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ORIGENE Sotto Origene, successore di Clemente, la scuola di Alessandria raggiunge il suo apogeo. Maestro eminente e grande erudito della Chiesa antica, dotato di un sapere enciclopedico, Origene è tra i pensatori più originali che il mondo abbia avuto. Abbiamo di lui molti dettagli biografici: - buona parte nel VI libro della HE di Eusebio - il “Discorso di addio”, scritto da Gregorio Taumaturgo al momento di lasciare la scuola di Origene (contiene anche elementi sul metodo pedagogico di Origene). Di famiglia cristiana, Origene era il più grande di numerosi figli. Nacque verso il 185, molto probabilmente ad Alessandria. Suo padre Leonida (morto martire nella persecuzione di Settimio Severo nel 202) gli aveva fatto impartire una solida formazione scritturistica e profana. Dopo la morte del padre, lo Stato confisca il suo patrimonio e Origene è costretto a provvedere alle sue necessità e a quelle della famiglia dando delle lezioni. La fuga di Clemente aveva disorganizzato la scuola catechetica di Alessandria: allora il vescovo (Demetrio) l’affidò al giovane maestro (aveva allora circa 18 anni). Origene occupò questo posto a lungo, attirando numerosi allievi per il valore del suo insegnamento e per l’esempio della sua vita. Eusebio dice, a questo proposito: “Come è la sua parola, si diceva, così è la sua condotta, e come è la sua condotta, così è la sua parola...” (HE VI, 3, 7). Leggere anche Q 50-51. La sua carriera come professore può essere divisa in due parti: I parte: 203-231 In questa prima parte Origene è direttore della scuola alessandrina. Durante questo periodo Origene vide crescere il suo prestigio e conquistò perfino alunni tra i circoli eretici e nelle scuole pagane di filosofia. Dapprima diede lezioni preliminari di dialettica, fisica, matematica, geometria e astronomia, e nello stesso tempo lezioni di filosofia greca e teologia speculativa. Ben presto questo carico gli
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Origene Vita e opere

Dec 31, 2022

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Paolo Archiati
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Page 1: Origene Vita e opere

ORIGENE

Sotto Origene, successore di Clemente, la scuola di Alessandriaraggiunge il suo apogeo. Maestro eminente e grande erudito dellaChiesa antica, dotato di un sapere enciclopedico, Origene è tra ipensatori più originali che il mondo abbia avuto.

Abbiamo di lui molti dettagli biografici:- buona parte nel VI libro della HE di Eusebio- il “Discorso di addio”, scritto da Gregorio Taumaturgo al momento

di lasciare la scuola di Origene (contiene anche elementi sulmetodo pedagogico di Origene).

Di famiglia cristiana, Origene era il più grande di numerosifigli. Nacque verso il 185, molto probabilmente ad Alessandria. Suopadre Leonida (morto martire nella persecuzione di Settimio Severonel 202) gli aveva fatto impartire una solida formazione scritturistica eprofana.

Dopo la morte del padre, lo Stato confisca il suo patrimonio eOrigene è costretto a provvedere alle sue necessità e a quelle dellafamiglia dando delle lezioni.

La fuga di Clemente aveva disorganizzato la scuola catecheticadi Alessandria: allora il vescovo (Demetrio) l’affidò al giovanemaestro (aveva allora circa 18 anni).

Origene occupò questo posto a lungo, attirando numerosi allieviper il valore del suo insegnamento e per l’esempio della sua vita. Eusebio dice,a questo proposito: “Come è la sua parola, si diceva, così è la sua condotta, e come èla sua condotta, così è la sua parola...” (HE VI, 3, 7). Leggere anche Q 50-51.

La sua carriera come professore può essere divisa in due parti:

I parte: 203-231

In questa prima parte Origene è direttore della scuolaalessandrina. Durante questo periodo Origene vide crescere il suoprestigio e conquistò perfino alunni tra i circoli eretici e nellescuole pagane di filosofia.

Dapprima diede lezioni preliminari di dialettica, fisica,matematica, geometria e astronomia, e nello stesso tempo lezioni difilosofia greca e teologia speculativa. Ben presto questo carico gli

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divenne troppo pesante e allora:- affidò ad Eracla (suo discepolo) le materie preparatorie

- riservò per sé la formazione degli alunni più avanzati allafilosofia, alla teologia e specialmente alla S. Scrittura.

Nonostante questa mole di lavoro, ebbe il tempo di seguire lelezioni di Ammonio Sacca, il celebre fondatore del neo-platonismo (lacosmologia, la psicologia e la metodologia di Origene risentono diquesto influsso).

Questa prima parte della sua carriera è interrotta da variviaggi:

- 212: Roma (incontra Ippolito)- 215: Arabia, Antiochia- 216: Caracalla saccheggia Alessandria, chiude le scuole e

perseguita i maestri. Origene è costretto a partire per laPalestina.

I vescovi di Cesarea, di Gerusalemme e di altre cittàpalestinesi lo pregarono di pronunciare dei sermoni e di spiegare leScritture davanti alle loro comunità. Origene non era che un laico!

Il suo vescovo (Demetrio) biasimò per questo la gerarchiapalestinese, per aver autorizzato un laico a parlare davanti a deivescovi.

Origene ripartì per Alessandria.15 anni più tardi, passando per Cesarea per recarsi in Grecia

(dove il suo vescovo l’aveva mandato per confutare degli eretici), ivescovi Alessandro di Gerusalemme e Teoctisto di Cesarea gliconferirono gli ordini (verso il 230).

Questo gesto aggravò la situazione. Demetrio protestò dicendoche, secondo la legislazione canonica, Origene non poteva accedereal sacerdozio (perché si era mutilato). Eusebio dà probabilmente unaspiegazione più esatta. In HE VI, 8, 4 scrive: “Vedendo Origene riuscire ediventare famoso, illustre, acclamato da tutti, (Demetrio) provò dei sentimenti umani”.

Comunque stiano le cose, Demetrio convocò un sinodo chescomunicò Origene dalla Chiesa di Alessandria. Un secondo sinodo,nel 231, lo depose dal sacerdozio.

Dopo la morte di Demetrio (232) Origene tornò ad Alessandria,ma il suo vecchio collaboratore Eracla, nel frattempo divenutovescovo, rinnovò la scomunica.

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II parte: 232-253

Origene si ritira a Cesarea di Palestina. Il vescovo di Cesareanon tenne conto della censura di Eracla e invitò Origene a fondare una nuovascuola di teologia nella sua città. Origene la diresse per circa 20 anni,seguendo praticamente lo stesso ciclo che ad Alessandria.

Verso il 224 tornò in Arabia per una discussione teologica colvescovo Berillo (monarchiano).

Durante la persecuzione di Decio (249-251) dovette subiregrandi supplizi (HE VI, 39, 5). Morì a Tiro nel 253, all’età di 66anni, la salute rovinata dalle prove della persecuzione.

Destino di Origene fu quello di essere un segno di contraddizione(durante la vita e dopo la morte!). Nonostante i suoi errori, non sipuò dubitare che volle rimanere sempre cristiano di fede e di ortodossia,secondo quanto lui stesso afferma nel “De Principiis”: “Dev’essere ritenuto pervero solo ciò che non si allontana sotto nessun aspetto dalla tradizione ecclesiastica edapostolica”.

A questo principio si sforzò di conformarsi e, alla fine dellasua vita, lo sigillò col suo sangue. Q 53.

Qualche considerazione:- Origene non ha, verso la filosofia greca, tutta la stima di

Clemente. La considera piuttosto una materia preparatoria:

114. Attingi dalla filosofia greca, ti prego, delle lezioni di carattere generale o suscettibilidi preparare al cristianesimo. Dalla geometria e dall’astronomia trai quanto può servireall’esposizione della Sacra Scrittura. Della geometria, della musica, della grammatica, dellaretorica e della astronomia, i discepoli dei filosofi dicono che sono scienze serve della filosofia.La stessa cosa noi dobbiamo poter affermare della filosofia stessa rispetto al cristianesimo(ORIGENE, Lettera a Gregorio Taumaturgo, 13, 1-4).

Origene insiste pertanto, più di Clemente, sulla Sacra Scrittura. - D’altra parte, ebbe il torto di lasciare inconsapevolmente

che la filosofia platonica esercitasse un influsso troppo forte sulla sua teologia.Questo influsso gli fece commettere gravi errori dogmatici, quale, adesempio, la teoria della preesistenza dell’anima umana.

- Altro punto debole del suo sistema è l’interpretazione allegoricadella Scrittura: con essa introduceva nel suo sistema un soggettivismopericoloso, che poteva condurre all’arbitrario e all’errore.

- A causa di questi «scogli», Origene divenne l’oggetto digrandi controversie (chiamate appunto “controversie origeniste”),soprattutto verso il 300, il 400 e il 550.

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- verso il 300: la controversia si limitò a pubblicazioniteologiche, senza interventi ecclesiastici ufficiali;

- verso il 400: la sua dottrina venne condannata in un sinodotenutosi presso Costantinopoli (e in una lettera pasqualedel papa Anastasio);

- verso il 550: Giustiniano I fece accettare da un concilio(Costantinopoli, 543) un documento contenente 15 anatemi sucerte dottrine di Origene e raccolse la firma di papaVigilio e di tutti i Patriarchi.

Scritti

Le controversie origeniste provocarono la scomparsa dellamaggior parte dell’opera letteraria di Origene. Il resto è arrivatoa noi soprattutto in traduzioni latine. La lista completa delle sue opere,aggiunta da Eusebio alla biografia di Panfilo, è andata perduta.

Secondo Girolamo, che di tale bibliografia si servì, i trattatiraggiungevano il numero di 2.000! Epifanio ritiene che la suaproduzione letteraria raggiungesse i 6.000 libri! Noi conosciamosolo i titoli di 800 di questi libri. La vastità di questaproduzione fu possibile solo grazie a degli amici. Tra questisoprattutto Ambrogio, da lui stesso convertito dall’eresiavalentiniana. Ambrogio mise nella sala delle conferenze sette stenografi(forse anche di più). QUASTEN, I, 320.

1. Critica testuale

La maggior parte della produzione letteraria di Origene èconsacrata alla Bibbia. Origene è il fondatore della scienza biblica.

Le sue Esaple rappresentano il primo tentativo di stabilire un testo criticodell’AT. Fu un’opera immensa, alla quale Origene dedicò tutta la suavita.

1 2 3 4 5 6

TH TH Aquila Simmaco LXX Teodozione

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testo

ebraico,

carat.

ebraici

testo

ebraico,

caratteri

greci

traduzione

greca

traduzione

greca

“Septuaginta

traduzione

greca

Aquila: giudeo dell’epoca di Adriano: 117-138Simmaco: giudeo contemporaneo di Settimio severo: 193-211Teodozione: verso il 180L’opera critica di Origene consisteva nel segnalare, nella

quinta colonna (LXX), i rapporti tra il testo della “Settanta” el’originale ebraico.

Segni diacritici usati:- l’obelo () indicava le aggiunte

- l’asterisco (*) rappresentava le lacune, che dovevano esserecompletate con una delle altre versioni (abitualmente quelladi Teodozione).

Secondo Eusebio, Origene pubblicò anche un’edizionecomprendente solo i quattro testi greci (le Tetraple).

Per i Salmi, alle Esaple aggiunse altre tre versioni: nerisultarono così le Enneaple.

Di quest’opera colossale rimangono solo alcuni frammenti. Essarimase, per secoli, nella biblioteca di Cesarea, a disposizione deglistudiosi. Lì la consultò Girolamo, il quale osserva chequell’esemplare è il solo che egli abbia mai visto. Probabilmentenon fu mai copiata (almeno nell’insieme).

La quinta colonna fu copiata in molti esemplari: ne esiste unatraduzione siriaca quasi completa, che risale al VI secolo.

2. Opere esegetiche

Origene è il primo esegeta della Chiesa cattolica a fare operascientifica. Scrisse su tutti i libri dell’AT e del NT sotto tre formediverse: gli scholia, le omelie, i commenti.

1. Scholia: brevi spiegazioni di passi difficili (Esodo, Levitico,Isaia, Salmi 1-15, Ecclesiaste, vangelo di Giovanni);

2. Omelie: sermoni su capitoli o passi scelti della Bibbia, datida origene nel quadro delle assemblee liturgiche. Secondo Socrate

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Origene predicava il mercoledì e il venerdì, secondo Panfilo quasiquotidianamente. Lasciò sermoni sulla quasi totalità dei librisacri. Ecco quanto è rimasto:

- in greco: omelie su: Geremia (20), 1Sam 28, 3-25 (1), Matteo(25);

- in latino (traduttori Rufino e Girolamo): omelie su: Genesi(16), Esodo (13), Levitico (16), Numeri (28), Giosuè (25), Giudici(9), Salmi (9), Cantico (2), Isaia (9), Ezechiele (14) e Luca (39).Più frammenti.

Su 574 omelie, ne rimangono 388 di cui non possediamo neppureuna traduzione latina.

Le omelie sono preziose perché ci vediamo un volto nuovo diOrigene che cerca di attingere nella Scrittura un cibo spirituale perl’edificazione dei fedeli e per il bene delle anime. Queste omelie appartengonoquindi più alla storia della spiritualità che alla scienza biblica.

Nel 1941 sono state scoperte a Toura, in Egitto, due omelie diOrigene sulla Pasqua di grande interesse.

3. Commenti: qui Origene si applica a dare un’esegesiscientifica. Vi si trova un miscuglio straordinario di note filosofichetestuali e storiche e osservazioni di ordine teologico. Qui Origene si interessasoprattutto al senso mistico (non tanto a quello letterale).

Scopre il senso mistico applicando il metodo allegorico. Nonostantemolti errori, coglie il significato profondo dei libri biblici conuna capacità di penetrazione spirituale che manca a molti scrittoriecclesiastici posteriori.

Ecco quanto è rimasto:

- su Matteo: 8 libri su 25

- su Giovanni: 8 libri su 22

- sulla lettera ai Romani: qualche frammento, su 15 libri

- sul Cantico dei Cantici: 4 libri (in traduzione latina) su 10.

Tutti gli altri sono perduti: su 291, 275 sono persi in greco eben pochi sono sopravvissuti in traduzioni latine.

3. Scritti apologetici

Contro Celso ().

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È lo scritto apologetico più importante di Origene. In essol’autore confuta il “Discorso veritiero” (), un attacco alcristianesimo scritto dal filosofo pagano Celso verso il 178.

L’opera di Celso, scomparsa, è quasi completamentericostruibile con le citazioni di Origene. Celso voleva convertire icristiani discreditando ai loro occhi la loro stessa religione:

- non riprende le calunnie popolari;

- ha ben studiato l’argomento, ha letto la Biabbia e un grannumero di opere cristiane;

- è un avversario abile, non trascura nessun argomento contro lafede;

- volge in ridicolo l’idea di un Messia e vede in Gesù un magoe un impostore;

- da buon filosofo platonico, proclama la superiorità dellafilosofia e della religione dei greci;

- sottopone il Vangelo a un’aspra critica, specie quel cheriguarda la risurrezione di Cristo, secondo lui “inventata”dagli Apostoli.

Le sole cose che Celso accetta del cristianesimo sono la moralecristiana e la dottrina del Logos. Ciò che gli interessa soprattuttoè che i cristiani abbandonino il loro isolamento politico ereligioso e si sottomettano alla religione comune di Roma. Infatti,con la loro religione essi introducono uno scisma nello Stato eindeboliscono l’Impero con la divisione.

L’opera di Celso, per la verità, non sembra aver turbato i suoidestinatari: gli autori cristiani contemporanei di Celso non vifanno mai allusione. Verso il 246 Ambrogio chiede all’amico Origenedi confutarla, per paura che certe proposizioni capziose di Celsopossano fare del male.

All’inizio Origene, che non aveva mai sentito parlare diquest’opera, dubitava dell’utilità di confutarla, tuttavia, pervenire incontro a quanti sono deboli nella fede, si accinge a scrivere ilsuo “Contro Celso”.

Metodo: Origene segue punto per punto gli argomenti di Celso.Un punto interessante è l’idea di Origene sui rapporti tra religionee impero: mentre Celso insiste sulla legge e sull’autorità del

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potere secolare, Origene sottolinea che l’obbedienza a tale poterepuò essere richiesta nella misura in cui esso non contraddice allalegge divina.

Celso è animato da un ardente patriottismo, Origene mostra unanimo cosmopolita.

Il Contro Celso è una fonte importante per la storia della religione:riflette la lotta tra paganesimo e cristianesimo. Il valore diquesta apologia è anche il fatto che a rappresentare i due mondi(pagano e cristiano) sono due uomini di grande cultura. L’opera provocògrande ammirazione tra gli eruditi dell’antichità: Eusebio vi vide larisposta a tutte le eresie di tutti i tempi.

4. Scritti dogmatici

a.De Principiis - .È l’opera più importante di Origene.È il primo sistema cristiano di teologia, il più antico manuale

di dogmatica.Del testo greco abbiamo solo qualche frammento; abbiamo poi una

traduzione (molto libera) di Rufino (con soppressioni eadattamenti).

Sono quattro libri, il cui contenuto può essere condotto ai quattrotemi seguenti: Dio, il mondo, la libertà e la Rivelazione. Origenesi proponeva di studiare in quest’opera i fondamenti () della dottrinacristiana.

La dottrina cristiana ha le sue fonti nella Scrittura e nellaTradizione:

115. Ma poiché tra coloro che fanno professione di credere in Gesù Cristo ci sono moltedivergenze di opinione, non soltanto su punti particolari, ma sugli stessi problemi più gravi, ...sembra opportuno, prima di iniziare l’esame delle altre questioni, stabilire su tutti questi punti,una regola di fede fissa e precisa... Ma, poiché l’insegnamento ecclesiastico si conserva,trasmesso dagli apostoli in poi secondo l’ordine della successione legittima, rimanendo fino aigiorni nostri nelle chiese, si deve accettare come articolo di fede solo ciò che non si allontana innulla dalla tradizione ecclesiastica e apostolica (ORIGENE, De Principiis, prefazione, 1-2).

Da una parte, la regola di fede contiene l’essenzialedell’insegnamento apostolico, dall’altra gli apostoli non diederoalcun argomento per provare o sostenere quelle verità. Non diederoneppure una spiegazione sulle loro reciproche relazioni (delleverità di fede); inoltre, rimangono un gran numero di questioni

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senza risposta a proposito dell’origine dell’anima umana, degli angeli, diSatana...

Tutti questi problemi sono il compito della teologia.

116. Giacché bisogna sapere che i santi apostoli, predicando la fede di Cristo,manifestarono a tutti i credenti, anche a quelli che sembravano meno solleciti nel ricercare lascienza divina, certi punti ritenuti necessari, riservando il compito di render ragione di questeaffermazioni a coloro che avevano meritato i doni superiori dello Spirito, e in particolareavevano ricevuto dallo stesso Spirito Santo la grazia del discorso, della sapienza e della scienza.Quanto al resto, si accontentarono di affermare ciò che era, senza spiegarne il perché, né ilcome, senza dubbio per lasciare agli amici appassionati dello studio e della sapienza, nei tempifuturi, una materia in cui potessero esercitarsi con profitto (ORIGENE, De Principiis,prefazione, 3).

Qui Origene distingue i due elementi di ogni teologia: tradizione eprogresso, teologia positiva e teologia speculativa.

La dottrina cristiana, lungi dal rimanere sterile e inerte,segue uno sviluppo secondo le leggi naturali della crescita e della vita.

Dopo aver precisato il compito della teologia in genere e ilcompito della sua opera, Origene espone, in quattro libri, unateologia, una cosmologia, un’antropologia e una teleologia.

Libro I: unità e trinità di Dio; gerarchia delle persone divinee loro relazioni rispettive verso le creature viventi: il Padre:agisce su tutti gli esseri, il Figlio agisce sugli esseriragionevoli (anime), lo Spirito Santo agisce sugli esseriragionevoli santificati; discussione sugli angeli: origine, essenza,caduta.

Libro II: mondo materiale, creazione dell’uomo, peccato diAdamo, redenzione ad opera del Verbo, risurrezione, ultimo giudizio,aldilà.

Libro III: l’unione corpo-anima offre a quest’ultimal’occasione del combattimento e della vittoria. In questa lotta gliuomini sono aiutati dagli angeli e ostacolati dai demoni, maconservano la loro volontà libera. Affrontando il tema del liberoarbitrio e della responsabilità, Origene abbozza qui una teologiamorale.

Libro IV: ricapitola le dottrine fondamentali e aggiungequalche altro elemento. Tratta della S. Scrittura come fonte della fede,della sua ispirazione e dei suoi tre sensi:

117. Bisogna dunque tradurre nella propria anima le idee della Sacra Scrittura in tredifferenti maniere. Il semplice sarà edificato dalla carne, per così dire, della Scrittura –chiamiamo così il senso naturale – colui che è già alquanto progredito lo sarà in qualche mododall’anima. Quello poi che è perfetto (sarà edificato) dalla legge spirituale, che contiene

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un’ombra dei beni futuri. Come l’uomo si compone di corpo, d’anima e di spirito, così anche laScrittura, che è stata fissata da Dio per dare la salvezza all’umanità (ORIGENE, DePrincipiis, IV, 1, 11).

Questa prima sintesi della dottrina ecclesiastica ebbe un ruoloimportante nello sviluppo del pensiero cristiano.

Nonostante certi difetti - piccoli o gravi - occorrericonoscere ad Origene il pregio di aver fondato le sue speculazionisulla Scrittura. Ciò attesta il suo desiderio di non allontanarsi dalla veritàbiblica e dall’insegnamento della Chiesa.

b. La discussione con EraclideRitrovata a Toura nel 1941, è la relazione completa di una

discussione reale.Le idee di Eraclide, in materia trinitaria, hanno provocato

l’inquietudine dei suoi fratelli nell’episcopato. Si fa appello aOrigene. La discussione ha luogo verso il 245 in una chiesad’Arabia. È «registrata» da tachigrafi.

Eraclide era sospettato di modalismo: non amava l’espressione“” che Origene utilizzava per distinguere Padre e Figlio: perEraclide questa formula comportava un rischio troppo grave dipoliteismo.

L’interrogatorio si conclude con l’adesione comune alla formula“”. Essa ha lo stesso senso di quella della teologiaposteriore: “”.

La discussione continua con altre domande poste ad Origene daaltri vescovi, e da altre risposte. Alla fine è trattata l’immortalitàdell’anima.

c. Sulla RisurrezioneQuattro libri. Frammenti.

d. MiscellaneaDieci libri, su argomenti vari. Frammenti.

5. Scritti di ordine pratico

a. Sulla preghiera. Del 233-234. L’opera si divide in due parti:

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- I parte (cap. 3-17): sulla preghiera in generale;

- II parte (cap. 18-30): commenta il Padre Nostro

- Appendice (cap. 31-33): atteggiamenti del corpo e dell’anima,gesti, luogo, orientamento e vari tipi di preghiera.

Rivela la profondità e il fervore della vita religiosa di Origene.È il più antico studio che possediamo sulla preghiera cristiana.Origene analizza quattro tipi di preghiera:

- la domanda -

- l’adorazione -

- la supplica -

- l’azione di grazie -

La preghiera di adorazione dev’essere rivolta solo a Dio Padre, nonal Figlio. Dobbiamo adorare il Padre attraverso il Figlio nello SpiritoSanto. QUASTEN, I, 340-341. Questa teoria, che Origene fu il solo asostenere, deriva probabilmente da una nozione subordinazionisticadel Logos e da un monoteismo troppo rigido.

La seconda parte ci offre il più antico commento al Padre Nostroche possediamo.

Pane quotidiano (“”): alimento celeste, che nutre lasostanza dell’anima: è il Logos, che si è chiamato da sè Pane di Vita.

In tutto il trattato Origene insiste sulle disposizioni dell’anima, dacui dipendono gli effetti della preghiera stessa:

1.non può esservi autentica adorazione senza lotta contro il peccatoper la purificazione del cuore;

2.legata alla lotta contro il peccato è la guerra contro tutte lepassioni;

3.occorre distogliersi da qualsiasi pensiero che sia capace di turbarci (chel’occasione di tale pensiero sia inb noi o nel mondocircostante).

Solo dopo un tale distacco è possibile avvicinarsiall’Altissimo. La preghiera rimane allo stesso tempo un dono delloSpirito: è Lui che prega in noi e che ci guida nella preghiera.

Le idee di questo trattato hanno esercitato un influssoprofondo nella storia della spiritualità, sul monachesimo egiziano eposteriore.

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b. Esortazione al martirioComposto nel 235 a Cesarea di Palestina all’inizio della

persecuzione di Massimino il Trace. Fu scritto soprattutto percoloro che ritenevano indifferente per un cristiano sacrificare ai demoni oinvocare Dio sotto un altro nome o ancora acconsentire al sacrificiorichiesto dalle autorità pagane, ritenendo sufficiente “credere nelproprio cuore”.

I peccati commessi dopo il battesimo d’acqua possono essererimessi solo dal battesimo di sangue (cap. 30).

È il miglior commento alla condotta personale di Origene,durante la sua giovinezza e durante la sua vecchiaia.

6. La corrispondenza

Girolamo parla di quattro collezioni di lettere di Origene,conservate al suo tempo a Cesarea. Una di queste contava nove volumi eoltre un centinaio di lettere.

Solo due lettere ci sono pervenute:1.a Gregorio Taumaturgo (238-243), mentre Origene era a Nicomedia.

Origene invita il suo discepolo a trarre dalla filosofiagreca ciò che può servire alla religione e gli raccomandafortemente la lettura e lo studio assiduo delle Scritture;

2.a Giulio l’Africano (verso il 240), sul libro di Daniele e la suadiscussa canonicità.

La teologia di Origene

A differenza di Clemente (che aveva centrato la sua teologiasulla dottrina del Logos), Origene fissa il suo punto di partenzanell’idea cristiana più profonda e più elevata: l’idea di Dio.

Dio è Spirito, è Luce, Egli solo è ingenerato (): DePrincipiis, I, 1, 1

, .

118. Dio dunque non deve essere considerato come un corpo o come esistente in uncorpo, ma come una natura spirituale non composta (simplex intellectualis natura).Egli non sopporta in sé alcuna specie di complessità. È dunque impossibile supporre di trovarviil più o il meno: ma costituisce in ogni parte una e, per così dire, una . Egli è anche lospirito e la fonte da cui trae la sua origine ogni natura spirituale o spirito (ORIGENE, DePrincipiis, I, 1, 6).

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Questo principio assoluto agisce in modo personale: è colui che hacreato il mondo, che lo sostiene e lo governa. In quanto essere assoluto,Dio Padre è incomprensibile: diviene comprensibile attraverso il Logos,Cristo.

Lo si può riconoscere anche attraverso le sue creature (come sipuò “riconoscere” il sole nei suoi raggi:

Spesso i nostri occhi non possono fissare la natura stessa della luce, cioè la sostanza delsole. Ma quando contempliamo il suo fulgore o il suo raggio, che filtra ad esempio attraversouna finestra o per qualche passaggio stretto, possiamo pensare qual è il focolaio e la fontedella luce corporea. Del pari, le opere della divina Provvidenza e tutto l’intero piano di questomondo sono come l’irradiazione della natura di Dio, rispetto alla realtà della sua sostanza e delsuo essere. Così, poiché la nostra intelligenza non può da sé sola contemplare Dio stesso com’èrealmente, essa conosce il Padre del mondo attraverso la bellezza delle sue opere e la graziadelle sue creature (ORIGENE, De Principiis, I, 1, 6).

Origene è molto attento a non prestare alla divinità trattiantropomorfici.

Difende l’immutabilità divina contro il panteismo e il dualismostoico, gnostico, manicheo.

La Trinità

Il termine ricorre varie volte.Origene confuta e respinge la negazione modalista della

distinzione tra le tre persone divine. Professa ilsubordinazionismo? Lo si è affermato, lo si è negato, sia ieri cheoggi.

Per Origene, il Figlio non procede dal Padre per via didivisione, ma come la volontà deriva dalla ragione.

119. Se il Figlio fa tutto ciò che fa il Padre, dal momento che fa tutto come il Padre,l’immagine del Padre si trova formata nel Figlio, che è nato da lui alla maniera di un atto divolontà pèrocedente dalla sua intelligenza. La volontà del Padre, a mio parere, deve bastareper produrre l’esistenza di ciò che egli vuol fare esistere. Giacché, volendo, non fa che proferirela decisione del suo volere. Allo stesso modo dunque l’esistenza (subsistentia) del Figlio è dalui generata. Questo punto, più che ogni altro, dev’essere mantenuto saldo da coloro che nonammettono nessun essere non generato, cioè che non sia nato, ad eccezione del solo DioPadre... L’atto di volontà procede dall’intelligenza senza ritagliarne via una parte, né esserneseparato o distaccato. In una maniera analoga, dobbiamo ritenere, il Padre genera il Figlio,sua propria immagine. In altre parole, poiché egli stesso è invisibile per natura, generòun’immagine essa pure invisibile... (ORIGENE, De Principiis, I, 2, 6).

Poiché in Dio tutto è eterno, dev’esserlo anche l’atto dellagenerazione: aeterna ac sempiterna generatio. Per lo stesso motivo, ilFiglio non ha avuto inizio: non ci fu un tempo in cui non esisteva:

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. Sembra una confutazione anticipata dell’eresia ariana!Lo stesso vale per la filiazione di Cristo: egli non è per

adoptionem spiritus filius, sed natura filius.La relazione del Figlio al Padre è quindi quella dell’unità di

sostanza (natura filius). È in questo contesto che Origene coniò unaparola che sarebbe diventata celebre nelle controversiecristologiche e al concilio di Nicea: .

120. Possiamo supporre che la luce eterna sia altra cosa che Dio Padre, del quale mai sipoté dire che, essendo la luce, il suo splendore gli venisse meno (Eb 1, 3)? La luce senza il suosplendore è una supposizione contraria alla ragione. Ma in questo caso non ci fu mai un tempoin cui il Figlio non fosse il Figlio. Egli tuttavia non sarà, come abbiamo detto della luce eterna,senza nascita (sembreremmo così introdurre due princìpi di luce), ma è effettivamente losplendore della luce non generata, avente questa luce stessa come principio e come fonte,veramente nata da essa. Epperò non ci fu un tempo in cui non esisteva.

Anche la Sapienza, poiché procede da Dio, è generata dalla stessa sostanza divina. Sottola figura di una effusione corporea, è tuttavia chiamata a sua volta «una specie di effusionesana e pura della gloria onnipotente» (Sap 7, 25). Queste due comparazioni dimostranochiaramente la comunità di sostanza tra il Padre e il Figlio. Un’effusione, infatti, appare, cioè di una sostanza identica a quella del corpo che la emette o la produce (ORIGENE,In Hebr. fr. 24, 359).

La dottrina origeniana del Logos rappresenta un progressonotevole nello sviluppo della teologia. Un esame più attento di taledottrina permette di evidenziare due linee di pensiero:

- una accentua la divinità del Logos;

- l’altra lo definisce un “secondo Dio”, .

Solo il Padre è e , la Bontà prima. Il Figlioè l’immagine di tale bontà: . Il Figlio e lo SpiritoSanto sono, nel pensiero di Origene, degli intermediari tra il Padre ele creature.

121. Noi, poi, che crediamo nel Salvatore che ha detto: «Il Padre, che mi ha mandato, èpiù potente di me», e che non permette che a lui sia applicato il titolo di «buono» nel suo sensopieno, vero e perfetto – egli lo attribuì al Padre rendendogli grazie, e condannando chiglorificasse il Figlio in modo eccessivo – noi diciamo che il Salvatore e lo Spirito Santo sono al disopra di tutte le cose create e senza paragone, di una superiorità eminente, ma anche che ilPadre è altrettanto e anzi ancora di più al di sopra di loro di quanto essi lo sono rispetto allepiù perfette fra le creature (ORIGENE, In Iohannem, 13, 25).

Da questo passo e altri simili si capisce perché Origene fuaccusato di subordinazionismo.

Evidentemente Origene concepisce un ordine gerarchico nella Trinità epone lo Spirito Santo a un livello ancora inferiore rispetto alFiglio.

Due schemi:

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2. Cristologia

È merito di Origene aver dato alla cristologia greca terminiscientifici, come , , , , .

Origene lega la sua dottrina del Logos a quella del Gesùincarnato mediante l’idea dell’anima (preesistente) di Gesù. Quest’anima è illegame tra l’infinito (Logos) e il finito (corpo di Gesù Cristo).

122. La sostanza dell’anima servendo d’intermediario tra Dio e la carne – è infattiimpossibile alla natura divina mescolarsi ad un corpo senza un intermediario – l’Uomo-Dio() è nato, come abbiamo detto, attraverso la mediazione di una sostanza alla cuinatura non ripugnava il prendere un corpo. E neppure era contrario alla natura di quest’anima,in quanto sostanza ragionevole, ricevere Dio, in cui essa era già entrata completamente, comeabbiamo detto sopra, come nel Verbo, la Sapienza e la Verità. Anch’essa merita dunque, con lacarne che ha assunto, i titoli di Figlio di Dio, Potenza di Dio, Cristo e Sapienza di Dio, in quantoessa era interamente nel Figlio di Dio o l’accoglieva intero in lei (ORIGENE, De Principiis,II, 6, 3).

Origene usa per la prima volta l’espressione “uomo-Dio” (),destinata a rimanere nella terminologia teologica.

Quanto alla carne nella quale entrò l’anima di Cristo, essa fuassunta da una vergine incontaminata e fu formata da una casta operazione dello SpiritoSanto. Grazie alla sua unione con il Logos, l’anima di Cristo nonpoteva peccare. Dopo l’“economia” (incarnazione) l’anima e il corpodi Gesù formano col Logos di Dio un solo essere. Origene insegna qui lacommunicatio idiomatum, l’intercambiabilità degli attributi:

123. Il Figlio di Dio, da cui tutto fu creato, è chiamato Gesù Cristo e Figlio dell’Uomo.Infatti il Figlio di Dio, sta scritto, conobbe anche la morte – appunto al titolo di questa naturache poteva ricevere la morte. E porta il nome di Figlio dell’Uomo, la cui venuta è annunciata

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PADRE

FIGLIO SPIRITO SANTO SPIRITO SANTO

FIGLIO

PADRE

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nella gloria di Dio Padre con i santi angeli. Perciò, attraverso tutta la Scrittura, la natura divinaè evocata con termini umani, mentre la natura umana è onorata con appellativi spettanti alladignità divina (ORIGENE, De Principiis, II, 6, 3).

3. Mariologia

- Maternità divina di Maria

(Sozomeno dice che Origene applicò a Maria il titolo di).

- Maternità universale di Maria:

“Nessuno può comprendere il vangelo (di Giovanni) se non ha riposato sul petto diGesù e non ha ricevuto da lui Maria come sua madre” (In Joh., 1, 6).

4. Ecclesiologia

Chiesa, popolo di credenti e di santi.- Corpo mistico di Cristo. Come l’anima abita nel corpo, il

Logos vive nella Chiesa, suo corpo (di cui è il principio vitale).È la città di Dio sulla terra. Come tale ha un carattere ecumenico e le

sue leggi sono in armonia con le leggi dei popoli tra i quali èdiffusa.

È uno Stato in un altro Stato,ma la potenza del Logos finirà pertrionfare sull’impero secolare.

Illuminata dal Logos, la Chiesa diventa l’universo dell’universo().

“Extra hanc domum, id est ecclesiam, nemo salvatur”. Solo nella Chiesa c’èla vera fede, fuori c’è l’arbitrarietà e l’eresia.

5. Battesimo e peccato originale

Origene attesta la dottrina del peccato originale e la praticadel battesimo dei bambini.

Ogni essere umano nasce nel peccato, e per questo la tradizioneapostolica ordina di battezzare i neonati.

124. La Chiesa ha ricevuto dagli apostoli la consuetudine di amministrare il battesimoanche ai bambini. Coloro a cui sono stati confidati i segreti dei divini misteri sapevano bene,infatti, che tutti portano la macchia del peccato originale, che deve essere lavata dall’acqua e

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dallo spirito (ORIGENE, In Romanos commentarium, 5, 9).

6. Penitenza e perdono dei peccati

In senso stretto, c’è un solo perdono dei peccati, quello del battesimo.Tuttavia, esistono dei mezzi per ottenere il perdono dei peccaticommessi dopo il battesimo: il martirio, l’elemosina, il perdonodelle offese, la conversione di un peccatore, la carità e la confessionedavanti a un sacerdote.

125. ... dura et laboriosa per poenitentiam remissio peccatorum, cum lavat peccator inlacrimis stratum suum et fiunt ei lacrimae suae panes die et nocte, et cum non erubescitsacerdoti domini indicare peccatum suum et quaerere medicinam (ORIGENE, In Leviticumhomiliae, 2, 4).

Resta da sapere se Origene considerava tutti i peccatiremissibili. Pare di no. Pare che per l’adulterio, l’uccisonevolontaria e per altri peccati molto gravi (idolatria, fornicazione,ecc.) il sacerdote non può offrire il sacrificio (pregare per laremissione dei peccati).

De oratione, 28, 9Forse significa solo l’impossibilità di rimettere questi

peccati con la sola preghiera (nel senso che ci vuole, per questi peccati,una penitenza pubblica adeguata), perché in un altro testo Origeneafferma espressamente che ogni peccato può essere perdonato.

126. I cristiani piangono come morti coloro che si sono resi colpevoli di dissolutezze o diun altro peccato, giacché sono perduti e morti per Iddio. Ma se danno la prova sufficiente diuna sincera trasformazione del loro cuore, sono riammessi nel gregge in un’epoca ulteriore(dopo un intervallo più lungo di quanto si è accettati la prima volta), come se fossero risuscitatida morte (ORIGENE, Contra Celsum, 3, 50).

7. Eucaristia

Origene professa la fede nell’Eucaristia come corpo del Signore.Crede al carattere sacrificale ed espiatorio dell’Eucaristia.Altrove vede, allegoricamente, nel corpo e nel sangue di Cristol’insegnamento divino di cui si nutrono le anime.

Troviamo due livelli di interpretazione: letterale e allegorico.Origene afferma che il sangue di Cristo può essere bevuto in

due modi:

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- sacramentalmente

- quando riceviamo le sue parole vivificanti.

L’interpretazione letterale è l’interpretazione comune della Chiesa(tipica dei semplici), quella allegorica è professata dai sapienti.

8. Escatologia

L’escatologia di Origene è dominata dalla dottrinadell’apocatastati (), o restaurazione universale di tutte le cose nel lorostato originario, puramente spirituale.

- Le anime dei peccatori saranno sottoposte a un fuocopurificatore.

- Le anime dei buoni entreranno in Paradiso: specie di scuoladove Dio darà la soluzione di tutti i problemi dell’universo.

Tutti i peccatori saranno salvati, i demoni e Satana stessosaranno purificati dal Logos.

Fatto questo, avrà luogo la seconda venuta di Cristo, poi larisurrezione di tutti gli uomini (con corpi non materiali maspirituali) e Dio sarà tutto in tutti.

Questa restaurazione universale è solo una fase transitoria:influenzato dal pensiero di Platone, Origene insegna l’esistenza di altrimondi prima di questo e una successione illimitata di mondi dopo di questo.

L’abbandono di Dio e il ritorno a Lui si susseguono l’unl’altro senza fine.

9. Preesistenza delle anime

Questa dottrina è legata alla precedente.Le anime sono spiriti decaduti dalla società divina durante il mondo

precedente. Ecco perché si trovano rinchiuse in corpi materiali. I peccati di cuisi sono rese colpevoli nel mondo precedente spiegano la diversità nellamisura della grazia accordata a ciascuno e la differenza tra gli uomini in questo mondo.

Per Origene (anima) viene da (raffreddarsi), perchénella vita precedente si era raffreddata nel suo ardore per lagiustizia e aveva perso la partecipazione al fuoco divino.

Ogni anima viene introdotta in un corpo secondo i suoi desideri e le sue

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azioni anteriori.

10. La dottrina dei sensi della Scrittura

Bibbia = Parola viva, che si rivolge all’uomo di oggi.Il NT illumina l’AT, l’AT fa cogliere la profondità del NT. I rapporto tra AT e NT sono determinati dall’allegoria.I tre sensi della Scrittura (corrispondenti alle tre componenti

dell’uomo e ai tre gradi della perfezione) sono:

1. storico(letterale)

2. moralesignificato interioree individuale del

mistero

3. spirituale(mistico)

significatocollettivo

e universale delmistero

corrisponde al corpo corrisponde all’anima corrisponde allospirito

tipico dei simpliciores(incipientes)

tipico dei progredientes tipico dei perfecti

Nella Scrittura “tutto ha un senso spirituale, ma non tutto haun senso letterale”: punto di partenza di tutte le esagerazionidell’allegorismo medievale.

Influenza di Filone (talvolta fino a negare la realtà dellalettera).

La dottrina spirituale di Origene

La dottrina spirituale di Origene richiama spesso il linguaggioe le idee di Bernardo di Chiaravalle e di Teresa d’Avila. In effetti, Origeneè tra i più grandi mistici della Chiesa.

Purtroppo questo aspetto è stato troppo trascurato. Solo oggilo si rivaluta. D’altra parte, è impossibile rendere giustizia alladottrina e alla personalità di Origene senza esaminare la sua pietà eil suo pensiero spirituale, anima della sua vita e della sua dottrina.

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1. Nozione della perfezione

Differenza tra immagine e somiglianza:

127. Dicendo: «Lo fece ad immagine di Dio», senza parlare della somiglianza, vuolmostrare che l’uomo ha ricevuto la dignità dell’immagine al momento della prima creazione,ma che la perfezione della somiglianza gli è stata riservata per la consumazione delle cose:bisogna che l’uomo, con lo zelo della propria operosità, se la conquisti da sé imitando Dio; lapossibilità della perfezione gli è stata data all’inizio con la dignità dell’immagine; per cui,realizzando perfettamente le opere, raggiunge la somiglianza completa alla fine del mondo(ORIGENE, De Principiis, III, 6, 1).

Il Bene suoremo constiste quindi nel “divenire il più possibilesimili a Dio”. Per raggiungere questo fine occorrono due cose:

- la grazia di Dio

- il nostro sforzo

Il miglior cammino per raggiungere l’ideale della perfezione èl’imitazione di Cristo. È la via riservata ai “perfetti”.

Origene distingue tra i fedeli ordinari (la folla) e le anime elette(i discepoli).

128. Era intenzione degli evangelisti indicare, mediante la narrazione evangelica, ladistinzione tra coloro che vanno a Gesù. Gli uni formano la folla e non sono chiamati discepoli.Gli altri invece sono i discepoli, superiori alla folla... Sta scritto che la folla si teneva in basso,ma che i discepoli si potevano avvicinare a Gesù, che aveva salito la montagna, dove la follanon era capace di arrivare. ... Si legge in un altro passo, quando la folla voleva delle guarigioni:«Una gran folla lo seguì, ed egli li guarì» (Mt 12, 15). Ma non si parla affatto di guarigioni aproposito dei discepoli. Colui che è già discepolo di Gesù gode buona salute e, poiché sta bene,implora Gesù non come medico, ma per gli altri suoi poteri... Tra coloro che vengono in nomedi Gesù, gli uni conoscono i misteri del regno dei cieli: sono i discepoli. Gli altri invece, ai qualinon è stata concessa questa scienza, rappresentano la folla, che è considerata inferiore aidiscepoli. Notate bene che si rivolgeva proprio ai discepoli quando disse: «A voi è stato concessodi conoscere i misteri del regno dei cieli», e alla folla: «A loro questo non fu concesso»(ORIGENE, In Matthaeum commentarium, 11, 4).

2. La conoscenza di sé

Per coloro che si sono decisi a imitare Cristo e a tendereverso la perfezione, la prima tappa del loro cammino consistenell’acquistare la conoscenza di sé, per sapere ciò che devono fare,evitare, conservare, migliorare.

3. La lotta contro il peccato

Il peccato è l’ostacolo che ci impedisce di raggiungere la

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perfezione. La lotta contro il peccato suppone quella contro le passioni () e

il mondo, cause del peccato. Fine di questo sforzo è l’affrancamentototale dalle passioni (). Per arrivarci occorre la mortificazioneperpetua della carne. Questa lotta può richiedere anche la rinunciaal matrimonio.

Origene non respinge il matrimonio, ma al vero imitatore di Cristoraccomanda il celibato, il voto di castità. Vede nella verginità l’ideale diperfezione.

L’imitatore di Cristo deve praticare anche il distacco dalla suafamiglia, da ogni ambizione umana, dai suoi beni. Questo glipermetterà di far posto a Dio nel suo cuore, senza di che nessun progressointeriore è possibile.

4. Gli esercizi ascetici

Servono per ottenere il distacco completo dal mondo. - veglie frequenti, per spezzare la potenza del corpo;

- digiuni rigorosi, per domare il corpo;

- studio ininterrotto - giorno e notte - della S. Scrittura,per essere concentrati sulle cose divine.

Origene è qui un precursore del monachesimo.Insistenza sull’umiltà: nelle omelie chiede a colui che vuol

essere perfetto di considerarsi come l’ultimo di tutti. L’orgoglio è laradice di ogni peccato e di ogni male ed è la causa della caduta diLucifero.

5. Gli inizi dell’ascesa spirituale

Varie tappe: fuga dal mondo, coscienza del caratteretransitorio della vita terrena, lotta contro il diavolo per laconquista della virtù, tentazioni, sofferenze interiori dell’anima.

Più si moltiplicano i combattimenti e le lotte, più l’animariceve consolazioni. Nasce in lei un profondo desiderio di Cristo edelle cose celesti.

Visioni: illuminazioni concesse durante la preghiera o la

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lettura dei Libri Sacri.L’ascensione arriva fino al monte Tabor, dove non solo si è

illuminati dalla luce di Cristo, ma anche dalla voce del Padre stesso.

6. L’unione mistica con il Logos

È l’ultima tappa. Origene la esprime in due maniere:- come nascita di Cristo nel cuore dell’uomo e sua crescita

nelle anime pie;

- come matrimonio spirituale. Elementi tipici di queste nozze sonol’abbraccio spirituale e la ferita d’amore.

La sua mistica del Logos è intimamente collegata a un sensoprofondamente mistico della Croce e del Crocifisso: il cristiano perfettodeve seguire Cristo fin nelle sue sofferenze e sulla sua croce. Il verodiscepolo del Signore è il martire.

Per chi desidera imitare Cristo e non può subire il martirio,rimane la morte spirituale della mortificazione e della rinuncia. Il martire el’asceta hanno entrambi lo stesso ideale: l’imitazione di Cristo.

Influenza sulla vita monastica posteriore.

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