Unità 10 ❚ NAUTILUS ❚ Corsi-Costagli, © SEI 2011 Per saperne di più Teorie evolutive dopo Darwin. L’evoluzione del cavallo Negli anni compresi tra il 1937 e il 1950, alcuni studiosi ten- tarono di unificare le conoscenze della genetica con la teoria dell’evoluzione di Darwin. Il risultato fu una nuova teoria che va sotto il nome di sintesi moderna dell’evoluzione o neo- darwismo e che può essere riassunta nei seguenti punti. Le mutazioni e la riproduzione sessuale assicurano ❚ varia- bilità genetica alla popolazione. La popolazione di una specie può essere considerata ❚ come un insieme di geni (alleli ) la cui frequenza si man- terrebbe costante se non intervenissero le mutazioni (che originano nuovi alleli) e la selezione naturale, che favorisce gli alleli che esprimono i caratteri (fenotipi ) più vantaggiosi. Gli alleli che esprimono caratteri favorevoli andranno così ❚ diffondendosi sempre di più nella popolazione di quella specie, mentre gli alleli che esprimono caratteri svantag- giosi verranno a poco a poco eliminati. A quel punto, la popolazione sarà tutta composta da indivi- dui “nuovi”, più efficienti e adatti a vivere in quell’ambien- te: si sarà così originata una nuova specie (o una nuova varietà) che sostituisce la precedente. Se la teoria di Darwin riesce a spiegare bene i cambiamenti di frequenza degli alleli che avvengono in tempi abbastanza brevi all’interno di una stessa specie (la cosiddetta micro- evoluzione), non riesce però a spiegare i cambiamenti di portata maggiore, quelli che hanno portato alla separazio- ne di generi, famiglie, ordini e classi e che vengono detti macroevoluzione. I fossili in questo non sempre ci aiutano: molto spesso acca- de che in strati sedimentari successivi si trovino i resti di una specie che rimane invariata o subisce pochissime variazioni per milioni di anni e poi improvvisamente compaiono nuo- ve specie con importanti modifiche strutturali, senza che vi siano forme intermedie tra l’una e le altre. Sembra cioè che l’evoluzione proceda lentamente per lunghi periodi e poi faccia dei “salti” improvvisi, dando origine a nuove specie. frequenza in statistica, indica il numero di volte che un fenomeno si verifica, sul totale dei casi. Si esprime come rapporto o come percentuale. i È stato trovato un “anello di congiunzione” tra i rettili e gli uccelli, l’Archaeopteryx, ma non sono stati trovati fossili intermedi che testimonino il passaggio dagli organismi acquatici come i pesci, ai primi anfibi che conducevano anche vita terrestre. Anche nell’evoluzione di alcuni molluschi gasteropodi si assiste a bruschi salti da una specie all’altra e non sono stati trovati fossili intermedi. 1/2