1 P P I I A A N N O O D D I I Z Z O O N N A A 2 2 0 0 1 1 1 1 - - 2 2 0 0 1 1 3 3 _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ I.R.I.S. – CONSORZIO INTERCOMUNALE SERVIZI SOCIO ASSISTENZIALI Via Losana 20 – 13900 Biella (BI) – Cod. fisc. 90035880021 – P.ta IVA 01854880026 Tel. 015.83.52.411 – Fax 015.83.52.445 E-mail: [email protected]– Posta elettronica certificata: [email protected]Web: www.consorzioiris.net
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PIANO DI ZONA 2011-2013 - consorzioiris.net2).pdf · PIANO DI ZONA 2011-2013 _____ I.R.I.S. – C ONSORZIO I ... in particolare laddove le Linee Guida ponevano l’accento su potenziamento
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Fonte: osservabiella.it (Dati demografici e statistici di sfondo)
Il contributo alla natalità da parte della popolazione immigrata rappresenta probabilmente l’aspetto
più eclatante dell’immigrazione. Nel 2009 l’incidenza delle nascite da parte di donne non italiane è
stata del 20%, tuttavia insufficiente a contrastare il calo complessivo di nascite, calo attribuibile alla
sola componente italiana.
L’invecchiamento della popolazione biellese è aumentato negli ultimi vent’anni, in seguito al
sovrapporsi di diversi fattori:2
- maggiore longevità, riconducibile al miglioramento cure mediche e alla migliore rete di
welfare sanitario e sociale, a tutela delle persone più anziane;
- esistenza di un generale benessere economico, soprattutto nella fascia di popolazione più
anziana, per l’esistenza di rendite da pensione e risparmi accumulati, nonché assenza di altre
spese ( casa di proprietà, ecc.); 1 Tratto da “Indagine sull’immigrazione nel Biellese. Dossier di aggiornamento – anni 2009/2010” 2 Tratto da osservabiella.it “Dati demografici e statistici di sfondo”
16
- minor numero di nati negli ultimi vent’anni, che sbilanciano l’età media della popolazione
complessiva verso le età più anziane;
- ingresso nella fascia di età adulta ( 30 - 39 anni) della prima coorte di coloro che sono nati
nei primi anni del calo delle nascite, ovvero negli anni Ottanta.
Il progressivo “invecchiamento” della popolazione è dovuto anche al calo delle altre fasce di età
della popolazione, sebbene la fascia più bassa ( 0 – 14 anni), sia rimasta pressoché costante negli
ultimi quindici anni.
La composizione percentuale mostra chiaramente come sia aumentata l’incidenza della componente
più anziana, mentre diminuisce la quota giovane – adulta.
Popolazione della Provincia di Biella per fasce d’età, percentuali 2004 – 2009
0 – 14 15 – 64 > 65 Totale
2004 11,9 64,3 23,9 100
2005 11,9 63,8 24,3 100
2006 11,9 63,5 24,6 100
2007 11,9 63,2 24,9 100
2008 11,9 63,1 25,0 100
2009 11,9 62,3 25,2 100
L’indice di vecchiaia è un indicatore demografico rappresentato dal rapporto tra la popolazione di
età superiore ai 65 anni e la popolazione compresa nella fascia d’età 0 – 14. Nel 1991 era di 166, a
significare la presenza di 166 anziani ogni 100 giovani; oggi tale indice è divenuto 211,7, ad
indicare che per ogni giovane ci sono oltre due anziani.
Indice di vecchiaia in Provincia di Biella dal 2004 al 2009
2004 2005 2006 2007 2008 2009
201,2 204,6 207,1 206,9 209,8 211,7
Altro indicatore demografico è l’indice di dipendenza strutturale degli anziani rappresentato dal
rapporto tra la popolazione con un’età superiore ai 65 anni e la popolazione in età attiva (15 - 64
anni), moltiplicato per 100. Un indice di dipendenza strutturale alto è sinonimo di un numero
elevato di anziani di cui la popolazione attiva deve occuparsi.
17
Indice di dipendenza strutturale degli anziani in Provincia di Biella e raffronto con la Regione
Piemonte e l’Italia
2004 2005 2006 2007 2008 2009
Provincia 37,74 38,41 38,93 39,24 39,62 39,67
Regione 33,93 34,43 34,98 35,04 35,15 35,47
Italia 29,30 29,81 30,22 30,39 30,57 30,78
Fonte Dati: ISTAT e BDDE Piemonte (nostre rielaborazioni)
2.4 Istruzione
******
Il 2008/2009 è l’anno in cui hanno preso forma le novità introdotte dalla cd. “Riforma
Gelmini” per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo, mentre la riforma complessiva del secondo
ciclo è partita nel 2010/2011, riforma che naturalmente ha avuto una ripercussione anche sul
territorio della Provincia di Biella.
Dal Rapporto Istruzione Piemonte del 2010 emerge come il numero di iscritti alla scuola
dell’infanzia risulta in costante aumento e l’istituzione della “sezioni primavera”, che accolgono
bambini in età tra i 24 e i 36 mesi, ha contribuito ad accrescere la presenza di bambini in anticipo
nella scuola dell’infanzia. La quota più elevata di anticipi si registra nelle scuole gestite da enti
privati laici o religiosi. Nella Provincia di Biella la frequenza a scuole dell’infanzia non statali
raggiunge il 30% del totale, inferiore alla media regionale che è si aggira sul 36/37%.
Nella scuola primaria l’introduzione dell’orario diversificato (dalle 24 alle 40 ore
settimanali), ha prodotto adesioni differenziate nelle diverse Province Piemontesi. Il “tempo pieno”
con il 54,3% si conferma la modalità oraria preferita dalle famiglie piemontesi, modalità oraria che
in Comuni di Biella è stata scelta dal 40% delle famiglie.
Per quanto concerne la scuola secondaria di primo grado, la maggior quota di allievi è
iscritta alla modalità delle 30 ore settimanali. Nella scuola secondaria di secondo grado in Provincia
di Biella gli istituti tecnici raccolgono quasi la metà degli studenti delle superiori (48,7%), mentre vi
sono in percentuale pochi allievi negli indirizzi magistrali e artistici ( 1,2% e 2,2%).
In Piemonte, la scuola secondaria di secondo grado assicura percorsi preserali e serali ai giovani che
non possono seguire le lezioni diurne. Nella Provincia di Biella l’incidenza degli iscritti a tali corsi
risulta una delle più elevate della Regione con una percentuale pari al 3,1%, seconda solo a Torino.
18
I tassi di scolarizzazione3 danno conto del livello di partecipazione dei giovani al sistema
scolastico. Nel primo ciclo (scuola primaria e secondaria di primo grado) da tempo la
partecipazione ha assunto un carattere pressoché universale. Differente è la situazione della
scolarizzazione nei livelli di scuola non obbligatori. Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, la
propensione delle famiglie piemontesi a far frequentare il livello prescolare, anche se non
obbligatorio, è cresciuta progressivamente e nell’ultimo decennio si è giunti a livelli che sfiorano la
piena scolarizzazione: 98,7% nell’ultimo anno. Se si calcola il tasso di scolarizzazione netto il tasso
scende, di poco, al 94,4%. La Provincia di Biella non si discosta dalla media con un tasso di
scolarizzazione netto pari al 95%.
La partecipazione dei giovani piemontesi alla secondaria di secondo grado, rispetto al confronto con
l’Italia, si è mantenuta nel tempo meno elevata. Nel 2008/2009 (dati Miur / Istat) in Piemonte si
registra un tasso di scolarizzazione lordo pari all’88,6%, contro il 92,5% della media italiana. Il
tasso di scolarizzazione meno elevato si spiega in parte anche per la maggior partecipazione dei
giovani ai percorsi di qualifica regionali che in Piemonte nell’anno formativo 2009/2010 è stata del
6,8% della classe di riferimento della scuola secondaria di secondo grado. Se si somma la
partecipazione ai percorsi di qualifica regionale a quella della scuola, si giunge a una
scolarizzazione “lorda” del 95%. Nella Provincia di Biella il tasso di scolarizzazione “netto” nella
scuola secondaria di secondo grado nell’anno scolastico 2009/2010 è stato di poco superiore
all’80%, in media con quello regionale.
3 Il tasso di scolarizzazione è calcolato in due modi diversi. Il tasso lordo è dato dal rapporto percentuale di tutti gli iscritti a un certo
livello di scuola e i residenti in età per frequentare. Il tasso netto si calcola in maniera simile ma utilizza solo gli iscritti con l’età
“giusta” per frequentare esclusi i fuori quota.
19
Asili nido e “Sezioni Primavera” nel territorio del Consorzio IRIS
(Fonte: Elenco presidi Consorzio IRIS – Ufficio Politiche minorili Comuni di Biella)
Area Territoriale Comune Tipologia del
Servizio
N.
posti
Natura del
Servizio
Biella Asilo Nido 47
Biella Asilo Nido 63
Biella Asilo Nido 41
Biella Asilo Nido 51
Biella Asilo Nido 40
Biella Sezione Primavera 20
Pubblico
Biella Asilo Nido 12
Biella Asilo Nido 18
Biella Baby Parking 4
Biella Micro Nido 16
Biella Asilo Nido 28
Biella Asilo Nido 12
Biella Asilo Nido 14
Biella Micro Nido 13
Biella Sezione Primavera 10
Biella Baby Parking 18
Biella Sezione Primavera 10
Biella
Biella Sezione Primavera 10
Privato
Mongrando Asilo Nido 30
Occhieppo
Inferiore Asilo Nido 30
Pubblico
Occhieppo
Inferiore Sezione Primavera 9
Area ex Bassa Valle Elvo
Occhieppo
Superiore Asilo nido 23
Privato
Gaglianico Asilo Nido 38
Gaglianico Baby Parking 12
Gaglianico Sezione Primavera 18 Gaglianico
Ponderano Asilo Nido 24
Pubblico
Miagliano Asilo Nido 42 Consorzio IRIS
Sede Andorno Miagliano Sezione Primavera 12
Pubblico
20
Ronco Biellese Asilo Nido 15 Privato
Candelo Asilo Nido 24 Pubblico Consorzio Iris
Sede Candelo Candelo Sezione Primavera 15 Privato
Graglia Micro Nido 16 Pubblico Consorzio Iris
Sede Graglia Sordevolo Micro Nido 10
Cavaglià Asilo Nido 15
Consorzio Iris Sede
Cavaglià Cavaglià Sezione Primavera 9
Dorzano Sezione Primavera 10
Privato
Salussola Sezione Primavera 12 Consorzio Iris
Sede Verrone Verrone Asilo Nido 32 Privato
Scuole dell’infanzia paritarie nel territorio del Consorzio IRIS
(Fonte: Osservatorio Istruzione Piemonte 2010)
Le scuole dell’infanzia paritarie della Provincia di Biella nell’anno scolastico 2009/2010 sono 28,
pari al 30,1 % del totale, con un n. di iscritti di 1.196 unità pari al 27% degli iscritti totali così
dislocate:
Area Territoriale Comune Tipologia del Servizio N.
Biella Biella Scuola materna 8
Camburzano Scuola materna 1 Area ex Bassa Valle Elvo
Occhieppo Inferiore Scuola materna 1
Andorno Micca Scuola Materna 1
Campiglia Cervo Scuola Materna 1
Pollone Scuola Materna 1
Consorzio IRIS
Sede Andorno Tollegno Scuola Materna 1
Donato Scuola Materna 1
Muzzano Scuola Materna 1
Netro Scuola Materna 1
Sala Biellese Scuola Materna 1
Consorzio IRIS
Sede Graglia
Sordevolo Scuola Materna 1
Cavaglià Scuola Materna 1 Consorzio IRIS Sede Cavaglià
Dorzano Scuola Materna 1
Consorzio IRIS
Sede Verrone Salussola Scuola Materna 1
21
Scuole dell’infanzia – scuole primarie e secondarie di primo grado
Le scuole sono raggruppate secondo gli accorpamenti previsti dalla cd. “riforma Gelmini” ed i dati
sono riferiti all’anno scolastico 2010/2011. ( Fonte: Servizio Istruzione della Provincia di Biella)
3.1 Brevi considerazioni sui dati relativi all’utenza in carico del Consorzio IRIS
******
Al fine di individuare i problemi emergenti e le strategie, è stato analizzato l’andamento della
domanda di Servizi negli ultimi anni. Ci si è poi focalizzati sul biennio 2009-2010 poiché i dati di
questo periodo sono maggiormente omogenei sul territorio del Consorzio, grazie anche all’adozione
di un nuovo sistema informativo che ha comportato una maggiore condivisione dei criteri di fondo
relativi alle registrazioni degli interventi.
Per ogni singola area si è analizzato l’andamento dell’utenza nel biennio e, in seguito, si è
correlato lo stesso con l’andamento della popolazione di riferimento, per poter verificare se
eventuali incrementi o decrementi di utenza in carico possano essere correlati a eventuali mutamenti
demografici del territorio.
Da tali analisi è emerso che la popolazione residente non ha registrato cambiamenti significativi nel
biennio preso in esame, in quanto non si registrano variazioni superiori al punto percentuale.
Popolazione 2010
Totale Adulti Minori Anziani
116847 70793 16932 29122
Popolazione 2009
Totale Adulti Minori Anziani
117314 71239 17015 29060
Variazione percentuale
-0,40 -0,63 -0,49 0,21
41
3.1.1 Minori e famiglie
******
Esaminando i dati 2009 e 2010 circa la presa in carico da parte dei Servizi Territoriali dei
minori si osserva un decremento del 3,11%, pari a 25 minori in meno. Tale dato è tuttavia relativo
alla fotografia dei servizi al 31.12 di ciascun anno e non tiene quindi conto dell’afflusso di utenza
nel corso dell’anno solare.
Minori in carico al servizio
779
804
765 770 775 780 785 790 795 800 805 810
2010
2009
An
no
Minori in carico
Contemporaneamente, si è registrato un mutamento sulla tipologia di bisogno, sempre più
caratterizzato da una fragilità della famiglia, determinata non solo dalla precarietà economica, ma
anche da difficoltà relazionali ed educative, segnalata anche dalle Comunità locali: associazioni di
volontariato, istituti scolastici, parrocchie, ecc.
Tali criticità hanno avuto risposta anche grazie al potenziamento dei Servizi per la Famiglia, che
hanno offerto supporto specialistico sia alle famiglie sia agli operatori che operano sul territorio.
Nel 2010 lo Spaf! Spazio Ascolto adolescenti e famiglie ha realizzato attività di gruppo sia a
carattere animativo ed educativo sia a carattere terapeutico a favore di adolescenti che hanno
registrato la partecipazione di 582 ragazzi. Le famiglie che si sono rivolte al Centro per le Famiglie
(funzioni di ascolto della domanda, sostegno, informazione/orientamento ai servizi del territorio,
invio alla consulenza individuale) sono state 64. Nel 2009 erano state 62.
I principali problemi registrati sono stati:
42
Problemi/bisogni
Gestione dei capricci Gestione della separazione Gestione figli in situazione di separazione Gestione figlio in situazione di solitudine Difficoltà di inserimento scuola Solitudine genitoriale (diverse concause) Conflitti intrafamigliari con attenzione ai figli Difficoltà economiche Difficoltà relazionali all’interno della coppia, disaccordi sulla gestione educativa dei figli, delega educativa del padre alla madre (in un caso relazione violenta tra i due genitori) Disturbi depressivi/patologie a rilievo psichiatrico di uno o entrambi i genitori Preoccupazione/ansia per la salute, il futuro dei propri figli, le compagnie, il rendimento scolastico, il consumo di cannabinoidi e sostanze alcoliche Difficoltà scolastiche dovute a balbuzie/dislessia oppure difficoltà di inserimento relazionale con il gruppo classe o con gli insegnanti Difficoltà di gestione delle regole Conflitti generazionali Aggressività dei figli nei confronti di cose e/o persone (genitori) Uso/abuso di videogiochi e pc (internet/chat/giochi di ruolo) con sintomi da dipendenza Preadolescenti a rischio (sessualità precoce/adescamenti tramite sms-facebook)
Occorre inoltre dare rilevanza al fenomeno dell’immigrazione: nel 2009 il 20% delle nascite
registrate sul territorio sono di cittadini non italiani. Tale fenomeno pone sempre più l’attenzione
dei servizi verso la necessità di sostenere una reale integrazione nelle Comunità locali, con una
particolare attenzione ai giovani stranieri immigrati di seconda generazione, che necessitano di
aiuto nel trovare un equilibrio tra le due culture d’appartenenza.
3.1.2 Adulti
******
Esaminando i dati 2009 e 2010 circa la presa in carico da parte dei Servizi Territoriali di
persone adulte, si osserva un incremento del 13,47%, pari a 173 nuove prese in carico. Tale dato è
tuttavia relativo alla fotografia dei servizi al 31.12 di ciascun anno e non tiene quindi conto
dell’afflusso di utenza nel corso dell’anno solare.
43
Adulti in carico al servizio
1457
1284
1150 1200 1250 1300 1350 1400 1450 1500
2010
2009
An
no
Numero adulti in carico
La domanda portata dalla popolazione adulta riguarda principalmente richieste di sostegno
economico e difficoltà di reinserimento nel mondo del lavoro. L’aumento delle richieste non è più
riconducibile, come nel triennio studiato nel Piano di Zona precedente, ad un aumento dell’offerta
dei servizi, bensì ad una crescita dei bisogni che ha caratterizzato tale fascia di utenza.
L’incremento dell’utenza dipende dalla combinazione di una serie di fattori, quali:
- L’aumento del tasso di disoccupazione (dal 4,3 del 2007 al 8,1% del 2010);
- Le scadenze progressive di erogazione degli ammortizzatori sociali;
- La tensione crescente nelle famiglie derivante dalla crisi economica in atto;
- L’incremento delle istanze di sfratti esecutivi;
- L’incremento complessivo della povertà. (dal 2005 ad oggi circa 950 persone hanno usufruito
della “Mensa del Pane Quotidiano” gestita dalla Caritas)
A tale forte disagio, si affianca l’aumento della popolazione immigrata, che si concentra nelle classi
centrali dell’età adulta. Questa componente comporta la forte esigenza per gli operatori di potersi
appoggiare a un servizio di mediazione in grado di porsi in termini di promozione della
progettualità; quindi non solo come traduttore linguistico, ma che anche abbia conoscenza
dell’organizzazione del sistema dei servizi sociosanitari, della normativa e della metodologia di
lavoro e sia capace di promuovere sul territorio corsi di lingua e momenti di approfondimento di
lingua, cittadinanza e cultura italiana a favore soprattutto delle donne.
44
3.1.3 Disabili
******
Esaminando i dati 2009 e 2010 circa la presa in carico di persone con disabilità, si osserva un
incremento del 10,51%, pari a 43 nuove prese in carico. Tale dato è tuttavia relativo alla fotografia
dei servizi al 31.12 di ciascun anno e non tiene quindi conto dell’afflusso di utenza nel corso
dell’anno solare.
Disabili in carico al servizio
452
409
380 390 400 410 420 430 440 450 460
2010
2009
An
no
Disabili in carico
Serie1
Da segnalare che all’interno dei Servizi Territoriali Disabili, nel corso del 2010, si sono attivati
anche percorsi di gruppo (progetto Mosaico e Bottega dei Mestieri che prevedono: il primo attività
di stimolazione e/o rilassamento per persone con gravi compromissioni fisiche e sensoriali o
cognitive, il secondo prevede l’inclusione di giovani disabili in attività connesse alla vendita di
prodotti agricoli) che hanno consentito di rispondere in maniera adeguata alle esigenze delle
persone inserite e, a parità di spesa, hanno reso possibile un sensibile abbattimento della lista
d’attesa.
45
3.1.4 Anziani
******
Esaminando i dati 2009 e 2010 circa la presa in carico da parte dei Servizi Territoriali di
persone anziane si osserva un incremento del 4,48%, pari a 48 nuove prese in carico. Tale dato è
tuttavia relativo alla fotografia dei servizi al 31.12 di ciascun anno e non tiene quindi conto
dell’afflusso di utenza nel corso dell’anno solare.
Anziani in carico
1119
1071
1040 1050 1060 1070 1080 1090 1100 1110 1120 1130
2010
2009
An
no
Numero anziani in carico
Negli ultimi anni, sempre più, il sostegno richiesto ai servizi sociali dalle famiglie, in relazione a
situazioni di non-autosufficienza, è relativo al monitoraggio e all’accompagnamento in contesti in
cui è già presente un assistente familiare o in cui l’anziano vive con parenti che svolgono la
funzione di caregiver.
Nel corso dell'anno 2010 i volontari dello Sportello Filo di Arianna hanno svolto 209 incontri
preliminari tra assistenti familiari iscritti all'Albo e famiglie, sia in sede che attraverso visite
domiciliari, in alcuni casi insieme ad un OSS dei Servizi Sociali competenti (nel 2009 ne sono stati
svolti 177).
In 86 casi al colloquio è seguita la formalizzazione dell'assunzione (nel 2009, 84). Le richieste di
individuare un'assistente familiare hanno rappresentato l'11% delle richieste registrate dal Filo,
mentre le offerte di lavoro presso anziani il 24% delle richieste complessive (di queste, nell'80% si è
trattato di persona straniera).
46
3.2 Il sistema di offerta dei Servizi del territorio
3.2.1 I Servizi del Consorzio IRIS
******
Le modificazioni subìte dal nostro territorio, gioco-forza, hanno determinato un radicale
cambiamento anche nei bisogni, che si manifestano come “nuovi” con l’emergere di problematiche
connesse alla “vulnerabilità” delle persone e delle famiglie che si trovano a vivere situazioni di
impoverimento economico e sociale. Anche sul nostro territorio convivono quindi oggi nuove e
vecchie povertà. I dati di attività dei servizi sociali e sanitari fanno registrare un progressivo
aumento delle situazioni in carico, a conferma di un disagio presente nella popolazione in ordine a
diverse problematiche generali che si possono così sintetizzare:
• impoverimento economico di alcune fasce di popolazione determinato da precarietà lavorativa,
da bassi livelli di reddito e dalla crisi congiunturale;
• incremento di richieste di supporto per situazioni di emergenza abitativa a seguito di sfratti;
• presenza di forme di disagio, soprattutto tra gli adulti, determinate da instabili condizioni sociali,
dall’assenza di un’occupazione stabile, dalla precarietà/inadeguatezza abitativa, dalle difficoltà di
relazioni affettive significative;
• problematiche d’integrazione socio – culturale dei cittadini stranieri;
• fragilità della famiglia, determinata non solo dalla precarietà economica, ma anche da difficoltà
relazionali ed educative;
• aumento del disagio tra i più giovani;
• invecchiamento della popolazione e alta incidenza di anziani con limitata autonomia.
Al fine di cercare di far fronte a questo complesso di problematiche, il Consorzio ha predisposto
una rete di servizi ed interventi che vengono riportati nella tabella A. Questi servizi sono gestiti per
tutti i 44 Comuni che costituiscono l’ambito territoriale di competenza del Consorzio.
I dati della tabella B, invece, riportano i servizi che il Consorzio svolge a favore dei 33 Comuni che
gli hanno delegato anche i Servizi Sociali Territoriali. Pertanto nella tabella C vengono riportati i
servizi territoriali di base che i rimanenti 11 Comuni hanno scelto di gestire con altre modalità
organizzative. Il quadro del sistema di offerta sull’ambito territoriale del Biellese Occidentale è dato
quindi dalla sommatoria delle tre tabelle A, B e C.
47
Tabella A
Segmento di utenza
Servizio A chi è rivolto Cosa offre
Adulti **Centro di
accoglienza “E. Borri ”
• Persone con perdita transitoria dell’abitazione e delle risorse economiche; • Persone senza fissa dimora; • Persone con problemi di abuso (tossicodipendenza/alcol); • Persone in precario stato di salute e prive di alloggio; • Cittadini stranieri in regola con i permessi di soggiorno; • Persone con disagio psichico.
• Pronta e prima accoglienza.
*Centro Diurno Integrato “Tut ‘l
Dì”
Persone anziane parzialmente non autosufficienti le cui necessità quotidiane – assistenziali, relazionali e sanitarie – non possono più essere soddisfatte interamente dalla famiglia o dai servizi domiciliari, ma per le quali risulta improprio, o comunque prematuro, il ricovero in una struttura.
• Accoglienza e assistenza in un
ambiente familiare e casalingo
**Servizio di Telesoccorso / telecontrollo
Anziani, disabili e persone sole.
• Il telesoccorso offre intervento immediato alla persona in caso di emergenza. Il telecontrollo verifica settimanalmente le condizioni di salute della persona.
* “Il Filo **d’Arianna”
Sportello Informativo Anziani
Persone anziane ed ai loro familiari.
• Informazioni su servizi socio assistenziali, sanitari, strutture residenziali, tempo libero, sistema previdenziale. • Interventi presso la propria abitazione per opera di volontari adeguatamente formati.
� Abbinamento domanda offerta di assistenza privata a domicilio (albo degli assistenti familiari)
*Sportello Unico Socio Sanitario
(SUSS)
Operatori dei Servizi che operano a favore di persone anziane e disabili
• Il ruolo dello sportello è finalizzato al potenziamento degli sportelli di front-office già in essere per rendere più efficaci ed efficienti i percorsi dei cittadini e la collaborazione tra gli operatori.
*Interventi a sostegno della domiciliarità
Persone anziane parzialmente o non autosufficienti
• Erogazione di assegni di cura/buoni famiglia a fronte di progetti individuali di domiciliarità
**Servizio civico volontario delle persone anziane
Persone anziane e disabili
• Il servizio civico volontario delle persone anziane consiste nella possibilità di svolgere: - attività di volontariato a favore di persone anziane e disabili; - piccoli interventi a sostegno della domiciliarità; - piccola manutenzione e abbellimento delle sedi operative dei servizi;
*Centro per la memoria
Persone anziane affette da malattia di Alzheimer • Fornire assistenza/supporto ai malati di Alzheimer.
Anziani
Politiche per l’assistenza familiare
Famiglie con persone anziane che necessitano di assistenza.
• Erogare interventi qualificati di assistenza familiare.
48
*Servizi **Territoriali
- Persone con handicap medio-lieve di età compresa tra gli 1 e i 65 anni; - Persone con handicap grave e gravissimo.
• Interventi di assistenza domiciliare, educativa territoriale, residenzialità temporanea, animazione serale, attività ludico-sportive.
* “Oltre la **diagnosi”
Famiglie con bambini di età compresa tra gli 0 e i 36 mesi cui venga diagnosticata una disabilità.
• Guida e orientamento ai servizi; • Counseling psicologico; • Assistenza domiciliare; • Gruppi A.M.A.; • Informazioni su diritti /
agevolazioni; • Espletamento iter burocratico per il
riconoscimento dei diritti previsti dalla legge(invalidità civile,etc…)
Disabili
**Servizio Integrazione
Scolastica Alunni delle scuole di ogni ordine e grado • Interventi di assistenza specialistica
Adulti/Disabili *Servizio
**Inserimenti Lavorativi (SIL)
- Persone con disabilità medio-lieve; - Persone in situazione di disagio sociale.
• Tirocini lavorativi formativi.
*Servizio adozioni nazionale ed
internazionale
Coppie che hanno presentato la disponibilità all’adozione.
• Formazione ed informazione sull’adozione, garantisce sostegno e vigilanza durante il periodo di affidamento pre adottivo.
Minori
*Servizio affidamento
familiare
Coppie che danno la disponibilità a divenire famiglie affidatarie.
• Informazioni relative all’affidamento familiare e consulenza a chi ha un affido in corso.
Genitori con figli con età compresa tra 0 e 12 mesi.
• Sostegno e consulenza per la gestione dei neonati.
Casa dell’Auto Aiuto
Famiglie affidatarie e adottive, con figli disabili o con figli adolescenti, alla Comunità e ai gruppi di Auto Mutuo Aiuto
• Incontri quindicinali di confronto e sostegno sui temi di maggiore interesse per i partecipanti • Formazione
**Centro per le famiglie “Il Patio”
Famiglie e Genitori • Servizi per sostenere le famiglie e i
genitori (formazione, counseling, gruppo auto mutuo aiuto ).
*Servizio “SPAF!” Spazio Ascolto Adolescenti e
Famiglie
Adolescenti e ragazzi con età compresa tra gli 14 e i 26 anni, ai loro genitori ed agli operatori scolastici/ sanitari/sociali/territoriali e del privato sociale.
• Accoglienza, consulenza informazione e formazione con l’obiettivo di ridurre il disagio giovanile.
Famiglie e Minori
*GE.CO. Gestione del conflitto per
genitori in situazione di separazione
Genitori separati o in via di separazione con figli minori.
• Mediazione. Incontri di gruppo per genitori e/o figli. Formazione e consulenza per operatori.
Agenzia Formativa
Operatori socio assistenziali o a persone che
intendano divenire operatori socio assistenziali.
• Corsi di formazione per Operatore Socio Sanitario
• Corsi di aggiornamento e specializzazione per operatori socio assistenziali.
* Servizi in integrazione/convenzione con l’ASL BI.
** Servizi in tutto o in parte gestiti in convenzione con cooperative sociali e/o volontariato.
49
Tabella B
Segmento di utenza Servizio A chi è rivolto Cosa offre
Tutti * Servizi Sociali Territoriali
Tutti i cittadini dei 33 Comuni afferenti alle Sedi di Adorno Micca, Candelo, Cavaglià, Graglia e Verrone
- Servizio Sociale Professionale; - Servizi di assistenza domiciliare; - Servizi di educativa territoriale; - Progetti territoriali di prevenzione; - Contribuzione economica; - Integrazioni rette; - Inserimento in presidi e/o Comunità per minori, disabili e anziani; - Affidamenti; - Servizio Inserimenti Lavorativi; - Tutele e rapporti con l’A.G.
****
* Servizi in tutto o in parte gestiti in convenzione con cooperative sociali e/o volontariato.
**** Su proposta del Servizio Sociale vengono inoltre erogate ulteriori prestazioni direttamente dai Comuni, es. esenzione tikets
50
Tabella C
Comune di Biella Gestione Ass. di
Gaglianico Area ex Bassa
Valle Elvo Comune di
Roppolo Servizio Sociale Professionale X X X X
Servizi di assistenza domiciliare
X X X
Servizi di educativa territoriale
X X X
Progetti territoriali di prevenzione
X X
Contribuzione economica X X X X
Integrazioni rette X X X X
Inserimento in presidi e/o Comunità per minori, disabili e anziani
X X X X
Affidamenti X X X X
Tutele e rapporti con l’A.G.
X X X X
Servizio Inserimenti Lavorativi
X X X
Mensa Progetto
Demetra*
Alloggi II accoglienza
Convenzione con Associazione di
Volontariato
Lavanderia Domiciliarità
Leggera
Letti di sollievo Rimborso Ticket
Sanitari
Altri servizi offerti
**Centro Diurno Integrato
(Casa di Giorno)
*E’ un servizio che si rivolge ad anziani e a donne in difficoltà. Gli obiettivi mirano a creare opportunità di lavoro domestico a donne
disoccupate da lunga data o inoccupate al fine di sostenerle dall’esclusione sociale e parallelamente fornire servizi domestici che
incentivino la permanenza a domicilio degli anziani del territorio.
** Servizio in convenzione con l’ASL BI.
51
3.2.2 I servizi socio – sanitari
******
E’ quasi scontato affermare che un problema di salute, particolarmente quando colpisce
persone in condizioni sociali problematiche, può determinare delle ricadute sul versante socio –
assistenziale.
Viceversa una condizione di emarginazione o di difficoltà sul versante sociale può avere ricadute
anche pesanti sulla salute della persona.
Tradotte sul versante organizzativo dei servizi, le suddette considerazioni portano a ritenere che le
“sorti” dei servizi sanitari siano legate da un rapporto di stretta reciprocità con quelle dei servizi
socio – assistenziali.
Per quanto attiene la sanità, ciò è più facilmente constatabile nei servizi definiti ad alta rilevanza
socio – assistenziali. Pensiamo, a puro titolo d’esempio, al finanziamento della quota sanitaria
residenziale per anziani e disabili, ed all’impatto talvolta drammatico che il ritardato assegnamento
di tale contributo economico può determinare nell’economia di una famiglia o di una persona sola.
Negli altri servizi, tale “doppio legame” è forse meno evidente a primo acchito, ma spesso
altrettanto forte e presente, anche se si evidenzia con modalità meno dirette.
Una rendicontazione esaustiva, ancorché sintetica, delle varie prestazioni erogate dai servizi
dell’ASL richiederebbe uno spazio non congruo con le dimensioni ed il livello di sintesi di questo
documento. Per una visione più dettagliata dell’operatività dell’Azienda Sanitaria, e della sua
evoluzione nel tempo, si rimanda alla documentazione da essa periodicamente diffusa (ad esempio
il Bilancio Sociale, ovvero la carta dei servizi presente sul sito WEB istituzionale).
In questo breve capitolo dei Piani di Zona, dedicato ai servizi sanitari, proprio alla luce delle
precedenti considerazioni, piuttosto che procedere ad una mera elencazione dei servizi sanitari,
come correttamente era stato fatto nella prima edizione 2006-2008, si intende affrontare qualche
aspetto di rilevanza più generale che si ritiene particolarmente significativo e meritevole di
particolare attenzione, proprio ora che i rapporti di collaborazione tra ASL e Consorzi si sono nel
tempo consolidati e permettono di affrontare la programmazione locale con maggiore
consapevolezza delle dinamiche in atto.
In particolare si intende mettere in luce alcune significative differenze che caratterizzano i servizi
sanitari territoriali nei due Distretti dell’ASLBI, coincidenti con i territori dei due Consorzi IRIS e
CISSABO insieme ai quali si procede alla definizione di questa seconda “edizione” dei Piani di
Zona.
52
Per questo motivo, il presente capitolo, predisposto a cura dell’ASL, sarà identico in entrambi i
Piani.
Come si diceva, i due Distretti sono molto diversi tra di loro, anche se negli ultimi anni l’Azienda
Sanitaria ha messo in atto numerose strategie per correggere tale diversità, laddove risultava
problematica, riuscendovi ad oggi in parte.
Tali differenze hanno origini assai lontane che, senza presunzione di essere esaustivi, si potrebbero
riassumere sostanzialmente nel fatto che i due Distretti (così come i due Consorzi), coincidono
quasi perfettamente con quello che era il territorio di due USL (e, per un certo periodo, USSL).
La più grande di queste, la 47, era necessariamente incentrata in primis sulla gestione dell’Ospedale
degli Infermi di Biella. La reale possibilità di investire sulla configurazione dei servizi territoriali
era quindi sostanzialmente residuale. Peraltro diversi servizi territoriali erano collocati presso la
sede del nosocomio e rispondevano prevalentemente a logiche gestionali di natura ospedaliera.
L’altra USL, la 48, aveva solo due piccolissimi presidi ospedalieri collocati in zone montane. Uno
di questi (Bioglio) venne chiuso nei primissimi anni di funzionamento dell’USL e subito convertito
in RSA per anziani e Comunità per tossicodipendenti. L’altro ha passato diverse configurazioni,
fino alla chiusura definitiva realizzatasi ormai diversi anni or sono, con trasformazione in RSA,
Centro Diurno Alzheimer e altri servizi sanitari di prossimità rivolti alla popolazione locale.
La sostanziale assenza di un significativo presidio ospedaliero, ha consentito fin da subito (primi
anni ‘80) all’USL 48 di investire significative risorse nella strutturazione dei servizi territoriali
ambulatoriali e domiciliari.
Basti pensare, per comprendere la differenza di tale approccio, che nella (più piccola) USL 48 erano
presenti, nel territorio, servizi come la Radiologia, il Laboratorio Analisi, la Medicina Riabilitativa,
la Diabetologia, l’Allergologia, ecc...Servizi che sono poi stati ricondotti, in primis per perseguire
economie di scala, nel contesto ospedaliero di Biella, successivamente alla fusione delle due USL.
Ciò che ci interessa tuttavia analizzare oggi, attiene a cosa rimane di significativo di tali differenti
evoluzioni passate.
Il primo elemento che si ritiene opportuno considerare, riguarda uno dei servizi caratterizzato da
particolare rilevanza socio – assistenziale: le Cure Domiciliari.
Anche questo servizio ha avuto una storia emblematica: era particolarmente strutturato già nei primi
anni ’80 nella piccola USL a “inclinazione” territoriale, mentre era quasi assente in quella a
vocazione Ospedaliera.
Ancora solo 5-6 anni fa la differenza consisteva in un infermiere addetto alle Cure Domiciliari ogni
circa 6.000 abitanti nel Distretto 1, ed un infermiere ogni 3.000 abitanti nel Distretto 2.
53
Da allora l’ASL ha cercato di correggere tale discrepanza, destinando ogni nuovo infermiere
territoriale che era possibile assumere, al distretto più carente di tale figura, senza danneggiare
quello con un servizio già sufficientemente configurato. Ciò ha permesso di attenuare tale
differenza.
Attualmente il Distretto 2 ha ancora 1 infermiere ogni 3.000 abitanti, mentre il Distretto 1 si attesta
su 1 ogni 4.200.
Nel Distretto 2 ogni infermiere riesce a muoversi, da sempre, con un auto di servizio. Nel Distretto
1 molti infermieri sono “costretti” ad usare l’auto propria e, comunque, non ci sarebbero ancora i
siti sufficienti per il ricovero delle auto di servizio.
Quanto sopra affermato, porta con sé importanti differenze attinenti alla cultura sui servizi sanitari,
riguardanti sia la popolazione che i professionisti della sanità.
1) I medici di famiglia del Distretto1 richiedono con scarsa frequenza l’attivazione delle Cure
Domiciliari.
2) La popolazione del Distretto 1, parimenti, la richiede con scarsa frequenza, rispetto al
Distretto 2.
E’ ancora in atto, quindi, un circolo vizioso di scarsa domanda reciprocamente correlata ad una
scarsa offerta.
Tale concezione richiede purtroppo tempi lunghi per essere modificata e l’attuale limitatezza delle
risorse non ne facilita il superamento.
Questa differenza ha ripercussioni assai significative in altri ambiti, che ora verranno sinteticamente
ricordati, sempre caratterizzati da profonde correlazioni con il contesto socio assistenziale.
Il ricorso all’istituzionalizzazione (Casa di Riposo) dell’anziano, soprattutto se riferito a quello non
autosufficiente (ma non solo) è, come è facile aspettarsi, assai più marcato nel Distretto 1 rispetto al
Distretto 2, nonostante indici di vecchiaia e di dipendenza strutturale sostanzialmente sovrapponibili
nei due territori.
Per dare una misura concreta di tale differenza, basta ricordare 2 parametri (estratti dal “Piano della
Residenzialità del territorio Biellese”):
1) Il numero di posti letto presenti nel territorio ogni 100 anziani residenti:
Distretto 1: 6,2 posti letto
Distretto 2: 4,3 posti letto
54
2) La percentuale di anziani residenti che ottiene il finanziamento pubblico della quota sanitaria
Distretto 1: 1,7%
Distretto 2: 1,2%
Tradotta in termini economici questa, che sembra una piccola differenza percentuale, fa sì che il
Distretto 1, con una popolazione anziana doppia rispetto al Distretto 2, consumi circa il triplo delle
risorse (che complessivamente ammontano a circa 12 milioni di euro/anno).
Anche il ricorso dei MMG al ricovero ospedaliero (dati 2010 Report Governo Clinico) è di
conseguenza, come logico aspettarsi, diverso nei due distretti:
Distretto 1: 75,3 ricoveri ogni 1.000 assistibili (pesati)9
Distretto 2: 69,1 ricoveri ogni 1.000 assistibili (pesati)
Gli accessi in Pronto Soccorso (dati 2010 Report Governo Clinico), confermano tale differenza:
Distretto 1: 114,8 accessi ogni 1.000 assistibili (pesati)
Distretto 2: 93,2 accessi ogni 1.000 assistibili (pesati)
Distretto 1: 41,5 accessi con codice bianco ogni 1.000 assistibili (pesati)
Distretto 2: 28,3 accessi con codice bianco ogni 1.000 assistibili (pesati)
Di contro, come parimenti è logico aspettarsi, la spesa farmaceutica dei MMG (dati 2010 Report
Governo Clinico) è leggermente più alta nel Distretto2
Distretto 1: 99,2€ per assistibile (pesato)
Distretto 2: 99,9€ per assistibile (pesato)
Ne consegue, ad esempio, per gli assistibili pesati dei Medici di Medicina Generale (dati 2010
Report Governo Clinico), la seguente differenza di spesa pro-capite annuale:
Distretto 1: 465 € per assistibile (pesato)
Distretto 2: 437 € per assistibile (pesato)
9 Al fine di rendere più equo il raffronto delle attività sanitarie svolte dalle AASSLL, per tutti gli indicatori viene normalmente utilizzata la popolazione pesata di riferimento. Per ottenere la popolazione pesata di riferimento, la popolazione residente viene suddivisa per classi di età ed a ogni classe vengono applicati i pesi ministeriali utilizzati in sede di riparto del fondo sanitario nazionale. Ciò determina ad esempio che due zone con pari numero di abitanti, possono avere un diverso numero di assistibili pesati (ad esempio la zona con popolazione più anziana potrà avere un numero di assistibili pesati superiori a quella con popolazione più giovane.
55
Questi pochi dati di sintesi rendono ragione di come, anche nel contesto dei Piani di Zona, la
componente sanitaria debba differenziare il proprio approccio con i due territori distrettuali e come
vadano considerate le ricadute sui servizi sociali che tali differenze inevitabilmente determinano.
Indubbiamente, ad esempio, un maggiore ricorso all’istituzionalizzazione in uno dei due territori,
spinge il Consorzio ivi operante a fronteggiare una maggiore richiesta di supporto economico volto
all’integrazione delle rette di permanenza in struttura residenziale.
Viceversa, una maggiore domanda-offerta di servizi domiciliari costringe l’altro Consorzio ad
impegnarsi maggiormente in tale settore.
Analoghe differenze, seppure a volte più sfumate, si ritrovano ancora nell’operatività di altri servizi
sanitari con importanti risvolti socio-assistenziali quali, ad esempio, quelli rivolti a soggetti con
problemi psichiatrici, di dipendenza, di disabilità o legati alla sfera materno infantile e dell’età
evolutiva.
Senza qui entrare nel merito delle strategie che ne discendono nel contesto dei Piani di Zona, appare
evidente sottolineare come, in linea con le attuali tendenze nazionali ed internazionali, volte al
sostegno della domiciliarità e della territorialità nel suo complesso, un Consorzio sia chiamato a
“giocare la sua partita” a fianco del distretto, puntando al mantenimento e, se possibile, al
potenziamento di tale ottica, mentre l’altro si trovi impegnato, accanto alla sanità, nelle azioni volte
al perturbamento ed alla trasformazione di una cultura locale troppo orientata
all’istituzionalizzazione
3.2.3 Il Terzo Settore
******
La legge regionale 1/04 all’art. 11. c. 2 riconosce al Terzo Settore (associazionismo, volontariato,
cooperazione sociale e organizzazioni non governative operanti in ambito sociale), un ruolo attivo
nella programmazione e nell’organizzazione e gestione dei servizi socio – assistenziali.
In ambito provinciale, e sul territorio del Consorzio IRIS in particolare, l’offerta dei servizi
promossi dal Terzo Settore si è ampliata e diversificata nei diversi settori del sociale: la presenza del
Terzo Settore rappresenta una realtà sempre più importante per lo sviluppo del sistema integrato dei
servizi socio – assistenziali. Anche grazie ai proficui reciproci rapporti sviluppatisi, è stato possibile
per il Consorzio IRIS affidare la gestione di alcuni importanti servizi direttamente al Terzo Settore,
il che ne ha permesso – in alcuni casi – anche un’evoluzione delle modalità di erogazione.
Nei due paragrafi seguenti se ne dà brevemente conto.
56
3.2.3.1 La Cooperazione Sociale
******
Il Consorzio IRIS, per sua storia, ha esternalizzato molti servizi e quindi ha avuto modo di
tentare strade anche innovative, andando oltre il mero affidamento tramite appalto per trovare
modalità di collaborazione che vedessero nella cooperazione un partner per la definizione di
politiche sociali e non solo un supplente delle risposte che l’istituzione – per varie ragioni – non
può dare.
Mi riferisco all’uso che il Consorzio, in tutti i casi possibili, ha fatto dello strumento della
concessione amministrativa, che consente alla cooperazione di passare da soggetto che eroga servizi
per la P.A. a soggetto che, con la P.A., esercita una funzione sociale.
A differenza di quanto può avvenire con l’accreditamento, l’istituto della concessione non spoglia la
P.A. dalla funzione sua propria di responsabilità nella programmazione, progettazione, controllo e
valutazione in itinere, e quindi non riduce la P.A. a mero finanziatore di iniziative private.
Al contrario, il percorso che porta all’attribuzione della concessione prevede fasi preliminari di
programmazione e di co-progettazione a cui la cooperazione sociale, che viene invitata a
parteciparvi, viene riconosciuta nel suo ruolo e nelle sue competenze professionali ed
imprenditoriali e viene sollecitata ad assumere un’ottica più rivolta all’utente che al committente
P.A.
La progettazione può quindi rivolgersi al miglioramento del servizio in modo ben superiore rispetto
ad un servizio appaltato e la P.A., non abdica alla proprie responsabilità ma agisce concretamente il
principio di sussidiarietà solidale contenuto, per quanto riguarda i servizi sociali, nella L. 328/2000;
la concessione infatti vede la pubblica amministrazione, titolare della funzione sociale, e le
formazioni sociali condividere l’esercizio della funzione pubblica.
Nell’esperienza del Consorzio, la concessione in alcuni casi ha anche favorito lo sviluppo di reti tra
le cooperative e quindi, in qualche modo, il radicamento della cooperazione nella comunità locale.
57
3.2.3.2 Il Volontariato
****** 10Nell’ambito del welfare biellese, le OdV operano a beneficio di svariate categorie di
utenza segnate da bisogni e condizioni di disagio più o meno conclamate, con compiti che toccano
più versanti: dalla prevenzione o riduzione del rischio, al recupero sociale, all’assistenza,
all’accoglienza in specifiche strutture e al sostegno a diversi livelli, realizzando un ampio spettro di
attività e di servizi.
In prima istanza sono impegnate per le giovani generazioni (41 OdV su 100, per lo più di recente
formazione, quindi piccole, residenti nei Comuni minori della Provincia, precedono di quasi 10
punti percentuali quelle che operano a beneficio delle persone anziane) .
Importante è anche la componente di OdV che ha come destinatari diretti i malati in generale e le
persone vittime di infortunio, ovvero l’utenza più tipica o tradizionale del volontariato, che tuttavia
nella Provincia biellese è presa meno in carico dalle OdV rispetto al fenomeno rilevato su scala
geografica regionale.
In posizione mediana, e prima dei disabili, vengono gli adulti di diversa condizione e tipo, in stato
di momentanea difficoltà e quindi non segnati da bisogni conclamati, ma spesso rivelatori di nuove
povertà. Sono gli utenti tipici di sportelli informativi e dei centri di ascolto, spesso disorientati
rispetto ai servizi disponibili e poco informati sull’esigibilità dei loro diritti.
L’interazione con i soggetti pubblici raggiunge la sua espressione più significativa attraverso
l’istituto della convenzione per la gestione di qualche attività o intervento. Nel complesso, la
maggioranza si rispecchia nelle funzioni “complementare” o “integrativa” e quindi non estranea ad
una interazione collaborativa con il Pubblico. Più prossime alla P.A. sono quelle reticolari e più
attive per la crescita di servizi, di progetti e di cittadini beneficiari, maggiormente dotate di risorse
finanziare, a saldo attivo per i volontari e con la presenza di qualche operatore remunerato (talvolta
richiesto dal committente pubblico); si avvalgono pertanto di una differenziata serie di organi di
governo.
Una caratteristica rilevante è la cura nell’inserimento dei nuovi volontari e la valorizzazione della
risorsa umana in generale (formazione, partecipazione alla vita associativa e alle decisioni).
Sono anche le unità che hanno il più intenso rapporto con il CSV a cui sono spesso
“organiche”. A rafforzare tale evidenza vi è il riscontro che le unità maggiormente “distanti” dal
CSV lo sono anche dalle Amministrazioni Pubbliche.
Pare importante segnalare che nell’anno 2007 il CSV Biella ha organizzato un primo corso di
formazione rivolto alle Organizzazioni di Volontariato il cui obiettivo centrale era quello di “fornire 10 Tratto da “Funzionamento processi delle ODV biellesi nella rilevazione campionaria 2008” a cura di Fondazione
Europa Occupazione e Volontariato. In accordo con Centro Servizi per il Volontariato della Provincia di Biella
58
ai volontari conoscenze adeguate per partecipare in modo consapevole ed informato alla stesura dei
Piani di Zona, diventando così soggetti attivi in grado di interloquire e rapportarsi con gli enti locali
e le varie realtà del non – profit”.
Sono quindi stati affrontati i temi: analisi e lettura ragionata del territorio; Volontariato e Welfare e
nuovi scenari; Volontariato e Welfare: come costruire un rapporto virtuoso; il Volontariato nei Piani
di Zona: spazi di azione; il Piano di Zona a Biella e il ruolo che al suo interno svolge il volontariato;
lettura ragionata dei Piani di Zona.
Nel 2008 si è proseguito con una seconda fase del corso di formazione, alla conclusione del quale i
partecipanti hanno lavorato sulla possibilità di un ruolo virtuoso del Volontariato nelle varie fasi
della stesura del Piano di Zona.
I volontari partecipanti al percorso formativo (alcuni dei quali già facenti parte dei laboratori
istituiti con il Piano di Zona) pur consapevoli di non poter rappresentare l’intero mondo del
volontariato biellese, hanno assunto le seguenti conclusioni 11:
“1- In relazione alla fase di rilevazione dei bisogni e delle risorse ritengono di poter
partecipare, collaborando con i Consorzi alla costruzione di strumenti di rilevazione adeguati alle
Organizzazioni di Volontariato. Stimolando le altre Odv a condividere lo strumento di rilevazione
individuato. Ritengono inoltre importante e necessario tener conto in questa fase dei dati e delle
riflessioni presenti sul sito Osservabiella.it, osservatorio delle povertà e dei bisogni; dei dati delle
singole OdV e dei documenti presentati dai tavoli tematici (minori, anziani, disabili, rete
2- In relazione alla fase di programmazione le OdV sono consapevoli di non avere una visione
globale di tutte le criticità e delle risorse che il territorio esprime, ne di avere le competenze
necessarie per partecipare a tale fase, se non per specifici e definiti progetti. Nonostante ciò
l’intento è di poter essere lettori critici del documento programmatico e di poter eventualmente
avere uno spazio di confronto e scambio;
3- In relazione alla fase di gestione dei servizi si ritiene utile che nel piano di zona sia
esplicitato e si renda conto anche dei servizi gestiti dalle organizzazione di volontariato, siano essi
gestiti o meno in convenzione con gli enti locali;
4- In relazione alla fase di monitoraggio e valutazione (esclusivamente nelle azioni in cui il
volontariato sia coinvolto) si propone di condividere indicatori di valutazione e di monitoraggio,
che tengano conto del gradimento da parte degli utenti oltre che del raggiungimento degli obiettivi
da parte delle OdV”
11 Tratto da: “Proposta dei partecipanti al corso “dal particolare al generale” su una possibile modalità di partecipazione delle Organizzazioni di Volontariato alla programmazione dei Piani di Zona”, a cura del CSV Biella.
59
3.2.4 I Servizi della Provincia di Biella
******
Centro per l’Impiego12
Il Centro per l’Impiego (CPI) è un servizio della Provincia di Biella, che offre gratuitamente
servizi di accoglienza, informazione, orientamento professionale alle persone, consulenza alle
aziende (assunzioni agevolate e normativa). Si occupa di adempimenti amministrativi, del
collocamento ordinario e dell’accompagnamento al lavoro delle persone disabili in base alla legge
68/99.
In particolare:
• Sostiene le persone nella ricerca del lavoro e le imprese nella ricerca di personale;
• Offre alle persone servizi specialistici di consulenza legislativa, orientativa e per la
creazione di impresa;
• Offre alle imprese servizi di consulenza normativa e amministrativa;
• Favorisce l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
Presso il CPI è possibile infatti iscriversi nelle liste di disoccupazione, di mobilità, di collocamento
obbligatorio per persone con disabilità; ricevere informazioni utili alla ricerca del lavoro, sulla
normativa vigente, sulle possibilità formative provinciali e regionali. In generale è possibile avere
un valido supporto per l’orientamento, l’inserimento e il reinserimento lavorativo, favorendo così
l’incontro tra domanda e offerta di lavoro: a tal proposito è stata istituita infatti la banca dati
www.biellalavoro.it, unica a livello provinciale, gestita insieme alle associazioni di categoria ed alle
organizzazioni sindacali dei lavoratori.
Ufficio di Pubblica Tutela13
La Regione Piemonte con la legge Regionale n. 1/04, ha previsto l’istituzione, in ogni
Provincia Piemontese, di un Ufficio Provinciale di Pubblica Tutela, con compiti di sostegno alle
persone in difficoltà, con particolare riferimento alle tutele, alle curatele ed alle
amministrazioni di sostegno, in necessario coordinamento con gli Uffici Giudiziari competenti e
con le altre amministrazioni pubbliche che intervengono in materia, in particolare gli Enti Gestori di
interventi e servizi sociali, e secondo gli indirizzi ricevuti dalla stessa Regione Piemonte.
Istituito con Deliberazione di Giunta Provinciale n. 73 del 06/04/2007, l'Ufficio di Pubblica Tutela
della Provincia di Biella si propone pertanto di divenire un punto di prima informazione e di
orientamento a seconda della casistica presentata, contando su proficue relazioni con alcuni Ordini
12 Informazioni tratte da www.provincia.biella.it 13 Tratto da www.provincia.biella.it
60
Professionali del proprio territorio, nel frattempo perfezionatesi, per la resa di specifiche prestazioni
professionali a tutori, curatori ed amministratori di sostegno.
L'Ufficio Provinciale non potrà pertanto sostituirsi ai tutori, ai curatori ed agli amministratori di
sostegno, né surrogare le specifiche competenze dei professionisti o di altri uffici pubblici, ma
cercare piuttosto di indirizzare e fornire indicazioni e suggerimenti di massima sugli istituti di
protezione e su alcune attività che i tutori, i curatori e gli amministratori di sostegno sono chiamati a
svolgere.
3.2.5 Altri servizi di pubblica utilità dei Comuni.
******
Per “altri servizi di pubblica utilità” si intendono qui tutti quei servizi quali poste, banche,
esercizi commerciali di vendita al dettaglio e all’ingrosso, mercati rionali e trasporti che
costituiscono la cosiddetta “rete dei servizi”.
Il grafico I sotto riportato rappresenta la maggior o minor presenza di questi servizi (dato
dall’altezza delle colonne del grafico stesso), nelle diverse aree territoriali del Consorzio. Il grafico
II rappresenta invece il numero degli abitanti per ciascuna area territoriale.
Grafico I
0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
1000
1
Area Andorno
Area Candelo
Area Cavaglià
Area Graglia
Area Verrone
Comune di Biella
Gest. Ass. Gaglianico
Comune di Roppolo
Ex Bassa Valle Elvo
61
Grafico II
0
5000
10000
15000
20000
25000
30000
35000
40000
45000
50000
1
Comune di Biella
Area Andorno
Gest. Ass. Gaglianico
Ex Bassa Valle Elvo
Area Graglia
Area Candelo
Area Cavaglià
Area Verrone
Comune di Roppolo
Infatti l’altezza delle colonne dimostra che nelle aree territoriali con più abitanti (prendiamo in
esame ad esempio l’area di Andorno con una popolazione pari a 15.947 abitanti) c’è più presenza di
questi servizi. Tuttavia il grafico I rappresenta un dato “globale” dell’area, e quindi non tiene conto
delle differenze che ci possono essere all’interno di ogni singolo territorio. Infatti un’analisi più
approfondita dimostra che all’interno delle stesse aree territoriali ci sono zone con più servizi e altre
meno fornite. Queste differenze sono dovute principalmente alla conformazione del territorio: le
zone montane hanno meno abitanti e quindi anche i servizi sono di meno. Per esempio l’area
territoriale di Andorno è costituita da 14 comuni, di cui 5 si trovano nel territorio montano dell’Alta
Valle Cervo. Questi 5 comuni complessivamente non raggiungono i 1.000 abitanti (sono infatti 843)
e sono distribuiti su un superficie di 54,78 Kmq, pertanto nell’Alta Valle Cervo c’è una densità
abitativa pari a 15 abitanti per Kmq. In questa zona gli esercizi commerciali di vendita al dettaglio
sono solo circa 5, e sono per lo più piccoli esercizi di vendita alimentare. Ciò significa che la
maggioranza dei servizi sono concentrati nei comuni più grossi, come Andorno e Tollegno, comuni
pur sempre “lontani” (e quindi meno facilmente raggiungibili per la popolazione anziana e per chi
non è dotato di auto propria) dai 5 Comuni dell’Alta Valle Cervo.
Se si analizza contestualmente l’andamento demografico di questi ultimi anni, la popolazione
anziana è aumentata maggiormente nei comuni intorno alla cintura di Biella (Gaglianico,
Ponderano, Occhieppo Inferiore e Occhieppo Superiore), in cui la “rete dei servizi” è meglio
distribuita: infatti nell’ultimo decennio in quest’area si registra un aumento della popolazione
62
anziana pari a + 55%, mentre nei comuni dell’Alta Valla Cervo la fascia anziana è calata del – 34%.
Si potrebbe quindi considerare se la presenza di pochi servizi nelle zone montane è stata una delle
cause del decremento demografico: la fascia della popolazione anziana ha scelto di vivere laddove
la dislocazione e il numero di negozi alimentari, poste, farmacie e trasporti sono di più e più
Al fine di individuare le aree sensibili su cui intervenire, è stato adottato un metodo di lavoro
“pragmatico”: si è partiti dalla valutazione degli esiti delle azioni realizzate durante il precedente
Piano di Zona, è stata analizzata l’evoluzione della domanda di servizi, e infine sono state
individuate le aree di intervento. Grazie al dialogo attivo con i componenti dei Tavoli Tematici è
stato possibile completare il quadro dei bisogni e, successivamente, formulare possibili strategie,
poi approvate dal Tavolo Politico Istituzionale.
In questo capitolo viene presentato nel dettaglio il lavoro svolto dai quattro Tavoli Tematici.
4.2 Tavolo Minori - Famiglie
4.2.1 Composizione e partecipazione
******
Il Tavolo Minori – Famiglie si compone di diversi soggetti, provenienti da ambiti diversi,
che operano a vario titolo a favore della popolazione minorile e delle rispettive famiglie.
Nello specifico, il diagramma seguente rappresenta la composizione del Tavolo (i soggetti
partecipanti sono stati raggruppati per “macro-aree” di provenienza):
64
Alle tre riunioni del Tavolo hanno partecipato mediamente 20,6 rappresentanti su 36.
4.2.2 Verifica sugli esiti del Piano 2006-2008
******
Il Tavolo Minori – Famiglie istituito per il Piano di Zona 2006-2008 individuava le seguenti
problematiche tra le principali da affrontare:
1) Frammentazione degli interventi a contrasto del disagio minorile: necessità di una
maggiore integrazione tra Servizi, Associazioni e Comunità Locale.
Per la risoluzione di questa problematica si era convenuto di realizzare una “raccolta” (pubblicata
sul sito del Consorzio) dei progetti/attività di prevenzione e di contrasto al disagio minorile da parte
dei diversi attori sociali attivi sul territorio del Consorzio IRIS. Inoltre è stato riscritto un nuovo
Protocollo per la tutela dei minori, sottoscritto dai Servizi, CSA, Provincia di Biella, Prefettura di
Biella, Tribunale dei Minori di Torino e procura del Tribunale Ordinario di Biella. Infine è stato
attuato un protocollo tra Servizi, Scuola e Asili Nido.
2) Difficoltà della famiglia a far fronte ai continui cambiamenti (nascita dei figli, crescita,
conflitti familiari...).
Per far fronte a queste difficoltà si è cercato di strutturare un maggiore raccordo tra le risorse attive
sul territorio, ossia tra i progetti “Genitori si diventa” e Spazio Famiglie “il Patio”, e tra i servizi di
mediazione erogati dal Consultorio la Persona al Centro, l’Associazione Progetto Donna e il
Consultorio Pubblico dell’ASL. Inoltre la Regione Piemonte con D.G.R. n. 47 – 9265 del
Tavolo Minori-Famiglie
ASLBI PROV. BIELLA SERVIZI SOCIALI
TERRITORIALI
SCUOLA NIDI PUBBLICI
ASS. VOLONTARIATO
ORG. SINDACALI
COOP. SOCIALE
PEDIATRI Libera scelta
FORZE ORDINE
NIDI PRIVATI
MINISTERO GIUSTIZIA
ASLBI PROV. BIELLA SERVIZI SOCIALI TERRITORIALI SCUOLA MINISTERO GIUSTIZIA FORZE ORDINE PEDIATRI Libera scelta NIDI PRIVATI NIDI PUBBLICI ASS. VOLONTARIATO
ORG. SINDACALI COOP. SOCIALE
65
21.08.2008 “Approvazione dei criteri di accesso ai contributi per progetti sperimentali innovativi
per la riorganizzazione dei consultori familiari, al fine di ampliare e potenziare gli interventi sociali
a favore delle famiglie”, ha promosso lo sviluppo dell’ambito sociale dei consultori familiari: in
ragione di ciò il Consorzio IRIS ha integrato i percorsi di cui sopra con l’attivazione del progetto
Ge.Co. (Gestione del conflitto per genitori in situazione di separazione).
3) Necessità di azioni integrate per la valutazione delle capacità genitoriali.
Questa necessità ha trovato conferma nel riconoscimento formale da parte dell’ASL BI dell’èquipes
di valutazione delle capacità genitoriali; pertanto è stata all’uopo sottoscritta una convenzione tra i
due Consorzi del territorio e l’ASL BI.
4.2.3 L’evoluzione della domanda dei servizi dal Piano di Zona 2006-2008 al Piano di Zona
2011-2013.
******
L’analisi dell’evoluzione della domanda dei servizi ha portato alla definizione di quattro
macro-aree su cui intervenire: “genitorialità”, “difficoltà economiche”, “adolescenti e pre-
adolescenti” e “affido familiare”.
a) Genitorialità
La necessità di socializzazione tra famiglie in tutte le fasi della vita ha comportato la richiesta di
confronto con altri genitori e/o con esperti su temi specifici (allattamento, sonno, cura primi mesi di
vita; gestione delle regole e delle punizioni; tematiche relative alla tossicodipendenza, in particolare
sull’uso di alcool, cannabinoidi e uso e abuso di PC, videogiochi ed internet) e la richiesta di
informazioni ed orientamento sui servizi del territorio e delle relative modalità d’accesso.
L’aumento della conflittualità in situazioni di separazione ha provocato:
° difficoltà di gestione dei figli (anche intesa come gestione della conflittualità familiare che ricade
sui figli);
° difficoltà dei genitori e della scuola nel restituire ai figli minori di coppie conflittuali il significato
“dell’evento separazione” dei genitori;
° “scontri” della coppia che si traducono in violenza assistita e maltrattamento psicologico;
° fragilità personale di uno dei coniugi, o di entrambi, che si mette in evidenza durante la
separazione, ma che non è legata o conseguenza diretta dell’evento in sé;
° aumento degli incontri protetti disposti sia dal Tribunale Ordinario che dal Tribunale per i Minori
per situazioni conflittuali di genitori in via di separazione.
Aumento di situazioni di fragilità, in particolare nelle famiglie con bambini in età scolare.
66
b) Difficoltà economiche
Le crescenti difficoltà economiche delle famiglie comportano la separazione precoce dal bambino
per rientrare al lavoro e contestualmente difficoltà a pagare i servizi. Inoltre la contrazione delle
risorse scolastiche (sia di personale che di apertura temporale del servizio) aumenta le difficoltà dei
genitori.
c) Adolescenti e pre-adolescenti
Oggi sono emergenti le problematiche legate alla sessualità precoce, agli adescamenti tramite
SMS e Social Network, e legate al fenomeno del bullismo femminile.
Si manifesta inoltre il bisogno di socializzazione e aggregazione dei minori stranieri e la necessità
di gestire l’alta conflittualità tra genitori e figli e tra adulti nelle famiglie di origine straniera.
d) Affido familiare
Si rileva necessario ripensare all’istituto dell’affidamento familiare, poiché le famiglie affidatarie
e di origine necessitano di maggiore sostegno e la stessa Comunità locale necessita di essere
sensibilizzata maggiormente.
67
4.2.4 Bisogni e strategie: il piano programmatico del Tavolo Minori – Famiglie
******
BISOGNI/PROBLEMI CRITICITA’/PRIORITA’ STRATEGIE di
INTERVENTO
RISORSE
Elevata conflittualità
genitoriale nelle
situazioni di separazione
Disporre di un Servizio
dedicato all’accoglienza e al
sostegno delle famiglie in crisi
in seguito alla separazione
coniugale
Mantenimento del
progetto Ge.Co.
(attività del Consultorio
pubblico dell’ASL e del
Centro Per le Famiglie il
Patio del Consorzio
integrato con il Consultorio
Privato La Persona al
Centro).
- Creazione di azioni
mirate alla fascia 0-3 anni;
- Avviare percorsi di
educazione
all’alimentazione;
Difficoltà delle nuove
famiglie nella gestione
quotidiana e nella
relazione con i figli,
rilevata principalmente
nella fascia 0-3 anni e
nella fascia
adolescenziale.
Rendere più fruibili i Servizi
esistenti per ottimizzare e
potenziare le risposte rispetto
ad alcuni ambiti specifici.
- Avviare percorsi di
educazione alla sessualità/
attività di prevenzione di
malattie sessualmente
trasmissibili;
- Sostenere le famiglie di
adolescenti e pre-
adolescenti;
- Sostenere la genitorialità
investendo sulla figura del
papà;
- Individuazione di
strumenti per comprendere
perché i genitori non si
sentono in grado di “fare i
genitori”, e comprendere
ciò che rende difficile
coinvolgere le famiglie nel
percorso educativo dei
propri figli.
Ore lavoro del
personale in dotazione
al Consorzio + spese
di gestione e consumi*
+ ore lavoro di
specifiche
professionalità in
dotazione all’ASL, ai
Comuni di Biella,
Comuni convenzionati
con Gaglianico,
Comunità Montana
Valle Elvo e
Provincia.
68
Difficoltà dei nuclei
familiari di coniugare i
tempi lavorativi con le
esigenze delle famiglie
I servizi scolastici non sempre
riescono a rispondere ai
problemi della famiglia.
Costruire risposte che
possano coinvolgere i
giovani e gli anziani
prefigurando delle
sperimentazioni di
soluzioni flessibili e
integrative delle esistenti.
Conflittualità culturali
all’interno delle famiglie
di immigrati tra genitori
e figli
Porre attenzione agli
adolescenti e prea-dolescenti
con riguardo alla seconda
generazione di immigrati.
Facilitare le relazioni tra
insegnanti e genitori,
costruendo un modello che
affronti le criticità di
comunicazione da
sperimentare in alcune
scuole medie, a partire
dalle prime classi.
Mancanza di famiglie
disponibili
all’affidamento
Ripensare all’affidamento
familiare per sostenere le
famiglie e i minori.
Partendo dall’analisi dei
dati dei minori che oggi
necessitano di un
affidamento familiare,
occorre trovare forme di
sensibilizzazione della
comunità locale e di
sostegno delle famiglie sia
di origine che affidatarie.
* Il Consorzio quantifica le ore lavoro del personale e le spese di gestione e consumi in € 9.260,00 annui.
69
In conclusione la proposta operativa per le azioni relative al Tavolo Minori e Famiglie, prevede la
creazione di cinque Laboratori cui affidare la declinazione delle azioni relative a:
1) potenziare le risposte ai bisogni delle famiglie rispetto ad alcuni ambiti specifici, quali azioni mirate alla
fascia 0-3 anni; percorsi di educazione all’alimentazione; percorsi di educazione alla sessualità/ attività di
prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili; azioni di sostegno alla genitorialità investendo sulla
figura del papà;
2) individuare strumenti per comprendere perché i genitori non si sentono in grado di “fare i genitori”, e
comprendere ciò che rende difficile coinvolgere le famiglie nel percorso educativo dei propri figli.
3) costruire risposte che possano coinvolgere i giovani e gli anziani prefigurando delle sperimentazioni di
soluzioni flessibili e integrative delle esistenti;
4) facilitare le relazioni tra insegnanti e genitori, costruendo un modello che affronti le criticità di
comunicazione da sperimentare in alcune scuole medie, a partire dalle prime classi;
5) ripensare all’affidamento familiare, trovando forme di sensibilizzazione della comunità locale e di
sostegno delle famiglie sia di origine che affidatarie.
4.3 Tavolo Adulti
4.3.1 Composizione e partecipazione
******
Il Tavolo Adulti si compone di diversi soggetti, provenienti da ambiti diversi, che operano a
vario titolo a favore della popolazione adulta.
Nello specifico il diagramma seguente rappresenta la composizione del Tavolo (i soggetti
partecipanti sono stati raggruppati per “macro-aree” di provenienza):
Tavolo Adulti
ASL BI
CAMERA COMMERCIO
CROCE ROSSA CARCERE
PROV. BIELLA CARITAS
ATC
UIB
ASS. CATEGORIA
UEPE ORG. SINDACALI
SERVIZI SOCIALI TERRITO...
ASS. VOLOTARIATO
COOP. SOCIALE
ASL BI
CAMERA COMMERCIO
CROCE ROSSA CARCERE PROV. BIELLA CARITAS ATC
UIB ASS. CATEGORIA UEPE
ORG. SINDACALI SERVIZI SOCIALI TERRITORIALI
ASS. VOLOTARIATO
COOP. SOCIALE
70
Alle tre riunioni del Tavolo hanno partecipato mediamente 18,6 rappresentanti su 38.
4.3.2 Verifica sugli esiti del Piano 2006-2008
******
Il Tavolo Adulti istituito per il Piano di Zona 2006-2008 individuava le seguenti
problematiche tra le principali da affrontare:
1) Forte cambiamento nella società degli stili di vita causati dal mutamento socio-economico:
necessità di sensibilizzare maggiormente giovani e adulti al tema.
La risposta a questa problematica è stata trovata nella promozione di un evento di sensibilizzazione
rivolto agli adulti e ai giovani collegandosi alle iniziative di Caritas e CUAMM e altre
organizzazioni, che si stavano in quel momento occupando del cambiamento degli stili di vita.
2) Disagio sociale sempre più evidente. Mancanza di una rete tra i Servizi Socio - Sanitari nel
dare risposte in modo coordinato e strutturato.
E’ stato individuato un metodo di lavoro attraverso cui i Servizi potessero insieme discutere e
individuare percorsi integrati per la gestione dei casi multiproblematici.
3) Necessità di dare una definizione di “seconda accoglienza” che includa ogni forma di
percorso, indipendentemente dal comune di provenienza, dalla tipologia di utenza, dalle
condizioni e/o alle problematiche sanitarie.
È stata fatta una ricognizione e una valutazione dell’esistente per evidenziare criticità e punti di
forza delle risorse presenti sul territorio, che possono costituire il punto di partenza per una
riorganizzazione delle risposte in essere.
4) Difficoltà nell’orientamento e all’accompagnamento al lavoro.
È stata fatta una ricognizione dei diversi percorsi di accompagnamento e avvicinamento al mondo
del lavoro gestiti dal Servizio Inserimenti Lavorativi, dal Centro per l’Impiego, dall’ASL BI, dagli
Enti di Formazione Professionale finalizzata alla creazione di una possibile filiera.
Il piano programmatico adulti aveva inoltre individuato i seguenti problemi, che però non sono
stati affrontati:
- il problema del pagamento dei mutui;
- la promozione dell’affidamento di commesse di lavoro da parte delle pubbliche amministrazioni a
cooperative di tipo B;
Mentre la questione relativa alla collaborazione tra l’Agenzia Territoriale Casa ed i Comuni per le
problematiche inerenti agli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, è stata demandata, dal Tavolo
Politico Istituzionale, al Consorzio dei Comuni Biellesi.
71
Successivamente all’adozione del Piano di Zona:
- a seguito dell’approvazione del Piano regionale per la prevenzione della violenza contro le donne
e per il sostegno delle vittime (2008-2010), è stato sottoscritto un accordo con la Provincia di
Biella, Consigliera di Parità, ASL BI, CISSABO, Procura della Repubblica, Università e Scuola,
per la promozione di strategie condivise finalizzate alla prevenzione e al contrasto del fenomeno
della violenza nei confronti delle donne.
È stato inoltre attivato un Centro di Ascolto per donne che hanno subito violenza, in collaborazione
con l’Associazione “Non sei sola”. Infine è stato approvato un accordo tra i Consorzi IRIS e
CISSABO per la realizzazione del Centro Provinciale Antiviolenza in applicazione della L.R. n.
16 del 29 maggio 2009 “Istituzione dei Centri Antiviolenza con case rifugio”.
- Sono stati realizzati interventi di integrazione e mediazione culturale (progetto Kaleidos),
che prevedevano corsi di alfabetizzazione per mamme con bimbi al di sotto dei tre anni presso il
Centro per le Famiglie Il Patio ed è stato espletato un corso di specializzazione per i mediatori già
attivi sul territorio;
- Grazie ai fondi erogati dalla Regione Piemonte per contrastare gli effetti della crisi economica è
stato elaborato il Progetto SCS Sostegno Coesione Sviluppo, attraverso l’integrazione del Tavolo
Adulti con i rappresentanti dell’Unione Industriale Biellese e delle associazioni di categoria prima
non presenti al Tavolo. Il progetto prevedeva 5 azioni:
1. Azione “Sostegno Economico”. Grazie al budget disponibile, 86 persone hanno potuto
beneficiare di un sostegno economico, facendo così fronte alle situazioni di difficoltà causate dalla
crisi economica;
2. Azione di “sensibilizzazione e consumo consapevole”: coinvolgimento volontari esperti
(commercialisti) e volontari non esperti. L’azione era volta alla promozione di una cultura del
consumo consapevole presso le “fasce deboli” della popolazione anche attraverso l’attivazione di
percorsi di accompagnamento alle buone pratiche di consumo e ad una migliore “gestione” del
bilancio familiare, con il supporto di volontari appositamente formati. Inoltre l’Ordine dei
Commercialisti ha fornito alcuni professionisti disponibili a offrire consulenze gratuite in materia
finanziaria.
3. Azione “Occupabilità”. L’azione prevedeva il finanziamento di alcune “borse lavoro” al fine di
aiutare i cittadini disoccupati a sperimentarsi in ambiti professionali e lavorativi diversi, in un’ottica
non solo di assistenza ma anche di promozione di spirito di iniziativa.
4. Azione “Servizi di Prossimità”. I Consorzi IRIS e CISSABO nell’estate 2010 hanno condotto
un’indagine dedicata all’analisi dei servizi di prossimità presenti nei Comuni di competenza con
meno di 500 abitanti.
72
5. Azione “Divulgazione informazioni sul sito osservabiella.it”. I Consorzi IRIS e CISSABO e i
gestori del sito osservabiella.it, Caritas e CSV, hanno predisposto nell’estate 2010 una sezione nel
sito in cui vengono raccolte le iniziative messe in campo dai diversi enti per contrastare la povertà e
la vulnerabilità sociale.
4.3.3 L’evoluzione della domanda dei servizi dal Piano di Zona 2006 - 2008 al Piano di Zona
2011-2013.
******
L’analisi effettuata evidenzia che l’assenza di lavoro e le difficoltà nell’orientamento e
nell’accompagnamento alla ricerca di lavoro sono ancora oggi problemi sempre più presenti. A ciò
si aggiunge il problema della “casa” sia in edilizia pubblica che privata.
L’analisi dell’evoluzione della domanda dimostra anche che il panorama degli adulti è minato dal
sorgere delle “nuove dipendenze” (in particolare quelle legate al gioco d’azzardo).
Rimangono ancora aperti il problema dell’integrazione sociale degli stranieri e della
riorganizzazione dei servizi a bassa soglia.
4.3.4 Bisogni e strategie: il piano programmatico del Tavolo Adulti
******
BISOGNI/PROBLEMI CRITICITA’/PRIORITA’ STRATEGIE di
INTERVENTO
RISORSE
Migliorare le prassi di
comunicazione tra i
diversi Servizi, che ad
oggi non sempre
risultano efficaci.
Consolidare prassi di
comunicazione con Centro per
l’Impiego rispetto alla
circolazione delle
informazioni sull’offerta di
lavoro
Costruire un gruppo di
lavoro per analizzare le
prassi di comunicazione in
atto: trovarne punti di
forza e punti di debolezza
e su questi proporre
modalità di circolazione
delle informazioni verso
tutti i punti di una nuova
rete.
Migliorare le prassi di
integrazione tra i diversi
Servizi che si occupano di
inserimenti lavorativi,
per evitare dispersione di
risorse
Costruire momenti
formalizzati di integrazione
con le altre organizzazioni che
svolgono attività di
inserimento lavorativo.
A partire dalla mappatura
effettuata dal Laboratorio
“Tirocini Lavorativi” del
primo Piano di Zona,
studiare modalità per
“organizzare” le attività
sull’inserimento lavorativo
Ore lavoro del personale
in dotazione al
Consorzio + spese di
gestione e consumi* +
ore lavoro di specifiche
professionalità in
dotazione all’ASL, ai
Comuni di Biella,
Comuni convenzionati
con Gaglianico,
Comunità Montana
Valle Elvo e Provincia.
73
svolte da Centro per
l’Impiego, Consorzio IRIS,
Città di Biella e ASL BI in
una logica di
ottimizzazione delle
rispettive risorse e ad
evitarne dispersioni (verso
le persone, le aziende ed i
servizi stessi).
- Studiare modalità per
orientare l’offerta
formativa in modo più
mirato rispetto alle
necessità del mercato del
lavoro.
Aumento degli sfratti
Costruire azioni strutturate
per condividere con la
comunità locale politiche per
il mantenimento del bene
“casa” (contrasto agli sfratti).
Studiare proposte
operative per connettere
l’ATC, le Associazioni di
Proprietari, L’UNEP
(Ufficio Unico
Notificazione e Protesti),
Servizi Socio Assistenziali
e Associazioni di
Volontariato al fine di
trovare strumenti per
ridurre i danni derivanti
dalle procedure di sfratto.
Aumento delle persone
che si trovano in
condizione di particolare
disagio
Costruire sinergie con il Terzo
Settore per la
riorganizzazione dei servizi a
bassa soglia.
A partire dalla mappatura
effettuata dal Laboratorio
“Percorsi di seconda
accoglienza” del primo
Piano di Zona, individuare
modalità per l’integrazione
tra i servizi esistenti per
dare risposte più aderenti
al bisogno.
Aumento delle
dipendenze da gioco
d’azzardo
Campagna informativa sulla
prevenzione alla dipendenza
dal gioco d’azzardo
Avviamento di una
campagna informativa
sulla prevenzione alla
dipendenza dal gioco
d’azzardo in stretta
74
sinergia e collaborazione
con i servizi dell’ASL BI e
con i Comuni.
Maggior sostegno alle
donne vittime di violenza
Costruzione del nuovo assetto
del Centro Anti Violenza
Il lavoro dell’esistente
gruppo composto da
Provincia di Biella,
Consorzi IRIS e
CISSABO, ASL BI,
Associazione di
Volontariato “Non sei
Sola” sarà oggetto di
periodiche restituzioni al
Tavolo Adulti.
Maggiori informazioni
circa le attività svolte dai
vari Enti a favore
dell’integrazione degli
stranieri.
Condividere il lavoro del
Consiglio territoriale per
l’immigrazione (Coterim)
della Prefettura rispetto
all’integrazione sociale degli
stranieri (integrazione tra
sistemi di reti)
Il lavoro del Coterim sarà
oggetto di periodiche
restituzioni al Tavolo
Adulti.
* Il Consorzio quantifica le ore lavoro del personale e le spese di gestione e consumi in € 9.260,00 annui.
75
In conclusione la proposta operativa per le azioni relative al Tavolo Adulti, prevede la creazione di
cinque Laboratori cui affidare la declinazione delle azioni relative a:
1) consolidare prassi di comunicazione con Centro per l’Impiego rispetto alla circolazione delle informazioni
sull’offerta di lavoro, individuando modalità di circolazione delle informazioni verso tutti i punti di una
nuova rete;
2) costruire momenti formalizzati di integrazione con le altre organizzazioni che svolgono attività di
inserimento lavorativo;
3) costruire azioni strutturate per condividere con la comunità locale politiche per il mantenimento del bene
casa;
4) strutturare collaborazioni con il Terzo Settore per la riorganizzazione dei servizi a bassa soglia;
5) avviare una campagna informativa sulla prevenzione alla dipendenza dal gioco d’azzardo.
4.4 Tavolo Anziani
4.4.1 Composizione e partecipazione
******
Il Tavolo Anziani si compone di diversi soggetti, provenienti da ambiti diversi, che operano
a vario titolo a favore della popolazione anziana.
Nello specifico il diagramma seguente rappresenta la composizione del Tavolo (i soggetti
partecipanti sono stati raggruppati per “macro-aree” di provenienza):
Alle tre riunioni del Tavolo hanno partecipato mediamente 19 rappresentanti su 32.
Tavolo Anziani
ASL BI SERVIZI SOCIALI TERRITORIALI
COOPERAZIONE SOCIALE
ORG. SINDACALI
STRUTTURE RESIDENZIALI
ASS. VOLONTARIATO ASL BI SERVIZI SOCIALI TERRITORIALI COOPERAZIONE SOCIALE ORG. SINDACALI STRUTTURE RESIDENZIALI ASS. VOLONTARIATO
76
4.4.2 Verifica sugli esiti del Piano 2006-2008
******
Il Tavolo Anziani istituito per il Piano di Zona 2006-2008 individuava le seguenti
problematiche tra le principali da affrontare:
1) Frammentazione dei servizi: necessità di continuità assistenziale;
2) Necessità di migliorare la funzionalità dell’U.V.G.;
Per affrontare questi due punti si era convenuto fosse propedeutico un maggior coordinamento tra
interventi sociali e sanitari. A tal fine è stato predisposto un percorso integrato socio-sanitario per
la presa in carico degli anziani non autosufficienti (per esempio sono stati creati nuovi percorsi a
“risorse ferme”: tutti gli interventi domiciliari vengono valutati anche con l’Infermiere Territoriale).
Inoltre la Regione Piemonte ha introdotto con la D.G.R. 39-11190 del 6 aprile 2009 ad oggetto:
“Riordino delle prestazioni di assistenza tutelare socio−sanitaria ed istituzione del contributo
economico a sostegno della domiciliarità' per la lungoassistenza di anziani non autosufficienti.
Estensione dei criteri per la compartecipazione al costo delle prestazioni di natura domiciliare di cui
alla D.G.R. n. 37−6500 del 23.7.2007”, un sistema di prestazioni e servizi per il potenziamento
della domiciliarità di anziani non autosufficienti al fine di superare la disomogeneità di erogazione
dei servizi o la loro parziale erogazione sul territorio piemontese. Tale linea regionale, confermata
con successivi atti e ulteriore stanziamento di fondi, ha reso possibile erogare anche sul territorio
biellese assegni di cura (quando la famiglia si avvale di personale regolarmente assunto) e buoni
famiglia (quando le famiglie costituiscono un riferimento ed un aiuto concreto) che hanno garantito
nel 2011 fino ad un massimo di 240 progetti domiciliari integrati per cittadini con età superiore ai
65 anni non autosufficienti residenti sul territorio del Consorzio IRIS
In tal modo è stato possibile anche abbattere parzialmente la lista d’attesa per posti letto in
residenzialità.
3) Difficoltà delle famiglie nel lavoro di cura: a) necessità di formazione delle assistenti
familiari, b) facilitazione dell’incontro tra domanda e offerta dei servizi.
Questa problematica è stata affrontata attraverso il potenziamento della rete di interventi a supporto
della domiciliarità, e attraverso un sistema di sostegno delle reti familiari. Infatti:
- sono stati potenziati gli interventi di prossimità a cura delle Organizzazioni di Volontariato;
- sono stati erogati contributi (assegni di cura e buoni famiglia) a sostegno della domiciliarità;
- è stato predisposto un piano di formazione per Assistenti Familiari;
- sono stati creati spazi dedicati all’abbinamento domanda/offerta per assistenti familiari
presso gli sportelli ACLI per il Consorzio CISSABO, il Filo di Arianna per il Consorzio
IRIS;
77
- è stato realizzato un “Albo degli assistenti familiari”
Tutto ciò ha dato inizio ad un percorso di superamento della “cultura della residenzialità verso una
cultura della domiciliarità”.
4) Difficoltà ad avere informazioni e conseguenti difficoltà di accesso ai servizi.
È stato realizzato il sito www.bielleseanziani.it, ossia un prontuario unico informatico dei diritti e
dei servizi per gli anziani ad uso degli operatori.
Inoltre, in seguito alla D.G.R. 55-9323 del 28 luglio 2008 “Definizione delle modalità e dei criteri
dell’utilizzo da parte delle A.S.L. e dei Soggetti gestori delle funzioni socio assistenziali, delle
risorse assegnate a livello nazionale, al “Fondo per le non autosufficienze” per l’anno 2007 ed
attribuite alla Regione Piemonte”, sono stati avviati gli Sportelli Unici Socio Sanitari, gestiti dai
Consorzi e dall’ASL BI.
Lo Sportello Unico Socio Sanitario del Consorzio IRIS – Distretto 1 dell’ASL BI è un servizio di
back - office destinato ad operatori dei Servizi Sociali e Sanitari, finalizzato al potenziamento dei
front-office già in essere, e al miglioramento dei percorsi a favore delle persone anziane e disabili.
Lo Sportello svolge quindi un lavoro organizzativo per rendere più efficaci ed efficienti i percorsi
dei cittadini e la collaborazione tra gli operatori.
Nel mese di novembre 2006, in seguito agli Accordi di Programma sottoscritti nell’ambito dei Piani
di Zona dei due Consorzi, sono poi stati avviati periodici momenti di confronto tra la Direzione
Generale dell’ASL BI ed i Consorzi, nel corso dei quali sono state evidenziate le potenzialità e le
criticità del sistema biellese di assistenza residenziale per gli anziani non autosufficienti. Il lavoro
svolto ha quindi portato alla definizione del “Piano della Residenzialità del Territorio biellese”,
documento che vuole essere la base di partenza per meglio comprendere ed affrontare le
problematicità che presenta il sistema delle strutture residenziali del biellese, partendo proprio dalla
raccolta e dalla sistematizzazione dei dati relativi al “sistema residenzialità”.
78
4.4.3 L’evoluzione della domanda dei servizi dal Piano di Zona 2006-2008 al Piano di Zona
2011-2013.
******
È stato rilevato che dalla precedente programmazione ad oggi c’è stato uno spostamento e
un’emersione della domanda per servizi domiciliari e, dal 2009, c’è stato un aumento di
richieste per integrazione rette da parte di famiglie/persone già inserite in struttura e
precedentemente autonome nel pagamento. Questo ha comportato la creazione e l’allungamento
delle liste d’attesa per l’erogazione delle integrazioni rette.
4.4.4 Bisogni e strategie: il piano programmatico del Tavolo Anziani
******
BISOGNI/PROBLEMI CRITICITA’/PRIORITA’ STRATEGIE di
INTERVENTO
RISORSE
Garantire ai cittadini
percorsi uniformi ed il
più possibile lineari per
avere servizi/prestazioni
Disporre di un Servizio che
rafforzi i punti di accesso alle
prestazioni e ai servizi con
particolare riferimento alla
condizione di non
autosufficienza
Mantenimento degli
Sportelli Unici Socio
Sanitari.
Incremento dei costi
relativi alle rette
residenziali
Sostenibilità del sistema
residenzialità
- Trovare forme di
sostenibilità del costo
delle rette per anziani
inseriti in struttura, anche
attraverso forme di tutela e
utilizzo del patrimonio
personale degli anziani.
- Costruzione di sinergie e
collaborazioni tra strutture
residenziali e
semiresidenziali per
anziani.
Incrementare l’assistenza
al domicilio per persona
anziane non auto –
sufficienti
Sostegno alla domiciliarità
- Creazione di una
progettualità condivisa tra
famiglie, servizi, e
volontariato;
- investimento sul nuovo
ruolo dell’OSS;
- Realizzazione di
interventi domiciliari da
Ore lavoro del
personale in dotazione
al Consorzio + spese di
gestione e consumi *
+ ore lavoro di
specifiche
professionalità in
dotazione al CISSABO
, all’ASL, ai Comuni
di Biella, Comuni
convenzionati con
Gaglianico, Comunità
Montana Valle Elvo e
Provincia.
79
parte delle strutture;
- Riconversione di alcune
risorse per posti letto in
assegni di cura;
- Interventi sociali a
sostegno dell’anziano
affetto da malattie
degenerative.
* Il Consorzio quantifica le ore lavoro del personale e le spese di gestione e consumi in € 9.260,00, annui.
In conclusione la proposta operativa per le azioni relative al Tavolo Anziani, prevede la creazione di
quattro Laboratori cui affidare la declinazione delle azioni relative a:
1) costo rette/tutela e utilizzo del patrimonio personale degli anziani;
2) costruire sinergie e collaborazioni tra strutture residenziali e semiresidenziali;
3) progettare interventi rivolti alle famiglie (Creazione di una progettualità condivisa tra famiglie,
servizi, e volontariato; investimento sul nuovo ruolo dell’OSS; realizzazione di interventi domiciliari da
parte delle strutture; riconversione di alcune risorse per posti letto in assegni di cura);
4) Interventi sociali a sostegno dell’anziano affetto da malattie degenerative.
80
4.5) Tavolo Disabili
4.5.1) Composizione e partecipazione
******
Il Tavolo Disabili si compone di diversi soggetti, provenienti da ambiti diversi, che operano
a vario titolo a favore della popolazione disabile.
Nello specifico il diagramma seguente rappresenta la composizione del Tavolo (i soggetti
partecipanti sono stati raggruppati per “macro-aree” di provenienza):
Tavolo Disabili
STRUTTUREORG. SINDACALI
UFFICIO SCOLASTICO PROV.LE
SERVIZI SOCIALI TERRITORIALI
PROV. BIELLA
ASL BI
ASS. VOLOTARIATO
COOP. SOCIALE
ASL BI
PROV. BIELLA
UFFICIO SCOLASTICO PROV.LE
SERVIZI SOCIALI TERRITORIALI
COOP. SOCIALE
STRUTTURE
ORG. SINDACALI
ASS. VOLOTARIATO
Alle tre riunioni del Tavolo hanno partecipato mediamente 21,5 rappresentanti su 35.
4.5.2) Verifica sugli esiti del Piano di Zona 2006-2008
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Il Tavolo Disabili istituito per il Piano di Zona 2006-2008 individuava le seguenti
problematiche tra le principali da affrontare:
1) Disamina sullo stato di applicazione delle norme e valutazione delle risorse disponibili e di
quelle attivabili.
In questo ambito si è proceduto con l’elaborazione, sperimentazione e attuazione di un più adeguato
modello di lavoro della Commissione UVH e con la definizione dei Criteri Guida per la
regolamentazione dei rapporti tra ASL BI, Consorzi Socio-Assistenziali e Strutture Accreditate per
persone con disabilità nel Biellese, conclusasi con la sottoscrizione (il 24 novembre 2010) di un
accordo volto a confermare l’importanza della dimensione territoriale, la necessità di integrare in
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modo reale tutte le risorse socio sanitarie disponibili, oltre che la volontà di creare percorsi/progetti
individualizzati di autonomia e di accompagnamento della persona con disabilità.
2) Differenziazione dei servizi e impatto sui progetti di vita.
In questo ambito un laboratorio costituito ad hoc si è concentrato sull’individuazione dei bisogni e
delle criticità relativi al “Dopo di Noi” (percorso finalizzato al raggiungimento della massima
autonomia possibile e alla realizzazione della persona, al di fuori della famiglia di origine). Sono
stati realizzati due documenti di indirizzo in cui si sottolinea la necessità di prevedere una diversa
destinazione/riorganizzazione delle risorse esistenti (sia pubbliche che private), sono stati ridefiniti
gli interventi e individuate le forme di compartecipazione “pubblico-privato” al fine di garantire la
massima autonomia possibile per tutte le persone, indipendentemente dalla tipologia di disabilità
(fisica, intellettiva e/o sensoriale).
La massima autonomia si configura come un obiettivo raggiungibile attraverso la personalizzazione
degli interventi, la progettazione di servizi territoriali/domiciliari flessibili e “leggeri” e la
differenziazione delle strutture residenziali.
L’analisi compiuta dal Laboratorio ha messo in evidenza la criticità della forte inadeguatezza
dell’attuale sistema dei servizi pubblici e privati presenti sul territorio, nel rispondere alle esigenze
di autonomia e di realizzazione delle persone con disabilità, riconoscendo l’importanza del
contributo dato dalle sperimentazioni realizzate dal Terzo Settore, quali spunti per progettare ed
Benché la programmazione triennale elaborata dai Tavoli Tematici ed approvata dal Tavolo
Politico Istituzionale abbia già computato i possibili effetti della crisi economica in atto, la misura
del contenimento della spesa che si è abbattuta sui bilanci pubblici è tale da imporre la redazione di
singoli piani attuativi annuali, che meglio possono tener conto sia delle esigenze di gradualità
nell’attuazione delle azioni del Piano di Zona, che della necessità di adottare manovre di più breve
periodo, anche in attesa dell’emanazione, a livello nazionale e regionale, delle preannunciate
norme.
In questa fase carica di incertezze, si ritiene comunque di iniziare una riflessione su nuovi
possibili approcci metodologici, che spostino il focus dell’attenzione dai bisogni rilevati su specifici
segmenti di utenza (minori, adulti, anziani e disabili) ai bisogni della famiglia nel suo complesso e
nella sua composizione, quale luogo naturale in cui ogni singolo membro li manifesta.
La famiglia oggi esprime una grande necessità di supporto e di accompagnamento nello svolgere
tutti i suoi compiti, resi più pesanti dalla crisi dello stato sociale che sta contraendo la disponibilità
di servizi. Se sostenuta, la famiglia potrà ri-costruire quelle reti di relazioni sociali che diventano
risorsa nei momenti di difficoltà.
Sulla base di questa riflessione, tenuto conto dei LEA (ex DLGS 29 novembre 2001 e s.m.i)
e di quanto previsto dall’art. 9 c.5 LR 1/2004, vengono di seguito elencate le scelte operative
dell’anno 2012, suddivise per le aree tematiche rappresentate nel presente Piano di Zona.
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Area Minori – Famiglie
Obiettivo Azione/Intervento Destinatari principali Soggetti coinvolti Risorse/Strumenti Accogliere e sostenere le famiglie in crisi in seguito alla separazione coniugale
- mediazione familiare; - gruppi di parola per minori - consulenze psico – educativo e/o legale per genitori - laboratori di gruppo per genitori - gruppi di Auto Mutuo Aiuto per familiari coinvolti nella crisi separativa
Famiglie in crisi separativa con figli minori 0 – 18 anni d'età
ASL BI : Consultorio Familiare Distretto 1 Consultorio Privato La persona al centro
1 psicologa/mediatrice 1 educatrice/mediatrice 2 Assistenti sociali /mediatrici 2 consulenti legali Centro per le famiglie IL PATIO Casa dell'Auto Mutuo Aiuto locali predisposti all'accoglienza individuale e/o di gruppo di adulti e minori
Accoglienza e sostegno alle famiglie nella gestione quotidiana dei figli
- Percorsi di educazione alla sessualità e alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili; - Conversazioni di approfondimento su tematiche quali: l'alimentazione, le regole e l'aggressività
ASL BI: 1) Consultorio Familiare Distretto 1 2) SIAN – Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione 3) DSM Fondo Edo Tempia
Spazio Ascolto Adolescenti e Famiglie Centro per le famiglie IL PATIO Casa dell'Auto Mutuo Aiuto
Reperire famiglie disponibili all’affidamento
Realizzare iniziative diverse di sensibilizzazione della comunità locale e di sostegno delle famiglie sia di origine che affidatarie
Comunità locale ASLBI: NPI Associazioni CSV
Equipe affidi
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Area Adulti
Obiettivo Azione/Intervento Destinatari principali Soggetti coinvolti Risorse/Strumenti Migliorare le prassi di integrazione tra i diversi Servizi che si occupano di inserimenti lavorativi
Costruire momenti formalizzati di integrazione con le altre organizzazioni che svolgono attività di inserimento lavorativo
Cittadini adulti in cerca di lavoro e/o in situazione lavorativa precaria
Provincia: Centro per l’Impiego Città di Biella ASL BI: SerT, DSM Cooperative Sociali
SIL
Ridurre i danni derivanti dalle procedure di sfratto
Costruire azioni strutturate per condividere con la comunità locale politiche per il mantenimento del bene casa
Nuclei familiari a rischio di perdita dell’abitazione
ATC Associazione di Proprietari UNEP
Rispondere ai cittadini in situazione di grave disagio
Strutturare collaborazioni con il Terzo Settore per la riorganizzazione dei servizi a bassa soglia
Cittadini in situazione di grave disagio
CISSABO ASL: Pronto Soccorso, DSM, SerT Città di Biella Caritas Cooperative Sociali Associazioni di Volontariato CSV
Centro di prima e pronta accoglienza E.Borri
Dare sostegno alle donne vittime di violenza
Collaborare con il CISSABO nella realizzazione del Centro Antiviolenza
Donne vittime di violenza
Provincia di Biella Consigliera di Parità CISSABO ASL BI Associazione di Volontariato “Non sei sola”
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Area Anziani
Obiettivo Azione/Intervento Destinatari principali Soggetti coinvolti Risorse/Strumenti Garantire ai cittadini percorsi uniformi ed il più possibile lineari per avere servizi/ prestazioni
Potenziare le sedi territoriali di Candelo, Cavaglià, Gaglianico, Graglia, Occhieppo Sup. e Verrone quali Punti di Accesso per i Servizi Socio Sanitari
Cittadini >65 anni e loro familiari
ASL BI Comune di Gaglianico Comunità Montana Valle Elvo Sportello Filo d’Arianna
Sportello Unico Socio Sanitario
Rendere sostenibile il sistema della residenzialità in struttura degli anziani
Trovare forme di sostenibilità del costo delle rette per anziani inseriti in struttura, anche attraverso forme di tutela ed utilizzo del patrimonio personale degli anziani; Costruire sinergie e collaborazioni tra strutture residenziali e semiresidenziali per anziani
Cittadini >65 anni e loro familiari
CISSABO ASL BI Coordinamenti delle strutture OO.SS
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Area Disabili
Obiettivo Azione/Intervento Destinatari principali Soggetti coinvolti Risorse/Strumenti Sostenere le famiglie con persone disabili
Rafforzamento e ampliamento dei gruppi AMA esistenti, anche nell’ottica della promozione della cittadinanza attiva
Famiglie con disabili CISSABO ASL BI
Casa dell’AMA
Rendere sostenibile il sistema dei servizi disabili
Trovare forme di compartecipazione equa e sostenibile tra tutti gli attori sociali (servizi pubblici, famiglie e terzo settore) ai servizi semiresidenziali e territoriali
Disabili e loro famiglie CISSABO ASL BI Strutture per disabili Associazioni di familiari OO.SS
Creare forme di attività significative a sostegno della domiciliarità dei disabili
Creare modelli di “laboratori socializzanti” per la prevenzione secondaria e terziaria della disabilità
Disabili CISSABO ASL BI Terzo Settore
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Si tratta di un Piano Attuativo che vuole tentare di contrastare gli impatti derivanti dalla crisi e dai
pesanti tagli alla spesa sociale, affrontare quelle azioni che sono agibili solo su un bacino ampio e,
pur rispondendo nella quasi totalità a quelle risposte minime che ogni Comune deve garantire ai
propri cittadini, tendono ad accrescere consapevolezza e coesione sociale.
Il Piano non comporta costi aggiuntivi oltre a quelli di personale indicati nelle tabelle di cui al
cap. 4, ad esclusione dell’ASL BI che destinerà un Infermiere Professionale part-time alle
attività dello Sportello Unico Socio Sanitario da affiancare all’Assistente Sociale dipendente
del Consorzio.
Non è possibile in questa fase immaginare di più. L’apporto del Terzo Settore, da sempre partner
significativo su questo territorio, sarà decisivo per mantenere un welfare di cittadinanza e non solo