Relazione tecnica generale Progetto definitivo Impianto di produzione di biometano alimentato dal biogas ottenuto dalla digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti solidi urbani a valle della raccolta differenziata (FOU) e di produzione di fertilizzanti prodotti dal compostaggio dei rifiuti organici Foligno – loc.Casone ELABORATO CONTROLLATO APPROVATO FG/BM/RT/046a 02/03/2016 Via Ivrea, 70 (To) Italia T +39 011.9579211 F +39 011.9579241 [email protected]Mariagioa Ferraro Flora Erriquens Asja Ambiente Italia S.p.A. Vincenzo Pace
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Relazione tecnica generale...fertilizzanti prodotti dal compostaggio dei rifiuti organici Foligno – loc.Casone ELABORATO CONTROLLATO APPROVATO FG/BM /RT/ 046 a 02/03/2016 Via Ivrea,
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Relazione tecnica generale Progetto definitivo
Impianto di produzione di biometano alimentato dal biogas ottenuto dalla digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti solidi urbani a valle della raccolta differenziata (FOU) e di produzione di fertilizzanti prodotti dal compostaggio dei rifiuti organici Foligno – loc.Casone
(2), Avellino, Palermo (2), Trapani. Nell’ambito discariche Asja sta, inoltre, realizzando un
capping provvisorio sulla discarica di RSU del comune di Savignano Irpino (AV).
Degli impianti realizzati, 31 sono gestiti direttamente per una produzione annua di energia
elettrica nel 2014 pari a 319.000 MWh. Gli impianti gestiti hanno un coefficiente di utilizzazione
elevatissimo, corrispondente ad un funzionamento di oltre 8.000 ore/anno, grazie anche alla
conduzione diretta delle operazioni di manutenzione.
Asja, attraverso la sua divisione biogas biomasse, sta sviluppando progetti per la digestione
anaerobica della frazione organica dei rifiuti da raccolta differenziata con produzione di energia
elettrica e biometano.
Attraverso la sua divisione eolica, è presente nel settore della produzione di energia elettrica dal
vento; ha realizzato un impianto in Romania e 10 in Italia per complessivi 127 MW, altri 70 MW
sono in fase di sviluppo avanzato nella zona dei Balcani.
Nel settore fotovoltaico Asja ha realizzato e gestisce impianti di grossa potenza per una potenza
complessiva di circa 11 MW.
Asja opera nel settore delle biomasse agricole e oli vegetali. Nel 2011 è stato avviato un
impianto di cogenerazione alimentato ad olio vegetale in prossimità della sede di Rivoli.
Asja opera all’estero applicando i Meccanismi Flessibili, strumenti di trasferimento di tecnologie
sviluppati nell’ambito del Protocollo di Kyoto, attraverso cui le Aziende dei Paesi industrializzati
trasferiscono il proprio know how tecnologico ai Paesi in via di sviluppo (CDM) o con economia
in corso di transizione (JI).
Asja è la prima azienda italiana ad aver sviluppato e realizzato all’estero progetti biogas di
riduzione delle emissioni di gas serra nell’ambito del Protocollo di Kyoto. In particolare opera nel
campo della captazione e valorizzazione energetica del biogas prodotto dalle discariche di rifiuti
solidi urbani con programmi in sviluppo in Cina e Sud America. Nello specifico ha realizzato 3
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impianti di captazione del biogas in Brasile di potenza compelssiva 13 MW e 1 in Cina di potenza
2,5 MW.
Asja ha, infine, realizzato un impianto di captazione e combustione in torcia del biogas nella
discarica di Tripoli in Libia.
5.2 La politica aziendale per l’Ambiente, la Qualità e la Sicurezza La mission di Asja Ambiente Italia S.p.A. (di seguito Asja) è lo sviluppo ecosostenibile:
realizzare nuovi progetti nel settore dell’energia pulita e dell’efficienza energetica,
contribuendo attivamente alla lotta ai cambiamenti climatici per preservare il Pianeta e le
generazioni presenti e future.
La Politica per l’Ambiente, la Qualità e la Sicurezza di Asja costituisce il fondamento del
Sistema di Gestione integrato e indica le modalità di applicazione di questi valori.
In particolare Asja:
� pianifica strategie di protezione dell’ambiente, della salute e sicurezza dei lavoratori,
valutandone preventivamente gli impatti e i rischi connessi alla propria attività;
� persegue al miglioramento continuo del proprio Sistema di Gestione e delle prestazioni di
qualità, di ambiente e di sicurezza;
� si impegna costantemente al rispetto di tutti gli obblighi normativi applicabili alla propria
attività oltre che dei requisiti stabiliti dal Sistema di Gestione;
� definisce obiettivi misurabili, periodicamente verificati, circa il miglioramento dei processi e
delle prestazioni, garantendo delle azioni di controllo sistematico sugli impatti ambientali,
sulla salute e sicurezza dei lavoratori;
� si prefigge la sostenibilità economica, ambientale e sociale nella propria attività
destinandole risorse e capitali necessari al perseguimento degli obiettivi stabiliti;
� valorizza i propri dipendenti attraverso un’efficiente struttura organizzativa, definisce per
loro percorsi di formazione e di crescita, e li coinvolge nella realizzazione degli obiettivi di
miglioramento continuo;
� qualifica, controlla e valuta costantemente i propri fornitori per garantire la conformità
della loro azione agli standard aziendali e alla legislazione vigente;
� favorisce una comunicazione trasparente, sia all’interno, sia verso gli stakeholders.
Asia è certificata per ISO 9001, ISO 14001 e OHSAA 18001.
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6 Inquadramento del sito
L’area individuata per la realizzazione del complesso impiantistico, come indicato nei
paragrafi precedenti, è in posizione attigua all’attuale impianto di compostaggio della FOU e
all’impianto di selezione meccanica e successiva biostabilizzazione dei rifiuti indifferenziati
ubicati nel Comune di Foligno ed attualmente gestiti dalla società Valle Umbria Servizi
S.p.A. (VUS S.p.A).
Figura 4 - Inquadramento area
L’area di intervento ricade all’interno del territorio comunale di Foligno a circa 4 Km in linea
d’aria dallo stesso, in località Casone, in prossimità della zona industriale di S. Eraclio.
In particolare il sito prescelto si posiziona nelle vicinanze dell’omonimo impianto di
trattamento e depurazione delle acque reflue civili del Comune di Foligno ed in contiguità
con l’esistente impianto di raccolta, selezione e trattamento di rifiuti solidi urbani (RSU)
gestito dalla Società Valle Umbra Servizi (VUS). La scelta dell’area è quindi derivata dalla
opportunità di sfruttare le sinergie esistenti con l’impianto esistente di trattamento dei
rifiuti.
La superficie complessiva dell’area è pari a circa 4ha, la conformazione è pressoché
tabulare, insistendo la localizzazione all’interno della Valle Umbra, in una zona posta tra le
quote di 206,70 e 207,20 m. s.l.m., collocata a sud dell’aeroporto di Foligno, a circa 1Km
ad ovest della linea ferroviaria Orte – Falconara e, sempre ad ovest, a circa 1,7 Km dalla
Strada Statale SS 3 Flaminia.
La viabilità esistente su cui si attesta il lotto è data da una strada comunale: Via dei Portoni
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che prosegue in Via A. Campi, la quale, attraverso un sovrappasso, scavalca la ferrovia e
collega il sito alla zona industriale di S.Eraclio e, da questa, alla viabilità nazionale (SS3
Flaminia).
Figura 5 - Stralcio con ubicazione dell’area d’intervento
Il sito d’intervento interessa un’area di circa 3,2ha rientrante in un’area più estesa di 3,9ha.
Parte di tale superficie è occupata attualmente da un impianto di recupero inerti, che saranno
interamente utilizzati per la preparazione del terreno.
Dal punto di vista cartografico il sito è individuato nella tavola FG/BM/ITR/072 - Inquadramento
territoriale.
Catastalmente l’area oggetto del presente documento ricade all’interno delle particelle n. 384,
n.387 e n.195, Foglio di mappa n. 250 del N.C.T. di Foligno. Inoltre è prevista la realizzazione
della strada di accesso al sito su una porzione della particella n.59 del foglio n.250, di cui la
scrivente acquisirà la titolarità giuridica (Tavola FG BM EDI 103 - Viabilità: Planimetria, profilo e
sezione tipo).
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7 Analisi della Vincolistica
Si riporta di seguito l’analisi della compatibilità del sito impiantistico con i piani e programmi di settore e della vincolistica dell’area.
7.1 Piano Regionale dei rifiuti Il nuovo sito tecnologico, seppur in linea con le direttive della pianificazione d’ambito e di quella
regionale, non era chiaramente presente nel Piano d’Ambito di ATI3 approvato e assoggettato a
VAS né nel Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti dell'Umbria, approvato e assoggettato a
VAS.
La Regione Umbria, con Determinazione Dirigenziale N. 6049 del 20/08/2015, ha escluso
dall’assoggettabilità a VAS la modifica/integrazione del Piano d’Ambito inserendo il complesso
impiantistico oggetto del presente progetto definitivo all’interno del PRGR.
7.2 Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico (PAI) In riferimento al rischio idraulico l’area oggetto dell’intervento è inclusa nelle Fasce A e B del
Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI), in quanto interessata da eventi alluvionali sia
relativi al F. Topino che al T. Marroggia (Tavola FG BM CDV 073 – Tavola dei vincoli).
L’intervento in oggetto è consentito ai sensi dell’art. 28 comma 2 lett. e delle NTA del PAI
secondo il quale sono ammessi gli “interventi di ampliamento di opere pubbliche o di pubblico
interesse, riferiti a servizi essenziali e non delocalizzabili, nonché di manufatti funzionalmente
connessi e comunque ricompresi all’interno dell’area di pertinenza di nuove infrastrutture lineari
e/o a rete non altrimenti localizzabili, compresa la realizzazione della stessa opera pubblica”.
L’intervento è inoltre realizzabile a seguito di interventi di messa in sicurezza idraulica del sito in
modo da non costituire significativo ostacolo al libero deflusso e/o significativa riduzione
dell’attuale capacità di invaso. Dagli studi di compatibilità idraulica è emersa, dunque, la
necessità di raggiungere una quota di sicurezza idraulica pari 209,10 m slm, tale da
assicurare che l’area di imposta delle opere sia in posizione di sicurezza rispetto al vincolo di
esondabilità. Si è previsto quindi di realizzare un rilevato che interesserà le aree oggetto delle
installazioni tecnologiche, prevedendo le opportune opere di collegamento della viabilità con la
quota del piano campagna attuale.
Per maggiori approfondimenti sull’intervento da realizzarsi si rimanda al documento FG BM RT
063a Relazione tecnica e di calcolo rilevato e alla tavola FG BM EDI 102 - Rilevato: studio
cedimenti
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Per quanto riguarda il rischio geologico, l’area oggetto dell’intervento non rientra nelle aree a
rischio frana definite dal PAI.
7.3 Piano Urbanistico Territoriale (PUT) L’area di intervento non risulta a rischio inquinamento acustico , risulta contigua ad un’area già
esistente di compostaggio e selezione dei rifiuti e rientra in un ambito di razionalizzazione della
mobilità, pertanto l’intervento è in linea con gli indirizzi delineati dal Piano Urbanistico
Territoriale (PUT).
7.4 Piano regolatore generale (PRG) del comune di Foligno Dal punto di vista urbanistico le aree oggetto dell’intervento sono classificate nel vigente P.R.G.
come segue (Rif Tavola FG BM ITR 072 Inquadramento Territoriale):
� particella 387 e particella 384 (parte): EP/APP agricola (ambito agricolo periurbano di
pregio), considerata area di particolare interesse agricolo; area ambientalmente
sensibile di tipo VA/AF (affioramento della falda); fascia di pericolosità idraulica “A”;
considerata area di particolare interesse agricolo; area ambientalmente sensibile di tipo
VA/AF (affioramento della falda); fascia di pericolosità idraulica “B”;
� particella 195 (parte): A/SR (sedi del trattamento e smaltimento dei rifiuti); area
ambientalmente sensibile di tipo VA/AF (affioramento della falda); fascia di pericolosità
idraulica “A”;
� particella 195 (parte): A/SR (sedi del trattamento e smaltimento dei rifiuti); area
ambientalmente sensibile di tipo VA/AF (affioramento della falda); fascia di pericolosità
idraulica “B”;
� particella 195 (parte): A/SR (sedi del trattamento e smaltimento dei rifiuti); area
ambientalmente sensibile di tipo VA/AF (affioramento della falda); fascia di pericolosità
idraulica “C”;
� particella 59: EP/APP agricola (ambito agricolo periurbano di pregio), considerata area di
particolare interesse agricolo.
La realizzazione dell’opera in progetto è consentita ai sensi dell’art. 32 delle N.T.A., Tabella A -
“Usi del suolo e degli interventi di trasformazione ammessi nell’ambito di paesaggio”, che
definisce ammissibili gli impianti tecnologici e, in ragione di quanto definito dall’art. 11 –
“Classificazione degli impianti “, classifica come compatibili, tra gli altri, i seguenti impianti
tecnologici:
� IT1 – trasformazione e distribuzione energia elettrica;
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� IT2 – distribuzione gas;
� IT5 – smaltimento dei rifiuti liquidi e solidi.
La zona è anche un’area ambientalmente sensibile di rilevanza ecologico-paesaggistica, con la
falda idrica prossima al piano di campagna – affioramento (VA/AF), tuttavia l’intervento è
consentito ai sensi dell’art. 23 comma 10 delle NTA che vieta, nelle aree con falda idrica
prossima al piano campagna (VA/AF), le seguenti attività e/o destinazioni:
� la realizzazione di piani interrati o seminterrati degli edifici con obbligo di porre il primo
livello calpestabile ad almeno 70 cm dal piano di campagna naturale;
� la realizzazione di pozzi per l’acqua con profondità superiore a 30 metri o che comunque
vadano ad intercettare più falde idriche sovrapposte;
� la realizzazione di discariche di qualunque tipo, anche se controllate;
� lo stoccaggio di rifiuti, reflui, prodotti e sostanze chimiche pericolose, salvo che non siano
realizzate piattaforme impermeabili in grado di eliminare il rischio di versamento
accidentale sul suolo;
� lo smaltimento sul suolo di reflui zootecnici (fertirrigazione) e delle acque di vegetazione
provenienti da frantoi oleari, di fanghi di depurazione di impianti civili o industriali.
La particella n. 384 è interessata marginalmente da un vincolo di tipo aeroportuale in
riferimento agli ostacoli per la navigazione aerea, così come prescritto dalla Legge n. 58 del
04/02/1963 (Tavola FG BM CDV 073 – Tavola dei vincoli). La medesima porzione della particella
n. 384 ricade nelle fasce di rischio di tipo “B” e “C” presente nel Piano di rischio dell’aeroporto di
Foligno, approvato con atto del Consiglio Comunale n. 80 del 18/12/2012.
Si precisa tuttavia, come evidenziato nella tavola FG BM CDV 073 – Tavola dei vincoli, che
l’area sottoposta a vincolo è un’area marginale del sito e che la stessa non sarà interessata da
installazioni tecnologiche.
Si allega al presente documento la Dichiarazione di Compatibilità Urbanistica rilasciata dal
Comune di Foligno (Allegato 1).
7.5 Piano di zonizzazione acustica del Comune di Foligno L’area in oggetto è interessata dalle disposizioni di cui alla classificazione acustica del Piano di
Zonizzazione Acustica del Comune di Foligno, approvato con Deliberazione del Consiglio
Comunale n.93 del 28.11.2007.
In particolare le particelle n. 384, 387, 59 ricadono in classe III – “Aree di tipo misto” la
particella n. 195 rientra in della classe V – “Aree prevalentemente industriali” (Rif Tavola FG BM
ITR 072 Inquadramento Territoriale).
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Si precisa inoltre che l’area non ricade in zone S.I.C. e Z.P.S, non insiste in area di elevato
valore ambientale e naturalistico o che risulti interessata da beni paesaggistici e/o storico-
culturali. Inoltre essendo il progetto in esame costituito da elementi puntuali di piccole
dimensioni, sia per tipologia, che per collocazione, non può avere interferenze con la Rete
Ecologica Regionale.
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8 Tipologia dei rifiuti e sottoprodotti trattati L’impianto accetterà i rifiuti speciali non pericolosi provenienti dalla raccolta differenziata,i rifiuti
speciali non pericolosi provenienti dalle lavorazioni industriali ed i sottoprodotti agricoli ed
agroindustriali di cui alla Tabella 1 A del D.M. 6 luglio 2012.
Nello specifico nella sezione di produzione di biometano verranno accettati i rifiuti identificati
nella “Procedura di qualifica per gli impianti di produzione di biometano” pubblicate dal GSE il
05/08/2015 ed i sottoprodotti di cui alla Tabella 1.A del DM 6 Luglio 2012.
Di seguito si riporta l’elenco dei codici CER che verranno accettati a trattamento nella sezione di
produzione di biometano dell’impianto.
Tipologia Codice CER rifiuti
Rifiuti biodegradabili di cucine e mense [200108]
Oli e grassi commestibili [200125]
Legno diverso da quello di cui alla voce 200137 [200138]
Digestato prodotto dal trattamento anaerobico dei rifiuti urbani [190604]*
Digestato prodotto dal trattamento anaerobico dei rifiuti di origine animale e vegetale [190606]*
Tabella 2 - Rifiuti in ingresso alla sezione di produzione di biometano dell’impianto
* In riferimento ai codici CER 190604 e 190606 si specifica che saranno ammessi in impianto
esclusivamente nella fase di avviamento del digestore in qualità di inoculo e nei casi in cui,
anomalie del processo biologico, rendono necessario riattivare e/o ripopolare la cenosi batterica
entro i digestori.
Di seguito si riporta l’elenco di sottoprodotti che verranno accettati a trattamento nella sezione
di produzione di biometano dell’impianto.
Sottoprodotti provenienti da attività agricola, di allevamento, dalla gestione del verde e da attività forestale
Effluenti zootecnici
Paglia
Pula
Stocchi
Fieni e trucioli da lettiera
Residui di campo delle aziende agricole
Sottoprodotti derivanti dall’ espianto
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Sottoprodotti provenienti da attività agricola, di allevamento, dalla gestione del verde e da attività forestale
Sottoprodotti derivanti dalla lavorazione dei prodotti forestali
Sottoprodotti derivanti dalla gestione del bosco
Potature, ramaglie e residui della manutenzione del verde pubblico e privato
Sottoprodotti provenienti da attività alimentari ed agroindustriali
Sottoprodotti della trasformazione del pomodoro
Sottoprodotti della trasformazione delle olive
Sottoprodotti della trasformazione dell’uva
Sottoprodotti della trasformazione della frutta
Sottoprodotti della trasformazione di ortaggi vari
Sottoprodotti della trasformazione delle barbabietole da zucchero
Sottoprodotti della lavorazione del risone
Sottoprodotti della lavorazione dei cereali
Sottoprodotti della lavorazione dei semi oleosi
Panello di spremitura di alga
Sottoprodotti dell’industria di panificazione, della pasta alimentare, dell’industria dolciaria
Sottoprodotti della torrefazione del caffè
Sottoprodotti della lavorazione della birra
Sottoprodotti provenienti da attività industriali
Sottoprodotti della lavorazione del legno per la produzione di mobili e relativi componenti
Sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano
Sottoprodotti classificati di categoria 3 :
Carcasse e parti di animali macellati non destinati al consumo umano per motivi commerciali
Prodotti di origine animale o prodotti alimentari contenenti prodotti di origine animale non più destinati al
consumo umano per motivi commerciali o a causa di problemi di fabbricazione o difetti che non
presentano rischi per la salute pubblica o gli animali
Sottoprodotti di origine animale derivanti dalla fabbricazione di prodotti destinati al consumo umano,
compresi ciccioli, fanghi da centrifuga o da separatore risultanti dalla separazione del latte
Sangue che non presenti alcun sintomo di malattie trasmissibili all’uomo o agli animali
Rifiuti da cucina e ristorazione
Sottoprodotti di animali acquatici
Sottoprodotti classificati di categoria 2:
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Sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano
Stallatico
Tubo digerente e suo contenuto
Farine di carne e d’ossa
Sottoprodotti di origine animale raccolti nell’ambito del trattamento delle acque reflue a norma delle
misure di attuazione adottate conformemente all’art. 27, primo comma, lettera c): da stabilimenti o
impianti che trasformano materiali di categoria 2 o da macelli diversi da quelli disciplinati dall’art. 8 lettera
e).
Sottoprodotti classificati di categoria 1 ed elencati all’articolo 8 del regolamento CE n. 1069/2009 con le
specifiche di utilizzo previste nel regolamento stesso e nel regolamento CE 142/2011.
Nella sezione di compostaggio dell’impianto verranno accettati i rifiuti ammessi per la
produzione di Ammendante Compostato di Qualità (ACQ) come indicato all’allegato 1
suballegato 1 punto 16 del D.M. 5.02.1998 e riportati nella tabella seguente.
Tipologia Codice CER rifiuti
Frazione organica dei rifiuti solidi urbani raccolta separatamente [200108] [200302]
Rifiuti vegetali di coltivazioni agricole [020103]
Segatura, trucioli, frammenti di legno, di sughero [030105] [030101] [030301]
Rifiuti vegetali derivanti da attività agro-industriali [020304] [020501] [020701] [020702] [020704]
Rifiuti tessili di origine vegetale: cascami e scarti di cotone, cascami e scarti di lino, cascami e scarti di iuta, cascami e scarti di canapa Rifiuti tessili di origine animale cascami e scarti di lana, cascami e scarti di seta
[040221]
Deiezioni animali da sole o in miscela con materiale di lettiera o frazioni della stessa ottenute attraverso processi di separazione [020106]
Scarti di legno non impregnato [150103] [200138] [030101] [030199]
Carta e cartone nelle forme usualmente commercializzate [200101] [150101]
Fibra e fanghi di carta [030309] [030310] [030311]
Contenuto dei prestomaci [020102]
Rifiuti ligneo cellulosici derivanti dalla manutenzione del verde ornamentale [200201]
Fanghi di depurazione, fanghi di depurazione delle industrie alimentari
Ceneri di combustion di sanse esauste e di scarti vegetali con le caratteristiche di cui al punto 18.11
[100101] [100102] [100103] [100115] [100117]
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Tabella 3 - Rifiuti in ingresso alla sezione di compostaggio dell’impianto
Il quantitativo annuo complessivo di rifiuti e sottoprodotti che saranno trattati presso l’impianto
sarà non superiore a 53.500 tonnellate anche se i quantitativi di ciascuna matrice sopra
elencata sono suscettibili di variazioni nel tempo in funzione della disponibilità sul territorio e
della stagionalità.
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9 Quantitativi e tipologia di prodotti finali L’attività della sezione di produzione di biometano consiste nel trattamento di rifiuti organici
raccolti in modo differenziato, mediante il trattamento biologico consistente nel processo di
digestione anaerobica.
Le operazioni di pretrattamento dei rifiuti in ingresso daranno origine ad un flusso di sovvallo,
da avviare allo smaltimento, pari a circa 6.000 t/a.
Dalla digestione anaerobica, alimentata con 37.000t/a di rifiuti pretrattati e sottoprodotti,
computati al netto dei ricircoli, si origineranno 2 flussi:
� 6.400.000 Nm3/a di biogas;
� 34.500 t/a di digestato.
Il biogas verrà opportunamente trattato per produrre biometano. Il biometano è un gas che
contiene prevalentemente metano (CH4) ed è prodotto da una fonte rinnovabile. Deriva infatti
dal biogas sottoposto a processo di purificazione (deidratazione e desolforazione,) ed upgrading
(rimozione dell’anidride carbonica, CO2) fino a quando raggiunge la qualità del gas naturale. Per
tale motivo il biometano può essere immesso nella rete del gas naturale, dopo un’opportuna
compressione ed odorizzazione.
Al termine del processo di purificazione ed upgrading, il biometano ottenuto contiene circa il
98% di metano ed è chimicamente molto simile al gas naturale. Si stima che la produzione
oraria massima di biometano sarà pari a 499 Sm3/h.
L’attività dell’impianto di compostaggio consiste nel trattamento di rifiuti organici mediante il
processo di stabilizzazione aerobica.
Dalla sezione di compostaggio, che prevede il trattamento di 45.000 t/a di rifiuti organici (al
netto dei ricircoli interni) si prevede la produzione di circa 15.000 t/a di ammendante
compostato misto, stante perdite di processo stimabili del 55% circa in peso. Il prodotto
ottenuto dal processo di compostaggio, è classificato come un fertilizzante e più precisamente
come ammendante compostato misto (ACM) così come definito ai sensi dell’allegato 2 del D.Lgs
75/2010 e s.m.ii..
Il D.Lgs 75/2010 all’allegato 2 definisce ACM come “prodotto ottenuto attraverso un processo
di trasformazione e stabilizzazione controllato di rifiuti organici che possono essere costituiti
dalla frazione organica degli RSU provenienti da raccolta differenziata, da rifiuti di origine
animale compresi i liquami zootecnici, da rifiuti di attività agroindustriali e da lavorazione del
legno e del tessile naturale non trattati, nonché dalle matrici previste per l’ammendante
compostato verde”.
Di seguito sono riportate le caratteristiche previste per l’ammendante ai sensi del D.Lgs
75/2010.
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Figura 6 - Caratteristiche previste per l’ammendante ai sensi del D.Lgs 75/2010
L’ammendante compostato misto:
� si presenta come un terriccio di colore bruno ed è caratterizzato da un contenuto di
umidità mediamente pari o inferiore al 40%. La struttura fisica è omogenea, la pezzatura è
variabile e dipende dal tipo di raffinazione;
� è un prodotto igienicamente sicuro: le elevate temperature che si raggiungono nel corso
del processo di compostaggio assicurano quella che alcuni definiscono una sorta di
"pastorizzazione" del prodotto e l’inattivazione dei semi infestanti eventualmente presenti;
� è un prodotto ammendante, in quanto ricco di sostanza organica in parte umificata e,
quindi, di particolare utilità per migliorare la fertilità dei terreni; in funzione del materiale di
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partenza può comunque apportare anche una non trascurabile quantità di macroelementi
(azoto, fosforo e potassio) e microelementi. Dato il contenuto di sostanza organica
stabilizzata, il compost comporta un rilascio graduale dei nutrienti (per esempio, l’azoto è
presente in maggior parte nella forma organica).
Grazie alle sue proprietà chimico fisiche, l’ammendante compostato misto è in grado di:
� aumentare la fertilità del terreno, grazie all’elevato contenuto di sostanza organica;
� migliorare le proprietà biologiche del terreno, in quanto sede e nutrimento dei
microrganismi responsabili dei cicli degli elementi nutritivi essenziali alla vita vegetale,
� migliorare le proprietà fisiche del terreno, in quanto le particelle di sostanza organica,
facendo da “collante”, contribuiscono in modo determinante alla formazione di una buona
struttura; inoltre, la tipica porosità dell’ammendante permette al terreno di acquisire una
maggiore permeabilità all’acqua e all’aria oltre che una maggiore ritenzione idrica,
� migliorare le proprietà chimiche del terreno in quanto la sostanza organica contenuta nel
compost è in grado di trattenere gli elementi nutritivi apportati per altra via; tali elementi
una volta immagazzinati nella sostanza organica, vengono liberati gradualmente e resi
disponibili per l’assorbimento radicale,
� fornire al suolo elementi nutritivi (N, P e K e microelementi) permettendo il minor impiego
di concimi di sintesi.
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10 Descrizione dell’impianto Come detto in precedenza, l’impianto in progetto deve intendersi come complesso impiantistico
costituito da due sezioni funzionalmente indipendenti ed autonome:
� Sezione di produzione di biometano
� Sezione di compostaggio.
10.1 Sezione di produzione biometano La sezione di digestione anaerobica e produzione di biometano è composta da: (tavola FG BM
PLN 075 - Planimetria stato di progetto; FG BM LAY 071c - Layout generale).
� area di ricezione, dove i rifiuti organici vengono scaricati e poi avviata alla successiva
fase di pretrattamento;
� pretrattamento, finalizzata alla rimozione di plastiche, inerti e altre frazioni
merceologiche non compostabili;
� area di alimentazione, dove la miscela di FOU pretrattata e l’opportuna dose di
strutturante ligneo cellulosico preventivamente triturato viene inviata al digestore;
� digestione anaerobica, dove avviene la degradazione della sostanza organica e la
produzione di biogas;
� conversione energetica, comprendente l’accumulo del biogas, il collettamento, i
trattamenti di deumidificazione, desolforazione ed upgrading per la produzione di
biometano e la connessione alla rete del gas naturale.
Nella tavola FG BM PFD 086 – PFD Processo digestione anaerobica e compostaggio e FG BM
SCH 077 Schema funzionale processo di upgrading si riportano gli schemi funzionali dei
processi di digestione anaerobica, upgrading e compostaggio.
Per la descrizione delle varie fasi del processo si rimanda ai documenti FG BM RT 064a -
Relazione tecnica del processo di digestione anaerobica e di compostaggio e FG BM RT 047a -
Relazione tecnica del processo di upgrading. Per il dimensionamento impiantistico si rimanda al
docomento FG BM RT 048a - Relazione tecnica di calcolo delle opere elettromeccaniche.
10.2 Sezione di compostaggio La sezione di compostaggio è composta da: (tavola FG BM PLN 075 - Planimetria stato di
progetto; FG BM LAY 071c - Layout generale).
area di miscelazione, dove il digestato ed il verde triturato provenienti dal vicino impianto di
digestione anaerobica vengono convogliati a mezzo di trasportatori automatici e poi mescolati
con il sovvallo della vagliatura del compost;
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� area di biossidazione, dove avviene la fase di biossidazione accelerata;
� area di maturazione, dove il materiale raffina l’evoluzione della sostanza organica per
giungere alla sintesi di composti umosimili non fitotossici;
� areadi vagliatura, dove il compost maturo viene separato dal sovvallo legnoso e dalle
frazioni plastiche di medie dimensioni non compostabili;
� area di deposito, dove gli ammendanti vengono disposti in attesa della
commercializzazione.
Nella tavola FG BM PFD 086 – PFD Processo digestione anaerobica e compostaggio si riportano
gli schemi funzionali dei processi di digestione anaerobica e compostaggio.
Per la descrizione delle varie fasi del processo è rimandata al documento FG BM RT 064a -
Relazione tecnica del processo di digestione anaerobica e di compostaggio. Per il
dimensionamento impiantistico si rimanda al documento FG BM RT 048a - Relazione tecnica di
calcolo delle opere elettromeccaniche.
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11 Gestione delle acque meteoriche e di processo La logistica dell’impianto in progetto è mirata a svolgere tutte le lavorazioni in ambienti confinati
o coperti, al fine di evitare il contatto tra le acque meteoriche ed i rifiuti, con lo scopo di
minimizzare i volumi di acqua da trattare prima dell’immissione nella rete fognaria esistente ed
attualmente a servizio dell’impianto di compostaggio e selezione meccanica gestito da VUS
S.p.A. Per maggiori approfondimenti si rimanda agli elaborati FG BM RT 068a Relazione tecnica
e dimensionamento impianti raccolta e smaltimento acque e FG BM RT 048a Relazione tecnica
di calcolo delle opere elettromeccaniche.
I reflui prodotti nell’ambito dell’impianto sono così individuabili:
� Acque meteoriche provenienti dai tetti;
� Acque di prima pioggia provenienti dai piazzali e viabilità;
� Acque di seconda pioggia;
� Scarichi acque nere civili;
� Acque di processo;
� Percolati dai biotunnel;
� Percolati dalle platee di maturazione;
� Drenaggi vari, acque di lavaggio, condense e reflui da scrubber, ventilatori e biofiltro;
11.1 Acque meteoriche provenienti dai tetti Le coperture dei corpi di fabbrica, sotto l’azione di precipitazione, costituiscono superfici
impermeabili scolanti dalle quali le acque convogliabili vanno conferite verso lo scarico, previo
recupero di una frazione ai fini industriali.
Le acque meteoriche derivanti dai tetti e dalle coperture verranno convogliate verso la rete
principale di gestione delle acque meteoriche, a mezzo di una rete dedicata, previa separazione
della frazione da recuperare per gli usi industriali. La frazione recuperata sarà , invence, inviata
alla vasca V5 descritta nell’elaborato FG BM RT 048a Relazione tecnica di calcolo delle opere
elettromeccaniche.
La frazione non recuperata prosegue, invece, il destino delle acque di seconda pioggia.
11.2 Acque di prima pioggia provenienti dai piazzali e viabilità Il volume d’acqua meteorica di scorrimento defluito durante la prima parte della precipitazione è
definito “acqua di prima pioggia”. L’acqua di prima pioggia è caratterizzata dalla maggiore
concentrazione di contaminati e dalla capacità di trasporto di questi verso gli impluvi e da questi
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al corpo idrico ricettori. Ai fini della prevenzione di rischi idraulici ed ambientali tale frazione di
pioggia richiede particolari procedure di controllo e smaltimento.
Le acque di prima pioggia, intese i primi 5 mm di acqua per ogni evento meteorico per ogni
metro quadrato di superficie impermeabile dotata di rete drenante, necessitano pertanto di
opportuni trattamenti al fine di assicurare la salvaguardia degli ecosistemi acquatici
conformemente agli obiettivi di qualità fissati dalle Direttive Europee 2000/60/CEE e
91/271/CEE nonché dalla Delibera di Giunta Regionale n.424 del 24.04.2012.
La superficie asfaltata ha un’estensione di circa 9.460 m2, che ai fini del dimensionamento del
sistema è stata considerata suddivisa nelle seguenti superfici parziali:
Identificativo
superficie
Superficie
scolante m2
SP 1 2.175
SP 2 1.460
SP 3 3.374
SP 4 2.453
Tabella 4 - Superfici scolanti
Le superfici SP1 ed SP2 saranno servite da una vasca di prima pioggia (Vpp1) di volume 20 m3
(Vpp2), mentre le superfici SP3 ed SP4 saranno servite da una seconda e distinta vasca di
prima pioggia di volume 30 m3 (Vpp2).
La separazione fra le acque di prima pioggia e quelle di seconda pioggia avverrà tramite un
pozzetto separatore che contiene al proprio interno uno stramazzo su cui sfiorano le acque di
seconda pioggia dal momento in cui il pelo libero dell'acqua nel bacino raggiunge il livello della
soglia dello stramazzo.
A seguito del processo operato dalle vasche di prima pioggia, le acque dovrebbero risultare
idonee allo scarico nelle acque superficiali. Ad ogni modo, al fine di evitare accidentali episodi di
contaminazione delle acque superficiali, le acque di prima pioggia in uscita dal sistema di
trattamento saranno sempre convogliate ad idonei impianti di depurazione a mezzo di pubblica
fognatura.
11.3 Gestione delle acque di seconda pioggia Sulla base della configurazione impiantistica, non è previsto l’espletamento di alcuna attività
lavorativa all’esterno che determini la presenza di acque di dilavamento; pertanto le acque
sfiorate dal pozzetto di separazione, dette “acque di seconda pioggia”, caratterizzate da un
ridotto carico inquinante, verranno scaricate attraverso la sopraccitata rete di convogliamento
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nel canale irriguo posto nelle immediate vicinanze a nord dell’impianto, denominato “Fosso
Forma”. Tuttavia qualora non fosse tecnicamente o economicamente sostenibile tale soluzione,
si valuterà la possibilità di convogliare tali acque o al fosso che scorre lungo la strada comunale
a sud dell’impianto oppure in pubblica fognatura.
11.4 Scarichi acque nere civili Le acque nere provenienti dagli spogliatoi e dai servizi igienici degli uffici, saranno inviati
mediante una rete dedicata alla pubblica fognatura.
Nel progetto del sistema di convogliamento delle acque nere è stata prevista una portata
derivante dalla presenza di 5 AE.
11.5 Gestione e raccolta dei percolati ed acque di processo Il sistema di smaltimento delle acque di processo è stato concepito individuando i seguenti
circuiti di gestione, precisamente;
1. Sezione di produzione biometano: sistema di gestione e smaltimento dei percolati prodotti
all’interno dell’area di ricevimento, stoccaggio dello strutturante, pretrattamento e dai
pozzetti di raccolta di eventuali acque prodotte dalla pompa di estrazione del digestato e
dalle coclee del sistema di alimentazione ai digestori, nonché le acque prodotte dallo
scrubber e dal biofiltro;
2. Sezione di compostaggio: sistema di smaltimento e gestione delle acque di processo
prodotte dalle biocelle, dal materiale in maturazione secondaria, in stoccaggio sotto tettoia
ed in miscelazione, nonché tutte le acque necessarie al corretto funzionamento degli
scrubber e del biofiltro.
11.5.1 Descrizione del circuito di gestione e smaltimento delle acque di processo per la sezione biometano
La fossa adibita allo stoccaggio temporaneo dello strutturante triturato è dotata di un sistema di
raccolta che convoglierà il percolato alla vasca di raccolta “V1”, posta in prossimità dell’edificio
di pretrattamento della capacità complessiva di 60 mc.
Nel locale di ricevimento della frazione organica, il percolato che si produce dallo stoccaggio dei
rifiuti all’interno della fossa di scarico, viene indirizzato per mezzo di un adeguata pendenza
della pavimentazione nella vasca di raccolta “V1”, suddivisa in due settori: il primo settore della
capacità di 20 mc funge da vasca di decantazione e rilancio poi del percolato al secondo settore
della capacita di 40 mc. Da qui il percolato potrà essere destinato a smaltimento oppure
ricircolato al digestore anaerobico oppure alle biocelle.
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Nella zona posteriore del digestore è presente una vasca in cui sono alloggiate le pompe di
estrazione del digestato. Essa ha la funzione di raccogliere eventuale liquido di processo che si
potrebbe produrre durante le operazioni manutenzione delle pompe.
Tale vasca è collettata ad un pozzetto a sua volta connesso alla linea di adduzione primaria che
porta alla vasca “V1”.
Nella zona anteriore del digestore sono previsti due pozzetti di raccolta delle acque di risulta
eventualmente prodotte dalle operazioni di manutenzione e pulizia del sistema di alimentazione
della frazione organica ai digestori. Tali pozzetti sono collegati alla linea di adduzione primaria
che porta alla vasca “V1”.
Nella vasca V1 verranno inoltre collettate le eventuali acque di lavaggio del capannone di
pretrattamento.
Le acque di processo prodotte dal circuito di umidificazione dello scrubber e del biofiltro
vengono fatte confluire per mezzo di una apposita rete di raccolta alla vasca “V4” della capacita
di 100 mc posta in prossimita del biofiltro dell’impianto di compostaggio.
11.5.2 Descrizione del circuito di gestione e smaltimento delle acque di processo della sezione di compostaggio
All’interno dell’edificio del compostaggio, ed in particolare nella zone adibite rispettivamente alla
miscelazione, vagliatura intermedia e vagliatura finale, sono previste apposite griglie e pozzetti
di raccolta a pavimento, collegate attraverso la linea di adduzione primaria, alla vasca di
raccolta “V2”, delle acque di processo della capacità complessiva di circa 40 mc. Tale vasca
funge da vasca di decantazione delle acque che successivamente vengono da qui prelevate e,
previo sgrigliamento meccanico, vengono rilanciate in una vasca “V3” di stoccaggio adiacente
della capacità di circa 60 mc. Da qui le acque in deposito possono essere utilizzate nei processi
di umidificazione delle biocelle.
Le acque di risulta provenienti dagli scrubber, ed il liquido di drenaggio prodotto dal biofiltro
vengono fatte confluire direttamente all’interno della vasca “V4”. Da qui le acque in deposito
possono essere utilizzate nei processi di umidificazione delle biocelle.
Per quanto concerne la raccolta del percolato prodotto dalle biocelle di maturazione primaria,
questo viene raccolto direttamente dalle tubazioni che costituiscono il sistema di insufflazione a
pavimento, le quali sono collegate, con apposita linea, alla vasca di decantazione “V2”. Da qui
vengono sgrigliate e rilanciate nella vasca “V3”. È stato previsto un canale di raccolta lungo
tutto lo sviluppo delle biocelle; questo consente anche di raccogliere il liquido prodotto qualora
si volesse provvedere al lavaggio del corridoio di carico/scarico.
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Per la raccolta delle acque di processo prodotte dal materiale in deposito nella aia di seconda
maturazione è stato previsto un canale di raccolta lungo tutto il fronte di carico dell’aia; questo
consente anche di raccogliere il liquido prodotto qualora si volesse provvedere al lavaggio del
corridoio di carico/scarico.
Per la raccolta delle acque di processo prodotte dal materiale in deposito sotto la tettoia di
stoccaggio temporaneo del compost sono stati previsti degli opportuni pozzetti di raccolta
collegati alla rete di adduzione primaria alla vasca di decantazione “V2”.
In adiacenza alle due vasche verrà realizzata un’ ulteriore vasca “V5” della capacità di 60 mc
destinata alla raccolta temporanea di acqua pulita industriale, per l’utilizzo, ove occorra in
bagnatura nelle biocelle, aia di maturazione o al digestore.
Le vasche di stoccaggio “V1”, “V3” e V4” saranno vuotate a seconda delle necessità ed il
contenuto residuo, non destinato al ricircolo, destinato a smaltimento in fognatura e/o
conferimento ad idonei impianti di trattamento.
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12 Opere civili Per la realizzazione del complesso impiantistico si prevede l’esecuzione delle seguenti opere
civili:
� Rilevato;
� Strada di accesso all’impianto e viabilità interna;
� Capannone e tettoia sezione biometano;
� Capannone sezione compostaggio;
� Uffici – locali tecnici e di servizio;
� Manufatti opere impiantintiche:
� Biocelle;
� Biofiltri;
� Opere accessorie:
� Cabina di consegna energia elettrica;
� Vasche di raccolta acque di processo;
� Vasca di laminazione acque meteoriche.
Per la descrizione delle strutture sopra elencate si rimanda a:
� FG BM RT 052a - Relazione tecnica opere architettoniche e paesaggistiche
� FG BM RT 053a - Relazione tecnica e di calcolo strutture in elevazione capannoni;
� FG BM RT 054a - Relazione tecnica e di calcolo fondazioni capannoni e uffici - locali
Tecnici;
� FG BM RT 055a - Relazione tecnica e di calcolo opere civili digestore;
� FG BM RT 056a - Relazione tecnica e di calcolo fondazioni digestore;
� FG BM RT 057a - Relazione tecnica e di calcolo biofiltri;
� FG BM RT 058a - Relazione tecnica e di calcolo biocelle;
� FG BM RT 059a - Relazione tecnica e di calcolo fondazioni upgrading;
� FG BM RT 060a - Relazione tecnica e di calcolo fossa stoccaggio rifiuti;
� FG BM RT 063a - Relazione tecnica e di calcolo rilevato;
Per gli elaborati grafici si faccia riferimento alle Tavole:
� FG/BM/ARC/x/089 - Compostaggio: piante, prospetti e sezioni
� FG/BM/ARC/x/090 - Biometano: piante, prospetti e sezioni
� FG/BM/EDI/x/078 - Capannoni: pianta pilastri e copertura
� FG/BM/EDI/x/079 - Capannoni: prospetti e sezioni
� FG/BM/EDI/x/106 - Capannone Compostaggio e Uffici –Locali tecnici: fondazioni