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A CURA DI EDOARDO PIVA GIUGNO 2011 www.reversoobserver.it 1 THE FIFTH OF THE FIFTH Un Trading Range di lungo periodo The fifth of the fifth Rotazione settoriale Il Dollaro Governativi Usa e Volatilità Analisi Ciclica e Time Models Sintesi e Conclusioni
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    A CURA DI EDOARDO PIVA  

GIUGNO 2011 www.reversoobserver.it 1

THE FIFTH OF THE FIFTH

Un Trading Range di lungo periodo

The fifth of the fifth

Rotazione settoriale

Il Dollaro

Governativi Usa e Volatilità

Analisi Ciclica e Time Models

Sintesi e Conclusioni

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Un Trading Range di lungo periodo Il grafico mostra l'indice S&P 500 in un trading range in atto da 10-12 anni. Con il passare del 2010 e del 1° trimestre 2011, l'indice si è spostato sopra il livello mediano di questa formazione ultra-decennale. Guardando il grafico nel suo complesso, c'è stato un aumento dai minimi del 1991 ai massimi del 2000, quindi questo esteso trading range. Applicando le Elliott Wave a questo grafico, la crescita 1991-2000, si configura come una sorta di Onda Impulso parte di un trend rialzista più grande. Il che renderebbe il pattern laterale degli ultimi 10-12 anni, un pattern correttivo. E ciò vale anche escludendo che l’accelerazione ’91-’00 non costituisca la temuta Fifth of the Fifth of the Fifth di un piu’ ampio movimento di crescita. Da pattern correttivo laterale, tale movimento rientrerebbe nella categoria dei “Flats”; questi sono modelli ABC, scomponibili in una sequenza 3-3-5 di sub-wave. In altre parole, l'onda A è composto da 3 onde, onda B è formato da 3 onde e onda C è composta da 5 onde. Se il trading range non fosse altro che una correzione ABC, la successiva corrente ripresa dai minimi del 2009, sarebbe una nuova Onda Impulso maggiore. Ma qualora l’attuale conteggio ABC non si rivelasse corretto, dovremmo considerare la possibilità d’un Triangolo ABCDE in espansione, attivo ancora per qualche anno. L'alternativa ad un “Flat ABC” sarebbe una sorta di triangolo ABCDE, che si scompone in una sequenza 3-3-3-3-3. I Triangoli ABCDE possono essere ascendenti, discendenti, in contrazione o in espansione.

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Vi è un’analogia con il 1975. Un triangolo ABCDE in espansione si è andato formando dalla metà degli anni ‘60 fino alla metà degli anni '70, dal momento che il mercato azionario s’è mosso in un range piatto, ma volatile.

L' S&P500 non è andato da nessuna parte per circa 10 anni, limitandosi ad ha oscillare sopra e sotto il livello 85. L’oscillazione è stata piuttosto selvaggia con un primo massimo a 108,37, seguito da un minimo a 72,25 (-33%), un secondo massimo a 119,87 (+66%) seguito da un minimo inferiore a 62,34 (-48%) segnato nel 1974. Il rimbalzo dai minimi del 1974 ha segnato l'inizio di una grande salita che è durata fino al 2000, quando l’indice a toccato 1.527,46 punti.

Del resto, il clima generale e analisi di altro tipo che tratteremo dopo, non sono certo incoraggianti, ed una figura ABC di continuazione rialzista mi sembrerebbe totalmente scollegata dal momento storico. Con un massimo relativo nel 2007 ed un minimo nel 2009, anche un simile Pattern sarebbe possibile. L’attuale Onda D dovrebbe terminare sopra ai massimi del 2007, ma ben presto il mercato subirebbe un crollo sotto ai valori minimi del 2009. Effettivamente pattern di questo tipo sono brutali. Non a caso il Bear Market del 1973-1974 è stato uno dei peggiori di sempre. Con una discesa sull’S&P500 sotto a 800, il Sentiment girerebbe decisamente (ed eccessivamente) al negativo.

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Se fossimo davanti ad un Triangolo in espansione, l’Onda D correttiva, sarebbe a sua volta divisa in 3 Onde abc. Il culmine dell’Onda c – D sarebbe sopra a 1500 punti. A quanto pare, nel corso dell’ultimo anno il mercato sembrerebbe aver completato una salita lungo 5 Onde, e ciò aumenta le probabilità di una correzione. In realtà, nella decennale formazione laterale, alcuni potrebbero anche leggere una “flat flag”, che come la formazione ABC, darebbe a questo punto luogo ad una continuazione del trend rialzista sopra ai massimi del 2007... Essendo però personalmente preoccupato più dal Triangolo ABCDE in espansione, e dalla sua ultima Onda E ribassista, credo valga la pena analizzare la composizione delle Onde A,B,C già completate, ed eventualmente all’Onda D in via di completamento. Allo stato attuale tutte e quattro le Onde A,B,C e D hanno guadagnato o perso oltre il 50%. Il che significa 4 movimenti di rilevante entità in 10 anni; ciò nonostante l’S&P500 continua a scambiare sotto ai massimi del 2000. The fifth of the fifth Da quello che so, gli Assunti alla base delle Elliott Wave, sono soltanto tre:

1) L’Onda 3 non può essere l’onda impulso più breve; 2) L’Onda 2 con può spingersi al di sotto del punto d’inizio dell’Onda 1; 3) L’onda 4 non può spingersi al di sotto del culmine dell’Onda 1;

Tutto il resto costituisce l’insieme delle Line Guida. Mentre i 3 Assunti non possono mai venir violati, le Linee Guida sono aperte all’interpretazione. Concentrandosi quindi sulla composizione della sola ultima Onda Impulso partita a marzo 2009, la struttura a 5 sotto-onde emerge chiaramente. In realtà, ritengo che la Quinta Onda, possa non aver trovato una reale interruzione, durante la debolezza della seconda metà di Maggio; il che mi porta a considerare un ulteriore spazio di crescita, come indicato dall’ obiettivo di reversal ribassista in Onda D, attorno a 1.500 punti S&P500.

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Ma a quel punto, temo che ci si possa aspettare una drammatica onda E a rompere i minimi di Marzo 2009. Una lettura tanto drammatica, è comunque coerente alla dinamica d’innesco comune a tutte e tre le correzioni del passato decennio. S’è sempre trattato di un problema di eccessivo debito, non più contenibile dalla garanzie sin a quel punto utilizzate; quindi spostato sotto a garanzie ritenute più sicure. Il problema che a questo punto, di più sicuro dei Governi, ci potrebbero essere solo alcuni Organismi Sovrannazionali. Al di là degli effetti inizialmente deflazionistici di un default Governativo (qualunque forma questo assumesse) per ragioni prevalentemente di velocità e quantità di moneta; è certo il fatto che sotto pressione questa volta è tutta la struttura del debito, e non solo alcuni spreads. Quindi, Commodity in picchiata, ed Equity pure. Magari con tassi in rialzo per presa di rischio. Quindi, Capital Structure completamente da riprezzare, ed Equity ancora giù, fino a che gli squilibri non trovassero sfogo su dinamiche totalmente valutarie, generalmente d’evaporazione per eccesso di moneta. Quindi shock inflativo, salvo più attente riflessioni circa il livello dei salari. Rotazione settoriale

I settori del mercato, tendono a sostituirsi tra di loro in termini di forza relativa, nei pressi dei massimi significativi. Il fatto che la leadership di mercato sia mantenuta dai settori connessi ai materiali e all’energia (rispondendo ad aspettative di inflazione), offre spesso il segale che il mercato abbia bisogno di una correzione o di un consolidamento. I soldi che escono di questi due settori di punta, solitamente si trasferiscono in settori difensivi come beni di consumo e l’assistenza sanitaria.

La curva rossa rappresenta il mercato azionario, mentre la linea verde esprime l'economia. Il nostro principale interesse, in questo caso, è verso i settori che sono tracciati lungo la parte superiore del grafico. Si può vedere che l'industria di base (materiali) e l'energia sono i leader dell’ultima parte del ciclo. I Massimi in  questi due gruppi, coincidono di solito con l'inizio di una correzione di mercato o con una fase di consolidamento. Quando ciò accade, la leadership diviene altalenante tra i Non Discrezionali ed i Servizi, o ancor più l’Healthcare. (Il modello si basa sul lavoro di Sam Stovall di Standard & Poors.

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Nel corso del mese d’aprile, i materiali e l’energia, sono passati da essere settori di punta a settori deboi nella seconda metà del mese. Quindi la leadership è passata ad alimentari ed healthcare. Questo suggerisce che il sentimento del mercato è diventato maggiormente difensivo; il che di solito suggerisce una correzione del mercato o un periodo di consolidamento.

Osservando la performance "relativa" di quei quattro settori rispetto al S&P500 (piatto linea nera), si nota come dallo scorso agosto a questo febbraio, le azioni energetiche abbiano condotto il mercato, mentre l'assistenza   sanitaria, i non discrezionali, e le utility siano stati lagging. Questo

è normale nel corso di un trend rialzista del mercato. La rotazione difensiva è anche un avvertimento che gli investitori potrebbero anche perdere un po’ di fiducia nel mercato, che nel suo complesso potrebbe aver bisogno di qualche correzione o di consolidamento.

Venerdì 13 maggio il Finance SPDR (XLF) ha mostrato debolezza relativa testando nuovamente i minimi 2011. Ogni eventuale discesa sotto a tale minimo segnerebbe un Triple Bottom Breakdown su di un grafico Point & Figure, eccellente nel determinare i livelli di supporto e di resistenza. Lo stesso grafico aveva già indicato un Quadruple Bottom Breakdown in marzo, ed un Triangle Breakdown in maggio.

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Basandosi sul Breakout Method, l’obiettivo del presente pattern è a 1483 punti, con una discesa di oltre il 15%. Con l’attuale declino, stanno venendo testati i minimi di Marzo – Aprile; una rottura al di sotto di tali minimi, segnerebbe l’ennesimo segnale ribassista, senza considerare che nuovi minimi assoluti nella seconda metà dell’anno, segnalano correzioni serie. Leggendo l’attuale dinamica su di un grafico a barre, si può notare come la rottura della resistenza faccia slittare il livello di supporto attorno a 15. Che peraltro identifica un’area compresa tra il ritracciamento 50% ed il 61,8% della salita percorsa tra Agosto e Febbraio.

Nel riquadro inferiore si vede invece l’andamento del rapporto tra XLF e l’S&P500; a parte una leggera ripresa in dicembre, il settore finanziario ha sotto-performato da almeno un anno. Al di là delle indicazioni fornite dal Sector Rotation Model, una simile debolezza sul settore finanziario, non fa che riconfermare quanto il sistema rimanga tendenzialmente instabile, QE o non QE.

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Il Dollaro

L’andamento del Dollaro durante l’ultima settimana, mostra che il rally di maggio nel DB Bullish PS Dollar Index (UUP) è ancora piuttosto contenuto e rimane ampiamente limitato entro la propria tendenza ribassista più importante. La linea piatta rossa disegnata sotto i minimi degli ultimi tre anni rappresenta un’importante resistenza (supporto rotto diventa nuova resistenza).

La linea di tendenza rosa che risale alla primavera scorsa entra in gioco anche intorno a 22. Il che rende il livello 22 una formidabile resistenza a qualsiasi ulteriore rally sul dollaro, e suggerisce che il recente rimbalzo potrebbe rivelarsi di breve durata. Tali vincoli ad ulteriori rally sul dollaro, dovrebbero costituire delle buone notizie per le materie prime e, molto probabilmente, per le azioni globali, verso le quali, attualmente le correlazioni sono negative… Ma tutto ciò, per quanto? Riprendo qui l’ultimo post caricato sul blog, lo scorso 24 aprile: La nuova gamba ribassista del dollaro, che guardava la valuta su di un più ampio orizzonte. … La formazione triangolare è ribassista per il dollaro ... si sta formando un triangolo ribassista sul grafico mensile del Dollar Index americano. Il grafico 1 è la versione aggiornata di tale triangolo e mostra le due trendlines convergenti che si stanno formando dalla fine del 2008.

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Il "triangolo simmetrico" formato da quelle due righe è un pattern di "continuazione" e di solito indica una ripresa del trend precedente che, in questo caso, era ribassista. Il grafico mostra il che il dollaro è ora sotto alla trendline inferiore, il che, è il segno che la tendenza a ribasso del dollaro potrebbe riprendere. Palese è la constatazione che un ulteriore downleg del dollaro (target 63 DX) renderebbe sia le commodities che le valute estere posti giusti dove stare. Vi è un altro effetto collaterale della caduta del dollaro, con il quale hanno a che fare le azioni; quelle estere in particolare.

Tuttavia, questo grafico mostra che dal 2008, ogni caduta nel USD ha coinciso con una ripresa del RATIO EQUITY STRANIERO/EQUITY USA. In particolare, si noti che la ripresa di metà 2010 nella performance relativa dei titoli esteri, (rapporto in aumento) ha coinciso con l'ultimo picco nel USD (vedi frecce).

Stando così le cose, la continuata debolezza del dollaro dovrebbe dare una spinta aggiuntiva ai titoli esterim, il che potrebbe sembrar negare in parte le precedenti considerazioni sull’equity. In sostanza credo che in ballo vi sia una questione di timing, che come tale è di difficile prevedibilità. Ci torneremo nel pargrafo “sintesi e conclusioni”. È interessante notare che dal 2008, la formazione laterale sul RATIO assomiglia ad un triangolo segnato da due trendlines convergenti (il che coincide con un simile modello nel Dollar Index). Tranne che il triangolo sul EAFE/SPX è rialzista mentre quello sul USD è ribassista. Questo suggerisce che un'ulteriore importante gamba ribassista nel dollaro potrebbe spingere il FOREIGN/US RATIO in alto, verso il suo

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picco del 2008. Anche questo grafico dimostra che a confrontare il rapporto tra l’EAFE iShares e l'indice S&P500 (linea nera) rispetto al trend del Dollar Index (linea verde), negli ultimi due anni le azioni estere hannl fatto meglio di quelle USA durante la debolezza della valuta. Il grafico mostra che il rapporto nero tende a salire (favorendo azioni estere), quando la linea verde dollaro è debole. In basso alla destra del grafico tuttavia, è possibile vedere il rapporto stranieri / USA caduta nel mese di maggio come il dollaro è rimbalzato (vedi frecce). Questo spiega perché i titoli esteri sono diminuiti maggiormente degli Americani. Il che, fa ipotizzare inoltre, che il destino delle azioni estere può anch’essere determinato dall’andamento del biglietto verde. Questo è particolarmente vero per i mercati emergenti, che stanno testando importanti livelli di supporto a lungo termine. Governativi Usa e Volatilità Sposo totalmente la visione di chi non vede rosea la prospettiva di lungo periodo per il debito Governativo degli Stati Uniti; il programma di sanità pubblica di Obama ed un’ulteriore espansione della spesa militare per mantenere il controllo del Medio Oriente petrolifero, non possono che aggravare la situazione del deficit e del debito atto a finanziarlo. Illuminante un post apparso il 04 maggio sul blog Jesse Cafe Americain, che rilancia a sua volta una notizia Reuters… “When the note and bond sales are settled on May 16, they will exhaust the government's remaining borrowing capacity under the $14.3 trillion statutory debt limit. This will require the government to employ emergency measures to continue borrowing, but these will only be sufficient until Aug. 2, according to Treasury projections. The measures include dipping into two federal employee pension funds”. E se nel breve, sul GovBond siamo in deciso ipercomprato, nel medio la lettura cambia. Una volta che il dollaro dovesse esaurire la sua fase ribassista con target a 63 DX Dollar Index, potremmo vedere una presa di forza che potrebbe coincidere con l’amplificazione della temuta Onda E su Equity e Commodity.

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A quel punto le mani forti avrebbero certamente interamente servito le attuali prospettive inflazionistiche, ed un buon posto dove ripararsi potrebbe essere nuovamente il dollaro ed il Fix con media duration, tipo inverno 2008-2009, quando con un ETF 3-5y governativo, riusciva a lavorare bene la caduta dei tassi. Però, il mio dubbio questa volta è che i tassi, non gli spreads ma i tassi, nonostante un generalizzato rallentamento della velocità di moneta connessa a qualche shock su qualche debito governativo, non picchino come l’ultima volta, ma si muovano a rialzo per presa di rischio. Al limite, che la botta sull’equity, venga anche forzata da uno stravolgimento dell’intera capital structure per messa in discussione del concetto stesso di free risk. Quindi, sia per l’antipatia di fondo che nutro per il debito, sia per la scarsa chiarezza circa la possibile dinamica dei tassi, questa volta riterrei più prudente cavalcare l’eventuale Onda E, si col dollaro, ma soprattutto comprando volatilità sin d’ora. Al di là di qualche scossa dell’ultimo periodo, ritengo che la volatilità sia ancora molto economica, e che possa aver senso iniziare ad accumulare VIX su quest ultima fase di discesa del Dollaro. Parafraso di seguito Francesco Caruso, in un suo post del 23/05/2011: La zona morta Una nota sulla volatilità. Sento dire che è alta: balle, è l’assenza di trend che la fa sembrare alta. In verità non è mai stata cosi’ bassa dal 2007: sintomo che nei prossimi mesi ha fortissime probabilità di salire. Intanto i bonds, avvantaggiati dall’incertezza regnante e dalle speranze di un QE3 (fondate, se la FED prosegue coerentemente nella sua suicida politica di difesa a oltranza), recuperano. In sintesi: improponibile un ritorno sui massimi fino a che Dax e S&P resteranno sotto ai massimi dell’ultima settimana, 7400 Dax e 1345 S&P. A breve ci sono molte piu’ probabilità di vedere un test dei supporti tattici e strategici. S&P vicino a un supporto quantitativo di lungo nel suo ratio con l’oro (vedi post precedenti): e questa sarebbe una banderilla letale per il toro.

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Analisi Ciclica, Sentiment e Time Models Quanto detto, sembrerebbe trovar conferma anche nei livelli d’indebitamento dell’S&P500 sono tornati a livelli pre-crisi.    

Siamo nel terzo anno del ciclo presidenziale, e è abitudine che s’incontri un minimo significativo nel mese di Maggio, con il mercato che poi continua a crescere. Ad ogni modo, minimi assoluti nella seconda metà dell’anno, non portano nulla di buono. Ora, in giugno la Fed ha schedulato la fine del QE2, personalmente sposo la tesi di coloro i quali non vedono alcuna buona ragione perché il mercato continui a spingere nella seconda metà dell’anno, privo di una qualche forma di doping. E’ anche interessante notare che gli investitori dei Rydex family of funds, in maggio erano ai massimi della fiducia. Il che è tut’altro che rialzista, e conferma invece la sensazione che sul mercato siano state servite aspettative troppo ottimistiche. Non a caso i fondi liquidità sono decisamente scarichi, il che testimonia una bassa percezione di rischio. Anche I livelli di cash dei Mutual Fund, sono particolarmente bassi.

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Guardando poi al NYSE Net New Highs ($NYHL) tramite un grafico Point & Figure, si nota che i Net New Highs sono caduti sotto allo 0 sia nel Novembre 2010 che nel Marzo 2011. Entrambi mesi che hanno segnato correzioni nelle azioni. Il declino di April 2011 ha intaccato la linea dello zero. I tori potrebbero scommetere sul mantenersi di questa linea in territorio positivo, un passaggio in area negativa sul grafico P&F, sarebbe decisamente ribassista.

Vista la personale passione per ogni forma di ratio tra prezzi dell’oro e ogni altra asset class, lasciatemi riportare l’ennesima considerazione di Francesco Caruso:

Il grafico finale, quello sui cui

forse piu’ di ogni altro vale la pena

riflettere, è quello tra S&P500 e

Oro. Il ratio adesso vale 0.866

(1331:1536=0.866). Il ratio è in

discesa, cioè l’Oro – guarda caso,

dal 2001 – si continua ad

apprezzare sulla borsa USA. Ma in

questi 10 e passa anni pochissimi

hanno parlato bene dell’Oro,

moltissimi invece hanno

(stra)parlato bene della borsa.

Fino a che il ratio non tornerà

sopra 1, fino a che cioè l’S&P500

non varrà piu’ di un’oncia d’oro

(facilissimo da tenere a mente e

da controllare, fra l’altro),

qualunque rialzo della borsa USA

sarà intrisecamente da guardare

con enorme sospetto. Sotto 0.83,

è allarme rosso.

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Personalmente son pronto a scommettere su di una discesa del Ratio al di sotto di 0.83; ed anche se a spingere non dovesse esser l’Equity in caduta libera, certamnte sarebbe l’oro pronto a cavalcare ancor per molto tempo i tassi reali negativi imposti da questa dissennata quantità di liquidità.

Sintesi e Conclusioni Partendo dalla chiara figura di continuazione ribassista sul USD, e dagli obiettivi da questa indicati (63 DX Dollar Index), mi sono guardato i grafici di Equity e di Oro. Credo che dopo la metà di luglio, tutti e tre potrebbero affrontare dei seri reversal.

Sul piano fondamentale, la cosa nella quale credo meno è una ripresa di forza duratura sul USD.

Certamente in meccanismo potrebbe innescarsi su di una dinamica di rimpatrio forzato di capitali, in concomitanza con la caduta dell’Equity eccessivamente indebitato.

L’Equity dovrebbe scontare per l’ennesima volta l’insostenibile dimensione del debito, che questa volta però non può più contare su forme di garanzia più solide.

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L’oro dal canto suo, non perderebbe certamente il suo bel canale rialzista secolare, ma potrebbe segnare un minimo di consolidamento di metà ciclo. Il che mi sembrerebbe coerente anche con una ragionevole dinamica di distruzione di debito, che tanto servirebbe a molti. Ogni tensione troverebbe quindi sfogo sul lato valutario, innescando inflazione cattiva da evaporazione monetaria, e certamente tensioni commerciali oltre che sociali. A quel punto, potrebbe valer la pena di mettersi lunghi su materie prime, agricoli e fisici, quindi, dopo un po’, sempre che le acque si calmino, nuovamente sull’equity. Ciò che non mi convince, è l’eccessiva rapidità dello scenario descritto. Il rapporto Dow/Gold su oltre un secolo, indica un esaurimento di questo ciclo non prima del 2016. L’attuale sistema politico, farà di tutto per evitare manifestazioni eccessivamente rapide e brusche; all’unico prezzo di una continua stampa di moneta per riacquistare rolling, il debito rifiutato dai mercati creditori. Una simile lentezza sembra già venir scontata dall’Equity; ma quanto possa durare nessuno lo sa. Occhio all’andamento del USD Asset strategico A prescindere da quella che sarà la velocità d’esaurimento del ciclo, rimango dell’idea di comprare metalli preziosi fisici e Mining Stock sulle debolezze, evitando ogni forma di possesso cartaceo (futures ed etf). Eventualmente per chi non dovesse digerire la volatilità, potrebbe valer la pena cavalcare alcune dinamiche valutarie tramite titoli di stato dei paesi creditori e/o eventualmente in surplus commerciale (ma meglio i creditori = Norvegia). Hedging Tattico Ho già scaricato gran parte degli utili e tutte le small mines stocks. Mantengo interamente ed accresco l’asset fisco. Compro volatilità in dollari Usa.

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DISCLAIMER I contenuti di questo report sono tradotti o prodotti da Edoardo Piva. Pur ponendo la massima cura nelle traduzioni e considerando affidabili i contenuti, Edoardo Piva non si assume tuttavia alcuna responsabilità in merito all’esattezza, completezza e attualità dei dati e delle informazioni nella stessa contenuti ovvero presenti sulle pubblicazioni utilizzate ai fini della sua predisposizione. Di conseguenza Edoardo Piva declina ogni responsabilità per errori od omissioni. Edoardo Piva si riserva il diritto, senza assumersene l'obbligo, di migliorare, modificare o correggere eventuali errori ed omissioni in qualsiasi momento e senza obbligo di avviso. La presente pubblicazione viene fornita per meri fini di informazione ed illustrazione, non costituendo in nessun caso offerta al pubblico di prodotti finanziari ovvero promozione di servizi e/o attività di investimento né nei confronti di persone residenti in Italia né di persone residenti in altre giurisdizioni, a maggior ragione quando tale offerta e/o promozione non sia autorizzata in tali giurisdizioni. Le informazioni fornite non costituiscono un'offerta o una raccomandazione per effettuare o liquidare un investimento o porre in essere qualsiasi altra transazione. Esse non possono essere considerate come fondamento di una decisione d'investimento o di altro tipo. Qualsiasi decisione d'investimento deve essere basata su una consulenza pertinente, specifica e professionale, comunque non erogata dal sito. Tutte le informazioni pubblicate non devono essere considerate una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma d'investimento né raccomandazioni personalizzate ai sensi del Testo Unico della Finanza trattandosi unicamente di informazione standardizzata rivolta al pubblico indistinto. Edoardo Piva non potrà essere ritenuto responsabile, in tutto o in parte, per i danni (inclusi, a titolo meramente esemplificativo, il danno per perdita o mancato guadagno, interruzione dell’attività, perdita di informazioni o altre perdite economiche di qualunque natura) derivanti dall’uso, in qualsiasi forma e per qualsiasi finalità, dei dati e delle informazioni presenti nella presente pubblicazione. Ogni decisione di investimento e disinvestimento è pertanto di esclusiva competenza del lettore che può decidere di darvi o meno esecuzione con qualsivoglia intermediario autorizzato; qualsiasi eventuale decisione operativa presa dal lettore in base alle informazioni pubblicate è, infatti, da considerarsi assunta in piena autonomia decisionale e a proprio esclusivo rischio. Edoardo Piva può occasionalmente, a proprio insindacabile giudizio, assumere posizioni lunghe o corte con riferimento ai prodotti finanziari eventualmente menzionati nella presente pubblicazione. In nessun caso e per nessuna ragione Edoardo Piva, sarà tenuto, ad agire conformemente, in tutto o in parte, alle opinioni riportate nella presente pubblicazione.