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LA RICERCA-AZIONEPROF. LUCIANO GALLIANI
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P LL GG...Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi

Feb 07, 2021

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  • ““LLAA RRIICCEERRCCAA--AAZZIIOONNEE””

    PPRROOFF.. LLUUCCIIAANNOO GGAALLLLIIAANNII

  • Università Telematica Pegaso La ricerca-azione

    Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente

    vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore

    (L. 22.04.1941/n. 633)

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    Indice

    1 LA DEFINIZIONE DELLA RICERCA-AZIONE E LE SETTE CARATTERISTICHE DISTINTIVE INDIVIDUATE DA J.P. POURTOIS --------------------------------------------------------------------------------------------- 3

    1.1. LA CONNESSIONE CON I PROBLEMI SOCIO-EDUCATIVI ------------------------------------------------------------------- 3 1.2. IL CIRCOLO ANALISI-AZIONE------------------------------------------------------------------------------------------------- 4 1.3. L’ELABORAZIONE DELLE TRANSAZIONI ------------------------------------------------------------------------------------ 4 1.4. L’EMANCIPAZIONE DEGLI “ATTORI” ---------------------------------------------------------------------------------------- 4 1.5. IL COINVOLGIMENTO ESISTENZIALI DEGLI “ATTORI” -------------------------------------------------------------------- 5 1.6. LA RIABILITAZIONE DELL’AFFETTIVITÀ E DELL’IMMAGINARIO -------------------------------------------------------- 5 1.7. LA CENTRALITÀ DELL’EFFICACIA ------------------------------------------------------------------------------------------- 5

    2 UNA ESEMPLIFICAZIONE DI RICERCA-AZIONE SU “IL CURRICOLO DEI MEDIA” NELL’AMBITO DEL PROGETTO CEE-MPI-IRSSAE PUGLIA “ I CURRICOLI DELL’INTERCULTURA” 7

  • Università Telematica Pegaso La ricerca-azione

    Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente

    vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore

    (L. 22.04.1941/n. 633)

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    1 La definizione della ricerca-azione e le sette caratteristiche distintive individuate da J.P.

    Pourtois

    Insegnanti educatori, formatori se vogliono dare razionalità e scientificità alla loro prassi

    educativa e soprattutto innovare e migliorare, devono fare riferimento obbligato alla ricerca

    scientifica. Quella sperimentale è difficile da applicare per condizioni oggettive e quasi sempre i

    problemi incontrati non sono riducibili ad una sola variabile. Anche la ricerca osservativa

    sistematica e gli studi di caso, pur essendo meno difficoltosi da organizzare, sono sentiti come

    strumenti “eccezionali” per situazioni particolari.

    La ricerca-azione, essendo orientata alle decisioni, utilizzando prevalentemente metodi

    qualitativi con intenti idiografici e mirando a risolvere problemi specifici in contesti definiti, può

    saldare la separazione tra ricerca educativa e pratica didattica, almeno nella percezione degli attori

    coinvolti.

    Per chiarire la natura originale della ricerca-azione, saranno illustrate criticamente le sette

    caratteristiche distintive, individuate magistralmente da J.P. Pourtois in un saggio pubblicato in

    Italia nel 1986 ed esemplificati i tratti peculiari di un progetto sui curricoli dell’intercultura,

    condotto in 60 scuole della Puglia e diffuso in 1500 scuole in Italia.

    1.1. La connessione con i problemi socio-educativi

    La r/a, a differenza di quella sperimentale o di quella basata sull’inchiesta orientate alla

    conoscenza, non nasce da una questione epistemica, ma da un problema socio-educativo avvertito

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    come rilevante da una comunità educativa. Essa ha per scopo la soluzione di questo problema,

    attraverso un intervento di cambiamento della realtà socio-educativa concreta e determinata. R/A

    orientata alla decisione.

    1.2. Il circolo analisi-azione

    La r/a si basa su un passaggio continuo e reciproco tra il piano della riflessione e il piano

    dell’azione. I risultati a cui si perviene rispecchiano un processo di apprendimento dall’esperienza,

    attraverso un confronto interpersonale e un accordo intersoggettivo circa la qualità del cambiamento

    che si va a realizzare. L’“agire formativo” si esplicita in un “agire comunicativo” condiviso, che

    interpella la teoria pedagogica.

    1.3. L’elaborazione delle transazioni

    La r/a, non limitandosi ai risultati formativo-didattici di innovazione, pretende

    l’adeguamento dell’ambiente educativo-istituzionale e del contesto sociale ai bisogni di tutti gli

    “attori” (insegnanti, alunni, genitori, educatori, decisori politici, ecc.).

    La r/a implica, perciò, una dimensione politica e una trasformazione in profondità dei

    rapporti sociali.

    1.4. L’emancipazione degli “attori”

    Nella r/a, insieme agli esperti degli specifici contenuti e delle metodologie implicate nei

    progetti, sono gli operatori educativi che assumono il ruolo di ricercatori. Essi hanno il potere di

    determinare il corso dell’azione, attraverso la partecipazione sia alle fasi progettuali sia a quelle

    operative. La negoziazione delle scelte da prendere tra gli attori avviene sulla base dei diversi saperi

    (teorici, metodologici, pratici) e di specifici percorsi di formazione in servizio degli operatori

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    educativi (Just in time). Solo in questo modo le decisioni- interpretazioni democratiche possono

    garantire legittimità scientifica e corrispondere alle quattro “pretese di validità” di Habermars:

    l’intelligibilità, la verità, la giustificazione, la sincerità.

    1.5. Il coinvolgimento esistenziali degli “attori”

    A differenza della ricerca sperimentale ma anche di molta parte della ricerca osservativa e di

    quella basata sulla inchiesta o sull’uso dei questionari, in cui si richiede al ricercatore un

    atteggiamento di distanza dall’oggetto studiato, nella r/a si considera peculiare il coinvolgimento

    esistenziali degli attori educativi. Anzi viene richiesto ad ognuno il contributo della propria

    soggettività, della propria concezione del mondo, della propria visione delle questioni che vengono

    affrontate, delle proprie abilità e competenze anche tecnico-professionali.

    1.6. La riabilitazione dell’affettività e dell’immaginario

    Il cambiamento profondo, implicato nella natura sociale della r/a, richiede la messa in

    discussione dell’intero vissuto e quindi la mobilitazione della sfera affettiva e dell’immaginario

    simbolico che danno senso alle esperienze di vita e di lavoro delle persone. Nella r/a l’operatore

    educativo non può sottrarsi alle interazioni tra se stesso, ciò che studia e ciò su cui agisce, per cui si

    richiede una particolare sensibilità nei processi di comunicazione e nei comportamenti deontologici

    riferiti ad un’etica della responsabilità.

    1.7. La centralità dell’efficacia

    Lo scopo principale della r/a è quello di produrre azioni educativo-didattiche efficaci per

    risolvere il problema socio-educativo individuato. Le strategie di intervento sono dunque guidate

    dalla verifica empirica di efficacia. Occorre però seguire procedure corrette nelle varie fasi della

    ricerca, sottoponendo a controllo e valutazione le azioni in itinere ed ex post, in modo da rendere

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    trasparenti percorso e risultati. Ciò anche ai fini di una “trasferibilità” per “analogazione” a

    problemi e contesti diversi.

    Nella r/a sono quindi importanti le procedure da seguire dall’individuazione della

    situazione-problema alla definizione del progetto educativo, dall’azione didattica alla riflessione su

    di essa, dalla valutazione degli effetti previsti/imprevisti alla formalizzazione comunicativa per il

    suo trasferimento. Infine un “dispositivo di raffinamento” può essere introdotto per rendere coerente

    e a livello scientifico la generalizzazione dei suoi risultati.

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    2 Una esemplificazione di ricerca-azione su “Il curricolo dei media” nell’ambito del Progetto CEE-

    MPI-IRSSAE PUGLIA “ i curricoli dell’intercultura”

    Il progetto di r/a sull’educazione interculturale nasce con i problemi dell’inserimento degli

    alunni albanesi nella scuola dell’obbligo, a seguito della massiccia immigrazione in Puglia all’inizio

    degli anni novanta. Una strategia non di pura integrazione assimilatrice, ma di vera accoglienza

    della diversità socio-culturale, richiedeva la modifica profonda dei curricoli disciplinari in chiave

    interculturale. Ricercatori dell’università di Padova e di Bari hanno lavorato così per alcuni anni

    con gli insegnanti di circa sessanta scuole elementari e medie delle cinque province della Puglia,

    riprogettando e sperimentando sette percorsi curriculari: delle religioni, linguistico, etno-musicale,

    di storia, di matematica, di scienze ambientali, dei media.

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    La possibile progettazione di un curricolo dei media, aveva di fronte due criticità: il ruolo

    giocato dai mass media nei processi storici di faticosa costruzione di una società multiculturale e la

    conflittualità tra la cultura seduttiva dei media audiovisivi e informatici e la cultura impegnativa

    disciplinare della scuola. L’ipotesi era che si potesse costruire un percorso originale di integrazione

    tra educazione multi-interculturale ed educazione multi-intermediale. Ciò attraverso tre transizioni:

    dalle lingue dell’identità ai linguaggi dell’interazione visiva, orale, musicale; dai saperi scolastici

    della distinzione disciplinare ai saperi antropologici della condivisione; dalla crisi delle tradizionali

    agenzie di socializzazione (famiglia, scuola, chiesa, associazionismo) al potere originale della

    costruzione mediatica dell’immaginario simbolico. Il percorso curricolare di educazione

    multimediale si è sviluppato mettendo al centro le tematiche dell’intercultura (immigrazione,

    razzismo, antisemitismo) e costruendo competenze culturali nelle due grandi modalità delle

    comunicazione mass-mediale (giornale, radio, televisione, film): l’informazione (news) e la

    narrazione (fiction).

    I metodi utilizzati sia nella formazione degli insegnanti sia nelle attività didattiche con gli

    alunni, sono stati quelli attivi di lettura e di scrittura. Per l’informazione attraverso l’analisi-

    valutazione delle notizie tratte dagli stessi eventi (dai dispacci di agenzia ai quotidiani, ai giornali

    radio, ai telegiornali) e attraverso la produzione di testi a stampa, radiofonici, televisivi, usando le

    tecniche dell’editoria elettronica, della registrazione sonora, della ripresa e del montaggio televisivi.

    Per la narrazione attraverso la lettura semiotica di due film (Pane e Cioccolata di F. Brusati che

    racconta la storia dell’emigrazione italiana in Svizzera e Lamerica di G. Amelio che racconta

    l’immigrazione degli albanesi in Italia) e la produzione di cortometraggi e di altri sceneggiati con le

    tecniche videoscrittura.

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    Il diagramma di flusso distingue e collega le sei fasi istituzionali della r/a con le cinque

    “fasi della riflessione”. Dopo l’approccio problematico (1° fase) si sono verificate nel grande

    gruppo le conoscenze di ingresso e le esperienze didattiche di ognuno (2° fase). Tenendo conto

    delle competenze non omogenee gli insegnanti hanno chiesto di lavorare concretamente in piccoli

    gruppi guidati dagli esperti universitari (3° fase) in modo da familiarizzare con le tecnologie e le

    metodologie in attività laboratoriali (4° fase), analoghe a quelle da realizzare poi nelle classi. I

    gruppi hanno successivamente articolato alcune unità didattiche nell’ambito dell’informazione

    mediale e della narrazione cinematografica (5° fase). La messa a punto di precisi percorsi

    curricolari è avvenuta attraverso un’analisi interdisciplinare per l’inserimento della sperimentazione

    nella programmazione didattica delle classi e delle scuole (6° fase). Il lavoro sul campo (7° fase) è

    derivato da un piano di azione contestualizzato, individuando: conoscenze, procedure di lavoro,

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    materiali da produrre, risorse tecnologiche e finanziarie, tempi, vincoli organizzativi, collaborazioni

    extrascolastiche.

    Dopo aver concordato con gli esperti universitari modalità di osservazione e di

    documentazione, durante un anno scolastico intero di lavoro, si sono mantenuti rapporti continui per

    il controllo e le modificazioni richieste dai diversi contesti (8° fase). La valutazione collettiva finale

    delle diverse proposte didattiche (9° fase) ha riguardato i processi e i prodotti, presentati dai singoli

    insegnanti e discussi assieme, con l’evidenziazione dei risultati positivi e delle difficoltà incontrate.

    Visto il buon lavoro comune si è data la responsabilità agli esperti di scegliere la

    formalizzazione comunicativa (10° fase) attraverso la costruzione di un “pacchetto multimediale”

    composto da: un testo a stampa con le proposte teoriche e le unità didattiche esemplari della ricerca;

    una videocassetta con le metodologie di analisi/lettura dei due film; un CD-ROM con i percorsi

    interattivi per gli allievi, di costruzione dei giornali, dei giornali radio e dei telegiornali.

    La decisione di realizzare forme di comunicazione multimediale (a stampa, audiovisiva,

    informatica) per operare la trasferibilità (11° fase), nelle scuole ha comportato un’ulteriore fase di

    validazione scientifica.

    Il nostro “dispositivo di raffinazione”, secondo l’impostazione metodologica di Pourtois è

    consistito nell’adozione di due procedure di generalizzazione:

    la leggibilità dei risultati attraverso la strutturazione delle conoscenze scientifiche (5

    progetti didattici) e delle metodologie di lavoro (7 unità didattiche) proposte dal

    pacchetto multimediale;

    la contestualizzazione dei risultati attraverso il coinvolgimento non solo degli allievi

    ma anche degli insegnanti e dei genitori di sette scuole elementari e medie rilevando

    con questionari, da un lato, le loro opinioni, atteggiamenti, stereotipi nei confronti

    degli immigrati e indagando, dall’altro lato, le modalità con cui i media (giornali,

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    radio, televisioni, cinema) rappresentano gli immigrati e contribuiscono a costruire le

    interpretazioni simboliche che influenzano le pratiche sociali.

    I risultati dei questionari di contestualizzazione sociale per alunni, insegnanti, genitori,

    erogati all’inizio dell’anno di applicazione de progetto e di uso del pacchetto multimediale, i

    risultati in termini di conoscenze, abilità di scrittura tecnica e di competenze critiche acquisiti dagli

    allievi, le valutazioni positive di efficacia didattica emerse dal questionario finale per gli insegnanti,

    hanno convinto il M.P.I. ad una diffusione del Curricolo di educazione mediale in 1500 scuole

    elementari e medie nelle varie regioni italiane.

    Il progetto complessivo di innovazione dei 7 curricoli ha completato un originale percorso di

    conclusione attraverso la costruzione di:

    un videogame interattivo per i ragazzi dal titolo “Interground – la metropolitana

    dell’intercultura”

    un sito internet con i materiali di tutti i cuccioli (integround per insegnare)

    organizzati secondo una mappa concettuale, attivamente modificabile e ampliabili

    dalle esperienze delle scuole sul territorio nazionale e europeo.

    Il successo della ricerca-azione in ambito educativo, come dimostra l’esempio portato,

    deriva dalla possibilità di innovazione educativa e didattica, attraverso la partecipazione

    democratica di tutti gli attori sociali.