1-25 Oggi inizieremo a studiare il mercato valutario 1) Transazioni con l’estero e mercato dei cambi 2) Domanda e offerta di valuta: l’influenza delle condizioni commerciali con l’estero 3) Domanda e offerta di valuta: l’influenza delle condizioni finanziarie estere 4) Politica monetaria: Regimi di cambio e intervento delle Autorità monetarie Maggiori dettagli nel capitolo 12 del libro: L’equilibrio del mercato valutario
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Oggi inizieremo a studiare il mercato valutario · 2020. 5. 20. · La presenza di due o più valute genera il MERCATO VALUTARIO (o DEI CAMBI) Mercato vuol dire che c’è domanda,
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Oggi inizieremo a studiare il mercato valutario
1) Transazioni con l’estero e mercato dei cambi
2) Domanda e offerta di valuta:
l’influenza delle condizioni commerciali con l’estero
3) Domanda e offerta di valuta:
l’influenza delle condizioni finanziarie estere
4) Politica monetaria:
Regimi di cambio e intervento delle Autorità monetarie
Maggiori dettagli nel capitolo 12 del libro:
L’equilibrio del mercato valutario
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Transazioni con l’estero e mercato dei cambi
Nuovo mercato, nuove definizioni:
Finora scambi tra residenti:
• Residente: “ogni persona fisica e giuridica il cui centro di interessi economici risieda,
su base non temporanea, in quella economia”
• Non residente: tutti gli altri =Resto del Mondo (RdM).
Nelle transazioni internazionali ci sono scambi commerciali ma anche finanziari.
Tutte queste transazioni sono registrate nella
Bilancia dei pagamenti (BdP):
documento contabile che registra tutti i pagamenti che avvengono, in un determinato
periodo di tempo, tra i residenti e il resto del mondo.
La BdP è composta da 3 conti ciascuno con varie sottovoci:
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1. Conto corrente: pagamenti relativi alle transazioni riguardanti le attività di produzione, distribuzione e redistribuzione del reddito. 4 items principali:
1a) merci (importazioni/esportazioni di beni);
1b) servizi (trasporti, viaggi all’estero, comunicazioni, servizi finanziari e
assicurativi, servizi informatici, royalties e licenze, altri servizi);
1c) redditi (da lavoro e da capitale);
1d) trasferimenti (privati e pubblici).
2. Conto capitale: movimenti di risparmio e trasferimenti di beni K tra residenti e RdM. Due items principali:
2a) trasferimenti unilaterali in conto capitale
2b) scambi di attività intangibili (brevetti, diritti d’autore,…).
3. Conto finanziario: pagamenti effettuati per motivi finanziari (compravendita di titoli di proprietà o di credito a breve, medio e lungo termine). 4 items principali: 3a) investimenti diretti (partecipazione attiva/diretta nell’impresa finanziata),
3b) investimenti di portafoglio (si vuole solo essere finanziatori esterni),
3c) altri investimenti (prestiti pubblici e privati, capitali bancari)
3d) variazione delle riserve ufficiali.
Il singolo saldo dei tre conti NON è necessariamente NULLO,
ma quello della bilancia dei pagamenti (BdP) nel suo complesso deve esserlo.
La quadratura si raggiunge con la posta “errori e omissioni”:
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Il gioco è a somma nulla: la BdP è a saldo nullo => ci sono relazioni strette tra i conti.
Salvo “Errori e omissioni”, il saldo del Conto corrente è “esattamente finanziato” dal saldo
del Conto finanziario (che, infatti, comprende i movimenti nelle riserve ufficiali).
Dal 2013 il made in Italy è di moda: conto corrente/merci(=beni) è sempre in surplus
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A livello mondiale, i saldi con l’estero sono un gioco a somma zero:
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Somma zero? Non proprio: ogni anno import_beni_mondo>export_beni_mondo.
E non di poco: 350 miliardi di $ (nel 2016).
Importiamo da “altri mondi”?
Per (s)fortuna il problema è solo la disomogeneità nelle definizioni della C.N.
Squilibri del conto corrente della bilancia dei pagamenti % del PIL
China Germany Italy Japan United Kingdom United States
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Flusso netto del Conto corrente:
se afflusso, costituisce una disponibilità di fondi da investire in attività estere;
se deflusso, deve essere finanziato indebitandosi all’estero.
Dal flusso agli stock (=consistenze)
I nuovi crediti e nuovi debiti sull’estero si accumulano negli stock di attività/ passività
estere dei residenti nei confronti di non residenti
Stock delle attività/passività estere:
titoli di proprietà o di credito (classificati come investimenti diretti e di portafoglio)
+
crediti commerciali e da prestiti ottenuti/concessi da banche e altri istituti finanziari
(incluse Autorità monetarie).
Il saldo è la posizione netta sull’estero:
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Per le transazioni economiche e finanziarie serve “moneta”:
serve un lubrificante degli scambi che sia anche riserva di valore.
Ma la moneta è anche unità di conto: quale usare negli scambi internazionali?
Si parla di VALUTE e nascono ulteriori problemi, ulteriori definizioni, ulteriori mercati
Problema:
Se l’unità di misura è unica (l’euro), è sufficiente dire che il prezzo del latte è 1€ al litro
Se ci sono due o più unità di misura bisogna stabilire:
1) qual è il numerario,
2) qual è il tasso di cambio tra le due unità di misura
Il problema conduce alle definizioni. Il tasso di cambio può essere quotato:
• incerto (valuta interna) per certo (una unità): quantità di valuta interna che si può
ottenere in cambio di una unità di valuta estera;
• certo (valuta interna) per incerto: quantità di valuta estera che si può ottenere in cambio di una unità di valuta interna.
In Italia la quotazione dell’eurodollaro è certo per incerto: 1,1 vuol dire che servono 1,1$ per comprare 1€
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Ulteriore definizione: Se la quotazione è certo per incerto, Apprezzamento vuol dire che ci vogliono più $ per comprare 1€. Es. da 1,1 a 1,2 Rapporto: si sta apprezzando la valuta interna => si sta deprezzando quella estera La presenza di due o più valute genera il MERCATO VALUTARIO (o DEI CAMBI) Mercato vuol dire che c’è domanda, offerta e un prezzo Il prezzo che equilibra domanda e offerta nel mercato è il tasso di cambio nominale (e) Se la valuta estera è abbondante rispetto a quella interna (OFF>DOM), la quotazione (certo per incerto) della seconda aumenta (es da 1,1 a 1,2): apprezzamento Notate la specularità del mercato dei cambi: A un eccesso positivo di offerta di valuta estera corrisponde un eccesso positivo di pari intensità della domanda di valuta interna. CHE COSA DETERMINA LA DOMANDA E L’OFFERTA DI UNA VALUTA?
La risposta evidenzia i collegamenti tra BdP, cambi e parte reale dell’economia
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Esempio. Relazione tra tasso di cambio nominale e competitività.
Due elettrodomestici perfettamente identici,
uno di produzione interna a p€ = 480
uno di produzione cinese a p$ = 600.
Cambio nominale = e = 1,25 (1 euro vale 1,25 dollari; 1 dollaro vale 0,80 euro) =>
il prezzo in euro dell’elettrodomestico cinese è 480 (= 600/1,25)
il prezzo in dollari di quello italiano è 600 (= 480/0,80) => Sono equivalenti.
Apprezzamento: il tasso di cambio e sale a 1,50 dollari per euro =>
il prezzo in euro dell’elettrodomestico cinese si riduce (da 480 a 400)
il prezzo in dollari del prodotto nazionale passa da 600 a 720 => l’apprezzamento:
favorisce le importazioni del made in china
sfavorisce le esportazioni del made in Italy.
Morale: Il grado di competitività del made in Italy (merci interne) dipende dal
✓ tasso di cambio nominale e,
✓ dai prezzi dei prodotti interni espressi in valuta nazionale (p€)
✓ dai prezzi dei prodotti esteri in valuta estera (p$).
Vale anche il viceversa: Il tasso di cambio nominale dipende dalla competitività.
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Tweet del 5 Agosto 2019
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TASSO DI CAMBIO REALE
Finora tasso di cambio nominale e.
Ma prezzi interni (p€) e esterni (p$) importanti per determinare la competitività =>
nuova definizione: Tasso di cambio reale: eR = e(p€ / p$)
LIVELLO di eR =
• Indicatore della competitività potenziale (indice dei prezzi contiene anche quelli di
beni non oggetto di commercio internazionale).
• Indice della competitività effettiva: ragione di scambio; rapporto tra l’indice di
prezzo dei beni esportati e quello dei beni importati, espressi nella stessa valuta.
VARIAZIONE di eR =
• indice di parità del potere di acquisto (PPA) in termini relativi:
�̇�𝑅=�̇� + (�̇�€ - �̇�$)
Se un paese ha un tasso di inflazione più alto, per mantenere la PPA, ie, per avere �̇�𝑅= 0
allora la sua valuta deve deprezzarsi di un ammontare pari a �̇� = (�̇�€ - �̇�$)
Tuttavia, il deprezzamento i costi dei beni importati. Le imprese possono reagire:
a) costi di produzione e in generale cercando di migliorare la competitività
b) prezzi di vendita. In questo caso spirale perversa:
o Tassi d’inflazione interni persistentemente maggiori di quelli esteri =>
▼competitività =>
problemi nel saldo corrente =>
attese di un deprezzamento della moneta interna.
o Una posizione netta sull’estero particolarmente negativa (elevato debito estero) =>
saldo negativo dei redditi da capitale dell’estero =>
peggiora il saldo corrente =>
attese di deprezzamento della moneta interna.
Ma il futuro è incerto:
le attese sul tasso di cambio possono non realizzarsi =>
rischio di cambio =>
premio per il rischio che cresce con la volatilità del cambio nominale.
Altro tipo di rischio è il Rischio Paese
Esempio: l’aspettativa che il controllo dell’inflazione possa sfuggire di mano alle Autorità
(con conseguenti pericoli di instabilità reale e finanziaria) aumenta il premio richiesto sui
titoli del paese in difficoltà.
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Il caso dell’Argentina:
Tassi d’interesse e d’inflazione elevati Saldo corrente (% PIL)<0 da anni…
Non sorprendentemente, il peso argentino è poco domandato => si sta svalutando:
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Regimi di cambio
Il mercato valutario:
F$d = domanda di valuta estera = fabbisogno di valuta (soddisfatto via riserve valutarie)
F$s = offerta di valuta estera = disponibilità di valuta
Inclinazione positiva della F$
d (qui ipotesi che apprezzamento => deficit c/corrente):
se e (apprezzamento) => esportazioni nette => introiti di valuta =>
F$d = domanda di valuta estera = fabbisogno di valuta
Anche se F$d ha inclinazione positiva, coeteris paribus (infl., i, iw, attese, sentiment, ecc.)
l’eccesso di domanda di valuta estera (F$d-F$
s)>0 provoca e (deprezzamento).
Insomma, variazioni nel tasso di cambio nominale riportano in equilibrio F$d e F$
s
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Se il mercato valutario determina (F$*, e*) in assenza di interventi da parte delle Autorità
si parla di regime di cambi perfettamente flessibili
Se la BC si impegna a intervenire sul mercato valutario per mantenere
un tasso di cambio prefissato eU (u=ufficiale) si parla di regime di cambi fissi.
È l’intervento della BC che elimina (F$d-F$
s) ≠0, non le forze spontanee del mercato.
Vediamo le relazioni tra eU e e* in cambi fissi:
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Se e* < eU => tendenza di mercato verso il deprezzamento => (F$d - F$
s )>0 => la BC deve
sostenere la F$s => la BC vende(=offre) valuta attingendo alle riserve ufficiali (RU).
L’immissione di valuta estera si aggiunge all’offerta di mercato, la curva F$s si sposta
verso dx e in alto e spinge in alto il tasso di cambio fino al suo valore ufficiale.
Il mercato determina così a quanta valuta estera deve rinunciare (RU<0) la BC per
garantire l’obiettivo di cambio eU.
Se e* > eU => tendenza all’apprezzamento => (F$
d - F$s )<0 => la BC deve sostenere la
domanda di mercato F$d => la BC acquista (=domanda) RU.
Pertanto, gli interventi della BC sul mercato valutario alterano sistematicamente il bilancio
della BC e le condizioni di liquidità dell’economia.
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In effetti, le RU sono una posta dell’attivo dello SP della BC: RU = attività liquide sotto il diretto controllo dell’autorità monetaria: oro monetario, DSP, posizione di riserva nell’FMI, valute estere (ulteriormente ripartite in valute e depositi, titoli, strumenti finanziari e derivati) e altre attività E sappiamo che ogni modifica dell’attivo implica una modifica nel passivo ovvero della BM.
Questa conclusione vale anche nel caso in cui la BC persegua l’obiettivo di tasso di cambio
senza utilizzare le proprie riserve valutarie:
può incentivare il sistema bancario a raccogliere/investire la valuta estera
necessaria a coprire eventuali eccessi di domanda/offerta sul mercato valutario,
riducendo/aumentando i tassi monetari interni rispetto a quelli esteri.
L’intervento della BC può avvenire anche in cambi flessibili: in questo caso la manovra
del tasso di cambio può essere utilizzato per raggiungere altri obiettivi interni, monetari o
reali.
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Nel perseguimento di queste azioni, le Autorità sono soggette ad un “vincolo estero”,
sintetizzato dalle condizioni che caratterizzano il mercato valutario e dalle ricadute degli
equilibri di questo mercato sulla domanda e sui prezzi interni.
Si parla di svalutazione/rivalutazione quando i cambi sono fissi: è opera della BC
Si parla di deprezzamento/apprezzamento quando i cambi sono flex: è opera del mercato