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Ogni momento è l’ora, così come ogni anno Lui ripassa perché
anco-ra e ancora spera di trovare frutti. Qualcosa di nuovo sui
rami della nostra vita. Noi non crediamo, sia-mo scettici,
distratti, suscettibili ad ogni minimo cambiamento di ven-to… o di
tendenza. Eppure Lui ripassa.
Ripassa da morte a vita. “Nemmeno se uno risuscitasse dai morti
crederebbero…”(Lc 16,31). Eppure ripassa. Non cede nemme-no
all’incredulità che vede con i propri occhi, quegli occhi che
rac-contano gli occhi di Maria e Giu-seppe. Non cede nemmeno alla
durezza del nostro cuore, quella durezza che gli ha trapassato
la
carne, quella carne presa in dono per eccesso di amore.
Mi dai quaranta giorni. Che ne farò di questi quaranta giorni?
Che ne farò della tua pa-zienza, del tuo attendermi, del tuo amore
ostinato? Che ne farò del mio desiderio di essere lasciata in pace,
di vivere tranquilla? Che ne farò delle mie mezze misure, delle p a
r o l e s e m p r e p e s a t e , dell’immagine di me che vale più
di me? Che ne farò dei confini che metto, dei pregiudizi che mi
proteg-gono, delle bugie che mi racconto? Che ne farò?
E se mi lasciassi fare? Se la Pa-rola di questi quaranta giorni,
così
lunghi e così brevi, mi facesse il cuore nuovo? Vorrei imparare
a vivere da salvata. Ancora quaresi-ma: non un ricordo, non una
recita, non la messa in scena della morte di Dio. E’ Dio che muore.
E risorge. Quaranta giorni come un nuovo deserto… per sapere che
sapore ha l’assoluto bisogno che Pasqua sia già accaduta.
E se cominciassi a vivere senza far finta che la Pasqua non sia
mai stata?
Benedicat tibi Dominus La fraternità di
Casa Frate Jacopa
Numero 3 - 1 marzo 2009
Ci chiedete: « Chi è il Cristo per voi? » e vi accontentate di
una risposta che può essere di sola memoria!
Chiedeteci: «Che cosa voi proponete di essere per Cristo?»
E vi risponderemo: «Vogliamo essere qualcuno per lui, come egli
è qualcuno per noi» (don Primo Mazzolari)
Per viam… cum fraternitate
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Ti proponiamo di entrare nel cammino dei quaranta giorni in
compagnia di un uomo, un prete, che ha riconosciuto nella realtà,
nelle contraddizioni del vivere, il luogo privilegiato in cui il
Mistero si rivela.
Don Primo Mazzolari è una spina nel fianco. A volte le sue
parole fanno male. E quindi fanno bene.
In fraternità siamo abituate a presentare alle altre gli amici
speciali. Diventano così amici della fraternità.
Nostro Fratello Giuda da una registrazione effettuata a Bozzolo
(giovedi santo, 1958)
La tentazione è incominciata col denaro. Le mani che contano il
denaro. Che cosa mi da-te? Che io ve lo metto nelle mani? E gli
contaro-no trenta denari. Ma glieli hanno contati dopo che il
Cristo era già stato arre-stato e portato davanti al tribunale.
Vedete il barat-to! L’amico, il maestro, colui che l’aveva scelto,
che ne aveva fatto un A-postolo, colui che ci ha fatto un figliolo
di Dio; che ci ha dato la dignità, la libertà, la grandezza dei
figli di Dio. Ecco! Baratto! Trenta denari! Il piccolo guadagno.
Vale poco una coscienza, o miei cari fra-telli, trenta denari. E
qual-che volta anche ci vendia-mo per meno di trenta denari. Ecco i
nostri gua-dagni, per cui voi sentite catalogare Giuda come un
pessimo affarista. C’è qualcheduno che crede di aver fatto un
affare ven-dendo Cristo, rinnegando Cristo, mettendosi dalla parte
dei nemici. Crede di aver guadagnato il posto, un po’ di lavoro,
una certa stima, una certa conside-razione, tra certi amici i quali
godono di poter por-tare via il meglio che c’è nell’anima e nella
co-scienza di qualche loro compagno. Ecco vedete il guadagno?
Trenta denari! Che cosa diventano que-sti trenta denari? ….Che cosa
importa della co-scienza, che cosa importa
essere cristiani? Che co-sa ci importa di Dio? Dio non lo si
vede, Dio non ci da’ da mangiare, Dio non ci fa’ divertire, Dio non
da’ la ragione della nostra vita. I trenta denari. E non abbiamo la
forza di tenerli nelle mani. E se ne van-no. Perché dove la
co-scienza non è tranquilla anche il denaro diventa un tormento...
Povero Giuda. Po-vero fratello nostro. Il più grande dei peccati,
non è quello di vendere il Cristo; è quello di disperare. An-che
Pietro aveva ne-gato il Maestro; e poi lo ha guardato e si è messo
a piangere e il Signore lo ha ricollo-cato al suo posto: il suo
vicario. Tutti gli Apostoli hanno ab-bandonato il Signore e son
tornati, e il Cri-sto ha perdonato loro e li ha ripresi con la
stes-sa fiducia. Credete voi che non ci sarebbe stato po-sto anche
per Giuda se avesse voluto, se si fosse portato ai piedi del
calva-rio, se lo avesse guardato almeno a un angolo o a una svolta
della strada della Via Crucis: la sal-vezza sarebbe arrivata anche
per lui. Povero Giuda. Una croce e un albero di un impiccato. Dei
chiodi e una corda. Provate a confrontare queste due fini. Voi mi
direte: "Muore l’uno e
muore l’altro". Io però vor-rei domandarvi qual è la morte che
voi eleggete, sulla croce come il Cristo, nella speranza del
Cristo, o impiccati, disperati, sen-za niente davanti. Perdonatemi
se questa sera che avrebbe dovuto essere di intimità, io vi ho
portato delle con-siderazioni così dolorose, ma io voglio bene
anche a Giuda, è mio fratello Giuda. Pregherò per lui anche questa
sera, per-ché io non giudico, io non condanno; dovrei giudica-
re me, dovrei condannare me. Io non posso non pensare che anche
per Giuda la misericordia di Dio, questo abbraccio di carità,
quella parola ami-co, che gli ha detto il Si-gnore mentre lui lo
bacia-va per tradirlo, io non posso pensare che que-sta parola non
abbia fatto strada nel suo povero cuore. E forse l’ultimo momento,
ricordando quella parola e l’accettazione del bacio, anche Giuda
avrà sentito che il Signore gli voleva
ancora bene e lo riceveva tra i suoi di là. Forse il primo
apostolo che è en-trato insieme ai due ladro-ni. Un corteo che
certa-mente pare che non fac-cia onore al figliolo di Dio, come
qualcheduno lo concepisce, ma che è u-na grandezza della sua
misericordia… Lasciate che io pensi per un momento al Giuda che ho
dentro di me, al Giuda che forse anche voi avete dentro. E lasciate
che io domandi a Gesù, a Gesù che è in
agonia, a Gesù che ci accetta come siamo, la-sciate che io gli
domandi, come grazia pasquale, di chiamarmi amico. La Pasqua è
questa parola detta ad un povero Giuda come me, detta a dei
poveri Giuda come voi. Questa è la gioia: che Cristo ci ama, che
Cristo ci perdona, che Cristo non vuole che noi ci disperiamo.
Anche quando noi ci rivolteremo tutti i mo-menti contro di Lui,
anche quando lo bestemmiere-mo, anche quando rifiute-remo il
Sacerdote all’ ulti-mo momento della nostra vita, ricordatevi che
per Lui noi saremo sempre gli amici.
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I I I I prossimi appuntamenti del Progetto Giovani...
Napoli 13 marz
o
Brindisi 14-15 m
arzo
Per viam… cum laetitia
Cana di GalileaCana di GalileaCana di Galilea Per coppie di Per
coppie di Per coppie di fidanzatifidanzatifidanzati marzo 13marzo
13marzo 13---15 15 15
Corso FidanzatiCorso FidanzatiCorso Fidanzati marzo 26marzo
26marzo 26---292929
VocazionaleVocazionaleVocazionale aprile 7aprile 7aprile 7---12
12 12
ZeroZeroZero apr/maggio 30apr/maggio 30apr/maggio 30---333
Cana di GalileaCana di GalileaCana di Galilea Per coppie di Per
coppie di Per coppie di fidanzatifidanzatifidanzati maggio 8maggio
8maggio 8---101010
... con una novita' per la Settimana Santa in Assisi!
Mi ami tu?
La Pasqua del disce
polo
... per imparare a
vivere da salvati!
8-13 aprile a Casa Frate Jacopa
I I I I prossimi IncontriGiovani a casa tua...
Firenze 20 marzo Bologna 21-22 marzo
Asti 3-5 ap
rile
Torino 5 a
prile
Per saperne di più, per tutte le date del Progetto Giovani e per
le iscrizioni ai corsi:
tel. 075.8043793 075.8043707 [email protected]
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Per viam… cum simplicitate
RICETTA DELLA COCCA Sformato di riso ai funghi Primo piatto
unico… adatto per la Quaresima! (per 4 persone – di media
difficoltà) Ingredienti: 300 gr. di riso, 2 mozzarelle, parmigiano,
2 uova, pan grattato. 600 gr. di funghi champignon, aglio,
prezzemolo, olio. Procedimento: dopo aver pulito i funghi,
tagliarli a fette e tribolarli in padella con olio, aglio e
prez-zemolo tritati. A parte lessare il riso in abbondante acqua
bollente-salata. Scolarlo al dente e la-sciarlo raffreddare in una
teglia capiente. Condire con la mozzarella tagliata a cubetti,
parmigiano grattugiato e legare con le uova. Aggiungere metà dei
funghi. Imburrare e cospargere di pan grat-tato uno stampo tipo per
ciambelle. Disporre il riso in maniera uniforme nello stampo e
spolverare di pan grattato anche sopra. Cuocere in forno a 170° per
20 minuti circa fino a perfetta doratura. Sfornare, lasciar
raffreddare e capovolgere lo stampo in un piatto rotondo. Disporre
al centro i rimanenti funghi e servire caldo/tiepido.
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