I Quaderni di Edilio numero 13 | giugno 2010 Sponsorizzato da: RECUPERO ED EFFICIENZA ENERGETICA: IMPIANTISTICA E INTERVENTI SULL’INVOLUCRO PER IL MASSIMO RISPARMIO ENERGETICO DIPARTIMENTO BEST POLITECNICO DI MILANO Smart-Eco Architecture: come saranno gli edifici nel 2030
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Quaderno 13 - Recupero ed Efficienza energetica: impiantistica e involucro
Recupero ed Efficienza energetica: impiantistica e interventi sull’involucro per il massimo risparmio energetico L’efficienza energetica del patrimonio edilizio esistente, una delle sfide più importanti per il settore costruzioni. E’ il caso del risanamento conservativo delle Torri Garibaldi di Milano in cui la riprogettazione dell’involucro e degli impianti ha permesso di realizzare un edificio di ottima qualità ambientale e impianti ad alta efficienza energetica.
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I Quadernidi Edilio
numero 13 | giugno 2010
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RECUPEROED EFFICIENZAENERGETICA:IMPIANTISTICA E INTERVENTISULL’INVOLUCRO PER IL MASSIMORISPARMIO ENERGETICO
DIPARTIMENTO BESTPOLITECNICODI MILANOSmart-Eco Architecture: come saranno gli edifici nel 2030
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Introduzione
Smart - Eco architecture: come saranno gli edifici nel 2030
Risanamento conservativo: Progetto Due Torri Garibaldi a Milano
Casi studio dal programma europeo GreenBuilding
sommario
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L’efficienza energetica del patrimonio edilizio
esistente, una delle sfide più importanti per il
settore costruzioni. E’ il caso del risanamento
conservativo delle Torri Garibaldi di Milano in cui
la riprogettazione dell’involucro e degli impianti ha permes-
so di realizzare un edificio di ottima qualità ambientale (con
certificazione LEED) e impianti ad alta efficienza energetica.
Grazie a pompe di calore alimentate con acqua di falda per
la produzione di acqua calda e fredda per la climatizzazione
si evita la combustione in sito. Tra le strategie progettuali
adottate, quella che prevede un “filtro climatico” sulle due fac-
ciate principali: una mediazione termica fra l’involucro isolato
e l’aria esterna.La ridefinizione architettonica delle torri si in-
serisce nel più ampio progetto urbanistico del quartiere Porta
Nuova di Milano.
Nel numero XIII de i “Quaderni di Edilio. Appunti per la proget-
tazione” analizziamo il progetto delle due torri che da sempre
caratterizzano lo skyline milanese. Nel contributo scientifico
a cura del Dipartimento BEST del Politecnico di Milano vedia-
mo, invece, quali solo le innovazioni per gli edifici del prossi-
mo futuro. I ricercatori del progetto europeo Smart-ECO (acro-
nimo di Sustainable Smart Eco-Buildings in the EU), finanziato
nell’ambito del Sesto Programma Quadro dell’Unione Europea,
hanno identificato le innovazioni tecnologiche e di processo
per gli edifici sostenibili all’orizzonte temporale 2020-2030.
In chiusura i casi studio nazionali e internazionali presentati
durante il convegno dal titolo “Next Building - Advanced in
Next-Generation Building Technologies & Design”, organizza-
to da end-use Efficiency Research Group (eERG, www.eerg.it)
del Politecnico di Milano, dal Joint Research Centre della Com-
missione Europea e dal Centro Studi Greenbuilding. Si denota
il notevole e costante miglioramento delle prestazioni dell’in-
volucro edilizio, - rilevano gli esperti - che consente di instal-
lare impianti di minore potenza e dimensioni, e quindi con
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Per raggiungere gli obiettivi 20-20-20 (20% miglioramento
dell’efficienza energetica, 20% di riduzione delle emissioni
CO2, 20% dell’energia prodotta da fonti rinnovabili) del 2020,
la Commissione Europea attribuisce importanza strategica
alle misure di miglioramento dell’efficienza energetica degli
edifici. È ben noto, infatti, il notevole impatto ambientale del
settore delle costruzioni, che in Europa è causa di circa il 40%
del consumo di energia e di un quinto circa delle emissio-
ni nocive. Le strategie progettuali e le tecnologie necessarie
per ottenere i risparmi richiesti sono tuttavia già disponibili:
per questo motivo, la ridefinizione della Direttiva 2002/91/
CE sull’efficienza energetica degli edifici (EPBD) prevede che
in tutta l’Unione gli edifici pubblici, a partire dal 1° gennaio
2019, e i nuovi edifici privati, a partire dal 1° gennaio 2021,
debbano raggiungere lo standard nearly zero energy: dovranno
avere, cioè, livelli di consumo estremamente ridotti e coprire
la maggior parte dei consumi residui con energia rinnovabile
prodotta in sito.
Nonostante siano stati già realizzati molti edifici che dimo-
strano la effettiva possibilità di raggiungere tale standard,
manca ancora un’ampia diffusione dei concetti più evoluti
presso gli operatori del settore delle costruzioni.
Sulla base di tali presupposti, i ricercatori del progetto euro-
peo Smart-ECO (acronimo di Sustainable Smart Eco-Buildings
in the EU), finanziato nell’ambito del Sesto Programma Quadro
dell’Unione Europea, hanno perseguito i seguenti obiettivi:
- delineare una visione per gli edifici sostenibili all’orizzonte
temporale 2020-2030;
- identificare le innovazioni tecnologiche e di processo neces-
sarie a implementarla;
- valutare quali innovazioni siano le più promettenti;
- e disseminare le conoscenze così acquisite presso gli opera-
tori del settore delle costruzioni.
Un ampio numero di stakeholders è stato coinvolto nel pro-
cesso di definizione della visione e nella individuazione delle
innovazioni potenzialmente più incisive tramite questionari e
workshop specifici tenuti durante le riunioni di progetto.
Il gruppo di ricerca è composto da 14 partner ed è coordinato
dal BMG di Gävle1. Il team del Politecnico di Milano - Dipar-
timento BEST, coordinato da Marco Imperadori, con Gabriele
Masera e Giuliana Iannaccone, si è occupato in particolare del-
la identificazione delle innovazioni.
Come saranno gli edifici nel 2030? Sostenibili, naturalmente.
Tuttavia, sebbene la problematica della sostenibilità ambien-
tale delle costruzioni, sia ormai acquisita da tempo, non esiste
una definizione universalmente accettata di che cosa sia un
edificio “sostenibile”. Solo di recente l’ISO ha emesso una nor-
ma che contiene una definizione condivisa di “sostenibilità”
applicata alle costruzioni (ISO 15392:2008).
Secondo la visione che è derivata dalle discussioni, un edificio
Smart-ECO tra vent’anni dovrebbe:
1. essere progettato tenendo in conto il ciclo di vita;
2. essere costruito con risorse limitate, consumo energetico
minimizzato e limitazione dei rifiuti prodotti;
Giuliana Iannaccone, Dipartimento BESTPolitecnico di Milano
SMART - ECOARCHITECTURE:COME SARANNO GLI EDIFICI NEL 2030
1 I partner della ricerca sono BMG Gävle (S), CSTB (F), Tallinn University of Technology (EST), Servitec (I), TNO (NL), Sin-tef (N), Fachhochschule Südwestfalen (D), Endoenergy (UK), Politecnico di Milano (I), Hywel Davies Consultancy (UK), Mace (UK) e CIB (NL).
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3. avere limitata complessità di funzionamento e facilitare il
monitoraggio delle prestazioni tecniche ed ambientali;
4. essere adattabile ai cambiamenti di capienza, tipo di utenti
e requisiti di prestazione;
5. includere aspetti locali in tutte le fasi del ciclo di vita (pro-
gettazione, costruzione, uso e dismissione);
6. facilitare lo smontaggio: riutilizzare, riciclare, ripristinare.
Se l’aggiornata Direttiva sull’efficienza energetica degli edifici
definirà i requisiti di efficienza energetica e limitazione delle
emissioni dal 2019 in poi, altri aspetti inerenti la sostenibilità
ambientale delle costruzioni non sono ancora regolati da nor-
me, né sono entrati nella prassi delle best practices. Questi,
tuttavia, sono stati ritenuti molto significativi per l’evoluzione
degli edifici (e dell’architettura) nei prossimi vent’anni ed in-
cludono:
• Mitigazione e adattamento al cambiamento climatico: la
mitigazione consiste nell’azione sulle cause del cambiamen-
to climatico (riduzione delle emissioni di gas serra), mentre
l’adattamento prevede l’adeguamento degli edifici agli impatti
fisici del cambiamento climatico (riduzione della vulnerabilità
a temperature crescenti, eventi meteorologici più intensi, ecc.).
• Adattamento a nuove forme di energia: gli edifici costrui-
ti oggi saranno ancora utilizzati quando i combustibili fossili
saranno probabilmente esauriti, ed è quindi indispensabile
pensare alla possibilità di retrofit per altre fonti energetiche.
Si dovrebbe anche considerare che l’unica fonte di energia si-
curamente inesauribile è il sole.
• Integrazione degli edifici nelle reti energetiche: gli edifici
passeranno da consumatori a produttori di energia. È quindi
necessaria l’integrazione di produzione centralizzata (tradi-
zionale) e produzione diffusa (distribuita sulle coperture degli
edifici) in un unico sistema “intelligente” in grado di bilanciare
domanda e offerta di energia (smart grids).
• Ridurre il consumo di risorse: il progressivo consumo di ter-
ritorio, acqua e materie prime impone di progettare conside-
rando il ciclo di vita dei materiali e i relativi impatti. Oltre a
prevedere l’uso di materiali recuperati / riciclati / riciclabili,
è indispensabile pensare già ora al “second use” e alla de-co-
struzione.
• Progetti adattabili e flessibili: i cambiamenti che caratteriz-
zano la nostra società riguardano una popolazione che invec-
chia, la migrazione verso le città e il nostro stesso stile di vita.
Gli edifici dovrebbero essere in grado di accogliere funzioni
oggi non contemplate o imprevedibili, dal momento che il ri-
utilizzo degli edifici significa conservare delle risorse impe-
gnate per la loro costruzione. Costruzioni progettate secondo
criteri di flessibilità e adattabilità a medio termine (“loose fit,
long life”) avranno ragionevolmente un’attesa di vita più lunga.
Sebbene la maggior parte di questi aspetti possano sembrare
quasi ovvi, la vera sfida per la Commissione Europea consiste
nel trasferirli nella prassi corrente del mercato immobiliare,
rendendoli uno standard per tutti gli attori del settore delle
costruzioni.
L’obiettivo della fase della ricerca dedicata alle innovazioni
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(workpackage 3, coordinato da Mace Ltd. con il contributo del
Politecnico di Milano) è stata di individuare le innovazioni,
tecnologiche e di processo, con il maggiore potenziale per
l’implementazione della visione. Tali innovazioni includono
soluzioni esistenti e in alcuni casi già applicate sperimental-
mente, ma che devono ancora trovare ampia diffusione sul
mercato.
Le innovazioni sono state raggruppate in aree che spaziano
dalla progettazione, alla gestione, alle forme di finanziamento
e agli altri aspetti del ciclo di vita delle costruzioni. L’elen-
co seguente presenta solo le macro-aree di innovazione che
sono state identificate. Un elenco dettagliato delle innovazio-
ni si trova al sito web www.smart-eco.eu.
A. Progettazione integrata (processo progettuale, flusso delle
informazioni, uso efficiente degli edifici esistenti, uso del ter-
ritorio, materiali e rifiuti, risparmio e conservazione dell’acqua,
ecc.).
B. Risparmio energetico
a. riscaldamento e raffrescamento (innovazione nell’isola-
mento termico e negli elementi trasparenti, accumulo ter-
mico – anche artificiale –, ventilazione naturale, sistemi di
controllo dell’edificio, ecc.)
b. illuminazione (illuminazione naturale e schermatura sola-
re, illuminazione artificiale, ecc.).
C. Generazione e distribuzione di energia da fonti rinnovabili
(a livello di edificio, a scala urbanistica/territoriale, generazio-
ne integrata, ecc.).
D. Costruzione e gestione dell’edificio (reperimento e produ-
zione dei materiali, modalità di assemblaggio in sito, logistica,
demolizione, riuso e riciclaggio, ecc.).
E. Politiche (normative energetiche, ecc.).
F. Comunicazione (disseminazione, edifici dimostrativi, ecc.).
G. Finanziamenti e incentivi (prestiti, agevolazioni fiscali, mo-
nitoraggio delle emissioni, ecc.).
Prese singolarmente, le innovazioni sopra elencate possono
avere una influenza più o meno rilevante rispetto alla costru-
zione di un edificio Smart-ECO, ma risulta abbastanza evi-
dente che risultati significativi si possono ottenere soltanto
applicando in modo integrato un insieme di innovazioni. Le
strategie saranno differenti a seconda del caso specifico (nuo-
va costruzione / recupero, clima, cultura costruttiva locale, ti-
pologia di edificio, ecc.); in ogni caso, sarà fondamentale tene-
re in considerazione tutte le fasi del ciclo di vita dell’edificio,
cercando di bilanciare efficientemente le istanze delle diverse
discipline del progetto.
In altri termini, la tematica della progettazione integrata, o
dell’approccio olistico, è condizione imprescindibile per ot-
tenere un edificio Smart-ECO, indipendentemente da quanto
efficace possa essere l’applicazione di una singola tecnologia
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gli accessi in modo che fosse possibile affittare
le due torri, e il corpo basso che ne conteneva
i servizi comuni, indifferentemente a un unico
soggetto o a più tenant. Inoltre, alle necessità di
flessibilità immobiliare si aggiungeva la sfida di
integrare gli edifici nella vita della città, tenendo
conto dei salti di quota esistenti e dell’imponen-
te intervento in corso nell’adiacente area di Por-
ta Nuova. Il risanamento conservativo delle Torri
Garibaldi si è quindi concentrato sull’adegua-
mento funzionale e architettonico degli spazi,
sull’adeguamento normativo (inclusi gli aspetti
strutturali e di sicurezza al fuoco) e sulla ripro-
gettazione completa dell’involucro e degli im-
pianti. La prima delle due torri, oggi completata,
è il risultato del lavoro congiunto fra il team di
progettisti e il cliente, che da subito ha condivi-
so l’obiettivo di creare un edificio di alta qualità
ambientale, nel cuore della città: esigenza raf-
forzata dal confronto, sul mercato immobiliare,
con gli edifici dell’area Porta Nuova, che saranno
certificati con il metodo LEED. Per raggiungere
un obiettivo così ambizioso, il team ha intrapre-
so un percorso di progettazione integrata che si
è mosso dall’interno dell’edificio verso l’esterno
Da un lato, si richiedeva che gli spazi interni
fossero di alta qualità e flessibili, secondo gli
standard di Beni Stabili; dall’altro, si era stra-
L’involucro: cellule modulari indipendenti Pur all’interno di un quadro di condizioni al contorno definite (orientamento, presenza di cavedi e corpi scale ecc.), le faccia-te dell’edificio sono state trattate in funzione dell’esposizione, al fine di ottimizzarne il comportamento energetico. La doppia pelle vetrata, che si trova sui fronti sud-est e nord-ovest, è costituita da un vetrocamera interno e da un vetro stratificato extrachiaro esterno. Il sistema costruttivo prescelto per l’involucro trasparen-te, basato su 1260 cellule modulari indipendenti (120x317 cm), assemblate in officina, ha permesso di velocizzare le operazioni di montaggio in cantiere e di tenere sotto stretto controllo la quali-tà esecutiva degli assemblaggi. L’intercapedine tecnologica tra la vetrata isolante e il vetro più esterno, dotata di feritoie inferiori per la ventilazione, ha lo scopo di trattenere il calore solare in inverno e di ridurre il surriscaldamento estivo: a questo secondo scopo, ogni cellula d’involucro include ventilatori per l’estrazione meccanica dell’aria calda, dal momento che per utilizzare la sola convezione naturale sarebbe stata necessaria un’intercapedine notevolmente più ampia. Il controllo dell’irraggiamento diretto e dell’abbagliamento è affidato a lamelle impacchettabili di allu-minio contenute nell’intercapedine vetrata, azionate dal sistema di gestione dell’edificio (BMS). La cavità della doppia pelle vetrata è compartimentata al fuoco ogni due piani. La facciata sud-ovest ospita, in corrispondenza dei cavedi impiantistici, una superfi-cie fotovoltaica verticale, estesa per 420 m² (234 pannelli) e in grado di produrre 49 kWp. Ai suoi lati sono state ricavate delle serre a doppia altezza, che in inverno – grazie a un muro interno di colore scuro – immagazzinano il calore del sole e in estate sono abbondantemente ventilate grazie all’apertura meccanica di lamelle orizzontali vetrate. La facciata nord-est, che invece non riceve quasi mai radiazione solare, è resa vibrante da una maglia metallica che si inclina verso l’esterno e scherma i montacarichi di servizio. Le porzioni opache dell’involucro, originariamente in pannelli di GRC, sono costituite da elementi modulari compositi (sempre di 120x317 cm), realizzate con una struttura di acciaio e un rivestimento di pietra naturale chiara sabbiata, accoppiata a un supporto di alluminio alveolare con funzione di alleggerimen-to del pannello.
Il nuovo atrio d’ingresso a doppia altezza
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tegicamente deciso che gli impianti fossero ad
alta efficienza energetica e che si evitasse ogni
forma di combustione in sito. Questi obiettivi si
sono tradotti in un involucro che, dal punto di
vista architettonico, fosse completamente diffe-
rente da quello originale e, dal punto di vista
tecnologico, fosse ad alte prestazioni e in grado
di modulare opportunamente le condizioni cli-
matiche esterne e ridurre il carico termico per
gli impianti meccanici. Trattandosi di un edificio
esistente, l’orientamento era evidentemente già
definito: le due facciate principali sono rivolte
a sud-est e nord-ovest, perpendicolarmente ai
binari sottostanti. La strategia adottata preve-
de quindi un “filtro climatico” sulle due facciate
principali, che funge da mediazione termica fra
l’involucro isolato vero e proprio e l’aria esterna.
La doppia pelle vetrata così concepita costituisce
l’elemento più distintivo e diventa l’occasione
per caratterizzare le torri come “pietre preziose”
che riflettono la luce in modo sempre cangiante
a seconda dell’ora del giorno e della posizione
dell’osservatore. L’aspetto sfaccettato dei fronti
vetrati, solo apparentemente casuale, è ottenuto
tramite l’inclinazione di 2° sui due assi del vetro
più esterno delle cellule modulari d’involucro.
Alla vibrazione della luce sulle facciate principa-
li i progettisti aggiungono poi un effetto di pro-
gressiva smaterializzazione dell’edificio verso il
cielo, ottenuto per mezzo di lamelle di vetro se-
rigrafato che progressivamente si diradano ver-
so l’alto. In effetti, è l’intero coronamento della
torre a essere radicalmente cambiato: il timpano
preesistente, di sapore vagamente postmoderno,
è stato sostituito da un volume vetrato a doppia
altezza che contiene un piano di rappresentan-
za (il 24°), un piano per gli impianti, arretrato
rispetto all’ingombro in pianta dell’edificio, e un
deck tecnico che supporta gli impianti solari per
la produzione di acqua calda sanitaria, una vasca
Impianti ad alta efficienza Dal punto di vista impiantistico, l’obiettivo strategico dell’intervento era di evitare la necessità di combustione in sito e le conseguenti emissioni nocive. A questo scopo, si è quindi fatto ricorso a pompe di calore alimentate con acqua di falda per la produzione di acqua calda e fredda per la climatiz-zazione. La complessa condizione del sito – sia sopra che sotto il piano di campagna – ha reso difficoltosa l’identificazione di uno spazio idoneo per lo scavo degli 8 pozzi di emungimento dell’acqua di falda (4 di presa e 4 di resa, tutti profondi 65 m), che sono infine stati collocati lungo il margine nord-est del lotto, verso il quartiere Isola. Considerando la necessaria fles-
sibilità degli spazi interni, che possono essere destinati indifferentemente a uffici cellulari o a open space, il sistema impiantistico è stato concepito ad aria primaria e fan coil. Questi ultimi sono alloggiati al centro dell’edificio e sono modulari rispetto alla scansione della facciata, così da consentire una agevole disposizione delle partizioni interne richieste dall’affittuario. Uno dei problemi principali che i progettisti hanno dovuto affrontare è stata la limitata altezza degli spazi interni, privi di pavimento sopraelevato. Il sistema di climatizzazione è stato quindi concen-trato in una fascia ribassata al centro dell’edificio, e un canale impiantistico perimetrale distribuisce elettricità e dati alle postazioni di lavoro. Mentre le
pompe di calore assicurano la produzione di energia per la climatizzazione, un sistema di 32 pannelli solari, inclinati di 45° e di superficie complessiva pari a 83,5 m², garantisce la copertura da fonti rinnovabili di parte dell’ac-qua calda sanitaria necessaria. Il camino solare in copertura sfrutta la venti-lazione naturale per coadiuvare l’estrazione dell’aria viziata dai bagni. Infine, una vasca collocata sul deck tecnico in copertura raccoglie acqua piovana per alimentare le cassette di scarico dei wc.
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per la raccolta dell’acqua piovana per il lavaggio
delle cassette sanitarie, un camino solare per co-
adiuvare l’estrazione naturale dell’aria e una gru
mobile su binari per la manutenzione e la puli-
zia delle facciate principali. La superficie utile
dei due nuovi livelli è stata ricavata senza incre-
mentare il volume esistente, mediante traslazio-
ni interne di SLP. L’installazione di apparecchia-
ture per la climatizzazione dell’aria alimentate
da acqua di falda ha considerevolmente ridotto
lo spazio necessario per gli impianti, collocati
ora al 25° piano. In questo modo il complesso
è stato definitivamente scollegato dalla grande
centrale termica della stazione e reso energica-
mente indipendente. Grazie a un processo pro-
gettuale integrato, in cui gli aspetti tecnologici e
impiantistici sono stati tenuti in considerazione
fin da subito insieme agli obiettivi architettonici
e ai molti vincoli esistenti, le Torri Garibaldi sono
certificate in classe B secondo la procedura della
Regione Lombardia e sono state costruite nel ri-
spetto dei tempi e del budget previsti.
Prospetto nord-ovest. Il camino solare e i pannelli solari termici
L’uso dell’acqua di falda per l’ali-mentazione delle pompe di calore
Le serre bioclimatiche a doppia altezza
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La facciata sud-ovest, con la superficie fotovoltaica al centro. Ai lati si notano le serre con le relati-ve schermature orrizzontali
La facciata nord-ovest: si possono notare le diverse inclinazioni delle cellule di facciata e il riflesso della torre A, ancora nello stato originale
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Il nuovo coronamento della torre. A sinistra, il corpo vetrato del 25° piano; a detra, i pannelli serigrafati che fanno “sfumare” l’edificio nel cielo
La torre vista dal quartiere Isola: in evidenza il deck asimmetrico in copertura, che ospita i pan-nelli solari e la vasca per la raccolta dell’acqua
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Pianta piano 24°
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Pianta piano tipo
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Pianta primo piano
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CASI STUDIODAL PROGRAMMA EUROPEOGREEN BUILDING
Nell’ambito della quarta edizione di Greenbu-
ilding, mostra e convegno internazionale su
efficienza energetica e architettura sostenibile,
che si è svolta alla Fiera di Verona (dal 5 al 7
maggio 2010) in concomitanza con Solarexpo,
si è svolto il convegno dal titolo “Next Building
- Advanced in Next-Generation Building Techno-
logies & Design”, organizzato da end-use Efficiency Research Group (eERG, www.eerg.it) del
Politecnico di Milano, dal Joint Research Centre della Commissione Europea e dal Centro Studi
Greenbuilding.
L’Italia sta facendo grandi progressi tecnologici legati all’architettura sostenibile, in particola-
re nella qualità dell’involucro degli edifici per garantire comfort interno lavorando in sinergia
col clima e le risorse naturali. È quanto è emerso durante il convegno nell’ambito del quale
sono stati presentati casi studio nazionali e internazionali di progettazione avanzata. Si deno-
ta il notevole e costante miglioramento delle prestazioni dell’involucro edilizio, - rilevano gli
esperti - che consente di installare impianti di minore potenza e dimensioni, e quindi con un
costo di installazione ridotto anche quando si installano impianti con alte prestazioni tecniche
e/o a fonti rinnovabili.
“Vogliamo mostrare, con una selezione di edifici Italiani, risultati che pongono l’Italia in primo pia-
no a livello internazionale - ha detto il direttore di eERG, Lorenzo Pagliano. Estrema efficienza di
involucro e impianti, composizione architettonica di alto livello, ottimizzazione del comfort termico
e luminoso saranno i fattori trainanti dell’edilizia del prossimo decennio. Tali interventi sono possi-
bili in realizzazioni replicabili e per attori sia pubblici che privati.”
Paolo Bertoldi, del Joint Research Centre della Commissione Europea, ha ricordato che “la
chiave per un edilizia low carbon è la sinergia di tre aspetti: il primo è il comfort, definito secon-
do la nuova norma europea EN15251 ed illustrato nella prima parte del convegno . Il secondo e
terzo aspetto sono l’involucro dell’edificio e gli impianti, che progettati in modo integrato possono
consentire vantaggi sia ambientali che economici, come mostrato nei casi studio documentati da
GreenBuilding in tutta Europa”, ha continuato Bertoldi.
Nel corso della conferenza sono intervenuti esperti internazionali di comfort e prestazioni
energetiche degli edifici, che hanno presentato esempi concreti di valutazione del benessere
termico e visivo, con riferimento allo sviluppo della norma europea EN15251 e ai risultati
del progetto Commoncense. Inoltre sono stati presentati alcuni degli sviluppi ottenuti dal
programma europeo GreenBuilding.
Nel 2004, la Commissione Europea ha creato il GreenBuilding Programme che ha lo sco-
po di stimolare l’efficienza energetica e promuovere l’integrazione delle energie rinnovabili
negli edifici non-residenziali in Europa. Se un proprietario di edificio raggiunge e mantiene
nel tempo una riduzione dei consumi di energia primaria del 25% diventa un GreenBuilding
Partner, mentre un’azienda che offre supporto tecnico o di progettazione diventa un GreenBu-
ilding Endorser. Non appena viene riconosciuto lo status di GreenBuilding Partner o Endorser
dalla Commissione Europea, l’organizzazione può utilizzare il logo GreenBuilding, provando
così al pubblico il suo impegno per il futuro e la sua competenza. Il Partner e il suo edificio,
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Tel. +39.02.59661Fax +39.0259662603www.zurich.it
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Il Gruppo Zurich, forte della sua esperienza internazionale nel campo, dedica un’attenzione speciale ai progettisti, agli installatori ed ai gestori di impianti ad energia rinnovabile.
Oggi presentiamo Zurich4power Renewables: la gamma di coperture all risks per danni diretti, danni indiretti e responsabilità civile relativi agli impianti ad energia rinnovabile, sempre più diffusi e importanti nell’ambitodelle opere civili ed impiantistiche.
Zurich4power Renewables
È la polizza all risks, realizzata in collaborazione con un team di ingegneri specializzati nel settore, che offre una tutela completa per tutti gli eventi rischiosi legati agli impianti ad energia rinnovabile.Zurich4power Renewables presenta 4 diverse soluzioni, ognuna dedicata ad una specifica energia rinnovabile.
Tutte le soluzioni, comunque, coprono con formula all-risks:
• danni diretti, derivanti da cause di varia natura qualil’incendio o l’evento naturale, i guasti alle macchine,i fenomeni elettrici, il furto e i danni alle apparecchiature elettroniche;
• danni indiretti, derivanti da un fermo impianto;
• danni da responsabilità civile verso terzi, prestatoridi lavoro e prodotti.
Zurich Insurance Company
Via Benigno Crespi, 2320159 Milano
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Le soluzioni di Zurich4power Renewables
SOLAR POWER ALL RISKSLa soluzione specifica per i danni agli impianti fotovoltaici dovuti a eventuali guasti di macchinari, furto o atti dolosi, vizi di progetto ed errori di progettazione. Solar Power All Risks copre anche i rischi connessi alla fase di montaggio e le perdite pecuniarie dovute alla mancata o ridotta produzione di energia; elementi, questi ultimi, che la rendono particolarmente indicata per:
• offrire tutte le garanzie necessarie ai finanziatori di questi progetti (ad es. le banche);
• sfruttare al meglio i recenti incentivi introdotti per il settore.
WIND FARM ALL RISKSLa copertura dedicata ai rischi degli impianti eolici che possono subire un’esposizione agli agenti atmosferici particolarmente rischiosa., soprattutto considerando il progressivo aumento della potenzadei aerogeneratori.
GREEN POWER ALL RISKSLa soluzione per gli impianti di produzione di energia funzionanti mediante la combustionedi biomasse e biocombustibili e termovalorizzazione che copre sia i danni diretti che indiretti,come gli incendi e la corrosione dei fasci tubieri.
HYDRO ALL RISKS È la soluzione che fornisce alle centrali idroelettriche, di piccole e medie dimensioni, una copertura totale durante lo svolgimento dell’attività produttiva. Protegge, in particolare, dai danni di natura esogena, come eventi atmosferici, e dai danni da errore umano o da errata manovra.
Zurich4power risponde subito a tutte le domande in materia assicurativa: inviate i vostri quesitia [email protected], riceverete la risposta che cercate.