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OSSERVATORIO PAOLINO
stian Baur (1792-1860), fondatoredella Scuola di Tübingen.
La gnosi cristiana si rivela, stando aBaur, la prima filosofia
della religio-ne cristiana che, nella sua lunga evo-luzione
storica, arriva fino alla gnosihegeliana. La gnosi è per Baur un
fe-nomeno religioso che si propone dirispondere all’interrogativo
tradizio-nale: da dove sorge il male? Essa pre-senta quattro
caratteristiche fonda-mentali: è un fenomeno non cristianoe
precristiano, di origine orientale, dinatura filosofica, di forma
mitica. Baurper primo riconosce lanatura sincretistica dellagnosi
utilizzando le ca-tegorie dialettiche hege-liane: le religioni
dellanatura (pagane) sarebbe-ro il momento oggettivo(tesi); il
monoteismo giu-daico sarebbe quello sog-gettivo (antitesi); il
cristia-nesimo rappresenterebbela conciliazione degli op-posti
(sintesi), che sboc-cerebbe infine nella gno-si, quale religione
giuntaall’autocoscienza sul pia-no filosofico. Non solo;ma Baur
riconosce il po-sto fondamentale occu-pato nella gnosi dal
dua-lismo (la copresenza ori-ginaria dei due principi:del bene e
del male), si-tua la sua origine nel-l’Asia orientale
superiore(religioni iraniche); infi-ne, come nel movimentognostico,
pone la salvez-za nella conoscenza (fi-losofica) che l’uomo
puòraggiungere con le suesole forze. Schmithals neaccenna
nell’Introduzio-ne (pp. 17 ss.).
Nella seconda metà dell’Ottocen-to, in reazione alla Scuola di
Tübin-gen, in Germania si ritorna allo stu-dio sistematico delle
fonti eresiolo-giche dei Padri della Chiesa. Lognosticismo,
soprattutto negli studi diA. Harnack (1886), viene definito co-me
eresia cristiana. Per usare le sueparole, la gnosi sarebbe l’acuta
seco-larizzazione del cristianesimo opera-ta da pensatori filosofi
di formazioneellenistica influenzati dal platonismo.Basilide e
Valentino, aspramentecombattuti da Ireneo, sarebbero, per
Harnack, i primi teologi cristiani, checercarono di attualizzare
il cristiane-simo utilizzando schemi filosofici co-muni e diffusi
nella loro epoca.
All’inizio del Novecento, con l’av-vento della Scuola della
storia delle re-ligioni (Religionsgeschichtliche Schule),ancora una
volta si ha un capovolgi-mento di prospettiva. Bousset e
Reit-zenstein, parlano di una gnosi comedi una particolare forma di
conoscen-za che di per sé trasforma colui che lapossiede.
Riconoscono una origineorientale del fenomeno, che poi si è a
poco a poco diffuso in tutto il bacinodel Mediterraneo,
intaccando coi suoimiti forme religiose che nulla avevanoa che fare
con esso, come il giudai-smo e il cristianesimo. Per questascuola,
nella gnosi, più che di singolipensatori, si tratterebbe di
trasmissionedi forme collettive di tradizioni miti-che (Schmithals,
pp. 18-21).
Sempre in Germania, nel 1934, adopera di Hans Jonas (1903-1993),
di-scepolo di Heidegger e Bultmann,uscì l’opera destinata ad essere
perdecenni il punto di riferimento degli
Osservatorio paolino
WALTER SCHMITHALSNUOVO TESTAMENTO E GNOSI
Il teologo evangelico tedesco Wal-ter Schmithals (1923-2009) si
era fattoconoscere in Italia con diverse operetradotte dalla
Queriniana di Brescia;ma soprattutto con la Introduzione al-la
Lettera ai Romani (Lindau, 1990,2.a ed. Lindau, 2008). Il testo di
cuiparliamo, Nuovo Testamento e Gnosi,è una rielaborazione (2008)
di quellopubblicato la prima volta a Darmstadtnel 1984. In questa
presentazione sa-rà privilegiata la parte riguardantel’apostolo
Paolo, ossia il corpus pauli-num (pp. 38-148), tralasciando le
al-tre sezioni riguardanti il corpus johan-neum, la tradizione
sinottica e gli altriscritti del Nuovo Testamento.
UNA PANORAMICA STORICASULLA GNOSI
Partiamo dalla questione termino-logica. Si deve allo studioso
tedescodi storia delle religioni Kurt Rudolphl’espressione pendolo
interpretativo ariguardo del fenomeno della gnosi.Egli ha proposto
(1990) di indicarecon il termine gnosi la complessità diquel
fenomeno religioso sviluppatosinel II secolo dell’era volgare e non
ri-conducibile nell’alveo del cristianesi-mo; e con il termine
gnosticismo,quella variante eretica determinatasiall’interno della
chiesa cristiana econtro la quale hanno combattuto igrandi Padri
della chiesa del II e IIIsecolo, quali Ireneo, Ippolito, Cle-mente
Alessandrino, Origene. Sonostate proprio le citazioni riportate
daiPadri nella loro polemica antignosti-ca a costituire il
materiale su cui ri-costruire in un primo momento lacomprensione
della gnosi.
Una svolta determinante si ha a me-tà Ottocento con l’opera “La
Gnosicristiana” (1835) di Ferdinand Chri-
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studi sulla gnosi: Gnosi e spirito tar-do-antico. In
quest’opera, Jonas indi-viduava nell’indagine sulla gnosi lachiave
per una interpretazione com-plessiva della tarda antichità. Per
Jo-nas, la gnosi non era un fenomenosincretistico, né aveva a che
fare conreligioni già consolidate quali il giu-daismo e il
cristianesimo, ma posse-deva un’intrinseca unità costituita daun
preciso atteggiamento esistenzialenei confronti di sé e del mondo.
Talevisione originale e alternativa consi-steva nell’opposizione e
nel rifiutodel mondo, nel dualismo che ne staa fondamento, nella
ricerca dell’au-tentico Dio e nel ritorno ad esso. So-no queste le
coordinate intorno a cuisi muove la gnosi, ed esse corrispon-dono a
uno stato esistenziale di an-goscia e di abbandono in un
mondoconsiderato ostile a malvagio, estra-neo alla vera natura
dell’uomo e dacui solo la fuga nell’aldilà può costi-tuire una
liberazione. L’atteggiamentodi fondo degli gnostici, come
descrit-to da Jonas, è la sensazione dell’esse-re umano di vivere
in un mondoestraneo, in cui è costretto al timore.
La vera vita è ultraterrena.Perciò lo gnostico anela auna
redenzione che lo li-beri dal mondo e dal cor-po. Concetti
tipicamen-te gnostici sono quindi,ad esempio: paura, erra-re,
nostalgia; stordimen-to, sonno, ebbrezza; ca-duta, sprofondare,
car-cere; tenebra, estraneità,mescolanza (Schmithals,p. 8).
Quanto questo potesseessere il risultato dell’ana-lisi delle
fonti e non inve-ce una rappresentazionedella visione di Jonas
delmondo a lui contempora-neo, uscito distrutto nellesue radici e
nei suoi pre-supposti dalle maceriedella prima guerra mon-diale e
dall’affacciarsi del-la dittatura hitleriana, èstato un forte
argomentoper gli oppositori della si-stemazione filosofica
delfenomeno gnostico offer-to da Jonas.
Nel 1945 nell’alto Egit-to, nella lo-calità di Nag
Hammadi, si verificò unfatto cruciale per la cono-scenza del
cristianesimoantico e per il fenomenodella gnosi. Un uomo dinome
‘Ali al Samman sta-va cercando un fertiliz-zante naturale
chiamatosabakh, quando si imbat-té in un orcio di terracot-ta color
rosso che conte-neva una dozzina di co-dici, accuratamente
scrittiin copto, ultimo stadioevolutivo della lingua par-lata dagli
antichi Egizi. Sitrattava di codici di unabiblioteca cristiana
delIV secolo dell’e.v. Solonegli ultimi anni del No-vecento è stato
possibileavere un’edizione criticadi questi codici e la
lorotraduzione in inglese, adopera di James M. Ro-binson (1988,
1998 4.aed.) e successivamentedi Marvin Meyer (ed.,2007). In
italiano è appar-
sa recentemente (2014) una esaurienteIntroduzione della studiosa
statuniten-se Nicola Denzey Lewis: I manoscrittidi Nag Hammadi –
Una bibliotecagnostica del IV secolo (Carocci edito-re), che
consiglio caldamente. Questoha permesso di riconsiderare sia la
vi-sione data dagli eresiologi circa ilmondo della gnosi come
eresia cristia-na, sia la visione filosofica di
stampoesistenzialista data da H. Jonas, e fare iconti con i testi
coevi a questo impor-tante movimento di pensiero dell’epo-ca tardo
antica.
Oggi, non ostante l’appello a unavisione unitaria scaturita dal
famosoCongresso di Messina (1966), cheall’epoca riunì i più
eminenti studiosidella gnosi a livello internazionale(vedi box), si
è in presenza di mappevariegate del fenomeno gnostico, incui
predominano istanze settoriali especialistiche. I testi a
disposizionehanno tuttavia costretto a una profon-da revisione
interpretativa della gnosi.
IL CORPUS PAULINUM
Ricordiamo che il corpus paulinum(cioè gli scritti di Paolo) nel
Nuovo
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OSSERVATORIO PAOLINO
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Testamento comprendono 14 lettere.Di queste, Ad Ebrei ha un
ruolo parti-colare, perché non pretende di esserestata scritta da
Paolo. Anche perquanto riguarda temi gnostici, even-tualmente
presenti, va trattata a parte.La prima lettera e la seconda lettera
aTimoteo e la lettera a Tito, le cosid-dette lettere pastorali; e
le lettere agliEfesini, ai Colossesi, a Filemone, co-stituiscono
due raccolte originaria-mente autonome. Le restanti sette let-tere
paoline principali (ai Romani, pri-ma e seconda ai Corinti, ai
Galati,prima e seconda ai Tessalonicesi) van-no considerate come il
nucleo ori-ginario degli scritti paolini e perciòè bene
interpretarle in maniera uni-taria, anche riguardo alla presenzadi
eventuali elementi di gnosticismo.
Essenziale risulta, per Schmithals,la questione degli avversari
controcui in queste lettere continuamentePaolo polemizza, circa il
surrettizioinquinamento della sua opera dievangelizzazione. Per F.
C. Baur e isuoi discepoli della Scuola di Tübin-gen (1831, 1845) i
contrasti tra i giu-deocristiani legalisti (giudaizzanti) e
icristiani di origine pagana liberi dallaLegge, o tra petrini e
paolini, nasconoa causa dei giudaizzanti. Nelle lettereautentiche
sono quest’ultimi i veri eunici avversari (p. 39). Ma gli studipiù
recenti, attraverso un’analisi piùapprofondita, riconoscono che, a
par-
tire dal terzo viaggio missionario del-l’Apostolo (a metà circa
degli anni 50e.v.), si possono riconoscere tra gliavversari
combattuti da Paolo, missio-ni gnostiche alternative
all’evangeliz-
zazione paolina (p.46). Gli esempipiù significativi portati da
Schmithalssono gli accenni di Paolo contro gliamanti della sapienza
(sophìa) di pa-rola (1Cor. 1, 17) che rendono vanala croce di
Cristo. O contro la scien-za (gnosis) che riempie di orgoglio(p.
51). Come pure la polemica con-tro i negatori della resurrezione,
cheveicolerebbero una concezione dua-listica, tipica dello
gnosticismo, perla quale solo l’elemento spirituale havera
importanza (ib.).
ELEMENTI GNOSTICINELLA TEOLOGIA DI PAOLO
Sulla scorta dello studio di K. Ru-dolph (La gnosi. Natura e
storia di unareligione tardoantica, Paideia, Brescia,2000. Ed. or.
1977, 1980 2.a ed),Schmitals – ed è la parte più interes-sante del
saggio – tratteggia tre ambi-ti presenti nella teologia paolina,
neiquali si possono ravvisare linguaggi oidee provenienti dalla
sensibilitàgnostica (pp. 77-104).
1) Il dualismo antropologico. In mol-ti passi delle lettere
paoline ai Roma-
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OSSERVATORIO PAOLINO
LA DEFINIZIONE DI MESSINA (1966)
L’idea chiave di questa definizione, fatta da studiosi per
studiosi, è chela gnosi sia caratterizzata da un particolare mito:
gli esseri umani hannoin loro una particella divina proveniente dai
mondi superiori che hannodimenticato di possedere. Quando questa
particella o scintilla divinaviene risvegliata, essi possono
riconoscere la loro origine in quei mondisuperiori.
Ma ecco la definizione: “Lo gnosticismo è un insieme coerente
dicaratteri che si possono sintetizzare nell’idea della presenza
nell’uomodi una scintilla divina proveniente dal mondo divino, una
scintilla cadutain questo mondo e in balìa della sorte, della
nascita e della morte e biso-gnosa di essere risvegliata dal
corrispondente divino del sé al fine di ritro-vare in ultima
analisi l’integrità. Rispetto ad altre concezioni della
disgre-gazione del divino, tale idea è ontologicamente fondata
sulla concezionedi un movimento discendente del divino, la cui
estremità periferica (spessochiamata Sophia = Sapienza o Ennoia =
Pensiero) deve sottomettersi aldestino di entrare in crisi e
produrre – anche se soltanto indirettamente –il mondo attuale,
rispetto al quale essa non può voltare le spalle in quantole è
necessario per recuperare lo pneuma; una concezione dualistica
chesi staglia su un retroterra monistico, espressa in un duplice
movimento didisgregazione e reintegrazione”.
I TRATTI DELLA GNOSI ANTICASECONDO CHRISTOPH MARKSCHIES
(2003)
1) Il fare esperienza di un dio assolutamente trascendente,
lontano,supremo.
2) Il postulare (conseguentemente a tale esperienza) l’esistenza
di ulteriorifigure divine o la divisione delle figure esistenti in
altre, più vicine agliesseri umani che al dio supremo e
lontano.
3) Il reputare il mondo come il frutto di un atto empio e il
fare esperienza,da parte dello gnostico, di una condizione di
alienazione dal mondo stesso.
4) Il postulare l’esistenza di un distinto dio creatore o
“assistente”; nellatradizione platonica questi è un “artigiano” (il
termine greco è “demiurgo”)e nei testi gnostici è caratterizzato
come ignorante o come malvagio.
5) Lo spiegare tale stato delle cose mediante un dramma
mitologicosecondo il quale un elemento divino, caduto dalla propria
sfera in unmondo malvagio, è presente in uno stato latente
all’interno di una certacategoria di esseri umani come una
scintilla divina, e può essere liberato.
6) La conoscenza (gnosi) di questo stato, in ogni caso, può
essere ottenutasoltanto per mezzo di un redentore proveniente
dall’altro mondo, unredentore che discende da una sfera più alta e
vi ritorna.
7) La redenzione degli esseri umani attraverso la presa di
coscienzadella presenza di Dio (o della scintilla divina) in
loro.
8) Una tendenza dualistica variamente declinata, che si può
esprimereall’interno del concetto stesso di Dio, nella
contrapposizione di spirito emateria o nella concezione dell’essere
umano quale composto di corpo eanima (C. Markschies, Gnosis: An
Introduction, T & T Clark, London 2003,pp. 16-17).
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ni, ai Galati, incontriamo la contrap-posizione sarks (carne) /
pneuma (spi-rito). Altrove, come in prima ai Co-rinti 3 la
contrapposizione sarkikòsànthro-pos (uomo di carne) / pneu-matikòs
(spirituale). Altrove, come inprima ai Corinti 15, si
contrapponepsyché (anima naturale) / pnèuma(spirito). In tutto
l’Antico Testamentoqueste coppie di concetti sono
riferitiall’integrità dell’uomo; e sono buoni,opera di Dio. La
coesistenza nell’es-sere umano, come creatura di Dio, dicorpo e
anima, carne e spirito, si tra-sformò in una contrapposizione
duali-stica (p. 79). Paolo quindi non puòaver utilizzato questa
contrapposizio-ne facendo riferimento al linguaggiobiblico ebraico.
Probabilmente, undualismo gnostico già esistente mettea
disposizione dell’ebraismo ellenisti-co (Filone di Alessandria) o
del cri-stianesimo degli strumenti espressivi esi pone quindi la
questione di qualeimportanza ermeneutica vada attribui-ta alla
ripresa di questi ultimi (p. 89).Questa era la tesi già sostenuta
daReitzenstein (1927) e ripresa recente-mente da Winter (1975) (pp.
90-91).
2) La cristologia della preesistenza(il mito del Redentore). Nel
cristiane-simo delle origini, e in Paolo soprat-tutto (ai Romani 8,
3; e in molti altri
passi delle sue lettere), si trova laconcezione che Gesù sia
stato inviatosulla terra dal cielo, e che perciò pre-esistesse in
cielo prima della sua esi-stenza terrena. Orbene, questa è unadelle
grandi linee di pensiero del si-stema gnostico. Nella gnosi la
perdi-zione dell’essere umano è concepitain maniera radicale ed
universale, co-sicché la redenzione non può veniredal mondo.
Redenzione significa re-denzione dal mondo; viene – qualun-que via
segua e chiunque ne sia il tra-mite – dall’esterno del mondo (p.
98).Ma a questa conclusione Schmithalssi oppone energicamente
(ib.).
3) La “mistica di Cristo”. In Paolo siincontra un tipico campo
semanticospesso riassunto sotto la voce “dottrinamistica della
redenzione” o “mistica diCristo”. Vivere in Cristo, rivestirsi
diCristo, “non sono più io che vivo, èCristo che vive in me”
(Lettera ai Galati2, 20). La scuola storico-religiosa colle-gò
decisamente la “mistica di Cristo”paolina con la figura
antropogonica diun “uomo primordiale” o “uomo cele-ste”, che sta
alla base del mito gnosti-co della caduta e della redenzione edel
pneuma e senza la quale la “misti-ca di Cristo” non sarebbe
comprensi-bile (p. 102). Soprattutto Bultmann e isuoi discepoli
ripresero gli impulsi del-
la scuola storico-religiosa e intesero la“mistica di Cristo” di
Paolo come una“storicizzazione” del mito gnosticodella redenzione,
che parte dal pre-supposto dell’unità di tutti gli pneuma-tici
nell’”uomo superiore” (ib.). Schmi-thals invita alla prudenza e
sfuma dimolto, nella discussione, alcune con-clusioni
affrettate.
CONCLUSIONE
Alle pagine 239-243 del volumeanalizzato troviamo alcuni
risultati,dopo le analisi serrate. Per Paolo,Schmithals ipotizza il
seguente pro-cesso storico-religioso: dalla biografiae dall’eredità
letteraria di Paolo sipuò ricavare con certezza che egli,prima
della conversione, combattevaun cristianesimo universalista
(liberodalla Legge). Venne convertito pro-prio a questo
cristianesimo e ad essodeve i tratti gnosticizzanti del suo
lin-guaggio e delle sue concezioni teolo-giche. Tale cristianesimo
universalistalibero dalla Legge dovrebbe esserenato da un incontro
del cristianesimoprimitivo palestinese con una gnosiebraica,
probabilmente originariadella Samaria. (…) Se nel quadrodella
storia a noi conosciuta si cercaun teologo autorevole che
rappresen-tasse tale cristianesimo universalistaall’origine, si può
menzionare soltan-to Stefano… (…) Soltanto nel II seco-lo, e
definitivamente con la costitu-zione del canone, le diverse
tradizio-ni protocristiane confluirono l’unanell’altra, escludendo
definitivamentela gnosi (pp. 241-243).
Il testo di Schmithals ha il pregio distimolare la riflessione,
ma la suascrittura si presenta molto elaborata eostica, interrotta
com’è dalle paren-tesi corpose coi continui richiami adautori e
opere con relative citazioni enumeri delle pagine. Questo
impedi-sce una lettura scorrevole e limital’uso del testo agli
studiosi specializ-zati in queste ricerche.
Giuseppe Cagnetta
Abbiamo parlato di:
Walter Schmithals, Nuovo Testa-mento e Gnosi (Giornale di
Teologia335, Editrice Queriniana Brescia, 2008,pp. 312, €
24.00).
Eco dei Barnabiti 2/201740
OSSERVATORIO PAOLINO
Paolo. Mosaico (sec. V). Ravenna, Battistero deglio Ortodossi o
BattisteroNeoniano