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VENERDÌ 2 DICEMBRE 2 01 6
La Settimana2
Leonardo Cazzanigaera pronto a morire pur dinon far pagare alla
suacompagna le conseguenzedelle loro azioni. Ormaiaveva capito di
esserearrivato al capolinea evoleva uscire alla grandeprendendosi
tutte le colpe.Un ultimo sacrificio estremo
SARONNO (pil) Lui decidevadella vita o della morte dei pa-zienti
che arrivavano in codicerosso al Pronto soccorso di Sa-ronno,
adottando quello che or-mai era conosciuto come il«Protocollo
Cazzaniga». Marte-dì mattina gli amanti diabolicisono stati
arrestati. L eonardoCazz aniga, 61 anni, di Rovel-lasca, separato,
fino a un anno faera anestesista e vice primario alPronto soccorso
di Saronno, poiera stato trasferito ad Angera suordine della nuova
Direzionesanitaria che sapeva dell’inchie -sta. La compagna è Laura
Ta-ro n i, 40 anni, madre di duebambini di 8 e 12 anni, infer-miera
nello stesso reparto, poiassegnata altrove.
Uccidevano con i farmaci: almedico sono attribuiti
quattroomicidi, questi quelli accertati,ma i casi sospetti
sarebbero unadozzina, mentre entrambi sonoaccusati in concorso
dell'omi-cidio di Massimo Guerra, ma-rito dell'infermiera. Aveva 45
an-ni. Quando i militari lo hannoportato in ospedale per pren-dere
alcuni documenti il medicoha chiesto di portare via anche
una sua antologia di autori clas-sici greci. E' sceso dall'auto
ci-vetta accompagnato dai cara-binieri del Nucleo Operativo
Ra-diomobile di Saronno mostran-dosi tranquillo, accennandouna
specie di sorriso e all'uscita,una volta in auto, ha fatto uncenno
della mano quasi a sa-lutare i fotografi e i giornalisti.
Ci sono voluti quasi due annidi indagini e oltre 150
testimoniascoltati per chiudere le inda-gini. I quattro omicidi
attribuiti
La coppia diabolica amava«giocare» con la vita e la morte
OPERAZIONE ANGELI E DEMONI
al medico, secondo l’accusa, so-no stati commessi il 18
febbraio2012, il 30 aprile 2012, il 15 feb-braio 2013 e il 9 aprile
2013. Levittime sono Giuseppe Verga-ni,74 anni, Luigia Lattuada,
77,Antonino Isgró, 93, Ang eloL auria, 69. Si trattava di
personeanziane e malate, alle quali ilmedico, aveva secondo l’a c
cu sa,somministrato dosi letali di far-maci per via endovenosa, in
so-vradosaggio e in rapida succes-sione tra di loro. I farmaci
uti-
lizzati erano stati clorpromazi-na, midazolam, morfina,
propo-fol e promazina. Il medico lofaceva alla luce del sole
met-tendo nero su bianco sulle car-telle cliniche il suo operato.
E’escluso il movente economico.Il medico usava riferirsi a
unproprio protocollo per il trat-tamento dei malati per lui ter-m i
na l i .
L’omicidio del marito dell’in -fermiera è invece avvenuto il
30giugno 2013. Secondo l’accusa ilmedico e l’infermiera
avevanosomministrato a Guerra (che eraimprenditore agricolo) per
unlungo periodo, farmaci assolu-tamente incongrui rispetto allesue
reali condizioni di salute,debilitandolo fino ad arrivare al-la
morte. Sono sconcertanti lepagine che descrivono il delitto.Secondo
la tesi accusatoria ladonna ha alterato con farmaci isuoi pasti
facendolo sentire ma-le più volte e convincendolo diessere malato
di diabete, in real-tà era un uomo sano. Cazzanigaavrebbe inoltre
falsificato reper-ti medici con l’intento di farlocredere sempre
più malato.
Stessa sorte sarebbe toccata
KILLER
alla madre della Taroni, Ma r iaRita Clerici, che non era d’ac
-cordo sulla loro relazione. Nelgiro di pochi mesi nella famigliad
e l l’infermiera ci sono stati piùdecessi, tra cui quello di uno
zio,Nazareno Guerra, fratello delpadre del marito, finito nel
li-quame nell’azienda di famigliail 24 agosto 2013. L’i ndagi
ne,
battezzata «Angeli e Demoni», èiniziata in seguito alla
denunciadi un’infermiera, nel giugno2014, ed è stata svolta dal
NucleoOperativo guidato dal luogote-nente Salvatore Carrà al
co-mando del capitano Gius eppeRe gina, ora in servizio al Co-mando
provinciale di Bergamo.Il nucleo operativo di Polizia
DA OGGI E IN TUTTE LE MESSE DOMENICALI
«Preghiamo per le vittime, i colleghi,gli inquirenti, l’ospedale
e la città»DALLA PRIMA
nostri momenti più fragili, sforzandosi di ac-compagnarle con
tutta l’umanità di cui sonocapaci. E questo da cento e più anni. Ti
vogliamobene anche perché molti di noi sono nati lì da te!
E continuiamo a volerti bene, anzi di più, adessoche d’un
tratto, in una mattina fredda di no-vembre, due volti, di un uomo e
di una donna chelavorano lì da te, vengono presentati su tutte
leprime pagine come due lucidi aguzzini. E lo sonodavvero se si
dovessero rivelare vere le nefan-
dezze loro attribuite. Come cristiani vogliamoanzitutto pregare
per le vittime, anziane e giovani,note e ancora ignote. Avevano
tutto il diritto dicontinuare a vivere, tanto o poco che fosse.
Nes-suno invece ha il diritto di accorciare neppure diun istante la
vita di nessuno. Preghiamo per icolleghi che soffrono un discredito
immeritato elo sconvolgimento di una conoscenza e addi-rittura di
un’amicizia che si rivela d’un tratto falsae traditrice. Preghiamo
per gli inquirenti perchénon lascino ombre, incidano a fondo senza
la-sciare alcuna traccia di marcio. Preghiamo perl’intera città che
non si merita questa notorietà daincubo. Preghiamo e lo facciamo
oggi, subito, intutte le messe di questa domenica. Vorremmo cheda
questo male abissale possa scaturire una po-tente reazione di bene
incontenibile. Esigiamo
Sono accusati di omicidio volontarioper la morte sospetta di
cinque persone,tra cui il marito 45enne dell’i n f e r m i e ra
L’indagine partita grazie alla denunciadi un’infermiera nei
confrontidel medico che l’aveva minacciataSARONNO (pil) Nella tarda
giornata di martedìal Comando dei carabinieri di via Manzoni
ilprocuratore della Repubblica di Busto ArsizioGian Luigi Fontana e
il sostituto procuratoreMaria Cristina Ria, che ha coordinato le
in-dagini, hanno chiarito alcuni dettagli di un’in-dagine durate
quasi due anni. «L’indagine ènata dopo la denuncia per offese e
minacceverbali di un’infermiera, che aveva collaboratocon il dottor
Cazzaniga - ha spiegato Fontana -In questo contesto ha riferito di
allarmanticondotte professionali dello stesso medico,
riconducibili a quello che lei stessa definiva“protocollo
Cazzaniga”. Ad alcune di questecondotte aveva assistito
personalmente. Taleprotocollo consisteva nella sistematica e
de-liberata somministrazione da parte di Caz-zaniga a pazienti con
bassa aspettativa di vita dianestetici o sedativi in dosaggi o
combinazionitali da provocare o accelerare il decesso. A quelpunto
si è passati alle intercettazioni tele-foniche e ambientali. I casi
accertati sonoquattro e secondo l’accusa sono attribuibili adottor
Cazzaniga. Se non ci fosse stato so-
vradosaggio non ci sarebbe stata la morte. Inparallelo è stata
portata avanti l’indagine neiconfronti dell’infermiera che
all’epoca lavoravacon lui e poi è diventata la sua compagna.
Nelcorso delle indagini sono emersi elementi checi hanno fatto
comprendere come fosse statocommesso l’omicidio del marito. Si sta
con-tinuando a indagare sulla morte di altre per-sone, tra cui la
madre della Taroni, avvenutadopo quella del marito. La donna
descriveva ilmarito come persona violenta e con abitudiniintime non
adeguate. Stavano attraversando
Un ’inchiesta dei carabinieri di Saronno durata due anniMartedì
mattina, mentrevenivano eseguiti gliarresti del medicoLeonardo
Cazzaniga edella compagna, LauraTaroni, i famigliari diquattro
delle vittime(quelle finora accertate)del medico sono statechiamate
dai carabinieridella Compagnia diSaronno e sono stateaccolte dal
capitanoGiuseppe Reginache ha spiegato loroquanto scopertonel corso
delle indagini
Il prevosto diS a ro n n o,
monsignorA rm a n d oC a tt a n e o
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VENERDÌ 2 DICEMBRE 2 01 6
La Settimana 3
una profondacrisi. Il primo ri-covero del ma-rito risale al
no-vembre 2011 acausa di unagrave intossica-zione. A presen-tare la
segnala-zione era stata ladirezione sani-taria dell’osp e-dale.
Sono incorso indaginianche sul de-cesso avvenutoin ospedale
delsuocero dell’in-fermiera, una persona anziana e malata.
Un ’indagine approfondita ha riguardato icomponenti della
Commissione, per cui l’op e-rato del dottor Cazzaniga, denunciato
da dueinfermieri in tempi diversi, era conforme. «LaCommissione
aveva comunicato agli infermierida cui proveniva la segnalazione
sui trattamentisomministrati ai pazienti che la condotta del
medico era dac o n s i d e r a r s icorretta e chenon vi era
al-cun nesso dicausalità tra ifarmaci infusi ela morte deipazienti.
I con-sulenti dellaProcura hannoinvece stabilitoche il
sovrado-saggio era net-to e tale daconfigurare ildecesso». Haperò
aggiunto:
«Non bisogna fare allarmismo, le morti sospetteriguardano
soltanto i pazienti del dottor Caz-z a n iga » .
Tra gli indagati c’è anche un maresciallo deicarabinieri di
Saronno per il reato di omissionedi denuncia in relazione a fatti
collegati all’omi-cidio del marito dell’infer miera.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
KILLER
Tributaria della Guardia di Fi-nanza di Varese ha, invece,
svol-to indagini e accertamenti pa-trimoniali. I carabinieri sia
per sibambini sia per il vice primarioche ormai aveva capito di
esserearrivato al capolinea ed era di-sposto a morire per non far
pa-gare alla sua compagna le con-seguenze delle loro azioni.
Ecco
Acquisite le cartelle clinichee intanto ai carabinieri
stannogiungendo nuove segnalazioni
SARONNO (pil) L’indagine prosegue a tutto campo. Martedìmattina
durante le perquisizioni in ospedale i carabinierihanno acquisito
le cartelle cliniche (un’ottantina), sullequali sono state avviati
una serie di accertamenti. Nelfrattempo al Comando di via Manzoni
sono giunte nuovesegnalazioni da parte di parenti che hanno
denunciato altremorti sospette. Potrebbero essere molte di più
quindi levittime del protocollo Cazzaniga. Lo stesso
procuratoreGian Luigi Fontana ha infatti confermato che i casi
accertati sono cinque, compreso il decesso del marito, mache il
numero dei casi presi in esame è almeno il doppio.Quello che è
certo è che l’indagine della Procura dellaRepubblica di Busto
Arsizio e dei carabinieri del NucleoOperativo di Saronno ha aperto
una voragine su quello chesuccedeva all’interno del Pronto soccorso
e sulla facoltà delvice primario Cazzaniga di poter decidere della
vita e dellamorte delle persone che arrivavano in ospedale. Il
«dottormorte» si sentiva onnipotente.
Si sentivaonnip otente,de cidevadella vita edella mortedei
pazientich earrivavan oin codicerosso alP ro ntos occors odi
Saronno,a dottan doquello cheormai eraconos ciutocome il«
ProtocolloCazz aniga»
dalle autorità di ogni grado: nazionali e locali, sa-nitarie e
amministrative che si lavi questo obbrobriogarantendo a Saronno e
al suo Ospedale il massimodella qualità e dell’eccellenza. Adesso è
dovere ditutti. Adesso i conti economici non possono pre-valere. E’
in gioco l’onore della città. Solo così si puòcancellare il gorgo
di disumanità: con decisioni cheportino l’umanità in alto, il più
in alto possibile. Matutto questo ancora non basta e forse non
serve, senon ci dovessimo impegnare tutti a una decisa
eirrevocabile scelta di bene. E’ in gioco la coscienza diciascuno.
La dignità di ciascun saronnese. Nessunopuò tirarsene fuori.
Ospedale di Saronno, tu che curitutti, oggi sei tu il grande
ferito. Tocca a tutti ora curaret e.
Don Armandoe la diaconia della comunità cristiana
perché i militari sarebbero staticostretti a intervenire.
Martedìmattina, mentre venivano ese-guiti gli arresti, i famigliari
dellevittime uccise per mano del me-dico sono state chiamate in
ca-serma e sono state accolte dalcapitano Giuseppe Regina cheha
spiegato loro quanto scoper-to nel corso delle indagini.
Gian Luigi Fontana Maria Cristina Ria
I CARABINIERI AVEVANO PAURA PER I DUE FIGLI DELLA DONNA
«Per te sarei disposta anchea uccidere i miei bambini»SARONNO
(pil) «Sarei disposta anche a uccidere imiei bambini per te», si è
sentito dire duranteun’intercettazione telefonica da Laura
Taroni,ma il compagno rifiuta: «No, i bambini no».
Sempre per amore di Leonardo CazzanigaLaura ha lentamente
avvelenato il marito, som-ministrandogli farmaci di cui non aveva
neces-si t à .
L’amore tra il vice primario del Pronto Soccorsoe la bella
infermiera era nato in reparto e per quellegame hanno ucciso chi li
ostacolava. In un’a l t raintercettazione del 13 marzo 2016 l’infer
mieraespone al figlio di 11 anni (uno dei suoi due«angeli», da qui
anche il nome dell’operazione) lesue idee sull’omicidio perfetto e
sono evidenti icollegamenti tra questa conversazione e le mo-dalità
degli omicidi del marito Massimo Guerra edella morte della madre
Maria Rita Clerici. «Sail’elemento sorpresa è anche più efficiente
di unaspada bella affilata... perché se hai una bellaspada affilata
ma non sai che il nemico ti balza
addosso non fai niente...», dice il figlio che ag-giunge: «Non
sai quanto le nostri menti omicidemesse insieme siano geniali...».
Ma lei gli spiegache non si può usare la spada per uccidere,bisogna
essere furbi e commettere l’omicidioperfetto, che non lascia
tracce. E’ pure «neces-sario eliminare i corpi per non lasciare
tracce deifarmaci», che per non destare sospetti «è più
facileuccidere con i farmaci chi è già malato». E con-tinua:
«L’omicidio deve essere una cosa per cuinon ti scoprono, se ti
scoprono che vai in galerache c...o fai? Perdi anche l’opportunità
dei avereuna casa, te la portano via... Allora non fare ilcretino,
bisogna... devi pensarla bene, non è che tisvegli la mattina e
dici: “Ah passo a filo di lamaq u e l l o”, no! Non è così che si
pensa bene unomicidio!». Successivamente commenta con ilcompagno la
discussione avuta coll figlio. E scher-zano sul fatto che
ingenuamente abbia propostodi usare la spada per eliminare i
parenti inveceche pianificare tutto come aveva fatto la madre.
Il capitano Giuseppe Re-gina con il luogotenente
Salvatore Carrà; sopra,l’arresto del vice primario
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VENERDÌ 2 DICEMBRE 2 01 6
La Settimana4
OPERAZIONE ANGELI E DEMONI
Ospedale, indagati i verticiSapevano e hanno taciuto
SARONNO (pil) La direzione sa-nitaria sapeva, ma non ha
fattonulla. E’ quanto emerge dall’in -dagine «Angeli e Demoni»
cheha portato all’arresto del medicoLeonardo Cazzaniga e dellasua
compagna, l’infer mieraLaura Taroni. Dieci fra dirigentie medici
sono stati indagati avario titolo: i reati vannodal l’omessa
denuncia per gliomicidi al favoreggiamento per-sonale. Tra gli
indagati figuraNicola Scoppetta, nato a Pavia il7 dicembre 1968 e
residente aVarese, primario del repartooperativo di Pronto
Soccorso:per lui era stata richiesta la mi-sura degli arresti
domiciliari, ri-gettata dal gip Luca La Bianca.Tra gli altri
indagati ci sonoClaudio Borgio, nato a Legnanoil 5 gennaio 1956
residente aBusto Arsizio, responsabile delS.I.T.R.A. aziendale,
Fabriz ioF ra tt i n i di Varese, capo dipar-timento del reparto
Emergenzae Accettazione, Maria LuisaPe n n u to, residente a
Gallarate,medico legale aziendale, Pa oloVa l e nt i n i ,
residente a Milano,direttore medico del Presidio diSaronno, Roberto
Cosentina diSeregno, all’epoca direttore sa-nitario ora in servizio
a Seriate, ildottor Giancarlo Favia, nato aBari il 26 agosto e
residente aSaronno, medico addetto al R.O.del Pronto soccorso, la
dotto-ressa Simona Sangion, residen-te a Lomazzo, e la collega E l
e naS oldav ini residente a Gallarate,l’oncologo Giuseppe Di
Lucaresidente a Lissone. Poi ci sonouna cugina della Taroni, Filo
-mena Pistidda residente a Mol-trasio, e un carabiniere
dellacompagnia di Saronno, que-
st ’ultimo per il reato di omis-sione di denuncia. Scoppetta,
inqualità di pubblico ufficiale haomesso di denunciare all’auto
-rità giudiziaria o ad altra au-torità i reati commessi dal suovice
e di cui aveva avuto notizia.Dopo che due infermieri ave-vano
inviato alla direzioned e l l’ospedale due
segnalazioni,rispettivamente per la morte diAngelo Lauria e per
l’attuazio -ne da parte del medico ane-
stesista del cosiddetto «Proto-collo Cazzaniga» ai pazienti
de-boli, Cosentina, direttore sani-tario dell’azienda
ospedalieradel Circolo di Busto Arsizio, ave-va istituito una
commissione in-terna di cui facevano parte Bor-gio, Frattini,
Pennuto, Scoppettae Valentini. «La Commissione -si legge
nell’ordinanza - ana-lizzava otto casi (tra gennaio20012 e aprile
2013), tra i qualiquello di Antonino Isgrò, Lui -
gia Lattuada, Angelo Lauria eGiuseppe Pancrazio Vergani.
Aconclusione dei lavori a firmadel dottor Valentini, i compo-nenti
della Commissione, tra iquali Scoppetta, omettevano dirilevare gli
elevatissimi sovrado-saggi di farmaci somministrati aipazienti da
parte di LeonardoCazzaniga e l’elevata probabilitàd e l l’esistenza
di un nesso dicausalità tra la somministrazio-ne di tali farmaci e
la morte dei
pazienti. Contro ogni evidenzascientifica esprimevano un
giu-dizio di correttezza professiona-le e deontologica dell’operato
diLeonardo Cazzaniga. Infine Ro-berto Cosentina formulava ri-sposta
scritta che indirizzavaagli infermieri segnalanti, ripor-tando le
conclusioni della Com-missione». Di fatto i componentidella
commissione dissuadeva-no l’infermiere dallo sporgeredenuncia in
relazione al caso
della morte di Angelo Lauria eritardavano la denuncia in
Pro-cura della collega, presentatasoltanto nel giugno 2014, oltreun
anno dopo il termine deilavori della Commissione. «Intale modo i
componenti dellaCommissione - prosegue l’or -dinanza -
determinavano un ri-tardo nell’avvio delle indaginifinalizzate
all’accertamento deireati». Di seguito riportiamo al-cuni passaggi
della lettera in-viata agli infermieri che avevanosegnalato: «Tutti
i casi cliniciesaminati riguardano pazientiperventi al Ps in
condizioni cli-niche compromesse da altre pa-tologie croniche e con
sintoma-tologie che descrivono pazientiin fase critica. Tutti sono
statiaffidati alle cure del dottor Caz-zaniga... Il trattamento dei
casiclinici ha messo in evidenza unutilizzo di farmaci
stupefacenti,ipnotici e sedativi in associa-zione tra loro e in
dosaggi noncomuni...». Poi continua: «Iltrattamento effettuato nei
casiesaminati è stato prescritto daun medico esperto e in
possessodi idonee specializzazionia l l’uso dei farmaci utilizzati.
Laparticolare esperienza e e qua-lificazione del medico...
giusti-fica la maggiore esperienza eorientamento all’utilizzo di
far-maci a dosaggi terapeutici ele-vati. Non si ravvede un
com-portamento in modo chiaro einequivocabile discordante ilcodice
etico e deontologico pro-fessionale o, peggio, che possafar
ravvisare delle responsabilitàdirette sull’esito dei casi
tratta-ti». Contattato Nicola Scoppetta,ha preferito non rilasciare
di-ch ia raz i o n i .
L'ospedale era già finito sotto la nostra lente
d'ingradimentoper le tante criticità denunciate dai cittadini
esasperati
SARONNO (blv) L’arresto dell’aneste -si st a Leonardo Cazzaniga
e dell’infer -m i e ra Laura Taroni ha fatto sprofon-dare
l’ospedale di Saronno in un in-cubo. Alle ormai note criticità
legate aitagli del personale e dei servizi, si èaggiunto ora un
vero scandalo con echia livello nazionale. Le telecamere dellepiù
importanti emittenti televisive so-no puntate sulla scritta
«Ospedale diSaronno» che, agli occhi di tutti gliitaliani, appare
oggi come lo scenariodi un’inquietante vicenda di morti
emalasanità. L’interesse de La Settima-na per le critiche
condizioni in cuiversa il nosocomio cittadino si è
espresso in vari servizi. Solo ultima-mente abbiamo realizzato
un appro-fondito dossier basato sui risultati delportale web «Dove
e come mi curo»:l’ospedale saronnese figurava, soprat-tutto per
alcune patologie, agli ultimiposti rispetto ad altre strutture
dellazona (il Galmarini di Tradate e l’« Hu-
manitas» di Castellanza risultavano in-fatti più quotati). I
problemi più gravierano però emersi nel corso dell’in -contro di
settimana scorsa organizzatodal «Circolo della Bussola». Qui i
cit-tadini avevano protestato per le con-dizioni indecorose in cui
versa il set-timo piano, dove sono stati accorpati
vari reparti a discapito della riabili-tazione, e per la
chiusura di due deinove piani della struttura. Gius eppeBrazz oli,
direttore generale dell’A sstdella Valle Olona, aveva però
rassi-curato i saronnesi, negando altre ra-zionalizzazioni ai
servizi dell’ospe dalecittadino (al contrario di quanto verrà
invece fatto nelle strutture di BustoArsizio, Gallarate e
Angera). All’incon -tro aveva partecipato l’assessore re-g i o na l
e Giulio Gallera, che aveva par-lato, riferendosi a Saronno, di
«futuroradioso», parole che oggi non possonoche stonare di fronte
allo scandalopiombato sul nosocomio.
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Dieci fra dirigenti e medici della struttura di piazzale Borella
sono stati in dagatia vario titolo; per il primario del Pronto
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VENERDÌ 2 DICEMBRE 2 01 6
La Settimana 5
SARONNO (blv) Stimato medico dallalunga esperienza professionale
e alcontempo «angelo della morte», dot-tor Jekill e mister Hyde,
anestesista daimodi garbati e serial killer. E’ un pro-filo
profondamente contraddittorioquello che emerge dalle
intercettazio-ni telefoniche e dalle testimonianzedei colleghi ed
ex pazienti di L eonardoCazz aniga, che spesso indossava inPronto
soccorso una maglia recitanteil suo nome. C’è chi lo descrive co-me
«un bravissimo medico, alto, bello,educato, gentile e serio nel suo
lavoro»,come la saronnese Ma r ia , che all’ane -stesista ha
affidato suo marito e suocognato, e chi come la volontaria
dellacroce rossa N.L . ne conserva un ter-
ribile ricordo: «Era una persona moltostrana, spesso ci trattava
male. Unavolta ha detto a noi operatori del 118:“Cosa portate a
fare queste persone inPronto soccorso che tanto devono mo-r ire”».
Ma i più delusi sono i suoi pa-zienti più fidati, come T.C ., che
con-
fessa: «Me lo ricordo perché era il me-dico più umano e
simpatico del Prontosoccorso di Saronno. Quando andavoper mia mamma
chiedevo sempre dilui, mi sentivo più sicura». Ma ai suoipazienti
il medico rivelava anchedi «non avere paura della morte», una
frase che molti consideravano natu-rale per un’anestesista, ma
che in real-tà nascondeva un amore inconscioverso la morte, una
morte che, con lacomplicità dell’amante, l’infer mie-ra Laura
Taroni, procurava ai pazientipiù gravi, spesso malati terminali,
ap-
plicando loro il tristemente noto «pro-tocollo Cazzaniga». Ossia
la sommi-nistrazione di un potente «cocktail difarmaci» che
assicurava una morte im-mediata. «Con questo paziente dispie-go le
mie ali dell’angelo della morte»,era la frase che Leonardo
Cazzaniga,n e l l’apice del suo delirio di onnipo-tenza,
pronunciava davanti ai pazientiche decideva di uccidere.
«Eutanasia»,la definisce il dottore al telefono con lasua amante.
«L’eutanasia è un’a l t racosa – lo redarguisce la donna - èquando
una persona lucida e coscien-te ti chiede di porre fine alla sua
vita».«Allora è omicidio volontario», rispon-deva lui nel corso di
un’intercetta -z i o n e.
«Fatti mostruosi;c o mp l i m e nt iai carabinieri»SARONNO (blv)
«Se verranno conferma-te le notizie che trapelano dai giornali
edalla televisione, abbiamo a che fare confatti, a dir poco,
mostruosi». Non na-sconde lo sconcerto il sindaco Ale ssan-dro
Fagioli che, prima di ogni altra cosa,tiene a esprimere la sua
solidarietà, peri «danni irreparabili subiti», a tutti i
fa-migliari delle vittime accertate. Le sueparole si concentrano
anche sull’«e gre-gio lavoro delle forze dell’o rd i n e » : « Co
nqueste lunghe ed estenuanti indagini,coordinate dalla Procura di
Busto Ar-sizio e portate atermine dai ca-rabinier i sa-ronnesi
guidatidal capitanoGiuseppe Re-g ina con S a l-vatore Carrà,che ha
diretto ilNucleo opera-tivo e radiomo-bile, le forzed e l l ’ o r d
i n ehanno dimo-strato la lorogrande profes-sionalità. A lorovanno
tutti imiei compli-m e n t i » .Su l l’ospedale cittadino si limi-t
a i n v e c e a c o m m e n t a-re: «Queste morti sono il fruttodi
due menti malate e non han-no niente a che vedere con
laprofessionalità del restantepersonale sanitario. Lo dimo-stra il
fatto che l’azione cri-minosa dei due amanti si siaconcentrata
anche in ambien-te famigliare». E conclu-de: «Sono ancora senza
paroleper quanto accaduto. E’ i na c -cettabile che due persone
pos-sano arrogarsi il diritto di sce-gliere sulla vita o la morte
deiloro pazienti e non solo».
«Bisogna continuare ad averefiducia nei nostri validi
medici»
SARONNO (blv) «Mi sento scon-volto. Conoscevo bene il
dottorCazzaniga. Da medico di fami-glia, lo consideravo un
collegastimato e in passato c’erano sta-te parecchie occasioni di
incon-tro e collaborazione». Così l’exsindaco, nonché medico di
ba-s e , L u c i a n oP o r r o c o m-m enta l’ar restodel medico
ane-stesista e tutte leinquietanti no-tizie trapelates u l s u o c
o n-to. «Spesso gliaffidavo i mieiassistiti in Pron-to soccorso
enon avrei maiimmaginato unrisvolto simile.Da medico, masoprattutto
dasaronnese, nonposso che rimanere senza pa-role: un medico è una
persona difiducia a cui ci affidiamo quan-do stiamo male»,
sostiene, ag-giungendo subito dopo: «Lo co-
noscevo da più di 30 anni. L’hosempre ritenuto molto
compe-tente, nonché uno dei migliorimedici del Pronto soccorso.
Erasempre disponibile e gentile ealle spalle aveva una grandeesper
ienza».
Per Porro, che al momentod e l l’arrivo delleforze dell’o rd
i-ne si trovava inospedale per unesame di preri-covero, que
stanotizia non faràper niente benea l n o s o c o-mio: «In
questigiorni sto leg-g e n d o m o l t icommenti pe-santi e
superfi-ciali. Non si de-ve generalizzaresu tutto il per-sonale. Ci
sono
tanti medici e infermieri che la-vorano con professionalità e
de-dizione e su cui dobbiamo con-tinuare ad avere fiducia».
E’ dello stesso parere an-
ch e Daniele Ballabio, sindaca-lista Uil che si occupa propriod
el l’ospedale saronnese: «Nonritengo corretto che una situa-zione
che coinvolge due per-sone vada a inficiare il lavoro diquasi mille
dipendenti, che con-tinuano a garantire la salute deipazienti». E
aggiunge: «Quelloche è successo è sicuramentegrave e brutto, ma non
possiamofar emergere un messaggio de-leterio per l’ospedale.
Ritengoassurdi quei commenti che van-no a denigrare la
professionalitàdi tutto il personale sanitario, dicui invece i
cittadini possonocontinuare a fidarsi».
An che Leonardo Calzeroni,dal 2010 al 2015 membro
dellacommissione ospedale istituitadal Comune, precisa: «E’ u
navicenda pazzesca che nuocea un ospedale che, pur con i
suoilimiti, ha finora svolto un buonservizio. Conosco bene quanto
ilpersonale fa per garantire i ser-vizi a un bacino d'utenza
estesosu quattro province. Medici einfermieri non si meritano
que-st'immagine negativa».
«Con i pazienti dispiegole ali da angelo della morte»
L’assessore Gallera Il sindaco FagioliTre commenti a caldo sulla
vicenda Cazzaniga
IL SINDACO
A l e s s a n d roFagioli fa icomplimentialle forzedell’ordine
perl’egregio lavo-ro svolto erassicura i cit-tadini di Sa-ronno
sullaprofessionali -tà dei medici edi tutti i pro-fessionisti
inservizioall’ospedale
Sconcerto
L’ex sindaco, nonchémedico di famiglia,Luciano Porro è
rimastosenza parole dopo avereappreso le notizieriguardanti un
collegache ha sempre stimatoe ritenuto valido
TESTIMONIANZE
L'ex sindaco LucianoPorro che, da medicodi base, conosce be-ne
l'anestesista Leo-nardo Cazzaniga, eLeonardo Calzeroni,ex membro
dellacommissione comu-nale sull’ospedale,che difende i
profes-sionisti dell'ospedales a ro n n e s e
La Regione avviauna Commissioned’i n ch i e st a
SARONNO (pil) «Siamo sconcertati perquanto emerso ieri e quanto
sta emer-gendo, per questo riteniamo asso-lutamente doveroso
mettere in campouna Commissione di inchiesta regio-nale affidata
all'Ats Insubria, ad esperticlinici e di riskassessment, per
ve-rificare la corretta gestione del Prontosoccorso, delle
procedure e attività dicontrollo, svolta dalla direzione, inseguito
alle segnalazioni di irregolaritàpervenute negli anni passati».
Lo ha dettol'assessore alWelfare di Re-gione Lombar-dia Giulio
Gal-le ra in meritoagli arresti avve-nuti ieri dei dueoperatori
sani-tari per ipotesidi reati com-messi tra il 2012e il 2013
pressol'ospedale di Sa-ro n n o.
«Circa la ge-stione delle pro-cedure da partedel dottor
Caz-zaniga - ha ag-giunto l'asses-sore - era statasvolta
dall'A-
zienda ospedaliera di Busto Arsizioun'inchiesta finita senza
sanzioni. Vo-gliamo capire perché il fenomeno none' emerso allora e
se ci sono delleresponsabilità da parte dell'allora di-rezione
nell'attività di controllo. Perquesto Regione Lombardia ha decisodi
attivare subito una commissione diinchiesta regionale, coordinata
dal-l'Ats Insubria che coinvolgerà ancheesperti clinici e di
organizzazioneospedaliera. Quando e se ci saranno ipresupposti ci
costituiremo parte ci-vile».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Re gioneLombardia vuolefare chiarezza suquanto accaduto,l’ass
ess oreGiulio Galleraha predispostouna commissionedi inchiesta
peraccertare eventualiresp onsabilità
I carabinieri durantela perquisizioneall’ospedale di piaz-zale
Borella, marte-dì mattina; a de-stra, il luogotenen-te Salvatore
Carrà
acquisto effettuato fi no al 31/12/2016
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VENERDÌ 2 DICEMBRE 2 01 6
La Settimana6
OPERAZIONE ANGELI E DEMONI
Sospetti anche sulla mSARONNO (blv) L’istinto omi-cida
dell’«angelo della morte»e della sua «amante diabolica»potrebbe
essere andato benoltre l’omicidio volontario diAngelo Lauria,
69enne mala-to di tumore, ucciso con unadose di Propofol cinque
voltesuperiore al normale, di G iu-seppe Pancrazio Vergani,71enne
malato di Parkinson,ammazzato con una dose dimorfina dieci volte
oltre il con-sentito, di Luigia Lattuada,77enne malata di tumore,
eAntonino Isgrò, 93enne an-dato al pronto soccorso per larottura
del femore. Oltrea ll’omicidio già accertatod i Massimo Guerra,
maritodi Laura Taroni, altri parentidella donna potrebbero
infattiessere finiti nel mirino del-la «coppia diabolica», a
partiredalla stessa madre Maria RitaCleric i. Anche lei, secondo
gliinvestigatori, sarebbe stata uc-cisa da un potente mix difarmaci
letali e tutto perchéavrebbe ostacolato la relazio-ne della figlia
con Cazzaniga. Ilsospetto nasce grazie a un’in-tercettazione, in
cui l’a n e ste -sista elogia l’amante perl’«idea geniale» di
cremare ilcadavere del marito MassimoGuerra per nascondere
ognitraccia sulle reali cause dellasua morte. «Dalla cremazione
non possono capire niente»,commentavano i due a lugliodello
scorso anno, quandoavevano iniziato a intuire chein Procura era
stato aperto unfascicolo per le strane mortiavvenute tra il 2012 e
il 2013n e l l’ospedale cittadino. Anchela madre, defunta nello
stessoperiodo, è infatti stata crematadopo il decesso.
Circostanzache fa aumentare i sospetti suun ennesimo caso di
omicidiovolontario. Ma i retroscena in-
quietanti non sono finiti qui: sisospetta infatti l’inter
ventodella Taroni e di Cazzanigaanche dietro le morti del suo-cero
della donna e di uno ziodi Massimo Guerra, caduto inu n a v a s c a
d i l i q u a m in e l l’azienda agricola «Regina»di Lomazzo, di
proprietà dellafamiglia Guerra da diverse ge-nerazioni fino alla
recentechiusura. Nell’agosto 2013,quindi a due mesi di
distanzadalla morte di Guerra, lo zio
era infatti morto asfissiato inuna vasca per la raccolta
diliquame bovino profondaquattro metri. L’istinto omi-cida della
donna emerge innumerose intercettazioni. «Ioogni tanto ho una certa
vogliadi uccidere qualcuno», con-fessa in un’occasione. E in piùc’è
l’agghiacciante intercetta-zione con il figlio di 11 anni,l’«angelo
blu», in cui madre eragazzino discutono su comeuccidere la nonna e
la zia.
Molto dubbi i decessidel suocero della Taronie di uno zio del
marito
«Mi auguro che le cose che hannofatto a mio padre le facciano a
loro»
SARONNO (pil) «Mi auguro che facciano aloro le stesse cose che
hanno fatto a miopadre». A parlare è Rinaldo Isgrò, figlio
diAntonin o, morto a 93 anni dopo essereandato al Pronto soccorso
per una fratturaa una gamba. «Mio padre stava bene. Eracaduto dal
letto durante la notte - raccontail figlio - Mi hanno detto che era
decedutoper un’embolia, io so solo che mio padrefino a quel giorno
stava bene. Certo avevagli acciacchi di una persona di
novant’an-ni, ma era ancora in gamba. Aveva unatempra forte».
Antonino Isgrò arrivò inaccettazione al Ps di Saronno il 30
aprile2012 alle 9.45, alle 11.02 furono eseguiti iprimi esami che
accertarono la fratturadella gamba. Quaranta minuti dopo fu
constato il decesso del 93enne a causa diuna «insufficienza
respiratoria acuta ir-reversibile». A portarlo in ospedale erastata
l’associazione Sos di Uboldo che loaveva soccorso nella sua
abitazione in viaRamazzotti. L’anziano era stato trovatoadagiato a
terra su un materasso e, all’ar-rivo dei soccorritori, aveva una
bassa
saturazione di ossigeno. Al momentod e l l’accesso al Ps
l’infermiera, in con-siderazione dei valori della frequenza
car-diaca e della ridotta saturazione, gli as-segnò priorità rossa.
Poco dopo il triage lesue condizioni precipitarono, il dottor
Caz-zaniga dispose pertanto di procedere aintubazione e a
ventilazione manuale som-
ministrando del midazolan e della mor-fina. Isgrò morì poco
dopo. «Sapevamo chesi era fatto male ma eravamo certi che sisarebbe
ripreso. Siamo ancora scioccati, èuna cosa incredibile. Quando
martedì icarabinieri ci hanno informato non po-tevamo crederci.
Hanno ucciso nostro pa-d re » .
I Carabinieri durante le perquisizio-ni di martedì mattina in
ospedale; a
destra, il luogotenente SalvatoreCarrà con i suoi uomini
FINO AL 31 DICEMBRE 2016
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VENERDÌ 2 DICEMBRE 2 01 6
La Settimana 7
a morte della madre
Gli ex compagnidi S el: «Siamosconcer tati»SARONNO (blv) Oltre a
una brillante car-riera da medico anestesista, nella «doppiavita»
di Leonardo Cazzaniga, stimatoprofessionista e al contempo serial
killer,ha trovato spazio anche la candidaturaalle scorse elezioni
amministrative sa-ronnesi. Cazzaniga compariva infatti tra
icandidati consiglieri della lista di Sel(Sinistra ecolo-gia e
libertà). Ela notizia del suoarresto è piovutaoggi come unfulmine a
cielsereno sui suoiex «colleghi po-l i t i c i » . « S o n
osconcertato eancora non rie-sco a credere al-le notizie chestanno
emer-gendo su Cazza-niga. L’avevo co-nosciuto lo scor-so anno in
occasione della campagnaelettorale, quando avevamo deciso
dicontattarlo in qualità di medico alta-mente rispettato nel suo
ambiente», rac-c o nt a Dario Liotta, referente di Sel perSaronno.
«Nei mesi di campagna elet-torale, Cazzaniga si era dimostrato
unapersona brillante, professionale e ancheun po’ eccentrica. Come
l’ex sindacoLuciano Porro non possiamo che dircisorpresi e
sconcertati: a noi ha infattisempre mostrato un’altra immagine,
lon-tana da quella che oggi ci viene rac-contata. Siamo
probabilmente di fronte aun caso di sdoppiamento della
perso-nalità» e si dice fiducioso sul lavoro ef-fettuato dalle
forze dell’ordine e sugliaccertamenti che la magistratura farà
do-po l’arresto. A onor di cronaca la carrierapolitica di
Cazzaniga, residente a Ro-vellasca, era finita con la sconfitta
elet-torale e con la delusione per i soli otto votiricevuti: «Non
ha mai avuto tessere e nonè mai stato iscritto a Sel. Si era
solodichiarato disponibile a candidarsi, con-dividendo il nostro
programma elettoraleper la città di Saronno».
Un passato da politico
Dario Accurso Liotta
SARONNO (pil) «I recenti e terribili fatti dicronaca nera che
secondo l'accusa sisarebbero svolti entro le mura dell'o-spedale
cittadino lasciano tutti nello sgo-mento - si legge nel comunicato
di Sa-ronno al centro - E' naturale essereattoniti e porsi degli
interrogativi quandoci si trova di fronte a casi in cui
sem-brerebbe emergere totale sprezzo dellavita umana». Il gruppo
ricorda però dinon associare questi casi all'intera strut-tura
ospedaliera saronnese. «Ci sono per-
sone che giorno per giorno lavorano incondizioni di personale
numericamentelimitato, proteste e talvolta pretese, strut-ture e
macchinari non sempre all’a l tezz adell'alta vocazione richiesta
alla sanità...problemi che vengono da tempo ma-nifestati da più
fonti e che hanno spinto ilnostro gruppo a richiedere al sindaco
lacreazione di un tavolo di lavoro sul-l'ospedale. Vogliamo in
questa occasionerivolgerci al bene che alberga, vive e favivere
l’ospedale di Saronno: non ab-
battetevi, proseguite - pur tra mille dif-ficoltà - nel portare
professionalità eumanità nella struttura, ai degenti e ailoro
parenti. Questi giorni sono soggettialla rabbia che emerge dal
constatarecome in momenti di vulnerabilità servepotersi affidare a
persone in grado diriconoscere una persona nel malato: ab-biamo
bisogno di persone così, che nel-l'ospedale sono la maggioranza che
non fan o t i z ia » .
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SARONNO AL CENTRO INVITA A CONTINUARE AD AVER FIDUCIA DELL’O S P
E DA L E
«Non associamo questi casi a tutta la struttura»
« E’ molto scossa, la suapreoccupazione sono i figli»
LOMAZZO (pil) La primapreoccupazione di Laura Ta-ro n i è stata
verso i bambini.
«Ha chiesto come stessero»,ha detto l’avvocato Mo n i c aAlb
erti, dello studio Mascettidel foro di Varese. L’i n f e r-miera
sarà sottoposta a in-terrogatorio venerdì in car-cere. «Era molto
scossa e ilsuo primo pensiero è andatoai bambini, voleva sapere
sestessero bene e dove fossero».Non dice altro l’avvocato cheprima
di decidere come muo-versi vuole leggere con at-tenzione tutte le
carte dell’o r-dinanza. L’arresto è scattatomartedì mattina quando
i ca-rabinieri del Nucleo Opera-tivo si sono presentati a
casa,nella sua abitazione di via
Lombardia a Lomazzo. Sonostati momenti molto concitatie prima di
effettuare l’arresto idue figli, di 8 e 12 anni, sonostati affidati
ai Servizi socialidel Comune. Una volta ac-certato che i bambini
fosseroal sicuro, sono scattate le per-quisizioni in casa per
recu-perare altro materiale utilealle indagini. Gli
investigatorihanno sequestrato documen-ti, farmaci, cellulari e
com-puter. Poi hanno portato l’i n-fermiera in caserma a Sa-ronno
dove è rimasta fino altardo pomeriggio prima diessere poi
trasferita in car-c e re.
Nunziato Isgròintervistato dalletele cameredi Mediaset mostrail
suo sconcertoper la morte del padreAntonino, 93enne,arrivato al
ProntoSoccorso per lafrattura di una gamba
Laura Taroni mentre vieneportata in caserma
Il capitano Giu-seppe Regina
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VENERDÌ 2 DICEMBRE 2 01 6
La Settimana8
OPERAZIONE ANGELI E DEMONI
Un marito «ingombrante» ammazzatocoi farmaci e il corpo subito
crematoLOMAZZO (aol) Avrebbero ar-chitettato tutto. Ogni
minimoparticolare. Così almeno haricostruito l’accusa. L au-ra e L
eonardo non potevanovivere la loro storia d’a m o realla luce del
sole. Laura vivevacon il marito 46enne, Ma s -simo Guerra, il
titolare del-l'azienda agricola «Regina»,come il nome della nonna.
Lacoppia e i loro due bambini, aitempi di 2 e 5 anni, abitavanoa
Lomazzo, in via Lombardia,a pochi passi dall’az i e n daagricola.
Lei aveva confidato aun’amica che voleva separar-si. Ma invece di
andare da-vanti a un giudici fin dal 2011gli mette antidepressivi
nelcaffè. E alla fine lei e il suoamante, appunto, il
dottorLeonardo Cazzaniga, il me-dico anestesista all’ospe daledi
Saronno, hanno pensato diuccidere il marito, sanissimo ebisognoso
forse solo di un po’di dieta, inventandosi una ma-lattia per
indurlo a prenderefarmaci. Laura e il suo amante hanno falsificato
gli esami e glihanno fatto credere di avere ildiabete e lei, sempre
d’ac-
cordo con l’amante, gli hasomministrato dei farmaci chenon erano
compatibili con lostato di salute del coniuge: ilfisico così si è
indebolito finoad arrivare alla morte.
Massimo si è spento il 30giugno del 2013. Un maloreimprovviso,
quasi inspiegabileavvenuto una domenica pri-ma dell’ora di pranzo.
Era tor-nato dal mercato e si era se-duto in attesa di pranzare
enon si è più rialzato. Quandola moglie ha mandato il fi-glioletto
a chiamarlo perchéera pronto in tavola, il piccololo ha trovato
seduto sul divanoormai privo di vita: una finepremeditata, ma lei
ha con-tinuato a recitare la parte,chiamando i soccorsi.
Ovvia-mente a nulla erano valsi itentativi di rianimarlo da parted
e l l’equipe medico sanitariache aveva raggiunto con ur-genza
l’abitazione della fami-glia Guerra. Per il giovane pa-pà non c’era
stato più nulla dafare. La salma era stata cre-mata: Laura aveva
deciso così,oggi si è capito che l’ave vafatto per non lasciare
trac-
ce. Martedì mattina mentrescattavano le manette per idue «amanti
diabolici», anchea Lomazzo, in via Lombardia,
sono arrivati i Vigili del fuoco ei militari della Guardia di
Fi-nanza in borghese hanno suo-nato alla porta di Laura Ta-
ron e. Hanno sequestrato do-cumenti, immagini, pc e ma-teriale
che potrebbe essereutile alle indagini che pro-
seguono incessanti. Mentredue bambini, sono rimasti«orfani». E
di loro si stannooccupando i Servizi sociali.
Massimo Guerra, imprenditore agri-colo, non aveva problemi di
salute,ma aveva la «colpa» di essere un ma-rito «ingombrante», per
questo la mo-glie Laura e l’amante hanno architet-tato un piano
diabolico per convin-cerlo di essere ammalato fino a uc-ciderlo
(accanto la casa di Lomazzo)
I vicini di casa, gli stessi sindaci di Lomazzo e Rovellancora
credere che tra loro vivevano due persone tan
Il sindaco Benzoni: «Sono sconvolta,a Lomazzo vivono brave
persone»
LOMAZZO (aol) «Sono sconvolta». Loripete più volte, quasi
sussurrando.Nelle due parole pronunciate dal sin-daco di Lomazzo,
Valeria Benzoni, ècontenuto un grande dolore. Il doloreper una
vicenda che definire incre-dibile è poco.
«Quasi non ci credo che sul nostroterritorio possano verificarsi
episodidi questo tipo. Sono talmente scon-volta che non so
cos’altro aggiun-gere - afferma quasi incapace di par-lare - Sono
convinta che Lomazzo siauna realtà di brave persone. Sonosicura che
la giustizia ora farà ilsuo cors o».
Laura Taroni abita a Lomazzo, invia Lombardia, in una villettina
a
pochi passi dalla suocera e da quellache un tempo era l’azienda
agricolaRegina, l’attività gestita dalla famigliaGuerra, e che era
conosciuta in tutta lazona, fino a Saronno, per la bontà deisuoi
prodotti. Nella città degli ama-retti aveva infatti anche un punto
didistribuzione di latte fresco.
«Se conoscevo Laura? In realtà dipersona no, se non per essere
“lamoglie di...” – precisa il sindaco –Conoscevo però bene la
famigliaGuerra per l’attività che ha sempresvolto in paese e per
l'azienda agricolache ha portato avanti con passione ededizione al
lavoro».
E ora è tutto finito: i titolari morti,l’azienda chiusa.
Laura amava giocare a Criminpartita postata su Facebook lLOMAZZO
(aol) Le piacevagiocare a Criminal Case. Sullasua home page di
FacebookLaura Taroni postava tutti ilivelli raggiunti con quel
gio-co in cui spesso si cimentava,l’ultima volta proprio la notted
e l l’arresto, alla 1 e 37 mi-nu t i .
Ma amava tanto anche ilsuo L eonardo e ha riempitoFacebook di
foto insieme, ab-bracciati e felici, rendendopalese il loro amore
che aquanto sembra la coppia vi-veva da tempo alla luce delsole.
Quel legame «malato»che martedì mattina li ha por-
tati in carcere, al Bassone.Non appena la notizia si è
diffusa, le foto e i nomi del-l'anestesista e della sua
in-fermiera si sono diffuse la suahome page, per altro
par-zialmente pubblica, è statainvasa da commenti di quelliche le
erano amici. Commen-ti pesanti, insulti, parole efrasi cariche di
odio e di ran-core verso di lei, ma qualcunaanche di sostegno e di
com-prensione verso i due bam-bini, da martedì mattina af-fidati ai
Servizi sociali delcomune di Lomazzo e portatiin una struttura
protetta per-
Il sindaco di Lomazzo, ValeriaBenzoni, sconvolto dell’a c c a d
u to
Sono sotto chocle comunitàdi Lomazzoe Rovellascadove
abitavanol’i n f e r m i e raassassina eil suo amante chepensava di
essereDio e di potera suo piaceredispensare la vitae la morte a
chientrava in ospedaleper essere curatoe salvato
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VENERDÌ 2 DICEMBRE 2 01 6
La Settimana 9
Sembrava una famiglia sfortunata:morti marito, suocero e madreLo
zio caduto in un fossa di liquamiLO M A Z Z O ( a o l ) A i u t a t
ada l l’amante, Laura Taroni haucciso il marito Massim oG uerra. Ha
architettato tuttocon Leonardo Cazzaniga. Main quella famiglie i
decessi so-no stati troppi e nel giro ditroppo poco tempo: è un
altroabisso su cui gli inquirentistanno cercando di fare luce.
Inparticolare sono sospette lemorti della mamma di Laura edel
suocero, Luciano Guerra,il papà di Massimo. La Procurasospetta che
siano stati uccisicon una dose letale di farmacianche loro due,
probabilmenteperché erano contrari alla re-lazione che aveva con
l’ane -stesista più anziano di lei. Almomento però è solo quella
diuna persona, quella del marito,la morte che le viene
contestatadalla Procura. Cinque invecequelle che al momento
ven-gono contestate a Cazzaniga.
Anche la mamma di Laura, sidiceva, potrebbe essere tra lemorti
su cui la Procura sta in-dagando. La donna stando a
quanto è stato possibile rico-struire, dopo la morte del
ma-rito, era venuta ad aiutarla aLomazzo, nella gestione della
casa e dei due bambini ancorcosì piccoli. Un paio di mesidopo
però si era spenta. Ancheper il suo corpo Laura aveva
scelto la cremazione.Successivamente è stata la
volta del suocero LucianoGuerra, pure lui morto in ospe-
dale in situazioni che alle lucedi quanto è emerso paiono so-sp
ette.
Alla fattoria Guerra avevaperso la vita anche lo zio Naz -z
areno, fratello di Luciano ezio di Massimo: mentre facevadei
lavori, si era detto da solo,era finito nella vasca dei liqua-mi ed
era stato inghiottito esoffocato. A trovarlo era stata lanipote:
anche in questo caso(era già successo con il marito)era andato a
chiamarlo per ilpranzo perché aveva visto chenon arrivava, ma
quando l’ave -va scorto era ormai troppo tar-
di. Aveva visto una scarpa sulbordo della vasca e aveva dettoche
aveva intuito quanto erasuccesso quindi aveva chiama-to i soccorsi.
Quando gli ope-ratori erano riusciti ad arrivareallo zio Nazareno
sul fondodella vasca, l’uomo era ormaiin fin di vita. Ai tempi
sembravache la sventura si fosse abbat-tuta sulla fattoria dei
Guerra,ora verrebbe da pensare chepotrebbe esserci stato qualco-sa
d’altro, ma sarà solo e sol-tanto la Procura a dire cosa èdavvero
successo in quella ca-sa della morte.
LO ZIO
La foto e l’arti -colo de La Set-timana pubbli-cato dopo la
tra-gedia nell’azien -da agricola dellafamiglia Guerrache oggi,
conl’arresto di Lau-ra Taroni e diLeonardo Caz-zaniga, è torna-ta
alla luce fa-cendo scoprireretroscena in-quietanti su cuisono in
corsoancora le inda-gini degli inve-s t i ga to ri
vellasca si dicono sconvolti: non possonoone tanto malvagie da
uccidere parenti e malati
Il sindaco di Rovellasca: «Comesi fa a uccidere chi si ha in
cura?»ROVELLASCA (aol) «Un emerito sco-nosciuto». Per Renato
Brenna, il sin-daco di Rovellasca, il dottor L eonardoCazz aniga,
il «dottor morte», è soltantoun nome e un volto comparsi
sullecronache nazionali per l’uccisione condose letali di farmaci
di quattro personeanziane e malate arrivate al prontosoccorso
dell’ospedale di Saronno e delmarito della sua amante. Con lui è
stataarrestata la sua compagna, Laura Ta-ro n i , un’infermiera
40enne di Lomazzo,accusata di aver ucciso il marito.
«Prima di questo momento non l’av e-vo mai visto né come medico
né comecittadino», ribadisce Brenna che subitoaggiunge: «La
giustizia farà il suo corso.Ci saranno i processi e, se davvero
ver-
ranno riconosciute come reali le colpeper cui sono stati
arrestati, sarebbesconvolgente. Pensare che ci sono co-munque dei
medici e delle infermiereche invece di esercitare del bene
perguarire le persone esercitano il malefino ad arrivare ad
uccidere chi hannoin cura è davvero sconvolgente. Come sifa solo a
pensare di ammazzare lepersone che si affidano a te per esserecu
rate ? » .
Un interrogativo che angoscia tanti eche sta minanando la
credibilità delmondo sanitario che davvero non me-rita di essere
messo alla gogna. Ma il«protocollo Cazzaniga», messo in attodal
vice primario del Pronto soccorso diSaronno, è angosciante.
e a Criminal Case: l’u l t i maok la notte dell’ar resto
Laura Taroniamava giocarea Criminal Ca-se, l’ultimo suoaccesso
alla pa-gina Facebookrisale a pocheore primadell’a rre s to
Il sindaco di Rovellasca, Renato Brenna è anchelui sconvolto
dall’operato del concittadino
ché ne possano avere cura.Con qualcuno che deve spie-gargli che
la mamma ha uc-ciso il papà e che era pronta asacrificare i suoi
«angelo ros-so» e «angelo blu» se il suoamante medico glielo
avessechiesto. Lei e lui inebriati daun delirio di onnipotenza,
ca-paci di pianificare gli omicidia tavolino e di metterli
inpratica. Quella mamma checon il figlio maggiore parlavadi come è
meglio uccidere ealla sua «spada affilata» con-trapponeva i farmaci
che nonlasciano traccia, «ma poi bi-sogna cremare i corpi».
ROVELLO P. Il caso di Angelo Lauria, malato oncologico di 69
anni, arrivato in pronto soccorso per una crisi respiratoria
Parla la moglie: «Siamo sconvolti, è agghiacciante»ROVELLO PORRO
(pil) Angelo Lauria,aveva 69 anni ed è una delle vittime del«dottor
Morte». Era un malato on-cologico, non in condizioni terminali.Era
arrivato al Pronto soccorso il 9aprile 2013 su disposizione
dell’on-cologo in servizio, che ne aveva or-dinato la sistemazione
temporanea inPs, in attesa di un letto in reparto.Affidato alle
cure di Cazzaniga era de-ceduto nella stessa giornata.
«Siamosconvolti - ha detto la moglie Ang ela,che non ha molta
voglia di parlare -Tutto questo è assurdo - Martedì mat-tina siamo
andati in caserma dai ca-rabinieri, siamo rimasti paralizzati.
Fi-no all’altro giorno non avevamo maiavuto spiegazioni». Soltanto
martedì lamoglie e i figli hanno saputo la verità diquello che era
accaduto quel terribilegiorno. Il caso di Angelo Lauria - silegge
nella richiesta di misura cau-telare - è emblematico dell’ap p l i
ca -zione del protocollo Cazzaniga «poichéè quello nel quale la
volontà dell’in-dagato di cagionare la morte del pa-ziente si è
manifestata più chiaramen-te». Quel giorno era stato condotto
daifamiliari in ospedale, nel reparto dioncologia dove era in cura
da tempo.
Alla visita il 69enne si è presentato conuna notevole difficoltà
respiratorie,tanto da rendere necessario il ricorsoa l l’ossigeno.
L’accesso in triage risaletra le 9.44 e le 9.46, orario in
cuil’infermiere di turno aveva registrato ivalori. Secondo quanto
emerso dall’in-dagine e dall’esame della cartella cli-nica il
dottor Cazzaniga ha sommi-nistrato una terapia farmacologica
deltutto inadatta a ristabilire i parametri es p ro p o r z i o nat
a a n c h e r i s p e t t oa l l’eventuale scopo di ridurre la
sof-ferenza del paziente - si legge nei do-cumenti - In particolare
ha sommi-nistrato farmaci che, combinati tra diloro e infusi in
forte sovradosaggio, nonavrebbero potuto portare ad altra
con-seguenza che a una definitiva depres-sione dello stimolo
respiratorio, finoa l l’arresto». Angelo Lauria è morto po-chi
minuti dopo la somministrazione.
«Gli ha fatto una roba...quella che aveva ucciso Michael
Jackson»SARONNO (blv) «Li ammazzava?». «Si faceva il Pro-pofol a
endovena». «Oh mamma...ma tu basta?». «Nobasta, basta». «E secondo
te è una terapia ecces-si va ? » . « Ca.. . l’ha ammazzato, l’ha
ammazzato...l’haammazzato!». «Ma lui lavora ancora lì?». «L’ha
am-mazzato!». «Ma non sa che ti hanno chiamato?». «...èarrivato in
pronto soccorso...non so cosa...gli ha fattoducento milligrammi di
propofol, venti milligrammi dimorfina e sessanta milligrammi di
midazolma...gli hafatto una roba...cioè quella che aveva ucciso
MichaelJackson». Fanno rabbrividire questi pochi estratti
diun’intercettazione tra due operatori sanitari dell’osp e-dale
saronnese che, con le loro parole, dimostrano diessere
perfettamente a conoscenza dell’ormai triste-mente noto «protocollo
Cazzaniga». I due si riferi-scono proprio alla morte di Angelo
Lauria, pensionato69enne di Rovello Porro, che, malato di tumore,
eraarrivato in pronto soccorso con una crisi respira-
toria. «Sì, sì...l’ha ammazzato. E lui arrivato in
prontosoccorso...questo qua pare...non si capisce se ha avutouna
crisi respiratoria oppure no...perché il referto delpronto soccorso
è vago...c’è una dissociazione traquello che scrive l’infermiere
del triage che parla di unpaziente dispnoico ma non in condizioni
critiche equello che ha scritto...paziente in gravissima
difficoltàrespiratoria». Racconta un dipendente, che all’ep o caera
appena stato sentito dal pm, riportando la det-tagliata descrizione
di quello che a tutti gli effetti era unemblematico esempio del
«protocollo Cazzaniga», os-sia l’inniettamento di dosi letali di
potenti sedativi viaendovenosa ai pazienti, in sovradosaggio
rispetto alnecessario, causandone la morte. I colleghi parlanodel
«delirio di onnipotenza» del medico e del suo «an-dare fuori di
testa» in determinate circostanze, quandoCazzaniga decideva di
porre fine alla vita di qualchepaziente, «pensando a tutto
lui».
-
VENERDÌ 2 DICEMBRE 2 01 6
La Settimana 10
LOMAZZO (blv) La verità dietrola morte di Massimo Guer-ra ha
sconvolto un paese in-tero. In molti ricordano ancoral’impresario
agricolo e la suagiovane vita spezzata nel 2013da un malore
improvviso, dicui solo oggi si conoscono leterribili cause. Tra i
concit-tadini sconvolti dalla notizia,c’è un dipendente del
consor-zio agrario di Lomazzo, che si èsfogato davanti alle
telecame-re di «Chi l’ha visto?», il pro-gramma di Rai Tre
condottoda Federica Sciarelli.
Il lomazzese ha raccontatola sua amicizia con Guerra e leultime
settimane di vita diquest ’ultimo: « Nell’ultimo periodo era
semprepallido in volto, si vedeva chiaramente che erasofferente.
Gli domandavo come stesse, ma luirispondeva che stava bene e che
era stressatodal lavoro per i numerosi rifornimenti chedoveva
fare».
Nessuno in paese poteva immaginare chedietro quel volto pallido
e sofferente si na-
scondesse il «diabolico piano» della mo-g l ie Laura Taroni e
dell’a ma nte L eonardoCazz aniga. Agli occhi dei conoscenti,
Guerraera solo «debilitato dallo stress lavorativo», co-me ha
ripetuto in televisione l’amico del con-sorzio agrario, dove
l’imprenditore si recavaspesso per acquistare il mangime per i
suoianimali e il concime per le coltivazioni.
La dottoressa Sangion vorrebbe dire la veritàPrimario e
direttore le promettono un postoLOMAZZO (pil) Una degli inda-gati è
la dottoressa Sim onaSang ion, residente a Lomazzo,che dovrà
rispondere di falsoideologico in atto pubblico. E’sospettata di
aver aiutato L auraTa ro n i a falsificare le analisi delsangue del
marito Massim oG uerra. La sua posizione è de-scritta nella
richiesta di misuracautelare a firma dei magistratiMaria Cristina
Ria e Gian LuigiFo nta na. Quando la dottoressariceve, il 5 giugno
2015, l’avvis odi garanzia, appena uscita dallacaserma, sconvolta,
chiama ilcompagno e lo informa di es-sere indagata per concorso
inomicidio. Quindi comunica chesta per recarsi da Scoppetta:«Mi
fermo un attimo da Scop-petta perché devo sbattergli infaccia come,
cosa, mi ha ro-vinata, ok?». Il primario forni-sce suggerimenti
sulla strategiadifensiva da adottare. «Io sonod e l l’idea che
bisogna sostenerela verità, nel senso che succedeche si faccia una
cortesia a uncollega e quindi, si facciano de-gli esami al marito
anche se nonè presente, perché...». Insommaquello che Scoppetta
suggeri-sce di dire è una menzogna per-ché il primario sa, perché
glieloaveva riferito la stessa Sangiornche, in occasione del falso
ac-cesso di Massimo Guerra dell’1novembre 2012, il secondocampione
di sangue mandatoin laboratorio non appartenevaa Guerra ma a
Cazzaniga, vistoproprio dalla Sangion mentre siprelevava il sangue.
La dotto-ressa è furiosa, lo si evince an-
che da una telefonata con lamadre con la quale si sfoga: «E
ilmio capo mi dice non tirarefuori storie, non accusarlo conaccuse
dirette...». Il tono è di-sperato e prevede ogni sorta
diconseguenza negativa per lapropria carriera e promette difare
guerra a tutto l’ospe dale.«Perché io verrò radiata dall’al -bo dei
medici, ma io tiro dentrotutti. Perché tanto io perdo illavoro
sicuro, ma li distruggotutti! Perché faccio il nome ditutti, perché
visto che loro nonmi difendono, io non difendoloro». Il 9 giugno
2015, due gior-ni prima della data fissata perl’interrogatorio, in
un’altra in-tercettazione con la madre laSangion riferisce di aver
parlato
con il direttore medico di pre-sidio, il dottor Paolo
Valentini,il quale le ha manifestato l’in -tenzione di assumerla a
tempoindeterminato, nonostantel’avviso di garanzia
ricevuto.L’interesse dell’ospedale per ri-solvere la situazione
della San-gion è evidente anche da una
telefonata di Scoppetta con uncollega, a cui dice di essere
inospedale a Busto Arsizio perincontrarsi con il direttore
sa-nitario Cosentina, al quale do-veva parlare del problema
San-gion. Il giorno dell’inter rogato -rio risulta una telefonata
traScoppetta e la Sangion con lapromessa del bando di concor-so per
l’assunzione. La serad e l l’interrogatorio, l’11 giugno2015, circa
due ore dopo il ter-mine dell’interrogatorio la San-gion è
contattata da Scoppetta,tranquillizzandola e informan-dola che
«stanno preparando ilbando di concorso per rinno-varti il
contratto». Siamo a giu-gno, i giorni passano e si arrivaal 21
agosto quando la dotto-
ressa torna alla carica. «Se io il24 settembre però non ho
unlavoro, io faccio scoppiare uncasino! E ho le carte in manoper
far scoppiarlo scoppiare malo faccio scoppiare davvero». LaSangion
vedendo avvicinarsi lascadenza del contratto (23 set-tembre 2015)
senza la sicurezzadi una nuova assunzione mi-naccia ancora di far
scoppiareun casino, ovvero di coinvol-gere l’ospedale. Scoppetta
larassicura, confermando il suocostante impegno nella vicen-da.
Insomma meglio mentire,ricattare, depistare gli inquiren-ti che
dire la verità. I capi sa-pevano, tutti sapevano, solodue
infermieri hanno avuto ilcoraggio di denunciare.
Lo sfogo dell’amico di Massimo Guerra
« Nell’ultimo periodo era pallido, dicevache stava bene, era
stressato dal lavoro»
«La letteratura scientificaforense parla di “Angeli del-la
morte”, individui che uc-cidono in modo seriale lepersone che
assistono pro-fessionalmente, come me-dici o paramedici - spiega
lopsichiatra Michele Cucchi,direttore sanitario del Cen-tro Medico
Santagostino diMilano cui abbiamo chiestodi analizzare il profilod
e l l’anestesista e dell’infer -miera dal punto di vista
psi-cologico - E’ inte re ssa nteche infermieri o medici
cheesercitano da una vita, soloa un certo punto diventinoassassini
seriali particolar-mente avidi di vittime. Vistola frequenza con
cui poi agi-
scono, come se fossero "dro-gati" della sensazione chel'agito
criminoso genera inloro. Queste persone agisco-no sulla base di una
fameemotiva di ciò che l'onni-potenza di questo criminegli dà. Solo
in taluni casisono dei professionisti se-riali, alienati, che
studianonel dettaglio il piano e cheagiscono come veri preda-tori a
sangue freddo. Le per-sone in questione hannovissuto nella totale
indiffe-renza emotiva. Questa è unacaratteristica in buona
partedell'isteria, fenomeno che simanifesta per una mancan-za di
capacità di vivere leemozioni, sentirle nel benee nel male,
utilizzarle comestrumento sociale. Sonopersone che somatizzano
ipropri sentimenti, che fati-cano a parlarne, e che spes-so hanno
sintomi fisici sen-za una vera causa organica.Ricercano un ruolo
per ave-re un riconoscimento, sem-pre mancato, dagli altri».
LO PSICHIATRA
«Agiscono inpreda a deliriodi onnipotenza»
I carabinieri l’accusano, lei lo racconta al capo e in cambio
del lavoro sta zitta
«Voglio risposte sulla morte di mio marito»Alessandro Pagani, 56
anni, morì nel 2002 al Pronto soccorso, la moglie ha sempre avuto
dubbi
SARONNO (pil) «La mia vita è cambiata incinque minuti. E ho
perso per sempre miomarito. A distanza di tanti anni quella
nottenon me la posso dimenticare. E' da allorache ho dubbi sul
decesso di mio marito. Poiho controllato la cartella clinica e
quellanotte all’1.30 in servizio c’era proprio ildottor Cazzanica.
Mi sembra di tornareindietro di anni e di rivivere un
incubo»,racconta Gisella Rocchio Pagani. Era lanotte dell'11 giugno
2002. Alessandro Pa-ga n i , all'epoca aveva 56 anni ed era inbuona
salute. «Non si sentiva bene perquesto chiamai l'ambulanza, che lo
portò alPronto soccorso, da lì però non tornò maipiù». Il 56enne
quella sera si era sentito
male, ma fino ad allora non aveva mai avutoproblemi di salute.
«Il mese prima eravamostati in vacanza, era un uomo in salute.
Daquel giorno ho sempre avuto dubbi sullasua morte, ho sempre
pensato che ci fossequalcosa che non andava - continua - Vo-glio
andare a fondo. Quando ho aperto lacartella clinica mi sono
spaventata nel ri-leggere quel nome. Perché non hanno
fattol’autopsia? Ho sempre chiesto, ma non homai avuto delle
risposte. In questi giornileggo e rileggo la cartella clinica e
nonriesco a trovare pace. Ho tanti dubbi suquello che è successo
quella notte». Ladonna si rende conto che sono passati tantianni,
ma vorrebbe avere delle risposte. «E’
trascorso tanto tempo da allora, ma il nonsapere mi ha lacerato.
C’era qualcosa chenon riuscivo a capire e questa incertezzanel
corso di tutti questi anni non mi ha maiabbandonato. Mio marito non
tornerà più,ma perché non è stata eseguita l’au to p sia ?Era un
uomo ancora giovane, che non ave-va problemi di salute. Avevo dubbi
già pri-ma, ora con tutto quello che è successo lemie incertezze
sono maggiori. Io e miomarito ci siamo conosciuti a 13 anni,
l’hosposato che non era ancora maggiorenne.Sognavo di passare tutta
la mia vita con lui.Voglio capire non solo per me, ma ancheper mio
figlio. Io non ho niente da na-scondere, vorrei soltanto delle
risposte».
La dottoressaSimona San-gion residen-te a Lomazzo,deve
rispon-dere di falsoideologico inatto pubblico
L’amico di Mas-simo Guerra,operatore del
Consorzio agra-rio di Lomazzo,intervistato da
«Chi l’ha visto?»
Michele Cucchi, psichiatra
OPERAZIONE ANGELI E DEMONI
Licata: «Conoscevo Cazzaniga, ma nongeneralizziamo, difendiamo
l’ospe dale»SARONNO (can) «Quanto suc-cesso nel nostro ospedale è
ter-ribile. Conoscevo il medico ar-restato visto che ho
trasportatocentinaia di pazienti al Prontosoccorso di Saronno, come
co-nosco decine di altri operatoridel pronto soccorso, motivo
dipiù, per non generalizzare».Commenta Francesco Licatacapogruppo
del Pd e volontario
della Croce rossa dal 2003. «E’un bruttissimo fatto di crona-ca,
ma nulla c'entra con laqualità del servizio, che era eche rimane
alta. E’ indispen -sabile fare quadrato e strin-gerci intorno al
nostro ospe-dale e soprattutto attorno a chicon professionalità,
umanità esilenziosamente si prende cu-ra della nostra
comunità».
LA CENA DI NATALE
Commedia - durata : 95' - regia : Marco Ponti
ROCK DOGSabato 3 - Domenica 4 : h. 15.00 - 17.30
2 atti - durata : 2 ore e 45 ' ca compreso un intervallo
UN NATALE AL SUD
Commedia - durata : 95' - regia : Federico Marsicano
Venerdì 2 : h. 21.00 Sabato 3 : h. 21.15
Domenica 4 - Lunedì 5 - Martedì 6 : h. 21.00
con Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti, Michele Placido
Dopo Io Che Amo Solo Te tornano le emozioni, le risate e le
furie dei personaggi creati da Luca Bianchini, che troveremo ancora
insieme per La cena di Natale. Nella splendida Polignano a Mare
imbiancata della neve, saranno ancora più agitati del solito: tra
isterismi, introvabili capitoni, test di gravidanza, ansiolitici,
ascensori bloccati, anelli scomparsi, ritrovamenti e colpi di
scena, ne succederanno di tutti i colori.
Animazione - durata : 82' - regia : Jean-Francois Pouliot,
Francois Brisson
Bodi è un giovane mastino tibetano che vive in un villaggio tra
le montagne, spinto aseguire le orme paterne come guardiano di un
gregge di pecore. Ma Bodi ha altreaspirazioni e quando una radio
cade letteralmente dal cielo, decide di trasferirsi nella
grandecittà per diventare una rock star. Dal regista candidato
all'Oscar per Surf's Up e co-regista di Toy Story 2, una
spettacolare animazione per una storia che emoziona, diverte e
parla al cuore dei più piccoli ma nonsolo.
L'Opera al Cinema : La PRIMA della ScalaMADAMA BUTTERFLY di G.
Puccini
Mercoledì 7 dicembre : h. 17.30
in diretta via satellite dal Teatro alla Scala di Milano
ore 16.30 introduzione all'opera a cura del Maestro Paola
ManaraMusica : Giacomo Puccini - Regia : Alvis Hermanis - Direttore
: Riccardo Chailly
con Maria José Siri, Annalisa Stroppa, Bryan Hymel
Madama Butterfly nacque alla Scala nel febbraio 1904: Riccardo
Chailly prosegue nel percorso di rilettura critica delle opere
pucciniane proponendo per il suo secondo 7 dicembre da Direttore
Principale la prima versione scaligera! La regia è di Alvis
Hermanis, già apprezzato alla Scala per le nuove produzioni de "
Die Soldaten " di Zimmermann e " I due Foscari " di Verdi, e il
cast ruota intorno alla Cio-Cio San di Maria José Siri, soprano
emergente sui maggiori palcoscenici internazionali.
Venerdì 2 : h. 21.00
Sabato 3 - Domenica 4 : h. 15.30 - 21.00
con Massimo Boldi, Biagio Izzo, Anna Tatangelo
Peppino, un carabiniere milanese, e Ambrogio, un fioraio
napoletano, insieme alle amate mogli Bianca e Celeste, festeggiano
il Natale nella stessa località turistica. È durante queste feste
che le coppie di genitori scoprono che i rispettivi figli, Riccardo
e Simone, sono fidanzati con due coetanee: Giulia e Ludovica. Tutto
molto bello se non fosse che i quattro innamorati ... non si sono
mai incontrati dal vivo! Ma siamo così sicuri che le storie d'amore
di una volta fossero più vere di quelle 2.0 di oggi?
Aderiamo alle
promozioni
LA CENA DI NATALE
Commedia - durata : 95' - regia : Marco Ponti
ROCK DOGSabato 3 - Domenica 4 : h. 15.00 - 17.30
2 atti - durata : 2 ore e 45 ' ca compreso un intervallo
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Commedia - durata : 95' - regia : Federico Marsicano
Venerdì 2 : h. 21.00 Sabato 3 : h. 21.15
Domenica 4 - Lunedì 5 - Martedì 6 : h. 21.00
con Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti, Michele Placido
Dopo Io Che Amo Solo Te tornano le emozioni, le risate e le
furie dei personaggi creati da Luca Bianchini, che troveremo ancora
insieme per La cena di Natale. Nella splendida Polignano a Mare
imbiancata della neve, saranno ancora più agitati del solito: tra
isterismi, introvabili capitoni, test di gravidanza, ansiolitici,
ascensori bloccati, anelli scomparsi, ritrovamenti e colpi di
scena, ne succederanno di tutti i colori.
Animazione - durata : 82' - regia : Jean-Francois Pouliot,
Francois Brisson
Bodi è un giovane mastino tibetano che vive in un villaggio tra
le montagne, spinto aseguire le orme paterne come guardiano di un
gregge di pecore. Ma Bodi ha altreaspirazioni e quando una radio
cade letteralmente dal cielo, decide di trasferirsi nella
grandecittà per diventare una rock star. Dal regista candidato
all'Oscar per Surf's Up e co-regista di Toy Story 2, una
spettacolare animazione per una storia che emoziona, diverte e
parla al cuore dei più piccoli ma nonsolo.
L'Opera al Cinema : La PRIMA della ScalaMADAMA BUTTERFLY di G.
Puccini
Mercoledì 7 dicembre : h. 17.30
in diretta via satellite dal Teatro alla Scala di Milano
ore 16.30 introduzione all'opera a cura del Maestro Paola
ManaraMusica : Giacomo Puccini - Regia : Alvis Hermanis - Direttore
: Riccardo Chailly
con Maria José Siri, Annalisa Stroppa, Bryan Hymel
Madama Butterfly nacque alla Scala nel febbraio 1904: Riccardo
Chailly prosegue nel percorso di rilettura critica delle opere
pucciniane proponendo per il suo secondo 7 dicembre da Direttore
Principale la prima versione scaligera! La regia è di Alvis
Hermanis, già apprezzato alla Scala per le nuove produzioni de "
Die Soldaten " di Zimmermann e " I due Foscari " di Verdi, e il
cast ruota intorno alla Cio-Cio San di Maria José Siri, soprano
emergente sui maggiori palcoscenici internazionali.
Venerdì 2 : h. 21.00
Sabato 3 - Domenica 4 : h. 15.30 - 21.00
con Massimo Boldi, Biagio Izzo, Anna Tatangelo
Peppino, un carabiniere milanese, e Ambrogio, un fioraio
napoletano, insieme alle amate mogli Bianca e Celeste, festeggiano
il Natale nella stessa località turistica. È durante queste feste
che le coppie di genitori scoprono che i rispettivi figli, Riccardo
e Simone, sono fidanzati con due coetanee: Giulia e Ludovica. Tutto
molto bello se non fosse che i quattro innamorati ... non si sono
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Aderiamo alle
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2-3 SETT_SAR (Doppia) - 02/12/2016 SETT6048 del 02-12_SAR7
(Left)�¿ŸaÖ��` ¹�3���¤¸Ž�.���¤¸Ž�.�����������`
¹�3���à�`�.���È€®�3���€Cz�3���¢†•�������ÀÍ�����¹�3�������.���È€®�3���þÿÿÿÿÿÿÿ0wcM.���€Cz�3���ùÜžf����071�.�����������(¸Ž�.���À!¿
3�������.���(¸Ž�.���2-3 SETT_SAR (Doppia) - 02/12/2016 SETT6048 del
02-12_SAR7
(Right)�_.���à�`�.���À�Þf����°���������������/&®f�������ÀÌ�������������������°���������������þÿÿÿÿÿÿÿþÿÿÿÿÿÿÿàŒfi�3���0;˜˘3����ضf����ŸµŽ�.���À�Þf����˘Û6O.���•"uZ.���À�Þf����˘Û6O.������ÀÌ���,—•����4-5
SETT_SAR (Doppia) - 02/12/2016 SETT6048 del 02-12_SAR7
(Left)�c„aÖ���å™6.���—¿E�.���—¿E�.������������å™6.���`÷ã3.���¨¶L�.����…/.���¢†•�������À������™6.�������.���¨¶L�.���þÿÿÿÿÿÿÿ0—¡M.����…/.���ùÜžf�����U6�3������������¿E�.���pžg3�������.����¿E�.���4-5
SETT_SAR (Doppia) - 02/12/2016 SETT6048 del 02-12_SAR7
(Right)�3.���`÷ã3.���À�Þf����°���������������/&®f�������À�������������������°���������������þÿÿÿÿÿÿÿþÿÿÿÿÿÿÿ€¯^�.����Fʘ.����ضf����x¼E�.���À�Þf����øGÉ�3���°muZ.���À�Þf����øGÉ�3������À���,—•����6-7
SETT_SAR (Doppia) - 02/12/2016 SETT6048 del 02-12_SAR7
(Left)�WŸaÖ��€¸}E.���d½q�.���d½q�.�����������€¸}E.���ÐíôM.���ø!ıM.���ðY¸?.���¢†•�������Àz�����}E.�������.���ø!ıM.���þÿÿÿÿÿÿÿ�Õ��3���ðY¸?.���ùÜžf����Ð˙Vï2�����������è¼q�.���