Indice Screening ambientale Impianto stoccaggio rifiuti ligno - cellulosici - Comune di Cervia (RA) parte A INDICE PREMESSA ................................................................................................................. 1 1. DESCRIZIONE DEL PROGETTO......................................................................... 2 1.1. DESCRIZIONE DELL'INSEDIAMENTO E DELLE ATTIVITÀ DI RECUPERO .................... 2 1.2. DESCRIZIONE TECNICA DEL PROGETTO E DESTINAZIONE DELLE AREE ................. 7 1.3. PROCEDURE DI OMOLOGAZIONE DEI RIFIUTI IN INGRESSO;................................ 10 1.4. ACCETTAZIONE DEI RIFIUTI IN IMPIANTO .......................................................... 11 1.5. RECUPERO DEI RIFIUTI CONFERITI .................................................................. 13 2. ASPETTI NORMATIVI E VINCOLI DI PIANIFICAZIONE ................................... 15 2.1. PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (PTCP) ..................... 15 2.2. PIANO REGOLATORE COMUNALE (PRG) E IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE (PSC) 17 2.3. PIANI DI SETTORE .......................................................................................... 19 2.3.1. Piano Stralcio per il Rischio idrogeologico ........................................... 19 2.3.2. Piano Provinciale di Gestione Rifiuti (PPGR) ....................................... 20 2.3.3. Rapporto 2012 sulla gestione dei rifiuti in Provincia di Ravenna .......... 23 2.3.3. Piano Energetico Provinciale ............................................................... 24 3. ANALISI AMBIENTALE DELL’AREA D’INTERVENTO ..................................... 26 3.1. INQUADRAMENTO CLIMATOLOGICO E QUALITÀ DELL’ARIA .................................. 26 3.1.1. Aspetti meteo-climatici generali ........................................................... 26 3.1.2. Caratterizzazione climatologica su scala locale ................................... 29 3.1.3. Precipitazioni ....................................................................................... 32 3.1.4. Temperatura ........................................................................................ 37 3.1.5. Pressione ............................................................................................ 39 3.1.6. Umidità ................................................................................................ 40 3.1.7. Venti ................................................................................................... 41 3.1.8. Qualità dell’aria .................................................................................... 47 3.2. SUOLO E SOTTOSUOLO .................................................................................. 51 3.2.1. Uso del suolo ....................................................................................... 51 3.2.2. Pedologia ............................................................................................ 53 3.2.3. Geologia e geomorfologia .................................................................... 56
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parte A INDICE · 2015. 1. 19. · SPECIFICA OPERAZIONI DI RECUPERO PREVISTE (Ai sensi del D.Lgs 152/2006 – Allegati parte IV Rifiuti) R13: Messa in riserva di rifiuti per sottoporli
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Indice
Screening ambientale
Impianto stoccaggio rifiuti ligno - cellulosici - Comune di Cervia (RA)
Si riportano di seguito alcuni dati dimensionali dell’impianto e l’elenco completo dei
rifiuti gestibili in messa in riserva (R13) e recupero (R3) presso l’impianto per
complessive massime 10.000 ton/anno.
2. Aspetti normativi e vincoli di pianificazione Pag. 6
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SPECIFICA OPERAZIONI DI RECUPERO PREVISTE (Ai sensi del D.Lgs 152/2006
– Allegati parte IV Rifiuti)
R13: Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei
punti da R1 ad R12 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel
luogo in cui sono prodotti)
R3: Riciclo/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi
(comprese le operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche)
CER DESCRIZIONE R13 R3
15.01.03 Imballaggi di legno X
19.12.07 Legno diverso da quello di cui alla voce 19.12.06 X
20.02.01 Rifiuti Biodegradabili X X
20.01.38 Legno diverso di quello di cui alla voce 20.01.37 X
02.01.07 Rifiuti dalla silvicoltura X X
03.03.01 Scarti di corteccia e legno X X
03.01.05 Segatura, residuo di taglio e trucioli X X
03.01.01 Scarti di corteccia e sughero X X
17.02.01 Legno X
Durante i processi di lavorazione possono sprigionarsi molecole di sostanze odorigene,
le quali hanno odori gradevoli, come ad esempio i c.d. “terpeni” (resina degli alberi). Le
problematiche odorigene saranno comunque modeste poiché in assenza di attività
connesse al compostaggio.
Nell’attività di lavorazione è escluso qualsiasi utilizzo di sostanze chimiche
(denaturanti, coloranti, ecc.); non vi sono, quindi, rifiuti incompatibili, suscettibili cioè di
reagire pericolosamente tra di loro e che possono dare luogo alla formazione di
prodotti esplosivi, infiammabili o tossici. Non è, inoltre, prevista alcuna emissione
convogliata prodotta dall’attività di recupero né è previsto alcun ciclo di combustione.
Di modestissima entità saranno, inoltre, le polveri originate dallo spostamento dei
mezzi sul piazzale e dalla attività di triturazione, in quanto le operazioni verranno
condotte in condizioni di umidità ottimale. Si precisa, infatti, che l’attività verrà svolta
principalmente nel periodo autunno/invernale, essendo quest’ultimo quello interessato
alle attività di potature e manutenzione del verde. Viceversa, nel periodo primaverile ed
estivo l’attività sarà ridotta e limitata alla raccolta dell’erba da sfalcio delle aiuole e dei
giardini.
2. Aspetti normativi e vincoli di pianificazione Pag. 7
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1.2. Descrizione tecnica del progetto e destinazione delle aree
Il lotto su cui insisterà l’impianto, meglio distinto al N.C.T.U. del Comune di Cervia al
Foglio 81, Mappale 399, è inserito all’interno del complesso artigianale di Montaletto di
Cervia, al margine nord est della porzione recentemente sviluppata ed oggi in attesa di
nuovi insediamenti artigiano-produttivi; la sua superficie è di 6.000 mq, porzione di lotto
di maggiore consistenza come meglio individuato negli elaborati in allegato.
L’area appare completata nelle opere di urbanizzazione quali strade, parcheggi,
impianti arborei ed arbustivi, vasca di laminazione naturale, servizi e sottoservizi, quali
illuminazione, fognature, terminali per allacci alle utenze, nei fatti indipendenti per
ciascun’area lottizzata.
Le opere necessarie all’insediamento, risultano in tutto assimilabili a quelle per la
realizzazione di un parcheggio; si individua nel progetto una viabilità principale che
consentirà una prima pesatura del carico, un’area idonea allo scarico del mezzo, ed
2. Aspetti normativi e vincoli di pianificazione Pag. 8
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una circuitazione per una seconda pesatura, prima che il mezzo possa lasciare
l’impianto. E’ prevista inoltre un’area dedicata al deposito dei carichi destinati al
campionamento dei materiali in ingresso, situata al di fuori delle linee principali di
percorrenza degli automezzi e opportunamente individuata attraverso segnaletica. In
generale sarà comunque predisposta una segnaletica verticale ed orizzontale di tipo
stradale, che unita ad una progettazione specifica della viabilità, consentirà ai mezzi di
non interferire fra loro durante le operazioni di carico e scarico.
L’area posta a sud-ovest è invece dedicata alla lavorazione e successivo stoccaggio
dei materiali, sostanzialmente separata da eventuali interferenze generabili con le
operazioni su descritte.
La struttura costruttiva della strada e dei parcheggi sarà costituita da:
a) cassonetto di spessore di cm 50 realizzato con misto stabilizzato di idonea
pezzatura su Tnt;
b) conglomerato bituminoso di base pari a cm 14;
c) strato di Bynder di spessore finito pari a cm 5;
d) tappetino di usura dello spessore finito di cm 3.
schema pacchetto stradale
SEGNALETICA:
Sarà realizzata la segnaletica orizzontale e verticale mediante la posa di “strisce
bianche” di larghezza cm 15, strisce di arresto, passi pedonali, zebrature e frecce con
vernice rifrangente del tipo premiscelato per quanto concerne la viabilità, mentre le
aree destinate al deposito e/o allo stoccaggio, saranno delimitate da cordoli di rialzo
h6-8cm con colorazione gialla a strisce.
2. Aspetti normativi e vincoli di pianificazione Pag. 9
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ILLUMINAZIONE:
I pali previsti saranno quelli di tipo stradale conici, in acciaio zincato con corpi
illuminanti in alluminio presso fuso, le linee elettrice sia di alimentazione che di
distribuzione saranno realizzate con cavo multipolare flessibile isolato, il tutto nel pieno
rispetto delle normative vigenti in materia.
DISCIPLINA ACQUE METEORICHE :
Lo smaltimento delle acque piovane prevede la realizzazione di rete idonea sotto la
strada principale, intervallata da pozzetti in cls prefabbricato con chiusini in ghisa
C250. A bordo strada con intervallate caditoie di idonea dimensione, vengono raccolte
le acque piovane e convogliate prima nella linea principale disposta longitudinalmente
all’area, per poi confluire nella linea principale che corre sulle strade di lottizzazione
attraverso i propri recettori allo scopo predisposti. In prossimità dell’ingresso al
parcheggio le acque bianche sono raccolte mediante pozzetto a tergo della griglia
carrabile.
La rete interna sarà realizzata con tubazioni in Pvc di idoneo diametro. La vasca di
laminazione non risulta necessaria poiché già realizzata nelle opere di urbanizzazione
dell’area artigianale.
ACQUE NERE
La linea delle acque nere sarà connessa ad una vasca di prima pioggia, il cui
dimensionamento sarà effettuato in fase di progettazione definitiva/esecutiva. La rete
nera necessaria all’ufficio da realizzarsi nei pressi dell’ingresso principale (nord) è
costituita da una condotta in pvc, ∅ 140, che ha il compito di raccogliere l’acqua
proveniente dai W.C., le quali verranno filtrate prima da appositi pozzetti degrassatori.
ALTRE OPERE
Sarà inoltre istallata una pesa per autocarri portata 200 qli, previa realizzazione di
idonea platea il cls armato interrata, di cui sarà predisposto relativo calcolo struttura
secondo la normativa sismica (Legge 1086/71 e s.m.). Ai margini del lotto è prevista la
piantumazione di alberi e siepi di mitigazione, all’interno di uno scannafosso di
larghezza 1ml. Entrambi gli accessi saranno dotati di cancelli scorrevoli in acciaio
zincato con automazione elettrica.
2. Aspetti normativi e vincoli di pianificazione Pag. 10
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Le aree di stoccaggio dei rifiuti dovranno essere contraddistinte da opportune
delimitazioni, costituite da new jersey, e contrassegnate da appositi idonei cartelli
indicanti i codici CER dei rifiuti presenti. Analogamente dovrà essere apposta una
adeguata cartellonistica al fine di identificare le materie prime secondarie stoccate.
Ogni cumulo sarà quindi identificato in ogni momento mediante cartelli per potere
distinguere rifiuti ancora da trattare, biomasse combustibili in uscita dal processo e
rifiuti prodotti dalle operazioni di recupero.
I cumuli di materiale in ingresso nell’area di messa in riserva R13 non superanno
l’altezza media di 6 m. e non rimarranno stoccate per piu di 15 gg.
I cumuli di materiale trito vagliato nell’area di recupero R3 non supereranno l’altezza
media di 6 m. e non rimarranno stoccate per piu di 15 gg.
1.3. Procedure di omologazione dei rifiuti in ingresso;
a) Contratti per il conferimento dei rifiuti
La procedura di conferimento dei rifiuti prevede la stipula di uno specifico contratto di
recupero. Il Cliente ai fini della formalizzazione del contratto deve
trasmettere“periodicamente” ed in occasione di modifiche al ciclo produttivo del rifiuto,
comunque con cadenza non superiore ai 24 mesi, tutte le informazioni necessarie
come riportato di seguito.
I codici CER dei rifiuti accettabili presso l’impianto sono riportati negli atti autorizzativi e
ai fini della stipula del contratto il produttore è tenuto“periodicamente” ed in occasione
di modifiche al ciclo produttivo del rifiuto, comunque con cadenza non superiore ai 24
mesi, alla caratterizzazione diciascun rifiuto attraverso la compilazione della seguente
documentazione:
> Scheda di caratterizzazione del rifiuto (da compilare a cura del produttore). Il cliente
deve trasmettere alla società tutte le informazioni necessarie alla caratterizzazione di
ciascuna tipologia di rifiuto non pericoloso da recuperare, compilando l’apposita
scheda descrittiva del rifiuto. La caratterizzazione di ciascuna tipologia di rifiuto deve
essere ripetuta ad ogni variazione significativa del processo che origina il rifiuto.
> Iscrizione Albo Gestori Ambientali ed Autorizzazioni esercizio impianti. Il cliente deve
allegare l’iscrizione all’Albo Gestori Ambientali e le eventuali successive integrazioni
per il trasporto dei rifiuti; tale iscrizione è necessaria sia per il trasporto conto terzi che
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per il trasporto in conto proprio. L’iscrizione all’Albo deve dimostrare la compatibilità del
trasportatore con la tipologia del rifiuto da trasportare e con l’impianto di destinazione.
Qualora il cliente sia un impianto di trattamento rifiuti deve essere inviata
autorizzazione all’esercizio dell’impianto.
La società procede alla verifica di conformità ed esamina la documentazione ricevuta
verificando che il rifiuto rientri tra le tipologie accettabili nell’impianto impianto e
richiede eventuale documentazione integrativa. Se l'esito della verifica è positivo e se i
programmi di utilizzo degli impianti lo consentono, la società invia al Cliente l'offerta
economica.
In ogni caso viene garantita la risposta al Cliente entro 15 giorni, salvo richiesta di
eventuali integrazioni documentali.
b) Programmazione dei conferimenti
Una volta stipulato il contratto, le richieste per il conferimento devono essere
comunicate all’Ufficio
trattamento/smaltimento della società la settimana antecedente a quella prevista per il
conferimento. Wood Pickers provvederà a comunicare al Cliente data e modalità di
conferimento. Nel caso di conferimenti continuativi, a fronte di un contratto attivo, gli
scarichi devono comunque essere effettuati nell’ambito della programmazione
settimanale.
Qualora per i conferimenti all’impianto il Cliente si avvalga di trasportatori terzisti diversi
da quelli
precedentemente comunicati, Wood Pickers autorizzerà il conferimento solo dopo aver
ricevuto e controllato la conformità all’iscrizione all’Albo del trasportatore.
1.4. Accettazione dei rifiuti in impianto
L’impianto sarà aperto dal Lunedì al Venerdì dalle ore 7.30 alle ore 17.00, tutti i mezzi
esterni all’impianto dovranno fermarsi all’Ufficio pesa prima di recarsi ai punti di
carico/scarico o di lavoro e chiedere dell’operatore dell’impianto. All’interno
dell’impianto possono circolare solamente mezzi autorizzati. La circolazione deve
svolgersi adottando tutte le misure di sicurezza e gli accorgimenti atti a scongiurare il
pericolo di incidenti per persone e cose, ed inoltre ad evitare il più possibile l’emissione
di polveri e di rumori molesti. La velocità massima consentita è di 10 m/h e i mezzi
dovranno seguire il percorso indicato ed attenersi alla segnaletica presente.
2. Aspetti normativi e vincoli di pianificazione Pag. 12
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I mezzi di trasporto esterni devono attenersi scrupolosamente alle istruzioni fornite dal
personale dell’impianto per quanto riguarda i percorsi da seguire, le manovre da
effettuare, il punto preciso di scarico/carico, le modalità ed i tempi di scarico/carico, le
precedenze e quanto altro ritenuto necessario per la corretta gestione dell’impianto e la
movimentazione dei materiali. La circolazione deve avvenire solo nelle aree
autorizzate.
OPERAZIONI DI PESATURA
Le operazioni di pesatura verranno effettuate manualmente dal personale di turno
tramite dei comandi sul computer e verranno inserite direttamente le informazioni
necessarie (produttore, trasportatore, targa automezzo, CER, etc) sia per la stampa
della ricevuta dello scarico avvenuto che per l'accettazione del formulario.
Prima che il mezzo possa lasciare la pesa e ripartire il conducente dovrà scendere ed
accedere all'edificio pesa per ritirare una copia della pesata comunicare eventuali o
ulteriori informazioni al personale di turno o per farsi timbrare ed accettare il formulario
di identificazione del rifiuto o per adempiere agli adempimenti previsti dal SISTRI.
OPERAZIONI DI SCARICO
Il conferimento è consentito ai mezzi dotati di sistema automatico di scarico (apribile o
ribaltabile).
CARICO Biomasse combustibili
Quando il trasportatore arriva per il carico delle biomasse combustibili, l’operatore di
pesa consegna il modulo appositoche il trasportatore provvede a consegnare a sua
volta all’operatore del piazzale. I mezzi si porteranno alla area di destinazione per il
carico del materiale seguendo le istruzioni dell’addetto alla pesa e la segnaletica a
terra.
Le fasi di avvicinamento e carico sono coordinate dall’operatore del piazzale che inoltre
segna sul modulo la data e la tipologia del materiale caricato; tale modulo viene
riconsegnato dal trasportatore all’operatore della pesa che vi allega lo scontrino della
pesa e lo archivia per gestione interna.
2. Aspetti normativi e vincoli di pianificazione Pag. 13
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1.5. Recupero dei rifiuti conferiti
Le linee di lavorazione sono suddivise in fasi e precisamente:
- analisi visiva preliminare dei rifiuti in fase di scarico;
- conferimento del rifiuto per la produzione di biomasse combustibili (legno non trattato,
vergine) nella sezione di messa in riserva (R13) identificata nella planimetria allegata e
del rifiuto non idoneo alla produzione di biomasse combustibili (legno trattato) nella
sezione indicata.
- selezione meccanica e manuale (R3) dei rifiuti decadenti presenti nel rifiuto destinato
all’operazione R3, quali ferro e plastica, e loro stoccaggio in appositi container;
- triturazione e vagliatura (R3) dei rifiuti legnosi non trattati e ottenimento di biomassa
combustibile (non più rifiuto – ex materia prima secondaria) 3 ore max di lavoro al
giorno;
Il materiale ottenuto e dal procedimento di recupero potrà avere quale destinazioni:
- per i rifiuti in entrata costituiti da legno e ramaglie non trattato: biomassa combustibile
costituito da legno cippato/triturato aventi le specifiche riportate dalle schede tecniche
per i sottoprodotti del legno della Camera di Commercio di Bolzano;(vedi allegato “d”)
- per i rifiuti in entrata costituiti da legno e ramaglie trattato: restano rifiuti da recuperare
in impianti appositamente autorizzati.
- l’impianto è fermo negli orari notturni.
Per quanto concerne il prodotto derivante da legno e ramaglie non trattate, fermo
restando le specifiche riportate dalle schede tecniche per i sottoprodotti del legno della
camera di Commercio di Bolzano, sarà costituito da cippato/triturato ottenuto attraverso
un'azione meccanica che riduce il legno in scaglie con una lunghezza tipica da 5 a 50
mm che vengono ricavate tramite l’utilizzo di apposite macchine operatrici.
Il cippato/triturato è utilizzato sia per la generazione elettrica in centrali a biomasse, sia
per produrre calore o in forma combinata in impianti di cogenerazione. Può alimentare
sia impianti di piccola taglia (pochi kW) che grandi impianti fino all'ordine di diversi MW.
Gli standard di qualità per il cippato di legno individuando 4 classi in base all’analisi
delle proprietà condotta con specifici metodi analitici:
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Le Classi A1 e A2 sono costituite da cippato di legna vergine o residui di legno non
trattato chimicamente, le classi B si riferiscono anche ad altri materiali inclusi i cedui a
rotazione breve, legno da giardinaggio e residui di lavorazioni industriale.
La classe A1, la migliore, identifica i combustibili con più elevato potere calorifico,
minore umidità e più bassa % di ceneri.
La classi successive, A2, B1 e B2 identificano combustibili con umidità e contenuto di
ceneri via via crescente.
Il rifiuto generato dal processo di recupero non avente le caratteristiche di cui sopra,
nonché quello derivante da legno trattato verrà recuperato/ smaltito presso impianti
autorizzati.
Conferimento
rifiuti
Messa in riserva (R13) rifiuti
non idonei alla produzione di
biomasse combustibili (legno
trattato, erbe da sfalcio, 6)
Messa in riserva (R13) rifiuti
idonei alla produzione di
biomasse combustibili (legno
non trattato)
Cernita e trito-vagliatura (R3)
Deposito biomasse
combustibili
(non rifiuto)
Deposito temporaneo
rifiuti prodotti
Utilizzo come
combustibile in
impianti terzi
Avvio a recupero /
smaltimento in impianti
terzi
Avvio a recupero in
impianti terzi
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2. ASPETTI NORMATIVI E VINCOLI DI PIANIFICAZIONE
2.1. Piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP)
Il territorio in esame ricade nel Comune di Cervia e fa quindi riferimento al PTCP della
provincia di Ravenna approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n.9 del
28/02/2006 e successive modifiche.
Sulla base del PTCP l’area è inserita all’interno dell’unità di paesaggio “12-b
Centuriazione”: area caratterizzata da terre alte canalizzate, con residui della
centuriazione cesenate risultato di graduali espansioni a partire da un certo numero di
elementi originariamente stabiliti.
In base alla Tavola 2.1 - Tutela dei sistemi ambientali e delle risorse naturali e storico –
culturali – (Fig. 2.1), la stessa zona d’intervento è interamente classificata come area di
bonifica (Art. 3.23 NTA).
Fig.2.1. – Stralcio della Tav. 2.1 - Tutela dei sistemi ambientali e delle risorse naturali e storico – culturali – PTCP.
Le norme tecniche dettano per tali aree le seguenti disposizioni:
2. Aspetti normativi e vincoli di pianificazione Pag. 16
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Art. 3.23 - Zone di interesse storico testimoniale - Terreni interessati da bonifiche storiche di pianura 1.(D) Fra le zone di interesse storico - testimoniale il presente Piano disciplina i terreni agricoli interessati da bonifiche storiche di pianura come individuati nelle tavole contrassegnate dal numero 2 del presente Piano, e le aree gravate da usi civici in conformità alle direttive dei successivi secondo e terzo comma, ed agli indirizzi di cui al quarto comma. 2.(D) I Comuni in sede di formazione e adozione degli strumenti urbanistici generali procedono alla individuazione dei Canali di bonifica di rilevanza storica e manufatti idraulici più significativi sotto il profilo della organizzazione del sistema idraulico storico e provvedono a dettare la disciplina per la loro tutela ai sensi dell’art. A-8 della L.R. 20/2000. 3.(D) I Comuni dovranno provvedere a definire le relative norme di tutela, con riferimento alle seguenti disposizioni: a) i terreni agricoli di cui al primo comma sono assoggettati alle disposizioni relative alle zone agricole dettate dalle leggi vigenti e dalla pianificazione regionale, provinciale, comunale, alle condizioni e nei limiti derivanti dalle ulteriori disposizioni di cui al presente articolo, fatta salva l'efficienza del sistema idraulico; b) va evitata qualsiasi alterazione delle caratteristiche essenziali degli elementi dell'organizzazione territoriale: qualsiasi intervento di realizzazione di infrastrutture viarie, canalizie e tecnologiche di rilevanza non meramente locale deve essere previsto in strumenti di pianificazione e/o programmazione nazionali, regionali e provinciali e deve essere complessivamente coerente con la predetta organizzazione territoriale; c) gli interventi di nuova edificazione devono essere coerenti con l'organizzazione territoriale e di norma costituire unità accorpate urbanisticamente con l'edificazione preesistente. 4.(I) I Comuni in sede di formazione e adozione degli strumenti urbanistici generali orientano le loro previsioni con riferimento ai seguenti indirizzi: a) vanno evitati interventi che possano alterare le caratteristiche essenziali degli elementi delle bonifiche storiche di pianura quali, ad esempio, canali di bonifica di rilevanza storica e manufatti idraulici di interesse storico. b) vanno evitati i seguenti interventi, quando riferiti direttamente agli elementi individuati ai sensi del secondo comma: - modifica e interramento del tracciato dei canali di bonifica di rilevanza storica; - eliminazione di strade, strade poderali ed interpoderali, quando affiancate ai canali di bonifica di rilevanza storica; - rimozione di manufatti idraulici direttamente correlati al funzionamento idraulico dei canali di bonifica o del sistema infrastrutturale di supporto (chiaviche di scolo, piccole chiuse, scivole, ponti in muratura, ecc.); - demolizione dei manufatti idraulici di interesse storico.
La Provincia, come indicato dalla normativa regionale di riferimento, provvede a
pianificare il sistema di gestione dei rifiuti attraverso gli indirizzi contenuti nel PTCP e
con le scelte indicate nel PPGR (Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti).
In particolare le indicazioni strategiche generali segnalate dal PTCP per la
pianificazione del settore sono contenute nella Relazione Generale del PTCP
(paragrafo 2.3.11 e nelle Norme di Attuazione al Titolo 6 art. 6.2.). Il PTCP contiene
inoltre la cartografia delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di
smaltimento e recupero di rifiuti.
Di seguito si riportano i temi contenuti nelle linee di indirizzo e degli obiettivi definiti dal
PTCP per la pianificazione in materia di rifiuti.
• Riduzione della produzione dei rifiuti
2. Aspetti normativi e vincoli di pianificazione Pag. 17
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• Sistema di recupero e smaltimento
• Raccolta differenziata dei rifiuti urbani
• Ruolo degli impianti
• Individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di
smaltimento e di recupero dei rifiuti
Le tematiche sopra introdotte sono riportate in maniera più dettagliata nel paragrafo
della presente relazione dedicato al PPGR (Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti).
2.2. Piano Regolatore Comunale (PRG) e il Piano Strutturale Comunale (PSC)
Secondo il PRG del Comune di Cervia, approvato con Delibera di Giunta Provinciale n.
465 del 09/05/1997 e successivamente modificato sino alla variante n.28 approvata
con Delibera di C.C. n.55 del 03/11/2011, l’area in oggetto (Fig. 2.2) è classificata
nell’ambito di:
ART. 28.: AREE PRODUTTIVE E SPECIALI DI ESPANSIONE (Dei).
28.4 Aree produttive, artigianali o industriali, e commerciali in quanto caratterizzate da
tipologie edilizie e infrastrutture assimilabili (De4) e fasce di filtro per le aree industriali
e artigianali (De5).
28.4.1. L'area produttiva, di cui in epigrafe, è destinata al espansione di
comparti industriali e artigianali già previsti in precedenti strumenti
urbanistici generali ed esecutivi.
28.4.2. I parametri urbanistici, da osservare negli interventi di cui nel
precedente art. 28.4.1., sono quantificati nella sottostante tabella:
2. Aspetti normativi e vincoli di pianificazione Pag. 18
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Fig.2.2. – Stralcio di PRG Comune di Cervia, Tavole 9 e 10.
Il PSC (Piano Strutturale Comunale) del Comune di Cervia in corso di Conferenza di
Pianificazione, identifica l'area in oggetto come "Ambiti specializzati per attività
produttive".
Fig.2.3. – Stralcio di PSC, tavola di "Schema di assetto strutturale".
2. Aspetti normativi e vincoli di pianificazione pag. 19
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2.3. Piani di settore
2.3.1. Piano Stralcio per il Rischio idrogeologico
Secondo il Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico - Variante al Titolo II "Assetto
della rete idrografica" adottato dall’Autorità di Bacino dei Fiumi Romagnoli con Delibera
del Comitato Istituzionale n. 2/2 del 16/11/2011 ed approvato con Delibera di Giunta
Regionale n. 1877 del 19/12/2011, il territorio interessato dall’intervento ricade, come
mostrato nella successiva figura, interamente nelle "aree di potenziale allagamento"
così come disciplinate all’art.6 delle Norme.
Si tratta di quei territori di pianura che possono essere soggetti ad allagamenti senza
effetti dinamici (ossia che non rechino danni appezzabili a persone) derivanti da piene
del reticolo idrografico minore e di bonifica.
In base all’articolo 6, “al fine di ridurre il rischio nelle aree di potenziale allagamento la
realizzazione di nuovi manufatti edilizi, opere infrastrutturali, reti tecnologiche,
impiantistiche e di trasporto di energia sono subordinate all’adozione di misure in
termini di protezione dall’evento e/o di riduzione della vulnerabilità”.
Fig.2.4. – Stralcio cartografico delle aree a Rischio idrogeologico.
LEGENDA – aree a rischio idrogeologico
2. Aspetti normativi e vincoli di pianificazione pag. 20
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2.3.2. Piano Provinciale di Gestione Rifiuti (PPGR)
Con la delibera di Consiglio Provinciale n. 71 del 29 giugno 2010 è stato approvato
il Piano Provinciale per la Gestione dei rifiuti urbani e speciali (PPGR). Il Piano
entra in vigore il 4 agosto 2010, data di pubblicazione sul BURERT dell'avviso di
approvazione.
Il Documento preliminare del Piano ha indicato gli obiettivi generali da perseguire per pianificare un sistema di gestione integrato dei rifiuti nel rispetto della salute umana e della tutela dell’ambiente ed ha individuato le scelte strategiche attraverso le quali il Piano intende realizzare tali obiettivi che di seguito sono sinteticamente riportate: - l’introduzione di obiettivi qualitativi e quantitativi di riduzione; - l’introduzione del concetto di ciclo di vita nella politica in materia di rifiuti; - l’accreditamento per i centri di riutilizzo; - l’introduzione di aliquote IVA ridotta sui prodotti venduti da centri di riutilizzo; - la definizione di standard di riutilizzo a livello UE; - la sorveglianza ed il rendiconto sulle attività di riutilizzo.
Gli obiettivi specifici con cui il Piano intende soddisfare le suddette strategie sono i seguenti: 1. Potenziamento e integrazione dei sistemi di raccolta differenziata al fine di: - valorizzare diverse componenti merceologiche dei rifiuti fin dalla fase di raccolta; - ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti da avviare a smaltimento; - recuperare materiali e risorse nella fase di trattamento finale; - promuovere comportamenti virtuosi da parte dei cittadini.
2. Avvio in discarica solo degli scarti di attività di recupero ovvero di rifiuti pretrattati
3. Autosufficienza a livello provinciale
Per quanto riguarda i rifiuti urbani, il Piano è articolato come di seguito indicato:
Quadro conoscitivo contente l'analisi dello stato attuale della produzione di rifiuto
indifferenziato, della raccolta differenziata e delle modalità di recupero e smaltimento e
la ricostruzione del trend evolutivo di tali grandezze relativo agli ultimi 9 anni; l’analisi
del sistema di recupero e smaltimento in essere.
Relazione di Piano contenente la previsione e l'organizzazione di modelli di sviluppo
per il raggiungimento degli obiettivi definiti dalla normativa nazionale e regionale di
settore e dalle scelte strategiche e linee di intervento indicate dal Documento
preliminare di Piano; le indicazioni per il conseguimento degli obiettivi di raccolta
differenziata; la programmazione e l’organizzazione del sistema di recupero e
smaltimento dei rifiuti a livello di ambito ottimale provinciale; le scelte della Provincia
sulle tecnologie impiantistiche di smaltimento nel breve periodo e in prospettiva; il
programma di riduzione dei RUB; i criteri di localizzazione di nuovi impianti di
smaltimento e recupero rifiuti; [...].
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Impianto stoccaggio rifiuti ligno - cellulosici- Comune di Cervia (RA)
Per quanto riguarda i Rifiuti Urbani è previsto un programma di riduzione dei rifiuti
biodegradabili.
La Relazione di Piano prevede, tra l'altro:
Avvio in discarica solo degli scarti di attività di recupero ovvero di rifiuti pretrattati L’obiettivo, da cui discendono le scelte impiantistiche strategiche, è quello di avviare a discarica sempre meno rifiuti e comunque solo scarti di attività di recupero ovvero rifiuti trattati preventivamente. L’attuale sistema impiantistico della provincia è già in gran parte strutturato per raggiungere tale obiettivo. Attualmente vengono inviati direttamente in discarica circa il 23,1% di rifiuti urbani e assimilati indifferenziati mentre il 42,2% viene destinato ad altri impianti di selezione e pretrattamento ed il restante 34,7% viene raccolto in maniera differenziata. In discarica vengono poi inviati, come sovvalli, anche una larga fetta di rifiuti conferiti ad altri impianti per un totale pari al 62% della produzione di RU. Perseguire l’obiettivo di inserire in discarica solo rifiuti non altrimenti recuperabili, previsto dalla normativa europea, significa sostanzialmente potenziare e ottimizzare il sistema integrato, a valle della raccolta differenziata, mantenendo costante l’attuale recupero energetico di alcune correnti altrimenti non recuperabili e potenziando la stabilizzazione dei flussi di organico non destinabili a produrre compost di qualità. Il D.Lgs. n. 36/03 impone, fra l’altro, che dal 1/01/2009 non siano più ammessi a discarica rifiuti con p.c.i. >13.000 Kj/kg. Potenziamento ed integrazione dei sistemi di raccolta differenziata Gli obiettivi della raccolta differenziata sono fissati nel 50% da raggiungere, come media provinciale, nel 2009 e nel 65% da raggiungere entro il 2012. L’individuazione delle frazioni sulle quali intervenire per organizzare una efficace raccolta differenziata deve avvenire partendo dall’analisi della composizione merceologica dell’attuale indifferenziato e valutando, in funzione delle frazioni presenti, la fattibilità tecnico-economica per un potenziamento della raccolta differenziata.
Trattamento e recupero delle frazioni organiche selezionate e non La normativa europea pone particolare attenzione alla gestione dei rifiuti biodegradabili puntando ad una netta riduzione dei quantitativi da smaltire in discarica (obiettivi di riduzione definiti dall’art.5 del D.Lgs. 36/2003). Tali obiettivi si raggiungono attraverso la raccolta differenziata delle frazioni organiche e attraverso il trattamento meccanico biologico dei rifiuti indifferenziati. Delimitazione delle aree non idonee alla localizzazione di impianti per la gestione dei rifiuti urbani, speciali, speciali pericolosi La Tavola n 1 del Piano riporta (evidenziata con un retino rosa), la delimitazione delle “aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero di rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi” con gli aggiornamenti ritenuti necessari. Con l’approvazione del Piano è stata aggiornata la tavola 4 del PTCP che individua l’insieme delle zone non idonee alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero di rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi, in scala 1:25.000. Delimitazione delle aree potenzialmente idonee e delle aree idonee alla localizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti Sempre nella Tavola 1 sono indicate (con il retino rigato rosa) le aree definite potenzialmente idonee alla localizzazione di impianti previo approfondimento mirato e/o se tali impianti sono specificamente previsti dagli strumenti di pianificazione.
L'articolo 6 delle N.T.A. del Piano definisce le aree non retinate (“bianche”) ottenute per
differenza tra le due zonizzazioni, queste rappresentano le aree idonee alla
localizzazione di nuovi impianti.
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Tra di esse sono comprese le aree produttive esistenti e previste negli strumenti
urbanistici comunali in corrispondenza delle quali potranno essere localizzati impianti di
gestione dei rifiuti ad eccezione delle discariche.
Nella successiva figura si riporta stralcio della Tavola 2b del Piano con localizzazione
degli impianti per la gestione dei rifiuti urbani e speciali (scala 1:50.000 – 1:10.000).
Da quanto sopra riportato in maniera sintetica sui contenuti del P.P.G.R. emergono
indicazioni volte a favorire la creazione di impianti come quello in progetto e per il sito
individuato.
Fig.2.5. – Stralcio cartografico di Piano Gestione Rifiuti.
Il Piano riporta inoltre:
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Criteri per la localizzazione di nuovi impianti per il recupero e lo smaltimento dei rifiuti urbani e speciali In base ai fabbisogni impiantistici definiti in relazione agli obiettivi del Piano sia in termini di riduzione della produzione, sia in termini di recupero di materiali, il PPGR, nelle aree definite idonee dal PTCP, deve fornire indicazioni, anche plurime, per le localizzazioni degli impianti di trattamento e smaltimento di rifiuti urbani. Nella fase autorizzativa, con la Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA), verranno analizzate le compatibilità ambientali dei singoli impianti. In particolare nell’ambito della puntuale localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento rifiuti si dovrà tener conto degli obiettivi di tutela dei territori con produzione agricole di particolare qualità e tipicità di cui all’art. 21 del D. Lgs. 228/2001 e della compatibilità rispetto alle aree di danno degli stabilimenti RIR ai sensi del DM 915/2001. Criteri per la localizzazione di impianti di trattamento, stoccaggio e compostaggio di rifiuti urbani e di recupero/trattamento di rifiuti speciali Per la localizzazione di nuovi impianti di trattamento, stoccaggio e compostaggio, si possono definire alcuni elementi di tipo tecnico-gestionale favorevoli alle scelte localizzative. Questi elementi possono determinare la possibilità di localizzazione anche in corrispondenza delle aree definite “parzialmente idonee alla localizzazione di impianti per la gestione dei rifiuti” e “disponibili alla localizzazione di impianti per la gestione dei rifiuti con fattori limitanti”, a condizione che, in sede di progettazione, si verifichino le effettive condizioni locali legate ai fattori limitanti specifici del sito. In generale per la valutazione di idoneità vanno considerati i seguenti aspetti:
• la viabilità di accesso
• la disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati
• la posizione baricentrica del sito rispetto al bacino di produzione e al sistema di impianti per la gestione dei rifiuti
• l’esistenza di reti di monitoraggio per il controllo ambientale
2.3.3. Rapporto 2012 sulla gestione dei rifiuti in Provincia di Ravenna
Il Rapporto si propone di proseguire l’attività di monitoraggio e controllo dell’evoluzione
temporale della raccolta dei rifiuti e dei connessi sistemi di gestione a livello dell’ambito
provinciale attraverso l’elaborazione e l’analisi dei dati di raccolta, raccolta
differenziata, recupero.
Il Rapporto contiene l'analisi del flusso delle principali frazioni raccolte in maniera
differenziata, in particolare della Frazione organica
La frazione organica è composta da: - una parte denominata umido che comprende gli scarti della cucina e della tavola (frutta, verdura, carne, pesce, pane, uova, formaggi, dolci, fondi di caffè, bustine del the, ecc.) e alcuni scarti del giardino (erba, foglie, fiori, rametti molto piccoli, cenere di legna spenta, ecc.); questa frazione viene identificata con il codice CER 200108; - una parte denominata verde che comprende le grosse potature, gli sfalci e gli scarti del giardino; questa frazione viene identificata con il codice CER 200201. Complessivamente essa costituisce quasi 1/3 in peso del rifiuto urbano prodotto in Emilia-Romagna. Per raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata previsti dall art. 205 del D.Lgs. 152/2006, risulta particolarmente significativa e necessaria l'implementazione e l'organizzazione di circuiti di raccolta differenziata del rifiuto organico. La frazione organica raccolta in modo differenziato è avviata agli impianti di compostaggio (o di digestione anaerobica e compostaggio) per la produzione di compost di qualità. La produzione e l'utilizzo di compost fornisce quindi una soluzione univoca a due ordini di problemi: privilegiare quelle forme di gestione degli scarti che contemplano il recupero di materia (e consentono di
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limitare l'impatto ambientale dei rifiuti) ed incentivare l'utilizzo di ammendanti organici al terreno per sopperire alla crescente carenza di sostanza organica.
L'impianto di stoccaggio di rifiuti ligno - cellulosici non prevede frazioni organiche di
tipo umido (codice CER 200108) che possono determinare impatto da odori come
indicato nel PPGR
2.3.3. Piano Energetico Provinciale
Il Piano Energetico Provinciale è stato approvato con Deliberazione del Consiglio
Provinciale n. 21 del 22/3/2011 (Piano di azione per l'energia e lo sviluppo sostenibile
della Provincia di Ravenna (ai sensi dell'art. 27 della L.R. n.20/2000 e s.m.i.) La
variante è entrata in vigore il 27/4/2011, data di pubblicazione dell'avviso di deposito
sul BURERT.
Il Piano Energetico Provinciale ha modificato gli articoli 6.5 e 12.7 delle Norme di
attuazione del PTCP.
Obiettivo principale del Piano di Azione per l’Energia e lo sviluppo sostenibile e la
promozione delle azioni necessarie per il risparmio e l’efficentamento energetico (-20%
di consumi al 2020) e l’impulso allo sviluppo delle fonti rinnovabili (20% di produzione
di energia da tale fonte entro il 2020). Il raggiungimento di tali obiettivi consentirà di
raggiungere il risultato di ridurre in maniera significativa le emissioni climalteranti in
atmosfera come richiesto dalle Direttive UE (meno 20% al 2020).
Relazione di Piano - Biomasse
La valorizzazione energetica delle biomasse, realizzata ed organizzata in un contesto
di filiera corta, consente il raggiungimento di benefici ambientali (riduzione delle
emissioni di CO2 ed altri gas climalteranti, azioni per la protezione dei suoli) e di
benefici socio-economici (sostegno e rilancio delle attività agricole e agro-industriali).
Le biomasse sono ritenute una fonte energetica rinnovabile in grado di contribuire
efficacemente agli obiettivi internazionali di riduzione delle emissioni di CO2eq, grazie
alla sostituzione dei combustibili fossili tradizionali; se utilizzate in modo corretto
secondo criteri di sostenibilità, le biomasse possono diminuire l’impatto ambientale
della sistema energetico e consentire un aumento della sicurezza
dell’approvvigionamento.
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Le biomasse costituiscono un insieme diversificato ed eterogeneo di materiali a matrice
organica, ad esclusione dei materiali fossili e delle plastiche, utilizzabili direttamente
come combustibili mediante gassificazione, pirolisi, combustione oppure trasformabili
in altre sostanze (solide, liquide o gassose) per un più semplice utilizzo negli impianti di
conversione per la produzione di energia termica ed elettrica. Esse si caratterizzano
per la pluralità delle soluzioni tecnologiche oggi disponibili e per la complessità della
valutazione della disponibilità all’interno del territorio.
Il Piano ricomprende interventi a favore della razionalizzazione energetica degli
insediamenti produttivi, la promozione delle azioni di recupero delle frazioni legnose da
superfici pubbliche e private, l'avvio alla filiera legno-energia delle frazioni legnose da