N orma Parenti è un personaggio poco conosciuto per gli abitanti più giovani di Massa Marittima: il nome di una via, vagamente associato a un ritratto, appeso in diversi luoghi pubblici o istituzionali della città; un personaggio come altri, senza un’esatta collocazione nel tempo. Ma per coloro che vissero gli anni del secondo conflitto mondiale, Norma è stata una persona reale, nota per le sue molteplici attività: una ragazza estrosa, che si faceva notare per il modo di vestirsi, e per il comportamento spaval- do e fiero. Ma chi era Norma? È la protagonista di una storia fino ad ora mai raccontata, che si svolse nei giorni tragici e confusi della fine della guerra, quando le truppe americane stavano per arrivare e i tede- schi lasciavano i territori occupati com- piendo ogni sorta di misfatto, spesso con la complicità dei fascisti. Era essenzialmente una persona buo- na, con una naturale propensione ad aiu- tare chiunque avesse bisogno. Non si tirava mai indietro e offriva la sua vitalità, entusiasta e seria, qualunque fosse il contesto in cui agiva: lavorava nell’attività di famiglia, insegnava a cucire alle ragazze, accudiva i nipoti, teneva lezioni di catechismo per i bam- bini, prestava assistenza ai detenuti del carcere locale. Tutti la conoscevano, tut- ti la salutavano. Per tutti aveva una parola, a nessuno diceva no. In quel contesto di grande difficoltà, fu scontato per lei schierarsi decisamen- te dalla parte dei vessati e dei fuggia- schi. Tanto più che anche il marito, Mario Pratelli, si trovò in quella condi- zione dopo aver disertato. Norma entrò a far parte della 3° Bri- gata Garibaldi, e come partigiana si dedicò alle attività tipiche delle donne, che raramente prendevano le armi, ma svolgevano fondamentali mansioni di supporto e collegamento, diventando una staffetta. Nella sua azione fu sempre in prima linea, appassionata e coraggiosa, e non si limitò alla consegna dei messaggi e alla propaganda: trasportò armi, nascon- dendole nella carrozzina del figlio, mise a disposizione rifugi, curò feriti; accom- pagnò i disertori alla macchia; raccolse dalla scalinata del Duomo un giovane partigiano ucciso e lasciato lì come monito, ricomponendo la salma e orga- nizzando il funerale, dopo essersi recata personalmente, con mezzi di fortuna e grande rischio, a portare la pietosa noti- zia ai genitori del ragazzo. I suoi imperativi erano soccorrere, proteggere, custodire sia i vivi e che i morti, a qualunque schieramento appar- tenessero. E vi teneva fede con sempli- cità e naturalezza, senza risparmiarsi e senza tener conto del fatto che ogni pre- sa di posizione, nel clima avvelenato di allora, era passibile di conseguenze anche gravi. Norma infatti pagò con la vita la sua dedizione e il suo impegno: nel giugno del 1944, il giorno prima che le truppe americane entrassero a Massa Maritti- ma, fu prelevata dalla sua casa e uccisa. Nel 1945 fu insignita della Medaglia d’Oro al Valor Militare. Poi molti anni di silenzio, perché dopo quei tragici fatti calò un velo. Dopo lo stordimento della guerra, divenne più importante dimenticare che ricordare, perché c’era il sogno, ma anche il bisogno, di ricostruire, di impe- gnarsi, di far fruttare la libertà ritrovata. Di sentirsi vivi. Così, nei settant’anni successivi, Norma Parenti diventò per la gente un pensiero sospeso, un ricordo accantona- to in un angolo poco sollecitato della memoria. Anche i suoi congiunti si chiusero in un completo mutismo, e l’intera fami- glia, di cui Norma era il perno, cadde in primo piano Norma Parenti, storia di una piccola-grande donna di Maremma persOnaggi • Maremma Magazine • Ottobre 2014 Un nome che forse ai più dice poco, ma che invece merita di essere onorato e ricordato per il contributo, pagato con la vita a soli 23 anni, dato alla causa della Liberazione, durante il Secondo Conflitto Mondiale. Siamo nella zona dell’Alta Maremma ed in particolare di Massa Marittima e parliamo di Norma Parenti la staffetta partigiana, Medaglia d'oro al valor militare, di cui quest'anno ricorre il settantesimo anniversario dalla barbara uccisione per mano nazi-fascista di Maria Grazia Lenni 22
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persOnaggi Norma Parenti , storia di una piccola-grande ... · mamma e moglie, cittadina esemplare, ... donna, madre coraggiosa, partigia - na, martire della Resistenza, ... Parenti
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Norma Parenti è un personaggiopoco conosciuto per gli abitantipiù giovani di Massa Marittima:
il nome di una via, vagamente associatoa un ritratto, appeso in diversi luoghipubblici o istituzionali della città; unpersonaggio come altri, senza un’esattacollocazione nel tempo.
Ma per coloro che vissero gli anni delsecondo conflitto mondiale, Norma èstata una persona reale, nota per le suemolteplici attività: una ragazza estrosa,che si faceva notare per il modo divestirsi, e per il comportamento spaval-do e fiero.
Ma chi era Norma? È la protagonistadi una storia fino ad ora mai raccontata,che si svolse nei giorni tragici e confusidella fine della guerra, quando le truppeamericane stavano per arrivare e i tede-schi lasciavano i territori occupati com-piendo ogni sorta di misfatto, spesso conla complicità dei fascisti.
Era essenzialmente una persona buo-na, con una naturale propensione ad aiu-tare chiunque avesse bisogno.
Non si tirava mai indietro e offriva lasua vitalità, entusiasta e seria, qualunquefosse il contesto in cui agiva: lavoravanell’attività di famiglia, insegnava acucire alle ragazze, accudiva i nipoti,teneva lezioni di catechismo per i bam-
bini, prestava assistenza ai detenuti delcarcere locale. Tutti la conoscevano, tut-ti la salutavano. Per tutti aveva unaparola, a nessuno diceva no.
In quel contesto di grande difficoltà,fu scontato per lei schierarsi decisamen-te dalla parte dei vessati e dei fuggia-schi. Tanto più che anche il marito,Mario Pratelli, si trovò in quella condi-zione dopo aver disertato.
Norma entrò a far parte della 3° Bri-gata Garibaldi, e come partigiana sidedicò alle attività tipiche delle donne,che raramente prendevano le armi, masvolgevano fondamentali mansioni disupporto e collegamento, diventandouna staffetta.
Nella sua azione fu sempre in primalinea, appassionata e coraggiosa, e nonsi limitò alla consegna dei messaggi ealla propaganda: trasportò armi, nascon-dendole nella carrozzina del figlio, misea disposizione rifugi, curò feriti; accom-pagnò i disertori alla macchia; raccolsedalla scalinata del Duomo un giovanepartigiano ucciso e lasciato lì comemonito, ricomponendo la salma e orga-nizzando il funerale, dopo essersi recatapersonalmente, con mezzi di fortuna egrande rischio, a portare la pietosa noti-zia ai genitori del ragazzo.
I suoi imperativi erano soccorrere,
proteggere, custodire sia i vivi e che imorti, a qualunque schieramento appar-tenessero. E vi teneva fede con sempli-cità e naturalezza, senza risparmiarsi esenza tener conto del fatto che ogni pre-sa di posizione, nel clima avvelenato diallora, era passibile di conseguenzeanche gravi.
Norma infatti pagò con la vita la suadedizione e il suo impegno: nel giugnodel 1944, il giorno prima che le truppeamericane entrassero a Massa Maritti-ma, fu prelevata dalla sua casa e uccisa.
Nel 1945 fu insignita della Medagliad’Oro al Valor Militare.
Poi molti anni di silenzio, perchédopo quei tragici fatti calò un velo.
Dopo lo stordimento della guerra,divenne più importante dimenticare chericordare, perché c’era il sogno, maanche il bisogno, di ricostruire, di impe-gnarsi, di far fruttare la libertà ritrovata.Di sentirsi vivi.
Così, nei settant’anni successivi,Norma Parenti diventò per la gente unpensiero sospeso, un ricordo accantona-to in un angolo poco sollecitato dellamemoria.
Anche i suoi congiunti si chiusero inun completo mutismo, e l’intera fami-glia, di cui Norma era il perno, cadde in
primo piano
Norma Parenti, storia di
una piccola-grande donna
di Maremma
persOnaggi
• Maremma Magazine • Ottobre 2014
Un nome che forse ai più dice poco, ma che invece merita di essere onorato e ricordato
per il contributo, pagato con la vita a soli 23 anni, dato alla causa della Liberazione, durante il
Secondo Conflitto Mondiale. Siamo nella zona dell’Alta Maremma ed in particolare di Massa
Marittima e parliamo di Norma Parenti la staffetta partigiana, Medaglia d'oro al valor militare,
di cui quest'anno ricorre il settantesimo anniversario dalla barbara uccisione per mano
nazi-fascista
di Maria Grazia Lenni
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Norma Parenti
una crisi profonda dopo la sua morte e sisfaldò rapidamente.
Ora molte informazioni sulla sua sto-ria personale e familiare sono venute allaluce, grazie al volume “Norma Parenti.
Testimonianze e memorie” di AntonellaCocolli, Nadia Pagni e Anna Rita Tiezzi,pubblicato quest’anno dall’editrice Effi-gi e incentrato per lo più sulle memoriedei cittadini di Massa Marittima che,intervistati dalle autrici, si sono subitoriappropriati di questo patrimonio diricordi, stupiti che, nei lunghi anni tra-scorsi da quei fatti, nessuno avesse maichiesto loro cosa fosse accaduto.
Il libro è composto da trentasei testi-monianze, raccolte dal gennaio 2013 alfebbraio 2014, per un totale di 23 ore di
registrazione, ma forse non può dirsiconcluso: nuove testimonianze siaggiungono alle altre, in un flusso diricordi inarrestabile.
Il lavoro, molto complesso, è nato dal-la necessità di sapere, di capire, di disto-gliere lo sguardo da quel ritratto “di san-ta”, staccato ogni anno dal muro e porta-to, in una sorta di processione laica, nel-le manifestazioni celebrative della resi-stenza, e di osservare Norma nella suaconcretezza di donna.
Le pagine rimandano l’eco delle paro-le e quasi dei pensieri espressi più omeno sommessamente dietro le persianeo lungo le strade del borgo maremmano.
Ma rimandano anche il vero volto diNorma, infatti al momento della prepa-
razione del libro sono riapparse moltesue foto, rinvenute in uno scatolone chequalcuno aveva posto vicino a un casso-netto: un ulteriore squarcio sulla vitavissuta, che si aggiunge ai ricordi sepol-ti, che pian piano riprendono forma ecorpo attraverso i racconti di donne euomini, scopertisi narratori per l’occa-sione. Storie fermate dopo aver a lungooscillato tra memoria e oblio, tra lavoglia e la paura di far riemergere unastoria spiacevole e scomoda, un doloreche preme ancora sul cuore.
Si scopre allora un personaggio mol-to complesso, ricco di sfaccettature avolte sorprendenti, considerando cheNorma Parenti era una giovane donnanella prima metà del Novecento, un
primo piano
••••
La sua storia personale e
familiare è magistralmente
tratteggiata dal volume “Nor-
ma Parenti. Testimonianze e
memorie” di Antonella Cocol-
li, Nadia Pagni e Anna Rita
Tiezzi, pubblicato quest’anno
dall’editrice Effigi e incentra-
to per lo più sulle memorie
dei cittadini di Massa Maritti-
ma
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Nella foto Norma con il marito Mario
Norma in bici in
piazzale Mazzini
Un bel ritratto
di una Norma
giovanissima
Roma, la mamma di Norma
periodo vicino per numero di anni tra-scorsi, ma lontanissimo se ci soffermia-mo a valutare la mentalità del tempo,specialmente nell’ambito ristretto di unacittadina.
In quell’ambiente Norma, che spessosi faceva notare per alcune scelte con-trocorrente, non fu frenata, redarguita,ridotta a più miti consigli, né vide la suaenergia incanalata verso un atteggia-mento più modesto e più “femminile”.In casa fu considerata un po’ strana, maquello in cui lei viveva era un contestoaperto, vivace, ricco di scambi umani.La sua famiglia era proprietaria dellatrattoria “Roma”, dal nome della madredi Norma, altra donna di grande perso-nalità, in quella famiglia indubbiamentematriarcale. Un locale di questo tipo èun punto di incontro privilegiato e infat-ti da lì passavano tutti, ospiti graditi omeno che fossero.
In quella trattoria Norma lavorava e,ascoltando le diverse voci, maturava lesue idee e il suo carattere.
Aveva una personalità prorompente,vulcanica.
Con i nipoti era esuberante, generosa,creativa; nella vita energica, volitiva,schietta; affettuosa e tenera con gli ami-ci e la madre, sempre instancabile. Unadonna moderna, si direbbe oggi, cosìforte che in un regime dittatoriale, cheper definizione sopprime ogni tipo dilibertà, seppe sentirsi ed essere libera; inun’epoca in cui le donne vivevano nelriflesso degli uomini di casa, prima ilpadre, poi il marito, lei si impose con lasua personalità come punto di riferimen-
to di parenti e familiari; in un periodo digrande confusione e pericolo, in cui ilbuonsenso consigliava prudenza, sfidò inemici a viso aperto, con una fierezzache pochi hanno osato.
Un tale atteggiamento le è stato attri-buito da molti come colpa, senza consi-derare che la grande forza che la spinge-va non era tesa a sfidare il mondo, maad aiutarlo. L’amore per il prossimo e lapropensione a fare ciò che era bene pergli altri si trasformarono in lei in un’e-nergia potente e irrefrenabile. La sua,come testimoniano i narratori, fu unascelta morale, più che politica.
In una città come Massa (“laica, mol-to laica”), Norma era profondamentecattolica, tanto che per un anno, dal1941 al 1942, frequentò il probandato aVilla Santa Regina di Siena, nell’ordinedi Sant’Angela Merici e non proseguìnel suo percorso spirituale per motivi disalute. Ricordandola una suora afferma:“Siamo abituati a parlare dei grandi
Santi e invece ce ne sono tanti nasco-
sti.(…). Se qualcuno viene ammazzato
per un’opera buona è sempre un santo,
sicché per me è in Paradiso”.Da cattolica praticante sfruttò le tante
belle qualità che possedeva, spendendo-le senza risparmio nel breve arco dellasua vita.
Sicuramente, quando morì, sulle suespalle pesavano più le buone azionicompiute che gli anni, infatti questadonna così pronta, così impegnata,mamma e moglie, cittadina esemplare,era in fin dei conti, una ragazza di ven-titré anni: Norma Parenti (1921-1944).
Norma Parenti è una figura dirilievo nella storia della Resi-stenza delle Colline Metallifere.
Madre di un bambino di sei mesi, fuuccisa a soli 23 anni alla vigilia dellaliberazione di Massa Marittima da partedegli Alleati a causa della sua attività dicollaborazione e di raccordo con le ban-de partigiane del territorio di MassaMarittima.
Nel 1945 è stata insignita della Meda-glia d’oro al valore militare un ricono-scimento importante istituito dal re Vit-torio Amedeo III di Savoia il 21 maggio
1793 «[…] per ufficiali inferiori e solda-ti che avevano fatto azioni di segnalatovalore in guerra».
A Norma Parenti il titolo è stato con-ferito nel 1945, alla memoria, insiemead altre diciotto partigiane, di cui quat-tro toscane. Nell’aprile di tale anno, periniziativa dell’Unione Donne Italiane sitenne a Massa Marittima una manifesta-zione commemorativa alla presenza diRita Montagnana e Carmen Emiliani,mogli di Togliatti e Nenni. In quell’oc-casione parteciparono anche i genitori diNorma, duramente provati nel corpo enella mente dalla tragica sorte dellafiglia amata. I due moriranno pocodopo: Roma Camerini la madre il 17febbraio 1946, Estewan il padre nell’au-tunno 1954.
La Medaglia d’oro al valor militare lefu concessa con la seguente motivazio-ne: «Giovane sposa e madre, fra le stra-
gi e le persecuzioni, mentre nel litorale
maremmano infieriva la rabbia tedesca
e fascista, non accordò riposo al suo
corpo né piegò la sua volontà di soccor-
ritrice, di animatrice, di combattente e
di martire. Diede alle vittime la sepoltu-
ra vietata, provvide ospitalità ai fuggia-
schi, libertà e salvezza ai prigionieri,
munizioni e viveri ai partigiani e nei
giorni del terrore, quando la paura
chiudeva tutte le porte e faceva deserte
le strade, con l’esempio di una intrepi-
da pietà donò coraggio ai timorosi e
accrebbe la fiducia ai forti. Nella notte
del 22 giugno, tratta fuori dalla sua
casa, martoriata dalla feroce bestialità
dei suoi carnefici, spirò, sublime offerta
alla Patria, l’anima generosa.»
Nonostante si tratti di una figura dirilievo, su di lei e sulla sua breve vitanon si è ancora indagato a sufficienza.La ricorrenza dei settant’anni dalla suamorte e la scoperta casuale un paio dianni fa di alcune foto di Norma maiviste, ha stimolato la ricerca, sia quellasui documenti d’archivio, sia quella conle poche testimonianze orali che ancorasi possono trovare. Ne sono scaturiti inbreve tempo un libro e un documentario.Ma gli studi sono ancora in corso.
Un ritrovamento fortunato: le foto
inedite di Norma Parenti
Fino a poco tempo fa di NormaParenti si conoscevano pochissime foto,quasi tutte scattate dal grande fotografoCorrado Banchi, fiorentino trapiantato aMassa Marittima prima della guerra,autore della notissima fotografia dellarovesciata di Parola che sta sulle confe-zioni delle figurine Panini e, nel nostroterritorio, noto come autore delle piùbelle e più conosciute foto delle nostre
A settant'anni dalla morte, la città di Massa Marittima ha voluto ricordare Norma Parenti,
Medaglia d'oro al Valor Militare per il contributo dato alla Resistenza con una serie di iniziative,
tra cui un docufilm con la regia di Riccardo Bicicchi, presentato in anteprima il 10 luglio a
Massa Marittima ed un libro edito da Effigi dal titolo “Norma Parenti. Testimonianze e
memorie” di Antonella Cocolli, Nadia Pagni e Anna Rita Tiezzi
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Norma e Mario
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miniere.Un paio di anni fa, passando accanto
ad un cassonetto della spazzatura vicinoalla Porta San Bernardino di MassaMarittima, Massimo Cocolli, che lavoraal Coseca ma che quel giorno non era inservizio, vide una scatola di cartone chepochi minuti prima, al suo precedentepassaggio, non c’era. In quel punto nonci sono cassonetti per la carta e dunquequalcuno aveva abbandonato la scatolalì fuori. Imprecando contro i maleduca-ti che non rispettano le regole, per abitu-dine professionale Massimo caricò lascatola in macchina per portarla al cas-sonetto della carta. Prima però, incurio-sito, la aprì e vide che era piena di vec-chie fotografie. Fu una fortuna che abbiadeciso di dare un’occhiata a quella sca-tola prima di buttarla via. Guardandomeglio le foto, gli parve di riconoscerequalche faccia nota in alcune di quelle.Si consultò con altre persone e scoprìche tra quelle foto ce n’erano molte diNorma Parenti! Non si sa come sianofinite lì, nei pressi di un cassonetto. Lacasa dove Norma ha vissuto fino allasua morte e dove era l’osteria della suafamiglia, che ancora esiste dopo settan-t’anni anche se con altro nome, è passa-ta da varie mani in questi settant’anni enon è più da decenni della famiglia diNorma. Forse qualcuno ha ripulito una
cantina o una soffitta che non erano maistate del tutto svuotate e non si è accor-to che in quella scatola c’era parte dellastoria di un personaggio tanto importan-te quanto poco noto e di cui soprattuttosi hanno pochissime immagini. Dopoanni di silenzio, sembra quasi che Nor-ma stessa, avvicinandosi i settant’annidalla sua uccisione, abbia voluto attrar-re l’attenzione dei suoi concittadini per-ché si indagasse ancora su di lei, si rico-minciasse a cercare, a intervistare, adomandare per fare nuova luce sulla suabreve vita. Ma le foto stesse raccontano:sono foto di Norma bambina, poi piùgrande, foto del viaggio di nozze, sullaspiaggia di Viareggio col marito MarioPratelli, lei bella e sorridente col cappot-tino che sicuramente aveva cucito dasola e il cappello con la veletta. Dietroognuna di quelle Norma ha scritto qual-cosa: la data, il luogo, un commento allafoto stessa. Raccontano qualcosa di lei,delle sue emozioni, del suo modo diessere.
Quel ritrovamento ha anche apertonuove strade. Da lì sono partite nuoveindagini. Massimo Cocolli ha restituitoai discendenti della medaglia d’oro lefoto ritrovate fortuitamente e loro hannoconcesso al Comune l’autorizzazione difarne una mostra (molto visitata) allesti-ta nell’androne del Palazzo comunale,
suscitando ancora forti emozioni in chisi sofferma su quegli scatti e sulle frasiche Norma stessa ha scritto sul retro diogni foto per ricordare quei momenti efermarne la memoria.
Un documentario dedicato a Nor-
ma Parenti: “Il terzo giorno d’estate”
di Riccardo Bicicchi
Ben prima del ritrovamento dellefotografie inedite di Norma, un registadi Massa Marittima, Riccardo Bicicchi,che ha realizzato documentari perGeo&Geo e ha pubblicato alcuni repor-tage su www.corrieredellasera.it, ha pro-posto al Comune di aiutarlo a realizzareun sogno: un documentario su NormaParenti, per raccontare con immagini lastoria di questa splendida figura di don-na così generosa di se stessa da rischia-re ogni giorno la sua vita fino ad essereuccisa per realizzare anche lei un sogno,quello di un mondo migliore.
Per Riccardo Bicicchi, Norma è qua-si una persona di famiglia: sua nonnaEsperia Fiorenzani era la migliore ami-ca della ragazza che portava i pantaloni,in casa ha oggetti e ricordi, soprattuttoun libretto di preghiere che Norma leaveva regalato per un suo compleanno,con una dedica: “Perché tu mi ricordi
sempre nelle tue preghiere”. Fin da pic-colo Riccardo ha sentito parlare di lei, e
Nella foto Norma alle Monacelle
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da grande, facendo il documentarista, siè posto l’obiettivo di restituire a questadonna la sua immagine.
Il Comune ha approvato il progetto eha dedicato alla realizzazione del docu-mentario sia finanziamenti propri chefinanziamenti della Regione destinatialla ricorrenza dei settant’anni dallaResistenza e dalla Liberazione. Il pro-getto del documentario è stato infattiinserito in un più ampio percorso checomprende uno studio sui documenti delCLN conservati nell’Archivio storico diMassa Marittima (studio attualmente incorso in collaborazione con l’ISGREC -Istituto Storico della Resistenza e del-l’Età contemporanea di Grosseto, e conl’ANPI), approvato appunto dallaRegione.
Il documentario, intitolato “Il terzogiorno d’estate”, quello possibile del-l’uccisione di Norma (anche se alcune
testimonianze e alcuni documenti nonconcordano e indicherebbero come gior-no dell’uccisione il 22 giugno 1944,cioè il secondo giorno d’estate), ricco ditestimonianze inedite e spunti importan-ti, ci riporta in pieno nell’atmosfera diquei giorni concitati prima della Libera-zione di Massa Marittima avvenuta il 24giugno 1944. È stato presentato in ante-prima a Massa Marittima il 10 luglioall’interno del Toscana Foto Festival. IlPalazzo dell’Abbondanza in quell’occa-sione era strapieno di gente. E quando sisono riaccese le luci dopo la proiezione,più di qualcuno si asciugava di nascostoqualche “furtiva lacrima”. Nel corsodell’estate la pellicola è stata presentataanche a Valpiana presso il Centro Socia-le il 13 agosto e in Piazza Garibaldi aMassa Marittima il 23 agosto.
Un libro racconta fatti inediti sulla
storia di Norma
Ispirate dal ritrovamento delle fotoinedite di Norma, Antonella Cocolli(figlia del partigiano “Dick” DinoCocolli e cugina di Massimo), NadiaPagni e Annarita Tiezzi hanno iniziatoun lavoro di interviste e di indagini perraccogliere nuove testimonianze dallavoce degli ultimi testimoni di quell’epo-ca. Da questo lavoro durato circa unanno, è scaturito il libro Norma (Effigiedizioni, €. 14,00), presentato il 7 giu-gno scorso a Massa Marittima in unPalazzo dell’Abbondanza anche in quel-l’occasione gremito di gente, a signifi-care quanto l’argomento e il personag-gio siano nel cuore dei massetani. Le treautrici dichiarano subito nell’introduzio-
ne di non essere delle storiche, ma è nel-la documentazione di interviste origina-li che sta il valore del libro. Hanno par-lato con molti testimoni, hanno cercatodocumenti, hanno intervistato ancheparenti che vivono in Argentina, e perfi-no una suora di Siena che ha conosciutoNorma e che vive ancora nel conventodove lei abitò per qualche settimana nel1942 per curarsi all’ospedale di quellacittà e dove, a quanto risulta da questatestimonianza assolutamente inedita edai documenti, aveva fatto domanda perentrare in convento, una delle novità piùimportanti del libro in quanto di questaintenzione di Norma non si sapeva asso-lutamente nulla.
Un libro interessante dunque che aprenuovi scenari nello studio di questaimportante figura di donna, una delle 19donne che hanno ricevuto la medagliad’oro al Valor Militare per il contributodato alla Resistenza.
“NORMA, storia lirica di un’ani-
ma libera”
E sempre in memoria di NormaParenti ad inizio primavera è stata pro-posta in prima nazionale a Massa Marit-tima presso la sala San Bernardino(Domus Bernardiniana) la rappresenta-zione “NORMA, storia lirica di un’ani-ma libera” messa in scena dagli attoridel Teatro Studio impegnati in una pro-duzione di Arts & Crafts, scritta e diret-ta da Irene Paoletti con la stessa IrenePaoletti (nei panni di Norma), EnricaPistolesi, Daniela Marretti, Silvia Schia-voni, Mirio Tozzini, Luca Pierini, Stefa-no Stefani, Cosimo Postiglione.