Basilica di Superga
Sita sulla cresta collinare che domina Torino si trova il
momento celebrativo della dinastia sabauda: sepolcreto della casa
regnante. Fu fatto eseguire da Vittorio Amedeo II e la sua
costruzione fu completa nel 1915. La chiesa entra a far parte di un
gioco prospettico e mette in evidenzia la verticalit. La chiesa
cupolata in modo da mettere in risalto, con la veduta di scorcio,
la massa volumetrica, e nel contempo orientarne la facciata verso
la citt. La planimetria impostata su un grande chiostro
rettangolare: sul lato a ponente e aggregato il corpo della chiesa,
generato da un ottagono irregolare attorno a cui si raccolgono
palazzi geometrici differenti. Il volume della Chiesa si presenta
all'esterno con un cilindro da cui si stacca un profondo vestibolo
a pianta quadrata con quattro colonne della parte anteriore a cui
corrispondono quattro lesene giganti poste sulla facciata
d'ingresso. La disposizione complessiva della volumetria ed delle
singole parti stabilita in base a una o pi figure geometriche. Lo
spazio interno della chiesa ruota attorno al nocciolo ottagonale
determinato dai vertici delle colonne corinzie addossate ai
pilastri angolari. Nelle direzioni ortogonali si aprono,
rettangolari, due cappelle laterali nel vestibolo d'ingresso; lungo
gli assi diagonali sono poste quattro cappelle collegate da un
percorso periferico. Il passaggio dalla pianta ottagonale al
cilindro del tamburo della cupola graduato grazie alla doppia
struttura costruttiva e spaziale: il tamburo e una trabeazione
circolare indipendente da essa. Questa ultima sorretta dalle
colonne, mentre il muro del tamburo della sorretta da fulcri in
muratura e riprendono la figura dello ottagono. La cupola
costituita da due calotte in laterizio: quella esterna a sezione
costante, quella interna rastremandosi verso l'alto. Le due calotte
sono collegate mediante 16 archi in coppia a due a due alleggeriti
da grandi oculi ellittici posti nella sezione superiore. Attraverso
i costoloni nelle fasce solcano le due calotte i flussi sui
pilastri , mentre un sistema di doppia cinturazione metallica
contrasta le spinte radiali. Determinate dai carichi della massa
della cupola e della lanterna. Il convento che si sviluppa attorno
a un chiostro centrale porticato, organizza le diverse funzioni
nelle maniche sud e nord. Quest'ultima ospita gli spazi di
rappresentanza e di uso collettivo, il refettorio con le cucine, la
biblioteca, la sala di riunione. Le maniche sono servite da un
corridoio che dalla Chiesa conduce agli appartamenti del re sul
lato est. Nel corpo meridionale sono gli alloggi dei religiosi del
personale di servizio. Il trattamento delle facciate corrisponde
alle diverse funzioni: al Nord l'ordine gigante suddivide la
facciata in cinque campate, con un finestrone in quella centrale. A
sud un'uniforme tessitura delle aperture segnata dai mercapiani e
dei pilastri giganti negli angoli. Un corpo edilizio, rimasto
incompiuto sul lato opposto alla chiesa, ospita la residenza reale
formata da due appartamenti simmetrici e da un salone centrale. La
massa dell'edificio, modulata da quattro paste, tic da un ampio
terrazzo complesso con un forte basamento. Dalle strutture del
convento si dipartono due campanili che vengono a trovarsi ai lati
della cupola. Le due torri e campanili presentano due
peculiarit,Juvarra retrocede i campanili rispetto alla cupola e
ingloba la parte basamentale nella struttura del convento per
dissimulare la loro presenza mentre la struttura portante dei
campanili costituita da un cilindro in laterizio che si sviluppa
fino alla cella campanaria. La torre grazie alla giustapposizione
delle colonne e della trabeazione, assume configurazioni diverse:
lo schema poligonale impostato sul quadrato caratterizza il
basamento e il corpo principale, la trabeazione finale costituita
da una sezione cilindrica, la cella superiore con le finestre
ellittiche ha un andamento mistilineo.
Santa Maria del CarmineLa chiesa situata in via del Carmine, a
Torino e risale al 1732. La navata centrale si compone di tre
campate di dimensioni uguali e da una iniziale di dimensioni minori
che attraverso una scala elicoidale entra in comunicazione con il
piano nobile del convento. Juvarra realizza un struttura puntuale
basata su fulcri portanti isolati: il tradizionale involucro
murario che delimita la navata sostituito da una ossatura di alti
pilastri concepiti come dei contrafforti gotici ma rivolti verso
l'interno della chiesa. Il sistema costruttivo, inedito in Italia,
permette di sviluppare la verticalit e la proiezione spaziale aerea
che costituisce il tema spaziale generatore del progetto.L'aula
liturgica comunica con le tre cappelle laterali grazie a un arco a
giorno posto tra un pilastro e l'altro. L'arco a giorno sottolinea
la continuit tra la navata e le cappelle che anch'esse concepite
secondo un asse di verticalit. All'esterno il volume edilizio si
presenta in mattoni. Il prospetto laterale scandito da paraste
binate prive di capitelli che si concludono in una trabeazione
orizzontale. Nella facciata il risalto centrale organizzato con due
ordini di lesene sovrapposti, corinzio e composito; un grande
finestrone con una serliana a due colonnine che reggono un timpano
ricurvo concludono la parte superiore del prospetto. Dal volume
complessivo emerge il campanile modulato da una sequenza di
convessit e concavit.
Quartieri militari
Il disegno del quartiere il risultato dell'impostazione degli
ingegneri militari che ne avevano fissato la continuit con la
maglia ortogonale caratteristica dell'impianto urbano di Torino: 18
nuovi isolati disposti attorno all'asse principale di via del
Carmine che collega la piazza Savoia con la porta occidentale della
citt. Per definire una piazza, su cui si affacciano due edifici
porticati, la sezione stradale viene allargata fino a formare
un'esedra semirettangolare, sottolineata dai porticati che,
risvoltando, interrompono il filo unico di allineamento delle
facciate. Juvarra scandisce la facciata con una serie di archi
portati da contropilastri inquadrati da un ordine gigante di
paraste. Il rapporto tra altezza e larghezza del fusto delle
lesene, che si innalzano su uno stilobate particolarmente basso, di
1:10 e conferisce una spiccata verticalit. Lungo il tratto di
porticato sull'asse di via del Carmnine le lesene sono raddoppiate
in modo da raddoppiare gli effetti prospettici. La copertura dei
portici costituita da una copertura a botte a sesto ribassato con
l'imposta al di sopra degli archi, ci fa si che la parte inferiore
degli edifici sia caratterizzata da un'ombra molto intensa che
rafforza il contrasto chiaroscurale prodotto dalle lesene giganti.
Ne scaturisce un'immagine di grande severit accentuata dalla
possente trabeazione che conclude superiormente l'edificio e dal
rivestimento in mattone. I due isolati ospitavano 2500 uomini con
alloggi per gli ufficiali, aule per la didattica, laboratori,
depositi, oltre ai servizi relativi alle cucine, lavanderie ecc.
Organizzati attorno a corti rettangolari gli edifici sono
distribuiti verticalmente da blocchi di scale con doppie rampe
frontali simmetriche
Castello di Venaria Reale
Fa parte di un complesso edilizio voluto dalla dinastia sabauda,
destinato a palazzo di piacere e di caccia e alla valorizzazione
delle campagne circostanti. Fu iniziato dal duca Carlo Emanuele II
nel 1650 secondo i progetti di Amedeo di Castellamonte e in seguito
di Michelangelo Garove. Juvarra interviene alla Venaria Reale a
partire dal 1714 con dei progetti diversi dai precedenti. egli
ribadisce la rotazione, gi operata da Garove, delle residenze verso
il nucleo urbano esistente, organizzando un asse, ortogonale a
precedente, su cui collocano i nuovi edifici: la galleria grande o
di Diana, la nuova chiesa di Sant'Uberto, la limonaia e la
scuderia.La Galleria di Diana lunga 73,5 m, larga 11 e alta quasi
15 m, oltre che corridoio aulico e anche luogo di incontro al
ritorno delle battute di caccia nonch salone in cui si svolge il
cerimoniale di corte. Egli ne modifica all'interno ampliandone la
dimensione delle, accentuando la strombatura delle finestre,
ricercando effetti di luminosit. una grande luce ottenuta aprendo
su entrambi i lati una serie di portefinestre che alternano cinque
grandi arcate a pieno centro con sei aperture minori. Il ritmo
accentuato dalla successione delle paraste composite e da lesene
aggettanti. in asse con queste aperture, ed elegantemente
raccordate alla trabeazione sono poste le finestre ovali. La volta
lunettata suddivisa longitudinalmente in tre parti ed scandita
trasversalmente arconi che confluiscono nelle lesene sottostanti.
entrambe le testate sono concepite come un'abside incorniciato da
un'arcata aggettante che accoglie il portale d'ingresso, formato da
due colonne e da un timpano spezzato con una sensibile curva
convessa. Al fine di accentuare gli effetti di luminosit e gli
realizza al di sopra delle edicole d'ingresso due cupole ovali
nascoste in cui si aprono le consente alla luce di riflettersi
sulle decorazioni e sulle colonne tortili. bene notare come
l'architetto gli utilizzi l'arco trionfale, le absidi sotto nuovi
aspetti.La chiesa di Sant'Uberto e concepito un elemento centrale
di un nuovo piano di ampliamento di tutto il complesso. Il primo
progetto uno schema a croce greca con l'aggiunta di due ali
laterali poco aggettanti, ma in quello definitivo organizza i prati
simmetrici attorno a uno spazio centrale generato da un ottagono
irregolare. A sostenere il tamburo della cupola sui lati corti
dell'ottagono sono impostati i quattro pilastri, profondamente
incisi fino a formare nicchioni convessi per l'alloggio delle
statue, sul modello della basilica di San Pietro a Roma. Le colonne
che reggono la copertura dell'abside di fondo e concorrono a
dilatare lo spazio interno del presbiterio. sull'abside troviamo
cinque finestre di cui quella centrale ellittica. all'esterno le
absidi laterali e l'ambulacro anteriore sono raccordati da brevi
pareti concave. L'ordine gigante corinzio coronato da un timpano
triangolare con statue, mentre due coppie di colombe di tipo dorico
composito sostengono i settori di timpano curvilineo spezzato.
All'interno troviamo paraste scanalate con capitelli compositi, i
corretti con i balconi di affaccio sull'aula, il taglio delle
modanature della trabeazione, la balaustra in pietra con il piccolo
cencello a chiusura del presbiterio. Sia il piano dei riti che il
piano dei coretti sono collegati con gli ambienti residenziali di
corte mediante un percorso continuo che utilizza lo spessore dei
muri per ospitare le scalette.
La scuderia e la limonaia occupano un grande edificio chiamato
con l'appellativo di citroneria costituisce il terzo intervento di
Juvarra. Il progetto comprende anche alcuni corpi edilizi degli
alloggi del personale, un maneggio coperto, rimesse per le
carrozze, stalle per cavalli da tiro, magazzini e altri servizi,
poi costruiti su progetto di Benedetto Alfieri. Ubicato alle spalle
della chiesa di Sant'Uberto, con l'asse longitudinale parallelo
alla galleria di Diana e il fronte della limonaia volta sud, lungo
148,5 m per 16 m di larghezza e con due differenti altezze 16 m la
limonaia 14,80 la scuderia. L'edificio formato da due grandi corpi
di fabbrica romanica semplice accostati lungo un muro di spina con
ingresso posto verso il lato occidentale. Il lungo ambiente della
limonaia diviso in 16 campate, fortemente scandita dal volume dei
pilastri.