L o spettacolo è desolante e anche un po' ripugnante: il teatrino della politica, tanto caro all'antipolitica, si è svelato per quello che è sempre stato, ovvero il postribolo decadente di un sistema politico, sociale, culturale giunto al suo apice. Non si tratta più di nani e ballerine. Sono venute meno le regole fondamentali, sia etiche che morali, la cui non osservanza avrebbe fatto scattare gli anticorpi dell'indignazione. L'assuefazione a questo ha generato un cinismo sociale, culturale e politico che ha sostituito con un individualismo ignorante, il concetto stesso di individuo. “L'egemonia culturale” che si è consolidata, riguarda tutti e tutto essendo assolutamente trasversale nella sua esternazione. Della politica, i partiti sono il luogo dove l'imbarbarimento è più evidente, dove l'impoverimento degli uomini e delle donne ci colpisce di più, ci colpisce prima. E devasta quel poco di fiducia che rimane, che resiste, nonostante tutto. Se l'individualismo ha scalzato l'individuo, il partitismo nominale ha sostituito il partito. Anche dentro Rifondazione Comunista abbiamo assistito, nel recente passato a questa prassi: assessori, consiglieri, presidenti, etc. creati dal nostro partito che lo abbandonano con assoluta disinvoltura, senza che nessuno senta il dovere di rimettere il mandato dopo aver cambiato idea e partito; altri/e che si scoprono d'improvviso fans di Di Pietro (o dei suoi seggi), magari dopo averlo insultato, e dopo aver rimproverato al Prc il suo atteggiamento unitario verso l'IdV. Il fatto è che se si rimuove ciò che noi chiamiamo partito o, comunque lo si voglia chiamare, se manca un nesso che leghi un politico a un progetto ideale e a un collettivo di uomini o donne che lo condivide, allora la politica diventa davvero quella cosa sporca che le masse percepiscono. Essa si riduce infatti al mestiere di un vero e proprio ceto di piccoli professionisti delle istituzioni, dunque mobili e largamente intercambiabili, insomma disposti più o meno a tutto pur di conservare il proprio ruolo. A tutti i livelli, in qualsiasi luogo, sia che si stia parlando dell'intera nazione sia che si parli della nostra regione, del nostro territorio. Ecco perché lo sforzo di Rifondazione Comunista, all'interno della Federazione della Sinistra, per un nuovo concetto di partito e di militanza, interprete di una politica che sappia raccontare e raccordare i bisogni delle persone, non può essere legato ad una politica del consenso fine a se stesso. Neanche può essere condizionato dai tempi dettati dall'aberrazione di un sistema impazzito. Tale sforzo deve essere canalizzato totalmente nella nostra capacità di essere “un altro mondo possibile”. Voglio dire che in questione non è il gradualismo, ma la direzione di marcia. Se è proprio questa ad essere compromessa chi guarda a noi con speranza può legittimamente pensare che il nostro rimanere, impotenti, nel retrobottega dei vari governi, serva solo a noi stessi. Dalla Val Susa a Vicenza al Lazio “ Quanto accaduto questa notte si commenta da solo!”. Così i No Tav hanno iniziato la conferenza stampa del 18 Febbraio per informare delle pesanti cariche subite tra il 17 e il 18 Febbraio dove due persone, un giovane corrispondente di RadioBlackout e una signora di 45 anni sono state ferite gravemente. Il ragazzo è stato ricoverato alle Molinette in prognosi riservata, la donna rischia di essere operata. Guarda caso a dirigere le operazioni delle forze dell'ordine Spartaco Mortola, già tristemente noto per i fatti del G8 di Genova. La carica è partita a freddo, anche da come si vede dalle immagini raccolte dai telefonini dei No Tav. E' bastata qualche palla di neve, per contestare la trivella di Coldimosso che immediatamente è partita la caccia all'uomo da parte di Polizia e Carabinieri. In Val Susa, il Governo si sta dimostrando sempre più nervoso. Ad oggi i sondaggi delle trivelle partiti sono soltanto 13, a fronte dei novanta previsti dal tracciato. Da Vicenza intanto, andando indietro di qualche settimana, nella mattinata del 31 Gennaio verso le 12:30 una cinquantina di No Dal Molin sono entrati, tagliando le recinzioni del cantiere, nell’area dell’aereoporto militare Usa, dove sono cominciati i lavori. Si sono incatenati alle gru ed hanno calato, dall’alto, uno striscione con sopra scritto “Vicenza si difende”. Nel pomeriggio in una conferenza stampa hanno spiegato quanto sta avvenendo nel cantiere in queste settimane: "Quello della base Usa, secondo il commissario Costa, doveva essere un cantiere perfetto, all’avanguardia nella tutela del territorio; e, invece, dopo pochi mesi , mostra già i devastanti segni del suo operare". Il riferimento è allo stato della falda acquifera, agli alberi distrutti e ai reperti archeologici recentemente scoperti. Il comunicato conclude con una richiesta molto precisa: "Vogliamo che, prima di procedere nei lavori, venga realizzato uno studio approfondito sullo stato attuale della falda acquifera che coinvolga tecnici comunali, delegati dell’autorità di bacino e personalità indipendenti". Verrebbe da dire tutto il mondo è paese! Non a caso da queste cronache emergono forti similitudini con quanto sta accadendo qui da noi per la questione inceneritore. Non a caso la mobilitazione prosegue e nei prossimi giorni verranno lanciate ben due manifestazioni. La prima sabato 6 Marzo, indetta da tutti i movimenti popolari del Lazio che si battono contro le devastazioni ambientali. Appuntamento a partire dalle ore 16:00 a Piazza SS.Apostoli, Roma. Interverrà anche Ascanio Celestini. La seconda, invece, una manifestazione nazionale per il 20 Marzo lanciata dal Forum dei movimenti per l'acqua pubblica. Questa scadenza può e deve diventare una grossa opportunità per tutte quelle resistenze locali sviluppatesi contro aeroporti, Tav, inceneritori, turbogas, mega-strade per riuscire a parlare un unica lingua. La possibilità di ricomporre le varie lotte locali sarà centrale anche per ricostruire un movimento nazionale anti-nucleare. Verso Aprile inoltre partirà la campagna referendaria contro la privatizzazione dell'acqua. Anche su questo servirà lo sforzo di tutti per evitare che le grosse multinazionali ci rubino la nostra acqua. Qui da noi, con Acea, il rischio è che Suez (multinazionale francese) e Caltagirone prendano tutto! Difendiamo i beni comuni e ribadiamo, come i movimenti ambientalisti a Copenhagen che questo: “E' il nostro clima, è la nostra aria, la nostra acqua non il loro Business!” Se l'individualismo ha scalzato l'individuo, il partitismo nominale ha sostituito il partito. Emiliano Viti Non nel mio giardino " Meglio ad Albano che a Velletri", questa è stata la lapidaria risposta di un signore sui cinquanta anni alla spiegazione di cosa stessimo facendo, sotto la pioggia in Piazza Frasconi qualche domenica, fa con un banchetto pieno di arance biologiche e patate d'Avezzano. Vendevamo arance e patate per sovvenzionare il comitato per il NO all'inceneritore. La risposta del signore, forse definirlo tale è anche troppo, è indicativa della coscienza civile degli abitanti dei Castelli. Pensare che il mega-impianto che si vorrebbe costruire a Roncigliano non influisca sulla salute degli abitanti di Genzano o di Lanuvio o di Nemi, senza spingerci oltre, vuol dire non vedere oltre il proprio naso per quanto lungo lo si possa avere. Inutile spiegare che i fumi emessi, portati dal vento, arrivano molto oltre il cervello di coloro che hanno a cuore solo il proprio giardino di casa, il non vedere con gli occhi l'inceneritore non vuol dire non subirne i danni. A nulla vale dare loro le spiegazioni tecnico-scientifiche minime e nella maniera più semplice, la mente è chiusa a qualsiasi ragione che non sia la propria, è lo stesso ragionamento che porta a dire: "Il terremoto? Meglio ad Haiti che ai Castelli". E' lo stesso ragionamento che porta a dire ad un operatore ecologico che se non si costruisce l'inceneritore si perderebbero posti di lavoro. Un' ottusità che lascia sconcertati. L'immondizia va sempre e comunque raccolta indipendentemente dal processo che si sceglie per lo smaltimento. A nulla vale, anche per costoro, spiegare che la raccolta porta a porta non distrugge posti di lavoro ma li potrebbe creare come creerebbe condizioni di lavoro più salubri per gli operatori stessi. La nostra sarà una lunga battaglia ma la porteremo avanti con convinzione. E' tempo di elezioni e tempo di prese di posizione dei candidati. Un giorno la Polverini ci spiegherà come concilia le sue aspirazioni ecologiste con le posizioni del Partito delle Libertà (loro). Mentre un po' di fiducia la riponiamo nella Bonino, non siamo abituati a firmare cambiali in bianco, e nel suo eventuale impegno contro l'inceneritore, contro la centrale nucleare del Lazio e nell'affrontare con spirito nuovo le vertenze della Regione. Ma non possiamo fare a meno di denunciare alcuni atteggiamenti da parte di certa stampa che ha tentato di far passare una lettera di raccomandazione come una cosa già fatta. Il Presidente della Provincia Zingaretti ha solo scritto una lettera dove invitava Manlio Cerroni, proprietario della discarica di Roncigliano, a sospendere i lavori in attesa del pronunciamento del Tar, su alcuni giornali questa missiva è assurta al rango di sospensiva. Un po' di etica non guasterebbe, ma, come dice Saramago, siamo in piena "notte dell'etica". Sempre a proposito di giornali, locali e no, quando si parla delle vertenze locali non vengono quasi mai citati i vari comitati e le loro azioni per la salvaguardia dell'ambiente e della salute. Sembra che la partita si giochi solo a livello politico. Se così fosse l'inceneritore di Albano sarebbe già costruito così come l'impianto turbogas di Aprilia. Una informazione non è mai libera se è incompleta. Sabato 20 marzo 2010 - Anno II - n° 2 Redazione: via Roma n° 50 - 00045 Genzano di Roma tel. 333 9467351 e-mail: [email protected] La direzione di marcia Carlo Cortuso D al produttore al consumatore. Questo vecchio slogan pubblicitario contiene un elemento di verità. Il fenomeno del carovita che le fasce popolari stanno subendo sulla propria pelle dipende da molti fattori, ma indubbiamente tra questi c’è il peso della lunga catena di intermediazione commerciale che passa tra chi produce una merce e chi la consuma. Accorciarla il più possibile è uno degli obiettivi dei GAP, i Gruppi di Acquisto Popolare che ormai si sono diffusi su tutto il territorio nazionale. Anche qui a Genzano ci siamo posti il problema. Terminata la prima fase di costituzione e assestamento del GAP di Via Toscana presso le case popolari, la nostra associazione, Terra Sociale, sta ora cercando di aumentare la varietà dei prodotti offerti ai cittadini e la partecipazione diretta dei produttori nella fase organizzativa e distributiva. Già ora siamo in grado di fornire due sabati al mese (in genere il secondo e l’ultimo) un’ampia gamma di prodotti alimentari che, solo come esempio, va dalle patate (1,80 euro per 5 chili), alla pasta (0,85 al chilo), all’olio biologico di oliva (4 euro al litro), al miele (5 euro al chilo) fino ai legumi, alla polpa di pomodoro, ai salumi, ai biscotti e all’aceto balsamico. Ma in futuroprevediamo di includere nei prodotti offerti dal GAP anche la frutta di stagione e i formaggi, grazie a un’ampia rete di produttori locali. La partecipazione dei produttori alla costruzione del Gruppo di Acquisto è essenziale per diversi motivi. Innanzitutto, bisogna sottolineare l’aspetto ecologico: essere in grado di produrre e consumare alimenti nell’ambito di pochi chilometri consente di ridurre l’impatto ambientale dovuto al trasporto. Inoltre, vi è un’importante ricaduta economica e sociale sui due versanti del produttore e del consumatore. La piccola e media impresa agricola collaborando con il GAP non deve più soggiacere alle condizioni vessatorie imposte dalla grande distribuzione e, nonostante la crisi economica, può mantenere o magari ampliare la sua base occupazionale. D’altra parte, i consumatori acquistando direttamente alla fonte possono risparmiare e arrivare meglio alla fine del mese. Si potrebbe così dire che il GAP ha una doppia funzione anticrisi. Per questi motivi, prevediamo da marzo di aggiungere a biscotti, salumi, olio di oliva che provengono da Genzano o da zone limitrofe, anche frutta e verdura provenienti dalle nostre campagne. Un aiuto in più a chi cerca di salvare le proprie terre dalla speculazione edilizia e dall’inquinamento sempre in agguato nelle nostre zone. Il Gap per accorciare la filiera L’esperienza di Via Toscana a Genzano si allarga coinvolgendo i produttori locali di frutta e verdura. Stefano Paterna I movimenti non hanno paura. MANIFESTAZIONE UNITARIA DEI MOVIMENTI CONTRO LE NOCIVITA’ E LE DEVASTAZIONI AMBIENTALI DEL LAZIO Sabato 6 Marzo ore 15:00 in Piazza Santi Apostoli a Roma Assemblea permanente NO FLY Ciampino, Comitato Fiumicino Resiste NO AL PORTO, Comitato NO COKE Alto Lazio, Comitato NO CORRIDOIO ROMA-LATINA, Comitato RISANAMENTO AMBIENTALE Guidonia, Coordinamento CONTRO L’INCENERITORE d’Albano, Rete dei Cittadini NO TURBOGAS Aprilia, Rete per la TUTELA della VALLE DEL SACCO