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ORCHESTRA E CORODELL’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA
BRUNO CAGLIPresidente - Sovrintendente
ANTONIO PAPPANODirettore Musicale
CIRO vISCOMaestro del Coro
e del Coro di Voci Bianche
CONSIGLIODI AMMINISTRAZIONE
BRUNO CAGLIPresidente
ALBERTO BASSOVicepresidente
GIANNI ALEMANNOSindaco di Roma - Consigliere
LUIGI ABETEConsigliere
PAOLO BUZZETTIConsigliere
GIOvANNI CARLI BALLOLAConsigliere
fULvIO CONTIConsigliere
AZIO CORGHIConsigliere
GIUSEPPE DALLA TORREConsigliere
vITTORIO DI PAOLAConsigliere
GABRIELE GALATERIConsigliere
COLLEGIODEI REvISORI DEI CONTI
GIOvANNI SAPIAPresidente
ANDREA PIRROTTINAANTONIO SIMEONI
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MECENATIAssociazioni Briguglio Siracusano vaccarella Studio
associato Pirola Pennuto Zei & AssociatiTommaso Addario, Tessa
Bressi, Antonio Briguglio, Nicola e Beatrice Bulgari, Maite
Bulgari, Francesco Carbonetti, Federica Cerasi Tittarelli, Vittorio
e Mimma Di Paola, Carla Fendi, Franca Fendi, Paola Fendi, Donatella
Flick, Laura Fontanesi Ghella, Andrea e Cecilia Guarino, Luigi
Gubitosi, Berardino Libonati, Francesco Musumeci, Yoko Nagae
Ceschina, Alexander Rachmaninoff, Ludovica Rossi Purini, Laurel
Schwartz, Dino Trappetti, Carla Zaffiri Cappelli
BENEfATTORIAssociazioni Arte Musica Solidarietà onlus
Maria Luisa Aglioti, Angiola Armellini, Lorenza Caputi, Claudia
Cornetto Bourlot, Cristiana D’Attorre, Anna Fendi Venturini,
Giovanni Fiori, Maria Cecilia Lazzarini Merloni, Elena Testa
Cerasi, Milena Ugolini, Maria Teresa Vincenzi Mastromarino
DONATORI
Associazioni Circolo Canottieri Aniene, Compagnia per la Musica
in RomaFondazioni fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, Libera
fondazioneGiovanni Aldobrandini, Anna Maria Ambrosini Massari,
Giuliana Annoni, Alfonso Archi, Teresa Berry e Gary Goodman,
Antonietta Bufano, Marina Cascini, Anna Rosa Cotroneo, Pilar
Crespi, Paola De Angelis Campilli, Andreina De Clementi, Valerio Di
Gravio, Giorgio Donati, Nicoletta Fiorucci, Ileana Florescu
Franchetti, Sabrina Florio, Maria Rita Grassi Lattanzi, Maddalena
Labricciosa Amato, Gennaro Lalli, Luisa Laureati, Marina Letta
Ottaviani, Gaetano Maccaferri, Franca Mancini, Cornelia Mattiacci,
Adalvera Mayro, Anna Maria Monorchio Mottura, Camilla Morabito,
Federico Nordio, Elena Penta, Mirella Petteni, Antonio Puri Purini,
Sonia Raule, Stefania Repaci, Andrea Ripa di Meana, Livia Salini,
Gabriele Savarese, Giuseppe Scassellati Sforzolini, Nicola
Staniscia, Paola Tittarelli, Laura Vento, Maria Teresa Venturini
Fendi
SOSTENITORI
Associazioni Associazione Musicale Arcangelo Corelli, The
Maestro’s Circle of the Royal Opera House, Covent GardenFondazioni
fondazione Ettore Paratore
Oscar Argentieri, Alberto Asor Rosa, Carlo Balzi, Maria Teresa
Berruti, Luigi Bianchi, Jeffrey Blanchard, Daniela Blasutto,
Federico Bonoli, Mario Biritognolo, Giuseppe Brusone, Giovanna
Cadorna, Augusto Carli, Luigi Emanuele Carratelli, Giovanna
Casalino, Stefano Catena, Giulia Catenacci, Giuseppe Chiarante,
Domenico Chiaravalloti, Armande Cholette Guerreri, Maria Teresa
Ciccone, Loretta Cifone, Paolo e Cristina Cobianchi, Ferdinando
Corelli, Rosario Cupolillo, Francesca D’Ambrosio, Carla Dello
Strologo, Pasquale De Marinis, Luisa Di Nicola, Claudia Erdmann,
Antonio Fekeza, Silvia Genovese, Ada Gentile, Vincenzo Giribaldi,
Rosalba Giugni, Matelda Grassi, Nicoletta Jelmoni di Stefano,
Alessio Lupoi, Giandomenico Magrone, Flavio Mastrangelo, Noli
Mazza, Stefano Monami, Tullio Monini, Carlotta Montefiore Cocchi,
Donata Origo, Bruno Orvieto, Cristina Ottieri, Francesco Palladino,
Matilde Passa, Maria Grazia Picozzi, Massimo Pistacchi, Elisabetta
Veronica Poli, Davide Poznanski, Bianca Riccio, Terenzio Sacchi
Lodispoto, Michela Santoiemma, Daniela e Alessandra Sbrigoli,
Raffaella Spaccarelli, Sara Staccioli Chiarante, Carlotta Staderini
Chiatante, Mario e Marisa Stirpe, Luisa Todini, Rosita Tordi
Castria, Maria Grazia Virzi Scalorbi, Maria Gabriella Vismara
Currò, Ugo Zampetti, Gigliola Zecchi
L’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA RINGRAZIA
Per diventare Mecenate, Benefattore, Donatore o Sostenitore:
www.santacecilia.it alla voce Sostienil’Accademia o scrivi a
[email protected], tel. 06 80 24 25 00-01.Aggiornato al 30
novembre 2011.
SoStieoil’AccAdemiA!
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AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICASala Santa Cecilia
Sabato 3 dicembre - ore 18 - Turno A-A1
Lunedì 5 dicembre - ore 21 - Turno B
Martedì 6 dicembre - ore 19.30 - Turno C
ORCHESTRA DELL’ACCADEMIANAZIONALE DI SANTA CECILIA
kENT NAGANODirettore
ALESSANDRO CARBONAREClarinetto
STAGIONEDI MUSICA SINfONICA
2011-2012
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PRIMA PARTE
fRANZ LISZT(Raiding 1811 - Bayreuth 1886)
Mephistowalzer n. 1:Der Tanz in der
Dorfschenke(Ladanzanellalocandadelvillaggio)da “Due episodi dal
Faust di Nikolaus Lenau”
jEAN-PASCAL BEINTUS(Tolosa 1966)
Concerto per clarinettoGiocosoMisterioso,temporubato(senza
indicazione di tempo)
Commissione dell’Accademia Nazionale di Santa CeciliaPrima
esecuzione assoluta
Durata: 10’ circa
Durata: 20’ circa
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IGOR STRAvINSkIj(Oranienbaum, Pietroburgo 1882 - New York
1971)
PetruškaScene burlesche in quattro quadriversione del 1947
I quadro Lasettimanagrassa-Danzarussa
II quadro NellastanzadiPetruška
III quadro LacameradelMoro-Valzer
IV quadro Lasettimanagrassa-Danzadellebalie
llcontadinoel’orso-Lezingareeilmendicante
Danzadeicocchieri-Lemaschere
RissadelMoroePetruška-LamortediPetruška
L’agenteeilgiocoliere-ApparizionedellospettrodiPetruška
SECONDA PARTE
Durata: 40’ circa
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LE MUSICHE IN PROGRAMMAdi Gianlugi Mattietti
Mephistowalzer n. 1 di LisztIl tema “mefistofelico” si affaccia
nell’opera di Liszt, come contraltare, anche teologico, dei temi
sacri e misticheggianti: «Chi crede in Dio non può mettere in
dubbio l’esistenza del Maligno». Il personaggio di Mefistofele era
già stato protago-nista, nel 1854, dell’ultimo movimento della
Faust-Symphonie, come genio della negazione e della distruzione,
rappresentato musicalmente dalla trasformazione distorta degli
altri temi, e da una fuga grottesca basata su una metamorfosi del
tema d’amore di Faust.Tra il 1859 e il 1861 il compositore lavorò a
una composizione orchestrale basata su due episodi tratti dal Faust
di Nikolaus Lenau, versione della leggenda faustiana assai più
pessimisti-ca e nichilista rispetto a quella di Goethe, perché
immersa in una prospettiva drammatica priva di ogni possibilità di
reden-zione. Nacquero così i DueepisodidalFaustdiLenau, dedicati a
Carl Tausig, uno fra i maggiori pianisti dell’epoca e allievo
prediletto di Liszt. Il primo, intitolato DernächtlicheZug (La
processione notturna) è un Andantemoderatoemesto, dal ca-rattere
cupo e sinistro, dove un lungo tema dei contrabbassi si sviluppa e
sfocia in un lento corale (Pange lingua), che si perde alla fine in
lontananza. Un percorso musicale che evoca il lungo peregrinare di
Faust nella notte, i ricordi del passato perduto, le sue
riflessioni sulla solitudine umana, il suo in-contro con una
processione di pellegrini.Completamente diversa l’atmosfera del
Secondo Episodio, DerTanzinderDorfschenke (La danza nell’osteria di
campagna), assai più movimentato, sarcastico, pieno di lampi
diabolici. Liszt ne riporta il programma in una breve annotazione:
«Vi è una festa di nozze in corso nella locanda del villaggio, con
musica e balli. Faust e Mefistofele passano davanti e sono in-dotti
a entrare e prendere parte alla festa. Mefistofele strappa il
violino dalle mani di un violinista assonnato e da esso trae
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suoni indescrivibili, seducenti e inebrianti. Faust trascina gli
abitanti del villaggio in vortici amorosi e in una danza selvaggia
e in seguito abbandona la sala e va all’aperto, lontano nel bosco.
I suoni del violino diventano sempre più morbidi e l’usignolo
intona un canto d’amore».È questo movimento (Allegro vivace, quasi
Presto) il celeberrimo Mephistowalzer. Le iniziali quinte vuote di
violoncelli e fagotti, con accenti e acciaccature, ri-chiamano i
colpi d’archetto con i quali Mefistofele dà il via alle danze.
Liszt gioca su questi intervalli e altre cellule isolate, per
creare una materia sonora confu-sa, dalla quale prende poco a poco
forma un tema marcato, in la maggiore, pieno di slancio, con forti
accenti e una veemenza rusticana, caratterizzato da ampi salti, e
da un rapidissimo movimento ternario. Quando il grande crescendo
orchestrale, generato da questo tema, improvvisamente si calma,
emerge un secondo tema, in re bemolle maggiore (Unpocomenomosso),
esposto nel registro acuto dai violon-celli: una melodia languida e
sospirosa (le indicazioni sono: “dolce, espressivo, amoroso”),
piena di pause e di sincopi, punteggiata dai disegni “cinguettanti”
dei flauti. Dopo un breve assolo del violino, e uno squar-cio
rapidissimo e leggero come uno Scherzo (Vivacefantastico), il
secondo tema (“amoroso”) viene ripreso da oboe e flauto, va-riato,
e quindi intrecciato col primo tema (“rustico”). Si genera così una
straordinaria fantasmagoria orchestrale che culmina in una danza
frenetica (Wild; selvaggiamente), e poi si dissolve improvvisamente
in una serie di linee isolate (e “dolci”) di vio-loncelli, violini,
e poi ancora del flauto solo, che rimandano chia-ramente alla fuga
di Faust nel bosco e al canto dell’usignolo.Quindi un’ampia cadenza
dell’arpa introduce la coda finale, come un rapido crescendo verso
il fortissimo (Presto-Acceleran-do), o una pagina più elaborata
(Allegromolto), costruita come un progressivo diminuendo verso il
pianissimo, che Liszt com-pose come finale alternativo.
Data di composizione1859 - 1861
Prima esecuzioneWeimar, 8 marzo 1861
DirettoreFranz Liszt
OrganicoOttavino, 2 Flauti, 2 Oboi,Corno inglese, 2 Clarinetti,2
Fagotti, 4 Corni, 2 Trombe,3 Tromboni, Timpani,Percussioni, Arpa,
Archi
MEPHISTOWALZER
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Hans Wildermann. Illustrazione per il Faust di Goethe (1919)
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CD E LIBRI
Liszt: Mephisto-Walzer;MazeppaKodály: HáryJánosSuitekurt Masur
direttoreTeldec 1996
Mephisto-Walzer;Fantasieungheresinn.2e5;FantasiasumelodiepopolariungheresiBerliner
PhilharmonikerHerbert von karajan direttoreShura Cherkassky
pianoforteDGG 1990
“Symphonic Poems”Mephisto-Walzer;Tasso;Prometeo;London
Philharmonic Orchestra, Orchestre de ParisGeorg Solti
direttoreDecca 1986
Michele CampanellaIlmioLisztMilano, Bompiani 2011
Piero RattalinoLiszteilgiardinod’ArmidaTorino, EDT 1993
Richard Wagner, franz LisztEpistolarioWagner-LisztMilano,
Passigli 1983
Il compositore avrebbe voluto pubblicare insieme i due
movimenti, che non hanno tra loro relazio-ni tematiche ma che
creano un preciso percorso drammatico e una serie di studiati
contrasti. Ma, complici le due trascrizioni pianistiche del
Mephi-stowalzer (quella per due pianoforti, realizzata come
trascrizione della partitura orchestrale, e quella so-listica,
concepita come pezzo autonomo e virtuo-sistico, che divenne un
caposaldo della letteratura pianistica), e il grande successo di
questo Secondo Episodio (che fu eseguito per la prima volta a
Wei-mar il 8 marzo 1861) si convinse poi a pubblicarle
separatamente. Il filone “mefistofelico” non si era tuttavia
esaurito con questa composizione. Tra il 1880 e il 1881 Liszt
compose un secondo Mephistowalzer per orchestra, dedicato a Camille
Saint-Saëns (del quale aveva già trascritto per pianoforte la
celebre Dansemacabre), basato ancora sul contrasto tra la
dimensione dia-bolica e quella sensuale, ma con un approccio più
sperimentale, soprattutto sotto il profilo della scrit-tura
armonica (anche questa pagina fu poi trascritta per pianoforte e
per pianoforte a quattro mani).Armonicamente audaci sono anche i
due successivi Mephi-stowalzer per pianoforte (il Terzo nel 1883,
il Quarto nel 1885, ma rimasto incompiuto), così come la
Bagatellesanstonalité (che fu pure inizialmente intitolata
Mephistowalzer), dove la sintassi tonale viene portata al limite,
con soluzioni che sem-brano anticipare Skrjabin, come in un ultimo,
diabolico giro di valzer.
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Il Concerto per clarinetto di BeintusJean-Pascal Beintus si è
affermato nel mondo dell’industria ci-nematografica, come versatile
compositore di colonne sonore e abilissimo orchestratore. Ha
scritto ad esempio le musiche per il film Volpone di Frédéric
Auburtin, ispirato all’omonima commedia di Ben Jonson, e quelle per
il film L’undicesimaora, documentario di tematica ambientalista
prodotto e narrato da Leonardo DiCaprio. Ha orchestrato le colonne
sonore di Alexandre Desplat per HarryPotter e Twilight, per
Syriana, TheQueen, The Painted Veil (film che ha anche vinto il
Golden Globe nel 2007 per la colonna sonora), TheGhostWriter,
TheKing’sSpeech. Ma la produzione musicale di Beintus è assai più
vasta, e il suo catalogo annovera numerose composizioni per
orchestra.
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Nato a Toulouse nel 1966, ha studiato contrabbas-so e
composizione al Conservatorio di Nizza, poi a Lione e a Parigi. È
stato primo contrabbasso nell’or-chestra dell’Opéra di Lione, ed è
lì che Kent Nagano ne ha scoperto il talento compositivo. Sono
arrivate così le prime commissioni, e la sua fama è cresciuta
grazie ad un linguaggio orchestrale solido e accatti-vante,
impermeabile alle seduzioni dell’avanguardia, caratterizzato da una
grande fantasia timbrica e da una sapien-te costruzione armonica.
Una musica dalla forte carica comuni-cativa, che presenta sempre
una narrazione sottotraccia, quan-do non un vero e proprio
programma, tratto da spunti letterari, ma soprattutto da fatti
storici e di attualità. Ne sono esempiCaliforniaStateManzanar:
AnAmericanStory, dedicato al cam-po nel quale, durante la Seconda
Guerra Mondiale, il governo degli Stati Uniti internò più di
centomila giapponesi; LunaTree, pezzo per voce e orchestra ispirato
alla battaglia dell’ecologista Julia Hill, che rimase per due anni
su una sequoia (battezzata Luna) per impedirne l’abbattimento;
KobeSymphony, un poe-ma sinfonico per strumenti tradizionali
giapponesi e grande orchestra, ispirato al terremoto avvenuto nella
città giapponese nel 1995; WolfTracks, lavoro ispirato ancora a
tematiche ecolo-giste, nel quale si sono cimentati come voce
recitante Bill Clin-ton, Mikhail Gorbaciov, Sophia Loren, Antonio
Banderas (il cd inciso dalla Pentatone ha vinto un Grammy Award nel
2004).Numerose sono anche le composizioni concertanti nel suo
catalogo, che dimostrano una grande attenzione per le possi-bilità
tecniche e espressive dei singoli strumenti, a partire dal
contrabbasso al quale ha dedicato un concerto intitolato Sam-skara.
Poi sono venuti LePetitPrince, per violino e orchestra da camera,
Cordesetlames per marimba e archi,
He’sGotRhythm:HomagetoGeorgeGershwin, variazioni per due pianoforti
e or-chestra (scritto nel 2000 per i Berliner Philharmoniker e
diretto da Nagano alla Waldbühne di Berlino), Couleurs cuivres, una
suite per quintetto di ottoni e orchestra di fiati, nata dal
desi-derio di dare una caratterizzazione “nobile” e lirica anche
agli strumenti a fiato.
OrganicoOttavino,3 Flauti (Flauto contralto),2 Oboi, 2 Fagotti,4
Corni, 2 Tromboni, Basso tuba,Timpani, Percussioni,Arpa, Celesta,
Archi
CONCERTOPER CLARINETTO
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Beintus non poteva rimanere insensibile alla richiesta di
com-porre un Concerto per clarinetto, fattagli da Alessandro
Carbo-nare (dal 2003 primo clarinetto dell’Orchestra di Santa
Cecilia, ma per anni suo collega nell’Orchestra di Lione): “Se si
guarda il catalogo dei grandi compositori del passato, vediamo che
la maggior parte delle opere concertanti sono potute nascere
gra-zie agli incontri, probabili o imprevisti, con degli
strumentisti fuori dal comune. Ogni epoca della storia della musica
presenta dei musicisti che apportano una nuova prospettiva al loro
stru-mento. Ne spingono all’estremo i limiti tecnici ed espressivi,
e il loro nome resta per sempre associato a questo oggetto
musi-cale che portano con sé ogni giorno, di solito sin
dall’infanzia. Questo nuovo Concerto è innanzitutto un omaggio a
uno dei più grandi clarinettisti del nostro tempo. Ho conosciuto
Alessandro Carbonare sin dal suo debutto nella fossa dell’Opéra di
Lione, dove siamo stati colleghi. Dal mio leggio di contrabbassista
ho
Georges Braque.TheClarinet (1913).
The Museumof Modern Arts,
New York.
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potuto ammirare la sua sensibilità, la sua arte nel raddoppiare
le linee vocali, la sua finezza di esecuzione, molto latina, le sue
im-mense qualità sonore e la sua tecnica infallibile. Ho seguito
con ammirazione lo sviluppo della sua grande carriera in Francia e
in tutti i palcoscenici del mondo, il suo ritorno in Italia, come
prima parte nella meravigliosa Orchestra dell’Accademia Nazionale
di Santa Cecilia. Rimane, dopo il periodo di attività
nell’Orchestre National de France, il più francese degli italiani
ad ancia sempli-ce. Alessandro è il miglior rappresentante della
grande scuola francese di clarinetto fuori dalla Francia! Con
grande sottigliezza, sa mescolare tutte le qualità e le seduzioni
itineranti tra Parigi e Roma. Il suo universo musicale, così ricco
e vario, che va dai re-pertori colti dei secoli passati alle
partiture contemporanee, dai colori aristocratici del jazz alla
chiassosa musica klezmer, non può essere per me che una feconda
fonte di ispirazione. Analo-gamente al personaggio di Alessandro
Carbonare, questo nuovo pezzo è aperto a tutte le influenze,
rifiuta percorsi univoci, ma non rigetta la nostra storia musicale.
Il mio lavoro quotidiano nel campo del cinema, esige che io mi
adatti alle immagini. Per questo Concerto in tre movimenti, vi
lascio liberi di immaginare tutte le scenografie e gli sviluppi di
possibili sceneggiature… ”.Ci sono però anche delle immagini
precise dietro la composi-zione di questo Concerto, che vengono dal
mondo dell’arte. Il primo movimento (Giocoso) è stato stimolato
infatti dalla pittu-ra cubista, da alcuni dipinti di Picasso e di
Braque che Beintus ha visto al Beaubourg, e che gli hanno suggerito
l’idea di ap-plicare un processo di decostruzione alla melodia del
clarinet-to, progressivamente smontata in diverse cellule (“un’idea
che sembra essere piaciuta molto ad Alessandro!”). Così il tema
principale, caratterizzato da plastici salti discendenti, e
affida-to al solista sullo sfondo di una trama di semicrome
ribattute degli archi, inizialmente si sviluppa con ampi disegni,
poi co-mincia come a smembrarsi, prima in una serie di figure
“stac-cate”, accompagnate dal pizzicato degli archi, poi in
sequenze meccaniche e ripetitive, e alla fine viene ripreso nella
sua for-ma originaria, ma dai violini e dalla celesta (la celesta,
insieme all’arpa, costituisce una sorta di alterego del clarinetto,
perché
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si alterna con i suoi segmenti tematici creando atmosfere
ma-giche e sospese).Negli altri movimenti Beintus ha inserito
elementi jazz e klez-mer, raccogliendo un suggerimento di
Carbonare. All’inizio del secondo movimento (Misterioso, tempo
rubato) il clarinetto traccia dei disegni lenti, per intervalli
ascendenti (freely), su un seducente tappeto armonico degli archi
divisi, poi si lancia in una improvvisazione (jazzy swing), anche
con alcuni glissati, su un “walking” pizzicato dei contrabbassi.
Venature jazz sono presenti anche nel resto del movimento, ma in
uno stile più classico: il solista si esibisce in una serie di
figurazioni virtuo-sistiche all’interno di un’ampia arcata che
prende le mosse da una sensuale melopea nel registro grave (warmly)
e si proietta nell’acuto, su uno sfondo orchestrale di accordi
ripetuti e mor-bide pulsazioni dei timpani (“Ho voluto lasciar
molto spazio ad Alessandro affinché potesse esprimersi attraverso
tutti i re-gistri del clarinetto”).L’inizio del terzo movimento
prende ancora spunto da un mo-vimento pittorico: Beintus crea
infatti una trama puntillistica, quasi weberniana, fatta di suoni
isolati di archi (pizzicati), flau-ti, oboi, celesta e arpa. Trama
subito ripresa dal clarinetto che vi imprime una progressiva
accelerazione, e tratteggia brevi, rapide figure che alla fine
sfociano in un lungo arabesco, dal carattere debussyano. Le brevi
punteggiature degli strumentini risuonano come richiami di natura,
e poi si coagulano in una trama orchestrale, caleidoscopica, che
richiama il raveliano Da-phnisetChloé. Quando questo ordito si fa
improvvisamente più rarefatto, e pervaso da cupi bagliori, la linea
solistica assume un profilo modale, orientaleggiante, pieno di
acciaccature, va-gamente ispirato allo stile klezmer. La ripresa
del lungo ara-besco nel clarinetto conclude il Concerto in una
dimensione sonora iridescente, accompagnata da brevi, rapide
pennellate orchestrali.
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Petruška di StravinskijDopo il successo dell’Uccello di fuoco,
Stravinskij cominciò a progettare la Sagra della primavera. Quasi
per distrarsi, nell’agosto del 1910, ebbe l’idea di scrivere un
pezzo da concerto per pianoforte e orchestra: “Componendo questa
musica – scrive nelle Cronachedellamiavita – avevo nettamente la
visione di un burattino scatenato che, con le sue diaboliche
cascate di arpeggi, esaspera la pazienza dell’orchestra, la quale a
sua volta gli replica con minacciose fanfare. Ne segue una
terribile zuffa che, giunta al suo parossismo, si conclude con
l’ac-casciarsi doloroso e lamentevole del povero buratti-no”. Poi
trovò il personaggio che si adattava perfet-tamente con questo
soggetto: “Un giorno ebbi un sussulto di gioia. Petruška! L’eterno
infelice eroe di tutte le fiere, di tutti i paesi! Era questo che
volevo, avevo trovato il mio titolo”. A
Data di composizione1910-1911(revisione 1946-1947)
Prima esecuzioneParigi, 13 giugno 1911
DirettorePierre Monteux
OrganicoOttavino, 3 Flauti,2 Oboi, Corno inglese3 Clarinetti,
Clarinetto basso2 Fagotti, Controfagotto,4 Corni, 3 Trombe,3
Tromboni, Tuba,Timpani, Percussioni, Arpa,Pianoforte, Celesta,
Archi
PETRUŠkA
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Sergej Diaghilev e Igor Stravinskij
(al pianoforte). Disegno a penna di
D. Dupont (1915).
Sergej Diaghilev, che in autunno gli fece visita sul lago di
Gi-nevra, Stravinskij fece ascoltare il nuovo pezzo. Diaghilev ne
fu entusiasta e convinse il compositore a trasformare quella musica
in un nuovo balletto. Petruška è un burattino del tea-tro popolare
russo, presente negli antichi spettacoli di canta-storie (gli
skomorochi), un personaggio spavaldo e manesco, dal linguaggio
schietto, che però nella trama elaborata insie-me da Stravinskij e
Diaghilev assunse caratteri insieme più in-timistici e più tragici,
con molti punti di contatto con Pierrot e anche con Pinocchio, come
un “essere” inanimato che prova il desiderio impossibile di una
vita umana.La vicenda è ambientata a Pietroburgo, nella piazza
dell’Ammi-ragliato, durante le feste della settimana grassa: in
mezzo a una folla chiassosa e variopinta, un Ciarlatano presenta al
pubblico i suoi burattini animati, Petruška, la Ballerina e il
Moro. Il più sensibile è Petruška che si innamora della Ballerina.
Lei però
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gli preferisce l’ottuso ma prestante Moro, che alla fine uccide
Petruška in mezzo alla confusione del Carnevale.Il compositore
portò a termine la partitura nel maggio del 1911, e il balletto
andò in scena il 13 giugno 1911 al Théâtre du Châtelet di Parigi,
con le innovative coreografie di Michel Fokine, con due interpreti
prestigiosi come Nijinski e la Kar-savina, con le coloratissime
scenografie di Alexandre Benois, e con Pierre Monteux sul podio.
L’intersecarsi dei personaggi sulla piazza con quelli del teatrino,
la dimensione del meta-teatro, l’atmosfera festosa che acutizza il
dramma persona-le, costituirono meccanismi molto efficaci per dare
sostanza drammatica alla vicenda. L’idea delle emozioni
imprigionate nel corpo di una marionetta suggerì anche a
Stravinskij l’uso di materiali musicali di tipo meccanico,
ripetitivi, il gusto per sonorità aspre, dissonanti, percussive,
facendolo approdare ad un linguaggio musicale assai più moderno e
antiromantico rispetto a quello dell’Uccellodifuoco, e lontano da
ogni sugge-stione esotica e favolistica.Stravinskij usa un grande
organico orchestrale (con legni e ot-toni per quattro) ma giocando
sulla contrapposizione di bloc-chi sonori, prediligendo timbri
stridenti, cercando di imitare il suono delle orchestrine popolari
o degli organetti di Barbe-ria. Abbandona anche la sintassi tonale,
insieme con la logi-ca dell’elaborazione tematica e dello sviluppo,
per creare un struttura formale di tipo paratattico, elimina le
cadenze (cre-ando così un effetto di continua sospensione),
sostituisce le funzioni tonali con strutture armoniche polarizzate.
Anche se usa materiali più diatonici che cromatici, il continuo
gioco di incastri e sovrapposizioni crea risultati politonali, e
complessi reticoli sonori, accentuati anche dai continui
cambiamenti di metro, che anticipano la ritmica del Sacre.Nella
partitura di Petruška Stravinskij intesse insieme una gran-de
varietà di motivi, stilisticamente assai diversi, e sempre
ato-mizzati, privi di ramificazioni, montati come in un collage: la
musica da fiera, popolaresca e sfrenata, echi di canzonette e di
marce, valzer e polke, musiche da cabaret e temi bandisti-ci, in
uno straniante caleidoscopio sonoro. L’animazione e la
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confusione della piazza pervade tutto il primo quadro
(Lafie-radellasettimanagrassa): nell’introduzione (Vivace)
Stravinskij stratifica tremoli di corni e clarinetti con motivi e
formule ripe-titive, creando una fascia sonora densa, brulicante,
carica di tensione, che sfocia in una grande fanfara di tutta
l’orchestra (su un tema liturgico della Pasqua, conosciuto come il
canto dei Volocebniki), che accompagna il passaggio di un gruppo di
ubriachi. Nel caos della festa affiora anche l’imitazione di un
organetto, affidata a due clarinetti all’ottava, e la citazione di
una sguaiata chanson francese (“Elle avait une jambe de bois”),
intonata delicatamente da flauti e clarinetti (poi anche dalla
tromba) e punteggiata dal triangolo (poi anche dal Glocken-spiel).
Un poderoso rullo di tamburi attrae l’attenzione della folla sul
teatrino del Ciarlatano (Lento): i disegni cupi di fagotti,
controfagotto e contrabbassi, gli arpeggi dell’arpa e della
cele-sta, gli armonici degli archi e una cadenza incantatoria del
flau-to disegnano un’atmosfera improvvisamente misteriosa, che
introduce la DanzaRussa (Allegrogiusto) – il flauto del Ciarla-
Mikhail Larionov.SergejDiaghilevdietrolequintementreosserva
iballerini.Londra, collezione
Nikita e Nina Lobanov-Rostovsky
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CD
“Boulez
Strawinsky”Petruška,L’uccellodifuoco,LeChantdurossignol,Scherzofantastique,LeRoidesétoilesChicago
Symphony OrchestraCleveland OrchestraEnsemble
IntercontemporainPierre BoulezdirettoreDGG 2010 (6 cd)
“The Ballets”Petruška;L’uccellodifuoco;ApolloCity Of
BirminghamSymphony OrchestraSimon RattledirettoreEmi 2009 (2
cd)
Stravinskij: PetruškaBartók: IlmandarinomiracolosoLondon
Symphony Orchestrakent Nagano direttoreErato 2008
tano anima i tre burattini che cominciano a danzare di fronte al
pubblico stupefatto –, pagina brillante, vigorosa, omoritmica,
basata su sequenze parallele di accordi martellanti, nella quale
comincia ad emer-gere il ruolo concertante del pianoforte.Questo
strumento acquista un vero e proprio ri-lievo solistico nel secondo
quadro (nella stanza di Petruška) che corrisponde anche
all’iniziale parti-tura del Konzertstück. Dopo un prolungato rullo
di tamburo, troviamo Petruška solo coi suoi pensieri. Tutto il suo
carattere è concentrato in una breve cel-lula affidata a due
arpeggi sovrapposti dei clarinetti, un insieme dissonante, che si
insinua spesso nella trama della partitura, come una specie di
Leitmotiv. Poi emergono gli altri stati d’animo di Petruška: la
rabbia, che esplode in un fortissimo di tutta l’orche-stra
(Furioso), dominato da un arpeggio discendente di tromba e cornetta
(con sordina); i pensieri amorosi rivolti alla Ballerina, resi da
un melodizzare dolce e malinconico del flauto (Andantino); la sua
goffa gioia che esplode all’ingresso della Ballerina (Allegro) e
che si interrompe dopo 13 battute con l’uscita di scena della
stessa.Il tamburo introduce anche il terzo quadro che descrive
inve-ce il Moro nella sua stanza, attraverso una rapida alternanza
di gesti violenti e pesanti (Ferocestringendo), squarci sinistri,
break improvvisi, una danza dal sapore orientale, affidata a
clarinetto e clarinetto basso, accompagnati da piatti e gran-cassa,
un motivo inquietante del corno inglese. Assai più se-rena la danza
della Ballerina (Allegro), una spigliata melodia della cornetta a
pistoni accompagnata dal tamburo. Poi in-sieme la Ballerina e il
Moro avviano un valzer, basato su due temi distinti: il primo
(Lento cantabile), in mi bemolle mag-giore, intonato da cornetta e
flauto (“cantabile sentimental-mente”) accompagnati dagli arpeggi
del fagotto; il secondo (Allegretto), in si maggiore, affidato ai
flauti e alle arpe. Anche qui Stravinskij crea un sofisticato gioco
combinatorio, sovrap-ponendo questi due temi con quelli del Moro,
mescolando
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20
quindi insieme motivi ternari e binari, e ottenendo in questo
modo una dimensione sonora di estrema tensione con ma-teriali in sé
piuttosto neutri. Il pas de deux della Ballerina e del Moro è
bruscamente interrotto dall’arrivo di Petruška, che piomba nella
stanza per opporsi alla tresca, con il suo tema “gridato” dalla
tromba. Ma il Moro lo affronta con la scimitar-ra e lo insegue, su
un movimento rapido e staccato di archi e legni, che si conclude
con violenti accordi sincopati.Il tamburo introduce ancora l’ultimo
quadro (Lafieradell’ul-timogiornodiCarnevale) che riporta al
brulichio orchestrale della festa, trasformato qui nel suono
fluttuante di una grande fisarmonica. Su questo sfondo orchestrale
Stravinskij innesta una serie di danze, molto colorite, basate su
temi tratti da va-rie raccolte di melodie popolari russe: la danza
agile e leggera delle Balie (Allegretto) sul motivo tradizionale
“Lungo la via Piterskai’a”, introdotta dall’oboe, e seguita da uno
spensiera-to refrain; la danza dell’orso (Sostenuto) caratterizzata
da un incedere lento e pesante e da un motivo dissonante dei
clari-
Alexandre Benois.Bozzetto della scenografia di
Petruška.1951
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21
netti; la scenetta delle zingare e del venditore am-bulante, su
un tema staccato e saltellante, scandito con forza dagli archi; la
Danzadeicocchieri (Mode-rato), basata su un tema molto ritmato e
accentato, prima suddiviso tra trombe, archi, tromboni e cor-ni,
poi ripreso da tutta l’orchestra, anche in forma di canone, in un
crescendo martellante; l’ingresso dei saltimbanchi e delle maschere
(Agitato) su una trama veloce volatile di archi e legni nella quale
si in-nesta un pesante, drammatico motivo degli ottoni. Questo
crescendo sfocia alla fine in un assolo della tromba: è Petruška
che irrompe sulla scena, inseguito dal Moro che lo raggiunge e lo
colpisce a morte, fra l’orrore dei presenti ai quali il Ciarlatano
spiega che si tratta solo di una marionetta, mostrando la testa di
legno e il corpo pieno di segatura.Resta alla fine una trama
uniforme dei corni, sulla quale ritor-na il tema della tromba (con
sordina), livido e agghiacciante: questa volta è il fantasma di
Petruška che compare sul tetto del teatrino, facendo sberleffi.
Mentre il sipario si chiude su un enigmatico motivo di quattro note
pizzicate degli archi (Moltopiùlento).
LIBRI
Igor Stravinskij e Robert CraftRicordiecommentiAdelphi, Milano
2008
Igor StravinskijCronachedellamiavitaSE, Milano 2006
Paolo CastaldiInnomedelpadre:riflessionesuStrawinskyAdelphi,
Milano 2005
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LE ESECUZIONI A SANTA CECILIA
MEPHISTOWALZER N. 1 DI LISZT
1911 Camille Chevillard (Orchestre Lamoureux), vasilij Il’iè
Sa-fonov; 1927 Emil Cooper; 1935 Edmund von Borck; 1949 Igor
Markevitch; 1970 Paul Paray; 1979 Peter Maag; 1986 András Ligeti
(Orchestra e Coro della Radio di Budapest); 1999 Ivan fischer.
PETRUŠkA DI STRAvINSkIj
1915 Alfredo Casella; 1916 Arturo Toscanini; 1919, 1923, 1924,
1925 Bernardino Molinari; 1929 ferruccio Calusio; 1930 Bernar-dino
Molinari; 1931 Pierre Monteux; 1934 Bernardino Molinari, victor De
Sabata; 1935 Bernardino Molinari; 1937 fritz Reiner; 1938 ferruccio
Calusio; 1939 Bernardino Molinari 1941 Angelo Questa; 1945 fernando
Previtali; 1946 Otto klemperer; 1947 An-tonio Pedrotti; 1951 Igor
Stravinskij; 1954 Bruno Maderna; 1956, 1958 Massimo Pradella; 1960
Carlo franci; 1964 Giampiero Ta-verna; 1971 Carlo franci; 1974
Stanislaw Skrowacewski; 1978 Gennadij Roždestvenskij; 1982
Gabriele ferro; 1985 Christoph von Dohnányi; 1986 Yuri Temirkanov;
1987 Witold Rowicki; 1990 john Nelson; 1991 Stephen Harrap; 1993
Riccardo Chailly; 1996 Lukas foss; 1997 Sylvain Cambreling; 2000
Hans vonk; 2002 Sylvain Cambreling (SWR Sinfonieorchester
Baden-Baden und Freiburg); 2002 Yutaka Sado; 2009 Ingo
Metzmacher.
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GLI INTERPRETI
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kENT NAGANO
kent Nagano è tra i più apprezzati interpreti sia del
re-pertorio operistico che di quello sinfonico ed è ospi-te
regolare delle maggiori orchestre del mondo. At-tualmente è
Direttore Musicale della Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera
e Direttore Musicale dell’Orchestra Sinfonica di Montréal. La
scorsa stagio-ne a Monaco ha diretto, tra l’altro,
L’Enfantetlessorti-lèges di Ravel, DerZwerg di Zemlinsky e
SaintFrançoisd’Assise di Messiaen, opera con la quale ha raggiunto
la notorietà nel 1984, quando il compositore francese lo scelse
come assistente di Seiji Ozawa per la prima esecuzione assoluta.
Per questa stagione sono previ-ste nuove produzioni di Wozzeck e
Lohengrin.Nagano ha inoltre ricoperto i ruoli di Direttore
Mu-sicale della Berkeley Symphony Orchestra dal 1978
al 2009, dell’Opéra National de Lyon dal 1988 al 1998, della
Hal-lé Orchestra dal 1991 al 2000, della Los Angeles Opera dal 2003
al 2005, ed è stato Direttore Artistico e Musicale del Deutsches
Sym-phonie-Orchester di Berlino dal 2000 al 2006; al termine del
suo mandato l’Orchestra lo ha nominato Direttore onorario. Ha
inol-tre diretto le maggiori orchestre del mondo: Berliner e Wiener
Phil-harmoniker, New York Philharmonic, Chicago Symphony Orchestra,
National Symphony Orchestra, Orchestra dell’Accademia Nazionale di
Santa Cecilia e Dresdner Staatskapelle. Kent Nagano ha al suo
attivo un ampio catalogo discografico in cui fi-gurano titoli come
BillyBudd di Britten con Thomas Hampson, SaintFrançoisd’Assise e
Turangalîla-symphonie di Messiaen con i Berliner Philharmoniker,
DoktorFaust di Busoni con l’Opéra National de Lyon (Grammy Award,
2000), Idomeneo, Lohengrin e la QuartaSinfonia di Bruckner con
l’Orchestra di Stato Bavarese. Per la Deutsche Gram-mophon ha
inciso Three Sisters di Eötvös e la WhiteHouseCanta-ta di
Bernstein. Recentemente il direttore californiano, alla guida del
Deutsches Symphonie-Orchester di Berlino, ha vinto un altro Gram-my
(nella categoria “migliore incisione d’opera”) per L’amourdeloin di
Kaija Saariaho (Harmonia Mundi). Ospite abituale di Santa Cecilia
fin dal 1986, la sua ultima presenza nei cartelloni dell’Accademia
risa-le alla scorsa stagione con la MessaindominoreK.427 di
Mozart
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ALESSANDRO CARBONARE
Primo clarinetto dell’Orchestra dell’Accademia Na-zionale di
Santa Cecilia dal 2003, Alessandro Carbo-nare ha vissuto a Parigi,
dove per 15 anni ha occupa-to il posto di Primo clarinetto solista
dell’Orchestre National de France. Ha collaborato anche con la
Fi-larmonica di Berlino.Si è imposto nei più importanti concorsi
internazio-nali. È stato vincitore di due Diapason d’oro
disco-grafici. Appassionato cultore della musica da camera è da
sempre membro del Quintetto Bibiena.Ha registrato gran parte del
repertorio per Harmo-nia Mundi e JVC Victor dando anche grande
impul-so alla nuova musica per clarinetto, commissionan-do nuovi
concerti a Ivan Fedele, Salvatore Sciarrino, Luis De Pablo e Claude
Bolling.Guest professor alla Juilliard School di New York e al
Royal College of Music di Londra ha fatto parte delle giurie di
tutti i più importan-ti concorsi internazionali per il suo
strumento. Su personale invito di Claudio Abbado ora occupa il
posto di Primo clarinetto nell’Orchestra del Festival di Lucerna e
nell’Orchestra Mozart.Con il Maestro Abbado ha recentemente
eseguito e registrato per Deutsche Grammophon il ConcertoK.622 al
clarinetto di bassetto, e recentemente è uscito per Decca il suo
Cd: TheartoftheClarinet.Da sempre attratto non solo dalla musica
“classica”, da alcuni anni si esibisce con il pianista jazz Enrico
Pieranunzi anche in programmi “alternativi”. Il suo impegno sociale
lo vede presente a sostenere progetti che pos-sano contribuire al
miglioramento della società attraverso l’educazio-ne musicale: ha
infatti assistito Claudio Abbado nel progetto sociale
dell’Orchestra Simón Bolívar e delle orchestre giovanili del
Venezue-la. Recentemente ha collaborato come Primo clarinetto con
la New York Philharmonic Orchestra e con la Chicago Symphony
Orchestra.È professore all’Accademia Chigiana di
Siena.www.carbonare.com.
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ANTONIO PAPPANODiRettoRe MuSiCAle
CARLO RIZZARIdirettore assistente
vIOLINI PRIMICarlo Maria Parazzoli*, Ruggiero Sfregola, Marlene
Prodigo,Elena La Montagna, Nicola Lolli, Margherita Ceccarelli,
Roberto Saluzzi,Fiorenza Ginanneschi, Roberto Granci, Paolo
Piomboni, Barbara Castelli,Kaoru Kanda, Jalle Feest, Daria
Leuzinger, Fabrizio Falasca,Tania Mazzetti, Roberto Baldinelli,
Catalina Sureda Colombram
vIOLINI SECONDIAlberto Mina*, David Romano*, Ingrid Belli,
Rosario Genovese,Leonardo Micucci, Lavinia Morelli, Pierluigi
CapicchioniRiccardo Piccirilli, Daniele Ciccolini, Andrea
Vicari,Maria Tomasella Papais, Cristina Puca, Giovanni Bruno
Galvani,Rocco Malagoli, Brunella Zanti, Svetlana Norkina
vIOLERaffaele Mallozzi*, Simone Briatore*, Sylvia Mayinger,
Michael Kornel,Sara Simoncini, Carla Santini, Fabio Catania, Ilona
Balint,Andrea Alpestre, Lorenzo Falconi, Stefano Trevisan, David
Bursack,Luca Manfredi, Federico Marchetti
vIOLONCELLILuigi Piovano*, Gabriele Geminiani*, Carlo Onori,
Diego Romano,Francesco Storino, Bernardino Penazzi, Francesco Di
Donna,Matteo Michele Bettinelli, Sara Gentile, Giacomo Menna,
Danilo Squitieri
CONTRABBASSIAntonio Sciancalepore*, Libero Lanzilotta*, Anita
Mazzantini,Simona Iemmolo, Paolo Marzo, Andrea Pighi, Piero Franco
Cardarelli,Enrico Rosini, Paolo Cocchi, Nicola Cascelli
*Prime parti soliste. N.B.: le prime parti del concerto odierno
sono evidenziate in neretto
ORCHESTRADELL’ACCADEMIA NAZIONALEDI SANTA CECILIA
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fLAUTICarlo Tamponi*, Andrea Oliva*, Nicola Protani, Elisa
BoschiOttavino: Davide Ferrario
OBOIPaolo Pollastri*, Francesco Di Rosa*, Anna Rita
Argentieri
CORNO INGLESEMaria Irsara
CLARINETTIStefano Novelli*, Alessandro Carbonare*, Simone
SirugoClarinettobasso: Dario Goracci
fAGOTTIfrancesco Bossone*, Andrea Zucco*, Fabio
AngelettiControfagotto: Alessandro Ghibaudo
CORNIAlessio Allegrini*, Guglielmo Pellarin*, Marco
Bellucci,Arcangelo Losavio, Luca Agus, Fabio Frapparelli, Giuseppe
Accardi
TROMBEAndrea Lucchi*, Omar Tomasoni*, Ermanno Ottaviani,Vincenzo
Camaglia, Antonio Ruggeri
TROMBONIBasilio Sanfilippo*, Andrea Conti*, Agostino
SperaTrombonebasso:Maurizio Persia
TUBAGianluca Grosso
ARPECinzia Maurizio*, Margherita Bassani*
TIMPANIEnrico Calini*, Antonio Catone*
PERCUSSIONIMarco Bugarini, Edoardo Albino Giachino, Andrea
Santarsiere
PIANOfORTEfrancesco Buccarella*
CELESTADaniele Rossi*
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PremiazioneMaestro dell’Economia Roma, 4 dicembre 2011Auditorium
Parco della MusicaSala Petrassi
Presiede la Cerimonia Giancarlo CremonesiPresidente della CCIAA
di Roma
Presenta Ramona Badescu
Programmaore 9.30 Registrazione dei partecipantiore 10.00
Concertoore 10.30 Cerimonia di Premiazioneore 12.00 Performance di
Max Giusti
INFO [email protected]
ore 12.45 Conclusione della cerimonia e aperitivo nel Foyer
Ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili
Concerto di apertura
Recital VocaleCelebri Arie d’Opera
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hélènegrimaudven 9 ore 20.30 turno V-Z Sala Sinopoli
Hélène Grimaud pianofortemozart Sonata K. 310 | berg Sonata op.
1 | liszt Sonata in si minorebartók 6 Danze popolari rumene
prossimi concertidicembre
Sala Santa Cecilia
sab 10 ore 18 turno A-A1 | lun 12 ore 21 turno B | mar 13 ore
19.30 turno C
Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa CeciliaStéphane
Denève direttore | Enrico Dindo violoncelloravel Le Tombeau du
Couperinsaint-saëns Concerto per violoncello n. 1roussel Sinfonia
n. 3ravel Boléro
ravelboléro