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A TENE E R OMA Nuova Serie Seconda, VIII 2014 – Fasc. 1-2 ATENE E ROMA Rassegna dell’Associazione Italiana di Cultura Classica LE MONNIER FIRENZE Anno 2014 Nuova Serie Seconda, VIII – Fasc. 1-2 ATENE E ROMA Rassegna dell’Associazione Italiana di Cultura Classica Direttore responsabile: Salvatore Cerasuolo CONDIZIONI DI ABBONAMENTO PER LANNO 2014 La rivista viene distribuita gratuitamente ai Soci dell’AICC; per le modalità d’iscrizione all’Associazione si rinvia all’apposita pagina contenuta nel volume Per Enti, Biblioteche, Librerie: Italia ! 26,90, estero ! 37,20 Versamenti sul c.c.p. 30896864 La rivista «Atene e Roma» è inclusa nelle liste elaborate dalle principali agenzie mondiali di ranking: Arts and Humanities Citation Index dell’ISI ERIH European Reference Index for the Humanities MIAR, Matriu d’Informació par a l’Avaluació de Revistes (categoria «Estudios clásicos») con l’indice di diffusione più alto, 9,977, insieme ad altre 37 pubblicazioni. Inoltre è presente nei seguenti databases: Dialnet | Tables of Contents of Journals of Internet to Classicists (TOCS-In) | Interclassica PERIODICI LE MONNIER Viale Manfredo Fanti, 51/53 50137 Firenze www.ateneroma.it È possibile abbonarsi alla Rivista, acquistare i fascicoli arretrati o singoli articoli, in versione digitale, sul sito www.torrossa.it (Permalink: http://digital.casalini.it/22396306) Nella stessa sede è riportato il codice DOI associato a ciascun contributo. ISSN 0004-6493 Prezzo del presente fascicolo L 15,20 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1, comma 1 - DCB Firenze ISBN 978-88-00-88073-2 9 788800 880732
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Review of: M. Fassino, La tradizione manoscritta dell'«Encomio di Elena» e del «Plataico» di Isocrate, Milano, LED, 2012.

Apr 24, 2023

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Vincenzo Cecere
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Nuova Serie Second

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asc. 1-2

Atene e RomA Rassegnadel l ’Associazione Ital ianadi CulturaClassica

LeMonnIeRFIreNze

Anno 2014Nuova Serie Seconda, VIII – Fasc. 1-2

Atene e RomA

Rassegnadell’AssociazioneItalianadiCulturaClassica

Direttore responsabile: Salvatore Cerasuolo

Condizioni di abbonamento per l’anno 2014

La rivista viene distribuita gratuitamente ai Soci dell’AICC; per le modalità d’iscrizione all’Associazione

si rinvia all’apposita pagina contenuta nel volume

Per enti, Biblioteche, Librerie: Italia ! 26,90, estero ! 37,20

Versamenti sul c.c.p. 30896864

La rivista «Atene e roma» è inclusa nelle liste elaborate dalle principali agenzie mondiali di ranking: Arts and Humanities Citation Index dell’ISI

erIH european reference Index for the Humanities MIAr, Matriu d’Informació par a l’Avaluació de revistes (categoria «estudios clásicos»)

con l’indice di diffusione più alto, 9,977, insieme ad altre 37 pubblicazioni.

Inoltre è presente nei seguenti databases: Dialnet | Tables of Contents of Journals of Internet to Classicists (TOCS-In) | Interclassica

PerIODICI Le MONNIerViale Manfredo Fanti, 51/53

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È possibile abbonarsi alla rivista, acquistare i fascicoli arretrati o singoli articoli, inversionedigitale, sul sito www.torrossa.it (Permalink: http://digital.casalini.it/22396306)

Nella stessa sede è riportato il codice DOI associato a ciascun contributo.

ISSN 0004-6493

Prezzo del presente fascicolo L 15,20

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1, comma 1 - DCB Firenze

ISBN 978-88-00-88073-2

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Atene e RomA

Rassegnadell’AssociazioneItalianadiCulturaClassica

Direttore

SALVATOre CerASuOLO

Comitato Scientifico: Luciano Canfora, Mario Capasso, Massimo Fusillo, Louis Godart, Angelo russi, Gianfranco Maddoli, Giancarlo Mazzoli,

Mauro Tulli, Markus Asper, Monserrat Jufresa, Francisco García Jurado, Laurent Pernot, ulrich Schmitzer

Redazione: renato uglione, Serena Cannavale, Maria Luisa Chirico, Giovanni Benedetto

Nuova Serie Seconda, Anno VIII - Fascicolo 1-2, Gennaio-Giugno 2014

S O M M A r I O

l. lehnus, Wilamowitz e il ‘il miglior grecista’ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .m. barbanera, Favole antiche e mitologie moderne. Le competizioni

artistiche nella storia dell’arte greca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .m. buonoCore, Theodor Mommsen, i Monumenta Germaniae Historica

e gli italiani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .e. renna, Le «Meleagridi» di Ignazio Cazzaniga . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .l. lehnus, La dedica di Ignazio Cazzaniga. Ricordo . . . . . . . . . . . . . . . . .J. GarCía-huidobro – s. Contreras – d. Crespo, Justo legal y justo

natural en Aristóteles. Una mirada desde la iusfilosofía contemporánea .

note e disCussioni

l. miCozzi, Studi sul Libro IV di Lucano (con note marginali) . . . . . . . . .

riCordi

G. tedesChi, Ricordo di Bruno Gentili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

reCensioni

m. Capasso – s. ammirati – m.C. Cavalieri – p. davoli – d. internullo – p. musardo – G. alvar minaya – n. pellé – e. pisanello, Venti Anni di Papirologia a Lecce – Il Centro di Studi Papirologici dal 1992 al 2012 (L. Gaetani); G. bastianini – a. Casanova, I papiri omerici. Atti del Convegno Internazionale di Studi (N. Pellé); e. Flores, Il testo anglo-tedesco di Manilio e Lucrezio (r. Luzzi); m.s. FunGhi – G. messeri – C.e. römer (a cura di), Ostraca greci e bilingui del Petrie Museum of Egyptian Archaeology (O.Petr.Mus.) (M.G. Assante); m. Fassino, La tradizione manoscritta dell’«Encomio di Elena» e del «Plataico» di Isocrate (M. Pinto); m. napolitano, I Kolakes di Eupoli (L. Bruzzese); epicuro, Sulla natura, libro II, edizione, traduzione e commento a cura di G. Leone (A. Parisi); Forme della memoria e dinamiche identitarie nell’antichità greco-romana, a cura di e. Franchi e G. Proietti (e. Aimone); C. Ferone, Opuscula, a cura di A. russi (G. Celato) . . . . . . . .

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» 94

» 103

1. Ivolumielerivistedasegnalareorecensirevannoinviatialprof.SalvatoreCerasuolo,DipartimentodiStudiumanistici,viaPortadiMassa1,80133napoli. (e-mail:[email protected]).

Icontributivannoinviati,informadefinitivacartaceaeindischetto,alprof.SalvatoreCerasuolo,viaAtri23,80138napoli.

2. I titoli delle opere (volumi e articoli) e le parole latine vanno in corsivo; i nomi degli autori moderni vanno in maiuscoletto; i nomi degli autori antichi vanno in tondo minu-scolo. I titoli dei periodici (abbreviati o indicati, di preferenza, con le sigle in uso nella Année philologique) vanno chiusi tra virgolette.

I criteri generali sono qui esemplificati:Citazioni di opere di autori antichi: Aesch. Prom. 38-46. Verg. Aen. IV 27 s., VI 281 ss.Monografie: L. CanFora, Giulio Cesare. Il dittatore democratico, roma-Bari 1999.Articoli da periodici: S. Timpanaro, Ancora su Ennio e le lacrime di Omero, «rFIC» 119 (1991), pp. 5-43.Articoli da miscellanee: A. La penna, Lo scrittore «stravagante», in Per Giorgio Pasqua-li. Studi e testimonianze, a cura di L. Caretti, Pisa 1972, pp. 71-89.Citazioni brevi in latino o in lingue straniere vanno riportate in corsivo.Citazioni ampie vanno riportate tra virgolette e in tondo: « ».Abbreviazioni: vol. = volume; voll. = volumi; p. = pagina; pp. = pagine; s. = seguente (p. 34 s.); ss. = seguenti (p. 108 ss.); n. = nota (p. 23, n. 17); nr. = numero; vd. = vedi; cf. = confronta; art. cit. = articolo citato; op. cit. = opera citata; s.v. = sub voce; ibid.; a.C., d.C. = avanti Cristo, dopo Cristo; ca. = circa; etc. = eccetera; a cura di (scritto per esteso, non abbreviato).Per il greco va utilizzato un font che adotti lo standard uNICODe.

3. È preferibile l’invio dei contributi su supporto magnetico (dischetti o CD-rom) rispet-tando le seguenti caratteristiche:

— sistema Windows o Macintosh; — scrittura in Word; — ad ogni dischetto o CD-rom dovrà essere allegata una stampa del contributo, che

avrà tutte le indicazioni precisate al punto 2.4. Gli Autori riceveranno le bozze una volta sola; la seconda revisione sarà curata dalla re-

dazione. le Correzioni straordinarie saranno addebitate aGli autori. Si prega di inviare con sollecitudine le bozze corrette alla Casa editrice, assieme ai relativi originali.

5. Gli Autori riceveranno un estratto gratuito (senza copertina) sotto forma di file in formato .pdf.

6. I dattiloscritti, anche se non pubblicati, non si restituiscono.7. Articoli e note inviati ad «Atene e roma» sono sottoposti in forma anonima a peer-

review.

NOrMe Per I COLLABOrATOrI

amministrazione e redazione: Periodici Le Monnier – Viale Manfredo Fanti 51/53 – 50137 Firenzeredazione: Telefono 055 5083.223. Posta elettronica: [email protected]: Telefono 055 5083.220. Posta elettronica: [email protected]

reg. Trib. di Firenze n. 1644 del 30-10-1964

tmb GraFiChe s.r.l., GorGonzola (milano) aprile 2015

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È stato possibile stabilire che, nella maggior parte dei casi, la superficie scrittoria corrisponde a frammenti di anfore, di diversa tipologia in base a quanto si è desunto dalla varietà degli impasti esaminati. I pochi frammenti di ciotole identificati, invece, sono riconducibili a manufatti egiziani che ricorda-no la terracotta sigillata nord-africana.

Di indiscusso valore è stata la scoperta di punti di congiunzione tra pezzi distinti, riconducibili ad un unico manufatto originariamente integro, nonché, in altri casi, l’identificazione di indizi preziosi che hanno permesso di operare una ricongiunzione similare, pur in assenza di specifici punti di contatto. Tali operazioni di recupero hanno poi registrato ulteriori convalide successive, che non possono dirsi inficiate dalle visibili differenze cromatiche e dalla presenza incostante dello strato di materiale impermeabilizzante sul verso dei pezzi, do-vute semplicemente al loro diverso stato di conservazione.

È inevitabile, pertanto, considerare la presente opera un significativo ap-prodo nel recupero e nell’esatta risistemazione degli ostraca del Petrie Mu-seum, un ineludibile punto di partenza per futuri studi sui singoli pezzi o su tematiche specifiche e un prezioso stimolo alla compilazione di altre raccolte esaustive di tanta documentazione antica di notevole pregio che ancora aspetta di essere riordinata in appositi corpora.

maria Grazia assante [email protected]

Marco Fassino, La tradizione manoscritta dell’«Encomio di Elena» e del «Plataico» di Isocrate, LED, Milano 2012, pp. 279.

Nell’ultimo decennio, le nostre conoscenze sulla storia del testo e sulla tra-dizione manoscritta di Isocrate, autore centrale del IV secolo ateniese, hanno avuto un notevole incremento grazie alle ricerche di un gruppo di filologi ita-liani raccolti attorno al progetto di una nuova edizione critica, in preparazio-ne per la serie degli Oxford Classical Texts. All’origine di questo avanzamento ci fu un incontro di studio pisano dell’aprile 2003, i cui atti si possono legge-re negli Studi sulla tradizione del testo di Isocrate (Olschki, Firenze, 2003). In quell’occasione, Marco Fassino presentò i risultati di un’indagine relativa ai rapporti tra alcuni manoscritti isocratei (Nuove acquisizioni sui rapporti stem-matici tra alcuni codici di Isocrate), che dimostrava, tra l’altro, la discendenza di-retta del Vat. gr. 936 [D] dal capostipite della prima famiglia, l’Urb. gr. 111 [G] (e non attraverso un testimone intermedio, come pensava Engelbert Drerup), nonché la contaminazione della prima famiglia con apporti ricavati da un co-dice della seconda famiglia (un manoscritto affine al Laur. plut. 87.14 [Q]) ad opera del copista di D, che è anche uno dei correttori dell’Urbinate [G5].

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Nel volume che qui segnaliamo Fassino ha raccolto i risultati di ulteriori indagini, condotte durante il suo dottorato di ricerca. In questo lavoro la tra-dizione manoscritta isocratea è osservata attraverso la lente particolare di due orazioni, l’Encomio di Elena e il Plataico. Le ragioni della scelta – che si fonda-no sull’ormai confermata intuizione della filologia tedesca della trasmissione del testo isocrateo per corpuscula 1 – sono illustrate nella Premessa, dove è anticipato anche l’esito delle ricerche: «si è voluto selezionare due orazioni che, nella cir-colazione antica dell’opera isocratea per corpuscula, appartenessero a raggrup-pamenti distinti: l’Elena è infatti compresa fra gli encomî […]; il Plataico rientra invece nel novero dei discorsi deliberativi fittizi […], l’intenzione era quella di verificare se l’originaria trasmissione per corpuscula separati avesse ancora eser-citato un’influenza sui rapporti genetici tra i testimoni primari della tradizio-ne medievale e umanistica, determinando eventualmente una loro articolazione stemmatica diversa da un’orazione all’altra […], ciò non accade: le relazioni tra i ‘rami alti’ delle due famiglie in cui si distribuiscono i testimoni isocratei sono sostanzialmente stabili e identiche in entrambe le opere» (pp. 9-10).

Nella Premessa è segnalata anche una peculiarità che accomuna le due ora-zioni, vale a dire l’esistenza di un testimone antichissimo, P. Yale 103, un testi-mone papiraceo del III secolo a.C., che presenta le due orazioni scritte, dalla stessa mano e nella stessa scrittura, ciascuna su una delle due facciate del ro-tolo (per ragioni non ancora del tutto chiare). L’importanza di questo papiro non riguarda solo la tradizione del testo, qui osservabile in una fase precedente la distribuzione in raggruppamenti tematici. Si tratta, infatti, dell’unico rotolo letterario «opistografo» in senso proprio finora noto, una circostanza che me-riterebbe forse maggiore evidenza negli studi papirologici. Per una trattazione analitica di questo e degli altri tre testimoni papiracei, tutti relativi all’Elena, Fassino rinvia (p. 15) ai volumi del Corpus dei papiri filosofici che raccolgono i numerosi papiri di Isocrate pubblicati fino al 2008 (Olschki, Firenze).

Al centro del volume c’è un’ampia trattazione dedicata ai Manoscritti me-dievali e umanistici che tramandano le due orazioni (pp. 16-127), con una se-zione riservata anche ai manoscritti che ne hanno conservato excerpta (pp. 125-127): in totale 47 testimoni, 28 contenenti l’Elena e il Plataico, 19 soltanto l’Elena. I manoscritti sono schedati secondo l’ordine alfabetico del luogo di conservazione, con l’eccezione dei 13 manoscritti conservati nei fondi vatica-ni, collocati al principio. Si tratta di una rassegna di grande utilità, aggiorna-ta e ricca di dati. Le singole schede contengono accurate informazioni sugli aspetti materiali, paleografici, testuali e storico-culturali. Ne emergono anche diverse novità in merito alla datazione di manoscritti, all’identificazione di co-pisti e all’individuazione di possessori. Per esempio, nel caso del Vat. gr. 65 [L] (= nr. 10 della rassegna), il capostipite di una numerosa schiera di mano-

1 Rilanciata da G. pasquali, Storia della tradizione e critica del testo, Firenze [1934] 1952², p. 300: «le orazioni d’Isocrate circolavano in corpuscula che comprendevano ognuno componimenti della stessa specie».

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scritti isocratei della seconda famiglia, datato al 1063, Fassino propone l’identi-ficazione del copista Teodoro, noto dalla sottoscrizione del f. 304v, con il figlio di Michele Attaliate, lo storico che fu testimone di un quarantennio di storia bizantina dell’XI secolo. La proposta si fonda sulla combinazione del rango at-tribuito al copista nella subscriptio del codice con le informazioni ricavabili da un importante lascito testamentario dell’Attaliate e da una più tarda crisobol-la imperiale (pp. 38-39). Per quanto riguarda invece il Vat. gr. 1392 (= nr. 12), Fassino aggiunge un elemento utile a ricostruire l’ambiente in cui il manoscrit-to dovette trovarsi nel XVI secolo, poiché ne riconduce il possessore, il Giorgio Pagas indicato nella nota di possesso su una delle guardie, all’omonimo desti-natario di un epigramma sepolcrale dell’umanista Simone Cabasilas o Acarna-nius (p. 44, n. 130). Ancora, nel caso del Laur. plut. 4.24 (= nr. 17) viene accolta l’identificazione del copista [a] del codice con Costantino Lascaris, convin-centemente avanzata da David Speranzi nel 2012 (p. 54). Infine, per il mano-scritto di Wroclaw, Rehdigeranus 22 (= nr. 45), l’autore richiama l’attenzione sull’identità del possessore «Joh. Baptista posthumus de leone» con l’umanista padovano Giovanni Battista Postumo de’ Leoni (p. 124 e n. 483), che possedet-te diversi manoscritti oggi nella Biblioteca Vaticana, nella Biblioteca Ambro-siana e nella Österreichische Nationalbibliothek di Vienna. Si tratta di avanza-menti in apparenza secondari, che contribuiscono in realtà a una più precisa visione di insieme della storia del testo di Isocrate in età medievale e moderna 2.

La seconda parte dello studio è dedicata ai Rapporti stemmatici (pp. 131-231). Vi si troverà una accurata ricapitolazione dei risultati raggiunti dalla fi-lologia isocratea dagli inizi del XIX secolo ad oggi, con arricchimenti e preci-sazioni provenienti dalla collazione dei manoscritti dell’Elena e del Plataico. Punti di riferimento acquisiti sono: la sopravvivenza di due diverse famiglie di manoscritti che proseguono due delle molte recensioni che circolarono nell’an-tichità; la preformazione del testo della prima famiglia nel III/IV secolo d.C. e della seconda famiglia forse alla fine del I d.C., sulla base delle concordanze in errore con i papiri; l’esistenza di due edizioni tardo-antiche unitarie, che rac-colsero in codici-corpora i corpuscula circolanti.

Nell’ambito della prima famiglia Fassino segnala come gli apporti di G5 (= D) in G, provenienti dal codice parente di Q, siano precedenti la trascrizio-ne di D, a differenza di quello che accade per altre orazioni (p. 140), e mette in luce come in un certo momento l’Ambrosiano O 144 sup. [E], copia diretta

2 Va segnalato, a questo proposito, che anche dettagli relativi alla storia degli studi sono passibili di rettifiche nel corso di indagini di questo tipo. Questo accade, per esempio, per le sottoscrizioni dell’Urb. gr. 111, ricordate da Fassino a p. 30, in cui compaiono i nomi di revi-sori tardoantichi del testo: l’identificazione con una cerchia di studiosi operante tra la fine del IV e l’inizio del V secolo, dovuta a uno studio del 1892 di Hermann Usener, andrà ora retro-datata alle ricerche proto-ottocentesche dello scriptor vaticano Girolamo Amati (cf. La risco-perta dell’Antidosi nel XIX secolo, in M. vallozza (a cura di), Isocrate. Verso la nuova edizione Oxford, cds.).

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di D, poté avere ancora accesso diretto al capostipite G (p. 141). Nel solo caso dell’Elena, inoltre, le collazioni di Fassino riconducono ora alla prima famiglia quattro testimoni: da una parte il Matritense 7210 (= nr. 25 nella rassegna) e i suoi due apografi, il Vat. Ott. gr. 178 (= nr. 2) e il Neap. II D 26 (= nr. 30), con-tenente solo i primissimi righi dell’orazione; dall’altra il Vat. Pal. Gr. 304 (= nr. 5). Quest’ultimo a differenza degli altri tre recepisce le innovazioni in errore di D rispetto a G, ed è un apografo di D attraverso la mediazione di un codice per-duto dell’Escorial, come sembra possibile ricavare con l’ausilio di indagini re-centi di Giuseppe Pascale sulla tradizione manoscritta di Temistio, l’altro auto-re incluso nel composito D. L’interazione con gli esiti delle ricerche su Temistio porta a mettere in relazione l’Escorialense perduto con il codice di Heidelberg Pal. gr. 129 (= nr. 47), un autografo dell’umanista bizantino Niceforo Gregora (XIV sec.), contenente anche estratti da Isocrate e Temistio, e con il codice af-fine a Q che costituì l’esemplare di collazione del copista G5 = D (pp. 147-151). Ne emergerebbe, dunque, una fase di cruciale compresenza dei tre testimoni della prima famiglia (GDE) e del manoscritto affine a Q nella Costantinopoli del-la prima età paleologa, forse in un ambiente come la biblioteca di Cora.

Per quanto riguarda la seconda famiglia, il quadro generale dei rapporti tra i manoscritti finora ricostruito trova una conferma nel lavoro di collazione con-dotto da Fassino per l’Elena e il Plataico. Nell’ambito del primo ramo di questa famiglia, quello costituito dall’esistente Q e dall’ipotizzabile suo modello o fra-tello, emerge la natura di testimoni primari degli estratti contenuti nel codice Palatino di Gregora, di cui si è detto. Al terzo ramo della famiglia, quello dei cosiddetti «umanistici», si deve invece aggiungere un nuovo testimone prima-rio, riconosciuto dall’autore nel manoscritto oxoniense Auct. T.1.11 (= nr. 31). Nell’insieme l’indagine ha individuato sei testimoni primari dell’Elena e quat-tro del Plataico (pp. 184-185). Quanto al secondo ramo della famiglia, alcune integrazioni riguardano la valutazione di apografi di L (in tutto 31 per l’Elena, 19 per il Plataico), non presi in considerazione nell’indagine di Martinelli Tem-pesta sugli apografi di L 3 poiché non contenenti il Panegirico. Una idea di in-sieme è offerta dallo stemma a p. 226. L’ultimo problema affrontato da Fassino riguarda una serie di elementi paratestuali che caratterizzano la seconda fami-glia, vale a dire gli argumenta delle orazioni, oggi superstiti solo nel ramo degli «umanistici», in origine presenti nell’archetipo di tutta la famiglia e in L, ma scomparsi in quest’ultimo con la perdita dei primi tre fascicoli avvenuta prima del XIII secolo. A differenza della collocazione unitaria e incipitaria che eb-bero nell’archetipo e in L, al capostipite che era a monte degli «umanistici» si deve invece la distribuzione degli argumenta in testa a ciascuna orazione. Dagli accertamenti di Fassino si ricava, infine, che gli argumenta pure presenti in al-cuni apografi di L si devono proprio a contaminazione con il ramo tradizionale proseguito dagli «umanistici».

3 S. martinelli tempesta, La tradizione manoscritta del «Panegirico» di Isocrate. Gli apo-grafi del Vat. gr. 65 (L), «Segno e Testo» 5 (2007), pp. 173-225.

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Non si può non apprezzare, in conclusione, la presenza di ottimi indici fi-nali dei nomi e dei manoscritti, che contribuiscono a fare di questo accurato e importante lavoro una risorsa preziosa per lo studio della tradizione manoscrit-ta di Isocrate e della storia moderna del testo.

massimo pinto Università di Bari [email protected]

Michele napolitano, I Kolakes di Eupoli, introduzione, traduzione, commento, ‘Studia Comica’ 4, VerlagAntike, Mainz 2012, pp. 342.

Questo commento all’importante commedia eupolidea, vincitrice alle Dio-nisie del 421 a.C. e rivolta contro la prodigalità del ricchissimo Callia III, fi-glio di Ipponico, da una parte colma una lacuna negli studi, fermi nello speci-fico alla dissertazione di J. Töppel (De Eupolidis Adulatoribus, Lipsiae 1846), dall’altra si inserisce in una reviviscenza dell’interesse nei confronti dei poeti comici pervenutici in frammenti e dei rivali di Aristofane in particolare, certa-mente stimolato dalla monumentale edizione dei Poetae Comici Graeci a cura di R. Kassel e C. Austin, uno dei più pregevoli prodotti della filologia tardo-no-vecentesca (l’ultimo volume pubblicato è del 2001) 1. I Kolakes di Eupoli sono stati al centro delle attenzioni di Michele Napolitano (N.) fin dai tempi della tesi di laurea e il presente lavoro costituisce, in maniera forse originale rispet-to ai percorsi attuali dei filologi classici, al tempo stesso l’opera prima – quella cioè a cui ha dedicato le sue prime cure fin da giovanissimo – e il prodotto più maturo di uno studioso, in particolare del teatro greco, già ampiamente apprez-zato e riconosciuto a livello nazionale e internazionale 2.

1 Ci si riferisce in particolare al progetto «Kommentierung der Fragmente der griechi-schen Komödie», promosso e recentemente avviato da Bernhard Zimmermann (e d’altra par-te nella collana Studia Comica, già benemerita per la pubblicazione di commenti ai frammenti comici e diretta dallo stesso Zimmermann, è pubblicata quest’opera di N.), come al pregevo-le volume miscellaneo edito nel 2000 da D. Harvey e J. Wilkins (The Rivals of Aristophanes, London-Swansea 2000) e, proprio riguardo ad Eupoli, alla messa a punto di Ian C. Storey (Eupolis. Poet of Old Comedy, Oxford 2003). Questo retroterra è perfettamente presente a N., il quale lo delinea con lucidità e molto maggiore approfondimento rispetto a queste scar-ne citazioni nella sua Premessa (pp. 7-8).

2 Andrà almeno ricordato che N. aveva già messo a disposizione degli studiosi alcune sue importanti riflessioni su questa commedia in un certo numero di contributi, apparsi su «SemRom» del 1998 e del 2005 (il fondamentale articolo sui Kolakes come «commedia poli-tica»), su «GIF» del 2008 e su «S&T» del 2009.

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