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UN SALUTO FINALE
Guardo lo schermo del pc e mi domando come poter iniziare. La
barra di Word mette alquanto ansia, lampeggia ripetutamente, mi
sembra di sentire un tic toc, tic toc di un cronometro! Mi sono
offerta io di scri-vere questo articolo e al-lora perch mi viene
tanto difficile? Questo il mio ultimo an-no qui a scuola, senior
year fa molto High School Musical Sono passati velocemente questi
anni e sono stati i pi belli della mia vita. Ho cono-sciuto persone
fantastiche, ricorder sicuramente questo periodo come il migliore!
Non regge molto, lo so. La verit che gli anni delle superiori sono
gli anni della crescita. Niente pa-ragonabile alle esperienze che
si fanno in questi anni. Il mio primo giorno in primo superiore
stato SCIOCCANTE, mi guar-davo intorno e vedevo gente sconosciuta
che, si-cura di s, faceva amici-zia. A me, invece, timidez-za e
paura di espormi non mancavano. Non star qui a rivivere tutti e
cinque gli anni, an-che perch se mi boccia-no, lanno prossimo sar
continua a pag. 2
ARIANNA
Arianna Savioli una studentessa del 4D, sezione com-merciale del
nostro Istituto, e ha parte-cipato ad un proget-to proposto dal
pro-fessor Miozza! Ci spiega un po com partito il tutto: Il prof
Miozza un giorno ha chiesto al-la mia classe, cos come ad altre, di
aderire ad un progetto propostogli da Milena Pellegat-ta,
collaboratrice in Junior Achievement. Ci ha spiegato che cera una
startup: la Hack4School. Il professor Miozza si tenuto in contat-to
con i collaborato-ri di Junior Achie-vement, che si oc-cupano di
far co-noscere e mettere in pratica espe-rienze in econo-
mia continua a pag. 3
Un Robot per stu-
diare e diver-
tirsi! La sfida che que-st'anno il professor Maccar-rone ha
voluto lanciare
alle classi quinte del corso di Elettronica e Telecomunicazioni
stata la realizzazione di un robot line follower. All'apparenza una
sem-plice macchinina che segue una linea nera su una superficie
bianca, in realt un vero e pro-prio robot, dotato di ca-pacit
autonome, che si muove, accelera e ster-za senza alcun
teleco-mando. Esso, come noi, interagisce con l'am-biente
circostante, ana-lizzandolo e compiendo i propri movimenti a
seconda degli ostacoli che percepir. Una sfida non da poco! Ma come
fa un robot di metallo e componenti elettronici a fare tutto
questo? continua a pag. 3
Numero 3. Giugno 2013 In questo nume-ro:
Guarire dallaids Matrimoni gay Papa Francesco La citt della
scienza Lo spazio creativo Beach volley:vittoria! Inserto
speciale:prof Sigur Rs La nostra gita! Pietro Mennea Le strip di
Angelo e
Manuele e molto altro
La citt della
scienza La citt della scienza nata nel 1996 da un progetto
ideato nel 1987 da Vittorio Sil-vestrini, fisico ed in-segnante
universita-rio; la prima iniziativa fu chiamata "Futuro Remoto" e
si svolse alla Mostra D'Oltre-mare, un grande com-plesso fieristico
del Mezzogiorno. Nel 1996 fu aperto al pubblico il primo
pa-diglione embrionale della Citt della Scienza, che si ampli fino
a raggiungere nel 2010 l'estensione di circa 14.000 metri quadrati
tra cortili e padiglioni, con possi-bilit di altri continua a pag.
4
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Quelli di ViA Copernico Numero 3. Giugno 2013
Pagina 2
UN SALUTO FINALE
(segue da pag. 1) di nuovo qui a raccontare le stesse identiche
cose. Quando le cose si sono fatte pi diffi-cili, ho fortemente
creduto di non farcela, volevo ritirarmi da scuola e non aprire pi
li-bri, ma, testarda come sono, mi sono rimboccata le mani-che e
non ho mollato. La scuola niente in confron-to al mondo fuori, e
con tutta onest questa cosa mi fa un po paura. Possiamo dire quello
che vogliamo sulla scuola, anche insultarla, ma la verit che la
scuola una si-curezza. Ti alzi la mattina sa-pendo quello che
dovrai fare, hai i tuoi compiti e sai che devi farli per ottenere
risultati. Non ci sono forse, tutto quello che devi fare ti viene
offerto come su un piatto dargento. Fuori invece? La situazione
quella che , non c niente di certo. Potrei andare allUniversit,
conti-nuare quindi a studiare per al-tri tre o cinque anni,
prender-mi la Laurea e.... e cosa? Tro-ver il lavoro? Serve davvero
la Laurea? Il quinto anno anche questo: tante domande. Non voglio
essere la persona che sta qui ad annoiare un povero letto-remagari
un lettore studente a cui sto attaccando tutta la mia ansia. La
scuola studio, impegno ma anche amici, sto-rie damore e chi pi ne
ha, pi ne metta! Ho completa-mente rimosso alcuni aneddo-ti della
mia vita scolastica, ma ci che difficilmente potr dimenticare
saranno le amici-zie che ho fortificato e quelle che sono
nate.Vorrei dedicare
questo articolo a loro. Non sto qui a fare tutti i nomi,
ri-schiando di fare la pessima figura di dimenticarne qual-cuno, ma
se stanno leggendo, come li obbligher a fare, allora s, cara
persona questo articolo te lo sto dedi-cando. Una dedica, per cos
dire, non se la meritano so-lo gli amici, ma anche i nemici che
hanno fatto s che io con il tempo sia diventata pi forte. A voi
vorrei dire che sono davvero felice di non dovervi pi vedere! La
maggior parte delle perso-ne che conosco probabilmente non legger
neanche (brutta cosa!) ma ormai ho iniziato a scrivere, quindi
continuo. Rullo di tamburi! Chi sar il prossimo della lista? Chi
avr lonore di comparire sul mio ultimo pezzo? In cinque anni ho
cambiato parecchi professori, alcuni pensano ad-dirittura che io
sia una specie di genio che potrebbe puntare davvero in alto, la
cosa mi lusinga, ma per adesso mi preoccupo della tesina desame non
ancora iniziata! il momento dei nomi! Ci tengo a precisare che
quelli che nominer non sono miei professori attuali ai quali sto
scrivendo tante belle parole per risultare chiss chi o otte-nere
chiss cosa! Caro prof Miozza, si rende conto che quasi tutti i miei
articoli pub-blicati riguardano lei? Ho ini-ziato a lavorare per il
giorna-lino grazie alla mia collabora-zione con il progetto in cui
lei ha inserito me e la classe, quindi grazie. Questa stata la mia
prima esperienza da giornalista, forse sar l ultima, ma almeno
posso dire
di averci provato. Grazie alle prof che si occupano del
gior-nalino, prof DAndrea e Tirdi, che, come dire mi hanno
scoperto! stato bello col-laborare con la redazione, ho dedicato
dei pomeriggi a do-cumentarmi per stendere un buon articolo, mi
sono impe-gnata e la cosa mi ha reso molto soddisfatta di me. In
questo anno sono cresciuta, migliorata in alcune cose, ne sono
convinta e modestamen-te tutto merito mio e delle persone a me
vicine, che con pazienza mi hanno spiegato dove e come correggermi.
Se un giorno diventer famo-sa, quest articolo potrebbe risultare
una specie di confessione adolescenziale e forse cos, ma sono a
po-chi mesi dallesame di maturit e posso permettermi di avere
sbalzi di umore, risa-te o pianti isterici! Come si ben capito
questo il mio ul-timissimo articolo per il gior-nalino e dopo aver
messo il punto finale salir un po' di amarezzama, passato lu-glio,
cambier tutto e sta a me decidere come e cosa cambia-re. Detto
questo, in bocca al lupo a tutti, maturandi e non! Giulia Brunetti
Straordinaria Giulia,
la redazione ti ringrazia per questi anni di lavoro insieme e ti
augura si realizzi tutto quello che vorrai!
In bocca al lupo per lesame e
non dimenticarci!! Noi
non lo faremo
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Quelli di ViA Copernico Numero 3. Giugno 2013
Pagina 3
ARIANNA ( segue da pag. 1)
e quindi sviluppare intelligen-za, creativit e innovazione!
Hack4School un workshop del MIUR che ha avuto luogo il 9 ottobre
2012, rivolto so-prattutto a studenti delle supe-riori, per
sviluppare soluzioni innovative per la scuola ita-liana. Spiegando
le regole del-la competizione, uno degli organizzatori ha detto
partire individuando un pro-blema VERO, concreto, che
effettivamente voi avete a scuola ci illustra Arianna. La ragazza
si data da fare, ha trovato un compagno, Francesco, e insieme hanno
lavorato ad unidea che pian piano diventata progetto: Francesco e
io, lavorando sul laptop, abbiamo messo insie-me da soli la
proposta (n.d.r. che poi arrivata tra quelle finaliste) chiamata Mi
gioco il mio futuro. Ma com nata lidea?: Volevamo sviluppa-re una
app rivolta agli studenti che devono effettuare il pas-saggio dalle
medie alle supe-riori e che quindi devono sce-gliere il percorso di
studi da frequentare, attraverso giochi di logica, quiz matematici,
test attitudinali, grado di rag-giungibilit attraverso feed-back da
parte degli studenti gi nelle scuole medie. Il tutto potenziato da
un sistema di gamification ed engagement. Non male! Bel progetto!
chiaro che i due ragazzi hanno trovato un giusto modo di ri-solvere
uno dei tanti problemi che affligge la maggior parte dei ragazzi
con dubbi sulla scelta della scuola da frequen-tare. Dopo di che
dovevamo met-tere le nostre idee su una pre-
sentazione a slide, che poi, dato che siamo stati scelti come
finalisti, abbiamo dovu-to presentare in meno di 3 minuti il giorno
dopo davanti ad una giuria, al Ministro dellIstruzione e a tutta la
pla-tea del Palalottomatica, con-tinua Arianna. Qualche mese dopo,
verso gennaio, ci con-tattano Junior Achievement e Top-Ix per dirci
che il MIUR voleva rendere realizzabile il progetto, quindi ci
hanno messo a disposizione dei tec-nici che, attraverso incontri
settimanali via web, hanno re-so tangibile il nostro progetto. Poi
una volta messo online il progetto, abbiamo avuto un incontro
insieme agli altri tre gruppi per presentare il pro-dotto finale al
MIUR, davanti al Ministro Profumo. Un progetto eccezionale come
quello della nostra intervistata si merita un altrettanto
rico-noscimento e presentare il progetto davanti al Ministro
dellIstruzione non cosa da niente! Anche l grande emozione, ma ce
l'abbiamo fatta! dice soddisfatta Arian-na. Lapplicazione tuttora
online, anche se in versione di prova. Insomma, cara Arianna,
sia-mo tutti fieri di te!!! Giulia Brunetti
Un Robot per studiare e di-vertirsi!
(segue da pag. 1) Siamo partiti dalla sua fun-zione
fondamentale, ovvero seguire la linea nera, dotando-lo prima di
tutto di una serie di 8 sensori ad infrarossi in grado di
distinguere il colore nero dal bianco. Essi trasmet-tono le
informazioni ad un microcontrollore, che le ela-
bora e a sua volta aziona i motori delle ruote. esattamente ci
che succe-derebbe ad un essere umano: immaginiamo che per qualche
curioso motivo si debba se-guire una linea; i nostri oc-chi
individuano il percorso, inviano l'informazione al cer-vello che
aziona i muscoli che ci permettono di muoverci nella direzione
giusta. E ci proprio la base della robotica: ricreare con dei
componenti elettronici i sensi che ci per-mettono di interagire con
il mondo. Ma immaginiamo ancora che al nostro posto, nel nostro
cu-rioso esperimento, ci sia un neonato: perch poi dovrebbe seguire
la linea? Ha la nostra stessa percezione, ma non sa quel che deve
fare, ed proprio il nostro caso. sta-to necessario dover istruire
il robot in modo che "capisse" qual era il suo compito: attra-verso
un linguaggio di pro-grammazione abbiamo elabo-rato un codice che
il micro-processore interpretasse come un'istruzione. Il professore
ha diviso le clas-si in 5 team, invitandoci al la-voro di squadra e
creando uno spirito di competizione allo stesso tempo. Abbiamo
co-struito l'intero robot partendo da dei fogli di alluminio, lo
abbiamo scelto in base alle nostre conoscenze e gusti, ab-biamo
deciso come e dove posizionare i vari componenti e progettato e
realizzato il de-sign estetico. Abbiamo ideato una competi-zione
esclusiva, dal no-me Go&Back, creando un ve-ro e proprio
regolamento, un sito e presentando il tutto continua a pag. 4
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Quelli di ViA Copernico Numero 3. Giugno 2013
Pagina 4
Un Robot per studiare e di-vertirsi!
( segue da pag. 3) alla fiera di robotica della ca-pitale
RomeCup 2013, con la grande speranza che la roboti-ca faccia ancora
da protagoni-sta negli anni successivi del nostro corso: essa ci
inse-gna la pro-grammazione, l'elettronica, la meccanica, la
sistemisti-ca, l'automa-zione, ci spie-ga come tutte queste
disci-pline possono essere collegate tra loro e, soprattutto, ci
spin-ge ad impara-redivertendoci! Simone Carluccio
La citt della scienza ( segue da pag. 1)
ampliamenti. Purtroppo per questo meraviglioso polo scientifico,
decretato addi-rittura "Mi-glior Museo scientifico eu-ropeo" nel
2005, stato quasi comple-tamente di-strutto in un incendio
divampato nella not-te di luned 4 marzo 2013. Ancora incerte le
cause, ma da nuovi sviluppi nelle inda-gini, soprattutto grazie al
ri-trovamento di tracce di benzi-na in molti punti del museo, la
questura di Napoli propende per l'ipotesi dolosa. Gi si parla di un
coinvolgimento della camorra, ma, prima di esprimere il verdetto
finale, il questore di Napoli, Luigi Me-rolla, ha ribadito "Di
certo noi
abbiamo unidea, ma dovendo affidarci alla ricerca delle cause
aiutando la magistratura inquirente con i nostri inve-stigatori,
mettiamo da parte le idee e tentiamo di mettere in campo i fatti.
Indaghiamo senza alcuna idea precostituita
ma elaborando quello che via via troviamo. Dobbiamo - sottolinea
il questore - mettere sempre in evidenza l'aspetto delle
orga-nizzazioni criminali come significativa-mente incisive sulla
vita della nostra citt, ma allo stesso tempo
non pos-siamo farne un paravento per qualun-que cosa accada, o
spiegare tutto solo ed esclusiva-
mente in questa chiave, per-ch l'illegalit non consiste solo
nella loro attivit ma an-che in tante altre manifesta-zioni, che
possono caratteriz-zare larghe fasce della nostra societ. Vanno
quindi prese tutte attentamente in esame ogni qualvolta ci sono
acca-dimenti che possono essere letti in pi modi". L'incendio ha
interessato un area di 10.000-12.000 metri
quadrati, pi o meno tutto il complesso. Per fortuna gi da subito
si parlato di ricostrui-re Citt Della Scienza, grazie ai fondi
pubblici, ad un possi-bile cofinanziamento da parte dellUnione
Europea e anche grazie alle donazioni che
ognuno di noi pu fare (tramite conto corrente, intestato a
Fondazione IDIS Citt della Scienza - IBAN
IT41X0101003497100000003256 - causale Rico-struire Citt della
Scien-za). Si spera che in un fu-turo molto prossimo
que-st'importante polo scienti-
fico, vanto di Napoli e dell'I-talia tutta, possa essere
rico-
struito, imitando e, si spera, superando i fasti splendori
raggiunti dal precedente mu-seo ormai perduto nelle fiamme di un
incendio che ha sconvolto e reso triste il mon-do e ovviamente noi
italiani in primis. Christian Sandrini
Guarire dallAids:
possibili cure future Uno dei pi grandi mali che assilla la
nostra societ una terribile malattia: lAids, pro-vocata dal virus
dellimmunodeficienza umana detto anche HIV (Human Immunodeficiency
Virus); es-sa colpisce il sistema immuni-tario continua a pag.5
-
Quelli di ViA Copernico Numero 3. Giugno 2013
Pagina 5
Guarire dallaids: possibili cure future ( segue da pag. 4)
rendendolo pi debole e facile preda di infezioni, tumori e altre
malattie. Il motivo della pericolosit della malattia sta anche nel
fatto che, per ora, non curabile. Hanno fatto scalpore, per, due
casi di riu-scita guarigione. Il primo caso quello di Timothy
Brown, detto il paziente di Berlino. Gli avevano detto due volte
che sarebbe morto: una nel 1995 per la sua sieropositivit allAIDS,
mentre nel 2006 per la leucemia. Timothy si fece operare per la
leucemia con un trapianto di midollo osseo e segu una terapia con
cellule staminali, sapendo anche che il donatore aveva una rara
mutazione genetica che impe-diva al virus di penetrare; alla fine
riuscito a guarire dallHIV e dalla leucemia. Ora Timothy Brown,
insieme alla World AIDS Organiza-tion, cerca fondi per finanzia-re
la ricerca per la cura contro il virus, per aiutare altri a
gua-rire. Il secondo caso quello di una bambina nel Mississip-pi
che, dopo 30 ore circa dalla nascita, stata trattata con una
terapia aggressiva antire-trovirale. La bambina stata seguita dalla
pediatra Hannah Gay che, sapendo della siero-positivit della madre
della piccola, non ha aspettato lesito dei test e immediata-mente
lha messa in cura. Il virus non stato eliminato, ma reso solo
inerme e abba-stanza debole da permettere al sistema immunitario di
tener-lo sotto controllo. Non poco, non poco per niente per una
malattia cos insidiosa e terri-bile. La notizia stata data il
3 marzo 2013 negli Stati Uniti e ora si pensa a nuove terapie
per i neonati, per sopprimere il virus prima che si diffonda. Lo
stesso metodo, purtroppo, non vale per gli adulti perch possono
essersi gi formati dei serbatoi virali dove il vi-rus si nasconde
per uscire quando non si somministrano pi i farmaci. Naturalmente
necessario che i governi tro-vino i fondi necessari affinch la
ricerca continui Francesco Gambino
NO AI MATRIMONI GAY
Da qualche tempo si comin-ciato a parlare di matrimoni tra
coppie dello stesso sesso e di possibilit di adozioni. In Europa i
paesi che approvano ladozione gay sono diversi: Regno Unito,
Norve-gia, Spagna, Svezia, Dani-marca, Belgio, Paesi Bassi,
Islanda, Israele e Francia. In Italia abbiamo la legge 4 maggio
1983 che in proposito prevede che: la dichiarazione di disponibilit
all'adozione debba essere effettuata da una coppia coniugata da
almeno tre anni. Wikipedia, lenciclopedia online, recita inoltre:
L'art. 44 prevede, tuttavia, deroghe per alcuni casi specifici:
quando gli adottandi sono uniti al minore -orfano di padre e di
madre - da vincolo di parentela fino al sesto grado o da rapporto
stabile e duraturo preesistente alla perdita dei genitori, -quando
un coniuge adotta il figlio, anche adottivo, dell'altro coniuge; -
quando il minore portatore di handicap e orfano di en-trambi i
genitori; -quando non
sia possibile l'affidamento preadottivo. Il matrimonio, dunque
lunione tra due co-niugi, implica, in diverse cul-ture e religioni,
la presenza di un uomo e una donna che da-vanti a Dio, in caso di
religio-ne cristiana, giurano fedelt e amore... Il concetto di
ma-trimonio legato a quello di famiglia: i due coniugi for-mano un
nucleo familiare che spesso in seguito si espande con i figli.
Dunque in materia di coppie omosessua-li, non c scampo. continua a
pag.6
S AI MATRIMONI GAY
Amore, la parola pi adatta per iniziare poich cuore di questo
articolo. Amore, quel sentimento fortissimo che le-ga due persone
spingendo l'u-na a volere il meglio per l'al-tra per vederla
sorridere, gioi-re, sperando di poter far parte di quella felicit.
L'atto che per eccellenza sancisce ormai da sempre questo nobile
sen-timento il matrimonio. Il 10 dicembre 1948 l'Assemblea Generale
delle Nazioni Uni-te ha adottato la Dichiarazio-ne Universale dei
diritti dell'uomo con lauspicio che gli stati membri garantiscano
sotto il proprio territorio una cosa che pu apparire sconta-ta e
banale, ma che non lo affatto, la libert. L'artico 16 tratta
proprio dei matrimoni: 1. Uomini e donne in et adatta hanno il
diritto di spo-sarsi e di fondare una fami-glia, senza alcuna
limitazione di razza, cittadinanza o reli-gione. Essi hanno eguali
dirit-ti riguardo continua a pag.6
-
Quelli di ViA Copernico Numero 3. Giugno 2013
Pagina 6
NO AI MATRIMONI GAY ( segue da pag. 5)
Il giusto, seppur non ricono-sciuto da tutti, palese. Il
ma-trimonio ununione tra per-sone di sesso differente che assieme
nel loro percorso di vita hanno il permesso di adottare bambini.
Molti psico-logi rispondono, dando come unico punto di arrivo la
felicit del bambino. Un ado-lescente, cos come un bimbo in fasce,
ha bisogno di una figura femminile e una maschile. Non possibile
in-vertire i ruoli, non giusto confondere o tanto me-no provocare
problemi a livel-lo emotivo al bambino. Due persone dello stesso
ses-so non possono sposarsi, n tanto meno adottare un bambino. Non
in natura, non si sta discutendo dellamore che due omosessuali
possono dare ad un bambino, n si vuole essere bigotti di fronte a
tale situazione. Nessuno nega a nessuno la fe-licit, ma si deve pur
sempre pensare alla felicit degli altri. Alla felicit di un bambino
che trovandosi in casa due mamme o due pap, potrebbe sentirsi in
difficolt, messo in cattiva luce anche dai suoi compagni di classe
per esem-pio. La societ ci impone dei canoni e la trasgressione di
infrangerli non sempre posi-tiva e porta lontano. Restare entro
certi limiti pu essere la giusta misura. Giulia Brunetti
S AI
MATRIMONI GAY ( segue da pag. 5)
al matrimonio, durante il ma-trimonio e all'atto del suo
scioglimento. [...]. Bellissi-
me utopiche parole. In realt questo diritto non viene
rico-nosciuto a tutti, e alcuni si ri-trovano in societ in cui non
viene concesso loro perch ci che provano considerato un amore non
convenziona-le, quando il sentimento lega due persone dello stesso
ses-so. Fortunatamente sempre pi Paesi, come recentemente avvenuto
con la Francia, hanno invertito la propria rot-ta, riconoscendo
quello che appunto un diritto, nellambito del concetto di li-bert
civile, agli omosessuali; molti altri, invece, come la sempre pi
arretrata Italia, si ostinano a non riconoscerlo questo diritto,
perch sembra che il diverso debba per forza essere sbagliato.
L'igno-ranza generale in materia spaventosa e sono davvero
fantascientifiche le false in-formazioni che si diffondono a
riguardo. Uno dei pi assur-di miti da sfatare quello di considerare
l'omosessualit una malattia, non lo affatto e non si trasmette
frequentando omosessuali, infatti NON esi-stono cure o metodi che
facciano tornare normale l'individuo, essendo l'indivi-duo gi
perfettamente norma-le. Inoltre due genitori che adottano un figlio
NON fa-ranno diventare quest'ultimo omosessuale a sua volta. La
specie umana non ha nulla da temere, anche se si diffonde la
malsana idea che i gay pos-sano sposarsi e adottareci non
metterebbe in pericolo la specie umana limitando la procreazione.
La Chiesa cat-tolica sostiene: sono liberi di fare ci che vogliono
nella lo-ro vita privata, ma non devo-no toccare la sacralit del
ma-
trimonio. E l'unione civile? Anche quella sacra? Oppure Dio ha
creato Adamo ed Eva, non due Adamo n due Eva. Il fatto che abbia
creato una figura maschile e una femminile perch il mondo composto
da queste due fi-gure, ma non ha imposto loro di amarsi, lo hanno
fatto forse perch erano da soli? Pensan-doci bene agli occhi di Dio
non dovremmo essere tutti uguali? Il matrimonio cristia-no, come in
altre religioni, finalizzato alla procreazione, ma l'unione civile
no, eppure anche quella non concessa in molti Paesi e in alcuni
ad-dirittura c' la pena di morte perch amarsi considerato reato.
Queste sono le strava-ganti paure che circolano, le terrificanti
accuse che si fan-no. Proibire l'unione civile, questo che non ha
alcun tipo di fondamento logico, la legge non dovrebbe essere
uguali per tutti? La risposta la so-ciet non ancora pronta. La
societ non mai pronta e mai lo sar se continua a im-porre
limitazioni alla libert altrui, per mano dei singoli che si sentono
oppressi dai governi, ma che a loro volta opprimono. Libert
tuttavia anche questo. Libert di se-guire i propri desideri ed
opi-nioni, inseguire un obiettivo anche per tutta la vita.
Libe-rarsi dai pregiudizi e dalle su-perstizioni, agire secondo la
propria morale e secondo ci che ognuno ritiene pi giusto. Ottenere
la libert di amare in un mondo come quello di og-gi, dove
l'egemonia di governi che soffocano la libera espressione ancora
molto presente, un obiettivo forse continua a pag. 7
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Quelli di ViA Copernico Numero 3. Giugno 2013
Pagina 7
S AI MATRIMONI GAY ( segue da pag. 6)
utopistico, ma grazie ad una maggiore sensibilizzazione
sull'argomento, forse tutti gli uomini e le donne potranno amare
senza vincoli il proprio compagno di vita. Le persone, i popoli
dovrebbero comincia-re a provare, cambiare, speri-mentare e
assimilare il fatto che l'apertura mentale non una frattura del
cranio. Alessia Viglietti
BEACH VOLLEY
Il 9 maggio 2013 allo stabilimento "Dopolavo-ro Cotral" si
svolta la seconda giornata dedicata al Beach Vol-ley Scuola 2013-
Tro-feo Acea. Le categorie juniores hanno disputato le gare
all'insegna del bel tempo. Nella categoria femminile la finale
stata disputata dal Li-ceo Scientifi-co Cannizzaro, rappre-sentato
da Flaminia Annibalini e Giulia Sforazzini, e dal Via Coper-nico
che ha portato a casa la vittoria per 15-6, con la squa-
dra formata da Giulia Bian-chini, Alessia Viglietti e Fede-
rica Altomon-te. Nella ca-tegoria ma-schile il Paci-notti ha
avuto la meglio sul Liceo Classi-co Plauto con un parziale di
15-5.
ALEX PAZIENZA
Come ultimo articolo
dellanno vi pre-sentiamo un no-stro compagno e amico di scuola:
Alex Pazien-za. Alex, pratica culturismo e, visto che un atleta
della no-stra scuola, gli abbiamo fatto un paio di domande per
de-scriverci meglio questo sport. D: Ciao Alex! R: Ciao ragazzi
D: Raccontaci la tua sto-ria... Come hai iniziato? Che cosa ti
ha spinto a iniziare la pratica di que-sto sport? R: Mio padre mi
ha trasmesso questa passione dato che ha pra-
ticato questo sport, anche con discreti risultati. D: Cio,
quali? R: Campione italiano (ride) D: Beh molto discreti... (ride)
Bando alle ciance, tu quando hai iniziato? R: Ago-nisticamente
parlando, ho ini-ziato un anno fa, anche se da tempo che mi alleno.
D: Sappiamo che sono gi arriva-
ti dei risultati R: S, ho avuto qualche mese fa un
ricono-scimento regionale. D: Hai qualche altra gara in
programma?
R: Certo il 16 giugno ad Ostia ci saranno i campionati
italia-ni!! D: Ultime domande, vor-
resti continuare? Qualche consiglio per i nostri let-tori? R:
Certo continuer ad allenarmi e a tenermi in forma. Di consigli ce
ne sono pochi, visto che non uno sport "per tut-ti", l'unica cosa
che pos-
so dirvi che bisogna impe-gnarsi sempre con il giusto
al-lenamento. D: Grazie Alex, in bocca al lupo per il 16 giu-gno!
R: Grazie a voi, crepi il lupo naturalmente! Simone Frisicaro &
Sa-muele Carducci
JUDO: LA VIA DEL GIUSTO
Il judo (via della cedevolezza) non solo uno sport, ma an-che un
metodo di difesa per-sonale e, soprattutto, una vera e propria
filosofia di vita. Questarte marziale stata in-ventata da Jigoro
Kano nel 1882 e consiste nellusare la forza dellavversario contro
di lui, sfruttare il suo peso per sconfiggerlo. Jigoro Kano, da
ragazzo, era molto gracile e debole. Per potenziarsi prov molti
sport, ma lunico che lo aiut fu il ju jitsu. Il ju jitsu lantenato
del judo e alcune tecniche sono riprese da questarte. Jigoro Kano,
os-servando la neve sugli alberi, not che i rami, piegandosi per il
peso, la facevano cadere e tornavano dritti. Cos, unen-do questo
principio con il ju jitsu, cre il judo. Il judo non insegna solo a
difendersi, ma anche una dottrina di vita. Insegna dei giusti
principi come la responsabilit e lautocontrollo, infatti non
in-segna che si deve attaccare per primi, ma insegna il con-trollo
della propria forza nel continua a pag 9
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Quelli di ViA Copernico Numero 3. Giugno 2013
Pagina 8
Cara Enrica, da qualche tempo mi sembra di avere dei problemi di
co-municazione un po con tutti: con i miei amici, con i prof. e con
i miei genitori. Non rie-sco a capire il motivo, mi di-cono che il
mio tono di voce risulta arrogante e che le mie parole non sono in
sintonia con il modo in cui parlo. Mi aiuti a capire meglio cosa
in-tendono? F. Cara F. , intanto parliamo un po del significato
della parola comu-nicare, dal latino cum: con e munire: legare,
costruire e an-cora dal latino communico: metter in comune, far
parteci-pe; dunque il concetto della comunicazione comporta la
presenza di uninterazione tra soggetti (wikipedia). Si co-munica
perch siamo esseri sociali e, in quanto tali, im-possibile per noi
non comuni-care, si comunica per scam-biare le informazioni con
lambiente e garantirsi cos la sopravvivenza, per avere co-scienza
di s, per mantenere un equilibrio emotivo (espe-rimenti relativi
allisolamento hanno provato che soggetti isolati a lungo
sviluppavano dispercezioni, inoltre cito il famoso esperimento di
Fede-rico II Hohenstaufen del 1200 mirato a scoprire quale fosse la
lingua originaria delluomo. Tale esperimento consisteva nel dare
tutte le cu-re necessarie a dei neonati, ma le balie non dovevano
mai proferire parola: be questi bambini morirono tutti). Ma
come si pu comunicare in modo efficace? Quotidiana-mente
comunichiamo con persone diverse luna dallaltra, anche molto
diverse da noi sia caratterialmente sia nel ruolo sociale (ad
esempio: i genitori, i professori, lautista dellautobus, il vigile
urbano) ed stato ampiamen-te dimostrato che, anche se non sempre ce
ne rendiamo conto, cambiamo modalit comunicativa in maniera
istin-tiva. Ma questo istinto va co-munque educato per poter
comunicare davvero in modo efficace e arrivare a possedere una
competenza comunicati-va. Per competenza comuni-cativa si intende:
quel genere di abilit che permette anche di decodificare i
significati in base al contesto in cui vengo-no espressi. Vengono
classifi-cati come comportamenti so-cialmente competenti quei
comportamenti basati su stan-dard, norme, valori tipici di un
contesto sociale. Quando si comunica inoltre bisogna as-solutamente
tener presente che ci si sta mettendo in una relazione con una
persona o un gruppo specifico e dunque opportuno ascoltare, capire
e confrontarsi per poter esprimere al meglio la nostra efficacia
nella comunicazione e dunque giungere ad una re-lazione
costruttiva. Il concetto del feedback nella comunica-zione ha reso
evidente che gli scambi interpersonali sono circuiti di retroazione
in cui il comportamento di ogni inter-locutore influenza e viene a
sua volta influenzato dal comportamento dellaltro (dimensione
relazionale: pro-cesso circolare in cui ciascuno riveste
simultaneamente i ruo-
li di emittente e ricevente). In aggiunta a questo negli anni 60
un gruppo di studiosi sta-tunitensi (Scuola di Palo Alto) ha
ampliato con le proprie teorie il concetto di comuni-cazione.
Studiando le relazio-ni interpersonali, infatti, han-no notato che
nellinterazione tra due persone vi una parte rilevante di
informazioni che, pur non essendo verbale n intenzionale, produce
comun-que degli effetti. Non solo le parole, ma anche il volto, lo
sguardo, il corpo trasmettono messaggi non sempre voluti, ma non
per questo meno densi di significato (Pragmatica del-la
Comunicazione). La Prag-matica della Comunicazione viene cos
spiegata dalla Scuola di Palo Alto: linformazione fornita dai
no-stri comportamenti diviene automaticamente comunica-zione nel
momento in cui vi qualcuno che la riceve e che le d significato.
Qualunque cosa facciamo o non facciamo rappresenta un
comportamen-to e dunque una comunica-zione. Il linguaggio non
ver-bale un flusso continuo di segnali, per lo pi involonta-rio ed
inconsapevole, che si manifesta con la semplice presenza di una
persona e che d informazioni sul suo conto. Nello specifico quando
par-liamo di linguaggio non ver-bale stiamo attivando la no-stra
attenzione sullo sguardo, sulle espressioni del volto, sulla
postura, sul timbro della voce, sulla gestualit, sulla mimica
facciale, sulla postura e sulla prossemica. Detto tutto questo cara
F, io rifletterei su quello che attraverso il lin-guaggio non
continua a pag 9
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Quelli di ViA Copernico Numero 3. Giugno 2013
Pagina 9
Cara Enrica (segue da pag. 8) verbale, meno controllabile e pi
istintivo, stai comunican-do ad esempio ai tuoi amici o ai tuoi
genitori, in sostanza noi possiamo usare parole gentili ma il modo
in cui le esprimiamo pu comunicare tuttaltro che gentilezza e
questo viene ascoltato e compreso dai nostri interlo-cutori ancor
prima del signifi-cato delle parole dette. Dott.ssa Enrica Biagi
Psicologa, psicoterapeuta, psicodiagnosta Un ringraziamento molto
speciale alla nostra preziosa psi-cologa, che ha of-ferto la sua
consu-lenza, in questa ru-brica, gratuitamen-te. La redazione, al
completo labbraccia in segno di stima e grande grande affet-
to!! JUDO: LA VIA DEL GIUSTO
(segue da pag. 8) modo giusto. Questo sport po-tenzia il corpo e
la mente per usarli nel combattimento. Il combattimento si basa sul
corpo a corpo ravvicinato senza pugni, ma con le prese.
Larbitraggio nelle gare molto importante e di questi tempi le gare
sono numerose. Il combattimento si svolge in un riquadro di tatami
di mas-simo 15x15 metri e, durante lo svolgimento, vi sono alme-no
tre arbitri. Due arbitri si posizionano nei due angoli opposti,
mentre laltro si spo-sta per osservare meglio. Per dare punti e
sanzioni si usano dei segni delle braccia e delle
mani e vengono memorizzati dal tavolo centrale, su un car-tello.
Le sanzioni sono giudi-cate per ammonire il judoka passivo, come
per esempio lassenza di combattivit e delluso delle tecniche. I
punti sono assegnati secondo le tre fasi della tecnica: lo
squilibrio dellavversario, il contatto del corpo e la proiezione
del ne-mico. Se ci sono tutte e tre queste fasi si ottiene il
mas-simo dei punti, cio luppon (pronunciato ippon) e si pu vincere
lincontro. Francesco Gambino
KROKODIL: LULTIMA MORTE-Non mi interessa, non mi inte-ressa se
mi filmate, tanto tra una settimana sar morto. Queste sono le
agghiaccianti parole che un ragazzo, buttato nel degrado di un
piccolo ap-partamento della citt di Za-vodskoy in Russia, ha detto
ad una giornalista inglese che voleva intervistarlo. Perch un poco
pi che ventenne do-vrebbe dire una frase del ge-nere? La storia ha
radici nella caduta dell'Unione Sovietica, che ha portato un grande
di-sagio sociale in Russia e l'ha resa lo Stato con il maggior
numero di tossicodipendenti e spacciatori. Molte citt, come la
sopracitata, si sono spopo-late e sono state abbandonate dai pi,
lasciate in balia di ve-ri e propri zombie, persone senza alcun
tipo di prospettiva che, convinte dell'inutilit e consapevoli della
mediocrit della propria vita, si bombar-dano delle pi impensabili
so-stanze per velocizzare il pas-saggio all'altro mondo. In questi
ultimi anni si diffusa una droga spaventosa: la Kro-
kodil, essa prende il nome da-gli effetti spaventosi che
comporta, infat-ti krokodil significa coccodril-lo e chi ne fa uso
sembra pro-prio essere stato sbranato da un coccodrillo. La
repentina diffusione di massa di questa droga dovuta al costo
ridotto e alla semplicit nel trovare gli ingredienti, tra cui,
pensate un po, figura anche la benzi-na(!). Gli effetti sono
davvero raccapriccianti, se iniettata per sbaglio in un muscolo, o
comunque non in vena, la krokodil brucia la carne che va in
cancrena e si stacca dal corpo, rendendo visibile l'osso e
costringendo spesso all'am-putazione dell'arto. La spe-ranza di
vita per i sei milioni di tossicodipendenti di kro-kodil nettamente
inferiore a quella di qualsiasi altra droga, tre anni nel migliore
dei casi, ed dovuta anche al fatto che gli effetti di una sola dose
non durano nemmeno due ore e la dipendenza assicurata gi dalla
seconda. In Russia non esistono centri di recupero per i
tossicodipendenti, che ven-gono abbandonati a se stessi perch
considerati feccia della societ e criminali. Esistono per delle
associazioni di pri-vati e comunit religione so-stentate da
donazioni che, nel loro piccolo, cercano di aiuta-re e compensare
le mancanze dello Stato con attivit di re-cupero e preghiere.
Nonostan-te l'impegno e il duro lavoro di questi volontari, solo
l'1 % dei tossici riesce a disintossi-carsi. L'abbandono, la
desola-zione e il putridume delle vite e delle condizioni di questi
tossicodipendenti terrifican-te, inimmaginabile anche continua a
pag 10
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Quelli di ViA Copernico Numero 3. Giugno 2013
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KROKODIL: LULTIMA MORTE
(segue da pag. 9) per la mente pi macabra. Questo tristissimo
scenario mostra come si riducono le persone che non sanno pi cosa
fare della vita, per loro buttarsi da una fine-stra corri-sponde
all'a-spettativa migliore, ma nonostante ci non hanno il coraggio
di farlo, cos scaricano la responsabili-t sulle droghe, concedendo
loro il permesso di ucciderli, mangiandoli da dentro. Terri-bile!
Alessia Viglietti
Il via ai colori estivi Il freddo, la pioggia, lo stress sono in
questa meravigliosa stagione or-mai vecchi conoscenti.
Effettiva-mente anche quest'anno il sole, assieme alle belle
gior-nate, non si fatto attendere troppo, inondando il nostro animo
di calore e mutando inevitabilmente il contenuto dei nostri armadi.
L'estate 2013 preannuncia, infatti, un armadio invaso di colori
acce-si, utile ad abbinamenti mol-teplici con accostamenti an-che e
soprattutto contrastanti tra loro. Il colore in voga di questa
stagione sar il "le-mon", uno dei colori pi fre-schi dell'estate,
simile ad un bicchiere di limonata. Il verde acqua e smeraldo,
l'arancione, l'azzurro pastello accompa-
gneranno gli "outfit" dei mesi a venire. Le fantasie
geome-triche e le righe orizzontali o verticali, onnipresenti gi da
qualche mese, persisteranno
anche in questa sta-gione, im-mortalati sui panta-collant, jeans
e ma-gliette. Il look milita-re, cono-sciuto gi
durante linverno, verr riuti-lizzato per abiti leggeri e an-che,
perch no, per i costumi. Non mancheranno, come di consueto, i
richiami agli anni '60 e 70' con il ritorno delle fantasie floreali
che costitui-ranno un look raffinato e tra-dizionale. Insomma
questanno non potremo pro-prio dire non so cosa met-termi
Tamara Rosca
COLPA NOSTRA Due terremoti hanno sconvolto lAbruzzo
Il giorno 5 aprile 2013 nella scuola Via Copernico le classi
quinte ITC e ITI hanno assistito alla proiezione del docufilm COLPA
NOSTRA. Levento ha inizio con un video sulla catastrofe del
terre-moto dellAquila del 6 Apri-le 2009, a cura del professore
dellITI Macaluso. Il video trattava, tra le altre cose, dei
motivi che portarono alla morte di otto studenti univer-sitari
residenti nella casa dello studente ( Marco Alviani, Lu-ciana
Capuana, Hussein Ha-made, Davide Centofanti, Angela Cruciano,
Francesco Esposito, Luca Lunari e Ales-sio Di Simone). E emerso che
il crollo da ricollegarsi al fenomeno della corruzione. Sei giorni
prima del terremoto larchitetto Pietro Sebastiani, condannato poi a
due anni e sei mesi, in risposta alla preoccupazione degli studenti
per le condizioni della casa, li rassicur sulla sicurezza dello
stabile. Il secondo vi-deo tratta dei primi soccorsi e della
nascita delle tendopoli dopo il disastro. Nel video si assiste ad
una intercettazione tra il prefetto Giovanna Iurato e Nicola Izzo
riguardo com-portamenti non idonei alla si-
tuazione, a cui due studenti del quinto B ITI hanno da-to voce.
Que-sta prima par-
te dellincontro sottolineata dalla canzone Domani de-dicata
appunto al terremoto, che ha coinvolto la partecipa-zione della
maggior parte de-
gli studenti. Quindi inizia la spiegazione di Walter Nanni,
regi-sta del docufilm Colpa nostra. Egli racconta lesperienza dei
suoi amici coin-volti nel terremoto, come Giustino Brisse, un
famoso giornalista che perse il padre e i
due figli adolescenti nella continua a pag. 11
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Quelli di ViA Copernico Numero 3. Giugno 2013
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COLPA NOSTRA (segue da pag. 10)
scossa delle 3:32. Il primo giornalista ad arrivare allAquila fu
Giuseppe Capo-rale che volle indagare sul motivo per cui un
terremoto di 5,8 gradi scala Richter por-t alla morte di 309
persone. Inizia la visione del film Colpa Nostra. Le riprese
partono dal Gran Sasso, per avere una panoramica com-pleta del
disastro. Frase chia-ve del film DUE TERRE-MOTI HANNO SCONVOL-TO
ABRUZZO: LA COR-RUZIONE E IL SISMA DELLAQUILA; da qui una serie di
interviste ai politici locali, che portano alla con-clusione che la
causa dei disa-stri causati dal terremoto SIAMO NOI, in quanto,
no-nostante lAquila fosse un ter-ritorio ad alto rischio sismico,
sono stati costruiti cinquecen-tomila edifici. Un anno dopo i
cittadini sulle rovine della cit-t fantasma iniziano le loro
rivolte, oltre seimila riaprono la citt con violenza, a causa dei
lavori tuttora non ancora ultimati. Al termine della proiezione
inizia il dibattito tra il regista e gli studenti per evidenziare
quanto legalit e sicurezza siano strettamente collegate. Frase
importante che chiude la giornata La corruzione inizia da piccole
cose, anche da un semplice copiare a scuola. Clara Converso Michela
Perulli
Evadere
da cosa e perch ? Evadere, il significato lettera-le del verbo
fuggire, scappa-re, da un carcere oppure si possono evadere le
tasse, cio
si fugge dal pagarle. Normalmente si ha voglia di fuggire dalla
quotidianit quando questa sembra essere una prigione, un macigno
che diventa giorno dopo giorno sempre pi difficile da sopportare,
anche se fuggendo probabilmente portiamo con noi i nostri problemi.
Si ha voglia di allontanarsi dal lavoro, dalla scuola, dalla
fa-miglia che non ci capisce. Ma si pu anche avere semplicemente
voglia di stare un po da soli, per ritrovarsi, per apprezzare il
silenzio, per ascoltare i pro-pri pensieri pi intimi, per
realizzare che cosa importante nella vita e che cosa no. A volte c
l evasione dalla realt per mez-zo di droghe ed alcool, anche questo
un modo per raggiungere il medesimo sco-po: la fuga, da s stessi e
dalla propria angoscia; alla base di tutto c un malessere
interio-re e lunica soluzione sembra quella di andare lontano.
Altre volte invece si avverte la necessit di vivere esperienze e di
speri-mentare, cercando di riafferrare una vita che negli anni
sfug-gita dalle mani. Si pu, per, anche fug-gire nella speranza di
salvezza, basti pensa-re ai tanti profughi che giungono a bordo
delle carrette del mare sulle nostre coste. Altre volte anco-ra si
pensa che un bel viaggio dia sollievo alle preoccupa-zioni e
risolva tutto, questo accade perch si crede che le insoddisfazioni
provengano dal luogo in cui si vive o dal-le persone che si
frequentano,
ma non cos, succede che le insoddisfazioni ti se-guano anche
durante il viag-gio, perch sono dentro di noi. Quindi ragazzi, la
cosa fondamentale stare bene con se stessi, accettarsi e forse un
po accontentarsi, apprezza-re cio quello che si ha, forse solo cos
non si sentir il bisogno di fuggire o meglio fuggire s dalla
quotidianit, ma facendo un bel viaggio, che deve inten-dersi
unicamente come spo-stamento fisico, conoscenza di altre realt e un
modo per arricchire la propria vita. Giada Conti
Acque termali:
ricchezza naturale Le acque termali nascono da sorgenti naturali
e sono note fin dall'antichit, hanno un effetto terapeutico su
tutti gli apparati del nostro organismo, aiutandolo nella cura e
nella regressione di moltissime ma-lattie. Aiutano corpo e mente a
ritrovare il loro naturale equilibrio psicofisico donando
un senso di benessere to-tale e possono anche essere utili nella
pre-venzione. Questo tipo di trattamenti pu portare anche ad
una
graduale riduzione dell'uso dei medicinali prescritti dal
medico. Quasi tutti gli organi del corpo possono essere
rin-vigoriti, ma anche curati, gra-zie ai trattamenti presso i
cen-tri termali.Comunque ragazzi, diffidate del fai date o dei
consigli del vicino: continua a pag. 12
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Quelli di ViA Copernico Numero 3. Giugno 2013
Pagina 12
Acque termali:
ricchezza naturale (segue da pag. 11)
prima di sottoporvi a un trat-tamento termale bene chie-dere il
parere del medico, perch anche le ac-que, i fanghi o le inalazioni
hanno le loro controindicazioni. In tutti i casi possiamo dire che
un soggiorno alle terme non pu che fare bene, se non altro perch
permette di staccare la spina. Ci sono tre tipi di trattamento
termale: acque termali, fanghi termali, acqua di mare. ACQUE
TERMALI Con l'acqua termale si possono trovare rimedi per quasi
ogni tipo di patologia: le malattie delle vie respiratorie, le
malattie der-matologiche, i reumatismi, le infiammazioni delle
articola-zioni, le malattie vascolari, i disturbi dell'apparato
urinario ecc. ma anche fratture e strappi mu-scolari, e nel-la
riabilita-zione. L'ac-qua termale pu essere assunta come bevanda,
per inalazione, o praticando bagni, docce, sau-ne e massaggi
subacquei. FANGHI TERMALI I trattamenti a base di fanghi termali
sono considerati un vero toccasana per ogni tipo di pelle, per
curare l'acne e levigare la pelle del viso e del corpo.
Inoltre sono utilissimi per combattere il ristagno dei li-quidi
. I fanghi termali ven-gono anche utilizzati nella cu-ra di
reumatismi e dell'osteo-porosi. ACQUA DI MARE Talas-soterapia La
talassoterapia basata sull'azione curativa del clima marino (acqua
marina, sab-bia, alghe, aria). La talassoterapia indicata per
osteoartrosi, esiti e po-stumi di forme traumatiche, reumatismi
extraarticolari, stati di carenze immunologi-che, eczemi, eritemi,
processi
infiammatori cronici dell'ap-parato respirato-rio, psoriasi
cu-tanea, dermatite e rachitismo in-
fantile. Comunque le proprie-t curative delle acque termali sono
risapute, ma ci si pu re-galare anche una bella vacan-za in un
centro benessere semplicemente perch si ha voglia di coccolarsi un
po. In
Italia abbiamo diversi centri termali e SPA che offrono
pacchetti davvero imperdibili. Una localit molto nota Sirmione, sul
Lago Garda che diventata una delle principa-li mete turistiche.
L'acqua del-le Terme di Sirmione, se ina-lata, un toccasana per la
cu-ra delle vie respiratorie. Giada Conti
Com cambiata la mia vita
questo il titolo del primo li-bro pubblicato da Sara Saietti,
una simpatica tredicenne che vive in provincia di Roma. la storia
di Cathy, una tredi-cenne che abita nel quartiere di Kensington a
Londra, tra vizi e stravizi, e che allimprovviso verr spedita in
Africa dai suoi genitori, troppo indaffarati e assenti. Ecco solo
per voi unintervista esclusiva: Sara, quando hai iniziato a
scriverlo? Ho iniziato a marzo del 2012 e ho impiegato quasi tre
mesi. La prima stesura stata a ma-no o al computer? No, no, di
scrivere non se ne parla. Subito al computer. Nel libro ci sono
molti termini ricercati che il lettore non si aspetta da una
ragazza di tre-dici anni, ti ha aiutato qualcu-no? No, anche se in
parte sono stati aggiunti da chi ha cor-retto il tutto. Comunque,
avendo letto Il palazzo della
mezzanotte di Carlos Ruiz Zafn, ho scoperto (anche senza
consultare troppo il dizionario) dei termini che ho utilizzato per
rendere il libro pi colto e pi libro! Come mai hai scelto
lAfrica?
Perch il distacco con Londra molto forte. A Londra stan-no bene
e in Africa ci sono molti problemi economici, anche se qualcuno li
ha anche a Londrama l, bene o male, c sempre da mangiare men-tre in
Africa possibile che resti senza mangiare o senza bere. continua a
pag. 13
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Quelli di ViA Copernico Numero 3. Giugno 2013
Pagina 13
Com cambiata la mia vita
(segue da pag. 12) Nella dedica scrivi Dedico questo libro a
chiunque ha un sogno e non ha paura di inse-guirlo. Il tuo sogno
stato pubblicare questo libro? Chi ti ha incoraggiata? O partito
tutto da te? I miei genitori mi hanno mes-so davanti a una scelta
molto difficile: comprarmi un com-puter nuovo e molto costoso
oppure pubblicare il mio libro per un costo di 900 per 70 copie. Io
ci tenevo, perch questo il mio sogno e non ho avuto paura di
inseguirlo. Il modo in cui enunci il pro-blema di Cathy pu essere
unautodenuncia e quindi ti ritrovi nella protagonista? Ognuno un po
Cathy a mo-do suo. C chi vorrebbe una cosa e chi unaltra. Non tutti
risolvono i problemi parlan-do, ad esempio ci sono ragaz-zi che si
sentono trascurati perch i genitori lavorano e non risolvono con il
dialogo, si lamentano oppure riman-gono in silenzio, come Cathy.
Nessuno dovrebbe tacere, ma dire subito ci che non va. E poi
unaltra cosa: non biso-gna essere viziati perch dallaltra parte del
mondo c chi non ha nulla. I ragazzi di oggi non sono co-s sensibili
sul tema della po-vert, come tu stessa scrivi. Che cosa pensi a
riguardo, da-to che per i ragazzi non pro-priamente un pensiero
quoti-diano? Mi sono chiesta Ma vero che io sono tutta fantasia e
niente realt?, allora ho ini-ziato a scrivere su questo te-ma
attuale e serio, non solo per sottolinearlo ma anche
per dimostrare a me stessa che potevo farcela a scrivere testi
di questo tipo essendo realista. Nel capitolo 7, Katia si ri-sponde
da sola dicendo: Io non mi considero antipatica, sono io che devo
pensare a invitarle e se non ho tempo oppure sono triste non mi
de-vo considerare antipatica. Qual il tuo pensiero sullamicizia?
una cosa molto importante per cui bisogna dimostrare chi si
veramente. Lamicizia non si inventa, non si usa per far vedere che
si amici di qualcuno. Se tu ti consideri amico e gli altri non lo
sono poi con te, forse c qualcosa di sbagliato, che sia un
com-portamento o qualcosa che si detto. Ad esempio molta gente
famosa come Fabri Fi-bra oltre agli amici della casa discografica
non fre-quenta altri. In fondo la fama solo una parte della vita,
non tutta la vita, solo un abbellimento. Si pu essere felici anche
senza essere fa-mosi, anzi, anche di pi! Sen-za tanti soldi e
vivendo in modo semplice Qual stato il passaggio, la situazione pi
difficile da scrivere? Arrivata a trenta pagine mi sono bloccata
perch non sa-pevo pi che scrivere. Allora ho deciso di cancellare
tutto e ho aspettato qualche giorno. Tra quello che sentivo a
scuo-la e in giro ad un certo punto mi venuta unidea, ho
im-maginato un film nella mia testa, ho riordinato tutto e so-no
riuscita a finire. Hai concluso il libro con Ca-thy che a Londra e
riceve il messaggio di Katia. Quindi
fai notare come luna si in-serita nel mondo dellaltra In un
viaggio se si conosce una persona nuova, con punti di vista
diversi, si possono accumulare e farti diventare un po come quella
persona che hai conosciuto. sempre uno scambio il viaggio.
Unanticipazione del prossi-mo libro? Sar o il sequel di "Com'
cambiata la mia vita" oppure un thriller horror Grazie mille e in
bocca al lu-po per il tuo futuro! Federica Leo
A proposito di Galileo Galileo Galilei, grande filoso-fo e
scienziato vissuto a ca-vallo fra il Cinquecento ed il Seicento, il
tema scelto per lo spettacolo di Marco Paoli-ni, scritto con
l'aiuto di Fran-cesco Niccolini, trasmesso su La7 il 25 aprile 2012
dalla sa-la B dei Laboratori di Fisica Nucleare (situati in una
galle-ria a 1400 m di profondit nel Gran Sasso). La trama
sem-plice, scorrevole, e la giusta dose di umorismo alternata a
momenti di (quasi) tragica se-riet fanno dello spettacolo teatrale
uno spettacolo mon-diale. La vita di Galileo, tra una lacrima ed
una risata, scorre veloce sul palco: dall'infanzia in cui
dimostrava gi curiosit per le scienze e la matematica, allo studio
del-le volte celesti, alle cattedre di insegnamento pi importanti
del periodo, all'abiura del 22/06/1633. Pi che semplici note
biografiche, Paolini offre al suo pubblico il carattere, la
genialit, la mente di Galilei, aperta e funzionante fino alla sua
morte. continua a pag. 14
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Quelli di ViA Copernico Numero 3. Giugno 2013
Pagina 14
A proposito di Galileo (segue da pag. 13)
Gi, perch anche dopo l'abiu-ra, prezzo della pubblicazione del
"Dialogo sopra i due Mas-simi Sistemi del Mondo", es-sendo vissuta
comunque come una violenza inaudita, non riusc a frenare i suoi
studi di scienziato. Verso la fine del viaggio storico che Paolini
of-fre, si crea un parallelismo in-teressante e forse inaspettato:
la forza della ragione a quei tempi ed ai nostri giorni. Quella
ragione che lui voleva contrapporre alle superstizioni ed ai dogmi,
e che il filosofo moderno contrappone alla su-perficialit e, perch
no, ai dogmi antichi, quasi fossiliz-zati, che nessuno decide di
cestinare. Spettacolo lineare, coinvolgente, e da rivedere
periodicamente, cos da evita-re l'assopimento della co-scienza.
Beatrice Savoia Avere un dubbio e cercare la verit oggigiorno
sembra as-solutamente normale, ma in passato era difficile mettere
in discussione qualcosa che era dato per certo da secoli e se-coli.
Grazie allo spettacolo di Marco Paolini ITIS Galileo comprendiamo
come le osser-vazioni dellastronomo, ma-tematico e filosofo pisano
ab-biano segnato per sempre il modo di pensare. Uno spetta-colo
centrato sulla figura di Galileo Galilei potrebbe risul-tare
noioso, ma a Paolini va il merito di rendere Galileo di-vertente e
contemporaneo, trasformando la fisica in qual-cosa di leggero che
veramente tutti possono contemplare. Ed cos che scopriamo come
Galileo abbia sofferto perch dubitava che la Terra fosse al
centro dellUniverso e che fosse il Sole a ruotarle intor-no,
sostenendo invece lesatto opposto. Se oggi ognuno ha il diritto di
pensare le ipotesi che vuole, all'epoca di Galileo ci non era
possibile perch chi deteneva il potere, ossia il papato, era fermo
e immobile sulle sue tesi, che dovevano concordare con quanto la
Bibbia riportava per iscritto, e condannava chiunque predi-casse il
contrario. Galileo fu costretto ad abiurare ed a qua-si
ottant'anni, nonostante gli arresti domiciliari e la cecit, pubblic
il suo ultimo libro, nel quale dimostrava lesistenza di un
procedimen-to per cui partendo dai dubbi si arrivava a conoscere le
ve-rit. Queste ultime non sono valide per sempre, dato che arriva
il momento in cui de-vono essere rivoluzionate e poste in
dibattito. Galileo con il suo metodo scientifico fu il padre di
tutte quelle innova-zioni che contraddistinsero lera successiva,
anche della teoria della relativit di Ein-stein, attraverso un
procedi-mento che ha portato alla sco-perta di nuove verit, il
tutto non perch quelle vecchie non fossero pi valide, o per-ch in
esse si riscontrassero incongruenze, ma perch ci si posti nuove
domande che prima di Galileo non erano neanche pensabili. Mirko
Bonanni
Colui che ha ridato dignit al dubbio
con ironia e simpatia che Marco Paolini ha presentato il suo
spettacolo teatrale intito-lato ITIS GALILEO, andato in scena per
la prima volta nei laboratori di ricerca del Gran Sasso. Tutto ha
inizio con
unintroduzione e confronto tra Platone e Aristotele e sin da
subito egli riesce a incon-trare e a coinvolgere il pub-blico. Il
primo pi vicino alla teoria eliocentrica e il secon-do pi orientato
sicuramente a quella geocentrica dove la Terra ad essere al centro
dellUniverso ed il sole a ruotarle attorno. Come nellillustrazione
iniziale del Dialogo sopra i massimi si-stemi del mondo, il
discorso di Paolini si incentra su Gali-leo Galilei messo in
relazione con ci che gli era attorno, al di l del suo cannocchiale.
Un percorso che si dimostra ap-passionante: in 130 minuti questo
interprete ripercorre le scoperte, i viaggi, gli esperi-menti del
grande scienziato fino alla sua dolorosa abiura. Come Colombo varc
le co-lonne dErcole nel suo pas-saggio per il Mar Mediterra-neo,
Galilei nel suo viaggio varc le colonne del pensiero, andando
contro la pi grande istituzione di sempre: la Chie-sa. E ci avvenne
come per Copernico, che nel suo libro dichiara di aver aspettato
ben 3 volte 9 anni per pubblicare. Galileo fece valere le sue tesi
con notevole coraggio anche dopo che fu costretto ad abiu-rare
(altrimenti e probabil-mente sarebbe stato processa-to e ucciso)
quando agli arre-sti domiciliari prosegu i suoi studi, pur se
ipovedente, e pubblic il suo ultimo libro, lanno della sua morte, a
78 anni (a quel tempo esser cos vecchi era un lusso!). Un messaggio
profondo quello di Marco Paolini che riesce in pieno nel suo lavoro
non solo di attore ma anche di inse-gnante. Federica Leo
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Quelli di ViA Copernico Numero 3. Giugno 2013
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LA NOSTRA GITAA!! Ogni giorno per sei ore con-secutive la scuola
ci permette di crescere insieme ai nostri compagni, di creare
numerose ferree amicizie e altre un po pi labili, che con il primo
vento del mondo esterno cessano di esi-stere. Tra que-ste quattro
mu-ra, dunque, so-no racchiusi i pi bei mo-menti della no-stra
adolescenza, con aneddoti divertenti e indimenticabili. Altrettanti
momenti piacevoli ci sono regalati dai prof ac-compagnatori durante
le usci-te didattiche. Quest'anno, de-siderosi di una gita che non
si svolgesse in prossimit delle nostre abi-tazioni, siamo stati
accontenta-ti dalla no-stra profes-soressa che ci ha porta-to ad
assa-porare il mondo, varcando i confini del nostro paese, e udite
udi-tesiamo andati a visitare la Citt del Vaticano, a ben 70 km di
distanza dalla nostra scuola! Ma, ilarit a parte, stata una
giornata di una bel-lezza inaspettata! I magnifici e vastissimi
Musei Vaticani rappresentano uno dei com-plessi museali pi grandi e
in-teressanti del mondo. Abbia-mo cominciato la nostra av-ventura
alla scoperta dei teso-ri papali con la visita del Mu-seo Pio
Clementino, caratte-rizzato da diverse stanze che presentano statue
e altri capo-
lavori collezionati da Papa Clemente XIV. Il museo sfo-cia nelle
gallerie Vaticane, la prima, la Galleria dei Cande-labri, cos
chiamata in onore dei candelabri di epoca impe-riale romana, espone
lungo la
sua distesa sta-tue romane e copie di origi-nali greci.
Im-mediatamente dopo abbiamo ammirato la galleria degli Arazzi
conten-
te la famosa collezione degli arazzi di Raffaello. L'ultima
galleria quella delle carte geografiche, che presenta nel-la sua
grandiosit cinquecen-tesca carte geografiche delle regioni italiane
che dimostrano le cognizioni geografiche dell'epoca. Le quattro
stanze di Raffaello sono la tappa successiva, cos chiamata dal
grande pittore di Urbino e da-gli allievi della sua bottega.
Questi, al contrario di Miche-
langelo, aveva un carattere esuberante, desideroso di es-sere
costantemente al centro dell'attenzione. Infine siamo arrivati alla
celebre Cappella Sistina, decorata da Miche-langelo, con il
Giudizio Uni-versale ed altri affreschi. E' proprio l che si svolto
re-
centemente il conclave per lelezione di papa Francesco e dove
avvengono tutte le ceri-monie ufficiali. Infine dopo esserci persi,
com' consuetu-dine durante le gite, abbiamo ripreso la via del
ritorno, an-noverando tra i nostri ricordi questa piccola parte di
mondo che contiene le pi grandi e meravigliose opere d'arte. Tamara
Rosca
MARK KNOPFLER Ci sono uomini che lasciano un segno profondo
nella storia della musica: chi per tecnica, chi per virtuosismo,
bellezza o stravaganza. Eric Clapton, Jimi Hendrix, Carlos Santana,
per citarne alcuni... Ma uno che entrato a far parte dell'o-limpo
musicale sicuramente Mark Knopfler. Mark nasce il 12 agosto del
1949 a Glasgow in Scozia, trascorre la sua in-fanzia a Blyth.
Quando si tra-sferisce a Londra, dapprima inizia a lavorare come
inse-gnante di chitarra, successi-vamente fonder un gruppo, i Caff
Racers, che ben presto cambi il proprio nome in Di-re Straits,
"terribili tristezze", nome che con ironia sottoli-neava la
precariet in cui si trovavano Mark Knopfler, suo fratello David,
Jhon Illsly e Pick Whiters. La band, all'ini-zio, con la sua musica
rock and roll anni Sessanta impre-ziosita di jazz, folk e blues, ha
difficolt ad affermarsi nel panorama musicale del tem-po, dominato
dalla disco mu-sic, dalla new wave e soprat-tutto dal punk rock dei
Sex pi-stols. Tuttavia nel 1978 i quattro musicisti riescono a
trovare un produttore che pubblica il loro primo album, continua a
pag. 16
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Quelli di ViA Copernico Numero 3. Giugno 2013
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MARK KNOPFLER (segue da pag. 15)
intitolato laconicamente: "Di-re Straits", album, registrato in
soli dodici giorni, che li ca-tapulta nell'olimpo del rock,
soprattutto grazie al formida-bile "Sultans of Swing" che sar in
questo periodo l'eti-chetta riconoscibile della band. L'album non
riscuote molto successo in Inghilterra, ma vende immediatamente
migliaia di copie in America, Germania, Olanda ed addirit-tura in
Australia. Nel 1979 esce "Communiqu", che pro-segue sullo stesso
filo sonori-stico del precedente ma che non ne replica il successo,
af-fermando comunque sempre di pi la fama del frontman della band.
Il 1980 l'anno di "Making Moves", LP che consolider la loro fama in
paesi fino ad allora solo sfio-rati dal fenomeno "Dire Straits",
come l'Italia, dove risulta l'album pi venduto del 1981, con
magistrali capola-vori co-me "Tunnel of Love" e "Ro-meo and
Juliet". Nel 1982, trasferi-tosi a New York, Knopfler as-sume il
ruolo di produttore della band per eliminare le continue pressioni
della casa discografica che voleva dare loro un'impostazione pi
commerciale. Il 1982 anche l'anno di "Love over Gold" a cui
partecipano due new en-try: Hal Lindes, subentrato al fratello di
Mark, David, che aveva abbandonato il gruppo
l'anno precedente, e Alan Clark (tastiera). Nel 1983 i Dire
Straits inizieranno un tour che si concluder nel 1984 con la
pubblicazione di "Alchemy: Dire Straits Live". Nel 1986 il gruppo
si scioglie per poi riunirsi nel 1988 ac-compagnati dal grande Eric
"Slowhand" Clapton. Nel 1992 si sciolgono nuovamen-te. Mark inizia
allora la sua carriera da solista. Nel 1996 viene pubblicato
"Golden Hearts", album che, come so-norit ricorda ancora molto
quella dei Dire Straits, impre-ziosito di note celtiche. Nel 2000
esce "Sailing to Phila-delfia", arricchito dalla pre-senza di guest
star come Ja-mes Taylor e Van Morrison. Nel 2002 Mark inizia
un'atti-vit di beneficenza con il no-me di "Mark and Firiends" e fa
uscire il suo terzo album da solista "Ragpicker's Dream". Nel 2004
viene pubbblicato "Shangri-La" e nel 2006 "All
the Roadrun-ning", un al-bum di duetti con Emmylou Harris, una
nota cantante folk america-na. Nel 2007 la volta di "Kill to Get
Crimson" e
nel 2009 di "Get Lucky". Il suo ultimo album uscito nel
settembre 2012 con il titolo di: "Privateering". Recente-mente Mark
ha annunciato un Tour europeo per il 2013, che lo vedr esibirsi in
sette date italiane, tra cui quella del 13 giugno a Roma
all'ippodromo delle Capannelle. Ci si vede l ragazzi! Christian
Sandrini
OH CAPITANO, MIO CAPITANO!
La storia della serie A, la sto-ria della Roma, la storia dello
sport. Tutto in una sera, in un campione, Francesco Tot-ti.16
minuto di Roma - Ge-noa, posticipo della 27^ gior-nata di serie A:
De Rossi si guadagna un calcio di rigore
e Francesco Totti va sul di-schetto battendo Frey. E' l'1-0 per
la Roma ma soprattutto la rete numero 225 per il capita-no
giallorosso che raggiunge Gunnar Nordahl nella classi-fica dei
cannonieri pi prolifi-ci nella storia della serie A. Subito dopo il
goal su tutti i cartelloni pubblicitari dell'O-limpico comparsa la
frase: "Sei forte pap!" con accanto l'immagine dei suoi fi-gli
Christian e Chanel che a fine partita sono scesi in cam-po
abbracciando il padre in una scena che ha commosso lo stadio
intero. "Non mi sono mai commosso cos, non pen-savo che i miei
figli venissero perch erano stati male tutta la settimana. E' stata
la sor-presa pi bella di tutta la sera-ta. Per un pap l'abbraccio e
la sorpresa dei figli vengono da-vanti a tutto, per me questa
rimarr una serata indimenti-cabile". Quota 225, davanti al numero
10 ora c' solo Silvio Piola a quota 274, quello con il Genoa stato
anche il 10 gol in questo campionato, una rete che certifica la 13^
sta-gione in carriera con goal in doppia cifra. continua a pag.
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OH CAPITANO, MIO CAPITANO! (segue da pag. 16)
Non esistono aggettivi per de-scrivere l'attaccante di Porta
Metronia che il 28 marzo ha celebrato i 20 anni dal suo esordio
assoluto con la maglia della Roma (festeggiato con i compagni e la
dirigenza della squadra): stagione 1992-1993, Vujadin Boskov lo
fece entra-re nei minuti finali di Brescia - Roma. La societ
giallorossa ha reso omaggio alla carriera del suo simbolo anche
crean-do l'hashtag su Twit-ter#225voltegrazie seguito dal
messaggio: "Totti raggiunge Nordahl al secondo posto nel-la
classifica cannonieri di tutti i tempi della Serie A! Grazie,
Capitano!" Ora il capitano della Roma a quota 228 e non si ferma
qui! Simone Frisicaro e Samuele Carducci Fonti: Panorama.it PARIGI:
LA NOSTRA
FESTA MOBILE Qualche tempo fa lessi navi-gando in Internet che
gli attori di uno dei miei film preferiti avrebbe tenuto un tour
mon-diale per sponsorizzarlo. Il film in questione era Iron Man 3.
Mi informai sulle tap-pe e purtroppo non vi era neanche una citt
italiana, la citt pi vicina in cui si sa-rebbe tenuta la premire
era Parigi. Per pura curiosit cer-cai i prezzi di un volo per
Pa-rigi in quelle date, e scoprii che costavano sorprendente-mente
poco, cos ne parlai con un mio amico e decidemmo di chiedere ai
nostri rispettivi genitori se ci avrebbero la-sciati partire. Con
mia sorpre-
sa dissero tutti di s (anche abbastanza facilmentemah! A volte i
genitori ci sorpren-dono) e quindi ci affrettammo ad acquistare i
biglietti aerei e prenotammo un hotel. Arriv il giorno e non ci
sembrava vero che stessimo davvero per partire per 3 giorni di
sog-giorno a Parigi, da soli, a ve-dere gli attori del nostro film
preferito: Robert Downey Jr. e Gwineth Paltrow! Ci eravamo ben
attrezzati con navigatori e mappe interattive della metro, quindi
arrivam-mo facilmente in hotel, che si rivel essere semplicemente
disgustoso, non so neanche se si poteva definire hotel, ma era pur
sempre un riparo dalle intemperie, anche abbastanza vicino al
centro. La decisione di restare tre giorni quando la premire si
sarebbe svolta so-lo nel secondo era puramente economica, poich
stare una notte in pi in "hotel" costava meno che anticipare la
data di ritorno in aereo, e comunque era una scusa in pi per
visita-re Parigi, fare qualcosa di di-verso e rompere la routine
quotidiana. Il primo giorno quindi visitammo gli Champs Elises e
andammo al cinema dove si sarebbe svolta la pre-mire, per essere
preparati. L vicino inoltre c'era l'Hard rock caf e naturalmente
approfit-tammo per visitarlo. Il giorno dopo ci recammo al cinema
con ben quattro ore di antici-po, ma era gi pieno di gen-tecomunque
siamo riusciti a intrufolarci nella seconda fila dietro le
transenne che di-videvano la gente e i media dal tappeto rosso.
Quattro ore nella stessa posizione! Imma-ginate lansia e il
desiderio che crescevano di pari pas-
soed ecco che allimprovviso si presenta uno spettacolare Robert
Downey Jr. che comincia a firmare au-tografi. Mentre noi poveri
plebei aspettavamo l da quat-tro ore, una sfilza di persone ci
attraversano sotto gli occhi il famoso tappeto rosso! Rab-bia allo
stato puro, ma eviden-temente avevano sborsato una cifra
considerevole per assi-stere alla premire e assicu-rarsi foto e
autografi degli at-tori. Comunque sia, arrivato l'attore vicino a
noi, cominciai a scattare foto a raffica con una mano, e a tendere
la de-stra con in mano un foto della locandina del film da
autogra-fare. Quando arriv a venti cm da me mi sembr strano vedere
Tony Stark (il perso-naggio che sta dentro l'arma-tura di Iron Man)
dal vivo. Mi autograf la foto ma purtrop-po non riuscii a farne una
con lui causa scorbutiche francesi davanti a me che non mi
la-sciavano passare. Nel frat-tempo il mio amico stava fil-mando
tutto da una posizione pi elevata. Poi giunta tra noi poveri
mortali la notevole Gwineth Paltrow, della quale sono riuscito a
scattare solo qualche foto. Finita la passe-rella gli addetti del
cinema hanno regalato pure qualche gadget ai fan e io sono
riusci-to a portarmi via un poster. La sera, dopo aver posato il
bot-tino (autografi e poster) in quella specie di hotel abbiamo
fatto un bel giro in notturna: Torre Eifell che di notte fa davvero
molto effetto e vie del centro. Il giorno dopo di nuovo un po di
vagabondag-gio per il centro e salita sulla torre, non fino in cima
poich continua a pag. 18
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PARIGI: LA NOSTRA FESTA MOBILE
(segue da pag. 17) il mio amico aveva paura dell'altezza, poi
tappa al Lou-vre, ma solo allesterno per mancanza di tempo e
denaro. Abbiamo visitato per i giar-dini di fronte al celebre
mu-seo, pieni di gente ma calmi e rilassanti, dove ci siamo sedu-ti
per riposarci un poe inau-dito ma vero, dove abbiamo studiato per
l'interrogazione di fisica del giorno successi-vo! La sera
purtroppo aereo per il ritorno, consumati dalla fatica, ma
entusiasti della no-stra gitarella parigina. Angelo Zylyftari
Gwyneth Paltrow
Robert Downey jr
MA CHI E'
VERAMENTE IL NOSTRO PAPA?
Il 13 aprile 2013 stato eletto il successore di Pietro e ha
scelto il nome di Francesco, come il santo dei poveri. Ma chi Papa
Francesco? Il suo vero nome Jorge Ma-rio Bergoglio. Ha 76anni. E
nato a Buenos Aires, in Argentina. E figlio di un operaio delle
ferrovie di Portocomaro (Asti) e di Regina Maria Sivori, nata in
Argentina da genitori ita-liani. Ha studiato da perito chimico. Ha
avuto una fidan-zata. Ama il tango e il calcio. E un cuoco
abilissimo, ama la buona cucina e non disde-
gna un buon bicchiere di gri-gnolino. E stato ordinato
sa-cerdote a 33 anni ed diven-tato arcivescovo di Buenos Aires nel
1998 e cardinale nel 2001. E il primo gesuita e primo
latinoamericano ad es-sere eletto e il primo ha scegliere per s il
nome del santo con le stimmate. Papa Francesco ha rifiutato lauto
ufficiale per i suoi spo-stamenti, ha voluto pagare lalloggio e
quando era a Buenos Aires andava in giro nelle favelas e per i suoi
spo-stamenti usava la metropoli-tana. Ha dismesso i simboli del
potere e non ha neppure cambiato le scarpe nere da battaglia con la
suola orto-pedica. Pensa ad una residen-za diversa da quella del
palaz-zo apostolico. Insomma d l idea di essere un Papa
innova-tore, che auspica il ritorno ad una Chiesa pi povera,
fran-cescana, che non confida in atteggiamenti appariscenti e di
trionfo, ma nella misericor-dia di Dio. Una Chiesa che costruisce
ponti nella societ, rispetta gli atei, i divorziati ed esalta la
tenerezza. Sar la Chiesa del dialogo con le altre religioni. Il
vescovo di Roma, come ama definirsi, una persona spontanea, sem-pre
sorridente, i suoi gesti, come quello di alzare il pollice per
indicare che tutto ok, sono autentici. Insomma questo Papa ci
pia-ce! Giada Conti
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MISTAKEN Buio. Sembrava che loscurit che abitava il suo cuore
fosse uscita ad impregnare le pareti della stanza. Poi una luce si
stagli dallo spiraglio di una porta semi aperta. Corse fino a
raggiungere la maniglia. La afferr e tir a s il legno. Il battente
si apr, lasciando la luce libera di investire la figu-ra
incappucciata. Socchiuse gli occhi e si port una mano al viso.
Quando la vista si fu abituata, riusc a scorgere che cosa la luce
celava: una stanza al cui centro fluttuava una sfe-ra incolore.
Tutta la luce sem-brava provenire proprio da quelloggetto. Avanz
qualche passo verso il globo allungando la mano con lintenzione di
toccarlo. Im-mediatamente la luce cambi, e divent di un rosso
sangui-gno. Stranamente calmo, lui continu ad avanzare deciso a
toccare la sfera. Pos il palmo sul globo. Era freddo, ma una
sensazione di calore si insinu in lui seguito da un sentimento di
felicit. Dur poco. Improvvisamente la luce ces-s di essere e tutto
sprofond nel buio pi totale. Di nuovo. Questa volta, per, nell
oscu-rit comparvero delle ombre di luce che sembravano defi-nire
qualcosa. Si mosse verso una di quelle sagome tenden-do le braccia
innanzi a s. Qualcosa lo tocc ad una spalla. Fulmineo, port una
mano al fianco, l dove teneva
il pugnale. Le dita si strinsero sul vuoto. Imprec mental-mente
e si gir di scatto. Nul-la. Ancora lo toccarono e an-cora lui si
gir, abbracciando quella tenebra con lo sguardo. Una paura sottile
cominci a scorrergli sottopelle, a ser-peggiare nella sua mente. Si
sentiva toccare dappertutto e non riusciva a vedere nulla, se non
quelle sagome in lonta-nanza. Riprese ad avanzare verso una di
quelle figure, cercando di ignorare i tocchi che riceveva. Lo
stridio del ferro che scor-reva sul ferro si riprodusse nello
spazio. Quel suono ave-va qualcosa di sinistro che gli gelava il
sangue nelle vene. Continu ad avanzare accom-pagnato dal rumore. Le
sago-me sembravano non avvici-narsi mai, ma rimanevano ad una
distanza costante da lui.
LO SPAZIO CREATIVO
Prese a correre, e lo stridio aument di volume mentre le mani
invisibili lo tormentava-no. Corse finch il respiro non gli manc.
Si pieg sulle gi-nocchia per riprendere fiato. Si accorse di non
avvertire pi i tocchi sul suo corpo. Si tir su di scatto. Non
vedeva pi le ombre, n sentiva lo stridio. Gir la testa a destra e a
sini-stra ma non scorse nulla, se non il buio che lo circondava.
Stava per tirare un sospiro di sollievo quando un brivido gli
percorse la colonna vertebra-le. Lo sent salire dal fondo della
schiena fino al collo, lentamente, gelandolo sul po-sto. Butt fuori
laria a sin-ghiozzi e inspir. I polmoni si riempirono a scatti.
Prese a fare respiri brevi e frenetici. Si gir. Il gesto gli
richiese una volont e una forza incre-dibili. Ogni singola fibra
del suo corpo rifiutava di muo-versi, anche la mente rifiutava di
essere lucida. Un unico pensiero rimbalzava nel suo cranio: scappa.
Il suono del suo respiro risuo-n per tutta la stanza. Laria si
rifiut di tornare nel suo pet-to. Il cuore si ferm. Li rico-nobbe,
uno ad uno. Tutti quel-li che aveva incontrato ed uc-ciso,
torturato o perseguitato. Erano l, davanti a lui, i volti stravolti
dalle ferite. Davanti a lui cera lultimo, proprio co-me laveva
lasciato ora gli si ripresentava davanti. Dai bordi delle labbra
partivano due tagli che percorrevano le guance fino in fondo,
taglian-dole a met. La mascella, rot-ta, pendeva sul collo
lascian-do visibili la lingua penzoloni nel vuoto e il fondo della
go-la. Un altro taglio gli percor-reva il viso dalla tempia de-stra
fino allo zigomo sinistro passando per gli occhi, ormai a
brandelli. Di nuovo un brivido gli per-corse la schiena. Lo sent
par-tire alla base del collo e scen-dere lentamente, lasciando
continua a pag. 20
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Quelli di ViA Copernico Numero 3. Giugno 2013
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MISTAKEN (segue da pag. 19)
dietro di s una scia di fuoco. Arrivato in fondo alla schiena si
diram per tutti i nervi, fino alle punta delle dita. Il tonfo del
corpo che cadeva a terra rimbomb nelloscurit, se-guito dallo
stridio metallico. Il dolore aveva invaso il suo corpo. Chiuse gli
occhi. Non emise un lamento, n mosse un muscolo. Lasci le palpe-bre
chiudersi, calare sugli oc-chi ad oscurare quei visi. Ud lo stridio
trasformarsi in una risata. I morti ridevano di lui. Davide
Trifelli
2Cellos Due violoncellisti giovanis-simi: Luka uli e Stjepan
Hauser. Il loro duo nasce nel 2011 quando spopolarono sul web
arrangiando in chiave moderna Smooth Criminal di Michael Jackson e
ne posta-rono il video su Youtube. Og-gi hanno superato 8 milioni
di visualizzazioni! Il 14 giugno dello stesso anno esce il loro
primo album 2Cellos con cover di brani di artisti internazionali.
Tra queste: Viva La Vida dei Coldplay, Resistance dei Muse e With
or Without You degli U2. Inoltre ebbero grande popola-rit nel
momento in cui si esi-birono, apparendo su milioni di TV, nella
serie televisiva statunitense Glee. Luka nasce a Maribor il 25
agosto 1987. Proviene da una famiglia di musicisti di Ragu-sa
(Croazia) e gi da bambino si avvicina alla musica classi-ca: un
piccolo violoncellista. Ha frequentato lAccademia
musicale di Zagabria, ha stu-diato a Vienna e alla Royal Academy
of Music di Londra. Dopo aver vinto diversi con-corsi inizia a
viaggiare per il mondo scoprendo il lato mo-derno di uno strumento
che da sempre riporta alla musica classica. Si forma cos in mo-do
brillante, abbracciando an-che il ruolo di solista accom-pagnato
dallOrchestra Filar-monica di Varsavia. Stjepan invece nasce a Pola
il 15 giugno 1986. Anche lui proviene da una famiglia di musicisti
e sceglier la loro stessa vita. Inizier gli studi nella stessa Pola
per poi spo-starsi e continuare a Fiume, Londra, Manchester e negli
Stati Uniti. Anche lui una vol-ta acccresciuta la fama, si fa
spazio nei pi grandi teatri dEuropa ricevendo meriti ed onori
ovunque. Il 9 marzo 2012 Il circolo degli artisti di Roma, ha
ospitato con grande apprez-zamento ed entusiasmo i 2Cellos, ed il
tutto esauri-to! (22:50 circa) I due giovanotti si sono fatti
desiderare per benino e, dopo una lunga atte-sa, eccoli qui
sorridenti ed emozionati! Latmosfera magica, e quando dai due
vio-loncelli elettrici si diffondono le prime note, la gioia del
pubblico in primissima fila alle stelle. Si passa dai Muse a
Michael Jackson, da Rihanna agli U2, dai Green Day ai Guns N Roses
per terminare con gli AC/DC. State sicuri che due come loro sanno
trascinare e far divertire spensieratamente, dimenti-candosi per
una sera di tutti i turbamenti. Federica Leo
PIETRO MENNEA: IL PI GRANDE
Lo scorso 21 marzo 2013 ci ha lasciato Pietro Mennea, grande
campione di atletica nonch saggista e avvocato. Ci sembra doveroso
ricordar-lo. Unico duecentista della storia che abbia conseguito la
qualifica per quattro fina li olimpiche consecutive. Insi-gnito da
ordine olimpico e membro di hall of Fame della FIDAL. Detentore del
prima-to mondiale dei 200 metri piani dal 1979 al 1996 con il tempo
di 19"72 che resta at-tuale primato europeo post mortem. Nacque in
una mo-desta famiglia di Barletta. Il padre era sarto e la mamma
casalinga. Dopo le medie si iscrisse a ragioneria. Un cu-rioso
aneddoto racconta che all'et di 15 anni, su uno stra-done di
Barletta, sfid in ve-locit una Porsche e un'Alfa Romeo 1750 a
piedi, sui 50 metri, battendole entrambe e guadagnando le 500 lire
per pagarsi un biglietto d'ingresso al cinema e un pani-no.
Successivamente prosegu gli studi all'I.S.E.F. Si laure a Bari una
prima volta in Scienze Politiche, consegu poi anche le lauree in
Giurisprudenza, Scienze motorie e sportive e Lettere. continua a
pag. 21
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Pagina 21
PIETRO MENNEA: IL PI GRANDE
(segue da pag. 20) Mennea stato docente a con-tratto di
Legislazione europea delle attivit motorie e sporti-ve presso la
Facolt di Scien-ze dell'Educazione Motoria dell'Universit "Gabriele
d'Annunzio" di Chieti-Pescara. Nel 2006 ha dato vi-ta, insieme con
la moglie, alla "Fondazione Pietro Men-nea", onlus di carattere
filan-tropico, che effettua donazio-ni e assistenza sociale ad enti
caritatevoli o di ricerca medi-co- scientifica, associazioni
culturali e sportive, attraverso progetti specifici. Lo scopo
secondario di carattere cul-turale e consiste nel diffonde-re lo
sport e i suoi valori, nonch promuovere la lotta al doping. Muore
il 21 mar-zo 2013, all'et di 60 anni, in una clinica di Roma, a
causa di un tumore al pancreas. Questo articolo non dedica-to
solamente ad un grande at-leta ma anche ad un grande uomo, modesto,
una vita co-stellata di sacrifici, che a no-stro parere, lunica via
per essere dei grandi; per con-cludere citiamo una sua famo-sa
frase: "Quando incontrai Cassius Clay lui mi guard sorpreso e
disse: "Ma tu sei bianco!?", io gli risposi: "S, ma sono nero
den-tro". Samuele Carducci & Simone Frisicaro Fonti e fo-to:
wikipedia
A proposito dello spettacolo E bravo, ma non
si applica! Dallintroduzione sembrava essere il solito argomento
noioso su quanto siamo intel-ligenti nonostante le apparen-ze. E
Walter Nanni sembrava essere il solito comico che si siede su una
sedia a riciclare le solite battute. Questo lo pensavamo prima di
entrare in Aula Magna il 1 marzo 2013. Il suo spettacolo si
rivelato essere sorprendentemente di-verso da quello che gli
stu-denti presenti si aspettavano. Per prima cosa ha cercato di
stabilire un contatto con il suo pubblico, anche se la presenza del
microfono ha reso tutti nervosi e timidi. Non ha pas-sato tre ore a
ripetere a pap-pagallo un testo di Wikipedia sullintelligenza, ma
ha fatto lesatto contrario. Facendo uso della comicit e del raro
talento di intrattenere le per-sone, con cui riuscito ad at-tirare
la completa attenzione di tutti, ha esaminato non altri che i
soggetti meno discussi nelle scuole: i cosiddetti im-becilli.
Comunemente questa parola viene usata per offen-dere gli altri e
appartiene al registro basso, tuttavia sono stati questi individui
ad aver scritto la storia della civilt. A partire dallhomo erectus
luomo si evoluto in modo sorprendente fino a sviluppare una materia
grigia pari al con-tenuto di cinque lattine di co-ca cola. E come
sempre par-lando di intelligenza, stato messo in evidenza quanto le
donne siano ad un livello su-periore rispetto agli uomini. Senza
queste creature, che vi-vono su 10 cm di tacco, con diete, chili di
trucchi e vestiti
da togliere il fiato, gli uomini non sarebbero nulla. Tuttavia
gli uomini non si sentono of-fesi. Hanno altri problemi a cui
pensare, come smettere di tirare fuori le sigarette per non venire
pi cacciati a fumare al freddo. Su questo argomento Walter Nanni ci
ha dato un bel po da riflettere. Dai mes-saggi supplementari sui
pac-chetti di sigarette, alle pubbli-cit ci ha fatto notare che
niente quello che sembra e bisogna stare attenti alle false verit
per non rischiare di di-ventare delle marionette della societ.
Dorina Miron Ci troviamo nel periodo di fi-ne marzo...fine del
secondo trimestre, consegna del pagel-lino e gli studenti
trascrivono sui loro libretti delle comuni-cazioni la circolare
relativa ai temuti colloqui con i profes-sori! C' chi ottiene una
mo-desta pagella, chi non tiene in modo particolare al rendimen-to
scolastico e infine troviamo le cosiddette "vie di mezzo", che a
ogni conversazione tra professori e genitori sentono ripetere,
ormai da diversi an-ni, la fatidica frase : "Signo-re...suo figlio
bravo ...ma non si applica!". Questa frase, composta da cos poche
paro-le, in grado di scatenare l'in-credulit di molti ragazzi.
Walter Nanni, comico e regi-sta di diversi video, realizzati anche
con allievi delle scuole superiori, ci ha proposto uno spettacolo,
per una durata di 2 ore e mezza circa e si im-medesimato
perfettamente nei panni dello studente. Egli, da-ta la sua
esperienza scolastica, ci ha fatto capire che questa affermazione,
pur fastidiosa, continua a pag. 22
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Quelli di ViA Copernico Numero 3. Giugno 2013
Pagina 22
A proposito dello spettacolo E bravo, ma non
si applica! (segue da pag. 21)
verr sempre ripetuta per spingerci a dare il meglio di noi
stessi. Oltre a ci ha af-frontato l'argomento "copiare" in modo
scherzoso e allo stes-so tempo serioso.... Sar stata la sua
simpatia, il suo abbigliamento casual con jeans e camicia bianca, i
suoi capelli folti, oppure la sua vo-glia di avvicinarsi al nostro
mondo con un'ironia cos pia-cevole a farci ridere fino alle
lacrime, ma grazie a lui, forse, abbiamo imparato a sorridere su
quella frase e a prendere con pi serenit e pi filosofia la scuola
.Di spettacoli cos? ...Beh se ne organizzassero di pi,
probabilmente il piacere di alzarsi la mattina per recar-si nelle
aule aumenterebbe di sicuro. Creare il benessere a scuola molto
semplice e spettacoli come questi ne so-no la dimostrazione. Erica
Tolve Walter Nanni, comico-regista abruzzese, stato protagoni-sta
di uno spettacolo teatrale all'Istituto Via Copernico: il tema
principale stato l'intel-ligenza. Giorni prima dello spettacolo
secondo ricerche e testi svolti dalle classi parte-cipanti stato
rilevato che l'intelligenza si sviluppata fin dall'homo sapiens e
che l'intelligenza femminile su-
periore rispetto a quella ma-schile: a riguardo Walter Nanni,
con una semplice ma efficace battuta, ammette che la donna
superiore all'uomo poich riesce a stare tutto il giorno su tacchi a
spillo alti 13 centimetri! Il comico riu-scito ad intrattenere per
circa due ore e mezza pi di 100 studenti scherzando e allo stesso
tempo insegnando l'im-portanza dell'intelligenza e il modo di
sfruttarla. Appena arrivato in Aula Ma-gna ha affermato che la
nostra materia grigia equivale a cin-que lattine di coca cola e ha
ammesso che senza l'esistenza degli "imbecilli", persone che hanno
meno "coca cola" nel cervello di noi, il mondo sa-rebbe rovinato.
Inoltre l'intel-ligenza di una persona deve essere sfruttata e gli
"imbecil-li" sono tutti coloro che non la sfruttano ma copiano
dagli in-telligenti i compiti o non li fanno; essi si troveranno
male nella vita e nel lavoro, cosa che accaduta pure al regista.
Quindi dobbiamo essere grati agli imbecilli per la loro stu-pidit
altrimenti gli intelligen-ti non potrebbero mai pri-meggiare Irene
Lo Gelfo Lo spettacolo E bravo, ma non si applica, che vede co-me
interprete Walter Nanni, invita a riflettere sulla capaci-t di
intendere bene e pronta-mente, che noi comunemente chiamiamo
intelligenza. Tut-tavia, non tutte le persone che incontriamo nella
nostra vita sono intelligenti. Per dimo-strare la veridicit di
questo pensiero, Walter invita tutte le persone che almeno una
volta nella vita hanno avuto a che fare con un imbecille: tutti
quanti hanno le mani alzate! Nanni passa da un argomento
allaltro, facendo per atten-zione a non perdere di vista ci che
egli vuole venga tra-smesso ai ragazzi, il fulcro dello spettacolo,
ovvero quanto sia di fondamentale importanza possedere
lintelligenza. Il comico si sofferma su un episodio molto
ricorrente a scuola: quante volte, ad ogni santo colloquio con i
genitori, alcuni profes-sori ripetono sempre la stessa frase
Signora, suo figlio bravo, ma non si applica! Questa frase, non
vuol dire assolutamente niente! I geni-tori vorrebbero sapere se il
fi-glio un cretino o no, se ha una chance oppure no; perch se sei
intelligente a quattordi-ci - quindici anni, lo sarai per tutta la
vita, ma se sei un cre-tino a quattordici quindici anni non hai
chance; fai qual-cosaltro nella vita, come but-tarti in politica!
Ci sono sem-pre delle alternative. Termina-to lo spettacolo, per
intratte-nere gli spettatori, Walter dia-loga con i ragazzi e pone
al-cune domande, come di cosa si ha paura. Ebbene c chi ha paura
degli insetti, chi delle grate, chi dei lampadari, chi dello stesso
Walter, ma nes-suno nomina la morte. Un fi-losofo dice: Non si pu
avere paura di ci che non si cono-sce. Ci si potrebbe attenere a
tale ragionamento, ma la veri-t che la gente non ha paura di
morire, ma solo