Top Banner
EDIZIONI QUASAR SCIENZE DELL’ ANTICHITà 17 *2011* SAPIENZA UNIVERSITà DI ROMA DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELL’ANTICHITà estratto
30

P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

Jan 23, 2023

Download

Documents

Barbara Carè
Welcome message from author
This document is posted to help you gain knowledge. Please leave a comment to let me know what you think about it! Share it to your friends and learn new things together.
Transcript
Page 1: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

edizioni quasar

Scienze dell’antichità

17 *2011*

sapienza università di romadipartimento di scienze dell’antichità

estratto

Page 2: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

È ormai dal 2003 che il dipartimento di scienze dell’antichità de la sapienza università di roma in collaborazione con la soprintendenza per i Beni archeologici del lazio porta avanti attività di scavo e studio in diverse aree della villa adriana1.

le attività hanno avuto inizio in un’area piuttosto ampia e centrale della villa, estromessa dal percorso di visita negli anni ’60 del secolo scorso a causa dell’allestimento di un campeg‑gio2.

le indagini hanno interessato due settori limitrofi all’interno di quest’area3, che oltre a dimostrare la presenza di una pianificazione edilizia finalizzata alla costituzione di un deter‑minato tipo di paesaggio (v. infra), hanno restituito la medesima articolazione formata da un edificio circolare con annesso edificio rettangolare (Fig. 1).

dalla chiusura del campeggio, l’area versava in stato di abbandono e le strutture antiche si erano fuse alle fatiscenti casupole del camping rendendo particolarmente difficili gli interventi di studio. la nostra attività, incentivata dalla soprintendenza, si è quindi occupata della rimessa in luce e dello studio delle evidenze archeologiche, alcune prima completamente sconosciute: è stata effettuata una bonifica della zona e sono tornati alla luce quattro edifici in cui l’architet‑tura dorica appare preponderante4.

i nuovi dati emersi dagli studi in questa area e i copiosi ritrovamenti di architettura dorica hanno consentito una rivisitazione della tematica dell’ordine dorico a villa adriana, ma soprat‑

1 si ringrazia la dott.ssa Benedetta adembri, fun‑zionario della soprintendenza responsabile dell’area di villa adriana, per aver acconsentito alle indagini e per averne incentivato e stimolato lo studio.

2 si tratta di 3,95 ettari dei circa 7 dell’area de‑nominata “inferi”. il campeggio ha occupato l’area in taluni casi impedendo, con le relative sovrastrutture, la leggibilità di alcune evidenze archeologiche come ad esempio i lucernai del sistema viario sotterraneo che interessava l’area. notizie di scavi sistematici nella zona precedenti alla nostra attività sono assenti. unico di cui si ha notizia è uno sterro effettuato nelle

gallerie sotterranee nel 1959/60 che ha restituito un ritratto interpretato come filosofo: pIcozzI 1996.

3 l’area in esame conosciuta anche come “mac‑chiozzo”, molto alta di quota, è posta tra la valle del canopo, la piazza d’oro, il Grande trapezio e la di‑rettrice dell’accademia, e contiene, oltre agli edifici da noi rimessi in luce, la presunta valle degli inferi e il cosiddetto Plutonium (Fig. 1).

4 sulle notizie delle prime campagne di scavo e prime ipotesi interpretative sulla destinazione dell’area si vedano: penSaBene - gallocchIo cds.; penSaBene - ottatI 2010a; penSaBene - ottatI 2010b.

patrIzIo penSaBene – aDalBerto ottatI – patrIzIo fIlerI

nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della villa adriana

estratto

Page 3: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

688 p. pensabene – a. ottati – p. Fileri Sc. Ant.

Fig

. 1 –

vill

a a

dria

na; p

iant

a co

n pa

rtic

olar

e de

ll’ar

ea in

daga

ta; c

d. m

auso

leo,

inci

sion

e (d

a p

enna

); d:

cd.

mau

sole

o pr

ima

dello

scav

o; e

: cd.

mau

sole

o do

po

lo s

cavo

; f: c

d. m

auso

leo,

tron

coni

di c

olon

na.

estratto

Page 4: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

17, 2011 nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della villa adriana 689

tutto hanno incentivato nuove ricerche rivolte ai giardini della zona sud‑orientale della villa volgendo lo sguardo alle fabbriche della cd. accademia che su essi si affacciavano.

I rItroVamentI nella zona Dell’ex campIng (Settore I)

l’indagine ha preso inizio, nel primo settore (Fig. 1), dall’unico monumento visibile nella zona, un edificio circolare che le interpretazioni e ricostruzioni susseguitesi durante gli anni5 presentavano, per la sua forma, come un mausoleo di epoca repubblicana6 (Fig. 2). l’interpre‑tazione come tomba repubblicana è stata definitivamente superata dalla nostra esplorazione: la datazione al periodo adrianeo, già ipotizzabile dall’opera muraria confrontabile con altre in villa, è confermata dal rinvenimento in opera di laterizi bollati con la diffusa data consolare del 123 d.c. (Paetino et Aproniano)7.

5 tale edificio lo troviamo nella pianta di conti‑ni rappresentato come padiglione a nicchie: contInI 1668; in quella di piranesi del 1781 come tholos cinta da un colonnato: pIraneSI 1781.

6 la teoria della tomba appare immediatamente comprensibile se si vede l’incisione del penna del 1833 che rappresenta il monumento (Fig. 2): penna 1836. la tesi della tomba è stata sostenuta in Salza prIna rI-

cottI 2001, pp. 65‑69. altre interpretazioni sono quel‑le contenute in raeDer1983, p. 361, nota 553, monu‑mento in ricordo di antinoo e in mc DonalD - pInto 1997, pp. 142‑143, cella vinaria. la pianta dell’edificio è anche presente in contInI 1971.

7 una relazione preliminare sullo scavo del mo‑numento è presente in BetorI - marI 2004; sui pavi‑menti rinvenuti si veda: BetorI - marI 2005.

Fig. 2 – villa adriana; cd. mausoleo prima e dopo lo scavo: incisione (da penna 1831).

estratto

Page 5: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

690 p. pensabene – a. ottati – p. Fileri Sc. Ant.

l’edificio si compone di due piani: un tamburo di base in funzione di podio misurante m 11 di diametro, e, al di sopra, una cella circolare con peristasi interna di colonne doriche8 (Fig. 3).

all’interno del podio si penetra da un ingresso verso sud‑est: uno stretto vestibolo ri‑vestito in marmo introduce in un corridoio anulare con volta a botte che circonda un vano centrale coperto a cupola9 (Fig. 3). alla cella circolare superiore si accede invece attraverso una breve scalinata sul lato nord‑ovest, con le sponde in origine foderate con lastre di marmo: essa sostituì una precedente scalinata che era collocata sul lato nord‑est, soppressa già in fase di can‑tiere10. sul piano superiore si ripete la stessa articolazione presente nel podio con un vano in‑terno ed un corridoio anulare esterno, pavimentati da lastre marmoree in pavonazzetto e giallo antico e separati da uno stilobate in blocchi di marmo su cui insisteva il colonnato. il muro del perimetro esterno presenta la cortina interna in opera mista in reticolato, mentre quella esterna appare estremamente rovinata, forse in blocchetti di tufo se continuava l’opera muraria del podio ed era rivestita in intonaco idraulico. il rivestimento interno del muro perimetrale era invece realizzato con lastre in portasanta, mentre in corrispondenza delle colonne dovevano

8 per una descrizione puntuale e dettagliata del monumento si veda: penSaBene - ottatI 2010a, pp. 19-28; penSaBene - ottatI 2010b, pp. 123-124.

9 la copertura del corridoio insiste su una muratura in opera di blocchetti irregolari di tufo rinforzata da un muro spesso il doppio. esternamente si aprono sei fine‑stre a bocca di lupo che illuminano il corridoio anulare e

coinvolgono entrambe le murature del tamburo esterno.10 due fasi costruttive caratterizzate da due ac‑

cessi differenti è confermata anche dalla distribuzione delle finestre del piano inferiore del monumento: si osserva che una di esse è obliterata dalla scala ovest, mentre non ve ne sono nel tratto dove era prevista la scala del progetto iniziale (vd. infra).

Fig. 3 – villa adriana, cd. mausoleo, pianta piano inferiore, rilievo piano su‑periore, sezione nord‑sud.

estratto

Page 6: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

17, 2011 nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della villa adriana 691

sporgere paraste marmoree, come dimostrato dalla presenza di blocchetti parallelepipedi in marmo bianco che probabilmente ne costituivano il basamento.

il muretto viene così a delimitare una sorta di stretto corridoio circolare che a sua volta circondava lo stilobate del colonnato in lastre di marmo proconnesio11, tuttora con i segni e i fori per grappa dell’alloggiamento delle colonne (Fig. 3). il colonnato dorico12, in marmo pentelico, con il suo stilobate circoscrive il vano centrale13: grazie ai fori da grappa presenti sulle lastre dello stilobate è stato possibile ricostruire l’intercolumnio calcolabile in m 2,20 ca. e una peristasi comprendente dieci colonne doriche monolitiche14. il rinvenimento di diversi frammenti di capitelli, fregi‑architrave, antefisse, ci ha permesso di proporre una ricostruzione ipotetica della trabeazione, da cui risulta evidente un ordine misto: vecchi e nuovi ritrovamenti hanno restituito numerosi frammenti del fregio‑architrave circolare, anche di grandi dimensio‑ni, che sormontava le colonne. l’architrave è a fasce lisce digradanti coronate da gola rovescia e tenia, mentre il fregio presenta una diversa lavorazione sulle due facce: sulla curva convessa esterna è incavato con profilo inclinato e lavorato solo a colpi di subbia, in quanto non visibile e presumibilmente nascosto dalle lastre del soffitto del corridoio poggianti sulla sporgenza del‑la tenia dell’architrave15; sulla curva concava interna con la superficie liscia, fregio e architrave sono fusi in tre fasce degradanti forse decorate a pittura (Fig. 4).

diversi frammenti di volta in muratura, rinvenuti in stato di crollo sul monumento, di‑mostrano che l’edificio era coperto da una cupola, stuccata internamente, che era sostenuta dalla peristasi interna e contraffortata dalla volta a botte del corridoio anulare. esternamente la cupola presentava un tamburo con cortina in tufelli che riprendeva la muratura del podio mentre l’estradosso superiore si presentava come uno spiovente a falde16.

11 lo stilobate circoscrive lo spazio interno con un anello del diametro rilevabile in m 6,5 dal filo in‑terno e m 8,2 sulla fronte esterna. appare realizzato per sezioni tramite blocchi in marmo proconnesio la‑vorati in situ e rifiniti verosimilmente in opera.

12 resti di ordine dorico avevano fatto ipotizzare una peristasi di colonne posta intorno al monumento. la peristasi ipotizzata da diversi studiosi come G.B. piranesi, da i. Gismondi, era posta, come dimostrato dallo scavo, non intorno al monumento, ma sopra.

13 sotto lo stilobate è stato rinvenuto uno strato di malta per l’allettamento delle lastre. in esso sono ancora presenti le impronte di tavolette lignee, poste presumibilmente per rendere omogenea la posa delle lastre: ne rimane visibile il segno delle nervature in ne‑gativo nella malta. il pavimento in generale presenta sotto le lastre diversi strati di preparazione: uno strato di malta grigia molto fluida e uno strato composto da piccole schegge di marmo tra cui anche frammenti di lastrine; essi poggiano su uno strato di malta tenace e lastrine di ardesia steso a creare il piano sugli estrados‑si delle volte sottostanti.

14 numero ricostruibile dividendo la circon‑

ferenza dello stilobate sulla base dell’intercolumnio superstite. il marmo pentelico utilizzato proviene da una vena non particolarmente pura caratterizzata da venature verde‑argenteo che corrono lungo i fusti. il diametro di base di cm 60 moltiplicato per 7 volte re‑stituisce un’altezza del fusto di m 4,20. le proporzio‑ni utilizzate per il fusto dorico rispettano solo in parte le indicazioni di vitruvio. la superficie del fusto pre‑senta le canoniche venti scanalature. il sommoscapo mostra come particolarità un collarino liscio alto cm 8 pari alla larghezza delle scanalature al sommosca‑po. il capitello, alto mediamente cm 24, si compone di un echino liscio alto cm 13 con alla base tre anuli a profilo circolare; l’abaco alto cm 10 è ricostruibile con una larghezza di cm 70. sul piano di attesa vi è uno scamillus quadrangolare rilevato alto cm 2.

15 un blocco assai simile per lavorazione è pre‑sente al terzo piano della Basilica ulpia nel foro di traiano. lo spazio scabro destinato al fregio è, in tale contesto, funzionale a sostenere il controsoffitto della navata centrale cfr. ungaro 2002, pp. 26‑28, fig. 23.

16 uno studio utile per le cupole di epoca roma‑na è consultabile in pellIccIonI 1986.

estratto

Page 7: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

692 p. pensabene – a. ottati – p. Fileri Sc. Ant.

nella zona centrale, all’interno del peristilio dorico, permangono due strutture murarie e l’impronta di una terza, che abbiamo interpretato come sostegno di un gruppo statuario: la prima in opera di blocchetti di tufo e in origine rivestita con lastre di marmo, convessa esternamente, ad angolo retto nella parte interna, la seconda a forma di sostegno a pilastrino messo di fronte all’angolo della prima; la terza documentata dall’impronta sul pavimento, simmetrica, dall’altra parte della prima. queste costruzioni appaiono in fase con la prepara‑zione del pavimento, e sono in asse con la scalinata di accesso e con l’andamento delle lastre della pavimentazione del vano interno.

in sintesi, saremmo di fronte ad un monumento cilindrico con volta a cupola ribassata, provvisto all’interno di cella con peristasi circolare (Fig. 5) contenente un gruppo scultoreo17.

17 per una disamina su edicole circolari romane in ambiente italico si veda ramBalDI 2002.

Fig. 4 – villa adriana. cd. mau‑soleo, colonna, capitello, fregio‑architrave, anastilosi (dis. di p. Fileri).

estratto

Page 8: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

17, 2011 nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della villa adriana 693

l’ipotesi ricostruttiva chiusa, con la particolare forma a torre, trova un affasci‑nante confronto nelle pitture di ii e iii stile ed in particolar modo nelle vedute di pae‑saggio idilliaco‑sacrale di tradizione tardo‑ellenistica18 (Fig. 7). al di là del messaggio di tali pitture, non appare azzardato ritenere che la riproduzione a cui erano soggette tali immagini, probabilmente ispirate ad archi‑tetture e paesaggi reali, possa aver interes‑sato anche la pianificazione e realizzazione dei grandi giardini delle residenze dell’élite romana con padiglioni di questo tipo.

tale problematica si è arricchita con l’indagine di un altro edificio rinvenuto a sud‑ovest di quello circolare, nel luogo dove un’emergenza muraria interpretata da

piranesi come recinto del cd. mausoleo, si è invece rivelata essere una fondazione rettangolare, presumibilmente pertinente ad un piccolo tempietto (Fig. 6)19. la forma fa pensare ad una pic‑cola struttura templare collegata, dunque, all’edificio circolare.

la presenza di questo tempietto giustifica la modifica di asse riscontrata nel cd. mausoleo e dimostrata dallo spostamento della scala di accesso. probabilmente durante la costruzione dell’edificio circolare si è decisa la costruzione del tempietto, provvedendo a spostare la scali‑nata nella nuova posizione, normale ad esso, realizzando una platea tra i due20 (Fig. 6). l’unione edificio circolare‑tempietto rettangolare aggiunge un ulteriore dato, particolarmente suggesti‑vo, al discorso delle pitture precedentemente affrontato21 (Fig. 7).

la problematica del giardino articolato con tempietti e padiglioni ha trovato conferme nel momento in cui si è deciso di aggiungere un secondo settore di indagine a circa m 40 a ovest del primo (Fig. 1) dove durante le operazioni per il posizionamento di una tubatura idraulica erano state intercettate porzioni di diverse strutture.

estendendo le indagini al secondo settore (Fig. 1b), posto sul confine dell’ex camping verso le Grandi terme, è stata individuata una fondazione in conglomerato cementizio con cortina in blocchetti di tufo spessa m 1,30, di una struttura circolare dal diametro di m 12 ca.:

18 charBonneaux et al. 2005, pp. 169‑185.19 la muratura è in opera cementizia di malta

grigia tenace e scaglie di tufo. tale fondazione è af‑frontata da un’altra piccola struttura sulla fronte, dalle dimensioni molto inferiori, che era presumibilmente la fondazione della scala di accesso.

20 ulteriore conferma a tale ipotesi si è riscontra‑ta in un lucernaio delle gallerie che passano proprio tra il cd. mausoleo e tempietto, che nel momento in

cui è stata realizzata la platea viene obliterato con una cupolina.

21 si confrontino le pitture riportate in reInach 1922, p. 381, tav. lXvii, n 1, p. 382, tav. lXvii, n. 9, p. 397, tav. lXvi, n. 6. nella ricostruzione in Fig. 5 sono state aggiunte finestre di cui non vi sono tracce archeologiche, ma che rendono stringente il confron‑to con le strutture presenti nelle pitture.

Fig. 5 – villa adriana, cd mausoleo, ricostruzione con fi‑nestre posizionate in base alle pitture della fig. 7 (dis. di a. ottati).

estratto

Page 9: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

694 p. pensabene – a. ottati – p. Fileri Sc. Ant.

poiché vi abbiamo rinvenuto in strati rimaneggiati frammenti di colonna, di un grosso capitello e di trabeazione di ordine dorico, pare attinenti per dimensioni alla fondazione, insieme ad una notevole quantità di frammenti di panneggio di statua e marmorei in genere (Fig. 8), abbiamo ipotizzato di essere di fronte ad un altro monumento o tempietto circolare dorico con arredo statuario, ma non può forse escludersi la funzione di deposito di frammenti, provenienti anche da altri monumenti vicini destinati ad una calcara.

da un sondaggio realizzato a meridione e all’interno della fondazione circolare proven‑gono ben 65 frammenti scultorei di medie dimensioni (Fig. 8): si tratta con molta probabilità di frammenti di diverse statue, chiaramente frantumate a colpi di mazza e destinate alla produ‑zione di calce. la presenza di soli marmi bianchi conferma questa ipotesi. un attento lavoro di riassemblaggio sta restituendo i primi risultati: una prima statua, evidentemente una figura femminile panneggiata lavorata in diversi marmi e totalmente priva delle parti lisce scoperte sta cominciando pian piano a prendere forma (Fig. 8).

ad ovest di questo edificio, a circa m. 9 sta tornando alla luce una nuova struttura prima completamente sconosciuta: si tratta di una fondazione rettangolare del tutto simile a quel‑la riscontrata nel primo settore (anche se presenta un orientamento opposto). unico indizio dell’elevato e dell’articolazione architettonica del monumento rimane in diverse impronte sul conglomerato cementizio. l’analisi attenta di tali informazioni permette già la formulazione di alcune ipotesi.

a.o.

Fig. 6 – villa adria‑na, cd. mausoleo‑tempiet to rettangola‑re; lu cernaio oblitera‑to da cupolina.

estratto

Page 10: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

17, 2011 nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della villa adriana 695

I rItroVamentI nella zona Dell’ex campIng (Settore II)

le campagne di scavo 2010‑11 sono state finalizzate alla comprensione dell’area ad ovest del cd. mausoleo ed in particolare del settore prossimo alla fondazione curvilinea rintracciata durante precedenti campagne22. si è pertanto aperto un saggio di scavo stratigrafico a nord‑ovest di questa struttura ponendo in evidenza una grande fondazione cementizia dalla pla‑nimetria apparentemente rettangolare con orientamento nord‑est/sud‑ovest, della quale si è scavata per ora la sola fronte sud‑ovest della larghezza di m 8,50 ca. (Fig. 9): si tratta di una fon‑dazione cementizia rintracciata a cm 40 ca. di profondità dal piano di campagna e conservata in elevato per soli cm 75 ca. malgrado la sistematica spoliazione subita dall’edificio è possibile ipotizzare una larghezza originaria del lato sud‑ovest di circa 30 piedi romani comprensiva di rivestimenti.

un accesso originario è probabilmente da localizzare lungo il lato corto sud‑ovest da noi indagato, a giudicare dalla fossa di allettamento con impronte di sbadacciature, che doveva accogliere un probabile gradino di ingresso realizzato con blocchi marmorei, purtroppo total‑mente spogliati (Fig. 9). si tratta di una cavo di fondazione realizzato direttamente nella malta pozzolanica e caratterizzato dalle caratteristiche impronte trasversali delle tavolette lignee già

22 penSaBene - ottatI 2010a, pp. 31‑32 e p. 34, fig. 9.

Fig. 7 – villa adriana, cd. mauso‑leo‑tempietto rettangolare, con‑fronto con pitture di ii‑iii stile (da reInach 1922).

estratto

Page 11: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

696 p. pensabene – a. ottati – p. Fileri Sc. Ant.

Fig. 8 – villa adriana, ex camping, saggio ii, edificio circolare, pianta; ricomposizione parzia‑le di statua; rinvenimenti marmorei e ceramici.

estratto

Page 12: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

17, 2011 nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della villa adriana 697

rilevate nel cavo di allettamento dello stilobate al di sopra del cd. mausoleo23. tale assise di blocchi, parallela alla fronte dell’edificio era realizzata con elementi marmorei, in alcuni casi anche dal profilo trapezoidale a giudicare dalle impronte nella malta, posti in opera parzial‑mente sbozzati e solo in fase successiva rifiniti a gradina. possiamo associare a questi elementi dei piccoli accumuli di scaglie in marmo bianco con rifinitura a gradina, rintracciati sul fon‑do della fossa di allettamento e probabile residuo della spoliazione. a questo primo gradino doveva aggiungersene un secondo del quale però non resta traccia ad eccezione di una fascia parallela alla fronte e sotto scavata a mano nella platea cementizia.

superata la gradinata di accesso si raggiungeva un ampio pianerottolo realizzato in ottimo conglomerato, con caementa di tufo locale, perfettamente spianati a mano mediante gradina per stendere regolarmente il massetto pavimentale, quasi totalmente scomparso. alle spalle di questo pianerottolo, in direzione nord‑est, è stato poi individuato un profondo cavo di fon‑dazione rettangolare già previsto in fase progettuale in posizione mediana, risparmiato dalle gettate cementizie e colmato con terre di risulta miste a scaglie di tufo, rari frammenti ceramici e di intonaco di colore rosso24. tale apprestamento denota senz’altro l’assenza di strutture portanti al di sopra di esso e rappresenta probabilmente un risparmio in fondazione per il settore sottostante il pavimento di una possibile cella. allo stato attuale degli scavi però è ab‑bastanza complesso formulare ipotesi di copertura per questo risparmio quadrangolare anche se due allineamenti in cementizio conservati in alzato per cm 30 ca. lungo i fianchi del cavo di fondazione potrebbero far pensare ad un solaio gettato direttamente al di sopra delle terre di riempimento (Fig. 9).

in posizione mediana rispetto al probabile accesso, ed in prossimità dell’invaso appena descritto, è stato inoltre posto in luce un piccolo basamento parallelepipedo, realizzato in pes‑simo conglomerato cementizio con scapoli irregolari di travertino, potenzialmente interpreta‑bile come nucleo di fondazione, poi mascherato, per scultura, ara o altro elemento decorativo, mentre sembra potersi escludere la funzione portante anche in relazione al fatto che l’elemento non appare legato alla sottostante fondazione ma poggia su un sottile strato terroso ricco di minute scaglie in marmo bianco. tale opera, assai differente per qualità e caratteristiche dal sottostante cementizio, potrebbe essere funzionale dunque ad un elemento ben visibile dall’in‑gresso dell’edificio ma sembra potersi escludere una pertinenza ad una fase successiva.

purtroppo l’estrema spoliazione, l’esigua conservazione dell’alzato, limitata alla sola pla‑tea di fondazione, unitamente alla parzialità dello scavo, rendono ardue puntuali letture pla‑

23 le tavolette in legno disposte trasversalmente alla fossa di fondazione servivano a garantire un cor‑retto posizionamento dei blocchi creando un piano di posa uniforme. per il cavo di allettamento dello stilo‑bate del cd. mausoleo si vedano penSaBene - ottatI 2010b, pp. 121‑122, fig. 3 e penSaBene - ottatI 2010a, pp. 25‑26, fig. 3.

24 lo scavo delle terre di riempimento di questo in‑vaso all’interno della fondazione potrà forse fornire dati relativi alla fase di cantiere. Già nel settore superficiale

infatti si individuano rari frammenti ceramici associati a resti ossei animali e a tracce carboniose da interpretare come immondizie abbandonate dagli operai. un simi‑le riempimento con terre di risulta miste a scheggioni di tufo è stato riscontrato nell’invaso del tutto analogo posto in fondazione presso il tempietto ad ovest del cd. mausoleo. un interessante contesto di “immondizie” gettate al di sotto della preparazione pavimentale di am‑bienti ad ovest del teatro Greco è pubblicato in hIDalgo 2010b, pp. 117‑119 ed in hIDalgo 2010a, p. 45, fig. 11.

estratto

Page 13: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

698 p. pensabene – a. ottati – p. Fileri Sc. Ant.

nimetriche da eseguire di certo a scavo ultimato anche mediante rilievi grafici che evidenzino tutta una serie di tracce presenti sul podio ed oggi leggibili solo in maniera parziale.

se l’articolazione di base della fondazione fa pensare ad un possibile podio templare o padiglione con accesso sul lato sud‑ovest e cavo di fondazione al di sotto del pavimento della cella, sembra chiaramente prematura una ipotesi planimetrica dettagliata per il settore superio‑re, se ci si trovi ad esempio di fronte ad un tempio in antis piuttosto che ad un prostilo o ad uno pseudo periptero. utili indicazioni potranno forse arrivare, a scavo concluso dall’analisi degli evidenti tagli ad “l”, sotto scavati a mano al di sopra del podio in prossimità dei fianchi dell’edificio e forse interpretabili come scassi di fondazione per stilobate o per i muri perime‑trali della cella (Fig. 9).

dall’esame preliminare della struttura si evincono comunque almeno due gettate succes‑sive attuate nel medesimo corso d’opera. la prima, relativa alla fondazione portante dell’edi‑ficio da porre in relazione con la cella, realizzata in conglomerato di ottima qualità, costituito da scapoli e bozze irregolari di tufo locale di pezzatura media (cm 20 ca.), allettati in malta pozzolanica tenace di colore grigio, mentre la seconda, minore, si addossa parallelamente alla fronte sud‑ovest dell’edificio ed è da collegare al probabile accesso alla struttura tramite una bassa scalea a gradini marmorei di cui restano le tracce nel cavo di allettamento. questo aspetto indica evidentemente l’anteriorità della fondazione della cella e del pronao con fondazione in ottimo cementizio e cortine a scapoli rettangolari di tufo, rispetto al cementizio scadente del corpo scala affiancato al primo in una fase immediatamente successiva.

va specificato che l’edificio non era sicuramente isolato in quanto già le passate campagne avevano rintracciato a soli m 9 ad est di questa struttura la possente fondazione dall’andamen‑to curvilineo ancora di non chiara funzione (Fig. 8), e lo stesso podio rettangolare che qui si descrive doveva essere inserito in un piazzale o ambiente pavimentato di cui si sono rinvenuti lacerti in prossimità della fronte sud‑ovest (Fig. 9). questo lembo pavimentale, rintracciato parzialmente, conserva allo stato attuale dello scavo i soli elementi di rivestimento sopravvis‑suti. si tratta in particolare di una fascia in mosaico a grandi tessere marmoree che risulta paral‑lela e tangente al cavo di allettamento per i blocchi marmorei del gradino di accesso al podio. l’utilizzo di questo particolare tipo di mosaico non è nuovo nella villa adriana ed è utilizza‑to con una certa sistematicità in vari edifici del complesso adrianeo. a titolo esemplificativo si ricordano quelli rintracciati a roccabruna, nella piazza d’oro, nell’antinoeion, all’interno della scena dell’odeion, negli ambienti ad ovest del teatro Greco, e probabilmente nei pressi del mausoleo a giudicare dai frammenti visibili nelle gallerie di servizio sotterranee. il caso dell’antinoeion costituisce il confronto migliore in quanto il mosaico funge da rivestimento ad un marciapiede posto sul perimetro del tempio sud25.

va detto che questa tipologia a grandi tessere è però una particolarità che si rintraccia anche al di fuori di villa adriana come ad esempio presso il cortile d’ingresso con ninfeo alla villa dei quintili sulla via appia, ma la maggior parte degli esempi noti sono generalmente datati al iii‑v secolo con i casi ben documentati di ostia26. tuttavia l’utilizzo nel complesso

25 l’ottimo confronto dell’antinoeion è osserva‑bile in marI 2002-03, pp. 154‑155, fig. 16.

26 sull’utilizzo del mosaico a “grandi tessere” a villa adriana si veda BetorI - marI 2005. per i casi

estratto

Page 14: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

17, 2011 nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della villa adriana 699

Fig. 9 – villa adriana, ex camping, saggio v, edificio rettangolare, pianta; rinvenimenti ceramici e numismatici; sezione a‑a1.

estratto

Page 15: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

700 p. pensabene – a. ottati – p. Fileri Sc. Ant.

adrianeo di una tipologia così apparentemente “corsiva” non deve stupire in quanto è anch’es‑so indice di una capace metodicità del lavoro operato da maestranze altamente specializzate ed impegnate in tutte le fasi di lavoro nella villa con tempi quasi sincronici. in particolare questi apprestamenti dimostrano una propensione ad un utilizzo cosciente degli ottimi materiali a disposizione, spesso costosi, con cui le officine si trovavano a lavorare. si assiste in questi casi ad una cosciente tendenza ad economizzare i materiali più pregiati come i marmi colorati in un’ottica volta ad utilizzare tutto, o meglio al “non buttar via nulla”, anche delle rimanenze delle crustae per sectilia, ottenendo risultati eleganti e duraturi. questo appare evidente anche per altri materiali come le polveri e i residui di rifinitura in corso d’opera degli elementi in marmo bianco, che andavano spesso a costituire lo strato preparatorio di cantiere per la gettata del massetto pavimentale.

i risultati che si ottenevano erano poi ottimi in quanto il pavimento in questione non doveva esser privo di un certo effetto coloristico rappresentato dai colpi di colore del “porta‑santa” rosato, del “cipollino” verdastro e del “Bigio” grigio‑azzurrognolo che, stendendosi su un fondo prevalentemente bianco, dovevano impercettibilmente vivacizzare alcune bordure di rivestimento e dare un effetto visivo simile ad un tappeto di petali colorati27.

va osservato che la zona in questione è stata oggetto di un secolare utilizzo agricolo che, oltre ad intaccare gli strati superficiali, ha in parte modificato le strutture di età romana con profondi scassi irregolari da piantumazione associati a buchi circolari per palizzate, praticati direttamente nella struttura cementizia e forse da porre in relazione all’impianto di uliveti, vi‑gneti o recinti28 (Fig. 9). la vocazione agricola sopravvive del resto ancora oggi e la possibilità di arare il terreno in questione era concreta fino a pochi anni or sono. ciò ha determinato dun‑que una forte erosione superficiale con la conseguente dispersione del materiale archeologico.

lo scavo ha infatti evidenziato il totale sconvolgimento più o meno recente della stratigra‑fia archeologica dovuto ai prolungati lavori agricoli di dissodamento e ancora più recentemente alle trincee di posa di tubature idrauliche che hanno praticamente tagliato la struttura in pros‑simità dello spigolo sud. inoltre a diretto contatto con il podio cementizio si sono evidenziati numerosi accumuli diversificati di materiali e terre eterogenee che potrebbero essere identifi‑cati come successivi accumuli di riporto derivanti dai passati scavi nell’area.

durante lo scavo però, nonostante le stratigrafie sconvolte, è stato raccolto numeroso materiale di età romana ed in particolare si segnala una considerevole quantità di ceramica

ostiensi di epoca tarda cfr. penSaBene 2007, p. 537, dove un largo utilizzo si individua presso le terme Bizantine. qui si riscontrano sia mosaici policromi a decorazione geometrica che mosaici a tessere preva‑lentemente bianche con rari inserti colorati databili, secondo la proposta del Becatti, tra fine iii e il v sec. d.c. vista la considerevole disponibilità di impiego dei marmi pregiati che ebbe un notevole incremento durante il iv secolo. mosaici di questo genere si indi‑viduano sempre ad ostia nelle terme di porta marina ed in quelle del Filosofo, nelle domus del protiro e

del tempio rotondo datati generalmente al periodo tardo imperiale.

27 per uno studio generale sui pavimenti di villa adriana si veda De franceSchInI 1991.

28 molte di queste fosse scavate a piccone nel cementizio possono essere collegate all’impianto di ulivi in quanto sembrerebbero in asse con altri alberi presenti nell’area. le fonti cartografiche del contini e di piranesi confermano questo utilizzo agricolo pro‑trattosi nel tempo.

estratto

Page 16: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

17, 2011 nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della villa adriana 701

ancora in corso di studio (Figg. 8‑9)29. si tratta di materiale proveniente dagli strati di interro superficiale o dai riempimenti delle trincee moderne aperte al di sopra del podio e quindi fuori contesto, ma interessante tuttavia per eterogeneità di classi, forme e tipologie e per lo studio di presenze ed assenze all’interno del contesto generale della villa adriana.

si tratta nella quasi totalità dei casi di pezzi estremamente frammentari ma a titolo esem‑plificativo si può citare una considerevole quantità di ceramica da mensa e da fuoco (in cui predominano forme aperte in sigillata africana) a cui vanno affiancate le anfore ed in maniera minore le lucerne30. cospicua è anche la presenza di vetri, per lo più incolore, a cui si associa un frammento decorativo in pasta vitrea blu con astragalo di perline e fusarole realizzate a stampo. l’evidenza numismatica si limita per ora a sole tre presenze purtroppo provenienti da strati moderni e quindi fuori contesto. si tratta di due assi in bronzo di età imperiale di cui solo una leggibile ed identificabile come emissione di marco aurelio per commodo cesare databile agli anni 175‑176 d.c.31 (Fig. 9). il nominale più recente, rinvenuto nel riempimento della trincea per la tubazione moderna, è rappresentato da un “quattrino” sei‑settecentesco ed indicativo della frequentazione all’epoca dei grandi sterri32.

i dati appena esposti sono il frutto di analisi preliminari relative a campagne di scavo an‑cora in corso e potranno trovare conferma solo con la prosecuzione delle ricerche e con l’esame completo della struttura, comprensivo di rilievi grafici da attuare a scavo ultimato.

seppure in via ipotetica potremmo proporre per l’edificio una identificazione a tempio o padiglione rettangolare del tipo già ampiamente attestato all’interno della stessa villa adriana anche se non è allo stato attuale scartabile neanche l’ipotesi di un basamento ibrido a pianta

29 il materiale ceramico è attualmente in corso di studio ad opera di G. di Braccio e F. stazi e verrà presto pubblicato.

30 si segnalano numerosi frammenti di forme aperte in sigillata africana da cucina, piatti con orlo annerito, scodelle e casseruole a patina cinerognola as‑sociati a numerosa ceramica comune. la grande con‑centrazione di materiale ceramico d’uso comune, in altre zone della villa piuttosto rara, potrebbe far pen‑sare ad una ipotetica vicinanza con edifici di servizio e stoccaggio frequentati dal personale di servizio. del resto l’intera terrazza è fornita di sostruzioni abitabili come quelle del pretorio in un’area che si trovava poi al centro del sistema di gallerie di servizio a cui erano molto probabilmente legati anche i rifornimenti mer‑ci. non va inoltre sottovalutata la presenza di cisterne sotterranee a condotto plurimo poste soltanto pochi metri a nord ovest del saggio di scavo. per una ipotesi di centralizzare servizi e cucine nella zona del limitro‑fo macchiozzo si vedano chIappetta 2008, p. 147‑150 e Salza prIna rIcottI 1980, pp. 237‑294. la tesi ad‑dotta dalla ricotti si basa essenzialmente su osserva‑zioni di carattere topografico e porta ad evidenziare la convergenza di molte gallerie sotterranee di servizio

verso il settore del “macchiozzo” corrispondente alla nostra area di indagine. tale centralità all’interno della rete di collegamento di servizi e la relativa vicinanza di coenationes e aree triclinari nobili ha portato salza prina ricotti a localizzare qui il sito delle cucine. il dato, sebbene necessiti di ulteriori prove e conferme è interessante in relazione alla considerevole presenza di ceramica da mensa rintracciata nel nostro saggio di scavo.

31 cfr. ric 1539 (aurelius). d/ commodo caes avG Fil Germ sarm, busto drappeggiato di commodo a destra. r/ pietas avG, strumenti sacrificali: coltello, aspergillum, brocca, lituus e sim-pulum. sc in esergo. la moneta dimostra che il setto‑re in questione era frequentato anche in età antonina, come ampiamente provato dalla serie di ritratti impe‑riali rinvenuti nella vicina piazza d’oro.

32 il quattrino in rame per Bologna con leone rampante vessillifero al dritto e la legenda Bono‑nia docet fa parte di una tipologia di moneta co‑niata quasi ininterrottamente dal 1604 fino al 1758, e solo la data in questo caso non leggibile, in mancanza dell’indicazione del pontefice regnante, consente di attribuire la moneta ad uno specifico papa.

estratto

Page 17: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

702 p. pensabene – a. ottati – p. Fileri Sc. Ant.

centrale, magari tipologicamente affine all’edificio recentemente scavato dall’ universidad de sevilla ad ovest del teatro Greco33. in particolare però il podio rettangolare con corpo scala addossato in corso d’opera alla fronte dell’edificio e soprattutto il profondo cavo di fondazione rettangolare al di sotto del pavimento della cella sembrano ottimi indizi per proporre una ipo‑tesi funzionale di tipo templare in quanto trovano almeno altri quattro confronti nel complesso tiburtino. si ricordano in particolare i due tempietti affrontati di recente scavo e pubblicazione presenti nell’antinoeion34, il tempio del Grande vestibolo35, e soprattutto l’altro caso da noi individuato ad ovest del cd. mausoleo assai simile a quello in esame anche per l’associazione ad una struttura circolare come nel caso qui descritto36.

p. F.

l’orDIne DorIco a VIlla aDrIana

i due settori appena presentati hanno dimostrato una scelta architettonica completamente orientata verso l’ordine dorico, anche se mutuato attraverso la tipica sperimentazione del pe‑riodo adrianeo.

nell’area di scavo è stato possibile identificare tre tipologie di capitello dorico (Fig. 10f): il primo, già descritto, appartenente al cd. mausoleo, il secondo proveniente dall’edificio circo‑lare rinvenuto nel secondo settore, con collarino scanalato, listello, tre anuli molto aggettanti e con l’echino rigido, caratterizzato da una leggera convessità; il terzo tipo testimoniato da un capitello erratico, con collarino liscio e l’echino con leggera retroflessione al contatto con l’aba‑co, come nei capitelli, più piccoli, del cd. mausoleo, che presenta dimensioni accostabili con l’ultimo edificio rinvenuto nel secondo settore e che a nostro avviso conchiuderebbe un’area che allo stato attuale restituisce una chiara e volontaria riproduzione dell’ordine dorico.

a villa adriana, oltre che dai nostri rinvenimenti, l’ordine dorico è testimoniato dal tem‑pio di venere cnidia, dalla tholos di roccabruna, dal tempietto annesso al Grande vestibolo e dalla sala dei pilastri dorici, alla quale si aggiungono altre strutture doriche non più conservate ma testimoniate da parecchi frammenti sporadici nella villa.

il tempio dorico di venere cnidia37 (Fig. 10d) si presenta come una tholos coerentemente dorica nell’elevato architettonico: nelle sue proporzioni e nei suoi dettagli sono riconoscibili modelli tardo classici o ellenistici d’ambiente microasiatico ed è possibile un’ispirazione, anche se da vedere come citazione e non come imitazione, del monoptero in cui era esposta la venere cnidia. l’intercolumnio comprende tre metope e due triglifi. la cornice presenta una sima a

33 si tratta di una possente fondazione quadran‑golare rintracciata sui terrazzamenti ad ovest del tea‑tro Greco che doveva sorreggere in posizione centrale una struttura rialzata. il tutto era completato da va‑sche e fosse per piantumazione che fanno pensare ad un possibile ninfeo. cfr hIDalgo 2010a, p. 44, fig. 9.

34 SgalamBro 2003, pp. 425‑447, marI - Sgalam-

Bro 2007.35 del tempio, oggi invisibile, rimane traccia in

una incisione del penna: penna 1831, p. 81.36 vd infra; penSaBene - ottatI 2010a, pp. 31‑32,

fig. 9, e penSaBene - ottatI 2010b, p. 124, fig. 8.37 per uno studio e ricostruzione si veda: orto-

lanI 1998.

estratto

Page 18: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

17, 2011 nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della villa adriana 703

gola dritta, da cui sporgono gocciolatoi a protome leonina e una corona liscia separati da un ovolo. il soffitto della corona presenta mutuli in corrispondenza della metope e dei triglifi con le tradizionali diciotto guttae disposte in tre file; viene introdotto un listello a gola rovescia come mediazione con il fregio. l’architrave è coronato dalla consueta tenia piatta sotto la qua‑le, in corrispondenza dei triglifi, vi è la regula con sei grandi guttae troncoconiche pendenti. il capitello presenta un echino appena incurvato, tre anuli di altezza digradante e un leggerissimo cavetto sotto cui si riconosce un sottile collarino che corona il sommoscapo del fusto intagliato nello stesso blocco del capitello. l’edificio, inoltre, era dotato di un pesante soffitto a cassettoni quadrati piuttosto profondi.

nella tholos che si ergeva sul grande basamento cubico di roccabruna38 la cella, sormon‑tata da una pesante cupola in cementizio (ne restano grosse porzioni in crollo), era ottagonale, non equilatera, ed era inserita in un cerchio di sedici colonne, alcune coppie libere, altre addos‑sate ai lati (di diversa lunghezza) dell’ottagono, e in conseguenza di ciò, non scanalate sul retro; sia l’ordine della tholos (Fig. 10c) sia dei pilastri dei portici che circondavano il basamento è dorico con caratteri omogenei, ma diversi da quelli di venere cnidia, con soluzioni che sono state definite innovative da G. rocco39. i capitelli presentano un echino troncoconico, senza curvature, ma con una leggera retroflessione in corrispondenza dell’attaccatura con l’abaco, e tre anuli a tondino: la loro forma è dunque praticamente uguale ai capitelli del cd. mausoleo. il profilo segue la tradizione di età classica, anche se i tondini riproducono i tipi più usuali utilizzati nei capitelli dorici del periodo imperiale. il collarino come coronamento del sommo‑scapo si ritrova anche nel monumento dorico di cori. la cornice presenta una sima piuttosto sviluppata a gola dritta con protomi leonine che comunica direttamente con la corona liscia senza modanature di passaggio; apparentemente, il soffitto non presenta mutuli con le guttae, ma il ritrovamento di frammenti di metope e triglifi che si conservano presso il complesso ci assicurano della presenza di un fregio dorico. È probabile che siano state attive a rocca Bruna le stesse maestranze che hanno lavorato al mausoleo: oltre i capitelli lo provano le caratteri‑stiche riscontrate nella colonna, a partire dalle scanalature, dal collarino liscio sul fusto, anche se quelle del mausoleo sono circa il 30% più piccole di quelle di rocca Bruna, rispettandone tuttavia perfettamente i rapporti proporzionali e lo stile (Fig. 10b).

meno conservato è il piccolo tempietto rettangolare, prostilo e tetrastilo, che occupava, in posizione sopraelevata, il lato di fondo di un cortile dalle pareti articolate in nicchie rettango‑lari e semicircolari e aperto sul lato sud‑ovest del peristilio absidato con cortile a giardino del Grande vestibolo40. il tempio e il suo cortile antistante, dunque, non sono orientati secondo l’asse principale del complesso dettato dall’ entrata monumentale al peristilio sul lato nord, costituita da un grande prospetto con scalinata centrale fiancheggiata da ninfei, a cui corri‑spondeva sul lato opposto absidato un’amplissima sala con apertura distila. tuttavia il risalto che viene dato al grande cortile che precede il tempietto, come anche la posizione, ci assicurano della sua importanza, anche perché fu inserito in occasione di un secondo intervento costrut‑

38 la ricostruzione di G. lugli rimane plausibile: luglI 1940, pp. 257‑274.

39 rocco 1994a; rocco 1994b, pp. 37‑44.

40 penna 1831, p. 81; coarellI 1982, pp. 67-68; parIBenI 1994, p. 6.

estratto

Page 19: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

704 p. pensabene – a. ottati – p. Fileri Sc. Ant.

Fig. 10 – villa adriana, a: frammenti dorici dal Grande vestibolo; b: confronto tra le colonne del cd. mausoleo e della Tholos di rocca Bruna; c: ordine dorico della tholos di rocca Bruna; d: padi‑glione di venere cnidia; e: sala dei pilastri dorici; f: capitelli dorici.

estratto

Page 20: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

17, 2011 nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della villa adriana 705

tivo del peristilio che ne muta la funzione nel senso di grandioso snodo topografico di tutta l’area sud‑occidentale e che sottolineiamo perché datato dai bolli laterizi e dall’opera muraria al 128 ca., negli anni cioè successivi al primo viaggio di adriano, quando si videro realizzati i più importanti edifici di villa adriana. a questo tempietto crediamo siano attribuibili i nume‑rosi frammenti di ordine dorico conservati nel cortile antistante il tempietto e in due grandi cataste di marmi alla sua entrata (ne abbiamo rilevati una ventina: 6 da fusti, 11 da fregio e due da capitello ma molti altri sono ancora inseriti nelle cataste). i capitelli presentano echino tron‑coconico con bordo superiore retroflesso e tre anuli a tondino, e, pur nelle dimensioni diverse, risultano di forma uguale a quelli di rocca Bruna e cd. mausoleo. il fregio presenta una metopa liscia con il campo destinato alla decorazione rilevato e forse in origine dipinto, triglifi con glifi prismatici e regulae con guttae coniche, il confronto più stringente è con il fregio dorico della Tholos di rocca Bruna, mentre si differenzia dal fregio di venere cnidia dove la metopa risulta liscia e i glifi piatti e ravvicinati.

completamente diversa è la sala dei pilastri dorici41, in quanto nell’elevato vi emer‑gono tradizioni tardo‑ellenistiche e di piena età imperiale: le prime visibili nella mescolanza degli ordini, nell’uso di pilastri ionici ma dotati di basi tuscaniche a un solo toro, e di capitelli dorico‑tuscanici con ampio collarino e con abaco modanato molto sporgente; le seconde, visi‑bili nell’uso di cornici ioniche con ampio sviluppo della sottocornice (con ovolo, dentello, gola rovescia e listello), e con uso di un tondino e di un listello come separazione tra la sima poco sviluppata e la corona; ancora per la forma degli architravi ionici a tre fasce distinte rispetti‑vamente da un astragalo liscio e da una gola rovescia e nel soffitto provvisto di ampi lacunari rettangolari più incorniciatura attorno al campo centrale. di tradizione tardoellenistica è an‑che l’impiego, negli angoli in muratura dell’ingresso alla sala, di lesene accostate in modo da formare un leggero gradino che richiama la soluzione dei pilastri con lesene addossate spesso documentate in edifici pubblici e anche nelle domus del i sec. a.c. del tutto inconsueta è poi la forma dei triglifi per la loro larghezza che fa assumere all’elemento un contorno quadrato: in conseguenza di ciò, le scanalature presentano un angolo molto profondo. il contorno quadrato è anche dovuto al fatto che, mancando l’architrave dorico, e quindi la possibilità di collocare le guttae sotto la tenia, le guttae sono poste sopra il bordo superiore dell’architrave, per cui re‑stringono lo spazio destinato ai triglifi. di conseguenza, le metope risultano più alte dei triglifi e piuttosto profonde, in modo da mettere in evidenza i motivi decorativi costituiti da patere con l’ombelico occupato da rosette a petali aperti circondati da un anello di perline.

conviene ora inquadrare gli elevati dei monumenti fin qui analizzati all’interno delle correnti stilistiche dell’ordine dorico nel periodo imperiale (Fig. 10).

innanzi tutto osserviamo che, a parte la sala dei pilastri dorici, l’intenzione di costruttori degli edifici dorici di villa adriana era quella di una riproduzione di modelli greci e non dell’el‑lenismo italico e neanche delle modalità con cui è adottato l’ordine dorico in età augustea: basti osservare i capitelli dorici della casa di augusto sul palatino42 che introducono un listello e una

41 penna 1831, p. 28; Salza prIna rIcottI 2001, pp. 321‑322; guIDoBalDI 1994, pp. 59‑64.

42 penSaBene 1997, pp. 149‑192.

estratto

Page 21: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

706 p. pensabene – a. ottati – p. Fileri Sc. Ant.

sottile gola rovescia come coronamento dell’abaco e che presentano il profilo dell’echino appe‑na incurvato, ma che non si retroflette lievemente al momento del contatto con l’abaco. questa leggera retroflessione invece si avverte su quasi tutti gli esemplari dorici della villa e riteniamo che sia da interpretare come una stilizzata resa del capitello dorico di età classica di v secolo: basti citare il tempio di zeus ad olimpia o quello di afaia ed egina dove appunto l’echino si incurva leggermente e rientra nella zona di contatto con l’abaco.

il dorico che è in vigore a villa adriana è invece lontano dalla pesantezza dei propilei dell’agorà di atene del primo decennio a.c., dove è avvenuta una interpretazione letterale dell’ordine dorico di epoca classica43. non è però neanche riconducibile alla forma dorica che si comincia ad affermare in Grecia nel iv secolo e prosegue in età ellenistica dove il contatto tra echino ‑ sempre più stilizzato a forma troncoconica ‑ e abaco avviene direttamente, senza la leggera retroflessione sovra accennata, come mostra il tempio di apollo a delfi e il tempio di atena tegea del 350‑370 a.c. ecc. e come è attestato in area medio italica nel tempio di ercole a cori dell’80. solo nel tempio di venere e nel capitello attribuibile all’altro edificio circolare da noi rinvenuto ritorna invece la forma primo ellenistica dell’echino che comunica direttamente con l’abaco: tuttavia il profilo dell’echino vi appare appena incurvato rivelando in questo par‑ticolare una forma ibrida tra tradizione classica ed ellenistica.

alla tradizione classica, i monumenti dorici di villa adriana si ricollegano anche nel rap‑porto tra diametro e altezza del fusto che risulta di 7:1 mentre nel dorico dell’avanzato elleni‑stico è caratteristica la snellezza delle colonne che nelle testimonianze più tarde come sempre a cori44 risultano alte 8 diametri. in questo monumento inoltre, si riduce anche la trabeazione che giunge a misurare un sesto dell’altezza delle colonne45. Fa eccezione soltanto la sala dei pilastri dorici caratteristica proprio per la snellezza dei pilastri e che d’altronde si rivela molto vicina alla tradizione tardo ellenistica adottata anche in italia non solo per la trabeazione con fregio dorico e architrave ionico, ma anche per l’introduzione di basi con plinto e unico toro.

ma l’altra caratteristica che emerge in alcuni dei monumenti con colonnati dorici di villa adriana è la mescolanza degli ordini architettonici: nel cd. mausoleo si hanno colonne doriche e trabeazioni ioniche (Fig. 4), nella tholos di rocca Bruna (Fig. 10) colonne, architrave e fregio dorici e cornice ridotta ionicizzante, in quanto priva di soffitto e dei relativi mutuli con gut-tae, infine nella sala dei pilastri dorici si hanno pilastri ionici con scanalature divise da listelli, capitelli dorico‑tuscanici con abaco profilato anche per influenza dei coronamenti dei pilastri in genere modanati e sporgenti, architrave ionico a tre fasce, fregio dorico e cornice ionica con dentelli. solo il tempio di venere mostra un’applicazione coerente dell’ordine dorico, di tra‑dizione non classica, come si è detto, ma ellenistica, mentre finora non è accertabile la cornice del tempietto del Grande vestibolo, il cui fregio appare dorico. tuttavia tornano in tutti i casi alcune caratteristiche che possiamo definire di età imperiale, come gli anuli a tondini e non a listello sotto l’echino dei capitelli, l’ipertrofia delle guttae di fatto troncoconiche, o i glifi prismatici dei triglifi. anche la tendenza a presentare metope con i campi interni rilevati, ad

43 WIlSon JoneS 2000.44 DelBrueck 1912, pp. 23‑37.

45 rocco 1994a, pp. 113‑114.

estratto

Page 22: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

17, 2011 nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della villa adriana 707

esempio a roccabruna, nel tempietto del Grande vestibolo e nella sala dei pilastri dorici è da considerare un tratto di età imperiale (Fig. 10).

in ogni caso, non si può parlare di copia o imitazione pedissequa di modelli greci classici o ellenistici, bensì di rievocazione talvolta accademica, talvolta innovativa, che comunque tradi‑sce l’originalità degli ideatori dei progetti in cui questi ordini sono applicati. dai resti dell’ordi‑ne dorico del nostro cd. mausoleo, è evidente la presenza di queste due tendenze, la prima nelle modalità con cui è resa la colonna dorica, la seconda nell’uso di un fregio dorico‑ionico.

l’ispirazione classicista che domina questi elevati architettonici si rivela comunque nella volontaria rinuncia alle tradizionali decorazioni che caratterizzano le modanature delle tra‑beazioni imperiali (antemia, kymatia) a favore di sequenze di modanature lisce che esaltano i valori architettonici degli edifici, non appesantendone l’elevato con un sovraccarico di orna‑menti. se questa è una tendenza che in genere si registra nell’architettura pubblica del periodo traiano‑adrianeo, in reazione alla sovrabbondanza dei motivi ornamentali del periodo flavio che invadono tutte le modanature, appesantendole notevolmente da un punto di vista stilistico, tuttavia, a villa adriana, è ancora più accentuato l’indirizzo stilistico di maggiore sobrietà46.

ma il ritorno alle forme più antiche non riguarda quelle del periodo augusteo, ma quel‑le della tradizione attica perdurante ad atene anche nella decorazione architettonica dell’età imperiale, quando appunto le trabeazioni sono quasi sempre senza decorazioni. la tendenza classicistica a forme sobrie domina infatti non solo negli edifici dorici citati, ma in buona parte degli elevati architettonici anche corinzi in marmo della villa, e confronti si trovano in que‑sto periodo proprio nei monumenti di atene (trabeazioni lisce della Biblioteca e dell’arco di adriano) e di corinto (templi ovest dell’agorà romana).

un’ultima osservazione sul fatto che quest’atteggiamento accademico che abbiamo ri‑scontrato, nel quale si riconosce chiaramente, e non solo per i dettagli architettonici sopracitati, una espressione della cultura architettonica di età adrianea, si avverte anche negli arredi statuari della villa: basti citare le statue del canopo dove i modelli derivanti da originali della metà ca del v sec. subiscono una trasformazione per la resa calligrafica delle forme del corpo non del tutto armonizzate con la sua struttura organica, e ancora per l’introduzione di varianti, nel‑la posizione degli arti e negli attributi, che trovano spiegazione nei programmi decorativi ed ideologici che sono alla base della scelta delle statue47. e proprio la mancanza di dati archeolo‑gici che sarebbero stati utili a ricostruire la funzione di alcuni dei monumenti qui studiati, quali il cd mausoleo, il tempietto dorico del Grande vestibolo e in parte la stessa tholos di rocca Bruna, a rendere difficile una comprensione profonda delle motivazioni che hanno portato alla scelta dell’ordine dorico e delle forme assunte in tali contesti.

p. p., a. o.

46 aVerIl - Walker 1989; coulton 1977; gIulIa-no 1988; roBertSon 1971.

47 penSaBene 2011, pp. 17‑32. per una disamina

dei rivestimenti marmorei al canopo si vedano Bo-nanno 1988; penSaBene 1976;

estratto

Page 23: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

708 p. pensabene – a. ottati – p. Fileri Sc. Ant.

concluSIonI

i dati raccolti consentono di formulare alcune osservazioni circa la metodicità degli inter‑venti costruttivi, meccanicamente riproposti in diverse zone della villa con varianti attuate in corso d’opera a seconda dei casi anche in relazione alla distribuzione dei percorsi e alla crea‑zione di determinate immagini visive.

l’apparente disposizione topografica disordinata riflette in realtà una cosciente pianificazione dell’intero sistema residenziale profondamente studiata dall’occhio attento di abili architetti pro‑gettisti‑paesaggisti e probabilmente sotto lo sguardo vigile dello stesso imperatore. una tale dispo‑sizione e organizzazione, oggi colta solo a tratti per via dei mutamenti del tempo, è stata realizzata da maestranze altamente specializzate che lavoravano su larga scala nei diversi settori della villa, sotto la supervisione di esigenti capo‑cantieri perfettamente consci del risultato finale da raggiunge‑re. il tutto sembra indirizzato alla creazione di un palazzo‑città che racchiudesse in sé gli ambiti per la collettività ed il pubblico e quelli forse più intimi della sfera privata imperiale con veri e propri paradeisoi costellati di padiglioni e portici colonnati per la riflessione ed il diletto del sovrano e della sua corte. l’insieme doveva presentarsi come una grande opera d’arte “abitabile” o meglio come un organismo perfetto quasi ultraterreno nella sua esteriorità ma molto più pratico nell’umanità varia che doveva popolare le sostruzioni e le tante gallerie di servizio della villa.

i resti che stanno emergendo nella zona dell’ex camping, o per meglio dire nella grande terrazza alle spalle del pretorio e della piazza d’oro, tendono a smentire la generica funzione di area a giardino riproposta nella cartografia storica, aggiungendo un carattere semantico ba‑sato su un’organizzazione topografica di elementi strutturali diffusi nello spazio, attentamente pianificati per la creazione di determinati punti di visuale che contribuissero alla ricezione del messaggio intrinseco condizionando lo stato d’animo del visitatore anche con sentimenti contrastanti quali lo stupore o la riflessività. del resto si ricercavano soluzioni architettoniche che fungessero da esempi materiali di quella concezione di paesaggio idilliaco‑sacrale divenuta un topos negli affreschi di ii stile ma molto probabilmente ispirata da creazioni vere e proprie rintracciabili nelle dimore dinastiche ellenistico‑orientali e perfettamente assimilate dal dotto e riflessivo otium romano48. in questo caso particolare il paesaggio era ipoteticamente scandito da una serie di padiglioni distribuiti nello spazio e collegati tra loro attraverso percorsi per il transito ed il passeggio nei quali si combinavano architettura e verde, acqua e scultura con so‑luzioni più volte riproposte nella stessa villa49.

lo stato delle ricerche può per ora valersi solo di emergenze rintracciate in saggi di scavo puntiformi e diffusi nell’ampia area in concessione che ancora non permettono una visione d’insieme dell’intero settore tale da cogliere ad esempio le relazioni topografiche ed i rapporti visivi e funzionali tra i vari edifici. per recepire questi aspetti e soprattutto la costruzione del paesaggio e dei determinati punti di visuale originari è indispensabile una visione pressoché completa delle emergenze ancora sepolte che richiederebbe uno scavo su vasta area.

48 il tema del collegamento con la pittura idillia‑co‑sacrale di ii‑iii stile è presente in penSaBene - ot-tatI 2010a, p. 33 120‑129, fig. 10, e in penSaBene - ot-

tatI 2010b, pp. 120‑128, fig. 9.49 per uno studio generale sui giardini di epoca

romana si veda grImal 1990.

estratto

Page 24: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

17, 2011 nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della villa adriana 709

tuttavia un frammento di questa imponente concezione scenografica, di questa raffinata progettualità anche nella scelta di determinati assi prospettici, è in parte emersa proprio dalle recenti indagini presso il cd. mausoleo ed il tempietto rettangolare immediatamente ad ovest. nel complesso può riconoscersi una vera e propria quinta architettonica formata dal corpo cilindrico del padiglione circolare e dal tempietto rettangolare con una disposizione che ha evidentemente cercato di condizionare la visuale prospettica del visitatore anche in relazione all’articolazione dei percorsi in giardino e più in particolare di quelli che, giungendo dalla zona della piazza d’oro, si dirigevano verso la zona dei cd. inferi.

ciò è archeologicamente provato da variazioni strutturali attuate in corso d’opera duran‑te la costruzione del cd. mausoleo, con lo spostamento del corpo scala dal settore nord‑est a quello nord‑ovest o dalla tamponatura del lucernario posto di fronte alla scala che conferma la percorribilità del settore antistante l’edificio circolare ed il tempietto50.

se per il complesso mausoleo‑tempietto rettangolare sembra dunque privilegiato il per‑corso e l’asse visivo dalla piazza d’oro con orientamento nord‑est/sud‑ovest, per il nuovo podio rettangolare e la fondazione curvilinea rintracciati nel secondo settore, sembrerebbe probabile un accesso sul lato corto sud‑ovest con un piazzale antistante pavimentato ma solo la prosecuzione delle ricerche potrà fornire dati che confermino o meno tali ipotesi. in particola‑re si avranno utili indizi per la comprensione della possente fondazione, dell’antistante settore pavimentato con mosaico a grandi tessere e si potranno forse chiarire meglio la disposizione ed i rapporti topografici tra i vari edifici, se essi siano ad esempio inseriti in un unico ampio spazio aperto o se, come invece sembra più probabile ed in parte provato da segmenti murari e salti di quota sul terreno, fossero inseriti in ampie aree parzialmente concluse lungo il perimetro da portici, scalinate e sostruzioni.

va specificato che ci si trova di fronte a scarsi resti di edifici fortemente spogliati ma ca‑ratterizzati in origine da una certa monumentalità ed impegno decorativo. i numerosissimi frammenti marmorei di ordine dorico rintracciati nella zona testimoniano una scelta decora‑tiva prevalente per questo tema architettonico che doveva contribuire ad evidenziare l’aspetto scenografico e a distinguere a colpo d’occhio queste aree dal resto del complesso. le tre tipo‑logie di ordine dorico rintracciate nel mausoleo e presso la fondazione curvilinea più ad ovest, peraltro associati a numerosi frammenti di statua femminile panneggiata in corso di studio, de‑notano una notevole varietà formale e dimensionale operata nei diversi edifici e rappresentano, nell’utilizzo diffuso, una delle ultime attestazioni propriamente strutturali dell’ordine dorico utilizzato da adriano in ambiti che vanno ben oltre il mero concetto decorativo ma che ne ri‑propongono un utilizzo cosciente e portante, pregno di un gusto accademico classicheggiante non privo di elementi eclettici51. l’uso del dorico doveva dunque marcare o meglio connotare simbolicamente questo intero settore superiore, forse collegato direttamente agli ambienti no‑bili e poco conosciuti del vicinissimo pretorio52.

50 una sintesi delle recenti esplorazioni alle sot‑tostanti gallerie di servizio è presente in placIDI - freSI 2010.

51 un esempio di questa commistione di stili si ri‑

scontra ad esempio nei templi affrontati dell’Anti noeion. al riguardo si veda SgalamBro 2003, pp. 425‑447.

52 ritrovamenti di frammenti in ordine dorico sono dunque provati per il cd. mausoleo, ipotizzati

estratto

Page 25: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

710 p. pensabene – a. ottati – p. Fileri Sc. Ant.

tutti questi elementi seppure ancora in fase di studio ed elaborazione, concorrono a nostro parere, alla rilettura di tutta l’area compresa tra piazza d’oro, cd. pretorio ed inferi, un’area assai poco conosciuta che si sta rivelando particolarmente feconda ed interessante dal punto di vista topografico e architettonico nel quadro generale della villa adriana.

p. F.

patrizio pensabeneSapienza Università di Roma

Dipartimento di Scienze dell’Antichità[email protected]

adalberto ottatiIstituto Catalano Archeologia Classica

[email protected]

patrizio FileriSapienza Università di Roma

[email protected]

riferimenti bibliografici

aVerIl - Walker 1989: c. aVerIl - S. Walker, The greek renaissance in the roman empire: papers from the Tenth British Museum Classical Colloquium, 55. london 1989.

BetorI - marI 2004: a. BetorI - z. marI, Tivoli, Villa Adriana, edificio circolare noto come Sepolcro o Tomba, campagna di scavo 2004. Breve sintesi dei risultati, in Fasti On-line Docu-ments and Research 2004.

BetorI - marI 2005: a. BetorI - z. marI, Villa Adriana: novità da recenti scavi e conside-razioni su significato e cronologia delle stesure musive omogenee a grandi tessere, in AISCOM Xi, 2005, pp. 393‑404.

Bonanno 1988: a. Bonanno, Interraso marmore (plinio, Nat. Hist., 35, 2). Esempi della tecnica decorativa a intarsio in età romana, in Marmi Antichi 2 (stmisc, 31), roma 1998.

charBonneaux et al. 2005: J. charBonneaux - r. martIn - f. VIllarD, grecia. L’età Elle-nistica dal III al I sec. a.C., milano 2005.

chIappetta 2008: F. chIappetta, I percorsi antichi di Villa Adriana, roma 2008.coarellI 1982: f. coarellI, Lazio, roma‑Bari 1985.contInI 1668: f. contInI, Dichiaratione generale della Villa Adriana, roma 1668.

per i tempietti rettangolari mentre sono citati dalle fonti per la zona superiore del pretorio. nelle Dida-scalie. Pretorio Imperiale 1781, di Francesco piranesi e riportate in chIappetta 2008, p. 272. in relazione al

peristilio centrale superiore si dice che: “nelle cave fatte da’ Sig.ri De Angelis si rinvennero rocchi di colonne striate di Cipollino e con Capitelli d’ordine Dorico”.

estratto

Page 26: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

17, 2011 nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della villa adriana 711

contInI 1971: f. contInI: Ichnographia Villae Tiburtine Hadriani Caesari olim a Pyrrho Ligorio delineata et descripta, postea a Fr. Continio architecto summa cura recognita… nunc denuo affabre aere incisa, roma 1971.

coulton 1977: J.J. coulton, greek Architets at Work. Problems of structure and design, london 1977.

De franceSchInI 1991: m. De franceSchInI, Villa Adriana. Mosaici, pavimenti, edifici, roma 1991.

DelBrueck 1912: r. DelBrueck, Hellenistische Bauten in Latium, perugia 1912.gIulIano 1988: a. gIulIano, Adriano e la cultura formale dell’epoca, in Villa Adriana,

cinisello Balsamo 1988.grImal 1990: p. grImal, I giardini di Roma antica, milano 1990.guIDoBalDI 1994: f. guIDoBalDI, Sectilia Pavimenta di Villa Adriana, in Mosaici antichi

in Italia, roma 1994,hIDalgo 2010a: r. hIDalgo, Il cosiddetto Teatro greco di Villa Adriana, in Lazio e Sabina

6, atti del sesto incontro di studi sul lazio e la sabina (roma 2009), roma 2010, pp. 39‑45.hIDalgo 2010b: r. hIDalgo, Il Teatro greco, in m. sapelli ragni (a cura di), Villa Adria-

na. Una storia mai finita. Novità e prospettive di ricerca, milano 2010, pp. 113‑119.luglI 1940: g. luglI, La “Rocca Bruna” della Villa Adriana, in Palladio IV, 1940, pp.

257‑274.marI 2003: z. marI, L’Antinoeion di Villa Adriana: risultati della prima campagna di sca-

vo, in RendPontAcc lXXv, 2002‑03, pp. 145‑185.marI 2004: z. marI, L’Antinoeion di Villa Adriana: risultati della seconda campagna di

scavo, in RendPontAcc lXXvi, 2003‑04, pp. 263‑314.marI 2007: z. marI ‑ s. SgalamBro, The Antinoeion of Hadrian’s Villa: Interpretation and

Architectural Reconstruction, in AJA 111, 2007, pp. 83‑104.mc DonalD - pInto 1997: W. mc DonalD - l.a. pInto, Villa Adriana. La costruzione e il

mito, da Adriano a Louis Kahn, milano 1997.ortolanI 1998: g. ortolanI: Il padiglione di Afrodite Cnidia a Villa Adriana: progetto e

significato, roma 1998.parIBenI 1994: a. parIBenI, Cenno storico e storia degli scavi, in f. guIDoBalDI, Sectilia

Pavimenta di Villa Adriana, in Mosaici antichi in Italia, roma 1994, pp. 3‑43.pellIccIonI 1986: g. pellIccIonI, Le cupole romane. La stabilità, roma 1986.penna 1831: a. penna, Viaggio pittorico nella Villa Adriana, vol. ii. roma 1831.penna 1836: a. penna, Viaggio pittorico nella Villa Adriana, vol. iv. roma 1836.penSaBene 1976: p. penSaBene, Fregio in marmo nero da Villa Adriana, in ArchCl XXviii,

1976, pp. 126‑160.penSaBene 1997: p. penSaBene, Elementi architettonici dalla Casa di Augusto sul Palatino,

in RM 104, 1997, pp. 149‑192.penSaBene 2007: p. penSaBene (a cura di), Ostiensium Marmorum Decus et Decor. Studi

architettonici, decorativi e archeometrici, roma 2007.penSaBene 2011: p. penSaBene, Arredo statuario del Canopo di Villa Adriana, in Lazio e Sabina

7, atti del settimo incontro di studi sul lazio e la sabina (roma 2010), roma 2011, pp. 17‑32.

estratto

Page 27: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

712 p. pensabene – a. ottati – p. Fileri Sc. Ant.

penSaBene - gallocchIo cds.: p. penSaBene - e. gallocchIo, Campagne di scavo 2003/2004 dell’Università “La Sapienza” di Roma presso il cosiddetto “Mausoleo” di Villa Adriana, in Ri-leggere l’Antico. Architetture di epoca imperiale: metodi, tecniche e modelli a confronto, atti del convegno (roma 2004), in stampa.

penSaBene - ottatI 2010a: p. penSaBene - a. ottatI, Nuove testimonianze di architettura dorica a Villa Adriana, in Lazio e Sabina 6, atti del sesto incontro di studi sul lazio e la sabina (roma 2009), roma 2010, pp. 19‑34.

penSaBene - ottatI 2010b: p. penSaBene - a. ottatI, Il cd. Mausoleo e l’ordine dorico a Villa Adriana, in m. SapellI ragnI (a cura di), Villa Adriana. Una storia mai finita, roma 2010, pp. 120‑128.

pIcozzI 1996: m. g. pIcozzI, Un ritratto da Villa Adriana e il busto inv. 525 della stanza dei filosofi del museo capitolino, in StMisc XXX, 1996, pp. 129‑144.

pIraneSI 1781: g. B. pIraneSI, Pianta delle fabbriche esistenti nella Villa Adriana, roma 1781.

placIDI - freSI 2010: m. placIDI - V. freSI, Una grande Via Sotterranea, “la Strada Car-rabile” di Villa Adriana. I risultati della campagna di studio 2007-2009, in Archeologia Sotter-ranea 3, ottobre 2010, roma 2010, pp. 4‑11.

raeDer 1983: J. raeDer, Die statuarische ausstattung der Villa Adriana bei Tivoli, Frank‑furt‑Bern 1983.

ramBalDI 2002: S. ramBalDI, Monopteros. Le edicole circolari nell’edicola dell’Italia roma-na, Bologna 2002.

reInach 1922: S. reInach, Repértoire de peintures greques et Romaines, paris 1022.roBertSon 1971: D.S. roBertSon, greek and roman architecture, cambridge 1971.rocco 1994a: g. rocco, guida alla lettura degli ordini architettonici antichi. I. Il dorico,

napoli 1994.rocco 1994b: g. rocco, Su un fregio dorico da Villa Adriana. La soluzione vitruviana

del conflitto angolare, in Palladio 14, 1994, pp. 37‑44.Salza prIna rIcottI 1980: e. Salza prIna rIcottI, Cucine e quartieri servili in epoca ro-

mana, in RPAA 51‑52, 1978‑1980, pp. 237‑294.Salza prIna rIcottI 2001: e. Salza prIna rIcottI, Il sogno di un imperatore, roma 2001.SgalamBro 2003: S. SgalamBro 2003, gli elementi architettonici dell’edificio ad esedra di

Villa Adriana: identificazione e ipotesi ricostruttive, in RendPontAcc lXXv, 2002‑03, pp. 425‑447.

ungaro 2002: l. ungaro, Il sistema museale dei Fori Imperiali e i Mercati di Traiano, in Simulacra Romae, tarragona 2002, pp. 11‑48.

WIlSon JoneS 2000: m. WIlSon JoneS, Principles of Roman Architecture, london 2000.

estratto

Page 28: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

17, 2011 nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della villa adriana 713

Summary

We present a preliminary report of the annual excavations campaigns undertaken at the northern mar‑gins of the complex of hadrian’s villa, between piazza d’oro and the inferi, with a new hypothetic interpretation of the area. the study includes descriptions of the so‑called “mausoleo” (sector i) and other buildings nearby, identified as temples or garden lodges (sector ii). the circular monument known as the “mausoleo” or the “tomb,” situated between piazza d’oro and the inferi, has been the object of cleaning and excavation. the building, which has always remained visible, was reproduced in the ligorio‑contini plan of 1668 and in the general plan of the villa done by Francesco piranesi in 1781. it is articulated on two levels. the lower level of the structure is accessible through a narrow vaulted door, and is composed by an annular corridor illuminated by small windows and a small central room covered by a dome. the upper sector, reached by flight of steps, repeats the same articulation plane of the drum with a round corridor between a doric colonnade of ten monolithic elements, and the perimeter wall. Brick stamps of the hadrianic age (123‑124 ad) found in situ, frag‑ments of columns of the doric order, and the presence of a large portion of a curved epistyle, appear to exclude the traditional theory that the building was a funerary monument preexisting the construction of the villa. the structure must have been rather a pavilion or a vaulted chapel equipped with marble columns, screened by an external perimeter’s wall. these elements, together with an accurate survey of the structure provide the basis for this hypothetical reconstructions of the plan and walls. another excavation was undertaken on a nearby rectangular building which was probably a small temple with a frontal flight of steps, this second building formed a same monumental setting with the mausoleo probably planned to create a scenery garden landscape. the second sector, situated in the ex‑campsite, north of the so‑called mausoleum, saw the continuation of excavations in the proximity of a substan‑tial circular cement foundation with a facing of small, uniform tufa blocks which had already been investigated in previous campaigns. in particular, a trench was opened to the north‑west of the latter which revealed a new structure about 9 m away. the new structure was an imposing cement base with an apparently rectangular plan on a north‑west/south‑east alignment, of which only the western front was uncovered. this structure, identified as a temple or pavilion, like the one immediately to the south, had been completely robbed of the marble facing that was certainly originally present judging by the numerous impressions and complete housing cavities for the shuttering visible at several points of the foundation, in particular on the western front. on the west a band of mosaic flooring with large, white marble tesserae with coloured inserts is, for the moment, the only surviving decorative element. it seems to indicate the presence in this building of an architectural element that has already been documented in other structures of the same villa, it must be specified that the excavation did however bring to light a substantial amount of material, pottery in particular. the discoveries in this sector, totally unknown until our excavations, are very important for a new vision of the site’s topography. in both described sectors we found a large quantity of marble doric order fragments. these marble elements suggests an originally monumental context characterized by a diffused employment of the doric order in the area, with a great use of formal varieties as well. We recognized, for the same place, three different typologies of doric order that reflects a free and characteristic usage of the decorative programs, evidently perme‑ated by an academic revival, but sometimes by an eclectic vision, common for the adrianic period. analyzing these results, we can finally propose a hypothetical reconstruction and a new interpretation of the area, certainly occupied by a number of monumental buildings carefully planning in the site. We can recognize a studied disposition for temples and lodges, perhaps garden’s settings, placed in the area

estratto

Page 29: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

714 p. pensabene – a. ottati – p. Fileri Sc. Ant.

as a scenografic articulation that probably suggested specific point of view. as concerned, the compari‑sons with idyllic landscapes of the ii‑iii stile frescoes are truly evocative.during the next campaign it is planned to extend the excavation around the new cement foundation and partially remove the deposit covering the n‑e sector to understand and confirm the temple identifica‑tion.

estratto

Page 30: P. Pensabene, A. Ottati, P. Fileri - Nuovi scavi e prospettive di ricerca nella parte orientale della Villa Adriana

edizioni quasar di severino tognon s.r.l.via ajaccio 41‑43 ‑ 00198 roma

www.edizioniquasar.it

per informazioni e [email protected]

issn 1123‑5713

isBn 978‑88‑7140‑486‑8

Finito di stampare nel mese di ottobre 2012presso la tipografia la moderna ‑ roma

estratto