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OSPEDALE “GIUSTINIANEO” - PADOVA La Beata sempre al nostro fianco INAUGURAZIONE DEL BASSORILIEVO DEDICATO ALLA BEATA LIDUINA MENEGUZZI
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OSPEDALE “GIUSTINIANEO” P ADOVA La Beata sempre al nostro ...

Nov 02, 2021

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OSPEDALE “GIUSTINIANEO” - PADOVA

La Beatasempre al nostrofianco

INAUGURAZIONE DEL BASSORILIEVO

DEDICATO ALLA BEATA

LIDUINA MENEGUZZI

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PRESENTAZIONE DELL’OPERA

Il bassorilievo, in pietra di Gerusalemme, presenta la Beata Liduina Meneguzzi attorniata da bambini ammalati che lei guarda e accoglie con grande tenerezza poiché l’amore per i piccoli è sempre stata una nota incisiva della sua persona. Verso di Lei avanza anche un adulto in carrozzina. Bimbi e adulti erano attratti dal suo dolce sorriso che emanava pace e dolcezza. In secondo piano, vediamo “un medico” che sta visitando un paziente per sottolineare la sua volontà di collaborazione con il personale medico ed infermieristico convinta che la missione compiuta nella comunione porta maggior frutto.

Sullo sfondo risalta la facciata dell’Ospedale “Giustinianeo“ per ricordare il suo passaggio in questo luogo dove ha fatto tesoro di ogni insegnamento desiderosa di essere preparata bene per essere infermiera nel luogo a cui era destinata, nell’Ospedale di Dire-Dawa in Etiopia.

Lo scultore che ha realizzato l’opera è Alessandro Verdi, lo stesso artista che nel 2002 ha eseguito il bassorilievo della tomba, nella Cappella della Beata.Suor Michelangela Ballan dell’Istituto delle Pie Discepole del Divin Maestro, architetto, ha collaborato per la realizzazione del disegno e per aver seguito i lavori.

Speciale Beata Liduina

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18 febbraio 1937

Suor Liduina Meneguzzi assieme ad altre tre consorelle, entrava nell’Ospedale “Giustinaneo” per imparare i rudimenti assistenziali che le sarebbero serviti per gli ammalati nell’Ospedale di Dire - Dawa in Etiopia, dove era stata destinata per la sua missione fra i medici, i missionari, i soldati e la gente del luogo.Svolgerà questa sua preparazione dal 6 agosto 1937 fino a novembre, mese in cui viene colta da un collasso provocato da emorragie addominali sempre più copiose.Apostola tra i sofferenti nelle corsie di un Ospedale; testimone di fede e di coraggio fra i medici, gli infermieri e i soldati; si dirà di lei: “Suor Liduina era una madre, una sorella, era tutto per quelle creature”.

“NELLA SUA BREVE VITA È PASSATA COME

CAREZZA DI DIO PER QUANTI ERANO NEL BISOGNO,

RICONOSCENDO IN LORO LA CARNE VIVA

DEL CRISTO SOFFERENTE E L’IMMAGINE VISIBILE

DEL DIO INVISIBILE”. PAPA GIOVANNI PAOLO II

Speciale Beata Liduina

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UN EVENTO DI GRANDE RILIEVO RELIGIOSO E CIVILE

Giovedì 17 maggio 2018 presso il Chiostro dell’Ospedale Giustinianeo si è svolta l’inaugurazione del bassorilievo dedicato alla Beata Liduina Meneguzzi. Le parole della Beata sono risuonate fortissime negli oltre 200 presenti intervenuti: autorità religiose, militari, personalità civili, sociali, medici, infermieri, personale amministrativo e gente comune: “Faccio proponimento di non mostrare nessun turbamento se mi vengono ad interrompere mentre lavoro”, “Se tollererò un’offesa… Dio perdonerà quelle che ho fatto a Lui!”, “Se sopporterò una repulsa, Egli sarà clemente con me”, “La sera voglio potervi dire: O mio Dio, trattatemi

come io ho trattato oggi il mio prossimo”.La Vicaria Generale delle Salesie, suor Blanca Lima, ha portato il saluto della Madre Generale, Madre Paola Contin e ha presentato brevemente lo spirito che anima la Congregazione.Suor Bianca poi, come responsabile custode della Cappella della Beata, ha avuto il difficile e delicato compito di presentare la vita della Beata Liduina. Ha fatto immergere il pubblico nella vita di questa grande, umile religiosa. Liduina è venuta in luce dal momento della Sua vocazione, alla formazione infermieristica nell’ospedale di Padova fino alla missione in Africa. Particolarmente toccante il momento

Speciale Beata Liduina

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della sua partenza per il Cielo. Suor Bianca ha fatto rivivere nei numerosi presenti il miracolo con cui la Chiesa ha attestato la beatificazione della Meneguzzi, e come l’episodio miracolistico della mancanza di cibo per i soldati si sia trasformato in un prodigio ottenuto dall’intensa preghiera di Liduina a Dio Padre. Ha ricordato ancora, il momento delle lacrime del medico al capezzale della Beata già ritenuta Santa.Il Padre Nostro recitato da Sua Ecc. Monsignor Claudio Cipolla, Vescovo della città di Padova, è risuonato come un momento toccante, e le Beatitudini ascoltate dalla sua voce, come una Magna Cartha della testimonianza vissuta e incarnata dalla Beata Liduina. I presenti sono stati infervorati nel decidere nel proprio cuore di tenersi questa Santa come un grande esempio da imitare. La benedizione da parte del Vescovo al Bassorilievo e ai presenti ha completato la commovente cerimonia.L’inaugurazione, evento straordinario per questo Ospedale, è stata accompagnata per tutto il tempo dalle

note e voci soavi del gruppo musicale “Vasa Cantorum”.Il bassorilievo, raffigurante la Beata nell’atto del prendersi cura dei suoi bambini e malati, è stato ‘scoperto’ dal Direttore Generale Dott. Luciano Flor, sotto uno scroscio di applausi che hanno manifestato la partecipazione dei presenti. Ora rimane fisso alla parete del chiostro dell’Ospedale Giustinianeo e invita quanti passano a rivolgere una invocazione alla Beata perché ci protegga e sostenga nelle nostre necessità.Un fuoriprogramma ha visto infine le suore Salesie, presenti in gran numero all’avvenimento, intonare un inno dedicato alla Beata Liduina.Rimarrà in questo Ospedale non solo il ricordo di Liduina, ma la presenza di una grande personalità, una Beata che è passata alla storia per aver tanto amato il prossimo al punto da essere sempre pronta a dar la sua vita. Insieme al Vescovo, Le chiediamo di aiutarci nella via della santità che ci ha dimostrato essere possibile per tutti.

Ufficio Stampa Ospedale Padova

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INAUGURAZIONE DEL BASSORILIEVODEDICATO ALLA BEATA LIDUINA MENEGUZZI

17 maggio 2018

La Vicaria, suor Blanca Lima, parla a nome della Madre Generale che, per motivi di salute non è potuta intervenire.

“Siamo qui riuniti in tanti, oggi, per un avvenimento speciale. Noi, Suore di san Francesco di Sales - Salesie - siamo particolarmente felici e onorate che l’effige di una

nostra consorella, la Beata Liduina Meneguzzi, sia collocata nella parte storica dell’ospedale di Padova affinché i devoti, i Medici, gli Operatori sanitari e le tante persone che ogni giorno cammineranno sotto questi portici, possano ricorrere alla sua intercessione per le innumerevoli necessità del corpo e dell’anima, per i bisogni personali, familiari e sociali.Siamo senz’altro tutti concordi nel riconoscere nella vita della Beata

Speciale Beata Liduina

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Liduina una testimonianza di fede umile e semplice, di dono e di sacrificio nascosto, fuori dai riflettori e dai riconoscimenti del mondo.Per questo motivo quando il dottor Avruscio e i tanti amici ora facenti parte dell’associazione “Beata Liduina”, qualche tempo fa, ci presentarono questa iniziativa, pur appoggiandola volentieri come Famiglia religiosa salesia, prevaleva in noi l’opinione che questo progetto oltrepassasse le modeste e umili dimensioni nelle quali solitamente immaginiamo e collochiamo la figura della nostra cara Beata: ella, infatti, quale figlia fedele del nostro umile Fondatore don Domenico Leonati, nella sua vita si distinse sia tra le consorelle, sia come missionaria in Etiopia, proprio per la sua grande semplicità e umiltà evangelica.La sua bontà d’animo e l’instancabile generosità nel prendersi cura dei poveri e dei sofferenti, fu un esempio concreto di quella squisita umanità evangelica che tutte noi Salesie, sue consorelle, siamo chiamate a testimoniare seguendo la spiritualità del nostro Santo Patrono Francesco di Sales, dolce e umile di cuore, a imitazione di Gesù.

Ciò che ci dà gioia, è il pensare che attraverso questa stupenda opera dello scultore Alessandro Verdi su disegno dell’architetto suor Michelangela Ballan, delle Pie Discepole del Divin Maestro, molti fratelli e sorelle potranno avvicinarsi a questa umile figura di Suora Salesia, allo scopo di incontrare e sperimentare la tenerezza e l’umanità di Cristo, il Salvatore del mondo.

A nome della Congregazione delle Suore Salesie sono perciò grata a tutti coloro che hanno contribuito in vari modi a condurre a termine questa bella iniziativa, ai responsabili dell’Azienda Ospedaliera, alle autorità civili e infine a tutti i presenti a questo momento di devozione e di fraterna gioia. La presenza tra noi di Sua Eccellenza, il nostro carissimo Vescovo Claudio, ci onora e ci garantisce l’amore e la sollecitudine della nostra Madre Chiesa, ricca della testimonianza di tanti Santi e Beati, nostri fedeli compagni in questo pellegrinaggio terreno.Tutto sia per la gloria di Dio e il bene dell’umanità!

Madre Paola Contin

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AIUTACI AD ESSERE “CAREZZA DI DIO”

Quando tre anni fa avevo per la prima volta sentito parlare di suor Liduina, della sua testimonianza d’Amore verso gli Ultimi e ascoltato dalle parole di suor Bianca che, prima di partire in Missione per l’Etiopia, aveva frequentato le corsie dello stesso ospedale dove lavoro, calpestato quello stesso pavimento, salito quelle stesse scale, ricordo ancora varcando il cancello dell’antico Chiostro dove è centrale la statua della Madonna con le braccia spiegate ad accogliere i suoi figli, il pensiero, la scintilla, la voce improvvisa che si alzava ad invadere la mia anima, verso una traccia, un segno che ne significasse quel passaggio.Fu quel primo pensiero espresso ad alta voce che come un fulmine si propagò ad altre persone, medici, infermieri, coinvolgendo persone anche al di fuori del mondo sanitario, che costituì la formazione spontanea prima di un Comitato e poi della più strutturata “Associazione Beata Liduina Meneguzzi” e del gruppo dei “Vasa Cantorum”, che tassello dopo tassello, hanno portato oggi alla realizzazione di una tappa importante della nostra “missione”: un’opera d’arte in bassorilievo, in pietra di Gerusalemme, a ricordare il passaggio della Beata Liduina fra i malati e gli operatori dell’ospedale Giustinianeo.Una tappa importante di un mosaico che ha la finalità di far conoscere la vita e le opere di una giovane

ragazza che nella sua umiltà e sconcertante semplicità, ha saputo cogliere la pienezza della Sapienza divina, sperimentando il Paradiso in

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Terra, mostrando il percorso di una strada non illuminata dalle luci del mondo, spesso impervia, piena di ostacoli,frammentata da incroci e continue deviazioni, a volte fangosa, ma sorretta dalle forti braccia della Fede, illuminata dalla Carità, accompagnata dalla Speranza.Ma il lavoro più importante non è stato l’impegno dell’Associazione o dei Vasa Cantorum o di quanti hanno contribuito a realizzare un evento che pur tra molte difficoltà siamo riusciti a portare a termine e che ha regalato a tutti noi un’evidente commozione… ma piuttosto quello che la Beata Liduina ha scavato e continua a scavare dentro ciascuno di noi, aiutandoci a cambiare il nostro atteggiamento verso gli altri, a imparare ad Amare nella quotidianità della nostra vita, nelle cose semplici di ogni giorno…Ognuno di noi con tutti i nostri limiti e indegnità, siamo chiamati alla Santità…suor Liduina costituisce un modello unico per la semplicità

delle sue azioni e per l’immediatezza nel riconoscere Gesù negli Ultimi, consacrandoGli la sua vita, dichiarandoGli il suo Amore con quelle sue parole: “Sì, Volentieri, Subito”.Una Persona controcorrente, che ha passato tutta la sua vita a servire, che non ha fatto nulla per essere messa al centro dell’attenzione, ma la Verità non ha bisogno di riflettori, quando ad illuminare è la Luce che varca i confini del mondo, che sconfigge ogni oscurità, che fa nascere a nuova Vita…È questo il vero miracolo del Bene coltivato da suor Liduina che oltrepassa lo spazio e il tempo e che continua oltre lo spazio e il tempo a dare i suoi frutti!

Suor Liduina, Ti chiedo di intercedere per me e per noi, ad aiutarmi e aiutarci a essere quella “carezza di Dio” che lenisce e cura ogni sofferenza.

Dott. Giampiero Avruscio

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LA SANTITÀ È NELLA BELLEZZA DELLA NORMALITÀ

Per capire la ragione di una opera d’arte inserita nel cortile antico del Giustinianeo, è necessario ripercorrere la storia di una beata veramente particolare.La Beata Liduina (Angela Elisa) Meneguzzi ha una storia che sembra venire da tempi lontanissimi. Nasce in un’umile e modesta famiglia nella campagna padovana; a 14 anni va a lavorare fuori casa, come persona di servizio, presso le ricche famiglie e gli alberghi di Abano, ma non perde un forte senso religioso, finchè a 25 anni lascia tutto per entrare tra le suore di San Francesco di Sales, le “suore Salesie”, che hanno la loro sede centrale a Padova. Nei tre lustri successivi (muore infatti a 41 anni) si sviluppa un percorso di vita che porta alla beatificazione, passando per molti lavori apparentemente umili e perfezionando la sua presenza con una importante attività, quella di infermiera.Viene spontaneo chiederci che cosa vi sia di straordinario in questa presenza di una suora nelle attività infermieristiche, attività che nelle nostre terre ci aveva abituati a questa presenza delle suore negli ospedali.La Beata Liduina poi sembra uscire più da un mondo antico di vita contadina, non certo paragonabile a quell’insieme di efficienza e meccanizzazione che possiamo

osservare oggi negli ospedali.Eppure nel cortile in cui è stato collocato il bassorilievo che la ricorda, era presente una folla molto variegata sia per etnia che per storie di vita: uomini e donne, suore e laici, volontari e professionisti, dirigenti e semplici cittadini, autorità civili e religiose, militari e uomini delle forze dell’ordine.

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Vi è un filo conduttore della modernità di questa donna coraggiosa e cioè la sua capacità di lavoro incredibile, non solo per la costanza e la forza della sua quotidianità, ma anche perché sempre attentamente accompagnato con un tratto umano ed una disponibilità che era il “condimento” del suo lavoro verso chiunque fosse rivolto.Mentre veniva scoperto il bassorilievo veniva spontaneo chiedersi quale messaggio arrivasse da una esperienza di vita così apparentemente lontana ed estranea.La risposta è facile da capire; il rischio oggi di perdere la dimensione umana e relazionale del malato e della persona è sicuramente il tratto di maggiore debolezza di una modernità della medicina che diventa pericolosa se è prigioniera di macchine, tecniche, farmaci, ecc.Oggi forse più di allora reagire alla malattia tenendo ferma la centralità della persona è una sfida tra le più difficili.

Il sorriso di questa beata diventa quindi una vera e propria provocazione perché a chiunque abbia l’opportunità di svolgere una professione ricorda che la santità non sta solo nella fama, nei premi, nella carriera, ma sta soprattutto nella fatica di esercitare la propria santità nella vita quotidiana, nella curiosità verso gli altri, nella ricerca di migliorare, nell’aiutare chi è solo a sentirsi desiderato, nell’aiutare chi è depresso a riscoprire le bellezze della vita, nello stare accanto a chi è dipendente e nel valorizzare la bellezza che spesso gli altri non vedono in se stessi.È il sorriso della Beata Liduina che va oltre la società contadina e ci può colpire nella società tecnologica, perché ci ricorda che la santità non è solo in fatti straordinari, ma nella serenità e nella bellezza della normalità.

Dott.ssa Fiorita Luciano

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LA PAROLA AL VESCOVO CIPOLLA

Dopo vari interventi Il Vescovo ha preso la parola per lasciare ai presenti un messaggio importante:“riuscire a dimenticarci per far spazio agli altri”.

“…Penso che tutti noi, ognuno nella sua misura, è chiamato ad uscire da se stesso e prendere gli altri come i destinatari delle proprie energie.E questo mi sembra molto importante perché lo si può vivere in tutti i campicome: la sanità, la Chiesa, la politica e le nostre famiglie.Ovunque siamo chiamati a questo.In fondo è il messaggio del Vangelo.Spero che Suor Liduina faccia il

miracolo, innanzitutto per me, ed è questo: che tutti noi non ci lasciamo trattenere dal nostro tornaconto, dal nostro egoismo, ma riusciamo a dimenticarci per far spazio agli altri. È davvero un grande miracolo spirituale di cui gli altri miracoli sono solo un segno, per dire che il Signore agisce ancora nella nostra vita”.

PRIMA DELLA BENEDIZIONE DELL’OPERA

“Con l’acqua del Battesimo noi aspergeremo questa immagine. La speranza è che guardandola ci ricordi

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le cose di cui abbiamo parlato. Ci parli del Vangelo, ci parli dell’attenzione ai bambini, dell’attenzione agli ammalati, della professionalità, ci parli della storia… È un richiamo!Ci ricordi queste cose che sono significative.Volevo leggervi un passo del Vangelo per introdurre la benedizione, quello delle Beatitudini (...).C’è spazio anche per aggiungere altre forme di beatitudini e significanoquesto: che il Signore in questi gesti, in questi atteggiamenti si riconosce, così come si è riconosciuto in Liduina, per cui noi la chiamiamo beata.

E anche in questo caso il Vangelo è sempre da vivere nella giornata che si sta vivendo.“…Beati i poveri in spirito perché di essi è il Regno dei Cieli…. Beati gli afflitti perché…”.Lo possiamo essere anche con la nostra condizione umana, lo possiamo essere anche con la nostra risposta alla chiamata, come Suor Liduina, a saper amare, che è rivolta senz’altro anche a ciascuno di noi.E sono Beati quelli che osano fare tutto questo con entusiasmo.

Se siamo qui penso che tutti noi siamo credenti. Almeno un briciolo di fede penso che ce lo riconosciamo.A volte queste circostanze cipermettono di tirar fuori quello che non  osiamo mostrare normalmente.Allora proviamo a dire insieme la preghiera che il Signore ci ha insegnato, che ha guidato e che guida tante vite e che in questa occasione vogliamo pronunciare con una nostra autentica presenza che è di meraviglia nei confronti della Beata Liduina, ma anche e soprattutto nei confronti delle parole che sono del Vangelo e che sono per noi ancora nuove.Diciamo insieme: Padre Nostro…

ASPERGENDO L’OPERA

La benedizione del Signore scenda anche su questa immagine perché sia segno del nostro sguardo rivolto alle cose del Vangelo di cui la Beata Liduina è stata testimone.

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UNA COMPAGNA DI VIAGGIO

Anche se si desidera poco, o addirittura per niente andare in ospedale, fosse solo per una visita medica o per trovare qualche ammalato, comunque non certo per esservi ricoverati, da alcuni giorni si può ammirare un bassorilievo posto nel chiostro dell’ospedale Giustinianeo, conosciuto come l’ospedale vecchio, di una donna vestita da suora che si chiama Liduina Meneguzzi.Per chi passa in quel luogo, e sono moltissime le persone che ogni giorno lo varcano, non solo possono guardare quella immagine e chiedersi chi sia, ma indubbiamente possono quasi sentirsi presi per mano e accompagnati in quegli ambienti che sanno di sofferenza ma anche di consolazione, impegno e vicinanza. Si tratta di una suora di origine padovane che è stata proclamata beata dal Papa Giovanni Paolo II nel 2002 e presentata all’attenzione di tutta la Chiesa come una donna che da quando conobbe l’amore di Dio, lo seguì con tutto il cuore, senza condizioni o ipocrisie. È una suora che ha speso la sua vita al servizio degli altri, che ha sopportato sofferenze e avversità, senza odiare e

rispondendo al male con il bene, diffondendo gioia e pace. Come tanti altri santi e beati, suor Liduina non è stata una super-donna, nata già perfetta, ma è stata una santa ‘della porta accanto’, una persona che prima di raggiungere la gloria del cielo ha vissuto una vita normale, con gioie e dolori, fatiche e speranze. La semplicità di suor Liduina, che è stata poi la sua grandezza, è consistita nel fatto che lei ha risposto pienamente alla chiamata di Dio ad essere così come Dio l’aveva pensata e creata. È stata un frammento, nel quotidiano, del Suo amore per l’umanità. La vita e l’esempio di suor Liduina, infatti, spronano ciascuno di noi a cercare e perseguire la strada della nostra santità. I beati e i santi ci dicono di fidarci del Signore perché Lui non delude mai; è un nostro amico che non ci tradisce mai. La carica interiore che aveva suor Liduina l’ha spinta a farsi religiosa e a partire per la missione in Etiopia; ella ha operato come infermiera trasformando la fede in carità fattiva. Ha aiutato i malati fino all’ultimo momento quando, colpita anche lei da una malattia incurabile, ha dato fino all’ultima

goccia di sangue, proprio come Gesù in croce. I santi di questo calibro hanno saputo liberarsi dalle preoccupazioni mondane e spogliarsi di tutto per rivestirsi soltanto di Dio, per confidare solamente in Lui: Padre che non dimentica, Amore che non ha confini, Luce che splende nella notte. Se guardiamo bene i loro esempi e le loro scelte ci accorgiamo subito che le loro opere durano più di quelle dei re e dei potenti, lasciano dietro di sé delle tracce che permangono nei secoli.La beata Liduina, una santa della nostra diocesi di Padova, e come lei tanti altri, ci viene proposta non solo come modello per quello che ha detto e ha fatto, ma soprattutto perché si è messa in ascolto e a disposizione di Dio accettando, nella fede, che fosse Lui a dirigere, attraverso l’opera dello Spirito Santo, la sua vita. Diventa valido allora per ciascuno di noi il richiamo a non credere unicamente in noi stessi e a confidare solo sulle nostre forze, ma siamo inviatati a guardare in alto e in profondità, tenendo ‘fisso lo sguardo su Gesù’ che ci chiama a fidarci di Lui e ad amare il nostro prossimo, senza fermarsi sui difetti, sulle miserie, sulle mancanze, ma scoprendo in ognuno l’origine divina che lo rende oggetto della nostra attenzione e del nostro impegno. Beata Liduina ha dato l’esempio, ora a noi il compito di fare altrettanto.

Don Alberto Albertin

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MI COLPIVA LEI VESTITA DI BIANCO!

Mi sento un po’ figlio delle Salesie, perché nei primissimi anni settanta, frequentai la scuola dell’infanzia dove le incontrai. Poi in questi quasi trent’anni di vita da prete le ho incrociate spesso e così ho conosciuta la figura di suor Liduina fin da bambino. Ho ancora davanti agli occhi il quadro in fondo al corridoio del primo piano che la ritraeva nella solita immagine ufficiale. Oppure ricordo bene le foto che la ritraevano spesso con l’abito bianco in Africa… Io vedevo sempre le suore vestite di nero in quegli anni e mi colpiva lei vestita di bianco, particolari che si imprimono nella memoria di un bambino.In questi anni, spesso in alcuni passaggi non facili della mia vita, ho sostato in preghiera presso la sua tomba. Ne ho tratto sempre sollievo e forza per guardare avanti oltre le nuvole minacciose che si addensavano all’orizzonte.Con gioia ho accolto in parrocchia il recital dal titolo “Liduina - story”: una bella sosta di preghiera, riflessione ed anche di pregevole valore artistico.Giovedì 17 maggio u.s. c’ero anch’io al chiostro dell’Ospedale Giustinianeo

quando il Vescovo Claudio ha benedetto l’effige che la ritrae e ricorda il passaggio della Beata proprio in quel luogo quando si preparò al servizio infermieristico in Etiopia. Quella sera, nella semplicità solenne, si è toccato con mano che davvero Dio “fa cose grandi con i piccoli” quando, obbedienti, si lasciano condurre dal soffio del suo Spirito.

È bello che tutto questo accada nel momento in cui la diocesi di Padova apre una nuova missione nella Prefettura apostolica di Robe, in Etiopia. Oltre che dello Spirito, qui c’è lo “zampino” certamente anche di suor Liduina perché nulla accade mai per caso.Con gli amici - compagni di Seminario il prossimo 8 giugno saremo alla cappella della sua Tomba nella ricorrenza del nostro XXVII anniversario di ordinazione: invocheremo la sua protezione, soprattutto un cuore libero e umile che ci faccia dire con Lei nel quotidiano: SI’, VOLENTIERI, SUBITO!

Don Alessio Bertesso

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L’UMILE BEATA CI GUARDA DAL BASSORILIEVO

“Cara Liduina, avessimo anche solo un pizzico della tua umiltà, quanto potremmo essere migliori! Era il pensiero di molti nella folla di persone raccolta, con molta emozione, giovedì 17 maggio scorso nell’azienda ospedaliera di Padova per onorare la Beata Liduina Meneguzzi. Al suo ricordo di giovane religiosa che, prima di partire missionaria per l’Etiopia, imparò tra quelle mura a prendersi cura dei malati, l’ospedale della città del Santo, su iniziativa di

Giampiero Avruscio, direttore di Angiologia dell’azienda ospedaliera patavina e presidente dell’associazione Beata Liduina Meneguzzi, ha posto all’interno del chiostro del Giustinianeo un bassorilievo raffigurante la Beata, mirabilmente scolpito in pietra di Gerusalemme dall’artista Alessandro Verdi. Un segno di devozione accolto con gioioso pudore dalle suore Salesie, suor Bianca Gualtiero in primis, custode della cappella della Beata a

Padova, felici che, attraverso l’opera d’arte, un maggior numero di persone potrà conoscere l’operato della loro consorella che consacrò la propria vita a Dio, dando prova di un amore incondizionato, rivolto a tutti, dimentico della propria necessità per farsi carico dei bisogni degli altri. “E’ questo il messaggio del Vangelo”, ha ribadito Claudio Cipolla, vescovo di Padova, presente all’evento insieme a Luciano Flor, direttore generale dell’azienda ospedaliera di Padova, ai Padri Camilliani dell’ospedale patavino e al gruppo “Vasa Cantorum”, che ha allietato l’inaugurazione con canti dedicati alla Beata e a tanti devoti. Il vescovo ha chiesto a Liduina di operare un miracolo spirituale su di lui e su tutti i presenti per “riuscire a dimenticarsi di sé e far spazio agli altri”. Una richiesta ribadita da Avruscio, che ha ricordato come la Beata, “nella sua semplicità sia stata rivoluzionaria, mettendo al centro della propria vita quella di perfetti sconosciuti, non per lei però, che in ciascuno di essi ritrovava Dio”. Il pensiero che in un luogo come un ospedale, in cui si prova dolore e speranza, ci sia la sua figura, dà conforto: passando vicino alla sua effige, sarà bello fermarsi per esprimere un ringraziamento, una supplica, una preghiera.

Marina Meneguzzi(Nipote della Beata)

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AMICA E AIUTO NEI MOMENTI DIFFICILI DELLA VITA

È stata un’idea singolare e magnifica quella di sistemare sul lato destro del quadriportico dell’Ospedale Giustinianeo di Padova, un bassorilievo con

l’immagine della Beata Liduina, appartenente all’Istituto delle Suore Salesie di Santa Croce di Padova.La cerimonia di inaugurazione

del 17 maggio 2018, alla quale ho partecipato con la mia consorte, è stata vissuta da un bel numero di persone di varia età e stato sociale, con la partecipazione del Vescovo Claudio Cipolla, in un clima di serena e gioiosa semplicità, accompagnata dalla musica e i canti del gruppo “Vasa Cantorum”, formato dal personale medico.La Beata Liduina, piano piano, secondo il suo stile di vita, di testimonianza evangelica che ha caratterizzato la sua esistenza, prima a Padova e poi in Etiopia, ora con un piede in cielo e uno sulla terra, continua l’ascolto con il suo “Sì, volentieri, subito”, per quanti, imparando a conoscerla, la invocheranno come Amica e Aiuto nei momenti difficili della vita, che anche Lei ha ben conosciuto e sperimentato.Il suo volto sereno, chinato sui bisogni dei piccoli e dei grandi, ci aiuti ad imitarla nel vissuto quotidiano delle relazioni umane, in questo nostro tempo.Un vivo grazie alle nostre Suore Salesie operanti a Padova e nelle missioni, in vari continenti e ai membri della Associazione “Beata Liduina Meneguzzi” per questa iniziativa che aiuterà, nel tempo, a conoscerla e invocarne l’aiuto, a quanti varcheranno le soglie del nostro Ospedale.

Tullio Madalosso medico

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C’ERAVAMO ANCHE NOI...!

Da sempre siamo particolarmente legati da sentimenti di affetto ed amicizia all’Istituto delle Suore Salesie.Io Mara, nella Casa Madre di Padova ho frequentato l’asilo e la scuola elementare, così pure le mie sorelle. Nostro figlio, Alberto, ha seguito le mie orme, nostra nuora, M. Chiara, lo stesso, conoscendo in questi luoghi nostro figlio che, a distanza di vent’anni, sarebbe divenuto suo marito. La nostra nipotina Margherita nella Cappellina di Suor Liduina ha vissuto la cerimonia del suo battesimo.Splendidi ricordi di queste Suore che ci hanno sempre

accolto con un sorriso, generosa disponibilità e grande affetto. Tra queste, Suor Carlottina, Suor Livia, Suor Giuliana e non ultima Suor Bianca, alla quale e soprattutto a lei, dobbiamo la conoscenza e la devozione alla nostra Beata Suor Liduina.Spesso abbiamo dovuto declinare gli inviti di Suor Bianca a qualche iniziativa promossa in onore della Beata Suor Liduina, ma quando ci ha annunciato questo evento ci siamo detti: A questo non possiamo mancare, dobbiamo esserci! Così, rinunciando ad altre impegni, anche importanti, giovedì 17 maggio abbiamo condiviso, con tanti altri devoti della Beata, la gioia di questa grande festa d’inaugurazione del bassorilievo, particolarmente significativo e foriero di gioia e speranza. Crediamo che questo bassorilievo dedicato alla nostra Beata Suor Liduina, posizionato nel chiostro principale dell’Ospedale Giustinianeo di Padova, rivesta una grandissima importanza, sotto l’aspetto religioso e devozionale, per la nostra fede, ma anche e non meno, di quale promessa di grandi grazie per la salute fisica nostra e di

quanti alla Beata Suor Liduina affideremo nella preghiera.Non a caso, la sera, una mia giovane amica rimasta per nove ore nel pronto soccorso principale, proprio dell’ospedale di Padova, contemporaneamente alla cerimonia di inaugurazione del bassorilievo, per la figlia afflitta da un malessere che ha destato molta preoccupazione ai medici, è tornata a casa con la figlia stessa senza che le fossero riscontate gravi patologie. Ci siamo permessi di manifestarle la nostra convinzione che, terminata doverosamente la cura prescritta dai medici, la figlia non dovrà più ripresentarsi al pronto soccorso perché completamente guarita. E ne siamo certi, perché proprio al nostro rientro a casa, la sera, abbiamo pregato la nostra Beata Suor Liduina per queste nostre giovani amiche, affinché tutto si risolvesse per il meglio.Ai piedi del bassorilievo durante l’inaugurazione c’era un mazzo di fiori. Sarà nostra cura, quando passeremo lì davanti, ricordarci sempre di lasciare un fiore, anche piccolo, che rappresenti, sì, la nostra devozione alla Beata Suor Liduina, ma soprattutto l’umile e fiduciosa richiesta che tenga sempre a lei vicini e protetti nella salute dell’anima e del corpo tutti gli ammalati dei nostri ospedali di Padova.Grazie Beata Suor Liduina, grazie Suore Salesie, grazie Suor Bianca per averci fatto conoscere ed amare questa grande Santa!

Mara e Carlo

Speciale Beata Liduina

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TESTIMONIANZA DI FABIANA

Mi hanno chiesto di scrivere qualcosa sulla serata di inaugurazione del bassorilievo di Suor Liduina.Ben, un pochino ce l’eravamo già raccontata... Devo confermare ancora oggi, dopo una settimana, tanta tanta emozione. Qualcuno potrebbe dire: “Ma come si fa ad emozionarsi per una cerimonia di un bassorilievo?” Io rispondo che in questo caso era indubbio che la persona a cui è stato dedicato fosse lì. Perché dico questo? Perché ho osservato i gesti dei presenti, i loro volti, le loro espressioni e ...il silenzio...un silenzio quasi irreale, soprattutto quando, suor Bianca, ha parlato. È sceso ancora di più un’immobilità da parte di tutti i presenti come se la loro attenzione fosse catturata da qualcuno che invitava ad ascoltare. In quel momento, io stessa ho pianto. Il perché non lo so, ma è successo. Da credente non posso che ricondurre tutto ciò alla presenza di Suor Liduina che ci diceva: “Sono qui, questa è la Vittoria della semplicità della vita, dei gesti fatti con il cuore, con Amore. Sono qui a ringraziarvi per credere ancora in questi valori. Sono felice che

le mie sorelle salesie portino il mio messaggio in questo luogo a me tanto caro.

Questo è ciò che ho colto...e non credo si tratti solo di impressione...sono più convinta che tutti noi abbiamo vissuto un momento che, sicuramente, va oltre la visione umana delle cose, e solo chi ha il cuore aperto al Signore ha avuto la fortuna di sentire.Grazie mille per questa opportunità.

Fabianainfermiera al Giustinianeo

Speciale Beata Liduina

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Il '''Fiat”’’ � Faccio proponimento di non mostrare

nessun turbamento se mi vengono ad interrompere mentre lavoro.

� Di rispondere sempre amabilmente a tutti.

� D’attendere con pazienza la fine di una conversazione noiosa, riprendendo con calma l’occupazione o preghiera ch’e-rano state interrotte.

� D’accogliere compiacente una richiesta importuna, una visita stancante, facen-do con buona grazia il piacere richiesto.

� Per ringraziare sinceramente per qua-lunque gioia trascuratami.

� E Fiat ancora quando vedo travisate le mie parole, misconosciute le mie inten-zioni.

� Per ogni sorriso beffardo, per ogni ac-coglienza glaciale, per ogni fredda re-pulsa, per tutte le frasi aspre od ingiu-ste, per l’altrui indelicata condotta, per quell’aria annoiata che si legge sul volto di chi mi sta d’intorno, per le compa-gnie spiacevoli, per tutto, Signore, Fiat!

� Se qualche persona non mi serve a dovere e di mala voglia, ringraziarla in espiazione d’aver così male servito il Signore!

� Se una dimenticanza mi fa stizzire, ac-cettarla con amore pensando quanto io stessa ho dimenticato il Signore.

� Se cercherò d’essere umile con gli altri e fare un piacere... Dio cercherà di farmi felice.

� Se una tal cosa mi fa aspettare, avere pazienza: il Signore ha aspettato tanto per me.

� Se potrò dare un buon consiglio, Dio mi ricompenserà con buon pensiero.

� Se saprò scusare i difetti del prossi-mo... Dio scuserà i miei.

� Se nasconderò un dispiacere, Egli di-menticherà i miei falli.

� Se riuscirò a sorridere per qualunque cosa mi rincresca... Dio mi sorriderà.

� Se tollererò un’offesa... Dio perdonerà quelle che ho fatto a Lui!

� Se sopporterò una repulsa, Egli sarà clemente con me.

� La sera voglio potervi dire:

� O mio Dio, trattatemi come io ho tratta-to oggi il mio prossimo.

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Istituto Suore San Francesco di SalesCorso Vittorio Emanuele II, 172 • 35123 Padova

Tel. 049 8801355 • e-mail: [email protected]