Dott. Geol. Paolo Dal Negro Via Faverio 2, 22079 Villa Guardia (Co) Cell 339 – 1468733 Tel e fax 031 - 563148 www.paolodalnegro.it Committente: Comune di Nibionno Professionista incaricato: Dott. Geol. Paolo Dal Negro n° Data Rev. Riferimento 00 Marzo 2016 - 1° emissione 01 02 REALIZZAZIONE PASSERELLA CICLOPEDONALE A SCAVALCO DELLA S.S. 36 - COMUNE DI NIBIONNO (LC) - Relazione geologica, geotecnica preliminare, sismica ed idrologico idraulica ai sensi DM 14.01.08
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Relazione geologica, geotecnica preliminare, sismica ed ... · Passerella ciclopedonale a scavalco della S.S. 36 – Nibionno (Lc) – Relazione geologica, geotecnica, sismica ...
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Dott. Geol. Paolo Dal Negro Via Faverio 2, 22079 Villa Guardia (Co)
Cell 339 – 1468733 Tel e fax 031 - 563148 www.paolodalnegro.it
Committente: Comune di Nibionno
Professionista incaricato: Dott. Geol. Paolo Dal Negro
N.B.: - le profondità sono riferite da p.c. (quota inizio sondaggio)
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5.3 Piezometro
Al fine di definire la presenza di acque sotterranee nel sito di indagine si è proceduto
all’installazione di un piezometro nel foro di sondaggio S1. Il piezometro, della tipologia a tu-
bo aperto è costituito da uno o più tubi fessurati. All’interno del piezometro l’acqua si stabiliz-
za ad un livello che rappresenta il livello medio della falda acquifera circostante.
Nel sondaggio S1 è stato installato piezometro microfenestrato del diametro 2”, con tratti fe-
nestrati posti da quota -3 m a -19 m. L’intercapedine tra foro piezometro è stata riempita di
pietrischetto.
E’ stata rilevata la presenza di falda idrica, con quota di stazionamento, alla data del
17/02/2016, di -4,30 m dal p.c..
Tale livello di soggiacenza si correla con la quota di scorrimento delle acque nella Roggia di
Tabiago.
6 – RILIEVO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO
E’ stato effettuato un accurato rilievo dei luoghi e di un suo intorno significativo al fine di rica-
vare dati circa il modello geologico del sito e per evidenziare eventuali situazioni geomorfo-
logiche che potessero interagire negativamente con le opere in progetto.
Il rilievo dei siti consente di ben individuare la morfologia del rilevato stradale di accesso al
ponte di via Vittorio Veneto, di chiara matrice antropica, e con altezza massima rispetto
all’originario piano campagna pari a circa 9 m. Tale informazione ben collima con i dati delle
perforazioni di sondaggio.
La Roggia di Tabiago viene attraversata dalla strada esistente tramite uno scatolare di di-
mensioni pari a 2 m x 3 m. A valle dell’attraversamento sono presenti alcuni scarichi, autoriz-
zati, sia in sinistra che in destra idrografica. Si osserva che l’ansa che descrive la roggia im-
mediatamente a valle dell’attraversamento mostra segni di erosione spondale. Alcuni feno-
meni erosivi si osservano anche allo sbocco della tombinatura (vedi Tavola 2 per ubicazio-
ne).
Lungo l’incisione dell’alveo sono visibili i depositi costituenti il primo sottosuolo, costituito da
ghiaie e sabbie a supporto di matrice, con clasti, in prevalenza calcarei, da subarrotondati a
sub angolosi.
Lungo il lato Est dell’attraversamento esistente il substrato roccioso è visibile all’imbocco del-
la via per Mongodio. Si tratta di calcari marnosi, di colore beige, a stratificazione abbastanza
regolare verso Nord (055°/50°). Non è visibile substrato roccioso nell’alveo della roggia.
E’ invece assai ben visibile il substrato roccioso lungo il lato Ovest del ponte esistente.
All’altezza della via Vittorio Veneto si osservano calcari marnosi di colore grigio, appartenenti
alla formazione di Brenno, ben stratificati, con immersione verso Nord (008°/41°). Si osserva
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un contatto stratigrafico con una porzione di marne calcaree, sempre appartenenti alla me-
desima formazione, ma di colore marcatamente rossastro. Tale lembo, affiorante anche in
prossimità del piano di appoggio del pilone esistente, si contraddistingue per lieve incremen-
to della frazione pelitica rispetto a quella calcarea.
L’analisi di dettaglio del substrato roccioso affiorante in tale ambito indica la presenza di roc-
cia in genere ben stratificata, in strati da medi a sottili, immergente verso Nord ad angolo in-
termedio. La stratificazione risulta quasi verticalizzata in prossimità di faglie, di tipo inverso,
che tagliano l’affioramento pochi metri a Nord del ponte esistente.
Circa 200 m a Nord del ponte di via V. Veneto, si osserva il passaggio stratigrafico alla più
recente formazione di Tabiago, costituita da marne calcaree dal caratteristico colore rossa-
stro. Anche tali marne mostrano stratificazione regolarmente immergente verso Nord.
Le coperture detritiche in prossimità del settore Ovest del ponte esistente sono costituite da
ghiaie e sabbie con ciottoli arrotondati, di probabile origine fluvioglaciale.
Non sono stati osservati siti con venuta a giorno di acque sotterranee in prossimità del ponte
esistente.
Alla data del rilievo non sono stati riscontrati fenomeni significativi di dinamica geomorfologi-
ca in atto o potenziale che possano interferire negativamente con il sito di intervento o pre-
giudicare la stabilità dei siti. Si osservano unicamente alcuni locali fenomeni erosivi lungo le
sponde della roggia di Tabiago, in parte mitigati da opere di consolidamento spondale esi-
stenti (scogliere e gabbionate).
Gli elementi salienti derivanti dal rilievo geologico e geomorfologico dei siti sono sintetizzati
nella Tavola 2 in allegato.
Figura 11 – Roggia di Tabiago. Sono visibili gli scarichi nella porzione destra della foto
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Figura 12 – Roggia di Tabiago. Erosioni in corrispondenza del meandro a valle tombinatura.
Figura 13 – Affioramenti di roccia – Lato Ovest ponte esistente
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Figura 14 – Formazione di Brenno – Lato Ovest ponte esistente. Contatto stratigrafico porzione beige
– porzione rossastra.
Figura 15 – Affioramenti depositi ghiaiosi di natura fluvioglaciale – lato Ovest ponte esistente
7 - MODELLO GEOLOGICO DEL SOTTOSUOLO
Sulla scorta delle analisi ed indagini condotte è possibile definire il modello geologico del sot-
tosuolo per il sito di interesse, come visualizzato nella sezione interpretativa di Tavola 2. Le
indagini geognostiche permettono di identificare gli orizzonti litotecnici di seguito descritti:
• Orizzonte U: è costituito dai materiali rimaneggiati, messi in posto antropicamente
per la formazione del rilevato di via V. Veneto e della banchina stradale della S.S. 36.
Si tratta di terreni eterogenei, legati alle originarie modalità di messa in posto. Si os-
serva pertanto una marcata variabilità sia dei termini litologici (dai limi sabbiosi ai
blocchi) che del grado di addensamento del deposito. I valori di Nspt variano da 6 col-
pi/piede a 19 colpi/piede. Lo spessore del deposito è variabile in funzione dell’altezza
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del rilevato.
• Orizzonte A: è costituito da depositi di origine glaciale, a prevalente componente
granulare. Lo spessore varia da 3 a 4 m e sono caratterizzati da valori di resistenza
alla penetrazione dinamica (Nspt) compresi tra 7,0 e 12,0 colpi/piede (Nspt medio pari
a 9 colpi/piede), configurandosi come terreni da poco a moderatamente addensati.
• Orizzonte B: è costituito da depositi di natura glaciolacustre, costituiti da alternanze
di sabbie ghiaiose, sabbie limose e limi argilloso sabbiosi, in genere laminati, con
contenuto fossilifero e presenza di sostanza organica, talora abbondante. Sono de-
positi a comportamento intermedio tra granulare e coesivo. Spessore molto variabile,
da pochi decimetri (S2) a 4 m (S1). L’unico dato di resistenza alla penetrazione di-
namica (Nspt) mostra valore di 9 colpi/piede, configurandosi come terreni poco ad-
densati / moderatamente consistenti.
• Orizzonte C: è costituito da depositi molto addensati, a supporto di matrice, di natura
sottoglaciale, formati da ghiaie e sabbie in matrice limosa. Determina il rifiuto
all’avanzamento delle prove SPT, mostrando quindi valore di resistenza alla penetra-
zione dinamica Nspt >50.
• Orizzonte R: è costituito dal substrato roccioso, rappresentato da marne, marne cal-
caree e calcari marnosi. In questo orizzonte si osserva il rifiuto all’avanzamento delle
prove SPT, mostrando quindi valore di resistenza alla penetrazione dinamica Nspt
>100.
8 - PARAMETRI GEOTECNICI PRELIMINARI - TERRENI
Sulla base delle indagini geognostiche svolte, alla luce delle conoscenze disponibili, sono
stati ricavati i principali parametri attribuibili agli orizzonti individuati.
La caratterizzazione geotecnica preliminare è stata svolta sulla scorta dei valori di Nspt ri-
scontrati nelle prove svolte in avanzamento nei fori di sondaggio. Adottando le correlazioni
empiriche consolidate in letteratura si sono pertanto ricavati i principali parametri fisici e geo-
tecnici, riassunti nella tabella 8.
Si rimarca che l’orizzonte U mostra notevole variabilità delle caratteristiche, con conseguente
dispersione dei parametri geotecnici salienti. La caratterizzazione di tale orizzonte è stata
pertanto improntata a scelte cautelative. Inoltre l’orizzonte B mostra comportamento inter-
medio tra granulare e coesivo, con presenza di alcuni livelli a prevalente componente coesi-
va. Si evidenzia inoltre che il locale elevato contenuto di sostanza organica può condizionare
il comportamento geotecnico di tale livello. Per tali orizzonti risulta limitante procedere alla
caratterizzazione mediante le sole prove SPT, in quanto non è possibile risalire ai valori di
coesione efficace e di deformabilità (modulo edometrico).
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Tabella 8 - Sintesi parametri geotecnici
Orizzonte U Orizzonte A Orizzonte B Orizzonte C
N SPT 6 - 19 7-12 9 >50
Dr (%) 47-60 45 45 85
γ (kN/m3) 16,5-17,0 17,0 16,8 19,0
γ sat (kN/m3) 19,0-20,5 20,0 19,7 21,0
φ (°) medio 26-29 29,5 27-28 38-42
caratt. 25 28,4 - -
E (kPa) 8.500 17.000 7.200 67.000
Cu (kPa) - - 20-60 -
Definizione Poco addensati Poco addensati / Mod. addensati
Poco addensati / Mod. consistenti Molto addensati
N SPT = corrispondente valore Nspt in colpi/piede
Dr = densità relativa
γ - γ sat = peso di volume e peso di volume saturo, stimato sulla scorta del grado di addensamento del
terreno
φ = angolo di attrito determinato sulla base di correlazioni in funzione della litologia presunta
Cu = coesione non drenata
E = modulo di elasticità
Le indagini geognostiche svolte consentono di caratterizzare unicamente i terreni costituenti
il sottosuolo del sito in esame. Al fine della caratterizzazione geotecnica del substrato roccio-
so, si è provveduto ad effettuare un rilievo geomeccanico ad hoc, come descritto al paragra-
fo successivo.
9 – CARATTERIZZAZIONE SUBSTRATO ROCCIOSO
9.1 Caratteri salienti substrato roccioso: le rocce deboli
La roccia, che affiora estesamente lungo il lato Ovest del ponte esistente, è costituita da cal-
cari marnosi e marne di tipo flysch, le quali sono ascrivibili alla categoria delle rocce deboli.
Le rocce deboli sono dei materiali geologici con comportamento intermedio tra quello dei ter-
reni e quello delle rocce vere e proprie. Per una prima discriminazione di tali materiali, la
Society for Rock Mechanics nella BGD (1980), definisce rocce deboli quelle in cui la resi-
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stenza a compressione monoassiale è compresa tra 2 MPa e 20 MPa.
Nello specifico caso, la roccia è definibile come debole a causa di due fattori:
• la debolezza di una parte del costituente (la frazione argillitico – marnosa, con bassa
resistenza a compressione);
• la fitta alternanza tra litotipi con caratteristiche differenti (calcari / marne / argilliti), tipi-
che della formazione di Brenno.
Secondo la classificazione delle rocce deboli proposta da Clerici (1992), la roccia analizzata
rientra nelle seguenti classi:
• classe WR a h: alternanza di litotipi a differente comportamento meccanico con pre-
valenza di rocce dure
• classe WR a f : alternanza di litotipi a differente comportamento meccanico con pre-
valenza di rocce della classe WR m f
Tabella 9 – Classificazione delle rocce deboli sulla base delle caratteristiche rilevabili nel corso di rilie-vo geeomccanico (rc = resistenza a compressione, I = intercetta discontinuità, W = grado di alterazio-
ne).
A causa della eterogeneità di queste rocce, risulta talora poco significativo effettuare rilievi
geomeccanici in senso classico, e risulta spesso necessario adattare il rilievo al singolo caso
specifico.
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9.2 Rilievo geomeccanico
Al fine di fornire una prima caratterizzazione tecnica del substrato roccioso, si è proceduto
alla realizzazione di un rilievo strutturale, in corrispondenza del pilone del ponte esistente (la-
to Ovest) secondo le raccomandazioni proposte in merito dall’I.S.R.M. e dall’I.A.E.G..
L’ubicazione del rilievo è riportata nella Tavola 2 in allegato.
Per rilievo geomeccanico si intende un insieme ordinato di misure ed osservazioni che ven-
gono svolte al fine di acquisire i parametri base delle discontinuità e dell’ammasso roccioso.
Si rimarca che l’assetto strutturale e litotecnico del substrato roccioso è abbastanza variabile.
Per ogni rilievo si è proceduto ad annotare:
Descrizione geolitologica della roccia, in particolare, definizione petrografica, e strutturale
Classe di appartenenza per caratteristiche litologico-tecniche, secondo il seguente schema:
R1: ammassi rocciosi massicci
R2: ammassi rocciosi stratificati
R3: ammassi rocciosi fortemente scistosi o fissili
WR: ammassi rocciosi costituiti da rocce deboli
Grado di alterazione dell’ammasso. Per definire tale carattere è stato indicato il simbolo W
seguito da una cifra variabile da 1 a 5 in funzione del grado di alterazione, con il numero più
alto che corrisponde a maggior grado di alterazione, secondo lo schema di Tabella 10.
Tabella 10 – Grado alterazione ammassi rocciosi
Grado di alte-
razione Descrizione Simbolo
Assente Nessuna traccia di alterazione del materiale roccia; è possibile una
leggera decolorazione sulle superfici di discontinuità maggiori W1
Leggermente alterato
La decolorazione indica alterazione sul materiale roccia e/o sulle superfici di discontinuità. La decolorazione può essere presente su
tutto il materiale roccia. W2
Mediamente alterato
L’alterazione interessa i primi centimetri di roccia. Meno del 50% del materiale roccia è decomposto e/o disgregato in una terra. E’
presente in modo discontinuo roccia fresca e decolorata. W3
Molto alterato Più del 50% del materiale roccia è decomposto e/o disgregato in
una terra. E’ presente in modo discontinuo roccia fresca e decolo-rata.
W4
Completamen-te alterato
Tutto il materiale roccia è decomposto e/o disgregato in una terra. La tessitura originale dell’ammasso roccioso è ancora in gran parte
riconoscibile. W5
Orientazione delle discontinuità. Sono state identificate, ed è stata misurata, l’orientazione
delle discontinuità interessanti gli ammassi rocciosi, distinguendole per famiglie. E’ stato
possibile riconoscere un massimo di 3 famiglie di discontinuità, cui si associano localmente
fratture superficiali non raggruppabili in un set definito di discontinuità.
Determinazione della Spaziatura, Persistenza, Forma, Apertura, Riempimento e condi-
zioni di umidità di ogni sistema di discontinuità. La spaziatura della stratificazione è stata
distinta per gli strati calcarei e gli interstrati marnosi.
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Determinazione della forma delle superfici di discontinuità oltre alla descrizione genera-
le della geometria della discontinuità si è proceduto a caratterizzare la rugosità dei giunti
tramite utilizzo del pettine di Barton, quindi tramite confronto grafico con i profili di riferimen-
to, si è passati all’attribuzione del coefficiente JRC
Alterazione delle discontinuità: è stato qualitativamente valutato l’indice di alterazione del-
le discontinuità, assegnando le sigle secondo lo schema di Tabella 11.
Tabella 11 – Grado alterazione discontinuità
Termine Descrizione Simbolo Non alte-
rata Sulla superficie di discontinuità non vi sono tracce visibili di alterazione WD1
Scolorita Il colore originale della roccia è cambiato sulla superficie della disconti-
nuità parzialmente o totalmente WD2
Alterata L’alterazione ha interessato non solo la superficie di discontinuità ma an-che la roccia per qualche millimetro. La tessitura originale è ancora rico-
noscibile WD3
Molto al-terata
L’alterazione è progredita in profondità per alcuni millimetri con la com-pleta trasformazione della roccia in terreno
WD4
Determinazione dell’intercetta delle discontinuità.
Determinazione del Volume Roccioso Unitario: minimo, medio e massimo, ove possibile.
Resistenza a compressione apparente della roccia. Si è fatto riferimento ai dati ottenuti
dalle prove sclerometriche effettuate in sito, differenziando i valori per le frazioni calcaree e
per quelle marnose.
I dati di sintesi del rilievo geomeccanico è riportato in allegato 3.
9.2.1 Commento al Rilievo geomeccanico
Il rilievo strutturale svolto indica la presenza di substrato roccioso costituito da marne calca-
ree alternate a calcari marnosi ed a livelli argillitici. La roccia si mostra in genere poco frattu-
rata, sebbene pervasa da stratificazione sottile, con locali disturbi arrecati da presenza di fa-
gli inverse poco continue lateralmente. Si osserva una discreta variabilità dei litotipi (calcari,
marne, argilliti) anche su brevi distanze.
In base ai valori di resistenza a compressione media della roccia, secondo quanto proposto
da ISRM e Deere e Miller (1966), la frazione calcarea mostra resistenza bassa, quella
marnosa resistenza molto bassa.
Tale peculiare assetto rende poco significativa l’applicazione delle usuali classificazioni degli
ammassi rocciosi, quali RMR (Beniawski, 1989) e Rock Tunneling Quality Index, o Q system
(Barton et al., 1974), per la determinazione delle caratteristiche gemeccaniche degli ammas-
si stessi.
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9.3 Caratterizzazione substrato roccioso
Considerando la specifica casistica in esame, si è proceduto alla caratterizzazione del compor-
tamento geomeccanico dello stesso adottando il criterio di rottura di Hoek e Brown (2002), e-
sprimibile secondo la formulazione
dove:
σ1, σ3 = sforzi principali maggiore e minore a rottura;
σci = resistenza a compressione uniassiale materiale roccia intatta;
mb, s, a = parametri dell’ammasso roccioso
Si rimarca che tale criterio di rottura risulta applicabile quando non vi è una direzione preferen-
ziali di rottura. Per lo specifico caso in esame non risulta quindi applicabile per valutazioni ine-
renti la stabilità di versante, ove la stratificazione, ben netta, agirebbe come via preferenziale di
movimento. Può trovare applicazione per la valutazione della capacità portante delle opere di
fondazione profonde, ove l’azione di confinamento impedisce movimenti relativi lungo i giunti di
strato.
Tale criterio di rottura, nella sua più recente formulazione (2001) è stato studiato per la applica-
bilità alle formazioni complesse deboli ed eterogenee quali i flysch, categoria in cui rientra il ca-
so in esame.
Nella formula più recente, i parametri caratteristici mb, s ed a, sono così esprimibili:
mb = mi * exp (GSI-100 / 28- 14D)
s = exp (GSI-100 / 9- 3D)
a = ½ + 1/6 (e-GSI/15 – e-20/3)
ove
σc = resistenza a compressione monoassiale del materiale roccia intatta.
mi = costante di Hoek-Brown, ricavabile da prove triassiali, riferita al materiale roccia intatta.
GSI = Geological Strenght Index, parametro che descrive il decadimento della resistenza degli
ammassi rocciosi rispetto a quella del materiale roccia in funzione delle condizioni geo-
logiche locali.
D = fattore di disturbo, variabile da 0 per ammassi non disturbati a 1 per ammassi fortemente
disturbati.
9.3.1 Resistenza a compressione
Uno dei parametri salienti è la determinazione della resistenza a compressione dei diversi
termini litologici costituenti il substrato roccioso. Si premette che valori esatti di tale grandez-
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za sono ricavabili solo tramite prove di laboratorio, non contemplate nella presente campa-
gna di indagini, di cui si raccomanda però la effettuazione ad approfondimento dello stato di
attuali conoscenze.
Allo stato attuale si è proceduto alla determinazione speditiva della resistenza a compressio-
ne monoassiale tramite correlazione con la resistenza sclerometria misurata in sito. E’ stato
utilizzato un martello sclerometrico tipo N, avente energie di impatto di 0,225 kgm.
Il valore di resistenza a compressione del materiale roccia è stato stimato adottando la corre-
lazione empirica proposta da Katz ed al. (2000):
σc = 2,22 * e 0,067*R
Nelle sei stazioni di misura (vedi Tavola 2 per ubicazione), si sono ricavati i dati esposti nella
Tabella 12.
Tabella 12 – Resistenza a compressione monoassiale materiale roccia
R σc % R σc Campo Valore
MPa MPa Mpa
1 36 24.7 70% 12 5.0 30% B 42 17.1
2 35 23.2 50% - 4.0 50% C 40 12.4
3 42 37.0 86% - 4.0 14% B 50 29.2
4 43 40.0 58% 10 4.4 42% C 40 22.7
5 35 23.2 50% - 4.0 50% C 38 12.4
6 39 30.3 68% 10 4.3 32% B 45 19.9
σc medio 29.7 MPa σc medio 4.2 MPa 19.0 σc medio A.R.
σc caratt. 18.7 MPa σc caratt. 3.7 MPa 9.0 σc caratt. A. R.
GSI
variabilit38-50
Resistenza a
compressione
mediata A.R.
SitoCalcare marnoso Marna argillitica GSI
9.3.2 Geological Strenght Index
Il GSI, nella sua formulazione più recente, viene determinato mediante un grafico dove le ca-
ratteristiche strutturali dell’ammasso in termini di grado di fratturazione e disturbo tettonico
sono intercorrelate con le caratteristiche della superficie di discontinuità in termini di rugosità,
alterazione e riempimento della frattura.
Marinos e Hoek (2.000), hanno sviluppato una apposta carta per rocce flyschoidi, applicata
per il caso in esame (figura 16).
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Figura 16 – GSI per rocce flyschoidi (Marinos e Hoek, 2000)
Nelle sei stazioni di misura (vedi Tavola 2 per ubicazione), si sono ricavati i dati esposti nella
Tabella 12. Gli ammassi rocciosi rientrano nelle Classi B, e C, è stata quindi ricavata la resi-
stenza a compressione monoassiale mediata per i due litotipi, secondo quanto esposto nella
tabella di figura 16.
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9.3.3 Caratterizzazione geomeccanica ammassi rocciosi- condizioni medie
Per il caso di ammassi rocciosi nelle condizioni medie rappresentative, utile ad un inquadra-
mento preliminare delle caratteristiche meccaniche della roccia, si è determinato un valore del
parametro GSI (Geological Strenght Index) pari a 44.
Il parametro mi, derivabile da prove triassiali, è stato assunto per via bibliografica in un valore
pari a 10, sulla scorta della litologia e natura della roccia presente (marna calcarea).
Il valore del fattore di disturbo è stato assunto pari a 0,7 (taglio di scarpate per opere di inge-
gneria civile quali strade con esplosivo controllato – applicabile alla porzione Ovest
dell’intervento).
I valori di resistenza a compressione monoassiali sono stati derivati da correlazione con i dati di
prove sclerometriche in sito, come esposto al paragrafo 9.3.1.
Adottando i valori sopra esplicitati si ottiene:
• mb = 0,461
• s = 0,0003
• a = 0,509
La quantificazione della resistenza della roccia in termini di coesione ed angolo di attrito,
comunemente impiegati nella pratica, a partire dai parametri di resistenza del criterio di Hoek
e Brown (non lineare) risulta di difficile applicazione. Poiché nei codici di calcolo usuali la re-
sistenza è definita in termini di coesione ed angolo di attrito, (formulazione del criterio di
Mohr-Coulomb), sono stati definiti tali valori in termini di parametri istantanei, imponendo uno
specifico campo tensionale di validità dei suddetti parametri.
Le analisi sono state effettuate adottando codice di calcolo dedicato (RocLab), in cui viene
proposto l’approccio di correlazione proposto da Bray e riportato in Hoek (1983).
Di seguito vengono riassunti i parametri di ingresso, ricavati dalle analisi e dalle prove speri-
mentali effettuate in sito, e le rispondenti determinazioni analitiche derivante dalla elaborazione
dei dati acquisiti secondo la metodologia sopra illustrata, per un campo tensionale associabile
ad un carico litostatico di 6 m.
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Figura 17 – Diagrammi di resistenza degli ammassi rocciosi secondo il criterio di Hoek e Brown. Am-
masso roccioso in condizioni medie.
Si sottolinea che i valori di c e f riportati si riferiscono allo specifico stato tensionale valutato.
Per ogni punto di interesse andranno sviluppati approfondimenti di indagine ad hoc.
Parametri di ingresso σci 19 MPa GSI 44 mi 10 D 0.7 Ei 3.325 MPa
Risultati Hoek Brown Criterion Parameters mb 0,461 s 0.00003 a 0.509 Failure Envelope Range σ3max 0.139 MPa Istantaneous Mohr-Coulomb Fit c 0.068 MPa phi 48.2 degrees Rock Mass Parameters