Giovanni Paisiello (1741 - 1816) [ Paisiello | Operas | Composers | Mp3 | Home Page ]The Operas of Giovanni Paisiello "Don Chisciotte" Commedia in tre atti Libretto: Giambattista Lorenzi Musica: Giovanni Paisiello Prima rappresentazione: Napoli, Teatro dei Fiorentini, estate 1769 Programmi: LA CONTESSA, Dama di bell'umore (Soprano) CARMOSINA, serva della Contessa (Soprano) LA DUCHESSA, sua amica, e di ugual genio (Soprano) CARDOLELLA, che tiene osteria in campagna (Soprano) RICCIARDETTA, serva dell'osteria (Soprano) DON CHISCIOTTE DELLA MANCIA, Cavaliere errante (Tenore) DON PLATONE, Cavalier viaggiatore amante della Contessa (Basso) SANCIO PANZA, Scudiero di Don Chisciotte (Baritono) IL CONTE DON CALAFRONE, altro Cavaliere amante della Contessa (Tenore) La scena si finge in un luogo della Spagna AL CORTESE LETTORE Dall'ingegnoso romanzo intitolato il Don Chisciotte della Mancia ho radunato i fatti, che vedi in questa commedia ristretti. Per dare alla medesima l'unità del luogo,
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5/8/2018 Paisiello - Don Chisciotte Libretto] - slidepdf.com
Commedia in tre attiLibretto: Giambattista LorenziMusica: Giovanni PaisielloPrima rappresentazione: Napoli, Teatro dei Fiorentini, estate 1769
Programmi: LA CONTESSA, Dama di bell'umore (Soprano)CARMOSINA, serva della Contessa (Soprano)LA DUCHESSA, sua amica, e di ugual genio (Soprano)CARDOLELLA, che tiene osteria in campagna (Soprano)RICCIARDETTA, serva dell'osteria (Soprano)DON CHISCIOTTE DELLA MANCIA, Cavaliere errante (Tenore)DON PLATONE, Cavalier viaggiatore amante della Contessa (Basso)SANCIO PANZA, Scudiero di Don Chisciotte (Baritono)IL CONTE DON CALAFRONE, altro Cavaliere
amante della Contessa (Tenore)
La scena si finge in un luogo della Spagna
AL CORTESE LETTORE
Dall'ingegnoso romanzo intitolatoil Don Chisciotte della Manciaho radunato i fatti, che vedi in questa commedia ristretti.Per dare alla medesima l'unità del luogo,
ho dovuto in parte alterarli,e sono talvolta uscito ancora dalle traccie del romanzo
per adattarmi alla Compagnia.
Fingo due Dame in Villa di allegro umore,tra le quali capita il gran cavaliere errante Don Chisciottecol suo famoso scudiero Sancio Panza.Queste con l'ajuto di una spiritosa donna di lor servigio,tessono delle graziose avventure per quelli,e nen tralasciano nel tempo stessodi prendersi gioco di due loro amanti,di sciocco carattere.
PLATONEMo te dico... CALAFRONEOdi a me!... CARMOSINAQual è lo 'ntrico? CALAFRONEEi tirò, ma la sua botta
Dal focone se n'ascì. PLATONE
Non sentì sto cacasotto:Io sparai, e lui fuggì. CARMOSINAVin, via, ca tutte dujeMeretate d'abbuscà!
PLATONE e CALAFRONEMille grazie a tanta suaGentilissima bontà. DUCHESSACara amica, è qui la cerva. CONTESSALode al Ciel, che la trovai. CALAFRONE e PLATONE
Lei si serva, lei si serva;Ed ammiri il mio valor! CONTESSACome a dir? CALAFRONE e PLATONEIo l'ammazzai... CONTESSAMenzogneri, tanto ardir?
Il mio strale che l'uccise Nel suo fianco ancora tien.
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(Mostra il suo strale rottoe Carmosina svelle dal fianco della cerva
il resto conflitto in quella.
Don Calafrone e Don Platone rimangono confusi.) DUCHESSA(Contessa amica, assaiScottan del sole i rai. Sotto quell'ombraRitiriamoci un poco,E prendiamo di questi un po' di gioco.) CONTESSA(Sia mio il tuo voler. Sai che costoro
Son rivali tra loro, e miei amanti.E i scherni loro comprano a contanti.) CARMOSINA(Signò: si co na scusa le faciteScarrecà le schioppette,Ve faccio fa na risa.) CALAFRONEDon Platone: là parlan le Signore,E in mezzo lei ci vuol ficcar la zampa.
PLATONEE ussia ch'è fatto correttor di stampa? CONTESSAChe bravi cacciatori! io non credea,Che giungesse a tal segnoLa lor viltà. DUCHESSAContessa:
Di scusa son degni... CONTESSAEbben tirateAmbedue con i schioppi; e chi di voiMeglio si accosta al segno,Del mio cor sarà degno. CARMOSINAEcco il bersaglio.
(Attacca una carta ad un albero.)
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O cattera! Non prese foco. PLATONEE va' scioccona, e mpara,Don cacciatore mio, comme se spara.
(Vuole sparare anche lui, e nemmeno prende fuoco.)
CARMOSINA(Mò ha da essere la scena.) PLATONEOh caspita ! è fattura. CALAFRONEOh bella, oh bella ! CARMOSINA
Signò, ch'è stato? caccia la cortella. PLATONEOh diavolo, guardate:Qui c'è un pezzo di cacio. CALAFRONEOh questo è troppo !Mi hanno empito di semola lo schioppo. DUCHESSA
Che belli cacciatori! CALAFRONEPezzo di cacio!Ah, ah, ah, ah. PLATONEChe ride tu marmotta?Pieno di crusca può fa tu sta botta.Che d'è sto lamento,Don Turzo del core?Che vedi? un bel corno,Che ridi così?Signora, mi scusi:
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CONTESSAIn qual cimenti seiIllibato mio cor, Duchessa, oh Dio
Spiegagli tu per me l'affanno mio. DUCHESSAVolentieri ti servo. Ascolta, o Conte.Ma bada a quel che dico(Voglio tesser Contessa un bello intrico.)Begli occhietti - vivacetti:Bel bocchino - di rubino:Per voi sento - quel tormento,Ch'è piacere, ed è dolor.Cosi dice - I'infelice
Ne' trasporti del suo cor.(Ma tiranno - eguale affannoV'è chi forse soffre ancor.E se vuoi - saper lo puoiDall'istesso mio rossor.)
Questa è bella: i Scudieri,E i Cavalieri erranti, figlia mia,
Non han pagato mai all'osteria.
CARMOSINAE che vanno truffanno? SANCIOÈ privilegioDi noi altri Campioni non pagare.Tu ti puoi informare,Se mai il Conte Orlando,Grifone, o Candalino,Han veduto mia faccia di carlino.E vuoi, che uno Scudiero,
E uno Scudiero come Sancio Panza,Ora introduca questa mala usanza?Se Don Chisciotte sapesse questo fattoBuona notte, buon giorno a Ussignoria.
(Cardolella prende per un braccio Sancioe lo porta avanti l'osteria,
e chiama i suoi garzoni.)
CONTESSA(Don Chisciotte!Conoscer lo vorrei.) CARMOSINA(Vedimmo primmoLa cosa a che si mette.) CARDOLELLAA voi, ragazzi...
(Fa cenno di malmenare Sancio.)Facitele pagare la magnata!
(Molte persone assalgono Sancio malmenandolo.)
SANCIOMisericordia . . .
CARMOSINASchiatta !
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CONTESSAPer quel che intesi, tu sei Sancio PanzaIl famoso Scudier di Don Chisciotte.
SANCIOAppunto, appunto. CONTESSAOr Sancio, io bramoL'onor di favellare al tuo Padrone. SANCIOMa tu chi sei? CONTESSAIo sono la Contessa... SANCIOContessa! lei Contessa?... Oh mia Contessa!Ove mi aspetta? CONTESSAQui. SANCIO
Vado, e la servo. CONTESSASancio addio. SANCIOSon di lei. CONTESSAEd io di lui.
A Dogna Dulcinea del Tuboso,Tu gli dici di avertela scordata...Sancio son guai...Or vedi, ve'... baruffa di Pastori.
(Si vedono scappar diverse pecore,indi vien Don Chisciotte con la spada in mano
mal difendendosi da molti pastori
che a colpi di bastone lo gettano a terra mezzo mortoe poi scappano via.)
Cattera! È Don Chisciotte,Che uno stuolo di pecore sbaraglia.E cadde di cavallo... alto canaglia...Alto canaglia... olà... I'hanno ammazzato!Povero mio Padron... non ha più fiato! CHISCIOTTEChe mi avvenne?... io sono a terra.Ahi la testa... oimè la spalla...Uh che gelido sudor!Ma coraggio: io tor Ahi vacillo... il pie' traballa...Deh non pianger, Dulcinea,Ch'è stanchezza, ed io credea
Lamentarmi di dolor. SANCIOCaro Padron, che siete vivo?
(Lo fa sedere.)
CHISCIOTTEBestia!
Non muoion mai li Cavalieri erranti.
È ver che ho avuto avantiDa settemila Mori con le scialbeMa l'ho distrutti! SANCIOQuando? CHISCIOTTEPoco prima.Vedesti dell'esercitoL'avanzo fuggitivo?
SANCIOA dirvi il vero
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Io vidi certe pecore scappareE voi ben dissossato dai pastori. CHISCIOTTEOh gran poter de' maghi incantatori!Sappi, fior de' ScudieriCh'erano tutti Mori neri neri. SANCIOVedete! e a me due branchiParevano di agnelli bianchi bianchi. CHISCIOTTECosì pareano ancora a me. Ma i Maghi
Fan travedere. Or dimmi: alla SovranaMelliflua Dulcinea desti il mio foglio? SANCIODirò... io dopoChe passai fiumi e ponti,Città, campagne, e monti,Vidi sopra diUna villana succida e schifosaChe passando mi disse: Sancio addio.Addio Sancio, Scudier dell'idol mio.
CHISCIOTTEUna villana! SANCIOUdite.Mio Signore, e stupite. Io le risposi:Chi sei tu villanaccia? ed ella, oh Dio!Io son Dulcinea, che trasformataM'ha Freston mago in sì deforme aspetto.
CHISCIOTTE
(abbandonandosi sopra un sasso)
Empio Freston! Mago maledetto!Ah mie pupille,Di duol stillate perle a mille a mille! SANCIOVia, Signor, non piangete!Coraggio, che vergogna! CHISCIOTTESancio, non più. Oggi impazzir bisogna!
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Prendi il Furioso, e trovaIl canto ventitrè:La stanza cento... centotrentatrè.Leggi, e va rinfrescandoIl mio cervel colla pazzia di Orlando. SANCIOMa una pazzia sì fatta...
(Sarcio prende l'Ariosto, e legge.) CHISCIOTTE
Non replicar: voglio impazzire, e schiatta.
SANCIO- Qui riman l'elmo, e là riman lo scudo,- Lontan gli arnesi, e più lontan l'usbergo,- L'arme sue tutte, in somma io vi concludo,- Avean pel bosco differente albergo.- E poi si squarciò i panni, e mostrò ignudo...Oibò! CHISCIOTTEMa che mostrò?
SANCIOE mostrò ignudo- L'ispido ventre, e tutto il petto, e il tergo è. CHISCIOTTECattera! Ho da mostrare il tergo ignudo! SANCIOE via via, che l'Ariosto è un porco!
CHISCIOTTEChe dici, Sancio eretico! Se OrlandoMostrò il suo tergo, non v'è caso, anch'ioDeggio mostrare ignudo il tergo mio! SANCIOE voi, Signor, voleteMostrare il tergo ignudo ?Ah... ah... che bella vista!Ah... ah... che bella mostra!Il mondo già sapeteCh'è pien di gente trista...E poi la stima vostra...Che orror, che
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Che scandalo ch'egli è!(Vedete che imbarazzoPer la mia scuderia!Avere in mano un pazzo
Con più d'una pazzia.Che crepi Dulcinea,Che schiatti Don Chisciotte,Orlando Palladino,Il Conte CandalinoGrifone, Astolfo, Argante,Rinaldo, e Sacripante,E per chiusetta un cancaro,Che venga ancora a me.)
Fenestrone!...Ingrato Fenestrone!... CHISCIOTTEQui le code:Presto presto.
PLATONEChe code ? o mo ve piglioCo na coda de ciuccio a tutte duje. CARMOSINA(Chisto è spassetto!) CHISCIOTTEIndegno!
PLATONEMisericordia... CARMOSINAPiano . . . SANCIOAlto Padrone... CHISCIOTTESancio, non è costei
Dulcinea? SANCIOOibò Signore.Costei è la fantescaDi una certa Contessa,Che brama qui parlarvi. CHISCIOTTEOh gran maghi birbanti,Come ingannate i Cavalieri erranti!(Entra nuovamente in pensieri.) PLATONE
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Faccia conto che sia lei,Mio Signor, quel porco sozzo.Già l'assalto, già lo sgozzo,Ed il querulo lamentoIo già sento del guì... guì.Guì risuona la foresta:Guì la valle ombrosa, e mesta:Guì ripetono le selve,E fin sento dalle belveLa mia gloria replicar.Già quel mostro il braccio nostroFece a terra tracollar.
Soccorreteci... oh Dio... mancar mi sento. CHISCIOTTEAmata Dulcinea, sia questo braccio
Dal tuo nome immortal guidato, e scorto,Bà ih... ih là... Vittoria: il porco è morto. TUTTIE viva il fior de' Cavalieri erranti. CONTESSAMagnanimo Signor, della mia vitaDebitrice ti son; degnaci almenoDella tua compagnia in questo giorno.
CHISCIOTTESancio...
(Domanda con atti a Sancio che deve rispondere,e Sancio gli fa cenno)
SANCIO(Sì Conte...)
CALAFRONE(Zitto...Vediamo il fatto nostro.) CONTESSA
Non mi rispondi? CHISCIOTTEAl tuo voler mi prostro CONTESSA
Che finezza! SANCIOAvrete anche il contentoDi vederlo impazzire in questo giorno. DUCHESSACome sarebbe a dire? CHISCIOTTEAvrò l'onore
Di mostrarvi il mio ventre, e il tergo ignudo. CARMOSINA
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CONTESSADa bere: che al suo meritoUn brindisi farò!Bacco dell'Indie - gran domator,Colma quest'anima - del tuo furor:E a dir le glorie - del Cavalier,Basco nasconditi - nel mio bicchier,Viva il turibolo - della beltà:Che viva l'Ercole - di quest'età! TUTTI
Evviva l'Ercole di quest'età! CONTESSA
(A Don Chisciotte.)
Lei deve corrispondere. CHISCIOTTECertissimo: è dover.
Ma piano... mi permetta,Che mezza parolettaIo dica al mio Scudier.Dimmi, tu sai,Se il Conte OrlandoMangiasse mai,Pria d'impazzir? SANCIODirò: chi diceChi contradice;
Ma il come, e quando Non vi so dir. CHISCIOTTEAmato Panza,Leggi la stanzaCentrentadue
Nel ventitrè. SANCIOOlà: silenzio.
Sentite a me.
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(Caccia l'Ariosto, e legge.)- Additto, e stanco al fin cade nell'erba.- E fissa gli occhi al Cielo, e non fa motto:- Senza cibo, e dormir così si serba
- Che il sol esco tre volte. e torna sotto:- Di crescer non cessò la pena acerba,- Che fuor dal senno al fin l'ebbe ridotto:- Il quarto dì da gran furor commosso- E maglie, e piastre si stracciò di dosso È. CHISCIOTTEOh caso disperato! CONTESSA e DUCHESSASignor che cosa è stato?
CHISCIOTTEL'ho fatta finalmente! CARMOSINA e CARDOLELLASignò, chi ti tormenta? CHISCIOTTEUdite, udite caso.Pria d'impazzire Orlando
Tre giorni digiunò.Io dal demonio invasoMangiando me ne sto. PLATONESedia, perbacco, sediaA questo gran signore. CHISCIOTTE
(Si avvede di Don Platone, che sta sull'albero,e tira mano alla spada per ferirlo.)
Ah Mago traditor...Mori malvagio... PLATONEPiano...Tenitele le mmano.Lassateme scappà.
(Scende per fuggire. )
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L'hai fatta la frittata... CHISCIOTTEUn altro incantator!Sancio, tu prendi questo... SANCIOÈ lesto... CHISCIOTTE
No... no... quello... SANCIOÈ lesto... CHISCIOTTE
No... no... questo. SANCIOÈ lesto...
CHISCIOTTEQuello... quello... SANCIOOh diavolo il cervello,La testa se ne va. CHISCIOTTEQuel vostro ardir rubello,
(A Don Calafrone, e a Don Platone.)Mia vittima sarà. CALAFRONE e PLATONEPlacatelo, voi belle;Fatelo per pietà. CONTESSA e DUCHESSADegli occhi, amate stelle
Non tanta crudeltà.
(placando Don Chisciotte)
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CARMOSINA e CARDOLELLAAh disgraziate stelleSono scomparse già.
Atto II(Quadro Primo)
SCENA I Scena 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 (Atto II) Stalla dell'osteria con gran porta chiusa in prospetto.
Duchessa, Cardolella, Don Chisciotte, Sancio.
DUCHESSACavalier, che cos'è? Torbido in voltoPerché tanto te ne vai? CHISCIOTTEEh mia Duchessa,Studio come impazzir.
SANCIOMa voi, Signore,Ricordar vi dovreste, che promessaUn'isola mi aveteDa governare a mia disposizione;E se voi impazziteL'isola quando vien? I'anno del Mai? CARDOLELLAQuanno piovono noci, e fichisecchi.
DUCHESSASancio, ascolta. A riguardoDel tuo Signor, ch'è di gran merto raro,Di un'isola vacante, che mi trovo,Governatore adesso io ti dichiaro. CHISCIOTTEInginocchiati, Sancio, e un complimentoFalle, in tuon di oratore.Pensa che alfin tu sei Governatore. SANCIOMia Signora Duchessa, si suol dire,
CALAFRONEMelissa a te mi manda, Eroe terribile:Vuol, che qui tu l'attenda, che sollecitaOr or verrà con Dulcinea bellissima,
Che fu cangiata in villanaccia rustica;La qual, solo a riguardo de' tuoi meriti,Vuol ritornare nella forma pristina.Signor non ti confondere.E dimmi presto quel che ho da rispondere. CHISCIOTTEMio Signor Don Demonio,Donna Melissa da mia parte ossequia,E dille in nome mio: che fermo, e immobileIo qui l'attendo, come una piramide.
E se fia d'uopo al disincanto l'operaDel braccio mio, che scelga, o spada o lancia,Ch'io sono Don Chisciotte della Mancia.Dille, che qui l'attendo:Dille, che venga; e dilleChe più di Don AchilleTremendoMi vedrà.Ma poi rivolgitiAl mio bel Nume:
Dille, che versanoQuest'occhi un fiume:Che mesta l'animaPensando sta.
(Parte Don Calafrone pel portone.) SANCIO(Ora vedete caso: io per salvarmiDissi, che Dulcinea
Era stata in villana trasformataE trovo la buggia verificata.) DUCHESSA(Va ben la cosa.) CARDOLELLA(E meglioSarrà lo riesto.)
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e poco dopo vengono sopra un carro tirato da Satirila Contessa da Maa,e Carmosilla da Dulcinea in abito reale,
precedute da soave sinfonia,
ed il bosco comparisce tutto infiammato, e detti.
CALAFRONE
(a Don Chisciotte)
Ecco Melissa, e secoÈ la tua vaga stella. CHISCIOTTEInginocchiati Sancio. A com'è bella! CONTESSA e DUCHESSAVaghe aurette lusinghiere
Vi conosco al grato odor.Qui respira il Cavaliere:Qui sospira per amor. CONTESSADall'antica, e sepoltaMemorabile grotta di MerlinoA te famoso Cavalier dolenteMi porta la pietà. Questa è colei,Che di Regina diventò villana.Qui la condussi; ma i supremi Fati,
C'hanno di lei pensiero, Ne destinan l'impresa al tuo Scudiero. SANCIOQuesta sarebbe bella. Come a dire? CHISCIOTTESancio, felice te. Sentiamo il modo. CONTESSAQuand'egli si avrà date
Tremila e cinquecento bastonate, Nella primiera pelleRitornerà la bella delle belle.
CHISCIOTTEPresto presto flagellati. SANCIOBurlate .Temila e cinquecento bastonate? CHISCIOTTETe l'hai da dar se fossero cento mila.Eh via, son bagattelle... bagattelle.Se le dà, se le dà. Ma Dulcinea,
Perché nulla mi dice? CONTESSAAl tuo riguardo l'incantata linguaLe snoderò. Favella. CARMOSINAMia plenilunia stella:Idolo mio celesteAnzi turchino carico: mio caro
Don Chisciotte tiranno:Tu non sia mai, mi uccidi, oh Dei, che affanno! CHISCIOTTEAh basta... ba... melliflua Dulcinea...Mi sento venir meno...
SCENA IV Scena 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 (Atto II)
Don Platone ammantato da Principessa,
con seguito di Matrone, e detti.
PLATONE
Potentissimo Eroe, d'una infeliceCon le Nudriccie sue, pietà ti muova.
Che son casi e casoni,E se ne faciarebbero no tomoCchiù grosso d'ossoria. Solo vi dico,Che Malambruno mago, per dispetto
'Ncoppa a ste faccie nostre, che parevanoTre fioretti di campo,'Nc'ave fatto spuntà tanto di barba.Vedite che spettacolo.
(Si smanta Don Platone colle sue matrone,
e mostrano i loro volti coperti di lunghe barbe.) CHISCIOTTEE che vuol, che io la tosi? PLATONE
Nanì monzù. Ma Malambruno ha dettoChe volando pe ll'aria d 'Nchisciotto,Se va, e torna in un giornoDal Regno di Candaja, noi da brutteCi farem belle, spellecchiando tutte. CARMOSINAMio ben, I'impegno è tuo: que' peli scrasta.
CHISCIOTTEDulcinea lo comanda, e tanto basta. PLATONEPietoso mio campione,Tu da sti peli salvaLa vaga mia beltà.(Oh diavolo! La barbaMo se nne cade già.)Oh Dei! che soggezione!
Signò, non me guardà.(Mmalora priesto attacca.(Ai suoi compagni.)Se chisto se n'accorgeA tutte tre ci picchia,'Nce sona... comme vò.) CHISCIOTTEMa come andro per aria? e dove trovoL'Ippocrifo d'Astolfo?
CONTESSA Non temere:
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e diventa un cavallo di legno.) CHISCIOTTESancio: vedi portento! SANCIOIo penso alle tremila e cinquecento! CONTESSAOr Ippogrifo ascendi,E in groppa teco il tuo Scudier ti prendi. SANCIOOh per me: buon viaggio. CHISCIOTTESancio Governator, vieni: coraggio! SANCIOAh maledetti incanti!
CONTESSAMa bendarsi convien, che l'occhio frale Nella region del focoPerduto resteria. CHISCIOTTECome ti piace SANCIOAncor questo di più?
CALAFRONESono a servirli.
(Benda Don Chisciotte, e Sancio.) CHISCIOTTESieguimi, amata Dulcinea. AddioMia Signora Duchessa.
(Monta sul cavallo di legno.) DUCHESSA
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(Sancio monta anch'egli in groppa) SANCIOMia Signora Duchessa, servitore. CHISCIOTTESancio caro, fermo in groppa,Che il cavallo assai galoppa. SANCIOSignorsì, galoppa assai.E se inciampa son guai. CONTESSA
(A Sancio.) Non temer, che qui son'io. CARMOSINAIo sto ccà bell'idol mio.
CHISCIOTTEBella bocca! SANCIOBella cocca! TUTTI(Bella scena in verità.) SANCIO
Uh che freddo... Uh che gran vento!
(Vengono diversi con manticelli,e fanno vento a Don Chisciotte e a Sancio.)
CHISCIOTTECerto, certo: anch'io lo sento. CONTESSALa ragion dell'aria è questa.
CARMOSINACcà se forma la tempesta.
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Noi siamo dentro il solito stallone. CHISCIOTTEStellon vuoi dir, cioè una stella grande. SANCIOÈ stalla, stalla... CHISCIOTTEIntendo.È una stalla in una stella. Eh dimmi:L`idol mio che fa? forse riposa? SANCIOSignorsì, sopra un lettoTutto d'oro potabile.(Lo vuoi, ed io ti meno all'Incurabile.) CHISCIOTTEGuidami a lei; ma cheto, che non voglioDestar la bella mia.
SANCIOPrudentemente: venga ussignorìa.
(Sancio accompagna Don Chisciotte bendato,e lo fa girar per la scena.)
Venga pur, ma zitto zitto,Sulla punta del suo pie':Ch'io lo porto dritto drittoDove dorme il caro ben.
La vedrete sopra un letto,Che non ha nemmeno un Re,E alternando il fiato in petto,Or abbassa, or alza il sen.E le mosche discacciandoLe va intanto il Dio d'Amor.(Tu lo vuoi, ed io d'OrlandoTi farò più matto ancor.)
(Sancio porta seco Don Chisciotte.)
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Confirmar l'amor mio con questo foglio. PLATONE(Scrive a me.)
CALAFRONE(Scrive a me. Gran Carmosina!) PLATONE
(a don Calafrone) Nè, nè; tu che faje lloco? CALAFRONEMeschin di te mi sto prendendo gioco. CONTESSA(Che fanno?) CARMOSINA(Si punzecchiano.) CONTESSA- Idol del mio cor...
(Legge e poi lacera la carta,
la butta a terra e scrive di nuovo.) No, non mi piace.Principio basso. PLATONE(Voglio aggraminarmi.Quelle amorose refole di carta.)
CALAFRONE(Vo' di quel foglio prendermi gli avanzi.)
(Si accostano per raccattare quelli avanzi di carta,
ma li prende Don Calafrone.) PLATONE(Lassa ccà.) CALAFRONE
(Lascia tu.) PLATONE
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CHISCIOTTEGovernatore,Lascia, ch'io parli. Mia Duchessa, ascolta.
Smontando io da cavallo,Doloride barbutaSi sbarbizzò, come dicesti, e sparve.Sparve quindi Melissa, e DulcineaSul dorso d'Ippocrifo, ed attendendoStan le botte di Sancio. Alla grand'opra,Vedi bene, s'io deggioSollecitar costui.Dunque tu resta: io partirò con lui. SANCIO
Ma perché quest'incomodo? vi ho detto,Che nell'ora del caldoSalderò la partita, e ve la saldo. CHISCIOTTE
No, no: voglio venir. Duchessa addio. PLATONE(Noce de cuollo.)
DUCHESSAIngrato:
(a Don Chisciotte con tenerezza)E abbandonar mi vuoi ? CHISCIOTTEChe ci ho da far? Avanti, Sancio, avanti. SANCIO
Tra quel freddo, e quel caldo io mi confondo! CONTESSASon viva? che pene!Son morta? che affanno!E può quel tirannoLasciarmi così? CARMOSINAChe schianto.. che... mi viene,Vederla patì.
DUCHESSA
(a Cardolella)Partì quell ingrato ? CARDOLELLAGhernò: s'è restato.
CARMOSINA e CARDOLELLA (a Don Chisciotte)E fatte più avantiChe bestia che ssì. CHISCIOTTE(Mia gran Dulcinea,Superna mia DeaTu scorgi il mio pie'.)
Contessa...Duchessa...
(consolando la Contessa e la Duchessa)
Coraggio: cos'è? CONTESSA
Non partir, bell'idol mio... DUCHESSA
Non partir, mio bene, oh Dio. CHISCIOTTE
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SANCIOMamma mia,Maledetta sempre siaTanta vostra fedeltà. CHISCIOTTEColpa sol la mia pietà. CONTESSA e DUCHESSA(Bel piacere in verità.) CALAFRONE(Oh che inferno qui si fa.) PLATONE(Vì che imbroglio qui ci sta.)
CARMOSINA e CARDOLELLA(Uh che risa ah ah ah.) CHISCIOTTEOr mie signore amabili,Si lascino i misteri:Io parto, e parto teneroCostante al primo amor. SANCIO
Duchessa stimatissima,Il mio viaggio sèguito,Che attendono i miei popoliIl suo Governator. CONTESSA e DUCHESSA
(a Don Chisciotte)
E vuoi lasciarci, o barbaro?
CARMOSINA e CARDOLELLAVuoi lascia' due orfane?
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CARDOLELLASentite! Se del pazzo le SignoreFossero veramente 'nnammorate,Ve pare mo, che se farìano tantoBeffeggiare da tutte?E voi non siete quelli, che poco primaInsieme a loro stesseVe l'avete ccà mmiezo pazziato?
CALAFRONEAmico, sai che siamoDue asini solenni? PLATONE'Nquanto a te lo sapeva:'Nquanto a me poi, mo mme ne sono accorto. CARDOLELLAOh ! Oh ! a tempo a tempoVengono le Signore a chesta via.Cercate perdonoDe li despriezze, che l'avite fatte,E comme buone amice 'nnammorateSpartitevi fra voi le titolate.
No: Carmosina, io non l'avrei credutiA tal'eccesso audaci.
DUCHESSADi tanto ardir non li credea capaci. CARMOSINAPoveretti, di scusaA la fine son degni: e che bonoraDagli e dagli, e che son di cartapesta? CARDOLELLA
(a Don Calafrone, e Don Platone)(Ma or fatevi avanti.) PLATONE(Don Carrafò, che dici?) CALAFRONE(Amico, il mare torbidetto...)
PLATONE(Sognorsì lo vedo.) CARMOSINAMa se mai vi chiedessero perdono... CONTESSAIo gli darei de' schiaffi. DUCHESSAIo gli darei de' calci.
PLATONE
(a Don Calafrone)(Oh che bel marchio!) CARMOSINAEd io scommetto, ca si mo piangendoVenissero da voi,Gelereste davanti a tutt'e due.
CONTESSAForse sì, forse no.
5/8/2018 Paisiello - Don Chisciotte Libretto] - slidepdf.com
Ah sento, o stelle,Che fida io l'amo ancora. DUCHESSAVorrei sdegnarmi, e invece dello sdegnoRitrovo nel mio coreLa tenerezza del mio primo amore. CARDOLELLA
(a Don Calafrone, e Don Platone) Non site chiù scappate? CARMOSINA
Ne: chille sciaffe, e calci addo sò ghiute? DUCHESSAVorrei sdegnarmi, oh Dio!Punirlo, sì vorrei;Ma tra gli sdegni miei
Mi parla la pietà.Sembra pietà; ma poiAi dolci moti suoiSento che amor si fa.
PLATONEOr valle appresso. Corri... CALAFRONEA te conviene,Di spiegarti con essa,Ch'io dichiarato son con la Contessa. PLATONEDon Carrafò, tu sai, che non mi è ignotaLa via del tuo fianchetto.
E così presto il mio Signor Don SancioVorrà lasciarmi SANCIO
Sì: tu dici bene;Ma pensa un poco a me, che ho sullo stomacoUn'Isola, e la devo digerire. CONTESSAAlmen pria di partireUn consiglio vorrei. SANCIOParla, ch'io sento.
CONTESSASappia ch'io son da due soggetti amataDi egual merto tra lor. Di questi io deggioUno eliggerne alfin. Mi dica comeRegolarmi dovrei, che in un di loroCada la scelta, e non si offenda l'altro. CHISCIOTTE(Sancio Governator, mostrati scaltro.)
SANCIO(Oh me ne rido). Ti diro Contessa:L'unica, e sola strada, per uscireDa queste angustieÈ quella di sposarli tutti e due. CHISCIOTTEOh bestia orrenda ! PLATONEAmico: lo governo
Te stà cucito addosso a
SANCIOChe forse no? CHISCIOTTEEh mio SignoreSancio scherzò. Del resto il mio parere,Signora è questo. Del superbo acquistoDi tua beltà, gli eccelsi innamorati,Che decidan tra loro in giostra armati.
CONTESSASavio parer.
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PLATONEPiano, piano!Che è sta giostra? CARMOSINAAvite da scannarve;E chi 'nce resta vivo,Se piglia la Signora. CALAFRONEAll'armi: all'armi.
PLATONEVì la tentazione! CALAFRONEVieni pure in campo armatoVile amante rinnegato,Che a passarti quella panciaVado l'armi a preparar.Poi gittando spada, e lancia
Tutto amabile, mio bene,Pregherò che scenda ImeneLe nostr'alme ad annodar.
Amica, che incomincioA sentir nel mio cuor qualche risalto.Per Don Platone.
DUCHESSAEd io, per dirti il veroMi sento un non so che per Calafrone. CARMOSINAE via: siate gentili,Che infine poi sono Cavalieri egregi. CONTESSABasta: ma dimmi: disponesti, comeRimandar Don Chisciotte alla sua casa,
Per curar la sua testa? CARMOSINAÈ tutto fatto.Ma Sancio Panza... CONTESSAPoco da qui lungiL'ho fatto preparare un'imboscataDi finti mori, onde il vedrai tra poco
Don Chisciotte, poi la Contessa, la Duchessa, e Carmosina
sulle ringhiere, ed indi Don Calafrone, e Don Platone,
con lance e scudi.
CHISCIOTTEDulcinea mia diletta,Se qui mi vedi misurar degli altri
Solo il valor, senza mostrare il mio,Giuro sugli occhi tuoi, ch'è colpa soloDella tua pudicizia.Eh diavolo! un rivale io qui vorria.E fosse un Agrican di Tartaria. CONTESSAOve sono gli amanti? CHISCIOTTEEntrate nell'arena, o nuovi Erranti.
(Vengono Don Calafrone e Don Platone.)Don Calafron, che avete? CALAFRONEChe so: mi sento certiTremoretti di freddo. PLATONEE corri a letto.
Alla pugna, alla pugna... PLATONEVuoi fa' a pugni?
(Butta la lancia, e lo scudo,e si avventa con pugni contro Don Calafrone.)
CHISCIOTTEBasta:Contrastate da Eroi!
(a Don Platone, che si ripiglia la lancia, e lo scudo)
Ecco diviso il campo. Io qui mi metto.
(Monta a cavallo per decidere.)
CALAFRONEEccomi pronto. CHISCIOTTEOlà...
PLATONEVa piano... piano.Piano... mmalora scornalo.Mme vuò cecà quacch'uocchio?Alza la punta, e corri... CALAFRONEIn petto in pettoCi dobbiamo ferir.
PLATONEGnorsì: ma tieneAlta la ponta tu, ch'io co la miaMe tengo basso, e intornoCorriamo po', infin che schiara CHISCIOTTEVia. Che si aspetta?Il segno dia la marzial trombetta.
(Suona la trombetta; e Don Calafrone, e Don Platone
s'incontrano più volte senza offendersi.)
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Ah mia Duchessa, e non potevi piangereMezz'ora fa? che non sarria successaQuella tremenda sanguinosa giostra. CONTESSAQuella servì per rendermi più caroIl tuo costante amor. PLATONEDunque sei mia?
CONTESSASi tua sarò.Ma senti prìa: quando ti sarò moglie,Ve', ch'io lla te non voglio soggezione. PLATONEContessa, e che mi hai preso per cafone?
Non mi credea di avereQuesto schieffon da te.Conosco il mio dovere
Conosco la creanza.So bene dell'usanzaLa regola qual è.Si faccia i fatti suoiEd io mi faccio i miei:E senza tante storieIo non do conto a lei,Lei non dà conto a me.
CARMOSINAAmato Don Chisciotte,Deggio partir. Se mi vuoi dar la manFiccala dentro a sto canale, ch'io
Mo mi ci stringo dentro,E ti dongo la mia. CHISCIOTTESi mio tesoro.
(Rimonta a cavallo, e caccia il braccioin un canale della loggia,
ov'è Carmosina.)
Ah cara mano... io di dolcezza moro. CARMOSINA(L'ho legato bene!) CHISCIOTTETorna presto, mio ben... ahi... ahi non possoTirare il braccio a me... Stregoni indegni,Voi mi aveteFabbricata la mano dentro il muro.Ahi... chi sa, ch'io non abbia
Pietrificato tutto il resto ancora? SCENA X Scena 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 ,9, 10, 11, 12, 13 (Atto II)
Sancio da dentro un fosso e detto a cavallo,
colla mano nel muro.
SANCIODa questo fosso, ah chi mi toglie fuori? CHISCIOTTEQual voce! Sancio? SANCIOAita, che non possoUscir da questo fosso.
Non posso, Sancio amato,Ché gli stregoni mi han pietrificato. SANCIO
(Esce dal fosso.)
Dunque vi hanno incantato? CHISCIOTTEE non mi vediTrasformato in colonna? SANCIOForse da dentro, ma da fuori sieteLo stesso Don Chisciotte.Voglio gente chiamar per trasportarviIn un luogo coperto. CHISCIOTTEAh non toccarmi, che io mi rompo certo.
SANCIO Non dubitar faremo piano piano.Oh che bricconi! oh che incantesimo strano!
(Via.)
CHISCIOTTEEmpio destino ingrato,Così pietrificato
Potrai tenermi ognor;Ma non potrai, oh Dio!Per il bell'idol mioPietrificarmi il cor.
La sorte dunque è nostra? CARMOSINAIl monumento guarda! CONTESSAChe sciocco! Ah che matto! CARMOSINAOrsù, si prenda in giro,Frattanto io con SancioMi vado a divertì.
(Via.)
CONTESSA
(A Don Chisciotte,
fingendo di vederlo in oggetto di Platone.)
Che fai, Platone amato,Immobile così! CHISCIOTTEAh che in Platon cangiatoChisciotte vedi qui. CONTESSACome? non vuoi, ch'io dica,Che l'idol mio sei tu?
CHISCIOTTESono incantesimi, amica:Ah non saper di più. CONTESSAMio tesoro! ah se tu vuoiIngannar questocchi miei,
Non sperarlo: io so chi sei:So, che tenti la mia fe'. CHISCIOTTE
Dulcinea, tu dir lo puoi,Io chi sono in carne e in ossa,Tu che sciolta in aria grossa
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Caro Signor Padrone...Dov'è? Poter di Bacco!Qualche stregon vigliaccoPer aria sel portò. CARMOSINA(Oh! Oh! ma che bestione!Oh qual divertimento!Mettiamo un bel sigilloA sta giornata mo.)
SANCIO
(piangendo)
Infelice pecorellaSenza il tuo pastore amato.Orfanello abbandonatoSenza padre io resto qui. CARMOSINA
(contrafacendolo)Dov'è mai la gallinella;Bene mio addò la trovo ?Me faceva sempre l'uovo,Ch'era cosa da stordì.
E marmo ogn'osso,E di MerlinoQuel carrozzino,Pel disincantoMi mandò qua. SANCIOMa dove andrete per liberarvi?Per quello, o Sancio, che qui s'intese,Forse mi mandano a Monpelier.
SANCIOÈ stato dunque Mago Francese,Che ve l'ha fatta, o Cavalier! TUTTICosa più strana si può veder? CALAFRONE e PLATONE
(Alla Contessa e alla Duchessa.)(Via su che vadano; che i matrimonjVogliamo subito noi celebrar.) DUCHESSA e CONTESSA(Sì, amanti teneri; sì sposi amabili;Ma in città debbonsi le nozze far.) CARMOSINA e CARDOLELLA(Tu amore, legali:Tu ammore accoppiali,
Che non si possano mai più scoppià.) CONTESSA
(Alli servi, che mettono Don Chisciotte
nella gabbia sul carro.)
Olà prendetelo, e incarrozzatelo. CHISCIOTTEMio Sancio seguimi...
SANCIOCol corpo, e l'anima...
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CONTESSA, DUCHESSA e CALAFRONESignor, vediamoci... CARMOSINA, CARDOLELLA e PLATONESancio, scriviamoci. CHISCIOTTESi, consolatevi: ritornerò. SANCIOMi venga un canchero, se ci verrò.
TUTTIDue tipi simili chi troverà?Sono fantastici in verità. Eccoti in poche parole la mia Commedia spiegata.A me dunque non altro resta,che attendere il tuo compatimento.
F I N E
- Karadar Bertoldi Ensemble - Studio Informatico Anesin -