QUATTRO PIATTI DI BUCATINI AL Sangue
- Bucatini al sangue
QUATTRO PIATTI DI BUCATINI AL SANGUE!PERSONAGGI
Verdiana, una donna borghese
Ettore, suo marito, disegnatore di fumettiAgostino detto Ago,
commercialista e agente di Ettore
Deborah, segretaria di Ago
Arturo, marito di DeborahLa scena rappresenta un salotto
elegante. Sul fondo, la comune che mette all'esterno. Una porta a
sinistra, in prima quinta, mette nello studio di Ettore, ed una a
destra in posizione simmetrica mette nell'abitazione. Un tavolo con
quattro sedie, due poltrone, un divano. Un telefono.
SCENA PRIMA - Ettore, Ago, Deborah e Arturo.All' aprirsi del
sipario i quattro stanno accingendosi a giocare a briscola. Le
coppie sono: Ettore-Ago e Deborah-Arturo.
ETTORE- Allora, chi da le carte?
AGO- Dalle pure tu, Ettore.
ETTORE- Perch devo cominciare sempre io?
AGO- Perch sei il padrone di casa...
DEBORAH- (Delusa) Cavolo, no, devo tornare in ufficio... Non mi
ricordo se ho riacceso la segreteria telefonica. Scusatemi, faccio
in un attimo. (Si alza, ed esce dalla comune)
AGO- Accomodati pure, Deborah. Due rampe di scale non possono
farti che bene...
ARTURO- (Ad Ettore) Dove hai detto che andata tua moglie?
ETTORE- Boh... Da come si vestita, direi dall'estetista. Da
qualche giorno le presa la mania delle maschere per il viso. Io non
so cos'abbia quella donna.
AGO- Lo so io. Ha urgente bisogno di qualche seduta della cura
del dottor Bongiovanni.
ETTORE- In che consiste?
AGO- Applicazioni sulle natiche, almeno due volte al giorno, di
estratto di battipanni.
ETTORE- E io che ti sto anche a sentire... Sta solo traversando
un periodo cos, nient'altro.
ARTURO- L'essenziale che se ne stia fuori dalle scatole almeno
per il tempo di una sana briscola.
DEBORAH- (Rientra dalla comune, e va a sedersi) Scusate,
ragazzi. Da' pure le carte.
ETTORE- (Da le carte, poi...) Ecco fatto. Arturo, tocca a
te.
ARTURO- Bene bene bene... Pare che la fortuna mi stia proprio
sputando in un occhio.
AGO - ALT! Non cominciamo coi messaggi in codice. Alla prima si
sta zitti.
ARTURO- Ma che messaggi, Ago, che messaggi... Guarda qui che
schifo di carte... (Mette in tavola una carta)
AGO- Ettore, digli qualcosa anche tu. Le regole sono regole.
(Mette gi a sua volta)
ETTORE- Ago ha ragione. Fra te e tua moglie, Dio sa che
linguaggio cifrato avete messo a punto... E continuate a voler
giocare sempre insieme.
AGO- E noi due, fregnoni, ci stiamo. Per forza continuate a
vincere.
DEBORAH- (Cala una carta)
ETTORE- Guardatela l, questa ha pi culo della Ferilli! (cala
rabbiosamente una carta)
ARTURO- Lascia stare il culo della mia signora!
AGO- Anche dei punti devi regalargli, accidenti a te?
DEBORAH- (Raccoglie le quattro carte) Et voil! (Pesca poi la
carta, seguita dagli altri nell'ordine)
ARTURO- (vagamente stizzito) Il culo di Debora mia riserva
sacra! Solo io lo posso nominare!
ETTORE- Lamentati anche! Fortuna che ci giochiamo solo il caff,
altrimenti a quest'ora dovevo vendermi la casa.
DEBORAH- Tu sei sempre in miseria, vero Arturo?
ARTURO- Peggio del Bangladesh.
DEBORAH- E allora beccati questa. (Cala la carta)
AGO- Mo' vi frego io. Tu sei sempre affogato di carichi, vero
Ettore?
ETTORE- Certo, come no? Come uno sherpa dell' Himalaya.
AGO- (Cala una briscola) Mettine uno qui.
ARTURO- (Ne cala una pi alta) Muoia Sansone e tutti i
Filistei!
ETTORE- Eh, no, questo culo! (Cala una carta)
ARTURO- (mentre raccoglie gongolando la presa) Ecco, del mio
puoi parlare... Quello di Deborah off-limits. Venite, belle di
pap... (Prende una carta, seguito dagli altri nell'ordine)
ETTORE- E tu, Ago, non dici niente? Che cavolo di commercialista
sei, che non mi salvi da questi due? Ti ricordo che siamo sulla
stessa barca.
AGO- Questi sono peggio del fisco! Poi io e te, Deborah, dovremo
fare un bel discorsetto. Se lui tuo marito, io sono il tuo
capo.
ETTORE- Ed io sono il cliente principale del tuo capo, quello
che gli fa guadagnare pi soldi.
ARTURO- Che fate, ricattate? (Cala una grossa briscola)
Beccatevi 'sto Hezbollah.
AGO- Fate schifo, lasciate che ve lo dica. Siete sfondi. (Molla
uno scartino)
DEBORAH- Eccomi, mio sposo, sono tutta tua. (Molla un
carico)
ETTORE- E sfottono pure, 'sti morammazzati.
SCENA SECONDA- Verdiana e detti.
VERDIANA- (Entra dalla comune e si piazza in centro)
ETTORE- (Con malcelata preoccupazione) Oh, ciao, Verdiana. Tutto
bene?
VERDIANA- Ho necessit di parlarti, Ettore. (Guardando dall'alto
gli altri tre, con pesante sarcasmo) Quando sarai comodo,
naturalmente. (Esce da dx)
ETTORE- (dopo una breve pausa, butta le carte con un sospiro) Io
non ne ho pi voglia, gente.
ARTURO- (alzandosi) Vabb, ciao, ragazzi, sar per la prossima
volta. (A Deborah) Tu non tardare, intesi? C' il brodo da mettere
su. (Esce dalla comune)
DEBORAH- (alzandosi) Il tempo di finire coi rendiconti del mese
ed arrivo, amore. (Ad Ago) Perch non c' altro, vero Ago?
AGO- No, non c' altro. (Si alza) Noi ti aspettiamo di l, ma fa'
pure con comodo. Tanto dobbiamo riordinare tutti i tabulati. (Esce
da sx, assieme a Deborah)
ETTORE- (Rimasto solo sospira un po', si guarda intorno,
giocherella con qualche oggetto... Alla fine...) Verdiana? Che c',
stavolta?
SCENA TERZA- Ettore, Verdiana.VERDIANA- (Entra da dx, maestosa,
sdegnosa, e guarda Ettore schifata) Tu non ti accorgi mai di
niente, vero? Ti fa troppo comodo spassartela a carte, anzich stare
vicino a tua moglie.
ETTORE- Di che dovevo accorgermi?
VERDIANA- Maledetto il giorno che ti ho sposato! Ma me lo diceva
mia madre, santa donna che mi guardi dal cielo! Non ti ci mettere,
lascialo perdere, non adatto per te. Non alla tua altezza. E io,
cretina, che ho voluto fare di testa mia.
ETTORE- Insomma, cos' successo stavolta?
VERDIANA- Se tu non fossi sempre occupato coi tuoi amici, e
dedicassi un minimo della tua giornata anche a tua moglie, te ne
saresti accorto da solo!
ETTORE- Accorto di cosa?
VERDIANA- La lavatrice non va!
ETTORE- In che senso, non va?
VERDIANA- Nel senso che non parte! Non va in moto! Si rifiuta di
lavare la mia biancheria! E tu, anzich stare al mio fianco, te ne
disinteressi!
ETTORE- Amore caro, io ne capisco meno di te... Io disegno
fumetti, di roba elettrica non me ne intendo.
VERDIANA- Se tu non fossi cos arido e menefreghista, la
lavatrice non sarebbe un problema mio, ma della serva!
ETTORE- Tesoro dolce, ce l'avevi pure la domestica filippina.
Sei stata tu a mandarla via.
VERDIANA- Io non mi tengo in casa una che mi manca di rispetto,
e che non parla neppure bene la mia lingua.
ETTORE- Quella di prima non era di Frascati? E ti ricordi che
fettuccine faceva? Eppure hai cacciato via anche lei.
VERDIANA- Ecco! Invece di essere dalla mia parte, ti diverti a
contraddirmi! Ma ricordati bene, Ettore, io ti avviso: o la pianti
con questo andazzo, o io mi trovo un lavoro! Capito? E poi non dire
che non lo sapevi! (Esce da dx, con impeto)
ETTORE- (Si stringe fra le spalle, teso, come se aspettasse
qualcosa. Si sente un rumore di cocci, e si rilassa) Sar il
servizio buono, o quello di terracotta? Mah... (Sospira,
afflitto)
SCENA QUARTA - Deborah, Ettore.DEBORAH- (Entra da sx) Vuoi il
mio parere?
ETTORE- No. (Pausa di silenzio imbarazzato) Eppure non era cos.
Era la ragazza pi dolce e sensibile del Liceo Giulio Cesare.
DEBORAH- (Ironicamente, ma con amarezza) Si vede. Una vera
Biancaneve, coi coniglietti e gli uccellini e le musichine tenere.
Ma perch non divorzi?
ETTORE- Perch io l'amo! E poi, dove ne trovo un'altra che si
prenda una nullit come me?
DEBORAH- Ma che nullit vai dicendo? A volte ti comporti come un
bambino di tre anni. Roba da prenderti a schiaffi. Da quando hai
cominciato a disegnare la serie di Jerry Flamenco sei il fumettista
pi pagato d'Italia.
ETTORE- Ricchezza di carta... Quando il pubblico si stufer, sar
punto e daccapo. Non basta una serie di pupazzetti per fare grande
un uomo.
SCENA QUINTA - Ago e detti.
AGO- (Entra da sx) Lascia perdere, Deborah. Se poi per sbaglio
decide di ascoltarti, lo sai pure che per noi finisce male.
ETTORE- Anche tu ti ci metti?
AGO- Proteggo il mio reddito, se permetti. Sono il tuo agente,
oltre che quello che ti paga le bollette e ti vuota i cestini,
quindi ne ho il diritto. Finch Verdiana continuer a trattarti cos
da schifo, tu sarai sempre carico di adrenalina e di acido
cloridrico, e Jerry Flamenco continuer a fare faville. Piuttosto,
pare che vogliano pubblicarti anche sul "Varadzniy Kuriyer", un
quotidiano di Bratislava.
ETTORE- Tutti i giorni, o solo la domenica?
AGO- No, tutti i giorni.
ETTORE- Ah. E chi le far le traduzioni? Io non conosco nessuno
di madrelingua slovacca.
AGO- Non serve. Basta che gli mandiamo la versione tedesca, e ci
penseranno loro. L'importante che gli spediamo le tavole via fax
con tre giorni di anticipo, anzich due.
ETTORE- Come per la Finlandia.
AGO- Esattamente, come per la Finlandia.
ETTORE- Gli hai mandato il contratto standard?
AGO- S, e me lo hanno gi rispedito, firmato, controfirmato e
bollato di tutto punto. Non aspetto che il bonifico col primo
acconto, e partiamo anche con la versione slovacca.
ETTORE- Bene.
DEBORAH- Ti serve niente da me, per domani?
ETTORE- Hmmm... s. Prendi la polaroid, vai al parco e portami
delle foto di cani.
DEBORAH- Cani come?
ETTORE- Cani qualsiasi. Meglio se bastardini di taglia piccola,
e meglio ancora se giocano, o se corrono. Pose mosse, e pazienza se
vengono sfocate.
DEBORAH- Bene. Ti serve altro?
ETTORE- No, grazie. Anzi, s. Portami una riproduzione a colori
della Maya Desnuda di Goya.
DEBORAH- E dove la trovo?
ETTORE- Che diamine! Su Internet. La trovi, la stampi 21x30 e me
la porti.
DEBORAH- Uno di questi giorni vorrai le impronte digitali di
Babbo Natale. Serve altro, padrone?
ETTORE- No, angelo mio. Sei la mia fatina buona. Sarebbe ora che
quel negriero del tuo capo ti passasse uno stipendio decente.
DEBORAH- Ma vedi d'annattene... (Esce dalla comune)
ETTORE- E coi rendiconti come siamo messi?
AGO- Devi solo firmare i tabulati. Sono di l, se vuoi te li vado
a prendere.
ETTORE- Non serve. Vado da solo. Serviti da bere, se vuoi. (Esce
da sx)
SCENA SESTA - Ago, Verdiana.AGO- (Si serve da bere al mobile
bar)
VERDIANA- (Entra da dx, a passo di carica) Senti, Ettore, non
voglio dirtelo pi... (si accorge che non c') Ma dove diavolo...
(Vede Ago) Ah. (Lo guarda dall'alto, sostenuta) Dov' mio
marito?
AGO- Di l, nello studio, che firma dei documenti. Devo
andarglielo a chiamare?
VERDIANA- (freddamente) Non si disturbi, lo aspetto qui.
AGO- Non nessun disturbo per me, signora. E' anzi un onore... ma
non un piacere.
VERDIANA- (diffidente) Cosa intende dire?
AGO- Mi perdoni se con lei non riesco a fingere, signora... E'
un onore per me rendere un servizio, anche umile, anche piccolo
piccolo, ad una donna della sua classe. Ma non un piacere, nella
fattispecie.
VERDIANA- Continuo a non capire.
AGO- Sia sincera almeno con s stessa, signora. Lei mi affascina,
e lo sa benissimo. Non un piacere doverla dividere, anche solo
idealmente, con suo marito.
VERDIANA- Sciocchezze.
AGO- Padronissima di crederlo, signora. Anzi, meglio cos. (Con
evidente imbarazzo) Non so cosa mi sia successo. La prego di
dimenticare tutto, signora...
VERDIANA- Mi chiami pure Verdiana...
AGO- ...Verdiana. Dimentichi ci che le ho detto. E' stato un
momento di debolezza. Voglio bene ad Ettore, e tutto ci una
cattiveria nei suoi confronti.
VERDIANA- In effetti, a lui che sono sposata.
AGO- Ma non felice, vero?
VERDIANA- S, invece. Sono felice. Mi creda.
AGO- Le credo. (Eloquente occhiata fra i due) Le dico che le
credo.
VERDIANA- E io le sto dicendo che le credo anch'io.
SCENA SETTIMA - Ettore e detti.ETTORE- (Entra da sx) Ecco
fatto... (Vede Verdiana, e si fa piccolo piccolo)
AGO- Hai firmato tutto?
ETTORE- S, tutti i moduli. Anche due distinte bancarie in
bianco, per i versamenti di domani. Cos un lavoro fatto. (A
Verdiana, con apprensione) Avevi bisogno di me?
VERDIANA- Fra poco pronta la cena... (guardando Ago) amore.
Dovresti aprire il vino.
AGO- Io vado. A domani, Ettore. Signora... (Si inchina, e fa per
uscire)
ETTORE- A domani. Subito subito, cara. (Esce da dx)
VERDIANA- Buonasera, Ago.
AGO- Buonasera, Verdiana... (Scambia con Verdiana un'occhiata
significativa, ed esce dalla comune)
VERDIANA- (Ricambia l'occhiata, ed esce da dx)
INTERMEZZO
Buio in scena, breve intervallo musicale, luci.
SCENA OTTAVA - Verdiana, Deborah.
VERDIANA- (Sola in scena, tenta di mettere insieme i pezzi di un
gioco di pazienza, ma le sue azioni sono scoordinate, nervose,
piene di tensione. Alla fine butta via tutto) Accidenti, accidenti,
accidenti! ETTOREEEE! (Suona il campanello) Chi adesso? AVANTI!
DEBORAH- (Entrando dalla comune) Posso entrare? (Ha con s una
borsa di documenti)
VERDIANA- (Con fastidio) Ah, lei? Ha bisogno di qualcosa?
DEBORAH- Devo consegnare dei documenti a suo marito.
VERDIANA- Pu lasciare l. (Indica il tavolo) Non la
trattengo.
DEBORAH- Mi perdoni, ma devo darglieli personalmente e subito...
E' materiale che sta aspettando con urgenza, e gli serve per il
lavoro di oggi.
VERDIANA- Lei sta ronzando un po' troppo attorno a mio
marito.
DEBORAH- Senta, signora, non mi faccia parlare. Non approfitti
del rispetto che porto a questa casa, e a chi ci abita oltre a
lei.
VERDIANA- Perch, cos'ha da dire?
DEBORAH- Ho da dire che lei, certe insinuazioni, deve tenerle
per s. Se lei odia suo marito, io il mio lo amo e non lo cambierei
con Raul Bova e se vengo in questa casa, nonostante lei, unicamente
perch mi ci manda il mio capo!
VERDIANA- E' inutile che si scaldi tanto...
DEBORAH- Ha cominciato lei, se mi permette! Ed ora, mi usi la
cortesia di chiamarmi suo marito.
VERDIANA- E' di l, se lo vada a cercare. Io mezz'ora che mi sto
sgolando a chiamarlo, ma il signore non si degna di rispondere.
DEBORAH- Non c' da stupirsene... E' in piena fase creativa, e
certamente sta ascoltando Beethoven in cuffia a tutto volume.
VERDIANA- (sarcastica) Vedo che conosce bene le abitudini di mio
marito, signora.
DEBORAH- Non ci vuol molto a conoscerlo meglio di lei, signora.
Per me pi che un fratello, e gli sono devota. Sempre che lei sappia
cosa vuol dire, signora.
VERDIANA- Ho studiato, signora, se permette, e so cosa vuol dire
devota. So anche cosa vuol dire puttana.
DEBORAH- Oh, anch'io ho studiato come lei, signora. Conosco
Socrate, e mi complimento con lei, perch ne segue cos bene la
dottrina: "Conosci te stesso". (Si dirige a passo deciso verso la
porta di sx)
SCENA NONA - Ettore e dette.ETTORE- (Entra in quel momento da
sx, e quasi si scontra con Deborah) Opps! Scusa.
DEBORAH e VERDIANA insieme - (a Ettore) Giusto te! (Si guardano
in cagnesco)
ETTORE- Eccomi qui, avevate bisogno?
DEBORAH- (Mettendogli in mano la borsa) Ecco le foto che
aspettavi. (Sogguardando Verdiana) Sappimi dire se ti piace, quella
donna... Ho il suo indirizzo nel computer, se ti serve. Ha delle
belle tette, non c' che dire. (Esce dalla comune, fissando
Verdiana)
VERDIANA- (Per un lungo momento, fissa Ettore diritto negli
occhi)
ETTORE- (Guarda Verdiana, atterrito) Scusa, devo andare in
bagno. (Esce a precipizio da dx)
VERDIANA- Va', va' pure, tesoro, fa' pure i tuoi bisognini con
tutto comodo. Dovrai uscire prima o poi. E mi troverai qui, pronta
ad accoglierti, amore.
SCENA DECIMA - Arturo, Verdiana.
ARTURO- (Entra a valanga dalla comune) Dove sei? Dove sei,
svergognata?
VERDIANA- MA COME SI PERMETTE! FUORI DA CASA MIA!
ARTURO- (Si blocca, ma si guarda intorno) Tanto so che ti
nascondi qui! Vieni fuori!
VERDIANA- Qui non c' nessuno! Esca immediatamente o chiamo la
polizia!
ARTURO- Non pu impedirmi di cercare mia moglie! Si tolga di
mezzo!
VERDIANA- (Con un balzo si impossessa del telefono, e forma il
numero)
ARTURO- No, la scongiuro! (Crolla a sedere sul pavimento) Mi
perdoni... non sono pi padrone di me, non so pi cosa faccio...
(scoppia a piangere)
VERDIANA- Se sta cercando Deborah, appena uscita. Strano che non
vi siate incrociati.
ARTURO- Deve avere svoltato dietro l'angolo... E' da stamane che
la seguo... l'avevo vista entrare... so che si vede spesso con suo
marito, signora...
VERDIANA- In effetti, da qualche tempo si vedono spesso. Chiss
perch.
ARTURO- (Balzando in piedi) Anche lei se ne accorta? Lo sapevo,
accidenti, lo sapevo che c'era il marcio!
VERDIANA- Oggi gli ha consegnato dei documenti. Chiamiamoli
documenti...
ARTURO- Che documenti?
VERDIANA- Foto. Donne nude, a quanto pare. Chiss che traffici
hanno, quei due. Alle nostre spalle. Con la copertura del
lavoro.
ARTURO- Foto di donne nude! Anche le ammucchiate, la
svergognata! Dove sei, sgualdrina? Dove ti nascondi? Ma ti prendo,
sai? Dovrai tornare a casa...(Esce di corsa dalla comune)
VERDIANA- (Compiaciuta) Ecco servita la signora devota. Ed ora a
noi due, amore mio. (Si siede comodamente sul divano)
SCENA UNDICESIMA - Ettore, Verdiana.
VERDIANA- (Con agghiacciante tenerezza) Ettore... Amore
mio...
ETTORE- (Si affaccia da dx, cauto) Mi hai chiamato?
VERDIANA- S, tesoro.
ETTORE- Ma cos' successo, cosa voleva Arturo?
VERDIANA- Una cosuccia da niente, sciocchezzuole fra innamorati.
Come sono teneri, quei due... Pare che quella sgualdrina di sua
moglie lo cornifichi con te, e che anzi ogni tanto ti regga il
sacco, chiamiamolo cos, in qualche ammucchiata.
ETTORE- Senti Verdiana, se uno scherzo non mi sto
divertendo.
VERDIANA- Ma se ti ha appena portato il catalogo delle bagasce
sue colleghe!
ETTORE- Cosa ne sai tu? Vuoi vedere cosa mi ha portato Deborah?
Guarda cosa mi ha portato. Guarda bene, esamina fino in fondo.
(Esce per un istante da dx, recupera la cartella, rientra) Toh,
divertiti. (Sbatte la cartella sul divano, ma colpisce senza
volerlo Verdiana ad una gamba) (Sinceramente dispiaciuto) Oh,
scusami, non volevo...
VERDIANA- Chi credi di impressionare, con la scena madre e i
giochetti di prestigio? Comodo, tesoro bello, fare il gradasso ora
che hai scambiato la borsa! Ma se credi di avere a che fare con una
cretina, hai sbagliato indirizzo.
ETTORE- Ma di che vai parlando? Guarda tu stessa in giro! Ti
sfido a trovare un'altra borsa come questa in tutta la casa.
VERDIANA- Avrai scambiato il contenuto, e sbattuto le foto nel
cesso. Niente da fare, amore mio, non attacca!
ETTORE- Senti, Verdiana. Io non ti tradisco, non ti ho mai
tradito e tu lo sai. Mi meraviglio che una donna intelligente come
te...
VERDIANA- (Interrompendolo) Atto primo, scena seconda:
l'arruffianata. Sei monotono, amore mio. Sei prevedibile.
ETTORE- (Incazzandosi) Benissimo. E' normale che una deficiente
cretina come te possa fare dei discorsi...
VERDIANA- Bravo, bravo amore mio. Ma puoi far meglio: mettici pi
trivio, pi letame.
ETTORE- (Esasperato) Sei una pazza nevrotica!
VERDIANA- (Lo assale, isterica, tutta unghie, intenzionata a
cavargli gli occhi) Bastardo! Schifoso bastardo! Solo perch ho
dovuto curarmi, per colpa tua, mi rinfacci che ho dovuto andare in
clinica! Come se non fossi stato tu a farmici finire! Schifoso
verme...
ETTORE- (Si difende, sulle prime, ma poi le molla un ceffone, e
rimane lui paralizzato dallo shock) Oh, Dio mio...
VERDIANA- (Fa un artistico volo fino a terra, poi si rialza e va
al telefono, sconvolta. Forma il centotredici, e rimane in attesa
di risposta)
ETTORE- Chiama pure chi vuoi, ma tieni presente che lasceranno
parlare anche me.
VERDIANA- (Guarda Ettore con odio, riattacca rabbiosamente e
scoppia a piangere, crollando sul divano)
ETTORE- (Le si siede a fianco) Senti, Verdiana, mi dispiace. Le
forbici che mi hai tirato ieri, e le altre cicatrici che mi hai
lasciato non mi danno il diritto di picchiarti. Te ne chiedo scusa.
Vuoi perdonarmi?
VERDIANA- (Continuando a singhiozzare) S...
ETTORE- Non so cosa mi stia succedendo... Io non ero violento.
Non lo sono mai stato, meno che mai con i pi deboli... Me lo vorrai
concedere, almeno questo, no?
VERDIANA- (Calmandosi un po') Effettivamente...
ETTORE- Mi vuoi dare un bacio? (Si guardano un po' negli occhi,
poi si baciano a lungo, ma un puro contatto di labbra, senza
trasporto)
VERDIANA- (Staccandosi) Auff! Non respiro pi.
ETTORE- Ora va meglio... (La carezza sul viso)
VERDIANA- (Non partecipa)
ETTORE- Perch tu ed io non riusciamo pi a parlare, senza
saltarci agli occhi?
VERDIANA- Guarda che hai cominciato tu.
ETTORE- Non vero e lo sai, ma lasciamo perdere. Vuoi dirmi, una
volta per tutte, perch ce l'hai con me? Che cosa ti ho fatto, che
mi accusi di avertici mandato io, in clinica?
VERDIANA- E hai davvero la faccia tosta di chiedermi questo?
ETTORE- Insomma, Verdiana, sono sempre casa e lavoro. Giocare
non gioco, bucarmi non mi buco, fumare non fumo, non vado n a donne
n a uomini. Faccio una vita da frate. Sessualmente parlando, non ti
ho mai fatto mancare nulla.
VERDIANA- Salvo il fatto dell'eiaculazione precoce...
ETTORE- Per le pastiglie funzionano, non puoi negarlo. E poi, se
vuoi essere sincera, sono molte di pi le volte che sei tu a dirmi
di no, ma sorvoliamo. Insomma, amore mio, cos' che ti ho fatto?
VERDIANA- (Dopo una pausa) Non per ci che fai, ma per ci che
sei.
ETTORE - E' gi un risultato. E vuoi dirmi ci che sono?
VERDIANA- Non... non hai un lavoro normale. La gente normale
lavora in banca, negli uffici.
ETTORE- Eppure era proprio questo che trovavi affascinante in
me, se vero ci che mi dicevi.
VERDIANA- E poi te la fai con Deborah.
ETTORE- Non vero e tu lo sai. Mi meraviglio che una donna della
tua intelligenza possa fare dei discorsi cos campati in aria. Se
Arturo e Deborah hanno dei problemi, perch Arturo affetto da una
gelosia immotivata, patologica, che sta facendo soffrire lui almeno
quanto sua moglie. Lei, per, lo ama e gli fedele. Almeno quanto io
sono fedele a te.
VERDIANA- Finalmente uno sbocco di sincerit, in tanta
retorica.
ETTORE- Sai benissimo cosa volevo dire!
VERDIANA- Appunto, e ti sto dando ragione. Quella puttana di
Deborah fedele a quel cornuto di Arturo esattamente quanto tu lo
sei a me.
ETTORE- (Sta per tirarle in testa qualcosa, ma si frena in
tempo. La guarda con intensit, e quasi gli viene da piangere) A
volte mi pare di avere a fianco una donna che non conosco. Cosa ci
sta succedendo, Verdiana? Io ti amo, perch mi tratti cos? Che fine
ha fatto la biondina timida e tutta lentiggini che ho conosciuto al
liceo?
VERDIANA- Guarda che il numero del cocker triste lo hai gi
sfruttato troppo. Ti consiglio di rinnovare il repertorio.
ETTORE- (La guarda, si affloscia. Recupera la borsa e si dirige
a sx, lentamente)
VERDIANA- Guarda che non ho finito...
ETTORE- E allora continua da sola. Io devo finire senza meno del
lavoro per domani. (Riprende a camminare)
VERDIANA- (Mentre Ettore cammina) Torna, torna pure fra i tuoi
fumetti! Anzi, perch non inizi una nuova serie? "Le avventure di
mister Duplex!"
ETTORE- (Si ferma un istante, senza voltarsi, ma riparte ed esce
da sx)
SCENA DODICESIMA - Verdiana, Ago.
VERDIANA- (Riprende il giochino di pazienza, ma si innervosisce
sempre di pi. Alla fine scaglia via tutto, con rabbia esplosiva,
scatta in piedi e caccia un lungo urlo, da bambina capricciosa,
pestando i piedi) AAAAAAAAAAAAAAAAH! (Constatando l'assoluta
mancanza di una qualsiasi reazione, ne prova un altro, di un paio
di note pi alto) AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! (Ne prova un terzo, pi
acuto ancora ma pi breve) AAAAAAAAH! (Ricade a sedere) Ma perch
nessuno si occupa di me, uffa!
AGO- (Suona alla porta)
VERDIANA- (Non reagisce, imbronciata)
AGO- (Suona un altro paio di volte, sempre senza risposta, poi
si affaccia dalla comune con cautela) Posso entrare?
VERDIANA- NO! (Si volta, lo riconosce) Ah, lei? Si accomodi.
Abbia pazienza, oggi ho un diavolo per capello.
AGO- Sono desolato di disturbarla, signora... Devo
consegnare...
VERDIANA- (Interrompendolo) Anche lei ce l'ha con me? Ma cosa le
ho fatto?
AGO- Io avercela con lei? Ma che dice, signora?VERDIANA- Ecco!
Mi chiama signora! Ieri mi chiamava Verdiana, se ne gi
dimenticato?
AGO- Mi perdoni, Verdiana...
VERDIANA- Non c' di che... Ago... O preferisce Agostino?
AGO- Come suona pi gradito a lei, Verdiana. Andr benissimo in
tutte le maniere. Pu chiamarmi anche Clarissa, se vuole.
VERDIANA- (Ridacchia, divertita)
AGO- Che bello, sono riuscito a farla ridere! (le si siede
accanto) Se mi concede un altro paio di settimane, forse riesco
anche a rimetterla di buon umore.
VERDIANA- Perch proprio Clarissa?
AGO- E perch no? Ma parliamo di lei, Verdiana. Perch una bella
donna come lei cos imbronciata?
VERDIANA- E' una lunga storia...
AGO- Quando avr voglia di raccontarmela, sar a sua completa
disposizione.
VERDIANA- Non prometta ci che non pu mantenere, Ago... cio,
Clarissa. (Ride) Lei gi a completa disposizione di mio marito, che
di l e potrebbe rientrare ogni momento.
AGO- E' vero. Sono a sua disposizione, ma solo per quanto
riguarda il lavoro. Al di fuori di Jerry Flamenco, Ago non
appartiene che ad Ago. Per non vedo il nesso, Verdiana...
Dopotutto, non stiamo facendo nulla di male.
VERDIANA- Indubbiamente. Per l'idea che Ettore possa rientrare
da un istante all'altro, magari mentre stiamo parlando proprio di
lui, mi mette a disagio.
AGO- Sbarazzarcene non dipende che da lei, Verdiana.
VERDIANA- Sbarazzarcene? E come?
AGO- Potrebbe mandarlo a comprare le sigarette.
VERDIANA- Non fumo, lo sa.
AGO- Il caff.
VERDIANA- Lo ha preso stamattina.
AGO- Sei etti e mezzo di fagioli borlotti da sgranare.
VERDIANA- Gli gonfiano l'intestino, e poi devo dormirci io di
fianco.
AGO- Il dizionario dei sinonimi e dei contrari di Niccol
Tommaseo.
VERDIANA- Si trova solo nelle librerie antiquarie, che oggi
hanno la chiusura settimanale.
AGO- Ne sicura? Non gioved?
VERDIANA- No, proprio oggi.
AGO- (Con pathos caricato, alzandosi in piedi) Devo constatare
con rammarico che ogni mio sforzo vano: la casta Desdemona ha
troppa paura di Otello. Riferite a vostro marito che il bonifico da
Bratislava appena arrivato, e che pertanto il relativo contratto
parte da domani. (Si avvia verso la comune, si volta) Addio,
Desdemona.
VERDIANA- Arrivederci, Ago.
AGO- (Sinistramente) Chiamatemi Jago! (Esce, sghignazzando alla
Vincent Price)
VERDIANA- (Fra s) Che matto... ha fatto, ha fatto, ed riuscito a
mettermi di buonumore. (Si passa una mano fra i capelli,
stiracchiandosi) Guarda l che schifo di capelli... Devo proprio
decidermi ad andare dalla parrucchiera. (Si alza) Veramente dovrei
anche preparare la cena... Ma chi se ne frega, non ho fame. Se ha
fame lui, si aprir una scatola di tonno. Oppure se ne andr a quel
paese. (Esce da dx)
SCENA TREDICESIMA - Ettore, Verdiana, Deborah.
ETTORE- (Appena la scena vuota, si affaccia da sx. Si guarda
cautamente intorno, entra in punta di piedi, traversa la scena,
socchiude la porta di dx, sbircia fuori, poi con un balzo da
giaguaro si getta dietro ad una poltrona, per nascondersi)
VERDIANA- (Entra da dx, vestita per uscire. Si avvicina alla
comune, e non si accorge di Ettore. Un attimo prima di uscire, lo
chiama come se lui fosse ancora nello studio) Ettore... Ettore!
ETTORE- (Scena muta di disperazione, ma senza uscire dal
nascondiglio)
VERDIANA- (Spazientita) Oh, vaffanculo, tu e Beethoven. (Esce
dalla comune)
ETTORE- (Sollievo... Si alza cautamente, va alla comune,
controlla che Verdiana si allontani e poi si accascia sul divano)
Io non ne posso pi. Non ne posso pi. Non vivo pi con lei. E senza
di lei... (Brivido di freddo) Oh, mio Dio, meglio non pensarci.
DEBORAH- (Suona al campanello, poi si affaccia dalla comune)
Posso entrare?
ETTORE- Ah sei tu? Entra, entra pure.
DEBORAH- (Sedendoglisi a fianco) Ettore, io non vivo pi. Con
quel mostro impossibile. E senza di lui... se ci penso, mi vengono
i brividi. Sono talmente abbattuta che mi metterei a piangere.
ETTORE- A chi lo dici... Proprio a me lo vieni a raccontare?
DEBORAH- E a chi, senn? E' da quando avevo le trecce che scappo
a piangere sulla tua spalla. Tu sei sempre stato il mio
praticamente fratellone.
ETTORE- Oggi caschi male... Ho il morale sottoterra.
DEBORAH- Fammi indovinare. Verdiana.
ETTORE- E chi, senn?
DEBORAH- L'ho vista uscire. Hai un'idea di dove sia andata?
Magari ci piomba addosso da un momento all'altro.
ETTORE- Non credo. Si messa elegante, quindi andata dalla
parrucchiera.
DEBORAH- (Con un lungo sospiro, e scuotendo il capo) Lasciatelo
dire, Ettore, sei un cretino. Quella donna finir per ucciderti, e
quando ti deciderai a mandarla per la sua strada, sar sempre
tardi.
ETTORE- Ma io l'amo! Non posso vivere senza di lei!
DEBORAH- Ma allora sei proprio scemo nella testa! Tu non di lei
che sei innamorato! Come te lo devo spiegare? Tu sei cotto perso,
ma di un'idea! L'idea dell'amore da adolescente, quello con le
musiche dei violini e coi puttini nudi che svolazzano in giro e
tirano le freccettine! Stare...
ETTORE- Ma di che puttini vai cianciando? Quando la stringo fra
le braccia, il preludio al terzo atto del Lohengrin! E' il finale
della Nona!
DEBORAH- (Dandogli degli scappellotti, come a un bambino
zuccone) Lo vedi? Lo vedi? Lo vedi, che mi dai ragione? Stare
insieme a una donna un'altra cosa! Tu hai un'idea dell'Amore, con
una bella A maiuscola, e l'hai infilata addosso alla prima donna
che ti ha preso in considerazione. Questo, come ragionamento, va
bene, ma a diciassette anni! Alla tua et fa ridere! Anzi, fa
piangere, se consideri come ti sei ridotto. Stupido. Cretino.
Scemo.
ETTORE- (Dopo un momento di smarrimento) Ma... ma come devo
fare? Se perdo lei, dove ne trovo un'altra disposta a prendersi una
nullit come me?
DEBORAH- (Sospira) Ma allora sei proprio di coccio! Chi te lo
dice che sei una nullit? Dove sta scritto? Chi li emette, i
certificati di nullit? Le donne, l fuori, fanno a coltellate per
mettere le unghie addosso a gente che vale la met dei tuoi calzini!
E se tu non te ne accorgi, solo perch non te ne vuoi accorgere.
ETTORE- Appunto. Sono uno scemo, una nullit. Hai perfettamente
ragione.
DEBORAH- (Mordendosi le dita, per non ficcargliele negli occhi)
Grrrrrrrrrrrrrrrrrrr
SCENA QUATTORDICESIMA - Ettore, Deborah, Ago.
AGO- (Suona al campanello, poi si affaccia dalla comune)
Posso?
DEBORAH- Tienimi, prima che gli cavi gli occhi. Ci risiamo con
la solita storia.
AGO- Fammi indovinare: "Sono una nullit."
DEBORAH- Guarda, quando fa cos gli romperei una padella in
testa. Lui, si lamenta! E io cosa dovrei dire?
AGO- Tu s che sei nei guai, povera piccola...
DEBORAH- Non puoi immaginare quanto.
AGO- Come, gli ripresa la sindrome?
DEBORAH- Eccome. Ancora peggio dell'ultima volta. Adesso ha
cominciato a travestirsi.
ETTORE- Chi? Arturo?
DEBORAH- E chi, senn? Prima si limitava a pedinarmi ogni tanto,
nelle pause pranzo. Finch si limitava a quello, pazienza: saltava
tutt'al pi qualche pasto. Al limite era divertente... Adesso ha
cominciato a prendersi dei permessi sul lavoro, e a travestirsi per
non farsi riconoscere.
ETTORE- Ma no! E' geloso fino a questo punto? Ma allora proprio
scemo!
DEBORAH- Avrai da dire tu!
AGO- Ma non avevate ripreso la terapia di coppia?
DEBORAH- S, l'avevamo ripresa, e stava cominciando a funzionare.
Poi, per, successo il fatto della sora Clarice...
AGO- Chi, quella tua vicina di casa che scappata col
cognato?
DEBORAH- S, ed ha piantato il marito con tre bambini piccoli.
Questo ha fatto riaffiorare tutte le paure collegate col vecchio
trauma, e adesso Arturo ci ripiombato dentro fino ai capelli.
(Suonano al campanello) Oddo, magari lui! Nascondimi, ti prego!
ETTORE- (Indicando un nascondiglio adatto) L dietro, presto!
DEBORAH- (Si nasconde)
ETTORE- Avanti, prego!
SCENA QUINDICESIMA - Arturo e detti.ARTURO- (Entra dalla comune,
travestito da frate) Sia lodato Ges Cristo...
AGO ed ETTORE- (Reprimendo una risata) Sempre sia lodato...
ARTURO- (Guardandosi intorno in ogni direzione) Non ci avreste
un'offerta per i poveri fraticelli di San Romualdo all' Addolorata?
Che vi fa tanto bene all'anima...
ETTORE- Abbiamo gi dato, padre.
ARTURO- (Avviandosi verso lo studio) Non volete che vi dia una
bella benedizione alle stanze, che vi fa bene all'anima e tiene
lontano il diavolo?
AGO- (Parandoglisi davanti, con enfasi) La religione l'oppio dei
popoli! Vattene, frate, qui non ci sono vecchie bigotte da
abbindolare.
ETTORE- Fuori di questa casa! (Lo spinge fuori dalla comune) A
lavorare! C' tanto bisogno di braccia in risaia. Ha da ven
Baffone!
ARTURO- Ma fratelli, fratelli... (Esce dalla comune)
DEBORAH- (Uscendo dal nascondiglio) Avete visto che roba? Mi
segue da stamattina, con un furgone chiuso dove tiene tutti i
travestimenti, e ogni tanto si cambia.
ETTORE- Patetico. Veramente patetico.
DEBORAH- Tu stai sempre zitto!
AGO- Da non credere.
ARTURO- (Suona il campanello)
DEBORAH- Cavolo, ancora lui! (Torna al nascondiglio di
prima)
ETTORE- Avanti, aperto!
ARTURO- (Entra dalla comune, travestito da tecnico di antenne
paraboliche. Ha una parrucca assurda ed un paio di baffoni
altrettanto assurdi. Tenta di camuffare la voce, e parla con
pesante inflessione dialettale) Me scusi, posso entr? (Riprende a
guardarsi attorno, come prima) Vede, ar su' vicino der diciassette,
qua de fronte, je stanno a entr delle vibbrazzioni parassite de
risonanza nell'impianto d'a parabbolica... Dovrei da d 'na
controllata ar su' impianto elettrico, magari metteje un par de
condensatori... E' robba da du' minuti, che nun je costa niente e
nun dar nessun fastidio. Me sbrigo subbito.
ETTORE- (Dopo una rapida occhiata d'intesa con Ago) Prego,
faccia pure il suo comodo. Pu cominciare dallo studio, di l.
(Indica a dx)
ARTURO- (Brandendo uno strumento strano) Grazzie, faccio
subbito. (Esce da sx)
DEBORAH- (Con un balzo esce dal nascondiglio ed esce dalla
comune)
AGO- (Nel frattempo si porta vicino alla comune, e le richiude
alle spalle la porta)
ARTURO- (Rientra da sx) Qua tutto a posto... Mo' proviamo de
qua... (Esce da dx)
ETTORE- (Nel frattempo si porta vicino alla porta di sx)
AGO- (Si affaccia alla comune, fa un cenno con la mano)
DEBORAH- (Entra come una saetta dalla comune, ed esce subito da
sx mentre i due amici le tengono aperte le porte, e le richiudono
alle sue spalle)
ARTURO- (Rientra perplesso da dx) Boh... Anche qua dice che
tutto a posto... Eppure li strumenti parlaveno chiaro...
ETTORE- (finto innocente) Magari sono usciti di taratura...
ARTURO- Boh... Che ve devo da d... scusateme tanto er disturbo.
(Fra s) Eppure... (Esce dalla comune)
ETTORE- Torni pure quando vuole!
DEBORAH- (Esce con cautela da sx) Ma vi rendete conto? E' una
cosa da non credere.
AGO- Se non avessi visto coi miei occhi non ci avrei
creduto.
ETTORE- E 'sta storia da quanto tempo va avanti?
DEBORAH- Dici la gelosia in generale, o la storia dei
travestimenti?
ETTORE- La gelosia in generale. Immagino che i travestimenti
risalgano al fatto della sora Clarice.
DEBORAH- Era geloso fin da quando eravamo fidanzati... Non cos,
per. A quei tempi la cosa mi lusingava... Adesso non lo sopporto
pi. Va a finire che divorzio.
AGO- Io un'idea ce l'avrei... Sempre che non ve la facciate
sotto.
ARTURO- (Suona alla porta, ed entra senza aspettare di essere
invitato)
ETTORE ed AGO- (Con uno scatto, fanno barriera per coprire
Deborah)
DEBORAH- (Si nasconde fulmineamente)
ARTURO- (Stavolta vestito da vecchia carampana di lusso. Indossa
un soprabito scuro debitamente imbottito, un cappellino con veletta
e parla in un assurdo falsetto) Scusatemi... Sono Maria Felicita
Orsini Colonna Boncompagni, delle Pie Dame di Carit... Sto cercando
biancheria usata da destinare alle povere derelitte del nostro
istituto... Non avreste da offrirmi qualcosa, a nome delle nostre
povere...
ETTORE- (Interrompendolo, ad Ago) Io dico che questa carampana
uno schifoso topo d'appartamento, che si travestito per fare un
sopralluogo e vedere cosa c' da rubare. (Si tira su le maniche, e
si avvicina ad Arturo)
AGO- (Tirandosi su le maniche a sua volta, ed avvicinandosi
minaccioso) E se poi ti sbagli ed una donna davvero?
ETTORE- (Avvicinandosi con decisione) La stupriamo. Che problema
c'? La vecchia baciapile mi manca proprio.
ARTURO- Santa Vergine proteggetemi! (Esce di corsa dalla
comune)
DEBORAH- (Esce dal nascondiglio, e si accascia su una poltrona)
Vi rendete conto di che vita sto facendo?
AGO- Ce l'ho io l'idea, ti dico. Sempre che al nostro amico
Ettore sia rimasta almeno qualche traccia di spina dorsale.
ETTORE- Per gli amici io ci sono sempre, per tua regola.
AGO- E' ci che vedremo. Senti, Deborah, secondo me il tuo dolce
maritino ha bisogno di una bella stangata.
DEBORAH- Sapessi da quanto tempo sogno di carezzarlo con un palo
di frassino! Ma chi che lo tiene fermo? Quello, se ci si mette
davvero...
AGO- Non mi sono spiegato. Io dico semplicemente di fargli
trovare ci che va cercando con tanti sforzi.
ETTORE- Spiegati meglio. Temo di capire.
AGO- La sua gelosia di origine traumatica, dico bene? Se mi
ricordo giusto, risale alla sua infanzia...
DEBORAH- S, a quella volta che ha visto i suoi genitori
picchiarsi per una questione di corna.
AGO- Bene. Trauma scaccia trauma. Gli facciamo scoprire un bel
quadretto di questo tipo: tu, nuda a gambe spalancate, e tu nudo a
lancia in resta. Magari funziona.
ETTORE- Oh bella! E perch io e non tu?
AGO- Chiedilo a lui. E' di te che geloso, mica di me.
DEBORAH- Io non me la sento di dargliela, a lui! Scusa, Ettore,
senza offesa, ma...
AGO- E che bisogno c' che tu gliela dia veramente? L'importante
che lo creda Arturo!
ETTORE- E bravo il commercialista! E se poi ci crede davvero, e
mi spara?
AGO- Non gliene lasciamo il tempo! Prepariamo la scena come si
deve, gli facciamo venire il colpo che si merita, poi lo
immobilizziamo e gli spieghiamo tutto! E speriamo che il trauma
funzioni, e che la pianti con la gelosia. Almeno, ci avremo
provato.
DEBORAH- Io ci sto. Sono talmente disperata, che se anche mi
becco una pallottola...
ETTORE- Che devo dire? Ci sto anch'io. Tu, per, Ago, vedi di
organizzare bene le cose, perch se crepo, poi, ti vengo a tirare i
piedi tutte le notti.
AGO- Benissimo. Ora lasciatemi il tempo di pensare ai
particolari, e ne riparleremo appena possibile.
DEBORAH- Io, ragazzi, vado. Devo fare un po' di spesa, in casa
non mi rimasto pi niente. Ciao. (Esce dalla comune)
AGO- Ciao, a domani.
ETTORE- Ciao, Deborah.
AGO- (Si stira lungamente) Oddomamma... (Si siede sul divano)
Tutta questa tensione mi ammazza. Mi sento come se mi avessero
riempito di bastonate.
ETTORE- Anch'io. Mi ci vorrebbe una bella due ore di sauna, e
poi magari un bel massaggio.
AGO- Magari tailandese...
ETTORE- Vattene via, zozzone. Pensi sempre l.
SCENA SEDICESIMA - Ettore, Verdiana, Ago.
VERDIANA- (Entra dalla comune)
AGO- (La vede per primo) Buonasera, signora.
ETTORE-(Con un balzo) Oh, ciao, tesoro, come mai cos presto?
VERDIANA- Perch, ti ho guastato qualche altarino?
ETTORE- Non scherzare, dicevo solo perch, di solito, quando vai
dall'estetista fai tardi.
VERDIANA- Quella strega non mi vede pi. Voleva farmi a tutti i
costi la maschera che le pareva a lei. Io pago, e pretendo le
maschere che voglio io.
AGO- (Fa per alzarsi) Io tolgo il disturbo...
VERDIANA- (Lo blocca) No, non se ne vada, la prego. Ho bisogno
di un consiglio contabile. Tu, Ettore, intanto, vammi a comperare
sei etti e mezzo di fagioli borlotti da sgranare.
ETTORE- Ma scusa, cara, non dovevamo finire gli spinaci?
VERDIANA- E chi ti dice che mi servono da contorno? Devo farci
una maschera antistress.
ETTORE- Ho capito. Faccio un salto dalla sora Iride, e
torno.
VERDIANA- NO! Ci sono gi stata, e ha solo roba vecchia e tutta
grinzosa. Tu andrai al Centro Balena Azzurra.
ETTORE- Serve altro, amore?
VERDIANA- Serve che ti muovi. Forza, che non voglio far
notte!
ETTORE- Subito, tesoro. Sar di ritorno fra meno di un'ora,
spero. Traffico permettendo. (Esce dalla comune)
SCENA DICIASSETTESIMA - Verdiana, Ago.
AGO- (Con espressione fra il professionale e il maligno) Sono
tutto suo, Verdiana. La mia esperienza di vecchio navigatore della
partita doppia ai suoi piedi.
VERDIANA- (sedendosi sul divano, al suo fianco) Mi ricordo di un
vecchio film, dal titolo piuttosto complicato... C'erano Sordi e la
Vitti, credo...
AGO- (Marpione) Vediamo se indovino... "Io so che tu sai che io
so..." (Ride)
VERDIANA- (Ride anche lei, complice)
AGO- D'altra parte la sua allusione, pur innocentemente, non
poteva essere pi plateale.
VERDIANA- (Affettando innocenza) Quale allusione? Sono una donna
ingenua, io...
AGO- Allora diciamo che uno, normalmente, nelle ricette dei
filtri magici di seduzione, si aspetta di trovarci ingredienti
tipo: ali di falena... Vibrisse di gatto nero in amore... Raggi di
luna crescente in una notte tropicale... Lei, invece, me ne ha
propinato uno con un solo ingrediente, piuttosto prosaico e proprio
per questo del tutto insospettabile...
VERDIANA e AGO in coro- Sei etti e mezzo di fagioli borlotti da
sgranare... (Ridono)
AGO- Lei una donna eccezionale. Invidio sinceramente Ettore, che
ha saputo conquistare il suo cuore.
VERDIANA- (Rabbuiandosi) Non mi parli di quel mostro. Cosa
diavolo mi ero fumata, per decidere di sposarmelo? Mi sta facendo
soffrire come lei neppure s'immagina.
AGO- Lo sapevo. Quell'uomo non merita una donna fantastica come
lei. Ma voglio che sia lei a dirlo, Verdiana.
VERDIANA- (Pausa) Avrei potuto essere una donna di successo. Di
grande successo, e non lo sono. Per colpa sua.
AGO- Sono qui per ascoltarla, Verdiana. Me ne parli pure con
libert.
VERDIANA- Non vorrei annoiarla...
AGO- Ma scherzer? Si sfoghi, Verdiana. Dio solo sa quanto ne ha
bisogno. Si sfoghi in seno ad un vero amico.
VERDIANA- Avrei potuto essere una donna di spettacolo. Era tutto
pronto: l'idea per il mio nuovo look, il bozzetto della
scenografia, i CD con tutte le varie sigle, i vestiti e le scarpe
che avrei messo, la lista degli accessori e i posti dove
comprarli... Tutto, avevo. Tutto. Dio, quanto sarebbe stato
bello... Avrei potuto metterci dentro la mia anima, tutta me
stessa: la mia filosofia, la mia estetica, la mia concezione del
mondo, della vita, di ci che importante, delle cose per cui vale la
pena di battersi... Sarebbe stato l'evento televisivo dell'anno. Un
talk show tutto mio. Tutto mio.
AGO- Oh, Verdiana...
VERDIANA- L'amministratore delegato aveva gi pronti i contratti
per l'intera stagione. Era pronto anche il titolo: "Il mondo di
Verdiana". Tre sere la settimana, mercoled, gioved e domenica,
dalle 23.30 alle 0.30 su Tele Tufello.
AGO- Davvero?
VERDIANA- Mancavano solo nove milioni e novecentomila lire pi
IVA per le spese. Ma Ettore ha voluto risparmiare.
AGO- Che grettezza...
VERDIANA- E non stata l'unica carognata che mi ha fatto!
AGO- Ma cosa mi dice!
VERDIANA- Un'altra volta mi ha rubato la gloria, quel mostro!
Avrebbe potuto essere l'evento letterario del secolo. Avrei potuto
essere di casa da Maurizio...
AGO- Maurizio chi?
VERDIANA- Costanzo, e chi altri? Potevo essere di casa da lui, e
non lo sono.
AGO- Per colpa sua?
VERDIANA- Per colpa sua.
AGO- Ma come successo?
VERDIANA- (Lunghissimo sospiro) Quanti sogni, quanti sospiri...
Quante lacrime del mio cuore ci avevo messo... Era tutto di me, era
la mia anima sofferente, denudata ed offerta...
AGO- Ma cos'era?
VERDIANA- Era il mio libro. La raccolta delle mie poesie.
Novantasei pagine di puro, purissimo distillato di me... L'editore
era entusiasta, aveva le lacrime agli occhi. Senta, Ago, senta che
proposta mi aveva fatto. Carta pergamena rilegata in vero lino di
Fiandra, angolari placcati in argento, segnalibro di raso
oltremare. Ne avrebbe tirate trecento copie, al prezzo di quattro
milioni e nove pi IVA. Mi avrebbe perfino regalato la stampa in oro
zecchino del titolo.
AGO- E com'era il titolo?
VERDIANA- (Con pathos) "L'anima della cozza".
AGO- (Partecipando al pathos) Oooh. C' tutta lei, Verdiana.
VERDIANA- Il manoscritto sta ancora dormendo nel mio cassetto
segreto, perch lui ha voluto negarmeli, quei soldi.
AGO- E' un delitto non solo contro di lei, ma contro tutta
l'umanit.
VERDIANA- Vuole che le reciti una delle mie poesie?
AGO- Sarebbe un privilegio insperato.
VERDIANA- E' quella che d il titolo alla raccolta. Ahem. (Pausa)
Titolo: "L'anima della cozza".
"Non sono che una povera cozza
"che si bagna nell'acqua di una piccola pozza,
"ma la mia anima vorrebbe volare
"al di l del mare.
AGO- Commovente...
VERDIANA- Vuole che gliene reciti un'altra? Cos, come mi
viene?
AGO- Oh, s, la prego!
VERDIANA- Ahem. Titolo: "Stato d'animo".
"Sono triste e sconsolata
"come la fredda mattinata
"di un novembre con la bruma,
"mentre mio marito
"si spazzola il vestito,
"mi guarda e fuma.
AGO- (Asciugandosi una lacrima) Che nobilt di sentire... Che
altezza lirica, che elevazione d'animo... Ogni persona ben nata
dovrebbe singhiozzare, sentendo dei versi cos sublimi.
VERDIANA- E non la pi triste... Vuole che gliene declami
un'altra?
AGO- Oh, la prego, la prego! Ancora, ancora!
VERDIANA- Ahemm. Titolo: "Ecco come sto."
"Ecco come sto.
"Come una bambola vestita di stracci
"gettata via da una bimba che fa i capricci
"mentre la mamma le dice di no.
"E' cos che io sto.
AGO- Quell'uomo non la merita, Verdiana.
VERDIANA- (Con un singhiozzo) Parole sante, Ago.
AGO- Quell'uomo indegno di una donna come lei. Merita ben altro.
(I due, impercettibilmente, si avvicinano)
VERDIANA- E che cosa merita?
AGO- Merita in pieno ci che io sto per fargli.
VERDIANA- E cosa sta per fargli?
AGO- Cosa stiamo per fargli? (Continua l'avvicinamento)
VERDIANA- Dimmelo tu, Ago.
AGO- Dimmelo tu, Verdiana.
I DUE INSIEME- (Le loro labbra sono ormai vicinissime) Non
diciamolo. Facciamolo.
SCENA DICIOTTESIMA - Arturo, Deborah e detti.
ARTURO - (Suona il campanello)
VERDIANA- Cielo, mio marito! (Si rannicchia per nascondersi)
AGO- (Si appallottola)
ARTURO- (Si affaccia con cautela) C' nessuno? (Pausa) Ehi, di
casa! (Pausa) Fanno i morti, accidenti a loro. Eppure so che sei
qui, maledetta zoccola. Ma ti prendo, oh se ti prendo! (Guarda la
porta di dx) Magari sono a letto insieme! (A passi felpati, si
avvicina alla porta di dx, la apre di colpo) Cacchio, qua tutto
spento. (Si sente un orologio a cuc, che lo fa sobbalzare) Oddo! Se
mi beccano mi denunciano! (Esce di corsa dalla comune)
VERDIANA- (Si ricompone) Di che stavamo parlando?
AGO- Stavamo parlando di noi.
VERDIANA- Grazie al cielo, stavamo ancora parlando...
AGO- Perch ringrazia il cielo, Verdiana? Se non fosse stato per
Arturo, a quest'ora potevamo... tacere insieme.
VERDIANA- Le sarebbe piaciuto, vero?
AGO- Pi di qualsiasi altra cosa al mondo.
VERDIANA- Possiamo parlare, invece. O forse la mia conversazione
non la interessa pi?
AGO- Con lei potrei fare qualsiasi cosa. (Riprende la manovra di
avvicinamento) Perfino parlare.
VERDIANA- Lo so, lo so. Ti si legge in viso.
AGO- A una donna come te non si pu nascondere nulla. (Le labbra
stanno ancora per toccarsi, e suona il campanello)
VERDIANA- Oddo, lui! (I due si appallottolano, come prima)
DEBORAH - (Si affaccia dalla comune, ma non entra) Ettore?
Verdiana? (Nessuna risposta) Cavolo, non c' nessuno... Ma dove sar
finito Arturo mio? Doveva essere a casa e non c'... Qui non c'...
Sul lavoro non c', ed ha pure il cellulare spento... Dove si sar
cacciato quel fagiolone? Quello vuol farmi venire i capelli
bianchi. (Esce dalla comune)
VERDIANA- (Rialzandosi) Sia benedetta Deborah. Stavamo per
commettere una pazzia.
AGO- Giuro al cielo che domani la licenzio a bastonate.
VERDIANA- (Maliarda) Siete tutti uguali voi uomini. Non esitate
a seminare la vostra strada di cadaveri, pur di giungere ai vostri
scopi. Quella povera donna solo per caso che ci si trovata di
mezzo.
AGO- Accidenti a lei e a suo marito.
VERDIANA- Tutti uguali siete, tutti uguali. (Gli si avvicina,
prendendolo con una mano per il cravattino e con l'altra per la
nuca) Non esitate ad approfittare delle povere donne deboli,
ingenue e passionali... (Lo avvicina a s, lentamente ma con forza)
Esse si trovano indifese di fronte alle vostre arti maliarde... Un
semplice lampo dei vostri occhi seduttori, una leggera pressione
delle vostre forti braccia, ed esse, inevitabilmente, cadono. (Le
labbra praticamente si toccano, e squilla il cellulare di lui)
AGO- Dev'essere il mio...
VERDIANA- (Si ricompone, stizzita)
AGO- (Risponde al cellulare) Pronto, chi ?... S! Cio, no, mi
scusi, non disturba affatto... Va bene. Domattina, alle dieci e
mezzo. Anzi, alle dieci e un quarto, che alle undici devo essere in
banca... S... S, in studio da me. Sia puntuale, signorina, mi
raccomando. Ma adesso mi scusi, ho una riunione molto importante.
Buonasera! (Chiude) Mi scusi, avrei dovuto spegnerlo prima... Una
questione personale.
VERDIANA- Chi era?
AGO- Oh, nulla d'importante. Come dicevo, un affare molto
personale.
VERDIANA- Ho capito... E' una tresca, vero Casanova?
AGO- Che dice... Era la mia callista... Ho un occhio di pernice
che mi fa vedere le stelle.
VERDIANA- (Insinuante) E domattina, alle dieci e un quarto, se
ne liberer.
AGO- Se Dio vuole. Ah, se potessi liberarmi cos facilmente di
ogni altro problema... fisico...
VERDIANA- Che problema fisico?
AGO- Oh, Verdiana, se sapesse...
VERDIANA- Ma non ci davamo del tu?
AGO- Oh, Verdiana, se tu sapessi...
VERDIANA- Ecco, cos va meglio...
AGO- Ho come un nodo, qui dentro di me... Un groppo
inestricabile, che pulsa... che preme...
VERDIANA- Che hai, Ago? E' forse un'emicrania?
AGO- No, Verdiana, no... E' pi in basso...
VERDIANA- Forse... una palpitazione di cuore?
AGO- E' pi in gi...
VERDIANA- Un imbarazzo di stomaco?
AGO- Pi gi, Verdiana, pi gi...
VERDIANA- Un po' di pressione intestinale? Magari hai mangiato
la zuppa con le fave?
AGO- No, Verdiana, no, pi gi ancora...
VERDIANA- (Birichina) Hai forse un crampo ad una coscia? Bisogna
stare attenti con lo squash...
AGO- Troppo in gi...
VERDIANA- Ho capito...
AGO- Oh, Verdiana...
VERDIANA- E magari tu vorresti...
AGO- S?
VERDIANA- ...Che io...
AGO- S...
VERDIANA- ...provvedessi...
AGO- S...
VERDIANA- ... Ma io sono una donna seria...
AGO- Anch'io... Mi sono laureato con la media del
ventotto...
VERDIANA- Io sono fedele...
AGO- Ma io ho questo groppo... che pulsa...
VERDIANA- Ed io il gorgo della passione... che urla...
INSIEME- MA CHE ASPETTIAMO? (Squilla il telefono di casa)
VERDIANA- MA CHI E'? (Si alza, e va a rispondere) PRONTO!
(Ascolta qualche secondo, poi riattacca con rabbia, e caccia un
lungo urlo isterico) AAAAAAAAAAAH!
AGO- (Balza in piedi, allarmato) Ma che succede, in nome di
Dio?
VERDIANA- SI SONO SBAGLIATI! (Scoppia in singhiozzi sulla spalla
di lui)
AGO- (Cerca di consolarla)
VERDIANA- (Si stacca con violenza) No, Ago! So cosa vorresti
farmi! Tu vorresti prendermi qui, cos, alla cosacca! Magari sul
pavimento, come due bruti assatanati, due bestie infoiate!
Confessalo, Ago! Dillo, che mi vuoi fare!
AGO- (Con pathos) S! Io ti voglio fare!
VERDIANA- Ebbene, lo sai cosa ti dico? Lo sai cosa ti dico? (Da
sotto la gonna si sfila gli slip)
AGO- Dimmelo, Verdiana!
VERDIANA- (Con ampio gesto, gli d in mano gli slip) ECCOMI!
SCENA DICIANNOVESIMA - Ettore, Ago, Verdiana.
ETTORE- (Entra con entusiasmo dalla comune, stringendo un
cartoccio) ECCOMI, AMORE!
AGO- (Che gi stava per prendere in mano gli slip, li afferra e
li usa per starnutirci rumorosamente dentro) Etc! (Si pulisce il
naso, e ficca velocemente in tasca gli slip)
ETTORE- Salute!
AGO- Grazie, Verdiana. Glielo rimander poi, dopo averlo fatto
lavare.
ETTORE- (A Verdiana) Non ho avuto bisogno di arrivare fino alla
Balena Azzurra. Ho trovato un negozietto aperto nel Corso, cos sono
riuscito a tornare prima! Sei contenta, amore? Guarda che bei
fagioli che ti ho portato!
VERDIANA- Certo, come no. Adesso va' di l e sgranali.
ETTORE- Subito, tesoro! (Esce da dx)
AGO- (Una volta soli) Senti, Verdiana, io non posso vivere senza
di te. Fuggiamo insieme!
VERDIANA- Come, fuggiamo? Cos, sui due piedi? E dove?
AGO- S! L'occasione non potrebbe essere pi propizia! Giusto
domani scade un grosso quantitativo di titoli di stato di tuo
marito, e la banca li parchegger momentaneamente sul vostro conto
corrente comune, quello dove avete la firma abbinata, in attesa che
li mettiate in un fondo di investimento!
VERDIANA- E questo cosa vuol dire? Lo sai che non capisco niente
di queste cose!
AGO- Vuol dire che se tu, con una scusa qualsiasi, ti fai
firmare da Ettore un assegno in bianco, io e te possiamo scappare
insieme alle isole Alligator, dove ho un amico banchiere, cambiare
l'assegno in contanti profittando della differenza di fuso orario e
dileguarci! Io e te, insieme!
VERDIANA- Oh, mio Dio... E quanti sarebbero questi soldi?
AGO- Beh, milione pi, milione meno, circa ottocentoventicinque
milioni.
VERDIANA- Una bella cifra, non c' che dire... Ma ci baster?AGO -
Scherzerai? Alle isole Alligator, con un terzo di quella cifra ci
costruisci un castello da cento stanze, e col resto ci vivi da
nababbo per mille anni! C' il clima migliore del mondo, e poi sono
a un'ora e mezzo di volo da Miami. Potremmo andarci a fare shopping
tutti i sabati.
ETTORE- (Mette la testa in scena da dx) Scusa, amore, quando li
ho sgranati, che devo farci?
VERDIANA- Aspettami di l, che ora ti raggiungo.
ETTORE- Bene, tesoro. (Esce)
AGO- Allora?
VERDIANA- Dammi il tempo di pensarci...
AGO- Sbrigati, per! L'occasione non durer pi di qualche
giorno!
VERDIANA- D'accordo. Ma ora vattene, prima che io mi
comprometta.
AGO- Come vuoi, amor mio. (Toglie di tasca gli slip di Verdiana)
Questo lo conserver come il pi prezioso dei cimeli. A presto! (Le
ruba un bacio, ed esce dalla comune)
VERDIANA- Oh, mio Dio... Cosa mi succede?... Dopo tanto
soffrire, tanta macerazione della mia povera anima, che io abbia
trovato davvero l'uomo che mi sa apprezzare? Certo che Ago una vera
sorpresa... Chi avrebbe mai sospettato il lui un uomo cos
delicato... Cos attento, cos sinceramente sensibile alle condizioni
miserande in cui versa la mia anima sventurata...
ETTORE- (Si affaccia da dx) Che ne faccio dei fagioli?
VERDIANA- (Furente, ma si reprime) PASSALI AL TRITACARNE! (Esce
a passo di marcia da dx)
BUIO - BREVE INTERLUDIO MUSICALE- LUCE
SCENA VENTESIMA- Verdiana, Ettore, Ago.
VERDIANA- (Al riaccendersi delle luci Verdiana sola, al centro
della scena, a pugni sui fianchi) Ettore? (Pausa) Ettore! Vieni
qui.
ETTORE- (Si affaccia timidamente da sx) Mi hai chiamato?
VERDIANA- Devo parlarti.
ETTORE- V-va bene, cara. (Fa mezzo passo avanti) Che cosa devi
dirmi?
VERDIANA- Che cosa stai dimenticandoti?
ETTORE -(Spiazzato) Oddo... (Guarda smarrito Verdiana)
VERDIANA- Guarda che non ti mangio mica, sai? E' inutile che fai
quell'aria da cagnolino smarrito. (Si dirige a dx, per uscire)
Pensaci, intanto. (Esce da dx)
ETTORE-(Sentendosi braccato) E adesso cosa mi sto dimenticando?
L'anniversario del matrimonio no, in marzo... Quello di quando ci
siamo conosciuti nemmeno... La perdita della verginit neppure,
manca ancora un mese e mezzo... Il compleanno nemmeno... Quello di
sua madre neanche... Oh, mio Dio, cos' che dimentico?...
VERDIANA- (Entra da dx, pronta per uscire) Voglio darti un
aiuto. E' una faccenda che avresti potuto risolvere anche ieri.
ETTORE- (Completamente sfasato) Ieri? (Smarrimento... Poi si
illumina) Ci sono! L'auto da andare a ritirare dal carrozziere. Ci
vado subito, amore.
VERDIANA- Fermo l, ci vado io. (Sorridendo) Tu hai tanto da
fare... So che sei in piena fase realizzativa, e che hai delle
consegne da rispettare. Ci vado io.
ETTORE- (Sorpreso) Grazie, amore! Mi fai un piacere grosso.
VERDIANA- Per dovresti firmarmi un assegno.
ETTORE- Non disturbarti... Mi ha detto che poi ci facciamo pari
a fine mese, quando sar ora di prendere il vino.
VERDIANA- (Con fermezza) Il vino il vino e l'auto l'auto. Non
intendo lasciare debiti in giro, e meno che mai con quel
chiacchierone del carrozziere.
ETTORE- Come tu vuoi, amore. (Prende dalla tasca un libretto di
assegni) Che cifra devo mettere?
VERDIANA- Non saprei di preciso. Lascialo pure in bianco, che la
cifra la metto io dopo, prima di firmarlo a mia volta.
ETTORE- (Lo firma, lo stacca e lo consegna a Verdiana) Ecco,
amore. Poi, per, ricordati di dirmi la cifra, che ci aggiorno la
matrice.
VERDIANA- Non dubitare, Ettore, so come vanno queste cose. Ma
ora torna pure di l, al tuo lavoro. Io vado a prendere l'auto, e
poi dalla parrucchiera. Torno verso sera, se tutto va bene. (Fa per
uscire dalla comune, ma aspetta)
ETTORE- Benissimo, amore. Ho un mucchio di vignette da finire.
(Esce da sx)
VERDIANA- (Appena uscito Ettore, si affaccia alla comune e fa un
cenno con la mano)
AGO- (Entra dalla comune) Eccomi. Ma non potevamo vederci
fuori?
VERDIANA- Non voglio che i vicini ci vedano insieme, con quello
che sta bollendo in pentola.
AGO- Hai ragione... Piuttosto, com' andata con l'assegno?
VERDIANA- (Sventolando l'assegno, che poi infila nel reggiseno)
Tutto a posto.
AGO- Quale stato il pretesto?
VERDIANA - Un vero colpo di fortuna! Ieri ha telefonato il
carrozziere che l'auto pronta. Ho colto l'occasione.
AGO- Eccellente. Ora va' all'agenzia viaggi che ti ho detto e
compra un biglietto per Zurigo, ma senza prenotare un volo in
particolare. Paga con la carta di credito.
VERDIANA- Solo fino a Zurigo?
AGO- S. L ho un amico alla Swissair, e se gli dici che ti mando
io ti far il biglietto fino a Miami sotto un altro nome. (Le da un
bigliettino) Eccoti il suo biglietto da visita.
VERDIANA- E tu non vieni con me?
AGO- Sei pazza? Io ti raggiunger, ma passando da tutt'altra
parte. Cos nessuno potr sospettare che siamo fuggiti insieme. Ma
ora va', e fai tutti i giri per benino.
VERDIANA- D'accordo, amore mio. (Gli butta un bacio, vezzosa) A
fra poco! (Esce dalla comune)
AGO- Ciao! (Aspetta qualche istante, poi...)
SCENA VENTUNESIMA - Ago, Ettore, Deborah.
AGO- Ettore? Ehi, Ettore!
ETTORE- (Entra da sx) Eccomi!
AGO- Campo libero?
ETTORE- Liberissimo. Carrozziere e parrucchiera... avremo almeno
tre ore. Forse quattro, con un po' di fortuna.
AGO- Baster molto meno. Deborah sar qui da un momento all'altro.
Vedessi come si vestita...
ETTORE- E come si vestita?
AGO- Microgonna nera di pelle, autoreggenti nere, scarpini di
raso nero con tacchi d'argento a spillo, top nero semitrasparente,
rossetto color sangue.
ETTORE- Non mi dire!
AGO- Da far arrapare il cadavere di un eremita gay, te lo
garantisco.
ETTORE- Se non fossi cos innamorato di Verdiana, e se non
volessi cos bene a quel povero sinistrato di Arturo, ti giuro che
ci farei un pensiero.
AGO- Io ce l'ho gi fatto... Piuttosto, ripetiamo il piano.
ETTORE- Ma come, un'altra volta?
AGO- Un'altra volta, s. Se non ti dispiace. Lo sai in che
condizioni Arturo, e non voglio assolutamente che si metta a
svolazzare qualche pallottola.
DEBORAH- (Entra dalla comune) Allora, tutto a posto? (E' vestita
in nero lungo, con uno spacco assassino sulla coscia da cui si vede
l'autoreggente, ma non lo slip)
AGO- Tutto a posto, Verdiana star via per tre o quattro ore.
Stavamo giusto per ripassare il piano.
DEBORAH- Non c' tempo! Sapete bene com' quella disgraziata, non
la prima volta che rientra in anticipo e ci rovina i piani.
ETTORE- Diceva Ago che eri vestita in un altro modo.
DEBORAH- Perch, cos non ti piaccio?
ETTORE- Al contrario!
DEBORAH- Ho pensato che questo vestito andava meglio: quello che
indossavo la prima sera che gli ho detto di s.
AGO- (Bonariamente fraterno) Che zoccola...
DEBORAH- Tu pensa alla tua segretaria. Piuttosto, chiamalo.
Prima ci sbrighiamo, e meno rischio c'.
AGO- Hai ragione. (Prende il telefono, forma un numero, poi
camuffa la voce) Brondo? Buana Arduro? No, du niende gonoscere me
bovero negro... Sdare inudile ghe du brova indovinare... Dua moglie
sdare ora nyongo-nyongo gon aldro uomo... Du avere gorna, du avere
gorna, io sabere gon ghi e du no... (Riattacca) Bene. Da adesso
scatta l'operazione. Io mi metto qui, dietro il battente, cos lo
blocco da dietro prima che possa muoversi. Forza, voi due, in
posizione! (Si apposta alla comune, la socchiude, ogni tanto
sbircia fuori ed intanto controlla i due)
DEBORAH- (Si adagia mollemente sul divano, in favore di porta, e
mette una gamba a terra e l'altra sullo schienale) Vado bene
cos?
AGO- (A soggetto, corregge qualche particolare. Alla fine...)
Bene, bene cos. Stai molto scomoda?
DEBORAH- Neppure troppo. Spero che non duri fino a stanotte.
ETTORE- (Nel frattempo si calato i pantaloni, e si messo in
piedi davanti a Deborah) E io come vado?
AGO- Cerca di avere un'espressione pi convinta!
ETTORE- Ma se mi arriver alle spalle! Cosa c'entra
l'espressione?
AGO- Ma non ti vedi? Sembri in fila alla posta! Pi convinzione,
cacchio!
ETTORE- (Esegue) Va bene cos?
AGO- Oh, cos va meglio. Ed ora, armiamoci di pazienza. (Segue
una pausa di silenzio)
DEBORAH- (Massaggiandosi l'interno di una coscia) Cavolo,
cominciano a tirarmi i tendini...
ETTORE- (Nel frattempo si "alloffiato") Io ho freddo alle
gambe...
AGO- Che bel paio di salami che siete! Poi non lamentatevi se...
(Sbircia fuori) Cacchio, Verdiana!
SCENA VENTIDUESIMA - Verdiana e detti.ETTORE- Oddo mi
squarta!
DEBORAH- Mortacci...
AGO- Filate nello studio! A lei ci penso io.
ETTORE e DEBORAH- (Escono come fulmini da dx)
VERDIANA- (Entra dalla comune, ed sorpresa di vedere Ago) Tu? Ma
non dovevi...
AGO - E tu? Non dovevi andare all'agenzia di viaggio, e poi
dalla parrucchiera?
VERDIANA- Quell'antipatica non mi vede pi...Insiste che i
capelli lunghi mi invecchiano.
AGO- E il biglietto?
VERDIANA- Stavo per prenderlo, te lo giuro, ma poi...
AGO- (Interrompendola) Ho capito. Ti passata.
VERDIANA- NO, assolutamente! Al contrario... Per sta succedendo
tutto cos in fretta...
AGO- D la verit: hai paura. Borghesissima paura.
VERDIANA- Ecco, Ago...
AGO- E intanto tuo marito ti tradisce. Ti fa le corna nella tua
stessa casa, sulle tue poltrone. La sua sgualdrina pogger il suo
culo nudo sopra i tuoi centrini all'uncinetto, e lui la penetrer
alla faccia tua.
VERDIANA- Ma cosa dici? Sei impazzito?
AGO- Lo vedrai coi tuoi occhi se sono impazzito. Si fa venire
gli scrupoli, questa! Fila di l in cucina, e non muoverti per
nessun motivo finch non ti chiamo io. Ci sar da ridere. (La
sospinge a dx)
VERDIANA- Ma io voglio...
AGO- (Interrompendola, con pathos) Mi ami?
VERDIANA- Pi di ieri, e meno di domani!
AGO- Allora fidati e obbedisci. E mi raccomando: assoluto
silenzio. (La spinge fuori da dx, poi va alla porta di sx, si
affaccia e chiama) Ehi, voi due! Scampato pericolo.
SCENA VENTITREESIMA - Ago, Ettore, Deborah.
ETTORE- (Fa capolino in scena da sx) Sei sicuro?
AGO- Certo! Le ho detto che le stanno venendo le zampe di
gallina, e adesso di l. Pianger per almeno un'ora, poi si far una
maschera di cetrioli. Siamo in una botte di ferro.
ETTORE- (Entra con cautela) Maledizione... Io dico che meglio
lasciar perdere tutto.
DEBORAH- (Entra dietro ad Ettore) Ettore ha ragione. E' troppo
incasinato, rischiamo di fare peggio.
AGO- (Nel frattempo, tornato di fazione alla porta) Che coppia
di smidollati... Poi lo so anch'io che la gente non va pi a votare.
Va bene, come volete voi. Andate a cagare. (Volta le spalle,
stizzito)
ETTORE- (Si porta le mani al ventre) Oddo...
DEBORAH- Ma che hai? (ad Ago) Ehi, guarda com' pallido!
AGO- Ehi, Ettore! Ma che ti succede?
ETTORE- Scusatemi... (Tenendosi la pancia, fa per uscire da dx
ma all'ultimo si gira) Torno subito! (Esce da dx)
AGO- Ma che diamine gli prende?
DEBORAH- Magari si sente male...
AGO- Te lo dico io cos'. Un attacco di cacarella col
fischio!
DEBORAH- Cavolo, proprio adesso?
AGO- Da non credere. Da non credere. Che eroe della mutua. A
disegnare uno spaccamontagne, ma appena si comincia a fare sul
serio si riempie la mutanda! Vado a vedere se gli serve aiuto. 'Sto
Rambo della bocciofila... (Esce da dx)
DEBORAH- Ma tu guarda in che situazione... (E' inquieta, e si
aggira per la scena guardando ora a dx, ora a sx, ora verso la
comune) E adesso, magari, arriva Arturo mio, e finisce tutto a
puttane... Accidenti a me e alle idee brillanti!
AGO ed ETTORE- (Rientrano insieme da dx)
AGO- (Indicando Ettore, sfottente) Guardatelo! L' Eroe Difensore
di Citt! Ma vedi d'annattene.
ETTORE- (Stizzito) Perch, a te i bisogni non scappano mai?
DEBORAH- Ma che ti successo?
ETTORE- Ma niente. Quello che succede una volta al giorno ad
ogni essere umano normale. Mi scappata la cacca! E allora?
DEBORAH- Va tutto bene adesso?
ETTORE- (Con rabbia) Guarda che sono stato al cesso, non in
missione antiterrorismo! Io, per, ne ho abbastanza. Non
prendetevela, ma...
AGO-(Interrompendolo) Ho capito, ti sei sgonfiato. Complimenti
vivissimi per il tuo coraggio. Scusate tanto, abbiamo scherzato,
siamo una manica di cialtroni. (Fa per uscire, ma si blocca e
richiude la porta di colpo) Cacchio, qui! Posizione!
ETTORE e DEBORAH- (Boccheggiano, incerti)
AGO- (Isterico, ma sottovoce) POSIZIONE, CAZZO! (Si appiatta
dietro il battente della comune)
ETTORE e DEBORAH- (Eseguono)
SCENA VENTIQUATTRESIMA - Arturo, Verdiana e detti.
ARTURO- (Entra dalla comune brandendo un grosso coltello da
cucina) Dove sei, mign... (Vede i due in posizione) LO SAPEVO! LO
SAPEVO! Troia, bagascia, schifosa, hai finito di farti sbattere!
(Alza il coltello per gettarsi su di lei, ma Ago gli balza alle
spalle)
AGO- (Gli torce il braccio dietro la schiena, facendogli cadere
l'arma di mano, che poi allontana con un calcio) FERMO! (Fa poi un
passo indietro, ed usa una voce calma) Calma, Arturo. Era tutta una
scena per te.
ARTURO- (Stravolto) Ma che stai dicendo?
AGO- (Con voce buona, da fratello maggiore) Guardali, non
stavano facendo niente. Hanno pure le mutande tutti e due? Ed io
sono qui con loro. Abbiamo messo in piedi questa scena per te, per
farti passare la tua ingiusta gelosia.
ARTURO- (Sempre pi stravolto) E tu gli facevi da palo! Bastardo
schifoso, e magari ci facevi pure le orge! (Estrae una pistola
dalla tasca) MA IO FACCIO UNA STRAGE!
AGO- (Atterrito) Oh, cavolo...
ETTORE- (Crolla in ginocchio) Nooooo! Piet!
VERDIANA- (Entra da dx, sconvolta) Ma che succede qui?
DEBORAH- Aaaaaaaaaaaaaaaah!
ARTURO- (Spara a Deborah) Crepa, troia!
DEBORAH - (Crolla riversa, le mani al ventre)
ARTURO- (Traumatizzato dal proprio gesto) Oh merda, che ho
fatto... (Si punta nello stomaco la pistola, spara e crolla a terra
avvitandosi, in modo da mostrare bene al pubblico la schiena col
foro d'uscita della pallottola, e finisce rivolto verso la
comune)
VERDIANA- Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah! (Si aggrappa ad Ago)
AGO- (La scosta da s) Ma che vuoi?
ETTORE- (Guarda i due morti, poi i due vivi) Ma voi... ma
voi...
DEBORAH - (Si lamenta flebilmente) Ooooooooh...
ETTORE- (Si inginocchia verso Deborah) Deborah! Deborah! (Le
solleva il busto)
DEBORAH- (Fra i rantoli della morte) E' finita, Ettore... E'
segno che doveva finire cos...
ETTORE- Tieni duro, Deborah! Chiamate un'ambulanza!
DEBORAH- Lascia perdere, tardi... Ettore, amico mio... stai
attento... quei due vogliono scappare insieme, coi tuoi
soldi...
ETTORE- Deborah, ma che dici?
DEBORAH- Hanno... una relazione... Guardali bene... guardali, si
stanno tradeno da soli con le loro stesse facce... Credimi, so
quello che dico...
ETTORE- Ma da quando... da quando...
DEBORAH- Me ne sono accorta ieri, ma non ne ero sicura... Non
firmarle assegni, ti prego... Quella ti vuole fottere... Da' retta
a una in punto di morte...
ETTORE- Non dire cos, vedrai che adesso arriva il medico e
ti...
DEBORAH- No, Ettore... Sento un gran freddo...
ETTORE- Maledetto Arturo!...
DEBORAH- Lascialo perdere... A quest'ora sta gi facendo i conti
con Dio... Io gli perdono di avermi ammazzato... di avermi resa
infelice per ... tanti anni... con la sua gelosia... ma una cosa...
non gli perdono... nemmeno in punto di morte...
ETTORE- Che cos'altro ti ha fatto, quel bastardo?
DEBORAH- (Nei rantoli estremi della morte) Pronunciava...
sempre... il mio nome... senza la acca... Deborah... si scrive... e
si pronuncia... con la acca... hhhhhhh... (Muore).
VERDIANA- Mio Dio, che orrore! Che orrore!
ETTORE- (Guatando i due) E cos voi due... voi due... Ecco
perch... I FAGIOLI!... (Gli capita sotto i piedi il coltello da
cucina. Lo raccoglie, lo brandisce) Brutti schifosi... carogne...
Ma adesso me la pagate! Tu, infame bagascia... con tutte le tue
arie da povera martire, ti facevi... ti facevi... E tu, verme
traditore, ti ho raccolto da una fogna, ti ho triplicato la paga, e
tu mi ringrazi sbattendoti quella troia l? Ma io vi squarto! (Fa
per balzare addosso ad Ago)
AGO- (Balza addosso al cadavere di Arturo, lo sposta, trova la
pistola, la punta contro Ettore) ALT! Ora il ballo lo conduco
io!
VERDIANA- AMMAZZALO! AMMAZZALO! E POI FUGGIAMO COI SOLDI!
ETTORE- (Si blocca, immobile)
AGO- Hai fatto il biglietto per Zurigo?
VERDIANA- S, ce l'ho in borsetta!
AGO- Hai fatto anche il bagaglio come ti ho detto?
VERDIANA- S, qui fuori in garage, e ho messo anche la marca da
bollo sul passaporto!
AGO- Adesso stai a sentire bene, perch il tempo stringe, e non
farmi ripetere. Prendi il primo volo utile per Zurigo, poi prosegui
per Miami, come avevamo detto. Da l alle isole Alligator ci sono
quattro voli al giorno. Prendi il biglietto, paghi con la carta che
ti ho dato e parti col primo volo disponibile. Mi segui?
VERDIANA- S!
AGO- Appena arrivata vai al Banco Popular de Puerto Feliz,
chiedi a nome mio del Doctor Alvarez Castro. Mi segui?
VERDIANA- S.
AGO- Ripeti!
VERDIANA- Dunque... primo volo da Miami... Banco Popular de
Puerto Feliz, doctor Veronica Castro.
AGO- Alvarez, cavolo! Alvarez!
VERDIANA- Alvarez, Alvarez, ho capito.
AGO- Compili l'assegno per ottocento milioni, apri un conto
corrente e lo depositi e chiedi che comincino le procedure per
incassarlo. Poi ti fai dare, sulla carta di credito, un migliaio di
dollari per le prime spese. Ti fai indicare un alberghetto fuori
mano, per non dare nell'occhio, e mi aspetti l. Capito tutto?
VERDIANA- E tu quando vieni?
AGO- Il tempo di fare sparire i cadaveri e parto anch'io.
VERDIANA- Allora ti aspetto!AGO- E brava la stupida! Vuoi che ci
becchino subito? Io passer dal Brasile, via Sudafrica ed Emirati
Arabi. Ed ora vai! FILA!
VERDIANA- Vado, amore. (Ad Ettore) Addio, stronzone! (Fa per
uscire dalla comune, ma si arresta) Fammi vedere come crepa!
AGO- Addio, stronzone! (Tira il grilletto, ma... click) Oh,
cavolo! (Altri due colpi a vuoto)
ETTORE- Guarda guarda... E adesso? (Si avvicina ad Ago puntando
il coltello)
AGO- (Con un calcio alla mano di Ettore, fa cadere il coltello e
lo raccoglie) (A Verdiana) VATTENE, PERDIO!! HAI I SECONDI CONTATI!
(Ad Ettore) E adesso, la facciamo finita una volta per tutte!
VERDIANA- (Esce di corsa dalla comune)
AGO- E adesso, a noi due! (Lo incalza, prima piano piano, poi a
velocit crescente) Dove scappi, stronzone? Vieni qui che ti apro!
(Continua l'inseguimento qua e l per la scena)
ETTORE- (A un certo punto si trova bloccato, fra una parete e un
mobile. Un attaccapanni con dei soprabiti appesi lo copre
parzialmente dalla vista del pubblico) Ago, abbi piet, siamo sempre
stati amici... Ti giuro che non...
AGO- (Alzando i coltello) E INVECE VOGLIO IL TUO SANGUE!
(Colpisce) SANGUE! SANGUE! SANGUE! (Colpisce, colpisce, colpisce, e
ad ogni colpo inferto, investito da uno schizzo di sangue)
ARTURO- (Nel frattempo, si portato trascinandosi fino alla
comune. Alza il capo, guarda dalla porta rimasta socchiusa)
Attenzione...Sta arrivando adesso il trentadue... (Comincia ad
alzarsi, lentamente)
AGO ed ETTORE- (Continuano l'azione di prima, ma voltando la
testa verso Arturo e uscendo in parte dal nascondiglio, in modo che
il pubblico veda bene che le coltellate sono finte e che lo schizzo
di sangue ottenuto da una pompetta da clistere)
ARTURO- (Finendo di alzarsi) Ecco, salita. Se ne va. Possiamo
riprendere la nostra briscola, gente.
DEBORAH- (Rialzandosi) Era ora, cominciavo ad avere freddo.
ETTORE ed AGO- (Insieme) E' fatta!
AGO- E tu che non ci volevi credere! E invece stata proprio lei
a chiedermi di farti fuori.
ETTORE- Che brava moglie devota.
AGO- Lascia fare al commercialista...
ETTORE- Grazie, Ago. Sei stato un vero amico. Se tu non fossi
conciato cos, ti abbraccerei. Grazie anche a voi,
naturalmente...
DEBORAH- Prego, non c' di che. Per adesso mantieni la promessa!
La prossima amante di Jerry Flamenco la disegni come me.
(Abbracciando Arturo) E' troppo bello fare le corna al mio
ciacione...
AGO- (A Deborah) Tu, piuttosto! Che ti venuto in mente?
(Rifacendole il verso) "Debborah se dice coll' accahhhhhhh..."
Quello nel copione non c'era! C' mancato un pelo che non scoppiassi
a ridere.
DEBORAH- T' piaciuto, eh?
ARTURO- Adesso, Ettore, non ti resta che estinguere il conto e
disdire la carta di credito, e la signora servita...
ETTORE- Perch, poveretta? (Ad Ago) Quanto c' rimasto su quel
conto?
AGO- Boh... sui due piedi, direi una cifra attorno a sei milioni
e mezzo. Perch?
ETTORE- Sta' a sentire: siamo stati insieme per circa quattro
anni... fa' conto che, di media, me la desse... toh, una volta ogni
due settimane.
DEBORAH- Cos poco?
ETTORE- Poco, dici? Credo che l'ultima volta sia stato pi di due
mesi fa... Sto facendo una media approssimativa, fra adesso e
l'entusiasmo dei primi tempi. Dunque, venticinque volte l'anno
fanno circa cento in tutto... a cinquantamila a botta... Fanno pi o
meno cinque milioni. Il resto pu andare come buonuscita, povera
donna. Se la guadagnata.
AGO- Vorrei vedere la sua faccia, all'aeroporto di Miami, quando
si accorger che le isole Alligator non esistono.
DEBORAH- Come, non esistono?
AGO- Esistono le Cayman. Non la stessa cosa.
DEBORAH- Questa buffa!
AGO- Che cosa far, secondo te? Non ha mai lavorato in vita sua,
a parte le pulizie di casa!
ETTORE- Se avr un minimo di buon senso si metter il cuore in
pace, stringer i denti ed aprir un banco di cocomero. O magari si
cercher qualche vecchiaccio danaroso, dopotutto non le manca il
fascino n le buone maniere. Altrimenti torner alla carica, ed
allora avr notizie dal mio avvocato. Le manger anche i tanga.
AGO- Mi fa piacere sentirtelo dire. Perch ti passata davvero,
eh?
ETTORE- (Con pathos drammatico) Credo che soffrir come un cane
per circa tre quarti d'ora, poi mi passer.
DEBORAH- Giusto il tempo di fare un po' di pulizia qua dentro...
(Guardando Ago) Guarda l come ti ha conciato!
AGO- (Assaggiando un po' del pomodoro che ha addosso) Per non
male 'sta salsetta. (Raccoglie la peretta) E' quasi un peccato
buttarla via, ancora piena!
ETTORE- Sentito che buona? L'ha fatta Verdiana mia con le sue
manine d'oro.
ARTURO- E chi l'ha detto che dobbiamo per forza buttarla via?
Possiamo sempre condirci i bucatini...
TUTTI E QUATTRO INSIEME- QUATTRO PIATTI DI BUCATINI AL
SANGUE!
FINE