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corruzione e attira molti interessi, compreso quello della criminalità organizzata. . Ec- co come le autorità di Mosca cercano ora di porvi rimedio. . di Cristina Giuliano 38 . east . europe and asia strategies numero 32 . ottobre 2010 . 39 N on è rimasto negli Usa molto a lungo Artiom Save- liev, sette anni. Rispedito al mittente da Torry Han- sen, single di Shelbyville, Tennessee. Messo sul- l’aereo. Solo con un biglietto: “Non voglio essere più sua madre”, scrive la Hansen, spiegando che il bambino ha gravi problemi psicologici e che l’orfanotrofio russo ha mentito sulle sue condizioni. Un video, girato lo scorso aprile all’arrivo a Mosca, lo mostra confuso e disorienta- to mentre gli assistenti sociali lo prendono in custodia. La natura umana è davvero varia. Si registrano episodi di infinità bontà, come l’accoglienza e l’adozione di un or- fano sotto il proprio tetto. Ma anche la storia del “picco- lo Artiom”, l’ultima di una lunga serie, in grado di far ca- pire alle autorità russe che è necessario regolare il flusso di adozioni attraverso accordi bilaterali fra i rispettivi Paesi. Per ora un documento del genere è stato siglato so- lo con l’Italia. Durante lo scandalo generato dal ritorno di Artiom un deputato del partito comunista russo, Nina Ostozhenka, ha chiesto al premier Vladimir Putin un de- creto per direttissima atto a bloccare il flusso di orfani verso gli Usa. I riflettori hanno illuminato non soltanto una zona “grigia” dei rapporti bilaterali tra i due Stati, ma Questione di orfani fra Russia e America Le banche dati annoverano 700mila orfani in Russia. . Gli Stati Uniti ne hanno “soltanto” 500mila. . Eppure sono proprio gli americani ad adottare il maggior numero di bambini: circa 50mila l’anno. . Non sempre le adozioni vanno a buon fine: in due anni si stima che siano 30mila i bambini accolti e poi rimandati indietro. . Un flusso colossale che genera RUSSIA . 2 soprattutto si sono appuntati su un dossier molto scomo- do per le autorità locali. Le banche dati annoverano 700mila orfani in Russia – ma le stime non ufficiali par- lano di circa 1 milione di bimbi – di cui 30mila quelli adottati e poi rimandati indietro in soli due anni. Gli Usa adottano più tutti: sarebbero infatti 50mila i bambini pro- venienti dalla Federazione russa che sono stati già accol- ti dalle famiglie americane. Per molti specialisti sentiti da Apcom “è impossibile pensare che il flusso delle ado- zioni verso gli Stati Uniti venga bloccato, anche perchè c’è troppa gente coinvolta”. Qualcuno parla anche di prezzi: per un bambino sano da Vladivostok “posso chie- dere 2mila dollari”, dice una fonte russa. A questo si ag- giunge il fattore corruzione, dilagante in Russia, anche secondo l’autorità centrale. Aspetto incalcolabile, ma in- fluente, in maniera pesante soprattutto in un contesto do- ve le adozioni vengono regolate tra privati. Solo verso l’Italia, infatti, le adozioni con Mosca vengono regolate da un accordo intergovernativo e gestite dagli enti appro- vati da entrambi gli esecutivi. Per gli altri Paesi tutto è la- sciato in mano ai privati e quindi il rischio “corruzione” e “mercato” è ben più alto. Sono 15 i bambini russi adot- tati e morti in America, ben 4 dalla regione orientale di A SINISTRA Bambini del Khabarovsk Children’s Home adottati da una coppia di stranieri. SOTTO Alcuni bambini giocano in un orfanatrofio a Kineshma, nella regione di Ivanovo. N Itar-Tass / Corbis /V. Smirnov Itar-Tass / Corbis / ZolotaryovY.
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Questione di orfani fra Russia e America - eastwest.eu · Solo con un biglietto: “Non voglio essere più sua madre”, scrive la Hansen, spiegando che il bambino ha gravi problemi

Feb 15, 2019

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TrầnNgọc
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Page 1: Questione di orfani fra Russia e America - eastwest.eu · Solo con un biglietto: “Non voglio essere più sua madre”, scrive la Hansen, spiegando che il bambino ha gravi problemi

corruzione e attira molti interessi, compreso

quello della criminalità organizzata. . Ec-

co come le autorità di Mosca cercano ora di

porvi rimedio. . di Cristina Giuliano

38 . east . europe and asia strategies numero 32 . ottobre 2010 . 39

Non è rimasto negli Usa molto a lungo Artiom Save-liev, sette anni. Rispedito al mittente da Torry Han-sen, single di Shelbyville, Tennessee. Messo sul-

l’aereo. Solo con un biglietto: “Non voglio essere più suamadre”, scrive la Hansen, spiegando che il bambino hagravi problemi psicologici e che l’orfanotrofio russo hamentito sulle sue condizioni. Un video, girato lo scorsoaprile all’arrivo a Mosca, lo mostra confuso e disorienta-to mentre gli assistenti sociali lo prendono in custodia.La natura umana è davvero varia. Si registrano episodi diinfinità bontà, come l’accoglienza e l’adozione di un or-fano sotto il proprio tetto. Ma anche la storia del “picco-lo Artiom”, l’ultima di una lunga serie, in grado di far ca-pire alle autorità russe che è necessario regolare il flussodi adozioni attraverso accordi bilaterali fra i rispettiviPaesi. Per ora un documento del genere è stato siglato so-lo con l’Italia. Durante lo scandalo generato dal ritornodi Artiom un deputato del partito comunista russo, NinaOstozhenka, ha chiesto al premier Vladimir Putin un de-creto per direttissima atto a bloccare il flusso di orfaniverso gli Usa. I riflettori hanno illuminato non soltantouna zona “grigia” dei rapporti bilaterali tra i due Stati, ma

Questione di orfanifra Russia e AmericaLe banche dati annoverano 700mila orfani in Russia. . Gli Stati Uniti ne hanno “soltanto”

500mila. . Eppure sono proprio gli americani ad adottare il maggior numero di bambini:

circa 50mila l’anno. . Non sempre le adozioni vanno a buon fine: in due anni si stima che

siano 30mila i bambini accolti e poi rimandati indietro. . Un flusso colossale che genera

RUSSIA . 2 soprattutto si sono appuntati su un dossier molto scomo-do per le autorità locali. Le banche dati annoverano700mila orfani in Russia – ma le stime non ufficiali par-lano di circa 1 milione di bimbi – di cui 30mila quelliadottati e poi rimandati indietro in soli due anni. Gli Usaadottano più tutti: sarebbero infatti 50mila i bambini pro-venienti dalla Federazione russa che sono stati già accol-ti dalle famiglie americane. Per molti specialisti sentitida Apcom “è impossibile pensare che il flusso delle ado-

zioni verso gli Stati Uniti venga bloccato, anche perchèc’è troppa gente coinvolta”. Qualcuno parla anche diprezzi: per un bambino sano da Vladivostok “posso chie-dere 2mila dollari”, dice una fonte russa. A questo si ag-giunge il fattore corruzione, dilagante in Russia, anchesecondo l’autorità centrale. Aspetto incalcolabile, ma in-fluente, in maniera pesante soprattutto in un contesto do-ve le adozioni vengono regolate tra privati. Solo versol’Italia, infatti, le adozioni con Mosca vengono regolateda un accordo intergovernativo e gestite dagli enti appro-vati da entrambi gli esecutivi. Per gli altri Paesi tutto è la-sciato in mano ai privati e quindi il rischio “corruzione”e “mercato” è ben più alto. Sono 15 i bambini russi adot-tati e morti in America, ben 4 dalla regione orientale di

A SINISTRA Bambini del Khabarovsk Children’s Home

adottati da una coppia di stranieri.

SOTTO Alcuni bambini giocano

in un orfanatrofio a Kineshma, nella regione di Ivanovo.

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tato con gli Usa in materia, ma per ora il flusso non è sta-to interrotto. All’indomani del rientro di Artiom nel suoPaese, il 12 aprile 2010, il ministro degli Esteri Sergei La-vrov aveva espresso la volontà di sospendere le adozio-ni di minori russi da parte di famiglie americane seguitedall’associazione coinvolta nel caso (World Associationfor Children and Parents). Grande l’indignazione ancheda parte delle autorità americane: l’ambasciatore a Mo-sca, John Beyrle, aveva espresso rabbia e sconcerto perquanto successo. La rappresentanza diplomatica ha con-tinuato però a pianificare e rilasciare visti di immigrazio-ne per i bambini che devono essere adottati dalle fami-glie statunitensi. Il Dipartimento di Stato ha anche fattosapere, tramite il suo sito (www.adoption.state.gov), cheun gruppo di funzionari americani volerà a Mosca per in-contrare i rappresentanti del ministeri degli Affari este-

ri, dell’Istruzione e della Giustizia per fare il punto. Lasperanza è che non si ripetano casi come quello di Ar-tiom. O peggio ancora quello di Ivan Skorobogatov, mor-to in seguito a gravi traumi al cervello pochi mesi fa: lacoppia affidataria della Pennsylvania – Michael e Nanet-te Craver – è attualmente sotto processo per omicidio.Media statunitensi e russi hanno riferito che, prima del-la sua morte, il ragazzo era stato portato in terapia inten-siva con una ferita alla testa. È deceduto dopo che i suoigenitori hanno deciso di interrompere il supporto vitalenell’agosto 2009. La coppia ha sostenuto che il ragazzi-no soffriva di un grave disturbo mentale e di routine sigettava contro le pareti e si colpiva con altri oggetti con-tundenti. Le autorità statunitensi non hanno considera-to plausibile tale versione e hanno proceduto all’incri-minazione dei Craver. .

Irkutsk. In molti casi si parla di maltrattamenti in fami-glie che probabilmente con controlli più approfonditi –da entrambe le parti – potevano essere dichiarate nonidonee. Oltre a ciò, il fenomeno delle restituzioni è altret-tanto grave e pesante per il minore: prima i suoi genitoribiologici lo hanno rifiutato, poi anche quelli adottivi.

egli Usa vige inoltre un sistema di passaggio trafamiglie affidatarie: quindi può capitare che unavolta arrivato, il piccolo passi da una famiglia al-

l’altra, con evidenti problemi di adattamento. Il vero pa-radosso sta poi nei numeri relativi agli orfani nati negliUsa. Perché non è che lo Zio Sam non abbia bambini incerca di una famiglia: sono 500mila, prevalentemente ne-ri. Eppure gli americani sono i primi nelle statistiche del-le adozioni internazionali. Ma anche in Russia non man-cano le zone “grigie”: nel 2007 si sono verificati nella Fe-derazione 3569 casi di maltrattamenti su minori adotta-ti da parte di cittadini russi. Inoltre le politiche locali sti-molano l’accoglienza temporanea, sostenendola anchecon “aiuti” alle famiglie. Aiuti che invece non sono pre-visti per chi vuole accogliere un bambino in maniera de-finitiva. Mosca dichiaratamente punta a firmare un trat-

N

SOPRA Un gruppo di orfani

provenienti da Russia e Khazakistan

al loro arrivo in Virginia al Dulles International Airport.

A FRONTE Un bimbo che dorme all’orfanatrofio di Kineshma.

Il buon esempiodell’Italia

Sono 535 i bambini russi adottatida famiglie italiane nel 2009 e già

nei primi mesi dell’anno in corso ce nesono stati altri 143 accolti nel nostroPaese. Nessun caso di rimpatrio o pro-blemi gravi. Anzi, il sistema creato gra-zie a un accordo intergovernativo tral’Italia e la Russia ha permesso di evi-tare spiacevoli inconvenienti.«Solo nel 2008 va segnalata una fles-sione del 10%, da attribuire però allafase di riassestamento dopo la firmadel documento bilaterale», afferma ilconsole generale a Mosca Enrico Nun-ziata in un’intervista con Apcom, in cuiil diplomatico spiega gli effetti del trat-tato che porta le adozioni sul terrenodi «un iter completamente pubblico» eche «i russi vorrebbero estendere co-me modello anche nelle relazioni inmateria con altri Paesi Ue». Il percorsoper una coppia che voglia adottare dal-l’Italia «ha una gestazione di circa 2anni», continua Nunziata.

«C’è serietà nella selezione della fami-glia e nella sua preparazione». La leg-ge italiana e l’accordo bilaterale con-sentono di accedere all’adozione soloattraverso i «13 enti accreditati pressola Presidenza del Consiglio dei mini-stri». Inoltre dopo l’adozione «nessunbambino cade nell’ombra o non si sadove finisca.

C i sono stati eventi che riunisconole famiglie e i bambini. Inoltre i ser-

vizi sociali devono presentare alla par-te russa una relazione» che dimostriche «il bambino sta bene e che è beninserito nel suo nuovo nucleo familia-re. C’è sicuramente molto riguardo nelsistema adottivo italiano alla conser-vazione del legame col Paese d’originedel minore adottato».Gli enti italiani non operano tuttavia sututte le regioni russe. Ci sono infattiprovincie dove per evitare spiacevoliinconvenienti – anche legati alla corru-zione – gli Enti preferiscono non lavo-rare. «Ci deve essere trasparenza suicosti delle adozioni», dice Nunziata,

specificando che ogni voce – il vistoper la Russia dei genitori adottivi, viag-gi e regali – deve essere documentata.«Si arriva a 10mila euro, ma sono cifrein piena trasparenza».

A ltro è il regalo o la donazione che ilgenitore decide di fare all’istituto

dove il bambino è stato cresciuto. E inquesto caso non si tratta di corruzione,ma di prassi sociale: in Russia la cultu-ra vuole che non si arrivi mai a manivuote a casa d’altri e gli aiuti sono sem-pre destinati – almeno secondo la vo-lontà delle coppie che adottano – aglialtri bimbi meno fortunati che riman-gono nell’orfanotrofio. L’Italia è dun-que un esempio di eccellenza in mate-ria di adozioni, grazie a un sistema to-talmente pubblico. È l’unico Paese concui Mosca abbia raggiunto un accordoche regola l’intero iter. Non è così adesempio per la Spagna o per gli Usa,«ma non escludo che esistano sistemimisti», conclude Nunziata. «Di fattoperò l’accordo russo-italiano non hareso più difficili le cose. Anzi». .

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