Progetto in rete Il diritto di cittadinanza e la geofilosofia dell’Europa Liceo Ginnasio Statale “Giuseppe Palmieri” Lecce Docenti referenti Patrizia Colella – Angela Tacelli
Progetto in reteIl diritto di cittadinanza
e la geofilosofia dell’Europa
Liceo Ginnasio Statale “Giuseppe Palmieri”
LecceDocenti referentiPatrizia Colella – Angela Tacelli
“DONNE, POLITICA e CITTADINANZA”Storia di una cittadinanza incompiuta
III BROCCA a.s. 2005/2006
I dati ed altro... nella rete : “Come cambia la vita delle donne” Relazione ISTAT 2005Dal sito della Presidenza del Consiglio, Dipartimento per le pari opportunità
Marisa Forcina (2003) Una cittadinanza di altro genere. Discorso su un’idea politica e la sua storia, Franco Angeli, Milano
I saggi...nella biblioteca della scuola: Salvatore Morelli (1861) La donna e la scienza o la soluzione del problema sociale, pubblicato a Napoli (otto anni prima dell'opera di John Stuart Mill, The Subjection of Women)
Le nostre fonti
I nostriobiettivi
Ragazze e ragazzi: la percezione di una cittadinanza incompiuta. Storia della cittadinanza femminile La cittadinanza incompiuta delle donne come limite del modello di
democrazia occidentale. Il genere del potere: le donne potranno cambiare il potere o il potere
cambierà le donne? In relazione alle differenze valoriali tra ragazze eragazzi
Ostacoli reali e simbolici che impediscono alle ragazze di “desiderare”di giungere ai vertici delle carriere (soffitto di vetro).
Il percorsocompiuto
I dati come prima percezionedell’esistenza di un …
PROBLEMA
60 anni di voto alle donne:la partecipazione femminile al
governo del paese a partire dal suffragio
universale
La cittadinanza incompiuta delle donne
2 giugno 1946: per la prima volta, con il referendum sulla forma istituzionale dello Stato, il diritto di voto si estende anche
alle donne
Il 31 gennaio 1945 il primo successo GIURIDICO.
Le prime elezioni a suffragio universale arriveranno l’anno dopo: il 2 giugno 1946, per il referendum "Repubblica o Monarchia" e le
elezioni all’Assemblea costituente. Sui banchi dell’Assemblea sedettero le prime
parlamentari: nove democristiane, nove comuniste, due socialiste, una dell’Uomo qualunque. Esse rappresentavano il 3,7%
nella composizione dell’Assemblea.
60 anni di voto alle donne
Ad essere poche non furonole elette
ma le candidate
I dati di allora mostrano che le donne costituivano in
media il 6,5 % dei candidati, le elette,
rapportate con il numero dei candidati, sono state
più degli uomini.
E oggi?CANDIDATE/I E ELETTE/I ALLEELEZIONI POLITICHE DEL 2001
SCHEDA RIASSUNTIVA*
2001TOTALE
CANDIDATI/E 2001
TOTALE CANDIDATE
2001
TOTALE DONNE
ELETTE 2001
% ELETTE SUL TOTALE ELETTI
2001
CAMERA 2982 415 (14%) 71 11,2
SENATO 1928 220 (12%) 25 7,9
TOTALE 4910 635 (13%) 96 10,1
*Presidenza del Consiglio, Dipartimento per le Pari Opportunità, aprile 2001
posizione PAESE ASSEMBLEADATA ELETTI DONNE %
1 Ruanda 09 2003 80 39 48,82 Svezia 09 2002 349 158 45,33 Norvegia 09 2005 169 64 37,94 Finlandia 03 2003 200 75 37,55 Danimarca 02 2005 179 66 36,96 Olanda 01 2003 150 55 36,77 Argentina 10 2005 257 93 36,28 Cuba 01 2003 609 219 36,0" Spagna 03 2004 350 126 36,09 Costa Rica 02 2002 57 20 35,110 Mozambico 12 2004 250 87 34,8
E gli altri paesi? I primi dieci della classifica mondiale
E l’Italia?DATA ELETTI DONNE %
88 Italia 6 2001 616 71 11,5
Donne sul Totale
DONNE UOMINI TOTALE % DONNE SUL TOTALE
SINDACI COMUNI CAPOLUOGO 7 96 103 6,8CONSIGLIERI PROVINCIALI 292 2566 2858 10,2CONSIGLIERI REGIONALI 81 879 960 8,4CONSIGLIERI COMUNI CAPOLUOGO 457 3571 4028 11,4ASSESSORI PROVINCIALI 120 762 882 13,6ASSESSORI REGIONALI 27 177 204 13,2ASSESSORI COMUNI CAPOLUOGO 148 875 1023 14,5
Le periferie
Fonte ISTAT 2005
Nelle prime 50 imprese più grandi del Paese solo
l’1,3% dei consiglieri di amministrazione è
rappresentato da donne.
La Banca d’Italia, oltre a non avere il Governatore
donna, non ha neanche donne nei principali
organismi decisionali.
Fonte ISTAT 2005
Critica anche la situazione negli organi decisionali
delle organizzazioni imprenditoriali
(3,2% se si considerano Confindustria,
Confartigianato, Confcommercio, Confagricoltura).
Fonte ISTAT 2005
Tra i sindacati la situazione è migliore
(23,6% medio, considerando CGIL, CISL,
UIL e UGL, con punte del 38,8% della CGIL).
Fonte ISTAT 2005
L’Italia è inoltre fanalino di coda come
presenza femminile
nelle rappresentanze
nazionali al Parlamento Europeo (11,5%).
La rappresentanza femminile: le quote rosa Sì perchè
Le nostre parole
Sì perché garantiscono alle donne di concorrere nella consultazione elettorale.
Sì a maggior ragione in questo nuovo sistema elettorale perché l’elettorato non può scegliere
direttamente le proprie/i rappresentanti.Sì perché solo una rappresentanza al governo
del paese paritaria tra i generi potrà garantire a tutti, uomini e donne, una piena uguaglianza
nella differenza.
La rappresentanza femminile: le quote rosa NO perché
Le nostre parole
Il lungo cammino delle donne verso la parità è solcato
da successi giuridici e da tanti insuccessi sociali. No perché introdurre le quote significa emanare
una norma che sancisce e sottolinea una disuguaglianza tra i generi.
Gli artt. 3 e 51 della Costituzione
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni
politiche, di condizioni personali e sociali.E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Articolo 3:
Articolo 51:“Tutti i cittadini dell’uno e dell’altro sesso possono accedere agli uffici
pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge”.
La modifica approvata il 20 febbraio 2003 aggiunge, in coda, il seguente periodo:
“A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini.”
Ma se…
...il riconoscimento di diritti di uguaglianza non garantisce l’esercizio di una piena cittadinanza allora ben venga l’introduzione di una norma a
tutela fino a quando non sarà colmata la DISTANZA
“I diritti...per fondamentali che siano, sono diritti storici, cioè nati in certe circostanze,
contrassegnate da lotte per la difesa di nuove libertà contro vecchi poteri, gradualmente, non tutti in una volta e non una volta per sempre”
(N. Bobbio, L’età dei diritti)
“Parlare di cittadinanza e, anche, nel caso specifico, di cittadinanza femminile, vuol dire parlare di libertà. Ma di quale libertà? ”
(M. Forcina)
LE NOSTRE PAROLE DELLA LIBERTA’Ragazzi – Ragazze
Vogliamo essere liberate/i dal peso del giudizio sui comportamenti non aderenti al
proprio genere: nelle relazioni, nell’abbigliamento, nel comportamento. Vorremmo essere liberate dalla paura di
essere aggredite.Vorremmo che il nostro tempo libero sia
rispettato in egual misura di quello maschile.
Vorremmo compiere libere scelte di studio e formazione.
Stralci dal
CREDO DI UNA DONNA
presentato alla conferenza mondiale di Pechino,nell'agosto-settembre del '95.
In Italia è stato pubblicato nel 1996 in un libro delle edizioni La Tartaruga
"Cassandra non abita più qui"
Sulla base della canzone “Minuetto”
Noi le invisibili, le analfabete, le sfruttate, le profughe, le povere.
…Noi siamo la continuità, intessiamo il futuro col passato,
Noi siamo le donne che tengono duro e gridano Sì.
Noi siamo le donne dalle ossa, voci, menti, cuori spezzati
Noi siamo la maggioranza della specie, ma abbiamo abitato nell'ombra.
E noi votiamo: mai più….
la logica con la poesia.
eppure siamo le donne che osano sussurrare No.
Noi, esseri umani e donne, sospese sull'orlo del nuovo millennio.
Noi siamo le donne la cui anima
Noi siamo le donne che rifiutano di permettere
Noi siamo, tutte e ciascuna, preziose, uniche, necessarie.
Noi siamo le figlie del desiderio.
nessuna gabbia fondamentalista può contenere.
Noi fatte più forti, benedette, sollevate perché non uguali.
Noi siamo le madri che daranno alla luce la politica del XXI secolo….
che si semini morte nei nostri giardini, nell'aria, nei fiumi, nei mari.
ci hanno messo in prigione, ridotte in schiavitù, esiliate,
stuprate, picchiate, bruciate, asfissiate, seppellite,
e ci hanno annoiate.
Ma niente, neppure l'offerta di salvare il loro agonizzante sistema,
ci può trattenere.
Per migliaia di anni, le donne hanno avuto responsabilità senza potere
mentre gli uomini avevano potere senza responsabilità.
… Hanno tentato di negarci, definirci, piegarci, denunciarci;
Agli uomini che accettano il rischio di esserci fratelli
offriamo un equilibrio,un futuro, una mano.
Ma con loro o senza di loro, noi andremo avanti.….
…Tutto questo è politica. È possibile.
La mano che si alza solo nel saluto.
Pane. Un cielo pulito. Pace vera.
La voce di una donna che canta chissà dove,
melodia che spira come fumo dai falò campestri.
Congedato l'esercito, abbondante il raccolto.
Rimarginata la ferita, voluto il bambino, liberato il prigioniero,
onorata l'integrità del corpo, ricambiato l'amante.
Magico talento di trasformare i segni in significato.
Uguale, giusto e riconosciuto il lavoro.
Piacere nella sfida che porta, concordi, a risolvere i problemi.
Siamo le donne che trasformeranno il mondo
Interni – dei cuori, delle case, dei paesi -
così solidi e sicuri da rendere finalmente superflua
la sicurezza dei confini.
E ovunque risate, sollecitudine, festa, danze, contentezza.
Un paradiso umile, terrestre, ora.
Noi lo renderemo reale, nostro, disponibile.
Noi disegneremo la politica, la storia, la pace.
Il miracolo è pronto. Credeteci.
INSIEME MIGLIOREREMO IL MONDO!