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Pneumologia - primulaedizioni.it · A. Turchetta, R. Cutrera, M. Verini ... ca, wheezing ricorrente, stridore laringeo, displasia broncopolmonare. Accettato per la pubblicazione il

Feb 15, 2019

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Organo ufficiale della Società Italiana per le Malattie RespiratorieInfantili (SIMRI)

Volume 6, n. 22 - Giugno 2006Spedizione in A.P. - 45%art. 2 comma 20/blegge 662/96 - N. 1047 del 12/07/2002 - PisaReg.Trib. PI n. 12 del 3 giugno 2002

Direttore scientificoBaraldi Eugenio (Padova)

Codirettori scientificiRusconi Franca (Firenze)Santamaria Francesca (Napoli)

Segreteria scientificaCarraro Silvia (Padova)

Comitato editorialeBarbato Angelo (Padova)Bernardi Filippo (Bologna)Cutrera Renato (Roma)de Benedictis Fernando Maria (Ancona)Peroni Diego (Verona)Rusconi Franca (Firenze)Santamaria Francesca (Napoli)Tripodi Salvatore (Roma)

Gruppo Allergologiacoord. Pajno Giovanni (Messina)

Gruppo Disturbi respiratori nel sonnocoord. Brunetti Luigia (Bari)

Gruppo Educazionecoord. Indinnimeo Luciana (Roma)

Gruppo Endoscopia bronchiale e delle Urgenze respiratoriecoord. Midulla Fabio (Roma)

Gruppo Fisiopatologia respiratoriacoord.Verini Marcello (Chieti)

Gruppo Riabilitazione respiratoriacoord.Tancredi Giancarlo (Roma)

Direttore responsabileBaraldi Eugenio (Padova)

© Copyright 2006 by Primula Multimedia

EditorePrimula Multimedia S.r.L.Via G. Ravizza, 22/b56121 Pisa - Loc. OspedalettoTel. 050 9656242; fax 050 3163810e-mail: [email protected]

Redazione Minuti Angela

Realizzazione EditorialePrimula Multimedia S.r.L.

StampaLitografia VARO - San Giuliano Terme (PI)

PneumologiaPediatrica

Editoriale5

View point

Lo studio della funzionalità respiratoria

nei primi due anni di vita6

Lung function tests during the first two years of lifeA. Dotta, F. Calzolari, A. Turchetta, R. Cutrera, E. Lombardi

Lo studio della funzionalità respiratoria

in età prescolare 16

Lung function testing in preschool childrenE. Lombardi, A. Boccaccino, D. Peroni, G. Tancredi, A. Turchetta, R. Cutrera, M. Verini

La spirometria nel bambino collaborante33

Spirometry in cooperating childrenS. La Grutta

I volumi polmonari statici nella valutazione della

funzionalità respiratoria nel bambino collaborante42

Pulmonary static volumes in respiratory function evaluation of cooperating childrenM. Verini, E. Lombardi, A. Nicodemo, C. Spagnolo

La responsività bronchiale farmacologica53

Pharmacological bronchial responsivityM. Verini, A. Nicodemo, A. D’Arcangelo S. Di Pillo, E. Lombardi

Le prove da sforzo65

Exercise testsG. Tancredi, A. Turchetta

Congressi72

Congresses

IV Corso Teorico-Pratico di Broncoscopia

in Età Neonatale e Pediatrica73

Articoli del prossimo numero77

Forthcoming articles

INDICE SUMMARY

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5EditorialeView point

Dal sogno alla realtà: possiamo misurare la funzionalità respiratoria dal neonato all’adolescente!

È di Lord Kelvin (1824-1907), uno dei maggiori fisici di tutti i tempi, l’affermazione “se non sei in gradodi misurare non potrai migliorare ciò che stai facendo”. Forse si riferiva anche alla funzionalità respiratoria!

La misura della funzionalità respiratoria è infatti parte essenziale e integrante per l’inquadramento cli-nico-funzionale del bambino con problemi respiratori e di recente, grazie allo sviluppo di nuove tecnicheper il bambino non collaborante, il “periodo buio” della pneumologia pediatrica, quello in cui al di sotto dei5 anni non si potevano fare misure oggettive della funzionalità respiratoria, è stato finalmente superato.

Gli argomenti trattati in questo fascicolo includono i test classici come la spirometria, la misura dei volumipolmonari, i test di broncoprovocazione e le più recenti tecniche applicabili nel bambino non collaborante.

Senza dubbio l’asma è la malattia con la quale più frequentemente ci confrontiamo e per la quale leLinee Guida internazionali raccomandano, per un adeguato inquadramento e monitoraggio, la valutazio-ne della funzionalità respiratoria. Purtroppo è ben noto come, sia in Italia che in Europa, il monitoraggiostrumentale è sotto-utilizzato e non più del 50% dei bambini asmatici ha fatto una valutazione della fun-zionalità respiratoria dopo la diagnosi di malattia asmatica. In realtà, la funzionalità respiratoria dovrebbeessere misurata periodicamente in modo che un suo deterioramento possa essere individuato precoce-mente e trattato adeguatamente. Il presente fascicolo, preparato da persone con riconosciuta esperien-za nel campo della fisiopatologia respiratoria pediatrica, si inserisce molto bene in questo contesto e per-mette al lettore di aggiornarsi in maniera ampia e dettagliata sulle tecniche per misurare la funzionalitàrespiratoria nel bambino.

L’articolo di Andrea Dotta et al. ci conduce attraverso il percorso non ancora facile dei test di funzio-nalità respiratoria nel bambino al di sotto dei 2 anni di vita, sottolineando come le recenti innovazioni tec-nologiche permettano oggi lo studio della funzionalità polmonare anche in neonati con peso molto basso.

L’articolo di Enrico Lombardi et al. sulla funzionalità respiratoria nel bambino in età prescolare ci guidaall’applicazione della Misura delle Resistenze Respiratorie a Volume Corrente (Rint) nella pratica clinica.Questa metodica offre una buona fattibilità e ripetibilità e rappresenta una tappa importante nella valu-tazione funzionale dei bambini non ancora in grado di effettuare la spirometria.

Per quanto riguarda i bambini collaboranti, Stefania La Grutta et al. ci portano un esauriente aggior-namento sulla spirometria mentre Marcello Verini et al. ci aggiornano su indagini classiche di fisiopatolo-gia respiratoria: la misura dei volumi polmonari e della responsività bronchiale.

Infine Giancarlo Tancredi e Attilio Turchetta fanno il punto sul test da sforzo cardiopolmonare.La misura della funzionalità respiratoria anche nei bambini più piccoli è oggi una realtà. Le nuove bar-

riere da superare sono ora un maggiore utilizzo sul territorio dei test spirometrici più semplici e la diffu-sione delle metodiche per non collaboranti in tutti i centri di Pneumologia Pediatrica.

Una più ampia applicazione di queste metodiche ci permetterà di avere una migliore definizione del-l’evoluzione e della storia naturale delle malattie respiratorie del bambino nel tempo che, auspichiamo, ciaiuterà a migliorare l’approccio diagnostico-terapeutico ai nostri piccoli pazienti.

Buona lettura!

Eugenio Baraldie-mail: [email protected]

Pneumologia Pediatrica 2006; 22: 5

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Introduzione

I recenti progressi tecnologici e le nuove cono-scenze in termini di processi molecolari ed analisidei gas espirati hanno permesso lo sviluppo dimetodiche sempre più avanzate per lo studio dellafunzionalità respiratoria dall’epoca neonatale,anche in neonati con peso alla nascita estrema-mente basso, fino all’adolescenza.Vi sono numerosi fattori di ordine anatomo-fun-zionale, per cui i test di funzionalità respiratoria nelneonato e nel lattante non possono essere unasemplice riproduzione dei test eseguiti nei soggetticollaboranti. Le peculiarità sono riportate nellatabella 1 e si riferiscono principalmente allo svilup-po del sistema respiratorio, a differenze nel con-trollo del respiro, nel calibro e nella struttura dellevie aeree superiori ed inferiori, nella struttura della

gabbia toracica, nelle caratteristiche dei muscolirespiratori e del parenchima polmonare (1).Recentemente sono state introdotte nuove tecno-logie che hanno permesso una misurazione piùaccurata anche di volumi e flussi respiratori estre-mamente ridotti e molti sforzi sono stati compiutinel rendere sempre più accessibili le tecnologieapplicabili al letto del paziente od in ambulatorio.Negli ultimi 10 anni lo studio della funzionalità respi-ratoria nelle prime epoche della vita ha consentitodi migliorare sensibilmente le conoscenze sui fatto-ri che incidono maggiormente sullo sviluppo dellafunzione respiratoria con particolare riguardo a:1. gli effetti nocivi del parto pretermine anche inassenza di patologia polmonare e di sostegnoventilatorio alla nascita, del ritardo di crescita

Andrea Dotta1, Flaminia Calzolari1, Attilio Turchetta2, Renato Cutrera3, Enrico Lombardi4

1 UOC Terapia Intensiva Neonatale, Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”, Roma; 2 Dipartimento diMedicina Pediatrica, Broncopneumologia, U.O.S. Fisiopatologia Respiratoria - Ospedale Pediatrico“Bambino Gesù”, Roma; 3 UOC Broncopneumologia, Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”, Roma; 4

Servizio di Broncopneumologia, Centro di Allergologia e Broncopneumologia, Ospedale Pediatrico“Anna Meyer”, Firenze

6

Lo studio della funzionalità respiratoria nei primi due anni di vita

Lung function tests during the first two years of life

Parole chiave: test di funzionalità respiratoria nel lattante, capacità funzionale residua, compressione rapida toraco-addominale

Key words: infant lung function tests, functional residual capacity, rapid thoraco-abdominal compression

Riassunto. Lo studio della funzionalità respiratoria nel neonato e nel lattante viene ancora eseguito in centri specializzati, tut-tavia le tecniche a disposizione sono in continuo sviluppo e molte di esse possono essere eseguite già al letto del paziente. Inquesto articolo vengono trattate le seguenti tecniche: misurazione della curva flusso-volume (F/V) a volume corrente, studiodella meccanica respiratoria, misurazione della curva F/V con manovre forzate, pletismografia corporea e misurazioni dellacapacità funzionale residua (FRC) e dell’omogeneità della ventilazione mediante le tecniche di diluizione dei gas.Tutte queste metodiche necessitano l’esecuzione durante il sonno, che comunque deve essere indotto solo nei test più lunghie complessi. Le indicazioni cliniche ricavabili dai suddetti test si riferiscono soprattutto a neonati e lattanti affetti da fibrosi cisti-ca, wheezing ricorrente, stridore laringeo, displasia broncopolmonare.

Accettato per la pubblicazione il 27 aprile 2006.

Corrispondenza: Dott. Andrea Dotta, Divisione Terapia Intensiva Neonatale, Ospedale “Bambino Gesù”,Largo Sant’Onofrio 4 - 00100 Roma; e-mail: [email protected]

Pneumologia Pediatrica 2006; 22: 6-15

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Lo studio della funzionalità respiratoria nei primi due anni di vita 7

intrauterino, e dell’esposizione pre- e post-nata-le al tabacco;2. la storia naturale di patologie quali la fibrosi cistica,la displasia broncopolmonare e l’asma bronchiale;3. lo sviluppo polmonare in seguito a patologierespiratorie neonatali (2-6).La maggiore diffusione dei test di funzionalitàrespiratoria anche in soggetti al di sotto dei dueanni di vita ha richiesto la stesura, da parte delleprincipali Società scientifiche internazionali, diLinee Guida che garantissero il grado di sicurezza,documentazione, igiene, precisione e riproducibili-tà (7); pertanto ogni test deve essere eseguitosecondo queste indicazioni.Questo articolo illustra le varie metodiche appli-cabili nel bambino al di sotto dei due anni di vita,quando cioè una sua collaborazione non è possi-bile ed è quindi necessario eseguire i test duranteil sonno quieto, che, a seconda della durata e dellatipologia del test, potrà essere spontaneo odindotto farmacologicamente (in genere con idrato

di cloralio 50-100 mg/Kg). In particolare trattere-mo di:1. misurazione della curva flusso-volume a volumecorrente;2. meccanica respiratoria;3. misurazione della curva flusso-volume conmanovre forzate;4. pletismografia corporea;5. misurazioni della capacità funzionale residua edella omogeneità della ventilazione mediante letecniche di diluizione dei gas.

Misurazione della curva flusso-volume a volume corrente

La prima valutazione nei test di funzionalità respi-ratoria riguarda lo studio della curva flusso-volu-me (F/V) a volume corrente. Questo test nonrichiede generalmente la sedazione del bambino epuò quindi essere eseguito nel sonno spontaneoo, in alcuni casi, anche in veglia. L’osservazione

Tabella 1 Peculiarità anatomo-funzionali del sistema respiratorio del neonato e del lattante. Modificata da (1).

Caratteristiche Basi anatomo-funzionali

↑ Metabolismo ↑ Consumo di ossigeno

↑ Rischio di apnea Immaturità del controllo del respiro

↑ Resistenze delle vie aeree

↑ Resistenza vie aeree superiori Respirazione nasale

Lingua più grande

↓ Calibro delle vie aeree

↑ Collassabilità delle vie aeree (↓ tono dei muscoli faringei,

↑ compliance delle vie aeree superiori)

↑ Resistenza vie aeree inferiori ↓ Calibro delle vie aeree

↑ Collassabilità

↑ Compliance della parete delle vie aeree

↓ Elastic recoil

↓ Volume polmonare ↓ Numero di alveoli

Mancanza di una ventilazione collaterale

↓ Efficienza dei muscoli respiratori ↓ Efficienza del diaframma

↓ Efficienza dei muscoli intercostali

↑ compliance della gabbia toracica

Inserzione orizzontale delle coste

↓ Resistenza dei muscoli respiratori ↑ Frequenza respiratoria

↓ Fibre muscolari di tipo-1 resistenti allo sforzo

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della forma della curva flusso-volume può già aiu-tare l’interpretazione di eventuali ostacoli al flussodi aria lungo le vie aeree. Nel soggetto normale lacurva F/V ha una forma rotondeggiante od ovale,mentre i pazienti con ostruzione delle vie aereeintratoraciche presentano nella fase espiratoriauna rapida salita fino al picco di flusso espiratorio,seguita da una più lenta caduta del flusso nellaseconda fase dell’espirio; al contrario pazientiaffetti da ostruzione a carico del laringe o dellatrachea presentano rispettivamente una faseinspiratoria ed espiratoria piatta (8).Il test viene eseguito attraverso una mascherinacompletamente aderente alla faccia del bambinoe collegata ad uno pneumotacografo; fino a pochianni fa lo pneumotacografo più utilizzato eraquello di Fleisch (capillare), mentre più recente-mente è stato introdotto un misuratore di flussoad ultrasuoni che appare più sensibile e più resi-stente, oltre a richiedere manovre di calibrazionepiù semplici (9).La valutazione richiede l’adeguata accuratezza perridurre al minimo lo spazio morto e le resistenzeaggiuntive delle apparecchiature; è inoltre neces-sario considerare da un minimo di 5 ad un massi-mo di 50 respiri regolari e privi di artifizi tecnici.Il bambino, respirando a volume corrente, generaun flusso d’aria che entra nel circuito come flussodi tipo laminare. Il circuito offre una resistenzaminima e costante al passaggio dell’aria inspirataed espirata dal piccolo paziente. Sapendo che ilflusso deriva dal volume nell’unità di tempo (F=V/T) si può così calcolare il volume di aria, ovve-ro il volume corrente del nostro paziente. Lacurva F/V (loop) che si viene così a generare riflet-te lo stato dei volumi polmonari e delle vie aereedurante il ciclo respiratorio. Questa altro non è

che la rappresentazione grafica di un intero ciclorespiratorio, dove il flusso è riportato sull’assedelle ordinate e il volume sull’asse delle ascisse(Figura 1).Fisiologicamente il volume corrente inspiratoriodeve corrispondere a quello espiratorio, ovverotanta aria entra nell’apparato respiratorio, tantane deve uscire.Al termine della misurazione della curva F/V avolume corrente è possibile ottenere i seguentiparametri:1. Volume corrente (VT): definisce la quantità diaria che entra ed esce dalle vie respiratoriedurante un respiro tranquillo. I valori di questoparametro vengono sempre rapportati al pesodel bambino, ed espressi in ml/kg (valori normali:6-10 ml/kg). Circa il 30% di questo volume rima-ne all’interno delle vie aeree senza partecipareagli scambi gassosi con il sangue (spazio mortoanatomico) e viene chiamato Volume dello spaziomorto (VD).2. Frequenza respiratoria (FR): è il numero di attirespiratori eseguiti in un minuto.3. Volume minuto (VE): corrisponde al prodottodel volume corrente per la frequenza respiratoriae indica il volume di gas respirato in un minuto. Isuoi valori vengono espressi in ml/min o inml/min/kg.4.Tempo inspiratorio (Ti): tempo impiegato per lafase inspiratoria.5.Tempo espiratorio (Te): tempo impiegato per lafase espiratoria.6.Tempo totale (Ttot): durata del ciclo respiratorio.7. Picco inspiratorio ed espiratorio di flusso(PTEF; PTIF): picco massimo di flusso aereo rag-giunto durante la fase inspiratoria ed espiratoria.8. Tempo di picco espiratorio di flusso (tPTEF):tempo, espresso in secondi, dall’inizio della faseespiratoria al picco di flusso espiratorio.9. tPTEF/Te: rapporto fra il tempo necessario perraggiungere il picco di flusso espiratorio e iltempo espiratorio totale.10.TEF75,TEF50,TEF25: flusso espiratorio quandoancora il 75%, 50%, 25% di aria è presente nellevie respiratorie.La curva F/V, quindi, consente di valutare la funzio-nalità dell’apparato respiratorio. Fisiologicamente illoop deve avere una forma arrotondata sia in faseinspiratoria che in fase espiratoria. Qualora ci sianoinvece alterazioni della ventilazione meccanica,possiamo distinguere diversi tipi di curva F/V che

Dotta, et al.8

Figura 1 Parametri misurati nella curva flusso-volume.

PTEF

PTIF

VPTEF

Volume

Flus

so

TEF50Exp

InspTIF50

0,75 0,5VT

0,25 0,1

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ci orientano verso patologie restrittive o ostrutti-ve, intra- e/o extratoraciche e ci forniscono indi-cazioni sulla loro gravità.Le patologie di tipo restrittivo vengono rappresen-tate da curve ovoidali, strette, indice di un flussonormale, ma di un volume corrente diminuito.Inoltre in queste si verifica un aumento della fre-quenza respiratoria (Figura 2e).Le patologie ostruttive sono invece quanto maidiverse l’una dall’altra in dipendenza dalla sede diostruzione. In comune hanno tutte però un volu-me corrente conservato ed una riduzione delflusso (Figura 2bcd).

Meccanica respiratoria

La valutazione della meccanica respiratoria com-prende la misurazione della compliance, delle resi-stenze e della costante di tempo del sistema respi-ratorio (10).La compliance è definita come la variazione divolume ottenuta mediante una variazione di pres-sione (∆V/∆P). La compliance dell’intero sistemarespiratorio (Crs) include la compliance della gab-bia toracica (chest wall compliance, Ccw) e la com-pliance polmonare (lung compliance, Cl).Le resistenze sono date dal cambiamento di pres-sione diviso il cambiamento di flusso (∆P/∆V’).Anche in questo caso le resistenze dell’interosistema respiratorio (Rrs) rappresentano lasomma delle resistenze delle vie aeree, del paren-chima polmonare e della gabbia toracica. Nel neo-nato e nel lattante la maggior parte delle Rrs èdeterminata dalle prime vie aeree.Viene definito costante di tempo il prodotto Crs xRrs; la costante di tempo espiratorio rappresenta il

tempo necessario per ottenere una riduzione divolume del 63%.È importante ricordare che nel neonato circa l’80%della compliance totale del sistema respiratorio èdovuto alla compliance polmonare e solamente un20% circa alla compliance della gabbia toracica, quin-di la curva pressione-volume è fondamentalmenteespressione dell’elasticità polmonare. La complianceviene inoltre definita dinamica (Cdyn), qualora i suoivalori vengano rilevati in condizioni dinamiche,ovvero in presenza di un flusso aereo. È proprioquesta che riflette meglio le caratteristiche dell’ela-sticità polmonare e viene visualizzata mediante undiagramma definito diagramma della compliancepolmonare che è rappresentato dalla curva pressio-ne-volume (P/V) (Figura 3a). Sull’asse delle ascisseritroviamo la pressione e sull’asse delle ordinate levariazioni del volume polmonare. Anche in questocaso si viene a creare un loop con una fase inspira-toria ed un’espiratoria a rappresentare l’intero ciclorespiratorio. La pendenza del loop varia in base allacompliance polmonare. Nelle patologie di tiporestrittivo, poiché l’espansione del parenchima pol-monare richiede pressioni più elevate del normale,la curva assume una pendenza minore (Figura 3b).Il contrario si verificherà ovviamente in condizioni dimaggiore distensibilità polmonare.È complesso misurare il grado di elasticità polmo-nare nei bambini piccoli non collaboranti a causadell’elevata frequenza respiratoria, della maggioredistensibilità della gabbia toracica e della variabilitàdei valori anche per piccoli movimenti. Per talimotivi ci si è uniformati nello standardizzare il valo-re della compliance dinamica ottenuta partendo daun volume di inizio inspirazione pari alla FRC(Capacità funzionale residua); in questo caso siparla di compliance specifica, i cui valori sono similinei neonati e negli adulti.

Tecniche di misurazione

La tecnica di misurazione più utilizzata nei bambi-ni non collaboranti è quella dell’occlusione singola(Single Occlusion Technique, SOT). Questa è in gradodi valutare la compliance totale del sistema respi-ratorio mediante una “espirazione passiva”. Lacompliance così misurata viene definita “statica”.La SOT può essere effettuata sia in pazienti inrespiro spontaneo che ventilati meccanicamente.L’esame consiste in un’occlusione delle vie aereedi durata pari a circa 0,2 sec applicata al termine

Lo studio della funzionalità respiratoria nei primi due anni di vita 9

Figura 2 Esempi di curve flusso-volume a volume corren-te: a, normale; b, ostruzione delle piccole vie aeree; c,ostruzione laringea; d, ostruzione delle vie aeree intratora-ciche; e, flusso espiratorio aumentato (bassa compliance).

Volume (ml)

Inspirazione

Espirazione

Flus

so(V

s)

a b c d e

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Dotta, et al.10

dell’inspirazione, mediante uno shutter posizio-nato fra la mascherina e lo pneumotacografo. Siottiene così un plateau di pressione corrispon-dente sia alla pressione elastica dell’apparatorespiratorio, sia a quella del volume polmonare;la pressione all’interno delle vie aeree corri-sponderà quindi a quella alveolare. L’occlusionedelle vie aeree attraverso la SOT stimola il rifles-so di Hering Breuer, mediato dal nervo vago, cherappresenta un meccanismo di difesa per preve-nire l’iperinsufflazione polmonare. Neuroni pre-senti nel bulbo ricevono infatti attraverso il vagoimpulsi provenienti dai recettori di stiramentopolmonari. Qualora i volumi polmonari risultinoaumentati, come in una inspirazione profonda, ilbulbo interrompe l’inspirazione, consentendoche si realizzi passivamente l’espirazione. Il ruolodi tale riflesso nell’ambito della respirazionetranquilla appare limitato, ma tanto maggioresarà il Ti tanto maggiore sarà lo stimolo per que-sto riflesso.L’espirazione passiva mediata dal riflesso diHering Breuer viene rappresentata in un graficoattraverso una curva flusso-volume. La penden-za della curva rappresenta la Costante di tempodel sistema respiratorio (Trs). L’intercetta dellalinea di regressione con l’asse delle ascisse rap-presenta il volume che si sarebbe raggiunto senon si fosse verificato uno sforzo inspiratorio,prima della cessazione dell’espirazione passiva.Se si divide il volume, derivato dall’intercetta

della linea di regressione con l’asse delle ascisse,per il livello di pressione delle vie aeree raggiun-to con l’occlusione (plateau), si ottiene la com-pliance del sistema respiratorio (Crs). L’intercettadella linea di regressione con l’asse delle ordina-te dà una stima della velocità del flusso all’aper-tura delle vie aeree: dividendo la pressione diocclusione per il valore del flusso si ottengono leresistenze del sistema respiratorio. Attraversoquesta metodica è quindi possibile calcolare ivalori di compliance, resistenze e costante ditempo del sistema respiratorio.L’esecuzione e l’interpretazione di questo esamerichiede, anche in questo caso, l’applicazione dicriteri standardizzati (10-12):1. la pendenza della curva di espirazione dovreb-be essere lineare e non bisogna tener contodella prima fase;2. l’espirazione passiva dovrebbe essere lineareper almeno il 40% della curva con un coefficienter2 >0,99 con il calcolo della regressione lineare;3. il plateau dell’occlusione dovrebbe durarealmeno 100 ms con una deviazione standard ouna variazione <0,1 cmH2O o <10 Pa;4. il pattern ventilatorio prima dell’occlusionedeve essere stabile (bambino in sonno quieto), evanno escluse delle perdite attraverso il sistema;5. durante l’occlusione non vi deve essere flussoaereo attraverso lo pneumotacografo;6. il volume estrapolato sull’intercetta dovrebbeessere <3 mL/Kg.

Figura 3 Curve pressione-volume: a, normale; b, con ridotta compliance.

Pressione (cm H2O)

Volu

me

(mL)

Inspirazione

Espirazione

aPressione (cm H2O)

Volu

me

(mL)

Inspirazione

Espirazione

b

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Misurazione della curva F/V conmanovre forzate

Le manovre di espirazione forzata dalla capacità pol-monare totale al volume residuo rappresentano laroutine nei test di funzionalità respiratoria nei sog-getti collaboranti. Poiché i lattanti ed i bambini noncollaboranti non sono in grado di svolgere determi-nate manovre sono state sviluppate due metodichebasate sulla compressione rapida toraco-addomina-le (Rapid Thoracoabdominal Compression, RTC)mediante un giacchetto gonfiabile che, applicandouna pressione dall’esterno, consente l’espirazioneforzata del polmone; la prima tecnica, si eseguedurante il respiro tranquillo a volume corrente (tidalRTC), la seconda viene eseguita partendo da un volu-me polmonare superiore al volume corrente otte-nuto mediante una manovra di insufflazione polmo-nare applicata prima della manovra di compressione(Raised Volume RTC, RVRTC).Il test richiede la sedazione del bambino general-mente mediante idrato di cloralio (50-100 mg/Kg).Il bambino deve essere messo in posizione supinae respirare attraverso una mascherina facciale benaderente al viso, connessa a sua volta ad uno pneu-motacografo a bassa resistenza, con ridotto spaziomorto, flusso laminare entro il range necessario perquesta tecnica (13-15) (Tabella 2). È necessariomonitorizzare durante l’intera procedura la satura-zione di ossigeno e la frequenza cardiaca. Una voltasedato, il bambino indossa un giacchetto gonfiabilecon la parete interna espandibile ed una pareteesterna rigida; questo deve coprire l’intera superfi-cie toraco-addominale, senza avvolgere le braccia,così da permettere una adeguata trasmissione dellapressione a livello intratoracico, senza tuttaviainterferire con la normale espansione della gabbiatoracica. Il giacchetto deve essere collegato ad unafonte di aria compressa e, durante la manovra di

compressione deve essere gonfiato alla pressionerichiesta con un plateau raggiunto entro 100 ms; lafrequenza minima di campionamento dei dati deveessere di 200 Hz (16).Durante il respiro tranquillo, a fine inspirazione, ilgiacchetto viene gonfiato determinando la com-pressione del torace del bambino con conseguenteespirazione forzata, simulando quindi la manovraeseguita volontariamente nei soggetti collaboranti.Questa procedura viene ripetuta più volte aumen-tando progressivamente il grado di compressionetoracica, finché il flusso espiratorio corrispondentealla capacità funzionale residua (V’maxFRC) nellacurva F/V non raggiunge i suoi valori massimi (Figura4). I criteri da considerare per ritenere valida unamisurazione con RTC sono i seguenti (16):1. un livello stabile di FRC per almeno 5 atti respi-ratori prima di eseguire la manovra di compres-sione toracica;2. il picco di flusso espiratorio deve essere rag-giunto rapidamente, cioè entro il 30% del volumecorrente del precedente respiro;3. assenza di artefatti dovuti alla chiusura dellaglottide;4. l’espirazione forzata deve continuare oltre ilvalore di FRC del precedente respiro a volumecorrente;5. non vi deve essere alcuna deriva nel segnale diflusso, cioè non vi devono essere perdite attraver-so la mascherina;6. devono essere eseguite almeno 3-5 curve vali-de per l’analisi.Il valore di V’maxFRC è considerato un parametroindicativo del grado di ostruzione delle vie aereeperiferiche ed è stato utilizzato in numerosi studi cli-nici ed epidemiologici, soprattutto in pazienti confibrosi cistica (17), displasia broncopolmonare(18, 19) e wheezing ricorrente (20).

Lo studio della funzionalità respiratoria nei primi due anni di vita 11

Tabella 2 Range di flusso utilizzati durante la misurazione della curva F/V a respiro corrente e con manovra for-zata in funzione del peso del bambino. Modificata da (15).

Range di flusso (ml/s)

Peso (kg) Tidal Breathing Tidal RTC Raised Volume RTC

<2 0-100 0-200 0-500

2-4 0-200 0-500 0-1000

4-10 0-300 0-1000 0-3000

10-15 0-500 0-1500 0-3000

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Le principali limitazioni di questa metodica sonorappresentate dall’elevata variabilità intra-sog-getto legata alla suscettibilità individuale in fun-zione dello stato di sonno, del grado di sedazio-ne, della frequenza respiratoria e della variabilitàdel calibro delle vie aeree nonché del fatto chel’espirazione forzata non viene preceduta daun’inspirazione massimale.Per ovviare a quest’ultimo problema è stata suc-cessivamente messa a punto una nuova metodi-ca per la misurazione del V’maxFRC che preve-de l’esecuzione della compressione toracoaddo-minale dopo iperinsufflazione polmonare e cheè definita come Raised Volume RapidThorachoabdominal Compression (RVRTC) (21).L’insufflazione polmonare viene ottenuta appli-cando una pressione di circa 30 cmH20; l’interaprocedura deve essere eseguita in maniera stan-dardizzata seguendo le recentissime Linee Guidainternazionali (15).

Pletismografia corporea

La valutazione dei volumi polmonari in epocaneonatale e nei primi anni di vita consente di

ottenere informazioni fondamentali sia riguardola crescita e lo sviluppo polmonare sia per l’in-terpretazione dei test di funzionalità respiratoriadipendenti dal livello di capacità funzionale resi-dua (FRC). Quest’ultima rappresenta l’unicovolume polmonare statico misurabile di routinein soggetti non collaboranti. La principale meto-dica utilizzata è la pletismografia corporea, checonsente la misurazione contemporanea anchedelle resistenze delle vie aeree (22). La misura-zione della FRC può essere eseguita oltre chemediante la pletismografia corporea anche conle tecniche di diluizione dei gas (23), delle qualisi discuterà nel prossimo paragrafo.Il bambino viene posto in posizione supina all’in-terno di un pletismografo completamente sigil-lato, e collegato ad un pneumotacografo ed aduna mascherina facciale, attraverso cui vieneapplicata un’occlusione delle vie aeree. La misu-razione del volume polmonare intratoracico sibasa sulla legge di Boyle che afferma che in con-dizioni isotermiche il prodotto della pressione edel volume all’interno di una massa fissa di gasrimane costante; durante l’occlusione delle vieaeree il volume polmonare rimane costante egli sforzi respiratori del bambino contro l’occlu-sione determinano una variazione solo del volu-me intratoracico. Le conseguenti modificazionidelle pressioni alveolari consentono il calcolosia delle resistenze specifiche delle vie aeree(sRaw), sia della FRC.Il pletismografo dovrebbe avere un volume com-preso fra 70-100 L così da permettere l’esecu-zione del test in bambini fino a 15 Kg di peso e85 cm di lunghezza (22). Inoltre vi deve esseresempre la possibilità di osservare il bambinoall’interno del pletismografo e poter intervenireimmediatamente in caso di necessità.La manovra consiste nell’applicazione di un’oc-clusione delle vie aeree durante il respiro tran-quillo al termine dell’inspirazione; lo shutter deveessere rilasciato dopo che almeno due sforzirespiratori completi contro l’occlusione stessasiano stati registrati; al termine dell’occlusioneviene controllato il livello di fine espirazione(End Expiratory Level, EEL), per verificare even-tuali perdite attraverso il sistema. La procedurasuddetta deve essere ripetuta fino al raggiungi-mento di almeno 3 successive manovre conside-rate attendibili (24).

Dotta, et al.12

Figura 4 Curva flusso-volume con valutazione del mas-simo flusso espiratorio (V’maxFRC).

Volume (mL)

V’maxFRC

Flus

so(m

L.S-

1 )

200

100

0

20 0

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Lo studio della funzionalità respiratoria nei primi due anni di vita 13

Misurazioni della capacità funzio-nale residua e dell ’omogeneitàdella ventilazione mediante le tec-niche di diluizione dei gas

La capacità funzionale residua (FRC) può esseremisurata oltre che con la pletismografia corporeaanche mediante diverse tecniche di diluizione deigas tra le quali: la tecnica di diluizione dell’elio (He)e la tecnica del wash-out di gas inerti con sistemaaperto. Entrambe le metodiche sono in grado dimisurare i volumi polmonari che comunicano con levie aeree centrali durante il respiro tranquillo a volu-me corrente; pertanto la FRC misurata con questeultime tecniche, al contrario dell’FRC misurata conla pletismografia, non include la quota di aria even-tualmente presente in caso di air-trapping (25, 26).

Tecnica di diluizione dell’elio

Questa è la metodica più utilizzata. L’elio è un gasinsolubile nei liquidi corporei. Il bambino vieneconnesso ad un circuito chiuso in cui respira circail 10% di elio. L’elio passa così nei polmoni ad ogniatto respiratorio, finché le concentrazioni di gasnel sistema e nei polmoni si equivalgono.L’equilibrio si considera raggiunto quando lo scam-bio di gas tra i due compartimenti risulta minimoe costante per almeno due minuti. Una volta rag-giunto l’equilibrio sistema-polmoni è possibile cal-colare la FRC che è proporzionale alla riduzionedella concentrazione di elio della sorgente (27).In particolare, la FRC (V2) può essere misurataconoscendo il volume del circuito (V1), lo spaziomorto del sistema (Vd) e le concentrazioni inizia-le (C1 He) e finale (C2 He) di elio, secondo laseguente formula:FRC = V1 x (C1He - C2He/C2He) - Vd

Tecnica del wash-out di gas inerti con sistema aperto

Tra i metodi di misurazione della FRC mediantewash-out di gas inerti con sistema aperto (multiplebreath wash-out, MBW) descriveremo il metododel wash-out dell’azoto e quello del wash-in/wash-out dell’esafluoruro di zolfo (SF6).

Metodo del wash-out dell’azoto

L’azoto è un gas poco solubile nei liquidi corporei.Questa tecnica utilizza un circuito aperto attraver-so il quale il paziente respira esclusivamente O2 al100%, pulendo così i polmoni progressivamentedall’azoto presente, finché non ne rimangono

completamente privi. Il flusso espiratorio del bam-bino viene direzionato verso un analizzatore diazoto che misura quindi il volume di N2 che vieneliberato dal polmone e, attraverso questo, calcola ilvolume di aria nel polmone a fine espirazione.Conoscendo infatti la concentrazione polmonaredi azoto all’inizio ed alla fine dell’esame e la quanti-tà totale di gas che il paziente ha espirato è possi-bile conoscere il volume polmonare iniziale, la FRC.Attraverso questa metodica è possibile inoltrevalutare lo stato di ventilazione polmonare. Questopuò venir effettuato mediante la valutazione delprofilo della curva di diluizione, in quanto la con-centrazione di gas espirato dal paziente dovrebbeessere uguale per ogni atto espiratorio e la curvaquindi avere decadimento lineare e progressivo, main presenza di ostruzioni polmonari questo nonavviene e la velocità con cui l’azoto viene eliminatoè dipendente dal singolo distretto polmonare(compartimenti veloci e compartimenti lenti).

Metodo del wash-in/wash-out dell’esafluoruro dizolfo (SF6)

Oltre ad utilizzare un gas inerte presente natural-mente nelle vie aeree, quale l’azoto, attraverso laventilazione con ossigeno puro, più recentementeun gas inerte esogeno, l’esafluoruro di zolfo (SF6) èstato utilizzato per la misurazione della FRC sia conla tecnica del wash-out che con la tecnica del wash-in (7). Quest’ultima metodica prevede l’utilizzo diun misuratore di flusso ad ultrasuoni, che è statovalidato recentemente paragonando i risultati otte-nuti con la spettrometria di massa (28).Con l’utilizzo della metodica del MBW è possibileinoltre calcolare alcuni indici di disomogeneità dellaventilazione, fra i quali il Lung Clearance Index(LCI), definito come il volume totale espiratonecessario per ridurre ad 1/40 la concentrazionedel gas inerte durante la manovra diviso il valore diFRC. Il valore di LCI sarà tanto più elevato quantopiù disomogenea è la distribuzione della ventilazio-ne. È stato dimostrato che in bambini affetti dafibrosi cistica la metodica del MBW è in grado diriconoscere alterazioni della funzionalità respirato-ria più precocemente rispetto sia alla pletismogra-fia corporea che alla spirometria (29).

Conclusioni

Attraverso le prove di funzionalità respiratoria si pos-sono ormai dagli anni ’90 diagnosticare numerose

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Dotta, et al.14

patologie a carico dell’apparato respiratorio. Lostudio della funzionalità respiratoria è facilmenteeseguibile anche nei bambini al di sotto dei 2 annidi vita, in quanto è un esame non invasivo, anchese tuttora riservato a centri specializzati. Solo peralcuni test è necessaria la sedazione del bambino,ma le informazioni che se ne possono ricavare siain termini di sviluppo della funzione respiratoria,sia nel verificare l’efficacia di trattamenti, sono diimportanza sempre maggiore.

Come per tutti i test di funzionalità polmonare,ogni laboratorio dovrebbe creare dei proprivalori di normalità a cui far riferimento nell’in-terpretazione dei test di funzionalità polmonarenei primi 2 anni di vita. Infine è auspicabile che ladiffusione di nuove tecnologie rendano questitest più accessibili direttamente a letto delpaziente, con costi più contenuti e di utilizzoancor più semplificato.

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Lo studio della funzionalità respiratoria nei primi due anni di vita 15

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Introduzione

Le prove di funzionalità respiratoria (PFR) giocanoun ruolo importante nella diagnosi della patologiapolmonare e nella sua conferma prima di iniziareuna terapia a lungo termine (1). Sebbene moltibambini con patologia polmonare possano averenormali prove di funzionalità respiratoria, l’evidenzadi un’alterazione della funzione ventilatoria e la pos-sibile risposta al broncodilatatore può essere moltod’aiuto nella diagnosi di patologia polmonare e

nello stabilirne la gravità (2, 3). Comunque è daconsiderare che l’interpretazione delle PFR (cosìcome di qualsiasi altro test di laboratorio) dovreb-be sempre essere eseguita alla luce dei dati clinici.Inoltre, il ruolo esatto delle tecniche singole divalutazione della funzionalità polmonare nella pra-tica clinica dei pazienti con patologia polmonaredeve ancora essere definito sia nei bambini (4) chenei ragazzi più grandi e negli adulti (5, 6).

Enrico Lombardi1, Alfredo Boccaccino2, Diego Peroni3, Giancarlo Tancredi4, Attilio Turchetta5, RenatoCutrera6, Marcello Verini7

1 Servizio di Broncopneumologia Pediatrica, Centro di Allergologia e Broncopneumologia Pediatrica,Clinica Pediatrica 2a, Ospedale Pediatrico “Anna Meyer”, Firenze; 2 U.O.S. di Allergologia e FisiopatologiaRespiratoria Pediatrica, U.O.C. di Pediatria, A.O.R.N. “G. Rummo”, Benevento; 3 Clinica Pediatrica,Università di Verona, Verona; 4 Servizio di Medicina dello Sport, UOC Cardiologia e Malattie Respiratorie,Dipartimento di Pediatria, Università “La Sapienza”, Roma; 5 UOS Medicina dello Sport, OspedalePediatrico “Bambino Gesù”, Roma; 6 UOC Broncopneumologia, Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”,Roma; 7 UOS Allergologia e Fisiopatologia Respiratoria, Ospedale Clinicizzato “Colle dell’Ara”, Chieti

16

Lo studio della funzionalità respiratoria in età prescolare

Lung function testing in preschool children

Parole chiave: funzionalità polmonare, bambini, età prescolare, spirometria, volume corrente, interruzione, oscillazioni forzate,resistenze specifiche, gas mixing, provocazione bronchiale

Key words: lung function, children, preschool, spirometry, tidal breathing, interrupter technique, forced oscillations, specific airwayresistance, multiple breath wash-out, challenge tests

Riassunto. I bambini in età prescolare (circa 3-6 anni di età) rappresentano una delle maggiori sfide attuali nell’ambito dellavalutazione della funzionalità respiratoria. La loro scarsa collaborazione nell’eseguire le prove standard di funzionalità respira-toria ha per molto tempo pesantemente limitato la valutazione della loro funzionalità polmonare.Recentemente, molte tecniche che richiedono la respirazione a volume corrente, e di conseguenza una minima cooperazio-ne, sono diventate disponibili in commercio. Queste tecniche sono particolarmente adatte a valutare la funzionalità polmona-re in bambini in età prescolare non sedati e comprendono la misurazione della resistenza respiratoria con la tecnica dell’in-terruzione (Rint), la tecnica delle oscillazioni forzate (FOT), la pletismografia corporea per la misurazione delle resistenze spe-cifiche delle vie aeree (sRaw), la misurazione della capacità funzionale residua con tecniche di diluizione dei gas, e, più recente-mente, gli indici di “gas mixing” per la dimostrazione di disomogeneità della ventilazione. Anche lo studio dei parametri misu-rabili durante la respirazione tranquilla a volume corrente rappresenta una possibilità allettante in età prescolare, anche se tut-tora poco studiata in questa fascia di età. Inoltre, anche la spirometria convenzionale si è recentemente dimostrata fattibile inetà prescolare e sono stati proposti dei criteri di accettabilità appositamente adattati a questa fascia di età.

Accettato per la pubblicazione il 27 aprile 2006.

Corrispondenza: Dott. Enrico Lombardi, Servizio di Broncopneumologia Pediatrica, Centro di Allergologia eBroncopneumologia Pediatrica, Ospedale Pediatrico “Anna Meyer”, Azienda Ospedaliero-Universitaria,

Via L. Giordano 13 - 50132 Firenze; e-mail [email protected]

Pneumologia Pediatrica 2006; 22: 16-32

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Lo studio della funzionalità respiratoria in età prescolare 17

In questo articolo focalizzeremo l’attenzione sullePFR in età prescolare (circa 3-6 anni di età), met-tendone in luce gli aspetti clinicamente rilevantiper la diagnosi e la gestione della patologia pol-monare in questa fascia di età.

Aspetti peculiari delle PFR in etàprescolare

I bambini in età prescolare rappresentano unadelle maggiori sfide attuali nell’ambito della valuta-zione della funzionalità respiratoria. La loro scarsacollaborazione nell’eseguire le PFR standard haper molto tempo pesantemente limitato la valuta-zione della loro funzionalità respiratoria. I bambiniin questa fascia di età sono in genere troppo gran-di per essere sedati, ed eseguire così le PFR usatenei lattanti, e troppo piccoli per riuscire a compie-re volontariamente molte delle manovre necessa-rie all’esecuzione dei test utilizzati nei bambini piùgrandi e negli adulti. La misurazione della funzio-nalità respiratoria sotto anestesia generale nonrappresenta certo un’opzione, perché non è eti-camente accettabile e non è utilizzabile per lagestione clinica a causa delle differenti condizionifisiologiche. D’altra parte, la valutazione della fun-zionalità respiratoria in età prescolare è importan-te per motivi clinici ed anche per lo studio dellemodificazioni della meccanica respiratoria dovutealla considerevole crescita a cui il sistema respira-torio va incontro in questa fascia di età. Comenegli adulti, la valutazione della funzionalità respira-toria può essere utilizzata (7):1. come ausilio diagnostico, per valutare la naturadella patologia polmonare;2. per quantificare la gravità della patologia pol-monare;3. per definire la prognosi ed il rischio peri-ope-ratorio;4. per valutare l’efficacia degli interventi terapeuti-ci o dei test diagnostici (risposta agli stimoli bron-codilatatori o broncostruttivi);5. per valutare la risposta a nuovi farmaci che pos-sano migliorare la prognosi, la qualità della vita e lafunzionalità respiratoria;6. per studiare la storia naturale della malattia;7. per valutare la crescita e lo sviluppo del polmo-ne e delle vie aeree.Il test ideale per la valutazione della funzionalitàrespiratoria in età prescolare è un test sicuro,semplice da eseguire e accettabile sia da parte dei

piccoli pazienti che da parte dei genitori, applicabi-le ad ogni fascia di età in modo da poter condurrestudi longitudinali nel singolo individuo dall’infanziaall’età adulta, riproducibile e sufficientemente sensi-bile da individuare le variazioni legate alla crescita eda distinguere chiaramente fra presenza e assenzadi malattia. Recentemente, molte tecniche cherichiedono la respirazione a volume corrente, e diconseguenza una minima cooperazione, sonodiventate disponibili in commercio. Queste tecni-che sono particolarmente adatte a valutare la fun-zionalità polmonare in bambini in età prescolarenon sedati. Questi test comprendono la misurazio-ne della resistenza respiratoria con la tecnica del-l’interruzione (Rint), la tecnica delle oscillazioni for-zate (FOT), la pletismografia corporea per la misu-razione delle resistenze specifiche delle vie aeree(sRaw), la misurazione della capacità funzionale resi-dua con tecniche di diluizione dei gas e, più recen-temente, gli indici di “gas mixing” per la dimostra-zione di disomogeneità della ventilazione.Anche lostudio dei parametri misurabili durante la respira-zione tranquilla a volume corrente rappresentauna possibilità allettante in età prescolare, anche setuttora poco studiata in questa fascia di età. Inoltre,anche la spirometria convenzionale si è recente-mente dimostrata fattibile in età prescolare e sonostati proposti dei criteri di accettabilità apposita-mente adattati a questa fascia di età.A differenza della situazione che si presentavaquando furono sviluppati per la prima volta i testdi funzionalità respiratoria per i lattanti, l’apparec-chiatura necessaria per molti dei test utilizzabili inetà prescolare è disponibile in commercio, anchese spesso non specificamente disegnata per i bam-bini in età prescolare. Inoltre, alcuni di questi testvengono attualmente utilizzati di routine in moltilaboratori e la loro interpretazione clinica è statarecentemente facilitata dalla disponibilità di valoridi riferimento in età prescolare. Tuttavia, l’uso dimetodi diversi nei vari laboratori rende difficile ilconfronto dei risultati ottenuti e sottolinea lanecessità di standardizzare questi test. Inoltre, ilnumero crescente di laboratori di funzionalitàrespiratoria che usano questi test per scopi cliniciimpone con urgenza che vengano stabilite delleraccomandazioni per il corretto uso e la correttainterpretazione di queste tecniche in età prescola-re. L’European Respiratory Society/AmericanThoracic Society (ERS/ATS) Joint Group forPulmonary Function Testing in Infants and Young

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Lombardi, et al.18

Children sta producendo raccomandazioni inter-nazionali per molte delle tecniche applicabili neibambini in età prescolare, che sono attualmente incorso di pubblicazione.

Condizioni di misurazione

Quando ci accingiamo a valutare la funzionalitàrespiratoria in bambini in età prescolare, dobbia-mo stare particolarmente attenti alle condizioni dimisurazione in cui il test viene eseguito e all’im-patto che queste condizioni possono avere sull’ac-curatezza dei risultati. È estremamente importan-te che il laboratorio di funzionalità respiratoria sia“a misura di bambino”. Strumenti (ad es. boccagli)disponibili per diverse taglie corporee e una sediaadeguabile all’altezza del bambino dovrebberoessere disponibili. Il bambino deve sentirsi a suoagio e deve superare l’iniziale fase di timore primadi cominciare il test, se vogliamo che le misurazio-ni siano eseguite con accuratezza. L’approccio ini-ziale deve essere effettuato in modo delicato e lariuscita del test dipende molto dall’esperienza del-l’operatore e dalla sua capacità di instaurare unbuon rapporto con il bambino. È essenziale ese-guire misurazioni accurate dell’altezza e del pesousando strumenti calibrati. Non è difficile immagi-nare quanto questo possa essere complicato in unbambino in età prescolare in fase di attività. Primadel test, è anche importante prendere nota deifattori ambientali ed ereditari che possono avereinfluenzato la crescita dell’apparato respiratorio,come gruppo etnico, familiarità per asma e atopia,fumo in gravidanza e fumo passivo post-natale,esposizione ad allergeni e uso di farmaci.I bambini in età prescolare si lasciano facilmentedistrarre da tutto quello che li circonda. Per i testche devono essere eseguiti a respiro corrente(oscillazioni forzate, tecnica dell’interruzione, resi-stenze specifiche delle vie aeree, analisi del respirocorrente, “gas mixing”), è necessario che durantel’esecuzione del test l’attenzione del bambinovenga attirata quanto basta per distoglierlo dall’at-to della respirazione, ma non tanto da indurlo apartecipare al discorso o a fare qualcos’altro.Questo sottile equilibrio varia da bambino a bam-bino. Mostrare un breve cartone animato può ser-vire allo scopo. Quando invece è richiesta una col-laborazione più attiva (spirometria), il bambinodovrà essere attivamente coinvolto e incoraggiatoa partecipare al test, come se si trattasse di un

gioco. In questo caso può essere utile ricorrere adun software incentivo. Ancora una volta, il ruolodell’operatore è di fondamentale importanza perla riuscita del test in questa fascia di età.Nello studio della funzionalità respiratoria in etàprescolare è importante utilizzare le prove basatesull’analisi del respiro a volume corrente prima dieseguire manovre di espirazione forzata, per evita-re alterazioni transitorie del tono delle paretibronchiali dovute alle manovre forzate stesse.

Valutazione dei parametri di respiroa volume corrente (tidal breathing)

I vantaggi potenziali offerti dalla semplice registra-zione dei parametri respiratori durante il respirospontaneo a volume corrente sono rappresentatidalla possibilità di effettuare rapidamente misura-zioni frequenti in bambini non collaboranti o incondizioni cliniche gravi, arrecando al paziente undisturbo minimo. Due sono state le tecniche utiliz-zate nei bambini in età prescolare: l’analisi del flus-so espiratorio corrente e l’analisi dei movimentitoracoaddominali. Comunque, per entrambi imetodi, molte delle nostre conoscenze si basanosugli studi effettuati nei lattanti. Nei bambini in etàprescolare svegli è possibile misurare nello stessotempo sia i movimenti toracoaddominali che iparametri relativi al flusso espiratorio corrente.L’analisi del flusso espiratorio corrente può essereeffettuata su segnali di flusso raccolti alla bocca(con maschera/boccaglio e un flussimetro) o susegnali di volume raccolti alla gabbia toracica (conbande a livello addominale e costale). La riprodu-cibilità degli indici funzionali è influenzata dallecondizioni di misurazione, postura del paziente,stato di veglia o sonno, eventuale sedazione far-macologica. È stato quindi raccomandato di analiz-zare almeno 10 respiri in ciascuno di due periodidiversi di acquisizione dei segnali, per avere unastima rappresentativa del pattern respiratorio. Iparametri misurati sono riportati in tabella 1. Lamaggior parte dei dati pubblicati si riferisce al pat-tern della fase precoce dell’espirazione. Il temponecessario a raggiungere il picco di flusso espira-torio in rapporto al tempo espiratorio totale(tPTEF/tE) è più basso in adulti (8) e bambini (9)con asma o respiro sibilante rispetto ai controlli ecorrela con altri indici che riflettono il calibro dellevie aeree, nonostante vi sia una considerevolesovrapposizione fra i gruppi. Questi parametri

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Lo studio della funzionalità respiratoria in età prescolare 19

sono anche stati utilizzati per comprendere le basifisiopatologiche del controllo del respiro (10). Pereseguire questo tipo di test, il bambino deve stareseduto e respirare in modo regolare prima che inizila registrazione dei dati. È consigliabile che siano regi-strati almeno 10 respiri stabili a volume corrente.L’analisi dei movimenti toracoaddominali vieneeffettuata sulla base di segnali di volume registratialla gabbia toracica (coste e addome) general-mente mediante pletismografia induttiva respira-toria (RIP). Questa tecnica offre il vantaggio dimisurare il respiro per molte ore, senza disturbareil bambino, poiché non richiede l’uso di unamaschera, ed è utilizzata, oltre che per lo studiodel volume corrente, anche per la valutazione deidisturbi del sonno. Essa analizza le variazioni volu-metriche reciproche di torace e addome duranteil ciclo respiratorio, che risultano da variazioni del-l’induttanza percepite da sensori appositi contenu-ti in bande applicate intorno al torace e all’addo-me del bambino. Un’interessante applicazione cli-nica di questa metodica è la valutazione dell’asin-cronismo toracoaddominale (ATA), ossia della

retrazione del torace durante l’inspirazione e lasua espansione durante l’espirazione. L’ATA, che siverifica fisiologicamente nel neonato sano duranteil sonno attivo, può essere indicativa di patologiapolmonare causa di riduzione della compliance odi ostruzione delle vie aeree periferiche, comenella bronchiolite o nella fibrosi cistica, quando illavoro respiratorio deve aumentare per vincereun aumento della resistenza. Un indice utilizzatoper la valutazione del movimento paradosso deicompartimenti del torace e dell’addome durantel’inspirazione e l’espirazione è l’angolo di fase φ,che è ottenuto in un piano cartesiano X-Y dallospostamento del torace e dell’addome durante ilrespiro (11) (Figura 1). Un angolo di fase di 0° indi-ca un movimento perfettamente in fase (sincro-no), mentre valori di 180° indicano un movimen-to fuori fase o paradosso dei due compartimenti.Valori intermedi indicano vari gradi di asincronia.Sono anche stati proposti altri marker dell’asincro-nia toracoaddominale: alcuni di questi richiedonola calibrazione della RIP, altri no. Anche se tuttiquesti parametri sono promettenti, il numero di

Tabella 1 Principali parametri funzionali rilevabili dall’analisi del respiro a volume corrente.

Indici di Tempo Indici di Volume Indici di Flusso

RR frequenza respiratoria VI volume inspiratorio PTIF picco flusso inspiratorio

tI tempo inspiratorio VE volume espiratorio PTEF picco flusso espiratorio

tE tempo espiratorio VT volume corrente FIF50 flusso medio inspiratorio

tTOT tempo totale del respiro FEF50 flusso medio espiratorio

tPTEF tempo per raggiungere PTEF V’E ventilazione minuto

tPTIF tempo per raggiungere PTIF (RR x TV, in L/min o

tPTEF/tE rapporto TPTEF/TE L/min/Kg peso corporeo)

a) b)

m

S

AB

RC

c) d) e)

Figura 1 Grafico del movimento del torace (RC) (sull’asse y) verso il movimento dell’addome (AB) (sull’asse x).L’angolo fase Φ è calcolato dal rapporto m/s, dove m è l’ampiezza della figura a metà escursione toracica e s è l’am-piezza della figura all’estrema escursione addominale. La curva in senso antiorario indica che l’espansione addomi-nale precede quella del torace, la curva in senso orario indica l’opposto. a) Sincronismo toracoaddominale: Φ= 0°;b,c,d) Asincronismo toracoaddominale: Φ= 45°, 90°, 135°; e) Movimento paradosso: Φ= 180°. Modificata da (11).

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studi in questo campo è tuttavia ancora limitato.Per entrambi i tipi di analisi sono quindi necessariulteriori studi prima che queste tecniche possanoessere applicate alla pratica clinica. In particolare,la variabilità di queste tecniche, la loro sensibilitàalle variazioni di calibro delle vie aeree e la lororelazione con altre misure di ostruzione delle vieaeree, specificamente nei bambini in età prescola-re, richiedono ulteriori ricerche. È improbabileche tutte e due le tecniche possano risultare effi-caci nel dare una misura sensibile dell’ostruzionedelle piccole vie aeree, ma una delle due oentrambe potrebbero essere utilizzate per esem-pio nella fase di stabilizzazione di una patologiaacuta oppure nell’ambito di studi epidemiologici.

Tecnica dell’interruzione

La tecnica dell’interruzione è un metodo non inva-sivo per misurare la resistenza del sistema respira-torio. È stata descritta per la prima volta nel 1927(12) ed è recentemente tornata alla ribalta, soprat-tutto per l’utilizzo in bambini in età prescolare.La misurazione della resistenza con la tecnica del-l’interruzione (Rint) viene effettuata durante ilrespiro tranquillo a volume corrente usando unsistema di interruzione (valvola) e misurando flus-so e pressione alla bocca. Il presupposto principa-le è che durante l’interruzione improvvisa e trans-itoria del flusso a volume corrente, la pressionealveolare e la pressione alla bocca (Pmo) si equili-brino in pochi millisecondi (ms) (13). Basandosi suquesto assunto, la pressione alveolare può esserecalcolata misurando Pmo durante l’interruzione.Se il flusso è misurato immediatamente primadell’interruzione, il rapporto tra la variazione dellapressione e il flusso dà la resistenza (Rint) (14). Èstato proposto anche un metodo alternativo (latecnica “opening”) nel quale Pmo è misurata allafine dell’interruzione e il flusso è misurato subitodopo la riapertura della valvola (15). Nei bambiniin età prescolare viene solitamente utilizzataun’interruzione non superiore ai 100 ms, perimpedire che i bambini respirino attivamente con-tro la valvola chiusa.Il tracciato di Pmo che si ottiene durante un’inter-ruzione improvvisa di 100 ms in espirazione èriportato in figura 2. Subito dopo l’interruzione c’èuna rapida variazione iniziale in Pmo (Pinit), seguitada una rapida oscillazione e una lenta variazionesecondaria in Pmo (13). Se l’interruzione fosse più

lunga (1-2 s), Pmo potrebbe raggiungere un pla-teau dovuto al ritorno elastico del sistema respi-ratorio. Pinit rappresenta la pressione all’internodelle vie aeree al momento dell’interruzione eriflette la resistenza del sistema respiratorio (vieaeree, tessuto polmonare e parete toracica) (13,16). Le rapide oscillazioni che si verificano subitodopo l’interruzione sono dovute all’inerzia e allacompressibilità della colonna aerea che si muoveall’interno delle vie aeree (17). La lenta variazionesecondaria di Pmo è dovuta alle proprietà viscoe-lastiche dei tessuti del sistema respiratorio e riflet-te la capacità di adattamento allo stress del pol-mone e dei tessuti della parete toracica cosìcome la ridistribuzione dei gas tra le unità pol-monari con diverse costanti di tempo (pendelluft)(18). Quindi, maggiore è la componente di questasecondaria variazione di Pmo che è inclusa nel cal-colo della pressione d’interruzione, più alta saràRint rispetto alla resistenza delle vie aeree (Raw),spiegando così le differenze riportate tra Rint eRaw misurata con il metodo del pallone esofageo(16) e con il metodo pletismografico (19) neisoggetti collaboranti.

0 30 70 ms

Pinit

Pmo

(kPa)

Figura 2 Misurazione della resistenza con la tecnica del-l’interruzione (Rint): durante il respiro tranquillo a volu-me corrente, una breve interruzione del flusso (100 ms)induce una variazione della pressione del sistema respi-ratorio che può essere misurata alla bocca (Pmo). Lapressione è calcolata per estrapolazione di una retta chepassa attraverso due punti centrati a 30 e 70 ms e rag-giunge il punto all’inizio dell’occlusione (t= 0). Questapressione è una stima di Pinit, cioè la variazione rapidainiziale di Pmo dopo che la valvola si è chiusa rapida-mente. La pressione viene poi divisa per il flusso pre-sente subito prima dell’occlusione, ottenendo così unaresistenza (Rint).

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Le rapide oscillazioni che si verificano subito dopol’inizio dell’interruzione rendono difficile misurarePinit e sono quindi stati proposti molti algoritmiper avere una stima della pressione d’interruzioneper il calcolo di Rint (20). L’estrapolazione linearedella Pmo post-occlusione fino al momento dichiusura della valvola è da molto tempo conside-rata il metodo migliore per approssimare la pres-sione delle vie aeree al momento dell’interruzione(21, 22). In questo algoritmo Pmo è estrapolatageneralmente a partire da 70 e 30 ms dall’iniziodell’interruzione fino al momento di chiusura dellavalvola (Figura 2).Poiché il tracciato della pressione post-interruzio-ne è influenzato dalla compliance delle vie aereesuperiori (soprattutto le guance) (23), le guance el’area sottomandibolare del bambino dovrebberoessere sempre sostenute durante la misurazionedi Rint (Figura 3). È stato dimostrato che il proble-ma della sottostima di Rint dovuto alla compliancedelle vie aeree superiori può essere superato, perlo meno nei bambini che presentano un’ostruzio-ne bronchiale modesta, sostenendo con le mani levie aeree superiori (23).Un altro importante presupposto della tecnicad’interruzione è rappresentato dal tempo di chiu-sura della valvola che dovrebbe essere meno di100 ms. Un tempo di chiusura più lungo portereb-be ad una significativa sottostima di Pmo e quindi diRint (24). Questo perché un piccolo volume d’ariacontinua a passare attraverso la valvola durante lasua chiusura. È quindi importante che le ditte pro-duttrici riportino il tempo di chiusura della valvola.Anche il momento in cui deve verificarsi l’interru-zione è un punto importante. Per molti anni si èdiscusso se effettuare l’interruzione durante l’in-spirazione o durante l’espirazione. Alcuni autorihanno dimostrato che i valori di Rint erano signifi-cativamente più alti in espirazione che in inspira-zione (25), altri hanno trovato che la differenza trai valori di Rint in espirazione e in inspirazione erapiccola (26) o comunque non significativa (27). Èstato anche dimostrato che la differenza tra Rint inespirazione e Rint in inspirazione varia con l’età,con i valori in inspirazione più alti di quelli in espi-razione al di sotto dei 5 anni di età e più bassi aldi sopra (28). Dal momento che le patologierespiratorie nei bambini in età prescolare sonoper la maggior parte di natura ostruttiva e che ivalori di Rint in espirazione si sono dimostrati piùsensibili di quelli in inspirazione nel percepire le

variazioni di calibro delle vie aeree, è preferibilemisurare Rint durante l’espirazione (29).Anche il segnale utilizzato per innescare l’interru-zione è diverso nei diversi studi. L’uso del volumecome segnale d’innesco dell’interruzione (ad es.:metà del volume corrente) (25, 28) è teoricamen-te allettante a causa della correlazione inversa esi-stente tra volume e resistenza. Esiste, comunque,anche una correlazione diretta tra flusso e resi-stenza e occlusioni a volumi polmonari riproduci-bili sono state ottenute in lattanti utilizzando unflusso adatto (22). Molti studi hanno utilizzato ilpicco di flusso espiratorio corrente come segnaled’innesco dell’interruzione (26, 27, 29). È impor-tante che gli autori riportino la fase respiratoria eil segnale d’innesco dell’interruzione utilizzato permisurare Rint.Le condizioni di misurazione per la valutazione diRint sono mostrate in figura 3. Il bambino deveessere seduto, respirare tranquillamente a volumecorrente, con il collo leggermente esteso e leguance e l’area sottomandibolare sostenute. Ilbambino deve avere il naso chiuso da un tappana-so, deve tenere il boccaglio tra i denti e sigillarnela circonferenza con le labbra. È opportuno che siautilizzato il filtro raccomandato dai produttori e

Figura 3 Esecuzione della tecnica dell’interruzione.

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che i valori di Rint siano corretti per la resistenzadel filtro. Quando viene raggiunto il segnale d’in-nesco dell’interruzione, l’interruzione avvieneautomaticamente. Il bambino è capace di percepi-re la chiusura della valvola, ma non può saperequando avverrà l’interruzione successiva. Quandoè stato raggiunto il numero desiderato di interru-zioni il test viene sospeso. In un bambino collabo-rante e con una respirazione tranquilla, occorrecirca 1 minuto per eseguire la registrazione di 10interruzioni tecnicamente accettabili.Un’interruzione tecnicamente accettabile èun’interruzione in cui il tracciato di Pmo contro iltempo è simile a quello mostrato in figura 2.Tracciati in cui Pmo decresce o rimane piattadopo le oscillazioni rapide dovrebbero esserescartati, essendo probabile una perdita d’aria(29, 30). Dovrebbero essere scartati i tracciatiche suggeriscono una respirazione irregolare,oppure sono ottenuti con il collo iperesteso oflesso, o durante vocalizzazione, o con movi-menti della lingua (29, 30).Il numero delle interruzioni tecnicamente accetta-bili che dovrebbero essere raccolte è stato a lungoal centro di dibattito. Benché valori affidabili di Rintpossano essere ottenuti dopo una o due interru-zioni (31), la precisione delle misurazioni migliorasignificativamente dopo 10 interruzioni (29). Èquindi consigliabile raccogliere 10 interruzioni alfine di ottenere almeno 5 interruzioni tecnica-mente accettabili. Rint è generalmente espressacome media o mediana di questi 5-10 valori.Benché non siano state dimostrate significative dif-ferenze tra media e mediana (26), è stato osser-vato che i valori di Rint di 5-10 interruzioni nonsono normalmente distribuiti e dovrebbero quin-di essere utilizzate le mediane per esprimere irisultati (29).Per quanto riguarda la ripetibilità, Bridge e colla-boratori (30) hanno riportato per Rint in espira-zione una ripetibilità a breve termine (definitacome 2 deviazioni standard dalla differenza mediatra 2 set di misurazioni a circa 30 s di distanza) di0,21 kPa.L-1.s in bambini di 2-3 anni, 0,17 kPa.L-1.sin bambini di 3-4 anni e 0,15 kPa.L-1.s in bambinidi 4-5 anni.Altri autori hanno riportato valori simi-li di ripetibilità a breve termine (27, 32, 33) emedio termine (2 settimane) (29). La ripetibilità alungo termine (2 deviazioni standard dalla diffe-renza media tra due set di misurazioni) è statavalutata ad intervalli di 3, 5 e 8 settimane (27, 32,

33), mostrando risultati simili a quelli trovati per laripetibilità a breve termine nei bambini sani (32,33) e in quelli con tosse cronica o storia di sibilo(27). Una più alta variabilità a lungo termine è statatuttavia trovata nei bambini con tosse cronica ostoria di sibilo (32).Recentemente diversi valori di riferimento sonostati pubblicati per la tecnica dell’interruzione inbambini in età prescolare (25, 27-29, 31, 34-36)(Tabella 2). Gli studi sui valori di riferimento hannoper lo più utilizzato la tecnica classica dell’interru-zione, mentre un lavoro mostra i valori di riferi-mento per la tecnica “opening” (34). Le equazionidi riferimento di alcuni studi sono stati estese oltrel’età prescolare (31, 35, 36). Alcuni valori di riferi-mento sono stati raccolti come parte di studi mul-ticentrici (28, 36) e la maggior parte di essi è stataraccolta sul campo (ad es. scuole materne) (27, 29,31, 35, 36), dimostrando che la tecnica dell’inter-ruzione è adatta all’attuazione di studi epidemio-logici (37). La fattibilità, quando disponibile, è tra il79% e il 98% (Tabella 2).Gli studi che hanno valutato le variazioni di Rint inrisposta alla terapia con broncodilatatori hannomostrato che la tecnica dell’interruzione è capacedi misurare l’ampiezza della variazione di calibrodelle vie aeree dopo inalazione di broncodilatato-ri in bambini in età prescolare (38-41). In uno stu-dio recente (42) sono stati misurati i valori di Rintper cercare di distinguere bambini in età prescola-re con respiro sibilante ricorrente da quelli contosse ricorrente e soggetti sani. I valori di Rinterano significativamente più elevati nei bambinicon respiro sibilante, mentre i bambini con tossericorrente non differivano significativamente daisani (42).In conclusione, la buona ripetibilità e fattibilità dellavalutazione di Rint, così come il suo sostanzialeaccordo con altre valutazioni di funzionalità pol-monare (43, 44), fanno della tecnica dell’interru-zione un utile mezzo per valutare la funzione pol-monare in età prescolare sia nella ricerca che nellapratica clinica (45).

Tecnica delle oscillazioni forzate

La tecnica delle oscillazioni forzate (FOT) è unaltro metodo per valutare la meccanica respirato-ria. Come la tecnica dell’interruzione, la FOT èvalutata durante la respirazione a volume corren-te, con una durata di misurazione di circa 15-20

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secondi. Il primo ad effettuare un’osservazione sutale metodica fu, nel 1956, Dubois (46), chedescrisse un metodo oscillatorio per la misurazio-ne delle proprietà meccaniche del polmone e deltorace. L’osservazione non ebbe però molto suc-cesso, a causa del maggiore interesse suscitatonello stesso periodo dalla pletismografia corporea.Recentemente sono state pubblicate, a cura di unaspecifica Task Force della European RespiratorySociety, raccomandazioni riguardo al suo utilizzo(47). Il principio della FOT è che una pressioneesterna (la cosiddetta “forcing function”, un’ondasonora con uno spettro di frequenze predetermi-nato) applicata alle vie aeree superiori, durante ilrespiro a volume corrente, causerà una rispostameccanica del sistema respiratorio con variazionidi flusso (V’) e pressione (P). Il rapporto tra P e V’permette di calcolare l’impedenza del sistemarespiratorio (Zrs). La Zrs verrà inoltre scissa, attra-verso un complesso calcolo matematico effettua-to dal computer, nelle sue due componenti: resi-stenza (Rrs) e reattanza (Xrs). In un sistema elasti-co come il polmone, la Rrs rappresenta la capacitàdi consumare energia e la Xrs la capacità di accu-mulare energia. Le misurazioni del flusso e dellapressione alla bocca, fatte contemporaneamentealla sovrapposizione del segnale sonoro, consento-no, con l’ausilio di una formula definita “trasformata

di Fourier”, di mettere in relazione i singoli valoridelle Rrs (Figura 4) e della Xrs (Figura 5) con lospettro di frequenze dell’onda sonora, ottenendodue curve distinte. Le variazioni di comportamen-to, rispetto alla norma, consentono di individuarese un aumento delle Rrs è determinato dalle vieaeree centrali o da quelle periferiche e se vi èun’anomalia della compliance polmonare (altera-zione della Xrs).

Tabella 2 Studi pubblicati sui valori di riferimento per la tecnica dell’interruzione in età prescolare.

Autori N° soggetti Età Centri Raccolta dati FattibilitàAnno di publicazione Etnicità anni

Oswald-Mammosser, et al. 36 4-16 1 Laboratorio -1997 (25) Caucasici

Klug, et al. 120 2-7 1 Laboratorio 79%1998 (34) Caucasici

Merkus, et al. 54 2-7 1 Territorio 88%2001 (29) Caucasici (≥3 anni)

Lombardi, et al. 284 3-6 1 Territorio 95%2001 (27) Caucasici

McKenzie, et al. 236 2-10 1 Territorio + -2002 (35) Caucasici Laboratorio

Afro-CaraibiciBangladesh

Beydon, et al. 91 3-7 8 Laboratorio 98%2002 (28) Caucasici

Merkus, et al. 208 3-13 2 Territorio 95%2002 (36) Caucasici

Arets, et al. 125 2-17 1 Territorio 92%2003 (31) Caucasici

Figura 4 La FOT mette in relazione le Rrs (ordinate) conle frequenze sonore inviate (ascisse). La linea blu indicail caso tipico di un bambino con ostruzione di tipo peri-ferico, con aumento prevalente delle Rrs alle basse fre-quenze sonore.

RrscmH2O/l/s

Asma

Normale

15

10

5

0 5 15 20 25 30 Hz Frequenzesonore

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Lombardi, et al.24

L’impulso sonoro è inviato da un altoparlante ed hauno spettro di frequenza solitamente compreso tra4 e 35 Hz. Le Rrs misurate a basse frequenze (4-12Hz) sono riferibili alle Rrs totali, mentre quelle misu-rate ad alte frequenze (20-35 Hz) rappresentanosoltanto le Rrs centrali. Un aumento isolato delle Rrsmisurate a bassa frequenza indicherà una prevalen-za della resistenza alla periferia del polmone, mentreun aumento delle Rrs sia a basse frequenze che adalte frequenze sarà espressione di un’anomalia nellevie aeree centrali (48, 49). Nei bambini (47, 50) ivalori delle Rrs sono normalmente più elevati allefrequenze più basse.La misurazione avviene a volume corrente e non èinfluenzata da variazioni artificiose indotte dallamanovra inspiratoria forzata (51). Per quanto riguar-da le condizioni di misurazione, mentre nei neonatie nei lattanti si può utilizzare una struttura specificache consente l’invio dell’onda sonora al torace dal-l’esterno, nei bambini in età prescolare, come anchenei bambini più grandi e negli adulti, le condizioni dimisurazione della FOT sono simili a quelle della tec-nica dell’interruzione (Figura 6). Il bambino devestare seduto e respirare normalmente con il colloleggermente esteso; è preferibile usare un boccaglioed un tappanaso; le guance e l’area sottomandibola-re devono essere sostenute per ridurre la complian-ce delle vie aeree superiori (47). È opportuno utiliz-zare un filtro antibatterico per fini igienici e le misu-razioni ottenute devono essere aggiustate per l’im-pedenza del filtro (47). Devono essere scartate lemisurazioni ottenute durante atti respiratori irrego-lari o tali da suggerire una perdita d’aria intorno alboccaglio. È opportuno ottenere 3-5 misurazioni

accettabili e riportare i risultati come media e devia-zione standard di tutte le misurazioni ottenute (47).La fattibilità della FOT in età prescolare varia tra il79% e il 95% (34, 52) (Tabella 3). I valori di coeffi-ciente di variazione intraindividuali a breve terminenei bambini (che variano tra 5-14%) sono simili aquelli ottenuti negli adulti (47); è stato trovato che icoefficienti di variazione da giorno a giorno e dasettimana a settimana sono del 16% e 17%, rispet-tivamente (53, 54). Sono stati anche riportati dati suvalori di riferimento (34, 39, 52, 55, 56) (Tabella 3)e sulla risposta ai broncodilatatori in soggetti sani esoggetti asmatici (39, 40) per bambini in età pre-scolare. Rrs e Xrs sono inoltre indici utili al fine didimostrare una reazione positiva alle prove di sti-molazione bronchiale (56, 57). Studi clinici dimo-strano che la valutazione delle Rrs a frequenze piùbasse permette di distinguere meglio tra soggettisani e varie condizioni ostruttive (57).In conclusione, la semplicità di utilizzo della FOTdeve tener conto dell’influenza delle vie aeree supe-riori e della loro compliance. Le accortezze perovviare a questo inconveniente ci sono, basta appli-carle ed essere rigorosi nell’accettare solo i datiattendibili. Uno dei più grandi vantaggi della FOT èl’essere sforzo-indipendente, cosa che rende attua-bile la misurazione anche in soggetti poco collabo-ranti, come i bambini in età prescolare. Gli accorgi-menti tecnici, necessari per l’utilizzo nel bambino aldi sotto dei due anni, sono ancora complessi ed infase sperimentale. Sarebbe riduttivo pensare che ilvantaggio della FOT sia legato solo all’utilizzo nel“non collaborante”. In realtà, la possibilità che la

Figura 5 Comportamento della reattanza del sistemarespiratorio (Xrs) in un bambino normale (linea grigia)e in un bambino con asma (linea blu).

RrscmH2O/l/s

Xrs

Asma

Normale2

1

0

-1

-2

5 15 20 25 30 Hz Frequenzesonore

Figura 6 Esecuzione della tecnica delle oscillazioni forzate.

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metodica offre di avere un parametro del compor-tamento elastico del polmone, anche nel bambinoin età scolare, è senz’altro un aspetto da non tra-scurare. Uno svantaggio della FOT è però rappre-sentato dall’impossibilità di evidenziare alterazioni ditipo restrittivo, non essendo una metodica volume-trica.

Pletismografia corporea

La pletismografia corporea convenzionale è consi-derata il gold standard tra le tecniche non invasiveper la misura della resistenza delle vie aeree (Raw)negli adulti e nei bambini collaboranti ed è stata inol-tre standardizzata per effettuare misurazioni neibambini sedati (58).Tuttavia la necessità di respirarecontro una valvola chiusa per misurare il volume delgas toracico (TGV) la rende una tecnica inadattanella maggior parte dei bambini in età prescolare.Nel 1976 Dab e Alexander proposero un metodosemplificato per misurare la resistenza specifica dellevie aeree usando la pletismografia corporea (59, 60).Questo metodo ha il vantaggio di non richiedere lamisura del TGV evitando così la necessità di respira-re contro una valvola chiusa. Recentemente,Bisgaard e colleghi hanno ulteriormente adattatoquesta tecnica rendendola più adatta ai bambini inetà prescolare (34, 61, 62). La resistenza specificadelle vie aeree è definita come il prodotto di Rawmoltiplicato per TGV:sRaw = Raw x TGVNella pletismografia corporea convenzionale, Raw ècalcolata mediante l’equazione (63):Raw = ∆Pmo / ∆V’(dove ∆Pmo è la variazione della pressione allabocca durante i tentativi di respirazione contro una

valvola chiusa, assumendo che ∆Pmo e la pressionealveolare raggiungano l’equilibrio, e ∆V’ è la variazio-ne del flusso aereo). Poiché ∆Pmo e ∆V’ non posso-no essere misurati simultaneamente, anche TGVdeve essere calcolato mediante l’equazione:TGV = ∆Vbox / ∆Pmo x (Pamb - PH2O)(dove ∆Vbox è la variazione del volume pletismo-grafico, ∆Pmo è la variazione della pressione allabocca durante i tentativi di respirazione contro unavalvola chiusa assumendo che Pmo e la pressionealveolare raggiungano l’equilibrio, Pamb è la pressio-ne ambiente e PH2O è la pressione del vaporacqueo a 37° C). Raw viene così calcolata utilizzandouna procedura a due passaggi: nel primo passaggio sidetermina il rapporto ∆Vbox / ∆V’, nel secondo sivaluta il rapporto ∆Vbox / ∆Pmo:Raw = (∆Vbox / ∆V’) / (∆Vbox / ∆Pmo)Il calcolo di sRaw evita la necesità di ricorrere allemanovre di respirazione contro una valvola chiusa.Moltiplicando Raw per TGV il risultato è:sRaw = (∆Vbox / ∆V’) / (∆Vbox / ∆Pmo) x (∆Vbox /∆Pmo) x (Pamb - PH2O)sRaw = (∆Vbox / ∆V’) x (Pamb - PH2O)e i valori di sRaw possono quindi essere calcolatisemplicemente misurando ∆Vbox e ∆V’ durante larespirazione a volume corrente (59, 60).L’utilizzo della compensazione elettronica per lecondizioni BTPS (64, 65) rappresenta un altro pre-supposto importante perché consente di evitare ilricorso alle manovre di correzione per le variazionidi umidità e temperatura dei gas durante il ciclorespiratorio.Sebbene l’apparecchiatura per la misurazionepletismografica della sRaw sia costosa ed ingom-brante, molti studi clinici (66-69), per la maggiorparte del gruppo di Bisgaard e colleghi, così

Tabella 3 Studi pubblicati sui valori di riferimento per la tecnica delle oscillazioni forzate in età prescolare.

Autori N° soggetti Età Centri Raccolta dati FattibilitàAnno di publicazione anni

Hantos, et al. 121 4-16 1 Laboratorio -1985 (55)

Solymar, et al. 218 2-18 1 Laboratorio -1985 (56)

Ducharme, et al. 206 3-17 1 Laboratorio 95%1998 (52)

Klug, et al. 120 2-7 1 Laboratorio 79%1998 (34)

Hellinckx, et al. 247 3-7 1 Laboratorio 83%1998 (39)

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come la disponibilità di valori di riferimento (34),mostrano la sua potenziale utilità dal punto divista clinico e di ricerca (62).

Gas mixing

La tecnica del “multiple breath wash-out” (MBW)è stata descritta nel 1953 per stabilire il volumepolmonare e la disomogeneità della ventilazionepolmonare durante la respirazione a volume cor-rente (70). La tecnica usata nella prima descrizio-ne era il wash-out dell’ossido nitrico usando ossi-geno al 100%. In anni recenti sono stati introdottialtri gas inerti non residenti (elio, esafluoruro dizolfo) e sono stati riportati i valori di riferimentoper la capacità funzionale residua usando il meto-do della diluizione dell’elio in bambini in età pre-scolare (71). In anni relativamente recenti l’analisidella disomogeneità della ventilazione è statamigliorata e sono stati descritti molti indici cheriflettono la disomogeneità della ventilazione tota-le e quindi la patologia delle vie aeree periferiche.Quelli più comunemente usati sono l’indice diclearance (LCI, numero di volumi polmonari richie-sti per completare il wash-out) e il “mixing ratio”(MR, rapporto tra il numero di respiri attuali eideali necessari per completare il wash-out) (72).Questi due parametri sembrano non cambiarecon l’età o la crescita nei soggetti sani (72).Un’analisi più sofisticata è rappresentata dalla ana-lisi del quoziente di momento (“moment ratioanalysis”) della curva di wash-out (73). Due recen-ti lavori hanno messo a confronto i valori ottenuticon la pletismografia e la spirometria con quelli diLCI e MR usando MBW con il 4% di elio e il 4%di esafluoruro di zolfo in bambini in età scolare eprescolare con fibrosi cistica e in soggetti sani (72,74). Una distribuzione alterata della ventilazioneera presente nella maggior parte dei bambini confibrosi cistica, includendo i bambini con valori nor-mali alla spirometria e alla pletismografia (72, 74).Questi risultati suggeriscono che la tecnica MBWsia più sensibile rispetto ad altre PFR nell’indivi-duare le alterazioni polmonari più precoci neibambini con fibrosi cistica. Sebbene ancora moltolavoro debba essere fatto prima che questa tecni-ca possa entrare nella pratica clinica di tutti i gior-ni, i risultati sopra riportati suggeriscono che laMBW sia una tecnica molto promettente nell’indi-viduare le alterazioni polmonari precoci soprattut-to nei bambini in età prescolare.

Spirometria

La spirometria è il metodo più frequentementeutilizzato per la valutazione della funzionalità pol-monare nel soggetto collaborante e viene comu-nemente utilizzata anche negli ambulatori pediatri-ci di funzionalità polmonare. Questa tecnica eraprecedentemente limitata ai bambini in età scola-re (a partire dai 6 anni di età), ma recenti studihanno confermato che anche i bambini in età pre-scolare sono capaci di eseguire le manovre dellaspirometria (75-81) e hanno riportato per la spi-rometria in età prescolare una fattibilità che variadal 47% (77) al 92% (80) e che può essere miglio-rata dall’uso di un software incentivante (77).Raccomandazioni potenziali per la spirometria inbambini in età prescolare sono state recentemen-te pubblicate (82). Inoltre dei valori di riferimentosono stati riportati per la spirometria in età pre-scolare (78, 81) e sono stati recentemente pubbli-cati dati clinici sull’utilità della spirometria nei bam-bini con fibrosi cistica in età prescolare (79).L’attendibilità di questa tecnica dipende dalla stan-dardizzazione dei metodi con particolare riguardoall’apparecchio, all’acquisizione e all’interpretazionedei dati. Per la spirometria nei soggetti adulti sonostati pubblicati dettagliati criteri dalla AmericanThoracic Society (ATS) (83) e dalla EuropeanRespiratory Society (ERS) (84) e sono stati recen-temente aggiornati da queste associazioni in unlavoro congiunto (85).Tuttavia, queste Linee Guidasono state elaborate per i pazienti adulti.Recentemente alcuni lavori hanno dimostrato chesia i bambini in età prescolare (86) che quelli in etàscolare (87) difficilmente riescono a soddisfarealcuni dei criteri relativi al controllo qualità.Per eseguire una spirometria il bambino collabo-rante o l’adulto devono inspirare a capacità pol-monare totale (TLC) ed espirare in maniera for-zata fino al volume residuo (RV). La manovraviene ripetuta molte volte fino ad avere curveflusso-volume riproducibili. La ripetibilità di que-ste curve dipende dalla limitazione del flussoespiratorio (definita come indipendenza del flus-so dallo sforzo del soggetto). Quando l’inspira-zione è massimale e la limitazione al flusso vieneraggiunta rapidamente, un soggetto adulto alle-nato dovrebbe essere in grado di ripetere lemanovre spirometriche in modo che la variabili-tà del volume espiratorio forzato nel primosecondo (FEV1) e della capacità vitale forzata(FVC) sia inferiore al 5% (83-85). La valutazione

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visiva della curva flusso-volume aiuta l’operatorenel giudicare la qualità della manovra. Inoltre i cri-teri di controllo della qualità per i soggetti adultispecificano quanto rapidamente il soggettodovrebbe incrementare il flusso all’inizio dell’espi-razione e quale dovrebbe essere la durata dellamanovra espiratoria (83-85).I criteri nei bambini in età prescolare dovrebberoessere diversi da quella negli adulti per due moti-vi. In primo luogo perché i bambini piccoli hannovolumi polmonari piccoli e vie aeree di grandidimensioni rispetto al volume polmonare se con-frontati con i bambini più grandi e con gli adulti.L’espirazione forzata viene quindi ad essere com-pletata in un tempo minore, certamente piùcorto dei 6 secondi raccomandati per i soggettiadulti e a volte addirittura inferiore ad 1 secondo.Più di uno studio ha descritto come la partediscendente della curva flusso-volume sia conves-sa nei bambini piccoli, suggerendo il rapido esau-rimento del flusso verso la fine della manovraespiratoria (81, 82). Non è ancora chiaro se que-sto pattern sia interamente dovuto alle differenzefisiologiche oppure se sia in parte correlato allavolontà. È comunque dimostrato che i criteri perdeterminare la conclusione del test negli adultinon sono adeguati ai bambini in età prescolare(82, 86). In secondo luogo, l’inizio del test negliadulti è valutato misurando il volume retro-estra-polato (VBE) sia come valore assoluto che comepercentuale della FVC. Un recente studio ha con-fermato che il VBE nei bambini è tipicamente piùbasso che negli adulti, mentre il rapportoVBE/FVC è più alto (82). Entrambe le cose pos-sono essere spiegate semplicemente dal fatto chei volumi polmonari assoluti dei bambini molto pic-coli sono più bassi.Utilizzando criteri di accettabilità appropriati perl’età prescolare (82), è tuttavia possibile effettua-re una spirometria accettabile e riproducibile inquesta fascia di età. Inoltre, poiché i bambini in etàprescolare spesso non espirano per più di 1secondo, il FEV1 potrebbe non essere un accura-to parametro dell’ostruzione bronchiale in questogruppo di bambini e studi recenti hanno valutatol’utilità del volume espiratorio forzato a 0,5 o 0,75secondi (FEV0,5 o FEV0,75) come parametro piùadeguato a questa fascia d’età (82, 88).Nonostante molti risultati necessitino ancora dichiarimenti, dagli studi finora pubblicati (7, 75-88) èpossibile estrapolare le seguenti raccomandazioni

per l’esecuzione della spirometria in età prescolare:1. se il soggetto esegue per la prima volta la spi-rometria è essenziale un periodo di prova. Il bam-bino dovrebbe familiarizzare con l’apparecchio econ l’operatore;2. possono essere impiegate incentivazioni com-puterizzate interattive per incoraggiare la mano-vra, ma queste non sono obbligatorie;3. la posizione (bambino seduto o in piedi) e l’usodel tappanaso dovrebbero essere registrati eriportati;4. l’operatore deve osservare strettamente il bam-bino ed assicurarsi che non ci siano perdite d’ariae che la manovra sia eseguita correttamente;5. dovrebbero essere eseguite almeno tre mano-vre, ma non è stato stabilito un numero massimodi tentativi;6. è opportuno che sia la curva volume-tempoche la curva flusso-volume siano visibili in temporeale. La manovra dovrebbe essere esclusa se lacurva flusso-volume non mostra una salita rapidafino al picco del flusso e una porzione discenden-te lineare, senza tosse o evidente chiusura dellaglottide;7. se il VBE è più grande di 80 mL o del 12,5% diFVC, la curva dovrebbe essere rivalutata, ma nonnecessariamente esclusa;8. se in una manovra il flusso termina precoce-mente, è possibile riportare FEV0,5, FEV0,75 eFEV1, ma non FVC o i flussi espiratori forzati diquella determinata manovra;9. il bambino deve eseguire almeno due curveaccettabili dove i secondi valori più alti di FVC eFEV1 (oppure FEV0,5 o FEV0,75) differiscono dimeno di 0,1 L o del 10% rispetto al valore piùalto. Se viene eseguita una sola manovra soddisfa-cente i risultati non dovrebbero essere esclusisolo perché scarsamente riproducibili. Il numerodelle manovre tecnicamente soddisfacenti e irisultati ripetibili devono sempre essere registrati;10. i valori più alti di FEV1 (oppure di FEV0,5 oFEV0,75) e FVC dovrebbero essere riportati dopoaver esaminato i parametri di tutte le curve utili,anche se non appartengono alla stessa curva.

Test di provocazione bronchiale

È opportuno sottolineare alcuni punti che riguar-dano l’utilizzo dei test di provocazione bronchialein età prescolare. I valori di cut-off utilizzati negliadulti per determinare l’iperreattività bronchiale

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Quale test per quale bambino?

In definitiva la scelta del test da usare per valutare lafunzionalità polmonare in bambini in età prescolare,così come per gli altri gruppi di età, dipende dal que-sito clinico o di ricerca a cui si sta cercando dirispondere. Come nelle altre fasce di età, non esisteun test specifico in grado di rispondere a tutte ledomande. Per studi epidemiologici sul territorio èpiù opportuno un apparecchio portatile e facile dausare (ad esempio quello per la tecnica dell’interru-zione), mentre le tecniche capaci di rilevare variazio-ni del parenchima polmonare (ad esempio i test di“gas mixing” e, potenzialmente, le oscillazioni forza-te) sembrano essere più adatte a studiare malattie,come la fibrosi cistica, che iniziano alla periferia pol-monare.Tuttavia rimane ancora da stabilire il ruolodi ogni singola tecnica fra quelle che abbiamo a dis-posizione per la valutazione della funzionalità pol-monare in bambini in età prescolare.

Conclusioni

La valutazione della funzionalità respiratoria in etàprescolare è attualmente possibile. Tuttavia, rimanemolto lavoro da fare nella standardizzazione dei teste nella comprensione del ruolo più appropriato perogni singolo test nella valutazione della crescita delsistema respiratorio e nella gestione clinica dei bam-bini in questa fascia di età. Un altro punto che deveessere risolto riguarda il ruolo clinico e di ricercadella misurazione della risposta ai broncodilatatori edei test di provocazione bronchiale.

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Introduzione

La spirometria fornisce al medico l’opportunità diaccertare la normalità ed il grado di anomalia dellafunzione respiratoria, fornendo le informazioni utilialla corretta caratterizzazione del difetto funziona-le respiratorio. Inoltre, consente il monitoraggio dieffetti fisiologici come la crescita, patologici conse-guenti ad una condizione di malattia o infine tera-peutici nei casi di verifica dell’efficacia farmacologi-ca. L’esame spirometrico ripetuto nel tempo offreil vantaggio di una valutazione prognostica dell’e-ventuale futura disfunzione funzionale respiratoria.In generale, è possibile affermare che le prove difunzionalità respiratoria nel bambino, assumonoun ruolo particolarmente importante nel percor-so diagnostico, nel follow-up clinico-funzionale enella valutazione prognostica.

La spirometria permette il monitoraggio della fun-zione respiratoria in corso di malattie sistemiche,come l’artrite reumatoide, l’insufficienza cardiaca, idifetti immunitari, le malattie emato-oncologiche ele vasculiti. In età pediatrica, è necessario conside-rare che il concetto di “valori predetti” è suscetti-bile di variazioni imputabili ai fisiologici meccanismidi crescita e sviluppo di organi e apparati. La capa-cità di eseguire un test riproducibile dipende dalgrado di cooperazione e dall’abilità nell’eseguire leistruzioni dell’operatore. La maggior parte deibambini di età compresa tra 5-6 anni è comunquein grado di eseguire una spirometria riproducibile.La spirometria è una procedura non invasiva e disemplice esecuzione, consiste infatti in un’inspira-zione massimale (CPT= Capacità Polmonare

Stefania La Grutta

U.O.S. Allergologia e Pneumologia Pediatrica, P.O. “G. Di Cristina”, ARNAS Civico, Palermo

33

La spirometria nel bambino collaborante

Spirometry in cooperating children

Parole chiave: spirometria, asma, fisiopatologia respiratoria

Key words: spirometry, asthma, pulmonary physiopathology

Riassunto. La spirometria fornisce al medico l’opportunità di accertare la normalità ed il grado di anomalia della funzionerespiratoria. Assume un ruolo particolarmente importante nel percorso diagnostico, nel follow-up clinico-funzionale e nellavalutazione prognostica. L’appropriatezza della sequenza delle procedure e l’applicazione di norme di controllo igienico, sonoindispensabili per la qualità dei risultati. È necessario considerare il concetto di “valori predetti”, suscettibile di variazioni impu-tabili ai fisiologici meccanismi di crescita e sviluppo di organi e apparati. I principali parametri sono: FVC, FEV1, PEF, e le mano-vre di espirazione forzata tra il 25% e il 75% del FVC.È possibile identificare oltre al normale, almeno 3 pattern di condizione respiratoria patologica:1) la disfunzione ventilatoria di tipo ostruttivo;2) la disfunzione ventilatoria di tipo restrittivo;3) l’ostruzione al flusso di aria lungo le vie aeree centrali e periferiche.Il test di broncodilatazione è una prova essenziale nella valutazione di reversibilità dell’ostruzione.

Accettato per la pubblicazione il 18 maggio 2006.

Corrispondenza: Dott.ssa Stefania La Grutta, U.O.S. Allergologia e Pneumologia Pediatrica, P.O. “G. Di Cristina”,ARNAS Civico,Via Benedettine 1 - 90100 Palermo; e-mail: [email protected]

Abbreviazioni: ERS, European Respiratory Society; ATS, American Thoracic Society

Pneumologia Pediatrica 2006; 22: 33-41

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Totale), seguita da un’espirazione forzata e rapida(2-3 sec) fino allo svuotamento dei polmoni (VR=Volume Residuo).Molto recentemente la “ERS/ATS Task Force:Standardization of lung function testing”, ha pub-blicato le raccomandazioni relative ai test di fun-zionalità polmonare (1), alla standardizzazionedella spirometria (2), ed alle strategie di interpre-tazione (3). In questa sezione si farà esteso riferi-mento a questo materiale, come punto baseampiamente documentato, per la trattazione deisingoli paragrafi.

Definizioni

L’accordo generale sull’utilizzo di alcuni termini eabbreviazioni, basato su report internazionali con-divisi (4), è essenziale per garantire l’omogeneitàdei dati raccolti ed analizzati. Pertanto l’accuratez-za è definita convenzionalmente il valore vero; laripetibilità è la sovrapponibilità tra risultati dellostesso parametro, ottenuti in misure successive, insoggetti con medesime condizioni di metodo,strumentazione, procedura; la riproducibilità è inte-sa come l’identità di risultati ottenuti in misure suc-cessive dello stesso parametro, laddove le misura-zioni individuali vengono effettuate in diverse con-dizioni, in funzione di un corretto giudizio diagno-stico-terapeutico, come ad esempio nella valuta-zione della modifica del FEV1 dopo 15 minuti dallasomministrazione del broncodilatatore.

Procedure ed esecuzione della spirometria

È attualmente disponibile per l’età pediatrica unagrande varietà di attrezzature computerizzate perl’esecuzione della spirometria, sia in laboratori difisiopatologia respiratoria, sia nell’ambulatorio delmedico di famiglia. Recentemente, gli apparecchiche si basano sulla misura del flusso mediantepneumotacografo o turbina, anche in virtù delcosto contenuto, sono di facile uso ambulatoriale.È indispensabile per il clinico, conoscere i valori diriferimento standard in uso dell’apparecchiatura,che consentono di determinare l’accuratezza e lagiusta interpretazione dei risultati della prova ese-guita. L’esecuzione dell’esame richiede una precisastandardizzazione dell’intera procedura, con speci-fico riferimento alle apparecchiature, all’operatoreed al paziente (Figura 1).

Dettagli tecnici

Prima dell’esecuzione dell’esame spirometrico ènecessario controllare le condizioni ambientali eregistrare i valori di temperatura, umidità e pres-sione barometrica, mediante l’uso di una stazionedi rilevamento posta all’interno dei locali adibitiall’esecuzione della prova. L’ambiente per l’esecu-zione della spirometria nel bambino deve esseretranquillo, accogliente e privo di distrazioni.È indubbio che la regolare uniformità delle proce-dure, intese come operatore, attrezzature ed oradel giorno in cui vengono effettuate le spirometrie,garantisce l’accuratezza dell’esame. È indispensabiletenere conto dell’appropriatezza della sequenzadelle procedure, evitando di far eseguire le mano-vre a volume corrente subito dopo l’esecuzione diprove di espirazione forzata. L’applicazione dinorme di controllo igienico (lavaggio delle mani trapazienti, uso di guanti per toccare i boccagli osuperfici interne dello spirometro o valvole direspiro, sterilizzazione dei boccagli riutilizzabili),previene la trasmissione di infezioni dal paziente asoggetti sani ed agli operatori. Le raccomandazionisi riferiscono principalmente all’uso dei dispositivi(nebulizzatori, spaziatori) per la somministrazionedi farmaci broncodilatatori (5).Le procedure di disinfezione vanno regolarmen-te eseguite in accordo alle indicazioni della ditta

La Grutta34

Figura 1 Fasi di standardizzazione dell’esame spirometrico.

Controllo ambientale

Calibrazione apparecchiature

Controllo igienico

Valutazione del paziente/soggetto

Procedure per l’esecuzione

Criteri di accettabilità

Criteri di riproducibilità

Interpretazione secondo valori di riferimento standard

Valutazione clinica

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produttrice dell’apparecchiatura, al fine di evitareil danneggiamento di circuiti da parte di sostanzechimiche o all’uso improprio di alte temperature.Sebbene non si elimini la necessità di una regola-re applicazione delle misure di controllo igienico,è possibile utilizzare filtri da porre in linea con iboccagli tra il paziente e il circuito, purché garan-tiscano di non alterare gli standard delle misura-zioni della funzione respiratoria (FVC, FEV1, PEF,o le manovre di espirazione forzata tra il 25% eil 75% del FVC) (6). L’applicazione dei filtri deter-mina una barriera ad alta efficienza (>99%) per ilblocco dei batteri, ma non vi sono dati relativa-mente a virus o a piccoli microrganismi (7). Infine,vi sono dati positivi di confronto nel rapportocosto benefici per l’uso di filtri, rispetto alle tradi-zionali procedure di disinfezione (8).Esistono due principali sistemi di misura in usonegli spirometri: la misurazione del volume e lamisurazione del flusso. Lo spirometro a campanaad acqua ha rappresentato per anni il gold stan-dard per le misurazioni spirometriche di volume.Con questa apparecchiatura è possibile ottenereuna valutazione diretta del volume, mediante laraccolta e misura dell’aria espirata e successivaconversione dello spostamento fisico della campa-na in variazione di volume.Il volume può essere estrapolato anche dalla misu-razione del flusso ottenuta dai sensori di flusso delpneumotacografo, o dai flussimetri a turbina, a caldo(anemometri) o ad ultrasuoni. Nel pneumotacogra-fo, la misura è ottenuta dal calcolo della caduta dipressione attraverso una resistenza; nella turbinabidirezionale provvista di lettore, la misura è ricava-ta dalle interruzioni dei raggi all’infrarosso, provoca-ta dalla rotazione del sistema posto all’interno deldispositivo; nell’anemometro, il valore si deriva dallamodifica dell’impedenza elettrica, secondaria al raf-freddamento dei filamenti caldi interni, conseguenteal passaggio del flusso di aria espirata.

Considerazioni relative al paziente

Esistono specifiche raccomandazioni per l’esecuzio-ne della spirometria in rapporto alle condizioni cli-niche del paziente (Tabella 1), ed inoltre alcune pre-cauzioni utili, da porre in atto per ottenere la mag-giore accuratezza del risultato (Tabella 2).È possibile eseguire l’esame sia in piedi che da sedu-ti, considerando però che la prima condizionemigliora i volumi ed i flussi di espirazione forzata. Lascelta della posizione deve essere sempre uguale

nelle valutazioni longitudinali dello stesso paziente.È necessario controllare e registrare i valori antro-pometrici (peso, altezza) periodicamente (almenoogni 3-6 mesi), per garantire la possibilità di con-fronto con gli standard di riferimento. L’età, l’altezzae il peso sono considerati i fattori indipendenti piùimportanti per ottenere i valori teorici di normalità,definiti come “predetti”.Poiché i farmaci assunti dal paziente, possono alte-rare i valori di funzione respiratoria, sia in rapportoal tipo e dose, che alla via di somministrazione (ina-latoria o orale), è indispensabile per l’operatoreacquisire questa informazione, prima dell’inizio dellaprova. Infatti, la sospensione di broncodilatatori abreve o lunga durata d’azione dipende dal quesitoclinico richiesto, anche se sarebbe auspicabile potervalutare la funzionalità respiratoria in condizionibasali, senza trattamento farmacologico. Al contra-rio, se si vuole valutare l’efficacia farmacologica delpiano terapeutico, è necessario eseguire l’esamedurante la terapia.L’esperienza dell’operatore rappresenta un elemen-to determinante nel garantire l’accuratezza dellaprova, ed è suggerito il regolare mantenimento

La spirometria nel bambino collaborante 35

• Le attrezzature devono riconoscere i requisiti minimi

dell’ATS (vedi voci bibliografiche 15-17)

• Le attrezzature devono essere periodicamente

calibrate per garantire l’accuratezza

• Controllo delle norme e procedure di controllo

igienico

• Adeguata esperienza ed abilità dell’operatore

• Applicazione regolare delle procedure di controllo

sul paziente

• Preparare adeguatamente il paziente

• Incentivare la cooperazione del paziente

• Rispettare i criteri di accettabilità e riproducibilità

Tabella 1 Raccomandazioni per la corretta esecu-zione della spirometria.

• Non indossare vestiti molto stretti che limitano

l’espansione toracica e addominale

• Astensione da esercizio fisico intenso entro 30

minuti prima del test

• Consumare il pasto entro 2 ore prima del test

• Non assumere alcolici entro 4 ore prima del test

• Non fumare entro almeno 1 ora prima del test

Tabella 2 Precauzioni per la corretta esecuzionedella spirometria.

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dell’abilità, mediante la frequenza periodica astage di formazione ed informazione (almenoogni 3 anni) (9).

Standardizzazione

La spirometria è un esame fisiologico che misurala quantità di volume di aria che viene inalata o

esalata da un soggetto. I primi dati valutati dallaspirometria sono il volume o il flusso, e pertantoil risultato di per sé non fornisce automaticamen-te una diagnosi eziologica, ma contribuisce alladefinizione della stessa.Prima di avviare la procedura di esecuzione, ènecessario effettuare periodicamente (giornal-mente) la calibrazione dello strumento, utilizzandouna pompa a siringa di volume noto (1-3 L), indotazione all’apparecchiatura in uso. Occorre con-siderare che per la siringa da 3 L l’accuratezzadeve essere di ± 15 mL o ± 0,5% dell’intera scala.Nella tabella 3 sono indicate le indicazioni all’ese-cuzione della spirometria.I valori più importanti da considerare sono costi-tuiti dalla capacità vitale forzata (FVC) e dal volu-me di espirazione forzata nel 1° secondo (FEV1). Ilprimo è il volume ricavato da un’espirazione for-zata e completa dopo una profonda inspirazione;il secondo è il volume ottenuto nel primo secon-do di una manovra di FVC.Lo spirometro deve essere capace di accumularevolume per un tempo >15 secondi e misurare unvolume di ≥8 L, con un’accuratezza di lettura almenodel ± 3% o ± 0,050 L, con flussi tra 0 e 14 L•s -1.Qualsiasi dispositivo inserito (filtro, valvole) lungo lalinea paziente-spirometro, deve essere valutato nelcomputo delle resistenze totali. Il controllo ottimaledi qualità consente di visualizzare sia la curva flusso-volume che quella volume-tempo (Figura 2).

La Grutta36

• Valutare segni e sintomi suggestivi di patologia

polmonare

• Misurare gli effetti di una malattia sulla funzione

polmonare

• Differenziare il tipo di deficit respiratorio: ostruttivo,

restrittivo, misto

• Distinguere le ostruzioni centrali rispetto alle

ostruzioni dinamiche delle vie periferiche

• Identificare soggetti a rischio per malattia polmonare

• Determinare lo stato di salute prima dell’esecuzione

di un test da sforzo massimale

• Monitorare l’intervento terapeutico

• Monitorare la funzione respiratoria durante la

riabilitazione

• Stabilire la prognosi della funzione respiratoria

• Valutazioni epidemiologiche

• Determinazioni di equazioni di riferimento

• Studi clinici di ricerca

Tabella 3 Indicazioni alla spirometria.

Figura 2 Curva volume-tempo (a) e Curva flusso-volume (b). FEV1, volume di aria espirato nel 1° secondo; FVC,volume totale di aria che può essere emesso; FEV1/FVC, Indice di Tiffenau.

a b

1 sec

FEV1

FVC

PEF

FVC

TLC

RV

Volumecorrente

Inspirazione

FEV1

Vmax 75%

Vmax 50%

Vmax 25%

Volu

me

(L)

Tempo (s)

8

4

0

Flus

so(L

/s)

Espi

razi

one

Volume (L)

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L’osservazione della prima offre maggiori dettaglisulla parte iniziale (il primo secondo) della mano-vra in particolare sul picco di flusso espiratorio(PEF), che correla con la pressione pleurica duran-te la manovra. La curva flusso-volume oltre adesprimere lo sforzo nell’esecuzione della primaparte della manovra, consente in misurazioni suc-cessive di valutare la ripetibilità e di identificare losforzo submassimale.La corretta esecuzione dell’intera sequenza di pro-cedura dell’esame spirometrico comprende 3distinte fasi:1. inspirazione massimale fino alla capacità polmo-nare totale (TLC);2. espirazione veloce e massimale;3. espirazione completa e prolungata fino al rag-giungimento del volume residuo (VR).Nel bambino la durata dell’espirazione deve esse-re di almeno 2-3 secondi, nell’adolescente ≥6secondi. Nella tabella 4 sono indicate le fasi cor-rette della procedura.Anche i bambini di età inferiore a 5 anni, incorag-giati ed aiutati durante l’esecuzione della manovra,sono in grado di eseguire una spirometria accetta-bile (10), in riferimento a specifici criteri di ripetibi-lità (11). La completa attuazione delle fasi 2 e 3 con-sente il raggiungimento dei criteri di EOT (end oftest), che definiscono l’accettabilità dell’esame. I cri-teri di accettabilità e riproducibilità (Tabella 5) diuna spirometria, vanno applicati all’analisi della mor-fologia della curva flusso-volume (Figura 2b), chepresenta un rapido brusco incremento iniziale delflusso espiratorio fino al raggiungimento del picco, a

cui segue una riduzione graduale dei flussi. La curvavolume-tempo (Figura 2a) offre il vantaggio di evi-denziare il raggiungimento del plateau, espressionedi una espirazione completa.Nel paziente asmatico, non è consigliabile eseguireconsecutivamente più di 8 prove, che possonoindurre pericolose cadute oltre il 20% del FVC e delFEV1, tali da giustificare, per la sicurezza del pazien-te, la sospensione del test.Dopo aver esaminato tutte le altre prove utili, nelcontesto delle 3 migliori prove eseguite, è impor-tante selezionare e conservare la curva spirometri-ca che presenta i più elevati valori di FVC e di FEV1.I principali parametri che vengono valutati nell’e-same spirometrico sono:1. Capacità Vitale Forzata (FVC): massimo volume diaria espirato a partire da un’inspirazione massima-le fino al livello del Volume Residuo (VR) non eli-minabile. Un valore >80% del predetto è conside-rato normale.2. Volume Espiratorio Forzato in 1 secondo (FEV1):volume di aria espirato nel primo secondo di un’e-spirazione forzata. È un parametro che si ottienedall’analisi del volume in rapporto al tempo, ed èsforzo dipendente. Il riscontro di un valore >80%del predetto definisce il valore normale.È il parametro indice del grado di ostruzionebronchiale e pertanto è valutata la sua variazionenel test di reversibilità dopo broncodilatatore.

La spirometria nel bambino collaborante 37

1) Accettabilità

• Inspirazione massimale

• Tempo di espirazione nella curva volume-tempo =

>2-3 secondi nel bambino; nell’adolescente ≥6

secondi

• Espirazione completa = plateau di 1 secondo

• Assenza di artefatti (tosse durante il 1°sec di espira-

zione, chiusura glottide, malposizione in bocca del

boccaglio, inizio lento, interruzione precoce dell’e-

spirazione, insufficiente sforzo espiratorio)

2) Riproducibilità

• Almeno 3 prove accettabili su un totale di 8 manovre

• Dopo 3 spirometrie accettabili selezionare le 2 spi-

rometrie che presentano i maggiori valori di FVC o

di FEV1 entro una differenza di 0,150 L

• FVC e FEV1 delle due curve migliori con variabilità

< al 5%

Tabella 5 Criteri di accettabilità e riproducibilitàdella spirometria.

• Controllare la calibrazione dello spirometro

• Lavare le mani

• Valutare il soggetto (anamnesi recente, abitudini,

farmaci)

• Registrare dati antropometrici

• Spiegare l’esecuzione del test

• Dimostrare l’esecuzione del test

• Incoraggiare il soggetto ad eseguire le manovre del

test (pinza stringinaso, posizione del boccaglio e

della lingua, posizione eretta del capo, profonda

inspirazione, veloce e lunga espirazione massimale)

• Ripetere le istruzioni, se necessario

• Eseguire almeno 3 manovre per ottenere 2 prove

riproducibili

Tabella 4 Procedure per la corretta esecuzionedella spirometria.

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La Grutta38

Inoltre, è un buon indice di resistenza delle vie aeree.3. Indice di Tiffenau (FEV1/FVC): è il rapporto tra ilvolume espirato in 1 secondo e la capacità vitaleforzata. È il parametro più sensibile per la valuta-zione della limitazione di flusso delle vie aereenelle patologie ostruttive (se valori <83-85%), e sicorrela con la gravità dell’asma. Il range di norma-lità nel bambino è >83-85%.4. Flusso espiratorio forzato tra il 25 e 75% del FVC(FEV25-75 o MEF): è un parametro utile nella valuta-zione delle vie aeree di minore calibro, è molto uti-lizzato in pediatria e si riduce precocemente in casodi asma bronchiale. Purtroppo la grande variabilitàintrinseca, ne riduce la valenza di parametro uniconell’applicazione clinica. Il valore normale, intesocome % del predetto, deve essere >70%.5. Picco di flusso (PEF): è il flusso massimo raggiun-to nei primi 100-200 msecondi della curva espira-toria, fornisce informazioni sul calibro delle grandivie aeree ed è utilizzato come indicatore di flussonei dispositivi portatili per il monitoraggio domici-liare dei pazienti. Se il valore di PEF è l’80% delvalore teorico è considerato normale.

Interpretazione della spirometria

L’interpretazione dei risultati è ottenuta in rappor-to a due diverse modalità:1. intraindividuale, nel corso di valutazioni longitu-dinali dello stesso paziente;2. interindividuale, mediante la possibilità di con-fronto con gli standard di riferimento della popo-lazione normale, definiti come “predetti”.In quest’ultimo caso occorre riferirsi a valori pre-detti ottenuti in popolazione pediatrica (12). Leequazioni spirometriche di riferimento sono otte-nute da studi trasversali su ampi gruppi di popola-zione, e pertanto sono gravati dall’effetto coorte,anche se sono disponibili dati di osservazione lon-gitudinale fino all’età avanzata.È opportuno ricordare che alcuni pazienti convalori vicini alla soglia della normalità, possono pre-sentare un rischio elevato di erronea classificazio-ne (falsi positivi o falsi negativi) della funzionalitàpolmonare. La prima modalità offre l’opportunitàdi una migliore precisione nella definizione di nor-malità individuale, infatti in questo caso è lo stessosoggetto che comportandosi da riferimento baseper sé, elimina la variabilità interindividuale. Il con-trollo periodico e regolare dei parametri antropo-metrici, ed in particolare la variabile altezza, garan-tisce l’esatta registrazione e calcolo dei valori.

Come si è già anticipato, la spirometria di per sénon fornisce automaticamente una diagnosi ezio-logica, ma contribuisce alla definizione della stes-sa. Pertanto, è possibile identificare oltre al nor-male, almeno 3 pattern di condizione respiratoriapatologica:1. la disfunzione ventilatoria di tipo ostruttivo;2. la disfunzione ventilatoria di tipo restrittivo;3. l’ostruzione al flusso di aria lungo le vie aeree cen-trali e periferiche (Figura 3 a,b,c).La disfunzione ventilatoria di tipo ostruttivo può veri-ficarsi lungo ogni livello del sistema bronchiale,provocata da compressione esterna o ostruzioneinterna. La patologia asmatica, tipicamente nelbambino, configura una disfunzione ventilatoriaostruttiva, nella quale l’esame spirometrico costi-tuisce l’esame fondamentale per la diagnosi, lavalutazione della reversibilità dell’ostruzione, ed ilmonitoraggio longitudinale. L’esecuzione della spi-rometria è indicata anche nella valutazione di effi-cacia della terapia, nel contesto dei trattamentipertinenti ai livelli di asma persistente.Il riscontro di una curva flusso-volume normale,nei casi di asma lieve persistente, con valori diFEV1% ai limiti del predetto, può essere vantag-giosamente integrato con misurazioni di para-metri maggiormente sensibili della flogosi bron-chiale, come l’ossido nitrico, al fine di quantifica-re con maggiore accuratezza la presenza omeno di un adeguato controllo della flogosi sot-tostante. Inoltre, nei periodi intercritici di assen-za di sintomi, la spirometria è in grado di docu-mentare una latente broncostruzione. In talsenso quindi, l’esame spirometrico costituisceuno strumento essenziale nella corretta gestionedel paziente asmatico, soprattutto in riferimentoa particolari periodi come l’adolescenza, nellaquale vi è spesso una sottostima della presenzaed entità dei sintomi.Il più importante parametro per l’identificazionedella disfunzione ostruttiva è il rapporto FEV1/FVC, la cui riduzione può predire la morbilità e lamortalità, anche in presenza di un FEV1 nei rangedi normalità (13). Nei casi di maggiore impegnoostruttivo, la curva flusso-volume assume il carat-teristico aspetto di concavità della fase espirato-ria, segno di riduzione dei flussi a bassi-medi volu-mi (Figura 3a). Se l’ostruzione è particolarmentesevera, anche l’indice di Tiffenau risulta compro-messo, in funzione della forte riduzione del FEV1,raggiungendo valori <83%.

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La spirometria nel bambino collaborante 39

Il test di broncodilatazione è regolarmente effettua-to nel corso dell’esecuzione di un esame spirome-trico completo, soprattutto quando si riscontri unquadro ostruttivo o una discrepanza in difettointraindividuale rispetto ai valori standard di riferi-mento per l’età. Rappresenta una fisiologica rispo-sta integrata dell’intero sistema comprendente l’e-pitelio delle vie aeree, i nervi, i mediatori, la musco-latura liscia bronchiale. Il test viene consideratopositivo, cioè con broncodilatazione “significativa”,quando si ottiene una broncodilatazione conaumento del FEV1 ≥12% rispetto all’esame base diriferimento, corrispondente ad un aumento di≥200 mL, dopo 15-20 minuti dalla somministra-zione inalatoria mediante distanziatore, di unadose di 400 mcg di broncodilatatore a breve dura-ta di azione (salbutamolo).Non vi è una precisa correlazione tra broncostru-zione di base e l’entità di risposta al broncodilata-tore. Se persiste una risposta positiva al testdurante la terapia di mantenimento, è possibileipotizzare che non sia stato ancora raggiunto unbuon controllo dell’infiammazione bronchiale chesottende la broncostruzione latente. Il riscontro dipositività, in corso di una prima valutazione delpaziente, è fortemente suggestiva per la diagnosidi asma, ed ovviamente va successivamente con-fermata integrando gli elementi anamnestici e cli-nici. Se vi è un cambiamento non significativo del

FEV1, la riduzione della iperinflazione polmonarepuò comunque suggerire una risposta positiva(14). Nei pazienti con ostruzione fissa delle vieaeree, conseguente alla presenza di un stato diinfiammazione cronica da inadeguato controlloterapeutico, da ostruzione anatomica o da tappi dimuco, non vi è risposta al test. Comunque, la man-canza di risposta al test non preclude la rispostaclinica alla terapia con broncodilatatori.Nella disfunzione ventilatoria di tipo restrittivo, èpresente una riduzione della TLC al di sotto del 5°centile del valore predetto. La disfunzione puòdeterminarsi per una riduzione della compliancepolmonare o della parete toracica. La prima eve-nienza è di riscontro nella fibrosi polmonare inter-stiziale, nella fibrosi cistica o nella polmonite inter-stiziale, ma la si ritrova anche a seguito di inter-venti chirurgici demolitivi o come conseguenza dimasse intratoraciche (cisti congenite, bolle enfise-matose, versamenti pleurici). Nel secondo caso, laparete toracica deformata, come effetto di malat-tie neuromuscolari, tetraparesi spastiche, anomaliecongenite o gravi cifoscoliosi, può causare un pat-tern restrittivo. L’aspetto della curva flusso-volumepresenterà una riduzione simmetrica del FVC edel FEV1, in presenza di un indice di Tiffenau nor-male o lievemente aumentato (Figura 3b).Nella disfunzione ventilatoria mista il difetto ècaratterizzato dalla coesistenza di entrambi i

Figura 3 Esempi di curve flusso-volume. a, deficit ostruttivo moderato in paziente asmatico; b, deficit restritti-vo; c, ostruzione extra-toracica delle alte vie aeree.

a

Volume (L)0 1 2 3 4 5 6

Flus

so(L

.s-1

)

Curva flusso-volume eseguitaCurva flusso-volume predetta

Espirazione

12

10

8

6

4

2

0

-2

-4

-6

-8

b

Volume (L)0 1 2 3 4 5 6

Flus

so(L

.s-1

)

12

10

8

6

4

2

0

-2

-4

-6

-8

c

Volume (L)0 1 2 3 4 5 6

Flus

so(L

.s-1

)

12

10

8

6

4

2

0

-2

-4

-6

-8Inspirazione

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La Grutta40

pattern, con valori di FEV1/ FVC e di TLC al disotto del 5° centile dei rispettivi predetti.Nella tabella 6, è sintetizzata la classificazione delladisfunzione ventilatoria ostruttiva e restrittiva inbase ai principali dati di spirometria. Il criterio diseverità dell’anomalia funzionale respiratoria èbasato sul FEV1% del predetto, che però nei casiparticolarmente severi, non identifica appropriata-mente la severità del difetto e non predice la seve-rità clinica o la prognosi individuale del paziente.L’ostruzione delle vie aeree centrali e superiori ècaratterizzata da una riduzione del flusso espirato-rio, che determina un caratteristico appiattimentoiniziale della curva flusso-volume. È inoltre presen-te una riduzione dei flussi inspiratori durante lamanovra di inspirazione forzata. Nel caso di ostru-zioni extratoraciche, la riduzione del flusso inspira-torio è ancora più marcata durante la fase di inspi-razione forzata. Infatti durante questa manovra, si

verifica una forte pressione negativa nelle vieaeree a valle dell’ostruzione, che provoca il collas-so distale delle stesse, con ulteriore peggioramen-to del quadro clinico funzionale.La sindrome da disfunzione delle corde vocali, sicaratterizza per la presenza di una profonda alte-razione inspiratoria della curva flusso-volume, cheassume un aspetto appiattito (Figura 3c). Sebbenesia possibile differenziare le forme di ostruzioneintratoracica da quelle extratoraciche mediante lavalutazione comparativa delle variazioni dei princi-pali parametri spirometrici (PEF, MIF50= massimoflusso inspiratorio al 50% della FVC,MIF50/MEF50= rapporto tra MIF50 e massimo flus-so espiratorio al 50% della FVC), è indispensabileconfermare il sospetto diagnostico di ostruzionedelle vie aeree, mediante il ricorso alla broncosco-pia o alla valutazione di imaging radiografica.

Conclusioni

La spirometria fornisce oggi un valido supportoalla diagnosi, terapia e monitoraggio delle malattierespiratorie e sistemiche con interessamentorespiratorio. La semplicità di esecuzione e di inter-pretazione dei risultati, ha reso possibile l’ampiadiffusione ed utilizzo della metodica, anche al difuori di ambiti di specialistica pneumologica.Pertanto, l’apparecchiatura, anche portatile e dipiccole dimensioni, è divenuta uno strumento utilee vantaggioso, nel miglioramento dell’assistenzaambulatoriale del paziente asmatico. È necessariocomunque, in qualsiasi ambito applicativo, l’ade-renza ed il rispetto delle procedure e delle normedi esecuzione, al fine di garantire l’accuratezza e laqualità del risultato.

Pattern ostruttivo Pattern restrittivo

FEV1 ↓ TLC <5% del predetto

FEF25-75 ↓ FEV1/ FVC = ↑

FEV1/ FVC <5% VC ↓

del predetto

Grado di ostruzione su FEV1 (% predetto)

Lieve >70

Moderato 60-69

Moderato-Grave 50-59

Grave 35-49

Severa <35

Tabella 6 Classificazione e grado di disfunzioneventilatoria. Modificata da (3).

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LIO

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La spirometria nel bambino collaborante 41

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Introduzione

La valutazione della funzionalità respiratoria rap-presenta un importante momento diagnostico eprognostico nello studio del bambino con patolo-gia respiratoria, poiché permette di valutare il tipo,l’entità e la reversibilità della compromissione fun-zionale, l’andamento nel tempo della malattia el’efficacia dei vari presidi terapeutici.La valutazione della funzione ventilatoria, cheriflette le proprietà elastiche e le resistenze al flus-so dell’apparato respiratorio, consente di ricono-scere le diverse sindromi disventilatorie. Nel bam-bino collaborante (età minima 6 anni) il cardinedell’indagine funzionale si identifica con la spiro-metria effettuata con manovra di capacità vitaleforzata ed analisi della curva flusso-volume (1). Lostudio dei volumi polmonari statici è stato propo-sto per anni come completamento nelle sindromi

spirografiche restrittive e miste, ma può avere unasua importanza anche nelle altre sindromi disven-tilatorie. I volumi polmonari vengono distinti involumi polmonari statici (la cui misura è espressa inlitri) e volumi polmonari dinamici (misura espressain funzione del tempo). Nella valutazione della fun-zionalità respiratoria si fa riferimento anche allecapacità funzionali che altro non sono che lasomma di due o più volumi. I volumi polmonaridinamici (FEV1, FEV 0,5 etc.) possono essere misu-rati con un semplice esame spirometrico, pertan-to focalizzeremo l’attenzione sui volumi polmona-ri statici e sulle capacità polmonari, sui fattorideterminanti e sul significato delle loro variazioni,sulla loro utilità nell’inquadramento delle sindromirespiratorie disfunzionali con qualche cenno sullemetodiche e sulle apparecchiature più diffuse.

Marcello Verini*, Enrico Lombardi**, Angiolina Nicodemo*, Cinzia Spagnolo*

* Servizio di Allergologia e Fisiopatologia Respiratoria, Clinica Pediatrica, Università di Chieti; ** Serviziodi Broncopneumologia, Centro di Allergologia e Broncopneumologia Pediatrica, Clinica Pediatrica 2a,Ospedale Pediatrico “Anna Meyer”, Firenze

42

I volumi polmonari statici nella valutazione della funzionalità

respiratoria nel bambino collaborantePulmonary static volumes in respiratory

function evaluation of cooperating children

Parole chiave: volumi polmonari, pletismografia corporea, tecnica della diluizione dei gas

Key words: lung volumes, plethysmography, gas dilution technique

Riassunto. I test di funzionalità respiratoria sono fondamentali nella diagnosi e nella gestione del bambino con patologia pol-monare cronica. Nei bambini collaboranti lo studio della funzionalità respiratoria è basata sulla valutazione dei parametri dellacurva flusso-volume ottenuta mediante manovre di capacità vitale forzata. I volumi polmonari statici e dinamici si identificanocon i volumi di gas, mobilizzabile e non, contenuti nei polmoni che possono essere misurati sia con la pletismografia corporeache con i metodi di diluizione dei gas. La pletismografia corporea è basata sulla legge di Boyle, la tecnica della diluizione di elioe del wash-out dell’azoto sul principio della conservazione della massa dei gas. La valutazione dei volumi polmonari statici qualicapacità vitale (VC), capacità funzionale residua (FRC), volume residuo (RV), capacità polmonare totale (TLC) è indispensabi-le per identificare correttamente le sindromi disventilatorie ed interpretare e confermare i dati della spirometria. La valutazio-ne dei volumi polmonari può fornire informazioni utili oltre che sulle anomalie funzionali nei soggetti con patologia polmona-re cronica, anche sulla fisiologia e sullo sviluppo del polmone dei soggetti in età evolutiva.

Accettato per la pubblicazione il 19 maggio 2006.

Corrispondenza: Dott. Marcello Verini, U.O.S. di Allergologia e Fisiopatologia Respiratoria, Clinica Pediatrica - Università di Chieti - Ospedale Clinicizzato Colle dell’Ara,Via dei Vestini, 66100 Chieti; e-mail: [email protected]

Pneumologia Pediatrica 2006; 22: 42-52

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I volumi statici e le capacitàpolmonari

Le definizioni dei volumi polmonari statici e dellecapacità (2, 3) e la loro ripartizione nei polmonisono riportati rispettivamente in tabella 1 e figura 1.

I volumi polmonari statici

1. Volume corrente (VT) o Tidal volume (TV): è laquantità di aria che viene inspirata ed espirata adogni atto respiratorio.2. Volume di riserva inspiratoria (VRI) o Inspiratoryreserve volume (IRV): è il volume d’aria che si puòinspirare con uno sforzo massimale dopo una nor-male inspirazione.3. Volume di riserva espiratoria (VRE) o Expiratoryreserve volume (ERV): è il volume di aria che si puòespirare con uno sforzo espiratorio massimale,dopo un’espirazione normale, fino al raggiungi-mento del volume residuo.4. Volume residuo (VR) o Residual volume (RV): è ilvolume di aria che resta nei polmoni dopo unaespirazione massimale. L’RV comprende il volume

I volumi polmonari statici nella valutazione della funzionalità respiratoria ... 43

Figura 1 I volumi e le capacità polmonari.

Capacità polmonaretotale

Volumi polmonari statici

Capacità vitale

Capacità residua funzionale

Capacità inspiratoria

Volume di riserva inspiratoria

Volume di riserva espiratoria

VR

VRE

VRI

VR

VRE

VRI

VR

VRE

VRI

VR

VRE

VRI

Spazio morto

Volumeresiduo

volume corrente

Tabella 1 I volumi statici e le capacità polmonari.

Volume corrente (VC) Tidal Volume (TV)

Volume di riserva Inspiratory reserve volumeinspiratoria (VRI) (IRV)

Volume residuo (VR) Residual volume (RV)

Volume di gas toracico Thoracic gas volume (TGV)(VGT)

Capacità inspiratoria (CI) Inspiratory capacity (IC)

Capacità espiratoria (CE) Expiratory capacity (EC)

Capacità vitale (CV) Vital capacity (VC)

Capacità vitale espiratoria Expiratory vital capacity (CVE) (EVC)

Capacità vitale inspiratoria Inspiratory vital capacity(CVI) (IVC)

Capacità vitale forzata Forced vital capacity (FVC)(CVF)

Capacità funzionale Functional residualresidua (CFR) capacity (FRC)

Capacità polmonare Total lung capacity (TLC)totale (CPT)

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Verini, et al.44

di gas contenuto negli alveoli e spazio morto ana-tomico ed eventuali cavità parenchimali non sog-gette a ventilazione.5. Volume di gas toracico (VGT) o Thoracic gas volu-me (TGV): è il volume di “aria ventilabile e non ven-tilabile” contenuto nei polmoni al termine di un’e-spirazione normale.

Le capacità polmonari

1. Capacità inspiratoria (CI) o Inspiratory capacity (IC):è la quantità di aria che può essere introdotta neipolmoni con una manovra inspiratoria massimaledopo una normale espirazione. È la somma delvolume corrente e del volume di riserva inspirato-ria: IC= TV+IRV.2. Capacità espiratoria (CE) o Expiratory capacity(EC): è la quantità di aria espulsa dai polmoni conuna espirazione massimale lenta al termine di unanormale inspirazione. È data anche dalla somma delvolume corrente e del volume di riserva espirato-ria: EC= TV+ERV.3. Capacità vitale (CV) o Vital capacity (VC): è laquantità di aria che viene mobilizzata eseguendouna manovra espiratoria massimale lenta da TLCa RV come capacità vitale espiratoria (CVE), oppu-re eseguendo una manovra massimale inspiratorialenta da RV a TLC, come capacità vitale inspirato-ria (CVI). Se la manovra di capacità vitale vieneeffettuata da TLC a RV con una espirazione mas-simale forzata il volume di aria mobilizzato in talmodo viene definito: capacità vitale forzata espira-toria (CVF o FVC).

4. Capacità funzionale residua (CFR) o Functionalresidual capacity (FRC): è il volume di aria “ventila-bile” contenuto nei polmoni dopo una normaleespirazione.5. Capacità polmonare totale (CPT) o Total lungcapacity (TLC): è il volume di aria presente nel pol-mone alla fine di un’inspirazione massimale.Per la valutazione dei volumi polmonari esistonoin letteratura diversi valori teorici pediatricisovrapponibili (4-8).La maggior parte dei volumi e delle capacità pol-monari possono essere misurati con uno spiro-metro facendo eseguire al paziente collaborante 3manovre respiratorie in successione:a. respiro tranquillo a volume corrente;b. manovra di capacità inspiratoria;c. manovra di capacità vitale espiratoria lenta (9).Con questa metodica è possibile determinare neibambini collaboranti i seguenti volumi polmonari:volume corrente, capacità inspiratoria, capacitàespiratoria e volume di riserva espiratorio, capaci-tà vitale ma non capacità funzionale residua e volu-me residuo e, conseguentemente, capacità polmo-nare totale (Figura 2).La misura di questi volumi polmonari statici, volu-me residuo (RV), capacità funzionale residua(FRC) e capacità polmonare totale (TLC) costitui-sce un momento fondamentale per la caratteriz-zazione delle sindromi disventilatorie e può esse-re di ausilio nello studio delle caratteristiche fun-zionali dell’apparato respiratorio (10). La misura diquesti volumi è tecnicamente impegnativa e può

Figura 2 I volumi polmonari statici in rapporto allo spirogramma volume tempo con manovre respiratorie di: a,respiro a volume corrente; b, manovra di capacità inspiratoria; c, capacità vitale espiratoria lenta. N.B.: i valori di FRCe VR non possono essere misurati dallo spirogramma.

Livello espiratoriodi riposo

Livello inspiratoriomassimo

Livello espiratoriomassimo

CPT

CV

CI

CFR

VR

VC

VRE

VR

VRI

a

b c

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I volumi polmonari statici nella valutazione della funzionalità respiratoria ... 45

essere effettuata solo mediante pletismografia cor-porea, o mediante diluizione dei gas polmonari, talimetodiche richiedono apparecchiature abbastanzacomplesse come il pletismografo corporeo a cabi-na e/o lo pneumotacografo con analizzatore deigas espirati (11).

Apparecchiature e metodiche

Valutazione dei volumi polmonari statici e delleresistenze delle vie aeree mediante pletismografiacorporea (12-14)

Il pletismografo è costituito da una camera a per-fetta tenuta stagna, nella quale viene introdotto ilpaziente da esaminare, che respira aria ambientein condizioni BTP controllate a temperatura edumidità costanti, attraverso un boccaglio collegatoad uno pneumotacografo con un otturatore (shut-ter) telecomandato.Esistono diversi tipi di pletismografo:- il pletismografo a volume costante, in cui vengonoregistrate, tramite trasduttori di pressione, le varia-zioni di pressione indotte sul gas presente nella

camera pletismografica dalle variazioni del volumedel torace durante i movimenti respiratori. Dallemodificazioni della pressione nella camera si misu-rano le variazioni del volume polmonare;- il pletismografo a pressione costante, in cui si rile-vano le variazioni di volume nel gas contenutonella camera indotte dalle variazioni del volumedel torace durante la respirazione del paziente;- il pletismografo a pressione e volume costante,attualmente viene utilizzato in maniera prevalentequest’ultimo sistema perché fornisce una maggio-re quantità di dati che risultano più attendibili.Con il pletismografo è possibile ottenere durantela respirazione del paziente con lo shutter chiusosia tracciati pressione/pressione (P/P) che pressio-ne/flusso (P/V).I tracciati pressione/pressione (P/P) mettono in rela-zione le variazioni di pressione nel box con quelleregistrate alla bocca del paziente (∆Pbox/∆Pmo), epermettono di misurare il volume di gas toracicodalla formula TGV= cotangente dell’angolo alfa1 for-mato dalla sigmoide chiusa delle variazioni pressoriedurante l’inspirazione e l’asse delle X (Figura 3).

Figura 3 Schema del plestimografo corporeo con grafici per la misurazione di TGV e Raw. a, grafico Pmo/Pbox perla determinazione del TGV; b, grafico Pbox/flusso per la determinazione delle Raw. Raw, resistenza delle vie aeree.

Pressione della bocca

PM↓

Flusso d’aria

Pressionedel box

Otturatore

Pmo

V

Pboxα1

α2Pbox

+

-

+

-

VGT

Raw

Pneumotacografo

Siringa da calibrazione da 1 litro

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I tracciati pressione/flusso (P/F) mettono in rela-zione le variazioni pressorie registrate nel box conle variazioni del flusso d’aria a livello delle vie aeree(∆Pbox/∆V). La misura della cotangente dell’ango-lo alfa2 formato dalla parte inspiratoria di que-st’ultima sigmoide con l’asse delle X permette lavalutazione delle resistenze delle vie aeree (Raw).Le resistenze delle vie aeree vengono calcolate dalrapporto tra cotangente alfa2 e cotangente alfa1(Figura 3).La metodica di misurazione con il pletismografocorporeo dovrebbe seguire i seguenti step:1. riscaldamento dell’apparecchiatura dopo l’ac-censione, per il tempo richiesto;2. calibrazione quotidiana di flussi, volumi e pressione;3. istruzione del paziente sulla modalità di esecu-zione della prova in merito alle manovre respira-torie da compiere;4. sistemazione del paziente all’interno della cabi-na in posizione seduta con boccaglio all’altezzadella bocca, senza flessione o estensione del collo.5. attesa del tempo necessario affinché le condi-zioni di temperatura e pressione si stabilizzino edil paziente si rilassi;6. respirazione tranquilla attraverso il boccaglio,con il naso chiuso da uno stringinaso, fino al rag-giungimento del livello di fine espirazione (di soli-to dopo 3-10 atti respiratori);7. attivazione dello shutter per 3-5 sec, quando ilpaziente respira a livello di FRC, ed esecuzione diuna serie di respiri tranquilli, con le guance soste-nute dalle mani, ad una frequenza compresa tra 20e 30 atti al minuto (quiet breathing). Una frequen-za respiratoria maggiore o minore può condurread errori. Un metronomo può essere usato perguidare il paziente in questa manovra;8. registrazione di 3-5 manovre respiratorie tecni-camente soddisfacenti;9. registrazione di almeno 3 valori di FRCplet convariabilità <5% per soddisfare il criterio dellariproducibilità.La FRC pletismografica (o TGV) può essere misu-rata con due manovre raccomandate per calcola-re i volumi polmonari una volta che è stato deter-minato il livello di fine espirazione o end expira-tory level (EEL):a. la prima metodica, proposta dall’ERS consiste nelmisurare l’ERV e l’ICV con un’unica manovra chesegue la misura dell’FRC pletismografica (senzache il paziente si stacchi dal boccaglio prima diaver completato la manovra).

b. la seconda utilizza la manovra IC immediata-mente dopo la misurazione della FRCPlet permisurare la TLC.Questo metodo può essere necessario in pazien-ti che hanno un’ostruzione severa o una severadispnea, i quali non riescono a eseguire una misu-razione della FRC con una manovra ERV comeconseguenza della dispnea ed è più praticabile nelpaziente pediatrico che riesce ad eseguire un EVCpartendo da TLC.Con la metodica pletismografica è possibile misura-re con una sola prova costituita dalle 3 manovrerespiratorie consecutive descritte sia l’FRC pletismo-grafica, sia il TGV, e conseguentemente il VR (VR=FRC-ERV), e la TLC (TLC= FRC+IC). Le tre mano-vre da effettuare sono: a) respiro a volume corren-te- b) quiet breathing con lo shutter chiuso e c)capacità inspiratoria + volume di riserva espiratoriacon shutter aperto.

Valutazione dei volumi polmonari statici con lemetodiche di diluizione dei gas polmonari

Il metodo della diluizione dell’N2 o “wash-out dell’azoto”

I volumi statici e le capacità polmonari possonoessere misurati con le metodiche di diluizione deigas polmonari con lo pneumotacografo ed un ana-lizzatore di gas (He o N2). Esistono due metodi didiluizione: il wash-in, basato sulla misura della con-centrazione di un gas inerte (He= elio) inspirato, edil wash-out, basato sulla misura dell’emissione daparte del soggetto dell’azoto (N2) polmonare espi-rato, utilizzando sistemi a circuito chiuso o aperto etecniche a respiro singolo o multiplo.La misura di FRC con wash-out dell’azoto, usandoun circuito aperto, è stata descritta da Gerhardt(15) e si basa sul lavaggio dell’N2 polmonare conO2 100% e sul calcolo della FRC dai dati di volu-mi espirati e tempo necessario ad ottenere unlavaggio dell’N2 pressoché completo.Il sistema è costituito da uno pneumotacografo eduno spettrometro di massa computerizzati capacidi acquisire i dati in linea ed integrare elettronica-mente la concentrazione di N2 con il volume esa-lato per creare, in tempo reale, un grafico dellaconcentrazione di N2 (curva del wash-out dell’N2)sul monitor (Figura 4).Durante il respiro a volume corrente, raggiuntouno stabile livello di fine espirazione viene attivatauna valvola che permette al paziente di passare dalcircuito aria ambiente alla respirazione di O2 al

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I volumi polmonari statici nella valutazione della funzionalità respiratoria ... 47

100%. L’inalazione di O2 100% ed il conseguentewash-out polmonare dell’N2 terminano nelmomento in cui la concentrazione di N2 è ugualeo vicina a 0%. Il valore dell’FRC N2 è calcolatoautomaticamente dal sistema (16).Il test dovrebbe essere sospeso in presenza di unavariazione >1% di N2 nell’aria inspirata oppure inpresenza di un improvviso grosso incremento di N2espirato, entrambe situazioni che denunciano unaperdita dal boccaglio. Il test sospeso può essere ripe-tuto solo dopo un intervallo di 15 minuti in cui ilpaziente respira aria ambiente, per permettere lasaturazione di N2 del gas polmonare. In pazienti conostruzione severa o malattie bollose il tempo diattesa tra test successivi dovrebbe essere di un’ora.Se si esegue più di una misurazione di FRC N2 il

valore finale dovrebbe essere la media dei risultatitecnicamente accettabili che non variano oltre il10%. Se si esegue una sola misurazione, il risultatodel test dovrebbe essere interpretato con cautela.Il procedimento del wash-out dell’N2 consente ditrarre alcune considerazioni sulla distribuzioneintrapolmonare della ventilazione. La presenza diaree polmonari ipoventilate sarà denunciata dauna discesa più lenta della concentrazione di N2 eda un aumento del numero dei respiri e del volu-me ventilato necessari per ridurre la concentra-zione dell’N2 al valore di riferimento (Figura 5). Ilvolume cumulativo è un indicatore dell’asimmetriadella distribuzione del gas inalato. Nelle patologiecon sindromi restrittive e riduzione delle unitàalveolari funzionanti si avrà una curva di eluizione

Figura 4 Principio del wash-out dell’N2 e curva diluizione polmonare normale.

Aria ambiente

n n

FN2 lineare FN2 logaritmico

0 2 4 6 8 10 12 14 0 2 4 6 8 10 12 14

0,80

0,60

0,40

0,20

0

0,800,60

0,40

0,20

0,10

0,02

Ossigeno 1°

VTA= 0,51VA= 2,01W= 0,8

2° 3° 4° atto resp.

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Verini, et al.48

rapida con una riduzione del tempo e del nume-ro degli atti respiratori per raggiungere il comple-tamento del lavaggio polmonare (Figura 6).

Il metodo della diluizione dell’elio “wash-in dell’He”

La diluizione dell’elio è una delle tecniche piùusate per determinare la FRC nei bambini moltopiccoli (17). Il sistema deve includere un rapido ed

accurato analizzatore di elio, un assorbitore diCO2, un assorbitore di vapore acqueo, una valvo-la miscelante, un serbatoio di O2 ed He, una portadi entrata ed una di uscita dei gas, una efficientepompa di circolazione che impedisca al bambino direspirare nuovamente ciò che ha esalato. Lo spiro-metro può essere collegato ad un boccaglio o aduna maschera facciale. La metodica di misurazione

Figura 6 Curva di lavaggio dell’azoto polmonare (wash-out dell’N2) con riduzione del tempo di wash-out per ridu-zione dell’FRC (s. restrittiva).

80

60

40

20

0

0 2 4volume

6 8

N2

Figura 5 Curva di lavaggio dell’azoto polmonare (wash-out dell’N2) con tempo di wash-out prolungato per aumen-to dell’FRC (s. ostruttiva o sovradistensiva).

80

60

40

20

0

0 2 4Volume

N2

6 8

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I volumi polmonari statici nella valutazione della funzionalità respiratoria ... 49

prevede gli stessi accorgimenti che devono essereutilizzati per il wash-out dell’N2. La concentrazione diHe è rilevata ogni 15 sec e l’equilibrazione dell’He siconsidera completata quando la variazione di con-centrazione è <0,02% per 30 sec. Una volta com-pletata l’equilibrazione di He il paziente è discon-nesso al sistema. Il test raramente supera 10 minuti,perfino in pazienti con severe anomalie dello scam-bio gassoso (18). Per i bambini sono raccomandatealmeno due misurazioni tecnicamente soddisfacenti.

Fattori determinanti i volumi polmonari

Le caratteristiche del parenchima polmonare fun-zionante, delle strutture bronchiali intratoraciche, latensione superficiale delle unità respiratorie, la forzaesercitata dai muscoli respiratori, i riflessi polmona-ri, le proprietà meccaniche ed elastiche delle vieaeree sono tra i più importanti fattori fisiologici ingrado di condizionare i volumi polmonari.Numerose, inoltre, sono le cause genetiche,ambientali ed acquisite che possono condizionaree/o modificare il volume dei gas nel polmone enelle vie aeree intratoraciche. È noto che i nativi inregioni ad altitudine elevata hanno capacità polmo-nare totale maggiore per una maggior crescita deipolmoni sotto lo stimolo ipossico cronico. È altret-tanto noto che alcuni fattori ambientali durante lavita fetale (fumo materno) o perinatale (distressrespiratorio, O2T prolungata, ventilazione meccani-ca) o immediatamente post-natale (infezioni daVRS) possono compromettere lo sviluppo polmo-nare dando esito a sindromi disventilatorie croniche(19-22). È meno noto che esiste un’influenza gene-tica anche sulla crescita polmonare: infatti gemellimonozigoti hanno volumi polmonari più simili deidizigoti.Alterazioni nella volumetria polmonare pos-sono essere provocate anche dall’obesità (23).

Significato clinico delle alterazionidei volumi e delle capacità polmo-nari (24)

Il volume corrente varia con il livello dell’attività fisi-ca. Il limite inferiore di TV (fine espirazione) èdeterminato dal raggiungimento dell’equilibrio traforze elastiche del parenchima polmonare e dellagabbia toracica. Il prodotto del volume corrente xla frequenza respiratoria dà la ventilazione polmo-nare minuto (TV x FR= VE), che rappresenta un

parametro utile per la valutazione dell’adattamentorespiratorio allo sforzo. Il TV aumenta in genere incorso di sindrome ostruttiva, non si modifica nellesindromi restrittive da perdita di unità fisiologichementre si riduce nelle sindromi restrittive da perditadell’elasticità polmonare. I valori di TV sono funzionedel peso corporeo (circa 8-10 ml/Kg di p.c.).La capacità vitale inspiratoria, la capacità vitale espi-ratoria e la capacità vitale forzata sono simili neisoggetti normali, mentre nei soggetti con sindromeostruttiva la capacità inspiratoria può essere mag-giore della capacità espiratoria ed ancor più dellacapacità forzata, poiché in questi soggetti la mano-vra espiratoria può produrre un collasso dinamicodelle vie aeree limitando il flusso espiratorio.La capacità vitale, i volumi di riserva inspiratoria edespiratoria e la capacità inspiratoria si riducono intutte le malattie polmonari che determinano per-dita funzionale di parenchima (polmoniti, atelecta-sie, ascessi, cisti) o perdita di distensibilità polmo-nare come le fibrosi polmonari. Una diminuzionedella capacità vitale può essere ricondotta anche acause extrapolmonari. Fra queste le più importan-ti sono rappresentate dalla paralisi centrale e peri-ferica dei muscoli respiratori, dalle deformità dellagabbia toracica o della colonna vertebrale, da versa-menti o aderenze pleuriche, da patologie addomi-nali, che condizionano i movimenti del diaframma,quali l’ascite o tumori sottodiaframmatici. Anche lemalattie ostruttive delle vie aeree possono causareuna diminuzione della capacità vitale, soprattuttoper aumento relativo del volume residuo. Pertantouna diminuzione della capacità vitale non puòessere correttamente interpretata senza la con-temporanea valutazione del volume residuo edella capacità polmonare totale.Il volume residuo è misurabile indirettamente comedifferenza FRC - ERV. Il coefficiente di variazioneintraindividuale è circa 8%, diminuisce nelle sindro-mi restrittive da perdita di unità funzionali mentrenon si modifica in quelle dovute a perdita di ela-sticità ed aumenta nelle sindromi ostruttive.La capacità funzionale residua è determinata dal-l’equilibrio tra le forze di retrazione elastica delpolmone e quelle della gabbia toracica. L’FRCcomprende il volume di gas ventilabile contenutonel polmone alla fine di un’espirazione normale.Varia con la postura (diminuisce in posizione supi-na) e con l’età: costituisce il 40% di TLC nell’adul-to, mentre nel neonato, in cui l’FRC è mantenutadinamicamente con limitazione del flusso e della

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durata dell’espirazione, è solo il 10%.Varia con l’at-tività fisica ed è ridotta negli obesi. La FRC dimi-nuisce nelle sindromi restrittive ed aumenta inquelle ostruttive. La FRC pletismografica includecompartimenti polmonari ventilabili e non ventila-bili e fornisce risultati migliori rispetto al metododel wash-out e della diluizione dei gas. Nei casi diostruzione severa l’FRC pletismografica può esse-re sovrastimata quando la frequenza respiratoriadurante gli atti a “shutter chiuso” supera i 60 atti/min, mentre nei pazienti con ostruzione severa oenfisema il vero valore di FRC è sottostimato dalladiluizione o dal wash-out per la presenza di areepolmonari non raggiungibili dal wash-out perocclusione delle piccole vie distrettuali.Negli individui sani ci sono di solito minime diffe-renze nella misura della FRC misurata con la dilui-zione dei gas/wash-out o con la pletismografia cor-porea. Comunque nei pazienti con malattie pol-monari associate ad air trapping, soprattutto, glistudi indicano che l’FRCplet spesso supera la FRCmisurata con la diluizione dei gas (3, 7).La capacità polmonare totale (TLC) è calcolataindirettamente dalla somma fra la capacità vitaleinspiratoria e volume residuo (TLC= IVC+VR) odalla somma fra capacità inspiratoria e capacitàfunzionale residua (TLC= FRC + IC). La TLC dimi-nuisce nelle sindromi restrittive mentre in quelleostruttive aumenta solo nelle forme gravi.Il volume di gas toracico (VTG) in assenza di zoneaeree non ventilate (cisti aeree a contenuto gas-soso escluse dalla ventilazione) corrisponde allaFRC. In presenza di aree non ventilate il TGV supe-ra la FRC con wash-out, poiché tali volumi aereivengono misurati solo con il metodo pletismogra-fico e non con quello delle diluizioni polmonari deigas. Il TGV diminuisce nelle sindromi restrittive edaumenta nelle sindromi ostruttive.Valori elevati del volume residuo (RV) e dellacapacità residua funzionale sono ritenuti indicatividi air trapping ovvero di sovradistensione polmo-nare. In caso di aumento anche della TLC l’indicedi Motley è un parametro più attendibile.L’indice di Motley è il rapporto percentuale fra il RVe la TLC (RV/TLC%), è la percentuale di TLC cherimane nel polmone dopo un’espirazione totale eforzata. Aumenta con l’età e nelle patologie pol-monari con intrappolamento di aria (sindromiostruttive e/o sovradistensive). L’Indice di Motley simodifica parallelamente al RV.

Indicazioni alla valutazione deivolumi polmonari

La valutazione dei volumi polmonari statici puòtrovare un’utile applicazione in tutte le malattiecongenite od acquisite che, provocando limitazioneai flussi, riduzione del parenchima funzionale o del-l’elasticità polmonare concorrano a provocare unacompromissione funzionale respiratoria sia di tipoostruttivo, che restrittivo. In prima istanza sono daricordare le broncopneumopatie croniche e ricor-renti come l’asma, le broncopolmoniti ricorrenti, lebronchiectasie, l’atelettasia lobare e la fibrosi cistica.Una valida applicazione della volumetria polmona-re può essere trovata anche nelle malformazionicongenite delle vie aeree e del parenchima polmo-nare caratterizzate da anomalie anatomiche dellestrutture respiratorie quali ad esempio laringotra-cheomalacia, la broncomalacia, l’agenesia o l’ipopla-sia polmonare, l’enfisema polmonare congenito, lecisti broncogene e le cisti adenomatose congenitepolmonari. Un’applicazione secondaria della misuradei volumi polmonari è lo studio della funzionalitàrespiratoria nelle patologie muscolari, neurologicheo scheletriche che provocano una compromissio-ne della funzionalità respiratoria (Tabella 2).

Verini, et al.50

Tabella 2 Indicazioni alla misura dei volumi polmo-nari statici.

Malattie ostruttive

Patologie Tracheo broncomalacia congenite Enfisema congenito

Cisti broncogena

Patologie Asmaacquisite BCP ricorrente

Fibrosi cistica

Malattie restrittive

Patologie Agenesiacongenite Ipoplasia

Enfisema lobareCisti congenita

Patologie Polmoniteacquisite Fibrosi

BronchiectasiePneumectomiaLobectomia

Patologia Distrofie muscolariMuscolare

Patologia Amiotrofie spinalineuromuscolare

Patologia Malformazioni costalischeletrica Distrofia toracica

Malattie del

parenchima

Malattie

della parete

toracica

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I volumi polmonari statici nella valutazione della funzionalità respiratoria ... 51

Conclusioni

Possiamo concludere che lo studio dei volumi pol-monari statici può essere utile sia per una caratte-rizzazione dei quadri disventilatori sia per identifi-care alcune patologie tipicamente restrittive(fibrosi polmonari e malattie interstiziali), ma

anche per una migliore valutazione delle anomaliefunzionali intercritiche che possono essere corret-tamente identificate e trattate in molte malattieostruttive e soprattutto nell’asma.

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Riassunto. I test di provocazione bronchiale sono una metodica di studio attualmente insostituibile nella valutazione funzio-nale del soggetto con asma. Essi permettono di documentare la presenza di iperreattività bronchiale aspecifica, di quantificar-ne il grado, e di monitorizzare l’efficacia delle terapie.Tra i vari test farmacologici proposti e studiati, quello con la metacolinaed il test di broncodilatazione sono ormai entrati nei protocolli operativi per l’asma anche in età pediatrica.

Accettato per la pubblicazione il 19 maggio 2006.

Corrispondenza: Dott. Marcello Verini, U.O.S. di Allergologia e Fisiopatologia Respiratoria, Clinica Pediatrica -Università di Chieti - Ospedale Clinicizzato Colle dell’Ara,Via dei Vestini, 66100 Chieti; e-mail: [email protected]

Introduzione

L’iperresponsività bronchiale è un reperto comu-ne in numerose malattie dell’apparato respirato-rio, è presente nella quasi totalità dei pazientiasmatici ed è riscontrabile, con minore frequenza,anche nella rinite, nella laringite, nella sinusite, nellafibrosi cistica, nella discinesia ciliare ed in bambiniche hanno subito un danno polmonare in epocaneonatale, nelle prime fasi dello sviluppo polmo-nare. L’iperresponsività bronchiale può essere defini-ta come l’aumentata responsività dei bronchi e dellevie aeree a vari stimoli fisici, chimici e farmacologi,irritativi o flogistici, condizionata da un’eccessiva con-trattilità della muscolatura liscia, dall’aumento deltono broncomotore e da un’accentuata tendenzaalla flogosi bronchiale (con edema della mucosa edipersecrezione).Tale risposta si ha negli asmatici perstimoli subliminali che non provocano gli stessi effet-ti nei soggetti sani. Essa è geneticamente determina-ta, ma anche modificabile da fattori ambientali.Diversi sono i meccanismi fisiopatogenetici docu-mentati e chiamati in causa come induttori o

effettori di IRB (Figura 1) (1). L’iperresponsivitàbronchiale può variare nel tempo nello stessosoggetto con aumento nei periodi di riacutizza-zione della patologia respiratoria e diminuzionedurante i trattamenti antinfiammatori. Numerosiinfatti sono i fattori che possono modulare il livel-lo di responsività bronchiale: stimoli flogisticidovuti alle infezioni respiratorie; la flogosi allergicacon il rilascio dei mediatori chimici correlati (ista-mina, leucotrieni, prostaglandine e fattori chemio-tattici); l’inalazione di elevate concentrazioni di O2o di CO2; l’inalazione di irritanti fisici quali l’ariafredda, la nebbia, le polveri inerti o il fumo di siga-retta; l’inalazione degli irritanti chimici quali l’ani-dride solforosa, gli isocianati e l’ozono; inoltreanche stimoli meccanici quali l’iperventilazionedurante l’attività fisica e le manovre respiratoriemassimali possono stimolare o provocare l’au-mento dell’IRB.I fattori induttori e modulatori di IRB possonoessere distinti in diretti o indiretti (Tabella 1) a

Marcello Verini*, Angiolina Nicodemo*, Angela D’Arcangelo*, Sabrina Di Pillo*, Enrico Lombardi**

* Servizio di Allergologia e Fisiopatologia Respiratoria, Clinica Pediatrica, Università di Chieti; ** Serviziodi Broncopneumologia, Centro di Allergologia e Broncopneumologia Pediatrica, Clinica Pediatrica 2a,Ospedale Pediatrico “Anna Meyer”, Firenze

53

La responsività bronchiale farmacologica

Pharmacological bronchial responsivity

Parole chiave: iperreattività bronchiale (IRB), test di provocazione bronchiale (TPB), test alla metacolina (MChTest),test di broncodilatazione (TBD)

Key words: bronchial hyperreactivity (BHR), bronchial provocation tests (BPT), metacholine challenge test (MChTest),

bronchodilation test (BDT)

Pneumologia Pediatrica 2006; 22: 53-64

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seconda che agiscano direttamente sulle celluleeffettrici (muscolo liscio, endotelio, cellule mucipa-re) o indirettamente attraverso cellule intermedia-rie (mastociti, cellule neuronali, cellule epiteliali)(Figura 2).

I test di provocazione bronchialefarmacologica

La valutazione della responsività bronchiale puòessere effettuata mediante i test di provocazionebronchiale misurando la risposta delle vie aeree, intermini di variazioni dei test funzionali indicativi delcalibro delle stesse all’esposizione a stimoli bronco-struttivi fisici o farmacologici (2, 3).I test di provocazione bronchiale possono essere effet-tuati con varie metodiche e differenti stimoli, specifi-ci o aspecifici (Tabella 2). Le diverse metodiche diprovocazione bronchiale differiscono tra loro pertipo di stimolo utilizzato, meccanismo fisiopatologicodella risposta, e metodologia di esecuzione del test.Gli agenti farmacologici (metacolina, istamina, bron-codilatatori) agiscono prevalentemente sul muscolo

Verini, et al.54

Figura 1 Meccanismi patogenetici della iperresponsività bronchiale. SRS-A, sostanza a reazione lenta

Risposta immunologica

Deficit di aminebeta-adrenergiche

Bloccobeta-andrenergico

Dominanzacolinergica

Antigeni

Reazione antigene-anticorpo

Mastcellula sensibilizzata

Fibre muscolari

lisce

Liberazione dei mediatori(istamina, SRS-A, eccetera)

Azione diretta sugli organiterminali (ghiandole, musco-latura liscia, vasi sanguigni)

Nervi delsimpatico

Centrivagali

Blocco

Arco riflesso breve

Vie nervose vagali

Bron

cosp

asm

orif

less

o

Arco

rifle

sso

lung

o

Affe

renz

e

Effe

renz

e

provocato dainfezione,

metaboliti,deficit di

adeniliciclasi,farmaci

Tabella 1 Stimoli broncocostrittori.

Stimoli diretti Stimoli indiretti

Acetilcolina AdenosinaMetacolina TachikinineCarbacolo BradikinineIstamina Metabisolfito

Prostaglandine (PGD2) PropanololoEsercizio fisico

AS non isotonicoIperventilazione

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liscio, gli allergeni stimolano la flogosi allergica e gliagenti fisici (esercizio, aria fredda/secca, soluzioniipertoniche) provocano una risposta flogistica eneuromediata con coinvolgimento anche dellamuscolatura liscia bronchiale (4).I problemi pratici relativi all’esecuzione di un test diprovocazione bronchiale riguardano: la scelta deltipo di test; la scelta del parametro di funzionalitàrespiratoria più efficiente per la misura della respon-sività bronchiale; la valutazione della risposta.La scelta del tipo di test è condizionata in generedall’utilizzo che se ne vuole fare. I test di provocazio-ne farmacologici con metacolina, con analisi dellacurva dose-risposta, sono i più standardizzati e piùadatti a fini diagnostici e di ricerca. I test di broncore-versibilità con farmaci broncodilatatori ed i test di pro-vocazione che usano stimoli fisici (esercizio/aria fred-da/nebbia/soluzioni ipertoniche) che mimano stimo-li broncocostrittori naturali, vengono utilizzati più fre-quentemente per la gestione del follow-up clinico delpaziente (5). I test di provocazione bronchiale conallergeni non sono quasi mai necessari nella praticaclinica, vengono utilizzati solo a scopo di ricerca.La prerogativa dei test di provocazione bronchialenon si compendia semplicemente nella capacità didiscriminare i soggetti con IRB rispetto ai normali onel quantificare 1’entità della compromissione funzio-nale in termini clinici e prognostici,ma soprattutto nel

consentire di caratterizzare gli aspetti fisiopatologicidella compromissione del microambiente bronchia-le ricostruendone i momenti causali ed evolutivi,premessa indispensabile per un razionale approccioterapeutico (6). Esistono numerosi lavori in lettera-tura che hanno paragonato i risultati dello studiodella responsività bronchiale in soggetti asmatici,soprattutto in età pediatrica, sottoposti a differentistimoli broncoprovocativi (7, 8). I test di provoca-zione bronchiale che utilizzano stimoli farmacologi-ci sono basati sulla somministrazione per via inala-toria di agenti farmacologici quali sostanze coliner-giche, soprattutto la metacolina o l’istamina e

La responsività bronchiale farmacologica 55

Figura 2 Meccanismi patogenetici degli stimoli broncostruttivi.

Cellule effettrici

Stimoli diretti

Limitazione al flusso

Muscolo liscio

Cellule endoteliali Cellule mucipare

Cellule infiammatorie

Cellule neuronali

Cellule epiteliali

Cellule intermediarie

Stimoli indiretti

Tabella 2 Test di provocazione bronchiale.

Stimoli meccanici

Test dell’iperventilazione (manovre respiratorie massimali)Test con esercizio fisico (corsa libera, tappeto ruotante, cicloergometro)

Stimoli fisici

Test con nebbia ultrasonica di H2OTest con iperventilazione di aria freddaTest con inalazione di soluzione salina ipertonica

Stimoli farmacologici

Istamina, metacolina, carbacolo, adenosina,propanololo.

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meno frequentemente prostaglandine (PGF2alfa),beta-bloccanti (propanololo) e adenosina. Il mecca-nismo d’azione è diverso a seconda del farmacoimpiegato. L’istamina agisce sia direttamente suirecettori specifici delle fibre muscolari sia indiretta-mente sui recettori irritativi attivando così il riflessovagale. La metacolina invece agisce operando a livel-lo dei recettori postgangliari parasimpatici (muscari-nici), determinando cioè la contrazione delle fibremuscolari in modo diretto. La PGF2alfa opera diret-tamente sulla muscolatura bronchiale probabilmen-te attivando un recettore specifico. Induce inoltreipersecrezione bronchiale e, nei soggetti asmatici, unriflesso vagale, non dimostrabile nei soggetti norma-li. Il propanololo, invece, agisce sui recettori comebeta-bloccante.Questi agenti farmacologici sono in grado di provo-care broncospasmo sia nei soggetti normali che negliasmatici. La differenza fra queste due categorie disoggetti consiste nella sensibilità, essendo necessariaper i sani una quantità di farmaco fino a 100-1.000volte superiore a quella necessaria negli asmatici perottenere un’ostruzione respiratoria significativa (9).Per l’attendibilità e la riproducibilità dei test di pro-vocazione bronchiale con farmaci è essenziale l’accu-ratezza nella misura della dose erogata, consideratoche le metodiche protocollate dall’ERS e dall’ATS,fanno riferimento alla dose erogata, e che la suariproducibilità dipende dalle caratteristiche del nebu-lizzatore. In teoria, l’aerosol ideale deve avere unabuona corrispondenza tra dose erogata (alla boccadel paziente) e dose polmonare (depositata nelle vieaeree periferiche) e deve quindi essere costituito peril 95% da particelle di diametro compreso tra 1 e 5µ.Tuttavia va rilevato che la sede ottimale di deposi-zione degli aerosol nel caso di test di provocazionebronchiale non necessariamente si trova a livelloperiferico: i recettori colinergici, ad esempio, si trova-no a livello della muscolatura liscia dei grossi e medibronchi mentre sono praticamente assenti nei bron-chioli terminali.Anche per l’istamina una deposizionea livello delle grandi vie aeree è più efficace nell’in-durre broncostruzione, ciò corrisponde presumibil-mente ad una maggiore concentrazione di recettori.Per quanto riguarda l’influenza del pattern respirato-rio del paziente, l’ostruzione delle vie aeree del sog-getto in esame non influenzerebbe essenzialmentela risposta ai farmaci. Una lieve ostruzione con FEV1(volume di aria espirata nel 1° secondo) tra l’85% edil 70% dei valori teorici determina una distribuzioneprevalentemente centrale dell’aerosol. Per evitare la

deposizione dell’aerosol nelle prime vie aeree èopportuno, inoltre, che il flusso inspiratorio sia com-preso tra 0,5 e 1 l/sec.

Il test di provocazione con metacolina

La metacolina è un derivato sintetico all’acetilcolinain grado di provocare, somministrato per via inala-toria, broncostruzione stimolando direttamente irecettori muscarinici della muscolatura liscia bron-chiale. Il meccanismo d’azione molecolare dellametacolina consiste nella stimolazione dei recettorimuscarinici tipo M3 con attivazione dei meccanismiintracellulari del rilascio del Ca dal reticoloendopla-sma e conseguente attivazione della contrazionemuscolare (10) (Figura 3). La metacolina è più resi-stente all’azione delle colinesterasi e delle pseudo-colinesterasi rispetto all’acetilcolina, è priva di effet-to nicotinico, a differenza del carbacolo, ed è inibitadall’atropina e dai suoi analoghi.Tali caratteristiche,specificità recettoriale con azione selettiva sullamuscolatura liscia bronchiale, cumulatività deglieffetti locali ed assenza di effetti collaterali gravi, nefanno il farmaco più usato e studiato per i test diprovocazione bronchiale farmacologica.Il test di provocazione bronchiale con metacolina èl’unico test di provocazione farmacologica ad esserestato validato dalle due società scientifiche più auto-revoli in pneumologia: l’European RespiratorySociety (3) e l’American Thoracic Society (11). Lametacolina, inoltre, è meglio tollerata dell’istamina,che può provocare qualche effetto collaterale, e per-tanto più utile anche negli studi epidemiologici susoggetti normali in cui è necessario somministraredosi elevate per raggiungere la soglia di risposta (7).

Indicazioni e controindicazioni per il test con metacolina

Il test di provocazione farmacologica con metacoli-na può essere effettuato sia a fini diagnostici, che ascopo di ricerca ed è stato studiato anche permonitorizzare la risposta terapeutica nei soggetticon asma. Le controindicazioni all’esecuzionedell’MChTest differiscono sensibilmente secondo glistatement dell’ERS o dell’ATS. Il livello di funzionali-tà respiratoria al di sotto del quale l’MChTest è con-troindicato è controverso. Secondo Sterk e Tashkine coll., un FEV1 basale < il 60% o il 70% del teoriconegli adulti viene considerato come una controindi-cazione relativa (12). Il Second National AsthmaExpert Panel Report del 1997 (13) ha proposto unFEV1<65% del teorico, come criterio per la con-troindicazione relativa (il 50% dei 40 esperti però

Verini, et al.56

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La responsività bronchiale farmacologica 57

considera un FEV1 <70% del teorico come una con-troindicazione; il 20% utilizza un cut-off del 60% ed il20% dell’80% del teorico).Per quanto riguarda l’età pediatrica, non esistonoLinee Guida in letteratura, ma è “opinione degliesperti” che l’MChTest deve essere effettuato incondizioni cliniche buone, in assenza di sintomi,dopo almeno 2 settimane da un’infezione respira-toria, in assenza di ostruzione delle vie aeree(FEV1>80% del teorico) senza assunzione di farma-ci per un tempo congruo (Tabella 3) e sempre allastessa ora del giorno per evitare l’influenza delritmo circadiano. L’asma acuto è una controindica-zione assoluta temporanea mentre le cardiopatiegravi, l’epilessia e l’ipertensione sono controindica-zioni relative allo stato clinico del paziente (14).Anche nei pazienti che non presentano controindi-cazioni assolute o relative all’esecuzione del test conMChTest possono essere riportati sintomi transito-ri quali tosse (25%), lieve dispnea (21%), wheezing(10%), costrizione toracica e, più raramente, cefalea(2%) e vertigini (6%). La compromissione della fun-zionalità respiratoria che si ha durante il test è sem-pre spontaneamente e velocemente reversibile.

Cockroft afferma di non aver mai riportato effetticollaterali seri in oltre 2.000 test alla metacolinaeffettuati nella sua Divisione di MalattieRespiratorie (15). L’ATS comunque consiglia disomministrare sempre un farmaco beta2-stimolan-te (salbutamolo alla dose di 200 mcg), alla fine deltest. Non sono stati descritti rischi rilevanti per ilpersonale esecutore del test purché non affettoda iperreattività bronchiale.

Le metodiche di esecuzione del test alla metacolina

L’MchTest viene effettuato somministrando per viainalatoria dosi o concentrazioni progressivamentecrescenti del farmaco ed analizzando le variazionifunzionali indotte da ogni somministrazione suitest di funzionalità respiratoria utilizzati. Le meto-diche di somministrazione ed inalazione più fre-quentemente utilizzate sono quelle protocollatedall’ERS e dall’ATS e sono essenzialmente due: lametodica dell’inalazione continua a volume correntee la metodica dosimetrica. Il protocollo dell’ERSprevede che il test alla metacolina venga fatto pre-cedere dall’inalazione di un aerosol di soluzionetampone per valutare l’entità della responsività

Figura 3 Meccanismo di azione della metacolina tra sistema pararimpatico, SNANC (Sistema Non Adrenergico NonColinergico) e cellule infiammatorie. Modificato da Joos et al., Allergy 2000; 55: 321.

Termine del nervo sensorio

Termine del nervo

colinergicoSP

NK1R

NK2RM-R

5-HT

AChMch

5-HT2R

5-HT2R 5-HT1AR

Mast cell

Contrazione

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Verini, et al.58

aspecifica alla soluzione che deve essere consi-derata per il calcolo della responsività al farma-co. La caduta del FEV1 dopo soluzione tamponenon deve superare il 20% del valore basale perpoter iniziare il test con la metacolina. Il proto-collo dell’ERS (3) prevede obbligatoriamente lostep della soluzione tampone mentre l’ATS nonconsidera questo step obbligatorio (11).Con ambedue le metodiche è possibile costrui-re delle curve dose/risposta con calcolo della PD(Dose provocativa) o concentrazione/rispostacon calcolo della PC (Concentrazione provocativa)ed è possibile convertire i risultati espressi in PDin PC e viceversa conoscendo l’output del nebu-lizzatore. La metodica dosimetrica che prevedemanovre inspiratorie forzate che hanno effettobroncodilatatore, almeno nei soggetti normali,non sembra la più adatta a scopi epidemiologici.Negli asmatici, invece, con ambedue le metodi-che di esecuzione del test alla metacolina siottengono risultati sovrapponibili e riproducibilinegli stessi soggetti. La metodica dosimetricarichiede maggiore collaborazione da parte delpaziente e pertanto non sembra la più agevolein età pediatrica (16).

Criteri di valutazione del test alla metacolina

L’analisi della risposta al test di provocazione bron-chiale con metacolina prevede:1. la scelta del test funzionale più idoneo per obietti-vare la risposta broncostruttiva;2. il valore di cut-off per i test funzionali utilizzati peridentificare la risposta patologica;3. il significato dei parametri che analizzanol’MChTest ottenibili dalla curva dose-risposta oconcentrazione/risposta. Tali parametri sono: ladose o la concentrazione soglia, o provocativa (PDo PC), il rapporto dose/risposta (DRR= DoseReponse Ratio), la pendenza della curva dose-risposta (DRS= Dose Reponse Slope) e la rispostamassimale (RM) ottenibile;4. i valori di cut-off dei parametri che analizzanol’MChTest che permettono di discriminare tra nor-moresponsivi ed iperresponsivi.Per quanto riguarda la scelta del test funzionale dautilizzare per obiettivare la risposta delle vie aeree iltest funzionale considerato “gold standard” è il FEV1ottenuto dalla migliore di 3 consecutive manovre dicapacità vitale forzata (MCVF) che soddisfino i crite-ri di attendibilità ERS o ATS. Come valore di riferi-mento basale per il calcolo della caduta percentualeva preso (secondo l’ERS) il valore di FEV1 dopotampone. In questo modo si riesce a separare laresponsività al solo farmaco (metacolina) da quellaal farmaco + soluzione tampone (che si avrebbe sesi considerasse come riferimento basale il FEV1prima della soluzione tampone).Nei soggetti non in grado di effettuare una spirome-tria attendibile (bambini parzialmente collaboranti)l’ATS suggerisce la possibilità di utilizzare come para-metri le resistenze respiratorie determinate con ilmetodo pletismografico (Raw= Resistenze delle vieaeree) o meglio le conduttanze specifiche delle vieaeree (sGaw), che variano linearmente rispetto aivolumi polmonari, oppure la resistenze respiratoriemisurate con altre metodiche che non richiedono lacollaborazione come le resistenze con interruzione delflusso (Rint) o con il metodo oscillometrico forzato(RFOT). Un altro test funzionale proposto in alterna-tiva, sempre in soggetti non collaboranti (soprattuttonel bambino piccolo non collaborante- soprattuttoneonati o lattanti- ma anche nell’adulto) è quellodella misurazione della pressione parziale di O2 per viatranscutanea (PtcO2) con ossimetria pulsatile digitale.Per quanto riguarda i valori di cut-off dei test funzio-nali utilizzati per obiettivare l’ostruzione bronchiale,

Tabella 3 Tempo di wash-out farmacologico idealeper i test di provocazione bronchiale farmacologica.

Test di provocazione bronchiale Tempo di farmacologica wash-out

Beta2-inalatori a breve durata 8 h(salbutamolo, fenoterolo, terbutalina)

Beta2-inlatatori a media durata 24 h(procaterolo, clenbuterolo)

Beta2-inalatatori a lunga durata 48 h(salmeterolo, formoterolo)

Teofillina pronta 12 h

Teofillina intermedia 24 h

Teofillina long-acting 48 h

Standard beta2-per OS 12 h

Long-acting beta2 per OS 24 h

Sodio cromoglicato 8 h

Nedocromile sodico 48 h

Cetirizina 3 giorni

Antileucotrieni 24 h

Caffè, tè, cioccolato giorno di studio

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La responsività bronchiale farmacologica 59

variano secondo il test e vengono calcolati in base aicoefficienti di variabilità intraindividuale per il teststesso nella popolazione sana. I limiti oltre i qualipossiamo individuare un’ostruzione significativasono: 20% per il FEV1, 35% per le resistenze respira-torie (Raw, Rint, RFOT) e per le conduttanze specifi-che (sGaw), 40% per i flussi espiratori forzati(MEF50) e 10% per la pressione parziale di O2transcutanea (pO2TC) (18).Per quanto riguarda l’analisi dei parametri dellacurva dose-risposta bisogna dire che la dose totaleo la concentrazione di metacolina inalata in grado dideterminare una riduzione del parametro funziona-le utilizzato al di sotto della percentuale presceltaviene indicata come dose o concentrazione provo-cativa (PD o PC) ed indica la soglia di “sensibilitàbronchiale” del soggetto. Ovviamente la PD e la PCvariano in rapporto al test funzionale utilizzato:- PD20 e PC20 per il FEV1 indicano rispettivamentela dose o la concentrazione che hanno provocato unacaduta del 20% del FEV1;- PD35 e PC35 per le resistenze (Raw, Rint, RFOT) ele conduttanze (Gaw) indicano la dose o la concen-trazione che hanno provocato un aumento delle resi-stenze o una diminuzione delle conduttanze del 35%;- PD40 e PC40 per il MEF indicano rispettivamentela dose o la concentrazione che hanno provocato unacaduta del 40%;

- PD10 e PC10 per la PTCO2 rispettivamente ladose o la concentrazione che ha determinato unacaduta del 10% della pressione transcutanea di O2.La PD e la PC in pratica devono essere calcolateper estrapolazione dalla curva dose-risposta, cheviene costruita ponendo in ascissa il logaritmodella dose cumulativa, o delle concentrazioni suc-cessive di metacolina, ed in ordinata la variazionepercentuale del test funzionale esaminato. Poichéè facilmente comprensibile che quasi mai le dosie/o le concentrazioni somministrate provocanouna variazione esattamente uguale a quella pre-fissata per il test considerato, il calcolo della PD odella PC può costituire un problema se non sidispone di un programma automatizzato e per-tanto alcuni autori preferiscono usare il rapportotra dose (o concentrazione) e la prima rispostapatologica ottenuta, che ovviamente deve supe-rare per definizione i valori di cut-off prefissati(dose reponse ratio= DRR). La pendenza dellacurva dose-risposta (dose reponse slope= DRS)esprime invece la velocità con cui si verifica l’o-struzione bronchiale nel soggetto sottoposto altest, ossia la “reattività bronchiale” del soggetto. Sidovrebbero usare pertanto i termini di “ipersen-sibilità” bronchiale quando la soglia (PD o PC) èinferiore ai limiti di normalità e di “iperreattività”quando l’andamento della curva dose-risposta

Figura 4 Gravità della reattività bronchiale secondo la curva dose/risposta alla metacolina.

40

30

20

10

0

0,01

0,02

Dose (µmol)

Metacolina

Normale

PD20FEV1

Grave Moderata Lieve

Concentrazione (mg/ml)

%rid

uzio

neFE

V 1

0,1

0,2

1

2

4

8

10

20

100

200

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Verini, et al.60

assume una pendenza anomala più o meno ripidadiversa da quella dei soggetti normali (Figura 4).Iperreattività e ipersensibilità non sono sempreassociate tra loro e possono variare indipendente-mente 1’una dall’altra. È possibile avere pendenzediverse della curva con soglie identiche e sogliediverse con la stessa pendenza, come illustrato negliesempi delle figure 5 e 6.Ovviamente le due variabili (soglia e pendenza) pos-sono esprimere due aspetti clinici differenti: la primala sensibilità a stimoli subliminali, la seconda la gravi-tà della risposta della risposta broncostruttiva.McFadden considera l’ipersensibilità infiammazione-dipendente e l’iperreattività tono-dipendente, conpossibilità di una diversa risposta ai farmaci antin-fiammatori o broncodilatatori.Riguardo alla possibilità di distinguere i soggetti nor-moresponsivi da quelli iperresponsivi, sono stati pro-dotti valori di “cut-off ” per i parametri “soglia” (PC ePD) sia per la metodica dell’inalazione continua avolume corrente che per la metodica dosimetrica.La classificazione dell’iperresponsività bronchiale inrapporto alla risposta al test alla metacolina effet-tuato sia con la metodica dosimetrica (PD20) checon quella ad inalazione continua (PC20) è riporta-ta nella tabella 4. In una recente meta-analisi deglistudi effettuati su soggetti sani in età pediatricaGodfrey ha calcolato che il valore di PD20 conmiglior rapporto sensibilità specificità sembra esserequello di 1.100 mcg (5,5 µmol) (19).

Il test di broncodilatazione

Il test di broncodilatazione con beta2-stimolanti, purnon rientrando a rigore fra i test di provocazionebronchiale, può avere una sua utilità nella gestionedel bambino con asma in quanto in grado di evi-denziare la broncoreversibilità sia nei soggetti ostrui-ti che in quelli non ostruiti. Il test può essere facil-mente eseguito ambulatorialmente, poiché sicuro esenza necessità di apparecchiature od accorgimentiparticolari. Dopo aver valutato la funzionalità respi-ratoria in condizioni basali (mediante registrazione dicurva flusso-volume massimale), si fa inalare alpaziente (che deve aver sospeso la terapia bronco-dilatatrice 8 ore prima per i beta2-short acting e glianticolinergici e 12 ore prima per i beta2-long acting)un farmaco broncodilatatore ad azione rapida(beta2-agonista short acting). Il farmaco può esseresomministrato sia mediante nebulizzatore, siamediante aerosol predosato pressurizzato. Dopocirca 20 minuti si esegue l’esame spirometrico, pervalutare la presenza di una variazione dei parametrifunzionali (in particolare del FEV1).Il test viene considerato positivo qualora si osserviun incremento del FEV1 di oltre il 12% e del MEF del30% rispetto ai valori basali. Nei bambini la variazio-ne assoluta del FEV1 dopo broncodilatatore è cor-relata alla statura ed all’età, pertanto è meglio espri-mere la risposta al test di broncodilatazione comepercentuale del FEV1 predetto. La positività del testdi broncodilatazione permette l’identificazione di

454035302520151050

-5

876543210

-1-2-3-4-5

1.000

1 2 3 4 5

PC20

Figura 5 Esempio di dissociazione tra responsività lieve (a), nella curva concetrazione/risposta (PC20= 2,3 mg%) ereattività elevata (b), nella curva flusso-volume (DFEV1= -44%), nel test alla metacolina.

a curva concentrazione-risposta b curva flusso-volume

MEF75%MEF50%

MEF25%

FVC

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una condizione di “broncoreversibilità” che puòessere presente sia nel soggetto ostruito che inquello non ostruito. Questa caratteristica è utilenella predizione dell’efficacia di un trattamento inala-torio, permette di fare diagnosi di un asma in sog-getti con parametri basali ai limiti inferiori dellanorma o perfettamente normali. Inoltre il test dibroncodilatazione può essere efficace per ottenereuna buona compliance del paziente e/o dei genitorialla terapia inalatoria, in quanto permette di docu-mentare obiettivamente la risposta funzionale posi-tiva alla terapia inalatoria con broncodilatatore (20).

Significato clinico dell’iperrespon-sività bronchiale

1. Diagnosi di asma bronchialeL’IRB è una caratteristica importante dei soggetticon asma bronchiale, essendo presente nel 90%dei casi; pertanto i TPB vengono spesso utilizzati

nel sospetto di asma quando le metodiche tradi-zionali (spirometria basale e dopo broncodilata-tore) non hanno né confermato né escluso ladiagnosi. Nei soggetti asmatici l’IRB persisteanche in condizioni di normale funzionalità respi-ratoria. Esistono poi anche alcuni soggetti coniperreattività bronchiale che presentano comeunica manifestazione clinica sintomi atipici cometosse cronica o dispnea da sforzo; questi sogget-ti hanno una normale funzionalità respiratoriabasale ma rivelano un’IRB ad un test di bronco-provocazione con metacolina.In questi casi “atipici” di asma un test alla metacoli-na permette di dimostrare l’IRB, anche se non èrilevabile broncospasmo evidente e le prove difunzionalità polmonare a riposo sono normali (6).L’MChTest presenta un’ottima sensibilità, elevatonumero di asmatici con test positivo (PC <4mg/ml) sul totale degli asmatici, ma una bassa spe-cificità, discreto numero di non asmatici con testpositivo, con un valore predittivo negativo elevato(alta probabilità di non essere asmatico con untest negativo –PC >16 mg/ml- pari a circa il 90%)ed un valore predittivo positivo non elevato.Pertanto in pazienti con consistente sospetto cli-nico è molto utile per la conferma della diagnosi diasma ed insostituibile nell’escluderla. Il valore dia-gnostico ottimale (la più alta combinazione delpotere predittivo positivo e negativo) si ottienequando la probabilità di asma pre-test è del 40%-70%, come nei bambini con wheezing ricorrente,familiarità per asma e/o sensibilizzazione allergica.

La responsività bronchiale farmacologica 61

25

20

15

10

5

0

9876543210

-1-2-3-4

1.000 dose mcg

1 2 3 4

PC20

Figura 6 Esempio di dissociazione tra responsività: elevata (a), nella curva concentrazione/risposta (PC20= 0,8 mg%)e reattività lieve (b), nella curva flusso-volume (DFEV1= -22%), nel test alla metacolina.

a curva concentrazione risposta b curva flusso-volume

MEF75%MEF50%

MEF25%

FVC

Tabella 4 Valutazione della responsività bronchiale(RB) con il test alla metacolina con la metodica dosi-metrica (PD20FEV1) e ad inalazione continua(PC20FEV1).

PD2OFEV1 PC20FEV1

IRB normale >2500 mc >16 mg/ml

IRB border line tra 1600 e 2500 mcg >4 mg/ml

IRB lieve tra 800 e 1600 mcg >1 mg/ml

IRB moderata tra 200 e 800 mcg >0,125 mg/ml

IRB severa <200 mcg <0,125 mg/ml

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Infatti esistono numerose altre condizioni mor-bose respiratorie che possono associarsi ad iper-responsività bronchiale. Per tale motivo risultameno utile per confermare la diagnosi a scopiepidemiologici, in una popolazione generale, incui il rischio di asma è basso (<10%). Una PC <1mg/ml è comunque fortemente indicativa perasma anche in soggetti senza un consistentesospetto clinico, mentre una PC >16 mg/mlesclude virtualmente la diagnosi, anche se ilsospetto clinico è consistente. I valori compresitra 4 e 16 mg/ml devono essere correlati alla cli-nica (Figura 7) (11).2.Valutazione prognostica nell’asma bronchialeL’MChTest è stato utilizzato anche per valutarela gravità della malattia asmatica, la necessità diterapia e la risposta alla stessa anche se il suouso routinario ad uso prognostico a scopi clinicinon è ancora ben codificato e necessita forse diulteriori verifiche. Nei bambini con asma bron-chiale clinicamente evidente o con wheezingricorrente esiste però una buona correlazionetra gravità della malattia e grado di responsivitàbronchiale, ma tale correlazione non è così forteda esprimere sempre ed incondizionatamente lagravità della malattia.

3. Iperresponsività asintomaticaL’iperresponsività bronchiale significativa (PC >1mg/ml) o “borderline” (PC compresa tra 4 mg/mle 16 mg/ml) che viene documentata spesso instudi epidemiologici in soggetti che non presen-tano sintomi respiratori può essere spiegata dadiverse ipotesi: scarsa percezione dei sintomi insoggetti con asma lieve o che non hanno maiavuto degli stimoli sufficienti per evocare sintomiclinici; iperresponsività bronchiale secondaria afattori aspecifici transitori (fumo, infezioni); asmasubclinico con rischio di estrinsecazione neltempo (21). Alcuni studi hanno dimostrato chel’IRB asintomatica può precedere lo sviluppo diasma di diversi anni (2 o 3) fin nel 45% dei sog-getti con iperresponsività bronchiale asintomati-ca e che bambini asintomatici con iperresponsivi-tà alla metacolina mostrano anche una aumenta-ta variabilità diurna del PEF, mentre l’assenza disintomi potrebbe essere spiegata dall’assenza diinfiammazione eosinofila delle vie aeree. Alla lucedi queste evidenze l’MChTest acquisisce anche ilvantaggio di poter far identificare i soggetti arischio di sviluppare asma.4. Pneumopatie croniche neonatali e della primainfanzia La sindrome da distress respiratorio del neonato,le polmoniti del neonato e la bronchiolite del lat-tante rappresentano delle noxae flogogenae cro-niche che interessano prevalentemente il paren-chima e le piccole vie aeree in un periodo dirapido sviluppo del polmone: interferiscono nellaformazione delle strutture alveolari, determina-no una riduzione della capacità di retrazione ela-stica del polmone ed un rallentamento nello svi-luppo dell’albero bronchiale, provocando l’insor-genza di iperresponsività bronchiale ed in unapercentuale di pazienti la comparsa di malattiepolmonari croniche successive come l’asma.Numerosi studi condotti su bambini dopo diver-si anni dal primo episodio di bronchiolite hannoevidenziato un’incidenza 3 volte superiore dipositività ai test di responsività bronchiale rispet-to ai controlli, con una PD2O però superiore aquella dei pazienti asmatici.Tali dati suggerisconoche questi reperti potrebbero essere espressio-ne di un’iperresponsività bronchiale acquisita,non transitoria, prodotta dall’infezione su un pol-mone in via di sviluppo. Numerosi studi hannodimostrato inoltre, nei soggetti con pregressabronchiolite, la presenza di un danno polmonare

Verini, et al.62

Figura 7 Curve di probabilità di diagnosi di asma inrapporto alla PC20 nel test alla metacolina.Modificato da (11).

Probabilità pre-test

Prob

abili

tàpo

st-t

est

1

0,9

0,8

0,7

0,6

0,5

0,4

0,3

0,2

0,1

0

0

1m

g/m

l

4m

g/m

l

8m

g/m

l

16 mg/ml

0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1

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probabilmente permanente, e la successiva compar-sa di sintomatologia asmatica nel 30-50% dei casi.5. Allergia respiratoriaIl test di provocazione con metacolina negli atopiciviene spesso effettuato a scopo di ricerca epide-miologica o come end-point per i trial clinici.Comunque soprattutto i soggetti con rinite allergi-ca possono presentare iperresponsività bronchialein un’elevata percentuale, variabile dal 20% al 40%.È utile puntualizzare che i diversi test di provoca-zione bronchiale presentano delle caratteristichepeculiari, vantaggi e svantaggi che li rendono com-plementari nella valutazione dell’asma (Tabella 5).Il test di provocazione con metacolina esplora lacomponente neuro-muscolare, prevalentementegenetica codificata e meno modificabile, dellaresponsività bronchiale e quindi trova indicazioneoltre che a scopo di ricerca anche per la confer-ma diagnostica di asma nei casi dubbi. Il test di pro-vocazione con esercizio fisico, poiché esplora anchela componente flogistica, può essere utilizzatoprevalentemente a scopo di monitoraggio clinicodell’andamento della malattia. Il test di broncore-versibilità presenta il vantaggio della facilità di ese-cuzione e della possibilità di verificare la rispostaalla terapia inalatoria.

Conclusioni

I test di provocazione bronchiale sono una meto-dica di studio attualmente insostituibile nella valu-tazione funzionale del soggetto con asma. Essi per-mettono di documentare la presenza di iperreat-tività bronchiale aspecifica, di quantificarne il gradoe di monitorizzare l’efficacia delle terapie.Tra i varitest farmacologici proposti e studiati, quello con lametacolina ed il test di broncodilatazione sonoormai entrati nei protocolli operativi per l’asmaanche in età pediatrica.

La responsività bronchiale farmacologica 63

Tabella 5 Vantaggi e svantaggi per il test alla Mched il test da sforzo.

Test alla metacolina Test con esercizio

Vantaggi

Migliore standardizzazione Stimolo naturaleRiproducibilità Facilità di esecuzione

Specificità elevata

Svantaggi

Stimolo non naturale Sensibilità discretaDifficoltà di esecuzione Difficile standardizzazione

Rischi (?) Specificità discretaSensibilità elevata

(falsi positivi)

BIB

LIO

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Riassunto. Il pediatra dispone di differenti test da sforzo per valutare il bambino sano e affetto da patologia cardiopolmonare.Il test da sforzo cardiopolmonare è un metodo unico per valutare i limiti ed i meccanismi di tolleranza all’esercizio fisico. Nel bam-bino, inoltre, il test da sforzo svolge un ruolo sempre maggiore perché non è invasivo e fornisce importanti informazioni che nonpossono essere ottenute con i test di funzionalità a riposo. Nel presente articolo sono riportate le indicazioni, i protocolli e leapparecchiature necessarie ad eseguire correttamente la prova da sforzo. Sono stati descritti i principali parametri del patternrespiratorio (ventilazione minuto, volume corrente, frequenza respiratoria) e degli scambi gassosi (VO2 eVCO2) ed il comporta-mento nelle diverse patologie cardiache e polmonari.L’asma da sforzo (EIA) è definita come la presenza di un’ostruzione bronchiale associata all’attività fisica e si verifica nel 40-90%dei bambini asmatici. Il protocollo di valutazione dell’EIA prevede un test da sforzo sul tappeto rotante che consiste in una corsadella durata di 6-8 minuti. Nei primi 2 minuti del test la velocità ed il grado di inclinazione vengono incrementati in modo che lafrequenza cardiaca raggiunga l’80-90% del massimo valore teorico.Per la valutazione funzionale del bambino sono disponibili anche test semplici, poco costosi e riproducibili (six minute walking test,step test e shuttle walking test) che forniscono utili informazioni sulle limitazioni funzionali e la tolleranza allo sforzo.

Accettato per la pubblicazione il 22 maggio 2006.

Corrispondenza: Dott. Giancarlo Tancredi, Dipartimento di Pediatria, Università di Roma “La Sapienza”,Viale Regina Elena 324 - 00161 Roma; e-mail: [email protected]

Introduzione

L’attività fisica svolge un ruolo importante nellavita quotidiana del bambino ed è fondamentaleper raggiungere un equilibrato sviluppo psico-fisi-co. All’opposto un’attività fisica eccessiva e noncorretta può risultare dannosa perché l’eserciziofisico richiede una complessa integrazione di tuttigli apparati funzionali che sono coinvolti nelloscambio gassoso. Per tale motivo la valutazione diun bambino, mentre esegue un esercizio fisicocontrollato, è un metodo straordinario per cono-scere i limiti dell’apparato cardiorespiratorio emuscolare e ottenere informazioni preziose sullatolleranza allo sforzo.Attualmente, per la valutazione del bambino sanoe con patologia cardiopolmonare si possono uti-lizzare numerosi test da sforzo con caratteristichedifferenti per modalità di esecuzione, tecnologia ecosto. Il pediatra può avere a disposizione uno

strumento diagnostico prezioso se impara a rico-noscere le differenze e le possibilità offerte daidiversi test da sforzo.

Test da sforzo cardiopolmonare

È un metodo unico per lo studio dell’efficienzadell’apparato cardiovascolare, respiratorio emuscolare e fornisce numerose informazioni chenon possono essere ottenute con le prove di fun-zionalità respiratoria eseguite a riposo (1-3).Le indicazioni al test da sforzo cardiopolmonarenelle patologie respiratorie sono numerose e leprincipali sono riportate nella tabella 1.L’esecuzione del test ha un rischio molto bassoquando è eseguito in presenza di personale quali-ficato. Nelle casistiche di soggetti adulti sono ripor-tati tra 2 e 5 decessi ogni 100.000 prove (4).

Giancarlo Tancredi*, Attilio Turchetta**

* Servizio Medicina dello Sport - U.O.C. Cardiologia e Malattie Respiratorie - Dipartimento di Pediatria -Università di Roma “La Sapienza”; ** Dipartimento di Medicina Pediatrica, Broncopneumologia, U.O.S.Fisiopatologia Respiratoria - Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”, Roma

65

Le prove da sforzoExercise tests

Parole chiave: test da sforzo cardiopolmonare, test del cammino di 6 minuti, test del gradino

Key words: cardiopulmonary exercise test, six minute walking test, step test

Pneumologia Pediatrica 2006; 22: 65-71

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Questo rischio è sempre legato a patologie cardia-che quali aritmie, miocardite e stenosi aortica cherappresentano controindicazioni assolute all’esecu-zione del test. Inoltre si impone l’interruzione dellaprova se compaiono segni e sintomi come: iperten-sione significativa, dolore toracico acuto e confusio-ne mentale (Tabella 2).Nell’evenienza in cui insorgano aritmie o sintomiche richiedano interventi urgenti la prova da sfor-zo deve essere sempre eseguita in un ambienteidoneo preparato all’emergenza (farmaci, defibril-latore, ossigeno) ed alla presenza di personalemedico ed infermieristico di consolidata esperien-za in questo campo.Prima di eseguire il test da sforzo è necessario for-nire alcuni consigli al paziente: consumare un pastoleggero circa due ore prima del test, indossare indu-menti confortevoli, non eseguire esercizi intensi nelle24 ore precedenti e non assumere farmaci. Infineoccorre spiegare al paziente le modalità del test

da sforzo e ottenere il consenso informato scritto.I due ergometri più utilizzati nel laboratorio dell’e-sercizio fisico sono il tappeto rotante o treadmilled il cicloergometro. Nonostante alcune limitazio-ni l’ergometro di scelta per i bambini è il treadmill(5). Nella tabella 3 sono evidenziate le principalidifferenze tra i due ergometri.Le modalità di somministrazione dei carichi dilavoro durante il test da sforzo sono numerose (6)e tra i protocolli più utilizzati riportiamo il test diBruce eseguito su treadmill (prova massimale ditipo incrementale) (tabella 4).I principali parametri cardiorespiratori misuratidurante l’esecuzione del test da sforzo di tipo mas-simale sono descritti nella tabella 5. Tali parametri

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Tabella 1 Indicazioni al test da sforzo cardiopol-monare nelle patologie respiratorie.

Valutazione della tolleranza allo sforzo e potenzialifattori limitanti

• Identificazione delle limitazioni alla tolleranza allo sforzo fisico e discriminazione delle relative cause

• Differenza fra dispnea di origine cardiaca e polmonare

• Valutazione della dispnea non spiegata quando i testdi funzionalità respiratoria a riposo non sono conclusivi

Valutazione funzionale durante sforzo nelle patologie polmonari croniche

• Malattie polmonari interstiziali

• Broncopneumopatia cronica ostruttiva

• Ipossiemia marcata durante lo sforzo

• Malattia cardiaca occulta

• Occlusione vascolare polmonare cronica (controverso)

• Fibrosi cistica

Valutazione preoperatoria

• Interventi di resezione polmonare

Programmi di riabilitazione

• Valutazione del paziente

• Prescrizione dell’esercizio

• Valutazione dei risultati

Diagnosi di asma da sforzo

Trapianto di polmone o cuore-polmone

Valutazione del danno polmonare e invalidità

Tabella 2 Segni e sintomi che obbligano l’interru-zione del test da sforzo.

• Dolore toracico acuto

• Pallore improvviso

• Perdita del coordinamento

• Segni di confusione mentale

• Intensa dispnea

• Depressione del segmento ST >0,2 mV

• Inversione dell’onda T

• Tachicardia ventricolare

• Caduta della pressione sistolica al di sotto dei valori ariposo, o di almeno 20 mmHg rispetto al più alto valo-re registrato durante l’esercizio

• Ipertensione significativa (sistolica >250 e diastolica>130 mmHg)

Tabella 3 Le principali differenze tra i due ergometri:il cicloergometro e il treadmill.

Caratteristiche Cicloergometro Treadmill

Costo Medio-basso Elevato

Trasportabilità Buona Bassa

Staff necessario 1 o 2 persone 2 o 3 persone

Livello di rumore Medio-basso Medio-alto

Abilità richiesta Elevata Bassaal paziente

Massa muscolare Piccola Grandeconivolta

VO2max Sottostimato Raggiunto

Possibilità di ottenere Elevata Meno elevatamisure fisiologiche

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forniscono preziose informazioni sulle condizioni disalute del soggetto, la diagnosi e la gravità in diver-se malattie polmonari (7-10) e cardiopatie ed inalcune condizioni particolari quali lo scarso allena-mento e l’obesità (tabella 6).

Il test da sforzo nel bambinoasmatico

La presenza di un’ostruzione bronchiale durantel’attività fisica (EIA= exercise induced asthma) siverifica dal 40 al 90% dei soggetti asmatici e puòessere messa in evidenza con il test da sforzo sultappeto rotante o con cicloergometro (11-13). La

prova da sforzo ha il vantaggio di rappresentare nonsolo un utile strumento diagnostico, ma anche lasimulazione di un evento che nella vita di un bambi-no è molto frequente come il gioco o la pratica diuno sport. Il test da sforzo deve essere eseguito inun ambiente in cui le condizioni climatiche (tempe-ratura e l’umidità relativa) siano controllate e stan-dardizzate. Inoltre è preferibile che il bambino nonassuma nelle 24 ore precedenti farmaci (corticoste-roidi, beta2-agonisti, cromoni). Il protocollo di valuta-zione prevede l’esecuzione di una spirometria basa-le ed il test da sforzo viene effettuato quando il sog-getto presenta un FEV1 ≥80% del valore teorico. Laprova sul tappeto rotante consiste nell’eseguire unacorsa della durata di 6-8 minuti ad una velocità dicirca 6 km/h. Nei primi 2 minuti del test la velocitàed il grado di inclinazione vengono incrementati inmodo che la frequenza cardiaca aggiunga l’80-90%del massimo valore teorico (220 - età in anni). Peraumentare la responsività delle vie aeree, vieneapplicato uno stringinaso al soggetto in modo cherespiri attraverso la bocca e venga ridotto il riscal-damento dell’aria che avviene durante il passaggionel naso. Per monitorare la frequenza cardiacapuò essere molto utile un cardiofrequenzimetrooppure può essere eseguito un tracciato elettro-cardiografico per evidenziare anche la presenza dieventuali aritmie cardiache. Inoltre può essere mi-surato il valore della % SaO2 arteriosa mediante

Le prove da sforzo 67

Tabella 4 Test di Bruce eseguito su treadmill.

Stadio Velocità Pendenza Durata(km/h) (%) (minuti)

1 2,7 10 3

2 4,0 12 3

3 5,5 14 3

4 6,8 16 3

5 8 18 3

6 8,8 20 3

7 9,7 22 3

Recupero 2,7 0 3

Tabella 5 Parametri cardiorespiratori.

Ventilazione minuto Volume di gas espirato (VE) o inspirato (VI) in un minuto. Si ottiene dal prodotto di VT per FR.

Volume corrente (VT) Volume di gas inspirato (o espirato) durante ogni atto respiratorio.

Frequenza respiratoria (FR) Numero di atti respiratori per minuto.

Massimo consumo di O2 Valore massimo di O2 raggiunto dal soggetto durante il test da sforzo e viene determi-(VO2max) nato quando il VO2 raggiunge il plateau anche se aumenta il carico di lavoro.

VO2 Peak Il più elevato valore di VO2 raggiunto durante un test da sforzo massimale. Può differi-re dal VO2max.

Produzione di CO2 (VCO2) Quantità di CO2 espirata nell’unità di tempo.

Quoziente respiratorio Rapporto tra VCO2 e VO2. Fornisce indicazioni sul metabolismo e sul tipo di substrato metabolico utilizzato.

Polso di O2 Rapporto tra VO2 e frequenza cardiaca. Rappresenta la quantità di O2 utilizzata daitessuti per ogni sistole.

Riserva cardiaca (HRR) Differenza tra frequenza cardiaca massima teorica e la frequenza cardiaca massima rag-giunta durante il test da sforzo.

Soglia anaerobica Livello di lavoro, espresso come % del VO2, in cui si verifica un progressivo e significati-vo accumulo di acido lattico.

Riserva ventilatoria Differenza tra la massima ventilazione volontaria (MVV) e la massima ventilazioneraggiunta durante l’esercizio fisico.

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pulsossimetro prima, durante e dopo la fine del testda sforzo per mettere in evidenza valori patologicidella SaO2 che difficilmente vengono raggiunti daisoggetti asmatici. Successivamente vengono eseguitedelle spirometrie 1, 5, 10, 15, 20 e 30 minuti dopo lafine del test da sforzo.I risultati della prova sono espressi come massimacaduta percentuale del FEV1 mediante la seguenteformula: % caduta FEV1= (FEV1 pre-esercizio - FEV1minimo post-esercizio) / FEV1 pre-esercizio x 100. Ladimostrazione di una caduta del FEV1 ≥10% indi-ca la presenza di una ostruzione bronchiale anchese una riduzione ≥15% è più accurata per la dia-gnosi di EIA (5, 14). Nella maggior parte dei testda sforzo il valore più basso del FEV1 si riscontratra il 5° e il 10° minuto dalla fine dell’esercizio.È necessario somministrare un farmaco broncodi-latatore se il soggetto presenta dispnea o se, primadi lasciare il laboratorio, presenta un valore delFEV1 ridotto del 10% rispetto al valore basale.In alternativa al test da sforzo cardiopolmonare edal test con cicloergometro per valutare la presen-za di EIA sono disponibili test più semplici, pococostosi e riproducibili che sono in grado di fornireutili informazioni cliniche.

Six minute walking test (6MWT)

È un test facile da somministrare, ripetibile e pococostoso (15). Le principali indicazioni del 6MWTriguardano: la valutazione funzionale di base, larisposta ad interventi medici ed il follow-up dipazienti con malattia cardiaca o polmonare da

moderata a grave. Il 6MWT è stato anche usatocome predittore di mortalità e morbilità ed è cor-relato con le misure di qualità di vita (16) e conl’indice di dispnea dopo interventi medici (17, 18).Per eseguire il 6MWT è necessario un corridoiodi 30 m in lunghezza, diviso in fasce di 3 m, ed uncono spartitraffico viene posto all’inizio ed allafine del percorso (19). Il paziente deve essere ariposo almeno da 10 minuti durante i quali si pos-sono determinare alcune misure: frequenza car-diaca, pressione arteriosa, saturazione di O2 epunteggio della scala di Borg per la dispnea (20).L’obbiettivo del test è camminare (non correre)per percorrere la massima distanza possibile nei 6minuti. Durante il test il paziente è assistito da untecnico che lo informa sul tempo mancante. Allafine del test si somministra di nuovo la scala diBorg e si calcola la distanza totale percorsa. Se ilpaziente si ferma prima dei 6 minuti va registratala causa dell’interruzione, il tempo impiegato ed imetri percorsi.Il 6MWT è una prova la cui interpretazione èimmediata e la riproducibilità a breve termine èeccellente (21). L’uso del treadmill per eseguire iltest non è raccomandato per la difficoltà delpaziente a regolare il passo ed in genere la distan-za percorsa su un tappeto mobile in 6 minuti èminore a quella percorsa sul terreno. L’unica indi-cazione valida nell’utilizzare il treadmill si ha nellostudio di pazienti ad alto rischio di aritmie chenecessitano di un monitoraggio continuo dell’ECGe della SaO2.

Tabella 6 I parametri cardiorespiratori nelle diverse patologie.

Parametro Broncopneumo- Pneumopatia Obesità Ridotta attività Cardiopatiepatia cronica interstiziale fisica

ostruttiva

VO2 Peak Ridotto Ridotto Ridotto, normale Ridotto Ridotto(% predetto) per il peso ideale

Soglia Indeterminata, Normale o Diminuita Normale o Diminuitaanaerobica normale o diminuita diminuita diminuita

Riserva Ridotta o Normale o Normale Normale Normaleventilatoria assente ridotta

HRR Normale o Normale o Normale Normale Normale oaumentata aumentata aumentata

Polso di O2 Ridotto Ridotto Normale Ridotto Ridotto

Caduta Presente o Presente Assente Assente Assentedella SaO2 assente

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Shuttle walking test

È un test del cammino incrementale di tipo massi-male utilizzato per la valutazione dei soggetti conmalattie respiratorie e cardiovascolari (22-24). Loshuttle test consiste nel camminare lungo un per-corso, delimitato da due coni, della lunghezza pre-stabilita (10 o 20 metri) ad una velocità che vieneaumentata ad ogni livello con piccoli incrementifino al 12°-15° livello.All’inizio e alla fine del test vengono misurate adogni soggetto la SaO2 e la frequenza cardiaca conil pulsossimetro e la percezione della dispneamediante la scala di Borg.Durante il primo minuto del test, il paziente è accom-pagnato da un operatore per coordinare il ritmo delpasso ed alla fine di ogni livello, indicato da un segna-le acustico, il soggetto è incoraggiato ad aumentare lavelocità del passo o eventualmente a correre. Il testviene interrotto quando il soggetto non è in grado dicontinuare alla velocità richiesta o dagli operatori seil paziente non completa il percorso nel tempo con-sentito (distanza di almeno 50 centimetri dal cono almomento del segnale acustico).Lo shuttle test è risultato sicuro, riproducibile esensibile nel misurare la tolleranza all’esercizio fisi-co nei soggetti adulti affetti da fibrosi cistica (25, 26)e di predire il VO2max nei soggetti normali (27).

Step test

Lo step test (3 minute step test) consiste nel farsalire il soggetto su un gradino di 30-50 cm (in rela-zione all’altezza) per 30 volte al minuto per 3 minu-ti con una cadenza regolata mediante un metrono-mo elettronico. Alla fine della prova viene misuratala frequenza cardiaca dal 60° al 90° secondo dallafine dell’esercizio. Possiamo così calcolare l’IRI(Indice di recupero immediato): più basso è il valo-re della frequenza cardiaca misurata, migliore sarà ilgiudizio sull’efficienza cardiocircolatoria. L’IRI ha tut-tavia un valore indicativo.Lo step test è stato utilizzato per valutare la capaci-tà allo sforzo dei bambini affetti da fibrosi cistica (28-30), per osservare gli effetti della terapia antibioticaendovenosa sulla tolleranza all’esercizio (31), per stu-diare i soggetti candidati al trapianto polmonare (32)e determinare il rischio di riduzione della SpO2durante l’esercizio fisico nei soggetti con patologiarespiratoria e cardiaca (33). In Italia, dal 1982 lo steptest, la spirometria e l’ECG prima e dopo il test dasforzo sono obbligatori per tutti coloro che vogliono

intraprendere un’attività sportiva agonistica (34). Lostep test è stato utilizzato anche nei soggetti asmati-ci per evidenziare l’asma da sforzo (35, 36).In un nostro recente studio (37) condotto su 154bambini asmatici (84 maschi) dell’età media di 12,9± 0,9 anni, che hanno eseguito in giorni diversi untest da sforzo su tappeto rotante ed un secondomediante step test, abbiamo osservato che la cadu-ta media del FEV1, espressa come valore del FEV1più basso post-esercizio rispetto al valore basalepre-esercizio, era significativamente più elevato conil tappeto rotante rispetto allo step test (15,0 ± 7,5vs 11,7 ± 5,9; p <0,001). In 85 dei 154 bambini stu-diati (55,2%) entrambi i test da sforzo inducevanoEIA (Exercise Induced Asthma) ed in 55 bambini(35,7%) i due test da sforzo non determinavano EIA.Nei rimanenti 14 bambini, 12 soggetti presentavanoEIA dopo test su tappeto rotante ma non con lostep test e solo 2 soggetti presentavano EIA dopostep test, ma non dopo tappeto rotante. In conclu-sione lo step test determina un più basso valoremedio di caduta del FEV1 rispetto al tappeto rotan-te, ma può essere considerato un test alternativorapido, economico e portatile per identificare l’EIA epuò essere utilizzato presso lo studio del medico enegli studi epidemiologici.

Conclusioni

Il pediatra ha la possibilità di utilizzare differenti testda sforzo per la valutazione del bambino sano e affet-to da patologia cardiaca e polmonare. La scelta deltest più adatto è spesso influenzata da numerosevariabili come le capacità del personale, il costo delleapparecchiature, lo spazio ed il tempo disponibile.Il test da sforzo cardiopolmonare rappresenta il“gold standard” anche se può risultare dispendiosoin termini di risorse umane (medici e personale) eper il costo delle apparecchiature necessarie. È indi-spensabile sottolineare che la misurazione del pat-tern respiratorio, del consumo di O2 e della produ-zione di CO2 consente la valutazione funzionale ditutti i sistemi coinvolti nell’esercizio fisico e per talemotivo giustificano l’utilizzo del test cardiopolmona-re nella pratica clinica anche nel bambino.Il pediatra dispone attualmente anche di test sem-plici a “bassa tecnologia” (six minute walking test,step test e shuttle walking test), spesso più facili daeseguire da parte del bambino, che permettono diottenere informazioni sulla tolleranza allo sforzo edefinire la gravità della patologia.

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29. Narang I, Pike S, Rosenthal M, et al. Three-minute step test to assess exercise capacity in chil-dren with cystic fibrosis with mild lung disease.Pediatr Pulmonol 2003; 35: 108-113.

30. Prasad SA, Randall SD, Balfour-Lynn IM.Fifteen-count breathlessness score: an objective mea-sure for children. Pediatr Pulmonol 2000; 30: 56-62.

31. Pike SE, Prasad SA, Balfour-Lynn IM. Effect ofintravenous antibiotics on exercise tolerance (3-minstep test) in cystic fibrosis. Pediatric Pulmonology2001; 32: 38-43.

32. Aurora P, Prasad SA, Balfour-Lynn IM, et al.Exercise tolerance in children with cystic fibrosisundergoing lung transplantation assessment. EurRespir J 2001; 18: 293-297.

33. Hadeli KO, Siegel EM, Sherrill DL, et al.Predictorsof oxygen desaturation during submaximal exercise in8,000 patients. Chest 2001; 120: 88-92.

34. Legge Tutela Sanitaria Attività Sportive - D.M.18-2-1982 modificata dal decreto del Ministrodella Sanità 28 febbraio 1983, Gazzetta UfficialeRepubblica Italiana del 15 marzo 1983, n. 72.

35. Young RP, Holst PE. A simple exercise test inassessment of asthma. N Z Med J 1988; 101:600-601.

36. Feinstein RA, LaRussa J, Wang-Dohlman A,Bartolucci AA. Screening adolescent athletes forexercise-induced asthma. Clin J Sport Med 1996;6: 119-123.

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72 CongressiCongresses

CongressiCongresses

AGOSTO 2006

VI International Symposium on Tonsilsand Mucosal Barriers of the UpperAirwaysSiena 31 agosto - 3 settembre 2006Segreteria organizzativa:ICM International s.r.l.Tel. 06.32110773 Fax 06.32500119 E-mail: [email protected]

OTTOBRE 2006

IV Corso Teorico-Pratico di Broncoscopiain Età Neonatale e PediatricaViterbo 16 - 18 ottobre 2006Segreteria organizzativa:Julia Caresta TTSTel. 0761.761035Fax 0761.760026E-mail: [email protected] maggiori informazioni si veda la paginaseguente.

SETTEMBRE 2006

16th ERS Annual CongressMonaco (Germania) 2 - 6 Settembre 2006Segreteria scientifica:ERS HeadquartersTel. +41 21 213 01 01 Fax: +41 21 213 01 00E-mail: [email protected]

DICEMBRE 2006

Thesis 2006 - Percorsi Interattivi eFormativi PediatriciNapoli 14 - 16 dicembre 2006 Segreteria organizzativa:iDea Congress SrlTel. 06.36381573Fax 06.36307682e-mail: [email protected]

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• Il corso è rivolto ad operatori sanitari che vogliono imparare o migliorare la tecnica dell’endoscopia delle vie aereenei neonati, nei lattanti e nei bambini.

• I partecipanti avranno l’opportunità di imparare la fibrobroncoscopia, il lavaggio broncoalveolare, il brushing dell’epiteliobronchiale e la biopsia bronchiale su animali (maialini).

• Il corso prevede lezioni teoriche e sessioni video di casi clinici (mattina), lezioni pratiche su animali e manichini (pomeriggio) e valutazione finale con quiz.

• Il numero dei partecipanti al corso è limitato a 15.

• Costo dell’iscrizione al corso: 1200 Euro (IVA compresa).

IV Corso Teorico-Pratico di Broncoscopia in Età Neonatale e Pediatrica

DESCRIZIONE DEL CORSO

IV Corso Teorico-Pratico di Broncoscopiain Età Neonatale e PediatricaUniversità degli Studi “La Sapienza” di Roma - Azienda Policlinico “Umberto I”SIMRI, Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (Gruppo di studio di Endoscopia bronchialee delle Urgenze Respiratorie)SIN, Società Italiana di Neonatalogia (Gruppo di studio di Pneumologia Neonatale)

Istituto Zooprofilattico - Viterbo, 16-18 Ottobre 2006

PARTE TEORICA

• Come organizzare una stanza per la broncoscopia.

• Broncoscopi flessibili e rigidi.

• Cura e pulizia dei broncoscopi.

• Indicazioni e controindicazioni alla broncoscopiapediatrica.

• Nozioni sullo sviluppo del polmone.

• Anatomia normale e patologica delle alte vie aeree.

• Anatomia normale e patologica delle basse vie aeree.

• Anestesia e sedazione per la fibrobroncoscopia.

• Monitoraggio ed effetti collaterali della broncoscopia.

• Lavaggio broncoalveolare (tecnica, indicazioni e risultati).

• Brushing, biopsia della mucosa e biopsia transbronchiale.

• Estrazione di corpi estranei inalati.

• Tecniche chirurgiche nelle patologie delle alte e dellebasse vie aeree.

• La fibrobroncoscopia in Terapia Intensiva Neonatale

PARTE PRATICA

• Esercitazioni dei partecipanti su animali (maialini) e manichini relativamente a:

studio delle vie aeree mediante endoscopi flessibili(2.2 mm, 2.8 mm, 3.5 mm, 4.9 mm), lavaggio broncoal-veolare, biopsia bronchiale e brushing bronchiale.

SESSIONE VIDEO

• Presentazione di particolari casi clinici.

DOCENTI DEL CORSO

A. Casalini (Parma); L. de Grossi (Viterbo); N. Forenza(Perugia); L. Locatelli (Bergamo); L. Lo Russo (Roma); F.Midulla (Roma); L. Mirabile (Bergamo); C. Moretti (Roma);M. Passariello (Roma); O. Sacco (Genova); V. Savastano(Roma); M. Somaschini (Bergamo)

SEDE DEL CORSO

Istituto ZooprofilatticoStrada Bagni, 4 - 01100 Viterbo

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA

Julia Caresta - TTSCorso Mazzini 67, 01022 BagnoreggioTel. 0761.761035 - Fax 0761.760026 e-mail: [email protected] - website: www.ttstour.it

DIRETTORI DEL CORSO

Dott. Fabio MidullaIstituto di Clinica Pediatrica - DEA Pediatrico - Università“La Sapienza” di Roma;Tel. 06.49979332 - 06.49977413;e-mail: [email protected]

Prof. Corrado MorettiIstituto di Clinica Pediatrica - DEA Pediatrico - Università“La Sapienza” di Roma;Tel. 06.49979382 - 06.49977413;e-mail: [email protected]

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Il sottoscritto, presa visione delle norme statutarie della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili, chesi impegna a rispettare e a far rispettare, chiede di essere ammesso quale socio ordinario.

DATI PERSONALI

Cognome e Nome

Luogo e data di nascita

Domicilio (via/piazza)

CAP Città Prov. Regione

Sede di lavoro Reparto

Indirizzo

Recapiti telefonici: Casa Studio Fax

Ospedale Cellulare e-mail

Laurea in Medicina e Chirurgia - Anno di laurea

Specializzazioni

Altri titoli

CATEGORIA

Universitario Ospedaliero Pediatra di libera scelta

QUALIFICA UNIVERSITARIA

Professore Ordinario Professore Associato Ricercatore Altro

QUALIFICA OSPEDALIERA

Dirigente di 2º Livello Dirigente di 1º Livello Altro

Con la presente autorizzo la Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili a pubblicare i dati anagrafici sopra indicati nell’Annuario SIMRI

Data Firma del Richiedente

Quota sociale: hh 30,00. Pagamento da effettuarsi su c/c postale n. 67412643 intestato a:Società Italiana di Pediatria Conto Milano

Causale versamento: quota SIMRI.

Compilare in stampatello e spedire allegando la copia del versamento a:Biomedia srl - Segreteria Amministrativa SIP,Via L.Temolo 4 - 20126 Milano.

Per informazioni:Tel. 02.45498282 - Fax 02.45498199 - e-mail [email protected]

Domanda di ammissione per nuovi Soci

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NoteNotes

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Informazioni per gli autoricomprese le norme per la preparazione dei manoscritti

La Rivista pubblica contributi redatti in forma di editoriali,articoli d’aggiornamento, articoli originali, articoli originalibrevi, casi clinici, lettere al Direttore, recensioni (da libri,lavori, congressi), relativi a problemi pneumologici e aller-gologici del bambino.I contributi devono essere inediti, non sottoposti contempo-raneamente ad altra Rivista, ed il loro contenuto conformealla legislazione vigente in materia di etica della ricerca.Gli Autori sono gli unici responsabili delle affermazioni con-tenute nell’articolo e sono tenuti a dichiarare di aver otte-nuto il consenso informato per la sperimentazione e per lariproduzione delle immagini.La redazione accoglie solo i testi conformi alle norme edi-toriali generali e specifiche per le singole rubriche.La loro accettazione è subordinata alla revisione critica diesperti, all’esecuzione di eventuali modifiche richieste ed alparere conclusivo del Direttore.

NORME GENERALITesto: in lingua italiana o inglese, in triplice copia, dattilo-scritto, con ampio margine, con interlinea doppia, massimo25 righe per pagina, con numerazione delle pagine a parti-re dalla prima, e corredato di:1) titolo del lavoro in italiano, in inglese;2) parola chiave in italiano, in inglese;3) riassunto in italiano, (la somma delle battute, spazi inclusi,non deve superare le 2.500);4) titolo e didascalie delle tabelle e delle figure.Si prega di allegare al manoscritto anche il testo memoriz-zato su dischetto di computer, purché scritto con pro-gramma Microsoft Word versione 4 e succ. (per Dos eApple Macintosh).Nella prima pagina devono comparire: il titolo (conciso);i nomi degli Autori e l’istituto o Ente di appartenenza; larubrica cui si intende destinare il lavoro (decisione che ècomunque subordinata al giudizio del Direttore); il nome,l’indirizzo e l’e-mail dell’Autore cui sono destinate la corri-spondenza e le bozze.Il manoscritto va preparato secondo le norme interna-zionali (Vancouver system) per garantire la uniformità dipresentazione (BMJ 1991; 302: 338-341). È dunque indi-spensabile dopo una introduzione, descrivere i materiali ei metodi, indagine statistica utilizzata, risultati, e discussio-ne con una conclusione finale. Gli stessi punti vannoriportati nel riassunto.Nelle ultime pagine compariranno la bibliografia, le dida-scalie di tabelle e figure.Tabelle (3 copie): devono essere contenute nel numero(evitando di presentare lo stesso dato in più forme), dattilo-scritte una per pagina e numerate progressivamente.Figure (3 copie): vanno riprodotte in foto e numerate sulretro. I grafici ed i disegni possono essere in fotocopia, pur-ché di buona qualità.Si accettano immagini su supporto digitale (floppy disk, zip,cd) purché salvate in uno dei seguenti formati: tif, jpg, eps econ una risoluzione adeguata alla riproduzione in stampa(300 dpi); oppure immagini generate da applicazioni pergrafica vettoriale (Macromedia Freehand, Adobe Illustratorper Macintosh). Sono riproducibili, benché con bassa resaqualitativa, anche documenti generati da Power Point. Alcontrario, non sono utilizzabili in alcun modo le immaginiinserite in documenti Word o generate da Corel Draw.La redazione si riserva di rifiutare il materiale ritenuto tec-nicamente non idoneo.

Bibliografia: va limitata alle voci essenziali identificate neltesto con numeri arabi ed elencate al termine del mano-scritto nell’ordine in cui sono state citate. Se gli autori sonofino a quattro si riportano tutti, se sono cinque o più siriportano solo i primi tre seguiti da “et al.”.Esempi di corretta citazione bibliografica per:articoli e riviste:Zonana J, Sarfarazi M,Thomas NST, et al. Improved definitionof carrier status in X-linked hypohydrotic ectodermal dysplasiaby use of restriction fragment lenght polymorphism-based linka-ge analysis. J Pediatr 1989; 114: 392-395.libri:Smith DW. Recognizable patterns of human malformation.Third Edition. Philadelphia:WB Saunders Co. 1982.capitoli di libri o atti di Congressi:Krmpotic-Nemanic J, Kostovis I, Rudan P. Aging changes of theform and infrastructure of the external nose and its importancein rhinoplasty. In: Conly J, Dickinson JT, (eds).“Plastic and recon-structive surgery of the face and neck”. New York, NY:Grune and Stratton 1972: 84-95.

Ringraziamenti, indicazioni di grants o borse di studio, vannocitati al termine della bibliografia.Le note, contraddistinte da asterischi o simboli equivalenti,compariranno nel testo a piè di pagina.Termini matematici, formule, abbreviazioni, unità e misuredevono conformarsi agli standard riportati in Scienze 1954;120: 1078.I farmaci vanno indicati col nome chimico.

Per la corrispondenza scientifica:

Prof. Eugenio BaraldiDipartimento di PediatriaUniversità di PadovaVia Giustiniani 335128 [email protected]

RICHIESTA ESTRATTIGli estratti devono essere richiesti all’Editore contestual-mente alle bozze corrette.Gli estratti sono disponibili in blocchi da 25.Il costo relativo, comprese le spese di spedizione in con-trassegno, è il seguente:25 estratti (fino a 4 pagine):h 60,0025 estratti (fino a 8 pagine):h 80,0025 estratti (fino a 12 pagine):h 100,00Si applicano i seguenti sconti in funzione del numero dicopie degli estratti:- per 50 copie, sconto del 5% sul totale- per 75 copie, sconto del 10% sul totale- per 100 copie, sconto del 15% sul totale

ABBONAMENTIPneumologia Pediatrica è trimestrale. Viene inviata gratuita-mente a tutti i soci della Società Italiana per le MalattieRespiratorie Infantili; i prezzi di abbonamento annuo per inon soci sono i seguenti:Italia ed Estero:h 72,00; singolo fascicolo:h 20,00.Le richieste di abbonamento e ogni altra corrispondenzarelativa agli abbonamenti vanno indirizzate a:

Primula Multimedia S.r.L.Via G. Ravizza, 22/b56121 Pisa - Loc. Ospedaletto

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77Articoli del prossimo numero

Novità in tema di broncoscopia e urgenze respiratorieEndoscopia virtuale delle vie aereeM. Matrunola, V. Tromba, F. Midulla

Ventilazione non invasiva con cannule nasali in neonati con patologie respiratorie acuteC. Gizzi, P. Papoff, C. Moretti

Novità in tema di educazioneNovità in tema di educazione sanitaria nell’asmaL. Indinnimeo, L. Capra

Novità in tema di disturbi respiratori del sonnoIl sonno nel lattante: il lato oscuro dell’alimentazioneV. L. Miniello, L. Brunetti, R. Cafagna, M. Campa, S. Lieggi, P. Lippolis, E. Prokopiou

Apparent Life Treating Events (ALTE): il lato oscuro del reflusso gastroesofageoA. M. Magistà, N. Bucci, G. Leone, S. Fico, D. Rizzi, L. Cavallo, R. Francavilla

Apparent Life Treating Events (ALTE): esiste un ruolo del monitoraggio domiciliare?L. Nespoli, L. Nosetti, V. Spica Russotto

Disturbi respiratori nel sonno e AHDH: il caso è ancora apertoL. Brunetti, M. L. Lospalluti, V. De Sario, M. Lorè, G. Tedeschi, F. Fiore, L. Armenio

La terapia dei disturbi respiratori del sonnoL. Brunetti, M. L. Lospalluti, V. De Sario, M. Lorè, G. Tedeschi, F. Fiore, L. Armenio

Novità in tema di allergologiaPrevenzione dell’asma e dell’allergiaD. Vita, L. Caminiti, G. L. Marseglia, G. Barberio, G. B. Pajno

Novità in tema di riabilitazione respiratoria La fisioterapia respiratoriaG. Tancredi

Attività sportiva e rieducazione funzionale nei pazienti affetti da fibrosi cisticaA. Turchetta

La terapia inalatoriaM. Miraglia Del Giudice

Novità in tema di polmone suppurativoIl polmone suppurativo non fibrocisticoM. Canciani, M. Valeri, I. Benfatto

Caso Clinico: un asma intrattabileT. Salerno, F. Petreschi, C. Orazi, G. Ciofetta, M. B. Chiarini Testa, R. Cutrera

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Articoli del prossimo numeroForthcoming articles