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MuseoMuseo ValdeseValdese didi
PraliPrali
Collocato in uno dei più antichi templi valdesi, risalente al
1556, l’unico a non essere stato distrutto nel corso delle
persecuzioni del 1600, come testimonia la lapide posta sulla
facciata. Il museo documenta così l’identità della comunità valdese
attraverso le vicende dei suoi locali di culto.
I pannelli alle pareti seguono le vicende storiche: da
clandestini in periodo medievale privi perciò di locali, i valdesi
passano con la Riforma del XVI secolo alla predicazione pubblica e
di conseguenza alla costruzione dei primi edifici (“tempio” è la
traduzione del termine francese “temple”); le repressioni e le
persecuzioni del Seicento conducono alla distruzione sia degli
edifici sia delle comunità; gli uni e le altre saranno ricostruiti
nel Settecento nel periodo dell’isolamento. Nell’Ottocento il
tempio, sin qui luogo esclusivo della vita comunitaria, sarà
affiancato da altri poli di attività: le scuole, le sale di
riunioni, fino al XX secolo quando la comunità si apre ai problemi
del mondo, simbolicamente rappresentato con un’immagine del Centro
Ecumenico Agape.
Il discorso museale si muove però anche a livello evocativo: una
scuola domenicale e un gruppo corale affiancati al pulpito
ricordano la varietà della vita ecclesiale, le panche disposte a
quadrato volte al pulpito riproducono la disposizione
originaria.
A ricordare i diversi aspetti della vita comunitaria stanno le
figure sulle gallerie: l’anziano di chiesa, il maestro, la donna,
il catecumeno, la moglie del pastore, la deputata al Sinodo. Le
loro testimonianze si possono udire nel video.
Le bacheche e il locale d’ingresso documentano alcuni aspetti
sociologici della vita di Prali: il Comune, la borgata, i lavori
nei campi, la cucina e la miniera.
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II PANNELLIPANNELLI
1. IL MEDIOEVO – LA GROTTA TEMPIO2. IL CINQUECENTO – IL TEMPIO
COSTRUITO3. IL SEICENTO – IL TEMPIO DISTRUTTO4. IL SETTECENTO – IL
TEMPIO RICOSTUITO5. L’OTTOCENTO – ATTORNO AL TEMPIO6. IL NOVECENTO
– DAL TEMPIO ALLA SOCIETA’7. LA CORALE VALDESE8. LA SCUOLA
DOMENICALE9. COMUNI E COMUNITA’ DI VALLE10. LA STORIA DELLA
VALLE11. LA BORGATA12. L’ISTRUZIONE13. IL TERRITORIO
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Pulpito
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ILIL MEDIOEVOMEDIOEVO – – LALA GROTTAGROTTA TEMPIOTEMPIO Nel
Medioevo, la presenza cristiana nelle valli Valdesi è
limitata a pochi centri, quali San Martino, San Giovanni,
Pinerolo, estendendosi poi progressivamente, con la costruzione di
nuove chiese, nei diversi centri: Luserna, la Torre, Prali,
Perrero.
I valdesi, condannati come eretici, sono costretti alla
clandestinità.
I “Poveri”, così si definiscono i valdesi in età medioevale, non
hanno diritto all’esistenza nella società del loro tempo.
Sono considerati eretici dalla Chiesa e sovversivi dal potere
civile per le loro posizioni critiche nei confronti delle
istituzione del tempo: rifiuto del giuramento, della guerra,
delle decime e di dottrine che la Chiesa sta allora
introducendo: transustanziazione, Purgatorio, o pratiche religiose;
ave Maria, culto dei santi.
Costretti alla clandestinità e senza poter disporre di locali di
culto, i Valdesi si ritrovano in rare occasioni e sempre con grandi
precauzioni per evitare denunce.
I loro luoghi di incontro sono le case private, le cucine o le
stalle, ma anche località nascoste e aperta campagna.
si è venuta creando così la tradizione di grotte che sarebbe
state utilizzate anche come luoghi di culto.
La più nota la Ghieisa d’la Tana in Val d’Angrogna.A mantenere
uniti i fedeli disseminati attraverso l’Europa sono i
predicatori
itineranti, detti, nel XV° secolo, “barba”, cioè “zii” nella
lingua locale.A due a due, fingendosi pellegrino esercitando un
mestiere itinerante come
il mercante o il corriere, per sfuggire all’Inquisizione, si
spostano nell’area loro assegnata.
I “barba”, fermandosi pochi giorni in una località, trasmettono
il loro insegnamento e rinsaldano le convinzioni dei fedeli con
incontri e colloqui.
Il culto che questi gruppi valdesi tengono di nascosto è molto
semplice: meditazione di passi delle Scritture e preghiere; si
tratta di conversazioni familiari più che di vere funzioni.
I fedeli hanno anche l’abitudine di confessarsi al barba che
annuncia loro il perdono citando passi del Vangelo.
Cronologia1173 – Conversione di Valdo 1176 – La battaglia di
Legnano 1184 – Il Papa imperatore a Verona condanna i Poveri di
Lione1215 – Il IV Concilio Laterano scomunica i Valdesi1218 –
Colloquio di bergamo incontro tra i “Poveri” lombardi e i “Poveri”
di Lione1232 – Gregorio IX istituisce l ’ inquisizione 1266 –
Diffusione dei Valdesi in Austria1309 – Il papato ad Avignone 1316
– Berbard Gui inquisitore in Linguadoca1376 – Borelli inquisitore
in Delfinato1380 – Inquisizione in Boemia1392 – Zwicker inquisitore
in Germania1453 – Caduta di Costantinopoli 1458 – Federico Reiser
martire a Strasburgo1476 – Andrea Acquapendente inquisitore in val
Luserna1484 – Crociata di Carlo I di Savoia in val Luserna1487-88 –
Crociata del Cattaneo in Delfinato1492 – Scoperta dell ’ America
1494 – Martirio di barba martino e Giovanni a Oulx1498 – Luca di
Praga prende contatti con i valdesi del contro e nord d’Italia
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ILIL CINQUECENTOCINQUECENTO – – ILIL TEMPIOTEMPIO
COSTRUITOCOSTRUITOLa diffusione della riforma protestante, agli
inizi del
Cinquecento, apre un periodo di profonda trasformazione anche
belle valli dove la presenza valdese era stata importante.
La maggioranza della popolazione aderisce alle nuove idee e
accorre a sentire i predicatori che giungono da Ginevra.
Per alcuni anni si utilizzano per queste predicazioni le chiese
esistenti, che di norma, appartengono alle comunità locali e che i
preti cattolici hanno abbandonata.
La situazione si stabilizzerà a poco a poco con la ripresa
cattolica e l’intervento dello Stato, che restituirà alla Chiesa
romana la sua preminenza giuridica, costringendo i Valdesi a
costruire edifici propri per il loro culto. Questo avverrà intorno
al 1555.
Templi valdesi costruiti durante il periodo della riforma Prali,
Massello, Villasecca, Maniglia, Rodoretto, S. Germano,
Pramollo,
Roccapiatta, Angrogna, Ciabas, Rora, Torre.L’uso valdese di
definire “tempio” il locale di culto è particolare e
insolito, perché abitualmente il termine si riferisce a santuari
pagani. Derivato dal protestantesimo francese ha però anche una
valenza teologica precisa: la chiesa è per il mondo evangelico la
comunità dei credenti, non l’edificio, che non è infatti
consacrato.
Il tempio valdese è costruito come semplice luogo di incontro
dei fedeli; la sua sobrietà colpisce che è abituato agli edifici di
culto di altre confessioni cristiane, generalmente molto più
ricchi. Di qui il
termini spregiativo “ciabàs”, casaccia, con cui viene definito
l’edificio costruito sulla collina di San Giovanni.
Si tratta di una costruzione ridotta all’essenziale, quattro
mura, un tetto che ripari dalle intemperie; l’arredo è anch’esso
ridotto all’essenziale: una cattedra per il predicatore, qualche
sedile per donne e bambini, spesso solo tronchi o sgabelli.
Sono assenti gli elementi che caratterizzano le chiese
tradizionali, l’altare, le immagini, il campabile, il
confessionale.
Anche il culto, la funzione religiosa che si svolge nel tempio
riformato, ha gli stessi caratteri dell’edificio massima sobrietà e
concentrazione sull’essenziale.
Il predicatore non indossa più i paramenti ma si veste come
tutti coloro che hanno compiuto studi universitari con la toga
dottorale, come i professori, gli avvocati.
Lo schema del culto resta quello della massa: le ttura della
Scrittura; confessione del peccato; preghiera; omelia, battesimo e
comunione. Quest’ultima non viene celebrata tutte le domeniche e
riprende il significato dell’eucarestia dei primi cristiani: gesto
che ricorda la morte di Gesù. Grande rilievo viene dato alla
predicazione che consiste essenzialmente in una spiegazione della
Bibbia.
Nel 1532 i Valdesi decidono di fare tradurre la Bibbia.Sarà
Olivetano, cugino di calcino,a realizzare l’opera, stampata poi nel
1535.Al centro del culto protestante sta la predicazione, il
sermone, commento della Scrittura.
Cronologia1517 – Le 95 tesi di Lutero 1526 – Riunione del
Capitolo generale valdese al Laus (val Chisone)1527 – Missione di
barba Giorgio di Calabria in Svizzera1532 – Assemblea di
Chanforan1534 – Fondazione dei Gesuiti 1535 – Pubblicazione della
Bibbia di Olivetano1536 – I Francesi occupano il Piemonte1545-63 –
Concilio di Trento 1545 – Massacro dei valdesi di Provenza1558 –
Martirio di Goffredo Varaglia a Torino1560-61 – Guerra
sabaudo-valdese del Conte di trinità1561 – Accordo di Cavour1572 –
Strage di S. Bartolomeo
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ILIL SEICENTOSEICENTO – – ILIL TEMPIOTEMPIO
DISTRUTTODISTRUTTOAnche le popolazioni delle Alpi Cozie vivono
la tragica esperienza della storia europea; essendo i sovrani di
delfinato e Piemonte cattolici, al loro è conseguentemente
religione di Stato, mentre il culto riformato, strettamente
limitato, viene progressivamente soppresso.
Vengono dapprima chiusi i locali di culto nelle borgate, dove i
maestri, oltre ad insegnare svolgono anche il compito pastorale e
presiedono le funzioni.
Sono espulsi i pastori ritenuti troppo attivi e,
contemporaneamente, vengono organizzate missioni di ordine
religiosi.
Nel 1685 Luigi XIV revoca le libertà di cui godevano i suoi
sudditi ugonotti e sopprime il
culto protestante: gli abitanti della val Chisone e val
Pragelato sceglieranno l’esilio in Germania piuttosto che
l’abiura.
La minoranza valdese, non intendono rinunciare a quello che
considerava un diritto fondamentale, la libertà di coscienza e di
culto, oppone resistenza al potere ducale, caso unico nell’Europa
del tempo.
Sorgono scontri e guerriglie in cui i Valdesi riescono quasi
sempre vincitori grazie all’appoggio dei protestanti europei.
Nel corso di questi scontri i templi vengono spesso
distrutti.
Nel 1686 Vittorio Amedeo II abolì la religione riformata nelle
sue terre e i valdesi furono brutalmente repressi, la maggioranza
morì negli scontri e nelle carceri. Tutti i templi furono rasi al
suolo eccetto quello di Prali perché utilizzato dalle famiglie
cattoliche immigrate dalla Savoia.
Cronologia
1618 – Inizio della guerra dei 30 anni 1630 – La peste nelle
valli valdesi1644 – Antoine Leger si rifugia a Ginevra1648 – Pace
di Westfalia 1650 – La “De propaganda Fide” inizia la sua attività
a Torino1653-58 – Cromwell Lord Protector 1655 – Le pasque
piemontesi1663 – La “guerra dei banditi” nelle valli valdesi1686 –
Editto di Vittorio Amedeo II, massacro e prigionia dei valdesi1687
– Esilio dei valdesi1688 – “ Gloriosa Rivoluzione ” in Inghilterra
1689 – Rimpatrio del valdesi1698 – I riformati espulsi dalla Val
Chisone
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ILIL SETTECENTOSETTECENTO – – ILIL TEMPIOTEMPIO
RICOSTRUITORICOSTRUITO
Rientrati dall’esilio, nel 1689, i Valdesi ricostruiscono i loro
templi.
Date le loro precarie condizioni economiche e il permanere delle
guerre, l’impresa risulterà molto difficile e sarà realizzata molto
lentamente e solo grazie all’aiuto dei paesi protestanti.
Per parte loro i re di Sardegna rafforzano la presenza
cattolica, nelle valli valdesi, con la costruzione o il restauro di
molte chiese.
Come in tutte le chiese cristiane dell’epoca le funzioni sono
molto numerose. La domenica, oltre al culto mattutino, si tiene nel
pomeriggio una assemblea per l’istruzione religiosa, con
spiegazione del catechismo; anche nel croso della settimana si
tengono momenti di mediazione,
presieduti dal maestro parrocchiale con lettura di passi della
bibbia, canto e preghiera.Il canto ha occupato sempre un largo
spazio nella vita delle chiese valdesi.All’epoca della Riforma, a
Ginevra, poeti e musicisti
realizzano il rigetto grandioso di mettere in musica l’intero
salterio. In particolare, dal ’700 fino al XIX secolo, è stato
questo l’unico patrimonio canoro dei valdesi.
Cronologia
1706 – Vittorio Amedeo II si rifugia nelle valli valdesi1721 –
Muore Enrico Arnaud in Germania1738 – G. Wesley dà inizio al “
Risveglio ” 1730 – Gli ultimi riformati sono espulsi dalla val
Pragelato1735 – Fondazione del Comitato Vallone in Olanda1751 – Si
pubblica l ’ Enciclopedia 1740 – Ospizio dei Catecumeni a
Pinerolo1748 – Creazione del Vescovato di Pinerolo1783 –
Indipendenza degli Stati Uniti 1769 – Fondazione della scuola
latina a Torre Pellice1799 – Repubblica Piemontese1789 –
Rivoluzione francese
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LL’’OTTOCENTOOTTOCENTO – – ATTORNOATTORNO ALAL TEMPIOTEMPIO
Nel corso dell’Ottocento, la vita delle chiese valdesi subisce
un profondo cambiamento sotto l’aspetto giuridico e spirituale.
Le Lettere Patenti di Carlo Alberto del 17 febbrario 1848
aboliscono le discriminazioni giuridiche e le limitazioni
territoriali; si verifica di conseguenza una forte emigrazione dei
valdesi verso il fondo valle.
A seguito di maggiori disponibilità economiche e di donazioni
dall’estero, i templi preesistenti vengono rifatti o ammodernati
con pavimenti di pietra o di legno, stufe per il riscaldamento; ne
vengono anche costruiti di nuovi, come Rodoretto, Rorà, e altri in
località che erano fuori del
territorio tradizionale: Torre Pellice, Pinerolo, Perrero,
Chiotti.Per influenza del movimento religioso europeo, detto del
risveglio, la vita religiosa della chiesa diventa
molto più articolata e non ha più il tempio come unico luogo di
riferimento.Il tempio subisce in questo periodo una trasformazione.
Accanto ai culti tradizionali esso ospita altre
espressioni di vita religiosa: la scuola dei bambini, le feste
di natale e del 17 febbraio, vi si celebrano matrimoni e
funerali.
Armonium e organi accompagnano il canto dell’assemblea.Anche la
disposizione interna viene mutata: i banchi non sono più disposti a
semicerchio, ma allineati
verso il pulpito secondo l’impianto delle chiese tradizionali,
si costruiscono gallerie per accrescere lo spazio disponibile.
Grande importanza assumono in questo periodo le scuole.
Costituite in ogni borgata della parrocchia, oltre alla naturale
funzione scolastica esse hanno anche un carattere
ecclesiastico.
Le scuole sono finanziate e gestite dalla chiese sia per
l’insegnamento biblico, che occupa un posto rilevante, sia perché
vi si tengono attività religiose e culturali a cura dei pastori e
delle varie associazioni.
Accanto al tempio e alle scuole si costruiscono via via delle
sale in cui si tengono attività di carattere culturale e
ricreativo; recitazione di pezzi teatrali a soggetto religioso;
concerti; conferenze.
Ad animare queste attività sono le Unioni giovanili (maschili e
femminili), collegate con associazioni protestanti internazionali,
che sono vere e proprie scuole di formazione per responsabili
locali sia in campo ecclesiastico sia amministrativo.
Analogo è lo spirito delle “Corali” (società di canto), che
svolgono programmi di formazione musicale con repertorio religioso
e folcloristico.
Cronologia1805 – I Valdesi annessi alle chiese francesi1815 –
Congresso di Vienne 1831 – Fondazione del Collegio Valdese1831 –
Mazzini fonda la Giovane Italia 1848 – Lettere patenti di Carlo
Alberto1853 – Inaugurazione del tempio di Torino1859 – Primi
emigrati valdesi in Uruguay1860 – Spedizione dei Mille 1860 –
Fondazione del Comitato di Evangelizzazione1861 – Facoltà di
teologia a Firenze1870 – Roma capitale d ’ Italia 1871 –
inaugurazione dell’Ospedale Valdese di Torino1881 – Fondazione
della Società di Storia Valdese1883 – Inaugurazione del primo
tempio di Roma1894 – Costruzione dell’Asilo per vecchi di S.
Germano
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ILIL NOVECENTONOVECENTO – – DALDAL TEMPIOTEMPIO ALLAALLA
SOCIETASOCIETA’ ’
Nel Novecento, a subire profonde trasformazioni, è la vita della
comunità valdese nel contesto della società, a causa della
secolarizzazione, del dialogo e del rinnovamento religioso.
In questo periodo non si hanno mutamenti sostanziali in campo
architettonico, salvo la costruzione di due nuovi templi a S.
secondo e Villar Perosa, imposta dal flusso migratorio dalle alte
valli.
La chiesa è sempre più consapevole che la fede cristiana non si
vive solo nella pratica religiosa entro le mura del tempio; essa
non è solo ricerca spirituale, ma impegno di vita nella realtà
quotidiana; il tempio si apre al mondo.
Con la costruzione del nuovo tempio, l’edificio storico cessa la
sua funzione ecclesiale e ne trova una nuova.
È questo l’esempio del tempio di Prali, dove, a partire dal
1965, si realizza un impianto mussale che diventa luogo di memoria
della storia e delle tradizioni della Valle.
Il vecchio “tempio museo” sta a significare che la fede non è
fenomeno recente, ma ha radici antiche ed è fede che si intreccia
con la storia delle valli valdesi e del nostro paese.
L’idea di un luogo di incontro per la gioventù valdese sorge
alla fine della guerra, ma il pastore Tullio Vinay, che ne ha la
responsabilità, lo ridisegna in una dimensione internazionale ed
ecumenica. Inaugurata nel 1951 il centro di agape diventa un luogo
dove si incontrano l’evangelo e il mondo.
Tale resterà nel tempo e, specie nel periodo della guerra fredda
e della contestazione, esso diverrà uno spazio privilegiato di
confronto indipendentemente dalla professione di fede e dalle
ideologie, verrà condotto un dialogo tra persone che rappresentano
le più diverse realtà del mondo moderno: Terzo Mondo ed Europea,
marxismo e liberalismo, religioni e confessioni cristiane.
Cronologia1905 – Separazione Chiesa-Stato in Francia 1908 – Si
pubblica il settimanale “La Luce”1914 – Inaugurazione del secondo
tempio di Roma1914 – Prima guerra mondiale 1920 – Primo Congresso
Evangelico1922 – Inaugurati i convitti di Torre Pellice e
Pomaretto1927 – Inaugurazione del tempio di Palermo1929 –
Concordato Stato Chiesa 1931 – Giovanni Miegge direttore del
mensile “Gioventù Cristiana”1938 – Federazione delle Unioni
Valdesi1939 – Seconda guerra mondiale 1951 – Inaugurazione del
Centro di Agape (Praly)1961 – Inizio del Servizio Cristiano di
Riesi (Palermo)1948 – Fondazione del Consiglio Ecumenico delle
Chiese 1967 – Federazione delle Chiese Evangeliche1984 – Intesa fra
Repubblica e Tavola Valdese
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LALA CORALECORALE VALDESEVALDESE
Nello svolgimento del loro culto le chiese valdesi non ebbero
sino a fine ottocento ricorsi a cori e a strumenti musicali; il
canto era infatti riservato all’assemblea dei fedeli.
Con l’avvento del Romanticismo in campo culturale e del
Risveglio in quello religioso una nuova sensibilità si manifestò
nel protestantesimo mondiale (basti ricordare gli spirituals e i
gospels).
Di conseguenza anche nelle chiese valdesi sorsero gruppi di
canto, cori misti a 4 voci, che assunsero dal termini francese di
“Chorale” la denominazione di “Corale”.
Legati alla vita parrocchiale in modo più o meno stretto spesso
diretti dal pastore stesso o dalla moglie.
Con l’esecuzione di repertorio vario, religioso e popolare, in
assemblee particolari o concerti, le Corali hanno contribuito a
mantenere nella comunità valdese una sensibilità musicale e
religiosa facendo del canto una espressione della vita personale e
comunitaria della fede evangelica.
LALA SCUOLASCUOLA DOMENICALEDOMENICALE
Nelle chiese valdesi l’istruzione religiosa era anticamente
impartita nelle scuole confessionali prima che diventassero
comunali e nel catechismo pubblico.
Oltre a questi due ambiti di insegnamento, verso la fine
dell’Ottocento, se né introdusse un terzo proveniente dal
protestantesimo anglosassone: la scuola domenicale.
L’iniziativa mirava a sottrarre i bambini dalla strada offrendo
loro nelle parrocchie uno spazio di gioco e riflessione.
Nelle chiese valdesi ebbe però un carattere più scolastico e
religioso.
Collocato la domenica mattina prima del culto, l’incontro.
Centrato sullo studio di un episodio della storia biblica,
comprendeva una spiegazione del pastore, un compito: compilazione
di una scheda, memorizzazione di un passo biblico.
Il canto di inni e la preghiera avveniva a gruppi corrispondenti
all’età dei ragazzi, sotto la guida di un monitore.
Questa attività ebbe naturalmente carattere molto diverso nel
tempo seguendo l’evoluzione delle tecniche pedagogiche più
moderne.
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COMUNICOMUNI EE COMUNITACOMUNITA’ ’ DIDI VALLEVALLEL’archivio
storico del Comune di Perrero è composto, oltre che dai documenti
del Comune stesso, dagli
archivi aggregati della Comunità di Valle e dei Comuni di
Maniglia, Faetto, Riclaretto, Bovile, Chiabrano, Traverse e S.
Martino. Tutta la documentazione conservata in ciascun archivio
aggregato degli ex-comuni si arresta all’anno 1929.
La ragione dell’interruzione è dovuta al fatto che, a partire da
tale data e per il ventennio successivo, i Comuni di Bovile,
Faetto, Chiabrano; Traverse, S. Martino, Riclaretto, Rodoretto e
Maniglia furono privati dell’autonomia ed accorpati al Comune di
Perrero. Il R.D. (Regio Decreto) del 15 marzo 1928 n. 662 stabiliva
infatti la loro riunione in un unico Comune con capoluogo Perrero;
Salza e Massello formeranno invece un solo comune con capoluogo
Massello e Prali mantenne la propria autonomia.
Con la caduta del fascismo solamente Prali, Massello e Salza
ricostituirono comune a sé. Rodoretto divenne frazione di Prali, i
restanti 7 paesi rimasero ex-comuni censuari di Perrero e nel corso
del 1937 i rispettivi archivi vennero uniti in un solo locale del
Comune di Perrero.
Nel creare questa struttura l’amministrazioni fascista aveva
tratto suggerimento da un tipo di organizzazione locale che si era
già sperimentata nel periodo napoleonico.
Durante la dominazione francese, le dodici amministrazioni
comunali costituenti la “Valle di S. Martino” erano state unificate
in una singola “Mairie”, dotata di un solo sindaco e di un unico
organismo rappresentativo. La “Mairie” aveva preso nome di “Val
Balsille” dall’ultima borgata del Comune di Massello (Balsiglia),
luogo scelto perché nel corso delle lotte di religione vi avevano
trovato rifugio i protestanti valdesi.
Nel 1814, tornata sotto il servizio della Casa Sabauda, la Val
Balsille riprese il nome originario di Val S. Martino.
Con la Restaurazione la situazione fu riportata allo stato
preesistente anche dal punto di vista amministrativo. Prima e dopo
la parentesi napoleonica i dodici Comuni costituenti la Valle di S.
Martino, ciascuno con la propria autonomia, si erano riuniti nella
“Comunità di Valle”, organismo con sede nella sala consulare della
Casa comune di Valle, stabilita in Perrero.
Il Consiglio delegato delle dodici Comunità, nel quale ciascun
Comune aveva un proprio rappresentante, si riuniva per deliberare
circa le questioni amministrative riguardanti gli interessi di due
o più Comunità.
La testimonianza più antica, in tal senso, è data dai verbali di
deliberazione del Consiglio generale dei Capi di Casa delle
Comunità della Val S. Martino per il 1683.
L’esistenza della Comunità di Valle si protrasse fino alla
seconda metà del XIX sec., sostituita man mano da strutture
consorziali di vario genere (sanitarie, amministrative, di
segreteria ecc.) coinvolgenti Perrero e i seconda del diverso
interesse.
LALA STORIASTORIA DIDI VALLEVALLELa storia della Val S. Martino
è strettamente legata al carattere particolare della sua vicenda
religiosa. La
popolazione essendo in maggioranza valdese ovvero di confessione
riformata si trovò sovente in conflitto con le autorità. I Duchi di
Savoia essendo di confessione cattolica consideravano questa
minoranza sempre con sospetto e nel corso delle vicende storiche
tentarono di condurre questi sudditi ad abbandonare la loro
confessione ricorrendo alla forza.
1561Il Duca Emanuele Filiberto da poco rientrato nei suoi
possedimenti impose la sua religione a tutti gli
abitanti dei suoi Stati. A seguito di tale imposizione i
feudatari della Val S. Martino che allora erano i Trucchetti a
Perrero, sotto l’egida dei Savoia, raccolsero truppe mercenarie per
assalire i valdesi del vallone di Riclaretto.
L’assalto fu respinto dalla resistenza dei valdesi appoggiata
dall’intervento dei correligionari di Pragelato.In seguito il
trattato di Cavour del 1561 riconobbe il diritto alla predicazione
nelle comunità valdesi di
Rodoretto, Massello, Maniglia, Salza e luoghi abituali fra cui
deve probabilmente inserirsi anche Prali.1655Fu quello un anno
tragico per i valdesi. Le truppe francesi e piemontesi accampate
nelle valli fecero strage
della popolazione. È questo il periodo che si ricorda come le
“Pasque Piemontesi” che sollevò una protesta in tutta Europa, e
suscitò l’intervento delle Potenze protestanti a difesa della
minoranza valdese dalla distruzione. La Val S. Martino fu meno
colpita perché la popolazione si era sottomessa rinunciando alla
sua religione.
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EsilioAnni particolarmente drammatici furono quelli tra il 1685
e il 1689. Nel 1685 Luigi XIV cancellava le
libertà concesse ai protestanti in Francia e anche in Val
Chisone allora francese. Nel gennaio 1686 Vittorio Amedeo II impose
ai suoi sudditi valdesi l’abiura, essi però opposero resistenza ma
sopraffatti dalle truppe francesi, furono rinchiusi nelle carceri
del Piemonte dove la maggioranza di loro morì. Solo tremila
poterono trovare rifugio in Svizzera.
RimpatrioNel 1689 una spedizione di circa mille uomini partì dal
lago Lemano e attraverso la Savoia tornò in
Piemonte. Con questa impresa veramente eccezionale conosciuta
come il Glorio Rimpatrio i Valdesi rientravano nelle loro valli e
la Val San Martino fu al centro di questi avvenimenti.
Il 10 settembre: Moncenisio - Il 11 settembre: Salbertrand - Il
12 settembre: PragelatoIl 13 settembre: Balziglia - Il 14
settembre: Prali - Il 15 settembre: Prali - Il 16 settembre:
BobbioSi ricorda che Prali fu una tappa importante della marcia
perché qui si fermarono e celebrarono il poro
primo culto nell’unico tempio, di tutte le Valli valdesi a non
essere distrutto perché usato come luogo di culto degli immigrati
che si erano trasferiti dalla Savoia per ripopolare la Valle. Il
pastore Enrico Arnaud tenne la predica sulla soglia del tempio in
modo da essere udito da chi stava all’interno e all’esterno.
LALA BORGATABORGATANelle Valli Valdesi ed in particolare nella
Val
S. Martino (Germanasca), la scelta degli insediamenti abitativi
non è mai stata casuale ma legata ad una concomitanza di fattori
quali la fertilità dei suoli, l’esposizione del luogo, la facile
reperibilità dell’acqua nonché la morfologia del terreno in
funzione della sicurezza (pericolo di valanghe) e nel corso dei
secoli, in ragione dei conflitti religiosi che ne caratterizzano la
storia, anche dalla difendibilità.
La connessione tra ubicazione geografica e credo religioso ha
caratterizzato nel tempo anche il numero e la distruzione degli
insediamenti abitativi.
Ne sono esempio buona parte delle borgate costruite sia
nell’indiritto che nell’inverso di valle e che fino verso la fine
del 1800 risultavano più popolate e organizzate dei centri di fondo
valle nei quali erano concentrati alcuni servizi, casa comunale,
mercati, ecc…
Amministrativamente tutte le borgate erano rappresentate sia nel
Consiglio Comunale che nel consiglio degli anziani della parrocchia
valdese (Concistoro).
La necessità di raggrupparsi in comunità affini ha
caratterizzato le borgate anche sotto l’aspetto organizzativo e
sociale. Si sono fatti e si fanno ancora in comune certi lavori
d’interesse generale, come costruire, ritrattare e mantenere opere
comuni (strade, balere d’irrigazione, acquedotti, ecc…) oppure
tagliare una valanga che ostruisce strade o sentieri montani in
particolare verso i pascoli.
Comunemente gli abitanti di una borgata prestavano giornate di
lavoro che non di rado erano restituite con giornate di lavoro
identiche o equivalenti.
Per tener conto di questi prestiti si usava fare una tacca
un’ocho ad un bastone ad hoc che teneva presso il focolare
domestico.
Fino al secolo scorso sono state diffuse ed in uso in quasi
tutta la Val Germanasca le Società di Mutuo Soccorso.
In particolare quelle per il bestiame erano costituite da gruppi
famigliari associati per alleviare (in caso di disgrazia capitata
alle bovine dei mutualismi) la perdita di chi ne era colpito,
tassandosi annualmente in proporzione al bestiame posseduto.
A turno, ogni mutualista, doveva fungere, se del caso, da
macellaio, da raccoglitore delle quote dovute dagli associati e da
distributore ai medesimi della quantità di carne loro spettante
sull’animale macellato.
La vita delle borgate è altresì caratterizzata da feste e
manifestazioni religiose o popolari che a seguito della separazione
e dell’isolamento subiti dalle comunità valdesi hanno mantenuto e
mantengono tuttora una loro diversificazione.
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La PrìëroIl pastore o amministratore della parrocchia durante la
settimana si trasferisce a turno in ogni borgata e
tiene sul finire del giorno, generalmente nei locali della
scuola, delle riunioni di edificazione.Ancora verso la fine del
1800 a Prali particolarmente, la riunione serale o “prìëro” era
annunciata da due
allievi delle scuole che a turno percorrevano le strade
avvisando a gran voce gli abitanti.
Il 17 FebbraioTra le feste di carattere religioso e civile la
più sentita è quella del 17 febbraio, festa della libertà in cui
i
valdesi celebrano l’emancipazione dei padri e la concessione dei
diritti civili.La decisione di celebrare la festa del 17 febbraio
venne presa dal Sinodo dell’Agosto del 1848 “al fine di
perpetuare il ricordo benedetto di Carlo Alberto re
emancipatore”.La festa è annunciata fin dalla vigilia con numerosi
falò, fuochi di gioia che illuminano ogni borgata.
Il 15 AgostoLa festa religiosa valdese del 15 agosto ebbe
origine dal fatto che prima del 1848, era severamente proibito
ai valdesi di lavorare all’aperto in occasione di feste
cattoliche.Si finì perciò col decidere, da parte delle autorità
valdesi, di organizzare in luoghi appartati e discosti dai
centri ove si svolgeva da parte dei cattolici la festa della
“Assunzione di Maria”, delle riunioni di carattere religioso.
Il carattere di tale manifestazione popolare è rimasto negli
anni qual’era in origine con un incontro di fedeli che si celebra
ogni anno all’aperto in località storiche delle valli valdesi.
LL’’ISTRUZIONEISTRUZIONE
L’istruzione scolastica di svolgeva nel Comune a due livelli:
nella borgata e nel capoluogo. In ogni borgata esisteva una scuola
aperta a tutti i bambini con durata variabile secondo i casi da un
minimo di 3 mesi ad un massimo di 6.
Vi insegnava un maestro o maestra non provvisto di diploma che
aveva frequentato qualche corso di prima pedagogia.
Si insegnavano i rudimenti di lettura, scrittura e calcolo.
Quando l’alunno cresceva passava alla scuola “Grande” del capoluogo
dove insegnava un maestro diplomato, detto règent, questi aveva
anche una funzione nella vita della chiesa.
Gli alunni che risultavano dotati e la cui famiglia ne aveva la
possibilità veniva mandato a
Pomaretto e qui frequentava la Scuola Latina corrispondente alle
attuali Medie.Questo sistema scolastico fu all’origine della larga
diffusione del francese nelle valli. Fino al momento in
cui l’insegnamento divenne statale questa fu infatti la lingua
delle scuole, così come nella vita ecclesiastica la predicazione,
l’insegnamento e il giornale della chiesa erano in francese.
Il regime fascista ostacolò questa cultura nel nome di un ottuso
nazionalismo e nel dopoguerra con la scolarità e la televisione
l’italiano si impose.
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ILIL TERRITORIOTERRITORIO Come diffusamente nelle regioni alpine
anche in Val S. Martino il lavoro degli abitanti è stato per
secoli
legato e determinato da un economia di sussistenza dove la
famiglia produceva quasi tutto quello che era necessario alla sua
vita. Di conseguenza le attività lavorative erano diversificate.
Alcune svolte esclusivamente dagli uomini, altre dalle donne, altre
in comune.
A partire dalla metà del 1600 ha inizio in tutta la Val S.
Martino una attività di carattere estrattivo.Vengono aperte cave di
marmo impiegato poi nella costruzione di chiese, palazzi reali e
nobiliari di Torino
e del regno Sabaudo.Nell’Ottocento si sviluppa progressivamente
l’industria estrattiva ed in particolare del talco e della
grafite.Molti montanari e in particolare quelli di Prali vennero
assunti nelle miniere collocate nei diversi punti
della valle.Il lavo nella tuno, (la tana) come venne detta la
miniera è una vicenda molto complessa e non di rado
amara della vita dei pralini perché l’evoluzione tecnologica non
fu sempre accompagnata da misure di tutela adeguate e le malattie
professionali, in particolare la silicosi, fecero molte
vittime.
La casa è naturalmente il luogo dove si soggiorna ma anche
quello dove si lavora. In particolare per quel che riguarda la vita
della famiglia e del bestiame. Alle donne è affidato il compito
della cura della casa, della cucina. In passato anche molta parte
dell’abbigliamento era frutto dell’attività femminile: filare la
lana, tessere la canapa, ecc.
Anche la cura del bestiame ricade in gran parte sulle spalle
delle donne: nella stalla con la mungitura e poi la lavorazione del
latte.
Ma la maggior parte del lavoro di una famiglia di svolgeva fuori
casa nel prato per la fienagione, nei campi per la coltivazione
delle patate e dei cereali, nei boschi per il legname e
all’alpeggio in estate.
A partire dal Medio Evo l’economia della Val S. Martino, come
diffusamente nelle valli alpine, è organizzata sullo sfruttamento
dei pascoli e dei boschi.
L’allevamento di bestiame è stato per secoli l’attività
principale dei montanari, essa si volgeva prevalentemente negli
alpeggi o pascoli alpini.
Gli alpeggi costituivano una delle ricchezze delle Abbazie e dei
Monasteri medioevali.Coloro che sfruttavano direttamente questi
latifondi abbaziali dovevano pagare dei notevoli tributi sia in
somme di denaro sia da prodotti in natura.Per la Val S. Martino,
ancora nella prima metà del settecento, i coltivatori pagavano
tributi mediante una
notevole parte di produzione locale di segala, di avena, di
castagne e di “formaggio fiorito”.A Prali gli alpeggi migliori (la
Miandëtta e Bô dâ Col) erano proprietà perpetua dell’Abbazia di
Casanova,
presso Caramagna, che li aveva concessi in enfiteusi, cioè in
locazione perpetua ai coltivatori di Prali, per un canone annuo,
che nel 1820 era di lire 148 (nuove di Piemonte).
Come per i pascoli anche i boschi e i campi erano insediamenti
dove trovare elementi di sussistenza.In Val S. martino i boschi di
protezione ai villaggi erano chiamati dëvê, in orginine “defensum”
cioè
difeso, protetto.A Prali i dëvê, di proprietà abbaziale erano
boschi nei quali era proibito far legna alla popolazione locale.Lo
sfruttamento di boschi e campi è soltanto nel tempo regolato da
Consortili, in particolare nei comuni
di Prali e Faetto i consortili amministrano per anni le riserve
boschive, di pascolo e di fienagione di proprietà o passate dalle
abbazie che ne godevano la proprietà alle comunità della Val
Germanasca.
Museo Valdese di PraliI PANNELLIIL MEDIOEVO – LA GROTTA
TEMPIOCronologia
IL CINQUECENTO – IL TEMPIO COSTRUITOCronologia
IL SEICENTO – IL TEMPIO DISTRUTTOCronologia
IL SETTECENTO – IL TEMPIO RICOSTRUITOCronologia
L’OTTOCENTO – ATTORNO AL TEMPIOCronologia
IL NOVECENTO – DAL TEMPIO ALLA SOCIETA’Cronologia
LA CORALE VALDESELA SCUOLA DOMENICALECOMUNI E COMUNITA’ DI
VALLELA STORIA DI VALLE15611655EsilioRimpatrio
LA BORGATALa PrìëroIl 17 FebbraioIl 15 Agosto
L’ISTRUZIONEIL TERRITORIO