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Resistenza e filatelia

Jan 02, 2016

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Mario Colombo

La resistenza attraverso i francobolli
Centro Italiano Filatelia Resistenza
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Page 1: Resistenza e filatelia

101SETTEMBRE 2013

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Lettera del Presidente pag. 1

Assemblea Generale del Cifr dell’anno 2013 pag. 2

Un annullo “eccezziunale veramente” Nino Barberis pag. 5

A proposito di guerra psicologica ...i volantini

di invito alla resaMaria Marchetti pag. 6

C.L.N. Piacenza soprastampe disegnate Luigi Pirani pag. 16

O tempora, o mores! Massimo Santonastaso pag. 17

Una BlitzKrieg africana Ignazio Lavagna pag. 21

Il Giorno del Ricordo Stefano Domenighini pag. 26

1813...e la genialità divenne musica Giovanni S. Cuomo pag. 28

90 anni orsono: 1923 l’Italia del Littorio Giovanni S. Cuomo pag. 32

Il 25 aprile di un Martinitt Pierluigi Bertario pag. 39

Controrivoluzione e controrivoluzionari in

Russia dopo il 1917Angelo Di Stefano pag. 41

Affrancature meccaniche Mgf pag. 20-25-43

Il CIFR in azione pag. 44

In Biblioteca pag 45

Marcofilia Gian Franco Mazzucco pag. 46

Chi siamo pag. 48

Comunicato della Segreteria pag. 48

LA VOCE DEL CIFR

NUMERO 101 SETTEMBRE 2013

Direttore responsabile: Valerio Benelli [email protected]

Registrazione: Tribunale di Milano n.202 del 1° aprile 1996

Editore: presso il Presidente Onorario Egidio Errani-Via Grattacoppa, 293

48020 SAVARNA RA

Stampa: Coop. Tipograf s.r.l. corso Viglienzoni 78r - 17100 Savona SV .

In questo numero:

“LA VOCE DEL CIFR” è il notiziario, non in commercio, riservato ai soci del Centro

Italiano Filatelia Resistenza e Storia Contemporanea (C.I.F.R.).

Gli articoli vanno inviati, in copia, al Presidente Ignazio Lavagna.

Non si assumono responsabilità per gli scritti pubblicati che impegnano esclusivamente i

loro autori. Il Comitato di Redazione si riserva la facoltà di modificare o pubblicare par-

zialmente gli scritti inviati che, comunque, non verranno restituiti.

È ammessa la riproduzione degli articoli citando questa rivista.

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La Voce del Cifr settembre 2013 1

Lettera del Presidente

Cari Amici e Consoci,

abbiamo superato ormai metà anno, un anno ricco di iniziative e con alcune novi-

tà, che spero risulteranno positive per la nostra associazione.

Abbiamo continuato la nostra collaborazione con il Comune di Ossona, realizzan-

do una mostra che concerneva la Civiltà Contadina; in collaborazione con

l'UNUCI di Milano abbiamo allestito, nei locali della stessa, una mostra riguar-

dante i fatti dell'8 Settembre 1943. Gli amici e consoci di Falconara,ospiteranno,

nei giorni 27, 28 e 29 settembre il Convegno Filatelica 2013 “tutti i colori della

Filatelia”, mentre è in preparazione una mostra sulla Resistenza in collaborazione

con il locale Museo.

Per il mese di novembre, in collaborazione con il Comando Militare Esercito

"Liguria", allestiremo una mostra storico-postale, nei locali del Circolo Ufficiali di

Presidio. La mostra sarà aperta sabato 9 novembre alle ore 10.00.

Sempre negli stessi locali avremo la possibilità di svolgere la nostra Assemblea

Elettiva, che chiude un periodo travagliato e spero possa aprirne uno migliore.

L'assemblea si terrà, Sabato 9 Novembre 2013, nei locali del Circolo Ufficiali, in

Via San Vincenzo 68, situati nelle adiacenze della stazione FS, di Genova

Brignole.

L'assemblea è convocata in prima convocazione alle ore 8,00 ed in seconda con-

vocazione per le ore 10,30 come preannunciato da una CifrNews.

Altro aspetto interessante è quello che riguarda il "nuovo" sito del Cifr, che è ormai

pronto e che entro novembre dovrebbe essere attivo e sostituire il "vecchio" sito.

Il nuovo ha il pregio di essere più leggibile e più dinamico, pur conservando tutto

quanto di interessante e pregevole era sul "vecchio". In buona sostanza non si è

gettato via nulla.

Qualche parola sugli avvenimenti che caratterizzeranno il prossimo anno, ci sono

alcune date che sono certamente da tenere in doverosa considerazione ed alle quali

cercheremo di dare un contributo filatelico.

Mi riferisco all'anniversario della costituzione dell'Arma dei Carabinieri, al cente-

nario dello scoppio della Prima Guerra mondiale, l'anniversario dello sbarco in

Normandia, tutti episodi che senza dubbio avranno delle celebrazioni storico

postali alle quali, sarebbe bene, il Cifr non mancasse.

Ignazio Lavagna

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La Voce del Cifr settembre 2013 2

ASSEMBLEA GENERALE del CIFR dell’ANNO

2013Bologna presso il cinema Odeon in via Mascarella 3.

L’inizio della assemblea, preventivato per le ore 10,30 del 25 maggio 2013, avviene alle

ore 10,50, per dar tempo ai Soci di giungere alla sede indicata.

Risultano presenti:

Il Presidente Onorario del CIFR: Signor Egidio Errani

Il Presidente del CIFR: Signor Ignazio Lavagna;

Il Vice Presidente: Signor Roberto Marastoni;

I Soci: Signora Maria Marchetti, Signor Mario Arici , Signor Gastone Benini, Signor

Fabio Bonacina, Signor Vincenzo Ferrari, Signor Luigi Pirani, Signor Massimo

Santonastaso.

Tre Soci hanno rilasciato la delega, non potendo essere presenti di persona.

Viene letto dal presidente l’Ordine del giorno della riunione:

1) Bilancio Consuntivo.

2) Programmi e Prospettive,

3) Rete di rapporti con enti, circoli, associazioni, possibilità di accordi e di collaborazio-

ni.

4) Modifica e rifacimento del “sito” del CIFR, in modo da renderlo più agile e dinamico.

5) Rivista “la Voce del CIFR”: possibilità di migliorare la rivista con possibilità di tra-

smissione “on line” della stessa e passaggio alla stampa digitale.

Il Presidente inizia la riunione ringraziando il Presidente Onorario, Egidio Errani, dell’o-

spitalità concessaci in una sala del cinema di sua proprietà. Viene reso noto che a seguito

dell’inoltro all’agenzia delle entrate del mod. EAS, in cui risulta che il CIFR non ha atti-

vità lucrose, per cui è impossibilitato ad effettuare aste di oggetti postali tra i nostri soci o

altre attività a scopo di lucro.

Il Vice Presidente Roberto Marastoni legge la relazione al bilancio del Segretario

Giovanni Cuomo:

1) Bilancio Consuntivo: l’andamento finanziario del 2012 è stato abbastanza buono, non-

ostante il continuo lento calo del numero delle iscrizioni: con le 7 nuove adesioni, oggi

siamo con 123 iscritti. Il calo è dovuto quasi esclusivamente a decessi, e ad una avanzata

età di alcuni Soci, i quali hanno perso gli stimoli per continuare la loro attività collezioni-

stica.

Anche il Vice Presidente è d’accordo sull’abbandono, maggiore possibile, dell’invio della

Rivista stampata, come quasi tutti oggi preferiscono. E pensa anche lui che ci faremmo

meglio conoscere con la partecipazione, come Associazione, a mostre, convegni ecc.

Siamo inoltre in possesso degli espositori di proprietà del CIFR, disponibili per chi li

vuole adoperare per mostre che avvengano a nome del CIFR. Infine possediamo le ripro-

duzioni di tutte le collezioni presentate dalla nostra Associazione. Inoltre il Vice-

Presidente concorda che bisogna tessere un rapporto collaborativo con il territorio per

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La Voce del Cifr settembre 2013 3

rimarcare la nostra presenza a mostre, convegni ecc, non necessariamente e strettamente

filatelici. Il Sig. Ferrari già lo fa da diveso tempo, soprattutto con comuni piccoli dell’a-

rea del milanese, con i quali collabora con soddisfazione reciproca.

Si passa quindi al voto: sulla relazione del Presidente: i presenti sono favorevoli all’una-

nimità.

Sulla relazione del Segretario letta da Marastoni: si astiene Bonacina per sottolineare il

fatto che il Segretario è oggi assente.

2) Programmi e Prospettive: sono in atto numerose iniziative per la partecipazione a

mostre, convegni, non necessariamente esclusivamente filatelici.

3) Rete di rapporti con enti, circoli, associazioni, possibilità di accordi e di collaborazio-

ni: nel 2012 e nel 2013 la nostra Associazione è stata invitata a numerose manifestazioni

filateliche e non, alle quali è stata presente e per le quali è stata invitata anche per il futu-

ro (a Genova, Spotorno, Correggio, Codroipo, Ossona, Trezzano Rosa, Cassano d’Adda,

Morbegno, ecc.).L’UNUCI di Milano (Unione Naz.le Ufficiali in Congedo) ha invitato il

Cifr a progettare una manifestazione storico-postale da tenersi a Milano nei giorni 6-7-8

settembre a ricordo degli avvenimenti del 1943

Rete di rapporti con enti, circoli, associazioni, possibilità di accordi e di collaborazioni

Su questo argomento interviene anche Marastoni, insistendo sulla assoluta necessità che

venga creato, dove non c’è o viceversa rinsaldato il rapporto fra CIFR e territorio. E’

importante dare segnali di vitalità tramite metodi moderni (vedasi il rinnovo del nostro

sito) ma altrettanto lo è facendoci vedere fisicamente presenti in mezzo alla gente. Forse

alcuni soci interpretano il far parte dell’Associazione in maniera troppo passiva: pagano

la quota di iscrizione annuale e attendono la nostra Rivista: non partecipano alla sua com-

posizione pur essendo magari degli esperti collezionisti e portatori di conoscenze che

sarebbero di interesse generale. Oppure non collaborano a eventi filatelici, perché inter-

pretano in maniera troppo passiva il ruolo, come da “cliente di una qualsiasi impresa com-

merciale”, e non escono dal proprio guscio, intendendo come fatto esclusivamente perso-

nale il loro essere appassionati di filatelia.

Marastoni e la Signora Marchetti si dichiarano soddisfatti che si vada alla gestione del

nostro sito da parte di un esperto.

Bonacina propone che nel sito vadano pubblicati anche gli articoli de La Voce più inte-

ressanti.

Marastoni è d’accordo e propone che vengano messe a disposizione dei visitatori del sito

anche le collezioni dei Soci (anche Ferrari si dice d’accordo: basta che le collezioni non

siano “enormi”). Inoltre sta collaborando con un gruppo di persone che stanno studiando

la storia della Linea Gotica, sulla quale vorrebbero una manifestazione pubblica (mostra

e/o convegno). Le persone con le quali collabora non sanno nulla di filatelia, ma sono inte-

ressati alla nostra presenza e al nostro apporto culturale. Questa dovrebbe essere la linea

d’azione per il futuro Consiglio Direttivo, che verrà nominato nella assemblea del 2013

che si terrà in settembre/ ottobre p.v.

Bonacina è invece convinto che al futuro Consiglio bisogna dare carta bianca, lasciarlo

libero da qualsiasi vincolo. Inoltre perché non si telefona ai Soci affinché scrivano artico-

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li per La Voce? Rispondono Marastoni e Lavagna che sono state fatte queste telefonate,

ma senza grandi risultati.

4) Modifica e rifacimento del “sito” del CIFR, in modo da renderlo più agile e dinamico:

si sta stringendo un accordo con un esperto per la gestione del nostro sito, che verrà

aggiornato (ad esempio, sul sito vi sono servizi, tipo la ricerca delle novità, che da anni

non viene più effettuata ma che compare come in atto). Naturalmente si conserverà tutto

ciò che è contenuto nel sito come dati storici, cercando solo di aggiornarlo e adeguarlo a

ciò che la moderna tecnologia offre in questo settore (ad esempio, collegamento con altri

siti di altre Associazioni sorelle o istituti storici, musei, ecc.), in maniera tale che vi sia uno

scambio di informazioni, ma soprattutto di frequentatori.

5) Rivista “la Voce del CIFR”: possibilità di migliorare la rivista con possibilità di tra-

smissione “on line” della stessa e passaggio alla stampa digitale: si è ottenuto un rispar-

mio netto cambiando tipografia (nell’ultimo numero della Rivista sembra di notare però

una diminuzione della qualità della stampa). E’ certo che se si riuscisse a spostare la pre-

ferenza dei Soci dalla carta stampata alla videata su PC mediante invio on line della

Rivista, il risparmio sarebbe molto più elevato e permetterebbe una riduzione del costo

della iscrizione. Un’altra opzione potrebbe essere quella di passare alla stampa digitale,

invece che alla tipografica, come è attualmente. Queste ultime potrebbero essere scelte

obbligate, come lo sono state per altre Associazioni, a fronte di probabili difficoltà econo-

miche che si andranno a realizzare nel prossimo futuro anche per il CIFR.

Benini conferma le difficoltà che si trovano nell’organizzare eventi filatelici, che danno

però sempre grandi soddisfazioni, Attualmente sta collaborando a tal fine con un Comune

del cesenate.

Marastoni conferma che far da soli è faticoso, ma ricorda che in merito si può sempre tro-

vare l’aiuto del CIFR, la cui storia andrebbe immessa nel sito.

Pirani propone di intervenire alle mostre anche importanti: ricorda che il CIFR quest’an-

no è arrivato 2° a Veronafil con una collezione, che era di Pastormerlo, sulla Val d’Ossola.

Inoltre ricorda del ritrovamento di materiale filatelico, storicamente importante, del CNL

Val Bormida. A nome del CIFR vorrebbe fare una pubblicazione su detta scoperta (un

numero monografico de La Voce?). Infine vorrebbe portare detto rinvenimento ad una

mostra filatelica importante. Invita il CIFR a prendere contatti con Istituti Storici.

Bonacina per effettuare la stampa digitale de La Voce consiglia di cercare ditte presenti sul

territorio nazionale: ne consiglia una calabrese, precisa, economica ed efficiente.

Errani: interviene per invitare a una cordiale e proficua collaborazione fra i Consoci del

Sodalizio. Ricorda che le sue collezioni rimangono a disposizione dei soci che le volesse-

ro per esporle.

Bonacina si associa a questa esortazione.

Alle ore 13 si chiude l’Assemblea. e si continua simpaticamente la riunione in un risto-

rantino vicino, rimarcando nei fatti, che incontrarsi de visu e parlarsi sentendo le voci e

guardandosi in faccia è una qualità del vivere la stima e l’amicizia che non va mai persa.

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La Voce del Cifr settembre 2013 5

Un annullo “eccezziunale veramente”Nino Barberis

Tra i 987 annulli presentati sul nuovo “Catalogo degli annulli speciali italiani 1871-1946”,a firma di Paolo Guglielminetti e di Maurizio Tecardi, uno dei più curiosi è quello messoin uso a Livorno nel giugno del 1925 per il “XII Congresso Filatelico Italiano”.A ricordo del 25° anniversario del regno di Vittorio Emanuele III. Fu effettuato un colle-gamento straordinario con Roma con un idrovolante SIAI S.16 della 144a Squadrigliaidrovolanti di Livorno, pilotato dal Ten. Carlo Zonini che decollò da Livorno alle 8.00 edammarò a Roma prima delle 12.00, permettendo così la consegna in giornata della corri-spondenza per la capitale.

Tolgo di peso queste notizie dal catalogo sopra citato, a dimostrazione del dettaglio con

cui ogni annullo viene presentato e descritto.Per l’occasione era stato predisposto un annullo speciale con il quale si sarebbero, dovutiannullare tutti gli aerogrammi preparati per quel volo. Era stato approntato anche unannullo lineare in cartella, che però le autorità postali non avevano approvato.Dopo l’esecuzione di un buon numero di bollature qualcuno si accorse del marchiano erro-re “ECCEZZIONALE” (con due “Z”) e fu deciso di continuare ad annullare il rimanentedei dispacci con il citato bollo lineare, che era stato accantonato.A dimostrazione che quando si realizza qualcosa di deliberatamente “filatelico” raramen-te si creano dei pezzi pregiati, nessuno dei due annulli, nell’indice di rarità adottato dagliAutori del catalogo ha raggiunto le stime abituali per gli altri annulli dell’epoca. I docu-menti che recano varie combinazioni dei tre annulli disponibili per la manifestazione (cen’era uno anche per il Congresso Filatelico vero e proprio) sono stati nell’ordine dellemigliaia; sono entrati quasi tutti nel giro del mercato Filatelico e pertanto qualcuno ritor-na a galla attraverso le strade più impensate; l’offerta finisce per essere superiore alladomanda. I veri pezzi “rari” sono quelli che sono stati impiegati esclusivamente per un genuino uti-lizzo postale e non per artificiose iniziative messe in atto solo per accontentare i filateli-sti.Comunque è accertato che quando Diego Abatantuono inventò Il suo mitico

“Eccezziunale veramente!” non si ispirò a questo annullo ….

L’annullo normaleper il XII CongressoFilatelico Italiano.

L’annullo lineare in cartellapredisposto per il trasporto

aereo eccezionale, non appro-vato dalle autorità postali.

L’annullo speciale per il volo con idrovolanteLivorno-Roma. Fu usato solo su un limitato

numero di documenti; accortisi dell’errore, fusostituito dal bollo in cartella

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Tra le collezioni specializzate che hanno come periodo di riferimento la seconda guerra

mondiale, una delle più intriganti è sicuramente quella relativa alla cosiddetta “guerra psi-

cologica”. Ne fu un appassionato cultore il nostro compianto Presidente Gianfranco

Pastormerlo, al quale voglio dedicare questo articolo, nell’approssimarsi del II anniversa-

rio della morte.

L’approccio di Gianfranco fu squisitamente postale, io non posso seguirlo sulla stessa stra-

da. Mi dedicherò ad una digressione collezionistica che ho sempre coltivato accanto alla

mia principale, perché ad essa attinente.

Si tratta dei volantini di invito alla resa, un particolare tipo di volantino di propaganda

assai specifico all’interno del vasto e complesso sistema propagandistico, usato su tutti i

fronti, sia dagli Alleati che dai tedeschi.

Suddividerò la presentazione in base ai fronti e cercherò di dare un’ ordine cronologico

perché, come si vedrà, c’è una progressione nell’attività propagandistica: si parte dall’in-

sinuare il dubbio sulle possibilità di vittoria per arrivare all’esplicito invito ad arrendersi

utilizzando il lasciapassare allegato.

Africa Settentrionale

Prima controffensiva inglese: dicembre ‘40 – febbraio ‘41.

Il primo volantino che presento può essere datato, in base ai riferimenti in esso contenuti,

tra l’11 e il 13 dicembre ‘40, dopo la battaglia di Sidi el Barrani, ma prima che le truppe

italiane si ritirassero dal territorio egiziano. Il volantino porta il n. 13 e misura 20x13,5 cm.

(fig 1)In questo volantino non vi è l’esplicito invito ad arrendersi, vi è piuttosto un messaggio

teso ad insinuare il dubbio sulla possibilità di resistere, a rendere incerta la fede nella vit-

toria. Nei volantini del 1941, si mira a dimostrare l’inutilità dell’impegno del soldato; la

propaganda andrà in crescendo negli altri 2 anni, fino ad invitare alla diserzione. La stra-

tegia propagandistica appare graduale, come un’azione che procede per tappe.

Il secondo volantino è indirizzato alle Madri, alle Mogli, alle Fidanzate ed alle Sorelle

d’Italia, ma fu quasi certamente lanciato sui soldati al fronte. Porta il numero 23 ed è data-

bile verso la fine dell’offensiva, dopo la caduta di Derna, quindi subito dopo il 30 gennaio

‘41. Misura 28x21 cm ed è piegato in mezzo, le due metà di una pagina sono occupate da

un’unica fotografia orizzontale rappresentante una moltitudine di militari italiani caduti

prigionieri, le due metà dell’altra pagina presentano ancora una fotografia di un gruppo di

prigionieri e il messaggio, nel quale si sottolinea la superiorità della Gran Bretagna, le per-

dite inflitte, il fatto che a volere la guerra sia stato Mussolini per la sua subalternità alla

Germania e come il popolo italiano vi sia stato trascinato contro la sua volontà. (fig. 2).

A proposito di guerra psicologica ...

i volantini di invito alla resa

Maria Marchetti

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Fig.1

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La Voce del Cifr settembre 2013 8

Fig.2

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La Voce del Cifr settembre 2013 9

Terza controffensiva, dalla battaglia di El Alamein alla resa in Tunisia.

Il terzo volantino, databile approssimativamente febbraio ‘43, è di ben altro tenore. Le

truppe dell’Asse si erano ormai ritirate fino alla Tunisia, la Libia era perduta e con essa

l’Impero coloniale italiano, la resa totale in Nord Africa era ormai ineluttabile ed era evi-

dente che poi sarebbe toccato all’Italia diventare teatro di guerra.

Misura 21x13 cm. e da un lato vi è il messaggio propagandistico, dall’altro il salvacon-

dotto da esibire all’atto della resa, scritto in italiano, in francese e in inglese.

Il tema propagandistico è la subalternità degli italiani agli interessi tedeschi, il loro sacri-

ficio per proteggere la ritirata di Rommel e, tema nuovo, credo squisitamente americano,

il fatto che gli Alleati combattono per la libertà. (fig 3, 3a).

Fig.3

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La Voce del Cifr settembre 2013 10

Fig.3a

Africa Orientale

Anche durante la campagna inglese per la conquista dell’Eritrea, dell’Etiopia e della

Somalia Italiana, che durò da gennaio a novembre del ‘41, ma in cui la vittoria inglese si

profilò già definitiva a giugno del ‘41, fu usato questo strumento propagandistico.

Conosco un volantino, avente il n. 29, rivolto indistintamente ai civili e ai militari, che

aggiunge un tema rispetto al solito sull’inutilità di combattere gli inglesi. In più, derivato

dalla specificità della situazione in A.O.I. che vedeva la presenza di numerosa popolazio-

ne civile italiana, vi è l’invito a preoccuparsi, prolungando la resistenza, dei pericoli che

correvano le donne e i bambini.

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La Voce del Cifr settembre 2013 11

Grecia

La campagna per la conquista della Grecia, scatenata da Mussolini il 28 ottobre 1940, si

rivelò subito un fallimento, sia per le avverse condizioni meteorologiche dovute al perio-

do dell’anno scelto, sia per l’impreparazione dell’esercito italiano, sia per la sottovaluta-

zione delle capacità di resistenza dei greci. Fino all’intervento tedesco dell’aprile del ‘41,

le truppe italiane rimasero impantanate in una guerra logorante sulle montagne

dell’Albania.

In questo contesto, l’aviazione inglese lanciò sui nostri soldati alcuni volantini, io ne cono-

sco 5, in cui si evidenzia la assoluta mancanza di giustificazione per l’aggressione al popo-

lo greco, le responsabilità del fascismo e la sciagura che esso rappresenta per il popolo ita-

liano.

Non vi sono inviti ad arrendersi ma, essendo strumenti della propaganda inglese, non

greca, non si manca di sottolineare tutte le disfatte a cui sono andate incontro le Forze

Armate Italiane nei primi 8 mesi di guerra.

Il volantino presentato, mis. 25X17 cm., (fig. 4), sebbene sia firmato “I soldati greci” è

chiaramente opera degli inglesi ed è databile verso la fine di febbraio del ‘41, essendovi

un riferimento all’entrata delle truppe britanniche in Mogadiscio, che avvenne il 26 feb-

braio ‘41. Contiene anche un paio di spudorate bugie, là dove si dice che i soldati di

Graziani si sono ribellati o dove si dice che l’imperatore di Etiopia ha stabilito il suo quar-

tier generale in Gondar ed è anche ricco di errori nella scrittura.

Fronte Russo

L’invasione dell’Unione Sovietica da parte delle truppe dell’Asse, l’Operazione

Barbarossa, iniziò nel giugno del ‘41, per concludersi, per le truppe italiane, nel gennaio

del ‘43, con una tragica disfatta.

L’attività propagandistica su questo fronte fu particolarmente intensa, sia da parte dei tede-

schi che dei sovietici, probabilmente a causa della forte connotazione ideologica che era

intrinseca a questo conflitto.

Conosco almeno 23 volantini lanciati dai sovietici sulle truppe italiane, sicuramente ve ne

saranno molti altri. L’attività propagandistica iniziò fin dal ‘41 con una serie di volantini

aventi per tema le attività del fascismo a danno del popolo italiano, la subalternità alla

Germania. Alcuni di questi volantini li ho già presentati in un articolo apparso sul n. 64

della Voce del CIFR., non mi dilungherò a spiegare i vari temi propagandistici. Ne pre-

senterò 2, allora non citati, molto diversi nello stile ma molto coerenti nella strategia.

Il primo è databile, in base ai riferimenti nel testo, nell’estate del ‘42. Misura 20x15,5 cm.

ed è stampato in blu e nero. Nella prima pagina vi sono le notizie dei pesanti bombarda-

menti subiti dalle città industriali tedesche nei mesi di maggio e giugno ‘42, la previsione

che toccherà anche alle città italiane e l’invito ai soldati italiani a salvarsi e a salvare

l’Italia. Sulla seconda pagina vi è la sottolineatura della superiorità in uomini e mezzi degli

Alleati, la promessa, non mantenuta, che nel ‘42 sarebbe stato aperto un secondo fronte in

Europa (l’unico fronte europeo aperto era quello in Russia), l’invito ai soldati italiani a

rifiutarsi di andare all’attacco. (fig. 5)

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Fig.4

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Fig.5

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La Voce del Cifr settembre 2013 14

L’altro volantino misura 13,5 x 14 cm, in carta di colore nocciola e porta su di un lato una

vignetta in cui l’Italia con la forma di uno stivale tira un calcione a Mussolini e ad Hitler,

commentata da due frasette che avrebbero la pretesa di essere in rima, opera di un fuo-

riuscito italiano in Russia. Sull’altro lato vi è il lasciapassare da esibire all’atto della resa,

in italiano e in russo. (fig. 6)

Fig.6

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La Voce del Cifr settembre 2013 15

Considerazioni finali

In questa carrellata di volantini ne manca uno prodotto e lanciato dagli italiani. Non ne

conosco, probabilmente è una deficienza mia, ma non mi sorprenderei se gli italiani, che

in quella guerra si dimostrarono in ritardo dal punto di vista tecnologico, fossero impre-

parati anche sulla strategia propagandistica nei confronti dei nemici. Oppure, più sempli-

cemente, abbiano concentrato tutta l’azione propagandistica sul fronte interno, lasciando

ai tedeschi il compito dell’azione verso il nemico.

Appare evidente che il sistema dei volantini rientrava in una strategia studiata a livello

centrale, ad opera di appositi organismi preposti a tale scopo, i quali decidevano i temi e

le linee.

Per quanto riguarda la Gran Bretagna, già il 20 settembre 1940 venne elaborato il docu-

mento “Directive on british propaganda for Italy”, ad opera del Foreign Office, del

Ministry of Information e del Political Intelligence Department e l’11 settembre ‘41 fu

presentato alla Camera dei Comuni il progetto di istituzione del Political Warfare

Executive, un organo specificamente preposto alla propaganda.

E’ utile ricordare che l’azione propagandistica inglese non era basata solo sui volantini

gettati sulle truppe, ma comprendeva, ben più importanti, le trasmissioni radio della

B.B.C. ed era parte della complessiva strategia di conduzione della guerra e della visione

della sistemazione politica del mondo che la sosteneva.

Non sono in grado di citare analoghe direttive né analoghi organismi per la conduzione

della strategia propagandistica dell’Unione Sovietica, ma l’esame dei volantini gettati

sugli italiani ne dimostra chiaramente l’esistenza.

I fronti presi in considerazione videro gli inglesi e i russi come attori principali contro gli

italiani, mancano quindi i volantini predisposti con la partecipazione degli americani, se

si esclude, forse, il terzo che ho presentato. Ne conosco alcuni usati sul fronte italiano, ma,

limitando l'osservazione a quelli rivolti agli italiani, si notano caratteristiche diverse

rispetto a quelli fin qui trattati, mancando l’invito ad arrendersi, poiché il nemico com-

battente era rappresentato dai tedeschi. Hanno il carattere del “proclama” e sono rivolti

alla popolazione civile.

Sarei grata a chi possiede qualche volantino di invito alla resa se me ne inviasse una

copia, oppure, soluzione certamente più apprezzabile, se volesse condividerlo con noi

tutti, pubblicandolo sulla rivista.

Naturalmente, non ho alcuna pretesa di aver fatto una ricognizione esauriente sull’argo-

mento, so bene che il campo è assai vasto e che certamente esistono molti altri volantini,

tuttavia, il fatto che i temi si ripetano può essere sufficiente per comprendere il disegno

strategico che li improntava.

Non conosco collezionisti italiani dediti al settore dei volantini di propaganda utilizzati

nella seconda guerra mondiale, non so nemmeno se esiste qualche pubblicazione. Credo,

tuttavia, che sia un settore collezionistico a cui destinare attenzione, trattandosi di piccoli

documenti storici che aiutano ad approfondire la conoscenza del periodo. Sono partico-

larmente difficili da reperire, motivo per cui l’opera di conservazione e di pubblicazione

dei collezionisti può essere ancor più preziosa.

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Page 18: Resistenza e filatelia

La Voce del Cifr settembre 2013 16

La busta qui di seguito riprodotta, che potrebbe sembrare una semplice curiosità, costitui-

sce prova di quanto a suo tempo asserito da Pierson Ostrow nel suo articolo, pubblicato

negli anni ’50 su di una rivista americana, dal titolo, tradotto in Italiano, “La storia di

Piacenza è roba da cappa e spada” (e che la voce del C.I.F.R. ebbe il piacere di proporre

ai suoi lettori diversi mesi fa).

Riproduzione di una busta con francobolli del C.L.N. Piacenza non adottati

L’autore nel suo lavoro, lodando e ricordando l’iniziativa del C.L.N. provinciale

Piacentino ed in particolare la figura del suo Segretario, Franco Sezenna, riporta il ricor-

do di questi in relazione alle soprastampe dei francobolli citando il fatto che alcuni fran-

cobolli furono soprastampati con il simbolo della “falce e martello”. In particolare, per

precisazione, si riporta il seguente passo estratto da detto articolo: “Sezenna dice, ed è sup-portato da rapporti certificati, che furono sovrastampati circa 14.000 francobolli, unapiccola parte a mano. Il resto fu stampato presso una tipografia di Bettola. I francobolliaffrancarono entrambe le corrispondenze Partigiane e Civili, la posta veniva portata daicorrieri Partigiani – alcuni francobolli furono ulteriormente sovrastampati con la falce eil martello, non con l’intento di dichiarare la nostra adesione al Comunismo (Sezenna èun fervente sostenitore della democrazia, non un Comunista) ma come un contro-simboloai fasci fascisti – unicamente come un atto di sfida alla tirannia che era durata per piùdi un ventennio. Queste sovrastampe falce e martello non furono parte della emissioneufficiale”.

La busta riprodotta quindi costituisce un interessante documento storico relativo all’emis-

sione piacentina del C.L.N. da non confondersi con soprastampe private e non

ufficiali/non documentate e/o di fantasia che comparirono copiose all’epoca della libera-

zione.

C.L.N. Piacenza soprastampe disegnate

Luigi Pirani

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La Voce del Cifr settembre 2013 17

Una delle più ricorrenti accuse che viene mossa ai politici di oggi è che provvedono alla

personale ricchezza usufruendo dei soldi o dei beni dello Stato, cioè dei soldi e dei beni

di tutti.

Accade talvolta di sentire qualcuno che dice: “Ah! Ai miei tempi queste cose non succe-

devano! Una volta sì che si stava bene!”.

Ma spesso il “tempo che fu” assomiglia molto al “tempo dell’oggi”.

Le lettere e i documenti del passato che sono oggetto di attenzione da parte dei collezio-

nisti consentono talvolta di ricostruire momenti, più o meno importanti, della nostra sto-

ria

Anche Italo Balbo, una figura controversa ma certamente rilevante dell’era fascista, attra-

verso alcuni scritti può essere scoperto “con le mani nella marmellata”.

Pure lui, ad esempio, praticava l’antica italica arte della “raccomandazione”, finalizzata a

strappare un aiuto per l’amico, il parente, l’affiliato allo stesso partito, alla stessa associa-

zione, ecc.

In un cartoncino scritto di suo pugno (fig. 1) e indirizzato a Gaetano Polverelli capo uffi-

cio stampa di Mussolini di allora (nota n. 1), risulta evidente la “amichevole” richiesta di

protezione per un amico-camerata. Il cartoncino reca lo stemma e l’intestazione del

Ministro dell’Aeronautica, quale era allora Italo Balbo, e la data del 27 gennaio dell’anno

X dell’era fascista, cioè il 1932.

“Carissimo Polverelli, ilcamerata dr. Bonomi,direttore del Solco[Fascista, ndr] di ReggioEmilia, vuole esserti pre-sentato. Lo faccio benvolentieri, perché è unmio vecchio squadrista,raccomandabilissimo.Saluti da Balbo”.

Venne però anche accusato di aver fatto di peggio.

Infatti nel dicembre del 1931 Italo Balbo acquistò i primi 58 ettari di una località della

Toscana, denominata da secoli “Punta Troia”, una terra circondata per tre lati dal mare e

ricoperta da una fitta pineta con antiche ville e case, posta nei pressi di Castiglione della

Pescaia in provincia di Grosseto. (fig. 2 ) Probabilmente l’aveva ammirata dall’alto duran-

O tempora, o mores!

Massimo Santonastaso

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Page 20: Resistenza e filatelia

La Voce del Cifr settembre 2013 18

te i suoi numerosi voli aerei con partenza dalla base

di Orbetello e ne era rimasto comprensibilmente

affascinato. Allora era famosissimo, e tuttora viene

ricordato, per la trasvolata atlantica di massa del 17

dicembre 1930-15 gennaio 1931 Italia-Brasile con

14 idrovolanti Savoia-Marchetti S.55. La base della

NADAM (la Scuola di Navigazione Aerea D’Alto

Mare), nata per preparare equipaggi in grado di

effettuare trasvolate oceaniche, era ad Orbetello

che divenne anche la base di partenza della

Crociera (e di quella successiva del 1933). (fig. 3)Nel 1932 acquisì altri 334 ettari della tenuta di

Punta Troia e ulteriori 248 nel 1936.

La spesa totale (almeno quella nota)

venne ad essere maggiore alle 500 mila

lire.

Balbo la ribattezzò Punta Ala (denomi-

nazione che conserva ancora oggi),

prendendo lo spunto probabilmente

dalle ali dei suoi aerei. Il nome prece-

dente di Punta Troia, certamente non

elegante, sembra che derivasse dal fatto

che una scrofa di cinghiale, per sfuggire

ai cacciatori, precipitò in quel posto in

mare seguita dai suoi piccoli.

Subito dopo l’acquisto mise in atto un piano di miglioramenti per rendere meno faticosa

la vita di chi vi abitava e quindi più piacevoli i suoi soggiorni. Migliorò la strada di acces-

so, lunga sei chilometri, che portava alla proprietà; disboscò e spianò una vasta area di ter-

reno; costruì i magazzini e una fattoria; piantò pini domestici e selvatici, che anche oggi è

possibile vedere. Fece costruire un acquedotto e fece arrivare anche l’energia elettrica.

Infine riadattò la torre cinquecentesca,

costruita dai Medici come presidio di dife-

sa dai turchi, che veniva indicata come

“Torre di Troia Nuova” ed era stata tra-

sformata alla fine del ‘700 in un castello. Il

complesso venne denominato “Castello o

Torre Balbo”, il quale vi abitava nelle sue

ferie. (fig. 4).In merito a questa complessa operazione

cominciarono a girare ben presto voci,

maldicenze, denunce. D’altra parte si trat-

tava di una persona che stava salendo sem-

pre più in alto nella gerarchia fascista e

nella popolarità, che aumentò a dismisura

Fig. 2. - 1988. Castiglione dellaPescaia. Serie turistica.

Fig. 3 - Aerogramma del 1 luglio 1983.La base di Orbetello e idrovolanti stilizzati.

Fig. 4. - Torre Balbo

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Page 21: Resistenza e filatelia

La Voce del Cifr settembre 2013 19

negli anni 1930-1933, gli anni delle Crociere Transatlantiche, a tal punto che Mussolini,

preoccupato, nel 1933 lo liquidò “promuovendolo” Governatore Generale della Libia. (fig.5).

Tra la schiera degli invidiosi e dei maldicenti c’era probabilmente anche Roberto Farinacci

(fig. 6), che in quegli anni era stato allontanato dalla vita politica e restituito alla sua pro-

fessione di avvocato. Nel giugno del 1933 arrivò a Mussolini una lettera piena di durissi-

me accuse a firma Farinacci il quale affermava che: “(…) ha fatto costruire una stradaprovinciale (costo 600.000 lire), ma che provinciale lo è per modo di dire, visto che è chiu-sa e possono utilizzarla soltanto Balbo e i suoi ospiti. A spese della Pubblica Amministrazione, egli ha pure dotato la sua tenuta di acqua e tele-fono (costo 300.000 lire) e ha ripopolato di selvaggina l’intera Zona. In questa tenuta esistevano due antiche torri abitabiliche S. E. Balbo ha fatto ammodernare trasformandolein ville. La prima, detta Torre Troia, è diventata oraTorre Ala e viene utilizzata come residenza dallo stessoBalbo. L’altra, detta Torre Idalgo, che è munita di pontelevatoio, viene di volta in volta assegnata agli“Atlantici” (i piloti che avevano partecipato alle trasvo-

late atlantiche, ndr) e alle loro amanti. Ognuno di essiha diritto a soggiornare in detta torre per 24 ore con lasua compagna ed è autorizzato a isolarsi, sollevando ilponte levatoio, dopo che si è provveduto a rifornirlo dicibi e vivande. (……..) il porticciolo di Punta Ala e l’a-diacente idroscalo sono stati eseguiti, per ordine diBalbo, da reparti speciali della Regia Marina giunti daLa Spezia. (………) si serve per i suoi spostamenti di unidrovolante personale. Recentemente questo velivolo èaffondato perchè era stato ormeggiato in maniera non eccellente. Nelle operazioni diricupero un giovane aviere ha perduto la vita”.

Da quanto scritto da Farinacci il povero Balbo esce distrutto, apparendo non solo come il

classico Boiardo di stato che sfrutta la Pubblica Amministrazione a suo vantaggio ma

anche come squallido “mezzano” per gli Atlantici e le loro amanti! Altro che Bunga-

Bunga!

Fig. 5. - 1933 Trittici I-LONG emessiper la Crociera del Decennale. Il valore in basso presenta la varietà:H al posto della croce nello stemmadei Savoia nella pala di sinistra.

Fig. 6. - Roberto FarinaccI

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La Voce del Cifr settembre 2013 20

Dopo la morte di Balbo, avvenuta il 28 giugno 1940, e dopo la fine della guerra, l’intera

proprietà Balbo fu sequestrata dallo Stato italiano perché ritenuta “profitto di regime”. Gli

eredi Balbo vinsero la causa contro lo Stato nel 1954 e tornarono proprietari di Punta Ala,

che vendettero pressoché integralmente nel 1959.

Ma scriveva la verità Farinacci? Chissà! Sono trascorsi 80 anni, veramente troppi perché

si possa anche solo pensare a una qualche forma di verifica. Credo che la delibera dei tri-

bunali della Repubblica che dava ragione alla famiglia Balbo, indirettamente considerò

false le sue accuse.

Nota n. 1: Gaetano Polverelli (Visso, 17 novembre 1886 – Anzio, 17 settembre 1960) è stato ungiornalista e politico italiano. Giornalista de L’Avanti! e de Il Popolo d’Italia, fu tra i fondatori delfascio di Roma e gerarca di Camerino, capo ufficio stampa del Duce e del ministero degli affariesteri, deputato, sottosegretario di stato e in seguito ministro della cultura popolare (il“Minculpop”) durante l’ultimo Governo Mussolini (dal 6 febbraio 1943 al 25 luglio 1943).Fra lecariche ricoperte in ambito della professione giornalistica, fu segretario del Sindacato romanogiornalisti fascisti e del Sindacato interprovinciale fascista giornalisti, membro della CommissioneSuperiore per la Stampa, presidente dell’Associazione Stampa Romana. Una sua frase che illumi-na la finezza intellettuale del soggetto: « Al Viminale occorre oggi una personalità dal pugno diferro, un uomo che abbia come il Colleoni tre segnacoli di virilità al posto che due » (GaetanoPolverelli, La legge o la scure, ne Il Popolo d’Italia, 2 ottobre 1922).

11 Novembre 1943, i partigiani francesi sfilano per le vie di Oyonnax (Ain). Dopo aver

controllato i punti caldi della città (gendarmeria, polizia, ufficio postale) ufficiali in testa,

i partigiani vanno al monumento ai caduti, dove depongono una corona di fiori a forma di

croce di Lorena recanti questa iscrizione:

"I vincitori di domani ai vincitori del 1914-1918”.

Maquisards

mgf

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La Voce del Cifr settembre 2013 21

Il concetto di Blitzkrieg o “guerra lampo” venne studiato e realizzato dallo Stato Maggiore

tedesco, prima della seconda guerra mondiale; allo scoppio del conflitto venne applicato

su vasta scala con notevoli successi, sia nella campagna di Polonia che in quella di

Francia.

Il concetto di blitzkrieg non venne quindi inizialmente imitato, se non nel caso dell’eser-

cito italiano, nelle operazioni in Africa Orientale, quando si tentò di condurre una “guerra

parallela” a quella della Germania.

La “guerra parallela” aveva, in questo caso, come obietti-

vo, la Somalia britannica, che incuneata tra la colonia

francese di Gibuti, la Somalia italiana e l’Etiopia, poteva

essere usata come punto di partenza per una offensiva bri-

tannica contro l’Etiopia.(fig.1)Nell’estate del 1940, anche in conseguenza delle vittorie

tedesche, fu deciso di attaccare la Somalia britannica; il

generale Nasi decise di

puntare su Berbera, capita-

le del Somaliland.

Le forze italiane erano

costituite da 4800 soldati

“nazionali” e da 30.000

coloniali (fig. 2), suddivise

in tre colonne.

La colonna di sinistra,al comando del Gen. Bertoldi era

composta dalle Brigate coloniali XVII e LXX, con un

Reggimento dei Granatieri di Savoia, due di Camicie Nere

e 4 batterie di artiglieria.

La colonna centrale, più consistente, comandata dal Gen.

De Simone, disponeva delle Brigate coloniali XIII, XIV,

XV, (fig 3) una ventina di carri armati M11/39(fig.4) ed

alcuni carri L3/35, di autoblindo Fiat 611 e quattordici batterie d’artiglieria. La colonna di

destra, al comando del Gen.Bertello, era composta da un Battaglione somalo,due gruppi

di dubat ed una batteria d’artiglieria. (fig. 5)La colonna di sinistra doveva raggiungere Zeila, al confine col possedimento francese di

Gibuti, da lì doveva proseguire lungo la costa. (fig. 6)Al corpo di invasione italiano, gli inglesi potevano opporre circa 5000 uomini, che appar-

tenevano al I° e II° battaglione dei “King’s Africa Rifles, una sezione d’artiglieria,dotata

di 4 obici da 94 mm, della “ East Africa Light Battery” ed il “Somaliland Camel

Corps,(fig. 7) successivamente giunse il III° battaglione del 15° Reggimento indiano

“Punjab”(fig. 8) ed il I° ed il II° battaglione scozzese “Black Watch”, queste truppe erano

al comando del Brigadiere generale Charter.

Una BlitzKrieg africana

Ignazio Lavagna

Figura 1

Figura 2

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Figura 3

Figura 4

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La Voce del Cifr settembre 2013 23

Figura 5

Figura 6

Figura 8

Figura 7

Anche la componente aerea era a favore degli italiani, infat-

ti l’aereonautica poteva schierare 85 velivoli, tra bombar-

dieri SM 81, SM 79, Ca 133, caccia Cr 32 e Cr 42, a queste

forze gli inglesi potevano opporre solo pochi Bristol

Blenheim e caccia Gloster Gladiator, per un totale di poco

più di 40 aerei.

Il 3 Agosto, alle prime ore del giorno, le truppe italiane attra-

versarono il confine,mentre gli inglesi si preparavano a resi-

stere con tutte le loro forze, in particolare sui passi di Tug

Argan e sul Sheikh. (fig. 9)Pass, fortificati e presidiati dai Northern Rhodesian e dagli

obici, mentre il Camel Corps era al Sheikh Pass. Nel frattempo il comando delle truppe

britanniche è affidato al Gen.Alfred Godwin Austen.

Le forze italiane avanzano, senza incontrare molta resistenza, la colonna del gen. Bertoldi

arriva a Zeila, la colonna del Gen. De Simone raggiunge Hargeisa, mentre la colonna

Bertello marcia verso Burao.

Anche le forze aeree di entrambi gli schieramenti entrano in azione, gli aerei italiani, tre

SM 81 colpiscono Berbera, affrontati da un solo Gloster Gladiator, che danneggia un SM

81, provocando un morto e tre feriti.

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Gli inglesi sanno che se non riusciranno a fermare gli italiani sui passi, per loro la batta-

glia sarà perduta, quindi concentrano le truppe su cinque colline vicine al Passo di Tug

Argan. La posizione è stata fortificata ma le fortificazioni sono sparse su un area troppo

vasta. L’aviazione italiana intensifica le azioni di bombardamento e di mitragliamento,

contrastata dalle scarse forze inglesi.

La sera del 10 Agosto, i britannici avvistano le luci delle colonne italiane che avanzano,

al mattino dopo, inizia la battaglia, che vede l’assalto delle nostre truppe, accompagnato

da una azione delle artiglierie e da un bombardamento effettuato dai nostri aerei, che col-

piscono le posizioni inglesi e le immediate retrovie.

La lotta prosegue dura ed accanita, le difese inglesi resistono nonostante i ripetuti attacchi

italiani, solo il tentativo di aggiramento condotto dalla XV Brigata coloniale, li costringe

ad abbandonare le posizioni sul lato meridionale del Passo di Tug Argan. (fig. 10)

Figura 9

Figura 10

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La Voce del Cifr settembre 2013 25

L’avanzata italiana continua, anche se viene contrastata tenacemente dagli inglesi. Il gior-

no 14 Agosto, la XV Brigata coloniale occupa il Mirgo Pass, dove subisce i ripetuti attac-

chi di due compagnie dei “King’s Africa Rifles” che però respinge efficacemente. Si inten-

sifica il movimento delle truppe italiane mirante a tagliare la strada per Berbera, da dove

arrivano i rifornimenti ai difensori del Passo di Tug Argan. Gli scontri continuano accani-

ti, per la conquista delle ultime postazioni inglesi, che nella notte tra il 15 ed il 16 Agosto

vengono abbandonate, i britannici si ritirano verso Nasiye. Il mattino seguente, una colon-

na italiana dotata di carri armati avanza verso Barkasan, per incalzare il nemico ma viene

contrattaccata dagli scozzesi del “Black Watch”, questi colpiscono e distruggono alcuni

mezzi corazzati, poi sono costretti a ritirarsi sotto l’incalzare di un battaglione italiano che

li attacca sul fianco destro.

L’aviazione italiana, intanto, continua la sua azione di bombardamento e di mitragliamen-

to delle truppe in ritirata, effettua anche azioni su Mandera e Berbera, dove si scontra con

i Blenheim inglesi e con due Glenn Martin delle Forces Francaise Libre, riportando la per-

dita di alcuni velivoli.

Il 18 Agosto, i britannici, militari e civili sono concentrati a Berbera e pronti all’evacua-

zione, che avviene ordinatamente, imbarcando circa 7000 persone su quattro navi che sal-

pano alla volta di Aden.

Si conclude così la rapida campagna italiana per la conquista del Somaliland, conquista

che il regime fascista utilizzò subito con grande sforzo propagandistico suscitando anche

qualche momento di euforia. Tuttavia la “vittoria” in Somaliland fu una “vittoria di Pirro”

perché a fronte dell’accorciamento delle frontiere dell’Impero, le nostre forze armate

depauperarono risorse, mezzi ed uomini, che in seguito ci vennero a mancare. Di lì a poco

gli inglesi ripresero l’offensiva e non solo riconquistarono il Somaliland ma portarono la

guerra entro i confini dell’Africa Orientale Italiana, costringendo le nostre truppe alla resa.

Finiva così il sogno coloniale italiano, iniziato cinque anni prima, con la guerra d’Etiopia

e la proclamazione dell’Impero.

Liberazione dei campi di sterminio nazisti

Il 27 gennaio 1945 il campo di Auschwitz fu liberato dalle truppe sovietiche durante la

loro rapida avanzata invernale dalla Vistola all'Oder. Il primo reparto che entrò nel campo

faceva parte della LX Armata del generale Kurockin del 1° Fronte Ucraino del marescial-

lo Ivan Konev. Furono trovati circa 7.000 prigionieri ancora in vita. Inoltre, furono trova-

ti migliaia di indumenti abbandonati, oggetti vari che possedevano i prigionieri prima di

entrare nel campo e 8 tonnellate di capelli umani imballati e pronti per il trasporto.

mgf

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Il Giorno del Ricordo

Stefano Domenighini

Il numero 100 de “La Voce del CIFR” contiene, fra gli altri, un

interessante articolo relativo ad alcuni annulli usati per celebrare

il Giorno della Memoria e ricordare le persecuzioni razziali a

danno degli Ebrei. Viene riprodotto l’annullo di Fertilia del 10

febbraio 2012 che però tratta di un’altra tragedia, da certi ambien-

ti politico-culturali ancora negata (a quando una legge antinega-

zionismo anche per i nostri morti?): l’annullo in questione tratta

della tragedia delle Foibe e dell’Esodo dei Giuliano-Dalmati dalle

loro terre natie.

Il Giorno del Ricordo venne istituito con Legge 30 marzo 2004, n. 92; l’articolo 1, comma

uno, così recita: “La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale Giorno del Ricordo al finedi conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime dellefoibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerrae della più complessa vicenda del confine orientale”.

A livello marcofilo la Soc. Fil. Num. Dalmata si era già mossa

nel 2003: l’annullo riporta la dicitura provvisoria (poi usata per

ricordare le persecuzioni ai danni degli Ebrei) “Giornata della

Memoria”.

Dal 2005 si ebbero numerose richieste di annulli sia da parte delle Associazioni degli Esuli

(in particolare il comitato ANVGD di Fertilia) che da parte di amministrazioni comunali.

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La Voce del Cifr settembre 2013 27

Inoltre furono emessi anche appositi francobolli.

Fino al 2012 sono stati impiegati complessivamente 23 annulli dedicati al Giorno del

Ricordo (compreso il precursore del 2003) mentre la “tematica” legata all’esodo giuliano

dalmata conta oltre 130 annulli e una decina di francobolli emessi. A quanto pare un solo

annullo attinente all’Esodo è stato impiegato nei Paesi nati dalla dissoluzione della

Iugoslavia e cioè quello usato a Pola (Croazia) il 18 agosto 2010 in memoria di Geppino

Micheletti.

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La Voce del Cifr settembre 2013 28

Che anno fu quell’anno! Sì, proprio quello di duecento anni orsono, il 1813. Pensate: il 10

ottobre nacque quell’insuperabile, immenso incredibile

Giuseppe “Peppino” Verdi che sarebbe divenuto quel talento

sconfinato della musica; di lui abbiamo già scritto e meno

male che le emerite Poste nostrane gli dedicheranno un fran-

cobollo; però, quanti sanno che qualche mese prima di quel 10

ottobre “verdiano” e precisamente il 22 maggio, in quel di

Lipsia nacque tale Richard Wagner; ebbene, l’opinione perso-

nalissima di chi scrive è questa: “Peppino” e “Ricky” saranno

sempre, finché “Colui che tutto move” non si deciderà a dire

basta, i massimi fra i massimi della musica, con una piccola

differenza a favore del “Peppino”, non me ne vogliano gli

amici tedeschi, un popolo che

amo ed ammiro, pensiamo invece alla fortuna che l’Italia e la

Germania hanno avuto duecento anni fa! Verdi e Wagner due

persone diverse nel loro talento musicale che però cammina-

vano su rette parallele, ambedue amavano la propria Patria e

lo dimostrano le loro composizioni, che rappresentano due

mondi diversi, due civiltà differenti; uno, Verdi racconta la

vita nella sua essenza reale, quella che attanaglia e talvolta

distrugge l’uomo o la donna, con i suoi vizi e le sue virtù, l’altro, Wagner propone la

medesima cosa ma utilizzando miti e leggende che comunque hanno una base sostanziale

di verità assoluta, non dimentichiamoci che la leggenda nasce sempre da un punto di

autenticità, da una cosa realmente accaduta. Ora proviamo ad accostare i due personaggi.

Abbiamo detto che Wagner nacque a Lipsia, città tedesca ricca di storia, di arte, impor-

tante centro culturale, che sarebbe stata dopo circa quattro mesi dalla nascita del piccolo

Wagner, protagonista di una delle più importanti e funeste

battaglie di Napoleone I, che si scontrò, fra il 16 e 19 otto-

bre, contro i coalizzati russi, austriaci, prussiani e svedesi e

Giuseppe Verdi era nato da soli sei giorni! Il mese di maggio

del 1813 non fu un mese tranquillo; Napoleone reduce dalla

disastrosa campagna di Russia ora doveva affrontare conti-

nuamente gli stati che formavano la sesta coalizione; il 2 di

quel mese, venti giorni prima della nascita di Wagner,

Napoleone vinse la battaglia di Lützen, località posta a poca

distanza a sud di Lipsia. Quando poi Wagner era in procinto

di nascere, a Bautzen, nel distretto di Dresda, fra il 20 e il 21

maggio, si stava combattendo l’ennesima battaglia sempre

tra francesi e coalizzati. Dopo questo scontro si stabilì un

1813...e la genialità divenne musica

Giovanni Stefanoni Cuomo

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certo periodo di calma, non molta per la verità, in agosto, mentre il piccolo Wagner emet-

teva i primi vagiti in fa minore, si accesero nuovamente delle cruente battaglie fra

Napoleone e i suoi nemici; gli scontri si svolsero a Großbeeren; a Katzbach; a Dresda e a

Kulm; svoltesi tutte fra il 23 e la fine di agosto. Che finisse l’anno, il 10 ottobre come già

detto nacque tal Giuseppe Fortunino Verdi. L’infanzia dei due futuri “grandi” della musi-

ca fu alquanto diversa fra loro: semplice, rurale, agreste quella del “Peppino” nato nella

fertile pianura parmense; più ricca e signorile quella del Riccardo; eppure ambedue diven-

tando sempre più grandicelli dimostrano un forte interesse per la musica: Verdi ormai gio-

vanotto cerca in tutte le maniere di essere ammesso al Conservatorio di Milano, che però

lo respinge, al pianoforte non dimostra grande perizia, ma Verdi non si da per vinto e rima-

ne a Milano a studiare e cercare di introdursi in determinati ambienti artistici; la vita però

è dura e perciò rientra nella sua Busseto, comunque deciso a non mollare.

Sull’altra riva, quella tedesca, vediamo che invece Wagner prosegue ben diversamente;

intoppi, fastidi anche a lui non mancano però continua dirigendo orchestre ove sono rap-

presentate opere di celebri compositori, da Mozart a Bellini, poi Gluck, Spontini e altri.

Passano tre anni, quando Verdi sposato e padre, ritorna a Milano, la sua ferrea volontà sarà

premiata nel 1839, quando non ancora ventiseienne, debutta al Teatro alla Scala di Milano

con la sua opera prima “Oberto, conte di San Bonifacio”, il successo è immediato e la

gente intuisce che è nato un grande che imporrà al melodramma una svolta decisa, un

nuovo cammino che rimarrà eterno nella storia della musica; ma lo stesso Verdi nono

conosce ancora bene se stesso, musicalmente par-

lando, occorrerà altro tempo, anche se ha intuito la

forze che esprime la scena, l’intimo che deve carat-

terizzare i suoi personaggi; Wagner è invece già for-

mato, lavora e studia assiduamente, però su binari

diversi se pur paralleli a quelli verdiani. Ora però si

può dire che i due musicisti sono lanciati, sempre in

contesti diversi, fatiche e ostacoli non mancheran-

no, dovranno lottare e se pur fra tante difficoltà, alla fine saranno vincitori. Le opera di

Verdi le ho già descritte nel precedente articolo. Vediamo ora le opere di Riccardo Wagner:

da giovanissimo a soli dieci anni compose “Die Hochzeit” (Le nozze incompiute), nel

1834 “Die Feen” (Le fate), il 1835 vede la nascita del: “Das Liebesverbot” (Il divieto d’a-

more). Nel 1836, Wagner convola a nozze con l’attrice

M. Planer. Nel 1842 a Dresda rappresenta con grande

successo il “Vascello fantasma”; mentre Giuseppe Verdi

rappresentò “Nabucco” continuando anche negli anni

successivi a comporre e rappresentare. Wagner ritorna

sulla scena lirica componendo il “Tannhäuser”, e inizian-

do lo studio sul “Lohengrin”. Si arriva così al fatidico

anno 1848, l’anno in cui scoppiano in tutta Europa arden-

ti moti rivoluzionari: incredibile! Verdi e Wagner sono

uniti, pur non conoscendosi, in questa situazione: Wagner fu addirittura costretto a rifu-

giarsi da esiliato in Svizzera, dove trovò l’amicizia e il sostegno di Franz Liszt. In questo

rifugio svizzero inizierà a scrivere il libretto, terminandolo nel 1853, dell’Anello del

Nibelungo. Se Wagner è in Svizzera, Verdi in Italia rappresenta fra il 1851 e il 1853 la sua

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incomparabile e celebre trilogia “Rigoletto, Il Trovatore e La Traviata”. Solo nel 1857

Wagner ritornerà sulle scene con il “Tristano e Isotta”.

Nel 1861 a Parigi rappresentò il “Tannhäuser”, l’opera fece fiasco, però Wagner raccolse

cordialità e simpatia nei circoli culturali parigini; di contro nel 1862 Verdi rappresenta “La

forze del destino”. Wagner è comunque fortemente sostenuto dal re Luigi II di Baviera,

permettendogli così di arrivare alla composizione dei “Maestri Cantori di Norimberga”;

frattanto la figlia di Listz, Cosima von Bulow, innamorata di lui lo sposò nel 1870.

Nell’anno 1871 a Bayreuth fece costruire un teatro

dedicato alla sua persona e alla rappresentazione

esclusiva delle sue opere; questo teatro fu inaugurato

nel 1876 con “L’Anello del Nibelungo”; l’opera face-

va parte di quello che è definito “Ring” ovvero: il già

citato “Anello”; poi “L’Oro del Reno”. Seguono la

“Cavalcata delle Walkirie; il “Sigfrido” e il

“Crepuscolo degli Dei”. Sempre nel 1871 Verdi rap-

presenta una fra le sue più impegnative e scenografi-

che opere, la straordinaria “Aida”. Nel 1882, sempre a

Bayreuth, fu rappresentato il Parsifal. Il 1882 fu però

l’anno fatale della sua morte avvenuta a Venezia, dove si

era trasferito. Wagner fu anche scrittore: oltre ai libretti

delle sue opere, scrisse testi filosofici come: Arte e rivo-

luzione (1849), “L’opera d’arte dell’avvenire” (1850),

“Il giudaismo nella musica” (1850), proprio su questo

scritto il nazismo sfruttò alcuni pensieri e osservazioni

di Wagner, divenendo uno dei punti di forza dell’arte

vista con gli occhi della politica nazionalsocialista di

Hitler. Tralasciamo opportunamente il campo politico,

perché a parere di chi scrive, l’arte e la politica non devo-

no mai essere accoppiate, la prima è senza dubbio alcu-

no la massima espressione dell’umanità, amare l’arte

vuole dire anche amare il prossimo, la seconda è la com-

posizione peggiore delle caratteristiche umane. Appena

sessantanovenne Richard Wagner morì, invece, il

“Peppino” Verdi proseguì ancora per quasi venti anni la

sua vita, componendo nel 1887 un fantastico “Otello” e a ottant’anni compiuti compose il

“Falstaff”.

Tristano e Isotta

Parsifal

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La Voce del Cifr settembre 2013 31

Non credo che in vita i due compositori si siano mai incontrati, se pur si conoscevano di

fama, non so se incontrandosi si sarebbero scambiati reciproci complimenti, anche se

solo di facciata, probabilmente non l’avrebbero mai fatto, tanto era la loro onestà intima

e intellettuale, io voglio immaginare che in questo ipotetico incontro i due “Grandi” si

sarebbero comportati così: “Bondè, Signor Vagner, come la va? “Ach ja, Herr Verdi. Wie

ihr wird griin? (Oh, sig. Verdi come sta lei?) E qui un lungo silenzio: il Peppino così pensa:

“e adesso cosa gli dico, bah?” e quell’altro “e ora che faccio, mah!” finalmente il Peppino

esordisce con: “Signor Vagner, conosce i “cutghéin” (i cotechini?)” e il Riccardo: “Boh!”

allora il Pepp estrae da una borsa una sfilza di cotechini e dice: “Vede signor Vagner, sono

questi” allora Wagner a sua volta estrae dalla sua borsa cinque o sei wurstel e di rimando

al Pepp: “Ach, Herr Verdi, auch- und zeigen die Vegi - das sind “ (Ah, sig. Verdi, li abbia-

mo anche noi, -e mostrando i wurstel (Vegi)- sono questi”). Altro silenzio, non riescono a

sbloccarsi eppure sentono che fra di loro esiste stima e ammirazione reciproca e anche

amicizia, eppure... a questo punto tutti e due all’unisono esclamano: “Beh, piacere d’a-

verla incontrata, ora devo andare...” Peppino: “Ad salùt, signor Vagner, mi stia bene”.

Richard: “Grulß ich Herr Verdi, wurde auch. (La saluto anche io signor Verdi, stia bene

anche lei.”) E senza stringersi la mano, s’inchinano rispettosamente, e si allontanano ma

non su strade diverse, ambedue percorrono due strade parallele che conducono lassù verso

l’alto, verso il Padrone Assoluto, dove forse, anzi senza forse, riusciranno a finalmente ad

abbracciarsi. Questo avvenimento celeste è successo presso a poco così: il Padrone ai due:

“Ohè, ragazzi, qui da noi non esistono rivalità, antipatie, contrarietà o altro, qui si è tutti

uguali, perciò Peppino e Riccardo ora un bel sorriso, un abbraccio e cominciate a parlar-

vi, -ed infatti così avvenne- mentre il Padrone chiamava: “Ohe! Bruni (sarebbe Brunilde,

una walchiria) allora, sono pronte ‘ste salamelle allo spiedo? “Ohe! Dedè (sarebbe

Desdemona, la donna di Otello) è pronta `sta polenta?” quindi rivolgendosi a Napoleone:

“Ohe! Napy, el vin t’el portet tì?” e per finire dice al Manzoni: “Ehi, ti, Lisander porta anca

la grappa!”.

CALA LA TELA

L’Oro del Reno

Lohengrin

Buongiorno, Riccardo

Guten Morgen, Joseph

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90 anni orsono: 1923 l’Italia del LittorioGiovanni Stefanoni Cuomo

Corre l’anno 1923, da pochi mesi è iniziato il regime fascista, per l’esattezza come vuole

il Duce Benito Mussolini, è l’anno I dell’Era Fascista (I E.F.) tale sigla dovrebbe appari-

re su tutti i documenti ufficiali e anche sulla semplice corrispondenza.

Il presente articolo andrà come di consueto sul notiziario filatelico che state leggendo,

quindi permettetemi questa osservazione: i francobolli emessi durante tutto il ventennio

fascista, sono dei piccoli capolavori artistici, tralasciamo l’enfasi e la retorica politica,

valutiamone solamente l’impatto estetico, riconoscendo loro, il pregio artistico di qualità

e l’alto grado di preparazione degli incisori dell’epoca.

L’anno 1923, sarà ricco di avvenimenti e di contenuti di vario genere, anche se leggendo

le cronache del tempo, talvolta pare di essere nel nostro corrente anno 2013, il che con-

fermerebbe l’attualità della citazione «Nihil sub sole novum» (“Nulla di nuovo sotto il

sole” Ecclesiaste cap. I vol.10). Vediamo quindi di sintetizzare le vicende principali che

accaddero nell’anno in questione; cominciamo dal primo mese.

Gennaio.

A Milano, il 1° gennaio, allo stadio di Viale Lombardia, incontro di calcio Italia-

Germania. L’incontro finisce con la vittoria dell’Italia per 3 a 1.

A Roma, a Palazzo Venezia, è aperta una mostra degli oggetti storici e artistici a suo tempo

giacenti in Austria e di proprietà italiana. Dopo la conclusione vittoriosa per l’Italia della

guerra contro l’Impero Austro-Ungarico, in base alle clausole convenute nel Trattato di

Saint-Germain, l’Austria è impegnata alla restituzione delle opere d’arte e cimeli storici

appartenenti al Regno d’Italia. Vi sono opere del Tintoretto, di Donatello, del Carpaccio,

bronzi, scultore e addirittura il manto regale di Napoleone I quando nel 1805 a Milano, fu

incoronato Re d’Italia.

Dal 2 al 4 gennaio, a Parigi è in atto la Conferenza interalleata; lo scopo è quello di indur-

re la Germania a rispettare il pagamento delle riparazioni derivate dai danni della recente

guerra. Mussolini, ordina al delegato italiano, Pietro Tomasi della Torretta (Pietro Paolo

Tomasi, Marchese della Torretta (Palermo, 7 aprile 1873 – Roma, 4 dicembre 1962) di

mostrarsi assolutamente inflessibile nei confronti della Germania.

Il 4 gennaio la prestigiosa Casa Editrice Antonio Vallardi, compie il secolo di vita.

Il giorno 11 a Palermo, muore l’ex Re Costantino I di Grecia. (Atene, 2 agosto 1868 –

Palermo, 11 gennaio 1923) Aveva solamente 54 anni, lascia la moglie, Sofia (nome com-

pleto Sophie Dorothea Ulrike Alice di Prussia - Potsdam, 14 giugno 1870 – Francoforte

sul Meno, 13 gennaio 1932), Principessa di Prussia e sorella dell’ex Kaiser, Guglielmo II.

Sempre a gennaio, muore a Sanremo, il duca Umberto o Uberto Visconti di Modrone

(Milano, 23 febbraio 1871 – Sanremo, 13 gennaio 1923), capofamiglia della nobile fami-

glia meneghina.

Fra l’undici e il dodici gennaio, una forza franco-belga occupa la Rhur. L’azione di forza

è mirata a far sì che la Germania provveda al pagamento delle riparazioni di guerra.

L’Italia, sostiene l’azione franco-belga. Contraria è la Gran Bretagna.

A metà di questo mese, il Gran Consiglio del Fascismo scioglie le “squadre d’azione” al

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loro posto viene creata la Milizia volontaria per la sicu-

rezza nazionale (M.V.S.N.). Era d’uso che in ogni orga-

nismo statale (Esercito, Enti, Funzioni pubbliche, ecc.)

gli appartenenti giurassero fedeltà al Re, ebbene, que-

sto nuovo corpo armato dello Stato, creato da

Mussolini non deve compiere tale gesto, ma lo deve

fare solo al capo del governo, ossia, Benito Mussolini.

Vengono istituite le nuove province di Trento, Trieste, Pola, e Zara.

A Tripoli, è posta la prima pietra della nuova Cattedrale cattolica.

In Renania (Germania) le truppe di occupazione americane fanno rientro in patria.

Continuano la presenza sul territorio renano le truppe francesi, contro le quali i tedeschi

protestano duramente, compiendo anche atti di sabotaggio. A Genova si svolge la “Sagra

degli Arditi d’Italia”.

Il Capo del Governo, intrattiene un colloquio riservato con il cardinale segretario di Stato

Vaticano, monsignor Pietro Gasparri (Capovallazza di Ussita, 5 maggio 1852 – Roma, 18

novembre 1934).

Il 23 gennaio a La Spezia, l’uccisione di uno squadrista provoca una spedizione punitiva

da parte dei fascisti locali. Il bilancio finale è alquanto tragico, si contano sei vittime fra i

civili

Re Vittorio Emanuele III, concede ai Regi corpi di truppa coloniale della Tripolitania e

della Cirenaica, l’uso della bandiera nazionale. La medesima cosa avverrà anche per l’uso

del labaro da parte del Regio corpo delle truppe coloniali della Somalia.

Viene approvata la costruzione dell’autostrada Milano-

Laghi Maggiore, di Como e di Varese.

A Milano, nella notte del 31 gennaio, un furioso incen-

dio distrugge il grandioso atrio della Stazione Centrale.

Febbraio.

Il giorno 2 febbraio, Piero Gobetti (Torino, 19 giugno 1901 – Neully-sur-Seine, 15 feb-

braio 1926).è arrestato per la prima volta dalla polizia fascista. Il giovanissimo Gobetti è

accusato di aver complottato contro la sicurezza nazionale. Benedetto Croce intercede

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presso Mussolini per la liberazione del giovane, cosa che avviene, salvo poi essere nuo-

vamente fermato.

Il giorno dopo, a Livorno, il deputato socialdemocratico Giuseppe

Amedeo Modigliani (Livorno, 28 ottobre 1872 – Roma, 5 ottobre

1947) viene aggredito e bastonato dai fascisti e costretto ad abban-

donare la natia Livorno. Inizia l’espatrio volontario dei comunisti

verso la Francia e altri paesi europei.

Il 6 febbraio, a Roma, è di servizio per la prima volta all’ingresso di

Montecitorio per la riapertura della Camera dei Deputati, un drap-

pello di militi della Milizia (M.V.S.N.)

A Monaco di Baviera, il 10 febbraio, muore a 78 anni, Wilhelm

Conrad Röntgen (Remscheid, 27 marzo 1845 – Monaco di Baviera,

10 febbraio 1923) è stato un fisico tedesco, scopritore nel 1895 dei

raggi X. Persona modestissima, non volle mai entrare nel mondo

degli affari per il suo ritrovamento, l’unico suo guadagno fu la concessione del Premio

Nobel nel 1901 che gli permise di sopravvivere e continuare gli studi e gli esperimenti.

Il Gran consiglio del fascismo ratifica che appartenere a qualsiasi Loggia massonica e con-

temporaneamente essere iscritti al Partito fascista, è assolutamente incompatibile. La riso-

luzione non trova d’accordo parecchi gerarchi fascisti che sono chiaramente dei massoni

(come Roberto Farinacci).

Verso la fine di febbraio si assiste alla fusione del Partito Nazionalista con il Partito nazio-

nale fascista.

Marzo.

In Cirenaica, a Bengasi, si riapre il Parlamento Cirenaico.

Un decreto del Consiglio dei Ministri stabilisce per legge che la giornata lavorativa dovrà

essere di otto ore giornaliere.

Viene fondato l’Ente nazionale per l’educazione fisica:

l’Italia dovrà essere all’avanguardia anche sotto l’a-

spetto fisico, è impensabile che gli eredi di Roma

imperiale e dominatrice, siano impreparati come

mente e come muscoli e il Duce negli anni a venire

darà dimostrazioni pubbliche della sua fisicità che tale

dovrà essere anche per tutti gli Italiani.

Il 16 marzo, muore la Regina Milena di Montenegro (nata Milena

Petrova Vukotić - Cettigne, 4 maggio 1847 – Antibes, 16 marzo

1923) fu la prima regina del Montenegro. moglie del defunto Re

Nicola I.

Il 18 marzo si festeggia il cin-

quantenario di fondazione per

opera di Emilio Treves, de

“Illustrazione Italiana”.

Nello stesso giorno a Milano, si festeggia il 75° delle

Cinque Giornate di Milano, del 1848.

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La Voce del Cifr settembre 2013 35

Sempre nella capitale lombarda fervono i lavori per l’a-

pertura della Fiera Campionaria di Milano.

25 marzo, Costante Giradengo (Novi Ligure, 18 marzo

1893 – Cassano Spinola, 9 febbraio 1978) vince per la

terza volta la corsa ciclistica

Milano-Sanremo.

Il 26 marzo, muore la celebre attrice Sara Bernhardt, (Parigi, 22

ottobre 1844 – Parigi, 26 marzo 1923) Il suo vero nome era

Rosine Bernhardt ed era di origine ebraica. Probabilmente non

tutti sanno che l’artista era invalida per l’amputazione di una

gamba, nonostante questa grave menomazione riportata quasi

settantenne, non le impedì di continuare a calcare le scene, dimo-

strando continuamente il suo prestigioso talento di attrice dram-

matica. Sara Bernhardt collaborò lungamente con Gabriele

d’Annunzio.

Aprile.

Una delle figlie del Re Vittorio Emanuele III, la Principessa Jolanda (Iolanda Margherita

Milena Elisabetta Romana Maria di Savoia (Roma, 1º giugno 1901 – Roma, 16 ottobre

1986), sposa il conte Carlo Calvi di Bergolo (Atene, 15 marzo 1887 – Roma, 25 febbraio

1977). Il 12 aprile è inaugurata la Fiera Campionaria di Milano.

15 aprile. A Milano si apre il XX Congresso del Partito socialista Italiano: si conferma la

maggioranza massimalista e viene respinta la proposta la proposta di fusione tra PSI e

PCd’I, pur confermando l’adesione all’Internazionale comunista

A Torino, apertura del IV Congresso del Partito popolare, fondato da don Luigi Sturzo,

(Caltagirone, 26 novembre 1871 – Roma, 8 agosto 1959). Il sacerdote non condivide l’i-

dea di appoggio alla linea fascista, anzi ne è decisamente contrario sostenendo la tesi del-

l’incompatibilità fra la concezione “popolare” dello stato ed il fascismo totalitario. I mini-

stri “popolari” presenti nel governo, annunciano la loro fuoriuscita, nasce così una scis-

sione nel Ppi: c’è chi è favorevole a continuare la collaborazione con il governo fascista

dando vita al Partito nazionale popolare. In ogni parte d’Italia, viene celebrato il 21 apri-

le, il natale di Roma. Tale ricorrenza sostituisce la festività abolita, del 1° maggio. Il 26

aprile a Milano, prima al Teatro alla Scala, dell’opera “Belgafor” di Ottorino Respighi

(Bologna, 9 luglio 1879 – Roma, 18 aprile 1936)

Maggio.

I sovrani d’Inghilterra, Re Giorgio V (nome completo George

Frederick Ernest Albert Londra, 4 giugno 1865 – Sandringham, 20 gen-

naio 1936), e la consorte Regina Maria (Mary di Teck (Victoria Mary

Augusta Louisa Olga Pauline Claudine Agnes; Londra,

26 maggio 1867 – Londra, 24 marzo 1953) sono a Roma

in visita ufficiale.

Il 19 maggio, Benito Mussolini incontra e Alcide De Gasperi (Pieve

Tesino, 3 aprile 1881 – Borgo Valsugana, 19 agosto 1954), capogruppo dei

parlamentari del Partito Popolare.

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Il 24 maggio, viene consacrato l’Ossario di Sant’Elia a Redipuglia, che accoglie le spoglie

dei soldati italiani caduti durante la Grande Guerra 1915-1918. Presenti alla cerimonia il

duca d’Aosta e il Presidente del Consiglio, Benito

Mussolini.

Il 25 maggio viene solennemente ricordato il 50°

della morte di Alessandro Manzoni.

Il 27 maggio a

Salsomaggiore, sono ufficialmente inaugurate le

“Terme Berzieri”, dal nome del dottor Lorenzo

Berzieri , scopritore dell’efficacia terapeutica di quelle

acque.

Giugno.

Giuseppe Bottai (Roma, 3 settembre 1895 – Roma, 9 gennaio 1959) fonda la rivista quin-

dicinale «Critica fascista». Forti contrasti all’interno del Ppi per la riforma elettorale. Il

leader don Sturzo non è assolutamente d’accordo per abbandonare il sistema elettorale

proporzionale, mentre altri autorevoli esponenti del Partito, fra cui Alcide De Gasperi e le

gerarchie ecclesiastiche, sono inclini ad accettare la riforma che ha come base il sistema

maggioritario e relativo premio di maggioranza. Tale riforma è stata elaborata dal sottose-

gretario alla presidenza del consiglio Giacomo Acerbo.

Luglio.

Ai primi del mese di luglio, è istituito il Ministero dell’Economia nazionale. Il nuovo orga-

no statale è la fusione dei Ministeri del lavoro, dell’industria e commercio e dell’agricol-

tura. Il ministro in carica è Mario Orso Corbino (Augusta, 30 aprile 1876 – Roma, 23 gen-

naio 1937)

Don Sturzo, caparbiamente contrario, alla riforma elettorale, si dimette. Il R.D. n. 3288

introduce restrizione e censure alla libertà di stampa. La Camera approva la legge Acerbo

per la riforma del sistema elettorale, ora dovrà passare in Senato..

Il 22 luglio, il Genoa, battendo a Roma, la Lazio per 2 a 0, conquista il titolo di campio-

ne d’Italia. Il francese Henri Pelissier (Parigi, 22 gennaio 1889 – Dampierre, 1 maggio

1935) vince il Tour de France.

Incontro del Capo del Governo, Mussolini con i dirigenti della

Confederazione Generale del Lavoro; viene studiata una riforma sin-

dacale per l’avvio di un patto unitario con le corporazioni fasciste.

La Conferenza di Losanna, riconferma all’Italia il possesso del

Dodecanneso.

Agosto.

A Milano viene pubblicato il settimanale comunista “Lo stato ope-

raio”. La direzione è affidata a Palmiro Togliatti (Genova, 26 marzo

1893 – Jalta, 21 agosto 1964).

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La Voce del Cifr settembre 2013 37

Viene abolita la tassa di successione.

23 agosto, ad Argenta (Ferrara) il religioso don

Giovanni Minzoni (Ravenna, 1º luglio 1885 – Argenta,

23 agosto 1923) . Il suo antifascismo aperto e sincero

lo resero inviso al regime. Elementi fascisti del ferra-

rese lo uccisero proditoriamente la notte del 23 agosto.

Don Minzoni, durante la Grande Guerra, fu cappellano

militare fra i soldati che combattevano sul Piave, il suo

coraggio e il suo altruismo gli fecero meritare la

Medaglia d’Argento al Valor Militare.

Truppe italiane occupano l’isola di Corfù. Tale provvedimento scatu-

risce dall’efferato assassinio in cui furono trucidati quattro militari

italiani della delegazione militare italiana, guidata dal generale

Enrico Tellini. (Castelnuovo di Garfagnana, 25 agosto 1871 –

Giannina, 27 agosto 1923) La delegazione italiana lavorava per conto

della Società delle Nazioni (SdN);. il suo compito era la sorveglian-

za del confine conteso fra Grecia ed Albania.

Mussolini, inviò al governo greco un formale ultimatum in cui si pre-

tendevano, giustamente delle scuse ufficiali per il tragico episodio, e la costituzione di una

commissione d’inchiesta per individuare i colpevoli, e infine un risarcimento economico

di cinquanta milioni di lire. La parziale accoglienza da parte del governo greco delle

richieste del Duce, non risultò gradita al governo italiano, perciò. Mussolini fece schiera-

re una squadra di navi da battaglia nel Mare Ionio e dopo il bombardamento navale del 29

agosto, fece occupare l’isola di Corfù da truppe italiane.

Settembre.

La Grecia si rivolge alla S.d.N. (Società delle Nazioni). Londra appoggiò i greci, mentre

Parigi fu dalla parte italiana chiedendo la formazione di un arbitrato internazionale affi-

dato alla Conferenza degli Ambasciatori. Quest’ultima diede ragione all’Italia. Atene fu

quindi obbligata la pagamento della somma richiesta dal governo italiano, inoltre fu obbli-

gata a rendere gli onori alla bandiera italiana che la Squadra navale ricevette in un porto

del Pireo, quindi la Squadra rientro a Taranto il giorno 30 settembre. Tre giorni prima le

truppe italiane avevano evacuato l’isola di Corfù.

Viene varata la riforma della scuola su progetto del Ministro

della Pubblica Istruzione, Giovanni Gentile (Castelvetrano, 30

maggio 1875 – Firenze, 15 aprile 1944) .

Il 21 settembre vengono arrestati: Alfonso Leonetti (Andria, 13

settembre 1895 – Roma, 26 dicembre 1984); Mario

Montagnana; Angelo Tasca (Moretta, 19 novembre 1892 –

Parigi, 3 marzo 1960); Palmiro Togliatti e Giuseppe Vota; tutti

dirigenti del Partito Comunista d’Italia (PCd’I). dopo tre mesi

di carcerazione saranno prosciolti dall’accusa di attentato alla

sicurezza dello Stato e perciò verranno scarcerati.

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La Voce del Cifr settembre 2013 38

Ottobre.

Il giorno 18 si apre il processo contro Amedeo Bordiga; il gior-

no 26 sarà assolto.

Il 25 ottobre, Mussolini, è a Torino in visita ufficiale agli sta-

bilimenti Fiat del Lingotto.

E’ la settimana in cui un anno prima si

svolse la “Marcia su Roma” del 28 otto-

bre e l’avvento del regime fascista,

Mussolini presenzia alle celebrazioni

ufficiali nelle principali città settentrio-

nali e poi del centro Italia. Il 28 è a

Milano, da dove partì la “Marcia”, il giorno dopo a Bologna, poi a

Perugia, infine il 31 a Roma, dove vi sarà una grandiosa manife-

stazione che ricorderà solennemente l’avvenimento. Per l’occasio-

ne il Re firma un decreto di amnistia per i reati politici ed economici.

Novembre.

Le Associazioni combattentistiche e il Partito fascista concordano un patto di unità d’a-

zione.

Il 12 novembre, è riconosciuta ufficialmente la Federazione italiana dei sindacati agrico-

li.

La legge “Acerbo” per la riforma del sistema elettorale, è approvata in Senato.

A Roma, la casa in cui abita Francesco Saverio Nitti (Melfi, 19 luglio 1868 – Roma, 20

febbraio 1953) subisce un attacco vandalico da parte di gruppi fascisti. Nitti e la famiglia

si recano in esilio all’estero, prima a Zurigo poi a Parigi, durante la Seconda Guerra

Mondiale fu tratto in arresto dalla gestapo è internato in un Lager nazista; rientrò in Italia

dopo la fine della guerra, quando fu liberato dai francesi.

Viene istituito il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).

Dicembre.

Siamo così arrivati all’ultimo mese dell’anno.

L’esecutivo del Pcd’I., in disaccordo con Nicola Bombacci (Civitella di Romagna, 24 otto-

bre 1879 – Dongo, 28 aprile 1945), lo invita a dimettersi dal partito perché in suo discor-

so, alla Camera, ha sostenuto che la rivoluzione sovietica e quella fascista hanno parec-

chie affinità.

Le cronache di questo mese riportano violenze, devastazioni e proibizioni per pubblica-

zioni antifasciste; chi ne fa le spese è la tipografia Zerboni, che stampa volumi e materia-

le di propaganda socialista; quindi, vengono bloccate parecchie opere legate a partiti e al

sindacalismo di sinistra: fra quelle sospese si trovano: Pagine rosse, L’Avanguardia,

Compagna!, Guerra di classe e L’internazionale

Il 26 dicembre il deputato liberale Giovanni Amendola (Napoli, 15 aprile 1882 – Cannes,

7 aprile 1926) direttore della rivista «Il Mondo» è aggredito e malmenato da una masna-

da di fascisti. Le violenze subite saranno la causa di una lunga agonia culminate con la

morte.

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Il 25 aprile di un MartinittPierluigi Bertario

Per arrivare a quel 25 aprile, prima bisognerebbe fare un passo o fors’anche un salto di

qualche anno indietro nel tempo. Era la fine di agosto 1943, con mia madre prendiamo il

tram che collegava Crescenzago, paese alla periferia di Milano, con piazzale Loreto. Tutto

contento di andare in tram, avevo sei anni, il perché non mi interessava più di tanto, l’im-

portante era di andare in tram. Arrivati a piazzale Loreto scendiamo e ci dirigiamo verso

Piazzale Bacone, una piazza poco distante. Strada facendo, avevo la rara occasione di

vedere le vetrine con giocattoli e tante belle cose per bambini; ad un certo punto ci fer-

miamo davanti ad un palazzo abbastanza signorile con un ingresso e ai suoi lati due

immense colonne. Entriamo e mia mamma chiede al portiere se c’era un tal dei tali, per-

sonaggio molto facoltoso al quale doveva fare vedere suo figlio, cioè io.

Quel tale c’era e si mise d’accordo che il tutto sarebbe stato pronto per l’indomani matti-

na, io ero tutto soddisfatto perché si parlava di me, Così ritorniamo a casa contenti, mia

mamma perché quel signore si era deciso per il mio ricovero in colonia, io perché avevo

fatto un giro in tram. Nel frattempo arriva l’otto settembre, noi

bambini, nel giocare a palla per strada, sentiamo, alla radio

dalle case popolari nelle vicinanze di un popoloso quartiere, il

discorso (m’hanno detto poi) del generale Badoglio che dice-

va che la guerra era finita per la impari forza del nemico, però

la guerra continuava contro quello che prima era l’alleato tede-

sco, ora diventato nuovo nemico. Viene il 14 settembre, mia

mamma in tram mi porta alla Baggina, l’ospizio milanese per

i vecchi. Appena entrati il portiere ci porta in una piccola aula

dove ci sono una ventina di altri familiari con i loro parenti, ci

fanno cambiare d’abito, ci danno due divise, una la indossia-

mo e l’altra la mettiamo nello zainetto. Salutiamo i nostri

parenti poi tutti in fila per due ci avviamo alla stazione Nord.

Forse per lo stupore, perché era la prima volta che vedevo un

treno o fors’anche per la cosa nuova di un viaggio in treno che fino ad allora non avevo

mai fatto, ero, direi, quasi contento di partire per qualche mese, per la montagna. Mia

mamma per rendermi il soggiorno più felice, nel negozio vicino alla stazione mi compra

una automobilina, mi ricordo ancora la marca di quel giocattolo, era una INGAP. Alle sei

di sera finalmente dopo un lungo viaggio, arriviamo ad Asso, praticamente al capolinea

della ferrovia, da lì con una corriera ci portano a Magrelio, la corriera poi prosegue per

altri paesi, ma noi bambini, col nostro zainetto in spalla, prendiamo una stradina che porta

fuori dal paese, verso un castagneto, dove da lì inizia un sentiero che porta a Piano Rancio.

Quel sentiero non me lo scorderò mai, uno perché avevo sei anni e avevo uno zaino in

spalla, due perché quella zona di boschi sarebbe stata poi la dispensa per l’avvenire, for-

nendoci nocciole, noci, mirtilli, fragole e castagne. Imparai anche a mangiare i semi della

rosa selvatica che chiamavamo gratta cù e i semi di faggio in autunno, prima che arriva-

va la neve e il gelo. Arriviamo finalmente alla Colonia Montana dei Martinitt, una costru-

zione mastodontica,come quel regime sapeva fare, con il campo per giocare al calcio e col

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La Voce del Cifr settembre 2013 40

proprio orto per le verdure,

comunque una costruzione fatta

con tutti i crismi della grandezza.

Probabilmente chi l’ha studiata e

pensata quella costruzione, non

l’ha pensata per l’inverno, ahimè

purtroppo nelle stagioni dell’an-

no esiste anche questa stagione,

quella fredda e quindi il riscalda-

mento a stufa. Così per rifornire

di legna la bocca di quelle stufe,

ogni compagnia doveva pensare

al proprio sostentamento. Tra una

passeggiata e l’altra alla fine dovevamo, ogni compagnia, portare a casa il più legna pos-

sibile, perché, così facendo, chi più legna aveva accatastato più si poteva riscaldare duran-

te l’inverno. Purtroppo quegli anni sono stati molto freddi. Gli anni passano, finalmente

un bel giorno vediamo che una pattuglia di soldati tedeschi entra nella nostra colonia, pro-

babilmente pei cercare qualche partigiano; il loro girovagare per l’ambiente ha dato esito

negativo. Siamo finalmente nell’anno 1945, finalmente perché abbiamo imparato che per

quegli anni il primo piatto era la polenta, polenta e latte al mattino, polenta e spezzatino,

quando c’era, a mezzogiorno e polenta con un pezzo di formaggio oppure una tavoletta di

cioccolato alla sera. Un mattino, mentre eravamo nei prati della Colonia a giocare, non

vediamo più passare le solite autoblindo dei tedeschi ma file di camion e camionette ame-

ricane, guidate non più da soldati bianchi ma anche da uomini con la pelle nera. Alla fine

del loro girovagare in lungo e in largo per quel vasto pianoro che è Piano Rancio, entra-

no, anche loro, nel campo di calcio della nostra Colonia, parcheggiando le JEEP, come le

chiamavamo noi, e qualche camion. Ci hanno radunati tutti dove facevamo l’alzabandie-

ra tutti i giorni e distribuirono a tutti noi caramelle e una striscia dolce di gomma che aveva

un sapore particolare, ci hanno detto poi che non si doveva in ingurgitare perché era una

gomma dolce che quando il sapore finiva la dovevamo buttare. Finalmente non doveva-

mo più fare l’alzabandiera e, prima di tutto, non gridare più A Noi e Viva il DUCE. In quei

momenti non avevamo ancora la radio per sapere che la guerra era finalmente finita Viene

così il 25 Aprile, ci radunano tutti al mattino, facendoci imparare l’Inno di Mameli e la

canzone del partigiano. Al pomeriggio tutti in colonna con bandiere d’Italia ancora con lo

scudo Sabaudo, perché bandiere senza scudo verranno poi con il 2 giugno del 1946, con

l’avvento della Repubblica Italiana. Striscioni improvvisati fatti con le lenzuola e scritte

con l’inchiostro erano all’ordine del giorno, tutti in fila abbiamo fatto tutta la strada che

collega Piano Rancio con Magrelio a piedi, è durato più di un’ora, nella piazza principale

hanno acceso un grande falò e buttato sopra una catasta tra fucili, mitra e quant’altro e

tanta legna da fare un falò che durasse ore, per bruciare così tutte le malefatte e le poche

bene fatte del passato regime. Nel frattempo un personaggio teneva un discorso, io pur-

troppo di quel discorso non ne ho serbato nemmeno una virgola, però penso sia stato

improntato al nuovo risorgimento della futura Italia. Quel 25 Aprile 1945 ha lasciato in me

quel dolciastro in bocca che capii più tardi, diventato adulto, che tra il dire e il fare c’è pur-

troppo di mezzo il mare.

Colonia Martinitt

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La Voce del Cifr settembre 2013 41

Controrivoluzione e controrivoluzionari in Russia

dopo il 1917

Angelo Di Stefano

A seguito della presa del potere da parte dei Bolscevichi si aprì in Russia una lunga e san-

guinosa guerra civile che durò dal 1918 e terminò definitivamente solo nel 1923. Appena

dopo che gli Alleati ebbero sconfitti gli Imperi Centrali intervennero tutti nella guerra civi-

le. L’Italia intervenne con la Legione Redenta, formata da ex prigionieri di guerra austro-

ungarici di nazionalità italiana, e con un corpo di Alpini, in tutto 2.500 uomini che si sta-

bilirono inizialmente nella concessione di Tientsin in Cina e a Murmansk sul golfo di

Kola. Le ostilità, all’inizio sporadiche, iniziarono tra l’Armata Rossa e gruppi russi dissi-

denti, riuniti nella regione del Don nell’Armata dei Volontari e in Siberia in ciò che resta-

va delle forze imperiali e nella Legione Cecoslovacca, formata da ex prigionieri e diser-

tori dell’esercito austro-ungarico. Le forze bianche erano riunite in due amministrazioni

anti bolsceviche, il Komuè a Samara e il Governo Nazionalista Siberiano con base a

Omsk. La seconda fase del conflitto vede dei successi iniziali da parte delle forze contro-

rivoluzionarie che avanzarono da sud, da nord e dalla Siberia.

In Siberia vennero formati governi nazionalisti o di ispirazione socialista già a partire dal

settembre 1918, accomunati dall’opposizione alla rivoluzione bolscevica. I principali

furono quelli formati dai Bashkiri, dai Kirghizi, dai Turco-tatari e dal cosiddetto Governo

Regionale Siberiano di Omsk. Tutti caddero sotto l’influenza del Governo Regionale

Siberiano guidato dall’ufficiale bianco Contrammiraglio Aleksander Vassilievic Kolciak,

che con un colpo di stato nel novembre del 1918 si proclamò Ammiraglio e reggente

Supremo di Russia. Nella Russia europea intanto le forze bianche iniziarono a subire le

prime sconfitte e vennero definitivamente sopraffatte in Crimea. Quello che rimaneva

degli eserciti controrivoluzionari in Europa venne evacuato dalle navi alleate a

Costantinopoli. In Siberia invece le Armate Bianche opposero una resistenza più consi-

stente, completamente domata solo nel 1923. L’Atamano Grigorij Michailoviè Semënov e

il Barone Roman von Ungern-Sternberg, due ex ufficiali zaristi, formarono lo Stato

Cosacco di Transbaicalia con capitale Cita, mentre gli ucraini residenti in Estremo Oriente

formarono nelle zone di occupazione giapponese del Distretto di Ajano-Majskij la repub-

blica Ucraina dell’Estremo Oriente (la cosiddetta Ucraina Verde, che faceva, almeno negli

intenti, parte integrante dell’Ucraina europea). I bolscevichi frapposero fra la Russia

Sovietica europea e i territori orientali controllati dai giapponesi o dai Bianchi la

Repubblica dell’Estremo Oriente. Formalmente indipendente, la repubblica era di fatto

controllata dai Bolscevichi. A partire dal gennaio 1922 iniziò una progressiva ritirata dei

Bianchi e dei giapponesi verso oriente, finchè questi non lasciarono Vladivostok il 25 otto-

bre dello stesso anno. Le ultime sacche di resistenza bianca in Siberia vennero definitiva-

mente eliminate nel corso del 1923.

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La Voce del Cifr settembre 2013 42

1919: francobolli in uso nella Russia meridionale, controllata dall’armata del Sud(Generale Denikin) Il generale Anton Ivanoviè Denikin partecipò alla guerra russo-giap-ponese del 1905 e alla prima guerra mondiale. Agli inizi del 1918 organizzò un esercitodi volontari alla testa del quale sbaragliò i Bolscevichi nella Russia meridionale.Nominato vice da Kolèak, continuò l’avanzata verso Mosca ma nel 1919 venne fermatodall’Armata Rossa. Evacuato dagli Inglesi a Costantinopoli, vesse in Europa e dal 1945negli USA dove si dedicò alla stesura delle sue memorie (Il cammino di un ufficiale russo).

1922: francobollo dello Stato Cosacco di Transbaicalia(Ammiraglio Kolèak). Aleksander Vassilievic Kolciak (1874-1920) era figlio di un ufficiale russo di origini bosniachemusulmane. Oceanografo ed esploratore polare, prese partealla guerra russo-giapponese del 1905 e alla prima guerramondiale. Già capo del Governo Regionale Siberiano nelnovembre 1918, con l’arresto dei rappresentanti socialistidel Direttorio, si autoproclamò Ammiraglio e ReggenteSupremo di Russia. Dopo alcuni successi iniziali, perse l’ap-poggio della Legione Cecoslovacca e degli Americani, checonsideravano eccessivamente autocratico il suo governo.Dopo la controffensiva sovietica del 1919 venne abbando-

nato anche dagli Inglesi. In seguito alla caduta di Omsk si ritirò a est verso Irkutsk.Catturato dai Boscevichi, venne fucilato al termine di un processo sommario il 7 febbraio1920.

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La Voce del Cifr settembre 2013 43

1919: Francobolli in uso nella Russia nordoccidentale, controllata dall’Armata del NordOvest (Generale Judeniè)

Il Gen. Nikolaj Nikolaievic Judenic (1862-1933) aveva partecipato alla guerra russo -

giapponese del 1905 e alla prima guerra mondiale, dopo la Rivoluzione di Ottobre non

riconobbe l’autorità del Governo Provvisorio e venne rimosso. Nel 1919 fuggì in

Finlandia, dove venne nominato comandante dell’esercito bianco nella Russia nordocci-

dentale. Lo stesso anno attaccò Pietrogrado, ma dovette ritirarsi. Andò in esilio in Francia,

dove morì di tubercolosi.

Durante la seconda guerra mondiale

la Germania vi costruì un'importante

base per i sottomarini destinata ad

ospitare le 109 unità della foltta di

U-boat. Per la strenua difesa di

questa roccaforte la città fu di fatto

l'ultima città francese ad essere

liberata dagli Alleati

l’8 maggio 1945.

30° della liberazione di La Rochelle

mgf

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La Voce del Cifr giugno 2013 44

Il CIFR in azione

2 giugno 2013- Festa della Repubblica a Spotorno.

Il Circolo Filatelico di Spotorno, in collaborazione con la locale sezione

dell'Associazione Nazionale Alpini, ha organizzato per il 2 giugno, festa della Repubblica,

una mostra fotografica e filatelica, che si è svolta nelle Sale del Palace. L'inaugurazione è

avvenuta , il 2 Giugno, alla presenza di autorità civili e militari. Il materiale esposto sia

fotografico che filatelico era di notevole interesse ed ha riscosso un notevole consenso tra

i numerosi visitatori. Il CIFR ha dato un notevole contributo, alla riuscita della manife-

stazione, in quanto larga parte del materiale espositivo apparteneva a nostri soci.

Ecco, in breve, gli espositori:

Caverni Giorgio con Gli Alpini- SpotornoBertario Pier Luigi con I rifugi alpini nella lotta di Liberazione - CIFR

Pirani Luigi con Bella Ciao -CIFR

Rossi Umberto con Le Penne nere in pace ed in guerra - CIFR

La mostra si è chiusa il 9 Giugno, registrando un notevole afflusso di visitatori.

Per l'occasione è stata realizzata una cartolina ricordo.

Il Circolo Filatelico Morbegnese, nostro affiliato, e l’Associazione “è Valtellina”, hanno

allestito dal 25 al 26 maggio presso il Chiostro di S. Antonio a Morbegno, un interessan-

te mostra dedicata al collezionismo in generale; dalle monete e francobolli alle carte da

gioco, ai fumetti, al Corrierino dei Piccoli anni

’40, biciclette,i celebri modelli della Vespa,

radio d'epoca, forbici e chiavi antiche, grappe

italiane, strumenti musicali, barbie da colle-

zione, materiale filatelico, e un infinità di altri

oggetti. Ogni collezione era corredata da testi

informativi, in alcuni casi tecnici e specifici, in

altri nozioni storiche e/o sociali. Il successo è

stato totale ed entusiasmante, a riprova che le

manifestazioni così impostate recano popola-

rità e affermazione al mondo collezionistico.

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La Voce del Cifr settembre 2013 45

Biblioteca del C.I.F.R.

Informiamo i nostri Soci che sono ancora disponibili due volumi facenti parte della colla-

na “I quaderni del C.I.F.R.”

Nel primo volume “1943 – 1945 quando il francobollo diventa protagonista della storia”

vengono presentate ed analizzate sotto il profilo storico tutte le emissioni del periodo bel-

lico e post-bellico che evidenziano come i francobolli siano stati testimonianza dei cam-

biamenti politici, sociali ed economici di quel travagliato periodo.

Il secondo volume “Francobolli di spionaggio e propaganda” (corredato di CD) è un

approfondito studio sui “falsi di guerra” e sulle emissioni di propaganda delle nazioni

europee durante i due conflitti mondiali.

Entrambi i volumi possono essere richiesti al nostro Consocio Ferrari Vincenzo

[email protected] tel.0295039634

La Redazione

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La Voce del Cifr settembre 2013 46

Marcofiliaa cura di Gian Franco Mazzucco

Il numero si riferisce ai comunicati marcofili di Poste Italiane

21/2012 - Mantova - Un giorno per non dimenticare. E’ il senso del «Giorno della

Memoria», che è stato istituito dal Parlamento Italiano nel 2000.

36/2012 - Palazzolo sull’Oglio - Giorno della memoria a ricordo dei deportati militari

epolitici italiani nei campi nazisti.

51/2012 - Fertilia - Giorno del ricordo per non dimenticare.

78/2012 - Borgo Faiti - Mostra storico culturale: La battaglia di El Alamein. Monumento

a Guglielmo Marconi

92/2012 - Pesaro - Il 28º Reggimento "Pavia" è un'unità dell'esercito italiano di stanza

nelle Caserme "Del Monte" e "Cialdini" a Pesaro e dipendente dal Comando di Artiglieria

Terrestre di Bracciano. Il 1º marzo 1860 si costituisce, da reparti di unità militari preesi-

stenti, il 28º Reggimento fanteria della Brigata "Pavia", che forma con il 27º Reggimento

fanteria la nuova Brigata da cui prende il nome. Il suo primo impiegò non fu però contro

un nemico esterno ma interno del nuovo stato unitario: nel 1862 invia il suo 4º battaglio-

ne in Campania e in Puglia per la repressione del brigantaggio. Partecipa insieme al suo

gemello 27º alla terza guerra d'indipendenza e alla Campagna del Trentino

116/2012 - Empoli - Bettino Ricasoli, soprannominato il Barone di ferro (Ricàsoli;

Firenze, 9 marzo 1809 – Castello di Brolio, 23 ottobre 1880), è stato un politico italiano,

sindaco di Firenze e secondo presidente del Consiglio del Regno d'Italia dopo Cavour. Il

27 aprile 1859 fu nominato ministro dell'Interno del Governo Provvisorio Toscano ed

assunse, dopo l'armistizio di Villafranca, il potere centrale. Ricasoli fu poi protagonista

dell'annessione della Toscana al nuovo Regno d'Italia, nato il 17 marzo 1861. Sempre nel

1859 Ricasoli ebbe un ruolo determinante nella fondazione del nuovo giornale La Nazione

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La Voce del Cifr settembre 2013 47

che appunto poneva la tematica nazionale al centro del proprio interesse. Eletto deputato

nel 1861, successe, il 12 giugno dello stesso anno, a Cavour nella carica di Primo

Ministro.

116/2012 - Borgo Faiti - 70° Anniversario battaglia di El Alamein omaggio ai caduti de

“La Folgore”

134/2012 - Miceti Giulio; n. il 14/5/1893 a Lugo (RA). Nel 1943 residente ad Imola.

Iscritto al PSI. Iniziò la militanza socialista fin dalla prima giovinezza. Nelle elezioni

amministrative del 26/9/20 venne eletto sia consigliere comunale di Imola, sia consiglie-

re dell'amministrazione provinciale di Bologna. Fu designato sindaco di Imola l'1/10/20.

Non partecipò mai alle sedute del consiglio provinciale a causa dello scatenersi dello squa-

drismo fascista e decadde dal mandato a seguito dello scioglimento del consiglio stesso,

decretato dal prefetto di Bologna il 21/4/21. Con la promulgazione delle leggi ecceziona-

li, nel novembre 1926 (dopo aver subito diversi arresti - uno dei quali il 10/12/23 - basto-

nature, angherie d'ogni sorta) venne nuovamente carcerato e il 4/12/26 assegnato al con-

fino per 3 anni e inviato nell'isola di Ustica (PA). Militò nella brg Matteotti Città con fun-

zione di comandante di formazione e poi capo del SIM. Riconosciuto partigiano con il

grado di sottotenente dall'1/10/43 alla Liberazione.

159/2012 - Ragogna - La nave Galilea lasciò il porto la sera del 27 marzo, 1942 in con-

voglio con le navi Crispi e Viminale. Nelle vicinanze di Patrasso, al convoglio si aggiun-

sero i piroscafi Piemonte, Ardenza e Italia. Il convoglio lasciò Patrasso alle 13:00 del 28

marzo scortato dalla Nave Ausiliaria Città di Napoli, al comando del Capitano di Fregata

Ciani, il cacciatorpediniere Sebenico e le torpediniere San Martino, Castelfidardo, Mosto

e Bassini. La Regia Aeronautica si occupò della ricognizione aerea difendendo il convo-

glio con dei caccia fino all’imbrunire. L’attacco fu veloce. Alle 23:45 la Galilea fu colpi-

ta da un siluro sulla sinistra che causò uno squarcio di circa 6 metri per 6, subito sotto il

ponte di comando, nel secondo compartimento. La nave cominciò immediatamente a

sbandare raggiungendo un inclinazione di circa 15 gradi. Il comandante immediatamente

cercò di portare la nave verso le isole di Passo e Antipaxo che erano alla distanza di circa

9 miglia. A causa delle intemperie e delle avarie questa manovra fallì. Come molte navi

adibite al trasporto truppe, la Galilea non aveva abbastanza lance e giubbotti di salvatag-

gio per tutti i passeggeri. Le condizioni meteorologiche avverse peggiorarono la situazio-

ne. Dei 1.275 uomini imbarcati sulla Galilea solo 284 furono salvati. Il battaglione

Gemona fu decimato con la perdita di 21 ufficiali, 18 sottufficiali e 612 alpini. Con gli

alpini perirono anche alcuni carabinieri e dei prigionieri di guerra greci. Il resto del con-

voglio raggiunse Bari il 29 marzo.

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La Voce del Cifr settembre 2013 48

CHI SIAMO

Il Centro Italiano Filatelia Resistenza e Storia Contemporanea è stato fondato nel

1976.

Vi aderiscono i collezionisti di francobolli, interi postali, affrancature meccaniche,

annulli postali, cartoline maximum e memorabilia riguardanti la storia dal XX

secolo ad oggi, in tutte le sue specialità: dalle guerre mondiali alle missioni di pace

contemporanee ed agli interventi umanitari.

Per l’anno in corso l’adesione costa 39 euro (socio ordinario), 45 euro (socio soste-

nitore) oppure con un versamento minimo di 50 euro si diventa socio benemerito.

Si ha diritto a ricevere il trimestrale “LA VOCE DEL CIFR” di 48 pagine con arti-

coli dei soci, oppure tratti da pubblicazioni straniere, ed a partecipare alle Mostre

sociali.

Per maggiori informazioni contattate la Segreteria / Relazioni esterne i cui recapi-

ti sono indicati nella pagina a fianco, oppure consultate il sito www.cifr.it o scri-

vete all’indirizzo di posta elettronica [email protected] .

I versamenti vanno effettuati sul conto corrente postale 17609207 intestato a

“CIFR-Via Gerolamo Ratto, 43/17-16157 GENOVA” oppure a mezzo bonifico

Banco Posta IBAN IT05H0760101600000017609207 ricordandosi, in questo

caso, di segnalare l’operazione di pagamento.

COMUNICATO della SEGRETERIA

Il nostro consociato Circolo Filatelico di Falconara propone ai soci Cifr, interessati alle

emissioni filateliche di tutto il mondo la possibilità di ottenerle come da lettera allegata,

chi fosse interessato può contattare i recapiti sotto elencati, facenti capo al Presidente Sig.

Luigi Santini:

CIRCOLO FILATELICO FALCONARA Associazione culturale

Via Calabria 3 – 60015 Falconara AN - Tel 0719172488 – fax 071911972

filatelico [email protected]

Le due forme per richiedere le novità sono le seguenti:

- chiedere preventivamente di essere abbonati ad un certo tema o ad un certo paese per

avere la certezza di ottenere tutte le serie in uscita

- scegliere di volta in volta le nuove serie presenti sulle liste di distribuzione, ma con riser-

va nel caso fossero esaurite. Spesso sono previsti riordini, ma questi per ovvie ragioni, non

danno la certezza del riapprovvigionamento.

- le liste sono di tre generi:

1) generale, in cui appaiono le novità mondiali per temi e paesi

2) di fauna, in cui appaiono tutte le novità di fauna di tutto il mondo

3) di tema polare, in cui appaiono le novità di questo specifico settore.

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Page 51: Resistenza e filatelia

C.I.F.R.

CENTRO ITALIANO FILATELIA RESISTENZA

E STORIA CONTEMPORANEASede: c/o Ignazio Lavagna Via Gerolamo Ratto, 43/17 - 16157 Genova GE

Presidente Onorario

Egidio Errani – Via Grattacoppa, 293 – 48020 Savarna RA

Presidente

Ignazio Lavagna – Via Gerolamo Ratto, 43/17 - 16157 Genova GE

tel. 0106982013 - 3493286055 - [email protected]

Vice Presidente

Roberto Marastoni - Via A. Pozzi, 25 - 42042 Fabbrico RE

tel. 05221716066 – 3474186600 - [email protected]

Segreteria/Relazioni Esterne/Eventi Manifestazioni

Giovanni Cuomo – Via Brodolini, 3 – 20834 Nova Milanese MB

tel. 036242980 - 3472968081 - [email protected]

Vincenzo Ferrari - Via Ungaretti, 4 - 20060 Bussero MI

tel. 0295039634 – 3388652030 - [email protected]

Consiglieri

Stefano Domenighini – Via Montello, 54/A - 26013 Crema CR

tel. 037380388 - [email protected]

Italo Greppi - Via Ponte, 19/G - 25134 Brescia BS

tel. 0302304270 - [email protected]

Maria Marchetti – Via Gazzolo, 62 - 25082 Botticino BS

tel. 0302692326 - [email protected]

Massimo Santonastaso – Via Celante, 110 - 31029 Vittorio Veneto TV

tel/fax. 0438550032 – -3391853829 - [email protected]

Servizio Scambio fra Soci

Mauro Mirolli – Via Garibaldi, 1 – 15044 Quargnento AL

tel. 0131219534 – 3803588193 - [email protected]

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A proposito di guerra psicologica ... i volantini di invito alla resa.

(articolo a pagina 6)

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