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MIMESIS MAURIZIO FERRARIS LASCIAR TRACCE: DOCUMENTALITÀ E ARCHITETTURA MAURIZIO FERRARIS LASCIAR TRACCE: DOCUMENTALITÀ E ARCHITETTURA a cura di Federica Visconti e Renato Capozzi Questo piccolo libro documenta una lectio magistralis tenuta da Maurizio Ferraris nel gennaio 2011 alla Facoltà di Architettura di Napoli ed il dibattito che ne seguì. Argomento centrale è il rapporto tra la sua teoria della Documentalità e l’Architettura ma il libro testimonia anche di un complessivo ragionamento sull’arte, sul design, sull’architettura e sulla memoria, e costituisce quindi un primo tratteggio di una teoria del documento/monumento sub speciæ architectura. Si tratta di uno di quei “casi fertili” in cui la filosofia e il filosofo - come ha rilevato Roberto Casati - si pongono delle domande su una certa disciplina cui la disciplina stessa non saprebbe rispondere con i soli propri mezzi e tali risposte possono consentire all’Architettura, antica disciplina, di progredire nelle sue specifiche ed autonome indagini sulla realtà e sul mondo. In questo senso potrebbe valere esemplarmente la nozione Heideggeriana di “apertura-di-un-mondo”, da intendersi come una luce (Lichtung) che rischiara i nessi fondamentali e continui tra la Theoria (Filosofia) e l’Arte (Architettura). Tutto questo in un’interpretazione “realista” e “fondata” della disciplina architettonica - con un punto di vista generalista contro ogni specialismo settoriale o meramente tecnicista - in cui innanzitutto esistono delle verità inemendabili, dei fatti che vanno prima riconosciuti e solo poi interpretati. MIMESIS / NUOVO REALISMO Collana diretta da Mario De Caro e Maurizio Ferraris ISBN 978-88-5750-990-7 10,00 euro Maurizio Ferraris è professore ordinario di Filosofia teoretica all’Università di Torino, dove dirige il LabOnt (Laboratorio di Ontologia). È editorialista de «la Repubblica» e condirettore di «Critique» e della «Revue francophone d’esthétique». Fellow della Italian Academy e della Alexander von Humboldt Stiftung, Directeur d’études al Collège International de Philosophie, visiting professor alla École des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi. Ha scritto una quarantina di libri tradotti in varie lingue tra cui, Storia dell’ermeneutica, Estetica Razionale, Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce, Anima e iPad. Il suo ultimo libro preceduto e seguito da un ampio dibattito è il Manifesto del nuovo realismo. Per i tipi Mimesis ha riedito con una nuova postfazione Tracce. Nichilismo moderno postmoderno. Federica Visconti, architetto, PhD in Progettazione Urbana, è professore associato in Composizione Architettonica e Urbana presso la Facoltà di Architettura di Napoli dove insegna Progettazione Architettonica. Recentemente ha pubblicato, con R. Capozzi, Architettura Razionale >1973_2008> e Maestri e Scuole di Architettura in Italia. Renato Capozzi, architetto, PhD in Composizione Architettonica, è ricercatore in Composizione Architettonica e Urbana. Ha insegnato Teorie della ricerca architettonica contemporanea e attualmente insegna Composizione Architettonica presso la Facoltà di Architettura di Napoli. Recentemente ha pubblicato Le architetture ad Aula: il paradigma Mies van der Rohe. “Io in vita mia ho fatto soltanto dei progetti: ho sempre soltanto scritto su dei pezzi di carta o su dei files di computer delle cose che mi venivano in mente e quindi non ho mai – e non mi sarete mai abbastanza grati per questo – trasformato in realtà nessuno di questi progetti. Penso che possa essere una grande tentazione, per un architetto, restare al livello del progetto dove tutto è perfetto: ma la misura vera è data dall’opera. Oggi molto spesso vedo forse non tanto architetti, ma giovani artisti, che si mettono a fare dei progetti caratterizzati da un’estrema astrattezza”. Maurizio Ferraris Mimesis Edizioni Nuovo Realismo Collana diretta da Mario De Caro e Maurizio Ferraris www.mimesisedizioni.it 9 7 8 8 8 5 7 5 0 9 9 0 7
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Presentazione a Maurizio Ferraris. Lasciar tracce: Architettura e documentalità, a cura di F. Visconti e R. Capozzi, Mimesis, Milano-Udine 2013

Jan 23, 2023

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Carlo Capuano
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MIM

ESISM

aurIzIo FErrarIS LaSCIar TraCCE: DoCuMENTaLITÀ E arCHITETTura

MaurIzIo FErrarISLaSCIar TraCCE:DoCuMENTaLITÀ E arCHITETTuraa cura di Federica Viscontie Renato Capozzi

Questo piccolo libro documenta una lectio magistralis tenuta da Maurizio Ferraris nel gennaio 2011 alla Facoltà di Architettura di Napoli ed il dibattito che ne seguì. Argomento centrale è il rapporto tra la sua teoria della Documentalità e l’Architettura ma il libro testimonia anche di un complessivo ragionamento sull’arte, sul design, sull’architettura e sulla memoria, e costituisce quindi un primo tratteggio di una teoria del documento/monumento sub speciæ architectura. Si tratta di uno di quei “casi fertili” in cui la filosofia e il filosofo - come ha rilevato Roberto Casati - si pongono delle domande su una certa disciplina cui la disciplina stessa non saprebbe rispondere con i soli propri mezzi e tali risposte possono consentire all’Architettura, antica disciplina, di progredire nelle sue specifiche ed autonome indagini sulla realtà e sul mondo. In questo senso potrebbe valere esemplarmente la nozione Heideggeriana di “apertura-di-un-mondo”, da intendersi come una luce (Lichtung) che rischiara i nessi fondamentali e continui tra la Theoria (Filosofia) e l’Arte (Architettura). Tutto questo in un’interpretazione “realista” e “fondata” della disciplina architettonica - con un punto di vista generalista contro ogni specialismo settoriale o meramente tecnicista - in cui innanzitutto esistono delle verità inemendabili, dei fatti che vanno prima riconosciuti e solo poi interpretati.

MIMESIS / NuoVo ReAlISMoCollana diretta da Mario De Caro e Maurizio Ferraris

ISBN 978-88-5750-990-7

10,00 euro

Maurizio Ferraris è professore ordinario di Filosofia teoretica all’università di Torino, dove dirige il labont (laboratorio di ontologia). È editorialista de «la Repubblica» e condirettore di «Critique» e della «Revue francophone d’esthétique». Fellow della Italian Academy e della Alexander von Humboldt Stiftung, Directeur d’études al Collège International de Philosophie, visiting professor alla École des Hautes etudes en Sciences Sociales di Parigi. Ha scritto una quarantina di libri tradotti in varie lingue tra cui, Storia dell’ermeneutica, Estetica Razionale, Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce, Anima e iPad. Il suo ultimo libro preceduto e seguito da un ampio dibattito è il Manifesto del nuovo realismo. Per i tipi Mimesis ha riedito con una nuova postfazione Tracce. Nichilismo moderno postmoderno.

Federica Visconti, architetto, PhD in Progettazione urbana, è professore associato in Composizione Architettonica e urbana presso la Facoltà di Architettura di Napoli dove insegna Progettazione Architettonica. Recentemente ha pubblicato, con R. Capozzi, Architettura Razionale >1973_2008> e Maestri e Scuole di Architettura in Italia.

renato Capozzi, architetto, PhD in Composizione Architettonica, è ricercatore in Composizione Architettonica e urbana. Ha insegnato Teorie della ricerca architettonica contemporanea e attualmente insegna Composizione Architettonica presso la Facoltà di Architettura di Napoli. Recentemente ha pubblicato Le architetture ad Aula: il paradigma Mies van der Rohe.

“Io in vita mia ho fatto soltanto dei progetti: ho sempre soltanto scritto su dei pezzi di carta o su dei files di computer delle cose che mi venivano in mente e quindi non ho mai – e non mi sarete mai abbastanza grati per questo – trasformato in realtà nessuno di questi progetti. Penso che possa essere una grande tentazione, per un architetto, restare al livello del progetto dove tutto è perfetto: ma la misura vera è data dall’opera. oggi molto spesso vedo forse non tanto architetti, ma giovani artisti, che si mettono a fare dei progetti caratterizzati da un’estrema astrattezza”.

Maurizio Ferraris

Mimesis Edizioni Nuovo realismo Collana diretta da Mario De Caro e Maurizio Ferrariswww.mimesisedizioni.it

9 788857 509907

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N. 2

Collana diretta da Mario De Caro e Maurizio Ferraris

NUOVO REALISMO

COMITATO SCIENTIFICO

Petar Bojanić (Università di Belgrado)Massimo Dell’Utri (Università di Sassari)Pascal Engel (Università di Ginevra) Markus Gabriel (Università di Bonn)Kevin Mulligan (Università di Ginevra)Hilary Putnam (Università di Harvard)Barry Smith (Università di Buffalo)

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Maurizio Ferraris

LASCIAR TRACCE:

DOCUMENTALITÀ E ARCHITETTURA

a cura di Federica Visconti e Renato Capozzi

MIMESIS

Nuovo realismo

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© 2012 – MIMESIS EDIZIONI (Milano – Udine) Collana Nuovo realismo n. 2 Isbn: 9788857509037 www.mimesisedizioni.it Via Risorgimento, 33 – 20099 Sesto San Giovanni (MI) Telefono: +39 02 24861657 / 02 24416383 Fax: +39 02 89403935 E-mail: [email protected]

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INDICE

INTRODUZIONE

di Federica Visconti p. 7

PRESENTAZIONE

di Renato Capozzi p. 11

Maurizio Ferraris

LECTIO p. 17

DIBATTITO p. 51

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO p. 85

INDICE DEI NOMI p. 91

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RENATO CAPOZZI

PRESENTAZIONE

In occasione della lezione tenuta a Napoli da Maurizio Ferraris toccò a me il compito di presentare l’illustre ospite al pubblico pre-sente di docenti, dottorandi e studenti della Facoltà di Architettura di Napoli. Per la tassonomia: Maurizio Ferraris è torinese, classe 1956, uno dei maggiori e più infl uenti fi losofi italiani in questo momento, almeno della sua generazione. Ordinario di Filosofi a Teoretica all’U-niversità di Torino, dove dirige il Labont1 (Laboratorio di Ontologia), ha insegnato Estetica, è stato invitato come visiting e fellow in nume-rose e prestigiose Università e Istituzioni culturali europee (Parigi, Berlino, Heidelberg) e americane (New York, Città del Messico) ed è membro di importanti istituzioni culturali. Ha scritto “una quarantina di libri”, tra gli altri sono stati per me fondamentali Tracce. Nichilismo Moderno Postmoderno del 1983 ma recentemente ripubblicato, Storia dell’Ermeneutica (1988, n. ed. 2008), Estetica Razionale (1997, n. ed. 2011), Storia dell’Ontologia (2008) e, tra gli ultimi, Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce (2009) ed il recentissimo – molto interno alla nostra discussione – Ricostruire la decostruzione. Cinque saggi a partire da Jacques Derrida (2010). Se queste note scarne non ambiscono a rappresentare esaustivamente l’evoluzione ed il portato del pensiero e della rifl essione fi losofi ca di Ferraris, è forse, in questa sede, più interessante provare a spiegare le ragioni dell’invito rivol-togli. Ho chiesto a Maurizio Ferraris2 di venire a Napoli a tenere una sua lectio magistralis su “Architettura e documentalità”, fondamental-

1. Labont, dal 1999, Laboratorio di Ontologia, Dipartimento di Filosofi a, Università di Torino, web site: www.labont.it.

2. Una domenica dopo aver letto il suo ultimo saggio – non avendo ancora il piacere di conoscerlo – gli ho scritto una mail intravedendo dei ‘nessi’ e prospettandogli alcune ‘deduzioni’ particolarizzate alla nostra disciplina a partire dalle sue teoresi e da lì è iniziato un fi tto epistolario che ha portato all’incontro i cui contenuti sono confl uiti in questo libro.

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12 LASCIAR TRACCE: DOCUMENTALITÀ E ARCHITETTURA

mente per aver letto alcuni suoi scritti recenti e meno recenti a partire, ‘nestorianamente’, da due estremi: Tracce del 1983 e Documentalità del 2009. Due lavori, come egli stesso afferma, che testimoniano un ‘prima’ e un ‘dopo’ della sua rifl essione, un ‘prima’ e un ‘dopo’ che segnano la sua ‘svolta ontologica realista’ che può essere sintetizzata in una presa di distanze dall’assunto nietzschiano: «Non esistono fatti ma solo interpretazioni» o come direbbe Kant «rappresentazioni». La ‘svolta’ di Ferraris – che è l’evoluzione della sua rifl essione fi losofi ca – tende innanzitutto ad un “ritorno alle cose stesse”: per usare le parole di Husserl, un ritorno al τί ἐςτι (Ti estì ?) al “che cos’è?” o meglio, come a lui piace dire, a “quello che c’è”. Si tratta cioè di un ritorno all’Ontologia3 e quindi alla possibilità, anche, di una tassonomica clas-sifi cazione degli oggetti, siano essi “naturali”, “ideali” o “sociali” – e per questi ultimi c’è il suo contributo ‘innovativo’ – e del rapporto, aspetto questo tutt’altro che secondario, tra queste classi di oggetti ed i soggetti. Proprio in questa posizione ‘razionale’, nel voler ordinare in qualche modo non solo i fenomeni ma anche il nesso che c’è tra l’in-dagine dei fenomeni e la loro ‘presa d’atto’ più che la loro conoscenza (in questo Ferraris fa una distinzione importante tra Ontologia ed Epi-stemologia), mi è parso di trovare un piano di stringente ed essenziale affi nità con la nostra antica disciplina. L’Architettura parte da teorie e principî (supporto ideale specifi co) perché non è solo un’applicazione tecnica di alcune conoscenze o una asettica attuazione di alcune pro-cedure ma parte da nomoi, da norme sulle quali cerca di fondarsi: nel lessico di Ferraris potremmo dire che anche se queste teorie vengono scritte su un supporto ideale e non materiale tuttavia esistono allo stes-so modo. L’architettura, che pur muove dai principia, in defi nitiva pro-duce exempla, produce degli oggetti concreti, ‘immanenti’ tracce, che sono delle “iscrizioni particolari”: forme reali ancorché pre-viste, che divengono in re specifi ci documenti “inscritti nelle pietre”. Il supporto generale dell’architettura è la città che è il luogo dove vengono accolti e radunati questi oggetti concreti: da iscrizioni nelle pietre a iscrizioni nella città aspirando a realizzare quel passaggio – spesso evocato – tra Documento e Monumento (supporto reale specifi co).

3. Cfr. M. Ferraris (a cura di), Ontologia, Napoli, Guida 2003.

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13PRESENTAZIONE

Ma questa constatazione di consonanza e di affi nità possibi-le induce ad una rifl essione più generale sul rapporto tra discipline diverse, e nel merito, sul rapporto non sempre fertile e progressivo tra architettura e fi losofi a, o meglio tra architettura ed estetica4. La cultura architettonica italiana e non solo italiana, infatti, nel secolo scorso ha intrattenuto parecchie liaison con il pensiero contempora-neo, producendo su questo terreno tante traduzioni, spesso a-critiche, parecchi tradimenti e parecchie infatuazioni spesso fi nite in grandi delusioni. Penso ad esempio agli scambi e ai debiti contratti da alcuni maestri: tra Mies van der Rohe e Romano Guardini, passando per una grande e sapiente lettura di Sant’Agostino; tra Ernesto Nathan Rogers e Dewey; tra il nostro Pane e Benedetto Croce e un certo idealismo crociano; tra Gregotti – che è forse tra i più attenti a questo tipo di relazioni – e Adorno o Husserl per il tramite di Antonio Banfi e Enzo Paci; tra Grassi – che è un altro nostro importante teorico – e Lukács e prima di tutti Carnap5; tra Aldo Rossi e Lèvi-Strauss e gli strutturalisti e i formalisti russi; di molti altri con Heidegger, De-leuze, Barthes, Foucault; fi no appunto ai recenti e “tortuosi” rapporti tra Tschumi/Eisenman e Derrida6 e la sua ‘decostruzione’ tradotta – a mio avviso – troppo frettolosamente sub specie architecturae.

4. Sul rapporto fi losofi a/estetica e architettura si vedano R. Scruton, The Aesthetics of Architecture, Princeton University Press, Princeton 1979; G. Pigafetta, Estetica dell’architettura, Alinea, Firenze 1984; P. Panza (a cura di), Estetica dell’architettura, Guerini Editore, Milano 1996; R. Masiero, Estetica dell’architettura, Il Mulino, Bologna 1999; E. Rocca, Estetica e architettura, Il Mulino, Bologna 2008; A. Sichenze, Architettura vs Nichilismo, Mimesis, Milano 2011; D. Cantone, L. Taddio, L’affermazione dell’architettura. Una rifl essione introduttiva, Mimesis, Milano 2011.

5. Il libro del 1967 di Giorgio Grassi La costruzione logica dell’architettura, non è altro che una traslitterazione di La costruzione logica del mondo di Rudolf Carnap (R. Carnap, Der logische Aufbau der Welt, Scheinprobleme in der Philosophie. [1928], tr. it., La costruzione logica del mondo Pseudoproblemi nella fi losofi a, intr. E. Severino, Unione tipografi co-editrice torinese, Torino 1967).

6. J. Derrida, Talking about Writing: (with Peter Eisenman), in: «ANYONE» Vol. 1, No. 0, 1993, pp. 18-21; J. Derrida – P. Eisenman, Chora L Works: Jacques Derrida and Peter Eisenman, Jeffrey Kipnis & Thomas Leeser (Editors), Monacelli, New York 1997; J. Derrida, Adesso l’architettura, a cura di F. Vitale, Scheiwiller, Milano 2008.

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14 LASCIAR TRACCE: DOCUMENTALITÀ E ARCHITETTURA

Ma qual è la questione in questa mole di scambi, di relazioni a distanza o di sovrapposizioni? Dal mio punto di vista il rapporto tra discipline7 in genere – e tra queste due in particolare – può essere e deve essere produttivo se avviene – come ha lucidamente rilevato lo stesso Gregotti8 – su “territori di confi ne”, sul limes, sulla lira che in termini sacrali al tempo stesso separa ed unisce – congiunge – “campi di pertinenza” differenti e non confondibili: senza indurre in tal modo a indebite e frettolose trasposizioni e translitterazioni. Tradurre dei ‘pezzi’ o frammenti di ragionamento che stanno in una disciplina in un’altra senza capirne e contestualizzarne opportuna-mente le valenze rischia di avere poco senso. Credo, infatti, che l’ar-chitettura, oltre che un’arte, sia anche una disciplina umana e non una mera Tecnica. Le Discipline Umane9 per non diventare come le Tecno-scienze – e quindi scadere in “specialismi autologici e autore-ferenti” – devono porsi con urgenza il problema di una ricaduta più generale e olistica delle loro risultanze particolari riconoscendo la necessità essenziale di stabilire scambi, travasi e confronti dialettici con altri “selezionati e consapevoli punti di vista” sul Mondo e sulla Realtà: cioè su quello che i greci chiamavano la Theoria10, che è appunto osservazione/visione ed interpretazione.

7. Una disciplina a sua volta si defi nisce per aver circoscritto il suo campo di pertinenza e quindi poi lo strumentario che mette in campo per indagarlo. Si veda in tal senso M. Foucault, L’ordine del discorso, Einaudi, Torino 1976.

8. V. Gregotti, Arte e Architettura un matrimonio in tilt, 2004; Id., Dentro l’architettura, Bollati Boringhieri, Torino 1991; Id., L’architettura del realismo critico, Laterza, Roma-Bari 2004.

9. J. Habermas, Zur Logik der Sozialwissenschaften, Tübingen 1967 (tr. it.: Logica delle scienze sociali, il Mulino, Bologna 1970); M. Hollis, The Philosophy of social sciences: An introduction, Cambridge ed., Mass., 1994.

10. Sulla nozione di Theoria si vedano B. Snell, Die Entdeckung des Geistes. Studien zur Entstehung des europäischen Denkens bei den Griechen. Hamburg 1946, tr. it. La cultura greca e le origini del pensiero europeo, tr. di V. Degli Alberti e di A. Marietti Solmi, Einaudi, Torino 2005; K. Kerény, Antike Religion [1971], tr. it. Religione antica, Adelphi, Milano 2001; S. Natoli, Parole della fi losofi a o dell’arte di meditare, Feltrinelli, Torino 2004; E. Severino, Tecnica e architettura, a cura di R. Rizzi, Cortina, Milano 2003. Sulla Theoria dell’architettura si vedano A. Rossi, Architettura per i Musei [1966] in AA. VV., Teoria della progettazione

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15PRESENTAZIONE

Ma allora, in tal senso è lecito chiedersi: la Filosofi a stricto sen-su è una disciplina orientata11 come potrebbe essere la chimica o la fi sica delle particelle o la biologia molecolare? O piuttosto è com-plessivamente – nelle sue articolazioni – una “educazione al pensa-re”, un “amore della conoscenza” in termini universali e non parti-colari, una faticosa “indagine sulla condizione umana” soggettiva e collettiva che è utile più di altre pratiche e articolazioni dello Scibile a decifrare e orientare più profondamente la nostra condizione ed il nostro operare?

Il fatto “documentato” che, dal X libro della Repubblica di Pla-tone12, il Tékton entri nella terminologia fi losofi ca (quando parla del falegname), il fatto che Kant13 intitoli una parte dei sui scritti “l’Ar-chitettonica” passando per la “questione della Tecnica” e le rifl es-sioni sul Raum di Heidegger14 (che mi sembrano veramente quelle più interessanti per il nostro specifi co), sino all’interesse dimostrato

architettonica, intr. di G. Samonà, Dedalo, Bari 1968; A. Monestiroli, L’architettura della realtà, Clup, Milano 1979 et Id., La metopa e il triglifo. Nove lezioni di architettura, Laterza, Roma-Bari 2002; V. Ugo, I luoghi di Dedalo. Elementi teorici dell’architettura, Dedalo, Bari 1991; F. Purini, Comporre l’architettura, Laterza, Roma-Bari 2000; R. Rizzi, Il daímon di architettura. Theoría-eresia, Pitagora, Firenze 2006; R. Capozzi, Circolarità ermeneutica tra Theoria e praxis nel progetto di architettura, in «Op. cit.» Rivista quadrimestrale di selezione della critica d’arte contemporanea, rivista diretta da R. De Fusco, n. 141, maggio 2011.

11. Secondo Roberto Casati la Filosofi a è ‘arte’ che dirime i confl itti tra concetti cfr. R. Casati, Prima lezione di Filosfi a, Laterza, Roma-Bari 2010, p. 7.

12. Platone, Πολιτεία , [597d ss], M. Vegetti, Introduzione a Platone, La Repubblica, BUR, Milano 2007.

13. F. Papi, Filosofi a e architettura. Kant, Hegel, Valéry, Heidegger, Derrida, Ibis (coll. Minimalia), Como-Pavia 2001, p. 20; G. Garelli, La teleologia secondo Kant. Architettonica, fi nalità, sistema (1781-1790), Pendragon, Bologna 1999; H. Hohenegger, Kant, fi losofo dell’architettonica. Saggio sulla critica della facoltà di giudizio, EditoreQuodlibet, Macerata 2004; Si veda inoltre il saggio di W.A. Noebel, ...lingua, grammatica, tettonica, in R. Capozzi, F. Visconti (a cura di), Walter A. Noebel. Architetture per la Città, ESI, Napoli 2008, pp. 11-14.

14. M. Heidegger, Die Frage nach der Technik [1953] tr. it., La questione della tecnica, in Id., Saggi e discorsi, a cura di G. Vattimo, Mursia, Milano 1976; Id., Die Kunst und der Raum (ed. it. L’arte e lo spazio, Melangolo, Genova 1979).

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da Ferraris a discutere con noi, ebbene forse tutto questo non è un caso ma appunto una conferma delle numerose e complesse affi nità e dell’esistenza di questo ‘terreno fertile’ di scambio. Un luogo del “pensiero e del confronto” in cui la fi losofi a e il fi losofo – come ha rilevato Roberto Casati15 – si pongono delle «domande su una certa disciplina cui la disciplina stessa non saprebbe rispondere con i soli propri mezzi». Tali risposte, trovate a partire da un punto di vista più generale, possono consentire alla disciplina dell’Architettura di pro-gredire nelle sue specifi che ed autonome indagini sulla realtà e sul mondo. In questo senso potrebbe valere esemplarmente la nozione Heideggeriana di “apertura-di-un-mondo”, da intendersi come una luce (Lichtung) che rischiara i nessi fondamentali e continui tra la Theoria (Filosofi a) e l’Arte (Architettura).

15. Cfr. R. Casati, op. cit., p. 149.

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MAURIZIO FERRARIS

LECTIO

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BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO

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1974.D. Cantone, L. Taddio, L’affermazione dell’architettura. Una rifl essione

introduttiva, Mimesis, Milano 2011.R. Capozzi, Circolarità ermeneutica tra Theoria e praxis nel progetto di

architettura, in «Op. cit.» Rivista quadrimestrale di selezione della critica d’arte contemporanea, diretta da R. De Fusco, n. 141, maggio 2011.

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86 LASCIAR TRACCE: DOCUMENTALITÀ E ARCHITETTURA

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Collana Nuovo RealismoCollana diretta da Mario De Caro e Maurizio Ferraris

1. Quentin Meillassoux, Dopo la fi nitudine. Saggio sulla necessità della contingenza

2 Maurizio Ferraris, Lasciar tracce: documentalità e architettura3 Frederick Peter Strawson, Individui. Saggio di metafi sica descrittiva

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