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Principi generali dell’allenamento sportivo
La definizione di allenamento sportivo che a distanza di molti
anni dalla sua enunciazione
continua a sembrarci la più completa è quella del Prof. Carlo
Vittori, il quale lo indica
come “un processo pedagogico-educativo complesso che si
concretizza con l’organizzazione
dell’esercizio fisico ripetuto in quantità ed intensità tali da
produrre carichi progressivamente
crescenti che stimolino i processi fisiologici di
supercompensazione e migliorino le
capacità fisiche, psichiche, tecniche, tattiche dell’atleta al
fine di esaltarne e consolidarne
il rendimento in gara”.
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Principi generali dell’allenamento sportivo:
analizziamo alcuni termini dell’enunciato
“Pedagogico” l’azione di guida da parte della figura in possesso
di maggiori conoscenze nei
confronti di un altro soggetto; nel nostro caso il pedagogo è
l’allenatore
(l'abilità dell'allenatore consiste nel riuscire a scoprire qual
è il limite per cui l'allenamento al fattore secondario (per
esempio la velocità) non penalizza quello primario (per esempio la
resistenza). Tale limite dipende ovviamente dalle caratteristiche
dell'atleta, ma anche dal tempo a disposizione e dalle sue capacità
di recupero).
“Educativo”
significa il “trarre fuori” quanto di meglio il soggetto
destinatario dell’azione pedagogica è in grado di esprimere.
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Principi generali dell’allenamento sportivo:
analizziamo alcuni termini dell’enunciato
“Complesso”
sia per la difficoltà a precisare l’incidenza dei numerosi
fattori coinvolti, sia per
l’eterocronismo dei suddetti fattori, cioè il loro manifestarsi
e svilupparsi in tempi
diversi.
“Quantità”
detta anche “Volume”, denota l’ammontare complessivo del lavoro
effettuato.
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Principi generali dell’allenamento sportivo:
analizziamo alcuni termini dell’enunciato
La legge della “supercompensazione”, o legge dello “stress”, fu
enunciata dal fisiologo
canadese Selye. Egli descrisse il fenomeno in base al quale un
organismo reagisce ad
uno stimolo, chiamato “stressor”, che, a causa della sua forza,
mette in crisi un sistema
biologico. Questo risponde non compensando, ma supercompensando,
cioè portandosi
ad un livello energetico, quindi ad una disponibilità
energetica, non uguale a quella
presente al momento della comparsa dello stressor, ma superiore.
Ciò consente al sistema
di reagire con efficacia ad un nuovo stimolo di forza
leggermente superiore, incrementando
lo sviluppo del sistema stesso. Nell’allenamento sportivo lo
stressor è rappresentato dal
carico fisico (= insieme delle attività proposte), a seguito del
quale l’organismo subisce
un depauperamento dei substrati biochimici interessati.
Concedendo un tempo di riposo
adeguato, l’organismo svilupperà un potenziale di lavoro
maggiore.
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Principi generali
- continuità: l'allenamento deve svolgersi in continuità nel
tempo eliminando periodi di riposo eccessivamente lunghi che creano
i presupposti di “adattamento alla inattività” e quindi
perdita del lavoro precedentemente svolto. Pertanto la frequenza
degli allenamenti, anche in periodi di riduzioni del lavoro, dovrà
essere tale da garantire almeno il mantenimento di quanto
acquisito;
- variabilità: l'allenamento sarà più redditizio e più
facilmente gradito quando comprenderà una serie molteplice di
attività ed esercizi studiati in forma e successione tale da
evitare l'insorgere della noia e dell'affaticamento nervoso,
fattori che riducono sensibilmente la capacità applicativa e
l'interesse dell'atleta. La variazione degli esercizi e dei metodi
evita anche la formazione di "barriere" ovvero
impedimenti all'ulteriore sviluppo delle capacità motorie;
- sistematicità: organizzazione razionale tra le sequenze di
allenamento e la frequenza con cui vengono
proposti certi tipi di esercitazioni ;
- ciclicità: i carichi vanno organizzati in relazione ai diversi
periodi programmati, pertanto devono avere
caratteristiche quantitative e qualitative proprie del ciclo di
allenamento;
- individualizzazione: da un iniziale programma generale
applicabile a tutti si dovrà gradualmente passare alla
ricerca di uno schema di allenamento “personalizzato” che tenga
quindi conto delle peculiarità psichiche e fisiche dell'atleta e
dei risultati da conseguire.
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Principi generali dell’allenamento sportivo
Stimolo
Adattamento
Miglioramento della prestazione
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GLI ADATTAMENTI
Sono molto specifici e dipendono dal:
tipo di lavoro ( meccanismi aerobici, anaerobici )
dal carico
dagli intervalli
dalla durata ( microcicli, macrocicli )
dai gruppi muscolari impegnati
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Principi generali dell’allenamento sportivo
individuare il sistema energetico interessato pianificare
l’allenamento in modo da sviluppare quel particolare sistema
energetico, più di ogni altro determinare l’intensità
dell’allenamento controllando la soglia anaerobica strettamente
collegata alla risposta della frequenza cardiaca : 120 l/m
ventilazione polmonare – max 4 millimoli/ l 36 mg
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MEZZI DELL’ALLENAMENTO Esercizi a carattere generale per poter
porre le condizioni generali di un miglioramento fisico ottimale
Esercizi a carattere speciale responsabili di fenomeni di
incremento delle capacità di forza velocità e resistenza o
miglioramento capacità coordinative Esercizi a carattere specifico
che ripetono solitamente i gesti tecnici
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OBIETTIVI DELL’ALLENAMENTO
Miglioramento progressivo delle seguenti capacità:
Capacità fisiche
Capacità psichiche
Capacità e abilità coordinative
Capacità cognitive
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Principi generali per i giovani e i
principianti
- apprendimento: ogni esercizio, anche il più semplice,
necessita di un periodo più o meno lungo di "tirocinio" affinché
l'atleta impari a eseguirlo correttamente. Con la ripetizione
sistematica del gesto migliora inoltre la sensibilità
neuromuscolare. Durante la fase di apprendimento possono essere
usati due metodi: - analisi: il movimento completo viene scomposto
in una serie di movimenti più semplici da apprendere singolarmente.
Solo in un secondo tempo verrà ricomposto ed eseguito il movimento
originario; - sintesi: esecuzione completa del gesto atletico anche
da parte di giovani e principianti. Si interviene poi gradualmente
nel correggere gli errori partendo da quelli più vistosi e
raffinando sempre più la tecnica esecutiva. Generalmente si
consiglia di usare i due metodi contemporaneamente; infatti il
giovane desidera eseguire subito la tecnica e il gesto della
disciplina prescelta. Si eviteranno perciò lunghe e noiose sedute
di solo apprendimento frazionato che potrebbero causare l'abbandono
dell’attività;
- progressività: quantità di lavoro da svilupparsi in fase
iniziale di approccio o ripresa di attività fisica, favorendo le
doti di resistenza organica e potenziamento cardiocircolatorio e
respiratorio, unitamente ad un'efficienza neuromuscolare generale
alfine di ottenere una migliore condizione generale indispensabile
al futuro lavoro di maggiore impegno e intensità;
- gradualità: qualità del lavoro che si svolge, ovvero la
ricerca successiva di impegni che hanno lo scopo ben preciso di
migliorare l'efficienza funzionale di specifiche regioni muscolari
o apparati corporei che vengono maggiormente sollecitati nella
esecuzione del gesto atletico.