L’Europa dei diritti: il modello economico europeo è compatibile con i moderni sistemi di welfare? http://economiapericittadini.it
L’Europa dei diritti: il modello economico europeo è
compatibile con i moderni sistemi di welfare?
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Struttura della presentazione
EPIC - Una vera economia per i cittadini
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Il modello sociale Europeo
L’ideologia Neoliberista
L’ideologia sottostante l’Unione Europea
La costruzione dell’EMU
Unione Monetaria Europea e democrazia
Dati
Conclusioni
Modello Sociale Europeo
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Nato nella seconda metà del novecento, prevede:
Economia di mercato regolata (Stato Regolatore)
Estesa protezione sociale
Forti politiche distributive e redistributive
Modello Sociale Europeo
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Forte intervento Governativo nell’economia:
Dirigismo: Il governo si inserisce nel processo di
produzione, decide (in parte) cosa, quanto, come
si produce. Direzione sociale della produzione
Forte tassazione sui redditi più alti, sui profitti e sulle rendite
Politiche fiscali in deficit per garantire l’occupazione, i redditi e per combattere le crisi
Modello Neolibersita
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Visione Economica e Politica della società:
lo Stato deve intervenire il meno possibile all’interno dell’economia, se non per garantire l’ordine pubblico e una cornice istituzionale che possa garantire la stabilità
sociale.
Il mercato è veicolo di verità e meritocrazia perché permette ai migliori di emergere, mentre il settore pubblico, burocratico, lento e poco incline alle innovazioni, limita le capacità dell’economia e genera anche mediocrità
Modello Neoliberista
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Lotta all’inflazione come obiettivo primario delle politiche economiche.
La politica monetaria è più efficace ed efficiente della
politica fiscale.
Quando lo stato spende a deficit sottrae risorse al settore privato.
Banca Centrale indipendente dai governi per evitare
“Keynesimso elettorale”.
Trickle down economics
L’ideologia sottostante l’UE
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Competitività come elemento fondativo dell’ EU
Teoria dei falsi diritti di Reuff.
Padoa schioppa: un programma completo di riforme strutturali pensato dall’Europa dovesse innanzitutto: “attenuare quel diaframma di protezioni che nel corso del Ventesimo secolo hanno progressivamente allontanato l’individuo dal contatto diretto con la durezza del vivere, con i rovesci della fortuna, con la sanzione o il premio ai suoi difetti o qualità”.
La struttura dell’UME
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Euro: Modello Europeo di Globalizzazione, costruito per aiutare le eterogenee economie che lo compongono a fronteggiare i concorrenti internazionali come USA, Cina e Giappone
È stato creato per essere la più forte e stabile valuta al mondo.
I paesi aderenti non possono finanziare la propria politica economica tramite l’utilizzo della BC.
La struttura dell’EMU
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“Il processo di integrazione monetaria in Europa trova la sua ispirazione da una posizione teorica che vede la politica fiscale come distorsiva e inefficiente nel lungo termine. Più genericamente, l’intervento statale viene visto come qualcosa da evitare nella misura massima possibile, per non disturbare lo spontaneo lavoro dell’economia. Come risultato, noi crediamo, l’Europa ha adottato un processo del tutto unico. Il legame più forte tra lo Stato (che ha un’ autorità fiscale) e la creazione e amministrazione della moneta è stato indebolito al punto da avere una banca centrale che è totalmente indipendente dagli Stati nazionali, con nessuna controparte fiscale ad essa.” (Sardoni, Wray,2008)
UME e democrazia
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La rottura del trait d’union fra il Tesoro di ogni paese membro e la sua Banca Centrale (e quindi la mancanza del legame stesso con la BCE), ha portato le politiche fiscali dei paesi ad essere interamente determinate dalle decisioni di portafoglio degli istituti finanziari che intervengono sul mercato primario, dal momento che il fabbisogno dei governi non può essere coperto in via residuale da moneta della Banca Centrale.
UME e democrazia
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In mancanza di interventi difensivi da parte della BCE, la sfiducia degli investitori nei titoli di Stato di alcuni paesi può determinare un incremento del rischio di insolvenza per i paesi stessi, i quali hanno a disposizione esclusivamente la possibilità di offrire rendimenti superiori ai mercati di capitali.
L’attuale struttura Europea sottrae ai governi, quindi alle decisioni democratiche delle popolazioni, le decisioni sulle politiche economiche. Consegnandole agli investitori internazionali.
Cosa comporta tutto ciò?
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J.P. Morgan: «I sistemi politici della periferia meridionale (dell'Europa) sono stati instaurati in seguito alla caduta di dittature, e sono rimasti segnati da quell'esperienza. Le Costituzioni mostrano una forte influenza delle idee socialiste, e in ciò riflettono la grande forza politica raggiunta dai partiti di sinistra dopo la sconfitta del fascismo. Questi sistemi politici e costituzionali del sud presentano tipicamente le seguenti caratteristiche: esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti; governi centrali deboli nei confronti delle regioni; tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori; tecniche di costruzione del consenso fondate sul clientelismo; e la licenza di protestare se vengono proposte sgradite modifiche dello status quo. La crisi ha illustrato a quali conseguenze portino queste caratteristiche. I paesi della periferia hanno ottenuto successi solo parziali nel seguire percorsi di riforme economiche e fiscali, e abbiamo visto esecutivi limitati nella loro azione dalle Costituzioni (Portogallo), dalle autorità locali (Spagna), e dalla crescita di partiti populisti (Italia e Grecia)»
Razionalizzazione della Spesa
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Comune di Jesi: Tagli ai trasferimenti Statali:
2012: - 3.4 mln
2013: - 3.6 mln
2014: - 4.9 mln
Razionalizzazione della spesa
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Tagli alle spese:
- 788 mila euro per Personale e dirigenti
- 209 mila euro per Servizi generali
- 300 mila euro per refezione scolastica
- 155 mila euro per gestione piscina
- altre voci di spesa.
Risparmio totale: 1.612.000 euro
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L’italia è in avanzo primario dal 1991.
Il contributo, al netto degli interessi, che il Governo dispensa verso i cittadini è inferiore a quello che i cittadini ridanno indietro tramite la tassazione.
G-T<0
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un po’ di dati
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Se consideriamo la spesa pubblica “di scopo” per cittadino, un dato particolarmente buono per analizzare il welfare e i servizi pubblici in generale, risulta evidente come quella Italiana sia sensibilmente inferiore a quella di Francia, Germania e della media dei Paesi dell’ Eurozona.
un po’ di dati
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2013 spesa pro capite:
- Italia: 11.629 euro
- Europa: 13.350 euro
- Germania: 14.220 euro
- Francia: 17.074 euro
- Svezia: 22.555 euro
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La spesa pubblica pro capite Italiana per i servizi essenziali, quelli che stanno alla base del modello sociale Europeo, è inferiore alla media UE e a due delle grandi economie dalla zona Euro.
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L’italia ha sempre avuto una spesa pubblica pro capite più bassa della media Europea.
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La Germania ha avuto una spesa pubblica maggiore dell’Italia molto superiore per tutti gli anni novanta.
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Una delle cause del forte aumento del debito pubblico sono stati gli alti interessi pagati.
Questa situazione è avvenuta a causa dell’impossibilità della Banca d’Italia di intervenire sul mercato per abbassare i tassi d’interesse.
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Conclusioni
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Il modello economico Europeo non è ideologicamente e strutturalmente compatibile con i moderni sistemi di welfare.
Nel percorso che l’ha portata ad aderire all’Umel’Italia ha progressivamente dovuto ridurre la sua spesa pubblica per erogazione di servizi verso i cittadini. Ciò ha un impatto sulla qualità della vita della popolazione e un impatto macroeconomico negativo: «meno spesa significa meno reddito, meno reddito meno consumi, meno consumi meno investimenti e meno crescita.»