PROPOSTE E INTEGRAZIONI ATTO AZIENDALE ASP COSENZA SERVIZIO SANITARIO E COVID 19 Il Servizio Sanitario Nazionale è frutto di una lunga elaborazione che ha trovato il punto fondante nell’universalismo e nella riduzione delle diseguaglianze dei singoli cittadini, rispetto alle richieste di salute e indipendentemente dal valore economico di ciascuno. Le profonde crisi economiche e sociali degli ultimi venti anni hanno di fatto falcidiato i presupposti della grande riforma e unitamente ai processi di aziendalizzazione - a cui ha fatto seguito la nascita delle Aziende Ospedaliere e delle Aziende Sanitarie – hanno inferto un grave colpo all’ organizzazione del Sistema determinandone un progressivo depauperamento in risorse umane e strutturali. In seguito poi all’invecchiamento progressivo della popolazione, all’allungarsi delle aspettative di vita, ad un cattivo stile di vita con progressivo incremento di patologie quali diabete, obesità etc., la domanda di salute si è tradotta in una richiesta di presa in carico di una grande epidemia di cronicità. La contestuale desertificazione dei presidi territoriali ha reso inevasa la richiesta di presa in carico da parte delle stesse strutture territoriali e, pertanto, tale domanda si è imperiosamente riversata all’interno degli ospedali accentuandone la criticità organizzativa. Da qui i fenomeni di intasamento dei pronto soccorso e delle corsie, l’allungamento dei tempi di attesa, l’esclusione di strati sempre più ampi di popolazione dall’accesso alle cure. Nei fatti, si è materializzata, a distanza di oltre 40 anni dalla riforma sanitaria, un processo di diseguaglianza progressiva. Il Covid 19 sta mettendo a nudo proprio questo nervo scoperto della sanità italiana e, soprattutto, calabrese: se da un lato è cosa giusta nell’interesse di tutti mettere a posto i conti, e pretendere una spesa efficiente, dall’altro ciò non deve avvenire a scapito delle prossimità delle cure che genera sicurezza nei cittadini. Questa crisi pandemica può essere occasione per ripensare il sistema, passando dalla sanità delle prestazioni alla sanità di prossimità portando, in qualche modo, l’ospedale nelle case
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PROPOSTE E INTEGRAZIONI ATTO AZIENDALE ASP COSENZA
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PROPOSTE E INTEGRAZIONI ATTO AZIENDALE ASP COSENZA
SERVIZIO SANITARIO E COVID 19
Il Servizio Sanitario Nazionale è frutto di una lunga elaborazione che ha trovato il
punto fondante nell’universalismo e nella riduzione delle diseguaglianze dei singoli
cittadini, rispetto alle richieste di salute e indipendentemente dal valore economico
di ciascuno. Le profonde crisi economiche e sociali degli ultimi venti anni hanno di
fatto falcidiato i presupposti della grande riforma e unitamente ai processi di
aziendalizzazione - a cui ha fatto seguito la nascita delle Aziende Ospedaliere e delle
Aziende Sanitarie – hanno inferto un grave colpo all’ organizzazione del Sistema
determinandone un progressivo depauperamento in risorse umane e strutturali.
In seguito poi all’invecchiamento progressivo della popolazione, all’allungarsi delle
aspettative di vita, ad un cattivo stile di vita con progressivo incremento di patologie
quali diabete, obesità etc., la domanda di salute si è tradotta in una richiesta di presa
in carico di una grande epidemia di cronicità. La contestuale desertificazione dei
presidi territoriali ha reso inevasa la richiesta di presa in carico da parte delle stesse
strutture territoriali e, pertanto, tale domanda si è imperiosamente riversata
all’interno degli ospedali accentuandone la criticità organizzativa. Da qui i fenomeni
di intasamento dei pronto soccorso e delle corsie, l’allungamento dei tempi di attesa,
l’esclusione di strati sempre più ampi di popolazione dall’accesso alle cure. Nei fatti,
si è materializzata, a distanza di oltre 40 anni dalla riforma sanitaria, un processo di
diseguaglianza progressiva.
Il Covid 19 sta mettendo a nudo proprio questo nervo scoperto della sanità italiana e,
soprattutto, calabrese: se da un lato è cosa giusta nell’interesse di tutti mettere a
posto i conti, e pretendere una spesa efficiente, dall’altro ciò non deve avvenire a
scapito delle prossimità delle cure che genera sicurezza nei cittadini. Questa crisi
pandemica può essere occasione per ripensare il sistema, passando dalla sanità delle
prestazioni alla sanità di prossimità portando, in qualche modo, l’ospedale nelle case
con la logica della sanità d’iniziativa attivando quella scelta verso il digitale presente
nel “PNRR”.
Con i Fondi degli “Obiettivi di Piano” è importante sperimentare una piattaforma
informatica per la gestione in remoto delle cronicità (Malattie cardiovascolari,
Diabete, Malattie renali, Malattie respiratorie, malattie degenerative del Sistema
Nervoso Centrale e Periferico, Demenze ecc) offrendo l’uso di tale piattaforma agli
specialisti, ai medici di medicina generale, ai medici di continuità assistenziale in una
sorta di rete Ospedale-Territorio.
ATTO AZIENDALE: LA VISION
Come abbiamo già detto in precedenti documenti l’Atto Aziendale, che definisce la
mission e la visione della tutela della salute in un determinato territorio, è una grande
occasione per ridefinire il rapporto tra cittadini ed Ente favorendo quella sanità di
prossimità e d’iniziativa prevista dagli “Accordi Stato Regioni”, dalla L.77/20 e infine
dal “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” (PNRR).
Purtroppo nei DCA 31/21 e 33/21 “Linee Guida Regionali per l’adozione degli Atti
Aziendali” non si riscontra quella visione riformatrice necessaria a rinnovare
l’organizzazione della sanità calabrese, ma una visione economicista che, in questi
ultimi 11 anni, ha aggravato l’erogazione delle prestazioni sanitarie ai calabresi
producendo, tra l’altro, una mobilità passiva di oltre 300 milioni di euro.
Pertanto, anche lo stesso Atto Aziendale dell’ASP di Cosenza, approvato con le
delibere n°271 dell’8 aprile 2021 e n°309 del 12 aprile 2021, disattende a precedenti
norme regionali e nazionali la cui applicazione reclamiamo con forza con questo
sintetico documento. Inoltre nell’’Atto manca un impegno a recuperare i ritardi
nell’assunzione del Personale e ad una revisione del “fabbisogno” dello stesso anche
alla luce delle problematiche evidenziate dalla pandemia da COVID 19, tenuto conto
del finanziamento previsto dalla L. 181/2021 e dei precedenti fondi. Un’emergenza
nelle emergenze dell’Azienda, per carenza di Personale, è il Dipartimento di salute
mentale che nel corso degli anni si è svuotato nonostante ci sia stato un incremento
degli assistiti per 1.000 residenti pari a 21,31 nettamente superiore al valore di
riferimento nazionale pari a 10,82.
1) La Partecipazione – Nell’apprezzare l’istituzione del “Comitato Consultivo Aziendale degli utenti” d’ora in poi la Consulta, e la “Consulta dei Consultori Familiari”, purtroppo dobbiamo riscontrare l’assenza della “Consulta del Dipartimento di salute mentale” prevista dal DPGR 31/2013 di cui ne chiediamo l’attuazione.
La Consulta rappresenta la fondamentale interfaccia delle cittadine/dei
cittadini, che assumono un ruolo nella gestione della propria salute; non più
meri destinatari di un servizio, come utenti finali, ma parte attiva nel processo
di costruzione e nelle modalità di erogazione dei servizi stessi. Al fine di elevare
il livello qualitativo dei servizi la Consulta:
- assicura, dal lato della domanda, i controlli di qualità dei percorsi di accesso
ai servizi;
- promuove l'utilizzo di indicatori di qualità dei servizi dal lato dell'utente,
definiti a livello regionale che tengano conto di specificità locali;
- sperimenta indicatori di qualità che tengano conto di specificità locali;
- sperimenta modalità di raccolta e analisi dei segnali di disservizio.
Si allega in calce al presente documento uno schema esemplificativo della
articolazione e del funzionamento della Consulta.*
2) L’Integrazione con l’A.O. Annunziata-Mariano Santo
A) È necessario dare esecuzione al DCA 137/20 “Prevenzione Screening” al fine
di garantire ai cittadini il percorso assistenziale per l’accesso alle prestazioni di
screening oncologici per la diagnosi precoce del carcinoma della mammella,
della cervice dell’utero e del colon-retto previsti nei LEA.
B) È indispensabile coordinare gli interventi di “Chirurgia Senologica” alfine di
conseguire un volume di interventi pari al valore minimo di riferimento >135
per garantire la qualità e la tempestività delle prestazioni, riducendo, infine la
mobilità passiva.
C) Bisogna prevedere un percorso dettagliato di “Dimissione Protetta” del
paziente dal Presidio Ospedaliero alle “Strutture Sanitarie Territoriali.
3) Il Dipartimento Materno Infantile
Garantire l’attività sul territorio dei 22 Consultori Familiari, DPGR 28del
21/3/2012, tenendo conto del parametro di legge pari a un Consultorio ogni
25.000 abitanti nelle Aree a forte densità di popolazione e uno ogni 20.000 nelle
Aree a bassa intensità; inoltre è fondamentale ripristinare l’Unità Operativa
Complessa di Coordinamento dei Consultori in quanto attività caratterizzata
da alta integrazione sociosanitaria nonché Università e Azienda Ospedaliera di
Cosenza, Pediatri di libera scelta e MMG . Nella declaratoria delle funzioni del
Consultorio non è sufficientemente esplicitato il “percorso nascita, fascia 0-6
anni (decreto legislativo n. 65 del 2017 e «Ministero della salute: Investire
precocemente in salute: azioni e strategie nei primi mille giorni di vita»
documento approvato nel mese di gennaio 2020 dalla Conferenza Stato-
regioni).
I Consultori Familiari istituiti (L.405/77) garantiscono la tutela della salute della
donna e delle sue relazioni in tutte le fasi della vita con riferimento alle possibili
espressioni della sessualità, alle scelte di procreazione cosciente e responsabile
anche in riferimento alla prevenzione dell’I.V.G. (L. 194/78) all’assistenza alla
gravidanza fisiologica, alla prevenzione e trattamento delle patologie materno
–fetali, alla prevenzione della depressione nel post partum, alla prevenzione
del maltrattamento intrafamiliare (P.O.M.I.1998/2000 e DPCM 24/11/2017
“Linee guida nazionali in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria alle
donne vittime di violenza.”). I C.F. attivano progetti di assistenza domiciliare
puerperale, rete sanitaria ospedaliera-territoriale e sociale per il rientro a
domicilio della madre e del neonato, con lo scopo di sostenere le fasce
socialmente più deboli, promuovere l’allattamento al seno, favorire il migliore
inserimento del nuovo nato nel nucleo familiare. Garantiscono sostegno
psicologico con interventi rivolti ai singoli alle coppie e ai gruppi per una
genitorialità consapevole sia essa naturale, affidataria, adottiva, (legge n.
184/83) medicalmente assistita. Attivano programmi di prevenzione dei tumori
della sfera genitale femminile e di interventi per l’età post-fertile (art. 3 della
legge 11/01/2018 ). In aderenza al piano d’azione del Governo Italiano per
l’Infanzia e l’Adolescenza 2016/17 in collaborazione con enti locali e scolastici,
in attuazione dei Piani di zona, propone punti di ascolto di consulenza
psicologica e sociale, super visione alle situazioni difficili in famiglia, con
particolare riferimento ai problemi connessi al maltrattamento e abuso; al
disagio e ai problemi dell’adolescenza e dell’ infanzia, per i bambini immigrati
alla integrazione in comunità; programmi finalizzati alla educazione alla salute;
attiva interventi specifici per il riconoscimento e le prime cure per
problematiche correnti di natura psichica e psico -sociale.
Si propone l’istituzione di un’Unità funzionale interdipartimentale Materno
infantile (Consultori-Neuro-Psichiatria-Infantile-Riabilitazione) di collegamento
con il Dipartimento Salute mentale e Dipendenze e quello di Prevenzione. Tale
Unità è finalizzata alla costruzione di procedure e protocolli definiti e integrati
che possano facilitare i percorsi di cura dei cittadini nelle patologie e disabilita
dello sviluppo dai primi anni di vita fino ai 14-25 anni, di integrazione con i
pediatri di famiglia, nonché una programmazione coordinata delle azioni di
prevenzione per la promozione di stili di vita sani e benessere psicologico (Piano
Nazionale Prevenzione 2020-25; Piano Nazionale Cronicità LEA 2017; Piano
Nazionale Ripresa Resilienza M6C1 (PNRR) -: Reti di prossimità, strutture e
telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale).
In tal senso, considerate le prestazioni professionali sanitarie dello psicologo,
previste per legge, nei Servizi Territoriali del Dipartimento Materno infantile e
nei percorsi di prevenzione diagnosi cura e riabilitazione, si propone
l’attivazione un’Unità Operativa di Psicologia , come del resto già prevista con
Delibera n 3736 del 1.9. 2009, tenuto conto dell’Accordo Stato-Regioni del 17-
01 -2019 “Strutturare tra scuola e salute un percorso congiunto e continuativo
…”; Art. 31 del D.L. 22 marzo 2021, n. 41 “c.d. Decreto sostegni” – “Misure per
favorire l’attività didattica e per il recupero delle competenze e della socialità
delle studentesse e degli studenti nell’emergenza Covid-19; legge 176 del 2020
”… Al fine di garantire la salute e il benessere psicologico individuale e collettivo
nell'eccezionale situazione causata dall'epidemia da COVID-19 e di assicurare
le prestazioni psicologiche, anche domiciliari, ai cittadini e agli operatori
sanitari, di ottimizzare e razionalizzare le risorse professionali degli psicologi
dipendenti e convenzionati nonché di garantire le attività previste dai livelli
essenziali di assistenza (LEA)”; in sede di Conferenza Stato Regioni del 6 agosto
2020,, è stata sancita l’ Intesa (repertorio n. 127/CSR ai sensi dell’art. 8, comma
6 della Legge 5 giugno 2003, n. 131)concernente il “Piano Nazionale della
Prevenzione (PNP) 2020-2025” “Indirizzi di policy integrate per la Scuola che
promuove salute” elaborato dal Ministero della Salute e dal Ministero
dell’Istruzione, nonché adottato con Accordo tra Governo, del 17.01.2019.
4) La RETE delle Demenze
La provincia di Cosenza presenta ad oggi un numero di casi prevalenti di
“Demenza Conclamata” stimati intorno agli 11.000 a cui devono sommarsi i
circa 12.000 casi di “Deterioramento Cognitivo Minimo”. Ciò comporta la
necessità della costruzione di una rete integrata per le demenze e la
realizzazione di una gestione integrata riorganizzando i “Centri per il
deterioramento cognitivo e le demenze” (CDCD), con la presenza, anche, di
equipe multiprofessionali sulla base della numerosità epidemiologica attesa e
la definizione di un PDTAR che preveda l’integrazione dei percorsi assistenziali:
MMG, CDCD, Centri Diurni, ADP, ADI, Hospice.
5) Le Case della Salute (CdS)
I gravi ritardi accumulati (oltre 10 anni) nell’attivare le CdS hanno privato i
cittadini di usufruire di una fondamentale “Struttura Sanitaria Territoriale” che
implementasse la “sanità di prossimità” e di poter utilizzare i finanziamenti
finalizzati per l’acquisto delle apparecchiature sanitarie. Nell’Atto non sono
dettagliate le funzioni che devono essere svolte nelle singole CdS: i posti letto
territoriali con riferimento ai bisogni di salute (Disturbi del comportamento
alimentare - Salute Mentale ecc.), l’integrazione sociosanitaria con i Comuni, la
figura dell’infermiere di comunità, l’infrastruttura informatica, la
strumentazione polispecialistica, il Punto Unico di Accesso (PUA ), il Centro
diurno, la centralità delle “ Cure Domiciliari” e molto altro. Rammentiamo che
le CdS come le future “Case della Comunità” e gli stessi “Ospedali di Comunità”,
colpevolmente non menzionati nelle “ Linee Guida degli Atti Aziendali” del
Commissario per il “ Piano di rientro”, rappresentano un tassello importante
della riforma della sanità territoriale in quanto “strutture che erogano cure
intermedie” tra il domicilio e l’Ospedale con la possibilità di 2 moduli di 20 posti
letto ciascuno. Finalmente si stanno attivando le AFT h 12 gestite dai MMG, ma
riteniamo che bisogna accelerare l’implementazione nel territorio delle AFT e
delle UCCP nelle CdS che garantiranno assistenza h 24 impegnando i Medici di
Medicina Generale, gli Specialisti Ambulatoriali Interni e i Medici di Continuità
Assistenziale impegnati in azioni di medicina d’iniziativa attinenti al “Piano
Nazionale della Cronicità”.
6) L’Emergenza-Urgenza
Il mancato adempimento ai LEA con il rispetto dei tempi del soccorso e i
drammatici eventi di queste ultime settimane impone un dettagliato
approfondimento dell’organizzazione del Servizio e della attivazione
dell’Elisoccorso notturno con un impegno a superare le gravi carenze del
personale e dei diritti di questi che nell’Atto è assente.
7) La RETE Territoriale dei Laboratori di Patologia Clinica
Il continuo e provvidenziale ricorso alla “Virologia” dell’A.O. Pugliese Ciaccio sta
consentendo la processazione dei Tamponi COVID 19 che l’Azienda Sanitaria
con il solo Laboratorio del Presidio Ospedaliero di Rossano-Corigliano ed il
Servizio di Virologia dell’Annunziata non sono stati in grado di garantire.
Pertanto alfine di attivare un servizio efficiente è necessario potenziare la
“Rete” dei Laboratori di Analisi dei Presidi Ospedalieri di Rossano/Corigliano,
Castrovillari e di Cetraro/Paola prevedendo l’istituzione di 3 Unità Operative
Complesse e istituire un collegamento in rete con gli altri Laboratori sul modello
dei Servizi Trasfusionali.
8) La Riabilitazione
Marginale e parcellizzata, necessita di un governo dipartimentale, di PDTAR e
di un impegno straordinario soprattutto per le patologie di sviluppo (disabilità
intellettiva, autismo, pluriminorazione, ecc.) che non hanno solo bisogno di
prestazioni di psicomotricità e logopedia ma richiedono continuità e intensità
di intervento, approccio multidimensionale (ICF-CY), accompagnamento delle
famiglie attualmente gravate da costi economici e sociali insopportabili,
elaborazione di profili di funzionamento e accompagnamento per i circa 4000
alunni certificati della provincia di Cosenza. Per i maggiorenni servono, nei SSM,