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Raffaele Mattioli

Mar 05, 2016

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  • Raffaele Mattioli

    Da Wikipedia,

    l'enciclopedia libera.

    Raffaele Mattioli

    Raffaele Mattioli

    (Vasto, 20 marzo

    1895 Roma, 27

    luglio 1973) stato

    un dirigente d'azienda

  • ed economista

    italiano. Per il suo

    impegno a favore

    della cultura spesso

    ricordato con l'epiteto

    il banchiere

    umanista[1].

    Indice [nascondi]

    1 Biografia

  • 2 Note

    3 Bibliografia

    4 Voci correlate

    5 Collegamenti esterni

    Biografia[modifica |

    modifica wikitesto]

    Dopo la laurea in

    economia a Genova,

    con una tesi

    sull'equilibrio

  • monetario, nel 1921

    diviene segretario

    generale della

    Camera di Commercio

    di Milano e tiene corsi

    di economia

    all'Universit Bocconi

    di Milano anche grazie

    all'ausilio del Rettore

    Angelo Sraffa, giurista

  • insigne della cui stima

    ed amicizia il Mattioli

    godeva.

    Nel 1925 entra alla

    Banca Commerciale

    Italiana e nel 1931

    rimpiazza l'amico

    Giuseppe Toeplitz

    nella carica di

  • Direttore Generale,

    poi, nel 1933, in

    quella di

    Amministratore

    Delegato. Convinto

    antifascista, ha

    comunque rapporti,

    legati alla sua carica,

    con Benito Mussolini,

    ma incontra in

  • segreto anche Palmiro

    Togliatti.

    Piero Sraffa

    Enrico Mattei

    Il rapporto col Partito

    Comunista d'Italia e

  • con Togliatti avviene

    attraverso l'amicizia

    con Piero Sraffa, al

    quale fa pervenire

    cospicui contributi alle

    spese di ricovero di

    Antonio Gramsci;

    dopo la morte

    dell'intellettuale sardo

    nel 1937, Mattioli si

  • adoperer per salvare

    i suoi Quaderni del

    carcere. In quegli

    anni l'ufficio studi

    della Comit diventa

    una sorta di

    universit "segreta"

    della classe dirigente

    laica e antifascista,

    dove saranno accolti,

  • tra gli altri, Ugo La

    Malfa, Giovanni

    Malagodi, Guido Carli

    ed Enrico Cuccia, con

    cui costru il progetto

    dell'IRI e di

    Mediobanca.

    Discepolo e amico di

    Benedetto Croce, nel

  • 1942 partecipa alla

    stesura del manifesto

    del Partito d'Azione,

    ma, allo stesso

    tempo, lavora al

    salvataggio di casa

    Savoia. Nel

    dopoguerra svolse

    attraverso la Comit

    un'intensa azione di

  • mecenatismo

    culturale, finanziando

    riviste ("La Fiera

    Letteraria", "La

    Cultura"), istituzioni

    (fu Presidente e

    finanziatore

    dell'Istituto Italiano

    per gli Studi Storici),

    case editrici (fu

  • consigliere culturale

    della Riccardo

    Ricciardi editore

    promuovendone la

    storica collezione

    letteraria di Studi e

    testi).

    Nell'azione di

    mecenatismo

  • compiuta da Mattioli

    un posto a s merita

    il sostegno fornito a

    Carlo Emilio Gadda,

    ospitato dopo che lo

    scrittore era sfollato

    da Firenze,

    bombardata nella

    primavera del 44.

    Gadda fu soccorso

  • con committenze e

    generosi prestiti e col

    finanziamento di un

    premio al suo Quer

    pasticciaccio brutto

    de via Merulana. Lo

    scrittore ringrazier il

    banchiere

    dedicandogli le

    Novelle dal Ducato in

  • fiamme (1953): A

    Raffaele Mattioli |

    despota dei numeri

    veri | editore dei

    numeri | e dei

    pensieri splendidi | in

    segno di ammirata

    gratitudine; Verso la

    Certosa (1961) A

    Raffaele Mattioli |

  • dedicando queste

    pagine (con una

    lunga

    prefazione-dedica di

    quattro pagine);

    infine semplicemente

    a Raffaele Mattioli il

    racconto San Giorgio

    in casa Brocchi, nella

    raccolta degli

  • Accoppiamenti

    giudiziosi (1963).

    Fu il primo banchiere

    italiano a sostenere

    Enrico Mattei,

    finanziando contro

    ogni logica

    imprenditoriale la

    sopravvivenza

  • dell'AGIP nei primi

    periodi di

    amministrazione

    Mattei.

    Nel 1972 rifiut la

    carica di Presidente

    onorario della Comit,

    passata, secondo le

    logiche della

  • lottizzazione politica,

    al democristiano

    Gaetano Stammati,

    membro della loggia

    massonica P2 di Licio

    Gelli.

    L'Abbazia di

    Chiaravalle

  • Scelse di essere

    sepolto nel cimitero

    dei monaci

    dell'Abbazia di

    Chiaravalle (Milano),

    chiesa al cui restauro

    aveva contribuito in

    modo munifico, si

    ritiene in ricordo di

    Guglielma la Boema,

  • oggetto nel Medio Evo

    di un culto

    disapprovato dalla

    Chiesa cattolica.

    La casa natia di

    Mattioli stata

    donata dai figli alla

    cittadinanza di Vasto

    con destinazione

  • culturale, insieme a

    un fondo librario di

    oltre 3800 volumi, tra

    cui alcuni

    autografi.[2] I libri di

    maggior valore sono

    invece stati conferiti

    alla Fondazione

    Raffaele Mattioli per

    la storia del pensiero

  • economico, la cui

    biblioteca aveva sede

    a Milano nei locali

    della Banca

    Commerciale Italiana

    e comprende anche

    l'archivio Verri.[3] La

    fondazione, gestita

    dagli eredi di Mattioli

    e presieduta (al

  • 2011) da Enrico

    Decleva, ha arricchito

    la raccolta libraria

    vendendo alcuni libri

    di filosofia e

    acquisendone altri di

    storia del pensiero

    economico; la

    raccolta risultante, di

    circa 4000 volumi fra

  • cui alcuni appartenuti

    ad Adam Smith,

    stata donata nel 2011

    all'Universit degli

    Studi di Milano, nei

    cui locali era

    precedentemente

    ospitata, andando a

    costituire la Biblioteca

    Raffaele Mattioli per

  • la storia del pensiero

    economico.

    Raffaele Mattioli

    spos Emilia Tarni,

    dal quale ebbe un

    primo figlio, Giuliano,

    nato nel 1920[4]. La

    moglie mor nel 1923,

    e Mattioli spos in

  • seconde nozze Lucia

    Monti dalla quale

    ebbe tre figli,

    Maurizio, Stefano e

    Letizia che diventer

    scrittrice col nome di

    Letizia Fortini[5].

    Cognato di Raffaele

    Mattioli fu Antonio

    Monti a sua volta

  • dirigente della

    Comit[6]. L'omonimia

    di quest'ultimo,

    Antonio Monti, con il

    nonno dell'economista

    della Bocconi e

    presidente del

    consiglio italiano,

    Mario Monti, ha fatto

    s che questi venisse

  • erroneamente

    indicato come nipote

    di Raffaele Mattioli[6],

    col quale non ha

    invece alcuna

    parentela.

    Note[modifica |

    modifica wikitesto]

  • ^ Mattioli, vita e

    opere di un mecenate

    di Giovanni Russo,

    Corriere della Sera,

    11 giugno 2000, p.

    31, Archivio storico.

    ^ Biblioteca Civica

    Raffaele Mattioli

  • ^ Dati; scheda

    dell'archivio storico

    degli economisti.

    ^ Raffaele Mattioli -

    Dizionario Biografico

    Treccani, treccani.it,

    31/01/2013.

    ^ Letizia Fortini,

    zam.it, 31/01/2013.

  • ^ a b La lunga (e

    misteriosa) vita del

    professor Monti,

    linkiesta.it,

    31/01/2013.

    Bibliografia[modifica |

    modifica wikitesto]

    Francesca Pino,

    MATTIOLI,

    Raffaele, in

  • Dizionario Biografico

    degli Italiani, Volume

    72, Roma, Istituto

    dell'Enciclopedia

    Italiana, 2008.

    Francesca Pino, Le

    Carte di Raffaele

    Mattioli (1925-1945),

    in "Antologia

    Vieusseux", a. XIX

  • (2013), n. 55, pp.

    87-96.

    Voci

    correlate[modifica |

    modifica wikitesto]

    Catoblepismo

    Banca Commerciale

    Italiana

  • Collegamenti

    esterni[modifica |

    modifica wikitesto]

    MATTIOLI, Raffaele,

    Enciclopedia Italiana -

    III Appendice (1961)

    Mattili, Raffaele,

    Enciclopedie on line,

    Istituto

    dell'Enciclopedia

  • italiana Treccani (URL

    acceduto il 13 aprile

    2013)

    Cuccia e pochi intimi

    ricordano Mattioli di

    Giuliana Ferrarino,

    Corriere della Sera,

    28 luglio 1998, p. 17,

    Archivio storico. (URL

  • acceduto il 6

    settembre 2014)