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Brianza LOM-11 Lo stile degli insediamenti Un paesaggio movimentato Il sistema Barro-M.San Genesio I laghi intermorenici Paesaggio degli anfiteatri morenici Zone umide L’espansione dell’urbanizzato Montagna Collina Pianura Litorale Naturale Rurale Urbano M. Cornizzolo M. Barro (922 m) M. Resegone (1875 m) Lago di Alserio I piccoli bacini lacustri che stanno al piede dei cordoni pedemontani, all’interno degli invasi morenici, svelano con la loro presenza pregnanti pagine di storia geologica della regione. Vanno salvaguardati con ampie fasce di rispetto escluse dall’edificazione o da forme incongrue di valorizzazione turistica anche stagionale, massime laddove la naturalità si manifesta ancora in forme dominanti, o dove la tradizione iconografica e letteraria ha contribuito ad elevarli a segni culturali dell’immagine regionale (vedi Eupilio con Pusiano e Bosisio Parini), o dove ancora si sono accertate presenze archeologiche di antichissima data (lago di Varese). Il paesaggio attuale delle colline moreniche è il risultato di un’opera di intervento umano tenace che ha modellato un territorio reso caotico dalle eredità glaciali, povero di drenaggi e formato da terreni sterili. La foto qui sotto raffigura lo scenario della grande conca morenica interna della Brianza, presa dalle alture di Alserio. Si notano il lago omonimo, tipico bacino di residuo glaciale, la sua cintura di vegetazione palustre, la parcellizzazione del paesaggio agrario circostante con fitte alberature, un centro abitato (Erba) all’estrema sinistra della foto, il segno vistoso di un’attività di cava che ha portato allo scoperto il versante del M. Cornizzolo e, sullo sfondo, la cornice delle montagne prealpine con il Monte Resegone, caro ai lombardi. Le zone umide che cingono i laghi intermorenici presentano un notevole grado di biodiversità (canneti, torbiere, macchie di salice). Accanto a queste si trovano anche piane ex-lacustri, ovvero fondi di laghi progressivamente colmati, con suoli in genere limoso-argillosi, talvolta rivestiti da materiale alluvionale. In genere sono aree agricole utilizzate a prato stabile o a seminativo. La porzione orientale del territorio brianteo (e, forse, storicamente, il luogo dove si ritrova in origine la denominazione di Brianza) è formata da un bastione collinare che separa la conca interna dalla valle dell’Adda. Si tratta del crinale dei monti Barro e San Genesio (e, più a sud, di Montevecchia), composto da rocce calcaree, dolomitiche, marnose di natura sedimentaria (età comprese fra il Triassico e il Miocene). Per loro natura rimasero in parte emergenti dalla copertura glaciale quaternaria dividendo in vari bracci la fronte glaciale stessa. Più che dalle dimore isolate, il paesaggio collinare è contraddistinto dall’aggregazione in nuclei, anche modestissimi, ma densamente distribuiti. Alcuni di questi, specie nella Brianza, conservano rilevanti caratteri ambientali, disponendosi, il più delle volte, attorno a uno o più edifici storici: castelli, torri, ville, monasteri, pievi ecc.; e talvolta con la lungimiranza di un disegno urbanistico spontaneo. L’organizzazione plurima delle corti a portico e loggiato, delle cinte perimetrali dai portali ornati, la dominanza dell’edificio ordinatore, l’enfatizzazione degli spazi collettivi (la piazza della Chiesa o quella del Mercato, il lavatoio, i ritrovi sociali) determinano un’articolazione di visuali, di prospetti, di fondali edilizi di notevole pregio. Interventi edilizi di restauro e manutenzione in tali contesti dovrebbero ispirarsi al rispetto della tradizione e delle tipologie locali. L’espansione edilizia della conca briantea deve molto alla vicinanza dei capoluoghi provinciali (Como, Lecco, Monza), alla struttura stessa dell’insediamento storico con una fitta ragnatela di piccoli nuclei abitati, alla forte dinamica economica dell’area. In tal modo si generano complesse saldature fra un comune e l’altro lungo una rete stradale estremamente ramificata. Bastino citare i sistemi urbanizzati lungo gli assi Como-Erba- Lecco, Como - Alzate B. - Calco, lungo la Valassina e la Canturina. La diffusione e la dimensione, specie delle zone industriali, mette a repantaglio la conservazione dei residuali aspetti paesaggistici il cui valore stava non solo nei singoli elementi (villa, giardino, nucleo, terrazzamento coltivo) ma nei loro reciproci rapporti. Tipo di paesaggio del fronte interno delle colline moreniche (Brianza). Punto di ripresa: via 9 Agosto 1160 (comune di Alserio). Altezza: 278 m Orientamento: E-NE Riferimento geografico: 45°47'22.63"N –9°12'17.96"E Riferimento cartografico: CTR 1:10.000, foglio B5c1 Con il termine di fronte interno delle colline moreniche si identifica la conca glaciale interna all’anfiteatro morenico pedemontano. Nel caso della Brianza corrisponde all’area, racchiusa appunto dalle varie cerchie collinari, fra Brenna, Alzate, Erba a ovest e il crinale dei rilievi del Monte San Genesio, Monte Barro a est. La conca risulta occupata dai laghi briantei, residui di deposizione glaciale: lago di Alserio, lago di Pusiano (o Eupilo), lago di Annone o di Oggiono. Con la loro cornice palustre, sempre più erosa dalle espansioni dei vicini abitati, rappresentano il segno paesistico più distintivo assieme al fronte dei primi rilievi pedemontani (la linea M. Boletto- M.Cornizzolo), tagliata dal solco fluviale del Lambro, unico rilevante elemento erosivo all’interno di questo apparato glaciale. attività estrattive rilievi calcarei prealpini cerchia dell’anfiteatro morenico macchie boschive e filari vegetazione ripariale e coltivi lago inframorenico [PAYS.DOC] Osservatorio virtuale del paesaggio mediterraneo # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # #
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[PAYS.DOC] Osservatorio virtuale del paesaggio ... · dividendo in vari bracci la fronte glaciale stessa. Più che dalle dimore isolate, il paesaggio ... stava non solo nei singoli

Feb 20, 2019

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Brianza LOM-11

Lo stile degli insediamentiUn paesaggio movimentato Il sistema Barro-M.San GenesioI laghi intermorenici

Paesaggio degli anfiteatri morenici

Zone umide L’espansione dell’urbanizzatoMontagna

Collina

Pianura

Litorale

Natur

ale

Rural

e

Urban

o

M. Cornizzolo

M. Barro (922 m)

M. Resegone (1875 m)

Lago di Alserio

I piccoli bacini lacustri che stanno al piede dei cordoni pedemontani, all’interno degli invasi morenici, svelano con la loro presenza pregnanti pagine di storia geologica della regione. Vanno salvaguardati con ampie fasce di rispetto escluse dall’edificazione o da forme incongrue di valorizzazione turistica anche stagionale, massime laddove la naturalità si manifesta ancora in forme dominanti, o dove la tradizione iconografica e letteraria ha contribuito ad elevarli a segni culturali dell’immagine regionale (vedi Eupilio con Pusiano e Bosisio Parini), o dove ancora si sono accertate presenze archeologiche di antichissima data (lago di Varese).

Il paesaggio attuale delle colline moreniche è il risultato di un’opera di intervento umano tenace che ha modellato un territorio reso caotico dalle eredità glaciali, povero di drenaggi e formato da terreni sterili. La foto qui sotto raffigura lo scenario della grande conca morenica interna della Brianza, presa dalle alture di Alserio. Si notano il lago omonimo, tipico bacino di residuo glaciale, la sua cintura di vegetazione palustre, la parcellizzazione del paesaggio agrario circostante con fitte alberature, un centro abitato (Erba) all’estrema sinistra della foto, il segno vistoso di un’attività di cava che ha portato allo scoperto il versante del M. Cornizzolo e, sullo sfondo, la cornice delle montagne prealpine con il Monte Resegone, caro ai lombardi.

Le zone umide che cingono i laghi intermorenici presentano un notevole grado di biodiversità (canneti, torbiere, macchie di salice). Accanto a queste si trovano anche piane ex-lacustri, ovvero fondi di laghi progressivamente colmati, con suoli in genere limoso-argillosi, talvolta rivestiti da materiale alluvionale. In genere sono aree agricole utilizzate a prato stabile o a seminativo.

La porzione orientale del territorio brianteo (e, forse, storicamente, il luogo dove si ritrova in origine la denominazione di Brianza) è formata da un bastione collinare che separa la conca interna dalla valle dell’Adda. Si tratta del crinale dei monti Barro e San Genesio (e, più a sud, di Montevecchia), composto da rocce calcaree, dolomitiche, marnose di natura sedimentaria (età comprese fra il Triassico e il Miocene). Per loro natura rimasero in parte emergenti dalla copertura glaciale quaternaria dividendo in vari bracci la fronte glaciale stessa.

Più che dalle dimore isolate, il paesaggio collinare è contraddistinto dall’aggregazione in nuclei, anche modestissimi, ma densamente distribuiti. Alcuni di questi, specie nella Brianza, conservano rilevanti caratteri ambientali, disponendosi, il più delle volte, attorno a uno o più edifici storici: castelli, torri, ville, monasteri, pievi ecc.; e talvolta con la lungimiranza di un disegno urbanistico spontaneo. L’organizzazione plurima delle corti a portico e loggiato, delle cinte perimetrali dai por tali ornati, la dominanza de l l ’ed i f ic io ord inatore, l’enfatizzazione degli spazi collettivi (la piazza della Chiesa o quella del Mercato, il lavatoio, i ritrovi sociali) determinano un’articolazione di visuali, di prospetti, di fondali edilizi di notevole pregio. Interventi edilizi di restauro e manutenzione in tali contesti dovrebbero ispirarsi al rispetto della tradizione e delle tipologie locali.

L’espansione edilizia della conca briantea deve molto alla vicinanza dei capoluoghi provinciali (Como, Lecco, Monza), alla struttura stessa dell’insediamento storico con una fitta ragnatela di piccoli nuclei abitati, alla forte dinamica economica dell’area. In tal modo si generano complesse saldature fra un comune e l’altro lungo una rete stradale estremamente ramificata. Bastino citare i sistemi urbanizzati lungo gli assi Como-Erba- Lecco, Como - Alzate B. - Calco, lungo la Valassina e la Canturina. La diffusione e la dimensione, specie delle zone industriali, mette a repantaglio la conservazione dei residuali aspetti paesaggistici il cui valore stava non solo nei singoli elementi (villa, giardino, nucleo, terrazzamento coltivo) ma nei loro reciproci rapporti.

Tipo di paesaggio del fronte interno delle colline moreniche(Brianza).Punto di ripresa: via 9 Agosto 1160 (comune di Alserio).Altezza: 278 mOrientamento: E-NERiferimento geografico: 45°47'22.63"N –9°12'17.96"ERiferimento cartografico: CTR 1:10.000, foglio B5c1

Con il termine di fronte interno delle colline moreniche si identifica la conca glaciale interna all’anfiteatro morenico pedemontano. Nel caso della Brianza corrisponde all’area, racchiusa appunto dalle varie cerchie collinari, fra Brenna, Alzate, Erba a ovest e il crinale dei rilievi del Monte San Genesio, Monte Barro a est. La conca risulta occupata dai laghi briantei, residui di deposizione glaciale: lago di Alserio, lago di Pusiano (o Eupilo), lago di Annone o di Oggiono. Con la loro cornice palustre, sempre più erosa dalle espansioni dei vicini abitati, rappresentano il segno paesistico più distintivo assieme al fronte dei primi rilievi pedemontani (la linea M. Boletto- M.Cornizzolo), tagliata dal solco fluviale del Lambro, unico rilevante elemento erosivo all’interno di questo apparato glaciale.

attività estrattive rilievi calcarei prealpini

cerchia dell’anfiteatro morenico

macchie boschive e filari vegetazione ripariale e coltivi lago inframorenico

[PAYS.DOC] Osservatorio virtuale del paesaggio mediterraneo

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Dimora contadina tradizionale a portico e loggiato ligneo (Corte Zeo, Albese).

Nucleo storico brianzolo: Piecastello.

Veduta invernale del lago di Oggiono; sullo sfondo le montagne del Triangolo Lariano con i Corni di Canzo.

Veduta dei laghi di Garlate e di Olginate, formati dall’Adda dopo l’uscita dal lago di Como.

Esempio di paesaggio agrario policolturale sui ‘ronchi’ del M. San Genesio in comune di Valgreghentino.

Veduta del lago di Oggiono, della sella di Galbiate e del rilievo del M. S. Genesio dalla chiesa romanica di S. Pietro di Civate.

Flora e fauna acquatica nel lago di Sartirana Briantea.

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Nelle immagini a lato, la trasformazione dell’area perilacuale di Alserio a distanza di anni. In basso il primo rilievo Igm, risalente al 1888; in alto un’immagine satellitare attuale. Si nota non solo la progressiva espansione dell’urbanizzato di Erba, ma anche la trasformazione in coltivo e alberato dell’originaria zona umida (prato umido, canneto) circostante il lago. Fonti: Google maps - Istituto geografico militare, Carta d’Italia a scala 1:25.000, 32 II NO Erba, levata nel 1888, agg. 1902.

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