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l’angolo Dietro Periodico dedicato al tempo libero, alla cultura e ai viaggi dal Nord Milano ai laghi 17 ottobre 2016 LA BRIANZA
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Periodico dedicato al tempo libero, alla cultura e ai ... · IL GIARDINO D’ITALIA Un Paese chiamato Brianza 5 Itinerari IL BUCO DEL PIOMBO Un viaggio nella preistoria 11 ... riguardano

Feb 15, 2019

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l’angoloDietroPeriodico dedicato al tempo libero, alla cultura e ai viaggi dal Nord Milano ai laghi

17 ottobre 2016

LA BRIANZA

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LA BRIANZA - Cartina 4

Territorio IL GIARDINO D’ITALIA Un Paese chiamato Brianza 5

Itinerari IL BUCO DEL PIOMBO Un viaggio nella preistoria 11

Casa e design SPECIALE INCENTIVI FISCALILA CASA E I BONUS FISCALIL’immobile “legislativo” 27

Gusto e tradizioni LA CASSUOLA Piatto povero ma gustoso 35

Sport e benessere LO SPORT BRIANZOLO Fra calcio e basket 41

Eventi 45

S O M M A R I O

l’angoloDietro

Dietro L’ANGOLO è un’iniziativa Nuova Comunicazione SrlVia Ferrari 21, Saronno (Varese) - Tel. 02/[email protected]

Responsabile: Daniele Galbiati

Testi a opera di: Gianluca Grossi, giornalista e scrittorewww.gianlucagrossi.net

Impaginazione e grafica: WingGraFF srls - www.wingraff.comStampa: Labanti e Nanni Industrie Grafiche Srl

In copertina: i tre laghi (Annone, Pusiano, Alserio)

Il Sole 24 Ore non ha partecipato alla realizzazione di questo periodico e non ha responsabilità per il suo contenuto.

Via IV Novembre, 455 - 21042 Caronno Pertusella (Va)tel. 02 96515611 - 02 96515621 - fax 02 96515655 - [email protected] - www.pro-gea.it

SABATO 10 SETTEMBRE 2 01 6

Giornale di Olgiate A cura di Publi(iN) Tel. 039.9989.1 Speciale Salute 27

BIOMEDIC Spesso la semplice astensione degli alimenti non basta

Lo sapevi che allergie e intolleranzepossono essere azzerate?

VILLA GUARDIA(afm) Biome -dic Clinic & Research, C e n t roMedico Polispecialistico diVilla Guardia nasce dal cuoree dalla passione di un ricerca-tore svizzero, Fulvio Balmelli,che dedica la propria vita allaricerca di soluzioni sempre piùappropriate in campo diagno-stico e terapico.Presso il Biomedic , grazie allaricerca autofinanziata di oltre25 anni, sono state isolate ungran numero di variabili, cata-logate in maniera precisa ecreata così una vera e propriaTecnologia funzionale chiamataKyminasi. C'è una differenzasostanziale tra il possedere unaeccellente apparecchiaturaelettromedicale utilizzandolacome da protocollo ed il pro-grammarla con specifici pro-grammi di frequenze capaci dievidenziare elementi fonda-mentali, generalmente non vi-sibili con i sistemi della me-dicina convenzionale. Questo èciò che distingue il Biomedicnel prendersi cura del paziente,sostenuto da un alto livello tec-nologico a complementazionedi ciò che già la medicina con-venzionale mette a disposizio-ne, con maggiori possibilità diindividuare i fattori che sonoall’origine dei sintomi accusati.Forte di decenni di studi e mi-gliaia di casi risolti, Biomedicpropone il Test Biofisico:un esame non invasivo, delladurata di circa un’ora , che per-mette di risalire alle cause deglieventuali squilibri del proprioorganismo, utilizzando un si-stema di feedback attraverso lef r e q u e n ze .Dopo una visita con il medico, iltecnico specializzato verifical’esistenza di eventuali intolle-ranze alimentari, verificandoanche i processi metabolici e glialimenti non metabolizzati.L’esclusiva tecnologia Kymi-nasi tratta l’organismo seguen-do le leggi della Biofisica an-ziché quelle della chimica; il ful-cro è la Biorisonanza, aspettoaltamente tecnologico dellamedicina naturale che utilizzamacchine in grado di misurareed emettere frequenze in gradodi stimolare il campo elettro-magnetico naturale del nostrocorpo.Nel corso delle sue ricerche,Fulvio Balmelli , ha isolato manmano tutte le variabili, creandouna metodologia empirica,confermata e certificata da ol-tre 70.000 test eseguiti neltempo e da oltre 11.000 casiri s o l t i .Questo sistema, utilizzando

u n’apparecchiatura tedesca,riesce a riprodurre il campoelettromagnetico emesso daicibi e svariate sostanze così dapoter individuare con estremaprecisione gli alimenti o sostan-ze alle quali il paziente è in-tollerante o allergico.Al termine del Test Biofisico,ove necessario, il paziente ri-ceve un preventivo dettagliatonelle tempistiche e costi, unprogramma di più sedute, attead azzerare l’indice di tossicitàindividuato. Normalmente ilprogramma è intensivo , que-sto permette di raggiungere inpoco tempo l’obiettivo previstoriducendo al minimo il periododi astensione alimentare.Terminato il programma inten-sivo il paziente può reintrodurregradualmente gli alimenti e nor-malmente senza il rischio di ri-cadute.Il bacino d’utenza del Biomedicsi estende oltre il territorio na-zionale, creando giorno dopogiorno una serie di risultati so-prattutto nel campo delle aller-gie e intolleranze che presso lastruttura vengono trattate sen-za problemi.La missione del Team Biome-dic non si limita a “c u r a r e”, ma siestende al “prendersi cura”del

paziente con l’obbiettivo di rag-giungere insieme risultati sta-bili.

Te s t i m o n i a n z eDebbo dire che sono più chesoddisfatta dei risultati ottenu-ti!Una serie di miracoli! Ero afflittada oltre un decennio da un co-stante mal di testa ;a questo siera aggiunta una forte allergia alnichel; le mie orecchie “fischia -va n o”come se vi fosse semprenelle vicinanze un treno in cor-sa… inutile dire che ero sfidu-ciata e non vedevo una viad’uscita . Balmelli ha deciso chepoteva fare qualcosa a riguardoe con l’assistenza del collegaMarino ha potuto liberarmi daidisturbi che mi assillavano dalungo tempo .Mi sono sotto-posta ai test ;ho ricevuto le te-rapie di Biorisonanza e sonostata ferrea nella dieta ed ac-corgimenti alimentari che mivenivano man mano consigliati.Sapevo che era la cosa correttada fare in quanto i test “ve -d eva n o” sempre approfondita-mente quale fosse il mio statofisico ;sapevo che eravamo sul-la via corretta, così è stato facileper me decidere di seguirestrettamente il regime alimen-

tare che ha smesso di essereun sacrificio, bensì è diventatol’atteggiamento naturale concui affrontare la giornata .E ne èvalsa la pena! Ora sono liberada tali disturbi e so che si puòstar bene .Si può recuperare ilproprio benessere e ritengo lopossa fare chiunque. Ripeto,ero sfiduciata ma Balmelli mi hafatto ricredere, per questo loringrazio e riconosco la sua pro-fessionalità che grazie all’assi -stenza di un Team incredibile saoperare dei miracoli.

B.N. Milano

Sono arrivata qui al Biomedicperché avevo continuamentemal di testa, mal di stomaco,nausea e in generale non stavomolto bene. È vero non era“nulla di grave” ma non volevocontinuare a stare in quella con-dizione, quindi ho deciso diprendermi cura di me ed ec-comi qui.Il Biomedic è un ambiente pro-fessionale ed amichevole, misono trovata bene in tutto e pertutto. Balmelli è stato incredi-bile, ha trovato il corretto fee-ling. Poi Marino si è preso curadi me passo dopo passo, mi hamesso a mio agio e potevo dir-gli tutto quello che succedeva,sintomi, impressioni e così via.E lui semplicemente mi portavaattraverso con tutte le verifichepossibili e immaginabili. Ed ora,ho finito, niente più intolleran-ze, niente più mal di testa, maldi stomaco, stanchezza, dige-stione lenta e così via. Grazieragazzi, grazie a tutti perché sie-te fantastici.

D.C. Milano

Sono arrivata al Biomedic percaso, tramite passaparola. Ne-gli ultimi 4-5 anni avevo già per-corso molte strade per tentaredi migliorare la mia qualità divita ma invano. Frequenti mal ditesta invalidanti, vertigini e gi-ramenti di testa per lunghi pe-riodi, aumento di peso ingiu-stificato e continui problemi in-testinali. La mia vita scorrevasempre in salita, tra famiglia,figli e lavoro, continuamente

ostacolata dai miei compagni diviaggio scomodi e ostili. Ma so-no arrivata al Biomedic piena disperanza e di fiducia. Sono sta-ta accolta in modo serio e pro-fessionale ma allo stesso tem-po amichevole e «sorridente».E questo è già un grande aiuto.Sono stata: ASCOLTATA, OS-SERVATA, VISITATA, “TESTA -T A”, GUIDATA, CURATA e…GUARITA! Prima grazie alle abilimani e all'infinita pazienza delDr. Corvi, sotto l'attenta super-visione di Balmelli, ho recupe-rato la corretta postura com-promessa da un incidente d'au-to di molti anni fa, e ho ad-dirittura sconfitto le terribili ver-tigini che governavano la miavita... beh confesso mi sonofatta aiutare anche dai miraco-losi chip, che amo alla follia....Poi quando ero già pressochéfelice di non dover pensare tut-to il giorno a come mantenerel'equilibrio fisico, ma credetemianche quello mentale (chi sof-fre di forti mal di testa lo sa)Balmelli si è occupato anche delmio organismo “fuori fase”. Luie l'insuperabile Marino hanno“r i s i n t o n i z z a t o” il mio metabo-lismo e piano piano azzerato lemie (tante) intolleranze. L'ini-ziale astensione da molti ali-menti e la graduale reintrodu-zione sono state dure all'inizio,ma tutto il percorso è stato con-dito dal sorriso e dalla cortesiadi Diana, Fabiana e Giada e dallarassicurante e puntuale pre-senza di Antonio. Al Biomedicsono rinata e non avrei potutoaspettarmi un trattamento e unrisultato migliore di così. Graziedav vero!

S.R. Como

Da alcuni anni soffrivo di gon-fiore addominale e di artrosi allemani. Dal test delle intolleranzealimentari è risultato che pa-recchi alimenti mi causavanoquesti disturbi. Iniziate le tera-pie e la dieta alimentare ho su-bito riscontrato un benesserefisico generale che aumentavae i dolori di cui soffrivo si sonosollevati. Ora ho reintrodottotutti gli alimenti e non mi sem-

bra vero di non sentire più quel-la pesantezza e gonfiore addo-minale dopo i pasti. Posso direfinalmente di sentirmi propriobene e con energia fisica fi-nalmente ritrovata. Grazie a tut-to lo staff di Biomedic per la lorocordialità, pazienza e soprattut-to grande professionalità.

R.F. Veneto

Ho 29 anni. Ho conosciuto ilBiomedic tramite mia zia che hatrovato qui una via d'uscita peralcuni suoi problemi.In realtà sono venuta qui ancoraun po' scettica, non credevorealmente di poter risolvere imiei problemi ma ero arrivataad un punto in cui non riuscivopiù a vivere una vita normale.Il motivo principale per il qualeho deciso di rivolgermi al centroera la convinzione di avere gros-si problemi di intolleranze ali-mentari: ogni volta che man-giavo comparivano sintomiquali la dissenteria ,mal di sto-maco ,orticaria ,a volte mal ditesta ed una sensazione in ge-nerale di malessere.Si è scoperto che le mie in-tolleranze erano veramentemolte ed ho deciso, essendomolto in sovrappeso, di unirealla cure delle intolleranze an-che la Kyminasi Diet. In ognicaso avrei dovuto rinunciare adelle cose ed ho colto la palla alb a l zo !Sono passati 7 mesi, l'orticaria,il mal di testa, i problemi distomaco ed intestinali sonospariti insieme a ben 25 kg!!Ho provato molte diete ma que-sta è diversa, la perdita di pesoè rapida ed i sacrifici (che cisono...) non sembrano così pe-santi.Mi sento di consigliarla alle per-sone che, come me, temono laparola “diet a” pensandola sol-tanto come ad un lungo periododi sacrifici; la Kyminasi, se scru-polosamente rispettata da mol-te soddisfazioni! Un particolareringraziamento a tutto lo staffed un in bocca al lupo a chi,come me, deciderà di tentarequesta avventura!

B.T. Emilia

SABATO 10 SETTEMBRE 2 01 6

Giornale di Olgiate A cura di Publi(iN) Tel. 039.9989.1 Speciale Salute 27

BIOMEDIC Spesso la semplice astensione degli alimenti non basta

Lo sapevi che allergie e intolleranzepossono essere azzerate?

VILLA GUARDIA(afm) Biome -dic Clinic & Research, C e n t roMedico Polispecialistico diVilla Guardia nasce dal cuoree dalla passione di un ricerca-tore svizzero, Fulvio Balmelli,che dedica la propria vita allaricerca di soluzioni sempre piùappropriate in campo diagno-stico e terapico.Presso il Biomedic , grazie allaricerca autofinanziata di oltre25 anni, sono state isolate ungran numero di variabili, cata-logate in maniera precisa ecreata così una vera e propriaTecnologia funzionale chiamataKyminasi. C'è una differenzasostanziale tra il possedere unaeccellente apparecchiaturaelettromedicale utilizzandolacome da protocollo ed il pro-grammarla con specifici pro-grammi di frequenze capaci dievidenziare elementi fonda-mentali, generalmente non vi-sibili con i sistemi della me-dicina convenzionale. Questo èciò che distingue il Biomedicnel prendersi cura del paziente,sostenuto da un alto livello tec-nologico a complementazionedi ciò che già la medicina con-venzionale mette a disposizio-ne, con maggiori possibilità diindividuare i fattori che sonoall’origine dei sintomi accusati.Forte di decenni di studi e mi-gliaia di casi risolti, Biomedicpropone il Test Biofisico:un esame non invasivo, delladurata di circa un’ora , che per-mette di risalire alle cause deglieventuali squilibri del proprioorganismo, utilizzando un si-stema di feedback attraverso lef r e q u e n ze .Dopo una visita con il medico, iltecnico specializzato verifical’esistenza di eventuali intolle-ranze alimentari, verificandoanche i processi metabolici e glialimenti non metabolizzati.L’esclusiva tecnologia Kymi-nasi tratta l’organismo seguen-do le leggi della Biofisica an-ziché quelle della chimica; il ful-cro è la Biorisonanza, aspettoaltamente tecnologico dellamedicina naturale che utilizzamacchine in grado di misurareed emettere frequenze in gradodi stimolare il campo elettro-magnetico naturale del nostrocorpo.Nel corso delle sue ricerche,Fulvio Balmelli , ha isolato manmano tutte le variabili, creandouna metodologia empirica,confermata e certificata da ol-tre 70.000 test eseguiti neltempo e da oltre 11.000 casiri s o l t i .Questo sistema, utilizzando

u n’apparecchiatura tedesca,riesce a riprodurre il campoelettromagnetico emesso daicibi e svariate sostanze così dapoter individuare con estremaprecisione gli alimenti o sostan-ze alle quali il paziente è in-tollerante o allergico.Al termine del Test Biofisico,ove necessario, il paziente ri-ceve un preventivo dettagliatonelle tempistiche e costi, unprogramma di più sedute, attead azzerare l’indice di tossicitàindividuato. Normalmente ilprogramma è intensivo , que-sto permette di raggiungere inpoco tempo l’obiettivo previstoriducendo al minimo il periododi astensione alimentare.Terminato il programma inten-sivo il paziente può reintrodurregradualmente gli alimenti e nor-malmente senza il rischio di ri-cadute.Il bacino d’utenza del Biomedicsi estende oltre il territorio na-zionale, creando giorno dopogiorno una serie di risultati so-prattutto nel campo delle aller-gie e intolleranze che presso lastruttura vengono trattate sen-za problemi.La missione del Team Biome-dic non si limita a “c u r a r e”, ma siestende al “prendersi cura”del

paziente con l’obbiettivo di rag-giungere insieme risultati sta-bili.

Te s t i m o n i a n z eDebbo dire che sono più chesoddisfatta dei risultati ottenu-ti!Una serie di miracoli! Ero afflittada oltre un decennio da un co-stante mal di testa ;a questo siera aggiunta una forte allergia alnichel; le mie orecchie “fischia -va n o”come se vi fosse semprenelle vicinanze un treno in cor-sa… inutile dire che ero sfidu-ciata e non vedevo una viad’uscita . Balmelli ha deciso chepoteva fare qualcosa a riguardoe con l’assistenza del collegaMarino ha potuto liberarmi daidisturbi che mi assillavano dalungo tempo .Mi sono sotto-posta ai test ;ho ricevuto le te-rapie di Biorisonanza e sonostata ferrea nella dieta ed ac-corgimenti alimentari che mivenivano man mano consigliati.Sapevo che era la cosa correttada fare in quanto i test “ve -d eva n o” sempre approfondita-mente quale fosse il mio statofisico ;sapevo che eravamo sul-la via corretta, così è stato facileper me decidere di seguirestrettamente il regime alimen-

tare che ha smesso di essereun sacrificio, bensì è diventatol’atteggiamento naturale concui affrontare la giornata .E ne èvalsa la pena! Ora sono liberada tali disturbi e so che si puòstar bene .Si può recuperare ilproprio benessere e ritengo lopossa fare chiunque. Ripeto,ero sfiduciata ma Balmelli mi hafatto ricredere, per questo loringrazio e riconosco la sua pro-fessionalità che grazie all’assi -stenza di un Team incredibile saoperare dei miracoli.

B.N. Milano

Sono arrivata qui al Biomedicperché avevo continuamentemal di testa, mal di stomaco,nausea e in generale non stavomolto bene. È vero non era“nulla di grave” ma non volevocontinuare a stare in quella con-dizione, quindi ho deciso diprendermi cura di me ed ec-comi qui.Il Biomedic è un ambiente pro-fessionale ed amichevole, misono trovata bene in tutto e pertutto. Balmelli è stato incredi-bile, ha trovato il corretto fee-ling. Poi Marino si è preso curadi me passo dopo passo, mi hamesso a mio agio e potevo dir-gli tutto quello che succedeva,sintomi, impressioni e così via.E lui semplicemente mi portavaattraverso con tutte le verifichepossibili e immaginabili. Ed ora,ho finito, niente più intolleran-ze, niente più mal di testa, maldi stomaco, stanchezza, dige-stione lenta e così via. Grazieragazzi, grazie a tutti perché sie-te fantastici.

D.C. Milano

Sono arrivata al Biomedic percaso, tramite passaparola. Ne-gli ultimi 4-5 anni avevo già per-corso molte strade per tentaredi migliorare la mia qualità divita ma invano. Frequenti mal ditesta invalidanti, vertigini e gi-ramenti di testa per lunghi pe-riodi, aumento di peso ingiu-stificato e continui problemi in-testinali. La mia vita scorrevasempre in salita, tra famiglia,figli e lavoro, continuamente

ostacolata dai miei compagni diviaggio scomodi e ostili. Ma so-no arrivata al Biomedic piena disperanza e di fiducia. Sono sta-ta accolta in modo serio e pro-fessionale ma allo stesso tem-po amichevole e «sorridente».E questo è già un grande aiuto.Sono stata: ASCOLTATA, OS-SERVATA, VISITATA, “TESTA -T A”, GUIDATA, CURATA e…GUARITA! Prima grazie alle abilimani e all'infinita pazienza delDr. Corvi, sotto l'attenta super-visione di Balmelli, ho recupe-rato la corretta postura com-promessa da un incidente d'au-to di molti anni fa, e ho ad-dirittura sconfitto le terribili ver-tigini che governavano la miavita... beh confesso mi sonofatta aiutare anche dai miraco-losi chip, che amo alla follia....Poi quando ero già pressochéfelice di non dover pensare tut-to il giorno a come mantenerel'equilibrio fisico, ma credetemianche quello mentale (chi sof-fre di forti mal di testa lo sa)Balmelli si è occupato anche delmio organismo “fuori fase”. Luie l'insuperabile Marino hanno“r i s i n t o n i z z a t o” il mio metabo-lismo e piano piano azzerato lemie (tante) intolleranze. L'ini-ziale astensione da molti ali-menti e la graduale reintrodu-zione sono state dure all'inizio,ma tutto il percorso è stato con-dito dal sorriso e dalla cortesiadi Diana, Fabiana e Giada e dallarassicurante e puntuale pre-senza di Antonio. Al Biomedicsono rinata e non avrei potutoaspettarmi un trattamento e unrisultato migliore di così. Graziedav vero!

S.R. Como

Da alcuni anni soffrivo di gon-fiore addominale e di artrosi allemani. Dal test delle intolleranzealimentari è risultato che pa-recchi alimenti mi causavanoquesti disturbi. Iniziate le tera-pie e la dieta alimentare ho su-bito riscontrato un benesserefisico generale che aumentavae i dolori di cui soffrivo si sonosollevati. Ora ho reintrodottotutti gli alimenti e non mi sem-

bra vero di non sentire più quel-la pesantezza e gonfiore addo-minale dopo i pasti. Posso direfinalmente di sentirmi propriobene e con energia fisica fi-nalmente ritrovata. Grazie a tut-to lo staff di Biomedic per la lorocordialità, pazienza e soprattut-to grande professionalità.

R.F. Veneto

Ho 29 anni. Ho conosciuto ilBiomedic tramite mia zia che hatrovato qui una via d'uscita peralcuni suoi problemi.In realtà sono venuta qui ancoraun po' scettica, non credevorealmente di poter risolvere imiei problemi ma ero arrivataad un punto in cui non riuscivopiù a vivere una vita normale.Il motivo principale per il qualeho deciso di rivolgermi al centroera la convinzione di avere gros-si problemi di intolleranze ali-mentari: ogni volta che man-giavo comparivano sintomiquali la dissenteria ,mal di sto-maco ,orticaria ,a volte mal ditesta ed una sensazione in ge-nerale di malessere.Si è scoperto che le mie in-tolleranze erano veramentemolte ed ho deciso, essendomolto in sovrappeso, di unirealla cure delle intolleranze an-che la Kyminasi Diet. In ognicaso avrei dovuto rinunciare adelle cose ed ho colto la palla alb a l zo !Sono passati 7 mesi, l'orticaria,il mal di testa, i problemi distomaco ed intestinali sonospariti insieme a ben 25 kg!!Ho provato molte diete ma que-sta è diversa, la perdita di pesoè rapida ed i sacrifici (che cisono...) non sembrano così pe-santi.Mi sento di consigliarla alle per-sone che, come me, temono laparola “diet a” pensandola sol-tanto come ad un lungo periododi sacrifici; la Kyminasi, se scru-polosamente rispettata da mol-te soddisfazioni! Un particolareringraziamento a tutto lo staffed un in bocca al lupo a chi,come me, deciderà di tentarequesta avventura!

B.T. Emilia

SABATO 10 SETTEMBRE 2 01 6

Giornale di Olgiate A cura di Publi(iN) Tel. 039.9989.1 Speciale Salute 27

BIOMEDIC Spesso la semplice astensione degli alimenti non basta

Lo sapevi che allergie e intolleranzepossono essere azzerate?

VILLA GUARDIA(afm) Biome -dic Clinic & Research, C e n t roMedico Polispecialistico diVilla Guardia nasce dal cuoree dalla passione di un ricerca-tore svizzero, Fulvio Balmelli,che dedica la propria vita allaricerca di soluzioni sempre piùappropriate in campo diagno-stico e terapico.Presso il Biomedic , grazie allaricerca autofinanziata di oltre25 anni, sono state isolate ungran numero di variabili, cata-logate in maniera precisa ecreata così una vera e propriaTecnologia funzionale chiamataKyminasi. C'è una differenzasostanziale tra il possedere unaeccellente apparecchiaturaelettromedicale utilizzandolacome da protocollo ed il pro-grammarla con specifici pro-grammi di frequenze capaci dievidenziare elementi fonda-mentali, generalmente non vi-sibili con i sistemi della me-dicina convenzionale. Questo èciò che distingue il Biomedicnel prendersi cura del paziente,sostenuto da un alto livello tec-nologico a complementazionedi ciò che già la medicina con-venzionale mette a disposizio-ne, con maggiori possibilità diindividuare i fattori che sonoall’origine dei sintomi accusati.Forte di decenni di studi e mi-gliaia di casi risolti, Biomedicpropone il Test Biofisico:un esame non invasivo, delladurata di circa un’ora , che per-mette di risalire alle cause deglieventuali squilibri del proprioorganismo, utilizzando un si-stema di feedback attraverso lef r e q u e n ze .Dopo una visita con il medico, iltecnico specializzato verifical’esistenza di eventuali intolle-ranze alimentari, verificandoanche i processi metabolici e glialimenti non metabolizzati.L’esclusiva tecnologia Kymi-nasi tratta l’organismo seguen-do le leggi della Biofisica an-ziché quelle della chimica; il ful-cro è la Biorisonanza, aspettoaltamente tecnologico dellamedicina naturale che utilizzamacchine in grado di misurareed emettere frequenze in gradodi stimolare il campo elettro-magnetico naturale del nostrocorpo.Nel corso delle sue ricerche,Fulvio Balmelli , ha isolato manmano tutte le variabili, creandouna metodologia empirica,confermata e certificata da ol-tre 70.000 test eseguiti neltempo e da oltre 11.000 casiri s o l t i .Questo sistema, utilizzando

u n’apparecchiatura tedesca,riesce a riprodurre il campoelettromagnetico emesso daicibi e svariate sostanze così dapoter individuare con estremaprecisione gli alimenti o sostan-ze alle quali il paziente è in-tollerante o allergico.Al termine del Test Biofisico,ove necessario, il paziente ri-ceve un preventivo dettagliatonelle tempistiche e costi, unprogramma di più sedute, attead azzerare l’indice di tossicitàindividuato. Normalmente ilprogramma è intensivo , que-sto permette di raggiungere inpoco tempo l’obiettivo previstoriducendo al minimo il periododi astensione alimentare.Terminato il programma inten-sivo il paziente può reintrodurregradualmente gli alimenti e nor-malmente senza il rischio di ri-cadute.Il bacino d’utenza del Biomedicsi estende oltre il territorio na-zionale, creando giorno dopogiorno una serie di risultati so-prattutto nel campo delle aller-gie e intolleranze che presso lastruttura vengono trattate sen-za problemi.La missione del Team Biome-dic non si limita a “c u r a r e”, ma siestende al “prendersi cura”del

paziente con l’obbiettivo di rag-giungere insieme risultati sta-bili.

Te s t i m o n i a n z eDebbo dire che sono più chesoddisfatta dei risultati ottenu-ti!Una serie di miracoli! Ero afflittada oltre un decennio da un co-stante mal di testa ;a questo siera aggiunta una forte allergia alnichel; le mie orecchie “fischia -va n o”come se vi fosse semprenelle vicinanze un treno in cor-sa… inutile dire che ero sfidu-ciata e non vedevo una viad’uscita . Balmelli ha deciso chepoteva fare qualcosa a riguardoe con l’assistenza del collegaMarino ha potuto liberarmi daidisturbi che mi assillavano dalungo tempo .Mi sono sotto-posta ai test ;ho ricevuto le te-rapie di Biorisonanza e sonostata ferrea nella dieta ed ac-corgimenti alimentari che mivenivano man mano consigliati.Sapevo che era la cosa correttada fare in quanto i test “ve -d eva n o” sempre approfondita-mente quale fosse il mio statofisico ;sapevo che eravamo sul-la via corretta, così è stato facileper me decidere di seguirestrettamente il regime alimen-

tare che ha smesso di essereun sacrificio, bensì è diventatol’atteggiamento naturale concui affrontare la giornata .E ne èvalsa la pena! Ora sono liberada tali disturbi e so che si puòstar bene .Si può recuperare ilproprio benessere e ritengo lopossa fare chiunque. Ripeto,ero sfiduciata ma Balmelli mi hafatto ricredere, per questo loringrazio e riconosco la sua pro-fessionalità che grazie all’assi -stenza di un Team incredibile saoperare dei miracoli.

B.N. Milano

Sono arrivata qui al Biomedicperché avevo continuamentemal di testa, mal di stomaco,nausea e in generale non stavomolto bene. È vero non era“nulla di grave” ma non volevocontinuare a stare in quella con-dizione, quindi ho deciso diprendermi cura di me ed ec-comi qui.Il Biomedic è un ambiente pro-fessionale ed amichevole, misono trovata bene in tutto e pertutto. Balmelli è stato incredi-bile, ha trovato il corretto fee-ling. Poi Marino si è preso curadi me passo dopo passo, mi hamesso a mio agio e potevo dir-gli tutto quello che succedeva,sintomi, impressioni e così via.E lui semplicemente mi portavaattraverso con tutte le verifichepossibili e immaginabili. Ed ora,ho finito, niente più intolleran-ze, niente più mal di testa, maldi stomaco, stanchezza, dige-stione lenta e così via. Grazieragazzi, grazie a tutti perché sie-te fantastici.

D.C. Milano

Sono arrivata al Biomedic percaso, tramite passaparola. Ne-gli ultimi 4-5 anni avevo già per-corso molte strade per tentaredi migliorare la mia qualità divita ma invano. Frequenti mal ditesta invalidanti, vertigini e gi-ramenti di testa per lunghi pe-riodi, aumento di peso ingiu-stificato e continui problemi in-testinali. La mia vita scorrevasempre in salita, tra famiglia,figli e lavoro, continuamente

ostacolata dai miei compagni diviaggio scomodi e ostili. Ma so-no arrivata al Biomedic piena disperanza e di fiducia. Sono sta-ta accolta in modo serio e pro-fessionale ma allo stesso tem-po amichevole e «sorridente».E questo è già un grande aiuto.Sono stata: ASCOLTATA, OS-SERVATA, VISITATA, “TESTA -T A”, GUIDATA, CURATA e…GUARITA! Prima grazie alle abilimani e all'infinita pazienza delDr. Corvi, sotto l'attenta super-visione di Balmelli, ho recupe-rato la corretta postura com-promessa da un incidente d'au-to di molti anni fa, e ho ad-dirittura sconfitto le terribili ver-tigini che governavano la miavita... beh confesso mi sonofatta aiutare anche dai miraco-losi chip, che amo alla follia....Poi quando ero già pressochéfelice di non dover pensare tut-to il giorno a come mantenerel'equilibrio fisico, ma credetemianche quello mentale (chi sof-fre di forti mal di testa lo sa)Balmelli si è occupato anche delmio organismo “fuori fase”. Luie l'insuperabile Marino hanno“r i s i n t o n i z z a t o” il mio metabo-lismo e piano piano azzerato lemie (tante) intolleranze. L'ini-ziale astensione da molti ali-menti e la graduale reintrodu-zione sono state dure all'inizio,ma tutto il percorso è stato con-dito dal sorriso e dalla cortesiadi Diana, Fabiana e Giada e dallarassicurante e puntuale pre-senza di Antonio. Al Biomedicsono rinata e non avrei potutoaspettarmi un trattamento e unrisultato migliore di così. Graziedav vero!

S.R. Como

Da alcuni anni soffrivo di gon-fiore addominale e di artrosi allemani. Dal test delle intolleranzealimentari è risultato che pa-recchi alimenti mi causavanoquesti disturbi. Iniziate le tera-pie e la dieta alimentare ho su-bito riscontrato un benesserefisico generale che aumentavae i dolori di cui soffrivo si sonosollevati. Ora ho reintrodottotutti gli alimenti e non mi sem-

bra vero di non sentire più quel-la pesantezza e gonfiore addo-minale dopo i pasti. Posso direfinalmente di sentirmi propriobene e con energia fisica fi-nalmente ritrovata. Grazie a tut-to lo staff di Biomedic per la lorocordialità, pazienza e soprattut-to grande professionalità.

R.F. Veneto

Ho 29 anni. Ho conosciuto ilBiomedic tramite mia zia che hatrovato qui una via d'uscita peralcuni suoi problemi.In realtà sono venuta qui ancoraun po' scettica, non credevorealmente di poter risolvere imiei problemi ma ero arrivataad un punto in cui non riuscivopiù a vivere una vita normale.Il motivo principale per il qualeho deciso di rivolgermi al centroera la convinzione di avere gros-si problemi di intolleranze ali-mentari: ogni volta che man-giavo comparivano sintomiquali la dissenteria ,mal di sto-maco ,orticaria ,a volte mal ditesta ed una sensazione in ge-nerale di malessere.Si è scoperto che le mie in-tolleranze erano veramentemolte ed ho deciso, essendomolto in sovrappeso, di unirealla cure delle intolleranze an-che la Kyminasi Diet. In ognicaso avrei dovuto rinunciare adelle cose ed ho colto la palla alb a l zo !Sono passati 7 mesi, l'orticaria,il mal di testa, i problemi distomaco ed intestinali sonospariti insieme a ben 25 kg!!Ho provato molte diete ma que-sta è diversa, la perdita di pesoè rapida ed i sacrifici (che cisono...) non sembrano così pe-santi.Mi sento di consigliarla alle per-sone che, come me, temono laparola “diet a” pensandola sol-tanto come ad un lungo periododi sacrifici; la Kyminasi, se scru-polosamente rispettata da mol-te soddisfazioni! Un particolareringraziamento a tutto lo staffed un in bocca al lupo a chi,come me, deciderà di tentarequesta avventura!

B.T. Emilia

Dietro l’Angolo, seconda puntata, allegato anche al più prestigioso quotidiano economico e finanziario italiano. Dopo l’esperienza dedicata alla zona di Va-rese, eccoci alla Brianza, area geografica delimitata da tre storici centri: Como, Lecco e Monza. E vorrem-mo che fosse solo l’inizio di un’avventura finalizzata alla scoperta di gran parte del territorio lombardo. C’è infatti molto da vedere e da sognare, in un ambiente che ospita l’uomo da millenni: l’esempio più bello è il famoso Buco del Piombo, a Erba, dove sono stati trovati resti di uo-mini vissuti molto tempo prima dell’arri-vo dei Celti di Belloveso. Un piccolo team che lavora sinergicamente, per cercare di dare vita a una vera e propria rivista, snella, funzionale, ma mai banale. Dietro l’Angolo si presenta così e ci piacerebbe che fossero proprio i lettori a rendersene conto, dandoci l’opportunità di crescere e migliorare ulteriormente. Come? Magari con una semplice mail, un suggerimento, un’idea. E con i migliori saluti ci congedia-mo da questa presentazione, lasciandovi fra le mani il secondo “capitolo” del gior-nale, cui seguirà a breve il terzo. Per conoscere le prossime tappe, visitate il nostro sito, www.nuova-comunicazio-ne.com e cliccate su Dietro l’Angolo!

Daniele GalbiatiAmministratore Unico Nuova Comunicazione Srl

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LA BRIANZA Territorio

IL GIARDINO D’ITALIAUn Paese chiamato Brianza

è sulla bocca di tutti dall’epoca dei ro-mani che definivano la Brianza il giar-dino d’Italia. Oggi questa bella idea s’è smarrita, con lo sviluppo economico e sociale dell’Italia del Dopoguerra che ha portato a una forte urbanizzazione del territorio. E a un progressivo depaupe-rimento delle risorse ambientali. Ma c’è ancora mistero intorno al suo nome. Brianza infatti ha un’etimologia che si perde nella notte dei tempi e potreb-be addirittura rifarsi all’egemonia celti-ca che ha perseverato per secoli prima dell’arrivo di Roma. Brig, in lingua celtica, significava altura, colle; tant’è vero che ancora oggi nei dialetti brianzoli si usa il termine bricch per intendere un pic-colo rilievo. Molte altre parole, del resto, sono figlie delle popolazioni transalpine: Lambro deriva da “lam”, palude; Bar-lassina, da “bar”, sterpaglia; Brivio, da “briva”, ponte. Ma c’è chi si riferisce al più prosaico “brigantaggio”, con l’idea di folti boschi che coloravano la Brianza prima di Cristo, abitati da loschi individui che senza tanti scrupoli si accanivano

su solitari viandanti. A favore di questa tesi c’è il rimando ai Briganti, una tribù celtica di origine inglese e irlandese; poi perfettamente parafrasata dai bravi manzoniani; a testimoniare un costume radicato proprio in quest’angolo geo-grafico italiano.Eppure i celti non furono i primi abita-tori della Brianza. Prima di essi vi erano i Liguri. Sono gli antenati degli odierni abitanti della Liguria; che quattromila anni fa espansero i loro domini a nord del Po, finendo per entrare in contatto con altre popolazioni come gli Orobi e i Leponzi.

Emissario del lago del Segrino

Lago di Annone (Oggiono)

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La Brianza dell’epoca non era certo come quella di oggi. Era una distesa in-finita di alberi d’alto fusto, qua e là con-trassegnata da pascoli e paludi. Altret-tanto significative le risorgive, contesti geoambientali dai quali sono scaturiti molti insediamenti. Milano nasce pro-prio in corrispondenza di queste fonta-ne naturali. Ma i dubbi sulla Brianza non riguardano solo l’etimologia e la storia. Grandi discussioni sono ancora accese riguardo ai suoi confini. Di fatto la re-gione è una non regione, distribuita in tre province: Monza e Brianza, Como e Lecco (cui si aggiungono alcuni comuni sotto Milano). E contrassegnata da fir-me ecologiche molto diverse fra loro.

Difficile dire quale sia la vera Brianza, ma è certo che ogni brianzolo è fiero di appartenere a un’area geografica tanto indefinita a livello mappale, quan-to piena di significato dal punto di vista emotivo. Qualche studioso ha provato a tracciarne i confini, arrivando a giu-stificare un bel triangolo ai cui vertici corrispondono le sue tre principali città: Monza, Lecco e Como. Verosimile? Ab-bastanza. Però c’è chi ha aggiunto un importante parametro in più: le acque dolci. La Brianza, dunque, risulterebbe compresa fra l’Adda e il Lambro, est e ovest e il Villoresi a sud; a nord invece farebbe da cornice la cintura dei laghi prealpini di Annone e Pusiano.

L’ECONOMIA BrIANzOLALa Brianza è fra le zone italiane ed eu-ropee più popolate. Si stimano quasi 1.400 abitanti per chilometro quadrato. Complessivamente ci abitano 1,2 milioni di persone. L’industrializzazione ha atti-rato moltissime persone da ogni parte del Belpaese per quella che gli storici definiscono la “seconda rivoluzione in-dustriale”. Non è un caso che la secon-da ferrovia inaugurata in Italia dopo la Napoli Portici, fu quella che collegava Milano a Monza. Le prime locomoti-ve elettriche attraversano il territorio brianzolo nel 1899, prima di ogni altra parte d’Italia.La produzione agricola che ha contras-segnato per decenni l’economia brian-zola è in declino dagli anni Settanta. Sempre più spazi sono stati dedicati all’industria a discapito delle coltiva-zioni e dell’allevamento. Resiste il mais, fenomenologia tipica dell’orizzonte brianzolo, soprattutto quello che sfo-cia in paesi come Casatenovo, Corna-te d’Adda e l’area a nord di Vimercate. Prova dell’esodo delle campagne sono le numerose cascine abbandonate, un tempo simbolo per antonomasia della cultura contadina locale. La cascina è di fatto un concetto sociale che si affran-ca in Lombardia dal Settecento in poi; ma alcuni complessi risalgono al Quat-trocento. Derivano dalla grangia cister-cense, ma anche da antichi monasteri caduti in disuso. Ermanno Olmi, famoso regista, nel suo “L’albero degli zoccoli”, ha decantato meravigliosamente la vita nelle cascine del periodo a cavallo fra Ottocento e Novecento. E ancora oggi è un bellissimo affresco dell’antica re-altà brianzola.

Erano strutture perfettamente auto-sufficienti. Dove si produceva ogni cosa, e abitavano molte famiglie. Nelle più grandi c’erano anche i bar, per deliziare il palato dei contadini, soprattutto du-rante il fine settimana; e gli oratori, te-nuto conto del fatto che non sempre i contadini potevano raggiungere la par-rocchia per le celebrazioni religiose.Il settore secondario ha avuto la meglio con l’avvio di aziende che hanno fatto la storia non solo locale. Il mobile, il tes-sile, e l’alta tecnologia, partono tutti da qui. Da Lissone a Mariano Comense, da Seregno a Giussano, è un susseguirsi costante di mobilifici. Il falegname, del resto, è una figura ben cara all’imma-ginario collettivo locale, con rimandi mai del tutto sopiti all’iconografia religiosa di Giuseppe, il papà di Gesù. Il tessile pren-de piede nei dintorni di Lecco e Como. Il lino viene prodotto a Desio e a Mon-

TerritorioTerritorio

Battistero di San Giovanni - Oggiono

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za; nel capoluogo brianzolo sono famosi anche i cappelli, i tappeti e i guanti. E c’è la Silicon Valley italiana, che fa capo al vimercatese.

Ad Agrate Brianza la Sgs nacque nel 1957, grazie all’interessamento di Oli-vetti e Telettra, in collaborazione con l’azienda americana Fairchild Semicon-ductor. Il seme germoglia e nel 1987 è tenuta a battesimo la STMicroelectro-nics. E risponde alla perfezione alle esi-genze dei tempi, in procinto di diffonde-re in ogni famiglia computer e cellulari. ST è oggi quotata alle Borse di Milano, Parigi e New York.

UNA NUOVA SOCIETàLa Brianza di oggi, certo, non è più quel-la di un tempo. Non è cambiato solo il paesaggio, ma anche le persone; che vi-vono in un contesto geosociale sempre più cosmopolita. Le antiche tradizioni sono cadute nel dimenticatoio, in virtù di un arricchimento costumale offerto dalle numerose famiglie straniere che la abitano. Un fenomeno che crea contra-sti e prese di posizioni ambigue, ma che dà retta a una tendenza globale, per-fettamente radicalizzata nelle grandi città italiane, ma soprattutto europee e statunitensi. Nella provincia di Monza e

Brianza gli stranieri sono cresciuti verti-ginosamente negli ultimi anni, passando dai ventimila del 2004 ai quasi ottanta-mila del 2016. Una tendenza in divenire. Quasi il 10% dei brianzoli proviene da un paese straniero. Prevalgono i romeni, i marocchini e gli albanesi. Discreta la presenza degli ucraini, pakistani, ecua-doregni ed egiziani. I cinesi stanno pren-dendo piede negli ultimissimi tempi. Il futuro? Difficile metterlo a fuoco. Anche per via di una crisi internazionale che non smette di impensierire chiunque.

Anche la Brianza ha accusato dura-mente il colpo, ed è difficile prevedere quando riuscirà a risollevarsi. Ma non mancano dati incoraggianti. Rispetto al 2015 le famiglie lombarde e brian-zole sono riuscite a mettere da parte qualcosa; il 23%, contro il 12% dell’anno precedente. In Brianza, in particolare, si sta attenti ai divertimenti. Secondo uno studio pubblicato a luglio di quest’anno dalla Camera di commercio di Monza e Brianza, gli abitanti di quest’angolo lom-bardo tagliano le uscite con gli amici e i consumi elettrici. Non è ancora il caso di cantare vittoria, ma i tempi peggiori sembrano essere passati.

Territorio

Lago di Pusiano

COME FARE IMPRESAL’esperienza di Progea

di Giuseppe Ossoli

Lo Studio ProGeA opera dal 1994 con l’intento di fornire ai propri clienti, oltre all’assistenza in ambito amministrati-vo e della gestione del personale, an-che una serie di servizi aggiuntivi per aiutare ad intraprendere e svolgere un’attività imprenditoriale e professio-nale risolvendo tutti i problemi connessi alla gestione ordinaria e straordinaria dell’impresa. ProGeA opera attualmente presso i propri uffici di Caronno Pertusella (Va) con il primario obiettivo di supportare le imprese nello sviluppo di nuove stra-tegie per affrontare i complessi mu-tamenti del mercato, dell’economia e del contesto sociale, permettendo alle stesse di essere sempre competitive e all’avanguardia. La propria mission è quella di fare dell’impresa, un “generatore di cultura”. Sì, senza paura alcuna, perché questo è il momento giusto per farsi coraggio e per far riprendere in mano alle impre-se sane il ruolo sociale di sviluppo eco-nomico e di generatore di benessere sociale che spetta loro di diritto e per dovere. Uno studio professionale non può più essere solo elaborazione contabile e cedolini paga. Deve andare oltre, cre-scere per far crescere gli altri, alimen-tando un percorso che altro non può essere che la crescita dell’intero siste-ma sociale. Il passato, le tradizioni, le esperien-ze storiche, gli errori ed i successi, ma

anche, e forse soprattutto, il presen-te, sono per noi tutti il futuro del cre-are impresa ai nostri tempi. Costruire “racconti del fare impresa” e portare in scena l’impresa stessa. Che non è solo profitto e regole di bi-lancio, ma il luogo in cui nascono e si alimentano le relazioni tra individui, or-ganizzazione e territorio, un luogo com-plesso e per questo forte generatore di cultura in senso lato. Nel fare impresa si esprimono com-portamenti e valori che non possono essere chiusi e confinati all’interno del perimetro aziendale, ma pervadono la società intera, la ispirano fino a diven-tarne patrimonio culturale collettivo. Fare impresa è un costruire nell’ottica della “contaminazione”, una fusione di linguaggi e percorsi cognitivi con l’obiet-tivo di far percepire le profonde inter-connessioni tra “fabbrica” e società, tra mezzi di produzione e conoscenza, tra etica del lavoro e progresso civile. ProGeA parla di economia, impresa e lavoro, temi centrali della nostra socie-tà, perché la buona impresa ha valenza sociale ed è, quindi, importante per la stessa coesione civile. A questa opera di tutela dell’economia sono chiamati in causa proprio questi studi, per primi. è qui che avviene il risveglio della co-scienza “dell’essere impresa di eccel-lenza”. Per chiunque abbia il desiderio di meglio approfondire il progetto d’impresa dello Studio ProGeA è invitato ad accedere al portale www.pro-gea.it e di contat-tare direttamente i referenti.

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Itinerari

IL BUCO DEL PIOMBOUn viaggio nella preistoria

Complesso naturalistico di grande si-gnificato scientifico e antropologico. Si tratta di una caverna nei pressi di Erba, settecento metri sopra il livello del mare. Stalattiti e stalagmiti, flora e fau-na peculiari, tipici degli ambienti troglo-diti. Il nome deriva dalla colorazione del-la roccia, che in antichità ricondussero a quella del piombo. Corrisponde a un fenomeno di natura carsica, frequente in Brianza, dovuto all’azione dell’acqua e dell’anidride carbonica ai danni delle rocce calcaree. La grotta di Erba è alta 45 metri, larga 38 e profonda 40. Ci sono numerosi cunicoli, alcuni dei quali non sono mai stati studiati ed esplorati. Si conosce da sempre, ma in passato non era facile raggiungerla. Per que-sto motivo oggi la grotta è preceduta da quasi duecento gradini che consen-

tono di portarsi al suo ingresso senza rischi. In passato fu abitata dall’uomo e da animali preistorici. Lo attestano nu-merosi ritrovamenti: ossa di orso (Ur-sus spelaeus), ma anche strumenti litici e oggetti più recenti, compresi cucchiai, vasi e monete del terzo secolo dopo Cristo. All’ingresso ci sono ancora i segni di un’antica costruzione risalente al Cin-quecento e edificata per proteggersi da eventuali invasori. Parafrasando l’azio-ne degli erbesi che nel Buco del Piombo si rifugiarono dopo aver combattuto e vinto il Barbarossa a Carcano. Nei secoli molti personaggi famosi gli hanno fatto visita, attratti da un mondo misterioso e curioso: la regina Margherita di Savoia fece tappa in due occasioni, l’ultima nel 1878; prima di lei c’erano stati il viceré Ranieri d’Austria e il viceré Beauharnais.

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LA VALLE DEL LAMBROL’oasi brianzola

Va da Erba a Monza, e segue il corso del fiume omonimo per circa 25 chilo-metri, attraversando 35 comuni, e uno dei paesaggi più cementificati d’Italia. Nato nel 1983, è oggi distribuito su una superficie di 8.107 ettari. Partendo dalla zona collinare di Pusiano e di Alserio, si scivola fino al Parco di Monza; attraver-sando ambienti diversi e contrassegnati da numerose specie animali e vegetali. Ci sono gufi, civette, aironi, tassi, don-

nole; e piante come la robinia, il frassi-no, l’olmo. A Inverigo c’è l’Orrido, unico nel suo genere per lo stretto rapporto con l’origine glaciale del territorio circo-stante. Ci sono le sorgenti pietrificanti, realtà naturali calcaree che portano al travertino, roccia sedimentaria asso-ciata a strati di fogliame e ramaglie. A sud il parco prosegue con l’area verde del Parco Lambro, che interessa la par-te più meridionale della Brianza.

MONTEVECCHIAIl balcone sulla Pianura Padana Per i brianzoli è Muntavégia, un picco-lo comune della Brianza orientale. Così lo descrive Mario Soldati: «Uno spalto altissimo, un balcone che si erge fuori dalle nebbie, e si affaccia dritto a sud; nelle giornate di vento si vede dalla Cisa al Monte Rosa». Il riferimento è alla parte alta dell’ag-glomerato, che arriva a 503 metri sul livello del mare. La quota modesta, ma significativa rispetto alle aree adiacenti, fa sì che goda di un clima particolare, con temperature medie estive inferio-re di due gradi a quelle dei paesi vicini; mentre quella invernale è di due gradi superiore. La particolarità - associata al forte ir-raggiamento, dovuto all’isolamento del cucuzzolo - spiega il motivo per cui sul suo territorio crescono vegetali tipi-ci della macchia mediterranea; con un altro migliaio di specie vegetali. Monte-vecchia fu una culla della “civiltà” brian-zola. Studi condotti negli anni Settanta han-no infatti consentito di stimare la pre-senza di antichi insediamenti, riconduci-bili ai neandertaliani di 60mila anni fa, e ai cromagnonoidi di 30mila anni fa. Si tratta di un continuum antropologico che trova spunto anche nelle analisi dei giacimenti del Monte Cornizzolo e del Lago Annone. Evidentemente concerne tracce di no-stri antichi progenitori che vivevano di caccia e di raccolta; confortati da un

clima sempre più mite, dovuto alla fase finale della glaciazione wurmiana. Il punto panoramico è contrassegnato dal santuario della Beata Vergine del Carmelo, una costruzione risalente al medioevo. La prima pietra fu posta dai longobar-di. L’antica chiesetta resistette fino al 1570, anno in cui avvenne un grosso in-cendio che la ridusse in cenere. Al suo posto sorse il santuario attuale, consacrato nel 1954 dal cardinale Ilde-fonso Schuster. Dagli anni Ottanta, per proteggere la natura di questo territorio, è stato isti-tuito il Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone. 2.355 etta-ri “spalmati” su dieci comuni. L’attività agricola del Parco consente la diffusio-ne di prodotti locali, come i famosi for-maggini di Montevecchia.

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LA MADONNA DEL BOSCOImbersago miracolosa

Sono almeno due i motivi per cui vale la pena raccontare la Brianza citando un piccolo paese di poco più di duemila ani-me, Imbersago: la Madonna del Bosco e il Traghetto di Leonardo. La Madonna del Bosco indica un santuario mariano, che la tradizione lega all’apparizione della Madonna con relativo salvatag-gio di un bimbo finito nelle fauci di un lupo. Ma sono molte altre le grazie rice-vute, come dimostra un piccolo museo che custodisce la camera del cardinal Schuster e mette in evidenza numerosi quadri ispirati ai miracoli. La Madonna del Bosco era uno dei luoghi preferiti da Papa Giovanni XXIII, che così si esprime a proposito: «Tutti i santuari di Maria mi sono cari, tanti ne visitai… ma ricordo con particolare affetto il santuario di

Imbersago perché fu il sorriso della mia prima infanzia». Il Papa è ricordato non a caso da una grande statua di bronzo, in cima alla lunga scalinata che condu-ce al luogo mariano. Le fondamenta del santuario risalgono al 1632: si tratta di una cappella (lo Scurolo) dedicata alla Vergine che cambierà i connotati, fra il 1641 e il 1646, con l’intervento di Car-lo Buzzi, architetto italiano di origine varesina. Dalla Madonna del Bosco si può scendere verso l’Adda e ammirare un’opera di Leonardo Da Vinci: il cele-berrimo Traghetto. Mette in collega-mento Imbersago con Villa d’Adda, in provincia di Bergamo, sfruttando una legge particolare, detta del “parallelo-gramma, che si basa sull’energia fornita dal movimento delle acque.

NEL NOME DI MARIA Il tour della fede

L’idea è visitare in 14 giorni 25 santuari dedicati alla Madonna distribuiti sul ter-ritorio brianzolo, descrivendo un circuito ideale a forma di rosa; un tour riconduci-bile al più famoso Cammino di Santiago di Compostela, che ha un valore religioso, ma anche storico, geografico e naturali-stico. Si parte dalla basilica di Santa Maria delle Grazie di Monza e lungo un tragitto di 21 chilometri si raggiunge il santuario della Madonna della Misericordia di Lis-

sone e quello della Madonna del Borgo di Triuggio. Il giorno dopo si parte per Se-regno, Desio e Cesano Maderno. A metà del cammino, in Valmadrera, si fa visita al santuario della Madonna del Latte. Poi si riparte per Pusiano, Cassago Brianza, Valgreghentino e Colle Brianza. La tappa finale prevede l’arrivo a Vimercate, dopo aver percorso 352,4 chilometri, con il santuario della Beata Vergine di Monza e quello di Santa Maria delle Grazie.

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Acquada s.m. dialetto lombardo (Acquazzone)Il territorio condivide la vita attraverso il lavoro e i sapori l’acquazzone li trasforma in racconto, esalta un fugge-vole incontro; al riparo da quell’improvviso istante di natura si riscopre il piacere dell’attesa, dei profumi e dei colori. L’acquazzone è sfida, è creatività, un colpo di vento che accompagna la nostra esperienza quotidiana di educazione alla vita, al buon bere, al buon mangiare. E Voi, siete mai stati sorpresi da un’Acquada?

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LA BASILICA DI AGLIATE Il medioevo brianzolo

Agliate è una piccola frazione del co-mune di Carate Brianza. è qui che sorge uno dei monumenti più interessanti e antichi della Brianza: la basilica dei santi Pietro e Paolo. Nell’arcidiocesi di Milano, solo quella di sant’Ambrogio è più remota. Si tratta di una costruzione risalente all’undicesimo secolo, realizzata da una comunità di canonici che predicava povertà e peni-tenza. La posizione è strategica: in questo punto, infatti, i romani avevano stabilito un presidio che metteva in comunica-zione Milano con Como. Caratterizzata da tre navate, presen-ta uno stile tipicamente romanico, che contraddistinse Francia, Germania e Italia dall’anno Mille al gotico francese. Le navate sono separate da colonne e capitelli di epoca romana. Dotata di piccole finestre, 33 come gli anni di Cri-sto, l’illuminazione naturale è piuttosto scarsa. In fondo alla chiesa risalta il presbiterio, raggiungibile tramite otto scalini. Anti-

camente era ricoperta di affreschi, oggi ricoperti o andati perduti. Il battistero, di fianco alla chiesa, presenta otto lati, due dei quali coincidono con l’abside. Il simbolismo religioso li riconduce ai sette giorni della creazione e all’ottavo della rigenerazione dello spirito. E’ stato co-struito pochi anni dopo la basilica. Nel tempo è stata visitata da importanti fi-gure storiche. Il cardinale Carlo Borromeo arriva ad Agliate nel 1578; Benedetto Odescalchi nel 1730; Federico Borromeo nel 1731. E con quest’ultimo si ha anche la consa-crazione della basilica.

I TESORI DI OGGIONO7mila anni di storia

Un piccolo borgo di 9mila anime, nel cuo-re della Brianza: è Oggiono, in brianzolo, Ugion. La sua storia si perde nei meandri del tempo. Si sa infatti che molte località brianzole presentano resti risalenti ai ro-mani e ai celti; ma in questo caso l’affondo storico è ancora più marcato. Si parla in-fatti di insediamenti risalenti a 5mila anni prima di Cristo. Non è un caso, poiché in questo punto geografico, la presenza del lago di Annone, consentì agli antichi brian-zoli un approvvigionamento idrico costan-

te, offrendo in più la possibilità di difen-dersi dagli animali selvaggi, costruendo palafitte. Il più importante edificio del pa-ese è il Battistero dedicato a San Giovan-ni Battista. Si tratta di un’opera risalente all’undicesimo secolo, costruita seguendo i dettami dell’architettura romanica. Pre-gevoli i dipinti al suo interno che coprono un ampio arco temporale, dal Romanico al Rinascimento; altrettanto importante la chiesetta del Lazzaretto, eretta in stile Barocco nel 1715.

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Casa e design

LA CASA DEL BRIANZOLO Gli arredi kitsch e quelli vintage

Non ha una firma precisa, ma è possibi-le ricostruire i gusti principali dei brian-zoli che dal dopoguerra a oggi hanno arredato e costruito case seguendo una sorta di filo conduttore. Le case sono sostanzialmente di due tipi, in base all’età dei suoi occupanti (e di conseguenza ai retroscena sociali e culturali). La dimora della coppia giovane sposa criteri diversi da quelli della casa della generazione precedente, perché i primi sono figli della crisi, i secondi del boom economico. I primi non avevano niente e hanno avuto tutto; i secondi hanno avuto tutto e rischiano di non avere più niente. Queste diverse prospettive di vita si ri-flettono sull’appartamento, la villetta, il monolocale. In un contesto storico fi-glio del boom economico, e quindi della scoperta, della (ri)partenza, c’è anco-ra la voglia di confrontarsi con qualcosa che in passato non c’era. Le case vengono abbelli-te con “ninnoli”, soprammobili e talvolta arredi inutili, ma funzio-nali a un’idea di emancipazione sociale che non è mai tramon-tata. La casa è elegante fino a un certo punto; predomina la sfarzosità, l’attenzione per oggetti di scarso pregio, in gra-do però di evocare paradigmi sociali evoluti. Va di pari passo con l’acculturazione. I figli del

boom economico, e soprattutto quelli della generazione che ha messo su fa-miglia fra le due guerre, hanno un livello di scolarizzazione più basso rispetto ai nati dagli anni Settanta in poi; e dunque sono anche meno sensibili riguardo a oggetti come, per esempio, libri, quadri, strumenti hitech. I figli della crisi invece arredano le case in modo meno pom-poso, quasi sempre seguendo le mode del momento. Negli ultimi tempi va per la maggiore la casa vintage. Si tratta di spazi che prendono come modello lo stile di vita degli anni Cinquanta, con arredi retrò e angoli colorati (forse per sfuggire, almeno con l’immaginazione, al clima precario della società attua-le). Seguono la stessa linea gli elettro-domestici, più simili a quelli americani del dopoguerra, che non a quelli che abitualmente ritroviamo nei rivenditori tradizionali.

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LA TRADIZIONE DEL MOBILEUna storia di trecento anni

Dici Brianza e inevitabile è il confronto con la ricca produzione di mobili, arre-damenti e design. Ma quando ha avuto inizio quest’attività? Gli storici si rife-riscono a un periodo particolare della società borghese, risalente a un paio di secoli fa. Protagoniste famiglie facolto-se che, dimorando a Milano, comincia-rono a estendere i loro possedimenti in Brianza, con l’idea di costruire abitazioni dove andare a trascorrere i mesi più caldi dell’anno: è questo il motivo per cui ancora oggi quest’angolo di geogra-fia lombarda è puntellato di ville son-tuose ed eleganti; si parlò per la prima volta di villa a delizia, riferendosi a re-altà architettoniche suburbane, desti-nate, appunto, alla villeggiatura. L’edi-ficazione della Villa Reale rende bene

l’idea. Anche se, in questo caso, l’avvio dei lavori fu frutto dell’interesse dell’im-peratrice d’Austria Maria Teresa. Alla fine fu necessario arredarla con mobi-li raffinati e ben fatti. E qui la Brianza seppe rispondere alla perfezione, con un artigianato sopraffino che s’è pro-tratto fino al dopoguerra; soddisfacen-do, certo, i desideri della sovrana, ma anche di tutti gli altolocati milanesi. Con la fine del Secondo conflitto mondiale la manodopera artigianale è sostitui-ta dall’intensa produzione industriale; ma prendono piede nuove “eccellen-ze”: l’intaglio, l’intarsio, la laccatura, la lavorazione dei vetri e dei cristalli. La Brianza diviene così un centro cardine per l’arredamento e la produzione di mobili. «So che la Brianza è un laborato-

rio creativo», ha recentemente rivelato il celebre architetto Daniel Libeskind, «per chiunque voglia prodotti che non siano solo di massa, ma contengano anche la tradizione. Ecco perché, per incon-trare una persona che sappia come si fanno le cose, devi andare in Brianza». Come per i dipinti e le correnti artisti-che, anche il mondo del mobile ha sem-pre obbedito a diktat precisi. Si suole, dunque, mettere in relazione il periodo storico considerato con lo stile adot-tato per realizzare un certo prodotto. Nel Settecento, quando in Brianza inizia la corsa alle ville di delizia, si è in pie-no rococò, un’evoluzione del tardo ba-rocco; con mobili sfarzosi che trovano corrispondenza nei giardini abbelliti, per

esempio, con grotte artificiali. In seguito si passerà al neoclassicismo, ispirandosi all’epopea greca e romana, al Direttorio e all’Impero nell’Ottocento.

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IL DISTRETTO DEL MOBILEAssociazioni e artigianato

Avviene dopo la felice esperienza ma-turata dalla Scuola Arti e Mestieri, co-stituita nel 1882, e considera una rete di piccole imprese legate fra loro da re-lazioni d’interesse reciproco e comple-mentarità. Il boom si ha dalla fine della guerra in poi. E’ in questa fase che la tradizione della lavorazione del mobile non riguarda più solo le famiglie be-nestanti, ma tutti i nuclei familiari che “mettono su casa” e desiderano abbel-lirla; consapevoli del fatto che non si vive più in tuguri rurali gelidi d’inverno e sof-focanti d’estate, ma in confortevoli co-struzioni tarate apposta per soddisfare ogni esigenza. Cambiano le cose con gli anni Settanta, periodo in cui alcune aziende iniziano a chiudere, e negli anni Novanta, nel momento in cui la tecnolo-gia determina numerose trasformazioni in campo produttivo; con domande, da parte dei clienti, sempre più specifiche e ricercate. Oggi il distretto coinvolge i seguen-ti comuni: Alzate Brianza, Anzano del

Parco, Arosio, Brenna, Cabiate, Can-tù, Carimate, Carugo, Cucciago, Figino, Serenza, Inverigo, Mariano Comense, Novedrate, Rovellasca, Rovello Porro e Turate. Si occupa di mobili e oggetti in legno, ma anche mobili in metallo e pro-dotti d’arredamento; che soddisfano in primis camere da letto e salotti, ma non mancano offerte significative destinate a rendere confortevole cucine, antica-mere, sgabuzzini e perfino uffici.

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LE VILLETTE A SCHIERALa Brianza che si rinnova

Sono tipiche della realtà edilizia del dopoguerra brianzolo. Nascono come unità abitative, di due o tre piani, lega-te ad altre dimore identiche, a formare un unico corpo edilizio. Si tratta di case mono-familiari e indipendenti, di solito contrassegnate da due piccole zone verdi. In realtà i semi di questa tipologia edilizia risalgono all’Alto Medioevo, con gli artigiani più facoltosi che realizzava-no con le loro mani abitazioni che se-guivano il corso delle strade principali, dove potevano vendere meglio i propri prodotti. Le prime vere villette a schiera risalgono però al Settecento inglese; si passa poi allo stile Vittoriano, e a villette sempre più contenute, con dimensioni degli alloggi comprese fra 70 e 120 metri quadrati. In questa fase compaiono an-

che quelle destinate agli operai, nuova classe sociale che si sviluppa in seguito alla rivoluzione industriale. La villetta a schiera come tutti la conosciamo nasce ufficialmente nel 1929 a Francoforte, con il Congresso internazionale di Ar-chitettura moderna. In Italia ha un vero e proprio boom dopo gli anni Sessanta, con un riassestamento globale del con-cetto di urbanizzazione. Uno dei primi esempi è quello del quartiere Cesate di Milano, dove vengono edificate le prime villette a schiera nel 1957. L’esperienza è più che positiva e in poco tempo la proposta edilizia conquista le altre prin-cipali città italiane (Roma in primis), ma non meno angoli di territorio non anco-ra sfruttati dal punto di vista urbanisti-co, come, appunto, la Brianza.

IL MUSTIl museo del territorio

Un luogo per testimoniare la realtà cul-turale e antropologica di un paese e del suo circondario: il Must è un museo comunale gestito dal comune di Vimer-cate, istituito nel 2004 e aperto al pub-blico dal 12 novembre 2010. La sezione archeologica concerne reperti antichi ritrovati a Vimercate o nella zona, o recuperati da privati. Quella fotografi-ca consta di oltre 10mila fotografie che descrivono la storia del vimercatese

dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri; affrontando tematiche diverse, arte, cultura, politica, economia e folclore. A ciò si aggiungono pregevoli opere d’ar-te e oggetti storici a partire dal tardo medioevo. La struttura organizza pe-riodicamente eventi e conferenze: la-boratori esperenziali per i più piccoli, compresi bimbi fra 1 e 3 anni; e labora-tori per gli adulti, che possono dedicarsi alla pittura o alla scultura.

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Casa e design

LA CASA E I BONUS FISCALIL’immobile “legislativo”

di Giuseppe Ossoli

Stiamo avvicinandoci alla fine dell’anno, almeno quello fiscale, ed eccoci nuova-mente travolti dalle novità che ci atten-dono per il 2017, o forse, alle riconfer-me in tema di detrazioni e deduzioni. Tra di queste un posto di sicuro rilievo è dedicato al tema “casa”, argomento di grande interesse per i cittadini, an-che perché, negli ultimi anni, sulla casa molte novità fiscali sono state adottate. Lo stesso Governo si è recentemente attivato tramite una vera campagna di promozione con lo scopo di far co-noscere ai cittadini tutte le agevolazio-ni fiscali a disposizione di chi una casa ce l’ha già o di chi intende acquistarla. è bene ricordare, allora, cosa è attual-mente fruibile come agevolazione fi-scale per il settore immobiliare, novità introdotte dalla Legge di stabilità 2016 e che saranno oggetto di riconferma anche per il 2017. Ricordiamo, quindi, gli innovativi bonus ristrutturazioni e riqualificazioni ener-getiche, il doppio bonus mobili, l’abo-lizione della Tasi sulla prima casa, fino alla riduzione dell’Imu per gli affitti sul canone concordato e l’introduzione del leasing immobiliare anche per i privati. La norma di maggior interesse riguarda certamente l’esclusione dalla Tasi delle unità immobiliari destinate ad abitazio-ne principale dal possessore nonché dall’utilizzatore e dal suo nucleo fami-

liare, ad eccezione di quelle classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9, vale a dire: abitazioni di tipo signorile (A/1); abitazioni in ville (A/8); castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o sto-rici (A/9). Per queste unità immobiliari risulta applicabile il seguenteregime: - Imu tra il 2 e il 6 per mille (ali-quota di base pari al 4 per mille, riduci-bile o elevabile) - Tasi con aliquota dell’1 per mille, ma limite massimo Imu-Tasi pari al 6 per mille - possibilità di arri-vare al 6,8 per mille da parte dei Co-muni che abbiano previsto l’utilizzo della maggiorazione dello 0,8 per mille per le unità immobiliari interessate. Con riguardo alla tassa rifiuti è invece pro-rogata anche per il 2017 la modalità di commisurazione della tassa sui rifiuti (Tari) da parte dei Comuni sulla base di un criterio medio- ordinario, ovvero in base alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie in relazione agli usi ed alla ti-pologia di attività svolte e non dell’ef-fettiva quantità di rifiuti prodotti. Per chi è possessore di immobili all’estero si ri-corda l’applicazione dell’imposta sul va-lore degli stessi, l’Ivie, fatto salvo i casi di solo possesso dell’abitazione principale e delle relative pertinenze e di casa co-niugale assegnata al coniuge, a seguito di provvedimento di separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazio-ne degli effetti civili del matrimonio, ad eccezione delle unità immobiliari che in

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Italia risultano classificate nelle catego-rie catastali A/1, A/8 e A/9. Sempre sul tema di imposte locali, per gli immobi-li locati a canone concordato, l’Imu e la Tasi sono ridotte del 25%. Mentre, chi concede in comodato un immobile non di lusso ad un familiare che la adibisce ad abitazione principale può godere della riduzione della base imponibile dell’Imu e della Tasi al 50%. Si precisa che per usufruire di tale age-volazione è necessario che il contratto sia registrato, il comodante (il proprie-tario dell’abitazione) possieda un solo immobile in Italia e che il comodante risieda anagraficamente nonché dimo-ri abitualmente nello stesso Comune in

cui è situato l’immobile concesso in co-modato. Il beneficio si applica anche nel caso in cui il comodante, oltre all’immo-bile concesso in comodato, possiede nello stesso Comune un altro immobile adibito a propria abitazione principale. Interessanti novità anche per quanto ri-guarda l’acquisto della prima casa sono in vigore dal 1° gennaio e tra di esse ri-leva il fatto di non essere più ostativo il possesso di un’altra abitazione ac-quistata con i benefici fiscali, purché sia alienata entro un anno. Infatti, il pre-supposto della non contemporaneità potrà essere realizzato in un secondo momento. In poche parole, cambiare casa è ora più semplice, poiché il pre-

Casa e designCasa e design

ge dei diritti di proprietà, usufrutto, uso ed abitazione di altra casa di abi-tazione nel territorio del Comune in cui è situato l’immobile da acquistare;

• nell’atto di acquisto l’acquirente deve dichiarare di non essere titolare su tutto il territorio nazionale, neppu-re per quote, anche in regime di co-munione legale, dei diritti di proprie-tà, usufrutto, uso, abitazione e nuda proprietà su altra casa di abitazione acquistata dallo stesso soggetto o dal coniuge con le agevolazioni “prima casa” che si sono susseguite dal 1982 in poi.

Maggiori sconti Irpef sono riservati per l’acquisto di abitazioni energetiche, in quanto il comma 56 della Legge di Sta-bilità 2016 ha istituito un premio fisca-le per le persone fisiche che, entro il 31 dicembre 2016, compreranno dall’im-presa costruttrice unità immobiliari a destinazione residenziale di classe energetica A o B. Il premio consiste nel-la possibilità di detrarre dall’Irpef lorda, fino a concorrenza del suo ammontare, il 50% dell’Iva pagata in relazione all’ac-quisto. Il beneficio dovrà essere sud-diviso in dieci quote costanti, a partire dall’anno in cui la spesa è stata soste-nuta. Ci saranno meno imposte per chi compra in leasing l’abitazione principa-le. Il pacchetto di misure per il leasing immobiliare abitativo prevede agevola-zioni fiscali e garanzie civilistiche finaliz-zate a favorire l’utilizzo dello strumento del leasing per l’acquisto dell’abitazione principale. è istituito anche un Fondo di garanzia per l’acquisto e la ristrut-turazione della prima casa che con-sente di richiedere mutui ipotecari fino a 250.000 euro avvalendosi delle ga-

supposto della non titolarità contem-poranea di più alloggi acquistati con l’agevolazione potrà essere realizzato in un secondo momento.Anche il regime fiscale è agevolato per l’acquisto prima casa, differenziato in base all’applicabilità o meno dell’Iva. Se la cessione è imponibile ad Iva, l’age-volazione consiste nell’applicazione dell’aliquota ridotta del 4%. Sono inoltre dovute le imposte di registro, ipotecaria e catastale di 200 euro ciascuna, l’im-posta di bollo, i tributi speciali catastali e le tasse ipotecarie. Se, invece, la cessio-ne non è imponibile ad Iva, l’agevolazio-ne consiste nell’applicazione dell’impo-sta proporzionale di registro ridotta del 2% con il minimo di 1.000 euro, nonché delle imposte ipotecaria e catastale di50 euro ciascuna. Non cambiano, invece, i requisiti dell’agevolazione acquisto prima casa:• l’abitazione deve essere situata nel

territorio del Comune in cui l’acqui-rente ha o stabilisca entro 18 mesi dall’acquisto la propria residenza, oppure nel territorio del Comune in cui egli svolge la propria attività o, se trasferito all’estero per ragioni di la-voro, in quello in cui ha sede o eserci-ta l’attività il soggetto da cui dipende; nel caso in cui l’acquirente sia citta-dino italiano emigrato all’estero, deve trattarsi della prima casa sul territo-rio italiano; la dichiarazione di voler stabilire la residenza nel Comune in cui è situata l’abitazione acquistata deve essere resa, a pena di deca-denza, nell’atto di acquisto;

• nell’atto di acquisto l’acquirente deve dichiarare di non essere titolare esclusivo o in comunione con il coniu-

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ranzie statali per la metà dell’importo. Non solo, ma il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha anche messo a disposizione uno strumento che per-mette di sospendere per un tempo de-terminato il pagamento delle rate del mutuo in caso si verifichino situazioni di temporanea difficoltà economica: il Fondo di solidarietà per i mutui prima casa. Infine, è possibile accedere ad al-cuni interessanti benefici fiscali che ri-guardano le ristrutturazioni edilizie ed il bonus mobili che prevedono la detra-zione del 50% delle spese sostenute per interventi di ristrutturazione edili-zia fino a un massimo di 96.000 euro di spese. Per gli immobili oggetto di ristruttura-

zione, anche la possibilità di detrarre le spese sostenute fino al 31 dicembre 2016 (da calcolare su un importo mas-simo di 10.000 euro per unità immobi-liare fruito in dieci quote annuali di pari importo), per acquistare mobili e gran-di elettrodomestici di classe energe-tica non inferiore ad A+ (A per i forni). In questo caso, la detrazione del 50%, entro un massimo di 10.000 euro, per l’acquisto di mobili e grandi elettrodo-mestici, è indipendente dall’importo complessivo delle spese sostenute per la ristrutturazione edilizia e fino ad un massimo di 16.000 euro per l’acquisto di mobili nuovi effettuato da giovani cop-pie (nelle quali almeno uno dei due non ha superato i 35 anni di età) acquirenti

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di un immobile da adibire ad abitazione principale. Il bonus mobili non è cumu-labile con quello relativo all’acquisto di arredi (mobili e grandi elettrodomestici) per l’immobile ristrutturato. Per la riqualificazione energetica degli edifici è in vigore la detrazione fiscale pari al 65% per interventi di riqualifica-zione energetica, intendendo quelli at-tuati sulle parti comuni degli edifici con-dominiali e quelli che riguardano tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio. Tra questi interven-ti anche quelli effettuati per il migliora-mento o l’adeguamento antisismico e per la messa in sicurezza degli edifici o se gli interventi sono effettuati su edifici ricadenti in zone sismiche ad alta peri-colosità adibiti ad abitazione principale o ad attività produttiva.La norma non stabilisce quali opere o impianti occorre realizzare per raggiun-gere le prestazioni energetiche richie-ste. L’intervento, infatti, è definito in funzione del risultato che si consegue in termini di riduzione del fabbisogno an-nuo di energia primaria per la climatiz-zazione invernale dell’intero fabbricato. Pertanto, la categoria degli “interventi di riqualificazione energetica” ammes-si al beneficio fiscale include qualsia-si intervento, o insieme sistematico di interventi, che incida sulla prestazione energetica dell’edificio, realizzando la maggior efficienza energetica richiesta dalla norma. L’agevolazione fiscale con-siste in detrazioni dall’Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) o dall’Ires (Imposta sul reddito delle società) ed è concessa quando si eseguono interven-ti di ristrutturazione edilizia ed acquisto mobili ed elettrodomestici connesso alla

ristrutturazione, di riqualificazione ener-getica degli immobili e di miglioramento ed adeguamento sismico. Le detrazioni, da ripartire in dieci rate annuali di pari importo, sono riconosciute nelle misure del 50% per le ristrutturazioni edilizie e l’acquisto di mobili ed elettrodomesti-ci, 65% per miglioramento energetico, 65% per miglioramento e adeguamen-to sismico. Insomma, a ben vedere, molte sono le opportunità fiscali sulla casa che il cittadino ha la possibilità di valutare. La casa è il nostro piccolo mondo, il luo-go in cui siamo cresciuti e dove crescono anche i nostri figli. è il luogo dove trova-re noi stessi. è quindi giusto conoscere tutto su di essa, comprese le valutazio-ni fiscali che i nostri governati pensano ed adottano su di essa, perché queste scelte condizionano la nostra vita, nel vivo, direttamente in casa, quella fisi-ca. Opportunità fiscali da conoscere per fare in modo che ognuno di noi viva bene in casa propria, per migliorarsi e per fare in modo di essere efficace e coerente con se stesso, per avere va-lori. è solo attraverso la coerenza che possono esistere valori. Anche questo ci può insegnare una Legge di stabilità.

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Il concetto di eco-sostenibilità sta ri-scuotendo grande interesse negli ultimi tempi. è il motivo per cui ogni costruzio-ne non può più prescindere dall’aspetto ambientale e dalla necessità di edificare seguendo un criterio ecologico. Anche in Brianza si è molto attenti a questa pre-rogativa. Gli esempi sono numerosi.

CASATENOVO Un ristorante ecososte-nibile, nel cuore della Brianza lecchese, a Casatenovo. Sorge in via Milani, 28: è Fabbrica Libera. Offre piatti tipici a chilometro zero e una vasta gamma di prodotti biologici nel menù, com-presi pizze, farine, carni, vino e olio. Il posizionamento di rastrelliere, invita i clienti a raggiungere il luogo di ristoro in bicicletta, impattando il meno possibi-le sull’ambiente. Il risparmio energetico è assicurato dall’impiego di lampade a basso consumo classe A e caldaie a condensazione. COrrEzzANA Nel 2015 sono partiti i lavori per la realizzazione di una casa passiva in legno ad alta efficienza ener-getica. A firmarla è BLM Domus. Si trat-ta di una villetta monofamiliare di 140 metri quadrati; che gode della certifi-cazione dall’agenzia Casa Clima di Bol-zano, ente preposto alla certificazione energetica e ambientale degli edifici di nuova generazione. BIASSONO Il primo supermercato brianzolo biosostenibile sorge in via Trento e Trieste 114. Fa parte del grup-

Sorge a Erba , nel cuore dell’alta Brianza, la “residenza le Essenze” prima abitazio-ne senza contatore del metano. Costruzione antisismica in classe A, mas-simo confort e ambienti salutrai; un capo-lavoro di tecnologia. è dotata di impianto fotovoltaico, im-pianto geotermico per riscaldare o raf-frescare le unità immobiliari, ventilazione meccanica controllata in ogni locale con recupero di energia dell’80% e deumidifi-cazione quando entra in funzione il raffre-scamento a pavimento. Irrigazioni fioriere, aree verdi e lo sciacquone dei bagni sono

po Unes. I cestelli della spesa sono ot-tenuti dal recupero di 120mila tappi di plastica; i carrelli, dal riciclo di 25mila bottiglie in pet; i divisori dei banchi frigo sono realizzati con oltre 6mila bottiglie di plastica. MONzA La scuola Citterio è il primo edificio pubblico monzese realizzato interamente seguendo criteri ecologici e di sostenibilità. Il riferimento è a una scuola per 650 alunni, distribuita su una superficie di 5.700 metri quadra-ti, disposti su tre livelli. Le 25 aule sono orientate verso sud, per ottimizzare la luce e l’ottenimento di calore in inverno. La costruzione si basa esclusivamente su materiali di origine naturale. SErEGNO La panchina verde di Sere-gno è stata progettata da un ragazzino delle medie e messa a punto da stu-denti del Pertini di Seregno e del Ter-ragni di Meda. è costruita con legno di abete e bambù e piccole parti in allu-minio; tutti elementi ecosostenibili per-ché facilmente riciclabili. In più, nessun impiego di colle o solventi chimici.

alimentati tramite un sistema di accumulo di acqua piovana. I materiali utilizzati per il rivestimento delle facciate sono dotati di sistema autopulenti, che garantisce l’as-senza di manutenzione per parecchi anni dalla consegna.La “residenza le Essenze” e la “residen-za 5 stelle”, di prossima costruzione su un prestigioso appezzamento di terreno con splendida vista lago, sono uno stra-ordinario esempio di edilizia sostenibile, ai massimi livelli di efficienza energetica, destinati a mantenere il proprio valore nel tempo.

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Gusto e tradizioni

LA CASSUOLAPiatto povero ma gustoso

Innanzitutto il nome, un bel rebus. Le possibilità sono infinite - cassoeula, ca-soela, cazzuola, cazzola, bottaggio - for-se tante quante sono i modi per pre-pararla. è uno dei piatti più famosi della tradizione brianzola e lombarda; ricon-ducibile all’hochepot fiammingo e alla choucroute alsaziana. Si dice che abbia preso piede in seguito a una storia d’amore fra un soldato spa-gnolo del Seicento e una giovane mila-nese; costui le avrebbe rivelato la ricetta poi giunta fino ai nostri giorni. In altri casi si parla di mogli in affanno che per non ritardare la preparazione della cena e indisporre i mariti, gettavano in pentola verze e maiale senza tante premure. Le prime ricette ufficiali risalgono alla fine del Cinquecento. Da sempre conside-rato un piatto povero, perché la carne di maiale costa poco e le verze sovrab-bondano negli orti brianzoli.

PrEPArAzIONE: • bollire piedini di maiale, cotenne e

orecchie;• soffriggere in una casseruola un po’ di

cipolla con l’aggiunta di burro; sedano, carote e vino bianco;

• salare e mescolare, lasciando cuocere il tutto per un’ora a fuoco basso;

• pulire a parte le verze, tagliarle a pez-zetti, prima di aggiungerle al resto previa cottura;

• mettere il coperchio e di nuovo al cal-do per mezz’ora.

La cassuola è pronta da servire accom-pagnata da un bel bicchiere di rosso. Un consiglio su tutti su come preparar-la in modo adeguato, giunge da uno dei tanti proverbi del folclore brianzolo: “La cazzoeula l’ha da vess ben tacchenta e minga sbrodolada e sbrodo lenta!”, la casoeula deve essere appiccicosa e non brodosa e liquida.

Una storia che va avanti da oltre 50 anni; grazie all’esperienza e alla serietà di BONA s.a.s. Concessionaria Renault di Lissone. A disposizione del cliente un moderno show room, dove chiunque può ammirare la gam-ma di autovetture, essere informato sul-le promozioni ed offerte in corso, ricevere assistenza dai consulenti alle vendite; e la possibilità di conoscere le offerte Renault e Dacia e valutare, tra le diverse formule di pagamento, la più adatta alle singole esi-genze. Le vetture del parco auto d’occa-sione hanno subito un’attenta revisione da parte del personale, ed è garantita 12 mesi sui principali organi meccanici. Per gli aman-ti del particolare è stata creata una piccola boutique Renault, dedicata ai gadget della casa madre. Il personale è pronto a interve-nire per risolvere rapidamente qualsiasi in-conveniente, supportato anche da un ampio e fornito magazzino ricambi originali Renault, e da un’attrezzata officina riparazioni sud-divisa in settori quali carrozzeria, gommista, assistenza meccanica ed elettrauto e ser-vizio revisioni; tutti dotati delle più moderne apparecchiature per soddisfare la clientela più attenta ed esigente. Per informazioni: 039.2454374.

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Gusto e tradizioni

LA TORTA DEL PAESEIl dolce della nonna... e dei morti Puntuale per la festa del paese arriva sulle tavole dei brianzoli la torta paesa-na (detta anche torta nera, di pane o di michelacc). PrEPArAzIONE:• tritare il pane (rosette o francesini) e

porre in una grossa terrina. • scaldare il latte in una casseruola e

sciogliere il burro; • aggiungere cioccolato tritato, amaretti,

biscotti sbriciolati, cacao e zucchero.

• far riposare l’impasto per quattro ore;• aggiungere all’impasto uova, pinoli,

scorza di limone grattugiata, un pizzico di sale, canditi tritati e uvetta strizzata precedentemente ammorbidita in una ciotola d’acqua;

• amalgamamare il tutto all’interno di uno stampo di venti centimetri di dia-metro, con bordi alti;

• cuocere a 180 gradi per un’ora e mezza; • lasciare raffreddare mezz’ora.

IL RISOTTO GIALLOLa tradizione dello zafferano

colore giallo oro. La ricetta improvvisata dell’aiutante di Valerio si diffuse istan-taneamente e dal quel momento il ri-sotto giallo divenne uno dei simboli della cucina milanese e lombarda. PrEPArAzIONE: • scaldare l’olio extra vergine di oliva e

aggiunfere la cipolla tagliata e non tri-tata;

• rosolare la cipolla e aggiungere il riso; • bagnare con vino bianco fino a far

evaporare e portare il tutto a cottura; • togliere dal fuoco il risotto e aggiunge-

re grana padano e burro. Questa, in realtà, è la ricetta vegeta-riana. Il riso giallo alla milanese viene, infatti, servito spesso con l’aggiunta di midollo di bue, rendendolo ancora più saporito.

Piatto tipico della tradizione milanese, la sua storia inizia nel 1574. La leggen-da vuole, infatti, che Mastro Valerio di Fiandra, un fiammingo di Lovanio, stes-se lavorando alle vetrate del Duomo di Milano; e che in suo aiuto ci fosse un tipo abituato a mischiare lo zafferano ai colori per renderli più vivaci; (non è un caso che l’avessero soprannomina-to zafferano). Un giorno Valerio gli disse che avanti di quel passo sarebbe fini-to col mettere lo zafferano anche nelle pietanze. Lo prese alla lettera. E il gior-no delle nozze della figlia di Valerio, l’aiu-tante ne aggiunse un po’ di nascosto al risotto, che tradizionalmente veniva condito solo col burro. Saltò fuori un piatto buonissimo per il palato, ma an-che bello da vedere, con quell’inusuale

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Gusto e tradizioni

tare le “ricette” di una lavorazione essen-ziale e concentrata sul risultato. Nel 1999 il Prosciutto Crudo Marco D’Oggiono è stato riconosciuto dalla Regione Lombardia “Pro-dotto Tradizionale Lombardo” e come tale è presente in tutti gli atlanti di prodotti tipici e tradizionali della Regione. Tanti sono anche i riconoscimenti di stima di colleghi e gui-de specializzate come le prime citazioni nel 2008 Artigiano Radioso di Massobrio e Gatti e nella Guida del Gambero Rosso nel 2011.

L’OSTERIA BRIANZOLAI dieci anni di Oss Bus

Gusto e tradizioni

Vicolo Comunale, 4 ang. Via Roma, 1 - Meda (MB)0362 17.05.528345 [email protected]

Orari di aperturaPranzo 12:00 - 14:30Cena 19:30 - 23:00Chiuso Martedì tutto il giornoSabato a pranzo

CENE E PRANZI DI LAVORO, RICORRENZE,EVENTI SPECIALI, FESTE E COMPLEANNI

Tradizione Brianzola

Oss Bus sta per compiere dieci anni. L’avven-tura dell’osteria tradizionale di Meda è infat-ti partita nel 2007, grazie alla passione e alla buona volontà di Paolo, il proprietario. Un pun-to di partenza per chi vuole tuffarsi nel mondo culinario meneghino e brianzolo; ma anche il luogo ideale per chi ha semplicemente voglia di un buon piatto. «L’osteria non dimentica la tradizione del territorio nel quale sorge», dico-no i proprietari, «narrandola attraverso i propri piatti e le antiche fotografie che danno vita ad

un’atmosfera calda ed accogliente, adatta a pranzi di lavoro, cene di famiglia e mangiate con amici». Non è solo cibo, ma anche vino e bevande. Ricette e carte dei vini, si affiancano a piatti e menù in grado di sorprendere anche i clienti abituali. Il valore dell’osteria è compro-vato da alcuni amici che periodicamente pre-notano i tavoli di Oss Bus; tra cui importanti nomi dello spettacolo e dello sport, oltre che molti protagonisti del calcio italiano e interna-zionale, l’altra grande passione di Paolo.

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Sport e benessere

LO SPORT BRIANZOLOFra calcio e basket

Il calcio si è visto di un certo livello, ma da un po’ di tempo è sprofondato in una grave crisi dalla quale stenta a ri-prendersi. Tre le squadre di riferimento, geograficamente ai vertici dell’ipoteti-co triangolo brianzolo: Como, Lecco e Monza. Il Como nasce nel 1907, nel 1949 raggiunge la serie A. Il miglior piazza-mento è il sesto posto nel campionato 1949-1950. Tredici i campionati dispu-tati nella massima divisione, l’ultimo nella stagione 2002-2003. Dopo mille peripezie fallisce nel 2004. Dalle ceneri della Calcio Como s.p.a. nasce l’attuale Calcio Como s.r.l. Le storie del Lecco calcio e del Monza iniziano nel 1912. Il Lecco ha giocato in serie A tre volte, e undici in serie B. La sua prima partita, il 13 aprile 1912, la gioca contro il Milan, perdendo 4-1. Sto-rica la presenza in panchina di Rober-to Donadoni, ex calciatore del Milano, nell’annata 2001-2002, benché prean-nunci il tracollo finanziario e la partenza dal campionato Eccellenza. Il Monza sfiorò la serie A nel 1978, ma la massima divisione rimarrà sempre un miraggio. La società fallisce nella stagione 2003-2004. E la rifondazio-ne risale al 2015. è una delle squadre che ha disputato più campionati in serie B, arrivando a 38 edizioni. L’ultima annata è quella del 2000-2001. Oggi milita in serie D, la quarta serie del campionato di calcio. E le partite si disputano nel noto stadio

Brianteo, alla periferia della città. La Pallacanestro Cantù nasce nel 1936 ed è ancora oggi una delle squadre più blasonate del campionato italiano di basket. Gioca in serie A da 59 stagioni e può vantare tre scudetti e due edi-zioni della Supercoppa Italiana. è l’uni-ca squadra a vantare simili risultati pur non essendo un capoluogo di provincia. E c’è l’Europa: con due vittorie in Cop-pa Campioni, quattro nella Coppa delle Coppe e, quattro Coppe Korac e due Coppe Intercontinentali. Come raggiungere

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Sport e benessere

L’ESPERIENZA DI BIOMEDICAl servizio del cittadino

è il Centro Medico Polispecialistico di Vil-la Guardia che nasce dal cuore e dalla passione di un ricercatore svizzero, Ful-vio Balmelli, da sempre alla ricerca di so-luzioni sempre più appropriate in campo diagnostico e terapico. Presso il Biome-dic sono state isolate un gran numero di variabili, catalogate in maniera precisa e creata così una vera e propria Tecno-logia funzionale chiamata Kyminasi. C’è una differenza sostanziale tra il pos-sedere un’eccellente apparecchiatura elettromedicale utilizzandola come da protocollo e il programmarla con spe-cifici programmi di frequenze capaci di evidenziare elementi fondamentali, ge-neralmente non visibili con i sistemi della medicina convenzionale. Questo è ciò che distingue il Biomedic nel prendersi cura del paziente, sostenuto da un alto

livello tecnologico a complementazione di ciò che già la medicina convenzionale mette a disposizione, con maggiori pos-sibilità di individuare i fattori che sono all’origine dei sintomi accusati. Forte di decenni di studi e migliaia di casi risol-ti, Biomedic propone il Test Biofisico: un esame non invasivo, della durata di cir-ca un’ora, che permette di risalire alle cause degli eventuali squilibri del proprio organismo, utilizzando un sistema di fe-edback attraverso le frequenze. Dopo una visita con il medico, il tecnico spe-cializzato verifica l’esistenza di eventuali intolleranze alimentari, verificando an-che i processi metabolici e gli alimenti non metabolizzati. L’esclusiva tecnologia Kyminasi tratta l’organismo seguendo le leggi della biofisica anziché quelle della chimica.

Sport e benessere

LA MONZA RESEGONE La grande sfida podistica

L’ultima edizione, la 56esima, si è tenuta nella notte fra sabato 18 e domenica 19 giugno 2016, in condizioni non facili: c’era freddo, umidità e molto fango. Colpa delle precipitazioni dei giorni precedenti che hanno abbassato drasticamen-te le temperature. 281 le squadre alla partenza. Ha vinto il terzetto marocchino rappresentato da Ahmed Nasef, Lahcen Mokraji, Youssef Sbaii, del Centro di Medicina dello sport Brimar 8 Team - Carate Brianza; che ha percorso il tragitto in 3 ore, 6 minuti e 20 secondi; l’anno prima i vincitori della Me.Pa Assicurazioni Monza lo avevano concluso in

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2 ore 55 minuti e 1 secondo. La Monza-resegone è una gara podistica a squadre, che si disputa di notte, in contemporanea alla sagra di San Gio-vanni (patrono di Monza). Si disputa in qualunque condizione atmosferica. Nel 2015 ci fu il record di 300 squadre partecipanti, con il coinvolgimento di 900 atleti. Dal 1998 anche le squadre femminili possono prendere parte alla kermesse podistica. 71 gli anni del partecipante più anziano, 18 quelli del più giovane. 42 i chilometri totali da percorre-re, da Monza al Rifugio Capanna Monza, posto a 1220 metri di quota, sotto la cima del Resegone.

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Eventi

OTTOBrE

9 ottobreFesta Patronale della Madonna del SS. rosario e di San Bartolomeo Brugherio

8-16 ottobre ImpastataOsnago

Dal 14 al 16 ottobre La Fiera degli sposiMariano Comense

21 ottobre Prometeo: il dono Osnago

23 ottobre Profumi e colori di autunno Vertemate con Minoprio

23 ottobreVille aperte in Brianza Sirtori

28 ottobreImmagimondoL’Iran contemporaneo Lecco

29 ottobre rassegna internazionale capolavori di musica religiosa. Concerto d’organo Lecco

30 ottobre Trekking d’autunno Montevecchia

30 ottobre Sagra della castagna Muggiò

31 ottobreHalloween Party Lecco

Fino al 1 novembre I segreti del Piccolo Popolo Monza

NOVEMBrE

5 novembre 21esima rassegna teatrale airunese Airuno

6 novembre Visite guidate a Villa Manzoni Lecco

Dal 7 al 9 novembre Erba Elettronica Erba

12 novembre Festa e Fiera di San Martino Bellusco

13 novembre Festa di San MartinoBovisio Masciago

13 novembreBrianza Wine Festival Carate Brianza

19 novembre Dall’alba dell’uomo a Homo sapiens Varenna

20 novembre Crea ed esponi, decima edizione Calolziocorte

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L’AUTODROMOIl tempio della velocità

Più vecchi ci sono solo i circuiti di India-napolis e di Brooklands, negli Usa. Poi c’è l’autodromo di Monza. La sua storia, infat-ti, risale al 1922, anno in cui l’Automobile Club di Milano, in occasione del venticin-quesimo dell’associazione, decise di dare vita alla costruzione di una pista automo-bilistica: il Tempio della velocità. 3500 gli operai coinvolti, 200 carri, 30 autocarri, e una ferrovia Decauville di cinque chilo-metri con 80 vagoni. In centodieci giorni il circuito fu pronto. Pietro Bordino e Fe-

lice Nazzaro l’inaugurano ufficialmente il 28 luglio dello stesso anno. Un tracciato molto veloce, e i rischi per i piloti erano altissimi. Nel 1928 Emilio Materassi fini-sce fuori strada uccidendo venti persone. Arriva nel 1939, quando gran parte della pista perde la sua forma originaria. Torna all’antico splendore nel 1948. Con la pa-rabolica, che farà parte del circuito tradi-zionale fino al 1969. Nuovi “aggiustamenti” avvengono nel 1994, nel 1995 e nel 2000. Ancora oggi ospita il Gran Premio d’Italia.

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Eventi

Fino al 20 novembre Mostra d’arte: i volti della misericordia Civate

22 novembreCommercianti per un giornoErba

23 novembrePalio di San Clemente Seveso

25 novembre Fiera di Santa Caterina Centro storico, Besana Brianza

26 novembre Aida di Giuseppe Verdi con il Coro lirico Mafalda Favera di CalolziocorteAiruno

27 novembre Le forme dell’acqua Montevecchia

Fino al 27 novembre Sapori d’autunno in Valvarrone Sueglio

Fino al 27 novembreCarrousel Streetmarket: artigianato creativo, remake e autoproduzioniMonza

DICEMBrE

Fino al 4 dicembre Sapori della Brianza Cesano Maderno

10 dicembre Gran Gala Viennese Paderno d’Adda

11 dicembre Aspettando Natale: tra luci, colori e sapori tipici del NataleCeriano Laghetto

Dal 12 al 13 dicembre Esposizione caninaErba

17 dicembre Insieme con la musica Lecco

18 dicembre Festival organistico Montevecchia

24 dicembre Slitta di Babbo Natale Varenna

Nuova Comunicazione

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