1 Progetto Corso di Formazione in Mediazione Familiare – sede di Bari 1. Premessa La pratica della mediazione familiare si è affermata negli Stati Uniti ma anche in molti altri paesi quali Canada, Gran Bretagna e, successivamente, in molti Paesi Europei. Il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, con la risoluzione n. 616 del 21 gennaio 1998, ha affermato la necessità di incrementare l’utilizzo della mediazione quale metodo nell’ambito del quale un terzo, imparziale e neutrale, aiuti le parti a negoziare, ponendosi al di sopra del conflitto. In Italia, il primo servizio pubblico di mediazione familiare è stato istituito dal Comune di Milano nel 1989. Successivamente sono stati aperti numerosi altri centri che offrono servizi di mediazione familiare. Nel nostro Stato non vi è ancora una normativa specifica in mediazione familiare anche se i centri di mediazione familiare rientrano nel concetto ampio di servizi sociali (ad esempio nell'ambito dei servizi di sostegno alla relazione genitori-figli e di contrasto alla povertà ed alla violenza a mente dell'art. 4, lett. i, della legge 285/97). Si segnalano interessanti iniziative da parte di istituzioni private ma anche pubbliche. Citiamo la sentenza del Tribunale Bari - 1ª Sezione Civile – che con Decreto del 21 novembre 2000 ha disposto l’invio in un Centro di mediazione Familiare di una coppia separata alfine di migliorare il clima relazionale ed assolvere ai compiti educativi del proprio figlio. In Puglia la Mediazione Familiare è prevista all’articolo 94 del regolamento attuativo della legge sul Welfare n.19 del 2006 il Servizio di Mediazione Familiare come “……..un
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Progetto Corso di Formazione in Mediazione Familiare ... · ponendosi al di sopra del conflitto. In Italia, il primo servizio pubblico di mediazione familiare è stato istituito dal
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Progetto
Corso di Formazione in Mediazione Familiare – sede di Bari
1. Premessa
La pratica della mediazione familiare si è affermata negli Stati Uniti ma anche in molti
altri paesi quali Canada, Gran Bretagna e, successivamente, in molti Paesi Europei.
Il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, con la risoluzione n. 616 del 21 gennaio
1998, ha affermato la necessità di incrementare l’utilizzo della mediazione quale metodo
nell’ambito del quale un terzo, imparziale e neutrale, aiuti le parti a negoziare,
ponendosi al di sopra del conflitto.
In Italia, il primo servizio pubblico di mediazione familiare è stato istituito dal Comune di
Milano nel 1989. Successivamente sono stati aperti numerosi altri centri che offrono
servizi di mediazione familiare.
Nel nostro Stato non vi è ancora una normativa specifica in mediazione familiare anche
se i centri di mediazione familiare rientrano nel concetto ampio di servizi sociali (ad
esempio nell'ambito dei servizi di sostegno alla relazione genitori-figli e di contrasto alla
povertà ed alla violenza a mente dell'art. 4, lett. i, della legge 285/97).
Si segnalano interessanti iniziative da parte di istituzioni private ma anche pubbliche.
Citiamo la sentenza del Tribunale Bari - 1ª Sezione Civile – che con Decreto del 21
novembre 2000 ha disposto l’invio in un Centro di mediazione Familiare di una coppia
separata alfine di migliorare il clima relazionale ed assolvere ai compiti educativi del
proprio figlio.
In Puglia la Mediazione Familiare è prevista all’articolo 94 del regolamento attuativo
della legge sul Welfare n.19 del 2006 il Servizio di Mediazione Familiare come “……..un
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servizio a sostegno della riorganizzazione delle relazioni familiari in presenza di una
separazione o di crisi nei rapporti di coppia o di decisione di divorzio”.
Tale riconoscimento ha dato vita, nel territorio pugliese, ad un impiego diffuso della
Mediazione Familiare in Centri famiglie, Consultori, Centri Sociali con richieste spontanee
e invii anche da parte dei Tribunali per Minorenni e Ordinari.
Dal 2006 l’Istituto Gestalt di Puglia è membro del Forum Europeo di Mediazione
Familiare e organizza corsi inerenti. Dal 2006 si sono conclusi 5 corsi e 1 è in
svolgimento.
L’Istituto ha firmato accordi e convenzioni con numerosi Centri del territorio di Lecce,
Bari e Brindisi in cui si erogano servizi di Mediazione Familiare.
Dal 2009 al 2013, l’Istituto ha gestito il Centro Risorse Famiglie della Provincia di Brindisi
(chiuso nel giugno 2013 per assenza di finanziamenti) che fa della Mediazione Familiare
il suo servizio primario collaborando con Tribunale per i Minorenni, Tribunale Ordinario,
USSM, Casa Circondariale di Brindisi, Ufficio Scolastico Provinciale, Centro Servizio
Volontariato di Brindisi, Servizi Sociali e Consultori di Brindisi e provincia.
Nel 2012 il Centro Risorse ha vinto una Menzione Speciale per il Premio “Amico della
Famiglia” indetto dalla presidenza del Consiglio dei Ministri con erogazione di una
somma di 30.000 euro che sono stati impiegati per implementare il servizio.
2. Definizione di Mediazione Familiare
La Mediazione Familiare si propone come un approccio alternativo alla gestione dei
conflitti coniugali in vista di una separazione o di un divorzio” (Buzzi, Haynes, 1996) in
cui una terza persona imparziale, qualificata e con una formazione specifica, chiamata
mediatore, agisce per facilitare la risoluzione della disputa tra i due coniugi.
Nell’intervento di Mediazione familiare viene posta attenzione alla riorganizzazione delle
relazioni familiari a causa o in previsione della separazione coniugale o del divorzio.
Gli aspetti che sono oggetto del percorso di mediazione familiare riguardano la gestione
dei compiti educativi. il mantenimento, la divisione dei beni e proprietà comuni.
3. Il profilo professionale del Mediatore familiare
Il mediatore è un operatore opportunamente qualificato che garantisce alla coppia
neutralità e li accompagna nel percorso di separazione.
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Il mediatore familiare è una persona qualificata che possiede esperienza, informazioni,
tecniche operative e abilità professionali.
Il mediatore non assume alcuna autorità decisionale rispetto al contenuto degli accordi,
lasciando che siano le parti stesse a negoziare e prendere decisioni condivise in base ai
propri bisogni e possibilità.
Nel suo intervento Il mediatore Familiare deve essere in grado di:
• Effettuare una lettura sistemica ed articolata del contesto in cui si è manifestato
il conflitto.
• Individuare ed attivare le risorse esistenti in modo da potenziare le capacità
autori-flessive e creative del sistema e dei suoi singoli membri.
• Favorire la riorganizzazione strutturale del sistema, ricercando le strategie più
idonee per gestire il conflitto e valorizzarne gli aspetti evolutivi.
• Favorire il raggiungimento degli accordi tra le parti in conflitto.
4. Obiettivi del Corso
L'obiettivo principale del Corso è quello di formare, secondo i criteri stabiliti dal Forum
Europeo di Formazione e Ricerca in Mediazione Familiare e dell’A.I.Me.F. – Associazione
Italiana Mediatori Familiari, operatori che siano in grado di utilizzare le modalità di
mediazione familiare in diversi contesti e in diversi ambiti, sia pubblici che privati.
5. A chi si rivolge e sede
Il Corso è prevalentemente rivolto a:
Psicologi, Avvocati o Laureati in Discipline Giuridiche, Sociologi, Assistenti Sociali,
Educatori, Pedagogisti, Laureati in Discipline Umanistiche. E’ richiesta almeno la laurea
triennale.
Il training si svolgerà a Bari in Via Pavoncelli n* 139.
6. Metodologia
La metodologia ha come modello teorico il Modello Gestaltico -Fenomenologico –
Esistenziale che integra le concezioni teoriche e operative sulla Relazione d'Aiuto e sulla
Comunicazione di Fenomenologia, Esistenzialismo, Terapia della Gestalt, Psicologia
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Sistemica, Teorie della Comunicazione umana della Scuola di Palo Alto, ai contributi
in Mediazione Familiare dei Modelli Morineau, GEA/Scaparro, Lucardi, Buzzi/Haynes.
Il corso, di tipo esperienziale, è condotto con tecniche interattive ad implicazione
diretta dei partecipanti e trasferimento di contenuti teorici come il role – playing,
osservazione di filmati, simulate ed esplorazione della storia familiare dell’allievo in
formazione, attraverso l’uso del genogramma e di altre tecniche narrative, verbali e non
verbali.
In tal modo, il corsista può incrementare le proprie competenze attraverso la continua
sollecitazione delle aree del sapere (contenuti teorici), saper fare (modalità agite in
gruppo d’aula) e saper essere (consapevolezza e sperimentazione su se stessi).
7. Contenuti del Percorso Formativo
Il Percorso formativo in Aula si compone di 240 ore.
L’Area 1 è quella del “Percorso di Mediazione Familiare” (170 ore) distinta in 3 moduli.
l’Area 2 è quella delle “Materie Complementari” (70 ore) distinta in 4 moduli.
AREA 1 - IL PERCORSO DI MEDIAZIONE FAMILARE: ore 170 (68 ore di teoria, 102 ore
di pratica)
MODULO 1.1 LA MEDIAZIONE FAMILIARE ore 8 (8 ore di teoria)
• Introduzione e storia della Mediazione Familiare.
• La mediazione familiare: fonti internazionali e nazionali. Applicazione pratica
• Normativa vigente sulla mediazione familiare
• Modelli di Mediazione Familiare (la Mediazione strutturata, la Mediazione
terapeutica, la Mediazione negoziale, la Mediazione Gestaltica)
• Ambiti applicativi della mediazione (sociale, culturale, linguistico, lavorativo e
penale).
• I figli e gli adolescenti nella mediazione.
• la natura e le ipotesi fondamentali della mediazione, che consentono un
rafforzamento della responsabilità individuale dei partecipanti al conflitto, nella
loro capacità di dialogo, di cooperazione e realizzazione degli accordi
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MODULO 1.2 LE CAPACITA’ SPECIFICHE DEL MEDIATORE ore 16 (10 ore di teoria, 6
ore di pratica)
• Neutralità ed equidistanza del mediatore
• La conduzione della negoziazione partendo dalle posizioni individuali per arrivare
a una discussione equa e rispettosa degli interessi di tutti
• Saper lavorare per una accettazione delle differenze d'opinione e di interessi dei
partecipanti al conflitto
• L’implicazione emotiva del mediatore
• Saper trattare i differenti rapporti di forza sul piano della relazione e su quello
delle risorse
• L’ampliamento del campo decisionale e delle diverse opzioni
• La creazione di un contesto che spinga all’autodeterminazione delle parti
• Confidenzialità
• Integrità e imparzialità
• Relazioni con altri professionisti
• Codice deontologico del mediatore
• Abilità e competenze nella conduzione della negoziazione
• Simulazioni di casi concreti
MODULO 1.3 STRUTTURA E FASI DELLA MEDIAZIONE FAMILIARE: ore 146 (50 ore di
teoria, 96 ore di pratica)
Le Fasi della Mediazione Familiare e i compiti del mediatore:
Prima fase:
• Compiti del Mediatore e dinamiche tipiche in questa fase
• ammissione del problema, scelta del campo, selezione del mediatore
• il primo contatto
• colloquio individuale con le parti: analisi della domanda, valutazione
della mediabilità, ascolto degli obiettivi e aspettative delle parti,
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definizione delle posizioni, esplicitazione delle regole del contesto e del
setting
• la modulistica in questa fase
Seconda Fase:
• Compiti del Mediatore e dinamiche tipiche in questa fase
• Incontro Iniziale (contratto) con la coppia
• Esplicitazione alla coppia delle regole del contesto e del setting:
neutralità e riservatezza del mediatore, mediazione e contesti terzi
(avvocati, Tribunale, Servizi Sociali, ecc.), obiettivi e aspettative delle
parti e la loro volontarietà nel raggiungere accordi, l’importanza di
concentrarsi su presente e futuro
• Inizio della negoziazione
• Raccolta dei dati, definizione del problema, creazione di opzioni,
ridefinizione delle posizioni, contrattazione, stesura dell’accordo
• la modulistica in questa fase
Terza fase:
• Compiti del Mediatore e dinamiche tipiche in questa fase
• Conflitto e negoziazione
• raccolta dei dati, definizione del problema, creazione di opzioni,
ridefinizione delle posizioni, contrattazione, stesura dell’accordo
• sviluppo delle opzioni e processo decisionale
Negoziazione su:
• gestione dei compiti educativi
• mantenimento e aspetti economici
• divisione dei beni e proprietà comuni
• saper utilizzare nell’incontro di mediazione le tecniche di
comunicazione, negoziazione e gestione del conflitto
• la modulistica in questa fase
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Quarta fase:
• Compiti del Mediatore e dinamiche tipiche in questa fase
• Gli accordi e la revisione legale
• Stesura dell’accordo:
o Paragrafo iniziale e informazioni anagrafiche
o Gli accordi relativi ai figli (collocamento, affidamento,
suddivisione spese, assegni di mantenimento)
o Assegno di mantenimento al coniuge
o Beni e proprietà
o Debiti, tasse
o Spese per la separazione legale e il divorzio
• la modulistica in questa fase
AREA 2 : AREA DELLE MATERIE COMPLEMENTARI ore 70
MODULO 2.1. PSICOLOGIA: 16 ore
• La coppia: Ciclo vitale della coppia e della famiglia.
• Formazione, sviluppo e crisi del rapporto di coppia.
• Lo sviluppo psicoaffettivo del bambino e dell’adolescente
• Gli effetti della separazione sui figli (l’impatto della separazione, vari sintomi
a seconda dell’età e delle fasi dello sviluppo) e le ripercussioni sui differenti
componenti della famiglia
• Le ricomposizioni familiari: la relazione educativa nelle famiglie ricostituite ed
allargate.
• L’utilizzo del Genogramma per una lettura delle dinamiche e dei Miti familiari
• Gli effetti psicologici del conflitto sulle parti coinvolte (Pas, conflitti di lealtà,
triangolazione, evitamento)
• Il concetto della bi-genitorialità L.54/2006: compiti da affrontare e prove da
superare (responsabilita' e dialogo cooperativo, la rottura della coppia senza
perdente)
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MODULO 2.2. SOCIOLOGIA: 8 ore
• Analisi sociologica della famiglia
• L'evoluzione della coppia: aspetti culturali ed etici
• Le nuove sfide culturali
MODULO 2.3. LEGISLAZIONE DELLA FAMIGLIA: 12 ore
• Disciplina di settore. Fonti nazionali ed internazionali. Legislazione vigente in
materia. Pratica applicazione.
• La Separazione Aspetti legali ed economici della separazione
• Il diritto familiare: la sua evoluzione e la situazione attuale
• Nullità, annullabilità e scioglimento del vincolo matrimoniale: differenze
sostanziali e procedurali;
• Legge sull’affido condiviso
• Il regime patrimoniale nel rapporto coniugale e implicazioni nella fase di
scioglimento del vincolo matrimoniale;
• I figli: diritti e doveri dei coniugi;
• Separazione consensuale e separazione giudiziale: caratteri sostanziali ed
implicazioni procedurali
• Il Divorzio Aspetti legali e finanziari del divorzio
• Il ruolo dell'avvocato nella risoluzione del conflitto familiare
• La "nuova" normativa sulla equiparazione dello status di figlio a seguito
dell'entrata in vigore della L. 219/2012 e del regolamento attuativo
• Concetto di matrimonio canonico e differenze con il matrimonio civile
• Matrimonio Concordatario
• Brevi cenni sul processo canonico di nullità matrimoniale
• Esame dei diversi capi di nullità matrimoniale
• Concetto canonico di nullità per vizio del consenso
• La riforma del processo di nullità matrimoniale alla luce del motu proprio Mitis
Iudex Dominus Iesus
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MODULO 2.4. GESTIONE DEI CONFLITTI: 30 ore
• Il processo comunicativo e la funzione della comunicazione
• La Scuola di Palo Alto
• Tipi di comunicazione (verbale, non verbale, assertiva...) e gli stili
comunicativi
• La comunicazione efficace e gli ostacoli alla comunicazione
• L'ascolto empatico
• Il colloquio facilitante
• La conoscenza dell’Enneagramma per una comunicazione efficace
• Il conflitto e le sue possibili evoluzioni
• Casi pratici e simulate (role playing)
• Le tecniche di Comunicazione e Negoziazione: ascolto attivo, empatia,
riformulazione, creazione di opzioni e scelte condivise, domande (aperte,
informative, circolari, mirate, reality testing, su bisogni e interessi),
reframing, lettura del Non verbale, normalizzazione, vantaggi/svantaggi,
riassumere, sintetizzare
• Strategie di gestione del conflitto
MODULO 2.5 ECONOMIA E BILANCIO – il funzionamento economico della famiglia (2
ORE)
• Il funzionamento economico della famiglia (patrimonio, contabilità, mutui, costi e
ricavi, utenze, pensioni integrative, ecc.)
MODULO 2.6 DEONTOLOGIA E RELAZIONE DEL MEDIATORE CON ALTRI PROFESSIONISTI
(2 ore)
Le relazioni con i professionisti coinvolti dal processo di divorzio e dalla separazione
personale dei coniugi: magistrati/giudici, avvocati, notai, assistenti sociali, psicologi,
istituzioni e centri sociali, ecc. e le loro rispettive competenze.
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8. Tirocinio/Stage: 40 ore
Il corsista effettuerà un periodo di tirocinio/stage di circa 40 ore presso strutture
convenzionate con l’Istituto Gestalt di Puglia quali: studi legali, Centri Famiglia, Centri
Aperti Polivalenti, Consultori, Centro di Mediazione dello stesso Istituto Gestalt di