Contact Center 800.90.10.10 - www.unar.it Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITÀ UFFICIO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONI RAZZIALI RASSEGNA STAMPA MONITORAGGIO E APPROFONDIMENTO DEI FENOMENI DISCRIMINATORI NEI MEDIA E SUL WEB Anno IV - Roma,25 Luglio 2013 A cura di Fernando FRACASSI Resp. Comunicazione Contact Center Collaborazione Monica D’Arcangelis, Alessandro Tudino
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Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITÀ
UFFICIO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONI RAZZIALI
RASSEGNA STAMPA MONITORAGGIO E APPROFONDIMENTO
DEI FENOMENI DISCRIMINATORI NEI MEDIA E SUL WEB
Anno IV - Roma,25 Luglio 2013
A cura di
Fernando FRACASSI Resp. Comunicazione
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Collaborazione
Monica D’Arcangelis,
Alessandro Tudino
Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 25/07/2013
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Razzismo: Kyenge, diversita' fa paura in
Italia
Ministro annuncia piano triennale contro intolleranza ROMA ''In questo momento questo fenomeno e' particolarmente sentito anche perche'
non c'e' stata una buona comunicazione per quanto riguarda le diversita', soprattutto per
quella che riguarda la diversita' dei tratti somatici e la diversita' non viene vissuta come
qualcosa che puo' arricchire ma che fa paura''. Cosi' il ministro per l'Integrazione Ce'cile
Kyenge, ospite di Enrico Mentana al TgLa7, commenta il fenomeno del razzismo che ha
investito recentemente anche il difensore del Milan Kevin Constant.
Dopo aver ricordato che e' in Italia da 30 anni ''dove ero arrivata con un visto per lo studio
e in condizioni di precarieta''', Kyenge ha detto di ritenere di ''conoscere l'evoluzione del
fenomeno immigratorio, da transitorio a stabile e strutturato''. Ha ammesso che ''si'' l'Italia
deve ancora imparare a fare i conti con le diversita'.
''In questi 30 anni e' cambiato il modo di capire in cosa consiste l'immigrazione - ha
spiegato Kyenge - negli ultimi anni si e' parlato soprattutto di immigrazione come
fenomeno di clandestinita', delinquenza, facendo vedere soprattutto una parte
dell'immigrazione, mentre l'altra, come quella che ha portato la sottoscritta in Italia, e'
sconosciuta e non costituisce nemmeno la maggior parte delle emergenze, quella dei
barconi a Lampedusa. L'immigrazione irregolare, arriva via terra – precisa la ministra -
anche per difficolta' nel fare il visto''. A Mentana che le fa notare come al calciatore
Balotelli le tifoserie che non lo amano gli ricordano che 'non esistono neri italiani', Kyenge
ha replicato: ''I neri italiani esistono. Per questo bisogna cominciare a fare i conti con la
societa' e il mio ministero ha cominciato un percorso che parte il 30 luglio proprio
per cercare di fare un piano triennale contro il razzismo, la xenofobia e
l'intolleranza. Il piano - ha concluso - riguardera' la societa' civile, le istituzioni, gli enti
locali e sara' interministeriale. E riguardera' anche il mondo della comunicazione per
cominciare una campagna di comunicazione''.
(ANSA).
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Cori razzisti a Constant, Figc apre un
fascicolo. Galliani: "Non doveva uscire
dal campo"
La procura federale vuole "accertare la portata dell'episodio a sfondo razzista" che ha visto coinvolto il giocatore del Milan nel corso del trofeo Tim allo stadio di Reggio Emilia. Squinzi, patron del Sassuolo: ''Brutto episodio che non dovrà
ripetersi''. L'ad condanna gli episodi ma non approva il comportamento del giocatore
di STEFANO SCACCHI
MILANO - Un'altra amichevole del Milan turbata da un episodio di razzismo. A sei mesi
e mezzo dalla sospensione della partita di Busto Arsizio per la protesta di Boateng contro i
'buù degli ultrá della Pro Patria, è stato Constant a lasciare il campo per alcuni insulti
ricevuti dagli spalti dello stadio di Reggio Emilia durante la mini sfida con il Sassuolo, terzo
atto del Trofeo Tim al quale ha partecipato anche la Juventus. La Procura Federale della
Federcalcio ha subito aperto un fascicolo "volto ad accertare la portata dell'episodio a
sfondo razzista".
GALLIANI: "CONSTANT NON DOVEVA USCIRE" - Dura la presa di posizione
dell'ad rossonero, Adriano Galliani, non solo con gli autori degli autori dell'episodio di
razzismo, ma anche verso il giocatore: "Solidarietà assoluta a Constant perchè sono cose
inqualificabili, però l'ho detto, l'ho ripetuto e l'ho scritto a tutti che non si può uscire dal
campo. I cori sono ignobili e vanno combattuti, farò un comunicato stampa, le regole del
calcio sono però che quando succede ci si rivolge all'arbitro, che lo dice al quarto uomo
che a sua volta avvisa il responsabile di polizia, l'unico autorizzato a sospendere la partita.
Ma non si può uscire dal campo".
ALTRA PALLONATA IN TRIBUNA - Constant ha scagliato improvvisamente il
pallone in tribuna e ha lasciato il campo. L'arbitro Gervasoni ha precisato al delegato tv
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presente a bordo campo che il terzino rossonero non era stato espulso ma aveva
abbandonato volontariamente il terreno di gioco dopo aver sentito insulti razzisti. Poi il
direttore di gara ha chiesto allo speaker dello stadio di pronunciare l'avviso pubblico
previsto dal regolamento. Per riportare la situazione alla normalità il Milan ha inserito il
giovane Piccinocchi al posto dell'ex di Chievo e Genoa, derubricando formalmente la
protesta a sostituzione.
SILENZIO DELLA SQUADRA - Questa volta i compagni non hanno seguito l'autore
della pallonata di protesta. Anche negli spogliatoi pochissima voglia di commentare
l'episodio: "Ne parlerá la societá", ha detto Allegri. Boateng ha lasciato lo stadio in silenzio.
Constant ha preferito evitare i microfoni. E finora nessuna nota ufficiale da parte del
Milan. A chiarire la posizione del club potrebbe essere Galliani arrivato a Milanello per la
prima giornata di Pippo Inzaghi da allenatore del Milan.
SQUINZI CONDANNA - Ha subito fatto sentire la sua voce il presidente del Sassuolo,
Squinzi: "E' stato un brutto episodio che non dovrá ripetersi". Il numero uno di
Confindustria aveva chiesto provvedimenti esemplari a gennaio dopo Pro Patria-Milan.
Solidale con il collega, lo sloveno Kurtic del Sassuolo: "Se Constant ha sentito certi insulti,
ha fatto bene ad andare via". Gli insulti di ieri sera sono stati di entitá chiaramente inferiore
rispetto a quelli di Busto Arsizio. Infatti, allo stadio nessuno si era reso conto dell'accaduto
prima del gesto di Constant. Anche dall'altra parte del campo, quello delle panchine, non è
stato possibile sentire nulla. Più nitidi alcuni cori contro Balotelli - ieri ultimo giorno di
vacanza per lui tornato oggi a Milanello con qualche libea di febbre - da parte del settore
dei tifosi più caldi della Juventus nel corso della partita di 45 minuti tra bianconero e
rossoneri che ha aperto la serara.
E questo puó aver contribuito a creare qualche nervosismo in casa Milan.
IL COMUNICATO DEL SASSUOLO - Con riferimento all’episodio che in occasione
dell’incontro del Trofeo TIM U.S. Sassuolo Calcio - A. C. Milan ha portato il calciatore
Kevin Constant ad allontanarsi dal terreno di gioco, U.S. Sassuolo Calcio, in attesa dello
sviluppo delle indagini da parte delle autorità competenti che possa eventualmente
individuare soggetti singolarmente e personalmente responsabili di manifestazioni
intolleranti, conferma la piena condanna nei confronti di qualsivoglia espressione a sfondo
razzista sottolineando, in ogni caso, la sempre straordinaria correttezza, in generale e nello
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specifico, tenuta dalla sua tifoseria. Tifoseria che negli anni ed anche in occasione del
Trofeo TIM di ieri sera ha sostenuto con la massima sportiva partecipazione la propria
squadra senza mai trascendere in cori beceri e contrari alle tifoserie delle altre società
partecipanti, tifoserie che, anzi, hanno avuto modo di apprezzarne la piena ospitalità.
( Fonte: www.repubblica.it )
Razzismo nei confronti di Constant:
arriva il comunicato del Milan
Ecco il comunicato del Milan in risposta all'ennesimo caso di razzismo nei confronti di un
giocatore di colore: ''Nella serata di ieri 23 luglio 2013 si è verificato l'ennesimo
episodio di volgare intolleranza razzista: questa volta la vittima è stato Kevin
Constant, che ha reagito abbandonando il campo di gioco.
Non era, questa, decisione che gli competeva e, pur potendosene comprendere le
ragioni, così come l'ira che ha fatto sia pur civilmente trascendere Constant, l'AC
Milan ha il dovere di ricordare che tutti gli interventi contro le manifestazioni che
offendono l'umana dignità, quali sono tutte le discriminazioni razziali, spettano
soltanto al responsabile dell'ordine pubblico e al direttore di gara.
La difesa degli strumenti legali e delle istituzioni, dovuta da ogni membro di una
comunità per la stessa sopravvivenza d'un sistema civile, non può tuttavia far perdere
di vista l'ignobile sfondo su cui con inquietante frequenza accade ormai di doversi
confrontare: il razzismo non ha alibi, né se esso corrisponde ad un pensiero disgustoso
che divida gli uomini per il colore della pelle o la nazionalità, né se le sue
manifestazioni - i suoni, le parole, i gesti - siano il frutto d'uno squallido spirito
emulativo, figlio di menti miserabili, persino incapaci di formarsi opinioni, per quanto
orribili esse siano.
Costoro, i membri dell'una e dell'altra categoria, non meritano tolleranza: da oggi non
l’abbiano più. In nessuna sede: si tratta non tanto di difendere un calciatore o uno
sport, ma il mondo civile, cui essi non sono mai appartenuti.''
( Fonte: www.europacalcio.it )
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Razzismo, inchiesta penale sui cori
Trofeo Tim: il procuratore Grandinetti apre fascicolo. I filmati al
setaccio della Digos
Un’inchiesta penale. Stamattina, sulla scrivania del procuratore capo Giorgio
Grandinetti, è attesa l’informativa della Digos, dalla quale verrà aperto il fascicolo.
ANCORA da chiarire se sarà a carico di ignoti o meno. Tutto dipenderà se nelle indagini
in corso di svolgimento dagli uomini della questura, verranno identificati i colpevoli, dopo
aver scandagliato le immagini delle telecamere dello stadio. L’ipotesi di reato,
secondo l’articolo 594 del codice penale, è quella di «ingiuria aggravata a sfondo
razziale».
L’EPISODIO è avvenuto al minuto 34 dell’ultima sfida del triangolare fra Milan e
Sassuolo, quando il giocatore rossonero, che si apprestava a battere una rimessa laterale,è
stato bersagliato dai buu razzisti di alcuni tifosi che occupavano lo spicchio dei
distinti riservato ai fan del Sassuolo. Constant ha reagito scagliando violentemente il
pallone in tribuna, verso i presunti colpevoli. Il francese poi ha chiesto immediatamente il
cambio, con una sorta di auto-sostituzione e ha lasciato il campo.
LO STESSO fece il suo compagno di squadra Kevin Prince Boateng, il 3 gennaio scorso a
Busto Arsizio durante un’amichevole, quando scagliò il pallone contro i tifosi della Pro
Patria che lo beccavano continuamente con buu razzisti. Allora però, fu addirittura l’intera
squadra a ritirarsi con conseguente sospensione della partita.
Per quell’occasione, sei tifosi bustocchi furono identificati e condannati da 40 giorni a due
mesi di reclusione, con l’aggiunta di un risarcimento da pagare.
ANCHE la Procura Federale della Figc ha aperto un’inchiesta
sull’episodio avvenuto martedì sera al Mapei Stadium-Città del Tricolore. Alla Pro Patria,
per responsabilità oggettiva, fu comminato un turno da disputare a porte chiuse in
campionato. Lo stesso potrebbe accadere al Sassuolo. Sarebbe una grande beffa per il
Sassuolo giocare la prima partita di serie A nella storia, senza il proprio pubblico.
INTANTO si sono scatenate numerose polemiche riguardo all’accaduto. Soprattutto sul
web, in particolare sui social network, dove impazza il dibattito. Emergono ovviamente
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commenti di dura condanna ma anche numerosi che sostengono che il giocatore abbia
esagerato nella reazione, come del resto ha fatto Adriano Galliani («Il razzismo non è
tollerabile, ma Constant non doveva lasciare il campo», ha detto). Così come la «battaglia
della colpa», dove affiorano anche aspetti campanilistici Reggio-Sassuolo (di cui ci
occupiamo a parte).
INOLTRE qualche testimone, posizionato proprio nel settore distinti, proferisce le
offese. «Brutta scimmia, rifatti il naso», avrebbero urlato secondo un tifoso. Ma anche qui,
le testimonianze si spaccano e un altro tifoso, anch’egli spettatore dei distinti, scrive su
facebook che i tifosi hanno urlato solo la seconda parte della frase, senza riferimenti
razziali.
IL VICE-SINDACO Ugo Ferrari esprime solidarietà al calciatore rossonero: «Un fatto
grave e da condannare che non appartiene né a Reggio né allo sport. Il razzismo è come un
virus altamente infettivo, non possiamo permettere che si diffonda. Sono episodi che non
devono ripetersi mai più». Infine, Ferrari lancia il messaggio, legandosi all’episodio di
martedì sera: «Dagli stadi non devono uscire i calciatori, ma gli autori di comportamenti
sbagliati».
( Fonte: www.ilrestodelcarlino.it )
Maroni: "La Lega non è razzista, ma
qualcuno va sopra le righe"
"L'antirazzismo è presupposto per l'azione politica"
Milano, 24 luglio 2013 - "Essere contro il razzismo e il rispetto delle regole sono i
presupposti per l'azione politica".
Lo ha affermato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, che ha
commentato così un ordine del giorno del Pd che impegna la Giunta ad iniziative contro il
razzismo, tra cui un corso di formazione antirazzismo per gli amministratori pubblici.
A chi gli ha chiesto, a margine di una riunione del Consiglio regionale lombardo, se è
d'accordo con la proposta del Pd, Maroni ha replicato: "Assolutamente sì. Lega non è
razzista, ogni tanto c'è qualcuno che va sopra le righe. Noi siamo per l'integrazione e il
rispetto delle regole". "Questo che la Lega è razzista - ha aggiunto - è un luogo comune.
Sono assolutamente contrario al razzismo e qualunque iniziativa mi venga proposta in
questa direzione io sono assolutamente favorevole".
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( Fonte: www.stranieriinitalia.it )
Cassazione: L’esternalizzazione di un
sentimento di avversione o discriminazione
razziale è sufficiente a far scattare
l’aggravante di cui alla ‘legge Mancino’
Suprema Corte di Cassazione, sentenza n. 30525/13 dd. 15 luglio 2013.
Corte Suprema di Cassazione, sez. V penale, sentenza n. 30525/13 del 15 luglio 2013
La Suprema Corte di Cassazione, sez. V penale, con la sentenza n. 30525/13 depositata il
15 luglio 2013, ha affermato che l’esternalizzazione di un sentimento di avversione o
discriminazione razziale, obiettivamente percepibile come tale nel comune sentire, è di per
sè sufficiente a far scattare l’aggravante del reato commesso per finalità di odio razziale, a
prescindere dal movente che possa aver innescato la condotta, che può essere anche di
tutt’altra natura. I giudici di legittimità sono giunti a tali conclusioni respingendo il ricorso
di un cittadino italiano che si era visto applicare dal Tribunale di Firenze la misura degli
arresti domiciliari in riferimento al reato di lesioni personali aggravate dalla finalità di odio
razziale commesse nel corso di un’aggressione ai danni di due cittadini extracomunitari di
origine magrebina. Secondo la difesa, la circostanza che l’aggressione fosse stata
accompagnata da epiteti spregiativi della razza delle persone offese, quali “sporco negro” o
“stronzo negro”, non sarebbe sufficiente a comprovare che l’azione violenta sia stata
perpetuata per finalità di discriminazione od odio razziale, poichè il movente sarebbe stato
di altra natura . Secondo la Corte di Cassazione, invece, la mozione soggettiva dell’agente,
ovvero i motivi iniziali che possono avere scatenato la sua condotta, non hanno rilievo,
poichè quando l’agente sceglie, nel commettere il reato, modalità riconducibili al disprezzo
razziale, deve ritenersi che persegua comunque quelle finalità di odio razziale che
caratterizzano l’aggravante di cui all’art. 3 l. n. 122/1993.. In tal senso, il ricorso a frasi
ingiuriose collegate all’elemento razziale, quali ‘sporco negro’ o ‘stronzo negro’, rilevando
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l’orientamento razziale dell’aggressione, ovvero la volontà di discriminare la vittima in
ragione della sua identità razziale.
( Fonte: www.asgi.it )
Associazioni parti civili contro Serafini Sono 4 (Anpi, Arci, «Il gioco degli specchi» e giuristi democratici) e
chiedono di entrare nel processo chiedendo i danni
TRENTO. Sarà il giudice a decidere se ammetterle o meno ma sono già quattro le
associazioni trentine che hanno intenzione di costituirsi parte civile contro il consigliere
circoscrizionale Paolo Serafini nel processo per direttissima di domani. Il reato che gli
viene contestato dalla procura è quello - pesantissimo - di diffamazione aggravata dall’odio
razziale per le frasi che l’autista-politico (espulso da Progetto Trentino) ha rivolto sulla sua
pagina di Facebook alla ministra Cecile Kyenge. La decisione di costituirsi parte civile è già
stata presa dall’Anpi, dall’Arci, «Il gioco degli specchi» e l’associazione giuristi democratici.
L’elenco potrebbe però allungarsi perché ci sono altre realtà - locali e non - che si sono
sentite tirate in ballo dalle frasi di Serafini. Ma non è certo che l’ammissione sia possibile e
l’ultima (e unica) parola spetta al giudice Guglielmo Avolio che presiederà la direttissima.
Due sono le condizioni per le persone giuridiche. Ossia che nello statuto dell’associazione
sia indicata in maniera chiara la questione attinente la causa (e quindi il lavorare a favore
dell’integrazione o contro le discriminazioni) e poi che si sia fatto qualcosa di concreto sul
tema in questione e quindi organizzato eventi o promosso campagne. Con la costituzione
di parte civile c’è anche la richiesta di risarcimento che per ora non è stato quantificato. E
questo dipende anche dalla piega che prenderà il procedimento. Ossia se Serafini (che per
la sua difesa si è affidato agli avvocati Nicola benvenuto e Marco Vernillo) deciderà di
voler affrontare il processo o se opterà per il patteggiamento. In questo secondo caso non
è previsto il risarcimento ma sarà fatta richiesta che le spese legali (che sono a carico
dell’imputato) si trasformino in un assegno a favore delle associazione costituite. Insomma
è una situazione ancora fluida che prenderà una forma domani mattina. Ma facciamo un
passo indietro arrivando alla scorsa settimana quando sulla pagina Facebook del consigliere
circoscrizionale approdato a Pt dopo un passato nella Lega, compare il «torni nella giungla»
riferito al ministro Kyenge. Sono i giorni in cui l’Italia è scossa dalla frase di analogo tenore
del senatore Calderoli e su Serafini si scatena la bufera. Il Pt lo espelle e da più parti
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arrivano dure prese di posizione contro l’«invito». Si muove anche la procura che ordina
l’immediato oscuramento della pagine del social network con un decreto del procuratore
Amato, lo stesso che ha iscritto Serafini sul registro degli indagati per diffamazione
aggravata dall'odio razziale e che ha chiesto il giudizio per direttissima. Per la procura le
frasi postate da Serafini sul suo profilo Facebook sono altamente lesive dell'onore e del
prestigio della ministra. L'accusa, infatto, ritiene che la prova sia evidente.
E la prova sta proprio nelle frasi postate da Serafini sul suo profilo Facebook. Quell'invito
a tornare nella giungla a un ministro in carica è sembrato alla Procura un insulto da
perseguire.
( Fonte: www.trentinocorrierealpi.gelocal.it )
Casalgrande, lettera di scuse del
consigliere Luciano D’Arcio
A seguire la lettera di scuse che il consigliere Luciano D’Arcio ha inviato al Ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge Kashetu; all’On. Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati e a Nichi Vendola, Presidente Regione Puglia, a seguito dell’increscioso episodio verificatosi nei giorni scorsi.
Gent.ma Cécile Kyenge Kashetu
Ministro per l’ Integrazione
Largo Chigi, 19 00187 Roma
On. Laura Boldrini
Presidente della Camera
Camera dei Deputati
Palazzo Montecitorio
00186 Roma
Egregio Nichi Vendola
Presidente Regione Puglia
Lungomare Nazario Sauro 33
70121 BARI
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Casalgrande, 24/07/2013
Gentili Signori,
a seguito delle recenti notizie in merito alle mie dichiarazioni sul social network
“Facebook”, volevo rappresentarVi le mie più sentite scuse per le volgarità da me
espresse nei Vostri confronti. Si è trattato di una imperdonabile leggerezza, poiché non
sono stato in grado di tenere conto della pesantezza delle mie parole.
Sono affranto per la polemica che ne è scaturita, e ho constatato con amarezza quanto
possa essere doloroso essere al centro di un dibattito che è stato, a mio parere,
alimentato anche dai media.
Riguardo alle accuse di razzismo ed incitazione alla violenza, tengo a precisare che ho
da sempre rapporti con persone extracomunitarie, sia a livello personale e famigliare
sia lavorativo. Nella mia azienda ho da sempre ragazzi extracomunitari ai quali ho
sempre teso la mano in loro aiuto, facendoli lavorare con un trattamento paritario e
rispettoso. Ritengo ingeneroso il fatto che mi venga attribuito il termine razzista.
Per quanto riguarda l’incitazione alla violenza, da anni nel nostro Paese assistiamo ad
avvenimenti vergognosi di tafferugli negli stadi e di aggressioni, e credo che in uno
Stato che si rispetti si debbano condannare e reprimere tali episodi facendo rispettare
la legge che deve essere uguale per tutti.
In ogni caso ciò che è accaduto è increscioso, e mi scuso per il disagio a Voi arrecato
con le mie dichiarazioni. Spero vivamente che d’ora in poi su questa vicenda possa
scendere il silenzio, e che i commenti da me fatti, dei quali mi rammarico, non
venissero più strumentalizzati a fini politici.
Sono talmente mortificato che sono disponibile a presentarVi le mie più profonde scuse
personalmente.
Vogliate accettare i miei saluti più cordiali.
Luciano D’Arcio
( Fonte: www.sassuolo2000.it )
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Il leghista: «Esercito a Venezia contro i
nomadi»
Furlanetto contro i rom barbanera: «Metodi troppo insistenti».
L'esercito per combattere i mendicanti. Non tutti però, solo i i 'barbanera', nomadi di etnia
rom che a Venezia e in altre città venete usano 'metodi' insistenti al limite della violenza
per chiedere l'elemosina.
La richiesta, da girare al governo, è stata rivolta dal consigliere regionale della Lega
Giovanni Furlanetto in una mozione indirizzata al governatore Luca Zaia.
CACCIATI DAL DUOMO DI MESTRE.Nella lotta ai 'barbanera', un soprannome
legato alle lunghe barbe degli uomini di questa etnia di origine romena, il parroco del
Duomo di Mestre, don Fausto Bonini, aveva già schierato un 'guardiano' all'ingresso
dell'edificio religioso per impedire che durante le messe i mendicanti girassero per i banchi
a chiedere soldi ai fedeli.
Una iniziativa che aveva suscitato un forte dibattito, ma a Furlanetto non sembrano bastare
le iniziative 'private': '«Serve l'esercito, in via urgente, e comunque un potenziamento delle
forze dell'ordine.
Questo visto l'ennesimo fallimento delle politiche di ordine, decoro e sicurezza messe in
atto dall'amministrazione lagunare di centrosinistra, che sull'onda di una presunta
integrazione mette in realtà in pericolo la sicurezza di residenti e turisti lasciando mano
libera all'accattonaggio dei 'barbanera'».
LA CARITAS VENEZIANA CONTRARIA. Un pollice verso alla richiesta di militari
'anti accattoni' è arrivato da don Dino Pistolato, responsabile Caritas della Diocesi
veneziana: «Se cominciamo a militarizzare il Paese siamo rovinati. È un problema sociale
certo, ma pensare di militarizzare la città mi pare che si esageri. Abbiamo le forze
dell'ordine, la polizia locale, per dare risposte adeguate a questo fenomeno. È certo da
controllare, ma con i mezzi ordinari che abbiamo». Per Zaia, Furlanetto «solleva un
problema reale che interessa non solo Venezia, basti pensare allo stress a cui sono
sottoposti i turisti nelle spiagge», ma il governatore ha ricordato che esistono già strumenti
per «applicare una linea di rigore intesa a scardinare ogni modello di illegalità. La
comprensione e la solidarietà sono tipiche della nostra comunità, che sa però riconoscere il
cittadino bisognoso da quello che vive di espedienti ed è problematico».
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ZAIA: «GLI STRUMENTI CI SONO GIÀ». Quindi Zaia ha spiegato: «Ci sono due
strumenti per intervenire: da una parte chiedere al governo di dare vita a leggi più severe ed
efficaci che agiscano a prescindere dal fatto che la persona sia italiana, extracomunitaria o
comunitaria e dall'altra, come accade in molti comuni, utilizzare le forze di polizia locale
per il contrasto delle illegalità in strada». Un impiego, per il governatore, più funzionale
rispetto ai «continui controlli che spesso risultano incomprensibili e ingiustificati ai nostri
commercianti».
( Fonte: www.lettera43.it )
Pisa, niente scuolabus per i bimbi rom:
diritto allo studio a rischio per 47
Associazioni e volontari presentano una mozione. Il Comune chiede
che alle famiglie di impegnarsi di più a mandare i figli a scuola.
L'assessore al sociale: "I bambini non devono fare le spese
dell'insolvenza degli adulti"
A meno di due mesi dall’inizio dell’anno scolastico 47 bambini rischiano di non poter
andare ascuola perché non esiste più un servizio di scuolabus. Succede alla periferia
di Pisa: i bimbi coinvolti fanno parte della comunità rom del campo di via della
Bigattiera, strada che congiunge la città con il litorale. Non mancano solo gli scuolabus: al
campo rom non c’è acqua corrente eluce dal 2012. “Il diritto alla sopravvivenza viene
ancora prima del diritto allo studio, alla Bigattiera abbiamo fatto un salto all’indietro di 20
anni” denuncia padre Agostino Rota Martir , sacerdote del campo di
Coltano. Associazioni cittadine, volontari e insegnanti hanno dato la loro solidarietà alla
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comunità rom della Bigattiera attraverso una mozione dove si chiede al Comune di
Pisa di ripristinare al più presto il servizio di scuolabus e fare in modo che il diritto allo
studio non venga negato ai bambini del campo rom. Dal canto suo l’amministrazione
comunale chiede alle famiglie rom di impegnarsi maggiormente nel mandare i figli a scuola.
“I bambini non devono fare le spese dell’insolvenza di nessun adulto – afferma Maria
Luisa Chiofalo, assessora comunale al Sociale e all’Istruzione – Il problema deve essere
risolto entro settembre, per questo è stato aperto un tavolo con la Regione Toscana per
gestire quella che per noi è un’emergenza”.
Lo scuolabus che non c’è più
Il servizio attuale prevede tre pulmini impegnati nel trasporto degli studenti provenienti
dai campi rom di Coltano e Oratoio. Ma dal 2011 non è più previsto il collegamento con
la Bigattiera: il Comune lo ha tagliato perché classifica il campo rom e i suoi abitanti come
“abusivi”. Ma la storia appare più complessa. Di proprietà del Demanio l’area era stata data
in concessione al Comune con un contratto di tre anni (dal 2007 al 2010) affinché fossero
regolarizzate le posizioni abitative di 8 nuclei familiari. Circa 40 persone che, secondo il
Comune, non potevano usufruire delle abitazioni consegnate alla comunità rom di Coltano
nell’ambito del progetto per l’integrazione creato dalla municipalità pisana “Città Sottili”.
Allo scadere del triennio la concessione non è stata rinnovata e il numero degli abitanti del
campo è cresciuto: ad oggi vivono alla Bigattiera 150 persone, un terzo sono bambini. “Per
quanto riguarda le bimbe e i bimbi al campo non autorizzato della Bigattiera – si legge in
una nota del Comune di Pisa – solo tre dei circa 50 appartengono a famiglie che sono
residenti a Pisa e che contemporaneamente sono nel comprensorio della scuola scelta: a
questi è stato regolarmente assegnato il servizio come in tutti gli altri casi cittadini (il
regolamento approvato dal consiglio comunale prevede che le famiglie richiedenti debbano
essere residenti a Pisa e coloro che scelgono la scuola fuori dal comprensorio di residenza
vengono serviti solo a riempimento di scuolabus parzialmente pieni).
Quella delle bimbe e dei bimbi del campo della Bigattiera, che lo scorso anno hanno avuto
frequenze in larga prevalenza basse o nulle, assume dunque i contorni di un’emergenza”.
L’assessora Chiofalo assicura: “Città Sottili è un progetto che ha prodotto buoni risultati.
I suoi limiti sono dovuti al fatto che non sempre c’è stata collaborazione da parte delle
famiglie per il proprio inserimento sociale e lavorativo e soprattutto per l’impegno riguardo
all’inserimento scolastico dei proprio figli. In ogni caso l’equazione scuolabus-
scolarizzazione non esiste”. Peraltro, nel caso della Bigattiera, a causa della scarsa
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frequenza degli alunni i carabinieri hanno fatto scattare una denuncia per abbandono
scolastico nei confronti dei genitori e questo ha scatenato l’indignazione di associazioni e
volontari. Alcuni cittadini hanno deciso di presentare una mozione per il ripristino del
servizio di scuolabus che sarà discussa dal consiglio comunale di Pisa nei prossimi giorni
con il sostegno di alcuni gruppi consiliari.
Un campo senza acqua ed elettricità
Ma alla Bigattiera c’è un problema ancora più grave della mancanza dello scuolabus:
mancano acqua ed elettricità. Di fatto si va avanti con i generatori e l’acqua corrente,
anche se il sistema idrico è stato riallacciato all’autoclave, è scarsissima. Come fanno sapere
dalla direzione della Società della Salute di Pisa entrambi i servizi sono stati tagliati nel 2012
in seguito alle segnalazioni della Protezione Civile e dei vigili del fuoco che avevano
denunciato il deterioramento (anche a causa di manomissioni) e la pericolosità degli
impianti. E anche in questo caso a farne le spese sono soprattutto i bambini.
Come spiega Milorad Petroski dell’Asifar , associazione per lo sviluppo interculturale dei
rom: “I bambini hanno detto di vergognarsi quando sono in classe con i loro compagni
perché sono sporchi, non possono lavarsi. Le madri stesse non vogliono che vadano a
scuola in quelle condizioni e mi hanno anche detto che sarebbero disposte a farli andare a
scuola a piedi se prima almeno potessero lavarli. Qui non c’è nemmeno la possibilità di
avere un frigorigero e ogni volta che piove il campo si trasforma in un lago di fango”. Sara
Cozzani, insegnante e presidente della sezione pisana di Opera Nomadi, aggiunge:
“Come si fa a vivere senza luce e acqua? Questa è un’emergenza umanitaria. Il Comune
insiste sull’autonomia delle famiglie ma in molti casi non è possibile. Oltre a mancare lo
scuolabus i bambini sono costretti ad andare a scuola sporchi. E’ degradante ed in alcuni
casi, anche se isolati, perfino le insegnanti hanno fatto degli apprezzamenti sull’odore dei
bambini”.
Anche se di elettricità e scuolabus ancora non si parla, l’amministrazione comunale ha
aperto un tavolo di confronto con la Regione Toscana per dare il via ad un micro
finanziamento finalizzato alla scolarizzazione dei bimbi rom della Bigattiera che dovrebbe
garantire la frequenza scolastica a settembre ma di deciso non c’è ancora niente. “Sono
stato al campo della Bigattiera venti giorni fa – spiega l’assessore regionale al
Sociale Salvatore Allocca – Queste persone vivono senza i mezzi minimi. La Regione
deve occuparsi di tutti e non lasciare indietro nessuno. Per quanto riguarda il campo della
Bigattiera stiamo pensando ad un progetto di finanziamento leggero”. Nel frattempo a
pagare il prezzo più alto sono i bambini. ( Fonte: www.ilfattoquotidiano.it )
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Fondi per l'integrazione dei Rom, la
parità di genere e i diritti delle persone
disabili
Sostenere attività che possono contribuire allo sviluppo, all'attuazione e al monitoraggio
delle politiche e della normativa nazionale ed europea nei settori dell'integrazione dei Rom,
della parità di diritti per le persone disabili e della parità di genere. Questo l'oggetto di un
invito a presentare progetti finanziato da due sezioni diverse del Programma Progress. La
sezione 4 "Antidiscriminazione e diversità e la sezione 5 "Parità di genere " mettono
complessivamente a disposizione delle ONG attive nel settore e organizzate a livello
europeo un budget globale pari a 7.350.000 euro. Il sostegno è mirato a progetti focalizzati
alla non discriminazione e integrazione dei Rom; parità di genere e diritti delle persone
disabili. Potranno essere finanziate attività di analisi (studi, inchieste, ricerche,
raccomandazioni politiche, valutazione, raccolta di dati, statistiche, sviluppo di indicatori,
benchmarking, ecc); attività di formazione; apprendimento reciproco, scambio di buone
pratiche, cooperazione; sensibilizzazione, informazione e diffusione (campagne di
sensibilizzazione, conferenze, meeting finalizzati alla diffusione) . Possono presentare
progetti Ong, senza scopo di lucro e indipendenti, che siano organizzate a livello europeo e
legalmente costituite e registrate da almeno tre anni in uno dei Paesi ammissibili a
PROGRESS. Il budget a disposizione del bando è ripartito come segue: "non
discriminazione e integrazione dei ROM": 4.300.000 euro; "parità di diritti per le persone
disabili": 2.100.000 euro; "parità tra donne e uomini": 950.000 euro. Il contributo UE potrà
coprire fino all'80% dei costi totali ammissibili dei progetti selezionati La scadenza per la
presentazione delle proposte è il 1° ottobre 2013. I progetti devono prevedere una durata
massima di 12 mesi, con inizio nel 2014 e devono essere presentati utilizzando l'apposito
sistema PRIAMOS per la presentazione elettronica delle proposte