CAPITOLO VII: NUOVI MEDIA E IDENTITA’: CHI SONO IO NEI NUOVI MEDIA? 1 Riva, Psicologia dei nuovi media: Azione, presenza, identità e relazioni, Il Mulino, 2012 Sito: www.psicologiadeinuovimedia.com Blog: www.psicologiadeinuovimedia.info
Nov 29, 2014
CAPITOLO VII:
NUOVI MEDIA E IDENTITA’: CHI SONO IO NEI NUOVI MEDIA?
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Riva, Psicologia dei nuovi media: Azione, presenza, identità e relazioni, Il Mulino, 2012
Sito: www.psicologiadeinuovimedia.com
Blog: www.psicologiadeinuovimedia.info
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Mancini riprende la distinzione di James, distinguendo la soggettività in due componenti:
SE’ Il soggetto che agisce e conosce (Sé visto all’interno della mente dei soggetti)
IDENTITA’ Il prodotto dell’attività del Sé, oggetto della riflessione propria e altrui (Sé visto al di fuori della mente dei soggetti)
Essere presenti in un medium ha effetti su entrambe le facce della nostra esperienza soggettiva
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Damasio identifica nel senso del Sé il nucleo essenziale della coscienza, risultato dell’interazione e delle relazioni tra l’organismo e l’oggetto.
Costruzione di conoscenze relativamente a due aspetti:
Tale capacità non è immediatamente disponibile all’organismo, ma evolve nel tempo portando a livelli di coscienza più elevati
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• l’organismo che entra in relazione con qualche oggetto
• l’oggetto coinvolto nella relazione che causa un cambiamento nell’organismo
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EVOLUZIONE DEL SE’
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A ciascun livello del Sé può essere associata una specifica capacità di differenziare tra interno ed esterno;
Proto Sé
Sé Nucleare
Sé autobiografico
(Corpo, imitazione) Intenzioni motorie
(Mondo, interazione) I. motorie e prossimali
(Mondo possibile, comunicazione)
I. motorie, prossimali e distali
è così possibile associare a ogni livello del Sé una specifica capacità intenzionale e un livello di presenza
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Flow
Networked flow
Come avviene il passaggio tra i diversi livelli del Sé?
Attraverso le esperienze ottimali
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Più l’organismo sperimenta un elevato livello di presenza all’interno di un’attività, maggiore sarà il coinvolgimento dell’organismo nell’attività
esperienze ottimali
in cui il Sé sperimenta la massima sensazione dipresenza in ciascuno dei tre livelli
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Questo fenomeno viene definito flow experience, caratterizzatoda:
- elevato livello di concentrazione e di partecipazione all’attività
Ciascuno di noi tende a riprodurre preferenzialmente nel corso della vita attività e situazioni associate all’esperienza ottimale (processo di selezione psicologica)
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- sensazione di alterazione temporale
- equilibrio fra la percezione della difficoltà della situazione e del compito (challenge) e le capacità personali (skills)
- un piacere intrinseco per il processo
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1. estendere il repertorio di pensiero-azione
Il ruolo delle emozioni positive, sperimentate durante le esperienze ottimali, sarebbe secondo Fredrickson quello di:
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2. ridurre l’impatto delle emozioni negative
3. aumentare la resilienza
4. costruire nuove risorse psicologiche
5. attivare una spirale positiva di sviluppo psicologico
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Più l’organismo sperimenta un elevato livello di presenza sociale all’interno di un’interazione, maggiore sarà la capacità di comprendere l’altro
in cui l’intenzione soggettiva diventa collettiva, ovvero in grado di guidare
l’azione dei membri del gruppo
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Networked flow
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Per sperimentare l’esperienza di networked flow sono necessarie tre condizioni:
1. i membri del gruppo devono condividere gli stessi obiettivi e le stesse emozioni
3. i membri del gruppo devono identificare nell’attività comune lo strumento per uscire da tale situazione
2. i membri del gruppo devono sperimentare una situazione di liminalità, di «stare per»
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Il networked flow è quindi uno stato di transizione che costituisce la modalità specifica della trasformazione sociale
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Le esperienze ottimali individuali (flow) e collettive (networked flow) entrano in contatto fra loro tramite due elementi:
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Il Meme La Narrazione
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ogni elemento di una cultura che può essere trasmesso da un individuo a un altro con mezzi non genetici,in particolare attraverso l’imitazione
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La Teoria dell’Inter-azione Situata ipotizza che il contenutodel meme sia di tipo intenzionale:
ogni meme include al suo interno una specifica intenzione
Meme:
Ciò significa che lo sviluppo e la trasmissione dei memi sono strettamente legati:
• all’azione individuale e sociale del soggetto
• alla presenza e presenza sociale sperimentata in tali attività
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• alti livelli di presenza estesa
• alti livelli di presenza sociale empatica
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I memi si replicano più facilmente all’interno di attività caratterizzate da alti
livelli di presenza e di presenza sociale
Più precisamente, condizione necessaria per la replicazione di un meme è la compresenza di:
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Come avviene il passaggio dal Sè all’identità?
Secondo la Matrice di Johari (Luft) attraverso quattro livelli:
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SÉ SEGRETOConsapevole al Séma non agli Altri
SÉ PUBBLICOConsapevole al Sé
e agli Altri
SÉ SCONOSCIUTOInconsapevole al Sé
e agli Altri
SÉ CIECOConsapevole agli
Altrima non al Sé
Parte del Sé nota al Sé(identità personale)
Parte del Sénota
agli Altri(identità sociale)
Parte del Séignota
agli Altri
Parte del Sé ignota al Sé
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Tramite la differenziazione tra identità personale e sociale si evidenziano gli aspetti dell’identità propri dell’individuo e della sua relazione con il gruppo sociale
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positioning theory sostituisce i concetti di ruolo e di atteggiamento con un processo dinamico, risultato dell’attività comunicativa, che si articola intorno a 2 elementi centrali:
LA RICOSTRUZIONE LA RICOSTRUZIONE RETORICARETORICA
il processo di “costruzione discorsiva di storie relative a istituzioni e a eventi macro sociali, in modo da renderli
intellegibili sotto forma di icone sociali”
IL POSIZIONAMENTOIL POSIZIONAMENTO“il modo in cui i soggetti
producono dinamicamente e spiegano il proprio
comportamento quotidiano e quello degli altri”
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I membri di una comunità arrivano a condividere una cultura, un linguaggio, un modo di esprimersi, una comunità di
pratiche, attraverso 3 caratteristiche:
LA TEORIA DELLA COGNIZIONE SITUATA
un impegno reciproco un’impresa comune un repertorio condiviso di risorse interpretative
La creazione di pratiche è possibile in virtù di un common ground, un insieme di credenze,
aspettative e conoscenzecomuni
Il patrimonio condiviso è continuamente aggiornato tramite il processo di grounding
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Il secondo elemento di collegamento tra Sè e cultura è la Narrazione
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essa associa i memi alle diverse posizioni sociali
Il legame tra narrativa, memi, individuo, società e attività avviene a quattro livelli:
1. Individuale (costruzione della visione del mondo)
2. Sociale (diffusione delle pratiche; attività sociale, artefatti)
3. Dal sociale all’individuale (posizionamento e internalizzazione)
4. dall’individuale al sociale (esternalizzazione; condivisione dei memi
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Il PENSIERO NARRATIVO consente l'interpretazione delle situazioni creando una storia basata sull'intenzionalità degli
attori e sulla sensibilità al contesto
Narrative Psychology: una parte significativa della conoscenza di sé è organizzata all'interno di schemi narrativi con cui l'individuo interpreta la realtà e le attribuisce significato
le strutture narrative permettono l’interpretazione sociale come «narrative del senso comune»
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NARRAZIONE
dimensione episodica: il pensiero narrativo descrive una serie di
eventi. Per questo è caratterizzato da un’organizzazione spazio-
temporale e causale.
dimensione interpretativa: la narrazione si propone come un punto di vista sulla realtà e in quanto tale sta in mezzo tra
l’esperienza e colui che la narra.
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Racconto ben formato
(Grammatica delle storie)
Ambiente
Episodio
Struttura Sintagmatica
Performanza: al centro di ogni narrazione c’è un’azione che deve essere compiuta, un compito da svolgere, un oggetto da prendere
Competenza: per poter realizzare la performanza bisogna avere la competenza necessaria
Contratto: prima di acquisire la competenza è necessario che l’obiettivo venga stabilito
Sanzione: il racconto si chiude solo quando la realizzazione è stata riconosciuta come tale da chi ha stabilito il contratto
Attorializzazione
Spazializzazione
Temporalizzazione
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Attraverso l’attività di internalizzazione
- un’operazione che inizialmente è un’attività esterna viene ricostruita e comincia a essere effettuata internamente
- un processo interpersonale si trasforma in uno intrapersonale
Gli schemi semantici e quelli comportamentali vengono poi integrati tra loro assumendo la forma di pratiche
comunità di pratiche (posizionamento)
visioni del mondo
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I media generano, attraverso l’uso, schemi mentali e pratiche che modificano la visione del mondo, influenzando la capacità del soggetto di «situare» le rappresentazioni e attuare le proprie intenzioni
brainframe
l’insieme di questi cambiamenti connessi al media...
...ma preferibile è la nozione di «interbrainframe», che sottolinea la circolarità della relazione tra soggetti e tecnologie
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Il brainframe televisivo
Caratterizza una comprensione di tipo intuitivo
Il brainframe cibernetico
Porta allo sviluppo di una “intelligenza connettiva” in cui la produzione di
conoscenza e di cultura è socializzata
Il brainframe alfabetico
Ha sviluppato la nostra consapevolezza lineare del tempo
- favorendo l’accelerazione e la frammentazione della temporalità
- spostando il fuoco sul presente lasciando sullo sfondo passato e futuro
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Oltre ai loro effetti sulla visione del mondo, i media possono modificare le nostre emozioni
I media che offrono affordances emozionali sono tecnologie emotive
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affordances emozionali:
gli elementidi un’esperienza che in forma diretta o mediata producono una reazione
emotiva
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Emotioneering:
Creare uno o più personaggi con cui gli spettatori possono identificarsi
Far svolgere a questi personaggi una serie di attività individuali e comuni
Controllare l’ordine e il timing delle diverse attività
Controllare le modalità con cui l’ordine e il timing delle attività viene presentato al lettore e ai diversi personaggi
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E’ possibile coniugare media e narrazione per generare e indirizzare stati emotivi negli utenti... la Psicologia fornisce alcune indicazioni:
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Arrivando a una riduzione nei media narrativi della differenza tra le due principali tipologie di narrativa
NATURALENATURALE ARTIFICIALEARTIFICIALE
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racconti che si riferiscono a eventi che si suppongono
essere avvenuti all’interno del proprio mondo di riferimento,
reale o virtuale.
Obiettivo: ottenere la fiducia del fruitore del medium
nei confronti dei contenuti presentati
racconti che si riferiscono a eventi che si suppongono
non essere avvenuti all’interno del proprio mondo di
riferimento
Obiettivo: spingere il fruitore a «guardare»
all’interno di questo nuovo mondo, cercando di «sospendere
la sua incredulità»
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Allo stesso tempo i media, limitando alcuni canali comunicativi (es.: corpo), possono ridurre la capacità di
riconoscere le emozioni
analfabetismo emotivo
• mancanza di consapevolezza e quindi di controllo delle proprie emozioni e dei comportamenti a esse associati
• mancanza di consapevolezza delle ragioni per le quali si prova unacerta emozione
• incapacità di relazionarsi con le emozioni altrui – non riconosciute e comprese – e con i comportamenti che da esse scaturiscono
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I media sono dunque allo stesso tempo delle opportunità e dei problemi.In particolare, la natura ibrida dei nuovi media è resa esplicita dai due paradossi che caratterizzano la gestione dell’identità al loro interno:
• primo paradosso: se è possibile usare efficacemente i nuovi media per modificare la nostra identità sociale (self empowerment), è vero che anche l’intervento esterno può modificare più facilmente il modo in cui gli altri membridella rete percepiscono la nostra identità (identità fluida)
• secondo paradosso: se nei nuovi media è più facile decidere come e quali caratteristiche sottolineare della propria identità sociale (personal branding), è vero anche che, seguendo le tracce lasciate dalle diverse identità virtuali, è più facile per altri ricostruire la nostra identità reale (gestione della privacy)