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Organo dell’ANPI Provinciale di Bologna - Anno IX - Numero 3 -
Giugno 2011
> segue a pag. 2POST
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L’intervista
Parla il prof. Carlo Smuraglia
“Cari giovani reagite, mobilitatevi.Non è il paeseche
sognavamo”
Oreste Pivetta*
Dagli insulti ai magistrati, dalleoffese ripetute alla
istituzioni, dal-l'assalto alla Costituzione all'occupa-zione della
televisione pubblica, ai nuovi attacchi nei confronti dellascuola
pubblica: è il quadro di unpaese, che vive alcuni tra i suoi
gior-ni peggiori, che deve assistere a una messinscena, dal copione
ormai risa-puto, ripetuto, noioso, che frastornaperò, che confonde
le idee, che nelfrastuono continuo maschera leminacce alla
democrazia. CarloSmuraglia cita Carlo AzeglioCiampi: non è questo
il paese chesognavamo. Non è il paese che vole-vano quanti si sono
battuti contro il fascismo e contro il nazismo, non è ilpaese che
attraverso la sua cartacostituzionale si garantiva un futurodi
libertà, lasciandosi alle spalle lemacerie dell'oppressione. Carlo
Smuraglia, una vita di studio edi politica, è diventato
presidentedell'ANPI, a una settimana da unaltro 25 Aprile, che
torna a dirciquanto attuali e quanto vivi sianoquei valori e quei
principi per i quali
> segue a pag. 5
> segue a pag. 4
> segue a pag. 9
Il liceo classico “Galvani” di Bologna hadedicato il 13 aprile
scorso una giornataalle allieve e agli allievi che combatteronoper
la libertà.(Il titolo qui sopra è ripreso dalla prima didue pagine
di Repubblica - cronaca diBologna). (articoli da pag. 6 a pag.
9).
Al centro Virginio Merolafesteggiato da cittadini inpiazza Santo
Stefanoall’indomani della vittoriaelettorale. Nei propositi delneo
sindacol’organizzazione nell’aprile2012 di un eventointernazionale
a Bolognadedicato “alle Resistenze”.
Bologna riprende la strada della sua storia
Ha preso quota all’Ateneoil circolo ANPIdedicato a Gianni
Palmieri
Uno scorcio della sala “la Scuderia” diPiazza Verdi durante il
lancio del circoloANPI dell’Università con la distribuzionedelle
prime ottanta tessere associative.
Nel Pratello assegnate le borse di studio sullaResistenza e la
Costituzione
“Saremo sentinelle”L’entusiastica partecipazione di studenti e
docenti dei licei“Righi” e “Laura Bassi”, degli Istituti tecnici
“Pier Crescenzi” e “Pacinotti”
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sono state depennate in nome dellalibertà di opinione. In questo
casosi potrebbe parlare di vilipendioalle istituzioni, punibile sì
, ma conuna multa, una multa che lasciaovviamente del tutto
indifferentechi firma quelle iniziative. Nulla dipiù. Comunque,
evidente è che larisposta debba essere politica e
debba essere una risposta forte eche la risposta non possa
essere solodel presidente della Repubblica,che tante volte ha
richiamato i pro-tagonisti della nostra contesa poli-tica a
moderare i toni, a rispettarele regole, invitando al dialogo.Tante
volte e sempre, purtroppo,inascoltato.
La risposta deve essere forte e di
si combattè ormai più di un sessanten-nio fa.
Professor Smuraglia, vorreicominciare dall'altro ieri quan-do a
Milano sono apparsi queimanifesti infami: «Via le BRdalle procure».
Se lo sarebbemai aspettato?
“Non me lo sarei aspettato.Forse ce lo saremmodovuti aspettare.
Si èoltrepassato ogni limite,ma c'erano i segni. Nondimentichiamo
certemanifestazioni davanti altribunale di Milano ecerti giudizi
del nostropresidente del Consiglio,il quale semplicemente
evolgarmente insulta: nonsi dica che esercita uninalienabile
diritto di cri-tica. Leggo che a proposi-to di quei manifesti
èstata aperta un’inchiesta.Quei manifesti, che chia-mano in ballo
il brigati-smo per reagire a processi del tuttonormali, comuni,
niente di politi-co, sono istigazione all'odio,all'odio nei
confronti delle istitu-zioni, quei manifesti sono anchemateria da
codice penale...”
Nel senso che quei manifestivalgono un reato punibile dalcodice
penale?
“Nel codice penale molte voci
Intervista al prof. Carlo Smuraglia
“Cari giovani reagite, mobilitatevi. Non è
il paese che sognavamo”Il neo presidente dell’ANPI “Bisogna
spiegare i termini della verità esmascherare le bugie. Una
manifestazione come quella delle donne è
la prova che si può cambiare
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> segue da pag. 1
tutti, di quanti ancora credononella democrazia, una
rispostaall'altezza perché il problema nonsono solo quei manifesti,
il proble-ma sono le azioni, sono le parole,sono i comportamenti
che hannoistigato qualcuno a quelle scritte.Non ci sono solo gli
insulti aimagistrati e alla magistratura. Cisono gli attacchi alla
scuola e lacommissione d'inchiesta sui libri ditesto. C'è
l'intenzione di controlla-re l'informazione (compresa la
tele-visione pubblica). Ci sono tantialtri episodi che danno
evidenza aldegrado culturale e politico.Basterebbe pensare alle
divisioniche si sono manifestate quando si ètrattato di decidere
come celebrarel'Unità d'Italia. Basterebbe ricor-dare la proposta
di legge presentatada alcuni parlamentari per abolirela norma
transitoria dellaCostituzione che vieta la ricostitu-zione del
partito fascista: non credoche si possa temere in questo
momento la ricostituzionedel partito fascista, maevidentemente
c'è chipensa al futuro e credeinvece possibile un ritornoal
fascismo, magari inchiave populista”.
Il pericolo, allora,c'è?
“Credo che l'ANPIdebba aiutarci a teneredesta la nostra
attenzione,a tenere desta la nostracoscienza critica,
richia-mandoci alla storia e allospirito della nostraCostituzione,
impegnan-doci tutti perché la
Costituzione venga attuata, sapen-do che se si affonda la
Costituzionesi affonda il tessuto democratico diquesto paese.
Insultare le istituzio-ni significa scegliere lo sbandamen-to delle
coscienze e il deteriora-mento della vita collettiva, signifi-ca
invitare il cittadino a infischiar-sene delle istituzioni e quindi
delleregole”.
Intervento al congresso di Torino del neo presidente
dell’ANPInazionale Carlo Smuraglia
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Come reagire? “Intanto dobbiamo reagire alla
cattiva informazione. GustavoZagrebelski faceva opportunamen-te
notare che le falsità ripetutediventano il cancro della
società.Dobbiamo smascherare le falsità ese non possiamo contare
sempre suigiornali o sulla televisione (quellapubblica peraltro)
dobbiamo pen-sarci noi, noi dell'ANPI, noi dellelibere associazioni
democratiche,noi cittadini comuni. Informaresignifica ad esempio
spiegare e farcapire che la gravità del caso Rubynon sta solo nelle
oscenità che pos-siamo immaginare ma soprattuttonella telefonata di
un capo delgoverno in questura: così salta dav-vero il rapporto
corretto tra le isti-tuzioni, così si inquina. Informaresignifica
contribuire a vincere l'in-differenza dei tanti, che non stannocon
Berlusconi, ma non si sentonoimpegnati, perché sono
sfiduciati,perché sono rassegnati. La nostradeve esser una
battaglia contro larassegnazione”.
Si può cambiare qualcosa? “Una manifestazione come
quella romana delle donne è laprova che si può cambiare. Ma
dob-biamo insistere. Mobilitare lecoscienze è il nostro
imperativo,mobilitare facendo intendere checosa nascondono la
riforma epocaledella giustizia, l'aggressione alla
Corte costituzionale, il rifiuto di unuomo di presentarsi ai
processi chelo riguardano, che cosa nascondonopersino le
barzellette del premier, eche cosa significa per noi un parla-mento
bloccato settimane a discu-tere di leggi personali, mentre
sidovrebbero affrontare temi come lacrisi economica, la guerra in
Libia,l'arrivo dei migranti sulle nostrecoste. Dovremmo far capire
chenon stiamo vivendo una giornatanormale in un paese normale”.
Vengono in mente quei gior-ni del 1945.
“Avevo vent'anni e scelsi dicombattere contro i nazifascisti.Ero
nelle Marche e quando arriva-rono gli alleati rientrai
nell'eserci-to, caporal maggiore, VIII Armata,Gruppo di
Combattimento‘Cremona’. Risalimmo la penisola,arrivammo a Ravenna,
ad Alfonsinesostenemmo una battaglia terribile.
Alfonsine venne rasa al suolo.Passammo e fummo a Padova e poia
Venezia: noi, gli americani, ipolacchi, i partigiani di Bulow
“.
L'ANPI è anche dei giovaniadesso.
“Da quando, dal congresso del2006, aprimmo le iscrizioni aquanti
non avevano combattuto:prima arrivarono persone di mezzaetà, poi
arrivarono i ragazzi. Per noisi poneva una questione, amara inun
certo senso, di ricambio genera-zionale, per loro, per quei
ragazzi,l'ANPI era il luogo di una storiaantifascista che doveva
continuareperché crediamo ancora nel paeseche sognavamo”.
*Intervista pubblicata nel giornale“L’Unità”, pagina 5
“PrimoPiano” del 18 aprile 2011.“Resistenza” ringrazia per la
genti-le concessione.
I numeri del tesseramento nazionale138 mila sono le tessere ANPI
richieste dalle sedi provincialia quella nazionale in vista del
tesseramento 2011,che si stima significati-vamente superiore
all’anno precedente.120 mila erano gli iscritti nel 2010, un numero
in costante aumento: 20 mila sono i giovani tra i 18 e i 35 anni
iscritti all’ANPI, un numeroche conferma la vitalità e la tendenza
al ringiovanimentodell’Associazione, 10 mila sono i partigiani,
impegnati in prima personanella Resistenza, attualmente iscritti,
circa il 10% dei tesserati; 105 mila il numero degli iscritti
all’Anpi nel 2009.
Il Comitato nazionale ANPI, com-posto da 37 membri riunitosi
aRoma il 25 maggio, ha procedutoalla nomina dei suoi organi
direttivi:
SEGRETERIA:Carlo Smuraglia - Presidente;Luciano Guerzoni -
Organizzazione;Marisa Ferro - Coordinamento uffi-cio di segreteria
e servizi interni;Carla Argenton - Responsabileammini-strativo;
Andrea Liparoto -Stampa e comunicazione.
INVITATI PERMANENTI (conspecifico riferimento alle riunioni
dimaggior rilevanza politica):Nazareno Re - StruttureMarisa Ombra -
Memoria e istanzefemminili (in sinergia con la desi-gnanda
responsabile del Coordina-mento nazionale femminile ANPI: il
Comitato Nazionale ha propostoEletta Bertani).
INCARICHI SPECIFICI: Giovanni Battafarano - Referentecon la
segreteria nazionale per le aree
meridionali; Fulvia Alidori e ChiaraGribaudo - Progetto Giovani
eFormazione (in collaborazione colpresidente nazionale); vice
presiden-te nazionale vicario è stato nominatoLuciano Guerzoni
(funzione specifi-ca di cui all'articolo 6 dello
Statutodell'ANPI).
I vice presidenti nazionali verrannoperiodicamente consultati su
temi dirilievo.
Gli organi dirigenti nazionali
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"Settimana internazionale delleResistenze", caratterizzata da
incontried iniziative tese a favorire scambi trala memoria della
Resistenza italiana ei movimenti democratici di liberazio-ne che si
ispirano ai medesimi ideali. Ilpresidente dell’ANPI
WilliamMichelini, nell'accogliere favorevol-mente l'idea, ha
proposto al candida-to Sindaco che l'organizzazione del-l'evento
sia tale da includere entrambele date che legano i bolognesi ai
fattidella Liberazione, vale a dire 21 e 25Aprile. In specifico, è
stato poi chiestoa Merola di porre al centro della suaazione
amministrativa il tema dellaformazione culturale e civica
dellenuove generazioni, facendo intervenireove possibile il Comune
a difesa dellascuola pubblica, dei suoi programmi edei suoi
insegnanti, respingendo cosìl'attacco di una destra che tenta
didistruggerne le basi costituzionali,fino al punto di metterne in
discussio-ne perfino i contenuti dei libri ditesto. Poiché la
discussione ha fatto emerge-re la comune valutazione della
necessi-tà di un forte impegno per rinsaldarela vocazione
apertamente antifascistadi Bologna, orientando l'azione delComune
in modo da rassicurare i citta-dini sulla solidità delle sue
radicidemocratiche e dei suoi legami con iprincipi della
Resistenza, l’ANPI haavanzata inoltre la proposta - accoltadal
candidato Sindaco - che la nuovaAmministrazione avvii la
consuetudi-ne di donare una copia dellaCostituzione ad ogni
studente delcapoluogo, nel momento del suo pas-saggio dalla scuola
primaria alla secon-daria di primo grado.
Così come ha fatto all’indomani dellaelezione, l’ANPI rinnova a
VirginioMerola i cordiali auguri di buon lavo-ro, nell’interesse
della città.
L’elezione alla carica di sindacodi Bologna del
candidatoVirginio Merola, presentato dalcentrosinistra è accolta
con favoredall’ANPI provinciale che già nell’in-contro da lui
richiesto – unico fratutti gli schieramenti in competizio-ne – alla
vigilia della consultazionene aveva valutato positivamente
ilprogramma. In esso abbiamo apprez-zato i marcati contenuti sui
temidella Resistenza e dell’Antifascismo,da sempre caratterizzanti
l’operatodelle amministrazioni comunali chesi sono succedute dalla
Liberazione inpoi. In particolare, Merola annuncia ilproposito di
organizzare a Bologna - apartire dal prossimo anno - una
Con le congratulazioni dell’ANPI Provinciale
Auguri di buon lavoroal neo sindaco Merola
Lo affianca una giunta composta prevalentemente da giovani e una
giusta componente femminile
> segue da pag. 1
Saluto grato dell’ANPIalla dott.ssa Cancellieri
Assolvendo all’impegnativo compi-to di commissario
straordinarioal Comune di Bologna, in unafase estremamente
difficile per la nostracittà, la dott.ssa Annamaria Cancellieriha
lavorato con riconosciute doti di peri-zia e sensibilità assieme ai
subsommissa-ri. L’ANPI provinciale le riconosce diaver dimostrato
attenzione alla storianella quale la comunità bolognese ha
raf-forzato i suoi caratteri di creatrice deivalori di libertà e
democrazia. La signo-ra Cancellieri è stata parte attiva
nelComitato provinciale della Resistenza edella Lotta di
Liberazione, partecipandodi persona e destinando risorse
pubblichealle iniziative da esso promosse. Di tuttoquesto
l’associazione partigiani e antifa-scisti ritiene doveroso darle
atto mentre lerivolgiamo un saluto grato.
Una lettera da Bruxelles
All’indomani del 16° Congresso pro-vinciale dell’ANPI, il
responsabiledelle sezioni all’estero, FilippoGiuffrida, che ne ha
seguiti i lavorinella sua veste di delegato, ha inviatoquesta
lettera al presidente WilliamMichelini.
“Caro William, semplicemente poche righe,per ringraziare te e le
compagne ed i compa-gni di Bologna e del Comitato provinciale.Non
solo per la vostra gentilezza e per lavostra decisione di
“accettarmi” come dele-gato al Congresso, ma soprattutto
perl’amicizia ed il sostegno durante i lavoricongressuali. Abbiamo
ancora molta strada da compiere,ma con il vostro aiuto e la vostra
solidarie-tà, il percorso appare meno difficile. Ancoraun grazie di
cuore.
Filippo
Errata corrigeNella progressione annuale di“Resistenza”, segnata
nella fascia rossadella testata, è contenuto un errore reite-rato.
Questi sono i dati esatti:2009, anziché anno VI leggasi anno
VII;2010, anziché anno VII leggasi annoVIII;2011, anziché anno VIII
leggasi anno IX.Ce ne scusiamo con i lettori e coi siti
dicatalogazione.
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tenente del Regio Esercito renitentealla chiamata della
Repubblica diSalò, studente di Giurisprudenza alquale è dedicata la
piazzetta della
facoltà di Economia e Commercio).Altra importante azione in
ambitouniversitario il salvataggio delradium della Radiologia
delSant’Orsola ad opera di un gruppoclandestino di docenti e
clinici ditendenza azionista. Un pensiero memore è stato
rivoltoagli universitari caduti.Nel corso della cerimonia si è
datalettura di una lettera dello studenteGianni Palmieri al
compagno di bri-gata Luciano Bergonzini e di una poe-sia-
testamento morale letta daRoberta De Falchi, scritta dal
padredeportato in Germania. A sua voltal’anziano ex partigiano
LucianoMichelini ha manifestato viva soddi-sfazione per
l’iniziativa.Testimonianze dei movimenti controle dittature nei
rispettivi Paesi sonostate recate da Antar Mahammed(somalo), Hamid
Barole Abdu (eri-treo) e Feisal Bunkheila (libivo). Laserata si è
concluda con la proiezionedel film “Il leone del deserto”
delregista siriano Mustafè Akkad, del1981, sull’occupazione
italiana dellaLibia.
Ha preso forma organizzata ilcircolo ANPI dell’Univer-sità dopo
la presentazionepubblica del 6 maggio scorso, nellospazio La
Scuderia di piazza Verdi,durante la quale sono state consegna-te
ottanta tessere ad altrettanti iscrit-ti. Si tratta di docenti,
studenti edipendenti dell’Amministrazione.Ha coordinato l’incontro
AlessandraMaltoni. Col nuovo gruppo dirigentesi è congratulato il
presidente provin-ciale William Michelini, sottolinean-do il
contributo alla Resistenza diuniversitari bolognesi:nelle
brigatepartigiane, nei gruppi di combatti-mento dell’Esercito,
nell’ambitodegli istituti. In particolare sono statiricordati la
battaglia del 20 ottobre1944 attorno alla base
partigianadell’Istituto di Geografia di viaZamboni,33 allestita
dalla 5ª Brigata“Giustizia e Libertà dell’EmiliaRomagna” (poi 8ª
Brigata GL“Masia” ) nel corso della quale cadde-ro Mario Bastia
“Mazzoni”, anni 29;Ezio Giaccone, anni 20; i fratelli Leoe Luciano
Pizzigotti, rispettivamenteanni 27 e 24; Stelio Ronzani, anni
30;Antonino Scaravilli, anni 27 (già
Già 80 iscritti al Circolo ANPI Università
Inaugurato per il 66° della Liberazione di Bologna
Il busto di Lea Giaccaglia nel “nido” della Montagnola
In occasione del 66° anniversario della Liberazione di
Bologna,l’Amministrazione comunale ha provveduto alla collocazione
di un bustocon le sembianze di Lea Giaccaglia Betti all’interno
della scuola dell’infan-zia a lei dedicata nella palazzina (ex
mostra della ferrovia Direttissima Bologna-Firenze, ex sede ANPI
dopo la liberazione) collocata nel Parco dellaMontagnola. L’opera è
stata donata al Comune da Rosa Betti figlia di Paolo e diLaura
Dozza, sposata in seconde nozze dopo la morte di Lea. La scultura
in gesso è stata realizzata da Bruno Giorgi nel 1933 mentre si
trova-va al confino di polizia nell’isola di Lipari dove era stata
costretta anche Lea perle sue idee – al pari di tanti - contrarie
alla dittatura mussoliniana.A ricordo della militante antifascista
sono state inoltre affisse due targhe, sulmuro e sulla recinzione
della scuola stessa.
Bologna, 21 aprile 1945. Studentidell’Ateneo bolognese
appartenenti all’8ªBrigata “Giustizia e Libertà – Masia”mentre
presidiano il palazzo del Rettorato invia Zamboni.
Il cortile di Palazzo Poggi sede centraledell’Università in via
Zamboni.
Il busto di Lea Giaccaglia Betti collocatoall’ingresso del nido
d’infanzia a leidedicato nel Parco della Montagnola.
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romanticismo dannunziano. Pocodopo interrompe gli studi e
diventainfermiera alla Maternità di viaD’Azeglio. Successivamente
conosce loscrittore Antonio Meluschi, poi suocompagno dell’intera
vita, un antifa-scista più volte arrestato dalla poliziadel regime
che la influenzò sulle suescelte politiche. In questo periodo
scri-ve “Il lume spento” racconto a tinteforti, drammatico, in cui
una donna
Nell’ambito delle celebrazionidel 150° anniversario difondazione
del Liceo classicoGalvani, il 13 aprile scorso si è tenu-ta, nella
biblioteca Zambeccari del-l’istituto stesso, una giornata di
stu-dio sull’argomento “Credere nell’Ita-lia nuova. Donne e uomini
delGalvani nella Resistenza”.La prof.ssa Sofia Galla, dirigente
delliceo, introduce la giornata di studirichiamando i giovani
studenti aivalori fondamentali della nostrademocrazia che nasce
dalla Lotta diLiberazione. Prende poi la parola il prof.
AndreaBattistini per illustrare il seguentetema: “Dal mondo
borghese allaResistenza. La vita avventurosa diRenata Viganò”. La
nota scrittrice già all’età di 13 annipubblica la raccolta di
poesie“Ginestre in fiore” che risente dell’am-biente scolastico.
Nel 1916 mentrefrequenta il Liceo Galvani scrive“Piccola fiamma”
che si ispira al
uccide l’amante che l’aveva costrettaad abortire. Nel 1935 si
sposa conMeluschi e due anni dopo la coppiaadotta un bimbo,
Agostino, da loroaffettuosamente chiamata “Bu”. I dueintellettuali
scrivono prevalentementesul “Corriere Padano” quotidiano
diFerrara.Nel 1943 arriva l’ordine di cattura perRenata che si da
alla macchia assiemeal marito nelle valli di Campotto, interritorio
di Argenta (Ferrara), aderen-do alla Lotta di Liberazione.
Questopaesaggio lacustre farà da sfondo al suoromanzo,
autobiografico “L’Agnese vaa morire”. Il libro nasce
dall’esigenzadella scrittrice di mantenere vivi iricordi di due
anni di lotta armata. Ilcapolavoro scritto a 49 anni, a diffe-renza
delle due altre opere famosesullo stesso argomento che sono“Uomini
e no” di Elio Vittorini e “Isentieri dei nidi di ragno” di
ItaloCalvino, è un’opera corale, un roman-zo epico sulla
Resistenza. Si tratta diun racconto pieno di oggetti: il paiolo,il
lavatoio, la vanga, ma soprattutto digente, di gruppi di persone,
un “coro”.Battistini ritiene che il grande prece-dente di questo
romanzo siano “I pro-messi sposi” e sottolinea gli aspetticomuni
alle due opere: il passaggio deiLanzechenecchi da un lato e
l’occupa-zione tedesca dall’altro; cerca la salvez-za andando verso
il fiume Adda, comei partigiani cercano il fiume Reno persalvarsi
dai tedeschi; la donna delManzoni che esce dal Lazzaretto con
ilfiglio morto in braccio e la donna della
Ricordate le studentesse Renata Viganò e GiovannaZangrandi ed i
sette studenti caduti nella Resistenza
Il liceo classico Galvaniscuola di Antifascismo
Antonio Sciolino
Due aule del prestigioso istituto bolognese sono state dedicate
allescrittrici e partigiane che l’hanno frequentato
Nella foto docenti e studenti durante l’inaugurazione della
targa dedicata alla partigiana escrittrice Giovanna Zangrandi. Da
sinistra le professoresse Magda Indiveri e MerisGaspari, la
dirigente del Liceo Sofia Galla, la sindaco di Galliera Anna
Berniana e ilprofessor Werther Romani
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> segue a pag. 8
Viganò che deve essere deportata edesce dalla casa con il figlio
morto inbraccio. Non si tratta di un romanzotrionfalistico poiché
la protagonistamuore, si sacrifica per le generazionisuccessive.
Questa può essere conside-rata una religiosità laica: il senso
delriscatto dalla morte intesa come rige-nerazione successiva, come
avvenivaper i primi martiri cristiani morti almotto: “tanto voi ci
uccidete, tanti noicresciamo”. Il linguaggio del romanzoè molto
popolare ed Agnese rappresen-ta il simbolo di tutte le donne
dellaResistenza. Lei diventa la madre ditutti i partigiani e qui
Battistini trovaun’altra similitudine con “La madre”di Massimo
Gorki. Tornando allo svol-gimento del romanzo, spiega chel’Agnese
solidarizza con le persone,perde il marito e diventa
istintivamen-
te antifascista. Il soldato tedesco ubria-co le uccide la gatta
e lei uccide lui conil calcio del fucile, un gesto quasinaturale,
istintivo, come lavare ipanni. Dopo si unisce ai partigiani
edincontra “il comandante” venuto dallacittà che insegna a tutti
come agire. Ilromanzo ha un tono abbastanza assolu-to e drastico: i
partigiani sono belli eumani, i nazifascisti amorfi e
crudeli.Trattandosi di una guerra tutti uccido-no ma i partigiani
lo fanno con pudo-re mentre i nazifascisti la
infliggonogratuitamente e sadicamente. Non sitratta di un semplice
documento stori-co ma di una composizione letterariache prende
posizione rispetto aglieventi narrati. L’Agnese vince ilPremio
Viareggio nel 1949, presiedu-to da Leonida Rèpaci, ottenendo
ungrande successo. Dal romanzo il regi-
sta Giuliano Montaldo realizza un filmche esce proprio l’anno
della morte diRenata che avviene il 23 aprile del1976.La giornata
di studio è stata ulterior-mente arricchita dall’intervento
delprof. Antonio Faeti sul tema: “La scrit-trice e il colonnello”.
Faeti parla dellasua conoscenza personale con Renata eTonino che
abitavano in via Mascarelladove tanti amici si trovavano
insiemealla sobria tavola a discutere di arte,letteratura e
politica. Tra i tanti ricor-da Marino Moretti che si
presentavaall’improvviso in questa casa pulita matanto disordinata
chiedendo ospitalità.Legge poi la bella poesia di Renata “Ibambini
di Marzabotto” e ricorda unaltro suo romanzo significativo dal
Le celebrazioni del 150° del Liceo “Galvani” di Bologna,nato nel
1860, in occasione dell’annessione delle provincedell’Emilia al
Regno di Sardegna, hanno dato l’opportu-nità di dedicare due
giornate al rapporto tra la scuola e il ‘900.La “storicità” – in
più sensi - del Liceo mi aveva stimolato datempo a studiare,
insieme ai miei alunni, alcuni momenti impor-tanti del secolo, come
la Grande Guerra, la fascistizzazione dellascuola e la seconda
guerra mondiale.All’interventismo del “Galvani”, favorito dal
preside nazionali-sta Belletti, e alla trasformazione del
territorio della scuola in unsacrario della Grande Guerra era stata
dedicata la giornata del24 maggio 2010.Per l’altra giornata, capace
di presentare al pubblico la vitalitàdella scuola, ho scelto la
Resistenza per molte ragioni:1) Era importante sottolineare agli
occhi degli studenti, che sonomolto giovani e hanno,
inevitabilmente, “memoria corta” qualimomenti della storia del
nostro paese hanno contribuito a far nasce-re gli ideali di
libertà, di unità e di democrazia. La celebrazionedel Risorgimento
il 15 marzo con l’editore Laterza rafforzava efaceva da premessa
alla giornata, già da tempo pensata e program-mata, sulla
Resistenza2) L’utilizzazione dell’archivio, dei fondi storici della
BibliotecaZambeccari e le interviste agli ex studenti, mi avevano
consentito diavere un quadro abbastanza completo dei caduti nella
Resistenzama soprattutto mi avevano permesso di scoprire che le due
maggioriscrittrici partigiane italiane, Renata Viganò e
Giovanna
Zangrandi, erano state studentesse del “Galvani”.
Diventavapossibile colmare “un vuoto di memoria”, imperdonabile per
unascuola che era abituata a ricordare i suoi alunni di spicco e
che siera dimenticata di queste “ragazze”. 3)Più volte mi si era
ripresentata la figura di un professore anti-fascista, amatissimo
dai suoi studenti per l’aura di maestro cheaveva saputo
conquistarsi, Evangelista Valli. Gli ex studenti,nonni degli
attuali, volentieri l’avrebbero fatto rivivere nel
corsodell’incontro.
Siccome non mi riesce che di pensare come insegnante, anche
nelmomento in cui un risultato viene offerto al pubblico, mi piace
chegli studenti abbiano una parte importante. Questa memoria“agita”
poteva essere affidata , in molte parti, alle loro letture, chesi
traducono in riflessione e interpretazione, più efficaci dello
stu-dio del manuale.La giornata ha visto anche dedicati due spazi
(la sala insegnantie la futura aula magna) alle scrittrici
partigiane Viganò eZangrandi. Sono i primi due spazi del “Galvani”
intitolati adonne, segno che un altro grande evento del Novecento,
la “rivolu-zione femminile”, è stato rispecchiato dalla scuola e
meriterà laprossima indagine.
*Docente di Storia e FilosofiaLiceo classico Galvani
Il perché di una giornataMeris Gaspari*
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titolo “Arriva la cicogna” del 1946edizioni Cultura sociale che
riceve ilPremio Stalin.La prof.ssa Meris Gaspari, conduttricedella
ricerca ed ideatrice della giornatadi studi, interviene su “Da Alma
aGiovanna, dall’Emilia al Cadore: luo-ghi, persone, affetti e
solitudine nellavita di Giovanna Zangrandi”, rico-struendo la
biografia e tracciando ilritratto psicologico della scrittrice
conl’ausilio di brani estratti dalle sueopere lette da studentesse.
AlmaBevilaqua nasce a Galliera il 13 giu-gno 1910 e frequenta il
Liceo Galvaninel quinquennio 1923-29 e poi si lau-rea in Chimica
nel 1932, prendendosuccessivamente anche la laurea inFarmacia. Nel
1937 “fugge” in Cadorea Cortina d’Ampezzo dove insegna inuna scuola
privata. Con l’8 settembre1943 diventa staffetta partigiana
assu-mendo il nome di “Anna”. Dopo laliberazione nel 1946
costruisce il rifu-gio Antelao sulle montagne di Pievedi Cadore che
gestirà fino al 1961. Nel 1951 scrive “Leggende delleDolomiti” che
firma con il nomeGiovanna Zangrandi. Un testo anima-
to da un profondo amore per il Cadore,le sue tradizioni e la
cultura ladina epoi nel 1954 esce “I Brusaz” per laMondadori
editore con il quale vince ilPremio Deledda. Nel 1957
pubblica“Orsola nelle stagioni” e nel 1959 “Ilcampo rosso” dove
racconta come hacostruito il rifugio cadorino. Nel 1963esce “I
giorni veri “ sulla sua esperien-za partigiana, il romanzo meglio
riu-scito che le darà notorietà. Nel 1966pubblica “Anni con Attila”
e diecianni dopo vede la luce “Gente diPalua” una serie di racconti
ambienta-ti nelle sue tanto amate Dolomiti.Nella sua isolata casa
di Borca, ormainon autosufficiente, è seguita dall’ami-co Arturo
Fornasier che riuscirà a farleassegnare una pensione e
l’aiuteràanche economicamente. Morirà nel1988 e, nel rispetto della
sua volontà,sarà seppellita accanto ai genitori nelcimitero di San
Venanzio di Galliera,nella bassa bolognese che lei definì “unfiume
di prateria”. La prof.ssa Magda Indiveri intervienesul tema “Storia
di un pezzo di stoffa”dando la parola ad alcune studentessedel
liceo che leggono brani dal raccon-
to “La Sahariana” tratto dal libro“Anni di Attila”, al quale
segue l’ana-lisi della docente dei brani stessi.Il prof. Werther
Romani prende laparola sul tema “Un capolavoro assisti-to: I giorni
veri” per presentare ilromanzo stesso definito una sorta difiaba
sulla Resistenza. Questo roman-zo, continua Romani, è motivato
daragioni di “politica sentimentale”mediante le quali Giovanna
cerca ditener vivo il ricordo delle persone cheaveva conosciuto
nella Resistenza.Durante la scrittura di questa opera leviene
diagnosticato il morbo diParkinson con il quale convive per ilresto
della sua vita. Lei però con forza,coraggio e coerenza continua a
scrivereil libro con la sua Olivetti 44. Allievadel Galvani, in
qualche pagina scrivedi questa sua esperienza che però nonamava
molto. Preferiva le materiescientifiche. Quando emigra a Cortinava
ad insegnare in una scuola privatache la paga poco. Ne “I giorni
veri”comincia parlando di sè e del suo lavo-ro di insegnante per
poi sviluppare ilracconto in forma di diario di vita par-tigiana.
Romani, dopo aver letto nellibro la citazione di un
“professorebolognese” che era andato ad insegna-re a Cortina e che
diventa inquilino diGiovanna, ha fatto una ricerca sco-prendo che
l’ospite citato era RenatoGiorgi, autore del pluriedito “La stra-ge
di Marzabotto” e per anni sindacodi Sasso Marconi, come lui
stessoscrisse nel libro “Il partigiano Nicciolied altre storie”.A
Giovanna viene dedicato il conve-gno dal titolo “Per Anna” che si
ètenuto a Bologna, a Belluno ed a Pievedi Cadore nel 1998 i cui
atti sono statipubblicati in un libro a cura dello stes-so Romani
dal titolo “GiovannaZangrandi donna, scrittrice, partigia-na”,
Edizioni Aspasia, del 2000.Alla fine della mattina di studi
sonostate scoperte le targhe nelle aule delLiceo Galvani dedicate
alle due parti-giane e scrittrici alla presenza del sin-daco di
Galliera Anna Bergnana che haricordato Alma Zangrandi di cui
lacomunità locale è molto fiera.
8-
Galvani antifascista> segue da pag. 7
L’intervento di una studentessa del Liceo classico Galvani che
legge un brano tratto dalleopere di Giovanna Zangrandi
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9 -
Nel pomeriggio vi è stata una lezionedi Luca Alessandrini
direttoredell’Istituto storico “Parri” EmiliaRomagna sul tema “La
Resistenzanella storia d’Italia” con riferimenti eanalisi del
quadro bellico internazio-nale. Sono stati inoltre onorati i
settestudenti del Liceo caduti durante laLotta di Liberazione. Si
tratta di MarioJacchia catturato a Parma dai fascistidi cui non si
è mai ritrovato il corpo alquale è stata conferita la medagliad’oro
al Valor Militare alla memoria;Giuliano Benassi, deportato nel
lagerdi Delsen (Germania) e morto all’in-domani della Liberazione
il 27 maggio1945; Emanuele Giovanelli, deportatoin Germania e
ucciso assieme ad altri
66 italiani il 12 luglio 1944; GiovanniBattista Palmieri, figlio
del professoreGiovanni Giuseppe Palmieri ordinariodi Radiologia del
Sant’Orsola, studen-te di medicina assassinato dai tedeschiil 3
settembre 1944 a Ca di Guzzo(Castel del Rio), al termine della
san-guinosa battaglia, dove era eroicamen-te rimasto a curare i
feriti, medagliad’Oro al Valor Militare alla memoria;Romeo
Rodriguez Pereira, fucilatoalle Fosse Ardeatine il 24 marzo
1944;Sergio Tavernari morto a Milano il 20maggio 1944, medaglia
d’Oro al ValorMilitare alla memoria. Gli studentihanno letto le
loro biografie elaboratenel corso dello studio scolastico.A seguire
l’”Omaggio al professore
Evangelista Valli” reso dai suoi stu-denti degli anni Trenta e
Quaranta, trai quali Francesco Berti Arnoaldi Veli eFranco Finzi
che racconta la lezione diantifascismo quotidiana tenuta dalprof.
Valli. Quella stessa classe era fre-quentata da Pier Paolo Pasolini
eAgostino Bignardi che fu anche parla-mentare e segretario del
PartitoLiberale Italiano.Non possiamo che congratularci con
leinsegnati del Galvani che hanno orga-nizzato la memorabile
giornata distudi coinvolgendo gli studenti delliceo in una attività
di conoscenza estoria della Resistenza elaborata a par-tire dalle
figure che la scuola l’hannofrequentata.
L’ANPI “Pratello” di Bologna edil Centro sociale “La Pace”hanno
organizzato un concorsoin collaborazione all’Istituto per lastoria
della Resistenza e dell’etàContemporanea “Luciano Bergon-zini” ed
al Quartiere Saragozza, perborse di studio dal titolo
“LaCostituzione: un importante patri-monio di civiltà” al quale
hanno par-tecipato il Liceo scientifico “Righi”,Istituti
tecnici“Pier Crescenzi” e“Pacinotti” eLiceo “Laura Ba-ssi” di
Bologna.La finalità: pro-muovere nellenuove generazionii principi
dellacittadinanza atti-va e consapevolebasata sui valoridella
solidarietà,della partecipazione responsabile non-ché della
legalità e per contribuireallo sviluppo di una coscienza
storicaripercorrendo le vicende dellaResistenza. Sui risultati di
un conside-revole studio e ricerca nelle scuole cita-te, lo scorso
9 maggio presso il Centro“La Pace” si è svolta la premiazionedelle
classi più meritevoli.Il presidente del Centro Angelo
Gualandi, in apertura dei lavori, salu-ta i numerosi studenti
presenti all’ini-ziativa esprimendo la sua viva soddi-sfazione per
i buoni risultati raggiunticon le ricerche che sono state
presenta-te. Comunica poi che la Commissionegiudicante è composta
da: LucaAlessandrini, direttore dell’Istitutostorico “Parri”,
Giancarlo Grazia, par-tigiano, Mauro Maggiorani,
direttoredell’ISREBO, William Michelini, pre-
sidente dell’ANPI provinciale, LaraParmeggiani dei servizi
sociali delQuartiere Saragozza, Gianni Sofri pro-fessore
universitario e lui stesso.Prende poi la parola WilliamMichelini
(anche a nome di GiancarloGrazia) per dichiarare che è un onoreed
un dovere per l’ANPI promuoverequeste iniziative per far conoscere
aigiovani cosa sono stati i venti anni di
regime fascista nel nostro Paese e spie-gare la Lotta di
Liberazione compiutanegli anni 1943-45 ed il ruolo cheebbero tutte
le nazioni che hanno par-tecipato alla 2ª guerra mondiale per
lavittoria della democrazia. Cristiana Scappini, dell’ANPIPratello,
comunica che in rappresen-tanza dell’ISREBO è presente la
pro-fessoressa Angela Verzelli. Ringrazia ilComitato provinciale
della Resistenza
e della Lotta diLiberazione soste-nitore della ini-ziativa
odierna.Segnala infine chesarà trasmesso unfilmato delladurata di
circaventi minuti cherappresenta unasintesi dei lavorisvolti dalle
classipartecipanti al
concorso. Il primo spezzone è unaintervista a Luciano Michelini
conimmagini della liberazione diBologna. Il secondo dal
titolo“Sentinelle della memoria” comprendela testimonianza di
Franco Varinideportato a Flossemberg (Germania) esi conclude con la
frase degli studentiche rappresenta la sintesi del lavoro
Nel Pratello assegnate le borse di studio sulla Resistenzae la
Costituzione
“Saremo sentinelle”L’entusiastica partecipazione di studenti e
docenti dei licei “Righi” e
“Laura Bassi”, degli Istituti tecnici “Pier Crescenzi” e
“Pacinotti”
> segue a pag. 10
-
10-
svolto. “Siamo partiti per ascoltare eabbiamo capito che
dobbiamo diven-tare sentinelle”. Il terzo video riguardai luoghi
della “Linea gotica” coninterviste a Renata Mazzucca,
NormaMontanari e Cesarina Dotti tre anzia-ne abitanti all’epoca in
quell’area delfronte. Il quarto spezzone è un’intervi-sta a Gildo
Bugni che racconta di suopadre antifascista assassinato
barbara-mente dagli squadristi fascisti e dellasua esperienza nella
Lotta diLiberazione a Montefiorino. Seguonole interviste agli ex
partigiani RomanoPoli di Zola Predosa e MarioAnderlini comandante
delle SAP. Il prof. Gianni Sofri dal canto suo rico-nosce di
essersi appassionato alla lettu-ra dei lavori degli studenti.
Passandodopo ad i lavori premiati, segnala cheoltre alla borsa di
studio per primi treclassificati, il Comitato Provincialedella
Resistenza e della Lotta diLiberazione ha deciso di mettere
adisposizione tre ulteriori premi chesono stati così attribuiti:-
“1943 - Lotta Partigiana” delle clas-si V B e V D degli Istituti
“PierCrescenzi” e “Pacinotti” con l’ausiliodi molto materiale
storico con crono-logie, cartine, luoghi e lettere di con-dannati a
morte.
- “Diritto al lavoro e problemi contem-poranei ad esso connessi
a confrontocon la Costituzione italiana”, elaboratodalla classe IV
B del liceo “Righi” con-tenente dati statistici dell’EmiliaRomagna
e numerosi articoli di gior-nale sull’argomento trattato;- “Bologna
in bianco e nero” e “Untuffo nel passato” della II E del
liceo“Laura Bassi” con testimonianze rac-colte per iscritto e
riguardanti la vitaquotidiana durante la guerra e unvideo con
l’intervista alle tre anzianecitate prima.Per quanto riguarda la
classifica finaledelle borse di studio, sono state
cosìattribuite:
Terzo classificato il lavoro delle classiV B e V D degli
Istituti “PierCrescenzi” e “Pacinotti” dal titolo“1943 - Lotta
Partigiana” contenentemolto materiale storico con cronolo-gie,
cartine, oltre ad un filmato con leinterviste. Secondo classificato
un exequo con laricerca “Sentinelle di memoria” ideatodalla IV F
del Liceo “Laura Bassi” cheha realizzato il filmato con la
testimo-nianza di Varini, e l’elaborato“Resistenza e memoria“
preparato dalLaboratorio informatizziamoci delLiceo “Laura Bassi”
una bella presenta-zione con materiali vari e canzoni par-tigiane.
Primo classificato il lavoro“Resistenza la voce della storia”
dellaIV D del Liceo “Laura Bassi”. Unaricerca semplice, di grande
pulizia conun riuscito utilizzo della musica nonscontata, un buon
montaggio dei pezzid’epoca e di quelli di oggi.Di Cristiana
Scappini la proposta diorganizzare successivamente la
presen-tazione dei lavori di tutte le classi par-tecipanti al bando
più in generale allacittà. Prendono infine la parola le
pro-fessoresse Emilia Mazzacura(“Pacinotti”), Luchina Quario
(“LauraBassi”), Marianna Tubi (“Righi”) ealcuni studenti per
spiegare le modali-tà seguite nello svolgimento dellericerche
presentate.
Studenti degli istituti scolastici della zona Pratello nella
sala del Circolo “La Pace”
Saremo sentinelle> segue da pag. 9
Cristiana Schappini, mentre illustra aglistudenti il contenuto
del documentarioaudiovisivo (20 minuti) riassuntivo deilavori da
loro svolti.
-
11 -
La lettera di Vanes Tamburini,coordinatore del Circolo diVilla
Fontana del PartitoDemocratico, con la quale mi chiededi scrivere
alcune note per la ristam-pa del libro “7ª GAP”, mi ha
moltoemozionato. Innanzitutto perché lavostra importante frazione
medicine-se, Villa Fontana, è stata quella che hadato vita ad un
distaccamento gappi-sta valorosissimo, che ha lasciato unsegno
profondo ed indelebile nellastoria della Resistenza, sia di
questoterritorio che in Bologna-città. L’impresa editoriale che si
è deciso dirinverdire è la terza. Quella originariaè del 1953, la
seconda in forma diristampa è dell’aprile 1971, ed ora c’èquesta
edizione che si avvale anchedel sostegno dell’ANPI di Medicina.
Quando noi gappisti di Bologna cidemmo il compito di raccogliere
lepagine straordinarie e terribili dellavita a Bologna oppressa
dall’invasorenazista e da chi ad esso si era asservi-to, ci animò
una necessità impellente,irrinunciabile. Quella di reagire congli
strumenti della cultura alla vio-lenta offensiva politica
provenientedalla destra reazionaria che già neiprimissimi anni del
dopoguerra,usando le leve del governo e di unamagistratura ancora
impermeabile alnuovo portato della Lotta diLiberazione, si era dato
un obiettivospiccatamente antidemocratico. Fu ilperiodo della
persecuzione dei parti-giani: una campagna calunniosa asupporto di
arresti, processi, assolu-zioni ma anche di condanne ingiuste,
esclusione dai gangli dell’ordinamen-to istituzionale,
licenziamenti dailuoghi di lavoro. La nostra proposta fu fatta
pervenire,attraverso il canale del PCI, agliEditori Riuniti in Roma
e venneaccolta. L’incarico di venire a Bolognaa compiere, diciamo
così, un’intervi-sta collettiva ai protagonisti della 7ªGAP, nonché
di consultare i docu-
menti dell’epoca, fu affidata a MarioDe Micheli, un valente
scrittore e cri-tico d’arte. Il risultato di un lavoroche ci
appassionò tanto, che non fu dibreve durata, lo vedete nel libro
oraalla nuova edizione. Devo dire che sono pagine “racconta-te”,
nel senso che: l’approfondimentocritico, l’analisi severa del
momentostorico, la verifica attenta dei fatti,sono stati materia
affrontata successi-
vamente; ed ancora adesso, con l’aper-tura degli Archivi di
Stato, la possibi-lità di comporre un quadro più com-pleto degli
eventi si va ulteriormentearricchendo. Quindi il lettore di
oggiperdonerà talune imprecisioni. I fatti descritti sono
assolutamenteveri e lo affermo perché potrebberoapparire irreali a
coloro che non lihanno vissuto ed ai giovani di oggi. Ineffetti
l’audacia, il coraggio, la luciditàpolitica e militare della 7ª GAP
hannoconsentito di ideare, organizzare e por-tare a compimento
azioni che hannorappresentato una autentica spina nelfianco dei
nazifascisti e nello stessotempo rincuorato la Resistenza
edentusiasmato i cittadini. Ne cito alcu-ne, più diffusamente
descritte nellibro. Ad esempio l’attacco al carceredi San Giovanni
in Monte per la libe-razione dei detenuti politici (ed anchecomuni)
che eseguimmo nella tardasera del 9 agosto 1944. Tra i
dodicigappisti che riuscirono pienamentenell’impresa c’ero anch’io,
unico ariportare una ferita di arma da fuoco diun repubblichino di
guardia che si eraaccorto della trappola. Nel mese seguente la
squadra“Temporale” della 7ª GAP penetrònella sede del Comando
piazza tedescoall’albergo Baglioni di viaIndipendenza dove gli alti
gradi nazi-sti e fascisti stavano festeggiando. Ildispositivo non
funzionò e le perditeal nemico furono causate solo dallenostre armi
personali. L’azione venne
> segue a pag. 12
Torna in terza edizione il libro “7ª GAP” del 1953
Cosa fu la Resistenzaall’interno della città
Le pagine che raccontano un periodo di sacrifici e di dolore,
con le clamorose azioni del celebre gruppo partigiano
William Michelini
-
12-
ripetuta il 18 ottobre successivo.Nell’oscurità del coprifuoco,
i gappisticollocarono due casse di tritolo sotto ilportico del
Baglioni. Lo scoppio ci fu eparte dell’edificio crollò
costringendopoi il Comando nazista a traslocarealtrove. Purtroppo
la vendetta fu fero-ce: 10 cittadini fucilati per rappresa-glia.
Ancora la “Temporale” fu protagonistadell’assalto alla polveriera
di VillaContri, di via della Barca, deposito diesplosivi munizioni
dei repubblichi-ni. Il 20 settembre ’44 gappisti trave-stiti da
tedeschi disarmarono il presi-dio fascista e caricarono sul
lorocamion casse di materiale, In un secon-do momento tornarono e
fecero saltarel’edificio. La Resistenza bolognese riportò
unastrepitosa vittoria il 7 novembre suc-cessivo con la battaglia
di Porta Lame,cui parteciparono anche gappistimedicinesi nonché il
sottoscritto, Itedeschi misero in campo cannoni,mitragliatrici
pesanti, un carro armatoed i fascisti un numeroso reparto.Quando,
dopo una giornata di com-battimenti, noi riuscimmo a sganciar-ci
dalla base del Macello comunaleentrarono in azione trecento
partigianidella base dell’Ospedale Maggiore divia Riva Reno che
attaccarono di sor-presa il nemico alle spalle causandogliforti
perdite e sgominandolo. AlMacello caddero dodici nostri compa-gni
tra i quali il medicinese ErcoleDella Valle “Bridge” di Villa
Fontanache aveva solo 17 anni. Nella successi-va battaglia della
Bolognina del gior-no 15 perse la vita Gino Comastri“Rolando” di 23
anni che aveva parte-
cipato anche a quella di Porta Lame.Un terzo medicinese, Arrigo
Brini“Volpe”, anni 19, ferito alla Bologninae portato da noi
nell’infermeria clan-destina di via Duca D’Aosta (oggi viaAndrea
Costa), fu uno dei quattordicinostri compagni presi dai fascisti
peruna spiata, torturati ed uccisi. Ancoraun medicinese della 7ª
GAP: SabioniEzio “Gino”, anni 25, perse la vita tregiorni prima
della Liberazione il 18aprile 1945, con altri dodici compagniper lo
scoppio dell’esplosivo della basedi via Scandellara.Infine, non
posso dimenticare l’azionedei partigiani del distaccamento GAPdi
Villa Fontana (comandato daGiuseppe Bacchilega “Drago”) e della5ª
Brigata SAP Matteotti,del 10 set-tembre 1944, che accerchiarono
lacaserma della GNR di Medicinacostringendo alla resa i
repubblichini ela concomitante manifestazione popo-
lare con la distruzione delle liste dileva nel Municipio.
Rimasero sulcampo, uccisi per mano fascista,Mario Melega “Ciccio”,
24 anni, diCastelmaggiore e Aldo Cuppini, 25anni, di Medicina.Di
quella giornata venimmo a saperlopresto e la notizia contribuì a
darciulteriore coraggio sia per il valore deinostri compagni che
per la larga ade-sione popolare.
Mario De Micheli, “SettimaGAP”, terza edizione.Prefazione di
Vanes Tamburini,presentazione di WilliamMichelini, introduzione
diAlberto De Bernardi presidenteIstituto “Parri”, BacchilegaEditore
Imola, 2011, pagg.176, euro 15,00
RESISTENZAOrgano dell’A.N.P.I. Provinciale di BolognaVia San
Felice 25 - 40122 BolognaTel. 051.231736 - Fax
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Direttore responsabileEzio Antonioni
Comitato di redazioneRemigio Barbieri (redattore), Ermenegildo
Bugni (coordinatore), Paola Coltelli, Giancarlo Grazia,
MassimoMeliconi, Lino Michelini, Nazario SauroOnofri, Gabrio
Salieri, Renato Sasdelli
Segretario di redazioneAntonio Sciolino
Con la collaborazionedi Cooperativa Manifesta
Registrazione al Tribunale di Bologna n. 7331 del 9 maggio
2003Stampa: Tipografia Moderna s.r.l. Via dei Lapidari 1/2, 40129
BolognaTel. 051.326518 - Fax 051.326689
7a GAP> segue da pag. 11
Bologna, 21 aprile 1945 a Porta SanVitale. Picchetti di
vigilanza armata dellaVIIª GAP. A destra Giuseppe Bacchilega“Drago”
mentre parla con infermiere dellaclinica Dermosifilopatica del
Sant’Orsola
È venuto a mancare all’età di anni 91,Walter Rosini (Red). Nato
a San Pietroin Casale, aderì al PCI clandestinodurante la
dittatu-ra fascista. NellaResistenza ri-vestì i ruoli
dicommissariopolitico nelleBrigate II“Paolo” eIV “Venturoli”.Prese
parte a tuttele azioni di guerra della Resistenzanella pianura
centrale. Catturato dairepubblichini riuscì ad evadere e
ariprendere il suo posto di lotta. Nelcorso della sua vita
lavorativa fù di pro-fessione tipografo.
(Disegno di Claudio Pesci)
Se ne è andato Walter Rosini