RAPPORTO DI VALUTAZIONE INTERMEDIA DEL POR OB.1 2000-2006 DELLA REGIONE CALABRIA Volume 1 RAPPORTO DI VALUTAZIONE INTERMEDIA 30 Novembre 2003 Contratto per l’affidamento del servizio di valutazione indipendente intermedia e finale del Programma Operativo Regionale (POR) 2000- 2006 della Regione Calabria Articoli 3 e 4 A.T.I. IRS-RESCO-CULT
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RAPPORTO DI VALUTAZIONE INTERMEDIA DEL POR
OB.1 2000-2006 DELLA REGIONE CALABRIA
Volume 1
RAPPORTO DI VALUTAZIONE INTERMEDIA
30 Novembre 2003
Contratto per l’affidamento del servizio di valutazione indipendente
intermedia e finale del Programma Operativo Regionale (POR) 2000-
2006 della Regione Calabria
Articoli 3 e 4
A.T.I. IRS-RESCO-CULT
1
Indice
1. EXECUTIVE SUMMARY: CONSIDERAZIONI DI SINTESI E ORIENTAMENTI PER LA
Questo Rapporto di Valutazione Intermedia del POR Ob.1 2000-2006 della Calabria
presenta i risultati delle attività che il valutatore indipendente ha svolto al 30
settembre 2003 sulla base del disegno di valutazione presentato al CdS nel febbraio
2003, delle successive precisazioni metodologiche concordate con l’AdG e delle
Linee Guida dell’UVAL del Ministero dell’Economia.
In questa versione si tiene conto, nei limiti consentiti dal tempo disponibile e dalle
possibilità di verifica, anche delle informazioni aggiuntive e dei commenti emersi:
(i) negli incontri avvenuti nel periodo luglio-agosto 2003 con AdG, NVVIP Calabria e
UVAL sulla prima bozza del rapporto (presentata all’AdG il 30 giugno 2003); (ii) nel
confronto con tutti gli stakeholders che ha avuto luogo nel Comitato di Sorveglianza
del 20 e 21 ottobre 2003 sulla seconda bozza del rapporto (presentata all’AdG nel
settembre 2003); (iii) in un ulteriore incontro con il partenariato sociale che ha
avuto luogo il 18 novembre 2003; (iv) della conclusione delle indagini sul campo
effettuate nell’ambito degli approfondimenti tematici.
Il Rapporto si articola in tre volumi. Questo primo volume presenta le principali
evidenze che emergono dall’analisi condotta per la valutazione intermedia,
ponendo particolare attenzione alla valutazione del sistema di gestione del POR per
individuare le cause dei ritardi e delle difficoltà che hanno caratterizzato questi
primi anni di attuazione del POR. L’indice del volume è conforme alle indicazioni in
proposito fornite dalle Linee Guida dell’UVAL/MEF. Il secondo volume contiene le
analisi approfondite sull’evoluzione del contesto di riferimento e l’avanzamento del
POR per asse, settore, misura e fondo. Il terzo volume contiene infine gli
approfondimenti tematici che analizzano il disegno e l’attuazione del POR in
riferimento alla tutela del principio delle pari opportunità di genere, alla qualità del
sistema formativo, all’attivazione dei PIT e all’insediamento dei giovani agricoltori.
In specifico, gli ambiti di analisi trattati in questo rapporto, coerentemente con i
Blocchi di Attività previsti dalle Linee Guida dell’UVAL/MEF, sono i seguenti:
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• Il disegno e il metodo di valutazione (vol.I, cap.2) (Blocco di Attività A delle
Linee Guida),
• La valutazione dell’attualità della diagnosi e delle strategie previste dal POR alla
luce dell’evoluzione del contesto socio-economico regionale e del contesto
istituzionale e normativo (sintesi nel vol.I, cap.3 e analisi per Asse e Fondo nel
vol.II) (Blocco B),
• La valutazione dello stato di avanzamento del POR in termini finanziari,
procedurali e fisici, con una valutazione dei primi risultati e dell’efficacia di un
insieme di misure selezionate (sintesi nel vol. I, cap.4 e analisi a livello di Asse,
Fondo, Misura e Azione nel vol.II) (Blocco C, salvo l’analisi dei criteri di selezione
che si trova nel cap. 6 del vol.I e Blocco D),
• I risultati degli approfondimenti tematici concordati con l’ AdG (sintesi nel vol.I,
cap 5 e progress report nel vol.III)
• La valutazione del sistema di attuazione del POR, con attenzione in particolare
all’analisi dell’avanzamento procedurale e delle modalità di selezione degli
interventi, all’evoluzione del presidio del programma e al sistema di
monitoraggio (vol.I, cap.6) (Blocco C, per l’analisi dei criteri di selezione, e
blocchi E ed F)
• A conclusione, nel capitolo 7 di questo volume si presentano alcune riflessioni
sul contributo del POR al conseguimento degli obiettivi del QCS sia a livello
complessivo che di singolo Asse.
Le principali domande di valutazione cui si è cercato di rispondere sono state
discusse con i rappresentanti dell’AdG e del Partenariato e riguardano:
• l’adeguatezza della strategia prevista dal POR rispetto all’evoluzione del
contesto socio-economico e istituzionale - normativo nei primi tre anni di
attuazione;
• la capacità attuativa effettivamente messa in campo in questi tre anni e i fattori
principali che hanno influito sui ritardi di attuazione;
• la qualità degli interventi complessivamente avviati in relazione alla loro capacità
di rispondere ai bisogni di sviluppo del territorio calabrese e agli obiettivi del
POR.
L’attività di valutazione intermedia si è basata: sull’analisi della documentazione
resa disponibile da Rendiconta e dall’AdG ad ottobre 2003; su interviste ai referenti
interni all’AdG e all’amministrazione regionale; sulle informazioni raccolte durante
gli esercizi di analisi autovalutativa condotti dall’AdG con il sostegno del DPS-
Ministero dell’Economia nei mesi di maggio e novembre 2003; su interviste ad
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esperti, attuatori e rappresentanti del partenariato; sulle indagini sul campo
condotte nell’ambito dei quattro approfondimenti tematici. Una descrizione più
dettagliata della metodologia di valutazione e delle fonti informative utilizzate è
presentata nel cap. 2 di questo volume, mentre l’elenco dei referenti intervistati si
trova nell’ appendice 1 di questo volume.
In questa sintesi presentiamo le principali conclusioni che emergono dalla
valutazione finora condotta e gli orientamenti suggeriti per la nuova fase di
programmazione. Si rimanda all’analisi dettagliata presentata nei capitoli e nei
volumi che seguono per una descrizione approfondita dell’analisi e dei suggerimenti
che emergono da questa fase di valutazione.
1.2 Considerazioni di sintesi
L’attività di valutazione intermedia del POR Calabria evidenzia alcuni progressi
nell’avanzamento del POR, ma anche il permanere di rilevanti criticità nel processo
di gestione e di attuazione che rischiano di limitare fortemente le potenzialità di
questo sessennio di programmazione, se non vengono affrontate in tempi brevi.
1. In primo luogo l’analisi dell’evoluzione del contesto socio-economico e
normativo-istituzionale, condotta a livello di Asse e Fondo nel vol.II e a livello
complessivo nel cap. 3 di questo volume, evidenzia che la strategia
complessivamente delineata nel POR, pur se ampia e complessa per la vastità
dei settori di intervento e la numerosità delle misure e delle azioni previste,
sembra rispondere ad alcuni problemi di fondo del sistema economico e sociale
calabrese. In particolare essa identifica alcune priorità volte soprattutto a
migliorare e rafforzare il sistema di intervento regionale e locale e di partenariato
(capacity building) e a dotare la regione di infrastrutture sia fisiche che intangibili
e di servizi adeguati allo sviluppo, anche attraverso i criteri di concentrazione
selettiva delle risorse secondo la logica dell’integrazione. Il giudizio complessivo
sull’”utilità del POR” nel contesto calabrese rimane dunque positivo: le priorità
individuate nel POR e gli strumenti programmatici previsti (soprattutto
nell’ambito della programmazione integrata) appaiono complessivamente
coerenti ed adeguati a favorire un processo di capacity building particolarmente
necessario nel contesto regionale.
2. Va comunque sottolineato che proprio in un contesto come quello calabrese,
caratterizzato da un tessuto di enti locali fortemente disomogeneo e da una
debole tradizione di cooperazione e di partenariato istituzionale, oltre che da
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esperienze pre-esistenti di programmazione negoziata molto diversificate e non
adeguatamente valorizzate, lo sviluppo di un sistema di intervento basato sul
partenariato e la progettazione integrata richiede una forte capacità di indirizzo,
di sostegno e di coordinamento regionale e tempi relativamente lunghi di
attivazione e di adattamento1. Sotto questo profilo il POR, nell’affidarsi ad una
diffusa animazione dei territori, conta (forse troppo) sulle capacità intrinseche
dei soggetti locali nel portare a coerenza le progettualità emerse, mentre un
processo di sviluppo dal basso necessita di un significativo e continuo sforzo di
regia per indirizzare l’azione di elaborazione e limitare lo spazio agli eventuali
comportamenti opportunistici. Peraltro, in tale contesto, si deve anche
evidenziare il ritardo con cui sono state avviate le azioni di sistema programmate
dalle Amministrazioni centrali a sostegno dell’attuazione dei Pit. In ogni caso, ai
fini del secondo periodo di attuazione, è necessario prendere atto che, nel
disegnare il POR, mentre si è prevista una complessa articolazione di strumenti,
non è stato tenuto in adeguata considerazione il come affrontare il carico
amministrativo che ciò avrebbe comportato ai vari livelli degli apparati; in
particolare, ciò che permane carente è il livello di capacità di elaborazione di
soluzioni attuative in relazione ai contenuti delle singole misure e alle specificità
delle condizioni di contesto. La situazione è stata ulteriormente aggravata dalla
limitata funzionalità, fino ad ora, delle strutture comunque previste. In uno
scenario di interventi come quello disegnato dal Por, soprattutto in relazione alla
progettazione integrata, la coerenza tra la volontà di mobilitare le forze locali e
costruire progetti in forma di partenariato, da un lato, e l’esigenza di concentrare
le risorse su interventi con un minimo di significatività per le prospettive di
sviluppo delle aree interessate, dall’altro, richiederebbe un ruolo forte della
Regione nel guidare i programmi attraverso azioni di indirizzo,
accompagnamento e valutazione. Ruolo che spesso è venuto a mancare sotto
queste forme. Anche a causa dell’esistenza di condizioni settoriali e territoriali
molto differenziate, il disegno del POR rinvia alle fasi di attuazione
l’individuazione delle priorità e dell’architettura complessiva dell’intervento,
operando così un sovraccarico negoziale e decisionale sulle articolazioni del
1 E’ interessante a questo proposito quanto emerge da una recente ricerca su un campione dei 230 patti
territoriali finanziati in Italia a partire dal 1998 in Italia. La valutazione evidenzia come a funzionare
meglio siano gli accordi che hanno avuto maggior tempo per costruire il partenariato locale e individuare
i soggetti in grado di avere un ruolo di coordinamento sia a livello locale che nei confronti dei
finanziatori (Mef-DPS, 2003)
15
sistema politico-amministrativo calabro che esso fatica a sostenere, soprattutto
nei tempi stretti imposti dalla programmazione comunitaria. E’ forse questo il
principale limite del POR, insieme a quello della scarsa attenzione data alla
priorità trasversale delle Pari Opportunità, rispetto a cui non emerge una precisa
strategia di intervento.
3. In tema di Pari Opportunità, l’analisi dettagliata dell’impatto potenziale rispetto
al genere condotta nell’approfondimento tematico (presentato nel vol.III)
evidenzia infatti un programma operativo dal carattere sostanzialmente neutro
rispetto alla parità di genere, in cui l’attenzione alle pari opportunità si concentra
sostanzialmente nella misura dedicata (la 3.13). Anche l’attuazione non presenta
ancora una sufficiente attenzione alle problematiche di genere, come evidenziato
dalla carente traduzione operativa di specifici criteri premianti nei bandi e nei
criteri di selezione (ad eccezione delle nuove linee-guida per la predisposizione
dei PIT).
4. L’analisi del sistema di gestione del POR, presentata nel cap. 6 di questo volume,
sottolinea come l’attuazione del POR abbia visto inizialmente un significativo
investimento nel rafforzamento del sistema di governo a livello regionale che
però poi si è fermato per lungo tempo. La scelta iniziale adottata è stata quella di
rafforzare i meccanismi gestionali con la creazione di strutture parallele alla
macchina amministrativa ordinaria, formate in larga misura da personale
reclutato esternamente alla amministrazione regionale. Queste strutture, dotate
di competenze e professionalità specialistiche, avrebbero dovuto sostenere la
struttura amministrativa ordinaria e diffondere un processo di apprendimento
istituzionale. In questa direzioni alcune delle soluzioni adottate sono state
anticipatrici di scelte compiute in seguito anche da altre regioni. Come
ampiamente analizzato nell’apposito capitolo, la creazione della SOG, formata da
esperti settoriali e trasversali con funzioni di supporto alla gestione, è stata
un’innovazione nel contesto nazionale e anche il Nucleo di valutazione è stato
selezionato in anticipo rispetto ad altre regioni meridionali. Si tratta di una scelta
che può essere condivisa, rispetto alle esigenze di tempestività presentate dal
POR, solo se accompagnata: (i) da uno specifico presidio delle modalità di
funzionamento di questo assetto e, (ii), da un rafforzamento delle competenze
tecnico-organizzative anche della amministrazione ordinaria.
5. Questi aspetti non sono stati sufficientemente presidiati, ed anzi il processo di
rafforzamento della capacità di presidio regionale ha subito svariate battute
d’arresto e distorsioni che hanno condizionato la capacità operativa e quindi
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l’incisività delle soluzioni proposte: la nomina di un responsabile dell’AdG
effettivamente operativo è avvenuta solo nel maggio 2002, dopo un periodo di
supplenza; la struttura SOG è stata costituita con modalità che non hanno
consentito per lungo tempo né una immediata funzionalità, né di produrre effetti
positivi sulla struttura amministrativa ordinaria (ad esempio, non è stato chiarito
per lungo tempo a chi dovesse far riferimento la SOG e non è stato nominato il
responsabile della struttura); anche il Nucleo di valutazione non è stato
sufficientemente valorizzato, è rimasto largamente sottodimensionato rispetto ai
suoi compiti e privo di direzione fino a giugno 2003 e comunque a tutt’oggi il suo
funzionamento appare critico (considerando che viene sostenuto da risorse non
regionali, questa appare una questione che non può essere affrontata, dalla
Regione, solo in termini formali); il meccanismo di individuazione e nomina dei
responsabili di misura è stato caratterizzato da soluzioni procedurali inadeguate
e rimangono rilevanti i problemi connessi alla carenza di competenze e di
dotazioni strumentali (fino a tutto il 2002 solo poco più della metà delle 57
misure è stata coperta da un responsabile effettivo, alcuni responsabili sono stati
nominati solo nei primi mesi del 2003, a tre anni dall’avvio del POR, in altri casi
ci sono stati numerosi avvicendamenti e al momento della redazione di questo
rapporto sette misure erano ancora senza responsabile). Anche i progetti
integrati territoriali (PIT) sono stati avviati senza un adeguato disegno regionale
in merito alla direzione degli stessi, nonostante che il modello scelto fosse tale
da richiedere (oltre ad una intensa animazione territoriale, che è stata
effettivamente realizzata) una forte azione di regia in particolare per indirizzare
il partenariato locale nella fase di elaborazione dei progetti e per individuare i
criteri di valutazione e selezione delle proposte.
6. Questa difficile partenza ha comportato dei ritardi talmente gravi che nel corso
del 2002 la priorità è diventata quella di gestire l’emergenza per evitare il
disimpegno automatico. L’AdG (il cui nuovo responsabile è entrato in servizio
solo nel maggio 2002 sulla base di un disegno organizzativo che è stato però
coerentemente integrato solo nel primo semestre del 2003) ha gestito questa
fase con un certo successo:
• il disimpegno è stato evitato sia nel 2002 che nel 2003,
• molte misure sono state attivate nel corso del 2002 e del 2003. Al 30
settembre 2003 dai dati di monitoraggio Rendiconta risulta che 14 misure su
57 (il 25% del totale) presentano buoni andamenti o criticità facilmente
rimuovibili; alcune di queste sono rilevanti anche dal punto di vista
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strategico (si vedano il capitolo 4 di questo volume e i rapporti per Asse e
Misura nel volume II per una analisi più dettagliata),
• si è finalmente iniziata a consolidare nei primi mesi del 2003 una struttura di
gestione a livello regionale che vede il presidio del programma basato sulla
stretta relazione tra DG Bilancio, finanze, programmazione e sviluppo
economico, Autorità di gestione, gruppo SOG (pur se in formazione più
limitata rispetto a quanto previsto in origine), Nucleo di valutazione e
verifica degli investimenti pubblici e Responsabili di Misura,
• Nella prima metà del 2003 è stato incaricato un soggetto esterno per la
realizzazione di un audit sui livelli di perfomance dell’amministrazione
regionale e nel giugno 2003 è stata individuata una struttura autonoma
deputata ai controlli di secondo livello posta alle dirette dipendenze della
Presidenza della Giunta Regionale. Tale struttura è sostenuta da un servizio
di assistenza tecnica. Sempre nel primo semestre 2003 sono state nominate
nuove autorità di pagamento e sono state riformulate le linee guida dei PIT;
• Nel novembre 2003 l’AdG è riuscita finalmente ad ottenere una sede
adeguata e le necessarie dotazioni strumentali.
7. Le scelte attuative risultanti da questo processo presentano però ancora delle
sostanziali criticità, con significativi scostamenti rispetto a quanto previsto nel
POR e la permanenza di rilevanti problemi gestionali, che, tra l’altro, non hanno
consentito alla Calabria di partecipare del tutto alla distribuzione dei fondi
nazionali per la premialità:
• Le attività effettivamente avviate a tre anni dall’avvio del POR sono in larga
misura azioni caratterizzate dal fatto di consentire veloci meccanismi di spesa,
spesso poco coordinate tra loro e con altri interventi previsti sul territorio
calabrese. Come evidenziato dalle analisi per Assi, settori e misure presentate
nel cap. 4 di questo volume e nelle analisi settoriali del volume II, si tratta
soprattutto di azioni “ordinarie” e molto frammentate. Alcuni esempi
significativi sono: i progetti conservativi di modesta entità che rappresentano
la maggioranza degli interventi finanziati nell’Asse II e nell’Asse V; i corsi di
formazione su cui si sono concentrati gli interventi finora avviati nell’Asse III;
gli incentivi automatici alle imprese previsti a livello nazionale che hanno
consentito di “spendere” nell’Asse IV per le misure cofinanziate dal FESR; le
azioni selezionate in base all’APQ, senza che a monte siano state delineate le
scelte prioritarie sulla base di un processo regionale di pianificazione
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strategica (il Piano Regionale dei Trasporti è ancora in corso di approvazione)
nell’Asse VI.
• In complesso molti dei progetti ad oggi avviati fanno riferimento ad interventi
“compatibili”, già previsti/avviati con fondi regionali al di fuori del POR (si
tratta in media del 68.1% degli impegni e del 69.3% dei pagamenti
complessivamente realizzati al 30.9.2003: i progetti compatibili in particolare
riguardano almeno i due terzi dei progetti avviati negli Assi II, IV - FEOGA, V
e VI ed il 42% dei progetti avviati nell’Asse I). Si tratta di interventi che
consentiranno di ottenere gli effetti addizionali di sviluppo auspicati dalla
nuova programmazione 2000-2006, solo se saranno accompagnati
dall’attivazione anche delle azioni di sistema e di servizio previste dal POR.
• L’analisi dell’ avanzamento fisico e procedurale per misura presentato nel
capitolo 4 di questo volume e nelle analisi settoriali del volume II, evidenzia
che rimangono invece ancora sostanzialmente ferme proprio le azioni di
sistema, come anche i servizi ed i progetti integrati che avrebbero dovuto
caratterizzare questa programmazione e avviare un processo di “capacity
building” nel territorio regionale. Un avvio a breve di queste azioni necessita
di chiare decisioni in questo senso. Pensiamo in primo luogo alla progettazione
integrata che non ha visto l’attivazione di azioni di indirizzo e di
accompagnamento per orientare l’elaborazione delle proposte da parte degli
enti locali e nello stesso tempo ha conosciuto in molte parti un debole
coinvolgimento degli attori socio-economici; ciò che preoccupa in questo caso
è quello che sembra un chiaro deficit decisionale della Regione in merito
all’applicazione dei criteri di selezione e concentrazione della spesa su alcune
specifiche priorità. Anche le azioni di sistema previste nelle diverse Misure e
nei diversi Assi sono in larga misura ferme e presentano notevoli criticità.
- Nell’Asse I le criticità maggiori riguardano soprattutto la operatività delle Agenzie
che dovrebbero presidiare l’attuazione delle diverse misure (ARPACAL,
soprattutto, e SORICAL oltre che i soggetti gestori del SII). Particolarmente
critiche appaiono dunque le misure 1.1, 1.2 e le misure 1.7, 1.8, 1.9 di
rafforzamento del sistema di gestione dei rifiuti, di risanamento delle aree
contaminate e di monitoraggio e prevenzione dell’inquinamento. La criticità della
misura 1.10 è legata al difficile decollo della programmazione integrata (PIS e
PIT). Secondo i dati Rendiconta, i progetti sponda interessano il 42% dei progetti
avviati nell’Asse al 30 settembre 2003 e si concentrano nelle misure 1.2-1.5; si
tratta di progetti che appaiono complessivamente coerenti con il POR: la maggior
parte è stata individuata sulla base delle stesse procedure di selezione previste
dal CdP e fanno riferimento agli stessi documenti di programmazione.
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- Nell’ Asse II sono state avviate finora soprattutto azioni frammentate che non
sembrano centrare l’obiettivo di riqualificazione e valorizzazione del patrimonio
culturale calabrese ed in particolare è critica la misura 2.3 di sostegno allo
sviluppo di iniziative imprenditoriali nel settore dei beni culturali che non è stata
ancora in grado di attivare una valida offerta progettuale privata. I progetti
compatibili rappresentano ancora il 68,6% dei progetti della misura 2.1, anche in
questo caso si tratta soprattutto di progetti specifici a regia regionale che
rappresentano un’articolazione dei PIS. E’ carente in quest’asse soprattutto
l’integrazione con altri Assi e misure.
- Nell’Asse III sono particolarmente critiche e sostanzialmente ferme le misure che
fanno soprattutto riferimento ad azioni di sistema, come la 3.5 volta
all’adeguamento del sistema della formazione e dell’istruzione, la 3.10 di
adeguamento del sistema della PA, la 3.14 di sviluppo di programmi di formazione
nei progetti integrati, la 3.16 di sviluppo di un sistema regionale per la ricerca e
l’innovazione. Anche la misura 3.12 di sostegno all’emersione, pur avviata con il
bando per la selezione di 120 agenti di emersione, non sembra caratterizzata da
una chiara strategia di intervento, così come non sono ancora state avviate le
azioni di sistema previste nella misura 3.13 che dovrebbero sostenere lo sviluppo
di servizi di conciliazione per sostenere l’occupazione femminile. L’avanzamento
della misura 3.1 invece dipende ora in larga misura dal comportamento delle
Province. Due misure (la 3.3 e la 3.9) presentano un’ elevata quota di progetti
compatibili, che nel caso della 3.9 appaiono però coerenti con la nuova
programmazione. Le criticità dell’Asse appaiono soprattutto legate a decisioni
politiche (come la separazione dell’Assessorato formazione e lavoro in due
assessorati distinti che rende difficile la gestione e il coordinamento delle misure
dell’Asse) e procedurali (come la scelta di utilizzare il Bando Multimisura).
- Nell’Asse IV sono ferme soprattutto le misure e le azioni legate alla
programmazione integrata (PIA soprattutto, e anche PIS e PIT) nell’ambito dei
fondi FESR e, per quanto riguarda i fondi FEOGA, la misura 4.9 legata ai PIF
(alcuni dei quali sono stati recentemente attivati, consentendo una accelerazione
della spesa) e le misure 4.11, 4.12, 4.13 legate ai PIAR. Per le misure FEOGA
un’altra causa di rallentamento è stata la scelta di effettuare un solo bando con
un’unica scadenza per tutte le misure FEOGA nell’Asse che ha comportato un
intasamento dell’attività amministrativa. Per i progetti cofinanziati dallo SFOP il
rallentamento nell’avvio è principalmente da imputarsi alla necessità di procedere
alla notifica dei regimi di aiuto. I progetti sponda sono concentrati soprattutto
nelle misure 4.2 e 4.4 del FESR dove costituiscono rispettivamente l’86% e il 61%
dei progetti finanziati e nella misura 4.17 del FEOGA dove rappresentano il
99.6%. Si tratta di progetti che appaiono complessivamente coerenti con il POR.
- Nell’ Asse V la misura 5.1 è stata lungamente fermata dallo stallo dell’azione
cruciale 5.1.a (causato dal blocco dell’iter di valutazione dei PSU, riavviato solo
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negli ultimi mesi). I progetti compatibili rappresentano ben il 91.2% dei progetti
dell’Asse, molti di questi provengono dalla dotazione di progetti che ha alimentato
la costruzione dei PSU.
- L’Asse VI appare complessivamente critico, sia per il forte ritardo con cui è stato
predisposto il Piano Regionale dei Trasporti (ancora in attesa di approvazione) sia
per la selezione degli interventi invarianti (compatibili) inseriti nell’APQ “Trasporti”
(il cui riferimento agli interventi di sistema originariamente previsti dal POR e dal
CdP appare debole) sia ancora per alcune scelte non adeguatamente motivate da
analisi di fattibilità e impatto come l’aeroporto di terzo livello della Piana di Sibari,
introdotto dal CdS di febbraio 2003 nella misura 6.1., sia, infine, per il forte
ritardo tanto decisionale quanto procedurale nell’attuazione della misura 6.3,
peraltro legato a quello più generale dei PIT. In questo Asse i progetti sponda
rappresentano il 61.1% dei progetti attivati nelle misure 6.1 e 6.2 e appaiono solo
debolmente coerenti con gli obiettivi del POR, appare particolarmente critico
l’inserimento di progetti sponda relativi alla portualità turistica che non appaiono
coerenti sia rispetto agli obiettivi del POR che al ruolo dei soggetti privati nel
finanziamento.
• L’avanzamento finanziario nei primi nove mesi del 2003 non presenta l’
accelerazione che ci si aspetterebbe dopo tre anni dall’avvio del POR, anche
se consente di evitare il disimpegno automatico anche nel 2003: dai dati
Rendiconta risulta che tra il 31 dicembre 2002 ed il 30.9.2003 gli impegni
sono passati dal 29% al 34.6% degli stanziamenti programmati totali del POR
ed i pagamenti dal 14% al 18.25. La capacità di spesa è dunque migliorata
nel corso del 2003, anche se devono ancora essere prese decisioni rilevanti
che potrebbero accelerarne il ritmo nei prossimi anni di programmazione. E’
però difficile stimare la capacità effettiva di spesa su base annua dai dati
Rendiconta. L’analisi del sistema di monitoraggio Rendiconta presentata nel
capitolo 6 di questo volume e le interviste con i Responsabili di Misura e con
gli esperti SOG hanno infatti sottolineato come i dati finanziari riportati in
Rendiconta siano in genere sottostimati per le lentezze nel caricamento dei
dati. Inoltre la capacità di spesa della Regione è stata finora legata in misura
rilevante ai progetti compatibili, mentre è ostacolata dal mancato avvio di
alcune misure significative dal punto di vista finanziario.
8. Il sistema di gestione evidenzia ancora notevoli lacune e ritardi che non
sembrano dovuti solo a difficoltà procedurali, ma anche a decisioni politiche e
gestionali che hanno posto evidenti problemi rispetto ai requisiti di
programmazione comunitaria. In particolare le criticità non sono derivate tanto
dalla messa in discussione degli obiettivi del POR, quanto dalla difficoltà del
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sistema politico-amministrativo di produrre decisioni tempestive e con una
coerente definizione di priorità, specie nel caso dei processi più complessi, come
quelli connessi a specifiche esigenze di qualificazione del spesa. Come si è
detto, la nomina dell’AdG e dei RM è avvenuta con notevole ritardo; rimane
ancora prevalente l’approccio settoriale alla gestione delle misure ed emerge il
dato preoccupante della carenza di risorse umane con competenze adeguate e
di risorse tecnologiche e strumentali di supporto che contribuiscono a rallentare
notevolmente i tempi di gestione delle procedure attuative e, in questo
contesto, non giova la mancanza di un’assistenza tecnica dedicata che offra
servizi diversi da quelli della SOG; il sistema di monitoraggio RENDICONTA non
viene alimentato in modo completo e tempestivo e presenta lacune informative
che non consentono il calcolo degli indicatori previsti e l’utilizzo da parte dei
responsabili di misura; non si presta sufficiente attenzione alle necessità
informative e alla comunicazione con i soggetti attuatori rendendo difficile
l’accesso ai bandi e poco chiara l’informazione sui criteri di selezione e sulle
graduatorie dei progetti selezionati, come risulta dall’analisi dei processi di
selezione presentata nel capitolo 6 di questo volume.
9. Soprattutto, non emerge un forte ruolo di indirizzo e coordinamento della
Regione in funzione di un rafforzamento del partenariato, quale quello previsto
dal POR. In particolare appare carente l’attenzione alle sinergie e
all’integrazione tra misure di Assi diversi ed il coordinamento con altri livelli di
governo (sia nazionali che locali) e con le parti sociali. Il parteniariato sociale, in
particolare, sottolinea, anche nei propri documenti formali, come in questi primi
anni di attuazione del Por sia stata sostanzialmente carente l’utilizzo di canali
istituzionalizzati di comunicazione e confronto tra Autorità di gestione e i
soggetti del partenariato sociale al di fuori dei Comitati di Sorveglianza. Si
lamenta la difficoltà di avere confronti sui programmi dei singoli assessorati
coinvolti nell’attuazione delle singole misure del Por e si sottolinea come la
progettazione integrata abbia privilegiato le relazioni tra Regione e partenariato
istituzionale (enti locali); mentre il coinvolgimento del partenariato sociale è
stato lasciato alla volontà dei singoli organismi Pit locali. Nella sostanza, si
rimarca, a parte alcune eccezioni, che il partenariato sociale è rimasto ai
margini della elaborazione dei Pit (cosa emersa anche dai casi studiati dal
Valutatore).
10. In conclusione, come analizzato nel capitolo 7 di questo volume, il
conseguimento della maggior parte degli obiettivi specifici di Asse, è legato al
22
superamento di criticità sia decisionali che procedurali, che in alcuni casi
importanti coinvolgono soggetti esterni (amministrazioni di livello superiore,
come il governo nazionale, ma anche inferiore, come le province) e in altri casi
soggetti operativi esterni alla Regione, ma da essa controllati. Inoltre,
considerando la fragilità del sistema delle imprese della regione, strategie
basate unicamente su un mix di aiuti alle imprese non sembrano in grado di
accrescere stabilmente la competitività dell’economia calabrese. L’attuazione
della progettazione integrata e delle azioni di sistema resta quindi un aspetto
delicato e cruciale per l’accelerazione dello sviluppo a livello regionale e locale.
In questo senso, è essenziale un approccio che unisca alla progettazione “dal
basso”, da parte dei soggetti locali, un’efficace azione di stimolo, coordinamento
e assistenza da parte della Regione. Da questa azione dipende, più in generale,
la realizzazione delle numerose sinergie potenziali tra assi e misure. precedente.
Per quanto riguarda le priorità trasversali, il lavoro di valutazione ha permesso
di accertare che (i) il POR e la sua gestione appaiono “neutri” rispetto alla tutela
della priorità trasversale delle pari opportunità di genere, (ii) gli obiettivi in
materia ambientale sono ancora fra quelli a rischio, e richiedono di essere
presidiati più efficacemente di quanto non sia stato finora, (iii) per quanto
riguarda l’occupazione, è senza dubbio prematuro esprimere giudizi sull’impatto
del POR, sia per il ritardo che ha caratterizzato la fase di avvio del Programma
(che non fa comunque ritenere che si siano a tutt’oggi prodotti effetti rilevanti)
che per la complessità metodologica del compito. Sono state avviate le attività
previste dal Piano di monitoraggio e di valutazione degli effetti del POR
sull’occupazione in Calabria, attualmente in fase di messa a punto
metodologica2. Nonostante i progressi osservati, restano dunque ancora
sostanzialmente da soddisfare sia i principi di concentrazione e di integrazione
delle risorse che quelli di decentramento e di chiara individuazione delle
responsabilità di attuazione, di verificabilità dei risultati e di urgenza indicati dal
QCS.
1.3 Orientamenti per il prossimo triennio e la riprogrammazione
La strategia di intervento delineata nel POR della Calabria, pur se indubbiamente
ambiziosa e complessa, per la vastità dei settori di intervento e la numerosità delle
2 Informazioni su questa attività, espressamente prevista in sede di programmazione, si trovano nel sito Web http://www.regione.calabria.it/monitoraggio_lavoro/index.htm.
23
misure e delle azioni previste, è ancora sostanzialmente adeguata a rispondere ai
bisogni di sviluppo del territorio calabro. L’evoluzione del contesto socio-economico
regionale e del contesto istituzionale e normativo sia a livello europeo che nazionale
e regionale confermano a livello complessivo la validità di una strategia basata sul
rafforzamento della capacità di intervento regionale e locale e sull’utilizzo di
strumenti ed azioni di sistema volti all’avviamento di progetti integrati e di relazioni
di partenariato istituzionale e sociale.
A metà del periodo di programmazione e data la criticità della situazione di
attuazione sinteticamente richiamata e documentata in questo Rapporto, è però
legittimo chiedersi in che modo il tempo rimasto possa essere opportunamente
speso per procedere nell’attuazione del Programma, e in particolare se, in sede di
riprogrammazione, sia possibile ridurre in qualche modo la complessità del compito.
In realtà, questa complessità è largamente associata al fatto che essere coerenti coi
principi di integrazione e di partnership implica affrontare l’ovvia difficoltà di dover
promuovere la collaborazione tra soggetti diversi, ciascuno dei quali assume
decisioni indipendentemente dagli altri in base ad una propria agenda.
A questa cooperazione non si può tuttavia rinunciare, perché essa è indispensabile
se si vuole perseguire l’obiettivo ultimo del POR, quello di ridurre il gap di sviluppo
della regione. Questa affermazione è tanto più vera in Calabria, dove la fragilità del
sistema delle imprese e le caratteristiche generali del tessuto socioeconomico,
inclusa la scarsa dotazione di capitale sociale, non sembrano rendere percorribili
alternative affidate alla semplice stimolazione dell’economia locale attraverso gli
incentivi finanziari.
Date queste premesse si ritiene che in questa fase di riprogrammazione, superate
le prime emergenze del disimpegno 2002 e 2003, sia necessario riprendere in mano
il progetto iniziale di capacity building e rifocalizzare l’attenzione sulle azioni di
sistema ed i progetti integrati che, pur richiedendo un notevole sforzo iniziale e
tempi lunghi di attivazione, sono i soli che potranno lasciare un segno a fine
programmazione in termini di rafforzamento della capacità di intervento sul
territorio e di efficacia ed efficienza realizzativa. In questa direzione, per la Calabria
sono necessarie, ma non sufficienti gli interventi nazionali attivati mediante il PON
ATAS ed è necessario un rinnovato impegno diretto della Regione in tal senso.
24
L’esigenza di ridurre la complessità funzionale del sistema di governo e di procedere
ad una semplificazione va perciò letta non solo nel senso di semplificazione
procedurale e non tanto nel senso di accentramento decisionale, ma in termini di
selezione delle priorità di intervento su cui concentrare le risorse, di rafforzamento
del ruolo di indirizzo e coordinamento della Regione, di sostegno alla costruzione
del partenariato a livello territoriale.
Il progressivo consolidamento dell’AdG dovrebbe garantire una maggiore capacità
di presidio rispetto al passato e consentire di puntare su azioni inevitabilmente
complesse da gestire, ma più efficaci nel lungo periodo. Come anche dimostrato da
alcune misure che già nella prima fase di programmazione presentano una buona
capacità di avanzamento a prescindere dai progetti compatibili, le potenzialità di
sviluppo sono presenti se attivate e sostenute.
Si ritiene dunque che l’implementazione del POR nella seconda metà del periodo di
programmazione e, in particolare, il processo di riprogrammazione in Calabria,
debbano focalizzarsi su:
1. La selezione delle priorità e dei progetti su cui concentrare le risorse e l’impegno
gestionale e di coordinamento. Suggeriamo che, al fine di riqualificare
l’intervento e sostenere il processo di sviluppo regionale, sia data priorità al
sostegno dei partenariati per l’avvio della progettazione integrata e alle azioni di
sistema, verificandone velocemente le condizioni di attuazione e selezionando
quelle che presentano condizioni attuative minime per essere attivate in tempi
brevi. Anche all’interno dei progetti integrati sarebbe necessario prestare una
maggiore attenzione alla individuazione di un set di interventi limitato e
qualificato su cui concentrare i finanziamenti, evitando opzioni a pioggia.
2. Una maggiore attenzione all’integrazione tra misure diverse, la cui rilevanza
strategica si manifesta solo se attuate in modo coordinato e sinergico con altre.
E’ il caso ad esempio delle misure dell’Asse II e dell’Asse IV; altri rilevanti
esempi di integrazione tra misure di diversi Assi e fondi sono presentati e
discussi nel capitolo 7 di questo volume e nei rapporti relativi a ciascun Asse
presentati nel volume II.
25
3. I primi orientamenti comunitari3, sottolineano la necessità nella prossima fase di
riprogrammazione di mantenere e rafforzare i principi base della strategia del
QCS e, quindi, del POR Calabria. In specifico si sottolinea la necessità di
rafforzare i criteri di:
• concentrazione a favore dei settori e delle tipologie di azione a più alto valore
aggiunto per ridurre il gap di sviluppo, rivedendo i criteri di selezione e
ridimensionando il peso degli aiuti di stato a favore dei servizi e delle
infrastrutture (materiali e immateriali);
• integrazione, rafforzando la programmazione integrata attraverso appositi
interventi di assistenza e di selezione e diffusione delle migliori pratiche;
• decentramento, attraverso appositi interventi di sostegno e miglioramento
delle amministrazioni centrali, regionali e locali anche attraverso
l’introduzione di impegni e scadenze vincolanti e percorsi di recupero dei
ritardi,
• verificabilità dei risultati, attraverso azioni di sostegno e miglioramento del
sistema di monitoraggio finanziario, fisico e procedurale che consenta di
produrre dati in modo continuativo e utilizzabili per il controllo e la valutazione
dell’avanzamento del programma.
• Urgenza e progetti compatibili, la Commissione chiede che le risorse liberate
dai progetti compatibili vengono destinate alle stesse tipologie di interventi
della misura da cui provengono.
4. Per indirizzare le decisioni di riprogrammazione e individuare un insieme
equilibrato di misure strategiche che contribuiscano al rafforzamento delle
capacità di sviluppo (anche se possono richiedere tempi più lunghi di attivazione
e di spesa) e di misure con elevate capacità di spesa (che consentono di evitare
il disimpegno), è utile considerare le potenzialità di spesa e il grado di criticità
nell’attuazione (distinguendo tra criticità dovute a fattori interni alla Regione e
fattori esterni) a confronto con la rilevanza strategica delle diverse misure.
L’esercizio effettuato nel capitolo 4 individua tre principali criteri con cui si
potrebbero individuare le priorità di intervento:
3 A fine novembre 2003 risultato esplicitati solo alcuni primi orientamenti della Commissione Europea.
CE, Orientamenti per la revisione di metà periodo dei programmi italiani dell’Obiettivo 1- Non Paper,
Bruxelles, 23.10.2003
26
• Il peso finanziario delle misure,
• La strategicità e l’importanza per lo sviluppo locale in base alla partecipazione
alla programmazione integrata, agli obiettivi trasversali del QCS, agli
orientamenti europei, nazionali e regionali,
• La capacità di avanzamento e di assorbimento delle risorse (assenza di vincoli
o blocchi procedurali e/o decisionali interni o esterni alla Regione).
Su questa base sono state individuate le misure e le azioni entro cui
selezionare le priorità:
- Il settore dei beni naturali (Asse I) è particolarmente rilevante nel contesto
regionale, e tutte le misure sono strategiche, comprese quelle relative alla
gestione integrata delle acque (1.1, 1.2), alla gestione dei rifiuti (1.7, 1.8 e 1.9a)
e alla rete ecologica (1.10), che sono particolarmente a rischio e per cui
andrebbero rimosse le criticità che hanno bloccato i rispettivi processi decisionali
(approvazione dei Piani di settore e di azione, chiarimento nelle competenze dei
vari soggetti interni ed esterni coinvolti nell’attuazione delle misure, nomina di
responsabili di misura). Nel caso della misura 1.9a, che presenta le maggiori
criticità all’interno dell’Asse I, è cruciale l’operatività di ARPACAL, qualora questa
non fosse operativa entro dicembre 2003, si potrebbe pensare ad un
rafforzamento finanziario della azione 1.9b. Eventuali risorse aggiuntive
potrebbero essere assorbite dalle misure 1.11, 1.4, 1.5 e 1.3.
- Nel settore dei beni culturali (Asse 2), tutte e tre le misure richiedono un
riorientamento e una concentrazione della spesa su un minor numero di progetti
(a parità di risorse), selezionati in modo più rigoroso integrando gli interventi di
tutela del patrimonio con azioni volte a consentire effettivamente l’accesso al
bene e il suo godimento da parte di residenti e turisti, “facendo massa” e
centrando così l’obiettivo della valorizzazione effettiva di questo patrimonio. La
capacità innovativa di quest’asse è strettamente legata alla sua capacità di
integrazione con gli altri Assi del POR che andrebbe rafforzata sia nel CdP che
nelle procedure di chiamata dei progetti e di selezione. Anche l’interazione e il
coordinamento tra i diversi soggetti istituzionali che intervengono in questo
ambito sono necessari per ricondurre la molteplicità degli attori e degli interventi
ad un disegno unitario. Il POR potrebbe rappresentare, insieme all’APQ (che però
continua a presentare ritardi nell’iter di approvazione), il primo strumento di
coordinamento della programmazione in questo settore. Questo richiede però un
significativo rafforzamento del sistema di intervento regionale e del sistema dell’
offerta progettuale che appaiono ancora carenti in termini di competenze
specializzate.
27
- Nell’Asse III, per raggiungere gli obiettivi di riduzione del gap occupazionale e di
offerta di servizi formativi, di orientamento e inserimento occupazionale
andrebbero soprattutto rafforzate le misure e le azioni di sistema (come la 3.1,
3.5, 3.10, 3.14, 3.15) per dotare il territorio di servizi e sistemi di offerta in
grado di intervenire sui bisogni del territorio anche dopo la conclusione di questo
periodo di programmazione. Una importanza strategica per favorire
l’occupazione e l’emersione hanno anche le azioni di sistema all’interno delle
misure 3.3, 3.12 e 3.13 che sono ancora poco presidiate e valorizzate.
Nell’ambito formativo, l’analisi del sistema dell’offerta formativa condotta
nell’ambito dell’approfondimento tematico presentato nel volume III, evidenzia
un sistema diversificato, con livelli medi-alti di concentrazione e alti livelli di
specializzazione dei centri privati rispetto a quelli pubblici regionali (che invece si
presentano sovra-dimensionati e con personale poco specializzato e sono in via di
ristrutturazione). C’è quindi spazio per interventi qualificati se gli indirizzi che
provengono dal sistema regionale di gestione del POR e dal sistema di
accreditamento vengono rafforzati nel senso della qualificazione, della
diversificazione e della integrazione degli interventi; un maggior coordinamento
tra gli assessorati coinvolti nella gestione dell’Asse sarebbe inoltre auspicabile.
Anche il sistema scolastico appare molto ricettivo, ma presenta difficoltà a
mettersi in rete sia con altre istituzioni scolastiche che con il sistema della FP e il
mercato del lavoro e richiede specifica assistenza. La misura 3.16, non ancora
partita, è importante per lo sviluppo di attività di ricerca e trasferimento
tecnologico, ma richiede una riflessione su come possa essere efficacemente
attivata nel contesto regionale.
- Nell’Asse IV, la progettazione integrata è il punto chiave e ineludibile che deve
essere affrontato; essa investe tutte le misure che interessano industria e
turismo (da 4.1 a 4.4) e quasi tutte quelle cofinanziate da FEOGA e SFOP. Le
azioni su cui concentrare le risorse ancora una volta dovrebbero essere quelle di
sistema (servizi e infrastrutture), ridimensionando il ruolo degli aiuti alle imprese.
Anche l’integrazione con le misure degli altri assi andrebbe rafforzata. Dalle
autovalutazioni emerge una forte esigenza di assistenza da parte dei RM
nell’ambito della programmazione integrata. Nell’ambito turistico sarebbe
necessario superare lo scollamento tra gli interventi volti a stimolare la domanda
(promozione, misura 4.3) e quelli di irrobustimento dell’offerta (reti e sistemi
locali di offerta turistica, misura 4.4). Nell’ambito FEOGA e SFOP, in termini di
spesa le misure 4.6 e 4,14 mostrano una potenzialità superiore a quella
inizialmente prevista, mentre presentano difficoltà di assorbimento le misure
4.16, 4.18, 4.19 e le due misure SFOP.
- Per quanto riguarda l’Asse V “Città”, l’obiettivo di “rafforzamento delle
potenzialità dei centri urbani come luogo di attrazione di funzioni e servizi
28
specializzati” è da ritenersi strategicamente prioritario. Si suggerisce quindi di
concentrarsi sulla misura 5.1 (in particolare l’azione 5.1a), accelerando anzitutto
l’iter di valutazione e approvazione dei PSU, e anche di rafforzare i legami con
altre misure del POR soprattutto nell’ambito dell’Asse I, dell’Asse III e dell’Asse
IV per aumentare la dotazione di risorse. I PSU si confermano come un
importante strumento strategico di indirizzo e mobilitazione di risorse a livello
locale sia per gli interventi di riqualificazione e recupero urbano, che per le
politiche della mobilità e dell’inclusione sociale. Le condizioni oggi maturate
dovrebbero consentire di dare finalmente attuazione a questa misura.
- Nel settore dei trasporti, la riprogrammazione dovrebbe orientarsi a superare i
deficit del sistema dei trasporti calabrese (passeggeri e merci), concentrandosi su
interventi (infrastrutturali e gestionali) di adeguamento e miglioramento della
sicurezza delle reti esistenti e di potenziamento dei servizi (movimentazione delle
merci, riqualificazione dei servizi ferroviari passeggeri di relazione interna, ecc.).
Dovrebbe inoltre essere dedicata particolare attenzione, a livello locale, alla
costruzione degli strumenti di pianificazione (come i PUT e i PUM) e delle
competenze necessarie. Infine è necessario che i vari livelli di governo si dotino
di adeguati strumenti di valutazione.
- In relazione alla società dell’informazione, la misura 6.3 potrebbe essere
altamente innovativa, ma richiede che il Piano strategico per la società
dell’informazione venga approvato e che si concentri sulle azioni capaci di “fare
sistema” (la 6.3.c e 6.3.d) in collegamento con la programmazione integrata e
con i diversi sistemi coinvolti nel POR (sistema della formazione e istruzione,
sistema delle imprese, sistema della PA).
- Per quanto riguarda l’obiettivo trasversale delle Pari Opportunità sarà necessario
far partire le azioni sistema nella 3.13 e in quelle misure dal carattere aperto
dentro l'asse III, oltre che rafforzare approccio trasversale nelle misure neutre in
quegli assi dove il principio PO è più facilmente inseribile (asse III e V). Andrebbe
promossa una maggiore attenzione alla declinazione di genere delle politiche
attivate con il POR attraverso ad esempio un Osservatorio dedicato (come
proposto nel CdS di ottobre), il miglioramento dei criteri di selezione dei progetti
nelle diverse misure (come evidenziato nell’approfondimento tematico),
l’adozione di specifiche azioni di animazione e comunicazione presso i
promotori/attuatori. Il Piano di assistenza tecnica del Ministero delle Pari
Opportunità dovrebbe sostenere i diversi dipartimenti e responsabili di misura
nell’adeguamento degli strumenti di indirizzo e gestione (in particolare in
relazione alla definizione dei bandi e dei criteri di selezione dei progetti).
5. L’adozione di un approccio più orientato alle azioni di sistema richiede un
significativo rafforzamento della capacità di indirizzo, coordinamento e
29
sostegno della Regione attraverso l’arricchimento di competenze specifiche e
di risorse tecnologiche e strumentali, ed una migliore definizione dei ruoli
delle strutture di gestione, assistenza e monitoraggio del POR: la SOG, il
Nucleo di valutazione, il sistema di monitoraggio e controllo, la rete dei
Responsabili di Misura, cui va affiancata una Assistenza Tecnica che aiuti a
seguire gli aspetti più operativi della gestione (in questo senso, l’opzione di
attivare singoli servizi in relazione a problemi specifici appare sicuramente
condivisibile, purché sia celermente attivata). In specifico, i ritardi di
avanzamento del POR richiedono una veloce attivazione di capacità in grado
di supplire alle carenze degli apparati per quanto riguarda sia la
preparazione dei bandi che le fasi di selezione, monitoraggio e controllo e
quelle di comunicazione. Suggerimenti specifici relativi ai diversi aspetti che
assume questa criticità sono presentati nel rapporto di sintesi che segue,
nelle analisi dettagliate per Asse e negli studi tematici presentati nel secondo
e terzo volume del Rapporto.
6. Infine, è necessario il coinvolgimento delle amministrazioni e degli attori
locali, non solo istituzionali, nella costruzione dei partenariati e nella
realizzazione delle priorità individuate, al fine di innestare un processo di
capacity building che sia distribuito sull’intero territorio regionale e che
migliori la capacità di intervento dell’intero sistema territoriale. A questo
scopo l’AdG dovrebbe riprendere e rafforzare il coordinamento con altri livelli
di governo, sia nazionale che locale e con le parti sociali. Per quanto
riguarda i rapporti con il partenariato sociale, si richiama il fatto che il ruolo
del partenariato può essere decisivo sia ai fini della diffusione delle
informazioni sul territorio, sia per affrontare nodi critici delle fasi di
attuazione, in particolare nell’ambito di programmi che si basano fortemente
sulla mobilitazione di risorse endogene. In questa direzione,
l’istituzionalizzazione di modalità regolate di comunicazione e confronto è
necessaria, sia per dare continuità a tali relazioni, sia per evitare che venga
sviato il senso di tale coinvolgimento e si finisca per confondere ruoli e
responsabilità.
E’ infine importante che tutti gli attori del processo di attuazione di questa
programmazione (in particolare Regione, Ministero dell’economia e delle Finanze,
Commissione Europea) si attivino per sostenere la Regione nell’individuazione di
priorità irrinunciabili sui cui dirigere le risorse organizzative e gestionali che si
possono mobilitare. Nel caso della Calabria, infatti, un fallimento del POR
30
costituirebbe non solo un’occasione mancata, ma soprattutto una sconfitta
dell’approccio programmatorio basato sulla mobilitazione del tessuto politico-
amministrativo locale.
31
2. IL DISEGNO DELLA VALUTAZIONE
2.1 La domanda di valutazione e il ruolo della valutazione
intermedia
Alla valutazione indipendente intermedia, condotta per definizione ad uno stadio
ancora parziale e limitato di realizzazione del POR, è assegnato dai Regolamenti di
attuazione dei Fondi Strutturali (recepiti dalla normativa nazionale e regionale
vigente) il compito di fornire all’Autorità di Gestione e al Comitato di Sorveglianza
informazioni ed elaborazioni utili per (i) migliorare la performance del Programma e
(ii) consentire eventualmente una riprogrammazione. Quest’ultimo, in particolare, è
uno degli scopi del presente Rapporto di Valutazione Intermedia, mentre per i
successivi aggiornamenti e per il rapporto finale del 2009 l’obiettivo di valutare
risultati e impatti in vista della valutazione ex post guadagnerà progressivamente di
importanza.
La valutazione indipendente intermedia deve quindi rispondere in sostanza alle
seguenti domande fondamentali:
Il POR è ancora utile al conseguimento degli obiettivi programmati?
L’attuazione del POR sta perseguendo gli obiettivi programmati?
- Se no, perché?
- Se sì, con quali risultati in termini di efficacia ed efficienza?
L’attuazione del POR ha prodotto anche impatti non previsti? Se sì, di che tipo?
Le attività effettivamente svolte dal Valutatore indipendente sono peraltro state
stabilite tenendo conto, oltre che di quanto detto sopra, anche della domanda di
valutazione espressa sia dall’Autorità di Gestione, in diversi incontri, che dal
partenariato, a cui il disegno è stato presentato dal Valutatore.
2.2 I problemi di policy
2.2.1 La capacità di spesa
Un’adeguata capacità di spesa è condizione necessaria per il conseguimento degli
obiettivi del POR. In base alla documentazione presentata ai Comitati di
32
Sorveglianza (CdS) di luglio 2002 e di febbraio 2003, il grado medio di attuazione
dei diversi Assi del POR in termini di spesa (effettiva e prevista), pur includendo i
progetti compatibili (scelta prevista dai Regolamenti comunitari per evitare il
disimpegno automatico, ma comunque non replicabile e che lascia intatto il
problema di una scarsa capacità di procedere nell’attuazione delle misure del POR),
offriva un quadro complessivo di notevole ritardo. Questo ritardo è sembrato da
attribuirsi all’inadeguatezza del sistema di gestione e dei meccanismi di attuazione
del POR, e in particolare al lungo periodo di disorganizzazione dei meccanismi di
direzione dell’Autorità di Gestione e ai suoi riflessi sull’insieme dei soggetti e dei
meccanismi attuativi. In diversi casi rilevanti, poi, l’attuazione delle misure è legata
all’attuazione di Accordi di Programma Quadro col governo centrale o di altri
strumenti programmatici, la ritardata o mancata approvazione dei quali è causa di
ritardo nell’attuazione del POR. Si tratta quindi di valutare la qualità dell’evoluzione
del sistema di gestione e dei meccanismi di attuazione del POR.
2.2.2 La qualità della spesa
Se il miglioramento della capacità di spesa in termini quantitativi è una condizione
sine qua non per il conseguimento degli obiettivi del POR, questo traguardo verrà
raggiunto solo se la qualità della spesa è coerente con quegli obiettivi. Le
dimensioni rilevanti del problema sono:
Ciò che si è finora fatto va nella direzione auspicata?
Il mancato avvio di alcune misure/azioni è di ostacolo al raggiungimento degli
obiettivi stabiliti?
Quanto efficace ed efficiente è stata finora l’attuazione del Programma? E quali
sono i primi impatti?
Gli aspetti da valutare, tenendo conto delle prime ricognizioni del Valutatore,
diventavano allora:
a) L’impatto potenziale delle omissioni finora riscontrate sulla probabilità di
conseguire gli obiettivi del POR nel tempo utile residuo,
b) La coerenza col POR dei criteri effettivi di selezione dei progetti adottati nei
bandi,
c) Le modalità di realizzazione dei PIT, e più in generale della progettazione
integrata, sotto il profilo del rispetto dei principi di integrazione e di
concentrazione delle risorse,
33
d) I primi impatti delle misure/azioni per le quali vi è uno stato di avanzamento
significativo,
e) Il rispetto delle priorità trasversali.
2.2.3 L’utilità del POR
A metà del percorso, il Valutatore deve chiedersi anche se gli obiettivi e le strategie
del POR sono ancora attuali tenendo conto (i) dell’evoluzione del contesto
socioeconomico, (ii) delle politiche attuate nel frattempo dai vari livelli di governo,
che possono mutare il “peso del POR” in termini finanziari, ossia la sua incidenza
sull’insieme degli interventi attivati in ogni determinato settore, (iii) dell’impatto
prodotto dal primo periodo di attuazione del Programma, in base all’esame delle
conclusioni sin qui raggiunte dalle valutazioni di efficacia, efficienza e primi impatti.
Il Valutatore deve verificare il sistema degli obiettivi del POR, individuando
eventuali ridondanze e complessità procedurali non indispensabili, in vista di una
possibile semplificazione degli uni e dell’altra che non comprometta la coerenza del
Programma coi suoi obiettivi generali.
L’effetto combinato degli andamenti di tutte e tre queste variabili potrebbe
determinare, in linea ipotetica, la necessità di rivedere sia il sistema degli obiettivi
del POR che le strategie poste in essere per raggiungerli. La risposta a questi
interrogativi contribuisce alla formulazione dei suggerimenti del Valutatore per la
riprogrammazione di metà periodo.
2.3 La fattibilità della valutazione: monitoraggio e indicatori
Le prime ricognizioni effettuate dal Valutatore (si veda il Rapporto di Valutazione in
itinere del giugno 2002) avevano già segnalato diverse criticità relative al
funzionamento del sistema Rendiconta, un sistema con potenzialità peraltro assai
interessanti non solo ai fini della ricostruzione dell’accaduto a livello di settori, assi
e fondi, ma anche come strumento di supporto ai Responsabili di misura. Quelle
criticità avevano a che fare sia con la quantità e qualità delle informazioni
effettivamente inserite in Rendiconta che con l’effettivo utilizzo del sistema da parte
delle sue diverse categorie di utenti. Si è dunque proceduto ad un’approfondita
analisi dei contenuti e delle modalità di funzionamento del sistema, i cui risultati
sono presentati in questo Rapporto.
Alla funzionalità del sistema di monitoraggio è tra l’altro legata la possibilità di
implementare l’insieme degli indicatori di realizzazione, risultato e impatto previsti
34
dal Complemento di Programmazione e la possibilità di effettuare eventuali ulteriori
elaborazioni anche ai fini della valutazione. Il Valutatore ha contribuito in sede
metodologica alla definizione e traduzione operativa del sistema degli indicatori, sia
con il Rapporto di Valutazione in Itinere (giugno 2002) che collaborando al lavoro di
revisione della lista degli indicatori che sono poi stati sottoposti al Comitato di
Sorveglianza di febbraio 2003.
La carenza delle informazioni contenute in Rendiconta ha consentito al Valutatore di
calcolare solo gli indicatori essenziali di avanzamento finanziario presentati nel cap.
4 e a reperire altri dati e informazioni sul campo. Una descrizione dettagliata delle
fonti informative utilizzate è presentata nel secondo e terzo volume di questo
rapporto.
2.4 La qualità della valutazione e la diffusione dei suoi risultati
La valutazione deve soddisfare requisiti di qualità che assicurino l’utilizzabilità e
l’utilizzazione dei suoi risultati. La qualità della valutazione è tra l’altro uno dei
criteri per l’assegnazione della riserva di premialità. Il Sistema Nazionale di
Valutazione del QCS Ob.14 ha diffuso nell’aprile 2002 il documento “Criteri di qualità
per le valutazioni intermedie dei PO Ob.1 2000-2006 e valutazione di secondo
livello” (terzo Modulo delle “Linee guida per la valutazione intermedia dei
programmi operativi” dell’UVAL). D’accordo con l’Autorità di Gestione, l’ATI IRS-
RESCO-CULT ha deciso di adottare l’impostazione proposta dal Sistema Nazionale di
Valutazione, basata sui criteri di (a) utilità (utilizzabilità e utilizzazione effettiva da
parte dell’Autorità di Gestione, del Comitato di Sorveglianza e anche degli altri
soggetti interessati), (b) chiarezza e compiti della domanda di valutazione, (c)
pertinenza, (d) affidabilità dei dati e dei metodi, (e) credibilità e imparzialità.
Per verificare il rispetto di questi criteri, il terzo Modulo delle Linee Guida ha
presentato una check list di domande raggruppate per criterio, volte a consentire
(i) all’Autorità di Gestione e al NVVIP di effettuare il monitoraggio (gestione tecnica)
del servizio di valutazione – e al valutatore indipendente per autovalutare il proprio
operato, (ii) al Sistema Nazionale di Valutazione, di effettuare la valutazione di
secondo livello della pertinenza e della qualità del servizio.
4 Costituito dall’UVAL (Ministero dell’Economia e delle Finanze), dall’ISFOL, dall’INEA e dalla rete dei Nuclei regionali di valutazione. Per una descrizione del Sistema nazionale di valutazione, si veda il documento UVAL “Orientamenti per l’organizzazione della valutazione intermedia” (giugno 2001).
35
Il Valutatore ha avviato un’attività di autovalutazione della qualità del proprio
servizio redigendo una prima risposta alle domande della checklist. Il documento
contenente queste risposte, che costituisce un contributo al processo di
apprendimento riguardante sia l’effettuazione che l’utilizzo della valutazione
intermedia, è stato presentato all’Autorità di Gestione nel mese di marzo 2003.
In linea colle indicazioni delle Linee Guida sulla qualità del servizio di valutazione
illustrate nel paragrafo precedente, il gruppo di Valutazione ritiene indispensabile
condividere contenuti, metodi e procedure dell’attività di valutazione con la Regione
e con il partenariato, coinvolgendo sia l’amministrazione nei suoi diversi livelli
(politico, dirigenziale, esecutivo) sia i rappresentanti dei diversi e molteplici
interessi sensibili all’attuazione del POR (enti locali, Province, sindacati, associazioni
(a) Quota % del valore delle esportazioni dei prodotti selezionati sul totale delle esportazioni(b) unità di lavoro del settore "intermediazione monetaria e finanziaria" e "attività immobiliari ed imprenditoriali" su unità di lavoro del totale dei servizi
Valori dell'indicatore
3. Capacità di attrazione dei consumi turistici
Presenze turistiche per abitante
4. Intensità di accumulazione del capitale
Investimenti fissi lordi/PIL
1. Capacità di esportare Esportazioni/PIL
2. Grado di indipendenza economica Importazioni nette/PIL
5. Capacità di attrazione di investimenti esteri
Investimenti diretti dall'estero /Investimenti fissi lordi (%)
6. Partecipazione della popolazione al mercato del lavoro
Tasso di attività
7. Capacità di offrire lavoro regolareOccupati irregolari/Totale occupati
8. Capacità di sviluppo dei servizi socialiIndice di occupazione sociale
9. Capacità di esportare prodotti ad elevata o crescente produttività
Indice di specializzazione in prodotti selezionati (%)
10. Capacità innovativaIndice di specializzazione tecnologica
13. Condizioni di legalità e coesione sociale
Indice di criminalità violenta
11. Capacità di sviluppo dei servizi alle imprese
unità di lavoro dei servizi alle imprese sul total delle unità di
12. Capacità di finanziamentoDifferenziale sui tassi a breve termine sui finanziamenti per cassa
45
Nonostante si sia verificato un miglioramento del mercato del lavoro nel periodo
1999-2002, emerge un quadro che continua ad essere preoccupante: i tassi di
attività, occupazione e disoccupazione regionali anche nel 2002 sono nettamente
peggiori rispetto alle medie nazionali e delle ripartizioni geografiche centro-
settentrionali.
La differenza tra il tasso di partecipazione al lavoro in Calabria e quello nazionale,
come nel 1996, si conferma infatti intorno ai 6 punti percentuali circa, mostrando la
limitatezza della partecipazione al mercato del lavoro; diversamente, l’intensità di
lavoro irregolare nella regione è molto più alta che nel resto dell’Italia. La debolezza
del sistema produttivo delle regioni meridionali, e della Calabria in particolare, che
si manifesta come effetto macroscopico in un elevatissimo tasso di disoccupazione,
è quindi positivamente correlata alla nascita ed allo sviluppo di forme consistenti di
economia sommersa.
Altrettanto critici sono gli indicatori relativi alle variabili esogene. In primo luogo,
nonostante l’immenso patrimonio di risorse naturali ed artistiche, la Calabria
continua a mostrare un drastico deficit rispetto alle altre regioni italiane sul
versante della capacità di attrazione dei consumi turistici. Nel 2001 l’indice delle
presenze turistiche per abitante risulta pari a 2,9 e inferiore sia a quello nazionale
(6) che a quello delle regioni Obiettivo 1 (3,2).
Dalle statistiche Istat – del tutto parziali perché riguardano soltanto i beni statali -
si può vedere come la capacità di attrazione delle risorse culturali calabresi sia
lontana non soltanto da quella delle aree del centro e del nord, ma anche da quella
delle altre regioni del mezzogiorno.
Inoltre, la Calabria presenta delle condizioni poco favorevoli di accesso al credito
bancario: nel 2002 posti uguali a 100 i tassi a breve termine sui finanziamenti per
cassa dell’Italia centro settentrionale,nonostante in diminuzione rispetto al 1996, la
regione presenta ancora un differenziale di 27 punti, a fronte dei 19 del complesso
delle regioni dell’Obiettivo 1. Un ulteriore ostacolo è costituito dalla limitata
diffusione dei servizi alle imprese: nel 2001, le unità di lavoro del settore
“intermediazione finanziaria e monetaria” e “attività immobiliari ed imprenditoriali”
su unità di lavoro totali nei servizi, sono inferiori di circa quattro punti percentuali
rispetto al valore medio nazionale.
Anche la situazione ambientale rimane piuttosto critica: solo tre indicatori di
contesto su otto – rifiuti solidi urbani oggetti di raccoltà differenziata, variazioni
ettari per nuove superficie boscate e km di coste non balenabili per inquinamento
46
su km di coste totali (%) - indicano discreti miglioramenti della qualità
dell’ambiente in Calabria. Per il resto degli indicatori, la situazione è peggiorata
rispetto all’arco di tempo di riferimento e, nella maggior parte dei casi, il degrado,
quando condiviso con le altre parti del paese, è più marcato in Regione Calabria.
Infine, l’analisi dei bisogni del contesto locale mette in evidenza alcune criticità nel
settore delle infrastrutture di trasporto in ambito regionale, riferite non tanto a
deficit infrastrutturali quanto piuttosto ad aspetti gestionali, alla mancanza di una
rete efficiente di servizi destinati alla mobilità di persone e merci, ad una
obsolescenza delle infrastrutture ferroviarie e alla presenza di fenomeni di
congestione con riferimento ai principali poli urbani.
Sulla base delle considerazioni precedenti, l’analisi SWOT, di cui si presenta qui il
quadro riassuntivo, non presenta quindi particolari variazioni rispetto a quella
presentata nei documenti di programmazione.
Punti di forza Opportunità
Elevata riserva di sviluppo Ampio bacino di manodopera, soprattutto giovane, con elevati livelli di istruzione Esteso patrimonio di risorse naturali, ambientali, archeologiche e socio-culturali Gioia Tauro come grande hub di interconnessione tra Est e Ovest, nonché nodo strategico del Mediterraneo Riserva di produttività della forza lavoro Presenza di un sistema universitario diffuso nel territorio Consistente potenziale di sviluppo turistico Apprezzabile modernizzazione delle condizioni di vita e di benessere diffuso, indotta dalle politiche di intervento pubblico a rivolte al sostegno della domanda Crescita della cultura della cooperazione tra gli Amministratori pubblici locali, e tra gli attori economici e sociali Ampia presenza di tessuti civili sani e disponibili alla mobilitazione per lo sviluppo Tendenza alla crescita della “domanda sociale” di sviluppo Minore invecchiamento della popolazione
Crescita complessiva del sistema economico Sviluppo incentrato su risorse umane qualificate Valorizzazione e sviluppo basato sulle risorse immobili Aumento degli scambi commerciali europei e internazionali Guadagno di competitività del sistema Produzione e diffusione delle conoscenze e del know-how Crescita consistente dei flussi turistici Crescita di domanda aggregata di qualità Maggiore responsabilizzazione del contesto politico, istituzionale, sociale e culturale nei processi di sviluppo Ampliamento del capitale sociale per lo sviluppo
47
Punti di debolezza Minacce
Isolamento spaziale e relazionale con le altre aree europee e nazionali Elevata dipendenza macro e microeconomica del sistema economico Elevata disoccupazione, soprattutto giovanile e femminile Ridotta partecipazione al mercato del lavoro ed elevata occupazione irregolare Presenza diffusa di organizzazioni criminali Rappresentazione e reputazione negative Presenza diffusa di produzioni e lavori sommersi Tendenza al declino dell’apparato produttivo Scarsa presenza di sistemi integrati territoriali Dotazione infrastrutturale inefficiente dal punto di vista quali-quantitativo e della logistica integrata Elevata turbolenza imprenditoriale, alimentata da un alto turnover nati-mortalità Catene del valore della produzione incomplete, con rilevanti vuoti infra e intersettoriali Prevalenza di produzioni mature e scarsamente dinamiche Bassa domanda sociale di sviluppo e assenza di una cultura diffusa della legalità Scarsa capacità burocratica Instabilità istituzionale e degli assetti di governo
Chiusura localistica dell’economia Diffusione della cultura dell’assistenza Esclusione e marginalizzazione sociale Equilibrio di sottoccupazione ed evasione fiscale e contributiva Diffusione dell’illegalità Inaffidabilità e scarsa attrattività Crescita della dipendenza e dell’eterodirezione Bassa produttività e minore competitività Instabilità imprenditoriale Produzioni a basso valore aggiunto e dipendenza microeconomica Arretratezza e subalternità produttiva Bassa fiducia e scarsi beni relazionali Bassa efficienza amministrativa e vincoli allo sviluppo
3.1.3 Le condizioni di legalità e la criminalità: un aggiornamento
Con riferimento ai valori più aggiornati per le variabili di rottura, le condizioni di
legalità in Calabria, appaiono migliori che nel resto dell’Italia e nel Mezzogiorno:
l’indice di criminalità violenta, misurato dal numero di stragi, rapine, violenze ecc.
per ogni 10.000 abitanti, nel 2001 in regione è pari al 9,7 a fronte del 13,1
nazionale e del 16,4 del Sud.
Sulla base delle denunce fatte all’Autorità Giudiziaria dalle forze dell’ordine6 si rileva
che, sebbene il numero complessivo dei delitti denunciati sia salito da 655,6 mila
nel 2001 a 664,9 nel 2002, in tutta l’area meridionale si è avuta una flessione di
quasi tutti i reati più gravi: nel Sud, a fronte di aumenti nel Centro-Nord, sono
diminuiti gli omicidi volontari (-16,4%), i furti (-0,9%),i sequestri di persona, lo
spaccio di droga (-4,5%) le estorsioni (-10,2% e gli attentati (-2,7%).
In rapporto alla popolazione, però, nel Mezzogiorno la frequenza rimane ancora
elevata per molti reati particolarmente gravi, tra cui gli omicidi volontari (1,7 ogni
6 Elaborazioni Svimez su dati Istat
48
100.000 abitanti contro lo 0,8 nel nord), le rapine (98,2 contro 54,4), le estorsioni
(8,8 contro 5,0) e gli attentati ( 5,5 contro lo 0,4).
Nella tabella 3.2 sono riportate le tendenze più recenti in riferimento ai principali
7 Confesercenti, VI Rapporto SOS Impresa, Roma, 2002
50
Infine, il monitoraggio del fenomeno dell’usura8– effettuato sulla base degli episodi
inseriti nei Registri Generali delle notizie di Reato presso le Procure della Repubblica
– ha evidenziato che anch’esso appare più radicato nelle regioni in cui risulta
presente la criminalità organizzata. In Calabria il fenomeno usuraio (tabella 3.4),
sostenuto dal forte potere intimidatorio della ‘ndrangheta, è profondamente
presente e prevalentemente sommerso, con una maggiore intensità nelle province
di Catanzaro e Reggio Calabria.
Tutti questi dati, vanno letti congiuntamente alle Relazioni Semestrali al Parlamento
della Direzione Investigativa Antimafia (DIA). Secondo l’ultima Relazione
Semestrale (gennaio-giugno 2003) “la ‘ndrangheta è l’organizzazione meno visibile
sul territorio, ma meglio strutturata e più diffusa sia a livello nazionale che
internazionale e che ha saputo interpretare, con maggiore modernità, il
cambiamento, approfittando delle opportunità offerte dalle innovazioni
tecnologiche”.
Tale pervasività è stata presa in esame da tempo dalla Direzione che ha colto i
segnali di come la “ndrangheta” avesse accentuato la sua capacità di diffondersi nel
settore economico, attraverso il condizionamento delle amministrazioni locali e la
conseguente ingerenza negli appalti pubblici e nelle attività imprenditoriali. Le sue
condotte criminose sono rivolte prevalentemente al traffico internazionale delle
sostanze stupefacenti, alle estorsioni, al riciclaggio e alle truffe.
L’alterazione che l’infiltrazione criminale provoca nei meccanismi di mercato è
dovuta innanzitutto alla disponibilità, da parte delle famiglie mafiose, di ingenti
risorse finanziarie, grazie anche ad una articolata struttura imprenditoriale
composta da aziende direttamente controllate, il cui assetto proprietario viene
spesso mascherato mediante operazioni societarie di fusione e/o scissione, che
ostacolano l’individuazione dei reali proprietari.
Le acquisizioni informative relative al primo semestre del 2003 sottolineano quindi,
sul fronte regionale, il pericolo di infiltrazione dell’associazione criminale nel tessuto
economico imprenditoriale, ravvivato dagli ingenti capitali stanziati per la
realizzazione di opere pubbliche di primaria importanza.
8 Informazioni tratte da “Lo stato della sicurezza in Italia 2003”, elaborato dal Ministero degli Interni
51
3.2 L’evoluzione del contesto socioeconomico e normativo: analisi
per asse
In questo paragrafo è presentata l’evoluzione del contesto socioeconomico e del
quadro delle politiche relativo ai diversi settori d’intervento del POR, che sono stati
analizzati per trarne elementi utili a verificare l’attualità degli obiettivi del POR a
metà del periodo di programmazione. La tabella 3.5 presenta gli obiettivi specifici
del POR e le misure associate a ciascuno di essi.
La tabella 3.6 mostra invece, a titolo esemplificativo, l’incidenza del POR nel
bilancio revisionale di competenza della regione Calabria per il 2002. L’incidenza del
POR è abbastanza elevata nelle aree di intervento dello sviluppo economico
(55,8%), dell’istruzione, formazione e lavoro (61,7%) e delle attività culturali,
ricreative, sportive e del culto (75,1%); questa incidenza è assai più ridotta
nell’importante settore dell’uso e salvaguardia del territorio (18,4%); ne discende
che l’incidenza del POR sul bilancio di previsione di competenza nel 2002, nei settori
citati, è nel complesso del 34,5%.
Misureassociate
1
1. Garantire disponibilità idriche adeguate (quantità, qualità, costi) per la popolazione civile e le attività produttive, in accordo con le priorità definite dalla politicacomunitaria in materia di acque, creando le condizioni per aumentare l'efficienza di acquedotti, fognature e depuratori, in un’ottica di tutela della risorsa idrica e di economicità di gestione; favorire un più ampio ingresso di imprese e capitali nel settore e un più esteso ruolo dei meccanismi di mercato; dare compiuta applicazione alla Legge “Galli” e al D. lgs. 152/99
Misura 1.1
22 Migliorare le condizioni di fornitura delle infrastrutture incoraggiando il risparmio, risanamento e riuso della risorsa idrica, introducendo e sviluppando tecnologie appropriate e migliorando le tecniche di gestione nel settore. Promuovere la tutela ed il risanamento delle acque marine e salmastre
Misura 1.2*
Misura 1.3
Misura 1.4
44 Perseguire il recupero delle funzioni idrogeologiche dei sistemi naturali, forestali e delle aree agricole, a scala di bacino, anche attraverso l’individuazione di fasce fluviali, promuovendo la manutenzione programmata del suolo e ricercando condizioni di equilibrio tra ambienti fluviali ed ambiti urbani
Misura 1.5
Misura 1.4Misura 1.5Misura 1.6
66. Migliorare il sistema di gestione dei rifiuti, promuovendo la raccolta differenziata, il riciclaggio, il recupero, nonché elevando la sicurezza dei siti per lo smaltimento efavorendo lo sviluppo di un efficiente sistema di imprese; dare attuazione alle normative di settore attraverso la pianificazione integrata della gestione dei rifiuti su scala di Ambiti Territoriali Ottimali
Misura 1.7
77. Risanare le aree contaminate rendendole disponibili a nuovi utilizzi economici, residenziali o naturalistici, e migliorare le conoscenze, le tecnologie, le capacità di intervento dei soggetti pubblici e privati, nonché la capacità di valutazione e controllo della Pubblica amministrazione per la bonifica dei siti inquinati
Misura 1.8
88. Promuovere la riduzione della quantità e della qualità dei rifiuti prodotti (anche mediante campagne informative); favorire il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero introducendo innovazioni di processo nei sistemi di gestione dei rifiuti
Misura 1.7
9 9. Sviluppare sistemi di monitoraggio e prevenzione dell’inquinamento Misura 1.9
1010. Negli ambiti marginali con sottoutilizzazione delle risorse: migliorare la qualità del patrimonio naturalistico e culturale, riducendone il degrado/abbandono edaccrescendone l’integrazione con le comunità locali in un’ottica di tutela, sviluppo compatibile, migliore fruizione e sviluppo di attività connesse, come fattore di mobilitazionee stimolo allo sviluppo locale
Misura 1.10
1111. Negli ambiti con sovrautilizzo delle risorse: recuperare gli ambiti compromessi a seguito di usi impropri e conflittuali; regolare gli usi e la pressione sulle risorse (ancheattraverso sistemi di certificazione dell’equilibrio nell’uso delle risorse stesse); accrescere l’offerta di beni e servizi finalizzati alla qualità ambientale ed alla corretta fruizione ambientale delle risorse, in un’ottica di promozione dello sviluppo locale
Misura 1.10
1212. In generale: promuovere la capacità della Pubblica amministrazione di intervenire per la conservazione e lo sviluppo; promuovere la rete ecologica come infrastruttura di sostegno dello sviluppo compatibile e come sistema di offerta di beni, risorse e valor
Misura 1.10
13 13. Stimolare l’impiego di fonti di energia rinnovabili; promuovere il risparmio energetico e il miglioramento dell’efficienza gestionale Misura 1.11
1414. Disporre di un’adeguata base informativa sullo stato dell'ambiente, sui fattori che esercitano pressione sulle risorse e sulla diffusione e funzionalità delle infrastrutturenei settori del ciclo integrato dell’acqua e dei rifiuti
Misura 1.9
Obiettivi Generali e Specifici
Obiettivo generale Asse I - Creare nuove opportunità di crescita e di sviluppo sostenibile; rimuovere le condizioni di emergenza ambientale; assicurare l’uso efficiente e razionale e la fruibilità di risorse naturali riservando particolare attenzione alla tutela delle coste; adeguare e razionalizzare reti di servizio per acqua e rifiuti; garantire il presidio del territorio, a partire da quello montano, anche attraverso le attività agricole; preservare le possibilità di sviluppo nel lungo periodo e accrescere la qualità della vita.
33 Migliorare il livello di competitività territoriale garantendo un adeguato livello di sicurezza “fisica” delle funzioni insediativa, produttiva, turistica e infrastrutturale esistente, attraverso la realizzazione della pianificazione di bacino, di un sistema di governo e presidio idrogeologico diffuso ed efficiente, e di una pianificazione territoriale compatibile con la tutela delle risorse naturali
55. Accrescere la sicurezza attraverso la previsione e prevenzione degli eventi calamitosi nelle aree soggette a rischio idrogeologico incombente e elevato (con prioritaria attenzione per i centri urbani, le infrastrutture e le aree produttive) e nelle aree soggette a rischio sismico
Tabella 3.5 - Obiettivi generali e specifici del POR Calabria 2000-2006 e relative misure
Misureassociate
Obiettivi Generali e Specifici
1515. Consolidare, estendere e qualificare le azioni di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio archeologico, architettonico, storico-artistico, paesaggistico nonché quellerelative alle attività di spettacolo e di animazione culturale, quale strumento di sviluppo economico del territorio
Misura 2.1
1616. Migliorare la qualità dei servizi culturali e per la valorizzazione del patrimonio compresa la promozione della conoscenza e della divulgazione, anche ai finidell’innalzamento della qualità della vita.
Misura 2.2
1717. Sviluppare l’imprenditorialità e la crescita delle organizzazioni legate alla valorizzazione del patrimonio culturale. Creare le condizioni e favorire la creazione di strutture ad alta specializzazione per la gestione degli interventi di restauro. Sviluppare attività di formazione per la riqualificazione e la creazione di competenze legate al patrimonio a alle attività culturali
Misura 2.3
Misura 3.1Misura 3.2
19 19. Inserimento e reinserimento dei disoccupati di lunga durata (Policy Field A) Misura 3.320 20. Favorire il primo inserimento lavorativo o il reinserimento di soggetti a rischio di esclusione sociale (Policy Field Misura 3.4
24 24. Accrescere la partecipazione e rafforzare la posizione delle donne nel mercato del lavoro (Policy Field E) Misura 3.13Misura 3.5Misura 3.6
26 26. Promuovere un'offerta adeguata di formazione superiore e universitaria (Policy Field C) Misura 3.727. Promuovere l'istruzione e la formazione permanente (Policy Field C) Misura 3.827.bis Migliorare la qualità dei servizi e le strutture del sistema formativo scolastico Misura 3.15
2828. Rafforzare il sistema della ricerca scientifico-tecnologica del Mezzogiorno, migliorando i collegamenti tra i sottosistemi scientifici ed il sistema imprenditoriale, anche con la finalità di promuovere il trasferimento tecnologico, la nascita di imprese sulla “frontiera” e l’attrazione di insediamenti high-tech
Misura 3.16
30 30. Accrescere la propensione all’innovazione di prodotto, di processo ed organizzativa delle imprese meridional Misura 3.1631 31. Inserire la comunità scientifica meridionale in reti di cooperazione internazionale Misura 3.1632 32. Promuovere la ricerca e l’innovazione per la valorizzazione di risorse naturali e storico-artistiche del territorio meridionale. Misura 3.16
Obiettivo generale Asse II - Stabilire condizioni per nuove opportunità imprenditoriali nel settore della cultura e delle attività culturali; accrescere la qualità della vita dei cittadini, la fiducia e il benessere sociale; valorizzare, tutelare e rendere maggiormente fruibili le risorse culturali del Mezzogiorno.
Obiettivo generale Asse III - Indurre nuove occasioni di sviluppo espandendo la dotazione, la disponibilità e la qualità delle risorse umane. Far crescere il contenuto scientifico-tecnologico delle produzioni meridionali; rafforzare la rete dei centri di competenza del Mezzogiorno e valorizzare i collegamenti tra sottosistema scientifico ed imprenditoriale. Ridurre i tassi di disoccupazione, accrescere la partecipazione al mercato del lavoro e l’emersione delle attività informali (e quindi la loro produttività), valorizzare le risorse femminili, favorire i processi di recupero della fiducia e benessere sociale e ridurre la marginalità sociale.
18 18. Prevenzione della disoccupazione di giovani e adulti (Policy Field A)
21 21. Sostenere le politiche di rimodulazione degli orari e di flessibilizzazione del MdL e sviluppare la formazione continua con priorità alle PMI (Policy Field D)
22 22. Sostenere l’imprenditorialità in particolare nei nuovi bacini di impiego e l'emersione del lavoro regolare (Policy Field D)
25 25. Adeguare il sistema della formazione professionale e dell’istruzione (Policy Field C)
27
Misureassociate
Obiettivi Generali e Specifici
Misura 4.1
Misura 4.2
Misura 4.1
Misura 4.2
Misura 4.1
Misura 4.2
3737. Migliorare la dotazione e la funzionalità delle infrastrutture per la localizzazione delle imprese e delle infrastrutture di servizio e supporto per la forza lavoro, in particolare per il lavoro femminile
Misura 4.2
3838. Potenziare il ruolo dei mercati finanziari e degli operatori finanziari; migliorare il coordinamento del sistema degli incentivi, l’informazione e l’assistenza tecnica alleimprese; sviluppare pacchetti integrati di agevolazione (PIA) per il contestuale finanziamento di investimenti, sviluppo pre-competitivo e innovazione tecnologica dal punto di vista produttivo e ambientale
Misura 4.1
4040. Turismo: Accrescere e qualificare le presenze turistiche nel Mezzogiorno attraverso azioni di marketing dei sistemi turistici, rafforzando gli strumenti di pianificazione territoriale in un’ottica di sostenibilità ambientale e diversificazione produttiva
Misura 4.3
41
41. Turismo: Accrescere l’articolazione, l’efficienza e la compatibilità ambientale delle imprese turistiche attraverso la promozione dell’innovazione di prodotto, di processo ed organizzativa, nonché agendo sulle condizioni di base (disponibilità di infrastrutture, quali reti di approdi, servizi, tecnologie, informazione) del territorio. Accrescere l’integrazione produttiva del sistema del turismo in un’ottica di filiera (anche al fine di ridurre il quantitativo di rifiuti prodotti, l’uso delle risorse naturali e il potenziale inquinante). Favorire la crescita di nuove realtà produttive locali intorno alla valorizzazione innovativa di risorse e prodotti turistici tradizionali ed al recupero di identità e culture locali; nonché la diversificazione e l'innovazione di prodotti turistici "maturi" in aree già sviluppate.
Misura 4.4
42. Migliorare la competitività dei sistemi agricoli ed agroindustriali in un contesto di filiera Misura 4.5Misura 4.6Misura 4.7Misura 4.8Misura 4.14Misura 4.15Misura 4.16Misura 4.17Misura 4.18Misura 4.19
Obiettivo Generale Asse IV - Creare le condizioni economiche per lo sviluppo imprenditoriale e la crescita produttiva; aumentare la competitività, la produttività, la coesione e la cooperazione sociale in aree concentrate del territorio, irrobustendo, anche attraverso l’innovazione tecnologica, le filiere produttive (specie in agricoltura e nello sviluppo rurale); promuovere la localizzazione di nuove iniziative imprenditoriali, ivi incluse quelle nel settore turistico, e l’emersione di imprese dall'area del sommerso; assicurare la sostenibilità ambientale dello sviluppo del sistema produttivo, anche utilizzando le migliori tecnologie disponibili e rispettando nel medio e lungo periodo la capacità di carico dell’ambiente.
34
34. Favorire lo sviluppo, l’aumento di competitività e di produttività, di iniziative imprenditoriali nei settori già presenti che hanno dimostrato buone capacità di sviluppo (anche agendo sul completamento e irrobustimento di filiere e distretti e sulle attività produttive connesse con l’uso di risorse naturali e culturali locali), favorendo la promozione delle migliori tecnologie disponibili dal punto di vista ambientale, degli schemi EMAS e Ecolabel, di innovazioni di processo/prodotto, prevenendo la formazione, riducendo le quantità e la pericolosità dei rifiuti generati dal ciclo produttivo nonché la possibilità di riutilizzo, riciclaggio e recupero dei prodotti
35
35. Favorire la nascita e la localizzazione di nuove attività e nuove imprese, specie in iniziative che assicurino buone prospettive di crescita e di integrazione con il territorio e l’ambiente, in un’ottica di valorizzazione dei cluster e delle filiere produttive, anche attraverso attività di animazione permanente35.bis Sostenere le imprese in modo organico ed articolato, rispondendo ai loro bisogni reali, con particolare riguardo all’innovazione tecnologica, all’accesso al credito, alla compatibilità ambientale, all’information technology, alla formazione professionale35.tris Valorizzare lo sviluppo del settore del commercio in un’ottica di sviluppo territoriale integrato e di rete
3636. Servizi: Favorire la creazione e il rafforzamento dei servizi alle imprese ed in particolare la loro connessione all’interno delle logiche di filiera, focalizzando gli interventi sul lato della domanda (anche al fine di ridurre il potenziale inquinante, il quantitativo di rifiuti da smaltire, l'uso delle risorse naturali).
4545. Rafforzare le potenzialità dei centri urbani, in relazione alle loro dimensioni metropolitane o di centro medio-piccolo, come luogo di attrazione di funzioni e servizispecializzati o come luoghi di connessione e di servizio per i processi di sviluppo del territorio, avendo presente le caratteristiche e le potenzialità specifiche di ciascuna città nel proprio contesto regionale.
Misura 5.1
46
46. Aumentare la fruizione dello spazio urbano da parte dei cittadini, sia per l’accrescimento della competitività dei sistemi urbani sia per il rafforzamento della coesionesociale. Migliorare il sistema della mobilità interna ed esterna ai centri urbani, riducendo la congestione, l’inquinamento acustico e l’inquinamento atmosferico. Migliorare la qualità della vita nelle aree urbane, in particolare nelle aree periferiche e in quelle dismesse con particolare attenzione ai bisogni dell’infanzia, all’integrazione sociale e alla lotta alla marginalità
Misura 5.1
4747 Riqualificare, rinnovare e rifunzionalizzare il tessuto edilizio urbano, nel rispetto delle tradizioni culturali e storiche con particolare attenzione al recupero dei centri storici e dei centri minori.
Misura 5.1
48Rafforzare il capitale sociale in ambito urbano mediante il soddisfacimento dei bisogni sociali di base, la riduzione del tasso di esclusione, la promozione dell’economia sociale, la qualificazione dei servizi, la definizione di nuove figure professionali in ambito sociale, anche attraverso la qualificazione della Pubblica Amministrazione.
Misura 5.2
4444. Rafforzare la competitività dei sistemi locali della pesca in un’ottica di sviluppo so-stenibile, valorizzando in particolare la produzione ittica di allevamento in acqua marina, salmastra e dolce (anche attraverso attività di riconversione degli addetti al settore, con il sostegno della ricerca, di strutture di servizio e di assistenza). Ridurre il differenziale socioeconomico nel settore della pesca. Prevenire i danni derivanti da uno sfruttamento non equilibrato delle risorse biologiche
Obiettivo generale Asse V - Migliorare l’articolazione funzionale e la qualità del sistema urbano del Mezzogiorno attraverso la definizione del ruolo delle città nel loro contesto regionale, e in particolare: creare condizioni economiche, amministrative e sociali adatte allo sviluppo imprenditoriale; aumentare la competitività e la produttività strutturale dei sistemi economici territoriali; favorire la localizzazione di nuove iniziative nelle aree urbane e metropolitane specie nei servizi alle persone e alle imprese; combattere la marginalità sociale e favorire i processi di recupero della fiducia sociale; riqualificare il contesto urbano, con particolare attenzione per gli aspetti ambientali.
4343. Sviluppo rurale: Sostenere lo sviluppo dei territori rurali e valorizzare le risorse agricole, forestali, ambientali e storico-culturali
Misureassociate
Obiettivi Generali e Specifici
50
50. Rafforzare i collegamenti di nodi e terminali a livello locale con le reti nazionali, al fine di agevolare i flussi di merci, risorse finanziarie e capitale umano da e verso il Mezzogiorno (con particolare attenzione, soprattutto nel settore delle merci, al legame fra dotazione e articolazione delle infrastrutture (reti e nodi) e qualità e articolazione dei servizi erogabili), nel rispetto degli standard di sicurezza e in materia di inquinamento atmosferico e acustico, degli obiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica (accordi di Kyoto) e dei criteri di minimizzazione degli impatti sulle aree naturali e sul paesaggio.
Misura 6.1
5151. Rafforzare e migliorare le interconnessioni delle reti a livello locale, elevando la qualità dei servizi, aumentando l’utilizzo delle strutture trasportistiche esistenti, generando effetti benefici per le famiglie e le imprese, in modo soprattutto da soddisfare la domanda proveniente dalle attività economiche.
Misura 6.2
5252. Realizzare e adeguare i collegamenti dei nodi alle reti nazionali e internazionali (collegamento delle città con gli aeroporti, collegamento di aree in fase di forte sviluppo edi città capoluogo con la rete ferroviaria nazionale), nel rispetto degli obiettivi di riduzione delle emissioni e dei criteri di minimizzazione degli impatti ambientali.
Misura 6.1
Misura 6.1Misura 6.2
5454. Perseguire il riequilibrio modale sia sul versante urbano e metropolitano (infrastrutture per il trasporto di massa in sede fissa), sia sul versante del trasporto merci (ferroviario, nella definizione degli itinerari e dei nodi di interscambio; marittimo, con particolare riferimento alle infrastrutture necessarie per dare impulso al cabotaggio
Misura 6.2
55 55. Sostenere e diffondere la società dell’informazione con particolare riferimento ai settori della pubblica amministrazione, dell’educazione pubblica e dei sistemi produttivi. Misura 6.3
5353. Perseguire l’innovazione dei metodi gestionali delle reti materiali e immateriali, ottimizzare l’uso delle infrastrutture disponibili e massimizzare gli effetti derivanti dal loropotenziamento, elevandone qualità, efficienza e sicurezza in un contesto generale di trasparenza di gestione e di apertura al mercato (nel trasporto pubblico locale, nei
Obiettivo generale Asse VI - Migliorare e creare le condizioni di contesto (nei trasporti, nella SI, nella sicurezza) per lo sviluppo imprenditoriale e la localizzazione di nuove iniziative e per aumentare la competitività e la produttività strutturale dei sistemi economici territoriali, mediante interventi che assicurino la sostenibilità ambientale, promuovano la riduzione degli impatti (riequilibrio modale nei trasporti), rispettino la capacità di carico dell'ambiente e del territorio in generale e favoriscano i processi di recupero della fiducia sociale.
57
Tabella 3.6 - Incidenza del POR Calabria 2000-2006 sul bilancio regionale nei settori di intervento rilevanti nel 2002
Totale di cui:
POR POR (in% del totale)
€ x 1000 Area 2: Sviluppo economico 951.661 531.063 55,8 Area 3: Uso e salvaguardia del territorio 1.838.892 338.479 18,4 Area 4: Istruzione- Formazione professionale e lavoro 250.032 154.394 61,7 Area 5: Attività culturali, sportive, ricreative e del culto 61.984 46.522 75,1 Totale aree 2-5 3.102.569 1.070.458 34,5 Fonte: Regione Calabria, Quadro generale riassuntivo del bilancio per l'anno finanziario 2002, previsione di competenza (supplemento straordinario n.7 al BURC, 16 maggio 2002)
Le risorse naturali (Asse I)
a) Gli obiettivi del POR
L’Asse I persegue gli obiettivi specifici da 1 a 14 del POR, che riguardano il
settore idrico (misure 1.1 – 1.3), la difesa del suolo (1.4 – 1.6), l’ambiente
(1.7-1,9) la rete ecologica (1.10) e l’energia (1.11). L’obiettivo generale
dell’asse è quello di tutelare l’ambiente e le specifiche risorse naturali della
regione superando l’emergenza ambientale, garantendo la qualità dei servizi
relativi alla fornitura di acqua potabile e per irrigazione e allo smaltimento
dei rifiuti, prevenire il dissesto del territorio, offrire in definitiva nuove
opportunità di sviluppo nell’industria, nell’agricoltura e nel turismo tutelando
la sostenibilità dello sviluppo.
b) Il contesto socioeconomico
Nonostante un marginale miglioramento di 3 indicatori di contesto su otto
(quelli relativi alla raccolta differenziata dei rifiuti, agli ettari di superfici
boscate e ai km di costa non balneabili per inquinamento), i valori più
aggiornati di tali indicatori e l’analisi del contesto delle risorse naturali in
generale non sembrano mostrare mutamenti sostanziali della situazione
ambientale della Calabria rispetto a quella conosciuta al momento
dell’elaborazione del POR. Alla luce di queste rilevazioni il POR mantiene la
sua attualità.
c) Il quadro delle politiche
La normativa comunitaria, nazionale e regionale non registra modifiche
rilevanti ai fini della riprogrammazione del POR. Gli atti più recenti, tra cui la
58
direttiva quadro sulle acque, sembrano anzi confermare e rafforzare i
contenuti della programmazione.
d) Attualità degli obiettivi
Gli obiettivi specifici dell’asse sono irrinunciabili (al netto delle ridondanze
segnalate di seguito), pena lo snaturamento degli obiettivi generali
dell’asse e del POR. L’affermazione è di più diretta e specifica rilevanza
nei campi (i) dell’agricoltura e dello sviluppo rurale, i cui obiettivi specifici
(numero 42 e 43) sarebbero in parte compromessi dalla mancata
attuazione, in particolare, delle misure 1.3 (sistemi irrigui nelle aree
agricole di pregio) e 1.5 (Sistemi naturali), (ii) delle risorse culturali,
poiché la misura 1.10 è connessa al perseguimento dell’obiettivo 15
(salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico, monumentale,
ecc.), (iii) dello sviluppo industriale, (iv) dello sviluppo dei centri urbani e
(v) del progresso della società dell’informazione. Sono quindi
irrinunciabili anche gli obiettivi a rischio.
Esistono alcune ridondanze negli obiettivi specifici:
- L’obiettivo 2 è “coperto” di fatto dall’ob.1 (ad eccezione dell’obiettivo
di tutela delle acque marine e salmastre), e in effetti la misura 1.2
(assegnata all’ob.2) è riferibile anche all’ob.1 (realizzazione e
miglioramento di fognature e depuratori),
- L’obiettivo 9 (sistema di monitoraggio e prevenzione) è largamente
“coperto” dall’obiettivo 14 (base informativa sui fattori di pressione
sull’uso delle risorse). Al raggiungimento di ambedue gli obiettivi è
infatti assegnata la misura 1.9.
Questa ridondanza non ha comunque conseguenze sull’utilità delle
misure assegnate a questi obiettivi.
3.2.1 Le risorse culturali (Asse II)
a) Gli obiettivi del POR
La Calabria è ricca di importanti risorse culturali (aree archeologiche, centri
storici, castelli e fortezze, chiese, musei) e decisamente deficitaria sotto il
duplice profilo della loro conservazione e valorizzazione. Restano quindi per
definizione attuali gli obiettivi del POR in questo campo, sia quello generale
che mira a stabilire condizioni per nuove opportunità imprenditoriali in
questo settore, valorizzando e rendendo fruibili le risorse culturali della
59
regione, sia i tre obiettivi specifici in cui esso si traduce e che riguardano
interventi per la conservazione del patrimonio culturale, per il miglioramento
della qualità dei servizi ai fini della sua valorizzazione e per lo sviluppo
dell’imprenditorialità.
b) Il contesto socioeconomico
La relazione tra il settore delle risorse culturali e il contesto socio-economico
non è soggetta ad una rapida variabilità. Per quanto riguarda la domanda, i
consumi culturali hanno comunque subito un declino negli ultimi anni che
non trova riscontro nell’andamento nazionale. In relazione all’offerta si è
verificata, rispetto al 1995, una crescita notevole dei musei, ma se si guarda
alla diffusione di servizi aggiuntivi come indicatore della crescita
dell’imprenditorialità legata ai beni culturali, le statistiche evidenziano in
Calabria una situazione ancora allo stato embrionale, che va rafforzata.
c) Il quadro delle politiche
A livello regionale non sono intervenute modifiche legislative in grado di
mutare il contesto, mentre a livello nazionale sono state introdotte delle
novità (il regolamento del testo unico, la Patrimonio Spa, etc.) ma, in
relazione alla situazione calabrese, non si ritiene che esse possano
giustificare un cambio di direzione nella programmazione. E’ da tempo in via
di elaborazione un APQ in materia di Beni Culturali, ma non è ancora stata
trovata un’intesa sui suoi contenuti definitivi. Il ritardo nella sua
approvazione si ripercuote anche sui tempi e sulla qualità degli interventi del
POR.
d) Attualità degli obiettivi
L’obiettivo generale e gli obiettivi specifici dell’asse, che insistono
particolarmente sulla valorizzazione dei beni culturali (economica, ma
anche in termini di qualità della vita), conservano tutta la loro validità e
sono irrinunciabili. La situazione calabrese è infatti caratterizzata da
indicatori di utilizzo delle risorse culturali inferiori a quelli del
Mezzogiorno e dell’intero paese, e ciò si deve plausibilmente alla
mancata integrazione di politiche di mera conservazione dei beni con gli
altri interventi necessari alla loro effettiva valorizzazione.
Gli obiettivi dell’asse non sono quindi in alcun modo ridondanti.
60
3.2.2 Le risorse umane (Asse III)
a) Gli obiettivi del POR
L’asse III si propone l’obiettivo generale di espandere la dotazione, la
disponibilità e la qualità delle risorse umane attraverso 14 obiettivi specifici
che possono essere ricondotti ai seguenti “policy fields”:
- sviluppo e promozione di politiche attive del mercato del lavoro;
- promozione e miglioramento della formazione professionale,
dell’istruzione, dell’orientamento;
- promozione di una forza lavoro competente, qualificata e adattabile
rafforzando il potenziale umano nella ricerca, nella scienza e nella
tecnologia
- promozione di pari opportunità per tutti nell’accesso al mercato del lavoro
- introduzione di misure intese a migliorare l’accesso e la partecipazione
delle donne al mercato del lavoro
b) Il contesto socioeconomico
Nonostante si sia verificato un miglioramento del mercato del lavoro
regionale nell’ultimo triennio, dall’analisi degli indicatori aggregati emerge
un quadro che continua ad essere preoccupante: i tassi di attività,
occupazione e disoccupazione anche nel 2002 sono nettamente peggiori
rispetto alle medie nazionali e delle ripartizioni geografiche centro-
settentrionale, inoltre denotano una situazione di disagio relativo anche nei
confronti delle regioni meridionali. La lenta evoluzione del contesto socio-
economico rende di fatto ancora attuali le priorità elencate nel POR ed i
corrispondenti obiettivi specifici.
c) Il quadro delle politiche
Il contesto normativo nel quale il POR si trova ad operare ha sperimentato
negli ultimi anni delle modifiche abbastanza rilevanti, sia a livello europeo
che nazionale. In ambito europeo i principali interventi avvenuti dal 1999
riguardano il rafforzamento della Strategia Europea e la sua integrazione
nella strategia di riforme economiche e coesione sociale varata dal Consiglio
Europeo di Lisbona (marzo 2000). La normativa nazionale vede il proliferare
di molti atti a diverso grado correlati al percorso tracciato. Gli interventi
legislativi più significativi avvenuti nei mesi più recenti sono la “Delega al
61
governo in materia di occupazione e mercato del lavoro” (cd .legge Biagi) e
la “Delega al governo per la definizione delle norme generali
sull’istruzione”(cd. legge Moratti). La legge Biagi ed il conseguente decreto di
attuazione 276/03 non sembrano porre dubbi sulla continuità del POR,
mentre più complessa appare la relazione tra legge Moratti e POR che
potrebbe richiedere un ripensamento delle politiche formative e di istruzione
a livello regionale. Dal punto di vista, infine, della relazione esistente tra POR
e normativa regionale, il POR sembra costituire un buon complemento nei
confronti degli ultimi interventi legislativi: esso sembra infatti da una parte
privilegiare alcuni gruppi destinatari (quali i disoccupati di lunga durata e gli
occupati) trascurati dalla normativa regionale, dall’altra sembra rafforzare
alcuni indirizzi di politica regionale.
d) Attualità degli obiettivi
Nonostante la situazione del mercato del lavoro calabrese sia lievemente
migliorata dall’avvio del POR, le priorità di intervento (ed i corrispondenti
obiettivi specifici) elencate nel POR rimangono ancora urgenti,
confermando il POR come uno strumento utile per gli interventi di politica
del lavoro e della formazione.
Gli obiettivi generali e specifici dell’asse III non sono ridondanti.
3.2.3 I sistemi locali di sviluppo: industria e turismo (Asse IV, FESR)
a) Gli obiettivi del POR
Le misure cofinanziate dal FESR prevedono interventi che riguardano (i)
l’industria (misure 4.1 e 4.2), in vista degli obiettivi 34 (sostegno alle
imprese e filiere produttive esistenti), 35 (sostegno alla nascita e
localizzazione di nuove attività, che include il 35 bis – sostegno finanziario –
e il 35 tris – sviluppo del commercio), 36 (creazione e rafforzamento dei
servizi alle imprese), 37 (infrastrutture per la localizzazione, incluse quelle di
servizio e supporto al personale), 38 (potenziamento del ruolo dei mercati
finanziari e migliore coordinamento del sistema degli incentivi attraverso i
PIA – pacchetti integrati di agevolazioni), 40 (accrescere e qualificare le
presenze turistiche con il marketing), 41 (sostenere il miglioramento delle
imprese turistiche e l’integrazione/networking tra di loro).
62
b) Il contesto socioeconomico
Nonostante siano emersi negli ultimi anni alcuni segni di vitalità nel tessuto
socio-economico calabrese, grazie all’andamento positivo della produttività
nell’industria in senso stretto, nel manifatturiero, nel commercio e nel
settore turistico, complessivamente gli indicatori di contesto aggiornati (dati
Istat) non indicano mutamenti rilevanti nel sistema calabrese, che presenta
sempre gravi carenze – in particolare nelle infrastrutture - rispetto al
sistema produttivo nazionale.
c) Il quadro delle politiche
Nel corso degli ultimi due anni, non vanno segnalate modifiche nelle
normative comunitarie, nazionale e regionale tali da comportare un
ripensamento delle priorità strategiche e degli obiettivi, così come indicati
nel POR per le misure 4.1, 4.2, 4.3, 4.4. In riferimento alla pianificazione e
programmazione del settore industria, artigianato, commercio e servizi, va
segnalata la stipula dell’APQ “ Infrastrutturazione per lo sviluppo locale” tra il
Ministero dell’Economia e la Regione Calabria. Nell’ambito degli incentivi
diretti alle imprese dell’industria, dell’artigianato, del commercio e dei
servizi, i cambiamenti registrati riguardano solo aspetti attuativi legati, ad
esempio, all’ampliamento dei settori interessati dall’incentivo o
all’introduzione di nuove tipologie di finanziamento o alle modalità di accesso
alle agevolazioni (legge 266/97). Nel quadro legislativo del settore del
turismo che funge da contesto di riferimento per le misure 4.3 e 4.4, il
cambiamento rispetto al quadro vigente al momento della predisposizione
del POR è costituito dalla legge quadro 135/2001.
d) Attualità degli obiettivi
Per le ragioni dette, e tenuto conto del significativo gap di sviluppo della
Calabria, i diversi obiettivi specifici sono coerentemente intrecciati tra di
loro ai fini del conseguimento dell’obiettivo generale dell’asse. Non
sembra quindi possibile rinunciare ad alcuno di essi (al netto della
ridondanza segnalata di seguito).
L’obiettivo 35 bis - assegnato all’azione 4.1.e (servizi di ingegneria
finanziaria), che interviene per promuovere la capitalizzazione delle
imprese e favorirne l’accesso ai mercati finanziari – è ridondante, in
quanto largamente “coperto” dagli obiettivi 34 e 38.
63
3.2.4 I sistemi locali di sviluppo: agricoltura e pesca (Asse IV, FEOGA e
SFOP)
a) Gli obiettivi del POR
Le misure cofinanziate dal Feoga (da 4.5 a 4.19) concorrono a conseguire gli
obiettivi n.42 (migliorare la competitività dei sistemi agricoli ed
agroindustriali in un contesto di filiera) e n.43 (sviluppo rurale: sostenere lo
sviluppo dei territori rurali e valorizzare le risorse agricole, forestali,
ambientali e storico-culturali). Gli interventi previsti sono organizzati nei due
“sottosettori” relativi rispettivamente (i) ai sistemi agricoli e agro-industriali,
a cui sono più specificamente dedicate le misure da 4.5 a 4.8, largamente
legate alla realizzazione dei PIF (Progetti integrati di filiera) e (ii) ai territori
rurali, di cui si occupano specificamente le misure da 4.9 a 4.13, vincolate
all’attuazione dei PIAR (Progetti integrati di area rurale). Le misure
cofinanziate dallo SFOP (4.20 e 4.21) perseguono invece l’obiettivo n.44
(rafforzare la competitività dei sistemi locali della pesca, ridurre il
differenziale socioeconomico nel settore della pesca, prevenire i danni
derivanti da uno sfruttamento non equilibrato delle risorse biologiche), e
anch’esse sono largamente vincolate alla progettazione integrata (PIT).
b) Il contesto socioeconomico
Dalle analisi degli indicatori di contesto e dallle analisi SWOT per i settori
dell’agricoltura e della pesca non emergono cambiamenti significativi rispetto
alla fase di programmazione del POR. Il valore aggiunto dell’agricoltura,
della caccia e della silvicoltura ha registrato un incremento di più del 14%,
accompagnato anche da un aumento del 27% nella produttività del lavoro;
tuttavia questi miglioramenti rimangono inferiori a quelli osservati nel
Mezzogiorno e nel resto d’Italia. Per quanto riguarda inoltre il settore della
pesca, va indicato che il valore aggiunto rapportato al PIL totale è diminuito
di circa il 37%, segnalando che nel settore persistono difficoltà strutturali. Il
divario strutturale con il resto d’Italia quindi permane, particolarmente in
termini di creazione di valore aggiunto, di capacità di attrazione del territorio
e di esportazioni dei prodotti alimentari.
c) Il quadro delle politiche
Nell’ambito del Fondo FEOGA le principali novità riguardano l’emanazione di
tre nuovi regolamenti, l’ultimo dei quali è stato pubblicato alla fine dello
64
scorso mese di settembre, che hanno modificato il panorama normativo
comunitario di riferimento.
Tali regolamenti sono:
- il Reg. (CE) n. 455 del nel febbraio 2002 che sostituisce il Reg. 1750/99;
- il Reg. (CE) 963 del giugno 2003 che modifica, a sua volta, il
regolamento (CE) n. 445/2002;
- il Reg. (CE) n. 1783 del settembre 2003 il quale recependo le novità
introdotte dalla Riforma di Medio Termine della Pac, modifica il Reg. (CE)
n. 1257/1999.
Mentre i primi due sono di natura prevalentemente attuativa del POR,
l’ultimo potrebbe potenzialmente influire sulla sua struttura programmatoria,
poiché, recependo i nuovi indirizzi di sviluppo rurale delineati nella Riforma
di Medio Termine della PAC, esso modifica le modalità di sostegno allo
sviluppo rurale da parte del Feoga e, quindi, i suoi effetti si espliciteranno
pienamente nel futuro periodo di programmazione. Tuttavia alcune novità in
esso contenute potranno essere applicate anche nell’attuale fase di
programmazione, introducendo nuove misure e/o nuove tipologie di
intervento negli attuali Piani. Ci si riferisce ad esempio alla possibilità di
introdurre interventi volte a sostenere metodi di produzione volti sia al
miglioramento della qualità dei prodotti agricoli, sia alla loro promozione, ad
incentivare gli agricoltori di adeguarsi alle norme comunitarie in materia di
ambiente, sanità pubblica, salute delle piante e degli animali, benessere
degli animali e sicurezza sul lavoro.
Dal punto di vista del fondo SFOP vi sono diverse novità sul piano della
normativa vigente, soprattutto a livello comunitario, ma anche nazionale.
Tali cambiamenti riguardano:
- il Reg. (CE) n. 657/2000 del Consiglio, del 27 marzo 2000, relativo al
rafforzamento del dialogo con il settore della pesca e gli ambienti
interessati dalla politica comune della pesca;
- il Reg. (CE) 1451/2001 e il Reg. (CE) 179/2002, che introducono
modifiche e disposizioni di attuazione del Reg. (CE) 2792/1999;
65
- il Reg. (CE) 2369/2002, a modifica del precedente Reg. (CE) 2792/1999,
che definisce modalità e condizioni delle azioni strutturali comunitarie nel
settore della pesca;
- il Reg(CE) 2371/2002, di riforma della Politica Comune della Pesca e
vigente dal 1 gennaio 2003;
- il Reg(CE) n. 2370/2002 del Consiglio, del 20 dicembre 2002, istituisce
una misura comunitaria di emergenza per la demolizione dei pescherecci.
Va inoltre citata la Decisione della Commissione 2003/245/CE, del 4
aprile 2003, relativa ai miglioramenti in materia di sicurezza, navigazione
in mare, igiene, qualità dei prodotti e condizioni di lavoro per i
pescherecci di lunghezza fuori tutto superiore a 12 metri.
In ambito nazionale:
- Decreto Legge n. 265 del 26 settembre 2000, “Misure urgenti per i
settori dell’autotrasporto e della pesca”;
- Decreto legislativo 18 maggio 2001 n. 226, “Orientamento e
modernizzazione del settore della pesca e dell’acquacoltura a norma
dell’art. 7 della legge 5 marzo 2001 n. 57.”, che introduce importanti
novità nel settore, tra cui una nuova definizione di imprenditore ittico e
l’equiparazione del pescatore all’agricoltore. Esso introduce, inoltre, nel
settore ittico, concetti da tempo noti nel settore agricolo, come
“multifunzionalità” e “tracciabilità”.
d) Attualità degli obiettivi
Dalle analisi sull’evoluzione delle variabili socioeconomiche e del contesto
delle politiche esce confermata la validità degli obiettivi specifici
assegnati alle misure cofinanziate da FEOGA e SFOP, che sono da
ritenersi indispensabili al conseguimento di quegli obiettivi generali.
Per quanto detto, nessuno degli obiettivi specifici definiti per le misure
cofinanziate da FEOGA e SFOP può essere considerato ridondante e non
prioritario.
3.2.5 Le città (Asse V)
a) Gli obiettivi del POR
L’obiettivo generale dell’asse V è quello di irrobustire l’armatura territoriale
della Calabria, favorendo la costituzione di una “rete regionale di città
66
specializzate” in quella che appare come una “regione senza città”, in cui gli
insediamenti umani sono dispersi in oltre 400 comuni per una popolazione di
circa 2 milioni di abitanti. Gli obiettivi specifici dell’asse riguardano il
“rafforzamento delle potenzialità dei centri urbani come luogo di attrazione
di funzioni e servizi specializzati” (ob. 45), l’”aumento della fruizione dello
spazio urbano da parte dei cittadini” , anche sui versanti della mobilità, della
congestione, dell’inquinamento, della qualità della vita (ob. 46),
“riqualificare, rinnovare e rifunzionalizzare il tessuto edilizio urbano” (ob. 47)
il “rafforzamento del capitale sociale in ambito urbano” (ob.48).
b) Il contesto socioeconomico
L’analisi delle variabili aggiornate predisposte dall’Istat per le politiche
strutturali non evidenzia sostanziali cambiamenti, né permette di individuare
linee di mutamento tendenziali, dal momento che i valori disponibili indicano
in genere piccole variazioni rispetto a quelli rilevati al momento della
redazione del POR. In ogni caso è possibile aggiungere qualche nota di
commento sulla base dei dati relativi all’ultimo censimento attualmente
disponibili per quanto riguarda la popolazione. Emerge un generale
decremento demografico rispetto al 1991 (pari al 2,8% per l’intera regione)
ma con differenze significative tra le province: più marcato a Vibo (-5%) e a
Crotone (-4%), meno nelle altre province.
c) Il quadro delle politiche
Nell’aprile 2002 è stata approvata la nuova Legge urbanistica regionale della
Calabria. Essa definisce nuovi strumenti di pianificazione ai diversi livelli, tra
i quali è di particolare interesse il Quadro territoriale di riferimento regionale
(Qtr), per l’importanza che potrebbe rivestire nella definizione di assetti e
scenari territoriali di scala regionale. Questi ultimi sono elementi cruciali per
il perseguimento del più importante obiettivo specifico del POR (quello che fa
riferimento al rafforzamento delle potenzialità dei centri urbani).
d) Attualità degli obiettivi
Per quanto riguarda gli altri obiettivi dell’Asse, cruciali appaiono anche il
n. 46 e il n. 48, per gli effetti sinergici col precedente. L’obiettivo n. 48,
in particolare, provvede a stimolare le potenzialità delle comunità locali in
termini di capitale sociale. Perseguito attraverso la misura 5.2 (servizi
alla persona e alla comunità), questo obiettivo prende tuttavia significato
dalla sua sinergia colla misura 5.1 (che si occupa delle trasformazioni
67
strutturali delle città), senza i quali esso rischierebbe di snaturarsi in un
intervento di tipo puramente palliativo sul fronte del disagio sociale.
Nessuno degli obiettivi specifici può propriamente essere definito
ridondante. L’obiettivo di rifunzionalizzazione dei centri storici e dei centri
minori (n. 47) è piuttosto meno rilevante, non perché il tema non sia
significativo in un contesto come quello calabrese, ma perché il recupero
dei centri antichi e dei borghi sembra una finalità più generica rispetto a
quella, preminente, di rafforzare l’armatura territoriale regionale.
3.2.6 Le reti e nodi di servizio: i trasporti (Asse VI)
a) Gli obiettivi del POR
La misura 6.1 (“Reti e sistemi di collegamento esterno”) prevede interventi
volti al rafforzamento e completamento dell’infrastruttura viaria, ferroviaria,
aeroportuale e portuale, all’attivazione di alcuni nuovi servizi (aeroportuali e
portuali) e alla realizzazione di alcuni interventi logistici (Piattaforma
intermodale di Gioia Tauro, Cargo Center dell’aeroporto di Lamezia Terme),
volti a migliorare i collegamenti dei nodi e dei terminali di trasporto locali
con le reti nazionali (obiettivi n. 50 e 52 e 53). La misura 6.2 è volta a
migliorare le reti di trasporto a livello regionale e prevede a questo fine
azioni per potenziare i servizi ferroviari, realizzare autoporti e nodi di
scambio alla periferia dei capoluoghi, completare l’armatura viaria di
secondo livello, integrare l’armatura viaria nelle aree in via di conurbazione e
migliorare l’accessibilità tra queste, le aree deboli e i centri urbani, integrare
porti commerciali e aeroporti nelle reti di trasporto, adeguare gli standard
del trasporto pubblico nelle aree urbane e decongestionare queste ultime,
migliorare gli strumenti di gestione e controllo dei sistemi di trasporto e
quelli volti a tutelare la sicurezza e l’informazione dell’utenza.
b) Il contesto socioeconomico
L’analisi dei bisogni del contesto locale mette in evidenza come le criticità del
settore delle infrastrutture di trasporto in ambito regionale siano riferite non
tanto a deficit strutturali quanto piuttosto ad aspetti gestionali, alla
mancanza di una rete efficiente di servizi destinata alla mobilità delle
persone e delle merci, ad una obsolescenza delle infrastrutture ferroviarie e
alla presenza di esternalità nei poli urbani riguardanti fenomeni di
congestione, emissioni inquinanti e sonore e incidentalità. Nell’arco
dell’ultimo quinquennio, la diagnosi formulata dal POR risulta
68
sostanzialmente confermata nei documenti di programmazione elaborati in
sede regionale (cfr. APQ, 2002) e coerente con le criticità/potenzialità
regionali.
c) Il quadro delle politiche
Nel corso degli ultimi due anni il quadro programmatico nazionale e
regionale ha registrato significativi mutamenti. In particolare, con il Piano
Generale dei Trasporti e delle Logistica (2001) e la stipula dell’APQ Trasporti
a livello nazionale, in ambito regionale si è provveduto a:
- individuare gli interventi invarianti a seguito della stipula dell’APQ (luglio
2002);
- revisionare il Complemento di Programmazione del POR Calabria (febbraio
2003);
- aggiornare il Piano Regionale dei Trasporti, in corso di elaborazione da
parte della Regione.
d) Attualità degli obiettivi
Gli obiettivi generali e specifici che il POR assegna all’Asse VI nel settore
dei trasporti – completamento di opere strategiche per lo sviluppo
economico, integrazione sistemica con le reti di trasporto nazionali,
riequilibrio modale in aree urbane o conturbate, il tutto in un contesto di
riduzione degli impatti ambientali e sociali di queste infrastrutture e di
miglioramento della performance dei servizi che ne determinano l’utilizzo
– restano del tutto attuali alla luce delle informazioni disponibili più
recenti sul contesto socioeconomico e sulla dotazione infrastrutturale
delle province della Calabria. Essi sono quindi irrinunciabili e vanno
realizzati, in modo coordinato, in base ad un disegno di pianificazione
strategica, nel cui contesto è poi trascurabile quali siano gli interventi
attuati attraverso il POR e quelli attuati invece per mezzo di altri
strumenti.
Per le ragioni esposte, non ci sono obiettivi ridondanti nel POR.
3.2.7 Le reti e nodi di servizio: la società dell’informazione (Asse VI)
a) Gli obiettivi del POR
La misura 6.3 include quattro azioni, una di supporto all’intera misura (la
6.3.a, che interviene per migliorare la capacità di pianificazione strategica in
69
questo campo a livello sia regionale che locale), una di diffusione delle
conoscenze sulla società dell’informazione (la 6.3.b), e due che prevedono
interventi specifici verso il settore pubblico (perché organizzi servizi destinati
ai cittadini e alle imprese) e verso il sistema delle imprese (la 6.3.c e la
6.3.d rispettivamente, che assorbono il grosso degli stanziamenti della
misura).
b) Il contesto socioeconomico
Dai dati Istat disponibili non si desumono cambiamenti rilevanti, nel corso di
questi ultimi tre anni, nel quadro socio-economico di settore. Come già
evidenziato nell’indagine del 1998 (utilizzata come fonte di informazione di
riferimento per la redazione del POR), il grado di penetrazione degli
strumenti della SdI nella vita professionale, nei servizi pubblici e nei sistemi
di formazione, rimane ad oggi complessivamente basso rispetto a quanto
osservato nel resto dell’Italia e dell’Europa.
c) Il quadro delle politiche
Nell’arco degli ultimi tre anni, il quadro programmatico di settore non ha
registrato notevoli cambiamenti. La programmazione regionale definita nel
POR rimane complessivamente coerente con il Piano di e-government
nazionale ed il piano di azione comunitario e-Europe 2002 del Consiglio
Europeo di Lisbona di giugno 2000, successivamente aggiornato ed
amplificato con il Piano d’azione e-Europe 2005.
d) Attualità degli obiettivi
L’unico obiettivo nel campo in esame è dunque da considerare
irrinunciabile.
Per quanto detto, non esistono obiettivi specifici ridondanti.
71
4. VALUTAZIONE DI EFFICACIA, EFFICIENZA E PRIMI
RISULTATI
4.1 Lo stato di avanzamento del POR: riepilogo per asse e fondo
La tabella 4.1 riepiloga le analisi dettagliate, contenute nel secondo volume di
questo Rapporto, (i) sullo stato di avanzamento del POR alla data del 30 settembre
2003, (ii) sulle criticità rilevate durante la valutazione (in base alle informazioni
disponibili a quella data), (iii) sulle potenzialità di ciascuna misura in termini di
assorbimento di risorse, e (iv) sulla sua rilevanza strategica. Per una corretta
lettura della tabella, è opportuno chiarire che:
le informazioni sull’avanzamento procedurale derivano da informazioni ottenute
dalla Regione Calabria attraverso la SOG,
quelle sull’avanzamento finanziario, essendo desunte da RENDICONTA, sono
probabilmente sottostimate essendovi spesso ritardi nell’immissione nel sistema
di informazioni già disponibili (come si è spiegato in altra parte di questo
Rapporto),
per rendere la tabella più espressiva, e anche aggiornabile in futuro, i giudizi
sulla criticità sono stati articolati a seconda della sua origine (endogena alla
misura, oppure esogena), della sua natura (decisionale oppure procedurale),
dell’intervento di soggetti esterni (altri livelli di governo/altri soggetti attuatori),
e infine della sua gravità (“+” indica una criticità più grave, “-“ una più lieve).
Le criticità esogene sono sempre considerate rilevanti nell’analisi che segue,
perché la possibilità di affrontarle dipende da eventi normalmente al di fuori del
controllo del Responsabile di misura;
il giudizio sulla potenzialità di spesa è “+” quando si ritiene che la misura
potrebbe eventualmente assorbire risorse aggiuntive rispetto a quelle già
stanziate, “=” quando la si ritiene in grado di assorbire queste ultime e “-“
quando si ritiene che difficilmente la misura potrà assorbire le risorse
attualmente attribuitele dal POR;
il giudizio di “rilevanza strategica” contenuto nell’ultima colonna a destra ha a
che fare con la rilevanza del contributo che la misura è chiamata a dare al
perseguimento degli obiettivi del POR.
72
Dalla lettura della tabella 4.1 risulta quanto segue:
1) l’avanzamento finanziario del POR nel suo insieme, al 30 settembre 2003, era
del 34,6 per cento in termini di impegni (sul totale degli stanziamenti
programmati) e del 18,25 per cento in termini di pagamenti (sempre sul totale
degli stanziamenti programmati); al 31 dicembre 2002 le stesse cifre erano
rispettivamente del 29 e del 14 per cento. Nei primi nove mesi del 2003,
dunque, impegni e pagamenti sono rispettivamente aumentati del 19,4 e del
32,2 per cento;
2) l’avanzamento finanziario per asse, cioè il contributo di ciascun asse al risultato
di cui sopra, sempre espresso in termini di impegni e pagamenti in percentuale
degli stanziamenti, è il seguente:
a) al disopra della media del POR: asse I (impegni 39,6; pagamenti 20,5), asse
V (78,4; 37,6), asse VI (43,6; 21,2), asse VII (45,0; 14,8);
b) al disotto della media del POR: asse II (33,4; 13,7), asse III (18,6; 10,9),
asse IV (26,4; 15,6);
3) l’avanzamento finanziario per fondo, alla stessa data, ancora espresso in termini
di impegni e pagamenti in percentuale degli stanziamenti, è il seguente (si veda
la tabella 4.2):
a) al disopra della media del POR: FESR (impegni 39,3; pagamenti 19);
b) al disotto della media del POR (ad eccezione dei pagamenti FEOGA): FEOGA
(33,4; 21,7), FSE (19,8; 11,4), SFOP 0,28; 0,19).
ASSEDISPONIBILITA' DI INFORMAZIONI
AVANZAMENTO PROCEDURALE (al 30/04/2003)
CRITICITA' ENDOGENE:
ritardo decisionale (politico)
CRITICITA' ENDOGENE:
ritardo procedurale
CRITICITA' ESOGENE: altri livelli di governo
CRITICITA' ESOGENE:
altri soggetti attuatori
POTENZIALITA' DI SPESA
RILEVANZA STRATEGICA (di contenuto rispetto agli obiettivi del
6 Misura 6.2 Reti e sistemi regionali informazioni poco coerenti P 72,16% 22,97% 72,31% 28,07% 73,19% 34,08% D+ P+ = -
6 Misura 6.3Sviluppo della società
dell'informazione
No, non ancora disponibile il Piano Strategico e d’Azione per lo Sviluppo della Società dell’Informazione in Calabria
Selezione parziale
15,82% 8,08% 16,68% 8,08% 26,09% 8,94%
P+ = +
40,95% 16,67% 41,18% 18,61% 43,63% 21,20%
7 Misura 7.1
Attività di accompagnamento del
Programma Operativo e di assistenza tecnica
A
38,49% 11,82% 42,70% 12,05% 44,96% 14,76%
D- + +
28,49% 13,78% 30,76% 14,49% 34,64% 18,25%
(1) Impegni e pagamenti = impegni totali e pagamenti totali, relativi a tutto il periodo precedente e fino alla data di riferimento. Per tutti i progetti tali importi si riferiscono al solo finanziamento pubblico, ad eccezione di quelli per le misure 1.11 e 4.1
(7) da settembre 2003
TOTALE ASSE 6
TOTALE POR
TOTALE ASSE 4
TOTALE ASSE 5
(6) La misura 1.9 è costituita da due azioni , la 1.9a che assume un peso finanziario preponderante nella misura e l'azione 1.9b. Il segno "-" riguarda soltanto l'azione 1.9a, di supporto alle attività dell'ARACAL, la cui pertinenza strategica deve essere rivalutata alla luce delle gravi carenze attuative finora dimostrate
(2) Per l'avanzamento procedurale si intende: P= tutte le azioni della misura sono nella fase di programmazione;S=tutte le azioni della misura sono nella fase di selezione;A=tutte le azioni della misura sono nella fase di attuazione.Se l'avanzamento procedurale non è omogeneo, lo stadio della procedura è approssimato alla fase dell'azione più avanzata
(3) Per le criticità endogene si intende: (D+)= ritardo decisionale grave; (D-)= ritardo decisionale non grave; (P+)= ritardo procedurale grave; (P-)= ritardo procedurale non grave
(4) Per potenzialità di spesa si intende: ( + ) potenzialità di maggiore assorbimento; ( = ) capacità di assorbire gli stanziamenti attualmente; previsti; ( - ) difficoltà di assorbimento delle risorse attualmente stanziate
(5) Per rilevanza strategica si intende: ( + ) di particolare rilevanza strategica; ( - ) di scarsa rilevanza strategica.
ASSE FONDO MISURA
impegnato/pro-grammato
pagato/pro-grammato
impegnato/pro-grammato
pagato/pro-grammato
impegnato/pro-grammato
pagato/pro-grammato
1 FEOGA 1.3 1.3 Sistemi irrigui delle aree agricole 76,00% 24,82% 84,12% 26,53% 89,61% 36,96%1 FEOGA 1.5 1.5 Sistemi naturali 56,04% 36,64% 75,18% 36,64% 82,22% 69,59%4 FEOGA 4.5 4.5 - Investimenti nelle aziende agricole 1,11% 1,05% 5,31% 1,65% 20,19% 9,89%
4 FEOGA 4.64.6 - Miglioramento delle condizioni di trasformazione e commercializzazione deiprodotti agricoli 1,60% 1,60% 6,23% 4,81% 18,50% 13,91%
FEOGA 4.7 4.7 - Commercializzazione dei prodotti agricoli di qualità 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%
FEOGA 4.84.8 - Avviamento di servizi di sostituzione e di assistenza alla gestione delleaziende agricole 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%
4 FEOGA 4.104.10 - Diversificazione delle attività agricole o di ambito agricolo al fine di crearepluriattività o fonti di reddito alternative 0,11% 0,11% 1,96% 1,07% 6,07% 3,67%
FEOGA 4.114.11 - Rinnovamento e miglioramento dei villaggi e protezione e tutela delpatrimonio rurale 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%
FEOGA 4.12 4.12 - Incentivazione di attività turistiche e artigianali 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%FEOGA 4.13 4.13 - Servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%
4 FEOGA 4.174.17 - Sviluppo e miglioramento di infrastrutture che incidono sullo sviluppodell’agricoltura 19,09% 15,06% 19,09% 15,06% 19,61% 15,29%
FEOGA 4.184.18 - Ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamitànaturali e introduzione di mezzi di prevenzione adeguati 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%
1 FESR 1.1 1.1 Schemi idrici di interesse regionale 33,81% 19,66% 46,28% 19,66% 46,81% 21,46%1 FESR 1.2 1.2 Programmi di ambito territoriale ottimale 30,76% 14,15% 30,76% 14,15% 30,76% 14,15%1 FESR 1.4 1.4 Sistemi insediativi 79,41% 45,10% 79,41% 45,10% 79,41% 45,10%1 FESR 1.6 1.6 Protezione civile 16,18% 5,00% 16,18% 5,00% 31,90% 5,00%1 FESR 1.7 1.7 Sistema di gestione integrato dei rifiuti 2,34% 0,31% 2,34% 0,31% 2,34% 0,31%1 FESR 1.8 1.8 Siti inquinati e aree ad elevato rischio ambientale 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%1 FESR 1.9 1.9 Monitoraggio e controllo ambientale 8,04% 0,66% 8,04% 0,66% 8,04% 0,66%1 FESR 1.10 1.10 Rete ecologica 3,51% 1,19% 3,51% 1,19% 3,51% 1,19%1 FESR 1.11 1.11 energia e reti energetiche 60,11% 26,16% 60,11% 26,16% 60,11% 26,16%
2 FESR 2.1 2.1 Grandi interventi di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale 56,72% 16,49% 56,72% 16,49% 66,75% 27,46%
2 FESR 2.2 2.2 Interventi territoriali di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%
2 FESR 2.3 2.3 Imprese culturali e sostegno alle attività di conservazione e valorizzazione 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%
3 FESR 3.15 3.15 Adeguamento delle infrastrutture e delle tecnologie del sistema scolastico 17,77% 17,42% 17,77% 17,42% 25,14% 25,14%3 FESR 3.16 3.16 Sistema regionale per la ricerca e l'innovazione 0,06% 0,00% 0,06% 0,00% 0,06% 0,02%
4 FESR 4.14.1 - Crescita e competitività delle imprese industriali, artigiane, del commercio edei servizi 31,37% 24,15% 36,41% 29,21% 43,26% 32,57%
4 FESR 4.2 4.2 - Promozione dei sistemi produttivi locali 50,32% 7,75% 46,96% 7,75% 46,96% 7,75%
TOTALE FEOGA
AVANZAMENTO FINANZIARIO(1)
Tabella 4.2 - Avanzamento finanziario del POR Calabria 2000-2006: riepilogo per fondo
AVANZAMENTO FINANZIARIO(1)
AVANZAMENTO FINANZIARIO(1) (31/3/03 -
ASSE FONDO MISURA
impegnato/pro-grammato
pagato/pro-grammato
impegnato/pro-grammato
pagato/pro-grammato
impegnato/pro-grammato
pagato/pro-grammato
AVANZAMENTO FINANZIARIO(1)
AVANZAMENTO FINANZIARIO(1)
AVANZAMENTO FINANZIARIO(1) (31/3/03 -
4 FESR 4.3 4.3 - Promozione e fruizione dell'offerta turistica 38,41% 31,63% 52,22% 32,02% 53,72% 46,49%4 FESR 4.4 4.4 - Reti e sistemi locali di offerta turistica 10,28% 2,01% 10,28% 2,01% 10,33% 2,05%5 FESR 5.1 5.1 Sviluppo e valorizzazione delle aree urbane 81,20% 36,07% 81,20% 36,07% 81,20% 36,07%5 FESR 5.2 5.2 Servizi alla persona e alla comunità 36,80% 36,80% 44,18% 40,06% 53,04% 51,18%6 FESR 6.1 6.1 Reti e sistemi di collegamento estero 24,68% 15,06% 24,68% 15,06% 25,22% 15,38%6 FESR 6.2 6.2 Reti e sistemi regionali 72,16% 22,97% 72,31% 28,07% 73,19% 34,08%6 FESR 6.3 6.3 Sviluppo della società dell'informazione 15,82% 8,08% 16,68% 8,08% 26,09% 8,94%7 FESR 7.1 7 assistenza tecnica 38,49% 11,82% 42,70% 12,05% 44,96% 14,76%
3 FSE 3.23.2 Inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di giovani e adulti nellalogica dell'approccio preventivo 3,43% 1,58% 3,43% 1,58% 9,03% 4,10%
3 FSE 3.33.3 Inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di uomini e donne fuori delmercato del lavoro da più di sei o dodici mesi 35,30% 33,96% 35,34% 33,96% 39,81% 36,15%
3 FSE 3.4 3.4 Inserimento lavorativo e reinserimento di gruppi svantagiati 1,56% 0,88% 1,74% 0,88% 4,65% 3,42%3 FSE 3.5 3.5 Adeguamento del sistema della formazione professionale 10,37% 0,00% 10,37% 0,00% 10,37% 0,00%3 FSE 3.6 3.6 Prevenzione della dispersione scolastica e formativa 18,75% 12,24% 20,57% 12,27% 22,46% 17,50%3 FSE 3.7 3.7 Formazione superiore 2,49% 2,49% 2,49% 2,49% 3,95% 3,31%3 FSE 3.8 3.8 Istruzione e formazione permanente 2,65% 0,90% 2,68% 0,90% 3,86% 2,27%
3 FSE 3.93.9 Sviluppo della competitività delle imprese pubbliche e private con priorità allePMI 26,72% 9,94% 28,43% 9,94% 30,31% 14,97%
FSE 3.10 3.10 Adeguamento delle competenze della pubblica amministrazione 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%
3 FSE 3.113.11 Sviluppo e consolidamento dell'imprenditorialità con priorità ai nuovi bacini diimpiego 0,77% 0,41% 13,70% 0,41% 22,34% 1,62%
3 FSE 3.12 3.12 Promozione dell'emersione del lavoro irregolare 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%3 FSE 3.13 3.13 Promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro 10,31% 1,29% 10,31% 1,29% 18,66% 3,37%
3 FSE3.14(1)
3.14 Programmi di formazione integrati nelle azioni degli Assi del ProgrammaOperativo 2,98% 2,98% 2,98% 2,98% 2,98% 2,98%
14,07% 8,33% 15,35% 8,33% 19,76% 11,44%
4 SFOP 4.204.20 - Protezione e sviluppo delle risorse acquatiche, acquacoltura, attrezzaturadei porti di pesca, trasformazione e commercializzazione 0,46% 0,32% 0,46% 0,32% 0,46% 0,32%
(1) Impegni e pagamenti = impegni totali e pagamenti totali, relativi a tutto il periodo precedente e fino alla data di riferimento.Per tutti i progetti tali importi si riferiscono al solo finanziamento pubblico, ad eccezione di quelli per le misure 1.11 e 4.1
TOTALE FESR
TOTALE FSE
TOTALE SFOP
78
4) in base alle informazioni disponibili al 30 settembre 2003, si ritiene che: 14
misure su 57 (il 25 % delle misure) non presentano criticità, o tutt’al più criticità
lievi riconducibili a ragioni quasi sempre endogene alla misura (segni “D-“, “P-“)
e come tali presumibilmente più facili da rimuovere. Queste misure, quasi tutte
di rilevanza strategica, sono le seguenti:
a) Asse I: da 1.3 a 1.6, 1.10, 1.11,
b) Asse II: da 2.1 a 2.3,
c) Asse III: 3.15,
d) Asse IV: 4.14,
e) Asse V: 5.1, 5.2,
f) Asse VII: 7.1,
5) 41 misure su 57 (il 72% delle misure) presentano invece criticità più o meno
rilevanti, di natura endogena (decisionale e/o procedurale) e/o esogena
(dovuta all’intervento di altri livelli di governo o di altri soggetti attuatori). Si
tratta in particolare delle seguenti misure:
a) Asse I: 1.1, 1.2, 1.7, 1.8, 1.9
b) Asse III: da 3.1 a 3.14, 3.16;
c) Asse IV: da 4.1 a 4.13, da 4.15 a 4.21,
d) Asse VI: 6.1, 6.2 e 6.3.
6) gli obiettivi specifici del POR a cui sono assegnate misure non critiche o con
criticità lievi e che hanno quindi buone o discrete possibilità di essere raggiunti,
sono 16 su 58; nove mesi prima, al 31 dicembre 2002, erano solo 9: si registra
quindi un certo miglioramento.
79
4.2 L’avanzamento finanziario nel 2002 e nei primi nove mesi del
2003
4.2.1 La situazione al 31 dicembre 2002
Nel 2002, nonostante le preoccupazioni ancora vive a metà dell’anno, è stato
sventato il rischio del disimpegno automatico degli stanziamenti per l’anno 2000.
Questo risultato è stato ottenuto grazie:
a) al contributo di 17 misure che hanno superato quel 13,8 per cento
assorbendo considerevoli risorse, al cui interno si individuano due
sottogruppi: uno costituito da 12 misure che hanno fatto massicciamente
ricorso a progetti compatibili (da 1.1 a 1.5, 2.1, 3.3, 4.17, 5.1, 5.2, 6.1, 6.2)
e l’altro in cui si ritrovano 6 misure che hanno effettuato questi pagamenti a
fronte di progetti appartenenti alla programmazione (1.11, 3.15, 4.1, 4.3,
4.14);
b) al massiccio ricorso ai progetti compatibili, che rappresentavano, alla fine del
2002, l’80,1 per cento degli impegni e l’82 per cento dei pagamenti
complessivi del POR. Oltre alle 12 misure sopra menzionate, le seguenti altre
8 misure hanno mostrano un’incidenza dei progetti compatibili sui
6.3. Nell’insieme, le 20 misure in cui i progetti compatibili rappresentano più
dell’82% dei pagamenti totali pesano per il 57,4 per cento degli stanziamenti
complessivi del POR;
c) in particolare, ad un sottoinsieme di 6 misure (1.2, 5.1, 4.4, 4.2, 6.1 e 6.2),
che da sole rappresentano il 31,2% degli stanziamenti del POR e in cui i
progetti compatibili rappresentano dal 98 al 100% dei pagamenti totali
effettuati al 31 dicembre 2002.
4.2.2 La situazione al 30 settembre 2003
Secondo informazioni rese disponibili dall’Autorità di Gestione, e confermate dalla
Commissione Europea, anche a fine 2003 non scatterà il disimpegno automatico
secondo la c.d. regola “n+2”.
Si risolvono così positivamente i motivi di cautela riportati nelle precedenti versioni
provvisorie di questo Rapporto (giugno e settembre 2003), che erano motivati dai
dubbi espressi nel corso delle riunioni di autovalutazione del maggio 2003. In quelle
80
riunioni era infatti stata messa in dubbio la capacità di superare la “soglia di non
disimpegno” per un insieme di 29 misure che globalmente rappresentavano oltre
l’80 per cento dei pagamenti da effettuare nel 2003 per esaurire gli stanziamenti
2000-2001.
Questo risultato è stato reso possibile:
a) dal contributo di un numero relativamente limitato di misure, come si nota
considerando che (i) le 7 misure che hanno dato luogo a pagamenti superiori
al 5% dei pagamenti totali del POR hanno generato il 56% dei pagamenti, e
(ii) le 14 misure in cui la percentuale di pagamenti sugli stanziamenti
superava il valore medio del POR (18,25%) hanno generato il 74% per cento
dei pagamenti totali;
b) dal persistente ricorso ai progetti compatibili, che rappresentano ancora il
68,1% degli impegni e il 69,3% dei pagamenti dell’intero POR (in
particolare, rappresentano il 95,5% dei pagamenti per l’Asse II, il 96% per
l’Asse V e il 99,1 per l’Asse VI). Si noti che le 18 misure con la più elevata
incidenza di pagamenti su progetti compatibili9 – quelle cioè in cui i
pagamenti su progetti compatibili costituivano più dell’80 per cento dei
pagamenti totali della misura – rappresentavano al 30 settembre 2003 il
64,4 per cento dei pagamenti totali.
Per un’analisi più approfondita a livello di asse e di misura, si rinvia al secondo
volume di questo Rapporto.
4.3 Prime valutazioni di efficacia e di risultato
Dato il rilevante ritardo accumulato nell’attuazione del POR, il disegno della
valutazione ha necessariamente dedicato molta attenzione a temi relativi agli
ostacoli che si frappongono ad un più veloce avanzamento del Programma e dei
suoi aspetti più qualificati, quali il sistema di gestione, le procedure, la
programmazione integrata. Dato che in queste circostanze l’analisi di efficacia,
efficienza e impatto è per molti versi prematura, si è deciso, d’accordo con
9 Si tratta delle seguenti misure: Asse I: da 1.1 a 1.7, 1.9, 1.10; Asse II: 2.1; Asse III: 3.3; Asse IV: 4.2, 4.4, 4.17; Asse V: 5.1; Asse VI: da 6.1 a 6.3.
81
l’Autorità di Gestione, di selezionare un sottoinsieme di misure da sottoporre ad una
valutazione approfondita10 in questo senso.
La selezione è stata effettuata considerando congiuntamente (i) il peso finanziario
della misura (cioè il suo costo in % del costo totale del POR), (ii) il giudizio di “non
criticità” in termini di avanzamento e/p di potenzialità di assorbimento di eventuali
risorse aggiuntive rispetto a quelle stanziate e (iii) la rappresentatività per
asse/settore/fondo (nei limiti di quanto consentito dai criteri precedenti).
Nell’insieme, queste misure sono undici e rappresentano il 36,2 per cento degli
stanziamenti totali del POR 2000-2006.
La valutazione di ciascuna di queste misure è stata effettuata attraverso (i) un
approfondito esame del contesto socio-economico e normativo), (ii) le informazioni
sull’avanzamento procedurale raccolte dal Valutatore presso l’AdG, (iii) un
programma di interviste a gruppi di stakeholder opportunamente selezionati, (iv)
l’esame dei criteri di selezione dei progetti.
Di seguito si presenta in sintesi l’esito di queste valutazioni, che possono essere
lette nella loro versione integrale all’interno dei rapporti settoriali presentati nella
prima parte del secondo volume di questo Rapporto.
4.3.1 Misura 1.11 Energie pulite e reti energetiche
Obiettivi: L’obiettivo assegnato alla Misura nel Complemento di Programmazione è
quello di “stimolare l’impiego di fonti di energia rinnovabili, promuovere il risparmio
energetico e il miglioramento dell’efficienza gestionale” (obiettivo specifico 13 del
QCS).
Delle tre linee d’intervento, originariamente previste (1.11.a – Produzione di
energia da fonti rinnovabili e risparmio energetico; 1.11.b- Miglioramento della
qualità del servizio elettrico; 1.11.c:- Interventi per il miglioramento e
completamento della rete di adduzione del metano) solo le prime due azioni sono
state effettivamente attivate. La terza è’ stata abbandonata in seguito
all’inadeguata risposta dei soggetti interessati all’offerta di finanziamento del POR.
Stato di attuazione: Dal punto di vista procedurale, la Misura non ha conosciuto
ritardi perticolari nella sua attuazione ed una parte degli interventi ha perfino già
raggiunto la fase finale di conclusioni de lavori. Va inoltre indicato che la Misura non
ha attivato progetti compatibili e non è sottoposta a riserva PIT.
10 Si veda il Progress Report presentato dal Valutatore nel febbraio 2003 (cap. 2).
82
Sotto il profilo dell’attuazione finanziaria l’Azione 1.11.a concentra l’85% delle
risorse pubbliche dell’intera Misura11. Una quota rilevante delle risorse previste nel
piano finanziario è già stata spesa al 30 novembre 2003 (pari al 26% delle risorse
pubbliche). Inoltre, da quanto previsto dal RdM, va segnalato che l’Azione 1.11.b
dovrebbe aver speso l’integralità delle sue risorse entro la fine dell’anno 2003.
Primi risultati: Anche se allo stato attuale del sistema di monitoraggio non è
ancora possibile quantificare gli effetti sul territorio dell’attuazione della Misura, i
primi impatti della Misura interesseranno soprattutto il miglioramento della rete
elettrica (Azione 1.11.b), in fase di conclusione e di collaudo finale dei progetti. Gli
impatti occupazionali invece dovrebbero principalmente riguardare le fase di
manutenzione e di istallazione degli impianti12.
Potenzialità e criticità della misura: La misura non presenta particolari
problemi13 e mostra notevoli potenzialità di assorbimento (indicativamente il doppio
di quelle previste). Le eventuali risorse aggiuntive dovrebbero finanziare, oltre gli
impianti solari, la gamma intera delle tipologie di progetti individuate nel CdP e
riportate nella lista degli indicatori di realizzazione, puntando sulle capacità
produttive locali e le competenze industriali specifiche a livello regionale nel settore
dell’energia rinnovabile.
4.3.2 Misura 2.1: Grandi interventi di conservazione e valorizzazione del
patrimonio culturale
Obiettivi: L’obiettivo specifico della misura è ‘Consolidare, estendere e qualificare
le azioni di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio archeologico,
architettonico, storico-artistico, paesaggistico e rurale del Mezzogiorno… quale
strumento di sviluppo economico del territorio’. Questi obiettivi non sembrano
obsoleti nel breve o nel medio periodo, specialmente considerando che la Regione
Calabria, dotata di notevoli potenzialità dal punto di vista artistico e culturale, al
momento della definizione del POR era decisamente deficitaria per quanto riguarda
sia la conservazione che per la valorizzazione del patrimonio artistico culturale.
Stato di attuazione: La situazione, molto critica fino alla prima metà del 2002, è
chiaramente migliorata con l’approvazione di progetti compatibili in cui pescare gli
interventi da finanziare in tempi rapidi. Sino al 30 settembre 2003, quasi due terzi
11 per un ammontare complessivo di euro 52.524.000 12 Va comunque segnalato che la Misura non è indirizzata direttamente alla creazione di posti di lavoro 13 Va tuttavia segnalato l’incompleta attivazione della tipologia di interventi come individuati nel CdP, e come dettagliata nelle “Linee Guida di Pianificazione Energetica” e nel “Piano Energetico Regionale”
83
degli interventi finanziati dell’Asse II sono stati progetti compatibili ammessi a
finanziamento nella misura 2.1, come progetti specifici.
Primi risultati: molti progetti sono già in fase di realizzazione costituendo code
della programmazione precedente, per i quali i tempi di istruttoria e quelli di
realizzazione appaiono abbastanza ridotti14. Il rapido completamento delle opere
(quasi sempre di opere si tratta) inoltre, è assicurato dalla ridotta dimensione
economica dei progetti finanziati.
Potenzialità e criticità della misura: la misura presenta criticità di varia natura;
non appare rispettato il ‘principio della concentrazione’ con finanziamenti a pioggia
su progetti di piccole dimensioni15. Sono stati assunti impegni in larga misura per
progetti “sponda” che, anche se singolarmente possono essere considerati coerenti,
delineano un quadro complessivo degli interventi poco compatibile con la strategia
di fondo dell’Asse II.
4.3.3 Misura 3.3: Inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di
uomini e donne fuori dal mercato del lavoro da più di sei o dodici
mesi (FSE)
Obiettivi: La misura ha l’obiettivo di garantire l’inserimento e il reinserimento nel
mercato del lavoro dei disoccupati di lunga durata, di aumentare l’efficacia delle
politiche attive del lavoro intervenendo sia dal lato della domanda che dell’offerta
con attività di formazione e sostegno all’inserimento ed alla mobilità.
Stato di attuazione: Dal punto di vista procedurale L'avanzamento procedurale
generale è soddisfacente sia relativamente agli accrediti alle Province - pari ad un
importo dell'80% per la Provincia di Crotone - sia per la liquidazione delle copertura
del 50% del costo totale tirocini finanziati. Sotto il profilo finanziario in circa 3 anni
di programmazione la capacità effettiva di impegno totale16 (Impegnato su
Programmato) si è attestata intorno al 39,8% di cui il 31,9% è attribuibile a
progetti compatibili (63,9% del totale dei progetti).
Primi risultati: I ‘progetti di orientamento’ proposti dalle 5 Province – da
realizzarsi sulla carta entro il 2002 – sono stati avviati con forti ritardi a seguito di
procedure di evidenza pubblica o di affidamenti diretti previsti dalla vigente
14 non sono però disponibili dati certi aggiornati 15 La maggior parte dei progetti hanno un costo inferiore al milione di euro, e in molti casi anche inferiore ai 300-400.000 euro; l’importo medio dei primi 151 progetti per le misure 2.1 e 2.2 già finanziati e inseriti in Rendiconta è di soli 384.952 Euro 16 Sono compresi i Progetti compatibili
84
normativa nazionale e comunitaria. Anche l’avanzamento fisico delle ‘work
experience’ è abbastanza arretrato: al 30/05/2003 delle 119 imprese calabresi
ospitanti 218 tirocinanti, appena 3 imprese hanno concluso il programma didattico
assumendo 14 tirocinanti sui 16 che gli erano stati assegnati. Le ‘attività di
formazione’, infine sono state attivate in maniera capillare sul territorio: sono partiti
64 corsi con una media di circa 15 allievi a corso17.
Potenzialità e criticità: Pur essendo pienamente decollata in alcune azioni (3.a,
3.b e 3.c), la misura ha presentato notevoli ritardi dovuti anche al contenzioso
giudiziario sorto attorno alla conclusione del Bando Multimisura e Progetti Speciali
2000/2001. L’efficienza realizzativa, peraltro scarsa, è stata fortemente influenzata
dai progetti compatibili. Si rende necessario valorizzare le risorse umane espresse
dal territorio ed ampliare il raccordo fra Scuola, formazione e modo del lavoro.
4.3.4 Misura 3.13: Promozione della partecipazione femminile al mercato
del lavoro (FSE)
Obiettivi: la misura si prefigge gli obiettivi di promuovere la conciliazione tra vita
famigliare e vita lavorativa; sostenere l’inserimento/ reinserimento delle donne nel
mercato del lavoro e la creazione d’impresa al femminile; promuovere condizioni di
contesto favorevoli all’affermazione del principio delle pari opportunità
Stato di attuazione: l’attuazione della misura ha sperimentato un avanzamento
procedurale disomogeneo tra le diverse azioni, anche se tutte le azioni sono state
formalmente avviate. Le azioni ad un più avanzato stato di attuazione sono le work
experience ed i corsi di formazione. Dal punto di vista dell’avanzamento finanziario,
la capacità d’impegno a settembre 2003 (impegnato/programmato: 18,7%) è ben
al di sotto della spesa cumulata prevista per il primo triennio (40%). Un andamento
analogo è presentato dall’indicatore della capacità effettiva di utilizzo. Il basso
valore degli impegni e dei pagamenti riportati in Rendiconta fanno sì che l’incidenza
dei pagamenti sugli stanziamenti sia particolarmente ridotta, intorno al 3% (al
31/12/2002).
Primi risultati: Anche dal punto di vista dell’avanzamento fisico sono presenti
notevoli disomogeneità a livello di azione. Dei 370 progetti approvati per le Work
experience, 269 sono stati effettivamente attivati ed i restanti 100 verranno attivati
con lo scorrimento delle graduatorie. Le work experience sembrano aver prodotto
17 21 a Cosenza, 11 a Catanzaro ,21 a Reggio Calabria, 5 a Vibo Valentia, 6 a Crotone; i dati sugli allievi coinvolti non sono disponibili
85
un’elevata ricaduta occupazionale anche se, con i dati a disposizione, è difficile
valutare l’impatto netto dell’intervento. Sono stati avviati 39 corsi di formazione,
che hanno coinvolto circa 700 allievi con tassi di abbandono quasi nulli.
Potenzialità e criticità: L’avvio della misura sembra profondamente influenzata
dalle vicende politiche della regione, che possono spiegare parte dei ritardi di avvio
e dei rallentamenti intercorsi in itinere. Elemento critico per la misura è stata la
scissione dell’assessorato formazione e lavoro in due assessorati distinti nella
seconda metà 2002. La mancata delega alle province di funzioni strategiche e di
programmazione ha reso più difficili i rapporti tra amministrazioni provinciali e
Regione. Al 31/12/2002 infine, non è stata ancora avviata nessuna azione di
sistema.
Per quanto riguarda le potenzialità, la recente costituzione del ‘comitato di
pilotaggio potrebbe incentivare la realizzazione di azioni a più ampio respiro in
materia di pari opportunità. Le work experience presso le aziende si sono rivelate
un utile strumento per la creazione di occupazione, specialmente in presenza di una
forza lavoro istruita come quella calabrese.
4.3.5 Misura 3.15: Adeguamento delle infrastrutture e delle tecnologie del
sistema scolastico (FSE)
Obiettivi: ha l’obiettivo generale di migliorare la qualità dei servizi e delle strutture
del Sistema Scolastico, per una maggiore qualificazione delle risorse umane, nella
prospettiva della loro occupabilità ed adattabilità.
Stato di attuazione: Dal punto di vista procedurale si è conclusa entro i termini la
Concertazione con le Amministrazioni Provinciali e le Parti sociali; si è svolta la
Selezione dei progetti attraverso procedura di evidenza pubblica ed è stata avviata
la fase di attuazione con l’erogazione delle risorse. Al 30 settembre 2003
l’attuazione finanziaria vede una capacità effettiva di impegno totale del 25%. I
livelli di efficienza realizzativa (i pagamenti costituiscono anch’essi il 25% degli
stanziamenti) mostrano una ridotta seppure coerente capacità di mantenere le
promesse (rispetto alla capacità effettiva di impegno). Ciò si riflette sulla capacità di
utilizzo (incidenza dei pagamenti sugli impegni), che a settembre 2003 era pari al
100%.
Primi risultati: sono stati istituiti 10 Centri Risorse presso dieci istituzioni
scolastiche a cui sono stati assegnati finanziamenti per un totale complessivo di
1.149.285 Euro ed un anticipo del 48% che sta contribuendo ad un avvio ancora
non realizzato e previsto, in alcuni casi, per l’autunno. Ottimo risultato per
86
l’adeguamento ed il potenziamento delle dotazioni tecnologiche e informatiche delle
scuole con 28.103 studenti beneficiari, in 50 gli Istituti interessati dagli interventi
dopo due anni.
Potenzialità e criticità: rileviamo come criticità: una comunicazione difficile con il
referente SOG; problemi, da parte degli Istituti Scolastici, di anticipi di risorse
finanziarie (con conseguente stipula di fidejussioni bancarie), che hanno creato
distorsioni subite prevalentemente da personale supplente che non è stato, in
alcuni casi, retribuito; la mancata o parziale imputazione dei dati sui pagamenti
all’interno del Sistema Rendiconta; difficoltà a creare una rete con l’intero sistema
scolastico regionale che non vede mai gli stessi referenti, nonché con il sistema
della Formazione Professionale. Abbiamo altresì individuato alcune potenzialità:
una riconquistata fiducia nella scuola da parte degli allievi e delle famiglie; la
messa in atto di convenzioni Istituzioni scolastiche - Comuni finalizzate a mettere a
disposizione della comunità territoriale i laboratori e le postazioni informatiche;
l’esistenza di intelligenze e risorse umane impegnate sul territorio.
4.3.6 Misura 4.1: Crescita e competitività delle imprese industriali,
artigiane, del commercio e dei servizi
Obiettivi: la misura è intesa rafforzare il tessuto produttivo regionale, attraverso
interventi mirati alla crescita ed alla competitività delle imprese esistenti, al
sostegno della nascita di nuove imprese, alla riqualificazione del sistema dei servizi
reali e dei mercati finanziari, alla modernizzazione del settore commerciale.
Stato di attuazione: Dal punto di vista procedurale, tutte le cinque azioni della
misura sono state avviate, ma si riscontrano ritardi, nella tempistica di attuazione.
La maggior parte delle azioni, infatti, ha concluso solo la prima fase del
cronogramma procedurale. Attuazione finanziaria: Si registra un buon livello di
spesa visto che i pagamenti rappresentano il 32,6% delle risorse previste per
l’intero periodo di programmazione. Tale risultato è ancora più rilevante se si
considera che la percentuale di progetti compatibili è solo del 3,8%.
Primi risultati: Si ricava che, al 30 settembre 2003, i progetti approvati sono più
di 1600 e meno del 4% è costituito da progetti compatibili. Inoltre, si rileva che il
numero di progetti finanziati nell’ambito degli aiuti a sostegno delle PMI è stato
sufficiente per raggiungere il target fisico previsto (1200 imprese finanziate tra
industria e artigianato) per l’assegnazione della riserva di performance.
87
Potenzialità e criticità: la misura rischia di non attivare tutte le linee di intervento
in cui si articola e sono forti i dubbi sulla capacità della misura a raggiungere tutti
gli obiettivi fissati per l’assegnazione della riserva di performance. Alla luce delle
analisi attuativa, procedurale e finanziaria pertanto sarebbe auspicabile una
rimodulazione delle risorse tra le azioni della misura, senza dimenticare tuttavia,
che l’incompleta attuazione dell’azione 4.1b (mancata attivazione dei PIA)
comporterebbe il mancato raggiungimento di tutti gli obiettivi specifici indicati nel
POR. Pertanto va segnalato che tale misura non è in grado di assorbire eventuali
ulteriori risorse finanziarie.
4.3.7 Misura 4.3: Promozione e fruizione dell’offerta turistica
Obiettivi: La misura si prefigge di aumentare le presenze turistiche nella regione,
di incrementare la competitività dell’offerta turistica regionale e di migliorare le
condizioni logistiche di accesso e fruibilità del territorio.
Stato di attuazione: dal punto di vista procedurale, la misura non ha conosciuto
ritardi particolari nell’attuazione delle procedure. Il piano finanziario prevede il
finanziamento di progetti con sole risorse pubbliche per un ammontare pari al 7.8%
delle risorse assegnate all’Asse VI – FESR. L’azione 4.3.a concentra circa il 70%
delle risorse complessive assegnate alla misura. In coerenza con lo stato
avanzamento delle procedure di attuazione, il 46,5% delle risorse previste nel piano
finanziario è già stata spesa al 30 settembre 2003.
Primi risultati: La misura ha già realizzato una parte rilevante degli interventi
previsti nel CdP e quantificati negli indicatori di realizzazione, in particolare le azioni
promozionali, il marketing territoriale e le manifestazioni; gli impatti più rilevanti
dovrebbero essere registrati soprattutto nelle province di Vibo Valentia e Cosenza;
il 30% dei progetti risulta essere innovativo (prodotti nuovi per la regione Calabria),
mentre il restante 70% è costituito da progetti ‘migliorativi’.
Potenzialità e criticità: La misura non ha rilevato particolari problematiche
procedurali pertanto non dovrebbe essere messa in discussione la possibilità di
raggiungere gli obiettivi specifici. Va, tuttavia, sottolineato che le iniziative fino ad
ora realizzate non sembrano particolarmente integrate con sistemi d’offerta turistica
regionale. La misura 4.3 ha dimostrato una buona capacità attuativa, procedurale e
finanziaria, pertanto può essere in grado di assorbire ulteriori risorse rispetto a
quanto inizialmente previsto nel piano finanziario. Va, tuttavia, indicato che i
finanziamenti aggiuntivi dovrebbero essere utilizzati in stretto legame con gli
interventi previsti dalla misura 4.4.
88
4.3.8 Misura 4.5 “Investimenti nelle aziende agricole”
Obiettivi: L’obiettivo assegnato alla Misura nel Complemento di Programmazione è
quello del “Miglioramento delle caratteristiche strutturali, produttive e qualitative
delle aziende agricole in un’ottica di sviluppo sostenibile ed ecocompatibile”.
Stato di attuazione: Dal punto di vista procedurale, la Misura ha registrato
notevoli ritardi legati principalmente alle procedure di approvazione dei PIF. Le
difficoltà legate alla gestione del bando unico e la carenza di risorse, sia umane che
tecniche, hanno rallentato ulteriormente la sua attuazione.
Dal punto di vista finanziario la Misura da sola assorbe quasi il 54% delle risorse
assegnate alle Misure FEOGA dell’Asse IV. Al 30/09/2003 nella Misura risultano
effettuati pagamenti per circa il 10% delle risorse previste nella misura.
Primi risultati: al 30 settembre 2003 sono stati finanziati 1774 progetti. Di questi
risulta che ben 1419 sono relativi alle domande di riconferma. Per quanto concerne
gli effetti prodotti dalla misura, dato lo scarso lasso di tempo intercorso essi non si
sono ancora pienamente esplicitati. E’ possibile comunque prevedere, sulla base
delle informazioni raccolte e tenuto conto della tipologia degli investimenti
finanziati, che gli impatti prodotti sul reddito e sull’occupazione nelle imprese
beneficiarie saranno sicuramente positivi.
Potenzialità e criticità: le principali problematiche relative alla Misura 4.5 sono da
ricondursi principalmente, oltre che all’elevato numero di domande pervenute, ai
ritardi verificatisi nelle procedure di selezione dei piani integrati (PIF e PIAR)
4.3.9 Misura 4.10 “Diversificazione delle attività agricole o di ambito
agricolo al fine di creare pluriattività o fonti di reddito alternative”
Obiettivi: la Misura 4.10 promuove nel quadro del POR le politiche volte allo
sviluppo rurale, attraverso il finanziamento di interventi volti, in particolare, alla
valorizzare delle risorse locali. A tal fine la Misura promuove attività economiche
alternative a quelle agricole tradizionali, al fine di creare occasioni di
diversificazione del reddito. L’obiettivo è quello di evitare lo spopolamento delle
aree marginali e aumentarne la loro attrattività.
Stato di attuazione: Dal punto di vista procedurale la misura ha accumulato
notevoli ritardi di attuazione, dovuti innanzitutto alle difficoltà incontrate in merito
alla progettazione integrata (PIT e PIAR). È emerso, inoltre, come vi sia una
carenza di risorse umane ed informatiche destinate all’attuazione di questa Misura,
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che non permetterebbero un adeguato svolgimento dell’attività, finendo così per
rallentare ulteriormente l’attuazione della Misura stessa.
Dal punto di vista finanziario : alla fine del mese di settembre 2003 i pagamenti
effettuati ammontano soltanto al 3,7% delle risorse pubbliche assegnate alla
misura. L’entità delle erogazioni è molto ridotta, rendendo difficoltoso il rispetto del
target per l’assegnazione della riserva di premialità18.
Primi risultati: Alla data del 30/09//2003 risulta che sono stati ammessi a
finanziamento 198 progetti, per una spesa totale di poco più di 14 milioni di euro.
30 sono i progetti collaudati. In termini occupazionali negli interventi conclusi sono
state create 11 nuove unità lavorative, di cui 4 donne. In termini di innovazione di
prodotto e di processo si rileva come solo una piccola percentuale (compresa tra il
10% e il 30%) dei progetti conclusi presentino elementi di innovazione.
Potenzialità e criticità: Le principali problematiche riscontrate nell’attuazione
della misura sono legate ai ritardi nelle procedure di selezione dei piani integrati. La
loro selezione era, infatti, propedeutica alla valutazione delle domande pervenute
nella misura, dato che l’appartenenza ad uno di essi rappresentava un criterio
prioritario. Va segnalato che i finanziamenti attribuiti alla misura sono piuttosto
rilevanti e consentirebbero, se ben utilizzati, di far registrare impatti significativi sul
territorio.
4.3.10 Misura 5.1: Sviluppo e valorizzazione delle aree urbane
Obiettivi: la misura, tramite l’utilizzo dei Piani di Sviluppo Urbano, persegue
l’obiettivo di “rafforzare le potenzialità dei centri urbani”, allo scopo di favorire la
costruzione del “sistema urbano regionale”. Tale obiettivo rappresenta una sfida
molto ardua, soprattutto se la si intende come strategia integrata di riequilibrio
territoriale al livello di un’intera regione.
Stato di attuazione: Dal punto di vista dell’avanzamento procedurale, la Misura
appare in forte ritardo. Tutte e tre le Azioni di cui si compone sono infatti ad uno
stato di attuazione molto arretrato. Tuttavia, sembrano oggi maturate alcune
condizioni che dovrebbero consentire di dare finalmente attuazione ad una azione
strategica per la riuscita del disegno complessivo del POR: l’avvio effettivo
dell’attività di valutazione da parte della Commissione dei PSU relativi all’azione
18 tale Misura ricade tra quelle che dovranno essere sottoposte a verifica; era stato previsto che entro il 30 giugno 2003 si sarebbero effettuati pagamenti nella tipologia di progetto “Edifici aziendali ad uso agrituristico” per 34.544.750 euro.
90
5.1° (secondo quanto riportato in sede di CdS del 20 ottobre 2003);la pubblicazione
delle Linee Guida e dei bandi relativi ai PSU dei centri intermedi (azione 5.1b); la
dichiarata volontà, da parte dell’AdG, di semplificare gli step procedurali previsti
nella scheda di misura; la definizione (in corso) degli accordi con le amministrazioni
beneficiarie per attivare le risorse finanziarie necessarie alla realizzazione degli
interventi. Per quanto riguarda l’avanzamento finanziario, gli investimenti
complessivi ammontano a 278.758.000 euro. Al 31/12/2002 risultano 231 progetti
(la totalità dei quali compatibili), per un importo di 254.398.715 euro; gli impegni e
i pagamenti, ammontano rispettivamente all’81,2% e al 36,1% del contributo
pubblico. Non vi sono previsioni di spesa per il 2003. Gli stanziamenti previsti
all’interno dei PIT sul totale degli investimenti è pari al 25%.
Potenzialità e criticità: si desidera sottolineare l’opportunità che la costruzione di
una “rete regionale di città specializzate” e l’irrobustimento dell’armatura territoriale
calabrese siano assunte come questioni di politica regionale. Si tratterebbe, in altre
parole, di fornire un indirizzo di livello regionale, che indichi, dentro uno scenario
strategico di riferimento, specializzazioni relative dei centri maggiori,
complementarietà da consolidare, possibili percorsi di sviluppo. In assenza di un
tale quadro, il POR ha opportunamente scelto di intraprendere una strada diversa,
cercando di far emergere un tale disegno di livello generale come esito delle
intenzionalità delle singole città, secondo un percorso dal basso verso l’alto. Al di là
dei gravi ritardi nell’attuazione della Misura, ora, sembra, in via di superamento, la
sfida rimane valida ed è, a nostro avviso, meritevole di essere ancora sostenuta.
Certo occorre garantire che un’attività di ricostruzione ex post del quadro strategico
regionale sia effettivamente intrapresa, riordinando e mettendo in connessione i
contenuti dei vari PSU, e valutandone le relative compatibilità.
4.3.11 Misura 6.3 – Sviluppo della società dell’informazione (FESR)
Obiettivi: La Misura prevede interventi finalizzati a favorire lo sviluppo della
Società dell’Informazione (SdI). L’obiettivo assegnato è di “Sostenere e diffondere
la società dell’informazione con particolare riferimento ai settori della pubblica
amministrazione, dell’educazione pubblica e dei sistemi produttivi”.
La Misura svolge un ruolo chiave a livello regionale di promozione presso il tessuto
locale delle politiche nazionale e comunitarie per una Società dell’Informazione.
Inoltre, il POR è il principale strumento finanziario disponibile a livello regionale per
la promozione della società dell’informazione.
91
Stato di attuazione: Dal punto di vista procedurale, fatto salvo il convegno E-
government (25 giugno 2002) e un progetto compatibile di acquisto di attrezzature
e software, solo un progetto importante – Soveria.it – è attualmente in fase di
realizzazione. Complessivamente, quindi, la misura è ancora in fase di avvio. La
maggior parte degli interventi attivati riguardano l’organizzazione e la gestione
della misura e le attività di promozione (6.3.a, 6.3.b).
Dal punto di vista finanziario al 30 settembre 2003, il piano finanziario prevede il
finanziamento di progetti per un ammontare di 86.140.000 € (il 23% delle risorse
assegnate all’Asse), di cui 68.024.000 € risorse pubbliche (pari al 79% del costo
totale). Solo l’8,9% delle risorse previste nel piano finanziario è già stato speso al
30 settembre 2003. Il pagamento riguarda soprattutto l’unico progetto compatibile
finanziato nel quadro dell’azione 6.3.c. Da quanto detto dal responsabile di Misura,
le spese previste per la fine dell’anno 2003 dovrebbero corrispondere al 15% del
totale delle risorse assegnate alla Misura. Una cifra che indicherebbe, se fosse
realizzata, una netta accelerazione nell’attuazione della Misura e della spesa.”
Primi risultati: Nello stato attuale dell’attuazione e dei pagamenti è molto
improbabile che la Misura stia producendo impatti rilevanti sul territorio regionale,
in termine di risultati e di impatti19. Ciò vale particolarmente per l’Azione indirizzata
alla diffusione della società dell’informazione presso le PMI (Misura 6.3.d), poiché
ha attivato solo un progetto. Di conseguenza, la Misura non è probabilmente in
grado di produrre attualmente effetti tali da assicurare il raggiungimento
dell’obiettivo specifico, come indicato dal CdP.
Potenzialità e criticità: non appare ancora chiaro la ripartizione delle competenze
nella gestione della Misura tra RdM e esperto SOG; non è stato ancora approvato il
“Il Piano Strategico e d’Azione per lo Sviluppo della Società dell’informazione in
Calabria”, propedeutico all’attuazione della Misura; la maggior parte dei progetti
finora avviati sono a valere sull’Azione 6.3.a, che assume solo un ruolo di
inquadramento programmatico e metodologico; l’Azione 6.3.d, che assume insieme
alla Azione 6.3.c un peso strategico e finanziario determinante, non ha attivato
nessun progetto, tranne la procedura di selezione dei progetti e-commerce che però
rimane in fase di istruttoria delle domande pervenute.
19 Allo stato attuale dell’informazione a nostra disposizione, non è ancora possibile svolgere un’analisi dettagliata degli effetti reali, non essendo ancora stati quantificati gli indicatori di risultato e di impatto individuati nel CdP.
93
5. GLI STUDI TEMATICI: UNA SINTESI
Questo capitolo presenta una sintesi di quattro dei cinque studi tematici previsti dal
contratto di affidamento del servizio di valutazione intermedia indipendente e i cui
contenuti e metodologie sono stati concordati con l’Autorità di Gestione. I rapporti
relativi a questi studi sono presentati nel volume III di questo Rapporto. Si tratta di
progress report in vista della versione finale del Rapporto, da consegnare entro il 30
novembre 2003.
5.1 I PIT (Progetti Integrati Territoriali)
I PIT costituiscono uno strumento (e nello stesso tempo un processo) previsto dalla
programmazione dei Fondi strutturali 2000-2006, che trova la propria base di
giustificazione nelle teorie sullo sviluppo locale. A partire da questi riferimenti, i
principi che dovrebbe contraddistinguere questa modalità di allocazione delle risorse
del POR (e di altra fonte) sono in particolare quelli di “integrazione” e
“concentrazione”.
Con il termine “integrazione”, ci si riferisce ad un concetto multidimensionale. Il
ragionamento sotteso ai PIT considera che le aree in ritardo di sviluppo sono
caratterizzate dalla presenza di risorse diffuse che tuttavia non riescono a
raggiungere livelli di rilevanza tali da attrarre investimenti interni o esterni. In
questo senso, il termine integrazione segnala la necessità che, per raggiungere un
livello positivo di benefici rispetto ai rischi per l’investitore, una serie di risorse
siano messe in rete e integrate tra loro. Ad esempio, una emergenza storica di
buon pregio ma non tale da richiamare di per sé un numero significativo di turisti,
può costituire un elemento importante se messa in relazione con risorse ambientali,
architettoniche, ecc. In tal modo i flussi turistici derivanti potrebbero essere
sufficienti per sostenere un certo numero di posti di lavoro nel settore dei servizi
alberghieri, dei servizi commerciali e dell’artigianato.
Proprio a questo fine il concetto di integrazione viene ulteriormente declinato nel
senso di considerare tra gli elementi caratteristici:
• la presenza di varie fonti di finanziamento, ad esempio risorse attribuite a varie
misure del POR, risorse derivanti da altri tipi di programmazione (nazionale,
regionale, …);
94
• il coordinamento di interventi afferenti a settori diversi (agricoltura, artigianato,
turismo, ecc.);
• la collaborazione pubblico-privato.
Nello stesso tempo, enfasi viene posta anche sul principio di concentrazione, nel
senso che si sottolinea come la programmazione integrata necessiti di scelte in
grado di dirigere i finanziamenti verso specifiche priorità: proprio in ragione della
relativa debolezza delle risorse endogene, criteri tendenti ad una distribuzione a
pioggia comunque eccessivamente diffusa dei finanziamenti non permetterebbero di
raggiungere livelli di aggregazione significativi per generare investimenti e sviluppo.
Il termine “territoriali” aiuta in questo senso a qualificare come la concentrazione
territoriale degli interventi può costituire una modalità per aumentare il successo
delle azioni di sviluppo locale: la massività delle risorse mobilitate e le sinergie tra
interventi si ritiene possano innescare processi di cambiamento tali da indurre
modificazioni nelle variabili di rottura specifiche per l’area considerata (mentre
invece con una dispersione sul territorio le risorse a disposizione delle singole aree
sarebbero talmente ridotte da impedire l’avvio di fenomeni di discontinuità rispetto
al passato).
Diversamente da altre Regioni Obiettivo 1, la scelta della Regione Calabria è stata
di interpretare i PIT come una occasione per avviare un processo di
programmazione diffuso su tutto il territorio regionale, senza una preliminare
individuazione di priorità strategiche. Una ulteriore caratteristica è stata quella di
privilegiare principalmente, nelle relazioni con gli enti locali, il rapporto con i
Comuni, lasciando un ruolo secondario alle Province.
Su questa base, la Regione ha approvato una zonizzazione in 23 aree, in cui avviare
la costituzione degli organismi di elaborazione e gestione di altrettanti PIT.
Un percorso di questo tipo avrebbe dovuto essere accompagnato da una
consistente azione di regia e di accompagnamento alla elaborazione dei progetti e
da chiare regole di valutazione e selezione. La carenza di attenzione a questi
requisiti ha fortemente condizionato, dopo un promettente avvio caratterizzato da
una intensa attività di animazione, il processo decisionale causando una impasse
durata fino agli inizi del 2003; le nuove Linee Guida pubblicate dalla Regione
Calabria agli inizi del 2003, pur caratterizzate da ambiguità nella articolazione delle
risorse, sono opportunamente intervenute nella precisazione di alcune delle regole
utili all’avanzamento del processo e sostengono anch’esse una interpretazione tesa
a segnalare un nuovo vigore nell’azione dell’Autorità di Gestione. Tuttavia non è
ancora chiaro come sarà trattata la questione della selezione delle proposte ai fini
95
della concentrazione dei finanziamenti su un numero limitato di interventi. Infatti,
in carenza di un’azione di indirizzo, le realtà locali hanno avanzato proposte di
operazioni non sempre coerenti con i due principi cardine della progettazione
integrata, ma nello stesso tempo hanno sviluppato attese sui finanziamenti cui
accedere difficilmente eludibili a questo punto del percorso.
I casi analizzati sul campo confermano la presenza di queste criticità e la difficoltà
delle strutture regionali nell’affrontare la fase di valutazione.
Sotto questo profilo, le raccomandazioni sostengono la necessità di perseverare
nell’attuazione dei PIT e di investire (sia attraverso le risorse messe a disposizione
dal PON ATAS sia attraverso attività di assistenza tecnica mobilitate dalla stessa
Regione) ulteriormente in azioni tese alla qualificazione della progettualità locale. In
questa direzione, una volta che non sono stati definiti in anticipo i criteri di
valutazione, si dovrebbe lavorare con un affiancamento alla definizione di priorità e
alla rielaborazione dei progetti validi ma ancora ad uno stadio di elaborazione
approssimativo.
Lo sviluppo di un sistema di interventi basati sul partenariato e sulla
programmazione integrata richiede tempi adeguati di attivazione e di adattamento,
specie in contesti con una debole tradizione in tal senso: rinunciare ai PIT, a questo
punto, significherebbe non solo rinunciare ad investire sulla qualità della spesa
pubblica ma anche al tessuto di relazioni che comunque questa prima fase ha
contribuito a creare, che, alla luce delle considerazioni prima riportate, assume per
il caso calabrese una importanza che va evidentemente al di là del periodo di
gestione del POR 2000-2006.
5.2 La tutela del principio delle pari opportunità di genere
nell’attuazione del POR Ob.1 2000-2006 della Calabria
5.2.1 Obiettivi e articolazione dello studio
L’obiettivo del lavoro è duplice: da un lato si è trattato di evidenziare il rispetto del
Programma Operativo Regionale nei confronti delle pari opportunità, dall’altro si è
cercato di verificare in quale maniera la variabile di genere sia stata effettivamente
“assorbita” negli Assi e nelle Misure programmate, nelle tipologie di azioni previste
e realizzate.
96
L’analisi proposta evidenzia, inoltre, gli ulteriori spazi di intervento ai fini di una più
incisiva tutela e promozione delle priorità trasversali delle pari opportunità e del
mainstreaming di genere.
Dal punto di vista metodologico, l’approfondimento tematico sulle pari opportunità
prende le mosse dagli strumenti predisposti a livello nazionale in particolare, il
modello V.I.S.P.O – Valutazione di impatto strategico delle Pari Opportunità,
elaborato dal Dipartimento per le Pari Opportunità, e le Linee guida per la
valutazione dei programmi operativi - MODULO V – L’analisi di genere nelle
valutazioni intermedie dei programmi operativi Ob.1, predisposto dal Sistema
Nazionale di Valutazione del QCS Ob.1 in collaborazione con il Dipartimento Pari
Opportunità. La metodologia utilizzata introduce comunque elementi integrativi di
analisi rispetto agli indirizzi dei documenti appena menzionati.
Il rapporto si articola in quattro capitoli che presidiano momenti diversi del ciclo di
programmazione e attuazione del POR. In particolare:
• l’analisi del contesto in un’ottica di genere (capitolo 1) ha l’obiettivo specifico di
evidenziare – attraverso un esercizio di applicazione – come le differenze di
genere possano rappresentare una chiave di lettura del contesto per tutti gli
Assi del POR e non solo per gli Assi più direttamente legati al mercato del lavoro
(Asse III – Risorse Umane). La condizione femminile sul mercato del lavoro
regionale viene comunque approfondita, alla luce della considerazione che lo
stesso POR può assumere grande rilevanza ai fini dell’innalzamento dei tassi di
occupazione femminili, nella prospettiva del raggiungimento degli obiettivi di
Lisbona.
• La valutazione di impatto potenziale del POR (capitolo 2) vuole mettere in
evidenza quali sono le direzioni principali intraprese per rispondere alla priorità
trasversale delle Pari Opportunità e al tema più generale del mainstreaming nel
POR Calabria. Quanto previsto all’interno del Documento di Programmazione
viene messo in relazione sia alle criticità della condizione femminile nel contesto
regionale (con particolare riferimento alla situazione occupazionale)
precedentemente emerse, sia agli obiettivi strategici e agli strumenti messi a
punto ed adottati in tema di Pari Opportunità e mainstreaming da parte del
Ministero delle Pari Opportunità (ci riferiamo in particolare al documento
VISPO). Tale valutazione di impatto potenziale del Programma Operativo
Regionale consente di mettere in luce gli eventuali ulteriori spazi di intervento ai
97
fini di una più incisiva tutela delle Pari Opportunità e, più generale, del
mainstreaming di genere.
• La selezione ex ante (capitolo 3) analizza i meccanismi di selezione ex ante per
la scelta dei progetti da finanziare al fine di verificare in che modo il principio di
genere viene recepito nel processo di selezione poiché i criteri adottati possono
incentivare o disincentivare il suo recepimento nell’attività progettuale dei
soggetti attuatori. In particolare, il capitolo propone un confronto tra i criteri di
selezione relativi alla tutela e alla promozione della priorità trasversale delle Pari
Opportunità, così come indicati dal POR della Regione Calabria, e i criteri
rintracciati nei documenti programmatori e attuativi del POR (avvisi pubblici,
bandi etc.), con particolare riferimento alle Misure per cui il POR ha previsto
criteri di selezione gender sensitive.
• Il monitoraggio del POR in un’ottica di genere, infine (capitolo 4) analizza
l’avanzamento dell’implementazione del Programma Operativo Regionale e offre
qualche primo indicatore di risultato. L’approccio adottato dedica una particolare
attenzione ai progetti presentati nella misura specifica dedicata alla promozione
delle Pari Opportunità e, in accordo con il principio del mainstreaming, si è
cercato di verificare come la variabile di genere sia stata recepita all’interno
delle altre misure.
5.2.2 Sintesi dei principali risultati
I maggiori elementi di criticità relativi alla condizione femminile sul mercato del
lavoro regionale (capitolo 1) su cui il POR Calabria può intervenire sono:
• tassi di partecipazione ed occupazione femminili molto al di sotto di quelli
maschili e molto distanti dalle medie nazionali (specialmente i tassi di
occupazione). L’andamento del tasso di occupazione femminile evidenzia come
la carenza di domanda di lavoro in Calabria sia subita in maniera particolare
dalla componente femminile della forza lavoro;
• tassi di disoccupazione femminili molto elevati che evidenziano le difficoltà di
accesso delle donne al mercato del lavoro e segnalano, alla luce dei bassi tassi
di partecipazione e dei bassissimi tassi di occupazione femminili, la presenza di
un ampio bacino di disoccupazione nascosta;
• una disoccupazione femminile dalle caratteristiche molto precise: si tratta di una
disoccupazione giovanile, intellettuale e di durata medio-lunga;
98
• problemi di mismatch tra domanda e offerta di lavoro femminile: a fronte di
un’offerta di lavoro femminile significativamente istruita, la domanda di lavoro è
scarsa e orientata verso profili formativi e professionali medio-bassi;
• un elevato rischio di inserimento nel mercato del lavoro irregolare per le donne
a fronte dei bassi livelli di occupazione femminile e dell’ampio bacino di forza
lavoro potenziale e/o disponibile a lavorare a particolari condizioni.
Il disegno di intervento del POR Calabria (capitolo 2) non evidenzia tuttavia una
chiara strategia di intervento rispetto alla questione femminile, se si eccettua un
generico richiamo all’opportunità di promuovere sia misure dirette espressamente
alla popolazione femminile, sia misure non espressamente dedicate da declinare in
un’ottica di mainstreaming. Infatti, la complementarietà tra interventi mirati alla
popolazione femminile e interventi trasversali di mainstreaming appare chiara in
relazione alla centralità della Misura 3.13 dedicata alla promozione della
partecipazione femminile al mercato del lavoro, mentre soffre di qualche debolezza
in relazione alla promozione del mainstreaming di cui risultano piuttosto oscure le
reali implicazioni.
L’analisi di impatto potenziale effettuata sulle singole misure restituisce l’immagine
di un Programma Operativo dal carattere sostanzialmente neutro rispetto alla parità
di genere. Delle cinquantasette misure previste all’interno dei sette Assi di
intervento:
• solo tre risultano avere un impatto potenziale impostato sulla parità: si tratta
della Misura 3.13 “Promozione della partecipazione femminile al mercato del
lavoro” – quindi una misura dedicata alle donne - ed entrambe le Misure
dell’Asse V - Città;
• sedici misure risultano avere un impatto potenziale aperto ad una prospettiva di
parità: si tratta di buona parte delle misure dell’Asse III – Risorse umane (in
particolare le Misure che in cui predominano gli aiuti alle persone e alle imprese
e gli incentivi), e dell’Asse VI – Reti e nodi si servizio, e una parte minoritaria
delle Misure dell’Asse IV- Sistemi locali di sviluppo;
• la stragrande maggioranza (trentotto misure) risultano avere un impatto
potenziale neutro rispetto alla prospettiva di parità. In particolare risultano
neutri tutto l’Asse I – Risorse naturali e tutto l’Asse II – Risorse culturali.
Vale la pena sottolineare che molta enfasi della programmazione relativa alle
misure aperte (in special modo quelle afferenti all’Asse III e all’asse IV) è posta sui
99
giovani. La separazione sistematica della questione giovanile e di quella femminile
appare in realtà un’occasione mancata: infatti, l’intervento rivolto ai giovani
(disoccupati, occupati e inattivi) proprio per le caratteristiche del contesto regionale
(in special modo quello relativo al mercato del lavoro) dovrebbe far considerare che
molta parte della questione femminile si sovrappone e interseca con quella
giovanile.
La valutazione di impatto potenziale ha anche evidenziato che se la Misura 3.13
riesce a “recuperare” parzialmente la scarsa attenzione alla dimensione di genere
nelle altre Misure, un disegno di intervento che fa convergere tutte le possibili
azioni rivolte alla popolazione femminile in questa misura rischia di perdere
strategicità. Infatti non bisogna sottovalutare l’azione di alcuni meccanismi che
possono produrre effetti indiretti non attesi e/o indesiderati. In particolare:
• l’utilizzo della misura dedicata per “bilanciare” la carenza di attenzione al tema
delle Pari Opportunità in altre misure rischia di escludere (indirettamente) le
donne da altri tipi di intervento (soprattutto in un contesto come quello
calabrese, caratterizzato da un elevato disagio occupazionale), in cui la
partecipazione agli interventi messi in essere può essere elevata sia per gli
uomini sia per le donne.
• l’utilizzo della misura dedicata come “collettore” di tutte le misure rivolte alla
popolazione femminile rischia di promuovere azioni che non rispondono
effettivamente ai bisogni espressi dal mondo femminile nel contesto regionale
poiché non esplicita la relazione tra intervento e obiettivi da un lato, e la
gerarchia degli obiettivi dall’altro.
L’analisi dei criteri di selezione (capitolo 3) ha evidenziato che in sede
programmatoria, sono molte le Misure in cui la priorità equitativa viene ritenuta
inapplicabile. Si tratta delle Misure che prevedono interventi strutturali e
infrastrutturali in particolare, la priorità trasversale è ritenuta inapplicabile in tutto
l’Asse I, nella Misura 2.1 – Conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale,
nelle misure più “di sistema” all’interno dell’Asse III e dell’Asse IV e in tutto l’Asse
VI.
Quando invece il criterio viene ritenuto applicabile (Asse III) molto spesso i criteri
previsti si risolvono nell’indicazione di un obiettivo da perseguire attraverso la
misura (promozione delle Pari Opportunità nell’accesso al mercato del lavoro,
raggiungere le Pari Opportunità nella formazione e nell’istruzione, nel sostegno
all’autoimprenditorialità etc.) risultando, di conseguenza, non declinati.
100
Per l’Asse IV – Sviluppo locale è invece sistematico il ricorso all’associazione del
criterio di priorità (priorità a progetti presentati da donne) con il criterio di
premialità (valutazione dei progetti in base alla rilevanza sull’occupazione
femminile).
Il grado di coerenza tra i criteri previsti nel POR e quelli recepiti negli altri
documenti programmatori e attuativi risulta differenziato per Asse di intervento.
Per quanto riguarda l’Asse III – Asse in cui il recepimento del principio di Pari
Opportunità dovrebbe essere più cogente – i criteri di selezione previsti, sensibili
alla dimensione di genere, riguardano in linea di massima le azioni di formazione,
attraverso l’attribuzione di punteggi premianti per quelle iniziative coerenti con la
priorità trasversale. Tuttavia la declinazione operativa di tali criteri può essere
significativamente rafforzata poiché le modalità con cui valutare il rispetto del
principio equitativo (e la conseguente attribuzione dei punteggi) non sono
(operativamente) esplicitate. Per gli altri tipi di intervento emerge al contrario una
certa difficoltà nell’internalizzare criteri volti alla tutela e alla promozione delle pari
opportunità tra uomini e donne.
La difficoltà a declinare il principio equitativo in criteri operativi è un elemento che
peraltro riguarda anche gli altri Assi di intervento.
Un documento molto interessante dal punto di vista del recepimento del principio
equitativo di genere è quello relativo alle (nuove) Linee Guida per la predisposizione
dei PIT in cui, nella selezione/valutazione del progetto, la coerenza con la priorità
trasversale è sistematicamente presa in considerazione. Le Linee Guida per i PIT
meritano una particolare attenzione per due motivi: innanzitutto perché le Pari
Opportunità di genere sono esplicitate all’interno di progetti che riguardano anche
le infrastrutture, materiali e immateriali (realizzate nell’ambito dei PIT). In secondo
luogo, l’impianto previsto “costringe all’esercizio” di un’analisi trasversale gender
sensitive, attraverso la proposta di percorso che non fa riferimento al “generico”
principio delle Pari Opportunità ma individua le dimensioni attraverso cui può essere
esplorato e promosso operativamente.
I risultati emersi dal monitoraggio dell’attuazione del POR in una prospettiva di
genere (capitolo 4) scontano la scarsa disponibilità di dati.
Utilizzando la riclassificazione delle Misure del POR in Misure neutre, aperte e
impostate alla parità di genere, il monitoraggio finanziario ha evidenziato come più
della metà degli impegni e dei pagamenti sia relativo a misure neutre. Gli indicatori
di efficienza finanziaria, considerando la programmazione complessiva, segnalano
101
una buona performance in termini di avanzamento finanziario per le misure
impostate. La programmazione al netto dei progetti compatibili si dimostra, invece,
piuttosto carente nella capacità di impegno e di pagamento e, anche in questo caso,
gli indicatori finanziari sono più elevati per le misure neutre.
Il capitolo 4 propone un approfondimento specifico sull’Asse III, nello specifico sulle
work experiences e sulla Misura 3.13, dedicata alla promozione della partecipazione
femminile al mercato del lavoro, utilizzando sia dati quantitativi relativi ai
destinatari degli intervento sia elementi qualitativi emersi dalle interviste a
testimoni privilegiati.
Le work experiences, attuate nell’ambito della Misura 3.2 – Interventi preventivi di
politica del lavoro, della Misura 3.3 – Interventi “curativi” di politica del lavoro e
della Misura 3.13, probabilmente a causa della presenza dello stesso intervento
nella Misura dedicata, presentano un fenomeno di sottorappresentazione dell’utenza
femminile nelle misure a carattere curativo e preventivo.
I primi risultati e impatti dell’attuazione della Misura 3.13 (work experiences e
formazione) mostrano che:
• sia le tirocinanti che le partecipanti ai corsi di formazione sono soprattutto
giovani, con titoli di studio medio-alti (laurea o diploma di maturità);
• la risposta partecipativa delle donne ai corsi di formazione è molto elevata;
• le work experiences sembrano funzionare come strumento di prova della
lavoratrice contribuendo alla “fluidità” del processo di matching tra domanda e
offerta di lavoro.
• per quanto riguarda gli interventi formativi, emerge una prevalenza di progetti
avviati dai CFRP in settori e professioni tradizionalmente femminili mentre i corsi
approvati in convenzione mostrano proposte formative con minori connotazioni
di genere.
102
5.3 L’insediamento di giovani agricoltori20
L’intervento per favorire l’insediamento di giovani agricoltori in Calabria è
particolarmente importante nella dinamica dello sviluppo rurale regionale perché
permette di rinnovare il tessuto imprenditoriale regionale contribuendo al ricambio
generazionale e al conseguente miglioramento del capitale umano. Questo
intervento è particolarmente necessario in un settore caratterizzato, tanto a livello
regionale che nazionale, dall’invecchiamento della popolazione e dalla mancanza di
formazione degli imprenditori relativamente alle tecniche innovative di produzione e
alle numerose opportunità di diversificazione dell’attività agricola orientate alla
promozione di prodotti di qualità e allo sviluppo di comparti produttivi innovativi.
Per le stesse ragioni il ricambio generazionale costituisce un’opportunità dal punto
della tutela dell’ambiente e della promozione dell’imprenditorialità femminile.
Lo studio prevede lo svolgimento delle seguenti attività:
Mappatura della localizzazione delle domande finanziate al fine di evidenziare
eventuali fenomeni di concentrazione derivanti da caratteristiche
dell’ordinamento colturale, territoriali o socio-culturali;
Realizzazione di un Focus group con testimoni privilegiati regionali per un
approfondimento delle caratteristiche dei giovani agricoltori calabresi (tipologie
di attività svolte, età dell’agricoltore, ordinamento colturale, superficie
aziendale, localizzazione territoriale) e della loro capacità di promuovere uno
sviluppo rurale sostenibile attraverso l’adozione di nuove tecniche di produzione
o di nuovi prodotti (anche prodotti tipici fortemente legati al territorio);
Individuazione e svolgimento di casi studio su aziende agricole gestite da
giovani agricoltori che hanno beneficiato dei contributi all’insediamento come
previsto dalla misura 4.14.
A seguito dei materiali raccolti durante tutte le attività sopra descritte, sarà
evidenziata una prima qualificazione e quantificazione degli impatti
potenziali sullo sviluppo rurale derivanti dall’insediamento dei giovani
agricoltori attraverso l’applicazione dei quesiti e dei relativi criteri ed indicatori
previsti nel questionario valutativo comune. Queste risultati consentiranno di
20 Non è stato possibile realizzare le attività citate in questo paragrafo poiché, nonostante i dati siano
stati richiesti ripetutamente, questi non sono stati a tutt’oggi forniti. Si procederà quindi celermente a
103
definire meglio le caratteristiche dell’agricoltura calabrese a medio e lungo
termine, indicando i punti di rottura rispetto alle dinamiche passate e
sottolineando le varie opportunità di sviluppo create a seguito di questa
dinamica.
L’approfondimento è stato svolto per mezzo di un Focus group che ha avuto luogo il
5 giugno 2003 presso la sede del Dipartimento Agricoltura (Catanzaro) ed ha
coinvolto 9 soggetti privilegiati interni ed esterni all’amministrazione regionale,
rappresentanti delle associazioni di categoria, dei giovani agricoltori (beneficiari
della misura), dell’assistenza tecnica (SOG) e del Dipartimento Agricoltura della
Regione Calabria.
5.3.1 Lo stato di attuazione della misura
La misura 4.14 ha l’obiettivo primario di incentivare l’insediamento dei giovani in
azienda al fine di migliorare il capitale umano in agricoltura e di favorire il ricambio
generazionale nel settore agricolo e nelle aree rurali in generale. Gli aiuti
all’insediamento possono consistere in:
• un premio unico;
• un abbuono di interessi per i prestiti contratti a copertura delle spese
derivanti dall’insediamento.
La misura rientra nel quadro della programmazione integrata (PIF), i cui progetti
sono finanziati prioritariamente.
Da quanto indicato in Rendiconta, sono stati finanziati 1462 progetti al 30/09/2003.
Si tratta per lo più di domande di riconferma selezionate nell’ambito del precedente
periodo di programmazione. Va indicato tuttavia che sono anche iniziati i pagamenti
di alcuni progetti prioritari selezionati nel quadro dei PIF già operativi (si veda
sezione PIF). Da quanto desumibile dall’informazione inserita in Rendiconta, questi
progetti sono coerenti con gli obiettivi dell’Asse IV / FEOGA e con gli indicatori di
realizzazione, risultato e impatto indicati nel Complemento di Programmazione.
Il piano finanziario della misura prevede finanziamenti pubblici per un ammontare
di 37.770.000 €. Al 30/09/2003, i pagamenti registrati sono di 33.665.000 €, pari
al 89% del costo totale della misura.
completare il presente studio tematico non appena essi saranno resi disponibili e i risultati saranno
presentati in un allegato al presente rapporto.
104
Non si registrano rischi particolari in termini di attuazione e di pagamenti nei
prossimi 6 mesi di attuazione della misura.
5.3.2 Prime valutazioni di impatto e sostenibilità della misura 4.14
Durante la riunione sono state affrontate 5 tematiche – attraverso quesiti posti ai
partecipanti - concernenti l’utilità, l’efficacia, l’efficienza, gli impatti e la sostenibilità
della misura 1.14:
• La misura risponde ai bisogni prioritari espressi dal territorio (la misura è
utile?)
• La misura utilizza in modo corretto i finanziamenti (la misura è attuata in
modo efficiente?)
• La misura produce effetti rilevanti sul territorio (la misura è efficace in
termini di impatti attesi?)
• La misura interagisce in modo corretto con le altre misure del POR (la
misura è pertinente rispetto a quanto programmato nel POR?)
• la misura è sostenibile? (la misura produce effetti durevoli?)
Utilità
Complessivamente, i partecipanti hanno concordato sul fatto che la misura è utile
(100% di risposte positive) per lo sviluppo rurale in Calabria. Va in particolare
segnalato l’aspetto positivo nel rinnovamento del tessuto imprenditoriale in
agricoltura con l’arrivo di giovani agricoltori portatori di progetti innovativi e
organizzativi diversi di quelli finora promossi in Regione. Questo movimento si
inserisce inoltre nell’ambito della riforma della PAC che promuove nuove forme di
produzione e di promozione del mondo rurale, attraverso uno sviluppo territoriale
integrato.
Efficienza
I partecipanti hanno sottolineato che nel quadro dell’attuale programma operativo,
la misura è gestita in modo efficiente, nel senso che risponde in modo
soddisfacente nella sua attuale configurazione ai bisogni espressi dal territorio e,
d’altra parte, corrisponde a quanto progettato nel CdP. Perciò, la misura non
richiede allo stato attuale cambiamenti del modo in cui viene attuata.
105
Impatto
Allo stato attuale, per i due terzi dei partecipanti, la misura produce solo in parte
effetti rilevanti sul territorio. Questo è dovuto sia alla tempistica di attuazione della
misura, che ha registrato notevoli ritardi nel suo avvio e quindi anche nella
produzione di effetti osservabili, sia all’entità delle risorse assegnate che non risulta
essere sufficiente. E’ stato tuttavia indicato dai partecipanti che numerosi progetti
presentati dai beneficiari sono innovativi – cioè propongono prodotti nuovi o
processi di produzione nuovi per la Regione – sono ecocompatibili e sono stati
presentati da donne (in circa il 38% dei casi). Perciò, i primi effetti prodotti dalla
misura sono conformi alle aspettative e consentono al conseguimento degli obiettivi
trasversali ambiente, pari opportunità e innovazione.
Pertinenza
I due terzi dei partecipanti segnalano la necessità di articolare meglio la misura nel
quadro del POR, con, in particolare, le misure 4.5, la 4.16 e la 4.10. Infatti, per il
giovane agricoltore le problematiche legate all’insediamento riguardano non
soltanto la fase di avvio ma anche lo sviluppo e il consolidamento dell’azienda
attraverso acquisto di macchinari, di competenze esterne, la messa a disposizione
di servizi alle aziende, la predisposizione di reti di commercializzazione dei prodotti,
ecc.
Sostenibilità
Infine, è stato indicato che allo stato attuale – dell’ammontare delle risorse
assegnate e dell’articolazione con le altre misure del POR - la misura produce solo
in parte effetti durevoli sul territorio. La rimodulazione finanziaria della misura e la
sua più stretta articolazione con le altre misure del POR dovrebbero migliorarne la
sostenibilità.
In conclusione, i partecipanti hanno ribadito l’utilità della misura e convergono nel
chiedere l’assegnazione di risorse più consistenti rispetto a quelle inizialmente
indicate nel CdP (indicativamente il doppio). Inoltre, nell’obiettivo di attivare
sinergie positive a livello programmatico e territoriale, è stata ribadita la necessità
di fornire una riserva finanziaria molto più consistente delle altre misure del POR, ai
progetti presentati dai giovani agricoltori.
106
5.4 La qualità del sistema di formazione professionale in Calabria
5.4.1 Il modello proposto
La necessità di una riflessione approfondita sulla qualità dei sistemi formativi si va
diffondendo anche a seguito delle iniziative in ambito comunitario dove, da tempo,
è stato inaugurato un filone di approfondimento trasversale a tutte le tematiche
affrontate dalla Commissione Europea comprese quelle sulla qualità. Nell’attuale
programmazione dei fondi strutturali 2000-2006, il rafforzamento della qualità
rappresenta una delle 10 priorità del nuovo Quadro Comunitario di Sostegno (QCS)
del FSE. Inoltre, nel corso del 2001, nell’ambito dei Gruppi Tecnici di Valutazione e
dei Comitati di Sorveglianza, il tema della qualità dei sistemi formativi è stato
individuato come particolarmente cruciale per il nostro paese, visti i rilevanti
processi di riforma in atto. In questa ottica il Ministero del Welfare ha conferito alla
Struttura Nazionale di valutazione (ISFOL) l’incarico di elaborare un modello per la
valutazione della qualità dei sistemi formativi21.
Nello specifico è stato progettato un proprio modello valutativo sulla qualità dei
sistemi formativi a livello regionale che tiene conto sia dell’offerta che della
domanda di formazione e che si caratterizza anche come campo di
sperimentazione di criteri e variabili previsti a livello nazionale. L’analisi della
qualità è condotta attraverso lo studio di quattro principali aree d’analisi che
articolano il sistema dell’offerta e della domanda di formazione.
Per quanto riguarda il sistema della domanda di formazione si considerano:
il contesto socio-economico
l’utenza della formazione professionale (individui e imprese)
Per quanto riguarda il sistema dell’offerta formativa si considerano:
il contesto istituzionale-programmatorio
i soggetti gestori.
21 L’IRS partecipa, in qualità di valutatore indipendente, al Gruppo tecnico istituito su questa tematica
presso l’ISFOL al fine di individuare un modello di valutazione della qualità dei sistemi formativi a livello
regionale e, quindi, un insieme di indicatori in grado di descrivere e di rendere confrontabili i diversi
sistemi formativi regionali.
107
Per ognuna di tali aree è stata progettata la definizione di un set di indicatori di
qualità sia quantitativi che qualitativi. La possibilità di estendere tale progettazione
e sperimentazione alla Regione Calabria è particolarmente interessante sia perché il
tema della qualità del sistema formativo ci pare di estrema rilevanza per le
caratteristiche del contesto socio-economico suddetto sia perché può
rappresentare, per l’Amministrazione regionale, la possibilità di essere inseriti in un
circuito di buone pratiche su questa tematica a livello nazionale.
In particolare , in questo rapporto tematico si sono realizzate alcune analisi – con
un primo approfondimento presentato già nel Report in Progress del giugno 2003 -
relative a:
la domanda di formazione emergente dal contesto socio-economico
regionale;
il contesto istituzionale- programmatorio, con l’identificazione degli indicatori
di qualità, l’indicazione della loro fattibilità ed il loro calcolo - ove possibile -
in base ai dati disponibili;
le attività formative attivate nell’ambito del POR, nonché l’intero sistema dei
soggetti gestori nel campo della istruzione e della Formazione professionale
calabrese sulla base di: a) interviste qualitative ad interlocutori privilegiati
relativamente alle attività formative approvate e avviate sull’Asse III del
POR aggiornate al maggio 2003, b) analisi su banche dati fornitici dal
Dipartimento regionale della Formazione professionale relative ad attività
formative avviate ed in via di attivazione nell’ambito del POR, nonché ai
soggetti gestori coinvolti aggiornate al maggio 2003, c) analisi sul campo
relativa ai soggetti gestori operanti nella Regione Calabria sulla base di
un’interrogazione telefonica su questionario aggiornata al 31 ottobre 2003.
Relativamente all’analisi sul campo, peraltro, già il disegno di valutazione del Report
Intermedio definiva un piano di lavoro che avesse l’obiettivo di essere funzionale al
tema dell’accreditamento autorizzativo calabrese. In tale contesto di riferimento, in
cui l’accreditamento dei soggetti gestori assume come unità di analisi la singola
“sede operativa/tipologia formativa”, le varie fasi dell’osservazione empirica si sono
dunque sostanziate di:
• dati identificativi di natura oggettiva e formale sul soggetto (denominazione,
indirizzo, partita I.V.A., ecc.);
• dati relativi ad alcune caratteristiche del soggetto (settore di attività,
certificazione, eventuali attività nel POR) che possono contribuire all’audit
108
attualmente in itinere da parte del Dipartimento della Formazione Professionale
volto ad accertare se si tratta di soggetti rispondenti ai requisiti previsti dalle
norme per l’autorizzazione ad operare in generale e/o in un determinato regime.
La condizione sine qua non per proseguire nella valutazione – in base ai dati emersi
dall’indagine sul campo - è stata quella di sostanziarsi altresì di un’analisi relativa
anche ad altri elementi, quali:
a) Struttura e attrezzature;
b) Tipologia delle attività formative
c) Modello organizzativo-gestionale
d) Reti di relazioni
e) Progetti ai vari stadi di realizzazione ( presentati, approvati, avviati, in via di
attivazione, conclusi)22
In particolare, si è scelto di prendere a riferimento l’universo dei soggetti gestori
all’interno del sistema della F.P. della Regione Calabria accreditati in base all’
approvazione della procedura di accreditamento delle sedi formative secondo
D.G.R.192/2003 – 232/200323.
La scelta metodologica utilizzata per contattare i soggetti gestori è stata quella di
una interrogazione su questionario strutturato effettuata tramite telefono. Le
suddette interviste si sono svolte durante il mese di ottobre 2003 e sono state
rivolte a 330 enti con un tasso di copertura dell’82,5% rispetto ai 411 enti
accreditati.
5.4.2 Cenni sintetici sui contenuti della valutazione
In specifico:
Relativamente all’analisi del contesto istituzionale e programmatorio si è ricostruito
il sistema formativo esistente con particolare riferimento ad una batteria di
indicatori di qualità con l’indicazione della loro fattibilità ed il loro calcolo – ove
22 Dati, questi, non confrontabili con l’imputazione delle informazioni all’interno del Sistema Rendiconta,
attualmente incompleta. La fattibilità di tale sperimentazione, infatti, è fortemente condizionata dalla
disponibilità e dalla qualità dei dati relativi al sistema della F.P., nonché dalla fruibilità del sistema
informativo regionale.
23 Vedi “ Approvazione del Piano per la formazione Professionale dell’obbligo formativo art.68 l.144/99 e
Avviso Pubblico per la presentazione dei progetti”.
109
possibile - in base ai pochi dati disponibili. Relativamente all’analisi socio
economica, sono emersi i seguenti elementi-chiave per la lettura del territorio
calabrese. Anzitutto risulta che il tasso di disoccupazione nel 2002 si è ridotto
rispetto al 1999 pur rimanendo al di sopra dei livelli di guardia (1 persona su 4 con
oltre 15 anni si trova, oggi, nello stato di disoccupato), mentre il tasso di attività
femminile è ancora molto inferiore a quello maschile. Il tasso di occupazione, oltre
a segnalare ancora una forte differenza di genere a svantaggio delle donne, si
caratterizza per una notevole caduta percentuale relativamente alla popolazione
maschile nel passaggio dal 1999 al 2002 e, nel complesso, per un valore (34%)
all’incirca pari alla metà rispetto all’obiettivo fissato in sede europea per il 2010
(70%). Peraltro, dalle statistiche emerge piuttosto chiaramente che la
disoccupazione in Calabria, oltre a colpire maggiormente i giovani, le donne e ad
essere trasversale rispetto i diversi titoli di studio conseguiti dalle forze di lavoro, si
caratterizza per essere soprattutto di lunga durata. Peraltro, la differenza di genere
in Calabria si manifesta al momento dell’accesso stesso al sistema formativo, più
che nella mancata partecipazione delle donne ad un particolare livello formativo
(che non sia appunto quello di entrata). Il riassorbimento della differenza di genere
sopra menzionata sarebbe testimoniato anche dall’alto tasso di partecipazione alla
scuola secondaria superiore, calcolato rapportando il totale degli iscritti alle scuole
secondarie superiori al numero di giovani nella classe d'età 14-18 anni.
Contrariamente a quanto accade per gli occupati, inoltre, la partecipazione degli
inoccupati ad attività formative risulta essere superiore al dato nazionale, sebbene
il valore del tasso percentuale in sé non appaia elevato. E se la pratica della
formazione appare abbastanza diffusa tra le imprese (sempre relativamente al dato
nazionale), essa riguarda una componente minoritaria di dipendenti. Infine, i due
indicatori, elaborati al fine di conoscere l’entità dell’eventuale stato di disagio di
particolari categorie di persone o di certe realtà territoriali, segnalano il fenomeno
della criminalità denunciata come in regressione, evidenziando una situazione
ampiamente migliorata nel corso della seconda degli anni novanta.
Relativamente all’analisi dei soggetti gestori ed alla ricostruzione del sistema
dell’istruzione e della formazione professionale calabrese, è emerso un quadro in
cui si è attivato un processo di ristrutturazione e riqualificazione dei C.R.F.P.24,
nonché di una fase di audit congeniale alla verifica dei requisiti minimi per
24 Attualmente sono interessati alla ristrutturazione 16 C.R.F.P. stabili e 10 sedi coordinate o secondarie
con un totale di dipendenti pari a circa 900 unità tra docenti e amministrativi.
110
l’accreditamento autorizzativo nel quadro di una strategia “ a maglie larghe”. Il
modello di accreditamento della Regione Calabria, inoltre, ha sperimentato un
approccio totalmente telematico, rinviando alla successiva fase di "audit" di
controllo presso le sedi accreditate in via provvisoria, in collaborazione con la
apposita "task-.force" dell'ISFOL, la verifica della documentazione. Il modello di
accreditamento strutturato dalla Regione Calabria attualizza peraltro le indicazioni
già contenute nel D.M. 166/2001 del Ministero del lavoro, confermando le seguenti
scelte strategiche:
- la conferma delle caratteristiche previste per i Soggetti attuatori dalla Legge
845/78 e dalla L.R.18/85;
- l'obbligo di accreditamento per tutti i Soggetti, sia pubblici che privati;
- l'apertura ai nuovi Soggetti che si affacciano sul mercato della F.P.;
- l'esaltazione dei requisiti di qualità e di efficienza/efficacia per i richiedenti;
- l'obbligo per tutti di pervenire entro i 24 mesi alla certificazione di qualità ISO;
- la continuità con il processo di accreditamento provvisorio avviato, e non
completato, nel febbraio 2001.
Il primo approfondimento realizzato nel Report in Progress relativamente alla
valutazione delle attività formative selezionate nell’ambito del POR25, aveva fatto
emergere, fra l’altro, un quadro di attivazione abbastanza capillare delle attività
formative sul territorio insieme ad una offerta formativa abbastanza articolata ed ad
un ampio ventaglio di soggetti proponenti. L’indagine sul campo, peraltro, ha
confermato alcune riflessioni già emerse nel Report in progress sia su tale
distribuzioni delle sedi, sia sulle macrotipologie formative messe in campo in
sinergia con le indicazioni date dalla Regione Calabria per l’accreditamento
autorizzativo sia sulla variegata tipologia di enti/associazioni, che, in maniera
prevalente o no, si occupano di Formazione professionale. E se la qualità del
sistema formativo dovrebbe manifestarsi in un’integrazione fra le caratteristiche
dell’offerta programmatoria-istituzionale ed i bisogni di policy espressi dal territorio,
le diverse proposte formative messe in campo, fanno ben sperare in un network
variegato caratterizzato da vincoli e opportunità reciproci.
25 Ci si riferisce agli esiti relativi al Bando Multimisura dell’ASSE III sulle Misure
3.2,3.3,3.4,3.,3.8,3.9,3.11 e 3.13 delle attività formative avviate e non ancora avviate,
111
Le valutazioni ivi fatte – sia a livello di sistema (indicatori di concentrazione,
concorrenzialità, specializzazione ) sia a livello di singoli enti ( indagine sul campo),
peraltro, disegnerebbero un sistema della Formazione professionale calabrese
potenzialmente di qualità e possibilmente aperto ad un accreditamento che più che
autorizzativo, potrebbe operare in una logica non dicotomica finalizzata ad un
processo di miglioramento continuo. E ciò avendo verificato l’ipotesi di partenza
ossia che più è variegato il sistema dell’offerta tanto più v’è possibilità di innalzare i
livelli di qualità del sistema stesso. I presupposti, infatti, vi sarebbero:
diversificazione dell’offerta ( concorrenza), livelli medio-alti di concentrazione del
sistema, alti livelli di specializzazione dei centri privati, bassi livelli di
specializzazione dei centri pubblici ( quali i CRFP).
Relativamente alla struttura organizzativa, l’elemento positivo è rappresentato dal
fatto che la stragrande maggioranza degli enti intervistati – con le dovute differenze
fra quelli che fanno prevalentemente F.P. e quelli che non la fanno - si siano dotati
di un articolato “equipaggiamento” di funzioni dedicate, quali in primis la direzione,
il controllo di gestione, la progettazione - nonché di tutta una serie di funzioni
indispensabili a fronteggiare un’organizzazione complessa, quale quella del sistema
formativo. Insomma, gli enti analizzati sarebbero - chi più chi meno- strutturati in
tutte le loro funzioni.
Relativamente alla dotazione strumentale complessiva degli enti intervistati –
indipendentemente dalla numerosità che non può essere confrontata con fonti
ufficiali – va considerato che, al di là di confronti e giudizi, essa andrebbe
contestualizzata anche all’interno di alcune iniziative del POR ( per esempio la
Misura 3.15 relativa all’adeguamento delle infrastrutture e delle tecnologìe nel
sistema scolastico). E anche relativamente alla dotazione del sistema informativo, si
deduce una numerosità di risposte significativa per sostenere una articolata
dotazione relativa al sistema informativo.
Altri considerazioni, poi, scaturiscono dal fatto che ottimi esiti hanno avuto quei
progetti – nell’ambito della Formazione delle Pari Opportunità e della formazione
per apprendisti, ove, evidentemente, lo specifico ambito - probabilmente molto
tarato sulla qualità e poco sulla numerosità - premia. Elemento chiave,
quest’ultimo, per relazionarsi anche ai dati sui progetti nell’ambito del POR ai vari
stadi di attuazione, che l’indagine sul campo, non potendosi avvalere di un
confronto con il Sistema Rendiconta, per le ragioni già espresse, si è limitata a
registrare, considerandoli con la massima cautela. Stante alle indicazioni dei nostri
intervistati, peraltro, l’incidenza dei progetti avviati o in via di attivazione sugli
112
approvati coinciderebbe, in linee generali, con le indicazioni emerse dal primo
approfondimento realizzato a giugno 2003 ove, su un numero limitato di attività
totali previste, il 50% circa era in fase di attuazione o già attivato.
Infine, è stata segnalata la necessità di stabilire una migliore comunicazione con la
Regione Calabria, anche in relazione al fatto che il POR rimarrebbe, almeno
attualmente, un programma ancora difficile da approcciare, soprattutto per criticità
legate alla natura burocratico- amministrativa della gestione dei progetti ai vari
stadi di attuazione.
113
6. LA QUALITA’ DEL SISTEMA DI ATTUAZIONE
6.1 L’avanzamento procedurale
6.1.1 Le fonti utilizzate
Questo paragrafo costituisce un aggiornamento dell’analisi dell’avanzamento
procedurale delle Misure del POR effettuata nel Progress Report delle Attività di
L’Asse sconta tempi procedurali particolarmente elevati in fase di programmazione.
In particolare rilevano i tempi che si sono resi necessari per le seguenti azioni:
• Misura 1.1: le due azioni della Misura risultano almeno in parte attuate, ma
manca ogni riferimento relativo alle date in cui gli step sono stati attuati27;
• Misura 1.2: l’azione 1.2b risulta in attesa, per quanto riguarda l’attuazione degli
interventi di seconda fase, della selezione dei soggetti gestori per la gestione del
Ciclo Integrato delle Acque. Le altre azioni della misura sono in fase di
attuazione (sono state pubblicate le gare di appalto degli interventi).
• Misura 1.3: Gli interventi, già definiti nell’APQ Ciclo Integrato delle Acque
(27.10.99), sono in gran parte allo stadio di attuazione, nonostante che il Piano
di interventi di risparmio idrico (DGR 11765/2002) che identifica tali interventi
sia stato approvato solo a dicembre 2002;
• Misura 1.4: La Misura presenta un elevato ritardo imputabile alla fase di
programmazione, durata circa un anno e mezzo; la fase di selezione è in corso;
• Misura 1.6: la lentezza procedurale riguarda ambedue le azioni, pur con qualche
distinguo in relazione ad alcuni interventi previsti; la pubblicazione degli avvisi
pubblici per le azioni a regia è avvenuta dopo circa sette mesi dall’emanazione
delle Linee Guida;
• Misura 1.7: la fase di programmazione ha comportato (comprensibilmente)
tempi lunghi per la preparazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti; alcuni
bandi sono stati pubblicati ed in fase di selezione, altri sono in corso di
predisposizione;
• Misura 1.8: è stato necessario quasi un anno per la redazione del Piano
regionale di bonifica, successivo all’approvazione del Piano regionale di gestione
dei rifiuti; per quanto riguarda la bonifica dei siti contaminati, la Misura è ancora
nella fase di programmazione relativamente ai 40 siti definiti come prioritari, per
cui i tempi di avvio degli interventi sono da considerare ancora lontani;
• Misura 1.9: l’approvazione del primo bando della Misura è piuttosto recente; in
sostanza si registrano tempi lunghi per l’approvazione del Piano annuale delle
Attività dell’ARPACal e del Piano d’azione (non ancora approvato);
• Misura 1.10: i quasi 500 giorni dall’avvio della fase di programmazione
testimoniano delle criticità che caratterizzano le due azioni, dovute in particolare
27 Infatti, le informazioni sulle attività della misura contenute nelle schede di monitoraggio AdG e nel Rapporto Annuale di esecuzione non contengono riferimenti temporali sufficientemente dettagliati.
116
alla predisposizione di un PIS (programmazione non ancora conclusa); è
recentissima la procedura di selezione del primo bando finanziato dalla misura;
• Misura 1.11: In generale la Misura è in fase di attuazione, pur scontando tempi
superiori ad un anno relativamente alla fase di programmazione. I bandi delle
Province sono stati pubblicati e le graduatorie costituite.
Asse II
Tutte le azioni afferenti le misure 2.1, 2.2 e 2.3. hanno mostrato rilevanti ritardi
temporali nella gestione delle fasi propedeutiche l’avvio degli interventi. Le misure
2.1. e 2.2 hanno tuttavia selezionato e finanziato un gruppo di progetti cantierabili
(Progetti Specifici) in corso di attuazione.
Per la misura 2.3. è in corso la selezione degli interventi: rilevante è il ritardo nel
processo di programmazione (circa 20 mesi).
Asse III
La situazione dell’Asse III è composita, essendo l’Asse caratterizzato da un numero
elevato di Misure. Si nota tuttavia che, per le azioni che hanno raggiunto la fase di
attuazione, più che la fase di programmazione, è la fase di selezione degli interventi
che ha comportato notevoli ritardi procedurali (non imputabili soltanto al Bando
Multimisura). Sono peraltro numerose, e distribuite in molteplici Misure, le azioni ad
oggi non ancora avviate.
• Misura 3.1: le due azioni sono caratterizzate da un processo di
programmazione/selezione degli interventi che coinvolge la regione Calabria e le
Province; sono stati necessari 9 mesi per approvare i piani provinciali relativi al
periodo 2000-2001;
• Misura 3.2: la misura è caratterizzata da tre azioni avviate (3.2a, 3.2b, 3.2c) e
4 invece ancora in fase di programmazione (3.2d, 3.2e, 3.2f, 3.2g); le prime tre
hanno tuttavia incontrato difficoltà a causa dei ricorsi presentati avverso la
selezione degli interventi seguita al Bando Multimisura, che hanno ritardato
notevolmente i tempi di selezione (oltre un anno), senza in teoria pregiudicare
la loro implementazione; criticità gravi emergono invece in merito alle ultime 4
azioni per le quali il processo di programmazione è fermo ormai da due anni;
• Misura 3.3: le prime 3 azioni della misura mostrano una buona performance
nella fase programmatoria, limitata in seguito a causa dei problemi incontrati
dal Bando Multimisura che ha caratterizzato in particolare le azioni 3.3a e 3.3c,
mentre l’azione 3.3b presenta procedure con tempi accettabili. Le altre 4 azioni
appaiono invece connotate da forti ritardi nella fase programmatoria (solo
l’azione 3.3g è giunta almeno all’approvazione del Piano);
117
• Misura 3.4: 5 azioni (3.4a, 3.4b, 3.4c, 3.4g) hanno superato in tempi adeguati
la fase di programmazione, mentre solo le prime tre hanno terminato la fase di
selezione degli interventi; le tre azioni rimanenti risultano invece in sofferenza;
• Misura 3.5: tutte le 5 azioni della misura sono allo stadio della programmazione.
Il Piano di ristrutturazione dei CRFP è stato approvato a marzo 2003, oltre 15
mesi dopo l’avvio delle attività della Misura;
• Misura 3.6: delle 5 azioni della misura, la 3.6a sconta ritardi significativi nella
fase di programmazione (oltre un anno), mentre le successive 4 azioni sono
giunte allo stadio della attuazione degli interventi; in questo ultimo caso può
essere evidenziata il rilevante lasso temporale intercorso tra la pubblicazione del
bando e l’approvazione della graduatoria;
• Misura 3.7: per l’azione 3.7a la fase di programmazione e di selezione degli
interventi è stata condotta con tempistica in linea con le previsioni, pur
mostrando difficoltà nella fase di gestione del bando; difficoltà allo stadio della
programmazione caratterizzano invece le altre 3 azioni, per le quali nei due anni
intercorsi dall’avvio della concertazione non sono stati ancora approvati i relativi
Piani attuativi;
• Misura 3.8: l’azione 3.8a è caratterizzata da una fase di programmazione
relativamente efficiente ed è giunta allo stadio dell’attuazione, scontando
peraltro ampi ritardi nella gestione del processo di selezione (tra cui quelli
causati dal Bando Multimisura); allo stadio della programmazione le altre tre
azioni, per le quali nei due anni intercorsi dall’avvio della concertazione non
sono stati ancora approvati i relativi Piani attuativi;
• Misura 3.9: le azioni 3.9a e 3.9c sono caratterizzate da una fase di
programmazione piuttosto celere, e dai problemi insorti con la gestione del
Bando Multimisura. Le altre 4 azioni sono allo stadio della programmazione;
• Misura 3.10: due azioni (3.10a e 3.10c) hanno di recente (marzo 2003) avviato
la fase di selezione, scontando tuttavia un notevolissimo ritardo di
programmazione; le rimanenti due azioni sono bloccate alla fase di
programmazione;
• Misura 3.11: due azioni (3.11a e 3.11c) hanno avuto un rapido processo
programmatorio, ma scontano i ritardi dovuti ai problemi incontrati dalla
selezione del Bando Multimisura; la 3.11a viene attuata anche attraverso
progetti speciali, rispetto ai quali il bando è già stato pubblicato: presenta tempi
non brevi la fase di gestione della selezione. L’azione 3.11b presenta un lungo
processo di programmazione (circa 400 giorni) e problemi anche nella fase di
selezione (il Nucleo di valutazione è stato costituito 10 mesi dopo la
118
pubblicazione del bando); le azioni 3.11d e 3.11e sono ferme alla fase di
programmazione;
• Misura 3.12: le azioni 3.12a e 3.12e hanno visto una rapida definizione del
programma di riferimento, mentre la fase di selezione ha incontrato i problemi
dovuti alle criticità presentate dal Bando multimisura; le altre 3 azioni, superato
un non breve processo programmatorio (circa 370 giorni), con difficoltà nella
fase di selezione (la Commissione di selezione è stata nominata nove mesi dopo
la pubblicazione dell’Avviso pubblico);
• Misura 3.13: le azioni 3.13a, b e c sono caratterizzate da una fase
programmatoria in qualche modo adeguata, che ha condotto non senza difficoltà
anche all’approvazione delle graduatorie di selezione; l’azione 3.13d ha sofferto
sia nella fase di programmazione (449 giorni) sia in quella di selezione,
attualmente in corso: il Nucleo di valutazione per le istanze presentate è stato
nominato a maggio 2003; l’azione 3.13g sconta notevoli ritardi programmatori
ed è coinvolta n due bandi, di cui uno in fase di selezione; l’azione 3.13e ha
affidato la redazione del piano attuativo, se pur con notevole ritardo, mentre
l’azione 3.13f è ferma allo stadio di programmazione;
• Misura 3.14: tutte le 7 azioni, con la parziale eccezione della 3.14c (che, pur in
assenza di un piano approvato, ha finanziato alcuni interventi), sono allo stadio
della programmazione;
• Misura 3.15: le azioni 3.15a e 3.15b hanno superato lo stadio della selezione
degli interventi, che ha impegnato circa sette mesi, e si apprestano ad avviare
la fase di attuazione; l’azione 3.15c ha avuto anch’essa una fase
programmatoria non breve, ed è ora alle prese con l’approvazione della
graduatoria post bando, che però a questo punto è in corso da oltre un anno;
• Misura 3.16: soltanto una delle 4 azioni ha superato lo stadio programmatorio,
durato circa un anno; le altre azioni sono ferme alla fase di programmazione.
Asse IV
Come il precedente, si tratta di un asse particolarmente complesso, caratterizzato
da 21 misure. Rileva in particolare l’elevato numero di Misure che presentano ritardi
relativi alla selezione dei progetti integrati (PIF, PIAR).
• Misura 4.1: le prime due azioni hanno concluso la fase di selezione dei progetti,
ed è quindi in corso l’attuazione: non si dispone di informazioni sufficienti per il
119
calcolo dei tempi di fase; le azioni 4.1c, 4.1d hanno concluso la selezione per
l’affidamento dei servizi di assistenza tecnica, e risultano quindi ancora in fase
di programmazione, come l’azione 4.1e per la quale però è in corso di
predisposizione un bando;
• Misura 4.2: la Misura si caratterizza per essere attuata con PIT, PIS e interventi
non rientranti nelle due tipologie di integrazione; per questo motivo, solo le due
azioni che prevedono anche interventi non rientranti nei progetti integrati hanno
almeno in parte superato la fase di programmazione: si tratta delle azioni 4.2a e
4.2c (che si caratterizzano però per un lunghissimo tempo di selezione, oltre
300 giorni);
• Misura 4.3: si tratta di tre azioni caratterizzate da una buona performance
procedurale, tenendo conto che si tratta di azioni giunte allo stadio
dell’implementazione degli interventi. Si segnala il lungo lasso di tempo relativo
alla fase di programmazione delle azioni 4.3b e 4.3c; sempre per queste azioni
trattandosi di bandi a sportello non sono disponibili i tempi di selezione;
• Misura 4.4: le azioni 4.4a, 4.4b e 4.4g sono in fase di istruttoria, le prime due
caratterizzate da un lungo periodo di gestazione sia per quanto riguarda la fase
di programmazione sia la fase di selezione, la terza bloccata nella fase di
selezione da quasi due anni; in fase di avvio dell’attuazione degli interventi
l’azione 4.4e, connotata dai lunghi tempi di processo delle fasi preliminari ma
che è al secondo bando; ancora in fase di avvio le azioni 4.4c, d, h (per le quali
il ritardo di attuazione è a questo punto molto elevato);
• Misure da 4.5 a 4.9, e Misura 4.15: le azioni sono caratterizzate dalla
predisposizione di progetti integrati di filiera; 23 PIF sono stati individuati a
dicembre 2002 e sette di questi hanno raggiunto la progettazione esecutiva a
marzo. I tempi di istruttoria per questi progetti è di poco meno di due anni,
l’istruttoria degli altri 16 PIF è in corso;
• Misure da 4.10 a 4.13: per queste azioni la modalità di attuazione previste è il
PIAR, per le quali non si è arrivati alla conclusione della selezione (la fase dura
da oltre due anni); per la Misura 4.10 sono state anche valutate 174 domande
di riconferma;
• Misura 4.14: si è conclusa la fase di selezione, che ha richiesto quasi 600 giorni;
• Misura 4.16: la Misura è ancora in fase di programmazione, in attesa del Piano
di Ricomposizione fondiaria. L’avvio delle attività è comunque piuttosto ritardato
(marzo 2002);
• Misure 4.17 e 4.18: è in corso la fase di selezione, da oltre due anni;
120
• Misura 4.19: la fase di selezione del soggetto che deve condurre lo studio di
fattibilità si è conclusa dopo circa sette mesi;
• Misura 4.20: le 4 azioni sono giunte velocemente alla fase di selezione, che si
presenta però piuttosto critica in termini di tempi: è infatti in corso da circa
sette mesi;
• Misura 4.21.: 5 delle 6 azioni seguono esattamente l’iter di quelle della misura
precedente; l’azione 4.21e non è stata attivata.
Asse V
L’asse 5 è costituito da due misure, di cui la prima in situazione particolarmente
critica a causa delle difficoltà incontrate nel superamento degli step procedurali.
• Misura 5.1: le 3 azioni permangono, dopo oltre un anno dall’avvio, nella fase
programmatoria, in derivazione delle modalità richieste per la redazione dei
Piani di sviluppo urbano e delle difficoltà nel gestire i processi decisionali
contemplati;
• Misura 5.2: le 3 misure sembrano avviate senza particolari problemi; i tempi di
superamento della fase di programmazione sono superiori all’anno per l’azione
5.2a, che comunque si trova in fase di attuazione; sia l’azione 5.2b sia 5.2c
hanno concluso la fase di selezione.
Asse VI
Si tratta di un asse caratterizzato da 3 misure, di cui due presentano specifiche
criticità, pur considerando che il settore è coinvolto nella ridefinizione degli
interventi a seguito della stipula dell’APQ trasporti tra Regione e Amministrazioni
centrali dello Stato.
• Misure 6.1. e 6.2.: si tratta di un complesso di 9 azioni con gravi problemi
procedurali. Per le due Misure è stata notificata la procedura di adeguamento al
Comitato di Sorveglianza (a febbraio 2003);
• Misura 6.3.: tutte le azioni hanno visto la pubblicazione di bandi e hanno
almeno parzialmente avviato la fase di attuazione.
6.1.3 Note conclusive sugli aspetti procedurali
Questa prima serie di approfondimenti analitici sullo sviluppo procedurale delle
varie misure ed azioni permette di sottolineare alcuni elementi critici, non tutti
riconducibili agli aspetti puramente “procedurali” (intendendo con questo termine le
sequenze formali pre-ordinate – oppure comunque seguite – per dare evidenza
pubblica alle attività e per garantire il coinvolgimento di determinati soggetti). In
sintesi, è opportuno evidenziare i seguenti elementi:
121
• osservando i tempi che intercorrono tra l’inizio delle attività di programmazione
e l’eventuale avvio della fase di selezione attraverso la pubblicazione dei bandi,
è possibile notare come una gran parte delle azioni sia caratterizzata da forti
ritardi che acquisiscono consistenza proprio a causa delle difficoltà dell’anella
fase di programmazione; ciò significa che i problemi non dipendono tanto dalle
caratteristiche delle procedure formali prescelte, quanto nelle difficoltà che
connaturano i processi decisionali in Calabria, e quindi - in altre parole – le
difficoltà che caratterizzano le interazioni fra istituzioni, da un lato, e fra
istituzioni e attori del contesto socio-economico, dall’altro;
• in secondo luogo, forti ritardi spesso si formano nella fase di gestione dei bandi
di gara e dei processi di selezione; in questo caso, un’osservazione appena più
approfondita porta a porre in rilievo, tuttavia, più gli aspetti organizzativi che
quelli formali; in altre parole, i più o meno forti ritardi che caratterizzano questa
fase sembrano dipendere maggiormente da aspetti connessi ai processi
produttivi delle amministrazioni coinvolte (ad es., carenze di specifiche
competenze sui bandi; carenze di tipo tecnico – come personal computer -,
carenze logistiche);
• infine, in una serie di casi, limitati rispetto a quanto si potrebbe pensare, anche
gli aspetti procedurali emergono nella loro rilevanza; si pensi ad esempio alle
vicende del Bando Multimisura che coinvolge molte delle misure dell’Asse III; ad
alcuni processi di selezione dell’Asse IV; agli interventi attuati attraverso PIT,
PIS, ed altri strumenti di programmazione negoziata; in questi casi, peraltro, è
opportuno che sia prestata attenzione nel discernere tra procedure che è
opportuno modificare per fare avanzare più celermente processi decisionali e
attuativi, senza entrare in conflitto di coerenza con la qualità della spesa; e
procedure che, pur discusse in relazione ai contesti di attuazione, mantengono
la propria ragion d’essere alla luce delle esigenze di qualificazione degli
interventi.
Tabella 6.1 - Durata effettiva delle fasi di programmazione e selezione, per Assefonti: nostra elaborazione su dati BURC e Sog
n.d. n.d. n.d. n.d. Int. 1.a e 1.c: progettazione definitivan.d. n.d. n.d. n.d. Int. 1.b: in corso di realizzazione, SAL 90%
Azione1.1b 27/10/99 n.d. n.d. n.d. n.d. FESR
Per i 17 interventi previsti non c'è indicazione né di bandi, né di graduatorie a partire dal 2000- 26/2/2003 costituita la Sorical- 13/6/2003 sottoscritta la Convenzione di affidamento Regione Sorical
Misura 1.2
Azione 1.2a 20/06/01 FESR
A=costituzione del Comitato Tecnico di Attuazione; il 12/9/2001il CTA ha stabilito di avvalersi di Sogesid per la redazione dei Piani d'Ambito, che deve redarre i bandi per le AATO (tranne Cosenza)
Azione 1.2b 27/10/99 n.d. 09/08/2002 n.d. FESR ATO 1 - Cosenza27/10/99 n.d. 31/08/2002 n.d. ATO 2 - Catanzaro27/10/99 n.d. 16/11/2002 n.d. ATO 3 - Crotone27/10/99 n.d. 16/04/2002 n.d. ATO 4 - Vibo Valentia27/10/99 n.d. 01/03/2002 n.d. ATO 5 - Reggio Calabria
Azione 1.2c 08/03/01 n.d. n.d. n.d. FESRA= del CIPE; N. 10 interventi appaltati (su 17 del programma stralcio). Non si conoscono riferimenti relativi aibandi
Azione 1.2d 17/12/02 n.d. n.d. n.d. FESR
A= Piano di interventi di risparmio idrico (DGR 1165/2002):la maggior parte dei 32 interventi previsti è in corso di realizzazione oppure si stanno realizzando le gare d'appalto. Non risultano pubblicati bandi e graduatorie
Asse I Data inizio Fase di Programmazione
(A)
Data di Pubblicazione del Bando
(B)
Data di Pubblicazione della graduatoria
/conclusione delle procedure di
selezione (C)
Giorni intercorsi
(B - A)
Giorni intercorsi
(C - B) Fondo Note alla compilazione
Misura 1.3
Azione 1.3a 17/12/02 - n.d. FEOGAA= Piano di interventi di risparmio idrico (DGR 1165/2002): 14 interventi definiti e contemplati nell'APQ; in corso progettazione esecutiva e appalto opere
Azione 1.3b 17/12/02 - n.d. FEOGA
A= Piano di interventi di risparmio idrico (DGR 1165/2002): 8 interventi contemplati nell'APQ; conclusa variamente la progettazione preliminare e la prog. esecutiva, dopo la quale procedere all'appalto
Misura 1.4
Azione 1.4a 31/12/01 01/04/03 456 FESRA= approvazione del PAI; Linee Guida approvate con DGR 273/2003
Azione 1.4b 31/12/01 01/04/03 456 FESRA= approvazione del PAI; Linee Guida approvate con DGR 273/2004
Azione 1.4c 31/12/01 01/04/03 456 FESRA= approvazione del PAI; Linee Guida approvate con DGR 273/2005
Azione 1.6a 25/03/02 11/10/02 200 n.d. FESRA= Linee guida; B= Int. a7:Avviso pubbl. presentazione prog in data 11/10/02 con scad. 10/12/02
25/03/02 n.d. n.d. FESR Int. A titolarità: in fase di progettazione esecutivaAzione 1.6b 25/03/02 n.d. n.d. FESR Int. b2: progettazione stralcio esecutivo
25/03/02 02/10/02 191 Int. b4: pubblicazione avviso su quotidiani il 02/10/02
25/03/02 n.d. Int. b1, b3, b5: in fase di progettazione
Asse I Data inizio Fase di Programmazione
(A)
Data di Pubblicazione del Bando
(B)
Data di Pubblicazione della graduatoria
/conclusione delle procedure di
selezione (C)
Giorni intercorsi
(B - A)
Giorni intercorsi
(C - B) Fondo Note alla compilazione
Misura 1.7
Azione 1.7a 07/03/01 FESRConsulenza, informaz. e sensibilizzazione: bandi in corso di predisposizione
07/03/01 13/09/02 555
Interventi per lo sviluppo della raccolta differenziata. B= Bando per la selezione dei fornitori (13/09/02); IN CORSO: Conferenze di servizi per l'approvazione dei progetti presentati dalle società miste
07/03/01 n.d. 20/10/02Interventi per lo sviluppo sistema integrato gestione rifiuti. B=stipula convenzione con l'impresa aggiudicataria della progettazione definitiva
Azione 1.7b 07/03/01 FESRConcessione a privati, selezionati tramite atti amministrativi, dei servizi da fornire; in corso di predisposizione i bandi
Misura 1.8Azione 1.8a n.d. 04/12/2002 FESR B= Pubblicazione Piano regionale di Bonifica
Azione 1.8b n.d. FESRCaratterizzazione dei siti potenzialmente inquinati; in corso la predisposizione del Bando e dei Piani di caratterizzazione comunale
n.d. n.d. n.d.Interventi di messa in sicurezza bonifica e ripristino siti inquinati.interventi di rimozione e smaltimento di manufatti contenenti amianto (tipologia introdotta come modifca del CdP a febbraio 2003)
Misura 1.9
Azione 1.9a 14/05/02 FESRIl Piano d'Azione è stato redatto ed è in attesa di essere adottato dall'ARPACal
Azione 1.9b 14/05/02 14/02/03 276 FESRmodifica del CdP B= Bando prevenzione dell'inquinamento
Misura 1.10
Azione 1.10a 01/09/01 01/03/03 30/04/2003 546 60 FESRB= bando INFEA; C= graduatoria bando INFEA. La procedura di definizione del PIS rete ecologica è in corso
Azione 1.10b 01/09/01 FESR La procedura di definizione del PIS rete ecologica è in corso
B= Approvazione del Programma per la messa a regime dei Servizi per l'Impiego;C= comunicazione ai presidenti delle Province della conformità dei rispettivi Piani operativi
Azione 3.1b 02/08/01 16/10/01 09/05/02 75 205 FSE
B= Approvazione del Programma per la messa a regime dei Servizi per l'Impiego;C= comunicazione ai presidenti delle Province della conformità dei rispettivi Piani operativi
Azione 3.2b 14/06/01 26/11/01 14/03/02 165 108 FSEDecreto 12042/2001 Work experience C = decreto 1854/2002 pubblicato il 14/3/2002 sul s.s.n.8 al Burc n.4
DDG 13985/2001 1° Bando progetti speciali sperimentali per attività formative in regime di convenzione; C= decreto 7081/2002 pubblicato sul s.s. 4 al Burc n.11di approvazione esiti opposizioni (graduatoria sospesa dal TAR)
14/06/01 18/01/02 27/06/02 218 160 FSEDDG 539/2002 2° Bando Progetti sperimentali POR 2000-2006C= decreto 7081/2002 pubblicato sul s.s. 4 al Burc n.11di approvazione esiti opposizioni (graduatoria sospesa dal TAR)
Azione 3.2d 14/06/01 FSE Piano non ancora approvato al 31/12/02
Azione 3.2e 14/06/01 FSE Affidato all'univ. Calabria la realizzazione del Piano interventi
Azione 3.2f 14/06/01 FSE Non attivata alcuna procedura
Azione 3.2g 14/06/01 0 FSE Piano approvato il 17/12/2001
Misura 3.3
Azione 3.3a 14/06/01 01/08/01 09/08/02 48 373 FSEDDG 7628/2001 Bando multimisura C=DGR 10212/2002, pubblicato sul S.S.n.4 al n.11 del 15/6/2002 (approvazione esiti opposizioni)
Azione 3.3b 14/06/01 26/11/01 14/03/02 165 108 FSEDecreto 12042/2001 Work experience C = decreto 1854/2002 pubblicato il 14/3/2002 sul s.s.n.8 al Burc n.4
Azione 3.3c 14/06/01 01/08/01 09/08/02 48 373 FSEDDG 7628/2001 Bando multimisura C=DGR 10212/2002, pubblicato sul S.S.n.4 al n.11 del 15/6/2002 (approvazione esiti opposizioni)
14/06/01 12/12/01 27/06/02 181 197 FSE
DDG 13985/2001 1° Bando progetti speciali sperimentali per attività formative in regime di convenzione; C= decreto 7081/2002 pubblicato sul s.s. 4 al Burc n.11di approvazione esiti opposizioni (graduatoria sospesa dal TAR)
14/06/01 18/01/02 27/06/02 218 160 FSEDDG 539/2002 2° Bando Progetti sperimentali POR 2000-2006C= decreto 7081/2002 pubblicato sul s.s. 4 al Burc n.11di approvazione esiti opposizioni (graduatoria sospesa dal TAR)
Azione 3.3d 14/06/01 FSE Non attivata alcuna procedura
Azione 3.3e 14/06/01 FSE Affidato all'univ. Calabria la realizzazione del Piano interventi
Asse IIIData inizio Fase di Programmazione
(A)
Data di Pubblicazione del
Bando (B)
Data di Pubblicazione della graduatoria (C)
Giorni intercorsi
(B - A)
Giorni intercorsi
(C - B) Fondo Note alla compilazione
Azione 3.3f 14/06/01 FSE Non attivata alcuna procedura
Azione 3.3g 14/06/01 FSE Piano approvato il 17/12/2001
Misura 3.4
Azione 3.4a 14/06/01 01/08/01 09/08/02 48 373 FSEDDG 7628/2001 Bando multimisura C=DGR 10212/2002, pubblicato sul S.S.n.4 al n.11 del 15/6/2002 (approvazione esiti opposizioni)
Azione 3.4b 14/06/01 26/11/01 14/03/02 165 108 FSEDecreto 12042/2001 Work experience C = decreto 1854/2002 pubblicato il 14/3/2002 sul s.s.n.8 al Burc n.4
Azione 3.4c 14/06/01 01/08/01 09/08/02 48 373 FSEDDG 7628/2001 Bando multimisura C=DGR 10212/2002, pubblicato sul S.S.n.4 al n.11 del 15/6/2002 (approvazione esiti opposizioni)
14/06/01 12/12/01 27/06/02 181 197 FSE
DDG 13985/2001 1° Bando progetti speciali sperimentali per attività formative in regime di convenzione; C= decreto 7081/2002 pubblicato sul s.s. 4 al Burc n.11di approvazione esiti opposizioni (graduatoria sospesa dal TAR)
14/06/01 18/01/02 27/06/02 218 160 FSEDDG 539/2002 2° Bando Progetti sperimentali POR 2000-2006C= decreto 7081/2002 pubblicato sul s.s. 4 al Burc n.11di approvazione esiti opposizioni (graduatoria sospesa dal TAR)
Azione 3.4d 14/06/01 FSE Non attivata alcuna procedura
Azione 3.4e 14/06/01 FSE Affidato all'univ. Calabria la realizzazione del Piano interventi
Azione 3.4f 14/06/01 FSE Non attivata alcuna procedura
Azione 3.4g 14/06/01 26/11/01 165 FSEDDG 12042/2001 Avviso pubblico per l'individuazione di soggetti promotori
Misura 3.5
Azione 3.5a 10/12/01 FSE Approvato il Piano di ristrutturazione enti di formazione (31/3/2003)
Azione 3.5b 10/12/01 FSE Piano di attuazione non ancora approvato
Azione 3.5c 10/12/01 FSE Piano di adeguamento approvato il 17/7/2002 (DGR 652/2002)
Azione 3.5d 10/12/01 FSEDGR 652/2002 Modifiche al Piano di adeguamento del sistema professionale
Azione 3.5e 10/12/01 FSE DGR 1105/2001 approvato il Piano di Informazione e comunicazione
Misura 3.6
Azione 3.6a 05/10/01 FSE A= concertazione con il MIUR
Azione 3.6b 05/10/01 22/10/01 06/05/02 17 196 FSE A= concertazione con il MIUR
Azione 3.6c 05/10/01 22/10/01 06/05/02 17 196 FSE A= concertazione con il MIUR
Azione 3.6d 05/10/01 22/10/01 06/05/02 17 196 FSE A= concertazione con il MIUR
Azione 3.6e 05/10/01 22/10/01 06/05/02 17 196 FSE A= concertazione con il MIUR
28/05/03 B= DGR 392/2003 avviso pubblico corsi IFTS 2002-03
Asse IIIData inizio Fase di Programmazione
(A)
Data di Pubblicazione del
Bando (B)
Data di Pubblicazione della graduatoria (C)
Giorni intercorsi
(B - A)
Giorni intercorsi
(C - B) Fondo Note alla compilazione
Azione 3.7b 14/06/01 FSE Non attivata alcuna procedura
Azione 3.7c 14/06/01 FSE Piano attuativo non ancora approvato al 31/12/02
Azione 3.7d 14/06/01 FSE Piano attuativo non ancora approvato al 31/12/02
Misura 3.8
Azione 3.8a 14/06/01 01/08/01 09/08/02 48 373 FSEDDG 7628/2001 Bando multimisura C=DGR 10212/2002, pubblicato sul S.S.n.4 al n.11 del 15/6/2002 (approvazione esiti opposizioni)
14/06/01 12/12/01 27/06/02 181 197 FSE
DDG 13985/2001 1° Bando progetti speciali sperimentali per attività formative in regime di convenzione; C= decreto 7081/2002 pubblicato sul s.s. 4 al Burc n.11di approvazione esiti opposizioni (graduatoria sospesa dal TAR)
14/06/01 18/01/02 27/06/02 218 160 FSEDDG 539/2002 2° Bando Progetti sperimentali POR 2000-2006C= decreto 7081/2002 pubblicato sul s.s. 4 al Burc n.11di approvazione esiti opposizioni (graduatoria sospesa dal TAR)
Azione 3.8b 14/06/01 FSE Non attivata alcuna procedura
Azione 3.8c 14/06/01 FSE Non attivata alcuna procedura
Azione 3.8d 14/06/01 FSE DGR 1105/2001 approvato il Piano di Informazione e comunicazione
Misura 3.9
Azione 3.9a 14/06/01 01/08/01 09/08/02 48 373 FSEDDG 7628/2001 Bando multimisura C=DGR 10212/2002, pubblicato sul S.S.n.4 al n.11 del 15/6/2002 (approvazione esiti opposizioni)
14/06/01 12/12/01 27/06/02 181 197 FSE
DDG 13985/2001 1° Bando progetti speciali sperimentali per attività formative in regime di convenzione; C= decreto 7081/2002 pubblicato sul s.s. 4 al Burc n.11di approvazione esiti opposizioni (graduatoria sospesa dal TAR)
14/06/01 18/01/02 27/06/02 218 160 FSEDDG 539/2002 2° Bando Progetti sperimentali POR 2000-2006C= decreto 7081/2002 pubblicato sul s.s. 4 al Burc n.11di approvazione esiti opposizioni (graduatoria sospesa dal TAR)
Azione 3.9b 14/06/01 FSE Non attivata alcuna procedura
Azione 3.9c 14/06/01 01/08/01 09/08/02 48 373 FSEDDG 10212/2002 Approvazione esiti dei concorsi in opposizione alle graduatorie ex DDG 3931/2002
Azione 3.9d 14/06/01 FSE Non attivata alcuna procedura
Azione 3.9e 14/06/01 FSE DGR 1105/2001 approvato il Piano di Informazione e comunicazione
DDG 13985/2001 1° Bando progetti speciali sperimentali per attività formative in regime di convenzione; C= decreto 7081/2002 pubblicato sul s.s. 4 al Burc n.11di approvazione esiti opposizioni (graduatoria sospesa dal TAR)
14/06/01 18/01/02 27/06/02 218 160 FSEDDG 539/2002 2° Bando Progetti sperimentali POR 2000-2006C= decreto 7081/2002 pubblicato sul s.s. 4 al Burc n.11di approvazione esiti opposizioni (graduatoria sospesa dal TAR)
Azione 3.11b 14/06/01 06/09/02 449 FSE B= bando Imprendigiovani; costituito il nucleo a maggio 2003
Azione 3.12b 14/06/01 19/06/02 370 FSEDDG 17341/2002 Avviso per la riapertura della selezione Agenti e Docenti di emersione; Nomina commissione di valutazione DDG 2374/2003
Azione 3.12c 14/06/01 19/06/02 370 FSEDDG 17341/2002 Avviso per la riapertura della selezione Agenti e Docenti di emersione; Nomina commissione di valutazione DDG 2374/2003
Azione 3.12d 14/06/01 19/06/02 370 FSEDDG 17341/2002 Avviso per la riapertura della selezione Agenti e Docenti di emersione; Nomina commissione di valutazione DDG 2374/2003
DDG 13985/2001 1° Bando progetti speciali sperimentali per attività formative in regime di convenzione; C= decreto 7081/2002 pubblicato sul s.s. 4 al Burc n.11di approvazione esiti opposizioni (graduatoria sospesa dal TAR)
Asse IIIData inizio Fase di Programmazione
(A)
Data di Pubblicazione del
Bando (B)
Data di Pubblicazione della graduatoria (C)
Giorni intercorsi
(B - A)
Giorni intercorsi
(C - B) Fondo Note alla compilazione
14/06/01 18/01/02 27/06/02 218 160 FSEDDG 539/2002 2° Bando Progetti sperimentali POR 2000-2006C= decreto 7081/2002 pubblicato sul s.s. 4 al Burc n.11di approvazione esiti opposizioni (graduatoria sospesa dal TAR)
Azione 3.13d 14/06/01 06/09/02 449 FSE DDG 9289/2002 Bando Imprendigiovani
Azione 3.13e 14/06/01 FSE DGR 1105/2001 approvato il Piano di Informazione e comunicazione
Azione 3.13f 14/06/01 FSE Non attivata alcuna procedura
Azione 3.13g 14/06/01 26/11/01 04/03/02 165 98 FSEDGR 1105/2001 Piano di Informazione e Comunicazione Istituzionale FSE 2000-2002 B= BANDO WORK EXPERIENCES
14/06/01 06/09/02 449 FSE DDG 9289/2002 Bando Imprendigiovani
Misura 3.14
Azione 3.14a 30/12/01 FSEDGR 1010/2002 approvato il finanziamento di interventi di alternanza formazione lavoro per Comuni e Comunità montane DGR 309/2003 approvato il progetto preliminare PIS Rete Ecologica
Azione 3.14b 30/12/01 FSEA= in assenza di altre informazioni, la data si riferisce alla data presunta di termine della concertazione B= Piano di azione non ancora approvato
Azione 3.14c 30/12/01 29/01/03 395 FSE B= bando progetto De Tomaso per la selezione degli allievi
Azione 3.14d 30/12/01 FSEIn corso la valutazione di coerenza delle proposte di formazione con gli obiettivi delle misure di riferimento
Azione 3.14e 30/12/01 FSEIn corso la valutazione di coerenza delle proposte di formazione con gli obiettivi delle misure di riferimento
Azione 3.14f 30/12/01 FSEIn corso la valutazione di coerenza delle proposte di formazione con gli obiettivi delle misure di riferimento
Azione 3.14g 30/12/01 FSEIn corso la valutazione di coerenza delle proposte di formazione con gli obiettivi delle misure di riferimento
Azione 3.16d 12/01/01 27/12/01 349 FSE B= Bando azione RSTI Cooperativa per le imprese
Asse IV Data inizio Fase di Programmazione
(A)
Data di Pubblicazione del Bando
(B)
Data di Pubblicazione della graduatoria
(C)
Giorni intercorsi
(B - A)
Giorni intercorsi
(C - B) Fondo Note alla compilazione
Misura 4.1
Azione 4.1a 30/06/00 30/09/02 FESRB= Data bando non disponibile C= Data di pubblicazione dei dati su finanziamento progetti
Azione 4.1b 04/12/01 01/02/02 FESRA= costituzione del Comitato interdipartimentale; deliberatolo scorrimento della graduatoria bando Industria
Azione 4.1c n.d. FESRConclusa la selezioneper l'affidamento del servizio di assistenza tecnica (DG 2889/2003)
Azione 4.1d n.d. FESRConclusa la selezioneper l'affidamento del servizio di assistenza tecnica (DG 2889/2003)
Azione 4.1e 09/07/01 FESR
A= DGR 603/2001 conferma di Artigiancassa quale gestore degli interventi per la costituzione del Fondo Regionale di Garanzia; in corso di predisposizione il bando per la selezione dei Soggetti specializzati ad attivare gli interventi di capitalizzazione
Misura 4.2Azione 4.2a 31/05/01 FESR PIS Artigianato in fase di istruttoria
31/05/01 04/12/01 03/10/02 187 303B= Decreto 12956/2001 bando per il finanziamento di progetti di infrastrutturazione relativi al completamento dei PIP. Interventi che non rientrano in PIS e PIT
Azione 4.2b 02/08/01 FESRPIS Artigianato in fase di istruttoria; 44,17% destinato a PIT
Azione 4.2c 02/08/01 08/02/02 01/03/03 190 386 FESRB= integrazione bando C= definizione della graduatoria (data stimata)
Azione 4.2d 23/05/01 FESR Sono in corso le attività di organizzazione dello sportello
13/03/01 29/03/01 10/08/01 16 150istituzione osservatorio permanente sul turismo. Affidamento dei lavori alla Mercury srl
13/03/01 05/06/01 10/08/01 84 150
B= Bando grandi eventi (DDG 4571/2001 del 21/05/2001); C= decreti di aggiudicazione eventi (DDG 8044 10 agosto 2001;DDG 8045 10 agosto 2001;DDG 93288045 1 ottobre 2001)
26/04/02 n.d. n.d.B= gara per l'affidamento dei servizi di ideazione e realizzazione di grandi eventi; C= aggiudicazione gara effettuata
Asse IV Data inizio Fase di Programmazione
(A)
Data di Pubblicazione del Bando
(B)
Data di Pubblicazione della graduatoria
(C)
Giorni intercorsi
(B - A)
Giorni intercorsi
(C - B) Fondo Note alla compilazione
13/03/01 n.d. partecipazione fiere13/03/01 varie Sponsorizzazioni turismo, cultura e sport13/03/01 09/09/01 180 Testimonial13/03/01 Attività in concorso con le Province ed APT
Azione 4.3b 13/03/01 16/04/02 n.d. 399 n.d. FESRB= bando 227/2002, C= Ammissione interventi a finanziamento
Azione 4.3c 16/05/01 16/05/02 n.d. 365 FESR B= DGR 411 del 16.05.2001 (procedura a sportello)Misura 4.4
Azione 4.4a gen-01 14/02/02 409 FESRB= DGR 398/2002 Bando aiuti nel settore turistico az.4.4a e 4.4b
Azione 4.4b gen-01 14/02/02 409 FESRB= DGR 398/2002 Bando aiuti nel settore turistico az.4.4a e 4.4b
Azione 4.4c gen-01 FESR Misura ferma al secondo rapporto sul turismoAzione 4.4d gen-01 FESR Misura ferma al secondo rapporto sul turismo
Azione 4.4e 13/03/01 26/04/02 04/10/02 409 161 FESRB= bando 227/2002, C= Ammissione interventi a finanziamento
04/04/03B=DDG 2824/2003 nuovo avviso per la presentazione di pacchetti/prodotti turistici
Azione 4.4f gen-01 FESR Misura ferma al secondo rapporto sul turismoAzione 4.4g gen-01 23/07/01 203 FESR B= DDG 7118/2001Azione 4.4h gen-01 FESR Approvata la Legge regionale sui B&B (2003)Misura 4.5
Azione 4.5a n.d. 17/05/01 31/12/02 n.d. 593 FEOGAB= DGR 374/2001; C= approvazione di 23 PIF; PIF: AL 31.3.2003 sono stati istruiti i singoli progetti esecutivi di 7 PIF (su 23 approvati)
Azione 4.5b n.d. 17/05/01 31/12/02 n.d. 593 FEOGAB= DGR 374/2001; C= approvazione di 23 PIF; PIF: AL 31.3.2003 sono stati istruiti i singoli progetti esecutivi di 7 PIF (su 23 approvati)
Azione 4.5c n.d. 17/05/01 31/12/02 n.d. 593 FEOGAB= DGR 374/2001; C= approvazione di 23 PIF; PIF: AL 31.3.2003 sono stati istruiti i singoli progetti esecutivi di 7 PIF (su 23 approvati)
Misura 4.6
Azione 4.6a n.d. 17/05/01 31/12/02 n.d. 593 FESRB= DGR 374/2001; C= approvazione di 23 PIF; PIF: AL 31.3.2003 sono stati istruiti i singoli progetti esecutivi di 7 PIF (su 23 approvati)
Misura 4.7
Azione 4.7a n.d. 17/05/01 31/12/02 n.d. 593 FEOGAB= DGR 374/2001; C= approvazione di 23 PIF; PIF: AL 31.3.2003 sono stati istruiti i singoli progetti esecutivi di 7 PIF (su 23 approvati)
Asse IV Data inizio Fase di Programmazione
(A)
Data di Pubblicazione del Bando
(B)
Data di Pubblicazione della graduatoria
(C)
Giorni intercorsi
(B - A)
Giorni intercorsi
(C - B) Fondo Note alla compilazione
Misura 4.8
Azione 4.8a n.d. 17/05/01 31/12/02 n.d. 593 FEOGAB= DGR 374/2001; C= approvazione di 23 PIF; PIF: AL 31.3.2003 sono stati istruiti i singoli progetti esecutivi di 7 PIF (su 23 approvati)
Misura 4.9
Azione 4.9a n.d. 17/05/01 31/12/02 n.d. 593 FEOGAB= DGR 374/2001; C= approvazione di 23 PIF; PIF: AL 31.3.2003 sono stati istruiti i singoli progetti esecutivi di 7 PIF (su 23 approvati)
Azione 4.9b n.d. 17/05/01 31/12/02 n.d. 593 FEOGAB= DGR 374/2001; C= approvazione di 23 PIF; PIF: AL 31.3.2003 sono stati istruiti i singoli progetti esecutivi di 7 PIF (su 23 approvati)
Azione 4.9c n.d. 17/05/01 31/12/02 n.d. 593 FEOGAB= DGR 374/2001; C= approvazione di 23 PIF; PIF: AL 31.3.2003 sono stati istruiti i singoli progetti esecutivi di 7 PIF (su 23 approvati)
Misura 4.10
Azione 4.10a n.d. 17/05/01 FEOGAB= DGR 374/2001 (PIAR); sono inoltre state valutate positivamente 173 domande di riconferma
Azione 4.19a n.d. 30/03/02 30/10/02 n.d. 214 FEOGAC= ad ottobre 2002 è stato individuato il sogg. che condurrà lo studio di fattibilità (manca riferimento delibera)
Azione 5.1a 05/09/01A= Approvazione Linee Guida; Nuove Linee guida pubblicate il 23 marzo 2002 (solo azione 5.1a)
Azione 5.1b 23/09/03Linee guida approvate con DGR26 agosto 2003, n. 646
Azione 5.1c 05/09/01 A= Approvazione Linee Guida
Misura 5.2
Azione 5.2a 01/01/01 27/02/2002 n.d. 422B= bando per l'individuazione del soggetto specializzato per la progettazione del CRES ; C= data di aggiudicazione non determinata
Azione 5.2b 08/01/02 08/08/2002 07/12/2002 212 121B= bando Servizi alla persona (DGR 686 del 30 luglio 2002); C= decreto 16170 del 2 dicembre 2002
07/05/2003B=bando servizi alla persona (DGR 238/2003 annualità 2002-04)
Azione 5.2c 08/01/02 08/08/2002 07/12/2002 212 121B= bando Servizi alla persona (DGR 687 del 30 luglio 2002); C= Pubblicazione graduatoria
29/04/2002 27/03/2003 332B= Manifestazione di interesse Patti territoriali per il Sociale (decreto 4275 22 aprile 2002)
Asse VIData inizio Fase di Programmazione
(A)
Data di Pubblicazione del Bando
(B)
Data di Pubblicazione della graduatoria
(C)
Giorni intercorsi
(B - A)
Giorni intercorsi
(C - A) Fondo Note alla compilazione
Misura 6.1
Azione 6.1a 01/06/01 FESR
Azione 6.1b 01/06/01 FESR
Azione 6.1c 01/06/01 FESR
Azione 6.1d 01/06/01 FESR
Azione 6.1e 01/06/01 FESR
Misura 6.2
Azione 6.2a 01/06/01 FESR
Azione 6.2b 01/06/01 FESR
Azione 6.2c 01/06/01 FESR
Azione 6.2d 01/06/01 FESR
Misura 6.3
Azione 6.3a 01/05/02 n.d. n.d. FESR
A= data stimata; B= Bando Advisor pubblicato e aggiudicato, mancano le date. Piano Strategico e d’Azione per lo Sviluppo della Società dell’Informazione in Calabria non ancora approvato
01/01/2003B= avviso per la costituzione dell'albo dei consulenti del CRC
n.d.B= Bando per l'affidamento dei servizi relativi alla Realizzazione di un'indagine conoscitiva sullo Sviluppo della Società dell'Informazione in Calabria
Azione 6.3b n.d. n.d. - FESRB= data di identificazione dell'intervento non deterinata; Convegno e-governement realizzato il 25/6/2002
n.d. 19/05/2003DGR 475/2003 Promozione della Società dell'Informazione maggio 2003, in avvio
Azione 6.3c n.d. 26/01/2002 n.d. FESRB= Decreto 14703/2001 Bando "Progetto Soveria.it"; C= data di aggiudicazione sconosciuta
n.d. FESR Avviso GU per laselezione dei progetti di e-governement
Azione 6.3d n.d. 13/10/2002 n.d. FESR Bando per e-commerce
Procedura di adeguamento della Misura notificata al CdS del POR a febbraio 2003
Procedura di adeguamento della Misura notificata al CdS del POR a febbraio 2003
Asse VII
Data inizio Fase di Programmazione
(A)
Data di Pubblicazione del Bando
(B)
Data di Pubblicazione della graduatoria
(C)
Giorni intercorsi
(B - A)
Giorni intercorsi
(C - A) Note alla compilazione
Misura 7.1
Azione 7.1a 29/12/00 28/09/01 22/02/2002 273 147B= servizio di valutazione indipendente intermedia e finale POR 2000-06
31/12/01 B= bando servizio di assistenza tecnicaAzione 7.1b
140
6.2 Analisi delle modalità di selezione dei progetti
Questo capitolo costituisce una prima analisi delle procedure di selezione adottate
per l’attuazione del Por Calabria 2000-2006.
Nel primo paragrafo è riportata una sintesi della metodologia adottata e delle
principali conclusioni tratte dall’analisi svolta su tutte le procedure di selezione dei
progetti realizzate fino ad aprile 2002.
Nel paragrafo successivo, si presenta l’aggiornamento a settembre 2003 dell’analisi
- in termini di metodologia, fonti e risultati - delle procedure di selezione realizzate
per le undici Misure selezionate ai fini dell’approfondimento28.
6.2.1 Sintesi dei principali risultati dell’analisi sulle procedure di selezione
ad aprile 2002
Le procedure di selezione adottate per l’attuazione delle azioni e misure del Por
Calabria sono state oggetto di analisi nel Rapporto di valutazione in itinere del Por
Ob.1 2000-2006 della Regione Calabria del 30 giugno 2002. In quel rapporto
l’analisi dei criteri di selezione è stata svolta sulla base di una griglia di analisi
riportata in tabella 6.2.
Tabella 6.2 - Griglia di analisi dei bandi nel Rapporto di Valutazione In Itinere (maggio 2002)
1. ASPETTI GESTIONALI
a) Verificare la presenza di competenze adeguate nella commissione giudicatrice per la valutazione dei progetti
b) Analizzare le fasi procedurali e la relativa tempistica prevista
2. FORMULAZIONE DEL BANDO
c) La distinzione tra requisiti formali di ammissibilità e criteri di priorità (approvabilità) e’:
• molto chiara • sufficientemente chiara • poco chiara
d) Indicare la presenza o meno delle seguenti informazioni (barrare in caso affermativo):
• l’ammissibilità dei soggetti proponenti • i requisiti dei soggetti proponenti • le priorità da perseguire nella programmazione oggetto della specifica pubblicizzazione • i criteri fondamentali attraverso i quali verrà valutata la proposta • la priorità assegnata agli aspetti qualitativi (tecnici) piuttosto che al prezzo, come criterio di
selezione • altre indicazioni (specificare quali): categorie di spese ammissibili
28 L’analisi dettagliata delle procedure di selezione di tutte le misure verrà completata per il prossimo rapporto di valutazione previsto per giugno 2004.
141
e) In particolare sbarrare, fra i seguenti criteri, quelli esplicitamente indicati dal Bando:
• la coerenza del progetto con le linee programmatiche • la valutazione dell’impatto che esso può esercitare nel raggiungimento degli obiettivi
strategici della programmazione • la coerenza tra le finalità e i contenuti del progetto (coerenza del percorso progettuale) • la fattibilità • la struttura finanziaria del progetto • la struttura tecnica e organizzativa del progetto (funzioni previste, personale impiegato,
esistenza di un sistema di valutazione interna, ecc.) Specificare le caratteristiche:
• l’interazione con altri processi di selezione previsti in attuazione del POR • qualificazione ed esperienza del soggetto proponente • l’appartenenza o meno del proponente agli Enti riconosciuti dalla Regione • l’andamento del bilancio nel triennio precedente • l’esperienza e la capacità del proponente nello specifico campo di attività • l’esito della precedente attività • l’esperienza nell’ambito dei programmi di natura comunitaria e/o della pubblica
amministrazione • informazioni sulla professionalità degli operatori che dovrebbero erogare il servizio • altro (specificare)
f) Analisi delle caratteristiche tecniche del sistema di valutazione:
f1) è stata predisposta una griglia di valutazione?
• Sì • No f2) in caso affermativo specificare i criteri di assegnazione dei punteggi
g) Segnalare la presenza o meno nel bando di obblighi informativi da parte del proponente per il monitoraggio dell’attuazione dell’asse e delle misure
Di seguito sono riportati i principali risultati dell’analisi svolta sui bandi pubblicati
fino ad aprile 2002 per le misure di maggior rilievo finanziario di ciascun Asse.
ASSE I I bandi finora pubblicati in attuazione di questo Asse sono complessivamente redatti in modo chiaro e trasparente. I criteri e i punteggi adottati sono chiari ed efficaci, e ben traducono sia gli obiettivi delle misure interessate che quelli più generali del POR. Anche se l’impatto finale dei progetti selezionati, in termini di effetti ambientali, dipenderà dal numero di domande che perverranno e dalle capacità attuative dei soggetti responsabili, è tuttavia possibile sostenere che le procedure consentono discrete aspettative in termini di capacità di conseguimento degli effetti sperati.
ASSE II Da un punto di vista formale, l’invito a presentare manifestazioni di interesse è redatto in modo chiaro e completo, quindi ben fruibile. I criteri di selezione finora resi pubblici, che risultano trasparenti, riguardano la preselezione delle idee progettuali presentate in seguito alla manifestazione di interesse.
Il valore di questa selezione è in parte diverso da quello di un bando che prevede una spesa. In questo caso, infatti, l’amministrazione si è limitata a fare un “censimento delle idee possibili”, ed è quindi naturale che i criteri di selezione possano essere stati meno definiti.
Possibili criticità potrebbero invece presentarsi al momento della traduzione in pratica del PIS, con il rischio di non rispettare i principi di concentrazione e integrazione degli interventi finanziati. Il grande numero di interventi ritenuti ammissibili ha rinviato il momento della scelta, forse per un mancato chiarimento sulle effettive priorità da perseguire. Dal punto di vista della coerenza cogli obiettivi dell’asse, colle priorità trasversali del POR (dove applicabili) e coi principi di concentrazione e integrazione, infatti, questi criteri non sono valutabili a causa della loro insufficiente declinazione, così come non lo sono, per le stesse ragioni, dal punto di vista della loro adeguatezza a tutelare la fattibilità
dei progetti e la valutazione del loro impatto.
142
ASSE III Il grado di fruibilità dei bandi da parte dei potenziali destinatari degli interventi, in termini di chiarezza e completezza delle informazioni è complessivamente buono.
Nel merito, i criteri di selezione risultano trasparenti, coerenti e adeguati rispetto agli obiettivi della programmazione.
L’analisi dei bandi effettuata sull’Asse III denota in generale una diffusa declinazione dei criteri di selezione.
Più in specifico, nella maggior parte dei bandi si rilevano:
• l’individuazione e l’esplicitazione di criteri per operare la valutazione che è preliminare ad una non pregiudiziale selezione dei progetti presentati;
• l’individuazione di un nucleo di valutazione (anche se non completamente dettagliato in tutti i bandi) ;
• la presenza di un cronogramma dettagliato delle procedure di valutazione dei progetti con una sufficiente esplicitazione dei tempi procedurali per le varie fasi;
• la richiesta di una documentazione sufficientemente articolata e dettagliata;
• la presenza di obblighi informativi da parte del proponente per il monitoraggio dell’attuazione dell’asse e delle misure con tempi e scadenze.
In alcuni bandi, inoltre, si segnala altresì la presenza – per la valutazione dei progetti - di un criterio estremamente significativo e “misurabile” quale quello dello sbocco occupazionale certo.
ASSE IV (FESR) I bandi pubblicati sono nel complesso sufficcienti dal punto di vista formale e soddisfaccenti sotto il profilo sostanziale perchè declinano criteri di selezione a cui vengono associati i punteggi. Tuttavia, tali criteri sono in alcun casi di natura qualitativa e pertanto lasciano un margine di discrezionalità alla Commissione di Valutazione
ASSE IV (FEOGA, SFOP) Dal punto di vista della fruibilità da parte del destinatario in termini di chiarezza e completezza delle informazioni, il bando pubblicato su questo Asse è complessivamente sufficiente.
Dal punto di vista sostanziale, i criteri di selezione adottati soddisfano i requisiti di trasparenza della valutazione, coerenza con le finalità della misura e adeguatezza (a individuare progetti suscettibili di produrre l’impatto desiderato).
ASSE V Il bando per l’individuazione di un soggetto che si incarichi della progettazione partecipata del centro regionale per l’economia sociale, al di là del rispetto di requisiti di formale chiarezza e trasparenza, manca di coerenza nel rapporto tra la finalità del progetto e i suoi contenuti (vedi sopra). Per quanto riguarda la costruzione dei Patti per il Sociale, sia la griglia per definire l’ambito territoriale di riferimento di un Patto (impropriamente riferita a parametri urbanistico-territoriali anziché a manifestazioni di disagio sociale) che i criteri sia di ammissibilità che di valutazione dei progetti risultano ora poco chiari, ora poco pertinenti.
ASSE VI Per la misura 6.3, dal punto di vista della fruibilità da parte del destinatario in termini di chiarezza e completezza delle informazioni, l’unico bando pubblicato appare in linea generale sufficiente. Dal punto di vista sostanziale, i criteri di selezione adottati sembrano coerenti con le finalità della misura ma non vengono sufficientemente declinati: ciò, insieme all’eccessiva genericità del bando su alcuni aspetti attuativi importanti, non rende possibile valutare la loro adeguatezza nell’individuare i progetti
suscettibili di produrre l’impatto desiderato.
143
6.2.2 Aggiornamento delle modalità di selezione dei progetti nelle misure
selezionate
In questa sede si analizzano le caratteristiche delle procedure di selezione (o atti
similari, ad es. manifestazioni di interesse), sia sotto il profilo della qualità
amministrativa, in particolare approfondendo il criterio della trasparenza, che sotto
quello della coerenza dei criteri di selezione con il sistema degli obiettivi del POR.
Per quanto riguarda la qualità amministrativa, l’analisi si basa sulle informazioni
contenute: nel Complemento di Programmazione al Por Calabria; nel Rapporto di
Esecuzione 2002 e nel Report sullo stato di attuazione del 25 luglio 2003; nelle
schede di Misura elaborate dalla Sog ed aggiornate al 31 maggio 2003; nel
Bollettino Ufficiale della Regione Calabria, in cui sono riportati gli atti relativi ai
bandi di gara, le graduatorie e le comunicazioni accessorie (il BURC è stato reperito
attraverso il sito web della Regione Calabria).
La tabella 6.3 contiene una riorganizzazione per Asse ed anno delle informazioni
reperibili sul sito web29 della Regione Calabria in materia di procedure di selezione
(bandi e Linee guida) del POR Calabria 2000-06, aggiornate a settembre 2003.
Se ne desume che, a meno di lacune informative, le procedure di selezione adottate
fino ad oggi per l’attuazione del POR Calabria sono 88, di cui circa la metà nel 2002.
Gli Assi più attivi sono il III, che ha concentrato la maggior parte dell’attività nel
2002, e il IV, che è quello che mostra una partenza più precoce rispetto agli altri.
Tabella 6.3 – Bandi e Linee Guida pubblicati sul sito web della Regione Calabria (al settembre 2003) 2001 2002 2003 Totale
Asse I 3 3 9 15
Asse II 2 3 1 6
Asse III 4 18 5 27
Asse IV 10 11 2 23
Asse V 1 5 2 8
Asse VI 0 3 2 5
Asse VII 2 1 1 4
Totale 22 44 19 88
La figura successiva offre una rappresentazione sintetica di quanto appena detto.
144
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28
Asse I
Asse II
Asse III
Asse IV
Asse V
Asse VI
Asse VII
Figura 6.1 - Numero delle procedure di selezione, per Asse ed anno
2001
2002
2003
L’analisi svolta riguarda un gruppo di 11 Misure del POR Calabria, selezionato
utilizzando congiuntamente i seguenti criteri:
• peso finanziario;
• giudizio di non criticità dal punto di vista dell’avanzamento e/o
dell’assorbimento risorse;
• rappresentatività per Asse/Settore/Fondo, nei limiti di quanto consentito dai
criteri precedenti.
L’elenco delle procedure di selezione esaminate è allegato nella tabella 6.5, e
riassume le informazioni inserite in box nei paragrafi dedicati all’approfondimento
delle rispettive misure selezionate (si veda il Volume 2), vale a dire: 1.11; 2.1; 3.3;
3.13; 3.15; 4.1; 4.3; 4.5; 4.10; 5.1; 6.3.
Si tratta di un’analisi desk volta principalmente ad identificare se sono definiti i
criteri di valutazione per la selezione degli interventi e dei soggetti, se sono
preventivamente individuati i criteri di composizione dell’organismo incaricato della
selezione e della redazione della graduatoria (commissione di valutazione o Nucleo
di Valutazione regionale), se le modalità di redazione e pubblicizzazione della
graduatoria, a conclusione della procedura di selezione, sono chiare e fruibili.
E’ importante sottolineare come il punto di riferimento dell’analisi non sia l’aderenza
alle norme in materia, quanto il tentativo di rilevare un orientamento generale al
perseguimento di buoni livelli di qualità amministrativa, tra cui in particolare quello
DGR 10212/2002, pubblicato sul S.S.n.4 al n.11 del 15/6/2002(approvazione esiti opposizioni)
373 gg.
sì(ma non dei sottonuclei provinciali)
sì no
III 3.3 -3.133.2c; 3.3c; 3.4c;
3.8a; 3.9a; 3.11a; 3.13c
I bando progetti specialiDGR 13985 12 aprile 2001
suppl.straord n.3 al n.105 del 15.12.0119.12.2001
Graduatoria (decreto 3286/2002 pubblicato sul Burc 13/4/2002);Approvazione esiti opposizioni (decreto 7081/2002 pubblicato sul Burc il 27/6/2002)
sospensione del TAR
sì sì no
III 3.3 -3.133.2c; 3.3c; 3.4c;
3.8a; 3.9a; 3.11a; 3.13c
II bando progetti specialiDGR 539 18 gennaio 2002
suppl.straord n.3 al n.2 del 1.2.20026.2.2002
graduatoria (decreto 3934/2002 pubblicata sul Burc il 20/4/2002)Approvazione esiti opposizioni (decreto 7081/2002 pubblicato sul Burc il 27/6/2002)
sospensione del TAR
sì sì no
ASSEMisure
campioneazioni
collegate al bandooggetto
del bandonumero della
delibera
Bando pubblicato sul
BURC
data di pubblicazione
della graduatoria/conclusione della procedura di
selezione
durata della fase di
selezione
esplicitazione dei criteri di
composizione della
commissione di valutazione
presenza griglia dei criteri di selezione
NUVVIP
III 3.3 -3.133.2b; 3.3b; 3.4b;
3.13bBando work experience
DGR 12042 21 novembre 2001
suppl.straord.2 al n.10326.11.2001
decreto 1854/2002 pubblicato il 14/3/2002 sul s.s.n.8 al Burc n.4
108 gg. no no no
III 3.3 -3.13 3.11b; 3.13d Bando ImprendigiovaniDDG 9289 23 luglio 2002
suppl.straord.2 al n. 166.9.2002
in corso sì sì no
III 3.153.6a; 3.6b; 3.6c;
3.6d; 3.6e;3.15a; 3.15b; 3.15c
1° Bando prevenzione della dispersione scolastica e formativa (3.6) e Adeguamento infrastrutture e tecnologie del sistema scolastico (3.15)
DGR 837 8 ottobre 2001
suppl straord. 1 al n. 101 22 ottobre 2001
graduatoria Azione 3.15a (decreto 12170 del 27/9/2002, pubblicato il 6 novembre 2002)graduatoria azione 3.15b (Decreto 4830 del 6 maggio 2002, pubblicato sul Suppl. straord. n. 3 al n. 10 il 14 giugno 2002)
Azione 3.15a: 196gg
Azione 3.15b: 235gg.
sì sì no
III 3.163.6b; 3.6c; 3.6d;
3.6e;3.15a; 3.15b; 3.15c
2° Bando prevenzione della dispersione scolastica e formativa (3.6) e Adeguamento infrastrutture e tecnologie del sistema scolastico (3.15)
decreto 525914 maggio 2002
suppl. straord. 10 al n.931 maggio 2002
Decreto Dip.10 12170/2002, pubblicato il 6 novembre 2002
Azione 3.15a: 159gg sì sì no
ASSEMisure
campioneazioni
collegate al bandooggetto
del bandonumero della
delibera
Bando pubblicato sul
BURC
data di pubblicazione
della graduatoria/conclusione della procedura di
selezione
durata della fase di
selezione
esplicitazione dei criteri di
composizione della
commissione di valutazione
presenza griglia dei criteri di selezione
NUVVIP
IV 4.1 4.1b
Determinazione criteri di selezione per lo scorrimento della "graduatoria speciale" del bando Industria L.488/92
DGR 565 27 giugno 2001
n.66 4 luglio 2001 - -
Elenco dellegategorie funzionali
allo scorrimento
della
no
IV 4.1 4.1c; 4.1dBando Servizi animazione territoriale e di gestione delle risorse - Assistenza tecnica
decreto 11435 febbraio 2002
suppl. straord 7 al n.214 febbraio 2002
- sì sì no
IV 4.1 4.1c; 4.1d
Bando Servizi animazione territoriale e di gestione delle risorse - Assistenza tecnica (rettifica decreto 1143)
decreto 1587 20 febbraio 2002
suppl. straord n.1 al n.4 2 marzo 2002
DDG 2889 del 21/3/2003(non disponibile sul sito)
394 gg. sì sì no
IV 4.3 Bando Osservatorio sul Turismodecreto 2944 3 aprile 2001
n.43 dell'11 maggio 2001
10/8/2001 150 sì sì no
IV 4.3I Bando Servizi di ideazione grandi eventi2001
decreto 4571 del 21 maggio 2001
n.56 del 21 maggio 2001
DDG 8044 10 agosto 2001;DDG 8045 10 agosto 2001;DDG 93288045 1 ottobre 2001;
ca. 150 gg. sì sì no
IV 4.3II Bando Servizi di ideazione grandi eventi2002-2003
decreto 4101 del 15 apèrile 2002
s.s.5 al n.5, 26 aprile 2002
n.d n.d sì sì no
IVBando Programma di comunicazione integrata
decreto 5281 dell'8 giugno 2001
n.63 del 29 giugno 2001
30/11/2001 (mancano rif.)
154 sì sì no
4.3 -4.4 4.3-4.4e
Programmazione biennio 2002/2003 Misura 4.4 ed attivazione integrata con la Misura 4.3b
DGR n. 227 19 marzo 2002
Suppl. straordin. n.5 al n.,7 26 aprile 2002
DDG 12153 del 27.09.2002; - DDG 12152 del 27.09.2002; - DDG 12517 del 04.10.2002 FONTE SOG (non disponibili sul sito)
161 gg. sì sì no
4.3
ASSEMisure
campioneazioni
collegate al bandooggetto
del bandonumero della
delibera
Bando pubblicato sul
BURC
data di pubblicazione
della graduatoria/conclusione della procedura di
selezione
durata della fase di
selezione
esplicitazione dei criteri di
composizione della
commissione di valutazione
presenza griglia dei criteri di selezione
NUVVIP
4.3 -4.5 4.3b-4.4e
Programmazione biennio 2002/2003 Misura 4.4 ed attivazione integrata con la Misura 4.3b
Delibera 2824/2003
s.s. n.3 al Burc n.6, 4 aprile 2003
in corso sì sì no
4.4 4.4a; 4.4b Bando Aiuti nel Settore turisticoDGR 398 14 maggio 2002
Suppl. straordin. al n.1 al n.10 3 giugno 2003
- - no sì no
IV 4.4 4.4a; 4.4bRettifica Bando Aiuti nel Settore turistico
Decreto 6008 24 maggio 2002
Suppl. straordin. al n.1 al n.10 3 giugno 2002
in corso no sì no
IV 4.5-4.104.5a; 4.5b; 4.5c
4.10aApprovazione Linee Guida e procedure applicative FEOGA
DGR 373 3 maggio 2001
n. 46, 17 maggio 2001
sì sì sì (PIAR)
IV 4.5-4.104.5a; 4.5b; 4.5c
4.10aBando PIF/PIAR
DGR 374 3 maggio 2001
n. 46, 17 maggio 2001
31/12/2003(approvazione di 23 PIF)
593 gg. no no sì (PIAR)
IV 4.5-4.104.5a; 4.5b; 4.5c
4.10a
Proroga termini per la presentazione delle domande progetti PIF
Decreto 7627 1 agosto 2001
n. 82 7 agosto 2001
- - -
V 5.1 5.1 aLinee Guida per la redazione PSU
DGR 128 26 febbraio 2002
Suppl straord n.5 al n.5 23 marzo 2002
- - sì no sì
V 5.1 5.1 bLinee Guida per la redazione PSU
DGR 646, 26 agosto 2003 n.646
Suppl. straord. N.4 al n.17, 23 settembre 2003
- - sì sì sì
VI 6.3 6.3 Bando Soveria.itDecreto n.14703 27 dicembre 2001
Suppl straord n.7 al n.1, 26 gennaio 2002
n.d n.d sì sì no
VI 6.3 6.3d Bando e-commerceDecreto 1333718 ottobre 2002
s.s.n.21 al n.3, 18novembre 2002
in corso sì sì no
VI 6.3 6.3bBando Sviluppo Società dell'Informazione
Decreto n.475 22 gennaio 2003
Suppl straord n.1 al n.9, 19 maggio 2003
in corso sì sì no
(fonte: nostre elaborazioni su dati BURC, Sog)
Anno Misura Azione Fondo Settore Riferimento B.U.R.C.
Provvedimento Oggetto
2001 1.10 a,b FEOGA Risorse Naturali N° 84 del 9 agosto 2001
D.G.R. 27 giugno 2001, n. 587
Rete ecologica. Linee di indirizzo, criteri di valutazione dei progetti integrati e relative procedure
2001 1.5 FEOGA Dipartimento n. 14 Forestazione
N° 102 Supplemento Straordinario n.8 del martedì 13 novembre 2001
Deliberazione della Giunta regionale – 31 ottobre 2001,n.925
Approvazione Linee Guida e procedure applicative per l’attuazione della Misura 1.5 Sistemi Naturali POR Calabria Asse1 – Parte FEOGA
2001 1.6 FEOGA Dipartimento n. 14 Forestazione
N° 102 Supplemento Straordinario n.8 del martedì 13 novembre 2001
Decreto Dirigente Generale n. 11040 del 6 novembre 2001
Bando di apertura termini di presentazione delle Manifestazioni d’Interesse per la Misura 1.5 Sistemi Naturali POR Calabria (Asse1) – Parte FEOGA
Deliberazione della giunta regionale 25 marzo 2002, n. 239
Misura 1.6 - Approvazione Linee Guida
2002 1.6 a FEOGA DIPARTIMENTO n. 1 Presidenza
N°18 Supplemento Straordinario n.5 del 11-10-2002
DECRETO n. 11137 del 12 settembre 2002
Bando di gara per la raccolta di manifestazione d’interesse perl’adeguamento e miglioramento degli edifici pubblici e del contestourbano di riferimento, di cui all’Azione 1.6a della Misura 1.6 delP.O.R. Calabria 2000-2006
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 4 novembre 2002, n. 1000
Approvazione linee di indirizzo Progetto Integrato Strategico ReteEcologica Regionale i POR 2000-2006. Misura 1.10
2003 1.11 a FEOGA Amministrazione Provinciale di Catanzaro Assessorato Ambiente
N° 1 del 3 gennaio 2003
Decreto Dirigente Generale n. 13985 del 12 dicembre 2001
Pubblicazione bando e relativi allegati. Attivazione delle procedure dievidenza pubblica per l’attuazione della misura 1.11 - Energie pulite ereti energetiche – Azione 1.11.a – produzione di energia da fontirinnovabili e risparmio energetico – POR Calabria 2000/2006 – Asse I– Risorse Naturali.
Tabella 6.5 - Le procedure di selezione del POR Calabria, per Asse(fonte: Burc reperito attraverso www.regione.calabria.it)Asse I
Anno Misura Azione Fondo Settore Riferimento B.U.R.C.
DECRETO n. 85 del 10 gennaio 2003 - Deliberazione della giunta regionale 6 dicembre 2002,
Bando di apertura termini di presentazione delle domande dicontributo per la Misura 1.5 Sistemi Naturali P.O.R. Calabria (Asse 1)parte FEOGARimodulazione Linee guida già approvate con DGR 925/2001
2003 1.9 b FEOGA Giunta Regionale N°2 Supplemento Straordinario n.9 del 13-02-2003
Deliberazione della giunta regionale - 14 gennaio 2003, n. 27
Deliberazione della giunta regionale 1 aprile 2003, n. 273
Approvazione Linee Guida e procedure applicative Misura 1.4«Sistemi Insediativi» del P.O.R. Calabria 2000/2006.
2003 1.8-1.9 b FESR Giunta Regionale N°11 Supplemento Straordinario n.6 del 27-06-2003
Deliberazione della giunta regionale 17 giugno 2003, n. 454 - DECRETO n. 8027 del 13 giugno 2003
Avviso pubblico per l’individuazione di interventi progettuali dirimozione dell’amianto da strutture scolastiche della Regione Calabria.Azione 1.8.b Complemento di Programmazione POR Calabria 2000-2006
2003 1.5 FEOGA Giunta Regionale Giunta Regionale DECRETO n. 85 del 10 gennaio 2003 - Deliberazione della giunta regionale 6 dicembre 2002, n. 1147
Bando di apertura termini di presentazione delle domande dicontributo per la Misura 1.5 Sistemi Naturali P.O.R. Calabria (Asse 1)parte FEOGA
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE - 18 febbraio 2003, n. 136
Approvazione bando per la concessione di con- tributi per progetti eazioni di informazione for- mazione ed educazione ambientale darealizzarsi da parte di centri di esperienza e laboratori terri- torialiesistenti e di nuova costituzione da inserire nella rete regionaleIN.F.E.A. - D.G.R. n. 402 del 21 maggio 2002 e succ. mod. e int.
Deliberazione della giunta regionale 1 aprile 2003, n. 273
Approvazione Linee Guida e procedure applicative Misura 1.4«Sistemi Insediativi» del P.O.R. Calabria 2000/2006.
2003 1.8 - 1.9 b FESR Giunta Regionale N°11 Supplemento Straordinario n.6 del 27- 06-2003
Deliberazione della giunta regionale 17 giugno 2003, n. 454 - DECRETO n. 8027 del 13 giugno 2003
Avviso pubblico per l’individuazione di interventi progettuali dirimozione dell’amianto da strutture scolastiche della Regione Calabria.Azione 1.8.b Complemento di Programmazione POR Calabria 2000-2006
Anno Misura Azione Fondo Settore Riferimento B.U.R.C.
Provvedimento Oggetto
2001 2.1, 2.2, 2.3 FESR Dipartimento n. 10 Pubblica Istruzione e Beni Culturali
N° 72 del 18 luglio 2001
D.G.R. 27 giugno 2001, n. 578
Approvazione orientamenti per l'attuazione delle misure dell'asse II del POR Calabria
2001 2.1, 2.2, 2.3 2.1.a, b - 2.2.a,b – 2.3.a, b, c
FESR Dipartimento n. 10 Pubblica Istruzione e Beni Culturali
N° 72 del 18 luglio 2001
D.G.R. 27 giugno 2001, n. 579
Indizione manifestazione di interesse per l'individuazione di PIS
2002 FESR Dipartimento n. 10 Pubblica Istruzione e Beni Culturali
N°9 Supplemento Straordinario n.4 del 21-05-2002
Deliberazione della Giunta Regionale - 15 aprile 2002, n. 295
Proposta di P.I.S. Beni Culturali
2002 2.1 - 2.2 FESR DIPARTIMENTO n. 12 Formazione Professionale e Politiche del Lavoro
N°21 Supplemento Straordinario n.1 del 18-11-2002
Deliberazione della giunta regionaleE 24 settembre 2002, n. 857
Deliberazione della giunta regionale 25 novembre 2002, n. 1074
P.O.R. Calabria 2000/2006 - Asse II Risorse Culturali - Modifiche ed integrazioni alla deliberazione di G.R. n. 1048/02. Riapprovazione bando Misura 2.3 «Sviluppo delle iniziative imprenditoriali nel settore dei Beni Culturali».
2003 2.2 6.3 FESR Dipartimento n. 10 Pubblica Istruzione e Beni Culturali
N°14 Supplemento Straordinario n.9 del 14-08-2003
POR Calabria 2000-2006 - Misura 2.2. e Misura 6.3 - Progetto SBR -
Approvazione bando di gara.
Asse II
Anno Misura Azione Fondo Settore Riferimento B.U.R.C.
Provvedimento Oggetto
2001 3.2, 3.3, 3.4, 3.8, 3.9, 3.11,3.12, 3.13
3.2,a, c, e, 3.3.a, c, e, 3.4.a, c, 3.8.a, 3.9.a, 3.11.a, 3.12.a, 3.13.b
FSE Dipartimento n. 12 Formazione Professionale e Politiche del Lavoro
N° 80 del 3 agosto 2001
Decreto n. 7628 del 1 agosto 2001
Bando Multimisura, per le attività di formazione e orientamento in regime di convenzione - 2000-2006.
N° 101 Supplemento Straordinario n.1 del Lunedì 22 ottobre 2001
Deliberazione della Giunta regionale – 8 ottobre 2001, n.837
Programma Operativo Regionale – . Criteri generali per la presentazione, selezione, realizzazione e valutazione per le Misure 3.6 e 3.15 – Avviso pubblico
2001 3.2, 3.3, 3.4, 3.13
FSE Dipartimento n.12 Formazione Professionale – Politiche del Lavoro
N° 103 Supplemento Straordinario n.2 del lunedì 26 novembre 2001
Deliberazione della Giunta regionale – 16 ottobre 2001, n.880
Approvazione delle disposizioni relative alle procedure ed ai criteri di attuazione delle work-esperience in esecuzione del Complemento di Programmazione nell’ambito POR Calabria 2000/2006, Asse III – Risorse Umane – annualità 2000-2001
FSE Dipartimento n.12 Formazione Professionale – Politiche del Lavoro
N° 105 Supplemento Straordinario n.3 del mercoledì 19 dicembre 2001
Decreto Dirigente Generale n. 13985 del 12 dicembre 2001
Avviso di bando relativo al'attuazione di progetti speciali sperimentali per attività di formazione egime di convenzione, previste dal POR Calabria 2000/2006 – Asse III Risorse Umane, annualità 2000-2001. Esecuzione indirizzi DGR 839/2001
2002 3.16 d FESR Dipartimento Cultura, Istruzione, Beni Culturali – Settore 35
N°1 Supplemento Straordinario n.9 del 31-1-2002
Deliberazione della Giunta Regionale – 27 dicembre 2001, n.1168
Criteri generali per la presentazione, selezione, realizzazione e valutazione per la misura 3.16 azione 3.16d.1. Invito a presentare proposta per attività di ricerca e sviluppo tecnologico e innovazione (RSTI) “Azione RSTI cooperativa per le imprese”.
FSE Dipartimento n.12 Formazione Professionale e Politiche del Lavoro
N°2 Supplemento Straordinario n.3 del 6-2-2002
Decreto Dirigente Generale n. 539 del 18 gennaio 2001
Avviso di bando relativo all’attuazione di progetti speciali sperimentali, per attività di formazione regime di convenzione, previste dal POR Calabria 2000-2006 – Asse III Risorse Umane – Annualità 2000-2001. Esecuzione indirizzi delibera Giunta Regionale n.1186 del 27-12-2001
Asse III
Anno Misura Azione Fondo Settore Riferimento B.U.R.C.
Provvedimento Oggetto
2002 3.5 FSE Dipartimento n.12 Formazione Professionale e Politiche del Lavoro
N°2 Supplemento Straordinario n.5 del 9-2-2002
Decreto Dirigente Generale n. 985 del 31 gennaio 2001
Avviso pubblico – Selezione esperti – Misura 3.5 del POR Calabria – Asse III Risorse Umane – “Adeguamento del Sistema della Formazione Professionale” annualità 2000/2002
2002 FSE Dipartimento n.12 Formazione Professionale e Politiche del Lavoro
N°2 Supplemento Straordinario n.5 del 9-2-2002
Deliberazione della Giunta Regionale – 17 dicembre 2001, n.1104
POR Calabria 2000/2006 – Asse III Risorse Umane – Piano di adeguamento del Sistema della Formazione Professionale - Misura 3.5 - Annualità 2001/2002 – Atto di indirizzo
2002 FSE Dipartimento n.12 Formazione Professionale e Politiche del Lavoro
N°2 Supplemento Straordinario n.5 del 9-2-2002
Deliberazione della Giunta Regionale – 17 dicembre 2001, n.1105
POR Calabria 2000/2006 – Asse III Risorse Umane – Piano di informazione e comunicazione istituzionale FSE - Triennio 2000/2002 – Atto di indirizzo
2002 3.10 FSE Dipartimento n.12 Formazione Professionale e Politiche del Lavoro
N°2 Supplemento Straordinario n.5 del 9-2-2002
Deliberazione della Giunta Regionale – 27 dicembre 2001, n.1170
POR Calabria 2000/2006 – Asse III Risorse Umane – Piano di realizzazione della misura 3.10 – Adeguamento delle competenze delle P.A. - Annualità 2000/2002 – Atto di indirizzo
2002 3.11 – 3.13 FSE Dipartimento n.12 Formazione Professionale e Politiche del Lavoro
N°2 Supplemento Straordinario n.5 del 9-2-2002
Deliberazione della Giunta Regionale – 8 gennaio 2002, n.29
Approvazione delle disposizioni relative alle procedure ed ai criteri di attuazione degli incentivi economici alle persone per il lavoro autonomo e per l’avvio di nuove imprese sottoforma di prestito d’onore in esecuzione del Complemento di Programmazione nell’ambito del POR Calabria 2000/2006 – Asse III Risorse Umane – Misure 3.11 e 3.13 – Imprendigiovani.
2002 3.11 – 3.13 FSE Dipartimento n.12 Formazione Professionale e Politiche del Lavoro
N°2 Supplemento Straordinario n.5 del 9-2-2002
Deliberazione della Giunta Regionale – 21 gennaio 2002, n.55
Delibera n.29 dell’8/1/2002 - Approvazione delle disposizioni relative alle procedure ed ai criteri di attuazione degli incentivi economici alle persone per il lavoro autonomo e per l’avvio di nuove imprese sottoforma di prestito d’onore in esecuzione del Complemento di Programmazione nell’ambito del POR Calabria 2000/2006 – Asse III Risorse Umane – Misure 3.11 e 3.13 – Imprendigiovani – Parziale rettifica regolamento attuazione.
Anno Misura Azione Fondo Settore Riferimento B.U.R.C.
Provvedimento Oggetto
2002 FSE Dipartimento n.12 Formazione Professionale e Politiche del Lavoro
N°4 Supplemento Straordinario n.8 del 14-03-2002
Decreto n. 1574 del 20 febbraio 2002
Avviso pubblico - «Piano di ristrutturazione degli Enti di Formazione Professionale»-Esecuzione Decreto Direttoriale n. 173 del 30 maggio 2001 del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale
2002 FSE Dipartimento n.12 Formazione Professionale e Politiche del Lavoro
N°5 Supplemento Straordinario n.7 del 26-03-2002
Deliberazione della Giunta Regionale 5 marzo 2002, n. 194
Obbligo formativo art. 68 Legge 17/5/1999, n. 144 Piano per l’obbligo formativo annualita` 2000-2001 – Presa d’atto e indirizzi attuativi
2002 3.6 - 3.15 FSE Dipartimento 10 Cultura - Istruzione - Beni Culturali - Affari Sociali - Politiche della Famiglia
N°9 Supplemento Straordinario n.10 del 31-05-2002
Decreto n. 5259 del 14 maggio 2002
Programma Operativo Regionale - Dipartimento n. 10Cultura - Istruzione - Beni Culturali Sett. 35. Modalità per la presentazione, selezione, realizzazione e valutazione delle Misure 3.6 e 3.15. Avviso pubblico
2002 FSE Dipartimento n. 12 Formazione Professionale e Politiche del Lavoro
N°12 Supplemento Straordinario n.6 del 15-07-2002
Deliberazione della Giunta Regionale 12 febbraio 2002, n. 109
Piano Operativo della Misura 3.12 del Complemento di Programmazione del POR Calabria - Asse III, Risorse Umane, FSE - annualità 2000-2002
2002 3.12 FSE Dipartimento n. 12 Formazione Professionale e Politiche del Lavoro
N°12 Supplemento Straordinario n.6 del 15-07-2002
Deliberazione della Giunta Regionale 12 febbraio 2002, n. 109
Approvazione «avviso pubblico» per la selezione, per titoli comparativi, dei docenti necessari per la formazione di n. 100 Agenti di emersione specializzati nell’attività di animazione per lo sviluppo locale, sulle politiche e sugli strumenti per l’emersione del lavoro irregolare, in attuazione del Piano Operativo della Misura 3.12 POR - Calabria, approvato con D.G.R. n. 109 del 12/2/2002. Impegno fondi anno 2001
2002 3.11 - 3.13 b - d FSE Dipartimento n. 12 Formazione Professionale e Politiche del Lavoro
N°16 Supplemento Straordinario n.2 del 06-09-2002
DECRETO n. 9289 del 23 luglio 2002
POR Calabria 2000-2006 - Asse III - Risorse Umane -Misure 3.11 - Azione b) e 3.13 -Azione d).Annualità 2000-2001 e 2002. Approvazione bando per la concessione di incentivi economici per il lavoro autonomo ed avvio di nuove imprese, progetto IMPRENDIGIOVANI, in esecuzione della delibera G.R. n. 156 del 26 febbraio 2002. Impegno fondi
Anno Misura Azione Fondo Settore Riferimento B.U.R.C.
Provvedimento Oggetto
2002 FSE DIPARTIMENTO n. 3 Bilancio e Finanze, Politiche Comunitarie e Sviluppo Economico
N°17 Supplemento Straordinario n.1 del 18-09-2002
DECRETO n. 9810 dell’1 agosto 2002
Bando di gara con procedura aperta per l’affidamentodel servizio di Assistenza tecnica connessa all’applicazione del Regolamento (CE) 438/2001, relativo ai controlli finanziari di secondo livello sulle operazioni cofinanziate dai Fondi Strutturali (P.O.R. Calabria 2000-2006).
2002 3.11 - 3.13 b - d FSE DIPARTIMENTO n. 12 Formazione Professionale e Politiche del Lavoro
N°18 Supplemento Straordinario n.1 del 02-10-2002
DECRETO n. 11843 del 24 settembre 2002
POR Calabria 2000-2006, Asse III - Risorse Umane - Misura 3.11 - Azione b) e 3.13 Azione d).Annualità 2000-2001 e 2002. Decreto Direttore Generale n. 9289 del 23 luglio 2002 avente ad oggetto: Approvazione bando per la concessione di incentivi economici per il lavoro autonomo ed avvio di nuove imprese, progetto IMPRENDIGIOVANI. Parziale rettifica. Proroga termini presentazione domande
2002 3.11 - 3.14 b - d FSE DIPARTIMENTO n. 12 Formazione Professionale e Politiche del Lavoro
N°18 Supplemento Straordinario n.1 del 02-10-2002
DECRETO n. 11843 del 24 settembre 2002
POR Calabria 2000-2006, Asse III - Risorse Umane - Misura 3.11 - Azione b) e 3.13 Azione d).Annualità 2000-2001 e 2002. Decreto Direttore Generale n. 9289 del 23 luglio 2002 avente ad oggetto: Approvazione bando per la concessione di incentivi economici per il lavoro autonomo ed avvio di nuove imprese, progetto IMPRENDIGIOVANI. Parziale rettifica. Proroga termini presentazione domande
2002 3.12 FSE DIPARTIMENTO n. 12 Formazione Professionale e Politiche del Lavoro
N°23 Supplemento Straordinario n.3 del 28-12-2002
DECRETO n. 17341 del 10 dicembre 2002
Decreto n. 7617 del 19 giugno 2002 avente ad oggetto «Approvazione avviso pubblico per la selezione, per titoli comparativi, dei docenti necessariper la formazione di n. 100 agenti di emersione specializzati nell’attività di animazione per lo sviluppo locale, sulle politiche e sugli strumenti per l’emersione del lavoro irregolare, in attuazione del Piano operativo della misura 3.12 - Asse III POR Calabria 2000-2006», approvato con D.G.R. n. 109 del 12/2/2002 - Riapertura termini presentazione candidature - Impegno fondi annualità 2002.
Anno Misura Azione Fondo Settore Riferimento B.U.R.C.
Provvedimento Oggetto
2003 3.2 - 3.3 - 3.4 - 3.13
FSE Ex DIPARTIMENTO n. 12 Politiche del Lavoro
N°3 Supplemento Straordinario n.4 del 20-02-2003
DECRETO 28 gennaio2003, n. 563
P.O.R. Calabria 2000/2006, Asse III - Risorse Umane - Misure 3.2, 3.3, 3.4, 3.13 - Attuazione azioni di Work Experience - Criteri per la selezione dei docenti e dei tutors
2003 3.6 a FSE N°5 Supplemento Straordinario n.6 del 26-03-2003
Deliberazione della giunta regionale - 25 febbraio 2003, n. 164
Approvazione Piano per la comunicazione e linee guida per l’attuazione del P.O.R. Misura 3.6 Azione 3.6a).
2003 FSE Assessorato alla Formazione Professionale di concerto con le amministrazioni provinciali
N°6 Supplemento Straordinario n.7 del 15- 04-2003
Deliberazione della giunta regionale 18 marzo 2003, n. 232
Avviso pubblico per l’accreditamento definitivo delle sedi formative - D.M. 166/2001 di cui alla delibera della Giunta regionale n. 192 del 4 marzo 2003 - P.O.R. Calabria 2000- 2006 - Asse III Risorse Umane.
2003 3.10 FSE Ex DIPARTIMENTO n. 12 Formazione Professionale, Economato ed Autoparco
N°7 Supplemento Straordinario n.4 del 24- 04-2003
DECRETO 31 marzo 2003, n. 3813
Bando Misura 3.10 per le attività di aggiornamento delle competenze della Pubblica Amministrazione, previste dal P.O.R. Calabria 2000/2006 - Asse III Risorse Umane 2000/2001
2003 3.2, 3.3, 3.4, 3.13
c FSE Dipartimento Formazione professionale di concerto con Amministrazione provinciale
N°17 Supplemento Straordinario n.2 del 19-09-2003
Deliberazione della giunta regionale 10 settembre 2003, n. 689
Programma delle attività di formazione professionale in esecuzione del CdP POR Calabria 2000/2006-Asse III Risorse Umane (FSE).Annualità 2002/2003 Approvazione delle disposizioni del Piano regionale per le attività di formazione professionale e dell’avviso pubblico per la presentazione di progetti attuativi dei Piani Provinciali di formazione professionale.
2003 3.11, 3.13 FSE Dipartimento Lavoro N°17 Supplemento Straordinario n.5 del 26-09-2003
Deliberazione della giunta regionale del 26/08/2003 n. 646
Approvazione graduatoria Bando Imprendigiovani Decreto DG n. 9289 del 23/o7/2002 e Decreto n. 10662 del 28/08/2002
Anno Misura Azione Fondo Settore Riferimento B.U.R.C.
Provvedimento Oggetto
2001 4.1 4.1.b FESR - FEOGA
Dipartimento n.7 Industria, Commercio, Artigianato
N° 66 del 4 luglio 2001
D.G.R. 27 giugno 2001, n. 565
Determinazione criteri di selezione per lo scorrimento della "graduatoria speciale" del bando Industria L. 488/92
2001 4.1 4.1d FESR Dipartimento n.7 Industria, Commercio, Artigianato
N° 81 del 6 agosto 2001
Decreto n.7481 del 27 giugno 2001
Appalto relativo ai servizi concernenti l'attuazione dell'azione d.
2001 4.3 FESR Dipartimento n. 8 Turismo
N° 43 del 11 maggio 2001
Decreto n.2944 del 3 aprile 2001
Bando di gara per il servizio di "Osservatorio sul Turismo" in esecuzione alla D.G.R. n.204 del 13.3.2001
2001 4.3 FESR Dipartimento n. 8 Turismo
N° 56 del 5 giugno 2001
Decreto n.4571 del 21 maggio 2001
Bando di gara per l'affidamento dei servizi di ideazione e realizzazione di grandi eventi per la promozione del Turismo nella Regione Calabria.
2001 4.3 FESR Dipartimento n. 8 Turismo
N° 63 del 29 giugno 2001
Decreto n.5281 del 8 giugno 2001
Bando di gara per l'affidamento della progettazione e realizzazione di un programma di comunicazione integrata per la promozione del Turismo nella Regione Calabria nel periodo 2001/2003.
2001 FEOGA Agricoltura N° 46 del 17 maggio 2001
D.G.R. del 3 maggio 2001, n. 373
Approvazione linee guida e procedure applicative per l'attuazione del P.O.R.
4.5.a, b, c FEOGA Agricoltura N° 46 del 17 maggio 2001
D.G.R. del 3 maggio 2001, n. 374
Bando di apertura termini di presentazione delle domande e procedure generali di attuazione del P.O.R. Modifiche, integrazioni e proroga dei termini di
2001 FESR Dipartimento n. 8 Turismo
N° 87 del 13 agosto 2001
Decreto n.7118 del 23 luglio 2001
Programma e Bando 2001 per interventi di impiantistica sportiva destinati a promuovere l'attività sportiva mediante la realizzazione di strutture polifunzionali.
2001 4.2 4.2d FESR Dipartimento n.7 Industria, Commercio, Artigianato
N° 105 Supplemento Straordinario n.2 del martedì 18 dicembre 2001
Decreto Dirigente Generale n. 12868 del 3 dicembre 2001
Attrazione di iniziative imprenditoriali strategiche per lo sviluppo regionale”. Bando per l’accesso ad aiuti ed investimentinel settore dei servizi per l’informatica e la telematica.
Asse IV
Anno Misura Azione Fondo Settore Riferimento B.U.R.C.
Provvedimento Oggetto
2001 4.2 4.2d FESR Dipartimento n.7 Industria, Commercio, Artigianato
N° 105 Supplemento Straordinario n.2 del martedì 18 dicembre 2001
DECRETO n. 12955 del 4 dicembre 2001
Attrazione di iniziative imprenditoriali strategiche per lo sviluppo regionale”. Approvazione bando per l’accesso ad aiuti ed investimenti nei settori del Tessile e delle Industrie di fabbricazione di prodotti
2001 4.2 4.2d FESR Dipartimento n.7 Industria, Commercio, Artigianato
N° 105 Supplemento Straordinario n.2 del martedì 18 dicembre 2001
Deliberazione della Giunta regionale – 31 maggio 2001, n.470
POR Calabria – Mis. 4.2 Promozione di sistemi produttivi locali: Azione d) Attuazione di iniziative imprenditoriali strategiche per lo sviluppo regionale. Delibera G.R. n.439 del 23/05/2001 - Integrazione
2002 4.2 c, d FESR Dipartimento n.7 Industria, Commercio, Artigianato
N°2 Supplemento Straordinario n.4 del 8-2-2002
Decreto Dirigente Generale n. 983 del 31 gennaio 2001
Bando per l’accesso ad aiuti per investimenti nel settore dell’informatica e della telematica – Integrazione decreto n.12868 del 3-12-2001 e rideterminazione dei termini di scadenza in esecuzione delle deliberazioni G.R. n.14/2002 e n.63/2002
2002 4.1 c, d FESR Dipartimento n.7 Industria – Commercio - Artigianato
N°2 Supplemento Straordinario n.8 del 14-2-2002
Decreto del Dirigente Generale n.1143 del 5 febbraio 2002
Bando di gara per l’affidamento dei servizi di animazione territoriale e di gestione dellerisorse delle azioni 4.1.c) e 4.1.d) del POR Calabria 2000/2006
2002 4.2 c, d FESR Dipartimento n. 7 Industria - Commercio - Artigianato
N°4 Supplemento Straordinario n.1 del 2-03-2002
Decreto n. 1587 del 20 febbraio 2002
Bando di gara per l’affidamento dei servizi di animazione territoriale e di gestione dellerisorse delle azioni 4.1.c) e 4.1.d) del POR Calabria 2000-2006 - Rettifica e reiterazione decreto di indizione gara.
2002 FEOGA Dipartimento n. 7 Industria - Commercio - Artigianato
N°4 Supplemento Straordinario n.4 del 6-03-2002
Deliberazione della Giunta Regionale 29 gennaio 2002, n. 76
Definizione modalità di accoglimento dei Piani Integrati di Filiera (PIF) - Procedure approvazione PIF - Integrazione delibera n. 373/01 relativa all’approvazione delle linee guida e procedure applicative P.O.R. (Asse IV - FEOGA)
2002 FEOGA Dipartimento n. 7 Industria - Commercio - Artigianato
N°7 Supplemento Straordinario n.7 del 12-03-2002
Deliberazione della Giunta Regionale 26 febbraio 2002, n. 142
Definizione modalità relative alla ricevibilità, alle procedure di selezione e alla formazione delle graduatorie delle domande di riconferma - Modifica alla deliberazione del 3 maggio 2001, n. 373 relativa all’approvazione delle linee guida e procedure applicative per l’attuazione del
Anno Misura Azione Fondo Settore Riferimento B.U.R.C.
Provvedimento Oggetto
2002 4.19 FEOGA Giunta Regionale
N°6 Supplemento Straordinario n.1 del 2-04-2002
Deliberazione della Giunta Regionale - 27 dicembre 2001, n. 1154
Bando di gara - P.O.R. (Asse IV) parte FEOGA in Calabria misura 4.19 - Ingegneria Finanziaria - Realizzazione di uno studio per la progettazione esecutiva degli strumenti di ingegneria finanziaria compatibili con la regolamentazione
2002 4.4-4.3 4.4e - 4.3b FESR Dipartimento n. 8 Turismo
N°7 Supplemento Straordinario n.5 del 20-04-2002
Deliberazione della Giunta Regionale 19 marzo 2002, n. 227
POR Calabria Misura 4.4.e) Programmazione biennio 2002/2003 ed attivazione integrata con la Misura 4.3.b)
2002 4.3 FESR Dipartimento n. 8 Turismo
N°7 Supplemento Straordinario n.5 del 20-04-2002
Decreto n. 4101 del 15 aprile 2002
POR Calabria Asse IV Misura 4.3 − Bando di gara per l’affidamento dei servizi di ideazione e realizzazione di grandi eventi per la promozione del Turismo nella
2002 4.4-4.3 Misura 4.4a e 4.4b
FESR Dipartimento n. 8 Turismo
N°10 Supplemento Straordinario n.1 del 3-06-2002
Deliberazione della Giunta Regionale - 14 maggio 2002, n. 398
POR Calabria 2000/2006 −Asse IV − Misura 4.4a e 4.4b −Approvazione bando di gara.
2002 Giunta Regionale
N°17 Supplemento Straordinario n.3 del 20-09-2002
Deliberazione della giunta regionale 6 agosto 2002, n. 769
Definizione modalità di accoglimento dei Piani Integrati per le Aree Rurali (PIAR) - Procedure approvazione PIAR - Integrazione delibera n. 373/01 - Modifica
2003 4.3-4.4 FESR N°1 Supplemento Straordinario n.2 del 21-1-2003
Regolamento regionale 15 gennaio 2003, n. 1
Realizzazione e sostegno di iniziative edeventi idonei a valorizzare e promuovere laristorazione e l’enogastronomiad’eccellenza calabrese2003 4.3 FESR Dipartimento n.
9 Attività produttive
N°12 Supplemento Straordinario n.3 del 4-07-2003
Decreto 24 giugno 2003, n. 8707 Dip n. 8 Attività Produttive
POR Calabria - Misura 4.4.d integrata con Misura 4.3.a - L.R. n. 23/02 - art.5 e RR n.1/03 - Approvazione avviso esercizio 2003 ed attivazione procedure per la promozione della ristorazione e
Anno Misura Azione Fondo Settore Riferimento B.U.R.C. Provvedimento Oggetto2001 5.1 FESR Dipartimento n.5
Urbanistica e Ambiente
N° 102 Supplemento Straordinario n.9 del giovedì 15 novembre 2001
Deliberazione della Giunta regionale – 5 settembre 2001, n.754
Linee Guida per la redazione dei Programmi di Sviluppo Urbano e dei Progetti Pilota.
2002 5.2 a, b, c FESR Regione Calabria - Dipartimento Delegazione di Roma
N°3 Supplemento Straordinario n.4 del 27-2-2002
Deliberazione della Giunta Regionale 8 gennaio 2002, n. 1
Approvazione bando per l’individuazione di un soggettospecializzato per la progettazione partecipata del Centro Regionaleper l’Economia Sociale in attuazione dell’Azione 5.2.a del P.O.R.Calabria e Linee Guida Azioni 5.2.b - Ristrutturazione,adeguamento e creazione di infrastrutture e attrezzature asostegno dei servizi alla persona e alla Comunità e 5.2.c - Patti peril Sociale
2002 5.1 a FESR Giunta Regionale N°5 Supplemento Straordinario n.5 del 23-03-2002
Deliberazione della Giunta Regionale 26 febbraio 2002, n. 128
POR Calabria 2000-2006 - Misura 5.1 - Azione 5.1.a - Sviluppo e valorizzazione delle aree urbane - Linee Guida per la redazione dei Programmi di Sviluppo Urbano
2002 5.2 c FESR Dipartimento n. 15 Delegazione di Roma e Servizi Sociali
N°7 Supplemento Straordinario n.6 del 20-04-2002
Decreto n. 4275 del 22 aprile 2002
Manifestazione di interesse Misura 5.2c. P.O.R. Calabria 2000/2006
2002 5.2 b FESR Giunta Regionale N°14 Supplemento Straordinario n.5 del 8-08-2002
Deliberazione della Giunta Regionale 30 Luglio 2002. n. 686 e 687
Bando misura 5.2 Azione 5.2b P.O.R. Calabria - Servizi alla persona ed alla comunità
2002 5.2 b - c FESR Ex Dip.to 15 Obiettivi Strategici
N°22 Supplemento Straordinario n.4 del 7-12-2002
DECRETO n. 15195 del 21 novembre 2002 - DECRETO n. 16170 del 2 dicembre 2002
Pubblicazione avviso Misura 5.2B di cui all’articolo 13 del bando pubblicato in B.U.R.C. n. 5 dell’8/8/2002presa d'atto dei lavori delle commissioni di valutazione e dei progetti POR relativi alla misura 5.2 b e c di cui all'art.12 del bando
2003 5.2 - 5.3 c FESR Ex Dip.to 15 Obiettivi Strategici
N°5 Supplemento Straordinario n.7 del 27-03-2003
DECRETO 4 marzo 2003, n.1918 - 1919
Pubblicazione avviso Misura 5.3 C di cui all’articolo 10 del bando pubblicato in B.U.R.C. n. 5 dell’8/8/2002Presa atto lavori delle Commissioni di Valutazione dei Progetti P.O.R. relativi alla Misura 5.2 C di cui alla D.G.R. 687 del 30/7/2002. Determinazioni successive e conseguenti relative agli enti beneficiari (di cui all’articolo 10 del bando)
2003 5.2 b FESR Giunta Regionale n.8 supplemento straordinario n.4 del 24.04.03
Deliberazione della giuntaregionale - 1 aprile 2003, n.238
Presa atto ed approvazione misura 5.2b «Servizi alla persona ed alla Comunità» annualità 2002/2004 - P.O.R. Calabria 2000/2006
2003 5.1 b FESR Giunta Regionale n.17 supplemento straordinario n.4 del 23 settembre 2003
Deliberazione della giuntaregionale n.646 del 26 agosto2003
Misura 5.1 azione 5.1b Linee guida e bando per la selezione dei programmi di sviluopo urbano dei centri intermedi del sistema insediativo regionale.
Asse V
Anno Misura Azione Fondo Settore Riferimento B.U.R.C.
Provvedimento Oggetto
2002 6.3 FERS Dipartimento n.3 Bilancio e Finanze, politiche Comunitarie eSviluppo Economico
N°1 Supplemento Straordinario n.7 del 26-1-2002
Decreto Dirigente Generale n. 14703 del 27 dicembre 2001
Progetto “Soveria.it”- Società dell’Informazione – Approvazione bando di gara – Capitolato d’oneri e capitolato tecnico.
2002 6.3 FERS Dipartimento n. 3 Bilancio e Finanze - Settore Informativo Informatico e Statistico
non reperibile non reperibile Affidamento dei servizi relativi a: progettazione e realizzazione di un Sistema della COnoscenza per la PROgrammazione ed il controllo delle politiche regionali (SCOPRO).
2002 6.3 d FERS Dipartimento n. 3 Bilancio e Finanze - Settore Informativo Informatico e Statistico
N°21 Supplemento Straordinario n.3 del 18-11-2002
DECRETO n. 13337 del 18 ottobre 2002
Bando pubblico con invito a presentare Proposte di Progetto per «Applicazioni di commercio elettronico (e-commerce)» nell’ambito della Misura 6.3 «Società dell’Informazione» del Programma Operativo Regionale (P.O.R.) Calabria 2000-2006 Azione 6.3.d «Diffusione della Società dell’Informazione nei sistemi produttivi».
2003 6.3 FERS Dipartimento n. 2 Obiettivi strategici
N°9 Supplemento Straordinario n.1 del 19- 05-2003
DECRETO n. 475 del 22 gennaio 2003
Gara per la «realizzazione di una indagine conoscitiva sullo sviluppo della societa` dell’informazione in Calabria» – POR Calabria 2000-2006 – Misura 6.3 – Societa` dell’Informazione – Approvazione bando – Capitolato d’Oneri e Capitolato Tecnico
2003 5.2 - 6.3
b FERS Giunta Regionale N°12 Supplemento Straordinario n.2 del 3-07-2003
Deliberazione della giunta regionale 14 maggio 2003, n. 347
Approvazione del progetto «Promozione della Società dell’Informazione in Calabria» per la promozione, l’alfabetizzazione e lo spin-offPresa d'atto ed approvazione bando ed azioni integrate
Asse VI
Anno Misura Azione Fondo Settore Riferimento B.U.R.C. Provvedimento Oggetto
2001 7.1 FESR Affari Comunitari N° 100 Supplemento Straordinario n.1 del Giovedì 11 ottobre 2001
Decreto n.9306 del 28 settembre 2001
Bando di Gara per l’affidamento del serviziodi valutazione intermedia e finale del POR Calabria 2000/2006 (Reg. CE 1264/1999
2001 7.1 FESR Dipartimento n.3 Bilancio e Finanze, politiche Comunitarie e Sviluppo Economico
N°1 Supplemento Straordinario n.7 del 26-1-2002
Decreto Dirigente Generale n. 15048 del 31 dicembre 2001
Bando di gara con procedura aperta per l’affidamento del sevizio di Assistenza tecnica all’implementazione, alla sorveglianza ed al monitoraggio del POR Calabria 2000-2006
2002 7.1 Dipartimento 3 “Bilancio e Finanze, Politiche Comunitarie e Sviluppo Economico”
non reperibile non reperibile Bando di gara con procedura aperta per l’affidamento del sevizio di Assistenza tecnica connessa all'applicazione del regolamento (CE) 438/2001 relativo ai controlli finanziari di secondo livello (POR Ob. 1 CALABRIA 2000-2006)".
2003 7.1 N°5 Supplemento Straordinario n.12 del 8- 07-2003
Deliberazione della Giunta regionale n. 407 del 27 maggio 2003
Manifestazione di interesse per la formazione di short-list di consulenti senior e junior
Asse VII
173
6.3 Il presidio dell’attuazione del programma
6.3.1 Introduzione: il problema delle funzioni di direzione e
coordinamento
Il capitolo contiene un’analisi dei meccanismi di direzione e coordinamento adottati
dalla Regione Calabria per la gestione del POR 2000-2006. Questa analisi assume
come ipotesi di fondo che un ruolo rilevante nelle performance degli interventi
pubblici sia giocato dalle capacità delle istituzioni e dei loro apparati nell’esercizio
delle funzioni di governo e management dei processi di attuazione. In altre parole,
assume che i risultati delle politiche pubbliche siano influenzati dai meccanismi di
governance che le istituzioni sono in grado di mettere in opera (e non solo dai
modelli di intervento sottesi ai programmi e dalle caratteristiche dei contesti
ambientali in cui gli interventi sono attuati).
Già i documenti relativi al Programma di sviluppo del Mezzogiorno 2000-2006
hanno sottolineato l’importanza dell’affrontare la “questione amministrativa” come
pre-requisito per una positiva attuazione della programmazione comunitaria.
Il riferimento principale era qui costituito dalla debolezza delle strutture
amministrative, in particolare delle regioni; e dallo scarso livello di cooperazione tra
i diversi livelli del governo locale. Questo deficit di capacity amministrativa è stato
ritenuto di particolare importanza nell’ambito della programmazione 2000-2006
poiché:
è stata posta grande rilevanza sul ruolo delle regioni, cui è stata attribuita la
gestione di circa il 70% delle risorse attribuite all’Italia;
si tratta di interventi in cui una grande enfasi è posta sul partenariato locale e sulla
generazione dal basso delle proposte, coerentemente con l’impostazione che si
richiama alle teorie sullo sviluppo locale (e diversamente dalle impostazioni che
prediligono la soluzione degli incentivi automatici).
La Calabria è una regione in cui i limiti di capacità attuativa pubblica appaiono più
evidenti rispetto ad altre realtà del Mezzogiorno, caratterizzati in particolare:
dalla debolezza che ha connotato nel tempo gli apparati regionali, in
particolare per quanto concerne l’evoluzione in senso manageriale delle
funzioni di alta dirigenza, l’omogenea distribuzione nelle varie articolazioni
settoriali di expertise amministrative, lo sviluppo dei sistemi informativi, la
dotazione di risorse organizzative e tecniche; aspetti tanto più rilevanti in un
174
apparato caratterizzato anche, specie in alcuni settori, da una organizzazione
logistica territorialmente assai articolata;
dalla debolezza degli apparati provinciali, non coinvolti in modo significativo
nel recente passato da soluzioni di delega da parte della Regione; mentre
invece si assiste ad un rinnovato interesse per l’ente intermedio –
coerentemente con gli orientamenti delle riforme istituzionali e
amministrative iniziate nel decennio scorso - in altre parti del Paese;
da un tessuto di enti locali fortemente disomogeneo, scarsamente
organizzato per centri ordinatori, se si eccettua il ruolo delle città capoluogo;
in generale, da una debole esperienza di partenariato verticale tra i vari livelli
del governo locale, pur sottolineando come una serie di programmi
comunitari (in particolare Leader) abbiano contribuito a promuovere forme di
partenariato locale e ad ispessire relazioni significative (seppur con
riferimento alla specifica realtà in oggetto) tra attori locali, istituzionali e del
tessuto socio-economico.
Queste premesse giustificano l’attenzione rivolta al tema della capacity
amministrativa dal Por Calabria, attenzione che ha condotto la Regione a ricercare
strade anche anticipatrici rispetto a quanto adottato in seguito da altre regioni.
Tuttavia, nel periodo 2001-2002 l’attuazione delle previsioni del Por ha incontrato
molteplici ostacoli, anche a causa di un lungo periodo – seguito al cambio di
maggioranza politica in Regione Calabria – in cui le funzioni di Autorità di gestione
del Por sono risultate nella pratica non completamente presidiate. Solo a partire
dalla seconda metà del 2002 si è assistito ad una ripresa del governo delle attività
connesse al Por, anche sotto il profilo della riorganizzazione e direzione degli
apparati regionali; azione che tuttavia ha necessitato di un certo periodo per
evidenziare i primi effetti.
In termini generali, la soluzione adottata per il Por Calabria (in analogia con altre
regioni, tra cui Campania e Sicilia) è stata quella di sostenere i processi di
attuazione del Por attraverso l’innesto negli apparati regionali di professionalità
reclutate all’esterno degli apparati stessi (si è data particolare enfasi anche alla
provenienza da fuori regione, in particolare per i componenti del NVVIP, attraverso
la pubblicizzazione dei bandi a scala europea). Oltre alla posizione di Autorità di
gestione del Por, questa impostazione ha riguardato in particolare i componenti
della Sog – Struttura operativa di gestione, una struttura costituita ad hoc per
fornire un supporto esperto ai Dipartimenti e per assicurare un collegamento
175
continuo tra questi e l’Autorità di gestione; ed inoltre anche il Nucleo di valutazione
e verifica degli investimenti pubblici (ex L. n. 144/1999).
Considerata la scelta dello Stato italiano di operare l’attuazione del QCS attraverso
un ampio decentramento alle regioni delle funzioni attuative, l’orientamento che è
possibile desumere dai passi effettuati dalla Regione Calabria è quello della
costituzione di una sorta di task force a supporto della macchina ordinaria. Una tale
soluzione può essere considerata alternativa alla scelta di intervenire direttamente
al rafforzamento dell’apparato regionale; oppure, alla scelta di puntare a più
consistenti esternalizzazioni di funzioni gestionali. La soluzione adottata presenta
alcuni elementi positivi sotto il profilo del ragionamento teorico; dati i tempi di
attuazione del Por, un’azione basata sul solo rafforzamento della macchina
regionale ordinaria avrebbe richiesto sicuramente tempi più lunghi; mentre azioni
più innovative probabilmente avrebbero dovuto fare i conti con un contesto
complessivo probabilmente non pronto (avrebbero comunque richiesto capacità
progettuali e direzionali probabilmente non disponibili nel breve periodo). L’idea
della task force è quindi interpretabile con l’esigenza di costruire nel breve periodo
uno stock di capacità gestionali in grado di avviare le attività del Por, ipotizzando
anche nel medio periodo una capacità di influenza positiva da questa task force
sulla macchina ordinaria (includendo in questo compito anche il ruolo del Nucleo di
valutazione e verifica degli investimenti pubblici, ex L. n. 144/1999).
In termini comparati, sulla base di analoghe premesse, la soluzione di introdurre
elementi di discontinuità negli apparti attraverso l’immissione di professionalità
esterne è stata seguita – seppur con modalità specifiche – anche da altre regioni
(es.: Campania, Sicilia).
Questo modello logico di intervento può essere giudicato come coerente rispetto
alle problematiche sopra enunciate (pur trattandosi comunque di un equivalente
funzionale rispetto ad altre strade praticabili, anche congiuntamente).
E’ importante sottolineare, tuttavia, almeno due fattori necessari che a nostro
parere debbono accompagnare l’attuazione del modello al fine di assicurare un
minimo di successo attraverso questa scelta:
l’importanza della legittimazione interna delle strutture da parte del vertice
politico-amministrativo;
la definizione di criteri irrinunciabili in termini di costituzione e funzionamento di
queste strutture che potremmo definire “parallele” (anche se sostanzialmente
176
parte della Regione); e cioè, in sostanza, uno specifico investimento per il
presidio delle modalità di funzionamento di questo assetto;
un investimento comunque anche sugli aspetti tecnico-organizzativi e di
competenza della macchina ordinaria, per favorire e sostenere le relazioni tra
strutture parallele e apparato stabile.
Le modalità di attuazione del disegno sopra delineato sono state invece assai
carenti e in qualche occasione sostanzialmente tali da rendere vana la logica
sottesa; in qualche modo, non è possibile nemmeno argomentare la validità o meno
della soluzione prescelta, poiché nei primi tre anni di attuazione del Por le carenze
del processo attuativo sono stati tali da rendere pressoché impossibile un
funzionamento normale, in particolare della Sog. La stessa Regione ha comunque
riconosciuto queste criticità ed ha iniziato, solo a partire dalla seconda metà del
2002, ad assumere decisioni di rilievo orientate ad una interpretazione
maggiormente convincente dei problemi da affrontare.
In termini specifici, una prima evidenza empirica delle difficoltà attuative del primo
periodo di attuazione del Por 2000-2003 è rinvenibile nel ritardo con cui è stata
resa effettivamente operativa l’Autorità di gestione: questa posizione ha iniziato a
dirigere e coordinare con continuità le attività connesse al Por solamente a partire
da metà 2002. Nella primavera 2003 alcuni ulteriori cambiamenti sono da
interpretare nella direzione di un ulteriore rafforzamento della posizione (il fino ad
allora responsabile dell’Autorità di gestione è stato nominato direttore generale del
Dipartimento Bilancio, finanze, programmazione e sviluppo economico, e nella
posizione di Autorità di gestione – che viene assunta dal dirigente del Settore
Programmazione, sviluppo economico, interventi comunitari – è subentrata una
nuova responsabile). Questo ultimo intervento appare anche a chi scrive come teso
a potenziare la linea di coordinamento Giunta-apparati ed in ogni caso a consolidare
l’organizzazione del presidio del Por.
Un altro fattore di criticità nel periodo trascorso è da intravedere nell’attività della
Struttura operativa di gestione – Sog, l’organismo che avrebbe dovuto supportare
con le proprie specifiche competenze l’attività dei Dipartimenti nell’attuazione del
Por, e che invece per i primi due anni ha funzionato in modo subottimale rispetto
alle premesse. Di recente, pur permanendo alcune criticità di rilievo, l’operatività
dei soggetti effettivamente impegnati nella Sog sembra essersi avviata su standard
positivi.
177
Criticità ha presentato anche il funzionamento del Nucleo di valutazione e verifica
degli investimenti pubblici. Diversamente da altre regioni Obiettivo 1, in Calabria
questo organismo non ha conosciuto una valorizzazione appropriata: fatto è che
una struttura pensata per supportare gli apparati con specifiche competenze in
materia di valutazione ex ante, analisi di studi di fattibilità, ecc., è stata in sostanza
svuotata di funzioni significative; la recente nomina del Coordinatore del Nucleo (a
quasi due anni dalla sua costituzione operativa e a tre dalla sua istituzione)
potrebbe essere un primo passo verso un suo recupero di funzionalità.
Un ulteriore elemento di rilievo su cui il disegno originario aveva puntato ai fini di
assicurare elementi virtuosi nel presidio della gestione del Por è costituito dai
responsabili di misura; anche in questo caso si rileva una iniziale difficoltà nella
copertura di queste posizioni, a causa della imperizia con cui sono state condotte le
procedure di individuazione e selezione. A metà del 2003 ancora qualche misura
risulta scoperta ed alcune difficoltà vengono comunque lamentate in merito alla
carenza di effettive competenze utili alla gestione delle funzioni connesse a queste
posizioni.
Sempre in tema di analisi delle capacità di presidio e gestione, il tema dei PIT –
Progetti integrati territoriali merita anch’esso una specifica considerazione, poiché
anche questo ambito appare caratterizzato da una difficoltà nel governo dei
processi attuativi a fronte di un ambizioso modello di riferimento, adottato dal Por,
in quanto basato sulla mobilitazione di tutto il territorio regionale (sono 23 i Pit
promossi, che coprono tutto il territorio calabro). Difficoltà che hanno condotto ad
un sostanzioso ritardo nell’avanzamento delle procedure di selezione e avvio.
Tuttavia, essendo questo un terreno rilevante per la qualificazione della spesa, il
ritardo accumulato non deve costituire un alibi per un utilizzo delle risorse
attraverso procedure più spedite ma anche più povere sotto il profilo dei contenuti.
Piuttosto, nel rimarcare il carattere strategico dei Pit, l’invito è ad una accurata
selezione delle proposte in grado di soddisfare i criteri di integrazione,
concentrazione delle risorse su un numero limitato di iniziative prioritarie, sviluppo
del partenariato locale, sviluppo di relazioni regioni-governi locali basato su regole
certe.
6.3.2 Le principali strutture regionali coinvolte nell’attuazione del POR:
l’Autorità di gestione
Sotto il profilo gestionale interno alla Regione Calabria, l’attuazione del Por si basa
fondamentalmente sulla seguente organizzazione:
178
Autorità di gestione (rivestita dal Dirigente del Settore Programmazione,
sviluppo economico, interventi comunitari), con funzioni di direzione delle
attività, ecc.
Struttura operativa di gestione - Sog
Responsabili di misura
Dipartimenti
Controlli di secondo livello
Autorità di pagamento (per Fondo)
Autorità ambientale
Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici (Nuvv)
In questa sede l’attenzione è portata specificamente sull’operatività dei seguenti
soggetti, in quanto rilevanti per le attività di governo del processo di attuazione del
Por: Autorità di gestione, Sog, Nucleo di valutazione, Responsabili di misura. Un
breve approfondimento riguarda anche lo stato di avanzamento dei Progetti
integrati territoriali, in quanto caso emblematico delle problematiche di
governabilità di parti complesse del Por. Infine, un cenno riguarda anche
l’operatività della misura 7.1., dedicata ai servizi di assistenza tecnica e di
valutazione indipendente.
Per quanto riguarda l’Autorità di gestione, tale posizione è rimasta
sostanzialmente vacante (al di là della sua formale assunzione in qualità di facente
funzione da parte del direttore generale del Dipartimento Bilancio e
Programmazione) da circa metà del 2001 fino a maggio del 2002, data di entrata in
servizio del nuovo incaricato, reclutato all’esterno dell’Amministrazione regionale (il
quale è stato nominato responsabile pro-tempore del Settore 11 Programmazione e
sviluppo economico, nell’ambito del quale opera in posizione di staff il Nucleo di
valutazione). Questo assetto è stato modificato nei primi mesi del 2003, quando il
responsabile dell’Autorità di gestione è stato nominato direttore generale del
Dipartimento Bilancio, finanze, programmazione e sviluppo economico, e al suo
posto, connesso alla direzione del Settore Programmazione, sviluppo economico,
interventi comunitari, è subentrata un nuovo responsabile (anch’esso reclutato
all’esterno). Questo assetto ha dato un nuovo slancio alla riqualificazione dei
meccanismi di governo del Por, costituendo anche un circuito di relazioni tra politica
e amministrazione più continuo; elementi a sostegno di questo giudizio sono ad
esempio:
179
le azioni per la rifunzionalizzazione della Sog anche in funzione del supporto
all’Autorità di gestione (attraverso la riconduzione delle sue attività alla
direzione dell’Autorità di gestione), e – seppur con orientamenti non ancora
evidenziati - del Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici
(attraverso la nomina di un coordinatore);
l’impegno per il completamento delle nomine dei responsabili di misura;
l’incarico ad un soggetto esterno per la realizzazione di un audit sui livelli di
sono state avviate attività di assistenza tecnica (ad es. quella relativa
all’applicazione del Regolamento CE n. 438/2001) ed è stata attribuita ad
una struttura posta alle dirette dipendenze della Presidenza della Giunta
regionale per le attività di controllo di secondo livello, al fine di garantire i
requisiti di autonomia e indipendenza;
sono state nominate nuove Autorità di pagamento;
sono state riformulate le Linee guida dei Pit.
6.3.3 La struttura operativa di gestione (SOG)
Il problema di riferimento
Una delle condizioni strategiche per favorire una adeguata attuazione del Por è
considerata nei documenti programmatici della Calabria (così come di molte altre
regioni Obiettivo 1) la questione del presidio del Programma e della
modernizzazione amministrativa. In particolare, uno dei problemi di fondo alla base
di questo obiettivo è costituito dall’esigenza di introdurre elementi di discontinuità
professionali in apparati costituiti prevalentemente da personale con formazione
generalista e caratterizzati da stili direzionali ancorati alla logica della regolarità del
procedimento amministrativo come unico parametro di efficacia dell’azione
pubblica.
La gestione del Por effettuata senza nuove risorse di personale specialistico è stata
considerata come una situazione che avrebbe condotto sicuramente ad esiti non
positivi.
Per questo motivo, la soluzione contenuta nel Por di individuare un forte centro
direzionale costituito:
dall’autorità di gestione e
180
da una struttura formata da personale con competenze specialistiche e
manageriali (sia settoriali che trasversali) per supportare il Settore
programmazione, sviluppo economico e politiche comunitarie della Regione,
è da considerare, alla luce di quanto sottolineato in premessa, come non
trascurabile; l’obiettivo è duplice:
a) introdurre competenze in grado di affrontare la complessità di un
programma ancorato a precisi obiettivi di tempestività realizzativa;
b) diffondere l’utilizzo di metodologie e tecniche sia di tipo settoriale che di tipo
trasversale.
La SOG è prevista nei documenti programmatici quale apparato formato da 10
program manager settoriali, 5 program manager territoriali e 6 specialisti
trasversali (in totale 21 unità, tutte da reclutare all’esterno degli organici regionali).
Prevista inoltre la possibilità di affiancare questi responsabili con consulenti senior a
tempo parziale e consulenti junior a tempo pieno.
L’idea di base è quella di assistere il Settore e i Dipartimenti regionali e i
responsabili di misura con competenze tecniche specifiche per:
predisposizione e definizione dei bandi di gara e atti consequenziali;
selezione di progetti da sottoporre al Nvvip;
stipula di contratti e convenzioni con i soggetti attuatori;
adempimenti procedurali relativi ai progetti finanziati;
monitoraggio fisico, procedurale e finanziario;
riprogrammazione degli interventi;
collaudo finale dei progetti e rendicontazione dei costi.
La Sog è prevista nei documenti organizzativi della Regione come in staff al Settore
11bis Coordinamento e attuazione dei programmi comunitari.
Sulla base di questi profili, le principali dimensioni di valutazione sono da
considerare:
a) adeguatezza delle modalità di costituzione e organizzazione;
b) rendimento dell’organismo in relazione al ruolo atteso.
181
La funzionalità della Sog
Iniziamo presentando una breve cronologia di riferimento.
Luglio 2000 Delibera della Giunta regionale n. 405 del 17 luglio 2000, che costituisce la Commissione per la selezione dei componenti della Sog (cfr. cfr. anche le deliberazioni della Giunta regionale n. 431 del 31 luglio 2000 e n. 728 del 18 ottobre 2000 che rettificano in parte la composizione del Comitato di selezione).
Settembre 2000 Decreto del dirigente generale del 22 settembre 2000, che avvia il bando per la selezione dei 21 componenti della Sog (scadenza 17 novembre 2000)
Aprile 2001 Graduatoria elaborata dal Comitato di selezione (Verbale del 3 aprile 2001) Deliberazioni della Giunta regionale n. 362, 363 del 27 aprile 2001,
attraverso cui si approva la graduatoria del concorso e vengono nominati i 21 componenti della Sog. Il contratto prende la forma di collaborazione coordinata e continuativa, di durata triennale e con periodo di prova di 6 mesi. Per quanto riguarda il tempo da impiegare nel lavoro, si dice che il professionista incaricato è impegnato per il tempo necessario al raggiungimento degli obiettivi.
Dei 21 nominati, tuttavia, sono 17 coloro che prendono servizio. Non viene nominato nessun coordinatore della struttura.
Maggio 2001 – agosto 2002
La Sog opera senza un coordinamento effettivo e quindi con accentuati caratteri di settorialità; l’assenza di una figura di direzione ne limita la legittimazione presso le strutture dei dipartimenti e accentua un impegno dei singoli componenti legato più a motivazioni soggettive che alle esigenze del Por (questi ultimi comportamenti favoriti anche dai contenuti non restrittivi dei contratti firmati con la Regione).
Settembre 2002 – settembre 2003
Il nuovo responsabile dell’Autorità di gestione inizia un’opera di riorganizzazione di fatto della Sog, individuando nell’AdG stessa la direzione dell’organismo. Ad ognuno dei circa 14 componenti effettivamente operativi a metà 2003 (secondo l’AdG) vengono attribuite le misure sulle quali operare il supporto a favore dei singoli dipartimenti. I componenti Sog operativi operano a supporto dell’Adg.
Sotto il profilo organizzativo, la Sog è inserita come staff nel Settore 11 bis
Coordinamento e attuazione dei programmi comunitari (all’interno del Dipartimento
Bilancio e finanze politiche comunitarie e sviluppo economico), il cui dirigente
generale ricopre la funzione di responsabile dell’Autorità di gestione del Por. Può
essere considerata, quindi, come una sorta di ufficio di supporto all’Autorità di
gestione.
Per il reclutamento dei componenti senior è stata attivata (nel settembre 2000) una
procedura ad evidenza pubblica, che si è conclusa nel maggio del 2001 con la
nomina delle 21 unità previste in relazione alle diverse figure professionali previste.
Successivamente solo 17 di queste hanno preso servizio. Il contratto di lavoro è
della forma della collaborazione coordinata e continuativa per tre anni rinnovabili,
con superamento del periodo di prova semestrale. Non sono stati reclutati
consulenti junior.
Sotto il profilo dell’operatività, è mancata fino alla metà del 2002 una direzione
della struttura, con ripercussioni significative sulla sua attività; solo una decina di
unità rispetto ai 17 reclutati è risultata (ed è tuttora) operativamente impegnabile a
182
supporto del Por. Anche le indagini sul campo relativi ai Pit hanno evidenziato le
difficoltà operative di parte della Sog.
L’Autorità di gestione ha successivamente assunto la guida della struttura e sta
operando al fine di utilizzarla quale proprio ufficio di supporto.
Assessment
Fino al settembre 2002 il funzionamento della Sog ha messo in luce una serie di
criticità di funzionamento della struttura:
• oltre alla carenza di 4 unità (aspetto quantitativo), l’Autorità di gestione
sottolinea l’esigenza, sotto il profilo qualitativo, di maggiori competenze utili al
supporto del Por, ad esempio connesse alla gestione dei fondi strutturali e al
ruolo di rapporteur;
• l’assenza – fino a metà 2002 – di una responsabilità di coordinamento,
considerata anche la situazione dell’Autorità di gestione, ha limitato l’impegno di
molte unità della Sog, anche a causa del tipo di contratto sottoscritto (che non
obbliga alla presenza presso gli Uffici regionali, ma solo al raggiungimento di
obiettivi che evidentemente non sono stati assegnati);
• i rapporti con i Dipartimenti di settore non sempre si sono sviluppati nel senso
previsto; le interviste effettuate lamentano infatti che solo in un numero limitato
di casi sembra essersi realizzata una collaborazione fattiva; inoltre, la mancanza
di coordinamento centrale ha favorito la “cattura” dei componenti su aspetti
prettamente dipartimentali, trascurando le esigenze di coordinamento e
integrazione per quanto riguarda gli obiettivi complessivi e i metodi di lavoro;
• fino a metà 2002 si sono inoltre aggiunti elementi di criticità sul lato della
gestione del rapporto di lavoro, poiché per un certo periodo non sono stati
pagati gli stipendi.
A partire dall’autunno 2002 l’AdG ha (utilmente) perseguito il disegno di fare della
Sog il proprio ufficio di supporto, risolvendo in tal modo sia un proprio problema
organizzativo sia quello della individuazione di una direzione della struttura. In
questo processo di riorganizzazione funzionale, si è sostanzialmente preso atto che
dei 17 soggetti reclutati in realtà solo una decina sono effettivamente disponibili per
le attività di supporto del Por. Secondo l’AdG, a partire dalla metà del 2003 si sono
progressivamente rese disponibili altre risorse, di modo che 14 membri della SOG
su 17 sarebbero ormai operativi. Un primo esito positivo di questo nuovo corso è
183
rinvenibile nelle attività Sog connesse al monitoraggio delle misure (pur se si deve
riscontrare una certa caduta di precisione negli ultimi documenti) e al supporto ai
singoli dipartimenti regionali (peraltro con un certo disequilibrio nella distribuzione
delle attribuzioni, come è emerso anche dalle interviste).
6.3.4 Responsabili di misura
Problema di riferimento e stato di attuazione
La funzionalità della gestione e delle attività di controllo (in particolare tecnico) a
livello di misura dipende dalla capacità di presidio esercitata dall’Autorità di
gestione attraverso i propri incaricati.
La Regione Calabria ha provveduto ad emanare nel 2001 un invito a manifestare
interesse per l’incarico di responsabile di misura, rivolto ai propri funzionari di VII e
VIII livello; alla responsabilità era commisurata una sorta di indennità di circa
10.000 euro.
Fino a quasi tutto il 2002 poco più del 50% delle 57 misure era coperto da un
responsabile effettivo (quando mancante, viene sostituito da un dirigente o dal DG
del Dipartimento).
Una delle cause della mancata accettazione da parte di coloro che pur si erano
dichiarati disponibili sarebbe da attribuire alla non volontà di spostamento a
Catanzaro da parte di coloro che lavorano presso altre sedi regionali, a fronte della
indennità assegnata per tale responsabilità (ritenuta inadeguata).
Peraltro, da alcune interviste sono emersi giudizi non positivi relativamente
all’adeguatezza al ruolo di alcuni dei soggetti selezionati.
La situazione a metà del 2003 è decisamente migliorata anche se permangono
ancora carenze significative, tra cui anche un rilevante turn over; di seguito sono
indicate le misure con responsabile nominato e operante, ed inoltre il soggetto Sog
addetto al supporto e al monitoraggio (i soggetti Sog sono indicati con lettere
stampatello maiuscole per evidenziare il numero di misure attribuito ad ognuno di
essi):
184
ASSE MISURA RDM Componente SOG
Misura 1.1 Sì A
Misura 1.2 Sì A
Misura 1.3 Sì B
Misura 1.4 Sì C
Misura 1.5 non nominato C
Misura 1.6 Sì C
Misura 1.7 non nominato D
Misura 1.8 non nominato D
Misura 1.9 Sì D
Misura 1.10 Sì D
ASSE I
Misura 1.11 non nominato D Misura 2.1 Sì E
Misura 2.2 Sì E
ASSE II
Misura 2.3 Sì E
Misura 3.1 Sì F
Misura 3.2 Sì F
Misura 3.3 Sì F
Misura 3.4 Sì F
Misura 3.5 Sì F
Misura 3.6 Sì F + E
Misura 3.7 Sì F
Misura 3.8 Sì F
Misura 3.9 Sì F
Misura 3.10 Sì F
Misura 3.11 Sì F
Misura 3.12 Sì F
Misura 3.13 Sì F
Misura 3.14 Sì F
Misura 3.15 Sì E
ASSE III
Misura 3.16 Sì G
Misura 4.1 Sì H
Misura 4.2 non nominato H
Misura 4.3 non nominato C
Misura 4.4 Sì C
Misura 4.5 Sì I
Misura 4.6 Sì I
Misura 4.7 Sì I
Misura 4.8 Sì I
Misura 4.9 Sì I
Misura 4.10 Sì I
Misura 4.11 Sì I
Misura 4.12 Sì I
Misura 4.13 Sì I
Misura 4.14 Sì I
Misura 4.15 Sì I
Misura 4.16 Sì I
Misura 4.17 Sì I
Misura 4.18 Sì I
Misura 4.19 Sì I
Misura 4.20 Sì I
ASSE IV
Misura 4.21 Sì I
185
ASSE MISURA RDM Componente SOG
Misura 5.1 non nominato L ASSE V Misura 5.2 Sì L
Misura 6.1 Sì M
Misura 6.2 Sì M
ASSE VI
Misura 6.3 Sì G
Nb: le lettere relative alla colonna “Componente Sog” identificano le unità di personale impiegate. Particolarmente critica appare la situazione dell’Asse I, dove mancano 4
responsabili; mancano inoltre 2 Rdm per l’Asse IV e uno per l’Asse V.
L’esercizio di autovalutazione ha mostrato inoltre come la nomina di un consistente
gruppo di Rdm sia piuttosto recente (primi mesi 2003), fatto che ha comportato
ovvie conseguenze sulla gestione delle Misure, rimaste “scoperte” per un
consistente periodo di tempo.
Sono emersi inoltre difficoltà di interazione con l’Autorità di Gestione, dovuti, da
una parte, alla recente nomina sia del nuovo responsabile dell’AdG sia di molti
Rdm; dall’altra, ad una situazione ancora decisamente insoddisfacente dal punto di
vista organizzativo e gestionale, che fa sì che in molti casi i Rdm non dispongano di
strumentazione tecnica adeguata (ad es.: pc collegato ad internet) e, addirittura, di
postazione, con ovvie ripercussioni sulla rapidità ed efficacia del flusso informativo.
Assessment
E’ chiaro come la mancanza di un presidio costante a livello di misura ponga una
serie di problemi rilevanti per la gestione e per le possibili azioni di
riprogrammazione. Senza la presenza dei responsabili di misura viene a mancare la
possibilità sia di gestire adeguatamente alcune importanti funzioni di guida della
fase di attuazione, sia di avere rapidamente feed-back sull’andamento delle azioni e
sulle probabilità del loro successo; in sostanza, ciò implica carenze sul lato delle
opportunità di reazione tempestiva in caso di criticità significative.
186
6.3.5 Il Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici
(NVVIP)
Problema di riferimento
La legge n. 144/1999 prevede l’istituzione presso ogni amministrazione centrale e
regionale di Nuclei di valutazione e verifica degli investimenti pubblici, con il
compito di garantire – attraverso il loro raccordo con l’analogo Nucleo di
valutazione operativo presso il Ministero dell’economia e delle finanze – il supporto
tecnico alle fasi di programmazione, valutazione ex ante, selezione, attuazione e
verifica di progetti e programmi, con particolare attenzione in questa fase ai
programmi operativi relativi ai Fondi strutturali.
Il problema affrontato è costituito dall’esigenza di migliorare i processi di
programmazione e controllo delle amministrazioni attraverso l’introduzione di una
struttura tecnica permanente:
a) dotata di competenze specialistiche in tema di valutazione ex ante ed ex post,
tendenzialmente non presenti nell’ambito dell’apparato amministrativo;
b) collocata in una posizione di relativa autonomia rispetto ai meccanismi di
comando;
c) in grado di rafforzare la propria posizione attraverso l’interazione con l’Uval e gli
altri nuclei.
Per favorire l’integrazione dei NVVIP nell’ambito delle rispettive strutture
amministrative, attraverso Progetto Nuval (promosso dal Ministero dell’Economia e
delle Finanze, e dal Dipartimento della Funzione Pubblica, con la collaborazione del
Formez) è stata condotta una riflessione che ha sottolineato le relazioni fra esigenze
delle amministrazioni, ruolo da affidare al NVVIP e caratteristiche organizzative del
NVVIP stesso. In sostanza, si enfatizza il fatto che la costituzione dei Nuclei deve
rispondere ad effettive esigenze delle amministrazioni e che quindi, all’interno di un
quadro comune, sono auspicabili scelte diverse in relazione ai problemi da
affrontare. Gli indirizzi elaborati sono qui richiamati succintamente (si veda per
esteso il documento: Nuval, Assistenza e consulenza alle amministrazioni nella
costituzione ed attivazione dei nuclei di valutazione e verifica degli investimenti
pubblici. Sintesi dell’attività al 10 ottobre 2001), perché sono un utile supporto per i
giudizi delle scelte della Regione Calabria.
Innanzitutto, per quanto concerne la funzione da ricoprire, si distingue tra una
funzione orizzontale ed una funzione verticale. Per funzione orizzontale si intende
187
quella di supporto tecnico di tutte le attività di programmazione, di strumento per
integrare fra loro e legare con procedure unitarie e trasparenti di selezione
progettuale le attività di programmazione degli investimenti pubblici di tutte le
branche (direzioni generali) rilevanti dell’amministrazione in questione (Nucleo
come integratore). Per funzione verticale si intende, invece, una orientata al
presidio e al conseguimento di specifici obiettivi determinanti per la
programmazione. In questo caso la “missione” del Nucleo è indirizzata a obiettivi
quantificati (le variabili di rottura, per esempio, nelle regioni obiettivo 1) da
conseguire individuando le azioni decisive per il loro conseguimento (i progetti
prioritari) e presidiandone un’attuazione coerente con le finalità da raggiungere.
Particolare rilievo assume qui la valutazione di progetti di particolare dimensione
e/o rilievo.
Un secondo aspetto che caratterizza posizione e comPiti del Nucleo è il suo grado di
autonomia. Non è qui in discussione a quale soggetto il Nucleo risponda, poiché la
normativa già prevede la sua collocazione nell’ambito delle strutture responsabili
per la programmazione. Si tratta di decidere se le valutazioni, i metodi, i rapporti
elaborati dal Nucleo vadano formalmente rimessi come “documenti finali”, con atto
autonomo interno, alla struttura amministrativa di riferimento, ovvero se quei
documenti tecnici debbano costituire dei “semilavorati intermedi” la cui
elaborazione finale e la cui formalizzazione vengono rimesse alla struttura
amministrativa di riferimento.
E’ qui evidente il legame fra i due aspetti che caratterizzano la funzione del Nucleo.
L’attività orizzontale, infatti, si presta maggiormente a un “ruolo intermedio” del
Nucleo, mentre l’attività verticale tende a richiedere un “ruolo finale”. Anche se la
connessione non è rigida e, come il mix di funzioni verticali e orizzontali, andrà
valutata e decisa caso per caso.
In sostanza, concludono gli indirizzi del Comitato tecnico-scientifico del Progetto
Nuval, si tratta di trovare, sulla base di una ricognizione della situazione di ogni
singola amministrazione e delle sue esigenze, una soluzione che, collocando il
Nucleo nella più diretta dipendenza dai vertici delle strutture con responsabilità di
programmazione e di indirizzo, ne garantisca l’autonomia (cfr. profilo 1), gli affidi
compiti – siano essi verticali o orizzontali – in modo tendenzialmente sistematico
(ossia: solo in modesta parte “a domanda”), e ne codifichi i rapporti con le diverse
strutture dell’amministrazione.
188
La valutazione del NVVIP sotto il profilo dell’analisi procedurale e attuativa può
basarsi sulle seguenti dimensioni:
a) adeguatezza delle modalità di costituzione e organizzazione;
b) rendimento dell’organismo in relazione al ruolo atteso.
L’attuazione del Nucleo di valutazione in Regione Calabria
Il NVVIP Calabria è stato istituito con deliberazione della Giunta regionale n. 249
del 20 marzo 2000, integrata e modificata dalla deliberazione n. 406 del 17 luglio
2000; è stato collocato in posizione di autonomia (sotto il profilo amministrativo,
organizzativo e funzionale) nell’ambito del Dipartimento Bilancio e finanze, Politiche
comunitarie e Sviluppo economico. La sua composizione prevista è costituita da 7
unità: un direttore e 6 esperti. La Calabria è stata la prima regione italiana ad
attivarsi in tal senso, ed ha usufruito dell’apporto del Progetto Nuval.
Sotto il profilo attuativo, il NVVIP è stato costituito concretamente nell’aprile 2001,
quando sono stati reclutati dopo procedura ad evidenza pubblica:
• oltre al responsabile, 6 componenti, di cui 5 esterni ed un interno, per le
attività specifiche affidate al NVVIP, incaricati con deliberazione della Giunta
regionale n. 360 del 27 aprile 2001;
• 2 componenti, uno esterno ed un interno, al fine di rafforzare sia le funzioni
del NVVIP sia le attività relative ai controlli di secondo livello (verifica di
efficacia del sistema di gestione e controllo), incaricati con la deliberazione
della Giunta regionale n. 361 del 27 aprile 2001;
I soggetti esterni sono reclutati con contratto di collaborazione coordinata e
continuativa, senza alcuna previsione circa il tempo di impegno, salva la dizione
che il professionista incaricato è impegnato per il tempo necessario al
raggiungimento degli obiettivi.
Dei 6 componenti reclutati con la delibera n. 360, due non hanno preso servizio;
così come dei 2 membri reclutati con la delibera n. 361, un primo componente non
ha in realtà mai preso servizio, essendo diventato dirigente di un settore regionale
(senza tuttavia avere a lungo esercitato l’opzione fra le due posizioni, in questo
modo rendendo impossibile la sua sostituzione presso il NVVIP; solo di recente ha
rinunciato all’incarico all’interno del Nucleo); l’altro componente è stato
successivamente incaricato dal Presidente della Giunta di coordinare l’elaborazione
di un PIS.
189
Per la gran parte del 2002, quindi, i componenti operativi sono stati
sostanzialmente 4, di cui uno occupato a tempo pieno nelle attività di monitoraggio
del Por. Successivamente, tra la fine del 2002 e il settembre del 2003, i componenti
operativi sulle funzioni specifiche del Nucleo si sono ridotti a 2 unità.
Per quanto concerne il responsabile del NVVIP, questi è stato inizialmente
individuato con delibera della Giunta regionale, ma non è stato dato seguito a
questo orientamento con la stipula del contratto. Provvisoriamente è stato poi
affidato un incarico di facente funzioni, più formale che sostanziale, ad un dirigente
interno. Infine, a giugno 2003 è stato nominato, con affidamento diretto, il nuovo
Direttore del Nucleo (deliberazione della Giunta regionale n. 413 del 4 giugno
2003). In sostanza, il NVVIP ha operato per i primi due anni senza direzione. Con la
stessa deliberazione il Nucleo è stato posto alle dirette dipendenze del Presidente
della Giunta, togliendolo quindi dalla collocazione nell’ambito della
Programmazione.
Con deliberazione n. 672 del 10 settembre 2003, è stata poi decisa la costituzione
della segreteria tecnica a supporto del Nucleo. Inoltre, è stata decisa anche la
localizzazione dell’organismo presso una nuova sede operativa, adeguata sotto il
profilo dei locali e della strumentazione. Le interviste effettuate ai componenti del
Nucleo a metà novembre 2003, indicano anche la volontà dell’Amministrazione di
procedere ad un rafforzamento numerico del Nucleo (per la quale il valutatore
auspica il ricorso a procedure ad evidenza pubblica).
Da sottolineare, infine, che non sono stati reclutati – alla data del settembre 2003 –
i giovani neo-laureati da utilizzare come supporto, così come previsto dal CdP.
L’analisi può essere sviluppata con l’identificazione delle funzioni assegnate al
Nucleo di valutazione, rinvenibili in particolare nella l. n. 144/1999 , nel Por e in
altri documenti, in particolare il Complemento di programmazione (che anche in
relazione alle funzioni del NVVIP ha subito varie modificazioni, nel complesso
tendenti ad una limitazione delle attribuzioni).
190
Riferimento Contenuto Tipo/ Ruolo
l. 144 /99 Art. 1, secondo comma lett, a, b, c
Le amministrazioni centrali e regionali istituiscono propri nuclei di valutazione e verifica degli investimenti pubblici che, in raccordo fra loro e con il Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, garantiscono il supporto tecnico nelle fasi di programmazione, valutazione, attuazione e verifica di programmi e politiche di intervento promossi e attuati da ogni singola amministrazione. Curano: a) l'assistenza e il supporto tecnico per le fasi di programmazione, formulazione e valutazione di documenti di programma, per le analisi di opportunità e fallibilità degli investimenti e per la valutazione ex ante di progetti e interventi, tenendo conto in particolare di criteri di qualità ambientale e di sostenibilità dello sviluppo ovvero dell'indicazione della compatibilità ecologica degli investimenti pubblici; b) la gestione del Sistema di monitoraggio di cui al comma 5, da realizzare congiuntamente con gli uffici di statistica delle rispettive amministrazioni; c) l'attività volta alla graduale estensione delle tecniche proprie dei fondi strutturali all'insieme dei programmi e dei progetti attuati a livello territoriale, con riferimento alle fasi di programmazione, valutazione, monitoraggio e verifica. Cfr inoltre Direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 settembre 1999 e il documento di protocollo approvato dalla Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, Regioni e Province autonome.
Art. 4 Valutazione e certificazione degli Studi di fattibilità
I finanziamenti previsti dal comma 5 (finanziamenti a fondo perduto dei progetti preliminari per opere in merito alle quali sia stato redatto uno studio di fattibilità) sono erogati dalla Cassa depositi e prestiti, (…), in misura pari a quella richiesta ma non superiore all'importo della tariffa professionale prevista per la redazione del progetto preliminare dell'opera, che non può avere un costo inferiore a lire 3 miliardi, entro i limiti delle disponibilità dei fondi assegnati ai sensi del medesimo comma, a sostegno delle iniziative progettuali per le quali sia stato redatto lo studio di fattibilità i cui risultati sono valutati positivamente e come tali certificati dalla struttura di valutazione regionale di cui all'articolo 1 e giudicati, con provvedimento del Presidente della Regione, compatibili con le previsioni dei rapporti interinali di cui alla deliberazione del CIPE del 22 dicembre 1998 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 302 del 29 dicembre 1998. (…).
V-A
Direttiva 9/99
I nuclei di cui al comma 1 assicurano: a) nell'ambito delle amministrazioni regionali, il supporto alla definizione e all'attuazione degli strumenti della programmazione regionale, alle azioni di sviluppo locale, all'applicazione degli istituti della programmazione negoziata; b) nell'ambito delle amministrazioni centrali dello Stato, il supporto alle fasi di programmazione, valutazione, attuazione e verifica di piani, programmi e politiche di interventi promossi e attuati da ogni singola amministrazione; c) complessivamente, una rete di risorse metodologiche e informative diffuse e condivise, in grado di valorizzare e trasferire le esperienze eccellenti, di elevare ed equilibrare il livello qualitativo e l'affidabilità delle politiche pubbliche di investimento, di ottimizzare l'impiego delle risorse progettuali e finanziarie.
POR Monitoraggio e verifica degli interventi. Realizzazione di un sistema di validazione e controllo di qualità delle procedure di raccolta, aggregazione e trasmissione dei dati, al fine di verificare la coerenza, la sicurezza e l’affidabilità mediante controlli su campioni significativi di informazioni.
V-A
Autorità ambientale Il NVVIP e AA si coordinano per la definizione degli indirizzi tecnici e metodologici inerenti la valutazione degli aspetti ambientali.
S-A
Supporto tecnico alle attività nelle fasi di programmazione, valutazione e attuazione e verifica di piani, programmi, progetti e politiche di intervento promossi dalla regione o altri enti.
O-S
Supporto al dirigente del Settore “Programmazione, sviluppo economico e politiche UE” nelle attività di coordinamento e sorveglianza del POR.
O-S
Valutazione Fornisce un supporto tecnico e metodologico all’Autorità di gestione del Por sulle attività volte alla costruzione e all’attivazione del sistema di valutazione, secondo le metodologie e le scelte che sono definite a livello di QCS. Supporta l’Autorità di gestione nell’ambito delle responsabilità di questa in tema di valutazione intermedia.
O-S
191
Riferimento Contenuto Tipo/
Ruolo Controlli di secondo livello
Si prevede di affidare ad una Sezione del NVVIP il compito di formulare le dichiarazioni che rappresentano l’atto conclusivo dell’azione di controllo prima del pagamento del saldo ai beneficiari. Tale dichiarazione deve sintetizzare le attività di controllo svolte negli anni precedenti ed esprimere un giudizio sulla fondatezza della domanda di pagamento del saldo, nonché sulla legalità e sulla regolarità delle operazioni cui si riferisce la certificazione delle spese. In tale ottica la Sezione del NVVIP, avvalendosi anche dei propri poteri ispettivi, svolge una attività intesa a verificare l’efficacia dei sistemi di gestione e controllo e, nel corso di attuazione del programma, esercita un controllo saltuario, tale da interessare alla fine almeno il 5% della spesa complessiva e un campione rappresentativo dei progetti e degli interventi finanziati (…).
V-A
CDP
(aggiornato al febb. 03)
Sistema di controllo – Controlli di secondo livello
La funzione di verifica dell’efficacia del sistema di gestione e controllo, coerentemente con il Reg. CE n. 1260/1999 è assegnata ad una specifica sezione del costituendo NVVIP della Regione Calabria, posta funzionalmente indipendente sia dall’Autorità di gestione sia dall’Autorità di pagamento.
Il Dipartimento “Bilancio e Finanze, Politiche comunitarie e Sviluppo economico” di concerno con la succitata sezione del NVVIP, (…), predisporrà un’adeguata pista di controllo (…).
O-S
Qualità del sistema di valutazione in itinere
La Regione Calabria … procederà, anche con il supporto del NVVIP, alla predisposizione del bando per l’affidamento dell’incarico della valutazione intermedia del POR entro il 31 dicembre 2001.
O-S
Qualità del sistema di valutazione degli effetti occupazionali
La Regione Calabria, presenterà al Comitato di Sorveglianza del POR Calabria entro il 3112 2001 il programma di attività di monitoraggio e di valutazione degli effetti sull’occupazione degli interventi (nel loro complesso o di quelli ritenuti più significativi) redatto secondo gli orientamenti contenuti nelle linee guida in corso di approvazione da parte del Comitato di Sorveglianza del QCS. Per la predisposizione del suddetto programma la Regione si avvarrà della collaborazione del proprio NVVIP, eventualmente supportato da Organismi specializzati nell’esecuzione di indagini e rilevazioni dirette
O-S
Rete informatica
I responsabili di misura, i componenti della SOG e del NVVIP ed i dirigenti regionali direttamente coinvolti nella gestione del POR saranno inseriti in una rete intranet che permetterà in tempo reale lo scambio di informazioni e di dati aggiornati su progetti e programmi, come organicamente illustrato nell’Allegato 5 del Complemento di Programmazione.
O-S
Sistema di monitoraggio e trasferimento dati
Il dirigente del settore "Programmazione, Sviluppo Economico e Politiche UE", nell'ambito del Dipartimento "Bilancio e Finanze, Politiche Comunitarie e Sviluppo economico", svolge un coordinamento ed una sorveglianza globale su tutto il POR, con il supporto tecnico del Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici (NVVIP) della Regione, nonché della Struttura Operativa di Gestione (SOG). L’Autorità di gestione del POR indirizza e coordina a livello metodologico, in stretto raccordo con l’IGRUE e con il Nucleo di Valutazione e Verifica degli investimenti pubblici della Regione, l'impostazione e l’implementazione del sistema di monitoraggio, assicurando che sia improntata a modelli e procedure omogenee secondo quanto stabilito al riguardo dal QCS Le procedure di raccolta, aggregazione e trasmissione dei dati fanno oggetto di un’azione di validazione e di controllo qualità, a cura del Nucleo Tecnico di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici della Regione – Sezione di verifica, al fine di verificarne la coerenza, la sicurezza e l’affidabilità mediante controlli casuali su campioni significativi di informazioni. Una specifica procedura permette l’individuazione tempestiva dei “punti di crisi”.
O-S
V-A
192
Riferimento Contenuto Tipo/ Ruolo
PIS Fase 2 – Individuazione dei PIS: Le proposte di studi di fattibilità per l’individuazione di nuovi PIS saranno valutate dal NVVIP. (…)
Fase 7 – Definizione dei PI: Sarà compito del NVVIP verificare la validità delle valutazioni presentate dal Soggetto promotore e richiedere, laddove se ne ravvisi la necessità, tutti gli opportuni chiarimenti, suggerendo le eventuali modifiche. Al termine della sua attività il Nucleo presenterà, avendo cura di provvedere alla pubblicazione degli atti, un parere che verrà inoltrato alla Giunta regionale per la decisione finale.
V-A
V-A
PIT Fase 5 – Valutazione e negoziazione dei PIT: Supporto al Dipartimento Bilancio e Programmazione nella valutazione delle proposte di PIT.
Fase 6 – Selezione dei progetti settoriali e intersettoriali: Valutazione dei progetti settoriali ed intersettoriali dei PIT.
Progetti integrati per le filiere e i distretti locali della pesca: Selezione dei progetti integrati. I progetti dovranno essere presentati e discussi con i Partenariati istituzionali e socio-economici di riferimento sia durante la fase di elaborazione che dopo la conclusione dei lavori. I documenti così elaborati saranno sottoposti alla valutazione del NVVIP per passare successivamente alle fasi di negoziazione e approvazione
Linee guida per l’elaborazione dei PIT
L’Unità centrale di coordinamento svolge i compiti di coordinamento, sorveglianza e controllo, basandosi sul lavoro svolto principalmente dal Dipartimento Bilancio e Programmazione, e che si avvale in questa attività dell’operato, per le rispettive competenze, del NVVIP e della SOG. L’Unità centrale di coordinamento è composta da (…) il NVVIP con ruolo di istruttoria di progetto.
O-S
V-A
V-A
O-S
Autorità ambientale.
Coordinamento tra A.A., il Nucleo tecnico di valutazione e verifica del Ministero del Tesoro, Bilancio e P.E. e il Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici della Regione Calabria, per la definizione degli indirizzi tecnici e metodologici inerenti la valutazione degli aspetti ambientali
O-A
Programmi e progetti in generale L’Amministrazione Regionale definirà, con atti successivi, le categorie di programmi o progetti (individuati sia sulla base della tipologia sia sulla base della dimensione) per il finanziamento dei quali il parere del NVVIP costituirà requisito indispensabile. Il NVVIP avrà il compito di fornire, tenendo in considerazione tra l’altro gli orientamenti nazionali e comunitari rilevanti, linee guida e indicazioni metodologiche su particolari aspetti del ciclo di programmazione e progettazione
V-A
Azione 1.7.a - Gestione integrata dei rifiuti solidi urbani, anche pericolosi e assimilabili Interventi per lo sviluppo della raccolta differenziata - Fase 3 - Individuazione procedure valutative delle operazioni da realizzare e dei relativi Beneficiari Finali: i soggetti interessati dovranno far pervenire al Dipartimento Urbanistica e Ambiente un programma integrato di interventi per lo sviluppo della raccolta differenziata nel territorio. I programmi saranno elaborati sulla base di specifiche linee guida preparate dal Dipartimento in collaborazione con il NVVIP della Regione. Interventi per lo sviluppo del sistema integrato di gestione dei rifiuti RSU e assimilabili: - Fase 3 - I Beneficiari finali, di concerto con il NVVIP Calabria, predisporranno gli strumenti informativi e operativi (bandi, documentazione tecnica, griglie di valutazione, pagine web, sportelli informativi, information package, etc.) per la selezione delle proposte. La selezione delle proposte di intervento verrà attuata dal Beneficiario finale con il supporto del NVVIP Calabria.
O-A O-S
Azione 1.7.b - Gestione integrata dei rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi Fase 3 – Individuazione, attraverso bandi di gara, delle operazioni da realizzare nella azione. Per la valutazione e la selezione delle proposte saranno definiti dei criteri e degli indicatori di valutazione specifici elaborati con il supporto del NVVIP della Regione Calabria. Insieme alla griglia di valutazione verranno definite anche le metodologie e le procedure operative per definire il punteggio minimo di ammissibilità alle proposte. Saranno elaborate anche specifiche guide operative che dovranno essere utilizzate dalla Commissione di selezione per valutare le proposte.
O-S
193
Riferimento Contenuto Tipo/ Ruolo
MISURA 1.10 – RETE ECOLOGICA (FESR) Fase 1 – Elaborazione dei progetti integrati per lo sviluppo della rete ecologica regionale. Elaborazione e selezione dei progetti integrati. I progetti dovranno essere presentati e discussi con i Partenariati istituzionali e socio-economici di riferimento sia durante la fase di elaborazione che dopo la conclusione dei lavori. I documenti così elaborati saranno sottoposti alla valutazione del NVVIP per passare successivamente alle fasi di negoziazione e approvazione.
V-A
Versione aggiornata
Versione precedente (18 gen.02)
Azione 1.11.b - Miglioramento della qualità del servizio elettrico Per l’attuazione dell’azione, il soggetto gestore della rete elaborerà e presenterà all’Amministrazione responsabile della misura un Piano d’Azione, elaborato secondo le modalità definite dall’Amministrazione Regionale, anche con il supporto del NVVIP della Regione Calabria (…). Il Piano, predisposto dal Soggetto Gestore, sarà presentato all’amministrazione regionale che – anche con il supporto del NVVIP e dopo aver avviato specifiche iniziative di concertazione con le Associazioni e le Amministrazioni locali … lo approverà con apposito atto amministrativo e ne darà diffusione presso tutti i soggetti interessati. L’Amministrazione Regionale, sulla base dell’analisi della qualità del servizio elettrico per utenza industriale nelle diverse aree territoriali e di un piano di azione complessivo a livello regionale elaborato dal Soggetto Gestore della rete, effettuerà, anche con il supporto del NVVIP specifiche iniziative di concertazione con le Associazioni imprenditoriali e le Amministrazioni locali per individuare le priorità di intervento. Su queste basi verrà effettuata la progettazione esecutiva degli interventi e la realizzazione degli stessi.
O-S
Versione precedente
(18 gen.02)
Azione 1.11.c - Miglioramento e completamento della rete di adduzione del metano. L’azione sostiene il completamento della rete primaria di adduzione del gas metano nella regione attraverso la realizzazione di alcune tratte di adduttori mancanti. Gli interventi individuati, dovranno essere valutati dal NVVIP della Regione Calabria, o nel caso non sia ancora operativo, da una Commissione di Valutazione.
V-A
Versione precedente (18 gen.02)
Azione 1.11.c – Miglioramento e completamento della rete di adduzione del metano. Fase 2 – Selezione dei partner privati per la realizzazione e gestione degli impianti. Le proposte dei privati saranno valutate e selezionate NVVIP della Regione Calabria, se regolarmente costituito, o da una Commissione di Valutazione appositamente nominata dall’Amministrazione Regionale, sulla base dei criteri previsti dal bando e definiti nelle suddette attività di pianificazione.
V-A
Versione precedente (18 gen.02)
Azione 2.1.a - Valorizzazione del patrimonio archeologico della Magna Grecia
Progetto pilota per la valorizzazione dell’area archeologica di Sibari. L’intervento dovrà intendersi come progetto pilota da estendere agli altri parchi archeologici, testimonianza della civiltà Magno Greca nella regione. L’avvio dell’intervento sarà subordinato alla valutazione del progetto esecutivo, che sarà elaborato sulla base dei risultati dello studio di fattibilità, da parte del NVVIP della Regione Calabria e da una Commissione di esperti. Creazione di parchi tematici. Tra le tipologie di operazioni previste per la realizzazione dei parchi: studi di fattibilità e progetti esecutivi che dovranno essere valutati da parte del NVVIP della Regione Calabria e da una Commissione di esperti.
V-A
MISURA 2.2 – SERVIZI PUBBLICI PER LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE Fase 2 – Selezione, attraverso procedure di evidenza pubblica, delle operazioni da realizzare. Per la valutazione e la selezione delle proposte preliminari e finali saranno definiti dei criteri e degli indicatori di valutazione specifici elaborati dal Dipartimento ‘Cultura, Istruzione, Beni Culturali, Affari Sociali, Politica della Famiglia’ della Regione Calabria con il supporto del NVVIP della Regione Calabria.
O-S
Azione 2.3.c - Sostegno alle iniziative imprenditoriali nel settore del restauro, della conservazione e della valorizzazione del patrimonio culturale regionale Fase 2 – Selezione, attraverso procedure di evidenza pubblica, delle operazioni da realizzare. Per la valutazione e la selezione delle proposte preliminari e finali saranno definiti dei criteri e degli indicatori di valutazione specifici elaborati dal Dipartimento ‘Cultura, Istruzione, Beni Culturali, Affari Sociali, Politica della Famiglia’ della Regione Calabria con il supporto del NVVIP della Regione Calabria.
O-S
194
Riferimento Contenuto Tipo/ Ruolo
Azione 4.1.b - Pacchetti Integrati di Agevolazioni (PIA) per la creazione e lo sviluppo delle PMI industriali, artigiane e dei servizi Fase 2 – Individuazione, attraverso bandi di gara, delle operazioni da realizzare Per la valutazione e la selezione delle proposte saranno definiti dei criteri e degli indicatori di valutazione specifici elaborati dal Dipartimento Industria, Commercio e Artigianato della Regione Calabria con il supporto del NVVIP della Regione Calabria. Insieme alla griglia di valutazione verranno definite anche le metodologie e le procedure operative per definire il punteggio minimo di ammissibilità delle proposte. Saranno elaborate anche specifiche guide operative che dovranno essere utilizzate dalla Commissioni di selezione per valutare le proposte.
O-S
Azione 4.2.a - Potenziamento e valorizzazione delle infrastrutture per la localizzazione delle attività produttive Tutti gli investimenti sono sottoposti alla valutazione del Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici (NVVIP) della Regione Calabria. La realizzazione delle infrastrutture potrà essere attuata anche in collaborazione con il settore privato, attraverso gli strumenti della finanza di progetto. La definizione puntuale dello schema di finanza di progetto più idoneo per questa categoria di interventi sarà oggetto di valutazione del NVVIP. Il contributo pubblico sarà definito secondo modalità tali da essere compatibile con le norme in materia di aiuti di Stato. Fase 2 – Individuazione, attraverso bandi di gara, delle operazioni da realizzare Per la valutazione e la selezione delle proposte saranno definiti dei criteri e degli indicatori di valutazione specifici elaborati dal Dipartimento Industria, Commercio e Artigianato della Regione Calabria con il supporto del NVVIP della Regione Calabria. Insieme alla griglia di valutazione verranno definite anche le metodologie e le procedure operative per definire il punteggio minimo di ammissibilità delle proposte. Saranno elaborate anche specifiche guide operative che dovranno essere utilizzate dalla Commissioni di selezione per valutare le proposte.
V-A O-S
Azione 4.2.b - Rafforzamento dei sistemi produttivi esistenti ed in via di formazione localizzati sul territorio regionale e sostegno all’integrazione e al potenziamento delle filiere produttive regionali L’azione sarà realizzata attraverso la realizzazione di piani di investimento aziendali, presentati da soggetti imprenditoriali rappresentativi delle imprese dell’area e/o dalle società d’area da esse costituite, che saranno finanziati attraverso lo strumento del contratto di programma di cui all’APQ e dei PIA – Pacchetto Integrato di Agevolazioni descritto nell’ambito della Misura 4.1. I piani di investimento aziendali saranno sottoposti alla valutazione del Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici (NVVIP) della Regione Calabria.
V-A
Versione precedente (18 gen.02)
Azione 4.2.c - Sostegno all’integrazione e al potenziamento delle filiere produttive regionali L’azione sarà realizzata attraverso la realizzazione di piani di investimento aziendali, presentati da soggetti imprenditoriali rappresentativi delle imprese delle specifiche filiere, che saranno finanziati attraverso lo strumento del contratto di programma di cui all’APQ e dei PIA – Pacchetto Integrato di Agevolazioni descritto nell’ambito della Misura 4.1. I piani di investimento aziendali saranno sottoposti alla valutazione del Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici (NVVIP) della Regione Calabria.
V-A
Azione 4.2.c - Attrazione di iniziative imprenditoriali strategiche per lo sviluppo regionale L’azione sarà attivata sia attraverso la partecipazione al finanziamento dei contratti di programma, nell’ambito dell’Accordo di Programma Quadro “Infrastrutturazione per lo sviluppo locale” che sarà sottoscritto tra Governo Nazionale e Regione Calabria, che attraverso contratti di investimento da realizzare mediante specifici bandi di gara. La selezione sarà effettuata in collaborazione con il NVVIP della Regione Calabria. I contratti di investimento saranno implementati attraverso lo strumento dei PIA - Pacchetto Integrato di Agevolazione. … L’azione prevede, infine, la realizzazione di attrattori di investimenti produttivi, quali il polo fieristico regionale, in connessione con la promozione delle filiere e dei sistemi locali regionali. La realizzazione degli attrattori sarà valutata dal NVVIP sulla base di specifici studi di fattibilità.
O-A V-A
195
Riferimento Contenuto Tipo/ Ruolo
Sub-Misura 4.20.a - Protezione e sviluppo delle risorse acquatiche Fase 2 – Individuazione, attraverso bandi di gara, delle operazioni da realizzare. Per la valutazione e la selezione delle proposte saranno definiti dei criteri e degli indicatori di valutazione specifici elaborati dal Dipartimento Agricoltura e Foreste della Regione Calabria con il supporto del NVVIP e dell’Autorità Ambientale della Regione Calabria. Insieme alla griglia di valutazione verranno definite anche le metodologie e le procedure operative per definire il punteggio minimo di ammissibilità delle proposte. Saranno elaborate anche specifiche guide operative che dovranno essere utilizzate dalle Commissioni di selezione per valutare le proposte.
O-S
Azione 5.1.a - Città e aree urbane principali Fase 2 - Elaborazione, valutazione e concertazione dei Progetti di Sviluppo Urbano. I PSU elaborati dalle Amministrazioni, che dovranno essere concertati con i Partenariati istituzionali e socio-economici locali, saranno sottoposti, acquisito il parere del Comitato Tecnico Scientifico e dell’ARA, alla valutazione di una commissione costituita da un rappresentante del NVVIP della Regione Calabria e da due esperti di chiara fama in analisi e programmi in economia applicata a livello territoriale e settoriale ed in valutazione di programmi e progetti nominati dall’Assessore regionale al’Urbanistica. A seguito della valutazione del NVVIP si avvierà si definirà la fase di negoziato tra l’Amministrazione Regionale e le Amministrazioni proponenti per l’approvazione provvisoria dei singoli PSU e la conseguente sottoscrizione del Protocollo di Intesa contenente le specifiche modalità attuative dei PSU. I PSU, così approvati, saranno pubblicati sul BURC – Bollettino Ufficiale della Regione Calabria.
V-A
Azione 5.1.b - centri intermedi del sistema insediativo regionale Fase 2 - Bando di gara per la selezione dei Progetti di Sviluppo Urbano. I PSU elaborati dalle Amministrazioni, che dovranno essere concertati con i Partenariati istituzionali e socio-economici locali, saranno sottoposti, acquisito il parere del Comitato Tecnico Scientifico e dell’ARA, alla valutazione di una commissione costituita da un rappresentante del NVVIP della Regione Calabria e da due esperti di chiara fama in analisi e programmi in economia applicata a livello territoriale e settoriale ed in valutazione di programmi e progetti nominati dall’Assessore regionale all’Urbanistica. alla valutazione del NVVIP della Regione Calabria. A seguito della valutazione del NVVIP si avvierà si definirà la fase di selezione per l’approvazione provvisoria dei singoli PSU e la conseguente sottoscrizione del Protocollo di Intesa contenente le specifiche modalità attuative dei PSU. I PSU, così approvati, saranno pubblicati sul BURC – Bollettino Ufficiale della Regione Calabria.
V-A
Azione 5.1.c - Reti di piccoli Comuni
Fase 2 - Bando di gara per la selezione dei Progetti Pilota per Reti di Piccoli Comuni. I progetti pilota elaborati dalle Amministrazioni, che dovranno essere concertati con i Partenariati istituzionali e socio-economici locali, saranno sottoposti, acquisito il parere del Comitato Tecnico Scientifico e dell’ARA, alla valutazione di una commissione costituita da un rappresentante del NVVIP della Regione Calabria e da due esperti di chiara fama in analisi e programmi in economia applicata a livello territoriale e settoriale ed in valutazione di programmi e progetti nominati dall’Assessore regionale all’Urbanistica. Alla valutazione del NVVIP della Regione Calabria. A seguito della valutazione del NVVIP si avvierà si definirà la fase di selezione per l’approvazione provvisoria dei singoli Progetti Pilota e la conseguente sottoscrizione del Protocollo di Intesa contenente le specifiche modalità attuative dei Progetti Pilota. I Progetti Pilota, così approvati, saranno pubblicati sul BURC – Bollettino Ufficiale della Regione Calabria.
V-A
Versione precedente (18 gen.02)
Misura 6.1 – Reti e Sistemi di Collegamento Esterno Nel periodo di transizione, cioè per il primo periodo del programma, in coerenza con quanto previsto nel POR e nel QCS obiettivo 1, verranno realizzati nell’ambito di questa misura esclusivamente interventi relativi alle componenti ‘invarianti’ del sistema di trasporti locale-globale di competenza del POR Calabria. (…) La verifica e la valutazione della ‘invarianza’ degli interventi, e la individuazione della gerarchia delle priorità tra i diversi interventi ‘invarianti’ proposti verrà effettuata dall’Amministrazione Regionale, attraverso il NVVIP, utilizzando la metodologia di valutazione ex-ante elaborata dallo Steering Committee ‘Trasporti’.
V-A
Versione precedente
Azione 6.1.a - completamento di raccordi viari strategici e potenziamento di alcuni assi stradali primari. La verifica e la valutazione della ‘invarianza’ degli interventi, e la individuazione della gerarchia delle priorità tra i diversi interventi ‘invarianti’ proposti, verrà effettuata dal NVVIP della Regione Calabria utilizzando la metodologia di valutazione ex-ante elaborata dallo Steering Committee ‘Trasporti’.
V_A
196
Riferimento Contenuto Tipo/ Ruolo
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MISURA 6.2 – RETI E SISTEMI REGIONALI
L’individuazione degli interventi da realizzare per le specifiche azioni è in corso di svolgimento, attraverso un processo di concertazione con le amministrazioni provinciali e comunali. La definizione della gerarchia delle priorità tra l’insieme degli interventi verrà effettuata dal NVVIP della Regione Calabria, utilizzando la metodologia di valutazione ex-ante elaborata dallo Steering Committee ‘Trasporti’. L’individuazione degli interventi sarà completata entro il primo semestre 2001.
Forum III Settore, Pari Opportunità). In particolare, si lamenta la difficoltà di avere
confronti sui programmi dei singoli assessorati coinvolti nell’attuazione delle singole
misure del Por.
Inoltre, si sottolinea come la progettazione integrata abbia privilegiato le relazioni
tra Regione e partenariato istituzionale (enti locali); mentre il coinvolgimento del
partenariato sociale è stato lasciato alla volontà dei singoli organismi Pit locali. Nella
sostanza, si rimarca, a parte alcune eccezioni, come il partenariato sociale sia
rimasto ai margini della elaborazione dei Pit (cosa emersa anche dai casi studiati
dal Valutatore); l’enfasi eccessiva sul rapporto con gli enti locali, secondo i soggetti
199
del partenariato sociale, ha dato troppa rilevanza al ruolo dei rappresentanti politici
e rischia di configurare i Pit come una mera operazione di trasferimento a pioggia ai
comuni, non finalizzata ad operazioni di rilievo strategico.
In generale, con riguardo al Por, i principali punti su cui il Partenariato sociale
esprime un giudizio critico sono:
• esigenza di qualificare la spesa limitando il ruolo dei progetti compatibili (sui
quali peraltro l’informazione regionale è stata scarsa);
• maggiore coinvolgimento nell’elaborazione di strumenti quali Pit e Apq;
• intensificare gli sforzi su tutti gli strumenti di programmazione negoziata, quali i
Programmi di Sviluppo Urbano, i Pis, i Pit, i Piar, i Pif;
• investire maggiormente risorse del POR destinate a ricerca, innovazione ed ITC;
• asse I: dare attuazione alle parti relative a Sorical (per la realizzazione degli
interventi soprabito, spingendo le Amministrazioni Provinciali a completare e
dare attuazione agli interventi previsti dai Piani di Ambito per il ciclo integrato
delle acque) e Arpacal;
• asse III: mancano azioni di sistema;
• asse IV: esigenza di favorire l’accesso al credito da parte dei soggetti proponenti
gli investimenti, costituendo e potenziando fondi di garanzia presso Soggetti a
ciò abilitati, (Azione 4.1.e)
• asse VI: sviluppare tema della società dell’informazione, (misura 6.3);
• si richiama l’esigenza di una maggiore attenzione verso le pari opportunità nella
formulazione dei bandi.
6.3.7 L’attuazione dei PIT (Progetti Integrati Territoriali)
Rimandando per un approfondimento più completo all’introduzione compresa nello
specifico paragrafo degli approfondimenti tematici, in questa sede è opportuno
sottolineare sinteticamente i seguenti fattori.
Innanzitutto, la scelta di procedere attraverso una programmazione dal basso
estesa a tutto il territorio regionale può essere considerata una soluzione
condivisibile per il contesto Calabrese, alla luce delle argomentazioni secondo cui il
programma Pit può essere utilizzato, in contesto che non hanno conosciuto azioni
diffuse di programmazione locale, per un lavoro di costruzione dal basso di una
sorta di “banca progetti” da utilizzare non solo per l’attuazione del Por ma anche
per le altre linee di intervento nazionali e regionali. Si tratta di una scelta non
200
seguita dalle altre regioni, ma che può essere ritenuta coerente con la situazione
calabrese. Tuttavia, le caratteristiche di una programmazione basata sul modello Pit
(tra cui la concentrazione territoriale finalizzata al raggiungimento di una soglia
minima di apprezzabilità degli investimenti, e l’integrazione tra risorse) necessitano
di elementi rilevanti per garantire il successo dell’iniziativa nell’ambito del Por, ed in
particolare:
a) una capacità di realizzazione che rispetti i tempi definiti dal Por (in particolare
per evitare rischi di disimpegno);
b) una capacità di direzione e di negoziazione con le realtà locali, al fine di
superare le tendenze alla distribuzione a piogge delle risorse.
Queste capacità di presidio sono certamente mancate fino ad ora, nonostante sia da
apprezzare l’intensa azione di mobilitazione dei territori locali realizzata tra il 2001
e la metà del 2002, e scarsa attenzione è stata prestata agli aspetti di governo del
processo attuativo.
Anzi, alcuni comportamenti regionali hanno contribuito a diffondere a livello locale –
ma anche presso alcune strutture della Regione – l’aspettativa per un uso dei Pit
più come strumento per facilitare l’emersione della domanda locale diffusa, che
come approccio per l’individuazione di priorità; si consideri ad esempio:
a) la suddivisione in via programmatica tra le varie aree delle risorse Por a valere
sui Pit, inserita nelle Linee guida, e cioè prima della presentazione delle
proposte;
b) la mancata esplicitazione nelle Linee guida di criteri operativi per la valutazione
delle proposte;
c) la scarsa chiarezza circa le risorse disponibili (aspetto su cui si sono più volte
soffermati gli intervistati);
d) i ritardi accumulati nella gestione del processo di attuazione;
e) l’assenza, dopo la metà del 2002, di un centro di coordinamento regionale, in
grado di definire con sufficiente precisione gli ambiti di compatibilità e di agire
quale punto di riferimento per i responsabili Pit.
Addirittura, i ritardi conseguiti hanno anche sollevato l’obiezione, nell’ambiente
regionale, sull’utilità di proseguire con i Pit, in quanto suscettibili di ritardare ancor
più l’utilizzo delle risorse Por, a fronte di stati di avanzamento modesti sulla
maggior parte delle misure.
Pur con una riarticolazione delle risorse impegnate in via programmatica (che,
peraltro, è suscettibile di introdurre ulteriori disallineamenti, in particolare per
201
quanto concerne le scelte sulle risorse Feoga e Fse), le nuove Linee guida
approvate dalla Regione Calabria agli inizi del 2003 confermano invece la volontà di
proseguire con l’attuazione dei Pit, e questa è da considerare una decisione
ragionevole in direzione della qualificazione della spesa a valere sul Por. Si tratterà
ora di vedere come procederà il meccanismo di selezione delle operazioni; l’auspicio
è che l’orientamento regionale sia quello di prestare maggiormente attenzione
all’esigenza di dirigere i finanziamenti su un limitato e qualificato set di interventi,
evitando opzioni a pioggia.
E’ chiaro che in un contesto come quello calabrese, caratterizzato dall’assenza di
una tradizione di cooperazione e di partenariato istituzionale (ad esempio, il ruolo
delle province risulta ancora marginale), oltre che di limitate esperienze di
programmazione integrata, lo sviluppo di un sistema di intervento basato sulla
collaborazione interistituzionale e sulla mobilitazione degli attori socio-economici
richiederebbe da parte della Regione una forte capacità di indirizzo e di
coordinamento e la disponibilità di tempi ragionevolmente più lunghi per favorire i
processi di attivazione e di adattamento30. La Regione Calabria non ha fino ad ora
assicurato queste prestazioni ed ha contato troppo sulle capacità intrinseche di un
processo di sviluppo dal basso, alimentando così sia il disappunto delle forze locali
che più si sono impegnate per l’elaborazione dei Pit, sia le attese di tutti gli enti
locali per ottenere almeno una quota di risorse.
6.3.8 Le attività di assistenza tecnica e valutazione (misura 7.1)
Per quanto concerne le attività di assistenza tecnica e di valutazione finanziabili
attraverso il Por, a questo stadio di avanzamento possono essere sviluppate alcune
considerazioni sintetiche.
I servizi di assistenza tecnica sono rimasti inutilizzati fino agli inizi del 2003 a causa
di divergenze interne alla regione circa la loro finalizzazione. Nei primi mesi del
2003 è stato aggiudicato un bando di assistenza tecnica a supporto delle attività di
controllo di secondo livello.
E’ stata quindi scartata l’ipotesi di un bando unico; la scelta operata dall’Autorità di
gestione a partire dalla seconda metà del 2002 è stata quella di consolidare prima
gli apparati interni (Sog in particolare), per considerare l’attivazione di singoli
servizi in relazione a specifici problemi. Questa opzione è sicuramente condivisibile,
30 E’ interessante a questo proposito quanto emerge da una recente ricerca su un campione dei 230 patti territoriali finanziati in Italia a partire dal 1998. La valutazione evidenzia come a funzionare meglio siano gli accordi che hanno avuto maggior tempo per costruire il partenariato locale e individuare i soggetti in grado di avere un ruolo di coordinamento sia a livello locale che nei confronti dei finanziatori (Cfr. Mef-Dps, La lezione dei patti territoriali per la progettazione integrata nel Mezzogiorno, 2003).
202
pur sottolineando ora l’esigenza di supplire tempestivamente alle carenze di
competenze tecnico-operative presentate dai vari Dipartimenti. In altre parole, i
ritardi nell’avanzamento del Por esigono anche una celere attivazione di capacità in
grado di supplire alle carenze degli apparati (per quanto riguarda, a titolo di
esempio, sia la preparazione di bandi che la fase di dei controlli). A questo
proposito, opportunamente sono state inserite nelle nuove Linee guida per i Pit le
previsioni relative all’attivazione di assistenza tecnica a supporto degli organismi
locali.
Infine, per quanto concerne il servizio di valutazione indipendente, l’attenzione
dell’Autorità di gestione può essere giudicata di carattere episodico fino agli inizi del
2003, a causa – si può ritenere – della priorità prestata ad affrontare le criticità
attuative del Por e gli aspetti di presidio degli apparati. L’atteggiamento si è in
seguito modificato l’approssimarsi delle scadenze relative al Rapporto di valutazione
intermedia e di riprogrammazione hanno alimentato numerosi e utili occasioni di
confronto e di riflessione.
6.3.9 Considerazioni di sintesi
Si richiama qui l’attenzione sull’anomalia costituita dalla ancora debole presenza di
risorse direzionali e di coordinamento, pur se è opportuno rilevare un considerevole
tentativo di porvi rimedio iniziato dalla metà del 2002. Si ritiene che l’attenzione su
questi temi non debba essere attenuata nonostante i mutamenti intervenuti, poiché
le deboli performance del programma in molti dei suoi punti necessitano di un
ulteriore investimento anche in questa direzione. In particolare:
• appare ancora elevato l’approccio settoriale nella gestione delle misure (e una
debole circolazione delle informazioni);
• i tempi di gestione delle procedure attuative sono spesso eccessivamente lunghi,
non solo a causa dei processi di programmazione a monte (connessi alle
difficoltà decisionali all’interno delle arene decisionali settoriali), ma anche in
ragione della carenza di competenze, di supporto tecnologico e di operatività
delle macchine amministrative;
• i processi di selezione e di allocazione delle risorse sono caratterizzati da un
deficit informativo e di chiarezza comunicativa che non dovrebbe verificarsi in un
programma come il Por (disponibilità tempestiva delle informazioni sul sito web,
facilità di reperimento della documentazione, disponibilità delle graduatorie finali
dei bandi, ecc.);
• le dotazioni tecniche e logistiche di molte strutture appaiono ancora elementari
e comunque non adeguate alle modalità attuative del Por.
203
In relazione a quanto sopra segnalato, il richiamo all’importanza delle funzioni di
presidio e efficienza attuativa deve servire anche a sottolineare l’esigenza di non
recedere – alla luce dei limitati risultati raggiunti fino ad ora – verso soluzioni
orientate alla semplificazione delle procedure di spesa a scapito della qualità dei
processi di indirizzo della stessa. Se semplificazioni risultino opportune in termini di
efficienza dei processi di attraversamento delle pratiche, questi debbono essere
perseguiti. Ma ciò che sembra più urgente e comunque rilevante ai fini dei risultati
attesi è connesso all’esigenza di ridurre la complessità funzionale, e cioè la
complessità derivante dalla mancata definizione delle priorità su cui puntare e
quindi dalla mancata progettazione delle modalità attraverso cui guidare i processi
decisionali relativi.
6.4 Il sistema di monitoraggio
Il sistema RENDICONTA rappresenta la base informativa principale a supporto della
gestione e del monitoraggio dei progetti finanziati nell’ambito del Por Obiettivo 1
2000-2006.
Si tratta di un software disegnato sulle esigenze della Regione Calabria e trae
origine dalla precedente fase di programmazione 1994-99.
Il sistema rispecchia quanto previsto dall’allegato 5 del Complemento di
Programmazione per quanto riguarda le informazioni potenzialmente trattabili dal
software RENDICONTA.
In particolare, il sistema è stato pensato e strutturato per rispondere alle esigenze
conoscitive rispetto all’andamento finanziario, procedurale e fisico dei progetti e, a
livello aggregato, delle azioni, misure, assi e fondi.
Alla data del 31 dicembre 2002 sono presenti sul sistema 4549 progetti approvati,
alla data del 31 marzo 2003 i progetti ammontano a 5904 alla data del 30
settembre 2003 i progetti ammontano a 8.992. Si tratta per la maggior parte di
progetti avviati, in alcuni casi di progetti conclusi e, in pochi casi, di progetti avviati
per i quali non è stato ancora determinato un ordinativo formale di spesa.
6.4.1 Modalità di accesso, consultazione e alimentazione del sistema
La connessione al sistema RENDICONTA è possibile collegandosi ad un POP
acquisito dalla Regione con un MODEM standard a 56K da qualunque PC e, tramite
una Password, si accede alle banche dati. L’organismo attuatore (beneficiario finale)
può essere autorizzato all’inserimento / modifica delle informazioni. Ciò, tuttavia,
oggi non avviene ancora, in quanto il sistema dei controlli non è stato impostato e
204
l’avvio di questa possibilità renderebbe ancora difficile la gestione delle
informazioni.
I Responsabili di Misura (RM) sono, dunque, coloro che hanno la responsabilità di
rendere disponibili i dati per il caricamento sul sistema. Tuttavia, attualmente,
l’accesso al sistema in forma “attiva”, vale a dire con la possibilità di inserimento e
modifica dei dati, è al momento limitato soltanto ai Responsabili di alcune Misure
(fra cui le misure 1.3, 4.3, 6.3, 7.1), sebbene la chiave di accesso sia stata
consegnata ufficialmente a tutti i RM nominati. Per la maggior parte dei
Responsabili di Misura tuttavia l’effettivo utilizzo del sistema non è ancora possibile.
In primo luogo perché l’attribuzione delle responsabilità delle Misure è avvenuta di
recente e non si è ancora completata, se non formalmente.
In secondo luogo perché l’accesso al sistema richiede delle competenze e
conoscenze che possono essere acquisite attraverso un percorso formativo che è da
poco stato avviato e che non si è ancora concluso, cioè non ha raggiunto ancora
tutti i Responsabili di Misura.
E’ stato istituito un Ufficio di supporto ai RM che raccoglie, a livello centralizzato,
tutta la documentazione relativa ai progetti ammessi al finanziamento, trasmessa a
cura dei RM (che quindi mantengono la titolarità del controllo e validazione delle
informazioni fornite e da imputare nel sistema), e ne conserva copia al fine
dell’inserimento dei dati che, come vedremo, avviene sostanzialmente in momenti
successivi.
6.4.2 La struttura di RENDICONTA
Il sistema può consentire, così come è attualmente costruito, l’analisi
dell’andamento delle attività secondo i tre aspetti finanziario, fisico e procedurale.
Il sistema, pur presentando molte potenzialità per la raccolta, il trattamento e la
restituzione di dati, è al momento utilizzato esclusivamente nei rapporti con il
Ministero del Tesoro (attraverso MONIT 2000), per svolgere la funzione obbligatoria
di rendicontazione finanziaria e per le domande di pagamento.
Le informazioni potenzialmente ricavabili dal sistema sono infatti molte numerose.
Tuttavia, al momento dell’analisi, il sistema risulta utilizzabile, con alcuni limiti e
modifiche di cui si parlerà in seguito, sostanzialmente per quanto riguarda la parte
finanziaria.
Per capirne le potenzialità è utile descrivere sinteticamente le modalità utilizzate
per l’interrogazione della banca dati. Le operazioni di estrazione dei dati sono
possibili attraverso delle query previste nel Protocollo di colloquio utilizzato dalla
Regione Calabria per il trasferimento dei dati al Ministero del Tesoro.
205
Tutti i dati presenti sul sistema sono estraibili a cura della Servizio Sistemi
Informativi della Regione Calabria. Non sono pertanto disponibili all’utente di
RENDICONTA i dati aggregati relativi a tutti i progetti caricati, o a loro sottoinsiemi
(Azione, Misura, Asse). Sono invece disponibili i dati relativi ad ogni singolo
progetto.
Una prima query per l’interrogazione della banca dati è denominata Anagrafica
Progetto Comunitario. Per ogni progetto è possibile estrarre le variabili presenti
nella tabella 6.6. Nella colonna (b), a fianco di ciascuna variabile, è riportata
l’annotazione sull’obbligatorietà della compilazione dei campi da trasmettere. Alla
data del presente rapporto risultano riempiti, per tutti i progetti inseriti in
RENDICONTA, soltanto i dati dei campi chiave (indicati con K) e dei campi
obbligatori (indicati con O).
Tabella 6.6 – Query Anagrafica Progetto Comunitario CAMPO Key/ Obbligatorio /
Facoltativo
Codice identificativo dell’intervento K
Progressivo dell’asse prioritario K
Codice della Misura nell’ambito dell’asse prioritario K
Codice della sottomisura nell’ambito della Misura (solo se prevista) K
Progressivo identificativo del progetto K
Codice identificativo della tipologia di Azione O
Codice identificativo della tipologia di progetto O
Codice della sottotipologia di progetto O
Codice comparto/tipologia di investimento O
Codice del tipo di operazione (monitoraggio procedurale) O
Anno di inizio validità del progetto O
Anno di fine validità del progetto O
Descrizione del progetto O
Annotazioni relative al progetto F
Riferimento legislativo del progetto F
Codice del settore di intervento O
Ubicazione primaria del progetto O
Eventuale seconda ubicazione F
Eventuale terza ubicazione F
Data di approvazione del progetto F
Tipo dell’atto amministrativo di riferimento F
Numero dell’atto amministrativo di riferimento F
Codice dell’obiettivo specifico (solo per ob. 1 e 3) O
Codice fiscale/partita IVA del referente F
Denominazione referente F
Nominativo referente F
Qualifica referente F
Indirizzo referente F
206
CAMPO Key/ Obbligatorio / Facoltativo
E-mail referente F
Recapito telefonico referente F
Tipo area/Sviluppo locale F
Pari opportunità F
Ambiente/Società dell’informazione F
Codice P.I.T. (Progetto Integrato Territoriale) F
Descrizione P.I.T. F
Codice ORFEO – settore O
Codice ORFEO – attività O
Progetto dell’obiettivo 3 a titolo di obiettivo 2 F
Codice progetto interregionale F
Titolare del progetto F
Codice progetto composito F
Progetto multiattore F
Gruppo bersaglio F
Le altre procedure di interrogazione della base dati previste dal Protocollo di
colloquio restituiscono i dati relativi a ciascun progetto indicati nelle tabelle 6.7-6.9.
Tabella 6.7 – Query Piano finanziario progetto CAMPO Key/ Obbligatorio /
Facoltativo
Anno di validità del piano finanziario del progetto (se il piano non è dettagliato per anno può essere impostato a zero)
K
Codice identificativo dell’intervento K
Progressivo dell’asse prioritario K
Codice della Misura nell’ambito dell’asse prioritario K
Codice della sottomisura nell’ambito della Misura (solo se prevista) K
Progressivo identificativo del progetto K
Importo del contributo ammesso di provenienza comunitaria O
Importo del contributo ammesso di provenienza nazionale O
Importo del contributo ammesso di provenienza statale F
Importo del contributo ammesso di provenienza regionale F
Importo del contributo ammesso di provenienza diversa F
Importo del contributo ammesso di provenienza privata F
Importo annuale del contributo ammesso O
Identificativo della valuta O
207
Tabella 6.8 –Query Impegno progetto CAMPO Key/ Obbligatorio /
Facoltativo
Codice identificativo dell’intervento K
Progressivo dell’asse prioritario K
Codice della Misura nell’ambito dell’asse prioritario K
Codice della sottomisura nell’ambito della Misura (solo se prevista) K
Data di riferimento dell’impegno K
Indicatore del beneficiario/trasferimento K
Progressivo identificativo del progetto K
Importo impegnato a carico fonte comunitaria O
Importo impegnato a carico fonte nazionale O
Importo impegnato a carico fonte statale F
Importo impegnato a carico fonte regionale F
Importo impegnato a carico fonte diversa F
Importo impegnato a carico fonte privata F
Indicatore di valuta O
Tipologia dell’impegno O
Importo totale impegnato O
Tipologia dell’atto amministrativo di impegno K
Numero dell’atto amministrativo di impegno K
Data dell’atto dell’impegno K
Descrizione del tipo atto dell’impegno O
Tabella 6.9 - Query Pagamento progetto CAMPO Key/ Obbligatorio /
Facoltativo
Codice identificativo dell’intervento K
Progressivo dell’asse prioritario K
Codice della Misura nell’ambito dell’asse prioritario K
Codice della sottomisura nell’ambito della Misura (solo se prevista) K
Data di riferimento del pagamento K
Indicatore del beneficiario/trasferimento K
Progressivo identificativo del progetto K
Importo pagato o revocato totale O
Importo pagato o revocato a carico fonte comunitaria O
Importo pagato o revocato a carico nazionale O
Importo pagato o revocato a carico statale F
Importo pagato o revocato a carico regionale F
Importo pagato o revocato a carico fonti diverse F
Importo pagato o revocato a carico privati F
Indicatore di valuta O
Causale del pagamento F
Tipologia del pagamento O
Tipo atto amministrativo del pagamento K
Numero atto amministrativo del pagamento K
Data atto amministrativo del pagamento K
Descrizione del tipo atto del pagamento O
Tipo atto amministrativo dell’impegno F
Numero atto amministrativo dell’impegno F
Data atto amministrativo dell’impegno F
Descrizione del tipo atto dell’impegno F
208
I risultati delle estrazioni derivanti dalle query sono stati oggetto di analisi del
valutatore con il fine di verificarne le potenzialità per il calcolo di indicatori a
supporto della valutazione intermedia prevista per giugno 2003. Come si dirà di
seguito, sulla base dei dati caricati sul sistema, è stato possibile calcolare soltanto
un set minimo di indicatori, utilizzando in particolare i dati finanziari, e nessun
indicatore di realizzazione, risultato o impatto.
L’output di RENDICONTA è tuttavia più semplificato. Le sezioni principali a cui è
possibile accedere per l’interrogazione della banca dati sono la sezione Progetti, la
sezione Avanzamento e la sezione Rendicontazione. Si illustrano, di seguito, le
caratteristiche delle variabili disponibili che, come detto, sono o verranno rilevate a
livello di progetto. Ciò è visibile analizzando la struttura che si presenta all’utente
che accede a RENDICONTA.
6.4.3 Sezione PROGETTI
La sezione prevede l’interrogazione della banca dati per blocchi di informazioni,
organizzate nelle seguenti sotto sezioni:
Dati generali del progetto
Classificazione del progetto
Quadro finanziario
Per ciascun progetto sono visibili le variabili descritte nelle tabelle 6.10-6.12. In
ciascuna tabella viene indicato il nome del campo (variabile) e le modalità con le
quali viene o verrà rilevato il dato, come definite nel Complemento di
Programmazione.
Tabella 6.10 – Dati generali di progetto CAMPO MODALITÀ
Descrizione Libero
Descrizione breve Libero
Beneficiario finale E’ presente un menu a tendina per identificare la modalità prescelta
Soggetto destinatario Libero
Importo globale (€) Libero
Localizzazioni E’ presente un menu a tendina per identificare la modalità prescelta
Atto di ammissione Tipo Data N.
Posizione in graduatoria Numerico
Note Libero
Inizio lavori Data
Fine lavori Data
209
Tabella 6.11 – Classificazione progetto CAMPO MODALITÀ
Misura Definita
Azione Definita
Responsabile di Azione Definito
Soggetto attuatore Libero
Intervento Libero
Tipo progetto Classificazione per ogni Misura. E’ presente un menu a tendina per identificare la modalità prescelta
Esempio per Misura 3.7°
Adeguamento innovazione assetti organi (UE23)
A.T. programmazione, attuazione e controllo (UE23)
Creazione sviluppo reti e parternariato (UE23)
Formazione permanente – aggiornamento culturale
Formazione permanente – aggiornamento professionale e tecnico
Formazione – reinserimento lavorativo (U23)
………….
Obiettivi specifici Libero
Comparto Classificazione per ogni Misura. E’ presente un menu a tendina per identificare la modalità prescelta
Settore di intervento Classificazione per ogni Misura. E’ presente un menu a tendina per identificare la modalità prescelta
Tipo area / Sviluppo locale E’ presente un menu a tendina per identificare la modalità prescelta, come da elenco
Rurale
Senza connessione geografica
Urbana
Pari opportunità E’ presente un menu a tendina per identificare la modalità prescelta, come da elenco
Incentrato principalmente
Neutro
Positivo
Ambiente / Soc. dell’inf.ne E’ presente un menu a tendina per identificare la modalità prescelta, come da elenco
Incentrato principalmente
Neutro
Positivo
Positivo con specifico modulo formativo
Progetto multiattore E’ presente un menu a tendina per identificare la modalità prescelta, come da elenco
Centri pubblici e privati di formazione
Enti bilaterali
Enti locali o sue strutture
Imprese e loro associazioni
Istituti scolastici
Regione/Provincia
Servizi all’impiego
Sindacati
Soggetti del III settore
Università
210
CAMPO MODALITÀ
Gruppo bersaglio E’ presente un menu a tendina per identificare la modalità prescelta, come da elenco
Donne
Famiglia
Famiglia a carico
Genitori dei destinatari della Misura
Giovani a rischio di emarginazione
Immigrati nomadi
Portatori di handicap
Ristretti (carcerati) ed ex ristretti
Tossicodipendenti ed ex tossicodipendenti
Altro Tabella 6.12 – Quadro finanziario
CAMPO MODALITÀ
Importo globale (€) Libero
Fondo E’ presente un menu a tendina per identificare il o i fondi, comprese le voci relative ad altre fonti, da cui provengono i finanziamenti
Min-Max(%) Per ciascun fondo, identifica l’intervallo entro cui deve cadere la percentuale di contribuzione
% Per ciascun fondo identifica la percentuale effettiva di contribuzione
Importo (€) Per ciascun fondo, identifica l’importo relativo
Un esempio di quadro finanziario di un progetto è riportato nella tabella 6.13.
Sono, inoltre, presenti due sotto sezioni relative agli indicatori fisici e all’iter
procedurale le cui caratteristiche sono descritte più sotto.
6.4.4 Sezione AVANZAMENTO
La sezione AVANZAMENTO prevede la possibilità di raccogliere, trattare e restituire
periodicamente le informazioni relative ai seguenti aspetti:
• stato di attuazione finanziaria del programma (monitoraggio finanziario);
211
• livello di realizzazione fisica degli interventi (monitoraggio fisico);
• livello di attuazione del programma (monitoraggio procedurale).
6.4.4.1 Avanzamento finanziario
Sono rilevati trimestralmente i dati relativi a impegni e pagamenti. Non sono
caricati sul sistema RENDICONTA i dati relativi agli stanziamenti che sono, invece,
presenti nelle SCHEDE DI MONITORAGGIO (vedi oltre).
Sono disponibili i seguenti dati a livello di Azione e di progetto.
Tabella 6.14– Avanzamento finanziario CAMPO
Misura Azione Periodo di rendicontazione dal / al Impegni di attuazione Data, Tipo, Importo (€) Spese di attuazione Data, Tipo, Importo (€)
Si sottolinea tuttavia che il dato più aggiornato sembra essere quello relativo ai
pagamenti (spese) in quanto in alcuni casi il caricamento del lato relativo agli
impegni viene effettuato in coincidenza con il primo pagamento, determinando così
una sottostima del dato complessivo degli impegni.
6.4.4.2.Avanzamento fisico
Il sistema contiene già la definizione delle variabili e degli indicatori di
realizzazione previsti nel Complemento di Programmazione per ciascuna Azione e
Misura. Gli indicatori fisici, per lo più espressi in termini di variabili, sono
caratterizzati dai parametri elencati nella tabella 6.15.
Tabella 6.15 – Avanzamento fisico CAMPO
Descrizione Unità di misura Valore obiettivo Valore conseguito Valore del periodo Data Termine
Una verifica su alcune azioni non ha portato ad individuare nessun indicatore
calcolato, ad eccezione per alcune misure dell’asse IV (4.1 E 4.14). L’assenza dei
dati per quanto riguarda gli indicatori fisici è stata confermata in sede di
intervista al responsabile del sistema informativo.
212
6.4.4.3 Avanzamento procedurale
Sono definiti due livelli di iter procedurali. Il primo, definito standard, comprende
le seguenti tipologie, per ognuna delle quali è fornito un elenco di fasi:
• Realizzazione opere pubbliche;
• Acquisizione beni e servizi;
• Erogazione di finanziamenti.
Il secondo livello viene definito per ogni Azione e consente la modifica delle fasi
standard previste ad eccezione di quelle obbligatorie (avvio e fine lavori). Ogni
Responsabile di Misura ha, quindi, la possibilità di definire degli iter procedurali
diversi, che possono essere a loro volta classificati in Classi di progetto
(procedure uniche per gruppi di progetti simili) e Progetti (procedure uniche per
singoli progetti).
Il sistema permette, dunque, di essere aggiornato in itinere e di specificare l’iter
appropriato a seconda dell’intervento oggetto di monitoraggio. Il sistema contiene
informazioni sull’andamento procedurale anche a monte della selezione dei progetti
(per la precisione, a partire da quando la Giunta Regionale delibera l’impegno di
fondi a valere su una Misura). Ciò significa che per ciascun progetto è possibile
risalire alle informazioni relative alla procedura di selezione da cui deriva.
L’avanzamento procedurale è fornito a livello di progetto e un esempio di dati
richiesti / disponibili è riportato nella tabella 6.16. Le variabili /campi possono
subire variazioni da azione ad azione.
Tabella 6.16– Avanzamento procedurale CAMPO
Dati generali Descrizione Categoria Operazione Tipo Fase Data prevista, Data espletamento, Motivo scostamento 10 Avvio lavori 20 Pubblicazione bando 30 ricevimento offerte 40 Approvazione Graduatoria provvisoria 50 Graduatoria Definitiva 60 Decreto Impegno spesa 9000 Conclusione lavori Al momento, per nessun progetto, sono caricati i dati relativi ai campi
previsti. Soltanto il campo Avvio lavori è settato per tutti i progetti.
E’ previsto che i dati relativi all’avanzamento fisico e procedurale siano disponibili
a livello di progetto.
213
6.4.4.4 Le schede di monitoraggio
Le schede di monitoraggio rappresentano il principale ritorno informativo
sull’andamento procedurale del Programma. Le schede sono elaborate dalla SOG a
cadenza semestrale, in concomitanza con le riunioni del Comitato di Sorveglianza.
Sono prodotte per ogni singola Azione e per ogni singola Misura.
Le schede riportano in primo luogo un rendiconto finanziario che comprende, per
ogni Misura:
• il costo complessivo degli interventi, suddiviso fra contributo privato e
contributo pubblico, a sua volta disaggregato a seconda dei fondi che vi
partecipano;
• gli impegni definitivi e gli impegni di periodo;
• i pagamenti.
Per ogni Azione sono riportati:
• gli stanziamenti relativi all’intero periodo di programmazione 2000-2006;
• gli impegni;
• la spesa effettuata;
• le previsioni di spesa 2003.
Le schede di monitoraggio sono pertanto supportate, per quanto riguarda le
informazioni finanziarie, da RENDICONTA.
Per quanto riguarda l’avanzamento procedurale, le schede riportano un numero
maggiore di informazioni rispetto a RENDICONTA.
Ogni scheda, sia per le misure che per le azioni, riporta una descrizione degli
avanzamenti procedurali effettivi, affiancati ad una descrizione della procedura
prevista, che comprende dunque i termini di confronto per il rispetto dei tempi.
L’aggiornamento delle schede avviene, a cura della SOG, attraverso richieste di
informazioni ai RM, sia mediante intervista sia a mezzo di report. Ciò determina, in
alcuni momenti, delle differenze fra i dati presentati da SOG e quello presenti
effettivamente su RENDICONTA, caratterizzata in particolare verso una sovrastima
dei primi rispetto ai secondi. Ciò è determinato principalmente dalla maggiore
lentezza nel caricamento dei dati su RENDICONTA, che vengono pertanto aggiornati
attraverso informazioni raccolte direttamente dai Responsabili di Misura.
214
6.4.5 Sezione RENDICONTAZIONE
La sezione Rendicontazione prevede la restituzione delle informazioni (finanziario,
fisico e procedurale). La rendicontazione fisica e procedurale ha le stesse
caratteristiche descritte sopra.
La rendicontazione finanziaria è disponibile, con i dati riportati nell’esempio sotto,
per Fondo, Asse, Misura, Azione e Progetto, relativamente agli impegni e alle spese.
Gli impegni (e le spese) definitivi si riferiscono al consolidato relativo all’ultima data
di rendicontazione dovuta al Ministero del Tesoro, e non sono pertanto modificabili.
Gli impegni (e le spese) di periodo si riferiscono al progressivo del trimestre di
rendicontazione in corso. Il totale degli impegni (e delle spese) rappresenta la
somma delle due voci precedenti.
Alcuni esempi dell’output di RENDICONTA di questa sezione sono riportati nella
tabella 6.17.
Tabella 6.17 – Esempi dell’output di RENDICONTA per la sezione Rendicontazione
Tot. Impegni
(a) = (b) + (c)
Impegni definitivi
(b)
Imp. periodo
(c)
Tot. Spese (d) = (e) + (f)
Spese definitive
(e)
Spese di periodo
(f)
ASSE I
Totale gen. 399.186.215,22 399.186.215,22 0 179.533.519,01 179.533.519,01 0
Totale pubbl. 252.042.069 252.042.069 0 109.916.626,22 109.916.626,22 0
I progetti compatibili sono interventi realizzati con finanziamenti pubblici in
momenti precedenti all’attuale programmazione 2000-2006, secondo quanto
stabilito dalla Delibera CIPE del 16 ottobre 1997 “Indirizzi per l’armonizzazione e
l’accelerazione delle procedure attuative dei programmi cofinanziati dalla
Commissione Europea”. E’ facoltà della Regione considerare questi progetti come
215
interventi finanziati dal POR in modo da garantire il principio dell’addizionalità, sotto
la condizione che le risorse messe a disposizione della Regione dovranno essere
utilizzate per interventi finalizzati al conseguimento degli obiettivi del POR.
I progetti compatibili sono imputati a livello di Misura e, quando possibile, di
Azione, sulla base della coerenza degli stessi agli obiettivi della Misura e dell’Azione.
Gli interventi devono, inoltre, essere stati eseguiti secondo procedure coerenti con i
regolamenti comunitari e devono prevedere il cofinanziamento dei soggetti privati.
La Regione ha, dunque, la possibilità di richiedere il pagamento della quota pubblica
utilizzata per questi progetti, con il vincolo di utilizzare tali fondi, anche in periodi
successivi, per interventi coerenti con le azioni o le misure per i quali sono stati
imputati.
Resta, tuttavia, un problema da affrontare. Le azioni e le misure del POR prevedono
infatti, in maniera differenziata, una quota di finanziamento privato che, nella
maggior parte dei progetti compatibili, non era prevista, trattandosi
prevalentemente di interventi interamente pubblici.
L’imputazione dei costi totali dei progetti è avvenuta, al momento, considerando, in
ciascuna Misura o Azione, per ciascun progetto, soltanto la quota pubblica prevista
dal POR. La Regione ha invece richiesto al Ministero di derogare, per i progetti
compatibili, alla regola della partecipazione privata, in modo tale da poter
recuperare interamente il finanziamento pubblico precedentemente utilizzato per la
realizzazione dei progetti stessi.
6.4.7 Dati disponibili per il calcolo di indicatori a supporto della
Valutazione Intermedia
Il sistema RENDICONTA è stato analizzato al fine di verificarne l’utilizzo per il
calcolo di indicatori a supporto dell’attività di valutazione intermedia.
Da una analisi degli indicatori approvati in sede di Comitato di
Sorveglianza del 14 febbraio scorso, nonché da comunicazioni del responsabile
del sistema stesso, alla data del presente rapporto i dati presenti non
consentono il calcolo di nessun indicatore fra quelli previsti. Sono presenti i
campi degli indicatori di realizzazione, ma nessun dato è al momento
caricato sul sistema. Inoltre, si mettono in evidenza le seguenti criticità:
• Il sistema RENDICONTA non rende ancora possibile, al momento, identificare i
progetti compatibili, differenziandoli da quelli ordinari e approvati sulla base del
POR. L’identificazione dei progetti compatibili è stata tuttavia resa possibile
attraverso la fornitura della base dati direttamente dalla SOG. Una procedura
per rendere ciò possibile direttamente attraverso la consultazione diretta del
216
sistema RENDICONTA è in via di definizione. Se ne raccomanda pertanto la
realizzazione;
• Non è ancora previsto un sistema per identificare i progetti inseriti all’interno dei
PIT. Al momento, tuttavia, non sono ancora stati approvati dei PIT, pertanto
nessun progetto a questi riconducibile è presente sulla base dati. Si raccomanda
la realizzazione di un sistema di identificazione anche per tali progetti sul
sistema RENDICONTA;
• L’unico dato estraibile al momento dalla base dati è il numero di
progetti approvati (avviati e, in alcuni casi, non ancora avviati ed in
attesa dell’impegno di spesa relativo) per Azione, Misura, Asse, senza
distinzione fra ordinario e compatibile.
Per il calcolo di indicatori di realizzazione, fra quelli previsti nel Complemento di
Programmazione e nell’ultimo documento Revisione e quantificazione degli
indicatori di impatto e di risultato presentato al Comitato di Sorveglianza del 14
febbraio scorso, sono dunque disponibili, al momento, i seguenti dati:
VARIABILE CARATTERISTICHE
n° progetti approvati Coincide con il numero di progetti presenti sul sistema, ed è disponibile a livello di Azione, Misura, Asse
n° progetti avviati Il campo Avvio lavori è un campo obbligatorio, pertanto dovrebbe essere possibile risalire al numero di progetti avviati, ed è disponibile a livello di Azione, Misura, Asse
n° progetti conclusi Il campo Conclusione lavori non è obbligatorio. Tuttavia ancora nessun progetto si è concluso, quindi non è disponibile alcun dato, e dovrebbe essere disponibile a livello di Azione, Misura, Asse
Importo del contributo ammesso Campo obbligatorio utilizzabile per il calcolo degli indicatori di costo unitario, ed è disponibile a livello di progetto, Azione, Misura, Asse
Importo del contributo ammesso di provenienza nazionale
Idem
Importo annuale del contributo ammesso
Idem
Importo impegnato a carico fonte nazionale
Idem
Importo totale impegnato Idem
Importo pagato o revocato totale Idem
Importo pagato o revocato a carico fonte comunitaria
Idem
Importo pagato o revocato a carico nazionale
Idem
Non sono invece stati resi disponibili, perché ancora non caricati sul sistema, gran
parte dei dati relativi ai campi facoltativi, che avrebbero potuto rendere più efficace
l’attività di valutazione dei risultati e degli impatti delle Misure.
217
La disponibilità di dati aggregati estratta dal sistema RENDICONTA ha reso
possibile, dunque, soltanto il calcolo di un set minimo di indicatori attraverso i quali
è stato possibile valutare alcune dimensioni di attuazione finanziaria del POR.
Il set di indicatori è riportato di seguito:
A Incidenza dei progetti compatibili N° progetti compatibili ---------------------------- x 100 N° totale progetti
Per Misura e Asse
B Incidenza dei progetti compatibili in termini di importo
Importo progetti compatibili ----------------------------------- x 100 Importo totale dei progetti
Per Misura e Asse
C Incidenza dei progetti compatibili in termini di impegni
Impegni progetti compatibili ----------------------------------- x 100 Impegni totale dei progetti
Per Misura e Asse
D Incidenza dei progetti compatibili in termini di pagamenti
Pagamenti progetti compatibili ----------------------------------- x 100 Pagamenti totale dei progetti
Per Misura e Asse
E Capacità di impegno delle risorse rispetto alla programmazione
Tot. finanziamenti impegnati
---------------------------------- x 100
Tot. finanziamenti programmati
Per Misura e Asse
Totale, compatibile, da programmazione
F Efficienza realizzativa Tot. finanziamenti pagati ---------------------------------- x 100 Tot. finanziamenti programmati
Per Misura e Asse Totale, compatibile, da programmazione
G Capacità di pagamento delle risorse rispetto agli impegni
Tot. finanziamenti pagati ------------------------------------ x 100 Tot. finanziamenti impegnati
Per Misura e Asse Totale, compatibile, da programmazione
H Importo medio per progetto Importo totale ---------------------- N. progetti avviati
Per Misura e Asse Totale, compatibile, da programmazione
I Incidenza delle risorse impegnate per misura
Impegni per misura --------------------- x 100 Totale impegni
Per Misura e Asse Totale, compatibile, da programmazione
L Incidenza delle risorse erogate per misura
Pagamenti per misura ------------------------ x 100 Totale pagamenti
Per Misura e Asse Totale, compatibile, da programmazione
Le elaborazioni sono state rese possibili grazie alla fornitura, da parte della SOG, di
file contenenti le informazioni sui progetti caricati su RENDICONTA, che riportavano
alcuni dati essenziali relativi a ciascun progetto e ne consentivano la suddivisione
fra progetti compatibili e da programmazione. I dati disponibili sono, in particolare,
218
oltre al numero di progetti, l’ammontare dell’importo del progetto, gli impegni ed i
pagamenti alla data del 31 dicembre 2002 e alla data del 31 marzo 2003. Il dato
relativo agli importi programmati è stato invece tratto dal Piano Finanziario del POR
2000-2006.
Nel file erano presenti anche i dati relativi ai disimpegni ed alle revoche, che non
sono tuttavia stati utilizzati in quanto si tratta di operazioni contabili (e non dunque
di veri e propri disimpegni e revoche) rese necessarie per consentire l’imputazione
sul sistema dei progetti compatibili.
Si mette tuttavia in risalto una criticità che ha caratterizzato questo ultimo periodo.
E’ stato infatti difficile, in alcuni momenti, pervenire all’identificazione di fonti
informative certe, soprattutto a causa del proliferare di banche dati aggiornate in
tempi differenti, e a disposizione di diversi soggetti. Si è dunque stabilito, al fine
di non incorrere in errori, di considerare il sistema RENDICONTA l’unica
fonte informativa, in quanto ufficiale, nelle versioni fornite dal
Responsabile del Sistema Informativo del POR Calabria, e da questi
convalidate nelle versioni finali utilizzate in questo rapporto.
6.4.8 Criticità
Sono disponibili a livello di progetto, Azione, Misura e Asse soltanto i dati
relativi all’avanzamento finanziario. Il sistema, pur presentando molte
potenzialità per la raccolta, il trattamento e la restituzione di dati, è al
momento utilizzato esclusivamente nei rapporti con il Ministero del Tesoro
(attraverso MONIT 2000), per svolgere la funzione obbligatoria di
rendicontazione finanziaria e per le domande di pagamento;
Non sono disponibili, perché non ancora caricati su RENDICONTA, i dati
relativi all’avanzamento fisico e procedurale (per tutte le misure, ad
eccezione della 4.1 e 4.14);
Il sistema di imputazione dei dati è ancora largamente centralizzato. Solo
alcuni responsabili di Misura, titolati effettivi della validazione dei dati, hanno
la possibilità di accedere direttamente al sistema come utente attivo per
imputare e modificare i dati;
Per ogni Azione è possibile individuare su RENDICONTA il numero dei
progetti di cui è stato effettuato il caricamento dei dati. L’operazione deve
essere fatta, accedendo direttamente al sistema RENDICONTA, per ogni
219
singola Azione. Non è possibile estrarre contemporaneamente il dato per
tutte le azioni;
Non sono disponibili all’utente di RENDICONTA i dati aggregati (per
Azione, Misura o Asse) relativamente alle variabili rilevate. Facendo richieste
specifiche al Responsabile del Sistema Informativo è invece stato possibile
ottenere una estrazione delle informazioni disponibili, compatibilmente con
quanto effettivamente presente sulla base dati che, però, non ha reso
possibile il soddisfacimento della gran parte delle esigenze informative;
Ogni progetto può prevedere alcuni indicatori fisici di realizzazione, per
lo più espressi in termini di variabili. I dati relativi agli indicatori non sono
stati ancora caricati sul sistema. Si rileva inoltre che, rispetto ai
suggerimenti forniti a più riprese, anche nel Progress Report di febbraio, il
caricamento dei dati necessari al calcolo degli indicatori di realizzazione non
è stato ancora avviato;
6.4.9 Suggerimenti
Procedere nell’attività di formazione e informazione sul sistema
RENDICONTA presso i Responsabili di Misura, al fine di rendere più veloce il
caricamento dei dati sul sistema;
Rendere possibile l’identificazione dei progetti compatibili e dei progetti
inseriti nei PIT sul sistema RENDICONTA;
Procedere nel caricamento dei dati relativi agli indicatori di realizzazione.
Procedere nel caricamento dei dati nei campi facoltativi
Procedere nella definizione degli indicatori di impatto e di risultato
221
7. CONCLUSIONI: IL CONTRIBUTO DEL POR DELLA CALABRIA
AL CONSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI DEL QCS
7.1 Premessa: richiamo a obiettivi, principi e criteri del QCS e dei
POR
L’obiettivo generale del QCS, coerente con l’Ob.1 dei Fondi Strutturali, è:
“Conseguire entro il quarto anno del settennio 2000-2006 un tasso di
crescita del Mezzogiorno significativamente superiore a quello dell’Unione
Europea;
Ridurre drasticamente il disagio sociale”.
Il QCS deve inoltre tenere conto delle tre priorità trasversali (art.1 del Regolamento
1260/99): occupazione, ambiente (sostenibilità), pari opportunità.
In termini di contenuti, il QCS afferma poi che:
a) Il miglioramento del contesto (non solo in termini di aumenti di produttività, ma
anche di mutamenti nelle aspettative e nei comportamenti) è “strumento
primario” del QCS per conseguire l’obiettivo di crescita,
b) La strategia adottata “implica un sostanziale riequilibrio fra politiche di
miglioramento del contesto e i regimi di aiuto diretto alle imprese” Questo
riequilibrio implica
a) la riduzione graduale delle risorse destinate agli incentivi, che devono essere
erogati in modo più concorrenziale e mirato,
b) la realizzazione di interventi integrati sul contesto,
c) va dato rilievo alla necessità (i) di irrobustire i tratti caratteristici della società
dell’informazione, (ii) di consolidare l’affermazione del principio “chi inquina
paga”.
Il POR della Calabria, globalmente, si propone di contribuire alla transizione
graduale della Calabria dalla dipendenza all’autonomia nel corso del decennio,
ricostruendo identità regionale e coesione sociale; un’autonomia intesa come
sviluppo autonomo, ma non chiuso, bensì riconnesso al resto del Paese, a nodi e
circuiti centrali, europei e mediterranei. Questa finalità generale viene perseguita
222
attraverso “una strategia di intervento condivisa incentrata prioritariamente sulle
risorse ‘localizzate’, sulla loro valorizzazione integrata, su attori istituzionali e
imprenditoriali regionali”.
In termini di metodo, i POR devono rispettare i seguenti principi di base: (i)
concentrazione, (ii) integrazione, (iii) decentramento e chiara individuazione delle
responsabilità di attuazione, (iv) verificabilità dei risultati, (v) urgenza.
Questo capitolo 7 trae in modo sintetico le conclusioni, lette sotto il particolare
punto di vista del contributo che l’attuazione del POR sta dando - data l’evoluzione
del quadro socioeconomico calabrese e quella normativa di ciascun settore di
intervento - al conseguimento degli obiettivi del QCS e di ciascuno dei suoi Assi
prioritari. Va ricordato che gli obiettivi generali e specifici del QCS sono quelli stessi
assegnati ai POR.
Alla luce di tutto il lavoro esposto nei tre volumi di cui si compone il Rapporto, il
capitolo 1 di questo volume presenta le conclusioni generali del lavoro finora svolto
dal gruppo di valutazione – prendendo in considerazione sia lo stato di attuazione
del Programma che i suoi primi risultati che ancora la qualità del sistema di
attuazione – ed espone i suggerimenti del Valutatore per la riprogrammazione.
7.2 Sintesi della valutazione per Asse
Dall’insieme delle valutazioni condotte finora emergono alcuni elementi che
consentono di rispondere a una serie di domande volte a verificare del POR alla
luce sia dei mutamenti intervenuti nel contesto socioeconomico e in quello delle
politiche che dell’attuazione che del Programma si è fatta fino ad oggi:
a) ci sono obiettivi generali/specifici a rischio (per omissione e/o cattiva attuazione
di alcune misure/azioni)? Se sì, quale impatto avrebbe il loro mancato
raggiungimento sull’obiettivo generale?
b) i progetti compatibili: sono coerenti con gli obiettivi del POR?
c) negli altri assi/settori, sono presenti obiettivi generali/specifici che sembrano
particolarmente rilevanti per l’efficace attuazione dell’asse/settore di cui si
parla?
d) in sintesi: quali sono le criticità e potenzialità del POR? per come si è venuto
configurando alla luce di quanto visto sin qui, il POR è ancora utile al
perseguimento degli obiettivi generali e specifici dell’asse/settore? Quali
223
eventuali altri obiettivi, diversi da quelli, sta di fatto perseguendo? quali
suggerimento generali si possono dare in questa fase, in prossimità della
riprogrammazione?
Per ciascun asse/settore è riportata di seguito una sintesi delle risposte che il
Valutatore Indipendente ha potuto dare in base alle informazioni disponibili. La
numerazione delle risposte all’interno di ciascun paragrafo corrisponde a quella
delle domande, mentre la numerazione degli obiettivi specifici è quella che si
desume dai documenti di programmazione.
Asse I / Risorse naturali
a) Le analisi svolte hanno mostrato che sono particolarmente a rischio gli obiettivi
relativi al sistema di monitoraggio e prevenzione dell’inquinamento e alla base
informativa sullo stato dell’ambiente. La misura 1.9 (sottomisura 1.9.a) è
gravemente ostacolata da criticità derivanti da ritardi sia decisionali che più
strettamente procedurali, anche dovute all’intervento di altri livelli di governo e
soggetti
b) I progetti compatibili sono circa il 42% dei 517 progetti finora avviati e
riguardano soprattutto i comparti delle acque, della difesa del suolo e delle
foreste. Questi progetti sono nel complesso effettivamente coerenti con gli
obiettivi specifici del POR.
c) L’asse I si occupa della tutela di risorse essenziali (acqua, energia, ambiente,
territorio) che costituiscono altrettante “condizioni di contesto” per lo sviluppo
degli insediamenti rurali e urbani, per le attività economiche e per la qualità
della vita in un’ottica di sostenibilità. In generale, quindi, l’asse I è per
definizione funzionale al raggiungimento degli obiettivi di gran parte degli altri
assi, e non viceversa. Vi è tuttavia l’opportunità di perseguire una circolarità
virtuosa, nel senso che i seguenti obiettivi di altri assi sono suscettibili di
incidere sull’efficace ed efficiente realizzazione degli obiettivi dell’asse I:
• obiettivi attinenti alla ricerca, all’innovazione e al trasferimento tecnologico,
che possono aiutare ad affrontare problemi specifici attinenti alla
salvaguardia delle risorse naturali;
• obiettivi legati alle politiche per le imprese e i sistemi produttivi locali
industriali e turistici, che possono aiutare nel duplice senso di (i) sostenere
la crescita e il miglioramento della competitività delle imprese private
operanti nei diversi comparti delle risorse naturali, e di (ii) contenere
l’impatto ambientale degli insediamenti industriali;
224
• obiettivi attinenti al sistema dei trasporti, che contengono l’impatto
ambientale delle infrastrutture di trasporto.
d) L’attuazione dell’asse I, che non è interessato dalla progettazione integrata
ad eccezione della misura 1.10 (rete ecologica) incontra oggi le maggiori
criticità:
• nella misura relativa al monitoraggio ambientale (1.9), che riflette problemi
decisionali irrisolti, tra cui ritardi nell’adozione del Piano di Azione di
ARPACAL da parte del Commissario;
• nella misura 1.10 (rete ecologica), che ha accumulato notevoli ritardi
riconducibili principalmente alla progettazione integrata (PIS, PIT).
Le misure 1.7 e 1.8 potranno recuperare il ritardo se si dimostreranno
definitivamente superati i problemi decisionali che si sono riflessi in (i) ritardi da
parte della Regione nello svolgimento delle proprie funzioni, (ii) ritardi da parte di
altri livelli di governo nello svolgimento delle proprie funzioni (in particolare le
Province).
Se questi problemi decisionali verranno affrontati sollecitamente, l’asse potrebbe
ancora perseguire efficacemente i suoi obiettivi in materia di acque, difesa del
suolo, rete ecologica, energie pulite e reti energetiche; più critica appare oggi la
possibilità di raggiungere gli obiettivi in campo di monitoraggio ambientale, a causa
di una serie di nodi decisionali irrisolti. Le misure 1.11 (energie rinnovabili e reti
energetiche), 1.4 (rischio idraulico e geomorfologico), 1.5 (foreste) e 1.3 (sistemi
irrigui nelle aree agricole) sembrano quelle più in grado (in ordine decrescente) di
assorbire eventuali risorse aggiuntive nel corso del 2004, mentre la misura per la
quale si può eventualmente prevedere una riprogrammazione è la 1.9 (azione
1.9.a).
Asse II / Risorse culturali
a) L’obiettivo generale dell’asse e i suoi tre obiettivi specifici sono a rischio,
soprattutto per attuazione non coerente con gli obiettivi del POR. L’ampio
ricorso ai progetti compatibili (in numero di 96 su 97 progetti approvati al
31/12/2002) si è tradotto infatti nel finanziamento di molti interventi di piccolo
importo senza che alla finalità conservativa, in sé del tutto legittima e
necessaria, si affiancassero iniziative volte a consentire effettivamente l’accesso
al bene e il suo godimento da parte dei residenti e dei turisti. Si sono quindi
trascurati i principi di integrazione e concentrazione delle risorse, il cui rispetto
resta essenziale, nelle circostanze date, per il raggiungimento dell’obiettivo
generale e degli obiettivi specifici dell’asse. Il modo di procedere attuale non
225
sembra in grado di modificare significativamente la realtà preesistente. A questo
esito ha concorso anche il mancato coordinamento degli interventi del POR con
quelli effettuati o previsti da parte di altri soggetti (Ministero dei Beni e delle
Attività Culturali, APQ in preparazione, interventi della Regione Calabria fino al
2001, studi di fattibilità finanziati dal CIPE, enti locali, Conferenza Episcopale,
privati). Per quanto riguarda l’obiettivo 17, relativo all’imprenditorialità in campo
culturale (misura 2.3), un giudizio potrà essere compiutamente formulato solo
alla luce dei primi risultati del bando31.
b) Il ricorso ai progetti compatibili è stato effettuato sacrificando deliberatamente
gli obiettivi di merito del POR all’obiettivo di accelerare la spesa. La
commissione tecnica incaricata di valutare le idee-progetto pervenute a seguito
dell’invito a manifestare interesse aveva infatti il mandato di dare questa
valutazione con esclusivo riferimento al merito tecnico dell’intervento di tutela,
senza pronunciarsi sulla coerenza col POR dell’intero pacchetto di interventi che
si andava delineando. La Giunta Regionale, dal canto suo, ha dato
esplicitamente la priorità agli “interventi il cui stato attuativo amministrativo e/o
tecnico è in fase avanzata” (rimandando ad una verifica successiva al decreto di
finanziamento la valutazione della coerenza degli interventi stessi agli obiettivi
delle misure, col rischio di finanziare progetti la cui coerenza effettiva col POR
non era stata ancora accertata). L’analisi dei progetti esecutivi ha portato in
effetti alla successiva esclusione di alcuni interventi dall’elenco di quelli
finanziati.
c) Uno degli elementi di debolezza della strategia di attuazione dell’asse II è
proprio lo scarso coordinamento con alcune misure di altri assi che hanno sicuro
ed evidente impatto sui suoi obiettivi programmatici. Si tratta in particolare
delle seguenti misure:
4.3 (ob. 40, promozione e fruizione dell’offerta turistica) e 6.2 (ob. 53, reti e
sistemi regionali di trasporto) per gli itinerari tematici;
da 4.9 a 4.19 (ob. 43 in materia di sviluppo rurale);
31 Nel corso delle riunioni di autovalutazione di novembre, il dirigente di settore ha segnalato una certà
scarsità di progetti validi tra quelli presentati. Resta da capire se ciò si debba a un difetto di
imprenditorialità in questo settore, che si differenzierebbe così dalla valutazione complessiva
sull’imprenditorialità regionale emersa dall’analisi sul mercato del lavoro. La questione potrà essere più
approfonditamente analizzata quando saranno acquisite informazioni più dettagliate.
226
1.4, 1.5 e 1.6 (ob. 5, valutazione del rischio sismico in sede di
programmazione dei restauri);
1.10 (ob. 10, miglioramento della qualità del patrimonio culturale nelle aree
marginali);
3.16 (ob. 32, ricerca e innovazione per la valorizzazione delle risorse naturali
e storico-artistiche);
5.1 (ob. 47, riqualificazione del tessuto edilizio urbano).
d) L’attuazione di questo asse non ha perseguito l’obiettivo generale, assegnatogli
dal POR, di valorizzazione delle risorse culturali ai fini dello sviluppo economico
e del miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Essa si è invece
orientata ad una distribuzione frammentaria di risorse su progetti conservativi di
modesta entità non in grado di migliorare in modo significativo le criticità
presenti nella situazione di partenza. Queste criticità hanno a che fare con:
decisioni pendenti (APQ sui beni culturali),
decisioni fuorvianti (modalità di selezione dei progetti nella misura 2.1),
inadeguatezza delle risorse umane a disposizione delle strutture
amministrative preposte alla progettazione, gestione e controllo delle
politiche settoriali.
D’altra parte, gli obiettivi del POR su questo terreno non sembrano poter essere
messi in discussione: la valorizzazione dei beni artistici e culturali deve restare
uno degli aspetti qualificanti di una strategia di sviluppo locale, a maggior
ragione in una regione che di questi beni è ricca e in cui gli altri “motori” dello
sviluppo non sono in grado di colmare il gap. Il conseguimento di questi
obiettivi è tuttora possibile, ma è condizionato a (i) un’inversione della rotta fin
qui seguita, che faccia tornare ad una scrupolosa osservanza dei principi di
concentrazione e integrazione, (ii) un corretto proporzionamento degli
interventi finanziati alle risorse disponibili, che sono oggi assolutamente
insufficienti ad intervenire efficacemente su tutto l’arco dei progetti presentati.
Asse III / Risorse umane
a) La piena realizzazione dell’obiettivo generale dell’asse e dei suoi obiettivi
specifici è al momento a rischio. La mettono in dubbio l’avanzamento e le
modalità di attuazione delle 16 misure dell’Asse, caratterizzati da (i) gravi ritardi
decisionali, (ii) forti ritardi procedurali, soprattutto nei pagamenti, nonostante
227
qualche recente progresso. Queste criticità limitano fortemente la potenzialità di
spesa, in modo più o meno critico. Due misure (la 3.3. e la 3.9) presentano
un’elevata quota di progetti compatibili e quasi tutte le misure di sistema (3.1,
3.5, 3.10, 3.13, 3.14 e 3.15) non sono ancora praticamente partite o registrano
tutt’al più in poichi casi solo modesti progressi in termini di pagamenti. Lo
stesso vale per la misura 3.16, che affronta il tema strategico della ricerca e
dell’innovazione con strumenti la cui adeguatezza, nel caso della Calabria, dovrà
essere oggetto di riflessione. Le restanti misure sono generalmente partite con
notevoli ritardi e la loro attuazione si è concentrata su azioni piuttosto
tradizionali, soprattutto work experience e formazione, non sempre così urgenti
nel contesto calabro (si pensi alla numerosità dei corsi di formazione, a fronte di
una popolazione già mediamente istruita e di una domanda di lavoro poco
qualificata). Le azioni finora attuate possono avere significative ricadute
occupazionali, ma per “adeguare il sistema di formazione professionale e
istruzione” (ob. specifico n. 25), per “rafforzare la posizione delle donne nel
mercato del lavoro” (ob. specifico n. 24) o per “rafforzare il sistema della ricerca
scientifico-tecnologica del Mezzogiorno” (ob. specifico n. 28) le azioni di
formazione non sono sufficienti. E’ invece necessario realizzare anche le azioni
di supporto all’attività di governo e di servizio, puntando all’integrazione tra
misure e ad un coinvolgimento effettivo (non solo in fase di concertazione
iniziale) delle amministrazioni locali e delle parti sociali.
b) I progetti compatibili rappresentavano al 31 dicembre 2002 il 46,7% di tutti i
progetti selezionati per l’Asse III, una percentuale di poco superiore degli
impegni e ben il 76% dei pagamenti. Essi sono stati utilizzati per evitare il
disimpegno, facendo leva su alcune misure specifiche, soprattutto la 3.3. e la
3.9. In generale, non sembrano aver minato gli obiettivi specifici del POR. Anzi,
nel caso della misura 3.9, secondo quanto emerso in sede di autovalutazione i
progetti compatibili (ex L. 236/93 sulla formazione continua in azienda) hanno
in realtà fornito alcuni elementi utili al miglioramento delle procedure di
gestione dei progetti finanziati con il POR (es: procedura a sportello). La
situazione appare più critica per la Misura 3.3, per la quale è chiaro che la
capacità di spesa è sinora stata determinata in maniera rilevante dalla presenza
di progetti compatibili (circa il 64% dei progetti caricati in Rendiconta al 30
settembre 2003 per questa misura, un peso leggermente ridotto rispetto al 73%
di nove mesi prima).
228
c) Il sistema di interventi di valorizzazione delle risorse umane è particolarmente
complesso, dal momento che coinvolge diverse tipologie di politiche (politiche
del lavoro, dell’istruzione, della formazione, sociali, sanitaria, etc.) e produce
impatti positivi e duraturi solo se integrato con le politiche produttive e di
sviluppo locale. E’ quindi evidente il legame con gli altri assi (soprattutto con gli
assi IV e V), anche in termini di domanda di competenze e ricadute
occupazionali che possono scaturire dalle azioni/misure avviate negli altri assi.
Una relazione più diretta emerge nel caso delle seguenti misure:
2.3 (ob. 17: sviluppare l’imprenditorialità e la crescita delle organizzazioni
legate alla valorizzazione del patrimonio culturale)
4.1. e 4.2 (ob. 34: favorire lo sviluppo, l’aumento di competitività e di
produttività di iniziative imprenditoriali nei settori già presenti che hanno
dimostrato buone capacità di sviluppo; ob 35: favorire la nascita e la
localizzazione di nuove attività ed imprese)
4.4 (ob 41: turismo – favorire la crescita di nuove realtà produttive locali
intorno alla valorizzazione innovativa di risorse e prodotti turistici)
4.5-4.19 (ob. 42: migliorare la competitività dei sistemi agricoli ed
agroindustriali: ob. 43: sviluppo rurale)
5.2. (ob. 48: rafforzare la definizione di nuove figure professionali in ambito
sociale, anche attraverso la qualificazione della PA).
d) L’attuazione dell’asse III è partita con notevoli ritardi ed in maniera
disomogenea tra le diverse misure e tra le azioni all’interno di ogni misura. Le
principali criticità possono riscontrarsi:
nell’influenza del livello politico, in particolar modo nella scissione
dell’assessorato formazione e lavoro in due assessorati distinti, con problemi
di gestione e coordinamento per le misure che prevedono sia azioni di
formazione che di inserimento lavorativo32;
nello scarso coinvolgimento delle amministrazioni e degli attori locali, in
particolare la delega (per ora) solo finanziaria data alle province;
nelle competenze e nei carichi di lavoro dei responsabili di misura;
32 Nel momento in cui si redige questo Rapporto, alcuni progressi verso un maggiore coordinamento
interno sembrano già in atto.
229
nell’inefficienza dei flussi di informazione tra i diversi attori coinvolti nella
gestione del POR (RdM, SOG/AdG);
nell’utilizzo di un bando multimisura per certi versi poco rispondente alle
esigenze del territorio e di difficile attuazione in tempi relativamente brevi,
peraltro caratterizzato da una serie corposa di ricorsi e contenziosi;
nei ritardi procedurali e dei pagamenti;
nella mancata attuazione delle azioni di servizi e sistema;
nell’eccesso di azioni formative non inserite in progetti integrati od
effettivamente calibrate sulle esigenze del territorio.
Le potenzialità dell’asse dipendono dall’ attuazione delle misure e delle azioni di
sistema, dei progetti integrati e da un maggior coinvolgimento degli attori locali.
Si tratta di interventi complessi e con elevati costi fissi di avvio, ma che – se
correttamente attuati – possono contribuire in modo significativo al
raggiungimento degli obiettivi specifici dell’asse, producendo effetti positivi
anche per gli altri assi. E’ inoltre importante che l’attuazione del POR cerchi di
cogliere meglio le esigenze espresse dal territorio, sfruttandone i punti di forza e
cercando di agire anche nella aree più isolate.
Asse IV / Sistemi locali di sviluppo / FESR
a) Allo stato dei fatti sembrano a rischio:
l’ob.38, in particolare nella parte che riguarda i Pacchetti Integrati di
Agevolazioni (PIA), ancora fermi alla fase iniziale dell’iter procedurale. I
PIA, consistenti nell’attivazione simultanea, in riferimento a uno stesso
progetto di investimenti, di più strumenti di agevolazione destinati a
perseguire finalità diverse (investimenti fisici, formazione, ricerca, ecc.),
costituiscono uno degli elementi innovativi qualificanti del POR su questo
terreno perché (i) contribuiscono a costruire una specifica capacità di
intervento regionale e locale in materia di promozione dell’industria,
selettivamente volta a sostenere buoni progetti di investimento e perciò
stesso (ii) costituiscono un aspetto qualificante della strategia volta a
rendere la Calabria più attraente per gli investimenti, che si fonda sulle
misure 4.1 e 4.2 che, insieme alle azioni del PON “Sviluppo imprenditoriale
locale”, sono parte integrante dell’APQ tra Regione e Ministero dell’Economia
in materia di “Infrastrutturazione per lo sviluppo locale”;
230
gli obiettivi 40 e 41, riferiti al turismo, dal momento che la buona capacità di
spesa mostrata dalla misura 4.3 (azioni promozionali) potrebbe risultare
vanificata nel medio e lungo periodo se permangono i gravi ritardi segnalati
nell’attuazione della misura 4.4 (creazione e potenziamento delle reti e
sistemi locali di offerta turistica), legati all’avvio difficoltoso della
progettazione integrata (vedi sotto). Promettere un’accoglienza che non
risulta poi all’altezza delle aspettative potrebbe infatti dimostrarsi addirittura
controproducente;
in qualche misura, anche tutti gli altri obiettivi (34, 35, 36 e 37), poiché una
percentuale significativa degli stanziamenti di queste misure (4.1: 23,38%;
4.2: 34%; 4.3: 11%; 4.4: 23,26%) è riservata all’attuazione dei PIT
(soprattutto) e dei PIS ed è finora rimasta inattiva (si veda
l’approfondimento tematico sui PIT nel vol.III). Il rischio, globalmente, è
quello di rinunciare alle potenzialità “strutturanti” di queste misure nei
confronti del sistema delle imprese industriali e turistiche e dello sviluppo
locale, come effetto della rinuncia (i) all’opportunità di distribuire incentivi
premiando in modo più selettivo i progetti più meritevoli, e (ii) a cogliere
un’opportunità di capacity building sul terreno difficile e decisivo della
programmazione integrata.
b) I progetti compatibili costituiscono il 46% e il 52% rispettivamente dei
progetti finanziati dalle misure 4.2 (miglioramento dell’offerta di aree per
localizzazioni produttive) e 4.4 (in particolare azione 4.4.c: creazione di grandi
attrattori all’interno delle reti e dei sistemi locali di offerta turistica). Essi sono
coerenti con gli obiettivi del POR, fatta salva ovviamente la riserva generale
sopra espressa sul possibile mancato effetto “strutturante” delle iniziative
prese al di fuori di una coerente implementazione della progettazione
integrata.
c) Per l’efficace perseguimento degli obiettivi in esame sono particolarmente
rilevanti gli obiettivi riguardanti le risorse naturali e il territorio (da 1 a 14), gli
obiettivi 21 (flessibilizzazione del mercato del lavoro) e 22 (sostegno
dell’imprenditorialità nei nuovi bacini di impiego), gli obiettivi sul terreno della
formazione professionale (da 25 a 27), della ricerca e dell’innovazione (da 28
a 32), delle reti e dei nodi di servizio (trasporti e società dell’informazione:
obiettivi da 50 a 55).
231
d) Le criticità maggiori, come si è visto sopra (si veda in particolare il punto a)
in questo stesso paragrafo), riguardano dunque
i PIA (azione 4.1.b),
il blocco della programmazione integrata (PIS, PIT), che riguarda tutte e
quattro le misure in esame,
in campo turistico, lo scollamento tra gli interventi volti a stimolare la
domanda (promozione, misura 4.3) e quelli di irrobustimento dell’offerta
(reti e sistemi locali di offerta turistica, misura 4.4).
Le potenzialità dell’asse, misurate dal contributo che esso può dare a
perseguire gli obiettivi (irrinunciabili) a cui sono associate le misure
cofinanziate dal FESR, dipendono dalla capacità di affrontare le criticità
decisionali sopra elencate. In termini di spesa, la misura 4.3 (promozione
turistica) potrebbe essere in grado di assorbire eventuali risorse aggiuntive
nel 2004. Tuttavia, in mancanza di opportune decisioni capaci di sbloccare la
programmazione integrata, di implementare i PIA e di ottenere qualche
risultato in materia di rafforzamento sistemico dell’offerta turistica,
l’obiettivo generale dell’asse IV per quanto riguarda l’industria e il turismo
potrebbe risultare sostanzialmente svuotato.
Asse IV / Sistemi locali di sviluppo / FEOGA, SFOP
a) Dalle analisi effettuate emerge che, nonostante un miglioramento legato
anche all’avvio dell’attività dei primi PIF, il raggiungimento di tutti e tre questi
obiettivi è a rischio per la mancata attuazione di numerose misure e il forte
ritardo di altre. Il mancato raggiungimento di questi obiettivi avrebbe un
impatto fortemente negativo sull’obiettivo generale del POR, sia perché
metterebbe in discussione l’obiettivo generale dell’asse IV nella parte relativa
all’agricoltura e ai sistemi rurali sia perché rinuncerebbe a cogliere
un’importante opportunità di perseguire obiettivi di capacity-building (qualora
venisse meno l’impegno a implementare la progettazione integrata).
b) Un solo progetto compatibile è stato rendicontato a carico di FEOGA e SFOP;
si tratta della recinzione di un mercato ittico e fa riferimento alla misura 4.20.
c) Gli obiettivi degli assi I (in particolare: ambiente, sistemi irrigui, rete
ecologica) e II sono strettamente integrati con quelli delle misure cofinanziate
dal FEOGA. Il mancato raggiungimento dei primi non può quindi che
ripercuotersi negativamente su questi ultimi.
232
d) Le criticità che mettono in discussione il raggiungimento degli obiettivi 42, 43
e 44 sono riconducibili:
al ritardato avvio della progettazione integrata (PIF, PIAR, PIT), a cui è
destinata una parte più o meno ampia delle risorse di quasi tutte le
misure in esame (fanno eccezione la 4.16 e la 4.19),
a difficoltà conseguenti alla scelta di ricorrere a un bando unico per
l’attuazione delle misure la cui gestione ha allungato i tempi di istruttoria
delle numerose domande pervenute,
alla necessità di procedere alla notifica preventiva dei regimi di aiuto per
i progetti cofinanziati dallo SFOP il cui ritardo ha impedito l’avvio delle
misure 20 e 21,
alla carenza delle risorse (umane e tecniche) a disposizione del
Dipartimento competente.
Tutte le misure in esame sono da considerare di particolare rilevanza
strategica rispetto agli obiettivi del POR. La potenzialità del POR nel settore
in esame sta nel fatto che gran parte delle misure potrebbero ancora
assorbire effettivamente le risorse previste, a condizione che si superino le
criticità evidenziate. A questo fine, il punto chiave è la necessità ineludibile
di affrontare e superare la complessità legata alla realizzazione della
progettazione integrata e delle azioni di sistema, selezionando magari un
insieme di progetti limitato ma concentrandovi poi risorse finanziarie e
impegno di coordinamento e gestionale. In termini di spesa, le misure 4.6
(miglioramento delle condizioni di trasformazione e commercializzazione dei
prodotti agricoli) e 4.14 (insediamento di giovani agricoltori) mostrano una
potenzialità di spesa persino superiore a quella inizialmente prevista; le