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RASSEGNA STAMPA OFFLINE dicembre 2011
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OFFLINE dicembre 2011

Mar 06, 2016

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RASSEGNASTAMPAOFFLINEdicembre 2011

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IL GIORNALE 4 dicembre 2011

SHERWOOD - FORESTE ED ALBERI OGGI 1 dicembre 2011

ACER - IL VERDE EDITORIALE 1 dicembre 2011

SMART&APP 2 dicembre 2011

IMQ NOTIZIE 1 dicembre 2011

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DATA: 04/12/2011

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DATA: 2 dicembre 2011

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PRIMO PIANO: INQUINAMENTO OUTDOOR E BOSCHI

BOSCHI ITALIANI:L’ITALIA POSSIEDE PIÙ DI 10 MILIONI DI ETTARI DI FORESTE E DI BOSCHI.PURTROPPO SOTTOVALUTATI E SPESSO IGNORATI.AL PUNTO CHE CI TROVIAMO A IMPORTARE LEGNA DALL’ESTERO.UN GRAN PECCATO VISTO IL RUOLO CHE POSSONO AVERE ANCHE IN TEMA DI MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA E IMPIEGHI GREEN.QUALCUNO HA ALLORA PENSATO DI SENSIBILIZZARE I GIOVANI LAUREATI,PER TROVARE NUOVI PROGETTI E NUOVE IDEE PER UN UTILIZZO PROFICUO E INTELLIGENTE.

Intervista a Bruno AmbrosiniSegretario Generale dellaFondazione Italiana Accenture*

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I L M A G A Z I N E P E R U N A V I T A D I Q U A L I T À E S I C U R E Z Z A

LA VITA CHE RESPIROPRIMO PIANO:• Qualità dell’aria: il rapporto ISPRA• La vita che respiro: intervista

al Prof. Michele Giugliano - Polimi• Il business dell’aria• Il cambiamento climatico

• La ionorisonanza ciclotronica: gli ioni che fanno bene

• Boschi italiani: poco valorizzati• Tagliare gli alberi: a volte fa bene• Sick Building Syndrome:

se anche la casa si ammala

• Costruire secondo natura:intervista al bioarchitetto

• Quando il feng shui entra in casa• Proteggere il microclima• SPA: benessere dentro e fuori

STORIE DI QUALITÀ• L’hotel “qui si sana”

QUALITÀ DELLA VITA• Hobby: guardare le stelle• Viaggi: magico Brasile• Sport: pallacanestro, maestra di vita • Salute: le allergie indoor

VELENI IN ARIAL’aria nella quale viviamo non èdavvero un granché. E gli inquinantiche contribuiscono a peggiorarlasono purtroppo tanti.Pag. 2

LA “BUONA” RADIOATTIVITÀIntervista al Prof. Guido Martinelli Direttore della SISSA di Trieste.Pag. 22

NO

TIZIE

LEGGENDE METROPOLITANE:DA PRENDERE CON LE PINZEIntervista ad Alessandro Polichetti, Direttore Reparto Radiazioni non Ionizzanti - ISS. Pag. 26

COMUNICARE IL RISCHIOIntervista a Giancarlo Sturloni, Professore Università degli Studi di Trieste.Pag. 32

Anno XXIXNumero 95Dicembre 2011 IMQ, via Quintiliano 43 - MI

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IMQ NOTIZIE n.95

Quanto davvero i boschi e lepiante “mangiano CO2“ equanto al contrario possono

diventare fonte di emissioni, come ac-caduto lo scorso anno in Amazzonia acausa della siccità?Secondo i dati del Centro Euromediterra-neo il patrimonio forestale italiano può as-sorbire 50 milioni di tonnellate di anidridecarbonica l'anno.L’importanza della presenza di boschi e fo-reste è confermata anche dal fatto che direcente, anche qui in Italia, alcune impre-se hanno cercato di sfruttare la capacitàdegli alberi di “mangiare CO2”, creando

dei nuovi boschi per compensare le emis-sioni di gas serra derivate dalle loro attivi-tà.Oppure, all’estero è nata l’idea di contra-stare gli effetti del cambiamento climaticocreando degli alberi artificiali, che sono ap-parentemente simili ai pannelli solari e as-sorbono l’anidride carbonica più veloce-mente degli alberi veri.Purtroppo, a volte succedono anche epi-sodi come quello registrato nel 2010 nellaForesta Amazzonica. A causa delle fortiondate di siccità degli ultimi anni, la capa-cità della Foresta Amazzonica di assorbirel'anidride carbonica dall'atmosfera si è ri-

dotta, e addirittura ha determinato unacosì forte moria di alberi da rendere nega-tivo il bilancio nelle emissioni di alcune suearee. Si tratta di un fenomeno preoccu-pante, che sembrerebbe causato dal cre-scente surriscaldamento globale della Ter-ra. Quindi è vero: le foreste sono necessa-rie in quanto “mangiano CO2” e il proble-ma di questa inversione di tendenza non èimputabile alle foreste stesse, ma comesempre, alla mano dell’uomo e all’inqui-namento che causa al nostro pianeta. Bi-sogna correre ai ripari, non possiamo per-metterci di fare ammalare ancora i nostripolmoni verdi.

I: TANTO UTILI, POCO VALORIZZATI

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LA VITA CHE RESPIROPRIMO PIANO:• Qualità dell’aria: il rapporto ISPRA• La vita che respiro: intervista

al Prof. Michele Giugliano - Polimi• Il business dell’aria• Il cambiamento climatico

• La ionorisonanza ciclotronica: gli ioni che fanno bene

• Boschi italiani: poco valorizzati• Tagliare gli alberi: a volte fa bene• Sick Building Syndrome:

se anche la casa si ammala

• Costruire secondo natura:intervista al bioarchitetto

• Quando il feng shui entra in casa• Proteggere il microclima• SPA: benessere dentro e fuori

STORIE DI QUALITÀ• L’hotel “qui si sana”

QUALITÀ DELLA VITA• Hobby: guardare le stelle• Viaggi: magico Brasile• Sport: pallacanestro, maestra di vita • Salute: le allergie indoor

VELENI IN ARIAL’aria nella quale viviamo non èdavvero un granché. E gli inquinantiche contribuiscono a peggiorarlasono purtroppo tanti.Pag. 2

LA “BUONA” RADIOATTIVITÀIntervista al Prof. Guido Martinelli Direttore della SISSA di Trieste.Pag. 22

NO

TIZIE

LEGGENDE METROPOLITANE:DA PRENDERE CON LE PINZEIntervista ad Alessandro Polichetti, Direttore Reparto Radiazioni non Ionizzanti - ISS. Pag. 26

COMUNICARE IL RISCHIOIntervista a Giancarlo Sturloni, Professore Università degli Studi di Trieste.Pag. 32

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Qual è lo stato attuale di boschi e fo-reste italiani? Fra dieci anni le cose an-dranno meglio o peggio?Secondo dati recenti, in Italia ci sono circa10,6 milioni di ettari di boschi e foreste, lamaggior parte dei quali, però, versa in gra-ve stato di abbandono e degrado, conconseguente insorgere di incendi e digravi dissesti idrogeologici. La superfi-cie boschiva nazionale rappresenta cir-ca il 34,7% dell'intero territorio, ed èanche in costante aumento visto chenegli ultimi 25 anni è cresciuta del19%. Tuttavia, il nostro Paese riserva al set-tore forestale un ruolo marginale e sembrache sia stata spesa, finora, solo una mini-ma parte dei fondi stanziati dall’Unioneeuropea per le foreste. C’è da aggiungere che la gestione delle fo-reste è affidata a una normativa piuttostodisomogenea tra le diverse realtà territo-riali italiane e viene inoltre perseguita inmaniera episodica e frammentaria, pernon parlare degli ostacoli rappresentati da

prassi amministrative lunghe e costose. Tutto questo mette in forte difficoltà an-che le nostre aziende: basti pensare che,paradossalmente, l'Italia è diventata ilmaggior importatore europeo di legnada ardere. L'industria italiana, pur po-tendo contare sull'81% della superficieboschiva disponibile al prelievo di le-gname, senza nuocere al patrimoniovegetale e di biodiversità, importa perben il 90% il legno dall'estero.Un altro problema delle nostre foresteè legato alla progressiva perdita dellabiodiversità: secondo uno studio realiz-zato alcuni mesi fa dalla LIPU-BirdLifeItalia per il Ministero dell'Ambiente edella tutela del territorio, infatti, le fo-reste italiane stanno perdendo la loroqualità ecologica. La superficie foresta-le è aumentata, però è incrementataanche la perdita della biodiversità. Non so cosa succederà fra 10 anni, pos-so solo augurarmi che iniziative comeForest Skill possano diventare sempre

più numerose e che i giovani possanorappresentare il fulcro, il motore diun’inversione di tendenza positiva cheporti a un utilizzo più intelligente delnostro territorio.

Quali interventi potrebbero essereintrapresi a favore del nostro patri-monio boschivo che non sono an-cora stati realizzati?Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Sipossono fare davvero tante cose per inostri boschi e per le nostre aree verdied è quello che ci aspettiamo anche daiprogetti partecipanti al concorso ForestSkill. Si potrebbe pensare, ad esempio,al potenziamento o recupero della fun-zione idrogeologica di alcune aree, o alrecupero e valorizzazione della funzio-ne rifugio per la fauna selvatica o allasalvaguardia della funzione ecologicadi conservazione di specie a rischio chetrovano nei boschi il loro habitat adat-to. Ancora, alla riconversione di colti-

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È tempo di ideeverdi soprattuttoper i giovani lau-reati. Da qualchesettimana posso-no infatti parteci-

pare a Forest Skill, il concorso lanciato dal-la Fondazione Italiana Accenture* e laFondazione Collegio delle Università Mila-nesi sulla piattaforma tecnologica per l’in-novazione sociale ideaTRE60, che si ponel’obiettivo di sviluppare competenze eknow-how per creare nuove opportunitàdi lavoro attraverso progetti per la sal-vaguardia del patrimonio boschivo ita-liano.Il concorso è rivolto a italiani e stranieriche hanno conseguito la laurea pressoun’Università italiana tra l’a.a. 2005-2006 e l’a.a. 2010-2011.Possono scegliere se partecipare singo-larmente o in team. In caso di team soloil capo progetto dovrà rispondere al re-quisito della laurea.I due progetti vincitori, che si saranno

contraddistinti per innovazione, origina-lità e alta sostenibilità ambientale, confinalità educative e ricaduta positiva sulsistema Paese, potranno essere realizza-ti grazie a un premio di 30.000 euro cia-scuno.Le soluzioni progettuali potranno avereper oggetto diversi temi e discipline, dal-la geologia all’agraria, dalla zoologia alturismo, all’edilizia.C’è tempo fino al 29 febbraio 2012 perpartecipare; i nomi dei vincitori sarannoresi noti entro il 15 aprile.

Per informazioni:www.ideatre60.it/node/10537

*FONDAZIONE ITALIANA ACCENTURE È UN ENTE

SENZA SCOPO DI LUCRO CHE SI PROPONE DI

PROMUOVERE ESPERIENZE E CONOSCENZE

SULL’INNOVAZIONE TECNOLOGICA, SCIENTIFICA E

MANAGERIALE, SOCIALE E CULTURALE, COME

VANTAGGIO PER LA COLLETTIVITÀ E PER

L'OCCUPAZIONE.

IL CONCORSO

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LA VITA CHE RESPIROPRIMO PIANO:• Qualità dell’aria: il rapporto ISPRA• La vita che respiro: intervista

al Prof. Michele Giugliano - Polimi• Il business dell’aria• Il cambiamento climatico

• La ionorisonanza ciclotronica: gli ioni che fanno bene

• Boschi italiani: poco valorizzati• Tagliare gli alberi: a volte fa bene• Sick Building Syndrome:

se anche la casa si ammala

• Costruire secondo natura:intervista al bioarchitetto

• Quando il feng shui entra in casa• Proteggere il microclima• SPA: benessere dentro e fuori

STORIE DI QUALITÀ• L’hotel “qui si sana”

QUALITÀ DELLA VITA• Hobby: guardare le stelle• Viaggi: magico Brasile• Sport: pallacanestro, maestra di vita • Salute: le allergie indoor

VELENI IN ARIAL’aria nella quale viviamo non èdavvero un granché. E gli inquinantiche contribuiscono a peggiorarlasono purtroppo tanti.Pag. 2

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COMUNICARE IL RISCHIOIntervista a Giancarlo Sturloni, Professore Università degli Studi di Trieste.Pag. 32

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vazioni arboree invecchiate in forma-zioni boschive naturaliformi, o alla pro-duzione di beni boschivi (legname e ri-sorse del sottobosco) nell’ottica di unutilizzo sostenibile soprattutto in rap-porto alle popolazioni locali. Per nonparlare del potenziamento e migliora-mento delle funzioni ricreativa, turisti-ca, didattica, culturale e sportiva dellenostre foreste. Insomma sono propriotanti i settori che possono essere inte-ressati a un uso intelligente del patri-monio boschivo del nostro Paese.

Secondo lei i nostri giovani laurea-ti possiedono le competenze neces-sarie a intervenire a favore di bo-schi e foreste o pensa che in Italianon si investa adeguatamente perquesto tipo di preparazione?In Italia abbiamo la fortuna di possede-re un grande potenziale: abbiamo tan-ti laureati provenienti dai vari corsi dilaurea dedicati alla riqualificazione am-

bientale, alle scienze e alle tecnologieforestali, all’ingegneria naturalistica.Bisogna poi vedere se si riesce a inseri-re queste risorse, a sfruttarle (nel sensopositivo del termine) nel modo più cor-retto e proficuo, se si riesce a trasferireloro l’esperienza della pratica e dun-que, per farla breve, a trovargli una col-locazione. La teoria l’hanno imparata durante glianni di studio, bisogna poi capire se siriesce a trovare loro un impiego ade-guato e in linea con le materie che han-no approcciato durante gli anni di Uni-versità. Però mi sento di essere positivo al ri-guardo, dato che si è parlato tanto del-l’aumento dei cosiddetti “colletti ver-di” e delle professioni green che pos-sono rappresentare un rimedio controla crisi. Saprò dare una risposta più pre-cisa riguardo alle competenze dei no-stri laureati dopo aver preso visione deiprogetti inviati per Forest Skill!

In che modo il settore green può fa-vorire l’occupazione giovanile?Secondo una ricerca di Progetto Am-biente - Isfol su dati ISTAT nell’arcotemporale 1993 – 2008, il numero de-gli occupati nei settori di interesse am-bientale è aumentato soprattutto nelsettore del turismo (14,5%) e della di-fesa, controllo e disinquinamento(8,4%), mentre è rimasto stabile nelsettore dei rifiuti (24,4%) e in quellodelle risorse agro-forestali (35,8%).Nello stesso arco temporale, gli occu-pati nel settore ambientale sono passa-ti da 263.900 a 372.100 unità e addi-rittura, crisi permettendo, per i prossi-mi anni le stime parlano persino di unraddoppio. Dunque possiamo tranquillamentepensare che, in un Paese come l’Italia incui 30 giovani su 100 sono senza occu-pazione, l’ambiente possa davvero rap-presentare un’opportunità concreta dioccupazione. z

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se anche la casa si ammala

• Costruire secondo natura:intervista al bioarchitetto

• Quando il feng shui entra in casa• Proteggere il microclima• SPA: benessere dentro e fuori

STORIE DI QUALITÀ• L’hotel “qui si sana”

QUALITÀ DELLA VITA• Hobby: guardare le stelle• Viaggi: magico Brasile• Sport: pallacanestro, maestra di vita • Salute: le allergie indoor

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