72= ChLA 496, CPL 174 che conserva il formulario della manumissio per testamentum (cfr. L. Migliardi Zingale, / testamenti romani nei papiri e nelle tavolette d'Egitto, Torino 1991, 7-11, n. 1). 93

Cfr. Cavenaile, Papyrus latins 1991, 58.

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124 S. DARIS

Io, Marco Aurelio Ammonion, figlio di Luperco figlio di Sarapione, ho liberato tra amici Elena, la mia schiava nata in casa, di 34 anni, ed ho avuto per il suo riscatto 2200 dramme augustee da Aurelio Ales, figlio di Inarus, come e scritto sopra.

Io, Aurelio Ales, figlio di Inarus, ho versato le 2200 dramme d'argento e non

perseguirb Elena, la liberta sopra menzionata. Io, Aurelio Ammonio, figlio di Ermino, ho scritto per lui che non conosce Valfabeto.

Nella sottoscrizione in greco (rr. 16-25) figurano sia la dichiarazione, in prima persona, di Marco Aurelio Ammonion, sia quella di Aurelio Ales, che aggiunge la rinuncia ad avanzare diritti sulla liberta, particolare taciuto nella stesura in latino.

Un manumissus vindictis, che effettua il pagamento della vicesima heredi

tatis, compare in RMich. 46294, datato al secolo IV.

3.5 Documenti matrimoniali

Oltre ad un trascurabile frammento su tavoletta cerata95, provengono dall'Egitto alcuni esemplari di contratti matrimoniali96, interessanti anche per il loro aspetto diplomatico97. Con questi atti, il padre concede la figlia in sposa (se condo la lex Iulia de maritandis ordinibus... liberorum procreandorum causa) ed

elenca, in modo puntuale e circostanziato, la dote assegnata, costituita da immobili,

oggetti preziosi e schiavi. Ai beni della sposa il marito fa seguire la lista del proprio patrimonio. La firma ed il sigillo di sette testimoni contrassegnavano la validita dell'atto, come chiaramente appare da ChLA 24998.

[C. Antistiu]s Nomissianus filiam suam virginem [Zenarion e lege] [Iulija quae de maritandis ordinibus lat[a est liberorum pro-] [creando]rum causa in matrimonio earn collofcavit], uxorem earn] [duxit] M. Petronius Servillius eique doftis dixit et dedit ea omnia]

5 [quae i(nfra) s(cripta) s(unt) pro ead]em s(upra) s(cripta) vicu[m] Philadelfphiam paternas ab iuger. dua]

[et semis et quadr]ans catoecicas in loco Cor[ [ in eo]dem vico paternas ammpnas tres et semis, par

[tem dimidiam ajmpelitis et in [au]reis enotion p[e]rlon [gum tetar. dua et semis] cottatia tetar. una et semis fiunt teftar.] IIII,

10 [arge]nt[e]a claria par unum pondo stateri VII et in veste aestumata tuni [ca e]t palliolum et pallium scyrina dr. Aug. CDXXX et heratianon et epi [ca]rsium et aeramenta Venerem et cadium dr. Aug. XXXXVIII et osyptrum et area

[....]s lecythoe duae et cadium alter statmo mnae VII quadr. et arclam li

94 CPL 111, Negotia 10 bis. 95 ptMichm 444= CPL 111 (sec. II). 96 PSI 730= CPL 207, ChLA 783 (sec. I); PMich. 434+P.Ryl. 612= CPL 208-209, C/*LA 249,

Afe?0/ia 17 (sec. II); PMich. 442= CPL 210, CfcLA 295, Seider I, 29 tav. XV; cfr. anche P.Wisc. 50.22= ChLA 1439. Cfr. Cavenaile, Papyrus latins 1991, 58.

97 Sembra trattarsi di documenti a doppio esemplare sovrapposto, con il testo superiore ripiegato e sigillato (scriptura interior). 98 PMich. 434+PRyl. 612, CPL 208-209.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 125

[gnea]m, cathedran, pyxidam, cophinum et servam patemam Heraidan et 15 [pa]raferna tunica et palliol(um) tribacum. Item et M. Petronius Servilius

[sua]met ipse intulisse se dixi[t] ad vic[um] Ph[ilad(elphiam) pa]terna iug. fr. duas in loco

]..[

MdpKoq A[ ]yoA.rrvo<; eo(ppdyi[ca

20 MdpKoq Outdlpioq [.]vo<; eocppfdlyiaa Tixoq OA-domoq 'IouAaavoq eccppdyioa AotKioq OuaXipioq AoiKprjTavdq eocppdfyioa nourcAaoq M[ ]9ivo<; eacppdyioa

Jsignavi

3.6 Testamenti

Alia prassi testamentaria appartiene un complesso considerevole di testimo nianze. II tema, ricco di interessi ed affollato di problemi, ha trovato una larga trattazione nella bibliografia recente" e bastera percio ricordare le caratteristiche essenziali della documentazione. E opinione accettata che il testamento fosse affidato alle tavolette cerate, nella forma del polittico, come avviene nel caso assai noto del testamento di Aurelio Silvano (CPL 221), distribuito su cinque tavolette 10?.

Copie di testamento si leggono ancora nei documenti su papiro, estesi anche

per tre colonne, che ne registrano l'avvenuta apertura e lettura101. Dei tre esempi noti, uno solo, RDiog. 10= ChlA 1403 dell'anno 211, appare conservato nella sua interezza102.

Exempl(um) test(amenti) L. Ignatius Rufinus Ant(inoites) t(estamentum) f(ecit). L. Ignatius Nemesianus fr[a]ter

meus

ex asse mihi heres esto o(mnium) b(onorum) m(eorum). c(eteri) o(mnes) exheredes sunto, cernitoque

hereditatem meam infra diem centesimum proximis qua sciet 5 poterit heredem esse s(ine) d(olo) m(alo). d(o) l(ego) Lucretia<e> Octavia<e> [c]oniu

gae meae, qui multum laboraverit in infirmitatem meam, iug(era) fr(umentaria) V semis in loco Potamoni secundum Sereni la[t]us et

99 M. Amelotti, // testamento romano attraverso la prassi documentale, Firenze 1966; Id., Testamento, in Enciclopedia del diritto, XLIV, Milano 1990, 459-70; Migliardi Zingale, Testamenti; Ead., Note a nuovi documenti testamentari romani, ?Anagennesis?, 2 (1982), 109-29; cfr. Mon

tevecchi, Papirologia, 207-08. Cfr. Cavenaile, Papyrus latins 1991, 58-59. 1001 testamenti scritti su tavolette cerate sono: CPL 221= Negotia 47 (a. 142); BGU 1695= CPL

223 (a. 157); BGU 1696 = CPL 224 (sec. II); PMich. 437= CPL 225 (sec. II); P.Mich. 446= CPL 226 (sec. II). 101 CPL 220= ChLA 412 (a. 131); P.Mich. 439= CPL 222, ChLA 301, Seider I, 32 tav. XVI (a. 147); P.Diog. 10= ChLA 1403 (a. 211), ai quali andrebbe aggiunto ChLA 399 (secondo Migliardi Zingale, Note, 110-14, 123). Altra copia di testamento e P.Oxy. 3692 (sec. II) e, forse, ChLA 427 (sec. II). 102

Per il testo e la procedura seguita v. A.K. Bowman, J.D. Thomas, P.Lond. inv. 2506: a

Reconsideration, ?BASP?, 14 (1977), 59-64, BL X, 63; cfr. Migliardi Zingale, Testamenti, 70-72 n. 20 e Note, 122-23.

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126 S. DARIS

partem dimidiam domum meam qui appellatur ipW.ari secundum Antonium Didumianum veteran! si qfuid] ve

10 nerit debitum causa aut aliquem rationem, ex[aequa]bi tur ab herede me[o] et si quid habeo in domu mea [id volo u-] xoris meae esse. corpus m[e]um funerari volo fid[..per] fratrem meum et heredem meum s(upra) s(criptum). in vico Philadelphia] nomi Arsinoitu Heraclidu partis V Nonas Martia[s, Fau-]

15 stino et Rufino cos. anno XVIIII Imp(eratorum) Caesarum L. Sepftimi] Severi et M. Aureli Antonini et P. Septimi Getae Aug(ustorum) [men-] se Phamenoth die VII. cc(vTiypa<pov) x>noyp(a<pf\q) AouKioq 'Iyvomoc, 'PoufcpTvocJ 8ie9epr|v dx; TtpOKeixai. Apert(um) et rec(itatum) Aug(usto foro) Ars(inoitu)

met(ropoleos III Non[as Iunias] Quintiano et Basso cos. anno eodem mense Pauni die V[IIII]

20 praes(ente) pl(urima) part(e) signat(orum) f(igentium) sig(na). L. Valerius Lucretianus

adg(novi). M. L[....] nus adg(novi). Fl. Didu[mianus] VDiogenes/ adg(novi). Arrius Nigerus adg(novi). M.

Aurel(ius) Anubion L. A[...] Cottarus

Copia di testamento. Lucio Ignazio Rufino, di Antinoe, ha fatto il proprio testamento. Lucio Ignazio

Nemesiano, mio fratello, sia I'erede di tutti i miei beni; tutti gli altri siano esclusi dalVere dith ed egli entri in possesso delta mia eredita entro il centesimo giorno da quando ne avra avuto notizia e potra essere mio erede senza dolo malvagio.

Assegno in legato a Lucrezia Ottavia, mia moglie, la quale durante la mia malattia si e data molta pena, cinque iugeri e mezzo di terreno a grano nella locaiita di Potamone, vicino alfondo di Sereno, e meth delta mia casa chiamata... attigua al veterano Antonio Didumiano. Se qualcosa sard venduto per debiti o per qualche altra ragione, sard a carico del mio erede. Qualunque cosa possiedo in casa mia, voglio che cid sia di mia moglie. Voglio che il mio corpo sia sepolto... ad opera di mio fratello, mio erede sopra nomina

te

Nel villaggio di Filadelfia del nomos Arsinoite, nella circoscrizione di Eraclide, il

giorno 5 delle none di marzo (3 marzo), nel consolato di Faustino e Rufino, anno 19?

degli Imperatori Cesari L. Settimio Severn e M. Aurelio Antonino e P. Settimio Geta Augusti, nel mese di Phamenoth, il giorno 7.

Copia delta sottoscrizione: io, Lucio Ignazio Rufino, ho fatto testamento come sta sopra.

Aperto e letto nel foro di Augusto, nel capoluogo dell Arsinoite, il giorno 3 delle none di giugno (3 giugno), nel consolato di Quinziano e Basso, lo stesso anno, nel mese di Pauni, giorno 9, presente la maggior parte di quanti hanno apposto i sigilli.

Io, L. Valerio Lucreziano, ho riconosciuto (il mio sigillo). Io, M. L..., ho riconosciuto. Io, Fl. Diogene, ho riconosciuto. Io Arrio Niger, ho

riconosciuto. Io, M. Aurelio Anubion... Io L. A... Cottaro.

Sempre su papiro si conserva un abbozzo di testamento in greco, P.Oxy. 2857= ChLA 1413, dell'anno 134, sulla base del quale il testatore vuole che ne sia

preparata la versione latina103: proprio di questa versione in lingua latina (l'uni ca a mantenere valore legale) restano alcune tracce in una colonna precedente, che pero e giunta a noi in condizioni lacunose e malamente recuperabile.

103 Righe 34-37; cfr. Migliardi Zingale, Testaments 18-21 n. 4 e Note, 114-17.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 127

Concludono la serie dei documenti relativi al diritto testamentario, le dichia razioni di presa di possesso di una eredita. Se ne conoscono tre esempi104, tutti su tavolette cerate, degli anni tra il 151 ed il 170, nei quali l'attestazione in latino e seguita da una postilla in greco.

Due di questi (CPL 214-215) presentano come dichiarante la medesima persona, Valeria Sarapias, la quale eredita, in un caso (CPL 214), dalla madre, e nell'altro (CPL 215) dalla nonna paterna, con un atto del seguente tenore.

Valeria Sarapias Antinois virgo per procurat. L. Valerio Lucretiano Matidio frat. eius q.e. Plotinius Antinoensio testata est se hereditatem Lucretiae

5 Diodorae aviae de patre adisse cre

visseque seque heredem esse secund. tabulas testamenti eius. Actum Aeg. nomo Arsinoite metropol. Ill Kal. Octobr. M. Cornelio Cethego

10 Sex. Erucio Claro cos. anno XI Imp. Caesaris M. Aureli Antonini Aug. Armen. Medici Parthici Maximi mense

Phaophi die II.

Ouo&epioc XepotTceidq npoof|A,0ov xfi KXrjpovopia xf\c, p&ppriq poo Kaxa xcaxepa dKo^ouOcoq

15 Tfl SiaOfncn auxfiq. AouKioq OuaXepioq AouicpTycia voc; erceixporcoq ?v auxfjg eypa\|/a urcep auxfjq a

(pf|X,iKO<; ouorjq.

Valeria Sarapias, da Antinoe, in minore eta, tramite suo fratello, in qualita di tutore, L Valerio Lucreziano da Antinoe, della tribu Matidia del demo Plotinio, ha dichiarato di aver avuto accesso e di aver preso possesso dell 'eredita di Lucrezia Diodora, nonna da parte di padre, secondo il dettato del suo testamento.

Redatto in Egitto, nel capoluogo del nomos Arsinoite, il giorno 3 delle calende di ottobre (29 settembre), nel consolato di M. Cornelio Cetego e S. Erucio Claro, nelVanno 11? dellTmperatore Cesare M. Aurelio Antonino Augusto Armenico Medico Partico

Massimo, il 2 del mese di Phaophi. Io, Valeria Sarapias ho avuto accesso alia eredita di mia nonna paterna, secondo il

suo testamento.

Io, Valerio Lucreziano suo tutore, ho scritto per lei che e in minore eta.

Si innesta sempre nella casistica della successione testamentaria P.Oxy. 1114= ChLA 216, dell'anno 237105. II documento, probabilmente destinato al procurator vicesimarum, comprende una prima parte (rr. 1-15) in latino, nella quale M. Aurelius Saras dichiara che la propria moglie e morta senza testamento e che Teredita di 200.000 sesterzi, toccata alle figlie, e esente dalla vicesima heredita tium. Introdotta dalla nota exemplum testationis (r. 16), segue la dichiarazione in

104 PSI 1027= CPL 213, Negotia 59 (a. 151); CPL 214= M.Chr. 327, Afegoria 60 (a. 170); CPL 215 (a. 170); un quarto esempio potrebbe ritrovarsi in PWisc. 50.23-32= ChLA 1439 (a. 165). 105 ChLA 216, Seider I, 42 tav. XXII, Sel. Pap. 326, Negotia 63, BL IX, 183.

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128 S. DARIS

greco (rr. 17-29), sempre ad opera del marito e padre, della morte della moglie, avvenuta appunto senza disposizioni testamentarie. Chiudono il documento alcune

sottoscrizioni, la piu importante delle quali (rr. 35-37) e la registrazione da par te del tabularius che prende nota dell'avvenuto decesso della donna.

Perpetfuo et Corneliano cos. anno III Imp(eratoris) Caesaris C. Iuli Veri Maximini Pii A[ug(usti) Germanici Max(imi) Dacici Max(imi) Sarmjatici [Max(imi) et C. Iuli

Veri Max(imi) Germanici Max(imi) Dacici M[ax(imi) Sarmatici Max(imi) Caesaris sancti]ssi[mi Aug(usti) fili Aug(usti)

5 [A]pud Geminium Valefntem procurationis [ Marcus Aurelius Saras fa[ctus] gymnas[iarchus decurio civ]i[t]at[i]s 0[xyrhi]nchi<t>arum filius Marci Aureli Diog[e]nis q(ui) e(t) Hel[iodori facti euthenia]rchae...[....]..[.]s ...ae civitatis Alexandrinorum proffiteor obvenisse fil]iabus me[is] Aureliabus Stra

10 tonice q(uae) e(t) Sosipatrae et Apolloniae [q(uae) e(t) Dieutis herjeditatem seu bonorum posses sionem Aureliae Ap[o]lloniae filiae Marci Aurelp] Apolloni Demetri q(ui) e(t) Psammi dis facti gymnasiarchi decurionis civitatis Oxyrinchitarum, matris eorum uxoris autem suae, intestatae defunctae civitatae Oxyrinchitarum prid(ie) Non(as) Iul(ias)

q(uae) p(roximae) f(uerunt) hora diei tertia secundum testation[e]m de hac re factam cuius exemplum subieci

15 eamque hereditatem esse ducena[ria]m et inmunem a vicensima

Exemplum testationis "Exouc, xpixou AuxoKpdxopoc, Kaiaapoc, Taiou 'Iodaioo) Oufipou Ma^ipeivoi)

Evaepouc, E\)tu%oug Eepaaxou TeppaviKou Meyiaxou AaKiKOU Meyiaxoi) ZappaxiKOU MeyioxoD Kai

raioo 'Iodaiod

O'bripo'o Ma^ipou reppaviKoO Meyiaxou AcckikoO Meyiaxoi) lappaxiKou Meyioxoi) TOO)

20 iepooxdxou Kaioapoq EePaaxou uiou xou EePaaxou 'ErceUp ip ev 'O^upiv%cov 7i6A,ei.

MdpKoq AuprjXaoc, Xapdc, yupvaaiapxriaac, pou^euxTic, xfjc, '0?\)piv%?ixcov noXeac, x>ibq Mdp

kou A\)ptiX,ioD Aioyevouc, xou Kai 'HA,io8(bpoi) eu6rrviap%f|aavxo<; pouXeuxoO xfjq Xapjipoxd

xr\q noXecoq xoov 'AA,ec/xv8pecov Kai ox; %prpaxi?ei epapxupriaaxo xouq x68e xo papxupo

Kolrjpa acppayl^eiv peMovxac, xfl eveaxcaarj fipepafv} rcepi ?pav xpixriv anev 25 Kxaicoq A\)pr|iiav 'ArcoMcoviav Guyaxepa MdpKOD A'uprjAao'o 'AnoMcovioD

Ar|pr|xpi ou xou Kai *Fdppi8oq Kai (be, %prjpaxi?ei yupvaaiapxtioavxoq Pou^exov xfjc,

'Oc/opiv

Xeixcov 7c6X[e(d]<; yuvaiKa eauxoO prjxepa xc5v koivqv 0uyaxepo)v Aupr|A,uov Ixpa xoveiKTiq xfjc; Kai 2coai7i;dxpaq Kai

' AnoXXtoVmq xr\q Kai AieOxoq dcpriX-iKcov d8i

[dGexov xe^euxfjaai Righe 35-36

Ivivilinus Aug(usti) lib(ertus) tab(ularius) intestatam dec[e]ssisse secundum adfirmationem insertam pr(idie) Non(as) Iul(ias) Perpetuo et Corneliano cos. notavi

pr(idie) Id(us) Iul(ias) cos. s(upra) s(criptis).

Righe 5-16: Davanti a Geminiano Valente... della procuratela.

lo, M. Aurelio Saras, ex-ginnasiarco, decurione della citta degli Ossirinchiti, figlio di M. Aurelio Diogene detto anche Eliodoro, ex-euteniarco... della cittd degli Alessandrini,

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 129

dichiaro che e toccata alle mie figlie, Aurelia Stratonice delta anche Sosipatra ed Aurelia

Apollonia detta anche Dieus, Vereditd sia la proprietd del beni di Aurelia Apollonia, figlia di M. Aurelio Apollonio, figlio di Demetrio, detto anche Psammis, ex-ginnasiarco, decurione della citta degli Ossirinchiti, low madre e mia moglie, morta senza testamento nella citta

degli Ossirinchiti, il giorno prima delle none di luglio (6 luglio) appena passato, alia terza ora del giorno, secondo Vattestazione fatta al proposito, di cui ho allegato sotto una

copia, e quella ereditd ammonta a 200.000 (sesterzi) ed e esente dalla tassa del 5%.

Copia della dichiarazione. Righe 17-19, data, 6 luglio 237, ad Ossirinco.

Righe 21-29: M. Aurelio Saras, ex ginnasiarco, senatore della citta degli Ossirinchiti, figlio di M.

Aurelio Diogene detto anche Eliodoro, ex-euteniarco, consigliere della illustrissima citta degli Alessandrini e comunque egli si firma, chiamb a testimoni le persone che stanno per firmare questa dichiarazione, che, nella giornata odierna, verso Vora terza, contro ogni aspettativa, Aurelia Apollonia, figlia di M. Aurelio Apollonio, figlio di Demetrio, detto anche Psammis e comunque si firma, ex-ginnasiarco, consigliere della citta degli Ossirinchiti, sua moglie e madre delle low figlie comuni, Aurelia Stratonice detta anche Sosipatra e Aurelia Apollonia detta anche Dieus, in minore eta, e morta senza testamento.

Riga 35-36: Io, Ivivilino, liberto imperiale, tabularius, ho registrato, il giorno prima delle none

di luglio (14 luglio) nel consolato di Perpetuo e Corneliano, che e morta senza testamento, secondo la dichiarazione acclusa, il giorno prima delle idi di luglio, sotto i consoli sopra scritti (6 luglio 236).

P.Mich. 159106, in ottime condizioni di conservazione107, presenta la decisione relativa ad un altro caso di successione ab intestato, reso molto complesso dalla assenza di eredi diretti e dalle pretese avanzate da quanti ritenevano di aver diritto all'eredita. Le parti in causa appartenevano tutte ai ranghi militari e, per tale

ragione, e il praefectus castrorum L. Saelius Laetus che affida ad un centurione della legio III Cyrenaica il compito di risolvere la controversia, nei termini che

leggiamo nella copia ufficiale trascritta nel papiro.

Quod inter Dionysium Manlii f(ilium) equitem missicium quius apsentis causam defendi[t]

M(arcus) Trebius Heraclides eques ala Apriana turma Acamantis filius eius Dionysii et inter M(arcum) Apronium et M(arcum) Manlium [e]quites ala Vocontiorum turma

Domestici agere tur de proximitate uter eorum propior esset ad possidenda bona Dionysii Manlii f(ilii)

5 equitis ala Apriana qui intestatus decessise diceretur inque earn rem L(ucius) Selius Laetus

praefectus castrorum P(ublium) Mattiu[m] (centurionem) [.] leg(ionis) III Cyrenaicae iudicem dedisset iudicareque

iussisset s(upra) s(criptus) Matius (centurio) leg(ionis) III Cyr(enaicae) adhibitis sibi in consilio

M(arco) \Publio/ Marcio [[M(arci)]] \P(ublii)/ f(ilio) Fa(erna) \Optato/ deq(urione)

106 CPL 212, ChLA 280, che data il testo agli anni 37/43, Negotia 64. 107 Sono lacunose solamente le due righe finali, che contenevano l'indicazione del luogo del

dibattimento (forse raccampamento di Babylon) e la data.

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130 S. DARIS

ala Xoitana [..]AL(ucio)/ Herennio Vale[nt]e deq(urione) ala Apriana et Octavio Domestico deq(urione)

ala Vocontiorum causa ex [utra]que parte per[or]ata cavitionibusque perlectis sent[en]tia[m dixit qua] sententia [pronu]ntiavit videri sibi Dionysium Manlii f(ilium)

10 fratrem esse f[ra]tris Dionysii q[ui] decessisse dicitur Apronium autem et Manlium esse sororis eius Dionysii [.] filios [.].. [.].[...] ipsi c[a]vit[iones p]r[oxim]itatis exhibuerunt eaque bona Dionysii quibus d(e) a(gitur) [ad eum D]ionys[ium Manlii f(ilium) equ]item

missicium pertinere [et ei] a[ddicend]a esse [.] vid[e]ri ..[.] castris [.]dio nomo Heliopolite

Germjanici Imp(eratoris) mense Neo Sebasto

Poiche tra Dionisio, figlio di Manlio, cavaliere congedato, in assenza del quale sostiene la causa Marco Trebio Eraclide, cavaliere dell'ala Apriana, dello squadrone di Acamante, figlio di quel Dionisio, e Marco Apronio e Marco Manlio, cavalieri dell'ala dei Voconzi, dello squadrone di Domestico, si discuteva una causa sulla parentela di quale di low fosse in relazione piu stretta per ottenere il possesso dei beni di Dionisio, figlio di Manlio, cavaliere delVala Apriana, che si diceva essere morto intestato, e poiche per quella causa il praefectus castrorum L. Selio Leto aveva dato come giudice Publio Mazio, centurione delta legione III Cirenaica, con Vordine di giudicare, il sopraindicato Mazio, centurione delta legione III Cirenaica, chiamati come propri consiglieri Publio Marcio

Optato, figlio di Publio, delta tribii Falerna, decurione delVala Xoitana, e Lucio Erennio Valente, decurione delVala Apriana e Ottavio Domestico, decurione delVala dei Voconzi, dopo che la causa era stata esposta da entrambe le parti e lette le garanzie, emise la sentenza con la quale sentenza dichiaro che a lui sembrava che Dionisio, figlio di Manlio, era fratello di Dionisio che si dice essere morto, mentre Apronio e Manlio, che hanno

presentato le garanzie delta parentela, sono figli delta sorella di quel Dionisio e che i beni di Dionisio, oggetto delta disputa, toccano a quel Dionisio, cavaliere congedato.

3.7 Agnitiones bonorum possessionis

In lingua latina doveva essere presentata anche la domanda per entrare in

possesso di una eredita108. Destinatario era sempre il Prefetto d'Egitto al quale era fatto obbligo di ricorrere in base a quella disposizione dell'editto dal quale era garantita la bonorum possessio.

II documento, nella sua formulazione essenziale, comprende la domanda in

latino, un sommario della medesima in greco, la data della presentazione, la conces sion del Prefetto, ancora in latino, con gli estremi della registrazione tra gli atti di queH'ufficio. A questo punto segue una traduzione fedele in greco di tutta la

precedente parte in latino.

In tale forma M. Aurelius Chaeremon qui et Didymus, in minore eta e percio sotto tutela del padre M. Aurelius Chaeremon qui et Zoilus, si appella al Prefetto, nel settembre dell'anno 249, per poter disporre dei beni della madre, Amelia Ammonilla109.

108 RRyl 610+RDaris inv. 200= CPL 178, ChLA 247 e 865, cfr. BL VIII, 297 (a. 223); CPL

216= ChLA 486, Negotia 61 (a. 249); POxy. 1201= CPL 218, C/iLA 233 (a. 258). 109 C/iLA 486= CPL 216, Ate?<tf/0 61.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 131

[Aure]lio Appio Sabino v(iro) p(erfectissimo) praef(ecto) Aegypti [a M(arco)] A[u]relio Chaeremone q(ui) e(t) Didymo inpub(ere) t(utore) a(uctore)

patre [suo] M(arco) Aurelio Chaeremone q(ui) e(t) Zoilo hieronica [An]tinoense. Rogo, domine, des mihi bonorum possessi

5 [o]nem matris meae Aureliae Hammonillae Heraclas [..] civitatis Oxyrynchitarum ex ea parte edicti quae [leg]itimis heredib(us) b(onorum) p(ossessionem) daturum te polliceris. Dat(um) XVIII

Kal(endas) [Octob(res)] Aemiliano II et Aquilino cos. A\)p(f|Xioq) Ai6\)po<; 6 koci Xai [pf)]pcov d(pfjXi^ \izxa k\)pto\) epou xox> naxpoq A'Dp(rjXioD) Xaipfipo

10 [voq toO k]ai ZoiX,oi) aixw xr\v SiaKaxo%f|v tcdv ify; piycpoq poo (exooq) ? 9d)6 ir|

ex edicto recogn[o]vi KoA,(A.r|pa) va To(poi)) p. epprrveta

[A\)p]r|Mcoi 'Arcrcicoi [Z]apelvcoi ercapxcoi Aiyxwco'u 15 [rcap]d MdpKOD A\)pT|Wo'o A^l^poo ... xox> Kai Xaipfipovoq

[d(p]f|^iKo[(; pjetd K[\)pt]oD to[\) 7c]axp6<; MtdlpKOD Atipr|Mou [Xaipjfipofvoq xlo'o k[ai] Z?\[Xox) ilepotvleiKtoo 'Avxilvoecotq]

Ad Aurelio Appio Sabino, vir perfectissimus, Prefetto d'Egitto, da parte di Marco Aurelio Cheremone detto anche Didimo, in minore eta sotto la tutela e Vautorita di suo

padre, Marco Aurelio Cheremone detto anche Zoilo, vincitore di giuochi sacri, da Antinoe. Ti chiedo, o signore, di concedermi il possesso del beni di mia madre Aurelia

Ammonilla, figlia di Eraclas, delta cittd degli Ossirinchiti, in base a quella parte delVe ditto con la quale garantisci di dare il possesso del beni agli eredi legittimi. II giorno 18 delle calende di ottobre, nel secondo consolato di Emiliano ed in quello di Aquilino (14 settembre 249).

lo, Aurelio Didimo detto anche Cheremone, in minore eta, con mio padre Aurelio Cheremone detto anche Zoilo come tutore, chiedo la successione dei beni di mia madre. Anno 7?, 18 Thoth (15 settembre 249).

Ho autorizzato in base all'editto.

Foglio 51, volume 2. Traduzione. Ad Aurelio Appio Sabino, Prefetto d'Egitto, da parte di Marco Aurelio Didimo detto

anche Cheremone, in minore eta, con il padre Marco Aurelio Cheremone detto anche Zoilo, come tutore, vincitore di giuochi sacri, da Antinoe...

3.8 Prestiti

II piii interessante tra i prestiti in denaro, scritti in lingua latina, sia per la data alta, anno 27 d.C.no, sia per la precisione nei particolari, risulta essere ChLA 1340111 stipulato tra C. Pompeius e il cavaliere L. Caecilius Secundus, nell'ac

campamento di Alessandria. Costui non solo si impegna a restituire, alia prossima riscossione del soldo, 200 dramme con i relativi interessi, ma riconosce di essere

110 6 da ricordare il prestito ChLA 465= BGU 2116, quasi contemporaneo (25/26 d.C), nel quale uno dei sottoscrittori traslittera in caratteri latini il testo greco (righe 20-22). 111 CEL 13, con relativa bibliografia, SB XVI 12609; cfr. Cavenaile, Papyrus latins 1991, 58; Dorandi, Le Chartae latinae dell 'Osterreichische Nationalbibliothek, 234-35, tav. III.

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132 S. DARIS

anche debitore di altre 400 dramme, per le quali aveva dato in pegno un elmo ed un distintivo d'argento assieme ad un fodero di pugnale, fabbricato in materiale

prezioso. II documento, sostanzialmente integro, si legge cosi:

L(ucius) Caecilius Secundus eques ala Paullini turma [.] Dicaci C(aio) Pompeio militi cohor(te)

Ae...[.] Habeti (centuria) Betiti salut(em). Fateor me tibei debere dr(achmas) Aug(ustas) et Pt(olemaicas) ducentas

5 quas tibi solvam stipendio proxumo et eorum usuras in menses singulos in dr(achmis) C a(sses) III sine ulla controversia extra alias dr(achmas) Aug(ustas) et Pt(olemaicas)\ CCCC ob pigne ra cassidem inargentatam et insi

10 gne inargentatum et vaginam pugi onis [.] argenteum subiecto eboreo.

Actum [.] Alexandr(iae) ad Aegypt(um) IIX K(alendas) Septe(mbres) C(aio) S[allu]stio Crispo L(ucio) Lentulo Scipione cos.

...[....]... illis [.] scripsi quod litteras

15 ..[.]....

(m. 2) [AoukiocJ Koc[i]k[i]A,ioq XekovSoc, innexx; 6 rcpoyeypappe [voc, eA,a|$ov &q TCpOK(eiTai) (exouq) ty Tiftepiou Kaiaapoq X]ePaaxo\)

e7cay(opevcov) p

L. Cecilio Secondo, cavaliere dell'ala di Paolino, squadrone di Dicac(i)o, saluta Gaio

PompeOy soldato delta coorte di... Abeto, centuria di Betit(i)o. Dichiaro di essere debitore nei tuoi confronti per 200 dramme augustee e tolemaiche,

che io ti versero at prossimo stipendio, assieme at low interesse di 3 assi per 100 dram me al mese. (Ti devo) inoltre altre 400 dramme augustee e tolemaiche, su pegno di un elmo argentato, di un distintivo argentato, del fodero argenteo di un pugnale con intarsi d'avorio.

Stipulato ad Alessandria d'Egitto, it giorno 8 delle calende di settembre, net consolato di Gaio Sallustio Crispo e di Lucio Lentulo Scipione (25 agosto 27).

... ho scritto per low che non conoscono Valfabeto. Io, Lucio Cecilio Secondo, it predetto cavaliere, ho ricevuto, come sta sopra. Anno

13? di Tiberio Cesare Augusto, il 2? intercalare.

In altri due mutui di denaro112 e la medesima persona ?

sempre un militare ?

che ricompare nelle vesti del debitore, a tredici anni di distanza113.

3.9 Compravendite

I contratti di questo tipo, sinora certamente riconoscibili, hanno in prevalenza quale oggetto il trasferimento della proprieta di schiavi oppure, in un solo caso,

112 P.Mich. 438= CPL 188, CEL 154, ChLA 303 (a. 140) cfr. BL VIII, 214; P.Fuad 45= ChLA 1207, CPL 189, CEL 155, Afc^/ia 121 (a. 153), pfr. BL VIII, 133.

113 Assai frammentari sono PMich. 161= CPL 128, C/iLA 294 (sec. II) e P.Mich. 445= CPL 194, C/*LA 284 (a. 188).

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 133

quello di animali. Come capita per molta parte degli analoghi documenti in gre co, l'acquisto degli schiavi & perfezionato in paesi extra-egiziani, dai quali pero e portato in Egitto a cura del compratore anche l'atto di vendita, per attestare la

legalita dell'operazione e comprovare il diritto di possesso. Come RLond. 229114, scritto a Seleucia Pieria, nell'anno 166, nel quale due

soldati della medesima trireme della flotta Misenate, si accordano tra loro sul pas saggio di proprieta di uno schiavetto di sette anni, cosi e stata ritrovata pure neU'Arsinoite la tavoletta cerata SB 6304115. In questa viene registrata la vendita di una schiava africana da parte di persone della flotta Ravennate, nella prima meta del II secolo. L'aspetto singolare del reperto risiede nel fatto che le prime undici righe offrono un testo latino traslitterato in greco, al quale fa seguito la sottoscrizione del fideiussore dalla grafia e dal latino assai male padroneggiato (rr. 11-17).

L'unica compravendita di uno schiavo concordata in Egitto ROxy. 2951= ChLA 1415116, risulta essere stata portata a termine il 26 maggio 267 negli accampa menti invernali della legio II Traiana, nel suburbio di Alessandria, da dove il do cumento aveva raggiunto Ossirinco. Ancora una volta il contratto e stipulato tra due militari di un contingente degli auxilia\ infatti Marias Barsimes, con l'assi stenza di Barsimes Bassus, suo padre, vende zlYoptio Aurelius Apollonius, la

propria schiava Nike. II documento appare ora mutilo della parte iniziale; restano, piu o meno

leggibili, 19 righe in latino, a cominciare dalla formula di evizione, con accenni ad un precedente carteggio, pristina strumenta (rr. 11-14); le righe 19-30 sono interamente occupate dalla sottoscrizione in greco del venditore, ulteriormente avvallata da altri firmatari.

[evicerit quominus empt]orem heredem[ve e]i[us uti frui] [habere possidere usuq]ue capere recte liceajt, tune quantum] [id erit quod evictum fuerit, si]mplam pecuniam ta[ntam ....] [ sine denuntiajtione probam recte da[ri

5 [ ] [q]uo de agitur vendere di[..].[....] [ quoq]uo modo voluerit stipulatus est

Au[r]eli[u]s A[pollo]ni[us opti]o emptor s(upra) s(criptus), spopondit Barsimes Bass[u]s dec(urio) ....ne filio suo Maria Barsime <e> numero s(upra) s(cripto). vendi tor et secundus auctor Ruphus Abedsai optio et suo periculo

10 esse dixerunt. edidit i[de]m venditor emptori s(upra) s(cripto) pristina strumenta in nomine .[.].ta in Pelusio de anno XIII Gallieno

a...[ ]de Gai Iuli Iuliani Nemesioni q(ui) e(t) Sereni a..a.[...].ranum introitu Gerri Pelusi de tradito

anno mense Thoth die IIII et alia pristina strumenta. 15 Actum in hibe[rnis] leg(ionis) II Tr(aianae) Fort(is) Germ(anicae) Gallienae VII

Kal(endas) Iun(ias) Paterno et Arcesilao coss. anno XIIII Imp(eratoris) Caes(aris) Pupli

114 Vedi supra, p. 111.

115 CPL 193, Negotia 134. 116

Cfr. BL VIII, 263; IX, 198; Cavenaile, Papyrus latins 1991, 58.

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134 S. DARIS

Licin[ni] Ga[l]l[ien]i Germanici Max(imi) Persici Max(imi) Pii Felic(is) Aug(usti) mense Pauni die I. (m. 2) .die.. Max(imi) Persici M<a>x(imi)

(m. 3) Mapiac, Bapaipic, laA-apaxoc, dpiGpou KaxacppocKicov, 8i' e\iov xou 20 rcaxpoc, KaTixovfoc, ccotdv vnb xfj %r|pi Katd xoix; 'Pwpecov vopoufcj

Bapaipic, Bdaaoc, 8?Ka8dpxou eiiriq xfjc; autfic,, TtircpaKa xa) AuprjXiq) 'ArtoMcDviq) onTicovei tf|v SouXrrv NiKrrv ?mK?KA,rp?vr|v

pexeGev, yevi 'Apdpiaaav, drcXcp xpfipan Kai oftaav ektoc, tepdc, voaou [Ka]i [?7ta]9fj<;, Teipfjc, dpyupioi) Srivapicov 8iaxiAicov 8iaKoaico[v]

25 7C?vtf|KovTa riToXopa?iKu)v Kai drc?a[%o]v tt(v T]ipfj[v nap' auxou] Kai dv?8coKa xaq dacpaMac, Kai enEpmxQeiq cbpoXoyriaa [cbcj TipoKixai. 'Poucpoc, 'A^ESadi onx'mv dpi6(po\)) tcdv SaXapdxcov 7C?p?ypf|[vcov] Eypaya vnep autou ypdppaxa pf| eIioto*;, tfjcj %ipoc, atuxot)] KaT?Xop?vt|(; Kai p?p?cd xf|v SoMrjv NiKr|v ?7ciKaiK^rip?vr|v

30 ZaxcpiKiv, Kai <?>7i?pcoTi9iq 6poA,6yr|oa <bc, npoKiTE. (m. 4) Bapaipiq Bdaaoq 8?Kd8apxoq rc?7tpaKa Kai dfCEaxov xf|v npf|v Kai ebpoAoyrj aa &q 7ipoKit?.

(m. 5) Aurelius Heraclianus q(ui) e(t) Macarius eq(ues) Romanus conductor librariae

35 kastrorum leg(ionis) s(upra) s(criptae) accep.f . coh. I Aug. Pann. Galli[

nus[..].[...].[

Righe 19-35: Io, Marias Barsimes, Salar(i)atus del Numerus Catafractorum

? per opera mia, suo

padre, io che lo tengo sotto la mia autorita secondo le leggi dei Romani ? Barsimis Bassus, decurione della medesima ala, ho venduto ad Aurelio Apollonio, optio, la schiava Nike chiamata Metethen, di razza araba, con una vendita semplice, immune sia dalla malattia sacra sia dalla lebbra, al prezzo di 2250 denari d'argento tolemaici, ed io ho ricevuto il prezzo da lui e gli ho consegnato i documenti e, interrogato, ho dato il mio assenso, come sopra.

Io, Rufo Abedsai, optio dei Salar(i)ati Peregrini, ho scritto per lui che non sa scrivere, perche la sua mano e impedita, e garantisco la schiava Nike, chiamata Saprikion, e, in

terrogato, ho dato il mio assenso, come sopra. Io, Barsimis Basso, decurione, ho venduto ed ho ricevuto il prezzo ed ho dato il mio

assenso, come sopra.

Io, Aurelio Eracliano detto anche Macario, cavaliere Romano, conductor librariae delVaccampamento della legione sopra scritta...

II solo atto di compravendita di un animale riguarda la cessione di un cavallo, PSI729, risalente all'anno 77117; i due frammenti attualmente superstiti, stanno a dimostrare che era stato redatto nel doppio esemplare della scriptio interior, abitualmente sigillata, e di quella exterior, l'attuale frammento A, che ci permette di individuare i passi costitutivi del contratto. Ai dati personali degli interessati

? cavaliere dell'ala Apriana il compratore, centurione della legio XXII Deiota

riana, il venditore ? si accompagna la formula Maniliana e la garanzia in caso di evizione, con il riconoscimento conclusivo dell'avvenuto pagamento del prezzo e della consegna dell'animale.

117 CPL 186, ChLA 782, Negotia 136; cfr. BL VIII, 400.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 135

[C. Vale]rius Longus eq(ues) ala Apria(na) emit equom Cappadocem nigrum [[n]] dr(achmis) Aug(ustis) (X)(X)DCC de C. Iul[io]

2 [Ruf]o (centurione) leg(ionis) XX[I]I. Eum [e]quom esse bibere ita uti bestiam veterinam [.] adsole[t] extra [qua si]

[recte di]ctum descriptum quod palam corpore esset et si quis eum evicerit tu[nc] 4 [quantum id erit t(antam) p(ecuniam) dup]lam uti a[d]solet p(robam) r(ecte) d(ari)

stipulatus est C. Valerius spop(ondit) C. Iulius Rufus (centurio) eas[que] [dr(achmas) Aug(ustas) (X)(X)DCC d]ixit se accepisse et habere C. Iulius Rufus

(centurio) ab C. Valerio L[ongo e]mtroe e[t] 6 [tradidisse ei s(upra) s(criptum) equom]

[Actum ]r[..] VII Idus Iu[...]s Imp(eratore) Vespasiano IIX Domitian[o] Caes(are) f(ilio) [V] co. d.[

C. Valerio Longo, cavaliere delVala Apriana, ha comperato un cavallo new di

Cappadocia, per 2700 dramme augustee da C. Giulio Rufo, centurione della legione XXII.

Questo cavallo mangia, beve, cost come suole fare una bestia da soma, fatta eccezione per quanto e stato con chiarezza dichiarato e descritto.

II centurione C. Giulio Rufo ha garantito, C. Valerio ha stipulato che, se qualcuno avanzera diritto di proprieta, gli venga versata una somma doppia del valore.

II centurione C. Giulio Rufo ha dichiarato di aver ricevuto e di avere quelle 2700 dramme da parte di C. Valerio Longo, il compratore, e di avergli consegnato il cavallo, come sopra indicato.

4. Le lettere private

Le lettere in latino di contenuto strettamente privato118 occupano uno spazio proprio e bene caratterizzato airinterno della tipologia documentaria di prove nienza egiziana. L'abbondanza e l'eterogeneita del materiale pregiudicano i risultati di una esemplificazione che si proponga anche come limitata, al punto che, sempre a puro titolo di campionatura, potrebbe risultare operazione piu op portuna quella che intenda isolare nel gruppo qualche complesso epistolare, a motivo di interne affinita.

Meritevoli di considerazione, per piu aspetti, sono le lettere di data piu antica, quelle cioe che risalgono ai primi decenni dell'assoggettamento della provincia d'Egitto a Roma.

Tra queste e da ricordare P.Rainer Cent. 164119 non solo per ragioni di datazione (ultimo quarto del I secolo a.C.) ma anche per il luogo del suo ritrova mento a Qasr-Ibrim, nella Nubia. Lo stato precario di conservazione della parte superstite della lettera ? che si articolava in piu di una colonna ? pone insor

118 L'utilizzazione di tutte le lettere latine, pubbliche e private, scritte su papiro, tavolette lignee

ed ostraca, e attualmente resa possibile ? come si e gia visto ? dal Corpus Epistularum Latinarum

papyris tabulis ostracis servatarum (CEL) collegit, commentario instruxit P. Cugusi, I, Textus, II, Commentarius, Firenze 1992, al quale si rinvia per tutta la bibliografia precedente. In data succes siva sono state edite le lettere O.Claud. 2, 131, 135, 367, ChLA 1435= P.Bodl. I 95 (forse lettera

d'ufficio?). 119

ChLA 1238, CEL 9, per la quale v. supra, p. 107. Frammenti minimi di lettere furono ritrovati nello stesso sito durante gli scavi del marzo 1974, per i quali vedi Weinstein, Turner, Greek and Latin Papyri, 115-30, nn. 30,31,33= CEL 4,5,12.

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136 s. daris

montabili difficolta ad una lettura continua ed alia comprensione piena del testo.

Ma, anche tra le poche certezze ed i molti interrogativi, emergono pur sempre si tuazioni di fondo sufficientemente riconoscibili. La lettera appartiene alia corri

spondenza recapitata ad un soldato, forse un centurione di stanza nella guarni gione di Primis, luogo non certo confortevole agli estremi confini meridionali della provincia appena conquistata. Non stupisce percio che il pensiero dominante fosse quello di abbandonare la fortezza per guadagnare destinazioni meno ingrate; e proprio una simile aspirazione

? par di capire

? a dare significato a tutte le vicende riferite dallo scrivente.

Assai noto ? anche perche fu tra i primi papiri latini ad essere stati pubbli cati ? e il volumen epistularum acceptarum di Macedone (CEL 6-8), messo assieme anch'esso verisimilmente negli ultimi decenni del I secolo a.C.

La lettera meglio conservata, SB 15139= CEL 8120, si segnala per la non usuale accuratezza della stesura, che registra l'uso quasi costante degli apices e della i longa, per segnare la quantita delle vocali, ed appare interamente occupa ta da una serie di consigli che, nell'intendimento dello scrivente, potevano rivelarsi utili a Macedone nella difesa di se stesso dalle accuse che gli erano state mosse.

[Di]aconu[s] MacedonI suo salutem.

Dissimulare non potul ut tibl non scrlberem te valdissime

5 decrlminatum aput Iucundum et DIdom a Domltil l(iberto) itaque, ml frater, da operam ut valenter satisfacias illls. NIreo quoque conllberto suo multa

10 sc[e]lera de te scrlpsit qul, ut

suspicor, credidit el et te non mediocriter lacerat. Contubernales mel te

salutant. Tu tuos salutes rogo. Ama nos ut instituistl.

15 vale

XIIII K(alendas) August(as) 'Erceicp k?

Diacono al suo Macedone salute. Non mi e stato possibile fare a meno di scriverti che tu sei stato calunniato pesantis

simamente davanti a Giocondo e a Dido dal liberto di Domizio. E cost, fratello mio, datti da fare per rispondere ejficacemente alle low aspettative;

anche a Nireo, il liberto suo collega, ha scritto sul tuo conto molte nefandezze, egli che, come sospetto, gli ha creduto e ti fa a pezzi non poco.

Ti salutano i miei compagni; tu saluta i tuoi, ti prego; amaci, come lo hai sempre fatto. Sta bene.

14 delle calende di agosto, 27 epeiph.

120 J. Kramer, Die Verwendung des Apex und P.Vindob. L lc, ?ZPE?, 88 (1991), 141-50,

Ballaira, Esempiy n. 4, 59-74. Per la data della lettera, ancora controversa ma anteriore all'anno 2

a.C, v. anche D. Hagedorn, Zum dgyptischen Kalender unter Augustus, ?ZPE?, 100 (1994), 213-14.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 137

Le altre lettere del periodo hanno in comune una esplicita provenienza dairam biente servile. Ne fornisce una prova il brevissimo messaggio CEL 3 121, di Phileros ai propri conservi ai quali, con un linguaggio attinto dalla parlata quotidiana, comunica alcune informazioni.

Phileros s(alutem) d(icit) conserveis ommnibus. [S]ei val(etis) recte. Scitote

T[r]ochilum ad hue sateis f[ac]ere. De reliquo rogo

5 [ab] conserveis ut me

apsentem defendateis. De reliq(uo) domi omnia recte.

v

10 val(ete)

verso

Menandro ..e.. Diogenis ser(vo)

Filero saluta tutti i compagni di servitu. Se siete in salute, bene. Sappiate che sino a questo momento Trochilo da soddisfa

zione. Per il resto, prego voi, miei compagni di servitu, che mi difendiate mentre sono as sente. Per il resto, a casa tutto a posto.

State bene.

Di piii ampio respiro e largamente aperta agli schemi colloquiali, si mostra la missiva di Syneros a Chius, Caesaris servus, di ROxy. 3208= CEL 10122, sempre di eta augustea.

Suneros Chio suo plur(imam) sal(utem). S(i) v(ales) b(ene). Theo adduxsit ad me Ohapim regium mensularium Oxsyrychitem qui quidem mecum est locutus de inprobitate Epaphraes, itaque nihil ultra loquor quam [[no]] ne patiarus te propter illos perire. Crede mihi nimia bonitas

5 pernicies homin[i]bus est \vel maxsuma/, deinde ipse tibei demostrabit qu[i]t rei sit qum ilium ad te vocareis set persevera. Qui de tarn pusilla summa tarn magnum lucrum facit dominum occidere volt, deinde ego clamare debeo siquod video devom atque hominum [[fidem si tu ista non cuibis]]

10 tuum erit vindicare ne alio libeat facere.

verso

Chio Caesaris

Sinew saluta moltissimo il suo Chio. Se sei in salute, va bene. Teone mi portd Oapi, 11 banchiere pubblico di Ossirinco, che parld con me della malvagita di Epafra.

E cost non dico nienValtro se non di non lasciarti rovinare per colpa low. Credimi, Veccessiva generosita e il malanno piu grande per la gente. Poi egli stesso tifard vedere quale sia la faccenda, quando tu lo chiamerai da te; ma insisti; colui che da una somma

121 Ballaira, EsempU n. 3a-b, 43-57.

122 ChLA 1420, Ballaira, EsempU n. 5a-b, 75-82.

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138 S. DARIS

cost piccola ottiene un guadagno tanto grande, vuol ammazzare il proprio padrone. Allora, se vedrd qualcosa, invochero la fede negli del e negli uomini. Sara compito tuo preten dere giustizia perche ad altri non piaccia farlo.

Formano una seconda categoria, ben identificabile, le lettere scritte su ostraca:

queste non solo hanno in comune l'identico materiale scrittorio, ma provengono tutte dall'ambiente militare romano delle zone dell'Alto Egitto e dal deserto

Arabico in particolare. E territorio questo nel quale le condizioni ambientali omo

logano gli aspetti della vita militare e civile, che, tra loro intimamente integrate, si profilano indistinguibili. Che gli scriventi appartengano al mondo dell'esercito romano sarebbe provato, anche in assenza di altri dati, proprio dall'uso della lingua latina, con la quale viene affrontata una tematica dai contenuti propri della sfera

privata. Dalla zona solcata dal wadi Fawakhir, sulla strada da Copto verso il Mar

Rosso, proviene un complesso di lettere greche e latine123, representative della situazione e ben documentata da una delle lettere di Rustius Barbarus al fratello

Pompeius (CEL 74= O.Faw. 2).

Rustius Barbarus Pompeio fratri suo salutem.

Opto deos ut bene valeas que mea vota sunt.

Quid mi tan invidiose scribes aut tan levem me iudicas si tan cito virdia mi non mittes

5 stati amicitiam tuam obliscere debio non sum talis aut tan levis ego te non

tanquam amicum habio set tanqua[m] fratrem gemellum qui de unum ventrem exiut. Hun[c verjbum sepi

10 us tibi scribo set tu [...]as me [[.]] iudicas. Accepi fasco coliclos et unum casium, misi tibe per Arri anum equitem chiloma, entro ha

[b]et collyram I et in lintiolo 15 [..]. alligatum quod rogo te ut

ema[s] mi matium salem et [mijttas mi celerius qui a pane volo facere.

Vale frater 20 k[a]rissime

Rustio Barbaro saluta suo fratello Pompeo. Prego gli del perche tu stia bene, cosa che e nei miei desideri; perche tu mi scrivi

con tanta cattiveria o mi consideri tanto sciocco? Se tu non mi mandi tanto presto della verdura fresca, io dovrei dimenticare subito la tua amicizia? Non sono tale ne tanto sciocco. Io ti considero non tanto come amico ma come un fratello gemello, uscito da un unico

123 O. Gueraud, Ostraca grecs et latins de I'wddi Fawakhir, ?BIFAO?, 41 (1942), 141-96; la

datazione di queste lettere e oggetto di discussione; secondo Gueraud, Ostraca, 147, sono da datare

tra il I ed il II secolo, mentre Seider 1,2 25 pensa ad una cronologia piu alta (sec. I a.C./I d.C); da

preferire la meta del I sec. d.C. secondo Cugusi, CEL, II, 57.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 139

grembo. Queste parole ti ripeto spesso per iscritto ma tu mi giudichi... Ho ricevuto dei mazzi di cavoli ed un formaggio. Ti ho spedito, per mezzo del cavaliere Arriano, una scatola; dentro c'e un pane, un denario cucito nella tela, perche tu mi comperi una misura di sale e me la mandi al piu presto, perche voglio fare del pane.

Stammi bene, fratello carissimo.

Lo scrivente e occupato a chiarire una situazione affettiva ma non dimentica, nel contempo, di preparare l'elenco delle merci spedite e di quelle che si raccomanda di ricevere da parte del suo corrispondente.

Nel quadro ambientale, che si fa straordinariamente riconoscibile nelle

migliaia di ostraca recuperati nelle cave di pietra e dal fortilizio del Mons Claudianus, non poteva non comparire qualche testo privato in latino124, fe con una lettera su ostracon che probabilmente un soldato comunica ad un proprio commilitone, l'attuarsi di un avvenimento particolarmente favorevole nel cuore del deserto, appunto presso le cave di pietra della zona. I pozzi si sono riempiti d'acqua e le riserve abbondanti garantiscono sicurezza e tranquillita alia vita di

ogni giorno (O.Claud. 2, sec. II).

Antistius Flaccus Calinio suo salutem.

A Raima te, frater, saluto et indico tibi, diis volentibus,

5 aquam copiosissimam cre visse ydreuma unde non minimam securitatem te consecuturum spe ro. Bene vale, frater

10 karissime. Ill Idus Iunias

Antistio saluta il suo Calinio. Fratello, ti saluto da Raima e ti comunico che, per volonta degli dei, Vacqua del

pozzo e cresciuta abbondantissima; di conseguenza io spew che tu twverai non pochis sima sicurezza. Stammi bene, fratello carissimo.

II 3 delle idi di giugno.

L'individuazione di un terzo gruppo di lettere 6 resa naturale dalla identita

dell'argomento e dalla collaudata tipologia. Sono le lettere di raccomandazione125 che, scritte da persone assai diverse ed

in tempi lontani tra loro, costantemente ripropongono un linguaggio formulare, ben conosciuto anche perche radicato nella tradizione letteraria. I tratti essenziali si ritrovano nella brevissima lettera di Prisco a Petronio, CEL 83126.

124 6 difficile distinguere tra pubblico e privato nelle lettere O.Claud. 131, 135, 367. 125 CEL 81, 84, 169, 177, 222, 223; cfr. H. Cotton, Documentary Letters of Recommendation

in Latin from the Roman Empire, Konigstein 1981. 126 La datazione del papiro e incerta, in quanta e fatta oscillare tra la seconda meta del I secolo

e il III d.C.

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140 S. DARIS

Priscus Petronio patri suo salutem.

5

10

]eiu[.]

Apri duplicari Carum duplicarium hominem probum commendo tib[i] qui si qu[i]d eguerut auxili tui rogo in meum honorem adiuves eum salvo pudore tuo. Opto bene valeas, salutem die nostris omnibus, salutem tibi dicunt nostri omnes.

[va]le

Frisco saluta suo padre Petronio. Ti raccomando it duplicario Cam, figlio del duplicario Apro, persona perbene; se

avrh bisogno di qualche tuo aiuto, ti prego di essergli utile, nei limiti delta tua onesta. Sta bene; saluta tutti i nostri; tutti i nostri ti salutano. Sta bene.

La richiesta e ridotta alia formula piii scarna possibile; altrove trovera uno

sviluppo maggiore, sia nella illustrazione delle qualita della persona raccoman

data, sia nella dimostrazione dell'interesse nei suoi confronti da parte di chi scrive. Toni questi che assumono ulteriore evidenza in alcune delle lettere affini, alle

soglie del IV secolo127.

Da una delle case del villaggio di Karanis nell'Arsinoite, abitate nei corso dei secoli II e III, proviene un carteggio appartenuto ad una famiglia strettamente

legata con il mondo dell'esercito romano. Sono 17 lettere128 conservate airinterno della famiglia di Claudius Tiberianus, speculator, in servizio prima e veterano

poi, stabilitosi a Karanis, alle soglie del secolo II. La raccolta delle lettere, che ripropongono la consueta tematica degli interessi

familiari, non solleciterebbe una particolare attenzione se, assieme a quelle scritte in greco, non fossero presenti anche otto lettere in latino.

Una e opera di Claudius Tiberianus stesso129, mentre le rimanenti sono state scritte o fatte scrivere130 da Claudius Terentianus, il figlio, che pure commissiono a scrivani di mestiere le altre cinque lettere per il padre in lingua greca. Egli appare percio la figura centrale dell'intero carteggio. Claudius Terentianus scrive

quasi tutte le sue missive da Alessandria o dintorni131 e comunica alia famiglia numerose notizie di se. Veniamo a conoscere il suo arruolamento nella classis A lexandrina e le sue speranze di passare da questa alle formazioni di terra, aspira zione realizzatasi in un momento successivo, come appare provato da una delle lettere in greco, di data piu recente.

Non mancano in un epistolario di questa ampiezza riferimenti importanti sul

piano storico-antiquario, ma h naturale che la parte maggiore degli argomenti

127 CEL 222-223. 128 P.Mich. 467-481, con l'aggiunta di P.Mich, inv. 5395= ChLA 299; le lettere in latino sono

P.Mich. 467-472, GhLA 299= CEL 141-148. 129 P.Mich. 472= CEL 147. 130 Per la distinzione delle mani v. CEL II, 131. 131 Qualche dubbio per P.Mich. 472= CEL 147 in Cugusi, CEL II, 169.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 141

trattati sia legata alle vicende ed agli interessi personali di Claudius Terentianus stesso. L'insolita ricchezza con la quale una simile tematica viene esposta nelle lettere in latino, contribuisce ad evidenziarne l'eccezionale valore di testimonianza della lingua latina parlata negli ambienti romani o romanizzati non colti dell'E

gitto airinizio del II secolo. Per quanto prudenti si intenda essere, figurano pur sempre numerosi i dati,

indiscutibilmente acquisiti, relativi alia fonetica, alia morfologia, alia sintassi del latino in esse usate132.

Tali caratteristiche sono proposte dalla lettera P.Mich. 468= CEL 142, fra tutte la piu estesa e la meglio conservata.

Col. I Claudius Terentianus Claud[i]o Tiberi[ano pa-] tri suo ed domino plur[ima]m sal[utem]. Ante omnia opto te bene [va]lere que m[ihi ma-] xime vot[a su]nt. Sciafs me p]ater a[ccepisse]

5 res quas mi misisti per .[...]ium Th.[...]. vetranum et per Numesianum.

et palliolum et ago tibi gratias quod me dign[um] habuisti ed sequrum fecisti. Misi [ti]bi pater per Martialem imboluclum concosu[tu]m in quo

10 habes amicla par unu amictoria [pa]r unu saba na par unu saccos par unu \e[t]/ str[a]glum lini[u]. Emeram aute illuc con culcitam et pulbino et me iacentem in liburna sublata mi s[unt] et abes in imboluclum amictorium singla

15 re, hunc tibi mater mea misit [e]t accipias caveam gallinaria in qua ha[bes] sunthes[..] vitriae et phialas quinarias p[ar u]nu et ca lices paria sex et chartas sc[holar]es d[u]as et in charta atramentum et calamos q[u]i[n]que

20 et panes Alexandrinos viginti. Rogo te [p]a[t]er ud contentus sis ista, m[o]do si non ia[c]uisse speraba me pluriam tibi missiturum [et] itarum spero, si vixero. Rogo te pater, si ti bi videbitur, ut mittas mihi inde caligas cori

25 subtalare ed udones par, caligae autem nucl[e]a tae nugae sunt bis me im mensem calcio et rogo ut mi mittas dalabram, ea q[u]am mi misisti optionem illan mi ab[s]tu lisse sed gratias illi ag[o me]liorem al ia mi praestat ed praetera oro [et]

Col II

[rogo] te p[ater u]t contin[uo mih]i [resc]rib[as de] salutem t[ua]m te ha[b]ere bo[na] reaccept[am. S]ol

132 Per il latino di queste lettere, oltre a CEL II, 131-33 (e bibliografia ivi citata), v. J.N. Adams, The Vulgar Latin of the Letters of Claudius Terentianus (P.Mich. VIII, 467-472), Manchester 1977; C. Lehmann, On the Latin of Claudius Terentianus, ?Cuad. Fil. Cl.?, 21 (1988), 11-23.

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142 S. DARIS

licitus sum autem de vic[e] in do 35 nese mihi rescribas et si deus

volueret spero me frugaliter [vjiciturum et in cohortem [tra]nsferri. Hie a[u]tem sene aer[e] [ni]hil fiet neque epistulae com

40 mandaticiae nihil valunt nesi si qui sibi aiutaveret. Rogo pater ud continuo mihi rescribas ed [sci]as Carpum hie errasse ed inv[e]ntus est Dios in legione

45 et a[cce]pisse me pro illo (denarios) VI. Sal[u]tat te mater mea ed pater ed fratres mei et scias domo per b[e]ne omnia recte esse. Saluta

Aprodisia et Isituchen sal[ut]a Ar

?0 rium centurionem con suis ed Saturninum scriba con suis et Capitonem centurione con

[s]u[i]s et Cassium optionem con suis [et TJurranium optionen con suis [et Sal]lustium con [s]uis et Teren tium gubernatorem [e]t Frontone con suis et Sempronium Hita licum et Puplicium et Severinu et Mar[c]ellu collega tuum et

60 Lucium, saluta Serenum scriba [co]n suis, saluta omnes contu

bernales nostrous Vale mihi

marg. destro

bene valere te opto mult[i]s annis felicissime im perpetuo val(e)

verso

[Claudius] Terentianus Claudio Tib[eriano] ]... Terentianus

[tr]ad[e] C[l]a[ud]io T[iberian]o p[at]ri a Claudio Terentiano filio

Claudio Terenziano a Claudio Tiberiano, suo padre e signore, moltissimi saluti. Prima di tutto, spero che tu stia bene, cosa che per me rappresenta il massimo

desiderio. Sappi, padre, che ho ricevuto gli oggetti che mi hai spedito tramite il veterano... e

tramite Numisiano... e il mantelletto e ti ringrazio perche mi hai ritenuto meritevole e mi hai rassicurato. Ti ho mandato, padre, tramite Marziale, un pacco ben cucito in cui hai insieme un paio di mantelli, un paio di sciarpe, un paio di tovaglioli, un paio di coperte di lino. Lo avevo comperato con un materasso ed un cuscino ma mi sono stati rubati

mentre io mi trovavo a letto sulla nave. Net pacco hai una sciarpa leggera; questa te la mandb mia madre. Ricevi anche una gabbia per polli in cui e'e un servizio di vasi di vetro, un paio di tazze da mezzo, sei paia di calici, due rotoli di carta da scrivere, e, den tro la carta, delVinchiostro, cinque penne e vend pani alessandrini. Ti prego, padre, di essere contento di cib. Se io non mi fossi trovato a letto, speravo di mandarti di piu e lo

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 143

spew per un 'altra volta, se sard vivo. Ti prego, padre, se ti pare, di mandarmi delle scarpe aperte di cuoio ed un paio di calzari. Le scarpe con i bottoni sono uno scherzo; io le calzo due volte al mese; ti prego di mandarmi una picca; quella che mi hai mandato, me la portd via Voptio, ma gli sono riconoscente: me ne fornisce una migliore.

Inoltre ti prego e supplico, padre, di scrivermi subito sulla tua salute e che Vhai

recuperata. Io sono preoccupato per quel che avviene a casa, se non mi rispondi. E, se Dio vorra, spew di vivere benino e di essere trasferito in una coorte. Qui, senza soldi, non si concludera nulla e le lettere di raccomandazione non servono a nulla se non ci si

arrangia. Ti prego, padre, di rispondermi subito. Sappi che Carpo e arrivato qui e che Dios e stato scoperto nella legione e che io ho preso sei denari per lui. Ti saluta mia madre, mio padre, i miei fratelli e sappi che a casa tutto va molto bene. Saluta Afrodisia ed Isituche. Saluta Arrio, il centurione, con i suoi, e Saturnino, lo scriba con i suoi, e

Capitone, il centurione, e Cassio, /'optio con i suoi, e Turranio, /'optio con i suoi, e Sallustio con i suoi, e Terenzio, il pilota, e Frontone con i suoi e Sempronio Italico e Publicio e Severino e Marcello, il tuo collega, e Lucio.

Saluta Sereno, lo scriba con i suoi. Saluta tutti i nostri commilitoni. Stammi bene. Ti auguro di stare bene per molti anni, nel modo piu felice per sempre. Sta bene.

La grafia fonetica, la presenza di grecismi nel lessico e nella morfologia, la disinvoltura ? elevata a regola

? nel trattamento dei casi, le voci di nuova formazione non hanno bisogno di particolari sottolineature, tanto prepotentemente risaltano. Gli oggetti elencati sono numerosissimi; a cio si aggiungono le medita zioni dello scrivente sulle proprie esperienze di vita (righe 38-41) e sulle proprie speranze nonche i ragguagli su persone e vicende che possono interessare i corri

spondenti (r. 43 sgg.). II quadro che ne deriva non manca certo di immediatezza e di vivacita.

Le lettere private, escluse dai gruppi sopra ricordati, non si rivelano partico larmente significative anche perche la maggior parte di esse sopravvive in condizioni di accentuata frammentarieta133.

5. / PAPIRI MILITARI

5.1 / documenti delVamministrazione militare

Le antichita militari romane rappresentano il settore che ha ricavato forse il massimo beneficio dalla somma delle notizie acquisite dai documenti su papiro, ostraca e tavolette lignee, ritrovati nelle diverse aree geografiche dell'Impero.

I limiti tradizionali delle informazioni delle fonti letterarie e persino di quelle epigrafiche sono stati superati e quasi travolti dalla molteplicitst dei nuovi dati delle tavolette di Vindolanda134 e di Vindonissa135, degli ostraca di Gholaia136, dei

papiri di Dura Europos e di Masada137.

133 Come CEL 86, 173, 174, 219, 230. 134

Vedi nota 1. 135

Vedi nota 2. 136 Vedi nota 3. 137 Vedi nota 5.

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144 S. DARIS

L'immediatezza, esclusiva della documentazione papiracea, ha permesso di ristabilire la presa diretta con la realta dell'esercito romano; dalle novita, che quasi ogni testo lascia trasparire, risultano meglio riconoscibili i meccanismi della amministrazione militare messi in opera nella pluralita delle situazioni concreta mente sperimentate.

Tutti i papiri militari latini, su supporto cartaceo, conosciuti sino al 1971, so no stati ripubblicati nel corpus, organicamente strutturato, dei Roman Military Records on Papyrus ad opera di R.O. Fink138. Dei 134 testi della raccolta ? in

gran parte da Dura Europos ? e presentata, con puntuali approfondimenti, la si

tuazione testuale (per lo piu frutto di autopsia degli originali) alia luce di una

esemplare conoscenza della relativa problematica. II materiale e distribuito nei Records of Individual Personnel (Ch. II, nn. 1-46), Records of Military Units (Ch. Ill, nn. 47-67), Accounts, Receipts, and Records of Materiel (Ch. IV, nn. 68-86), Official Correspondance (Ch. V, nn. 87-116), Commentarii, Acta, Regulations, and

Reference Materials (Ch. VI, n. 117), Unclassifiable Fragments (Ch. VII, nn. 118

128) and Addenda (nn. 129-134); di grande utilita e completezza i 12 Indices, pp. 445-564.

Compaiono cosi, accanto a registri che periodicamente segnalavano la consistenza dei reparti, i quadri che ne annotavano le attivita giornaliere, con le mansioni affidate ai singoli soldati.

Larga parte occupano pure i documenti relativi alia fornitura di mezzi e di

materiali, nonche i registri di contenuto finanziario e della contabilita relativa a

singoli individui oppure all'intera truppa. La varieta delle tipologie secondo la quale i documenti sono redatti, ne rende

assai ardua una attendibile classificazione139, soprattutto nel caso frequentissimo dei molti frammenti di elenchi e di liste, conservati sempre in condizioni di gra ve incompletezza.

Cura preminente della amministrazione centrale della provincia e di quella dei singoli reparti era quella di disporre, in ogni momento, di un quadro aggior nato delle forze armate e della situazione di ciascun uomo airinterno di ogni con

tingente. Ad una tale esigenza danno risposta numerosi documenti, strutturati con caratteristiche assai diverse ad evidente riprova di differenti fasi organizzative.

II piu interessante fra tutti e il registro espressamente indicato ? nei papiri e solamente in essi ? con la denominazione di pridianum140 che, al 31 dicembre

138 Roman Military Records on Papyrus, by R.O. Fink, Case Western Reserve University 1971

(Philological Monographs of the American Philological Association, 26). Per i documenti, di provenienza egiziana, editi in data posteriore, v. Cavenaile, Papyrus Latins 1991, 55-56. A questa lista aggiungi: ChLA 404= SB 14386; ChLA 1255; ChLA 1209= SB 14257, PQuseir 18; ChLA 1210= SB 14275, PQuseir 20; ChLA 1211= SB 14275, PQuseir 19; ChLA 1449= PBrookl. 20; ChLA 1450=

24; C/iLA 1451= PBrookl. 100; C/iLA 1452= PBrookl. 101(?); P.Lw^. XXV 22-23; P.Oxy. 3785; O.Claud. 304-306; 308; 355; O.Kdm Ombo, per otto dei quali v. Usama Abdel Wareth, G. Wagner, Kdm Ombo I, Preliminary Report: Excavation and Ostraca, ?MDAIK?, 49 (1993), 295

300, e, per altri diciassette, G. Wagner, Kdm Ombo, Second Preliminary Report, ?ZPE?, 107 (1995), 121-25.

139 Sul problema e sulla probabile mancanza di un linguaggio tecnico per designare categorie

particolari di questi documenti v. RMR, 2 sgg. 140 RMR 63 1.24; 64 1.1; 98 3.3; ChLA 501.2.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 145

di ogni anno141, riassumeva e fissava la consistenza delle singole formazioni142.

Dall'Egitto provengono almeno due dei pridiana sinora conosciuti, BGU 696= RMR 64143 e PBrook. 24144, il primo dei quali riveste le caratteristiche di testo

paradigmatico. L'esemplare fa il punto sul contingente della coh. I Augusta Praetoria Lusitanorum Equitata, al 31 agosto del 156, cioe all'inizio dell'anno secondo il calendario locale egiziano.

Col I PRIDIANUM COH(ORTIS) I AUG(USTAE) PR(AETORIAE) LUS(ITANORUM)

EQ(UITATAE) MENSIS AUGUSYTI/ SILVANO ET AUGURINO COS. QUAE HIBERNATUR CONTRAPOLLO NOSPOLI MAIORE THEBAIDIS EX VIII

5 IDUS IULIAS PONTIANO ET RUFINO COS. PRAEFECTUS M(ARCUS) IULIUS M(ARCI) F(ILIUS) TRIBU QUIR(INA) SILVANUS DOMO THUBURSI CA MILITARE COEPIT EX IX KAL(ENDAS) MA IAS COMMODO ET LATERANO COS.

10 LOCO ALLI PUDENTILLI PRIDIE KAL(ENDAS) SEPTEMBRES SUMMA [M]I[L(ITUM) PE]RF(FECTA) KAL(ENDAS) DV IANUARIAS IN IS (CENTURIONES) VI DEC(URIONES) III EQ(UITES) CXIV DROM(ADARII) XVIII

15 PEDITES CCCLXIII

ET POST KAL(ENDAS) IANUARIAS ACCESSER(UNT) FACTUS EX PAGANO A SEMPRO- (CENTURIO) I NIO LIBERALE PRAEF(ECTO) AEGUPT(I) Silvano et Augurino cos.

20 Sextus Sempronius Candidus ex V Kal(endas)

Maias

REIECTUS AB ALAE I THRAC(UM) DEC(URIO) I MAURETANIAE AD VIRCAM CHOR

TIS 25 Vibio Varo cos.

A(ulus) Flavius Vespasianus ex VI Nonas Martias

TIRONES PROBATI VOLUN- VIIII

141 In Egitto era preparato anche un altro pridianum al 31 agosto, in coincidenza con la fine dell'anno locale.

142 RMR 63-65, PBrook. 24= ChLA 1450. 143 L'edizione piu completa ora e quella di ChLA 411 (con le righe 38-42 della seconda colonna),

Seider I, 34 tav. XVII. 144

Quest'ultimo, anche in assenza di indicazioni esplicite, e ritenuto ragionevolmente, per le caratteristiche testuali, un pridianum; cfr. J.D. Thomas, R.W. Davies, A New Military Strength Report on Papyrus, ?JRS?, 67 (1967), 50-61, tav. VIII e J.E.G. Whitehorne, An Alternative Context for the

Brooklyn Pridianum, ?BASP?, 20 (1983), 63-73. Secondo l'editore, in ChLA 501.2 la frase prjidianum detulit alae Co[mmagenorum non porterebbe a definire il frammento stesso come un pridianum ma sarebbe un riferimento ad un pridianum precedente.

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146 S. DARIS

TARI A SEMPRONIO LIBERALAE 30 PRAEF(ECTO) AEG(UPTI) IN IS EQ(UES) I DROM(ADARIUS) I

in (centuria) Herculani Silvano et Augurino cos. Philon Isiognis ex .. Nonas Maias

Apollos Herminus ex Idibus s(upra) s(cript)is in (centuria) Marci eodem cos.

35 Anubas Am[mon ex I]II Nonas

s(upra) s(crip)tas in (centuria) Gaiani eodem cos(ule)

C(aius) Sigillius Valens in (centuria) Semproniani eodem cos.

40 Ammonius [ ....[

Col. II in (centuria) Gan[

C(aius) Iulius [ Ian[uarias

45 Silvano et Afugurino cos.] Heraclammon Q[

Nonas M[ in turma Artemidor[i eq(ues) Hermacis Apync[his

50 Apriles [ in turma Salviani eode[m cos.] dro(madarius) Cronius Barbasatis ex [

Kal(endas) Maias ACCEPTI EX LEG(IONE) II TR(AIANA) FORT[I]

55 DATI AB EODEM PRAEFECTfO] AEGUPTI

in (centuria) Lappi Condiano et Maximo cos. Valerius Tertius ex VIII Kal(endas)

Apriles 60 in (centuria) Candidi Torquato et Iuliano cos.

Horatius Herennianus ex IV Idus Novembres

TRANSLATUS EX COH(ORTE) I FL(AVIA) CIL(ICUM) in (centuria) Candidi Comm[odo] et Pompeiano cos.

65 Mae\vi/us Margellus [ ITEM TRANSLATE in (centuria) Lappi Severo [

C(aius) Longinus Apollo [ Idus Feb[ruarias

70 in (centuria) Sempronia[ni Commodo et [

Eros E[ ITEM FACTI EQ[UITES in turma Arte[midori

75 Severo et [ Ision Petsireos .[

....[ in turma Sal[viani Glabrione e[t Homullo cos.

80 ]. Chaeremfon

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 147

[ITEM TRANJSLATI EX .[ [in turma] Alexa[ndri

JCommodo e[t ]Cassianus[

II documento, accurate) anche nella alternanza grafica delle varie sezioni, appare definito quale pridianum (r. 1); nel resto della intestazione (rr. 2-10) e indicate il luogo di stanza della coorte (Contrapollonospolis Maior della Tebaide, dal luglio dell'anno 131), il nome del suo praefectus (M. Iulius M. f. Quirina Silvanus), in carica da due anni, quale successore di Allius Pudentillus.

Segue, convenientemente segnata da uno spazio bianco, la parte riassuntiva con le cifre totali e parziali. Sappiamo da esse che, all'inizio dell'anno 156, la coorte comprendeva 505 uomini, con 6 centurioni, 3 decurioni, 114 cavalieri, 19

dromedarii, 363 fanti (rr. 12-15). II resto della prima e tutta la seconda colonna e dedicato alia registrazione

di soldati, entrati nel reparto a partire dal 1? gennaio 156 e la loro distribuzione nelle centurie e nelle turmae. La provenienza risulta essere la piu varia. O diretta mente dalla vita civile con il grado di centurione (rr. 17-21) o come reclute

volontarie, arruolate su ordine del Prefetto d'Egitto (rr. 28-41). Quali formazioni di provenienza figurano la legio II Traiana Fortis (r. 54), Vala I Thracum (r. 22) e la cohors I Flavia Cilicum (r. 63).

La strutturazione di RBrook. 24= ChLA 1450, databile attorno all'anno 215, si presenta in forma piu articolata, con tre sezioni145 che forniscono il dato numerico dei soldati entrati nel reparto (una cohors quingenaria equitatal) nel periodo consi

derato, e di coloro che definitivamente non ne fanno piu parte (rr. II.3-9), ? o a

seguito di invalidity contratta (r. II.3), o per morte (r. II.5) ?, computo dal quale e ricavato il totale dei militari a disposizione (rr. 11.10-12). Alle cifre segue una

dettagliata enumerazione dei soldati fuori sede e dei compiti loro affidati (rr. 11.13

sgg.).

Col II d[at]i in classe[m

ab eodem praef(ecto) Aeg(ypti) - dimissus causar<i>e mil(es) ab eodem praef(ecto) Aeg(ypti)

5 - 0 mil(ites) in is eq(ues) I dromadar(ius) I

summa qui decesserunt mil(ites) in is (centuriones) II eq(uites) XI

dromadar(ius) I 10 reliq(ui) n(umero) p(uro) mil(ites) CCCLVII

in is (centuriones) VI dec(uriones) IV eq(uites) C drom(adarii) XIII

absunt in choram mil(ites) ins.[ ] [[dec(urio)]] ] eq(uites) X[

I

VII

XXX

CXXVI

145 Esattamente come avviene in RMR 63.

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148 S. DARIS

Col. Ill item ad commoda prin[

Kopto ad pecunia ..nativi[.]c...io[ - in secutionem eius mil() [ - cum eo ab adiutorio mil(ites) [

5 in is eq(uites) V - Copto cum epist[u]lis mil( ) [

- Caene ad coriasc...equend( ) eq(u ) [ - item principales mil(ites)[ - officio epistrategi Theb..os mi[l(ites)

10 in is eq(uites) II item det[e]ntus est ab [ ] mil(es) I

Marco praef(ecto) Alae He...

partes epistrategiae - Niciu ad epistulas perf[ere]ndas m(ilites) IV 15 - summissi et nondum [...]ersi m(ilites) IV

- inferiore c[h]ora ab .n..io [m(iles) I Mar[

Dalla registrazione risulta che, al momento della sua stesura ? e dopo la

perdita di 30 militari (11.7) ? il reparto era costituito da una forza di 457 uomini,

con 6 centurioni, 4 decurioni, 100 cavalieri e 13 dromedarii, dei quali 126 fi

guravano distaccati nel territorio della provincia. I loro compiti contemplano responsabilita di natura finanziaria (III.l) oppure quelle connesse con l'esazione di denaro (III.2) o di materiali da destinare alle necessita dell'esercito (come il

cuoio, III.7); alcuni sono aggregati al servizio di funzionari, quale l'epistratego della Tebaide (111.9,13), mentre altri sono incaricati del recapito di messaggi in localita diverse (111.6,14) oppure inviati persino nelle zone del Basso Egitto (111.16).

La redazione di ciascun pridianum da parte degli uffici di un reparto, era resa

possibile da tutte le registrazioni giornaliere ?

peraltro ben documentate da molti

papiri ? che concernevano sia il corpo nella sua totalita sia le funzioni di ciascun

militare. A loro volta, i pridiana di tutti i reparti dislocati in una medesima

provincia, costituivano la base per un quadro complessivo neirintero territorio: forse a questo tipo di documento dobbiamo il pridianum della Mesia RMR 63, che sembra raccogliere i dati di piu di una formazione.

Si constata dalla testimonianza dei due pridiana sopra ricordati, che era abituale l'intervento del Prefetto d'Egitto nella assegnazione di uomini ai diversi

reparti. Cosi dal pridianum berlinese si conosce (r. 28 sgg.) che nove reclute erano state arruolate ed assegnate alia cohors I Aug. pr. Lusitanorum eq. da parte del Prefetto Sempronio Liberale.

Un momento della procedura seguita ? la comunicazione del Prefetto al

comandante del reparto di destinazione ? resta documentato da ROxy. 1022= RMR 87, la lettera con la quale C. Minucius Italus, Prefetto d'Egitto in carica nell'anno 103, attribuisce sei drones alia coh. Ill Ituraeorum146.

146 ChLA 215, CEL 140, Seider I, 26 tav. XIV; cfr. BL IX, 182.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 149

e(xemplum) e(pistulae) C(aius) Minicius Italu[s C]elsiano suo

sal[u]tem. Tirones sexs probatos a me in

5 coh(orte) cui praees in nume ros referri iube ex XI Kalendas Martias. Nomi na eorum et icon[i]smos

10 huic epistulae subieci, vale frater karissimfe]. C(aium) Veturium Gemellum annor(um) XXI sine i(conismo) C(aium) Longinum Priscum annor(um) XXII i(conismus) supercil(io) sinistr(o)

15 C(aium) Iulium Maximum ann(orum) XXV sine i(conismo) [.] Iulium Secundum annor(um) XX sine i(conismo) C(aium) Iulium Saturninum

20 annor(um) XXIII i(conismus) manu sinistr(a) M(arcum) Antonium Valentem ann(orum) XXII i(conismus) frontis parte dextra.

(m. 2) Accepta VI K(alendas) Martias ann(o) VI 25 Imp(eratoris) Traiani n(ostri) per

Priscum singul(arem) Avidius Arrianus cornicular(ius) coh(ortis) II[I] It[ura]eorum scripsi authenticam

30 epistulam in tabulario cohortis esse.

Copia della lettera.

C. Minicio Italo saluta il suo Celsiano. Ordina che le sei reclute approvate da me siano collocate nei ruoli della coorte che

tu comandi, dalVll delle calende di marzo. Io ho allegato a questa lettera i low nomi ed i low dati somatici. Stammi bene,

fratello carissimo.

C. Veturio Gemello, di anni 21, senza segni particolari. C. Longino Prisco, di anni 22, con segno sul sopracciglio sinistro. C. Giulio Massimo, di anni 25, senza segni particolari. Giulio Secondo di anni 20, senza segni particolari. C. Giulio Saturnino, di anni 23, con segno sulla mono sinistra. M. Antonio Valente, di anni 22, con segno sulla parte destra della fwnte. Ricevuta il 6 delle calende di marzo, anno sesto delVlmperatore Traiano, consegnata

tramite Prisco singularis. Io, Avidio Arriano, cornicularius della coorte III degli Iturei, attesto che Voriginate

della lettera si trova nelVarchivio della coorte.

La continuity della procedura seguita a proposito deirarruolamento e la funzione esercitata dai piu alti magistrati della provincia, trova riscontro ?

differente solamente per la forma ? nell'intervento del comes rei militaris Thebaici

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150 S. DARIS

limitis, che si rivolge con una propria lettera ad un tribuno di Ermopoli, nell'anno 505141.

[Fl(avius) Cons]tantinus Theofanes com(es) et vir inl(ustris) com(es) dev(otissimorum) dom(esticorum) et rei mil(itaris) Th[e]b(aici) lim(itis) \Fl(avio)/.. ..u.rte sive

Theodoti v(iro) d(evotissimo) trib(uno) Hermupoli deg(enti).

[Cum] opdulero sacra iussione domini nostri Anastasii piissimi ac triumfatoris semper Augusti

[e qua n]umeris supplementi causa i[u]niores robustis corporibus adsociarentur Heracleon fil(ium) Constantinii

5 [ortum e] civitati Hermupolitana in vexillatione prudentiae tuae pro tempore credita, edictio mea militare prae[cip]it

[eiusq]ue nomen si ex gen<t>e oritur militari et neque curialis nec praesidalis est nec

invecillfo c]orpore n[ec] [invalid]us nec censibus ascribtos matriculis eiusdem numeri inseri facito annonas ei

ex die Iduum

[.].m Sabiniano et Theodoro viris clarissimis consulibus ministrari curaturum cum ceteris

[conturma]libus suis muniis militaribus o[p]eram navaturo ita tamen si octavum decimum annum

10 [peregi]sse dinoscitur. (m. 2) bene

vale (m. 3) complevif (m. 4) ...r( )

bene 15 vale

Flavio Costantino, conte e vir illustris, conte delta fedelissima guardia imperiale e delVesercito delta frontiera delta Tebaide, a Flavio... detto anche Teodoto, fedelissimo tribuno di stanza ad Ermopoli.

Dal momento che produrrd la sacrosanta disposizione del nostro signore Anastasio, piissimo e trionfatore eternamente Augusto, in base alia quale, giovani, dal fisico vigoroso, vengono assegnati ai reparti per integrarli, questa mia decisione stabilisce che Eracleo,

figlio di Costantinio, nato nella citth di Ermopoli presti servizio militare net reparto attual mente affidato alle tue cure e che it suo nomey se proviene da una famiglia di militari e non ? ne consigliere ne amministratore, ne di fisico debole, ne inabile, ne iscritto at censimento, sia inserito nei ruoli del medesimo reparto, prendendo cura che gli siano

assegnati i rifornimenti dal giorno... delle idi... net consolato di Sabiniano e Teodoro, viri clarissimi, a lui che si impegnera, con i compagni di squadra, nei propri compiti militari, purche si sia accertato che abbia compiuto i diciotto anni.

Stammi bene.

In assenza, per l'Egitto, dei grandi elenchi completi di tutti gli uomini in forza alle singole unita, del tipo ritrovato a Dura Europos148, sono abbondanti invece i frammenti di registri individualmente centrati su categorie di militari e

preparati per gli scopi piu diversi.

147 P.Ryl. 609= ChLA 246, CEL 242, CPL 21 A.

148 RMR 1-4.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 151

RGen. lat. 1 verso 5= RMR 9, degli anni 90/96, presenta, visualizzate nella forma di una tavola, le attivita sostenute da una ventina circa di soldati nei giorni iniziali del mese149; da registri di questa sorta potevano essere elaborati poi quelli riassuntivi dei servizi di ogni soldato neU'arco di un certo numero d'anni, come RGen. lat. 1 recto 11= RMR 10150 con le seguenti registrazioni:

M(ARCUS) PAPIRIUS RUFUS C.[ exit ad frumentum Neapoli ex epist[ula T(iti) Suedi] Clementis praef(ecti) castrorum anno III Im[p. Titi Octobres r(eversus) anno eodem XII K(alendas) Februariasf

5 exit ad frumentum Mercuri anno I Imp. Domitiano .[ r(eversus) anno eodem III Idus Iulias exit cus[ .[..]..na anno IV Domitiani XI K(alendas) Maia[s de[c]embres exit ad frumentum Mercuri ann[o [...].[..]...r(eversus) anno eodem Nonis Iulis

10 UNPU...AIMNUFA.[ T(ITUS) FLAVIUS SATURf exit ad hormos confodiendo[s XIX K(alendas) Febrarias r(eversus) ann[o exit cum Timinio (centurione) an[no

15 anno eodem IV K(alendas) Decem[bres ].[.]februa exit cum Maximo libert[o ].[.]o Domiti

T(ITUS) FLAVIUS VALE[ exit ad chartam comfici[endam XIIX K(alendas) Febrarias r(eversus) ann[o

20 exit ad moneta anno [I] Imp.[ Domitiani eodem XVI K(alendas) Februarias [ Imp. Domitiano Idibus a[ exit ad frumentum Mercurfi r(eversus) anno eodem pr(idie) Idus Iulias [

25 . chora anno VII Domitiani XIII K(alendas) Octob[res

T(ITUS) FLAVIUS CELER[ exit ad frumentum Nea[pol]i[ III Idus Februarias r(eversus) anno e[odem exit cum potamofulacide a[nno

30 r(eversus) anno eodem IX K(alendas) Iunia[s anno I Imp. Domitiano V N[onas X K(alendas) Martias exit cum frum[entariis XIII K(alendas) Iulias r(eversus) anno III Domi[tiani

Nel caso specifico, si nota quanto sia frequentemente ricordata la presenza militare nei granai di Nicopoli e del quartiere di Mercurio ad Alessandria, accanto alle opere di dragaggio dei fondi portuali (r. 12), al controllo della fabbricazione

149 R.W. Davies, The Daily Life of Roman Soldier, in ANRW, 11,1 (1974), 300-38. 150

Davies, Daily Life, 309 fig. D.

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152 S. DARIS

della carta (r. 18), alia sorveglianza della zecca (r. 20), al servizio di pattuglia mento fluviale (r. 29).

Per tutti i registri a carattere individuale sara sufficiente ricordare P.Mich. 164= RMR 20151 che si presenta, anche nell'aspetto esteriore, di una certa qualita; l'importanza del testo, ulteriormente confermata dairargomento, porta a credere che ci troviamo davanti ad un documento preparato negli uffici centrali e non da

quelli periferici della amministrazione militare e relativo percio alle truppe del Tintera provincia.

JFIDIUS VICTORINUS PJraesente et Extricafto] c[o]s. factus dec(urio) ex eq(uite) leg(ionis) I[I Traianae

Fortis ].[.]. v(iro) p(erfectissimo) tune duce III Nonas Apriles Attico et Praet[extato cos. ]DIMUS PETOSIRIS

5 ] Grat[o] et Seleuco c[o]s. [f]actus dec(urio) ex sesq(uiplicario) alae.f jbres Attico et Praetextato cos. a Basileo p[raef(ecto) Aeg(ypti) AJNTONIUS AMMONIANUS ]. Maximo et Urbano cos. factus dec(urio) ex sesq(uiplicario) alae [ a Basil]eo v(iro) p(erfectissimo) praef(ecto) Aeg(ypti) VIIII Kal(endas) Novembr(es)

Attico et Prfaetextato cos. 10 AU]RELIUS HIERAX

factujs d[e]c(urio) ex dupl(icario) alae Gall(icae) Gordfianae ]...dec Attico et Praetextato cos

] ORIGENES divo] A[l]exandro eft Dion]e cos. f[actu]s [de]c(urio) ex eq(uite)[

15 ].o[.]. coh VI p[r]( ) ..[..]a.[..].o[ I]dus A[pr]iles A[rriano et Papo cos.

] COH(ORS) III ITURAEORUM [ ] ORDD [ PETJENEFOTES HIERAX [ Agjricola et Clementino cos. factus dec(urio) ex[

20 [a Ianuari]o tune praef(ecto) Aeg(ypti) III Kal(endas) Sept(embres) Agricola et C[lementino cos.

AJURELIUS A[R]POCRA[T]ION[ ]s Agricola et Clementino c[os.] factus ord(inatus) [e]x eq(uite)[ ].an[ pr]aef(ecto) Aeg(ypti) N[onis

Righe 1-9:

]fidio Vittorino (Arruolato) nel consolato di Presente ed Estricato (a. 217), nominato decurione da

cavaliere della legione II Traiana Fortis da... vir perfectissimus, allora duce, il 4 delle none di aprile nel consolato di Attico e Pretestato (3 aprile 242).

]dimus Petosiris (Arruolato) nel consolato di Grato e Seleuco (a. 221), nominato decurione da sesqui

plicario delVala... da Basileo, Prefetto d'Egitto, nel consolato di Attico e Pretestato (a. 242).

Antonio Ammoniano

(Arruolato) nel consolato di Massimo e Urbano (a. 234), nominato decurione da

151 ChLA 281.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 153

sesquiplicario delVala... da Basileo, vir perfectissimus, Prefetto d'Egitto, il 9 delle ca lende di novembre nel consolato di Attico e Pretestato (24 ottobre 242).

La natura del documento, che risale agli anni 243/244, si chiarisce da s6: il papiro contiene un elenco di promozioni al grado di decurione (o di centurione, r. 22), dai ranghi inferiori, dei militari, menzionati ? come al solito ? per anzianity di arruolamento. Di due di essi e espressamente ricordata (rr. 18-23) l'appartenenza alia cohors III Ituraeorum mentre resta incerto il reparto

? forse xxn'ala quingenaria

? al quale sono trasferiti i soldati nominati nelle righe precedenti.

I papiri di Dura Europos ci hanno restituito i frammenti piu estesi dei rapporti nei quali, giorno dopo giorno, veniva annotata la consistenza e l'operativit& di ciascun reparto, secondo uno schema, ripetuto con assoluta regolarita152.

Questo prevedeva, dopo la data, l'indicazione del numero complessivo dei

soldati, suddivisi tra centurioni, dromadarii, ufficiali inferiori; seguiva il nome ufficiale del contingente e quello del tribuno in carica, nonche la parola d'ordine della giornata. Di seguito venivano segnati i principali spostamenti degli uomini. A questo punto

? e dopo uno spazio bianco per segnare meglio la pausa ?

compariva il nome del decurione incaricato di comunicare Tordine del giorno con il giuramento ed il nominativo dei soldati responsabili della guardia d'onore alle

insegne imperiali. Tra i documenti di provenienza egiziana, legittimamente riconducibili a tale

categoria153 figura PSI 1307= RMR 51154.

Col II ..[.]...[.]..[.]....

Longino ad li..q.valescen.[ et tirones spectatum duxit Lepid[ianus legionis duas

5 B[ae]bius Iu[..]us has[t]atu[s p]rimus in p[ Minucius Iu[s]tus princeps ad[missa pronuntiavit quam et hodie habuistis recog[nitam ponderunt ex eis qui ad cunios.f in castris non sunt non enim [

10 si et [i]n totum saepius recogn[ vigilias deduxit Varius (centurio) ad aquilafm

duas in vallo ex coh(ort-) singu[l]a.[ ad pondera macelli duos ad ca.[ unam quibus signum su.[

15 vigiles ad nomem recognitos in[ Bassus (centurio) n[u]mero LXXXVIIIf

152 Cfr. RMR 47-57, 179-80; sono i registri defmiti acta diurna oppure cottidiana dal Rostovzev,

sulla scorta di Appiano, bell, civ. V,46. 153 RMR 52= RMich. 450 e 455 recto, R.W. Davies, Cohors I Numidarum and a Roman Military

Document from Egypt, ?Aegyptus?, 57 (1977), 151-59; RMR 53= P.Mich. 450 e 455 verso, R.W. Davies, A Report of an attempted Coup, ?Aegyptus?, 54 (1974), 179-86; v. anche ChLA 270, 502, 505. 154 Ma l'edizione piu recente (oltre a Seider I, 9 tav. VI) e quella di ChLA 786, con biblio grafia relativa.

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154 S. DARIS

excubuerunt ad aqu[i]lam et sigfna (centuria) Neri Antistius (centuria) Servili Sem[ (centuria) Vari Turranius et tesserarfius

20 Dom[i]tius \signifer/ ad valetudinari[um vigilias g.[..].cum vex(illatione) in eis Varius (centuria)

(centuria) Firmi Lucretius .a frumento Neapol[i

Da questo documento del I secolo, danneggiato da lacune che compromet tono buona parte delle notizie offerte dal registro, spiccano alcuni tratti peculiari della tipologia. Prima fra tutti ? e questa volta individuabile senza esitazioni ?

la notizia circa il servizio di guardia alle bandiere ed alle insegne, con i nomi

degli uomini a cio deputati (11.17-19); meno sicura ma altrettanto caratteristica di simili annotazioni giornaliere, e la comparsa deH'ufficiale che rende pubblico l'ordine del giorno (II.6).

Un settore di grande peso strategico al quale l'amministrazione militare dedicava la massima attenzione era quello della contabilita e del soldo. I papiri che ne illustrano le procedure155 non formano una categoria considerevole per numero, ma, come pochi altri, godono di grande notorieta perche costituiscono da sempre materia di contrastata interpretazione156.

Bastera richiamare i piu rappresentativi tra essi, come P.Fayum 105= RMR 73, del secolo II, un rendiconto globale dei deposita, seposita e viatica di una turma, o come RGen. lat. 1 recto 1= RMR 68 e RGen. lat. 4= RMR 69, assai simili tra loro, il primo dei quali pero conservato in condizioni di buona leggibi lita.

Nel primo di questi due registri infatti sono contabilizzati, ad opera di scrivani diversi, i tre stipendi riscossi da alcuni soldati legionari nel corso deU'anno 81, con il rispettivo calcolo delle detrazioni operate dalla amministrazione.

La terza colonna del papiro riguarda il legionario C. Valerio Germano, originario da Tiro.

Col. Ill C(AIUS) VALERIUS GERMANUS TYR(IUS) accepit stip(endium) I an(ni) III do(mini) dr. CCXLVII s(emis)

ex eis

10

faenaria in v[i]ctum caligas fascias saturnalicium k in vestimen[t]is

expensas

reliquas depo(suit) et habuit

fit summa omnis

accepit stip(endium) II anni eius(dem) ex eis

dr. X dr. LXXX dr. XII dr. XX dr. C dr. CCXXII dr. XXV s(emis) dr. XX[I] dr. XLVI s(emis) dr. CCXLVII s(emis)

155 RMR 68-73, 129-132; ChLA 446, 447, 473, 495, forse anche 404. 156 Per tutti v. ora M.A. Speidel, Roman Army Pay Scales, ?JRS?, 82 (1992), 87-106.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 155

15 faenaria in victum

caligas fascias ad signa

expensas 20 re[li]quas deposuit

et habuit ex priore f[it s]umma omn<i>s

accepit stip(endium) III ann[i] eius(dem) ex eis

25 fae[n]aria in victum

cal[i]gas fascias in vestimentis habet [i]n deposito

[d]r. X dr. LXXX dr. XII dr. IV dr. CVI dr. CXLI s(emis) dr. XLVI s(emis) dr. [C]LXXXVI[II] dr. CCXLVII s(emis)

dr. X dr. LXXX dr. XII dr. CXLV s(emis) dr. CLXXXVIII

La somma percepita per ciascuno dei tre stipendi, a gennaio, maggio, settembre, accepit stip(endium) (primum) an(ni) (tertii) do(mini) (r. 2), risulta di 247 Vi dramme; da queste sono state detratte regolarmente 10 dramme per la pa glia, non si sa a quale destinazione (it. 4,15,25), 80 dramme per il cibo (rr. 5,16,26), 12 dramme per scarpe e calze (rr. 6, 17, 27); due volte compare la spesa per l'abbigliamento, rispettivamente di 100 (r. 8) e di 145 dramme (r. 28), mentre soltanto nel primo stipendio sono imputate al passivo 20 dramme per i saturnali

deU'accampamento, saturnalicium k(astrense) (r. 7) e, nel secondo, altre 4 (r. 18), forse per il culto delle insegne. L'operazione di calcolo tra voci attive e passive determina la somma che il soldato possiede, depositata a titolo di risparmio.

Interessante quanto ricco di problemi e il grande libro paga di soldati ausiliari, conservato nel RBerol. 6866= RMR 70, dell'anno 192157.

Sotto il nome di ciascun militare, elencato in ordine di anzianit& di servizio, viene segnato 1'ammontare delle differenti voci nelle quali lo stipendio era distri buito. Una sequenza ricavata dalla seconda colonna (rr. 7-13) esemplifica le caratte ristiche di un registro che si ispira ad assoluta uniformita.

Col II LUCCIUS AGILLIUS CASTR(ENSIS) lorictitis in dep(osito) (den.) C in viatico (den.) LXXV

accepit stipendi (den.) LXXXIV ob. XV (dodrantem) ex eo col[la]tio (den.) IIII ob. XXII s(emis)

5 reliquos t[u]lit (den.) LXXIX ob. XXI (quadrantem) habet in dep(osito) (den.) C in viatico (den.) LXXV

ORFITO ET RUFO COS. POLION[ ] DIOSCORI CASTR(ENSIS) lorictitis i[n] dep(osito) (den.) C in viatico (den.) LXXV

10 accepit s[ti]pendi (den.) LXXXIV ob. XV (dodrantem) ex eo c[o]llatio (den.) IIII ob. XXII s(emis)

[r]eliquos [t]ul[i]t (den.) LXXIX ob. XXI (quadrantem) [ha]bet in [dep(osito) (den.)] C in viatico (den.) LXXV

157 Assai simili a questo sono ChLA 230, 273, 446, 495.

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156 S. DARIS

Righe 7-13 Consolato di Orfito e Rufo (a. 178). Polion, figlio di Dioscoro, nato nelVaccampamento. Nelle casseforti in deposito 100 denarii, come viatico 75 denarii; ha ricevuto dallo

stipendio 84 denarii 15 3/4 oboli; da questo come contributo 4 denarii 22 1/2 oboli; prese con se il resto, 79 denarii 21 1/4 oboli. Ha in deposito 100 denarii, come viatico 75.

Non mancano, in una contabilita di questo tipo, particolari voci di spesa, come le tesserae baronum di ChLA 495.5, la refectio armorum di RMR 71 a 3,12, che puo riguardare la lorica e l'elmo (ChLA 446.7).

Rientra sempre nella pratica contabile del reparto, la restituzione delle somme di denaro, anticipate da parte di un cavaliere quale cauzione sul valore dell'ani mate a lui assegnato; tale operazione, che avviene nel momento dell'allontanamento dal reparto di appartenenza, ci e documentata dalla successione di tre ricevute ?

evidentemente parte di un medesimo registro ? rilasciate all'addetto, una in lingua

latina e due in greco (ChLA 397= CEL 152, RMR 75). Risaliva alia responsabilita degli stessi uffici militari il compito di assegnare

agli eredi nominati le somme gik possedute da soldati morti in servizio, in ossequio alle loro disposizioni testamentarie158. Di questo atto resta la prova nelle ricevute di P.Mich. 435 + 440= RMR 11 (secolo II), ora mal conservate ma evidenti nel la loro struttura. L'erede dichiara di aver ricevuto il denaro, che ammonta, in quasi tutti i casi, a 95 dramme, che potrebbero rappresentare il resto delle 100 dramme, tenute dai soldati come proprio deposito, dedotta la vicesima hereditatium.

Dagli ultimi decenni del secolo III, i documenti ufficiali prodotti dalla struttura militare e giunti sino a noi diventano rari159; nel corso del secolo seguente, i frammenti rimasti si riducono a ben esigue testimonianze160, con pochissime eccezioni tali da giustificarne uno speciale interessamento.

Al primo ventennio del secolo IV, negli anni 311/321, e da datarsi P.Mich. 592= ChLA 298, un frammento, questa volta, di dimensioni non trascurabili, che

elenca, nella forma consueta di tanti documenti dei secoli precedenti, i militari di un reparto, forse una coorte. Al nome del centurione, che figura in testa, seguono i primcipales ed i soldati semplici, nominati sempre in rigoroso ordine di anzianita.

Ad un anno che si colloca onnai alle soglie del 400161 risale ChLA 1320162; e una lettera con la quale un tribunus quintanorum esorta i praepositi horreorum e gli susceptores devoti degli accampamenti ad assicurare vitto ed alloggio a

quattro protectores, mandati in missione alia volta di Costantinopoli.

Fl[av]ius Gaiolus trib(unus) quintanor(um) prepositis horiorum et susceptoribus d[e]botis singulorufm] lo[co]rum sal(utem). Quatuor infr[as]criptis protectoribus ad adorandam divinam p[u]rpuram d[o]minorum

158 S. Daris, Documenti minori delVesercito romano in Egitto, in ANRW, 11,10,1 (1988), 727-29. 159 ChLA 504 (a. 283/308), 499 (a. 285/302), 864 (sec. III/IV), RAmh. 182= ChLA 401 (a. 303). 160 Come gli elenchi, tutti di dimensioni trascurabili, ChLA 429, 430, 444. 161

L'anno forse e il 399. 162 CEL 234, CPL 267.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 157

nostrorum principum die felicissimum pascharum direxi ad sacratissimum comitatum 5 quibus iuxta annuo consuetud[i]ne annonas quaternas kapitum quatuor sine ulla mora

prevere curate cum statibis solitis e[.]. protectores

Bennafer

Conon

10 Babes Besas

[tcq]v rcp[o]Tr|KT6p(ov Kinavoav Kaxepxopevcov aa[..]0.pa[.]i<; ] KOCKixa q

Flavio Gaiolo tribuno delta quinta legione ai responsabili del granai ed agli esattori devoti di ciascun accampamento, salute.

Ho mandato al sacrosanto esercito i quattro sottoelencati protettori ad adorare la divina porpora del nostri signori Imperatori, nel giorno felicissimo delta Pasqua, ai quali voi cercate di fornire, secondo la consuetudine di ogni anno, quattro razioni e foraggio per quattro, senza alcun indugio, con le solite soste.

I protettori sono: Bennafer, Conon, Babes, Besas.

Ma il documento di maggiore rilevanza, tra i pochi materiali del periodo, & senza dubbio ChLA 1248= CPR V 13 + P.Rainer Cent. 165163 che, sebbene

appartenga ad un carteggio privato e debba l'attuale assemblaggio a necessita

personali, testimonia l'intervento del comes Aegypti in tema di promozioni e di

congedi dei militari. II materiale che il cavaliere Sarapione ha ricopiato e raccolto per documen

tare i momenti decisivi della propria camera, appare costituito da tre lettere, ora

affiancate, che illustrano appunto gli avvenimenti cruciali dei diciotto anni di servizio prestato. Esse sono la copia delle lettere, scritte, in ordine di tempo, la

prima nell'anno 395, la seconda nel 396 e l'ultima nel 401 dai comites Aegypti ai prefetti in carica nell'accampamento di Psoftis.

II comes Flavius Pulcher, con propria iniziativa, decreta, nell'anno 395 la

promozione di Sarapione al rango di catafractarius.

Flavius Pulcher Gerontio f[r(atri?) praef(ecto) k(astri) Psofthis

Omnis ordo [.]...[.]s[ 5 munien.[. n]eque eni[m

loco quern viduari merito la[boru]m m[ilitaris] patitur disciplina in eoque Sarapionem m[u]nificem in scholam catafractariorum debere constitui harum auctoritate cognosce, ut praesentis indeptus mer[i]tum dignitatis

10 devotionem al[ac]rius exerceat militarem ex die itque inlaprel[.]s post [con]sulatum domin[o]rum nostrorum Arcadii ter et Honorii iterum perpetuorum Augustorum relatus, ut dictum est, matriculis dignitatis propriae consequatur annonas.

15 exemplum dat(a) XV Kal(endas) Maias Alex(andriae)

163 J.R. Rea, A Cavalryman's Career, A.D. 384(?)-401, ?ZPE?, 56 (1986), 79-88.

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158 S. DARIS

Flavio Pulcro a Geronzio, (suo fratello), prefetto dell'accampamento di Psoftis. Ogni rango... un posto che la disciplina militare ammette che sia vacante per i servizi

ed in questo sappi che Sarapione, pronto all 'espletamento dei compiti, deve essere am messo nella corporazione dei catafrattarii, suit'autorita di questa lettera, affinche, dopo aver ottenuto meriti nelVattuale rango, egli possa esercitare con maggior zelo la sua le alta di soldato e, assegnato nei ruoli, come e stato detto, dal giorno... dell'anno succes

sivo al terzo consolato di Arcadio e at secondo di Onorio, i nostri signori eterni Augusti, ottenga le assegnazioni del proprio rango.

Copia.

Spedita it 15 delle calende di maggio (17 aprile) ad Alessandria.

Dalla lettera del 396, a distanza di pochi mesi dalla prima promozione, accertiamo che Sarapione ha gia raggiunto il grado di decurio.

Lo stesso comes Aegypti, Flavius Heraclianus, che ne ha disposto la nomina, dichiara che l'iniziativa era stata suggerita al proprio ufficio dai graduati dell'ac

campamento di Psoftis allo scopo di occupare i posti resisi liberi nella schola

catafractariorum e nella schola decurionum, che, a loro volta, si propongono come nuove forme di organizzazione aH'interno dell'esercito.

[Fl]avius Heraclianus Dionusio fr(atri?) praef(ecto) k(astri) Psoftis.

[In]frascr[i]btos scholas antiquitus sta[tut]um numerum

[locoru]m o[mit]tere pr[io]res castri tibi commissi missa ad officium 5 [epistula] significarunt, idoneos etiam duos proprio

[periculo a]d replendas easdem scholas suggesserunt. [Ideo litteris acjceptis memora[to]s in isdem locis ex die kal(endarum?)

] dominis nostris [Arcadio] quater et Honorio ter

[perpetuis Au]gustis consulibus sterni fac c[.].[ 10 m]erita propri[a]e [di]g[n]itatis consecutf

] est[.].t

Sarapion catafracta(rius), prov(ectus) decur(io) Apion eq(ues), prov(ectus) catafra(ctarius)

ex]emplum

Flavio Eracliano a Dionisio (suo fratello), prefetto dell'accampamento di Psoftis. Gli ufficiali dell'accampamento a te affidato hanno segnalato, con una lettera mandata

all'ufficio, che le corporazioni sotto elencate sono al di sotto del numero di posti stabili to da data antica e, su propria responsabilita, hanno suggerito due persone idonee a

completare le medesime corporazioni. Percib, ricevuta (la lettera), fa iscrivere nei ruoli le persone menzionate, dalle calende

di... net quarto consolato di Onorio e terzo di Arcadio, eterni Augusti... perche ottengano (le assegnazioni) in rapporto ai meriti del loro rango.

Essi sono: Sarapione, catafrattario, promosso decurione; Apione, cavaliere, promosso catafrattario.

Copia.

Cinque anni piu tardi, ragioni di salute (la colite che affligge anche altri

commilitoni) costringono Sarapione all'abbandono del servizio attivo, come viene attestato dalla lettera del 401.

In questa non manca il richiamo, da parte del comes Flavius Eleutherius, al

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 159

rispetto della prassi da osservare nell'applicazione del provvedimento, primo fra tutti la restituzione delle armi gia in dotazione degli uomini congedati.

Flavius Ele[ut]herius H.st.[..].. fr(atri?) p[rae]f(ecto) k(astri) Ps[oftis

[ [

5 in..[.]tia.[ nomin[a] m[at]riculis [ Vincentio et Fraouitho viris clarissimis consulibus omni armorum genere quo instructi esse videbantur redhibito eximere curabis.

et sunt 10 dec(uriones)

15 catafrac(tarii)

eq(uites)

Sarapion Stefanus Fileas Isidorus

Doroteus

Foebammon

Apammon Foebammon Heraclas

Ahesis Antonius

colic(us) debilis senex

aegrot(us) senex

ut s(upra) colicus debil(is) senex

ut s(upra) ut s(upra)

sti(pendiorum) sti(pendiorum) sti(pendiorum) sti(pendiorum) sti(pendiorum) sti(pendiorum) sti(pendiorum) sti(pendiorum) sti(pendiorum) sti(pendiorum) sti(pendiorum)

XVIII XXII XXXV XVIII XXVII XX X VII XXVII XXVII XXVII

Flavio Eleuterio a... (suo fratello), prefetto delVaccampamento di Psoftis. ... dovrai provvedere alia cancellazione dai ruoli dei nominativi... nel consolato di

Vincenzo e Frauito, viri clarissimi, una volta avvenuta la restituzione di ogni tipo di armamento di cui risultavano equipaggiati.

Ed essi sono: decurioni Sarapione malato di colite stipendi 18

Stefano inabile stipendi 22 Filea per limiti di eta stipendi 35 Isidoro ammalato stipendi 18

catafrattari Doroteo per limiti di eta stipendi 27 Febammone come sopra stipendi 20 Apammone malato di colite stipendi 10 Febammone inabile stipendi 7

cavalieri Eraclas per limiti di eta stipendi 27 Aesis come sopra stipendi 27 Antonio come sopra stipendi 27

5.2 / documenti relativi alVesercito

Tutt'altro che trascurabile appare il contributo alle antichita militari romane

procurato da un gruppo di materiali, limitato quanto al numero, motivato sempre da necessita personali di singoli individui ma con preziosi riferimenti ai meccanismi generali dell'apparato dell'esercito romano.

Si tratta per lo piu di testi relativi allo status giuridico delle persone che avevano provveduto alia stesura degli scritti; spesso l'obbligo di documentare, in modo adeguato, una richiesta o di legittimare il proprio diritto ad un beneficio, comportavano la necessity di una esplicita citazione della norma che regolava il caso, o almeno un richiamo documentale utile alia procedura seguita.

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160 S. DARIS

Quale fosse una delle possibili via da battere per una recluta che aspirasse aH'arruolamento ed a un'assegnazione favorevole, risulta ora evidente proprio da un documento di natura strettamente privata, come la lettera ChLA 1212= CEL 149164 che una recluta, C. Valerio Saturnino, indirizza al Prefetto d'Egitto degli anni 113/117, M. Rutilio Lupo.

M(arco) Rutilio Lup[o] praef(ecto) Aegypti ab C(aio) Valerio S[a]turnino tirone.

Rogo, domine, [digjnum me iudices ut pr[obe]s militem

5 in cohorte u[t pojssim bene ficio tuo sub sig[ni]s Imp(eratoris) domini n(ostri) mili[tar]e genioque tuo gratias ag[am].

A Marco Rutilio Lupo, Prefetto d'Egitto, da parte di C. Valerio Saturnino, recluta. Ti prego, signore, di giudicarmi degno di arruolarmi come soldato in una coorte, in

modo che, per it tuo beneficio, io possa prestare servizio militare sotto le insegne delVIm peratore nostro Signore e renda grazie al tuo Genio.

La completezza del testo e la trasparenza della domanda non hanno bisogno di commento; e indubbio pero che si manifesta alquanto inatteso e non poco sorprendente l'approccio da parte di una semplice recluta alia massima aUtorita

responsabile delle operazioni di arruolamento e di assegnazione ai reparti di

competenza.

Investe problemi inerenti allo status di legionario ChLA 1364= CPL 102, redatto nell'accampamento invernale della legio III Cyrenaica, nell'anno 92. In esso T. Flavius Longus, optio della stessa legione, dichiara, alia presenza di tre

testimoni, 'se ingenuum natum et civem Romanum esse iusque militandi in le

gione habere' (rr. 7-15). Quali siano le ragioni che, nella fattispecie, avevano de terminate la dichiarazione, resta oscuro, ma non si pud allontanare il sospetto che investissero la possibilita di servire nelle legioni anche senza il possesso della cittadinanza romana.

Non avviene di rado che documenti scritti in lingua greca permettano di

sorprendere abitudini e comportamenti, che non sarebbero talora facilmente ipotiz zabili ma risultano affermati nella esperienza quotidiana dei soldati romani in ser vizio attivo in Egitto165. E assai infrequente invece che situazioni di interesse esclusivamente personale producano testi in latino, considerato che nel disbrigo delle pratiche correnti di questo tipo appare pressoche incontrastato l'uso della

lingua greca. Sembra percio corretto interpretare in termini di eccezionalita la lettera latina

ChLA 1440= RWisc. 70166 con la quale un personaggio di rango militare autore

164 Editio princeps di M.P. Speidel, R. Seider, A Latin papyrus with a recruit's request for

service in the auxiliary Cohorts, ?JEA?, 74 (1988), 242-44. 165

Cfr. Daris, Documenti minori, 724-42. 166

Cfr. Daris, Documenti minori, 725-26.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 161

vole comunica personalmente a Teres, il decurione suo destinatario167, di avergli concesso una licenza di trenta giorni per controllare lo stato delle sue proprieta nell'Arsinoite (rr. 5-6), su espressa sollecitazione dello stratego del nomos Copti te168.

[.]s Ten decurioni salutem.

[.Jstermus strategus Coptitu peti [vit a me u]t tibi commeatum darem

5 [dierum] XXX ad intervisendas possessio ns tuas] quas habes nomo Arsinoite.

[Me sati]sfacere scripsi non solum [illi sed] etiam Petronio Fido centu [rioni ...] e.[...]ogo die suo acce

10 [p- ]tem bis [.]

E naturale che documenti incentrati su tematiche private abbiano trovato diffusione neH'ambiente dei soldati veterani, direttamente interessati ad attestare i diritti acquisiti al momento del loro congedo.

Ad un atto privato del secolo II/III, BGU 628 verso 11= CPL 103169 si deve la conservazione di un editto di Ottaviano, imperator Caesar Divi filius triumvir rei publicae consultor (rr. 2-3), che aveva concesso a tutti i veterani, negli anni tra il 40 ed il 37 a.C, la cittadinanza romana assieme ad immunita ed ad altri benefici.

Analoga circostanza rende possibile la conoscenza, da un dittico di Filadelfia neir Arsinoite, dell'anno 94, CPL 104170 di un altro editto, questa volta di

Domiziano, sullo stesso tema, ma con particolare riferimento ai veterani congedati 'qui militaverunt Hierosolymnis in leg(ione) X Pretense... honesta missione

stipendis emeritis9 (col. III.3-5)171.

Sempre a cura di soldati gia appartenuti alia legio X Fretensis e stato ricopiato PSI 1026= ChLA 784172 a Cesarea di Palestina, testo redatto nella forma del

diploma. Alcuni militari, sul punto di ritornare ad Alessandria d'Egitto, al momento

del congedo, dopo aver prestato servizio nella classis Misenensis prima e nella

legio X Fretensis poi, chiedono a Vilius Kadus, legatus Augusti pro praetore, il riconoscimento di essere stati congedati proprio dalla legione. Dalla risposta, comunque positiva, del legatus Augusti balza il dato piu rilevante dell'intero documento: 'veterani ex legionibus instrumentum accipere non solenf (fr. A 22,

167 Per questo decurione v. BL X, 284.

168 Se il nome dello stratego (r. 3) fosse da leggere Chr]ysermus, la lettera potrebbe risalire

all'anno 103 (BL IX, 374). 169

ChLA 416. 170

Seider I, 15 tav. VIII. 171

Anche ChLA 302 sarebbe un rescritto sui privilegi dei veterani, ma da esso non si ricava

quasi nulla. 172 Seider I, 33, tav. XVI, CPL 117; vedi supra, p. 111.

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162 S. DARIS

B 15), dichiarazione che prova indiscutibilmente come i soldati legionari non

ricevessero, all'atto della honesta missio113, il consueto diploma di bronzo.

Fr. A, righe 1-11:

Descriptum et recogn[i]tum ex libello proposito cum alis in porti[co] Iu[niae Basi..].ae in quo scriptum erat id quod imfra scriptum est. Vilio Kado le[g(ato) A]ug(usti) pr(o)

pr(aetore) [ab] veteranis leg(ionis) X Fr(etensis) n(umero) XXII qui militare coeperunt Glabr[io]ne et [Torquato

item Paulino] et Aquilino cos., quorum nomina subiecta sunt. Cum militaveri[mus, domine, in classe]

5 praetoria Misenensis et ex indulgentia divi Hadriani in leg(ionem) Fr(etensem) translatis [s]uper XX

omnia nobis uti bonis militibus constiterit nunc quo[qu]e felicissimis temporibus sacramento absoluti sumus et in patriam Alexandriam ad Aegypto ituri, petimus et rogamus digneris nobis adfirmare a te missos esse ut ex adfirmatione tua appareat nos ex eadem legione missos esse non ex classe ut possit r[e]bus neces[sari]s sub

10 scriptio tua [instjrumenti causa nobis prodesse et [h]umanitati tuae [i]n per[petuo] gratias

agamus.

Righe 11-21: nominativi dei 22 militari.

Righe 21-25: 21 L. [P]etronius Saturninus edidi pr[o] me et conveteranis meis. Pom

ponius scribsi. Subscriptio: Veterani ex legionibus instrumentum accipere non solent attamen sacrament[o] vos a me iussu imperatoris n(ostri) solutos notum fieri praefecto Aegypti desideratis. Sportulam dabo p[roxim]e. Actum in [co]l(onia)

I Fl(avia) Aug(ustea)

25 Caes(area) XI Kal(endas) [Februar(ias) Squilla Gallicano et Carminnio Vetere cos.

Righe 1-11: Copia riscontrata con Vistanza esposta assieme ad altre nel portico della basilica

Giunia, in cui era stato scritto cib che e stato scritto sotto. A Vilio Cado, legatus Augusti pro praetore, da parte dei veterani della legione X

Fretense, in numero di 22, che hanno incominciato a prestare servizio militare nel consolato di Glabrione e Torquato e di Paolino ed Aquilino (a. 124 e 125), dei quali i nomi sono stati aggiunti sotto.

Poiche noi, signore, abbiamo prestato servizio nella flotta pretoria del Miseno e, trasferiti nella legione Fretense per la benevolenza del divino Adriano, dopo oltre 20 anni tutto per noi si e svolto in conformita come a buoni soldati, anche adesso in tempi felicis simi siamo stati svincolati dal giuramento e sul punto di andare in patria, ad Alessandria in Egitto, chiediamo e preghiamo che tu ti degni di dichiararci che siamo stati congedati dalla medesima legione non dalla flotta, affinche la tua sottoscrizione, nelle situazioni che to richiedono, ci serva come atto legate e allo scopo di rendere grazie per sempre alia tua amabilita.

173 Forse e una petizione di veterani anche P.Mich. 443= CPL 177, ChLA 286, ma il testo e scarsamente leggibile. E oscuro lo scopo per il quale un veterano, nell'anno187/88, presenta la dichia razione P.Ryl. 611= CPL 176, ChLA 248, da Filadelfia nell'Arsinoite, nella quale ricorda di aver

ottenuto dall'imperatore il conubium con la moglie Herais.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 163

Righe 21-25: lo, L. Petronio Saturnino, ho presentato a nome mio e per i miei colleghi veterani. Io, Pomponio, ho scritto.

Sottoscrizione: i veterani delle legioni non sono solid ricevere una attestazione, tuttavia voi desiderate che sia reso noto al Prefetto d'Egitto che voi siete stati svincolad dal giuramento da parte mia su ordine del nostro Imperatore. Vi dard presto la conces sion.

Redatto nella colonia Prima Flavia Augusta Cesarea I'll delle calende di febbraio net consolato di Squilla Gallicano e di Carminnio Vetere (22 gennaio 158).

Per l'eta dioclezianea ChLA 1335= CPR VII 21174 conserva il frammento di un dibattito, che trovava il suo punto focale nella legittimita di una honesta missio. II lacunoso brano appartiene al verbale di una udienza, tenuta alia presenza del Praeses della Tebaide e registrata nella forma caratteristica dello schema bilingue; tra i personaggi coinvolti figura un summus curator dell'ala Quadorum. Troppo poco resta della discussione per comprenderne le linee di sviluppo ma l'insistenza con la quale si ripresenta l'argomento della pienezza del servizio prestato175 fa ritenere che attorno a questo tema si svolgesse la parte essenziale del contenzio so, evidentemente alia luce della normativa vigente.

6. / testi greco-latini

La presenza in un contesto di lingua greca di singoli vocaboli o di frasi in

latino, va considerato come fenomeno sporadico nel corso dei primi tre secoli176. Gli esempi infatti sono alquanto rari177.

174 Per il testo v. D. Hagedorn, Bemerkungen zu Urkunden, in Miscellanea Papyrologica, Firenze

1980, 104-06, e, per la data da porre tra il 30 gennaio 300 ed il 305/306, v. J.R. Rea, Aurelius Reginus, Praeses Thebaidos in CPR VII 21, ?ZPE?, 41 (1981), 281-82. Cfr. BL VIII, 109.

175 Righe 4,13,15. 176 In data alta, si registra la traslitterazione in forme alfabetiehe latine o di un intero documento

greco (POxy. 2772, a. 10/11, Rochette, he latin, 200-04), o di qualche sua sottoscrizione (BGU 2116.20-22= ChLA 464, cfr. BL VII, 22, a. 25/26) o per singoli termini delle sottoscrizioni (POxy. 244.16= ChLA 206, CPL 175, Ceri[nthus] Antoniae Drusi ser(vus) epid/e/doca anno VIIII Tib(eri) Caesaris Aug(usti) Mechir die oct(avo), a. 23) o per indicarne il contenuto (PTebt. 586 verso= SB

11041, enegosis Psengebgis ke Marheus, a. 20/21). Di particolare interesse, se non fosse quasi del tutto irrecuperabile, sarebbe il testo latino della sentenza emessa in lingua latina dai xenokritai, in

POxy. 3016.13-21= ChLA 1418, dell'anno 148. Incerto e il caso di ChLA 480 (sec. Ill), che po trebbe provenire da un glossario piuttosto che da una lettera; la traslitterazione di un testo letterario

figura in PSI743= CPL 69, Seider 11,1,13 tav. X. Per il periodo bizantino, notissime e comuni sono le sottoscrizioni notarili del tipo di emu N.N. sumbolaeografu esemioth (egrafe, eprachth, etelesth, etelioth (v. J.M. Diethart, K.A. Worp, Notarsunterschriften im byzantinischen Agypten, Wien 1986, 14 sgg.; Rochette, Le latin, 200-04). Per la raccolta dei materiali e tutta la bibliografia precedente relativa a questo problema v. Rochette, Le latin.

177 Oltre ai tre testi gia citati (v. supra) CPL 282= CEL 11 (18 a.C), SB 13574 (2 a.C), ChLA 870 (a. 7), sono da ricordare: P.Bon. 31, notavi, sottoscrizione ad una ricevuta per lavoro alle dighe (a. 44/45; v. BLV, 18, H.C. Youtie, Documentary Papyri, ?TAPA?, 92 (1961), 553-56= Scriptiunculae,

Amsterdam, I, 359-62); O.Cairo GPW 117, data in latino ad una ricevuta per la consegna di paglia (a. 77); ChLA 466.21-22 (a. 152), postilla in latino ad un verbale di udienza; ChLA 413 (a. 165), data e sottoscrizione latina ad una ricevuta (a. 179); WO 1266, notavi (sec. II); SB 9290, data in latino (alle righe 8 e 10) in un ordine del centurione ai presbyteroi di un villaggio (sec. II); P.Fayum 38= ChLA 207, data in latino in un ordine di comparizione (sec. II/III); ChLA 282, sottoscrizione latina di un chirografo (sec. Ill); O.Mich. 287, 288, 825= CPL 300-302, notavit, sottoscrizione a

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164 S. DARIS

Dall'inizio del secolo IV, la prassi subisce una evidente evoluzione in ossequio ad un impiego accentuato della lingua latina negli atti di carattere ufficiale.

Compaiono gia dall'anno 298 le sottoscrizioni dei censitores, in calce alle dichiarazioni di terreni, presentate per il censimento178, assieme all'abitudine di introdurre o concludere un documento in greco o con la semplice data in latino179 o con qualche brevissima annotazione d'ufficio180; nel caso di lettere private, non manca l'aggiunta autografa dei saluti in latino181.

L'aspetto caratterizzante della rinnovata politica linguistica in eta dioclezianea si manifesta nella comparsa, sempre piu marcata, del latino e del greco in un

medesimo testo, quale lingua della amministrazione la prima, delle parti in causa, la seconda.

I verbali delle udienze tenute davanti alle autorita, registrano il dibattimento delle cause nei due differenti codici linguistici ed affidano al latino le didascalie o gli interventi dei funzionari che effettivamente abbiano usato il latino, al greco le altre parti182.

La richiesta procedurale BGU 2173 dell'anno 498, di un iudicium familiae herciscendae e di un altro communi dividendo, suggerisce all'estensore la cautela di inserire in un documento, interamente redatto in greco, la specifica definizione tecnica in latino per entrambi i casi. Di qui la dizione di riga 9 familie ercescunde e quella, meno riconoscibile, di riga 13 comoti dibitonti.

Analogamente, nell'atto di vendita di una casa RHerm. Rees 35 (sec. VI/VII)183, la citazione di una norma di legge viene introdotta con le parole iniziali del suo testo latino Intercessio nos (r. 11, cfr. BL V, 45)184.

ricevute per lavoro alle dighe (sec. Ill; H.C. Youtie, Notes on O.Mich. I, ?TAPA?, 71 (1940), 624 628= Scriptiunculae, I, 64-68); P.Lond. 384= ChLA 201, data in latino (rr. 1-3), recognovi (r.35), certificazione di autenticita (sec. Ill, cfr. BL VIII, 82-83). 178

Semplicemente legi in P.Flor. 32 b= W.Chr. 228; P.Lond. 1647= ChLA 209; del tipo Iul(ius) Sept(imius) Sabinus cens(itor) acc(epi) et subscripsi libellis in P.Thead. 54. 24= P.Sakaon 2; 55.20= PSakaon 3; P.Cairo Isid. 3.42; 4.22; 5.46; 9.16; P.Ryl. 656.24; PStrass. 42.21= W.Chr. 210.

179 St.Pal. XX 284.4 (a. 317); ChLA All (a. 347); P.Lond. 1825= CftLA 210 (a. 352); ChLA 285 (a. 357); CPL 230 (a. 396). 180

P.Oxy. 3129 (a. 335); 3793.15-17= ChLA 1419, C?L 225 bis (a. 340) opto bene valeas per multos an[nos] e la data; P.Oxy. 3794= ChLA 1427, CEL 225 ter (a. 340); P.Oxy. 3579 (a. 341/343); P.Oxy 3577 (a. 342); ChLA 519= CEL 235 (sec. IV); 1106, legi (r. 8), /eg/ scribus (r. 10; sec. VI); ChLA 464.12, /eg/, scritto sia di mano del praeses sia dello scriba.

181 P.Merton 115.27-29 (sec. IV) opto te, fili, bene valere; PAbinn. 62.19-20= CEL 228 (sec. IV) et te per multos annos opto bene valere. Cfr. inoltre la lettera cristiana P.Kdln 200= ChLA 1455

(sec. V/VI) con saluti ed indirizzo in latino, e la sottoscrizione ad una lettera in latino ChLA 29X-CEL 245 (sec. VI).

182 Rochette, Le latin, 116-26; R.A. Coles, Reports of Proceedings in Papyri, Bruxelles 1966,

36-37, 45-48, 59-63. Un precedente interessante potrebbe essere PWisc. 48.42-43= ChLA 1438, del secolo II, seguito da P.Ross. Georg. V 18= CPL 431 n. 1, dell'anno 213 (per il quale v. Rochette, Le latin, 115 e Coles, Reports, 37). Cfr. i 28 numeri di CPL, Les papyrus bilingues, 431-437 e la lista di P.Oxy. LI, 47-48, da integrare ora con SB XVIH 13295 (a. 298/300), 13296 (sec. III/IV), PSI 142 recto= ChLA 1462 (sec. V; cfr. H. Harrauer, R. Pintaudi, Virgilio ed il dimenticato recto di

PSI II142, ?Tyche?, 6 (1991), 87-90, Id., Offlcium recitavit: ancora a proposito di PSI 142 recto, ?Anal. Pap.?, 3 (1991), 141.

183 Cfr. L. Migliardi Zingale, Nuovi testi epigrafici, Legum Iustiniani Imperatoris Vocabularium,

Subsidia IV, Torino 1994, 185. 184 Per il ruolo del latino come lingua del diritto v. R. Yaron, The competitive Coexistence of

Latin and Greek in the Roman Empire, in Collatio Iuris Romani, Etudes dediees a H. Ankum, II, Amsterdam 1995, 657-64.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 165

7. La lingua dei documenti

Alia fine della presentazione dei documenti in latino, e ragionevole porsi la domanda circa l'apporto che da essi deriva alia storia della lingua latina in questo territorio di provincia.

La condizione largamente frammentaria dei supporti e, di conseguenza, la modesta estensione dei testi riducono di molto il peso della loro testimonianza

per tale aspetto. Se ad un simile oggettivo condizionamento si aggiunge la struttura formulare di buona parte dei documenti, il significato linguistico dei papiri latini

apparira ulteriormente circoscritto. Le condizioni minime necessarie si incontrano ? con eccezioni rarissime ?

nel gruppo delle lettere private, quasi le sole a conservarsi in uno stato di sufficiente

integrita ed a costituire utile spunto per valutare i caratteri fonetici e morfologici della lingua usata e talora persino le movenze stilistiche.

Tutti i fenomeni linguistici che si manifestano nelle lettere latine formano

l'oggetto dello specifico esame di P. Cugusi185, dal quale risulta confermata

l'importanza del contributo offerto da questa categoria di testi alia storia generale del latino. Nelle lettere, ad ogni livello, i modi del colloquiare quotidiano si im

pongono, sin dagli esempi di data piu antica, ed improntano di se ogni aspetto del linguaggio.

Innumerevoli sono gli esempi di grafia fonetica; per la morfologia bastera citare l'uso di alio per alii, di illei quale dativo singolare femminile di ille.

II vocabolario, alimentato da grecismi ed arricchito da novit& lessicali e se

mantiche, accresce l'espressivita (de tarn pusilla summa CEL 10.7), e la pregnanza del proprio significato (mi frater, caro mio CEL 8.7; domi recte, a casa tutto bene CEL 3.7-8) oppure carica i termini di un valore nuovo (dissimulare non potui CEL 8.3).

Gli effetti di una maggiore immediatezza sono ricercati con espressioni voluta mente enfatizzanti, nell'intento di affidare alia parola scritta l'efficacia del par lato. Per segnalare un intenso legame di amicizia lo scrivente dir& ego te non

tanquam amicum habio set tanquam fratrem gemellum qui de unum ventrem exiut

(CEL 74.6-9). Una situazione difficile e descritta come fonte di grande infelicity e superarla sara meno rischioso che sfuggire ad un naufragio: hie nihil est nisi miseria magna itaque putabo me ex naufagio effuisse nuc si at vos pervenero (CEL 1 II. 13-16). La constatazione di atteggiamenti peculiari della natura uma na, e percio immutabilmente presenti nella esperienza di ogni giorno, rende giusti ficato il ricorso a passi di trasparente ritmo proverbiale, come avviene nel caso della amara osservazione nimia bonitas pernicies hominibus est vel maxsuma (CEL 10.4-5).

I comportamenti linguistici individuati, in larga misura, nelle lettere ufficiali o private, trovano riscontro anche nel resto della documentazione tipologicamente differente.

Cosi tra i fenomeni fonetici relativi al trattamento delle vocali si ripropone186

185 CEL I, 28-45. 186 I passi sono citati sulla scorta dell'edizione piu recente.

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166 S. DARIS

lo scambio di i per e, ad cunios (ChLA 786.8), di ei per i, conductei (ChLA 768.8

sgg.), nummeis exactis (ChLA 788.6), e di o per u in servos (ChLA 840.8), equom (ChLA 782 a 1-2), in papiri databili aH'interno del I secolo.

Forme sincopate si hanno in arclam ligneam (ChLA 249, P.Mich. 434.13) ed in lamnae (ChLA 409 1.10; ChLA 243.13), e la caduta della nasale finale -m in

apocha (ChLA 840.9) e scaphiu (ChLA 783.14). Per omnia si registra il passaggio alia funzione avverbiale (O.Claud. 367.9-10). Un caso evidente di grecismo flessionale ricorre in nomi Arsinoitu Heracleidu

partis (PDiog. 10.14).

Sebbene l'ambito lessicale dei documenti che non siano di natura epistolare187 non pud misurarsi con una altrettanta molteplicita di situazioni, in quanto compresso in contesti di respiro limitato, non e per questo meno degno di una

qualche considerazione. In un ambito espressivo assai spesso ristretto, fanno la loro comparsa vocaboli

di novita e rarita assoluta; le occasioni possono essere le piu varie, come quella suggerita dalla descrizione dei tratti somatici di un individuo o da un registro amministrativo che enumera attivita artigianali. Nel primo caso (ChLA 295) quan do occorre denunciare una forma di calvizie, l'individuo appare definito subcalvus', nel secondo (ChLA 304) vengono nominati operai specializzati come gli aciscu larii (r.15) e gli adplumbatores (r. 28), attestati gli uni solo dai glossari, gli altri da un composto del quale era nota soltanto la forma verbale adplumbo.

II linguaggio militare arricchisce il vocabolario con la propria terminologia squisitamente tecnica, necessaria a definire specifici atti, persone, funzioni. Tale

esigenza si rispecchia nel valore pregnante di sostantivi come pridianum188, quinta nesiumm, galearius190, il controverso ascita191 nonche il problematico lorictitis192; assolutamente senza paralleli e la forma deponente per hibernor (ChLA 411.3).

Nella categoria dei vocaboli, presenti nei papiri, ma di impiego assai ridotto o circoscritto a delimitati settori della tradizione letteraria, rientrano missicius193

? sia nella forma aggettivale sia in quella sostantivata ?, domucula 19\ che figura nell'asse di beni testamentari, e catella195, uno degli oggetti preziosi citati nella costituzione di una dote.

Talora la fraseologia dei papiri si apre verso nuovi contesti o a nessi non ancora documentati; cid accade con aestimium che, da vocabolo proprio degli scrittori gromatici

? in riferimento alia misurazione dei terreni ? oppure dei

187 Per le lettere v. CEL I, 38-45. 188

ChLA 411.2 e 501.1; il termine compare anche in due altri papiri extra-egiziani come ChLA

219 1.24 e RDura 60 C 3. 189 RMR 9, v. O.Bu Njem 77-78. 190 ChLA 409 1.6 II.9, (cfr. O.Bu Njem 76,81) con un probabile galeariatus,-um (RMR 9 e 112). 191

ChLA 787.11, dove resta incerto se il termine abbia una precisa connotazione militare o non

piuttosto un significato generico di persona che maneggia Fascia. 192 Presente nei registri di contabilita militare ChLA 410 passim e ChLA 445.7, per il quale v.

R.W. Davies, A Note on lorictitis, ?Bonner Jahrbucher?, 168 (1968), 161-65, cfr. RMR 112. 193 ChLA 280.1,12 e 788.1, Svet. Nero 48,2, Mart. Ill 91.1. 194 ChLA 412.5, Apul. Met. IV 9, Val. Max. VI 4,8, e scrittori tecnici come Vitr. VI 7,4. 195 ChLA 783.6.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 167

glossari, ricorre nell'espressione in aestimio vestis (ChLA 442.8, cfr. ChLA 249.10); ancora nell'ambito della terminologia militare, ritroviamo indicato il passaggio di un decurione d'ala ad una coorte con la frase reiectus... ad vircam chortis (ChLA 411); la differente tipologia degli scudi fabbricati in una officina deU'esercito, appare bene individuata per mezzo della precisa aggettivazione degli scuta talaria e degli scuta planata (ChLA 409 11.9,13).

Un contributo sostanzioso al bagaglio lessicale dei papiri latini proviene dai

grecismi, naturali in un territorio nel quale era la lingua greca quella con la quale soprattutto i parlanti latini si trovavano ad interagire.

Ci sono i grecismi di necessita adoperati per designare realta tipicamente egiziane; si riferiscono all'assetto territoriale termini come chora, nomos (la cui unita minore la jiepiq e resa talora con pars), metropolis, pagarchia. Tra i funzio nari maggiori sono nominati Yepistrategus, lo strategus mentre i chomatepictae rappresentano la categoria di quanti ricoprono responsabilita a livello locale; nella

prassi amministrativa, la fase delicata del passaggio dei militari congedati alia vita

civile, conserva nel grecismo epicrisis tutta la sua specifica valenza. Per taluni dei vocaboli sopra ricordati, accade di segnalare che, quand'anche

si tratti di termini di uso generalizzato, nei papiri d'Egitto assumono sempre una

speciale connotazione locale; in molti casi inoltre, le testimonianze dei papiri portano a retrodatare considerevolmente la loro presenza nella storia della lingua.

La concentrazione dei grecismi in un medesimo documento ? che, il piu

delle volte, rappresenta Tunica attestazione dei vocaboli ? appare incentivata e

giustificata dalla natura del testo nel quale essa si manifesta. Sede privilegiata per la manifestazione di un simile fenomeno pud essere, ad

esempio, un contratto di matrimonio come ChLA 249= P.Ryl. 612 + P.Mick 434

(sec. II), con la relativa costituzione della dote. L'elenco dei beni dotali comprende proprieta catoecicae (hapax), con terreni a vigna, ampelitis (mai altrove, in la tino, con questo significato), di natura sabbiosa, amminae (hapax); la lista delle

suppellettili comprende lecythoe duae, uno specchio, osyptron, almeno due bot ticelle, una delle quali del peso di sette mine e un quarto, cadium alter(um) statmo

mnae VII quadr., un cophinum. Tra gli oggetti d'oro, vengono nominati un

orecchino, enotion perlongum e dei cottatia (probabilmente collaria), ornamenti di foggia non meglio precisabile. Non manca, tra le vesti di valore, un palliolum tribacum.

Ad un caso analogo di accentuata presenza di grecismi ma di differente contesto, si assiste in ChLA 304= P.Tebt. 686 (sec. II/III), che, oltre a legna da ardere, ligna causima, e di contenitori di rame, chalciotecae, fa ricorso a vocabo li meno perspicui come hyleos

? evidentemente ad indicare sempre materiale

ligneo ? ed a collema, nell'accezione della tecnica libraria e non in quella degli

scrittori medici.

8. / papiri letterari

II repertorio preparato nell'anno 1965 da R.A. Pack per la seconda edizione del volume The Greek and Latin Texts from Greco-Roman Egypt196; parzialmente

196 Gli autori latini figurano ai numeri 2917-3026 e nel Supplement 2933 a-3026 h (p. 159);

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168 S. DARIS

integrato dal supplemento di P. Mertens197, registra la quasi totalita dei testi letterari in latino198.

Alcuni dati emergono con molta chiarezza. In primo luogo, la presenza massiccia (tra autori identificati e scritti anonimi)

di testi relativi al diritto199, per un totale numericamente quasi superiore al

complesso degli altri scrittori. Va notata poi la distribuzione cronologica, abbastanza prevedibile, delle

opere200: si tratta di esemplari trascritti soprattutto tra i secoli IV e V; pochi ri

salgono ai due secoli precedenti e si possono considerare altrettante rarita quelli concordemente attribuiti al secolo I.

Sarebbe sufficiente questa sola constatazione per cogliere la straordinaria rilevanza della scoperta, piu volte ricordata, a Qasr Ibrim, nella Nubia egiziana, di un frammento dell'opera poetica di Cornelio Gallo201, in un manoscritto da datare negli anni tra il 50 ed il 20 a.C. 202. Tale datazione fa di esso il pezzo letterario latino piu antico giunto sino a noi, di qualche decennio anteriore al Carmen de bello Actiaco tramandato da P.Herc. 817; ne meno ricca di interroga tivi e la sua presenza in un sito tanto remoto ai confini meridionali dell'Egitto, nel preciso contesto archeologico della fortezza di Primis. II recupero di nove versi ? con un epigramma completo

? della produzione di Gallo costituisce un

per gli autori cristiani v. infra., p. 175. Sul problema in generate v. Rochette, Le latin, 247-326; U.

Wilcken, Uber den Nutzen der Lateinischen Papyri, in Atti IV Congr. Int. di Papirol., Milano 1936, 104 sgg.; R Collart, Les papyrus littiraires latins, ?Rev. Philol.?, 5 (1941), 112-28; G. Nencioni,

La lingua latina nelVantico Egitto, in Egitto moderno e antico, Milano 1941, 313 sgg.; R. Roca

Puig, Panorama de los papiros latinos, ?Helmantica?, 30 (1959), 18 sgg.; Montevecchi, Papirologia, 237-39. Per i problemi paleografici v. G. Petronio Nicolaj, Osservazioni sul canone della capitale libraria romana fra I e III secolo, in Miscellanea in memoria di G. Cencetti, Torino 1973, 3-28; B.

Breveglieri, Materiali per lo studio della scrittura minuscola latina: i papiri letterari, ?Scritt. e

Civ.?, 7 (1983), 5-49; B. Rochette, Sur la signification des accents et des marques de quantite dans les papyrus latins, ?ZPE?, 119 (1997), 203-08.

197 P. Mertens, Les papyrus littiraires latins d'auteurs classiques durant les deux dernieres

decennies, in Miscelldnia papiroldgica Ramon Roca-Puig, Barcelona 1987, 189-204 (qui citato come

P-M); Taggiornamento e parziale in quanto limitato ai numeri 2917-2952, con l'esclusione dei testi

giuridici e di quelli cristiani. 198 Sono esclusi i papiri di Ercolano ma compaiono quelli di Nessana; aggiornamenti si trovano

in Montevecchi, Papirologia, 238, ed in R. Cavenaile, Papyrus litteraires latins et philologie, ?Ant.

Class.?, 50 (1981), 125-36 e, dello stesso autore, Papyrus latins 1991, 49-55.

199CPL 70-101, Cavenaile, Papyrus latins 1991, 53-55; aggiungi BKT IX, 200-201; per CPL 75 v. G.L. Falchi, Sui 'Fragmenta Beroliniensia' incerti auctoris 'de iudiciis\ ?SDHI?, 51 (1985), 189-214.

200 Quanto alia distribuzione geografica dei ritrovamenti, tra le localita egiziane che, con certezza,

hanno restituito frammenti letterari latini, attualmente Ossirinco occupa il primo posto, seguita, a

molta distanza dai luoghi deirArsinoite e da Antinoe. 201

Contro tale attribuzione v. G. Giangrande, An alleged fragment of Gallus, ?Quaderni Urbinati?, 5 (1980), 141-53; per il sospetto che si tratti di una falsificazione moderna v. F. Brunholz, Der sogennante Galluspapyrus von Kasr Ibrim, ?Codices Manuscripti?, 10 (1984), 33-37.

202P-M 2924.1; Yeditio princeps e opera di R.D. Anderson, P.J. Parsons, R.G.M. Nisbet,

Elegiacs by Gallus from Qasr Ibrim, ?JRS?, 69 (1979), 125-55, CLA 1817. La bibliografia relativa a questo frammento e ormai imponente; da ricordare almeno le rassegne di A.M. Morelli, Rasse

gna sul 'nuovo Gallo', in Disiecti membra poetae, a cura di V. Tandoi, Foggia 1985, II, 140-83; N.B. Crowther, C. Cornelius Gallus. His Importance in the Development of Roman Poetry, in ANRW,

11,30, 3 (1983), 1622-48; G. Petersmann, Cornelius Gallus und der Papyrus von Qasr Ibrim, ibid., 1649-55.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 169

inatteso impatto con una figura tanto presente quanto inafferrabile nel panorama politico e culturale deU'ultima repubblica romana. Qualunque sia rintrinseco valore dei brani, sono molte le ragioni per assegnare al frammento una collocazione di assoluto rilievo nella storia delle scoperte papirologiche.

Nel gruppo esiguo dei pezzi presumibilmente scritti prima o attomb air anno

100, assai celebrato e il frammento ciceroniano P.Iand. 90, in Verrem 11,2,3-4203 il quale, quando anche se ne rifiuti la datazione piu alta proposta, resta pur sempre, assieme ai papiri ercolanesi, tra i pezzi piu antichi superstiti di letteratura latina204.

Airinterno del I secolo d.C. viene riportata205 la datazione di P.Ryl. 473206 al

quale appartiene anche un pezzo ritrovato ad Ossirinco; il frammento & un notevole

esemplare di capitale, gia collocata tra il II207 ed IV secolo 208, che conserva un

passo del secondo libro delle Historiae209 di Sallustio. Da Medinet Madi, l'antica Narmuthis dell'Arsinoite meridionale, proviene il

frammento di rotolo con i miseri resti dei versi 53-62 dell'ottava Ecloga di

Virgilio210. L'interesse del frammento non risiede unicamente nel suo aspetto grafico, che ne suggerisce l'attribuzione al I secolo211 ma anche nelT essere stato ritrovato in un villaggio decentrato, al limitare del deserto, luogo non certo ideale

per contatti culturali ne crocevia di un flusso letterario consolidato. I pezzi di maggiore ampiezza, attribuibili al periodo212, risalgono ad opere

adespote o di dibattuta attribuzione: quest'ultimo e il caso di RHamb. 167= CPL 65213. Gia ritenuto parte di un brano oratorio ricopiato nel secolo II/III, e stato successivamente interpretato come un frammento di commedia latina ? forse

opera di Afranio ?, trascritta in epoca piu antica e precisamente nel I secolo. Nessuna proposta puo essere avanzata circa la paternita dei frammenti RHeid.

lat. 1 a,b (gia 1001 a,b)= CPL 318214 da un de re coquinaria o da un de re rustica, che hanno la singolare particolarita di essere stati recuperati da un cartone di mummia. Una simile condizione non puo non essere di per se garanzia sufficiente dell'antichita dei reperti.

203 Ora RGiessen Kuhlmann 3.5= CPL 20, P-M 2920, Seider 11,1,1 tav. I.

204 R. Seider, Zum Giessener Cicerospapyrus, Giessen 1975, e, dello stesso autore, Zur

Palaographie der frtiher lateinischen Papyri, in Proceed. XIV Int. Congr. Papyrol., London 1975, 279-80.

205 G. Cavallo, Per la datazione del frammento Rylands delle Historiae di Sallustio, in Studi

latini in ricordo di Rita Cappelletto, Urbino 1996 (Ludus Philologiae, 7), 63-69; tale proposta compor tebbe la retrodatazione allo stesso secolo di un altro frammento sallustiano PRyl. 42, Bell.Iug. XXXI 7.

206 CIA Suppl. 1721, CPL 28, P-M 2933, Seider 11,1,23 tav. XIII.

207 CIA Suppl. 1721, sec. II/III.

208 Seider 11,1, 66 sec. III/IV.

209 per i problemi testuali v. B. Hemmerdinger, Le fragment de Salluste sur Perperna, ?Boll.

Comm. Ed. Cl.?, 14 (1993), 66. 210

CIA 1816, P-M 2935.1; C. Gallazzi, P.Narm. inv. 66.362: Vergilius, Eclogae VIII 53-62, ?ZPE?, 48 (1982), 75-78; M. Gigante, Virgilio da Pompei alVEgitto, in Lafortuna di Virgilio, Napoli 1983, 22-43.

211 Al I o II secolo secondo A. Petrucci, Enciclopedia virgiliana, III, Roma 1987, 964-65. 212 Ma anche il frustolo PPalau Rib. inv. 151 del secolo II, edito in ?Aegyptus?, 66 (1986),

120-23 non si rivela privo di interesse. 213 Pack 3011, Seider 11,1,6 tav. VI; per la bibliografia recente v. ChIA 493; Cavenaile, Papyrus

latins 1991, 52. 214

Pack 2097, Seider 11,1,8 tav. VI.

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170 S. DARIS

Appartengono alia letteratura giuridica RMich. 431= CPL 70215 e P.Mich. 456 recto + P.Yale inv. 1158 recto = CPL 231216, il primo dei quali presenta pochis sime lettere per ciascuna riga, mentre il secondo, trascritto verso la fine del I

secolo, potrebbe offrire qualche passo ricavato da un commentario al diritto privato. Una speciale menzione va riservata a due frammenti particolari, sempre datati

attorno all'anno 100 e scoperti rispettivamente ad Ossirinco ed a Hawara. Essi hanno in comune la caratteristica di costituire prove di scrittura o modelli calligra fici, approntati allo scopo pratico di presentare l'intera serie ? o le serie piii com

plete possibili ? dell'alfabeto latino utilizzando versi degli scrittori piu noti, ri

spondenti alia specifica esigenza. Cos! nel papiro ossirinchita P.Oxy. 3554217 troviamo ripetuti per sei volte i

versi di Virgilio, En. XI 371-372, mentre PHawara 24= CPL 14218 riporta tre testi. Sul verso figura parte di Virgilio, En. II 601, ricopiato almeno per sette ri

ghe, mentre sul recto restano tracce di Virgilio En. IV 174, scritto in forma non

completa per cinque volte ed affiancato dall'inizio di un altro passo ?

ripetuto sette volte. Quest'ultimo, identificato dal Mallon219 con Orazio, Ars poet. 78, costituirebbe, appunto in questa prova calligrafica, l'unico ricordo dell'opera oraziana in terra d'Egitto.

II quadro generate degli autori rappresentati non lascia dubbio sulla fortuna di Virgilio, tra i poeti220 e di Cicerone, tra i prosatori221 con un numero di frammenti che sopravanzano di gran lunga quelli di ogni altro autore.

UEneide appare come l'opera di poesia piii familiare, ma non sono ignorate ne le Bucoliche222 ne le Georgiche223.

215 Pack 2986. 216 Pack 2987, Seider 11,2,4 tav. VI; Cavenaile, Papyrus latins 1991, 53, D. Norr, Bemerkungen

zu einemfruhen Juristen-Fragment (PMich. 454 r+PYale inv. 1158 r), ?ZSS.RA.?, 107 (1990), 354-62. 217

CLA 1833, P-M 2951.1; analisi paleografica in W. Cockle, A new Vergilian Writing Exercise

Jrom Oxyrhynchus, ?Scritt. e Civ.?, 3 (1979), 55-75; al secolo II lo data Petrucci, Enciclopedia, 964. Cfr. il frammento papiraceo Masada II n. 721 con En. IV 9, ricopiato prima degli anni 73/74.

218 CLA 1718, P-M 2947, Seider 11,1,7 tav. VI; S. Dow, Latin Calligraphy at Hawara: PHawara

24, ?JRS?, 58 (1968), 60-70. 219

Dow, Latin Calligraphy, 62, contro la precedente identificazione di K. Preisendanz con En. IV 198.

220 CPL 1-19, P-M. 2935-2952; aggiungi BKT IX, 205= P.Berol. 21299 En. X 832-836, 863 867 ed. da W. Brashear, Potpourri, ?Archiv?, 34 (1988), 11-12, P.Laur. III/504, En. XI 12-13 ed. da R. Pintaudi, Frammenti letterari inediti, greci e latini, su papiro e pergamena, ?SCO?, 39 (1989), 159-64; per ridentificazione di En. XI 1= IV 129 in POxy. 1315= CPL 59 verso, Pack 3013, v. D.

Hagedorn, Ein Verkannter Vergilsvers auf Papyrus, ?ZPE?, 34 (1979), 108. Cfr. inoltre A. Grillone,

Virgilio nei papiri egiziani, ?Ann. Liceo cl. Garibaldi di Palermo?, n.s. 5/6 (1968/69), 262 sgg.; B. Baldwin, Vergilius Graecus, ?AJP?, 97 (1976), 361-66; R. Seider, Beitrage zur Geschichte und

Palaographie der antiken Vergilhandschriften, Studien zum antiken Epos, Meisenheim am Glan 1976,

129-72, A. Petrucci, Virgilio nella cultura scritta romana, in Virgilio e noi, Genova 1982, 51-72.

Significativa, per testimoniare la diffusione del testo virgiliano in Egitto, pur nella forma di esercizio di scrittura, e la sua presenza tra gli ostraca del Mons Claudianus (O.Claud. 190 con En. I 1-3, degli anni 100/120).

221 CPL 20-27, P-M 2918-2924, 2920.1 ed. da C. Gallazzi, P.Mil.Vogl. inv. 1190: frammento

di Cicero, in Verrem act. sec. lib. V, ?ZPE?, 54 (1984), 21-26, CLA 1839. 222 Eel. V, 17-34, P-M 2935 ed. da M. Geymonat, Due frammenti virgiliani trovati in Egitto,

?Helikon?, 4 (1964), 345-47; per Eel, VIII 53-62 v. supra, p. 169. 223 P.Ant. 29= CPL 17, P-M 2937, Seider 11,1,51 tav. XXVIII, Breveglieri, Materiali, 20 sgg.;

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 171

Di Cicerone restano esclusivamente brani delle orazioni, i quali ? fatta

eccezione per P.Iand. 90 del quale si e gia parlato ?

risalgono, per lo piu, ai secoli IV e V. Tra tutti spicca il codice papiraceo di Barcellona del secolo IV224 che conserva quasi completo il testo delle prime due orazioni Catilinarie. Un altro codice pergamenaceo del secolo V restituisce brani delle orazioni de imperio Cn.

Pompei, delYactio in Verrem II e della pro Caelio 225.

Dei sette frammenti di Sallustio 226 tre appartengono al helium Iugurthinum, due al Bellum Catilinae, due alle Historiae ? dei quali, come si e visto 227, in

comparabilmente il piu interessante e PRyl. 473; dal primo libro invece (frammenti 107 e 136 Maurenbrecher) deriva PVindob. L 117228.

Coinvolge problemi di paternita liviana ? Tito Livio e il solo altro prosatore identificato nella tradizione egiziana229

? il frammento da un foglio di codice

pergamenaceo, ritrovato nell'anno 1986, durante gli scavi nella cella di un eremo della zona di Naqlun, nell'Arsinoite meridionale 23?. Ciascuna pagina presentava due colonne, in scrittura onciale del secolo V e con tali caratteristiche da far

sospettare che il manoscritto fosse di non trascurabile quality. La parte di testo

leggibile non solo rivela la propria natura storiografica ma permette di identifi care l'episodio narrato ? una vicenda della terza guerra sannitica dell'anno 291 a.C. ? che la Periocha dell'undicesimo libro liviano conferma essere appartenuto a questa parte dell'opera. Di qui l'attribuzione proposta

? e generalmente accettata ? a Tito Livio231.

Altri motivi di interesse provengono ai frammenti liviani non tanto dal frustulo del primo libro delle Storie 232

quanto dalla Epitome dei libri 37-40, 47-55233. Anche in questo caso, come si e segnalato per le Historiae di Sallustio, l'importanza del

pezzo e motivata sia dai suoi contenuti e dalla tecnica seguita dall'epitomatore,

P.Tebt. 686 = CPL 18, P-M 2938, Seider 11,1,11 taw. VIII-IX. Cfr. A. Grillone, Le Georgiche in

Egitto, in Atti del Convegno sul Bimillenario delle Georgiche, Napoli 1977, 401-04; Gigante, Virgilio, 28-30.

224 P-M 2921.1, R. Roca-Puig, Cicero. Catilindries (I et II in Cat.) Papyri Barcinonenses, Barcelona 1977, inv. 126-149 a.

225 P-M 2918; il codice e diviso in tre parti: P.Oxy. 1097= CPL 24, Seider 11,1,50 tav. XXVII de imp. Cn. Pompei 60-65, 70-71 e in Verrem 11,1.1-4; P.Oxy. 1251= CPL 25, P-M 2918 in Verrem

11,2,3 e 12 e pro Caelio 26-55; P.Kbln 49 de imp. Cn. Pompei 62-65, 68-69 e in Verrem II, 1-3, 7-9. 226 CPL 28-32, P-M. 2929-2933; P.Ant. 154 (Bell. Jug. 93,1-4), P-M 2930.1, CLA 1712, e stato

identificato da W. Morel, New Papyrus of Sallust, ?C1. Rev.?, 18 (1968), 23-24. 227 Vedi supra, p. 169. 228 P-M 2932.1 identificato da B. Bischoff, H. Bloch, Das Wiener Fragment der 'Historiae'

des Sallust (P.Vindob. L 117), ?Wien. Stud.?, 92 (1979), 116-29. 229 CPL 33-35, P-M 2926-2927. 230 B. Bravo, M. Griffin, Un frammento del libro XI di Livio?, ?Athenaeum?, 75 (1988), 447

521. 231 M.A. Vinchiesi, Notizie su un probabile frammento di Tito Livio, ?Atene e Roma?, n.s. 35

(1990), 176-82; R.E.A. Palmer, A new Fragment of Livy throws Light on the Roman Postumii and Latin Gabii, ?Athenaeum?, 78 (1990), 5-18; G. Liberman, A propos d'un fragment presume de Tite

Live, ?Athenaeum?, 80 (1992), 192-93; M. Gigante, Sul nuovo testo attribuito a Livio, ?Athenaeum?, 81 (1993), 263.

232 P.Oxy. 1379= CPL 35, P-M 2926, Seider 11,1,36 tav. XX.

233 P.Oxy. 668+PS/ 1291= CPL 33-34, P-M. 2927, Seider 11,1,34 tav. XIX; cfr. Breveglieri,

Materiali, 1 sgg.

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172 S. DARIS

sia dal suo aspetto librario, trattandosi di ben otto colonne di un rotolo in scrit tura calligrafica del secolo III.

Terenzio con due papiri dell'Andria 234, Seneca con i resti della Medea (vv. 663-704) in un foglio di un codice pergamenaceo del secolo IV, con glosse greche, riutilizzato quale rinforzo della rilegatura di un manoscritto copto 235, Giovenale con Sat VII 149-198236 e Lucano, con una irrilevante striscia di pergamena anch'essa ricavata da una rilegatura237, completano il quadro degli autori noti ed identificati.

I frammenti adespoti 238, per loro natura, sono quelli che riservano le maggiori novita e, quando non siano ridotti a proporzioni minime, anche il maggior numero di problemi. Questo si verifica, in special modo, nel caso dei tre frammenti non identificati di maggiore rilievo.

Di provenienza ossirinchita & il pezzo di rotolo ROxy. 2088239, datato al secolo II ed incentrato sulla organizzazione della citta di Roma ad opera di Servio Tullio. Se ne discute la paternita e sono stati proposti i nomi di Fenestella, Elio Tuberone, Verrio Flacco, Catone, mentre, secondo una interpretazione recente, si e visto nel frammento non tanto l'opera di un antiquario quanto quella di un tecnico groma tico, probabilmente ancora utile per le attivita pratiche di agrimensura240.

Interessi di natura paleografica prima che contenutistici hanno conferito vasta notorieta a ROxy. 30, de bellis Macedonicis241, minuscolo frammento di codice

pergamenaceo. Datato nella editio princeps al secolo III, e stato, in tempi posteriori, ritenuto quale esempio di scrittura ben piu antica, degli anni attorno all'anno 100; se cosi realmente fosse avremmo nel pezzo la testimonianza piu antica di codice in libraria latina. Altrettanto tormentato appare il problema della attribuzione, che ha fatto suggerire generi ed autori assai lontani tra loro come Ennio (Annali) e

Pompeo Trogo. Un trattato grammaticale, scritto in capitale libraria del secolo II/III su rotolo

di papiro, e l'opera dalla quale provengono due frammenti di una certa ampiezza, P.Lond.Lit. 184 + P.Mich. 429= CPL 56-57242 sui dittonghi e sulle parti del discorso. Anche questo testo rinnova l'assillante interrogativo circa l'autore: accanto alle

ipotesi attributive a Remmio Palemone o a Plinio il Vecchio243, viene postulata per l'opera una genesi dall'ambiente scolastico di discenti di madre lingua greca244.

234 POxy. 2401= P-M 2934, Seider 11,1,41 tav. XXIII; RVindob. L 103= P-M 2933.1, Seider

11,1,39 tav. XXII, per il quale v. R.M. Danese, Revisione del RVindob. L 103 (Terenzio), ?SCO?, 29

(1989), 133-57 e J. Soubiran, Une glose grecque sur un papyrus de Terence (RVindob. L 103), ?Wien. St.?, 104 (1991), 115-18.

235 D. Markus, G.W. Schwendner, Seneca's Medea in Egypt (663-704), ?ZPE?, 117 (1997), 73-80.

236 CPL 37, P-M 2925, Seider 11,1,53 tav. XXIX, con note in greco ed in latino.

237 II, 247-248, 265-266, P.Lond.Lit. 42= CPL 36, P-M 2928.

238 Pack 2994-3026, 2964 a-3026 h. 239

CPL 41, Pack 2999, Seider 11,1,12 tav. X. 240

G. Traina, // papiro di Servio Tullio, ?ASNP?, 17 (1987), 389-406. 241 CPL 43, Pack 3000, Seider 11,1,14 tav. X. 242 Pack 2996, ChLA 218, Seider 11,1,5 tav. Ill; cfr. Rochette, Le latin, 180-81. 243

G. Pennisi, Ad grammaticos, ?Helikon?, 1 (1961), 496-511. 244 A. Wouters, The Grammatical Papyri from Graeco-Roman Egypt, Bruxelles 1979, 93-108.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 173

II codice di Barcellona, prezioso testimone delle due Catilinarie ciceroniane 245, si configura come una raccolta miscellanea di scritti greci e latini che tramanda, assieme a passi liturgici in greco 246, oltre al testo ciceroniano, anche un' opera di

poesia cristiana247 ed un poemetto mitologico 248 in latino, ricopiati dal medesimo

scriba. I 122 esametri di argomento classico occupano quattro fogli del codice

(fogli 33-36) e svolgono, con taglio drammatico, il tema di Alcesti. L'anonimo autore, che vede la propria composizione appesantita da un lavoro

di ricopiatura assai poco diligente, sia sul piano linguistico sia su quello metrico, con i suoi versi apre numerosi percorsi di ricerca e suscita una molteplicita di

interrogativi ai quali si vorrebbe dare risposta per metterne meglio a fuoco la

personality. La stessa presenza del poemetto airinterno di un codice miscellaneo di tale strutturazione chiede insistentemente di essere interpretata.

L'apprendimento del latino da parte di persone di madre lingua greca, solleci

tate, probabilmente in primo luogo, da motivazioni pratiche o professionali, era favorito dall'esistenza di strumenti preparati allo scopo, come i glossari bilingui greco-latini 249.

Analogamente la medesima tecnica, trasferita all'ambito letterario, poteva garantire una frequentazione diretta e familiare con gli autori latini, mediante la traduzione a fronte in greco dell'originate passo latino, parola per parola250; a tale fine erano preparati codici di papiro o di pergamena dalle caratteristiche editoriali che meglio si adattavano a questa esigenza.

Alia colonna di testo latino veniva affiancata una seconda con la traduzione

greca, a righe che non comprendono piu di tre parole; quando si tratti di opera di poesia, l'inizio del verso latino e l'equivalente traduzione in greco, e messa in

evidenza, con l'esposizione a sinistra della prima parola. Edizioni cosi concepite si conoscono per le tre Catilinarie di Cicerone251 e

245 Vedi supra, p. 171. 246 R. Roca-Puig, Anafora de Barcelona i altre pregdries (Missa del sigle IV), Barcelona 1994,

inv. 154 b-157 b. 247 II cosiddetto Psalmus responsorius, inv. 149 b-153, per il quale v. infra, p. 175. 248 R. Roca-Puig, Alcesti. Hexametres llatins. Papyri Barcinonenses, inv. n. 158-161, Barcelona

1982. L'interesse della critica per questo componimento e stato vivissimo, sin dalla sua prima comparsa, ed ha prodotto numerosi interventi e varie edizioni, alia piu recente delle quali (Anonimo. L Alcesti di Barcellona, introduzione, testo, traduzione e commento a cura di L. Nosarti, Bologna 1992) si rimanda per la bibliografia precedente (pp. XLV-LII).

249 Glossaria bilinguia in papyris et membranis reperta, herausgegeben und kommentiert von J. Kramer, Bonn 1993; Rochette, he latin, 165-210, 181-88; Id., Papyrologica bilinguia Graeco

latina, ?ZPE?, 76 (1996), 57-79; Id., Sur le bilinguisme dans Vfcgypte greco-romaine; cfr. Cavenai

le, Papyrus latins 1991, 60-61. 6 trilingue il manuale di conversazione latino-greco-copto CPL 281 del sec. V/VT, Rochette, Le latin, 188.

250 Rochette, Le latin, 188-89, 302-15. Sul problema della traduzione v. R. Dostalova, La

traduzione nelV antichita classica, in Comunicazioni, Firenze 1995, 29-33; cfr. S. Brock, Aspects of Translation Technique in Antiquity, ?GBRS?, 20 (1979), 69-87, E. Fischer, Greek Translations of Latin Literature in the Fourth Century A.D., ?YCS?, 27 (1982), 183-215.

251 PSIXXI Congr. 2, Lessico a Cic. In Cat. 1,5; P.Rainer Cent. 165, J. Axer, Reedition of the

Viennese Fragments of Cicero, In Catilinam 1= CPL 21, CIA 1519, P-M. 2922, Seider 11,1,42 tav.

XXIV, Cat. 1,6,15-16 7,17-18 8,19-20, cfr. J.A. Axer, Un'edizione bilingue di In Catilinam I di Cicerone della fine del IV secolo. Problemi paleografici, in Papiri letterari greci e latini, a cura di M. Capasso, Galatina 1992, 255-64; PRyl. 61= CPL 22, P-M 2923, Seider 11,1, 43 tav. XXIV; P

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174 S. DARIS

per Virgilio, Georgiche 252, ma soprattutto per VEneide 253, che cominciano ad

apparire dal secolo IV. I due codici rappresentativi del genere appartengono ap punto a questo secolo, con i resti del primo libro dell'Eneide25\ ed al secolo VI, con i libri I e II, nonche un glossario dai primi quattro libri 255. La provenienza di

questo codice dalla citta di Nessana, nella Palestina meridionale, dimostra bene come le tecniche per la lettura degli scrittori latini fossero comuni a tutti le regioni di lingua greca.

Meno frequente e, comunque, di qualita superiore, e la traduzione del testo

virgiliano, parola per parola ma verso per verso, come appare nel palinsesto della Biblioteca Ambrosiana di Milano 256.

Sinora senza paralleli appare il lessico greco-latino251, fondamentalmente basato sul testo greco, di quattro lettere paoline ma anche su un'opera di contenuto

giuridico, dalle quali ciascuno dei lemmi estratti e seguito dalla corrispondente traduzione latina. Anche per tale compilazione scolastica, databile al secolo IV, si e ipotizzata una provenienza dall'ambiente cristiano di madre lingua greca.

L'abituale condizione di frammentarieta e la circoscritta estensione dei passi superstiti non possono determinare l'accumulo di abbondanti materiali ai fini della critica del testo delle singole opere 258. Tanto meno risulta possibile individuare

segni precisi di un atteggiamento testuale in questi frammenti scoperti in terra di

provincia e dei quali rimane anche sempre ignoto il luogo di trascrizione. Cio non significa che l'apporto dei papiri risulti del tutto trascurabile agli

effetti del problema. Non mancano passi nei quali la lezione offerta dai nuovi frammenti si rivela decisiva; piu spesso pero, ove l'ampiezza del brano lo con

senta, avviene di constatare come essi rappresentino rami differenti della tradizione.

M 2923.1, H. Harrauer, Ein neues Cicero-Fragment auf Papyrus (PVindob. L 1276), ?Wien. St.?, 16 (1982), 212-19, Cat., 111,7.15-16, cfr. H. Maehler, Bemerkungen zu den neuen Cicero-Fragment in Wien, ?ZPE?, 53 (1983), 57-59, che postula l'appartenenza del frammento al medesimo codice di

PRyl 61. 252 1 229-237, P-M 2936. Cfr. B. Rochette, Le PVindob. L 150 et les ?Glossaires? virgiliens,

?Chr. Eg.?, 64 (1989), 231-34. 253 B. Rochette, Les traductions grecques de VEneide sur papyrus. Une contribution a Vetude

du bilinguisme greco-romain au Bas-Empire, ?Et. Class.?, 58 (1990), 333-46; R.E. Gaebel, The Greek Word-List to Vergil and Cicero, ?BJRL?, 52 (1969/70), 284-325; Petrucci, Virgilio nella cultura scrim romana, 59-61. I testi sono: P.Colt 1= CPL 8, P-M 2939, Seider 11,1,44 tav. XXV; BKT IX, 39= PXV Congr. 3= P-M 2939.1, CLA 1813; PRyl. 478, P.Med. 1, P.Cairo inv. 85644= CPL 1-3, P-M 2940, Seider 11,1,38 tav. XXI, cfr. L. Koenen, Neue Lesungen zu Kairener Urkunden

Papyri und zu einem Vergil-Papyrus, ?ZPE?, 11 (1973), 219-30; PSI756= CPL 4, P-M 2946, Seider 11,1,63 tav. XXXVI; P.Oxy. 1099= CPL 5, P-M 2950, Seider 11,1,57 tav. XXXII; P.Fuad 5= CPL 6, P-M 2948, Seider 11,1,64 tav. XXXVI; PVindob. L 24= CPL 13, v. Geymonat, Due frammenti, 343 45 e J. Kramer, // glossario virgiliano bilingue di Vienna (PVindob. L 24), in Miscellanea Papirologi ca, Firenze 1990, I, 331-33; P.Oxy. 3553= P-M 2943.1, CLA 1832; cfr. Gigante, Virgilio, 30 sgg.

254 CPL 1-3, P-M 2940.

255 P.Colt 1= CPL 8, P-M 2939, Seider 11,1,44 tav. XXV.

256 CPL 1, P-M. 2943, Gigante, Virgilio, 32 sgg., J. Kramer, Der lateinisch-griechische Vergil

palimpsest aus Mailand, ?ZPE?, 111 (1996), 1-20. Frammenti bilingui greco-latini di strutturazione affine sono BKT IX, 148-149.

257 A. Wouters, The Chester Beatty Codex Ac 1499. A Greco-Latin Lexicon on the Pauline

Epistles and a Greek Grammar, Leuven-Paris 1988. 258 Sul problema v. Cavenaile, Papyrus litteraires latins, 130-36 con la relativa esemplifica

zione.

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I PAPIRI E GLI OSTRACA LATINI D'EGITTO 175

II quadro della cultura latina in terra d'Egitto deve essere completato con i testi cristiani 259; per quanto ridotto sia il loro numero, alcuni tra essi meritano una

speciale considerazione. Tali sono i due, tra i frammenti maggiori, che conservano passi della Genesi260

e dell'Esodo261 in versione latina antica, mentre un terzo 262 potrebbe offrirci un brano del libro di Esther (IV, 1) nella versio antiquissima.

II Nuovo Testamento e tramandato da due frustuli pergamenacei, il primo dei

quali263 contiene qualche riga della lettera paolina agli Efesini in una edizione

greco-latina, il secondo 264 un passo del Vangelo di Giovanni (VII,27-28; 30-31).

Le novita maggiori provengono pero dalla letteratura innografica con il nuovo Psalmus Responsorius, inno in onore di Cristo265, contenuto nel codice P.Barc. inv. 149-153266, il manoscritto miscellaneo del IV secolo, piu volte gia ricordato, che presenta le Catilinarie di Cicerone ed il poemetto esametrico sul mito di Alcesti. II componimento acrostico abecedario, strutturato probabilmente in 21 strofe di 7 o 11 versi ciascuna, alternate con un ritornello di 4 versi, celebra i

magnalia Dei (v. 1), sulla scorta dei modelli rappresentati, oltre che dai riferi menti biblici, da fonti greche come il Protovangelo di Giacomo ed i Vangeli di Matteo e Giovanni. La probabile datazione del testo poetico alia prima meta del IV secolo sembra confermata, da una parte, dagli atteggiamenti fonetici, gramma tical!, sintattici della lingua usata, dall'altra, dalla tecnica della versificazione che

? non riconducibile a regole precise ?

segnano una fase di transizione nella

quale il passato ed il presente sembrano convivere ed influenzarsi a vicenda.

259 J. Van Haelst, Catalogue des papyrus litteraires juifs et Chretiens, Paris 1979, 363-67, nn.

1202-1215, CPL 48-55. 260

V, 4-12,29-VI,l-2, P.Oxy. 1073= CPL 49, Van Haelst 1202, Seider 11,2,70 tav. XXXVII. 261

VIII, 16 b- 20 a, VIII 28 b-IX,l a, CPL 50, Van Haelst 1203. 262

PAnt. 14= CPL 54, Van Haelst 1204, Seider 11,2,71 tav. XXXVII. 263

Eph. 6,5-6 (latino) e 11-12 (greco), PSI 1306= CPL 51, Van Haelst 1208, Seider 11,2,42 tav. XXI.

264 PAberd. 1= CPL 52, Van Haelst 1207.

265 Cfr. la recensione di G. Lazzati, ?Aegyptus?, 46 (1966), 120-23.

266 R. Roca-Puig, Himne a la Verge Maria 'Psalmus responsorius', Papir llati del sigle IV,

Barcelona 1985, Van Haelst 1210, Seider 11,2,49 tav. XXIII; J.H. Barkhuizen, M.J. Mans, Psalmus

Responsorius, ?Akroterion?, 34 (1989), 218-32.

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