Pyrgi (porto di Caere): templi A e B, 490 – 460 c. (il tempio A è il più recente). Ritrovamento nell’area C: lamine d’oro con iscrizione bilingue etrusco-punica con dedica di Thefarie Velianas, tiranno di Caere. Il tempio A è di tipo tuscanico, il tempio B è un periptero simile in pianta ai templi greci, ma con decorazione tuscanica.
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Pyrgi (porto di Caere): templi A e B, 490 –460 c. (il...Pyrgi –tempio A, altorilievo sulla testata della trave di colmo con rappresentazione della scena finale dei «Sette contro
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Pyrgi (porto di
Caere): templi A e
B, 490 – 460 c. (il
tempio A è il più
recente).
Ritrovamento
nell’area C:
lamine d’oro con
iscrizione bilingue
etrusco-punica
con dedica di
Thefarie Velianas,
tiranno di Caere.
Il tempio A è di
tipo tuscanico, il
tempio B è un
periptero simile in
pianta ai templi
greci, ma con
decorazione
tuscanica.
Pyrgi (S. Severa), porto di Caere: lamine d’oro
con iscrizione bilingue etrusca e punica per la
dea Uni = Astarte. inizi del V secolo a.C.
Pyrgi – piante dei templi A e B Pyrgi – tempio B, periptero
Pyrgi – tempio A,
tuscanico
Pyrgi, Tempio A: ricostruzione. Una lastra di terracotta decorata copriva la testata della trave di colmo (columen)
Pyrgi – tempio A, altorilievo
sulla testata della trave di
colmo con rappresentazione
della scena finale dei «Sette
contro Tebe» (la tragedia di
Eschilo è del 467 a.C.: stesso
periodo). In basso, Tideo
morde la testa di Melanippo,
mentre Zeus folgora l’empio
Capaneo. Leggibile come
condanna della hybris
umana e della vendetta
divina contro di essa.
Antefissa dai vani accanto al
tempio B: la dea Uni?
Dalla fine del VI secolo, “seconda fase” delle lastre di rivestimento in terracotta: non più le iconografie
“aristocratiche” (banchetti, carri, eroi) ma scene mitologiche, in dimensioni maggiori. Gli edifici pubblici si
appropriano delle produzioni prima tipiche dei principes.
PYRGI, camere del tempio B – antefisse
PYRGI, camere del tempio B – antefisse e cortina pendula
Falerii Veteres (Civita
Castellana), tempio “dei Sassi
Caduti”, metà V secolo a.C.
Acroterio frontonale con
duellanti.
Arezzo, tempio, inizi V secolo
a.C. Decorazione a rilievo sulla
sima frontonale.
• Nascita dello Stato repubblicano a Roma nel 509 a.C. • Repressione persiana della rivolta in Ionia (495 a.C.)• Fine della frequentazione da parte di mercanti greco-orientali dell’emporion di Gravisca, porto di Tarquinia;• Caduta di Sibari nel 510 a.C. con nuovo equilibrio tra colonie greche e popoli indigeni dell’Italia antica, che durante il V secolo si gettano alla conquista delle città magno-greche;• Primi tentativi di Atene per una politica occidentale;• Trattato tra Roma e Cartagine (509 a.C.): ricerca di un nuovo equilibrio navale e commerciale nel Mediterraneo occidentale;• Sconfitta della flotta etrusca a Cuma nel 474 a.C. ad opera dei Siracusani;• Roma: fondazione di colonie latine a Signia, Circei, Norba, Velitrae. • Lotta sociale tra Patrizi e Plebei: maggiore richiesta delle classi meno abbienti al possesso della terra e al controllo delle cariche statali.
• Questi fenomeni portano a una forte chiusura della classe dirigente: il mondo della tryphé(luxuria: lusso degli oggetti d’uso quotidiano, termine che assume connotazione negativa, accostato alla tirannia) lascia il posto a una società che riduce consumi e mobilità sociale. •Ciò comporta anche una drastica riduzione nella dedica di templi a Roma, mentre aumentano le dediche di statue e oggetti votivi fittili nei santuari (come a Lavinio). Nelle sepolture, diventano rari gli oggetti di lusso (eccezione: panoplia di Lanuvio).• Sviluppo di artigianato di alta qualità, collegato a fase di espansione di Roma nella penisola: comunità latine, etrusche e italiche entrate nella sua orbita politica si potenziano con l’acquisto di nuovi cittadini e nuove colonie.• Firme: Cista Ficoroni, firma di Novios Plautius, uso di modelli pittorici classici.
Templi della Plebe sull’Aventino: Diana; Mercurio; Cerere, Libero e Libera (culto di tipo greco: Demetra e Kore). Campo Marzio: area per riunioni militari, una volta proprietà dei Re, poi resa di proprietà pubblica. Vi si svolge ora il lustrum: inquadramento dei cittadini in base al censo, ad opera dei censori.
497 a.C.: tempio di Saturno (aerarium)
497 a.C.: templi di Castore e Polluce, e di Saturno
Committenza degli edifici: non più a cura del re o di nobili, ma della città con fondi raccolti dai privati. Lo sfoggio di ricchezza si incanala sul piano urbanistico e architettonico. Canonizzazione del tempio etrusco-italico, standardizzazione (antefisse, fregi).
tabernae
tabernae
Volcanal(lapis niger)
Roma – il tempio dei Castori di V secolo, con pianta tuscanica, sotto le fondazioni del tempio di età augustea.
Damophilos e Gorgasos (Plinio): artigiani dalla Magna Grecia, decoratori del tempio di Cerere sull’ Aventino nel 493 a.C.
- Torso fittile di amazzone dall’area del tempio di Libitina sull’Esquilino (ora ai Musei Capitolini): rimanda a prototipi di ambiente greco (uso di anima in terracotta ricoperta di argilla fine modellata e dipinta), consente di attribuirla a maestranze magnogreche.
Lupa Capitolina, opera etrusca del 480 a.C. Circa (i gemelli furono aggiunti in età moderna)
Tomba “del guerriero” a Lanuvio (fine V secolo a.C.): panoplia di bronzo.
Lavinio: statue votive di Minerva
Tritonia e di un giovane con bulla
(V-IV sec.). La statua votiva del
giovane è alta 89 cm circa = 3
piedi romani. Plinio attesta che le
più antiche statue a Roma non
potevano essere più alte di 3
piedi.
Veio, santuario di Portonaccio. Statue votive,
V-IV secolo a.C. Altezza m 0,45 – 0,98
Giovane uomo con bulla; fanciulla con tunica
e himation.
Palestrina, cista Ficoroni – fine IV sec. a.C. Iscrizione:Dindia Macolnia fileai dedit. Novios Plautios med Romai fecid.
Palestrina, cista Ficoroni – part.: Polluce sconfigge Amico al pugilato (dal mito degli Argonauti)
Palestrina, cista Ficoroni – part.: Argonauti come spettatori della vittoria di Polluce.
Palestrina, cista Ficoroni – part.: Argonauti alla fonte e allenamento al pugilato alla presenza di un papposileno (che li imita scherzosamente): dramma satiresco?
Vulci, tomba François: affreschi (staccati, oggi a Roma,
Villa Albani) – fine IV secolo.
cinque coppie combattenti, di cui la prima e la quinta
sono da sottolineare: 1. Caile Vipinas (Celio Vibenna) è
liberato da Macstrna (Mastarna), che gli taglia i ceppi;
5. Marce Camitlnas che ha atterrato Cneve Tarchunies
Rumach (Gneo Tarquinio di Roma). Copia di C. Ruspi.
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La seconda parte raffigura l’esecuzione di prigionieri troiani sulla tomba di Patroclo da parte di
Achille.
Secondo una notizia riportata da Tacito, Servio Tullio si chiamava in origine Mastarna, ed era
amico di Aulo e Celio Vibenna, comandanti di un esercito vulcente sbandato, venuti a Roma al
tempo del re Tarquinio Prisco, e che avrebbero appoggiato l’ascesa al trono di Mastarna.
Le fonti ricordano che le pareti del tempio di Salus
(dedicato sul Quirinale nel 303 a.C. ad opera di M.
Giunio Bubulco per una vittoria sui Sanniti) furono
affrescate da un C. Fabius, di famiglia patrizia, che da
allora ebbe cognome «Pictor». Il frammento di
affresco dell’Esquilino, databile agli inizi del III secolo,
secondo F. Coarelli potrebbe doversi allo stesso Fabius
Pictor, esponente della gens dei Fabii che qui verrebbe
glorificata. E. La Rocca, invece, identifica la scena con la
consegna di un’hasta pura (meritata per aver ucciso un
nemico in un corpo a corpo) ad un M. Fannius
romano, da parte di un console dei Fabii.
La pittura tombale va comunque collegata alle Tabulae
triumphales (fonti): raffigurazioni con cui i generali
informavano il Senato sulle operazioni militari, che si
pongono alle origini del rilievo storico romano.
Tomba dei Fabi all’Esquilino: affresco con scene suddivise in registri. In alto a sinistra le mura merlate di una città, dunque una scena di assedio. Segue personaggio in armi (elmo, scudo e schinieri), definito da un’iscrizione «..anio St(ai) F(ilio)» che tende la mano ad una figura togata con lancia. In basso, scena di battaglia, seguita da altra scena simile alla precedente, con due personaggi, uno armato («M. Fanio») e uno in toga («Q. Fabio»), cui assistono personaggi minori in toga bianca. Ancora sotto, scena di assalto a una città.
IV-III secolo a.C.:• Fabbriche di ceramica a vernice nera di derivazione ellenistica: -“Atelier des petites estampilles” nell’area laziale: decorazione a stampo di vario tipo, con quattro stampigli a rilievo (rosette) sul fondo. - Piattelli Genucilia: produzione di area etrusca (Cerveteri).Diffusione in tutta l’area etrusco-laziale-campana.
Ripresa dell’attività edilizia a Roma: ricostruzione del tempio di Fortuna e Mater Matuta (ad opera di Camillo dopo la presa di Veio) e tempio di Concordia (riferimento alla pace sociale interna: leggi licinie-sestie del 367 a.C. con cui si conclude la stagione delle lotte tra patrizi e plebei).
Risistemazione del Foro: attività commerciali, meno “nobili”, lasciate al margine della piazza; attività finanziarie assumono funzione centrale (tabernae argentariae: cambiavalute, portate ad affacciarsi sul Foro).
Statue dedicate dal Senato a personaggi benemeriti verso lo Stato: su colonna. “Bruto Capitolino”, ritratto in bronzo, riprende i modelli greci dell’oratore. Anche nelle città all’interno della sfera politica romana (Etruria, Campania) appaiono ritratti di personaggi politici di ambito locale, soprattutto nella sfera funebre.
Sepolcri monumentali: tomba degli Scipioni, lungo la Via Appia, appena fuori le mura.
“Atelier des petites estampilles”: officina di ceramica a vernice nera, cartina di distribuzione ed esempi del primo caso di produzione a carattere industriale a Roma (fine IV-III secolo a.C.).
ALATRI: città latina munita di acropoli, costruita su terrazze seguendo le linee dell’orografia
collinare. I muri di terrazzamento e le mura di cinta sono in opera poligonale. Costituisce un
esempio di città orbitante nella sfera di Roma durante il III secolo, che, pur mantenendo
alcuni tratti culturali propri, di derivazione locale (come la tecnica poligonale), si inserisce in
una tradizione artistica “medio-italica” caratterizzata dalla fusione tra influssi artistici
ellenici e tradizioni italiche
Alatri, mura in opera poligonale
Ricostruzione nel Museo
Etrusco di Villa Giulia del
tempio di Alatri, inizi del III
secolo a.C.: dà l’idea di un
tempio romano di età medio-
repubblicana, ancora ispirato
ai modelli etrusco-italici, ma
che nella decorazione
riprende schemi di tradizione
greca.
In basso: una delle tredici are
di Lavinio (santuario di Sol-
Indiges), di IV secolo a.C., con
le tipiche modanature ad
ampia curva.
Falerii, Tempio “dello Scasato” (fine IV sec. a.C.): decorazione frontonale (Roma, Museo di Valle Giulia)
CORNICE
TRAFORATA
SIMA
LASTRE DI
RIVESTIMENTO
CORTINA
PENDULA
Ariccia, da stipe votiva - busto fittile di
dea, fine IV secolo
Falerii, tempio dello Scasato, fine IV
secolo a.C.: busto di Helios dal frontone,
iconografi a di inizio età ellenistica
Sepolcro degli Scipioni: monumento funebre della famiglia degli Scipioni sulla via Appia, fuori città, scavato nel tufo, iniziato alla fine del IV secolo a.C. Le sepolture sono entro sarcofagi decorati come altari monumentali, con fregio ionico-dorico decorativo e volute laterali. La tomba più antica è di Scipione Barbato, console nel 298 a.C., la più recente della metà del II secolo a.C. La facciata era decorata con ordine architettonico e nicchie entro le quali si inserivano tre statue monumentali in marmo, con ritratti di P. Scipione Africano e del fratello Scipione Asiatico, assieme a quello del poeta Ennio, con una sistemazione che si deve probabilmente a Scipione Emiliano. Scipione Africano però si era fatto seppellire da solo nella sua villa a Literno, in Campania.
Sarcofago in peperino a forma di altare monumentale con fregio dorico-ionico di L. Scipio Barbatus, console nel 298 a.C. (epigramma in versi saturni aggiunto successivamente): modello greco che eroizza i grandi personaggi pubblici defunti. In alto: sarcofago di Paulla Cornelia figlia di Scipione Ispallo (180 a.C. circa).
Percorso della
processione trionfale
(in rosso), che il
magistrato romano
fornito di imperium
compiva dopo la
vittoria sul nemico in
guerra: purificazione
simbolica dell’esercito,
che, dopo un’attesa nel
Campo Marzio, esterno
alla cinta muraria,
passava attraverso la
“porta trionfale” nel
foro Boario, la sola per
la quale gli era lecito
entrare nel pomerio
(limite sacro della città).
Durante la processione,
venivano esibiti i trofei
catturati al nemico e le
tabulae triumphales,
quadri che
raffiguravano i
momenti principali
della campagna.
Con gli inizi del III secolo, Roma
inizia a intervenire nelle ricche
regioni della Campania, ed
entra in contatto diretto con la
ricca cultura della Magna
Grecia. Nel 273 a.C. la guerra
tarantina le dà la supremazia
sulle colonie greche; nel 265
inizia la I guerra punica, che la
proietta verso la supremazia
nel Mediterraneo.
Si pongono le basi per
l’ingresso nel mondo romano
dei modelli politici e culturali
elaborati nei regni ellenistici:
inizia la definitiva scissione tra
arte e artigianato, tra
committenza colta da un lato e
produzioni standardizzate
rivolte a un pubblico anonimo
dall’altro.
Orbetello,
tempio di
Talamonaccio,
con frontone a
rilievo in
terracotta.
Metà II secolo
a.C.
Mentre
l’architettura
del mondo
etrusco rimane
legata alle
tradizioni
medio italiche,
l’architettura
romana vedrà
un più forte
sforzo di
ellenizzazione e
un maggiore
uso degli ordini
classici.
Orbetello, dal tempio di Talamonaccio, metà II secolo a.C.: frontone a rilievo in terracotta raffigurante
l’episodio finale dei Sette contro Tebe: scena del combattimento tra i fratelli Eteocle e Polinice, figli
di Edipo e Giocasta, alla fine dell'assedio di Tebe. In basso Edipo, ormai cieco, in ginocchio, fra i due figli già
morenti. A sinistra una donna - Antigone - si volge verso Eteocle, mentre Polinice muore fra le braccia di un
compagno. In alto, Capaneo scala le mura di Tebe mentre agli angoli i carri di Adrasto e Anfiarao fuggono. Il
tema è lo stesso del rilievo di Pyrgi, ma per influsso ellenistico si è riempito totalmente il campo triangolare.
L’arte figurativa
etrusca risente
invece di influssi
pergameni che
arrivano
attraverso Roma.
Civitalba (Marche) – fregio fittile: cacciata dei Galli da
Delfi nel 278 a.C., su modelli pergameni. Anche nel
frontone fittile, che raffigurava il mito di Dioniso e
Arianna, sono stati riscontrati caratteri pergameni che
attestano contatti con l’arte microasiatica alla metà del
II secolo a.C. (tendenza diversa da Roma, dove imperava