Per approfondire: www.ires.piemonte.it/sanita/economia-sanitaria _____________________________________________________________________________________________ 1 IRES Piemonte – Istituto di Ricerche Economico Sociali PILLOL-ES PILLOLE DI ECONOMIA SANITARIA PER LA SALUTE DELLA SPESA SANITARIA IN PIEMONTE GENNAIO 2015 Gabriella Viberti IRES - Economia Sanitaria Materiali di supporto ai Seminari Ires “Progettare la Sanità”
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2. LE PROSPETTIVE: IL PATTO PER LA SALUTE 2014-16 TRACCIA LA STRADA
L’OPERATIVITA’ DEL PATTO PER LA SALUTE IN BUONA PARTE IN
MANO ALLE REGIONI
Le azioni di responsabilizzazione finanziaria delle regioni sono inquadrate in un contesto di programmazione nazionale che prende il via, a partire dall’inizio degli anni 2000, da una concertazione tra Stato e Regioni sulle politiche sanitarie. A partire dall’anno 2000, la governance del settore sanitario viene definita all’interno delle Intese Stato Regioni 2, documenti triennali nei quali si definiscono le risorse finanziarie necessarie alla programmazione regionale di medio periodo, e Stato e Regioni convengono sul livello di finanziamento del Servizio Sanitario nazionale per il periodo di vigenza dell’Intesa. Tali documenti contengono anche le regole di governo del settore e le modalità di verifica. Il Patto per la Salute attualmente vigente, riferito al triennio 2014-2016, recepito nella Legge di Stabilità per il 2015, contiene le prescrizioni strategiche e prospettiche alle quali dovranno uniformarsi le politiche sanitarie regionali del prossimo triennio. Nella pagina che segue una sintesi dei contenuti dei 30 articoli in cui il Patto per la Salute si sostanzia: di fatto rappresentano un’ Agenda per le politiche sanitarie delle Regioni nel prossimo triennio. Molti degli articoli del Patto della Salute 2014-16 fanno riferimento a futuri documenti da concertare e predisporre, o a documenti già disponibili (quale quello relativo agli standard ospedalieri): la sua operatività è quindi lasciata in buona parte in mano alle regioni, pur nella definizione di una cornice comune.
2 art. 8, c. 6, della legge n. 131/03 in attuazione dell’art. 120 della Costituzione
Il Patto per la Salute 2014-16 contiene le prescrizioni strategiche e prospettiche, alle quali dovranno uniformarsi le politiche sanitarie regionali del prossimo triennio
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3. LE POLITICHE DI CONTENIMENTO DEI COSTI E LA SPESA SANITARIA
POTENZIALITÀ E LIMITI DI ALCUNI STRUMENTI UTILIZZATI DAI PAESI
OCSE PER IL CONTENIMENTO DEI COSTI DEI SISTEMI SANITARI
Negli ultimi decenni i Paesi dell’Area OCSE hanno messo in atto differenti e molteplici politiche di contenimento dei costi in sanità. Si riporta,di seguito una disamina dei principali strumenti utilizzati, corredata da una sintetica descrizione e dalla valutazione di aspetti positivi e criticità.
1. Politiche di contenimento dei costi dal lato dell’offerta 1.1 Riforme su meccanismi di pagamento dei medici
Incentivi capitari o correlati alle prestazioni rese: la teoria economica
evidenzia come raramente si correlino a un reale contenimento dei costi.
Alcune evidenze sono emerse nel sistema di fund-holding del NHS inglese
1.2 Riforme sui meccanismi di pagamento degli ospedali
Incentivi basati sulle caratteristiche dei servizi o dei pazienti, ad es. drg;
alterando i prezzi relativi dei servizi sanitari, cambierebbero i comportamenti
dei fornitori (verrebbero messe in atto azioni quali riduzione della degenza,
anche se questo comporta il rischio di ricoveri ripetuti…)
1.3 Riforme per promuovere la competizione tra i provider (fornitori)
Il presupposto che sottende a tale scelta è che la competizione tra fornitori
e assicuratori incrementi l’efficienza. L’esperienza inglese evidenzia come
gli obiettivi vengano conseguiti in presenza di validi sistemi di monitoraggio
1.4 Riforme per promuovere contratti selettivi e la competizione tra
acquirenti
Il contenimento dei costi avviene sui premi assicurativi; ai minori costi unitari
i produttori sopperirebbero con maggiori quantità erogate: tale sistema ha
contribuito a ridurre i costi sanitari nel sistema olandese
1.5 Riforme per i mercati farmaceutici
Su questo versante due esempi di successo citati nello studio riguardano
l’introduzione del consumo dei farmaci generici e gli acquisti centralizzati
1.6 Riforme per introdurre tetti di spesa
Possono riguardare singoli segmenti dei servizi sanitari e in questo caso
indurre variazioni nella composizione della spesa o riferirsi in generale al
sistema sanitario, ma in quest’ultimo caso le esperienze sono più limitate.
Nell’esperienza tedesca incentivi alla riduzione della spesa farmaceutica
hanno indotto maggiori ricoveri, con costi complessivi però inferiori
1.7 Riforme tese a ridurre gli aspetti di negligenza in sanità
PER APPROFONDIRE:
Moreno Serra Rodrigo (2014), The impact of cost containment policies on health expenditure. Evidence from recent OECD experiences, OECD Journal on budgeting, Vol. 13/3
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IL PIEMONTE PROMOSSO NEL CONSEGUIMENTO DEI LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA
NEGLI ULTIMI TRE ANNI IL PIEMONTE IN BUONA POSIZIONE PER
QUANTO RIGUARDA IL CONSEGUIMENTO DEI LEA
Gli obiettivi di efficienza (contenimento della spesa) sono subordinati al
conseguimento degli obiettivi di efficacia (conseguimento dei risultati di
salute) e di qualità (appropriata erogazione dei livelli di assistenza).
Il conseguimento degli obiettivi di qualità viene misurato a livello centrale
(Ministero della Salute, 2012-13-14) con riferimento ai tre macro-ambiti in
cui si articola il Servizio sanitario regionale – Prevenzione, Assistenza
distrettuale e Assistenza ospedaliera - attraverso un set di 28 indicatori: 11
indicatori sono riferiti al Macrolivello Prevenzione, 10 al Macrolivello
Assistenza distrettuale e 8 al Macrolivello Assistenza ospedaliera. Di
seguito la situazione relativa al conseguimento dei singoli indicatori, tratta
dalla pubblicazione del Ministero della Salute citata, riferita al Piemonte, nei
tre anni in cui l’indagine ministeriale è stata effettuata.
Nel triennio 2010-12 il Piemonte si è sempre collocato in buona posizione per quanto riguarda i valori degli indicatori relativi al conseguimento dei Livelli Essenziali di Assistenza, evidenziando una buona performance del sistema sanità regionale.
Le criticità residue del Piemonte si collocano nei due Macrolivelli
Prevenzione e Assistenza distrettuale (il macrolivello Assistenza
ospedaliera non fa mai rilevare nei tre anni elementi di criticità, evidenziati
con le caselle rosse e viola) e riguardano la copertura vaccinale anti
influenzale e la disponibilità di Assistenza Domiciliare Integrata per gli
anziani: quest’ultimo indicatore è particolarmente delicato, poiché si riferisce
alla copertura di un servizio cruciale per rispondere ai bisogni di pazienti
fragili e non autosufficienti3. Si evidenziano ampi margini di miglioramento
anche per quanto riguarda la dotazione di posti letto in strutture residenziali
per disabili e in hospice.
3 gli interventi di ADI si riferiscono ad attività al domicilio dei pazienti erogate da professionalità prevalentemente
sanitarie (medici di medicina generale, infermieri professionali); gli interventi a sostegno della domiciliarità degli anziani cronici non autosufficienti e dei soggetti disabili (interventi economici quali gli assegni di cura o interventi al domicilio degli operatori socio sanitari) non sono inclusi in quest’indicatore
Soglie indicatori (su base di doc. programmatici e distribuzioni dati), in classi:
1) verde: valore normale 2) giallo: scost. minimo 3) viola: scost. rilievo ma migliora 4) rosso: scost. non accettabile (bianco: ind. non utilizzato)
PER APPROFONDIRE:
Ministero della Salute (vari anni), Mantenimento dell’erogazioe dei LEA, Roma
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6. I RICOVERI DEI PIEMONTESI SONO APPROPRIATI …
L’ATTIVITA’ DI RICOVERO SI EVIDENZIA APPROPRIATA IN PIEMONTE NELL’ULTIMO DECENNIO, SEGNALE DI UN BUON FILTRO DA PARTE DIE SERVIZI TERRITORIALI
Un recente Rapporto diffuso dal Ministero della Salute descrive l’andamento
temporale, per il periodo 2001-12, in ciascuna Regione, degli indicatori della
Griglia LEA già introdotti al Punto 4.
L’approfondimento relativo all’ attività di ricovero, attraverso i due indicatori
relativi rispettivamente al tasso di ricovero complessivo e al tasso di ricovero
per patologie evitabili in ricovero ordinario, evidenzia:
. per il primo indicatore, valori in diminuzione nel decennio e costantemente
inferiori rispetto al gruppo di regioni in Piano di rientro;
- per il secondo indicatore, inoltre, valori, oltre che in diminuzione, sempre
costantemente inferiori anche rispetto a quelli delle Regioni benchmark.
L’attività ospedaliera si evidenzia quindi appropriata nella nostra Regione.
PER APPROFONDIRE:
Ministero della Salute (2014), Analisi spazio-temporale degli indicatori della Griglia LEA relativi all’adempimento sul mantenimento dell’erogazione dei LEA, Roma
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Tasso di ospedalizzazione standardizzato per età per 1.000 residenti – Piemonte e Regioni in Piano di Rientro
Tasso di ospedalizzazione standardizzato per età per 1.000 residenti – Piemonte e Regioni benchmark
Somma ponderata di tassi specifici normalizzati per alcune patologie evitabili in ricovero ordinario: asma pediatrico, complicanze del diabete, scompenso cardiaco, infezioni delle vie urinarie, polmonite batterica nell'anziano, BPCO – Piemonte e Regioni benchmark
Fonte: ns. elaborazioni su Ministero della Salute, 2014
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Proporzione di persone che hanno effettuato test di screening di primo livello, in un programma organizzato, per: cervice uterina, mammella e colon retto (score) – Piemonte e Regioni in Piano di Rientro
Proporzione di persone che hanno effettuato test di screening di primo livello, in un programma organizzato, per: cervice uterina, mammella e colon retto (score) – Piemonte e Regioni benchmark
Fonte: ns. elaborazioni su Ministero della Salute, vari anni
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L’evoluzione delle Cure domiciliari in Piemonte
1993-2003: CURE DOMICILIARI SANITARIE
2003-2013: CURE DOMICILIARI SOCIO SANITARIE
Cure domiciliari Lungoassistenza (LA)servizi a forte integrazione socio sanitaria, vaalutazione multidimensionale e Progetto Asistenziale (dgr n. 51/03)Interventi Economici a sostegno della domiciliarità erogazione monetaria erogata al beneficiario di un PAI che copre servizi di assistenza tutelare socio sanitaria
Assistenza Domiciliare Integrata ( ADI)servizio a rilievo sanitario, intervento del medico di medicina generale, infermieri, riabilitazione, aiuto domestico (dgr 41/02)Assistenza Domiciliare Programmata (ADP)insieme di visite del mmg a domicilioPrest. Infermieristiche Estemporanee (PIE) e Servizio Infermieristico Domiciliare (SID)interventi occasionali a favore di soggetti per i quaii non è prevista una presa in carico continuativa
Copertura dei servizi di ADI (Interventi/100 anziani)
Fonte: elaborazioni Network Non Autosufficienza (edizione 2013) su dati Ministero della Salute
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9. I FLUSSI INFORMATIVI CHE CONSENTONO DI LEGGERE LA SPESA SANITARIA
PER L’ANALISI DELLA SPESA SANITARIA: PIU’ FLUSSI INFORMATIVI, ALCUNI SCARSAMENTE COMPLETI E ATTENDIBILI
I dati relativi alla spesa sanitaria sono rilevabili: dai flussi nazionali: - Conti Economici delle Asl - modelli riferiti ai Livelli Essenziali di Assistenza (modelli LA) - modelli Costo dei Presidi dal flusso regionale: - dai Piani di Attività I flussi nazionali I Conti Economici (CE) rilevano la spesa delle Asl/AO disaggregata per i fattori produttivi utilizzati per la produzione di beni e servizi sanitari: personale, beni, altri costi. La rilevazione è a preventivo, per ciascun trimestre e a consuntivo. La strutturazione dei CE permette di rilevare il valore della gestione corrente, della gestione finanziaria e della gestione straordinaria I modelli Livelli di Assistenza (LA) rilevano i costi sanitari per le “Linee di Attività” (i Livelli di Assistenza definiti nel DPCM del 29.11.2001) delle Asl. La rilevazione è a consuntivo. La rilevazione dei costi per livelli di Assistenza ha come presupposto l’esistenza di un sistema regionale di contabilità analitica (CoAn), che preveda la raccolta, a livello aziendale, dei dati di costo analitici secondo Schemi predefiniti e omogenei a livello regionale (l’obbligo, inizialmente previsto nel D.lgs 502/92, è stato successivamente ribadito dalle Intese Stato-Regione succedutesi. Le informazioni raccolte con i modelli LA consentono di valutare la destinazione funzionale dei costi del Servizio sanitario nazionale e dei Servizi sanitari regionali, e sono alla base della costruzione degli indicatori di costo sui LEA utilizzati per la definizione dei costi standard.
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Peraltro, in mancanza di una contabilità analitica che articoli la spesa per Centri di Costo e Responsabilità, i dati contenuti nei modelli LA presentano, allo stato attuale, alcune criticità. I Modelli Costi dei Presidi (CP) rilevano Costi e Ricavi delle singole strutture ospedaliere del Piemonte a gestione diretta (di Asl e Aziende Ospedaliere), i cui costi confluiscono nel Conto Economico dell’Azienda di appartenenza. La rilevazione è a consuntivo. Il flusso regionale I Piani di Attività contengono dati relativi ad attività, costi e spese sostenute per i Livelli di Assistenza erogati dalle Asl piemontesi (produzione e consumo).
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10. OGGI IL PIEMONTE NON SPENDE PIU’ DELLE ALTRE REGIONI PER EROGARE I SERVIZI SANITARI
VALORI PRO CAPITE DI SPESA SANITARIA E INCREMENTI BASSI IN PIEMONTE NELL’ULTIMO BIENNIO
La governance sperimentata in materia sanitaria ha consentito di
conseguire negli anni un significativo rallentamento della dinamica della
spesa. Infatti a fronte di una variazione della spesa pro capite nel Servizio
sanitario regionale piemontese, nel periodo 2002-2005, del 22,9 %,
nell’ultimo quadriennio, 2010-13, la variazione della spesa è risultata
addirittura negativa, - 3,6 %.
La spesa sanitaria sostenuta nel 2013 in Piemonte per l’erogazione dei servizi sanitari, al netto della mobilità4 , ammonta a 8 miliardi 165 milioni e 647 mila euro, per un valore di 1.829 euro pro capite5 , un valore in linea con la spesa pro capite delle Regioni con cui il Piemonte è stato messo a confronto, le tre Regioni benchmark per l’applicazione dei costi standard e le Regioni in piano di Rientro:
- valori medi di spesa pro capite nettizzati delle tre Regioni benchmark Veneto, Emilia Romagna e Umbria): 1.866 euro
- valori medi di spesa pro capite nettizzati delle due Regioni in Piano di rientro leggero (Piemonte e Puglia): 1.795 euro
- valori medi di spesa pro capite nettizzati delle cinque Regioni in piano di Rientro (Lazio, Abruzzo, Molise, Campania e Calabria): 1.804 euro.
Nel passaggio dal 2010 al 2013 le regioni in Piano di Rientro hanno fatto registrare i decrementi più cospicui di spesa, come risulta dalla Figura della pagina che segue.
Le due regioni in Piano di rientro “leggero”, Puglia e Piemonte, fanno registrare valori di spesa pro capite che le collocano nel quadrante in basso a sinistra del grafico della pagina che segue, caratterizzato da spesa e incrementi bassi.
4 il saldo della mobilità dei ricoveri (viene inclusa la spesa per ricoveri di non residenti in strutture della regione e sottratta
la spesa di ricoveri di residenti in Piemonte in strutture ospedaliere fuori regione) è quello, riferito al 2010, applicato dalla Relazione Generale della Situazione Economica del Paese sul 2012
5 la popolazione è ponderata secondo i criteri utilizzati dal Ministero della Salute ai fini del riparto 2013
PER APPROFONDIRE:
MEF (2014), Il Monitoraggio della Spesa Sanitaria, n. 1, Roma
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11. IL PESO E LA VARIABILITA’ NEGLI ANNI DEI DIVERSI FATTORI PRODUTTIVI UTILIZZATI DAL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE
CRESCE IL PESO DELLA SPESA PER BENI E SERVIZI E PER CONVENZIONI
I dati di spesa dal Conto Economico consentono di leggere i costi con riferimento ai fattori produttivi utilizzati. Con questo riferimento, nell’ultimo decennio è leggermente diminuita, in Piemonte, l’incidenza della spesa per il personale, da 38 a 35 % sul totale della spesa E’ diminuita in misura consistente la spesa sostenuta per l’assistenza farmaceutica convenzionata, da 13 a 7,7 %, in particolare nell’ultimo triennio. Con riferimento al valore di spesa pro capite, tale voce di spesa si mantiene comunque nel range medio-alto se confrontato con i valori pro capite delle Regioni benchmark A tale diminuzione fa da contraltare l’aumento della spesa per beni e servizi farmaceutici (farmaci consumati in degenza ospedaliera o in distribuzione diretta), passata, nel periodo 2002-13, dal 3,4 a 7,8 % del totale Cresce anche la spesa per altri beni altri beni (da 18,4 a 20,6), e per l’acquisto di prestazioni da privato (da 17,5 a 18,8 %). Quindi la tendenza riguarda prestazioni a sempre minor utilizzo di capitale umano, anche in sanità, e l’aumento del ricorso alle convenzioni con il privato. Si è infine mantenuta pressoché invariata la spesa sostenuta per medicina di base (da 5,5 a 5,8 %).
PER APPROFONDIRE:
MEF (2014), Il Monitoraggio della Spesa Sanitaria, n. 1, Roma
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12. DETERMINANTI DELLA CRESCITA DELLA SPESA SANITARIA E INTERVENTI CORRETTIVI
LE INDICAZIONI TRATTE DALLA LETTERATURA
Per ciascuno dei fattori di costo esaminati nel punto precedente è possibile individuare le determinanti di crescita più significative, unitamente alle principali azioni correttive intraprese
Determinanti della crescita Interventi correttivi
Personale
- Crescita delle unità di personale - Dinamica dei rinnovi contrattuali
superiore all’inflazione programmata
- Mancato controllo sui Fondi contrattuali
- Blocco del turn over - Obbligo di accantonamenti relativi
ai rinnovi contrattuali - Blocco dei rinnovi contrattuali - Rideterminazione dei Fondi
contrattuali
Beni e servizi
- Mancanza di controllo sugli ordinatori di spesa
- Mancanza di acquisti centralizzati e/o attraverso commercio elettronico
- Mancanza di collegamento tra fabbisogno effettivo e quantità acquistate
- Inappropriatezza nell’utilizzo delle risorse
- Analisi dei fabbisogni - Prezzi di riferimento - Ricorso a forme di unioni di
acquisto o gare centralizzate - Ricorso a CONSIP - Rinegoziazione contratti - Riduzione 10 % importi e
prestazioni contratti in vigore
PER APPROFONDIRE:
MEF (2014), Il Monitoraggio della Spesa Sanitaria, n. 1, Roma
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13. COSTI – COSTI STANDARD (DI PRODUZIONE E DI EROGAZIONE) E SPESA SANITARIA
NELL’ANALISI DEI COSTI E DELLA SPESA SANITARIA I TERMINI
COSTI, COSTI STANDARD E SPESA VENGONO SPESSO UTILIZZATI
CON SIGNIFICATO IMPROPRIO. ALCUNE PRECISAZIONI
Diverse categorie di costi Innanzitutto è opportuno sbarrare il campo da un equivoco: i costi standard
non coincidono con i prezzi dei fattori produttivi
All’origine della filiera produttiva ed erogativa dei servizi sanitari c’è
l’acquisto dei fattori produttivi sotto forma di beni, lavoro, servizi …: il
volume degli acquisti, la distanza dal fornitore, la diversificazione delle
qualità, producono prezzi (e quindi costi) differenti.
La centralizzazione delle funzioni di acquisto ha permesso in molte realtà
organizzate in aree vaste di ottimizzare i costi di acquisto, sia ottenendo
prezzi favorevoli sia riducendo l’apparato burocratico addetto agli acquisti
stessi. Ancora oggi però gli Osservatori Prezzi registrano prezzi e qualità
molto differenti dei prodotti acquisiti e destinati alle stesse funzioni. Anche il
costo del lavoro, che ha un contratto nazionale, può differenziarsi per
diverse anzianità di servizio, presenza di contratti atipici …
Un altro equivoco frequente quando si ragiona di costi standard riguarda la
distinzione tra costi di produzione e i costi di erogazione
Il Ssn svolge una duplice funzione:
- Produce prestazioni (costi di produzione, legati all’efficienza tecnica) e
- Garantisce la loro distribuzione alla popolazione che ne ha bisogno
assumendosi gli oneri finanziari (costi di erogazione, dipendono dai
bisogni e dalla domanda della popolazione).
I costi di produzione e i costi di erogazione non coincidono, per la presenza
di produttori privati (beni acquistati) e mobilità territoriale: di fatto i costi di
produzione sono legati agli elementi dell’efficienza tecnica, mentre i costi di
erogazione dipendono dai bisogni.
Costo di un bene o servizio: - in ambito economico - insieme delle risorse da consumare per acquisire, producendolo o acquistandolo, il bene o il servizio stesso. Standard : misura convenzionale di riferimento stabilita in modo normativo.
PER APPROFONDIRE
Cesare Cislaghi (2009), Chiacchierando di costi standard, in Tendenze Nuove, n. 4, Milano
Per approfondire: www.ires.piemonte.it/sanita/economia-sanitaria
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15. LA DETERMINAZIONE DEI COSTI STANDARD PER IL RIPARTO DEL FONDO SANITARIO
SE I COSTI STANDARD PER GLI ALTRI SETTORI RAPPRESENTANO
UNA NOVITÀ ASSOLUTA, NON LO SONO PER IL SSN
Recentemente un articolo di Vittorio Mapelli ribadisce il concetto di un costo
standard che si colloca nel solco della continuità col metodo di riparto del
Fondo Sanitario Nazionale in uso dal 1997 (l 662/97). A detta di Mapelli, se
i costi standard per gli altri settori rappresentano una novità assoluta, non lo
sono per il Servizio Sanitario Nazionale, “ … che fin dalla sua istituzione ha
attribuito le risorse del Fondo Sanitario Nazionale alle Regionsecondo un
fabbisogno standard: la quota capitaria ponderata…”
La formula allocativa deducibile rappresenta il prodotto di tre variabili:
- la popolazione residente
- un indice di peso rappresentante i bisogni specifici delle popolazioni locali
- una spesa media pro capite
e deve soddisfare due esigenze: di eguaglianza, garantendo a tutti i cittadini
gli stessi diritti, e di efficienza.
L’articolo di Mapelli individua cinque possibili metodi di calcolo del
fabbisogno sanitario regionale:
- la quota capitaria semplice (fabbisogno = popolazione)
- la quota capitaria ponderata (fabbisogno = popolazione x peso)
- la spesa pro capite “virtuosa” (benchmark, costante moltiplicativa della
popolazione pesata)
- la quota capitaria analitica a costi (e quantità) standard (costi standard per
prestazione x quantità pro capite delle varie prestazioni sanitarie). In
questo caso oltre al costo standard servono le quantità standard di
prestazioni (ad esempio tasso di ospedalizzazione per 1.000 abitanti). In
sanità il prodotto finale è la prestazione erogata all’assistito (es. la visita, il
ricovero, la diagnosi), mentre le risorse necessarie alla prestazione
(siringa, pasto ai degenti…) sono semplici input che servono alla
prestazione finale.
- la quota capitaria aggiustata per la diagnosi (prevalenza delle varie
malattie x costo medio nazionale di trattamento delle varie malattie).
Nella Tabella che segue è riportato lo sviluppo dei cinque metodi
considerati, unitamente a tipologia e caratteristiche dei dati necessari
PER APPROFONDIREVittorio Mapelli (2014), Dentro al Patto per la Salute: riflessioni e proposte per definire la quota capitaria, in Monitor, n. 36, Roma
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16. L’ARTICOLAZIONE DELLA SPESA DELLE ASL PIEMONTESI NEI LIVELLI DI ASSISTENZA
Delle tre dimensioni di analisi dei costi possibili
- per produzione (analisi dei fattori produttivi utilizzati: personale, beni e servizi, acquisti da privati…)
- per erogazione ( i livelli di assistenza erogati, articolati nei tre Macrolivelli individuati dal Dpcm 29.11.01: Assistenza Collettiva - Prevenzione, Assistenza Distrettuale e Assistenza Ospedaliera)
- per obiettivi (le patologie curate in gestione integrata dalle diverse professionalità del Servizio sanitario: es. gestione integrata dei pazienti diabetici …)
i flussi informativi che forniscono i dati di spesa allo stato attuale disponibili consentono di analizzare la prima e la seconda dimensione, quelle evidenziate in giallo e in azzurro nello Schema che della pagina che segue.
Le funzioni erogate sono articolate nei tre Macrolivelli individuati dalla normativa, che definisce inoltre (dl.gs n. 68 del 2011) il peso sul totale della spesa per ciascuna di esse:
- assistenza collettiva di vita e di lavoro: 5 %
- assistenza distrettuale: 51 %
- assistenza ospedaliera: 44 %.
Il grafico che segue evidenza come negli ultimi 12 anni sia cresciuto il peso della spesa per attività territoriali in Piemonte, a fronte di una contestuale diminuzione del peso dell’assistenza ospedaliera. Nel Punto 19 si analizzeranno meglio le peculiarità di tali modifiche nella composizione della spesa.
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20 . E PER FINIRE: UNO SGUARDO ALLE FONTI UTILIZZATE
Testi
Cislaghi C. (2009), Chiacchierando di costi standard, in Tendenze Nuove, n. 4, Milano
Mapelli V. (2014), Dentro al Patto per la Salute: riflessioni e proposte per definire la quota
capitaria, in Monitor, n. 36, Roma
MEF (2014), Il Monitoraggio della Spesa Sanitaria, n. 1, Roma
Ministero della Salute (vari anni), Mantenimento dell’erogazione dei LEA, Roma
Ministero della Salute (2014a), Verifica Adempimenti LEA anno 2012, Roma
Ministero della Salute (2014b), Analisi spazio-temporale degli indicatori della Griglia LEA relativi all’adempimento sul mantenimento dell’erogazione dei LEA, Roma
Moreno Serra Rodrigo (2014), The impact of cost containment polizie on health expenditure.
Evidenze from recent OECD experiences, OECD Journal on budgeting, Vol. 13/3
Siti web
http://www.nsis.salute.gov.it (sito relativo al Nuovo Sistema Informativo Sanitario del Ministero della Salute)
http://www. agenas.it (Sito dell’Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali)
http://www. regione.piemonte.it/sanita/ep (sito del Servizio di Epidemiologia – Asl To3 – Regione Piemonte)
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