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LA CITTA E,IL MONASTE,RO COMLINITA FEMMINILI CITTADINE NTE,L MtrZZOGIORNO MODE,RNO Atti del Convegno di Studi Campobasso, Il-I2 novembre2003 a cura cii E,rtsn Novl Cravanme Edizioni Scientifiche ltaliane
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Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

Feb 21, 2023

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Page 1: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

LA CITTA E, IL MONASTE,RO

COMLINITA FEMMINILI CITTADINENTE,L MtrZZOGIORNO MODE,RNO

Atti del Convegno di StudiCampobasso, Il-I2 novembre 2003

a cura cii

E,rtsn Novl Cravanme

Edizioni Scientifiche ltaliane

Page 2: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

Giulio Sodano

Monasteri femminili, città e sanrità:I'Aquila nel Cinquecenro

I monasteri femminili a L'Aquik nel Cinquecento

LJn carattere peculiare della città dell'Aquiia è l'ampia presenza diedifici religiosi. La ricerca compiuta da orlancio Antonini ha identifi-cato 66luoghi di culto, per una popolazione <ii SO.OOO abitanti. Nei se-coli precedenti il rapporro tra popolazione ed edilizia sacra era ancorpiù sorprendente. La pianta della città del rsls di Pico Fo'ticulanoelenca 119 chiese, per una popolazione di poco più di 2.500 abitanti equella del tlsl del Vandi ne regisrra 'tr17 per 6.000 abitantil. La impo-nente presenza di edifici religiosi deriva dalla parricolare genesi della città.come è noto, successivamente alla distruzione del primitivo nucleo ur-bano, la riedificazione della nuova città nel nee Íu irnpostata su di unpreciso programma urbanistico, che prevedeva la riunione dei castelli delterritorio circostante, ognuno dei quali riprodusse nel nuovo centro lesue strutture amministrative e religiose. I castelii che si fusero nella cittàfurono un'ottanrina, portati a 99 dalla leggencia della fondazione dellacittà.

Affianco alle parrocchie, il centro urbano abruzzese prescnrava il voltodi una città sacra anche per numerosi monastcri femminili. Lo stessoFonticulano nel 1575 scriveva che all'Aquila vr erano "dieci monasteridi monache'2. Nel 1722, iI vescovo TagliaÎatela relazionavache nella cittàsorgevano 11 case religiose femminili apparrenenri a 5 diversi ordini3.

Dalle informazioni trame dai testi di Filippo Murri e dell'Antonini sidesume la presenza di ben i4 monasreri femminili che, tra fondazioni,

I cfr. o. AwroNrnr, Architettura religiosa aquihna, vol. I, IÌAquiIa,Ediz. del GalloCcdrone, 1987.

' tat . D. t / .r Francescane a S. chiara d'Aquili e della Beata Anronia" Benedettine a S. croce e

a S. catcrina Manire, agostiniane a S. Lucia e a S. Amico, Domenicanc a S. caterinada Siena, celestine a S. Basilio, S. Agnese, S. Maria Maddalena e ai Raccomandati. cfr.iai.

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Giulia Sodano248

soppressioniepassaggitraunordinerel igiosoel 'altro'caratterizzaronoi;ti;;;*i" a,ífl" città tra tardo medioevo ed eta moderna' Men-

treduemonastef i ' i * r*** '*giàdalXII Isecoloo. i r rbenl lcasila fondazione risale

"J iW secoloi Per l'età moderna risult'r f istiru-

il;; n*"1", ai a* nr,"n. ait."ssa, del solo monasterc'' delle dome-

ni""rr" di S. C"t.tina da Siena6'La crescita d.i ,rroilri.ri

"q"il""i si. verifica. quindi. .all'ep.'c.r

della

perdita di attrazion;;il?;:^'i"^ benedeninà e del successo che

ir.rr. r.'aar, .itt"dirr" riscuorevano i rami femminili dei mendicantiT.

a S. Maria d'Aquili, fondata PIt::d9:*T:Îte alla n'rscir: Jcll'r 'tq:s;r citta' occupava

un edificio religioso p,t,t"" fln dal ttgs''ffiaqt: poi alle mon;c:1' d':miniate nel 1256'

col nome di S. Maria di;;;:^A;griio'alrr disti.rzi.',ne .-leÌi'-\cur'r rd opera di Man-

fredi nel 1259, 1e*o,'"tf"-"i""'ttó il 'no"""ro

di S' Le"Irirdo di Rtrio' convcrten-

dosi in clarisse nd f33i e t*i*À*a" il nome in S. Chiar; i'-\quili' Cir' F Munru"

Monasteri, comtmti, '^r""lri*i

,a"11 d.ell'arcidìoces: .iqr:Li'i"t'. L'A_quila, Edizioni

ISSRA, 1996, p. 276, e ó. [*.*^i,"er cbitettura religios.i. cir. p. _157. , Aìtro mona-

stero precedente al XIV íttb tt" q"tffo-di S' I{aria '

'Gttit']o,'l

-1^Ot:-9' Fontecchio'

Nato come monastero ;;hiú;"i :-;166 vi entrarono'1-ì giovinette' ry:-*t[.T::

poi si uasferirono ir, "i;-r,nl íZlZ. II monastero cinadino' ruttar'ìa' sì estrnse rntorno

ila metà del XV ,...1;;;;i;i.'-.r".ir. 1i161n31eno a Fonrecchio. cfr. F. Munm'

Monastei, conttenti, case, cit' p' 73'5II monastero ai s*ii'ilít J"'lt"{o"d"to nel 1jl3' e S' }lrria dei Raccomandati

a sequito di,,,," do"""t"f;;i lttt' CÎr -nt' p' 78 e o 1l: 1ll'::1.):i*'

da mona-

ste.ò maschjle cistercense, nel 1309 fu affidato.a monache cistercensi' che ne cambia-

rono il nome in S. Ct;;' 'ill'^i'

toa'.Ì--C-*tTt delle lriura venne fondato nel 1338'

e Ie sue monachc ".r;;;;i.k

e nel 15_37 n.i .on"r,.ro di S. Ifaria Maddalena' '.Iz','j'

:r::lltn'n*'tff milf {:".T1'ii3:';i:,::;+:ìí::;xti:,;-minili aquikn, ,il, Ji;;' ;;í iii-tààt",.ir, "Ri'ir," Je[a Storia della chiesa i:

uuli",,

';í;"';;;o:,';'."olT{.-tt^"^i.i;a,"""-*ta tu {ondato nel 1334. F. Munru, Monasten,

conoxnti, case, cit.,P' l3oì;;;ero di S'.Amho rracqrre nel 1375,e-raccolse Ie mo-

nache agostiruane del ;;;;#;;l*fg: di S- Nrcola ài T'-pe'a"'lzì' p' 138' ll mo-

nastero di S. Lucia ttí;;itJ; t"irrso' ro;' p' 81' Il n."''nu'ùto di S' caterina Mar-

tire in origine ... .i*rià il;stell; ài. s. vl,.ii.,o e fu trasferito nella città nel 1368'

Ipi. o. 145.s. Anorea"ài il;;il^i.;daro nel 1378. a seguito di una donazione com-

oiuta nel 136g. Ioi,p. 150. lì monasrero di s. cù"tt fo"!.. detta della SS' Eucaristia'

n"tq* tri#rllJ:';tfl'fiu"i.*. di S. caterina da Siena venne fondato.a scsuito del

tesumento d.l dotto'J -

ìtgg; G*lio..vivio del 1598 e venne aperto nel 1605' acco-

gliendo una decina dt ftiiffi; "o"l*t t";' p' tl+' rAntonili' tuttavia' è del pa-

rere che ,rr, *on"r,.rà ji;*,.}o-à;ttol"ro

" ó.^Cr,erina fosse già aperto nel 1555' at-

tizuo alle case del Vivio, il cui testamento,i" t'"1:1,..Pj:::01" Ît$i"ionc

di un con-

;iilil"'t"tle. Cfr' o' ANroNrNr' Arcbitutura retsto'iiii;f*ìlì;" femminile,in II

7 Su questo punto c{r' G' BmoNE' Cozze

Page 4: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

Monasteri femminili, e súntità 249

All,Aquilatragliordinirel igiosifemminil ierafortelaprimaziadellemonache celesdne, in l-i*, .o"r la tradizione della città, luogo d'elezione

;.iil pÀ;ltiif.f."i"i"na. In più casi la congregazione.era subentrata

alle bencdemines. A ;;;;ùri;é, nei s.coli d;['eià moderna, rimase il

monasrero cistercense di s. Maria Nuova, denominato poi della S. croce.

p;;^;;"r" riguarda i rami femminili degli ordini mendicanti, duc mo-

[r;il;;;, ii * g"f "

domenicana s . IJ na rerza istituzio ne f emminiie do-

menicana, il ben noto ed illustre monastero della SS. Eucaristia, nel1447

;;;;;duto alle terziarie francescane guidate dalla beata Antonialo'

Le clarisse detenevano il monastero di S' Òhiat"' ex convento. di S' Ma-

;;;d;il;;i;;, à" ,"gir,rare la massiccia presenza di monache

;;#;;; .hÉ ,u*ro in #igine.quattro monasteri femminili, ridotti

a tre àfine Quattro..r,tott' I-óperiettz" della beata Antonia' su cui si

tornerà a discutere, .-1" "*pi"

^realtà_conventuale agostiniana eviden-

ziano, peraltro, qu.rrio la città fosse legata .particolarmente al mondo

;;;;:,i.; -J.1;

ràu" cenrrale, sopratnrtto dell'area umbro-marchigiana,

;;;;;-r.l ."r;o del XV secolo, fiàrirono le terziarie francescane e i mo-

;;;i Ji ..gol" ,gosti'irn"t2. Va precisato che LAquila sorge lungo la

monacbesimo femminile in ltaliz, dall'abo medioetto al secalo XVII a confronto con

i:oggi, ^

rut^A; G. Z^rr;, Verona, il Segno d.ei^Gabrielli' 1997' p' 9'

8 Sia nel caso di San n*iti. lfté in qu"ello di S. Maria dei Raccomandati e di S' Agnese,

le monache celestinc .t*o t"L**te ille benedenine' S' Agnese' {i.1:g:h benedenina e

soggerro al Capitolo Vaticano, a metà '500- passò alia grurisdúione deli'abbazia celcstina di

C8fi.-.ggiu. òfr' C. C"*n*, Biblioteche m.onasttibe' cit" p' 472' ìi monastero di San

Basilio, origi'an"*.",. U.".J.iu1, gqi.tl di gr* prestigiof ?9P:t*"? d,t quan<io' nel

i+é1, "

*grit. .1.11, ,nort. d; pi.r.o'filt C"mpónesck' conte di Montorio' la vedova Ma-

ria pereyra co' la figlia é-lri;; ;.1". nipoti vi si ritirò. La regina Giovanna d'Aragona nel

1493 lo incluse nel ,rro d-.lro. ;.i;#;ggt". Già nel '5OO r;ulta essere sottoPosto 'll'au-torità dell'abbari" ."t.rtinr" ;à

"U'. ".fiSZ3 si amrò un tentativo, infruttgoso, di ripor-

i"rf".U, giurisdizionc originalc dei Capitolo Vaticano. Cfr. F. Munnr, Monasteri. con'uentt'

;;;, ;" !- sr. x.t reiilo; it u"r.àuo aguilano de Rueda e l'abate di collemaggio si

rcloperrrt'.rc.r p.. r,po.Jà'"il" plî* e regolare osservanza. Cfr. C. Corvrpans' Biblinteche

monastiche, crr., p. 472. A metà cinqugcentg si era verilicato il passaggro dalle benedenine

"il. ..I.r,i,.,. *n.:h. p., ;i ,',lo""r*to di S. Maria dei Raccomandati' Cfr' itti, p' 473 .e F'

N{ux.nr, 'llorasten, ,orrrrrii, *,i,cit', p' 101' Il-monastero di S' Caterina della Mura (detto

,n.ltr. i.l, I{addalcna), "r,

,oro fin ia[a fondazione delle monache celestine',, I mon;rsrcri lemminili domenicani erano quelli di S. Maria Annunziata e s' cate-

riru d:r Siena'1: Cfr. F. Munru, Monasten, conaenti, gase, cit', pp' 152-155 e O' ANromny Arcbi'

tL'ttur.l rcligiosa, cit', P. 301.

" Cfr. "F.

Mvrrxt, Monasteri, conventi, case, cit', p' 750' -

1, Cfr. M. SuNsr, Monachesímo femminile nell'hàIia centrale (sec. XV), in Il nona-

chesimo femminile in ltali*, a cura di G'Zarri, cit', p' 157'

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Giwlio Sodano250

..via deeli Abruzzí,,, valorizzata particolarmente dalla dinastia angiotna'

;#..Iil;;i'í;ù" .."0t*t"'"ntrionale a Napolil3' Si può'. quindi' ri-

renere che proprio d;; .'ra

"bbi" favorito, olìre ai rapporti mercantili

""" fir.*it','l^ pin"tioione di influssi religiosi provenienti dall'area

umbro-tosco-marchigiana' resenza diLa città abruz'zesó si qualificava' dunque' Per una. vlvacc pr

*onurt.ri femrninili, la cùi fondazione era stata partrcolarmente lntensa

Jf:.pÀ"" a.l massimo'spt*aorq della città, risalente al periodo angioino'

U""';;;t;;ra così di iilievo risulta ancor .piì'- impressionante se con-

frontata con l'altra "'illi-ogtxt

del Regno di N"poli';i9e.r;ecce Nill1

.i* Ji Terra d'otr"rrro, .ìg[ inizi del-'500, vi erano 'solo'.5 monasterr

femrninilil5. N.f "o-i"rr..'L

a.t. .ittà, va certamente considerata la di-

versa fornrna dernogiafica' LAquila raggiunse il suo picco nella seconda

metà del XV ,".olo]"r" ii*" iOOOo "'U"ir""ri16,

ma già il cettsi-ento del

ffi;, ,;;;;ssivo agii awenimenti sanguinosi che avevano accompagnato

la città nel passaggio al dominio spa-gnolo' segnala che -la

popolazione

urbana era cùata "'i.ejS

fo"chi, pari"a 6.262 ;biranti17. Leccc, invece, a

metàQuattroccntocontavapocomenodi6'000abitanti 'mentreall 'e-poca del censirrrcnto del 150-8 era ascesa a 1"921 fuochi' pari' approssi

mativamenr", "o .r.r"Jopolazione di s.645 abitantils. successivamentc,

nel '1.575, il Fonticulaio'-'"1u""" a 7'500 abitanti la pg'p'ollzione della

ciwà. abruzzese, ridona ulteriormente a 6.000 alla metà d;l xvII secolo'

Lecce, invece, pro,.gtì Per tutto il XVI secolo nella sua poderosa cre-

scita demogrrfi.r, "f;J-"i-L"t, aopo Napoli' t" t1':1'*11:*"o premi-

nente per popolazione' Ma nonostante questa. espansionc'.la città salen-

dna non ,irr"i -.i,J "g"tgli""

il."t'*tto dei^monasteri aquilani' Tra

la fine del ,5oo . t ;;"r?;"";"""i aa ,600, quando la popolazione lcc-

ri 5rrflx "r'ia dcgli Abruzzi" cfr' G' Bnaxcaccto' Il ogotte-ryy" del territorb nel Mcz-

, o gior:rl -

o d e rno.'. t-anciano, Editrice ltinerari' 1996' pp' 1 0- I l'

1, Sui rapport, ="r."niil ilÀq"tl, :ii:^:"' # G' Geuss.' Il Regno di Na-

poli . I lMezzogiomoangtoino'o'ogin""inStoriad'I tal ia'zcuradellostessoAutorc'

*'ll%rYT;. i'"1';,i;131. a città e k cbiesa, n Storia di Lecce. Dagti spagnoti att'(J-

oita, ^-"*^'-di

É, n.[.grírro, Roma-Bari,.Laterza, 1996, p. lI4'

16Cfr .O.Avn.r*r* la"t / ' i tet turarel ig igsa'c i t ' 'vol ' I I 'p '378'17 Cfr. R. cor.aprETRA, Abruzzo citeriore - A.brrrzo Ùhrnorc e Molise, in Storia

del Mezzogtomo, , ttt'ii C''C"t""o t n -no""o"'J- vII, l' ProaXlce' Roma' E'd'

del sole, 1986, p. zs "

a.b""vìffirr] íÀ.r:t*e il contado. Demografia e fiscalità (se-

,"ti il-xitiú, Napoli, Giannini Editbre' 1e73'18 C{r. G, o^ tnlot'"lilpop ito"io'i' i mestieri' k famiglia' it Storia di Lecce' z

cura di B' Pellegrino, cit', pp' 420-421'

Page 6: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

Monasteri femmintli, attà e santità 2sl

cese contava quasi 30.000 abitantile, il numero dei monasteri era statoportato a 7, con "î1J"n"ly1one. regolare femminile .i.-'"r" passaradalle 340 unità del 15i4,-a 593 nel Ét+ri. L;;; ;;.ag,.,r*" mai ilnumero di monasteri aquilani, e anche quando, a scguito deila crisi eco-nomica del XVII secorò, si ebbe un màssiccio rrasferimento di renditedalla campagna alla città e di 'pietrificazione, deila ricchezzanella costi_tuzione di nuovi monasteri e'conventi',, la cinà ,"i.*irr"-lrrscì soro asfiorare il numero di monasteri aquilani,'arrilrr;di;';;;. 9 mona_steri femminili, nei.g""li: pgl4rrq si registrò un brusco crolio di pre_senze' che, rra il rcr+.e il iegt, si'ridusJero da 600

" pt." oi,: di 2oo2r.Non si hanno a disposizione, p.urrropp", à";i ;;,í;Élì ,u', po_polazione monastica fuÀgy].

"qiir""., -i, _a" n*;-,.;;;i. sparse, sievince che il monastero deil'E.r.aiirtia ier ragT corrtarr" ben log mona_che, diminuite di una sola unirà . firr" lsoor3. eue,.o agostiniano di S.

3:1iî î::ll_*oca de'a morte delta beataèil;?;#), conravacrca, r20 monache, che si ridussero a7o ner 1594 c +q i.i t"eo:*. Arr_che i monasteri celesdni nel corso aa ,ioo conobbero un brusco caro.A fine secolo S. Agnese ospitava 21 monache, S. Maria d.ldi;;mandare 44, e S. ga;irio +zu. se t.;id;;;. che ner corso del XVI si ve_rificò un decremento di presenze ,r.i--àrr"rreri aquilani, rurtavia, con-siderando che i dati sond relativi r ;.il-; monasreri, per i quari risurtaa.fine sccolo.la presenza di 284 -.;;i;,.è

da ritcnJ.-.t.=i, popora-zrone monastica della città, abruzzese non dovesse .;;;;; ;; lonrana,sc non addiritrura superiore, da queila conremporanea deila ben più fio-rente .L.ccce' va, perart.o,

"ggiunto che, se, come è noto, i rnonasterifemminili assolvevano yi mJt.prici funzioru *.r," Giú ài arso.birele'ecccdenze' demografiche, i rrép."i ;;;crescira demografica c crescitadella popolazione dii

-orrast.ri iono rurr'arffo .he rne-.canici. Un pe-

t') Cfr. iai, p. 421.'),n',!X,!;j.f,::,T:;,1:^:::,:.!

:!ies\, *,.r o, ts3 e M i(osa, Geografia e sto-'t ;::':'í,!:;l:#*:'r,:'::":::'yi:iti:";ú;;;",",;:,ì"ìîi ilíirií!#,i"'ii;, o " ?,, l, : ! :: ::, o, B a ri, p *- p "_", ; ;';";; r;," ; ; ;Z',' T:' ;; .- - ) ^ ' r v) V. I'r,ÌJ,.'i:;no""i)7,Í!,L;:H: ::,^;; i',1ì*, îi,, p 6t,e MA vrscnclrA,

T;:U:;^f :*r;::":,^^:*i;;;';",6;;;;;';;"n;,;:;;;:"Zi;,y'ft ";::::,"K:poli , Guida, 1988, pp. 2g4_285.',:2t: Y.l::otèo5o , La nltà e la cbiesa, cit., p. 156.;; :i: ,o #'Yl.Ì:

Ànonasteri, ,orrrn;;,';;;r,;;,"; 'i;.t f r .

IJJ.

'o Ncl 1 65c) ris"!" la prese nza dj 2g monache, mentre ner 1722lc t l t - l r r r \ : r 35 C{ ' l l a* ' , -^-*---- ^

| - , , .p,:':: ':1..1,,Îl': O;,**ToNINI, Archttlttura ,rirgii,o, cir., vol. ú,un lieve incrcmenrop. 8s.

€fÈfi

:r C. Covr,AR-1, Bibliorcche mo"orriril, ,rr,";:';;;

Page 7: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

J

II

FI

I

L

252 Giulio Sodano

:ro{o di difficoltà, quale effettivamenre I-Aquila aftraversò nel corso delXVI secolo, potrebbe, anzi, aver favorito l'à...rro Ji ;;; nei mona_steri cittadini. In condizioni difficili, determinate da caresde e guerre, imonasreri erano, infatti, luoghi.di rfrgig per donne,-"r"-r"ri orf".,"e vedove26. Nel conrinuo *furirri.tti d""lleìruppe imperiali o filofrancesiche si ebbe nella città.nel .orr:. delle guerre a^'tt"tir" "or,

,r..h.ggi mi-nacciati o effettuati, divenne abiruale ier gli "q,rii"oi

Í ^i""ì"r"

le lorodonne in convento, per sotrrarl" art pii."tó aeù "i.d;è;ò awenne,ad esempio, in occasione der sacco bera città da parte delre truppe del

?,rqll:T' ,È, quindi, da ritenere che, una "otr" p"d". iif.,,.ofo, molteol queste donne, che. avevano perduto genitori ò mariti, rimanesscro neimonasteri. Le difficolù economiche dell"a città, ,opr"r*úo-a seguito dellataglia imposra successivamente alla rivolta a.i tszg-:o . d.lt. spese perla costruzione deÌla forfezza, nonché la rovina del ceto mercantile citta-dino, .potrebbero aver p-rovocaro non poche difficoltà nei decenni suc-cessivi anche sul oiano.della possìbilità^di disporre à.;;;; ,d.gr".o p.,le dotazioni matrim.oniali deire donne, . ,.rà indispensabii. r" ,ri" d.lchi.ostro per molte di 9ssej8. c'è, però, anche un

"d" ;i;;;;to da sot-tolineare. LA.quila, infani,

"pp"ré vicina all'Italia .."rro*.r,.nrriona|e

non solo p"I h presenza del movimenro dell'osr"r"r;;;. ;;r i mona_ste. agosrini-' *".T:he.dal punto_-di vista. degli ald tassiiemograficinei monasreri fernminili. Ricercie _suna popolari3rr.

"o.,.,r.r,tJare hanno,

infatti, evidenziato c!e, g1 tardo euanà..nro e metà seicenro, il feno-rneno delle monacazioni fu particòlarmenre rilevante nell'Italia cenrro_settentrionale. Qui, " {i". Cinquecento, la popol azione _orrrrti.o f.rr,_minile era tra il to e il 20% della popol

^àonr."-pt"rri""-Ì",,,-i,'il.,con punte più elevate nell'area tosc"rr". Nell'Italia lombardo-venera que_sto rapporro scendeva aI 7-70"/o, per ulteriormenre abbassarsi nell'Italiameridionale2e. È da ipotizzare che i pit alti tassi di

^;;;;'^one pre-

:É cfr. G. z"+nxt. .rronasteri .femminili e cix,ì, n [..a Chiesa e il potere prltiro dato^'.:!:::r: all'e.t,z con.re,nporanea, a cura di G. chiaolinj . c. vi..ii--Sioria d'Itaria,Annah 9, Ionno, Eir:rudi, 1986, ora ln Recinti. Donne, ckusura e matrimonio nerkpnma età rnoderna, Bclogna. il À,fulino, 2CCO, p. 51.27 cfr. M. onoo Bor-errrz, S.toria popok* derk cixà dett'Aquita degri Abruzzid"alk sua fondazione a.t 1888, Lanciano, íSSS, p. ZO:.28 Sulla crescita delle monacazioni a seguitó dei dissesti economici e rlell,assenza cliliquiditàper le doti rnatrimoniali all'epoca"delre guerre d'italia, .t. é.-zoì*r, Recinti,ctr., p. )4.

2e Ncll'area toscana il fenomeno delle monacazioni era iniziato ad essere csplosivo apartire dalla seconda rnetà del euattrocento, Cfr. M. Drnn prsa, ,,Il paradtso delle

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M onasteri femminili, città e santità 253

senti all'Aquila rispetto al resto del Mezzogiorno possano essere corre-lati ad un'affermazione precoce dei sistemi primogenirurali, che si dif-fusero nel Regno di Napoli solo dalla seconda Àetà del kvl secolo,mentre. erano già presenti alla fine del XV secolo ncil'Italia centrale, inun ambiente, quindi, nel quale numerosi esponenti dei patriziati localiavevano origini mercantiliro.

E indubbio, rurravia,.che già dal xv secolo, nonosranre gli ald tassidi monacazione, era andata siemando I'attività di fondaziori. cii ,rrrorriistituti, contrariamente a quanro ar.'veniva in gran parte dell'Italia, quandoordini femminili e ordini maschili, spinti dalla predicazion. d"gìi or-servanti e appoggiati dalla politica religiosa dei princrpi, diedero vita adT.iTno"t,te sviluppo istiruzionale, dòvuto ad una molteplicità di mo-tivi di ordine economico-sociale, politico e religioso'. pir quanto ri-guarda il xv secolo aquilano, qreJto si caraneriiza, anzi,per una con-trazione. Ad esempio scomparve il monastero beneciettino'naro dall'in-serimento urbano del monastero di S. Maria a Graiano, poiché le mo-nache fecero ritorno al monastero originario, probabilm.*. p., la man-canza dr osscrvanza di quello urbano,r. Anchó S. Andrea d" b"grro, gr"-vemente danncggiato a seguito del terremoto del 142g, registt^i^l^$rr-senza di solo due monache, e. p€r questo motivo fu chiusó e consegnaroal ramo maschile degli agosti.,i"oii,. peraltro, almeno per quanro con-cerne i monasreri delle celestine, nel corso del Cinquàentó si dovette

monache "'. La popolazione religiosa femminile in ltalia nel Seicento, in "8611.6,;ro 4;Demografia Storia", 22, 1995, pp. z3-g5. A Siena, in panicorare, ricor.e uJartra anaro-gia con il caso aquilano. Nella città toscana erano preìenti b.n 20 monasteri femminili,la cui fondazione era a!'venura sopratturro n.l corro del Xr\r . xv ,;."1q menrre per|l.rà

*g{ery si registra.la'as.ita di un solo monasrero. cfr. c. a.,.crorrr, ,ùIonasteiÌemmtnth a Stcnu ncl seicento: note di dem.ogra.fLt storica, iai, p. 24. per quanto riguardail c;rso di Firenze, cfr. J.c. BrovN, Monache"a'Firenze ni|*oL dru;r;;iliar*o. ur,o-nalis,i demografia, in "Quaderni Storici", g5, 1991, pp. ll7-152.ro Sulla diffusione nel Regno, di Napori, r. pratÉ dafla seconda metà del cinque-i.._1j-.::,9.i

slstc'm1 nlimggeniturali in maìeria di^trasmìssione dei beni, "fr.

G. purrrrr,famtgtta c propnctà nel Regno

4: N"p"l; X\'_XI{.secolo,Tortno, Einaudi, l9gg, pp.34 c ss.; M.A. vi.sceglia ha sottolineatò il titardo del Mezzogiorr,o'n.lt"'difiuriorré àilsl-stema primogcniturale, mentre più precoci furono altre ....,".o-. q,ra112 l"rrouar. ,r.r-diata da E. Grendi. Peraltro, "tr.h.

i" Lombardia, che ha tassi di il;;;;;;"e inferioriall'Italia centralc, conosce una rarda affermazíone del sistema pri;.;;;;;. cfr. M.A.V;scecrre, Il.bisogno di eternità. I comportamenti aristocratià a Nipoli ii ìia *od,r*o,Napoli, Guida, 1988, p. 32.tl Ct G. Znxx4 Recinti, cit., p. 43 e p.49.r: Cfr. F. Munnr, Monasteri, cònoenti,'case, cit., p. 73.r ] /u i , p. 150.

Page 9: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

254 Giulio Sodano

verificare un generale impoverimento, a causa della riduzione delle ren-

dite3a. Quest'últi-o fenomeno va, però, detto che è ampiamentc in Ii-

nea con quanro aweniva in altre città ed altri contesti italiani, dove si

e.a registàto il depauperamento dei patrimoni ecclesiastici in generale c

dei -ónasteri

femminili in particolate, a seguito di una cattiva gestione

e per la spoliazione di beni a favole degli ufficiali del monasteross. Va

,.r,.rro .oiro che, peraltro, all'Aquila, le -iose dovettero peggiorare nella

prima metà del XVI s"colo, anche perché i monasteri furono chiamati

à contribuire a pagare I'imposta inflitta alla città dall'Orange per l'insu-

bordinazion- dàl iSZg,la cui esazione pesò non poco sull'economia cit-

tadina nei decenni successivi. Il monasiero agostiniano di S. Amico, ad

esempio, doverte vendere le proprie suppellettili per due.libbre c 6 once.

Il mónastero della SS. Eucaiisria, già messo a sacco dalla lega antimpe-

riale di Orazio Baglioni, si ridusse in tale miseria, da.poter soprawivere

grazie alle soweniioti d.ll" Città e di Margherita d'Austria..Gregono

IIII, poi, permise al vescovo Giovanni d'Acuquna -di _concedere la fa- r

coltl alle'Àonache di uscire per chiedere elemosiner6. I-Aquila aPPare, Iquindi, in controtendenza riqpetto alle altre realtà urbane del Mezzo- ,

niorno, che tra XVI e XVII secolo videro un'intensa attività delle uni-

iersità'volte a favorire la nascita di nuove istituzioni monasdche fem-

minili, assumendo le spese di gestione e riservandosi il diritto di sele-

,ion í" i criteri di accÀso e assi.urattdo una sistemazione decorosa alle ifiglie delle élires locali3

" L:"rr.nr", dunque, di nuove fondazioni nel passaggio dal XV al Xy1

secolo e nel corso^dell'età moderna, fu dovuta molto probabilmentc alle

difficoltà economiche e politiche che la città dovette affrontare tra la fine

dell'età aragonese e i faticosi inizi dell'età moderna, di cui successiva-

mente si diià. Tuttavia, i dad precedentemente esposti e confrontati con

Lecce, evidenziano come, ttottbtt"ttt" la indiscutibile crisi, il'patrim-o-nio

monastico, della città, formatosi prevalentemente nel corso del XIV e

aeli inizi del XV secolo, rimase intatto Per gran partc delfetà moderna"

lìr"rrdo, anzi, alrrove, si verificò.la chiuzura di monastcri che mal si pre-

,'*"r,o'a qualsiasi possibilità di applicazione delle norme tridentine3s' I

3a Cfr. C. Counene, Bibliotecbe rnonastiche, cir', p' 473's Cfr. G. Znxr.l, Recinti, cit'' p. 59 e p' 70'16 Cfr. F Munnr, Monastei, conttenti, case, cit', p' 138 e

^P' 151 .,

,7 Su questo si veda E. Novr cr+nvanmÀ Monachesimo femminilc nel Mczzogiomo

n i ,r*li *w-xvtt, n Il monachesimo femminile in lalia, a cura di G.Zarà; cit', p' 345-^'

;;-l;; ;*r,io ,.igoa.d, Napoli, le vic.nde postridentine fccero sì che il nu'rero di

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Monasteri femminili, città e santità 255

Insomma, quello aquilano fu un patrimonio pretridentino che, bene omale, riuscì a superare gravi difficoltà e ad essere ereditato dall'età pie-namente tridentina, il che può considerarsi segno di una vitalità persi-stente, nonostante una congiuntura estremamente sfavorevole.

A LAquila, peraltro, nonostante non nascessero nuovi monasteri, nonmancarono movrmenti e trasformazioni, legati perlopiù all'Osservanza.Se è vero che in Italia le nuove fondazioni del tardo '400 e dci primideccnni del '500 rispondevano all'esigenza di una maggiore disciplina re-golare e di preghiera che la società richiedeva3e e l'atro di costituzionedi un nuovo monastero dell'Osseîvartz era, perlopiù, preceduto da untcntativo fallito di ripristinare forme di vita comuneao, all'Aquila sembrariuscire il processo di riforma di alcuni monasteri già esistenti. I- episo-dio più significativo del XV secolo era sraro, infatti, il passaggio dcf mo-nastero dcll'Eucaristia dalle domenicane alle terziarie francescane guidateda Antonia da Firenzeal. Dietro l'operazione vi era stato Giovanni daCapestrano che aveva negoziato il passaggio a Roma, grazìe alla media-zione dcl vescovo Agnafili, ortenendo che nel luglio del l++z le terzia-ric entrassero nel monastero. come spesso accadde in altri contesd, I'o-perazione non fu pacifica e alcune compagn€ della beata si rifiutaronodi seguirla nella nuova sede, rimanendo nel ritiro di S. Elisabetta. In se-c-ondo lyogg, I'antico monasrero dell'Eucaristia, fondato dalla famigliadei Gaglioffi, subì I'ostracismo delle famiglie dei mercanri di S. Maria edei Branconio e fu sabotato dagli stessi osservanri, che il capestrano im-piegò anni ad eliminarea2.

Ad esscre coinvolto in un processo di riforma inrerno fu anche ilmonastero agostiniano di S. Lucia, furura dimora deila beata Crisrinadell'Aquila, nel quale tra il t476 ar 1494 operò come dirertore spiritualeil beato Antonio Turriani. Il monastero, infatti, almeno fino al 1484, non

monasreri scendesse dai 34 del 1563 a 25 nel 1591. Cfr. M. Mrrlp, Monacbe e mona-sten del Cinque-Seiento tra rifonne irtposte e naoae eryeienze, in Donne e religbnea Napoli, Secoli XVI-XVIII, a cura di G. Galasso e A. Valerio, Milano, F. Angeli, 2OOl,p. 128.

re Cfr. G. Z*uxr, Recintl, cit., p. 70.

. a0 Cfr. iztt, p.67. Per quanto riguarda i tentativi di riforma osservante nella Napoli

del'400, cfr. M. MlrrB, Le iforme pretid,entine, in G. Crorranr-M. Mrnrn, Storin deidomenicani nell'Italia meidionale, Napoli-Bari, 1993, vol. II, pp.222-223. ,

a' Sulla beata Antonia, cfr. M. Monprrr, La beata Antonia da Firenze ed il mona-stero femminile drll'Eucaistia, IJAquila 1971.

a2 Cfr. R. Cotarlnrnr' Spiritualita, coscienza chtile e mentaLità collettiva nella sto-ría dell'Aqwik, L'Aquila, Deputazione di Storia patria, 1984, p. 165.

Page 11: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

Giulio Sodano

sembra fosse di sffena clausura e fu proprio il Turriani ad introdurvi lattgi4" osservanza, ascrivendolo alla confreg azione agostiniana di peru-giaa3. Dalla vita della beata Cristina scrittà dèll'Antinoii risulta che il mo-nastero fin dalla p.rim1 metà del '500, e quindi, precocemente risperroalle norme tridentine in materia, aveva acquisito l'usanza dell'elezioneperiodica della badessa e della rotazione deft cariche minoriaa, tanto chcla.stessa-cristina, prima di diventare badessa, occupò diversé mansioniminori all'interno del monasteroas.

. ..%. "ggi.rnto che il passaggio così massiccio, rra XVI e XVII secolo,

dalle benedettine alle celesdnea., ancora oggi privo di un'analisi che ncabbia approfondito le motivazioni, potrebLé indicare anch'esso un mo-vimento che rivela tutt'altro che una stagnazione di iniziative. si trattòdi un semplice riposizionamento di monasteri sorto la rutela di una po-tente istituzione religiosa locale, oppure anche di una necessaria rifoimacausata dalla scarsa osservanza dell'istiruto femminile benedettino? Il che.

ar Cfr. F. MunRr, Monasteri, conoenti, case, cit., p. 80.# La durata tricnnale della carica di badessa venne solennemcnre codificata da Grc-

gorio XIII nel 1583. La questione costituiva un problema di rilicvo nell'ambito dci mo-nasteri,femminili, in.quanto. il controllo perpetuo della carica permeteva alle famigliedelle élites citmdine di condizionare la vita dei monasteri e conìro[arne le risorse. Òfr.G. Z.annr,.Recinti, cit., p. 103. Sulla progressiva affermazione del principio di rotazionee sulle resistenze a quesra riforma, cfr. G. Bocceoalvr o, Dinamicbe di iotere c aita co-y'unitqria nelh gestione d.ei rnonasteri di ckuswra, in oltre le grate. iomunità regohifemminili nel Mezzogiorno rnodemo fra r.tissuto religioso, gestiole economica e potere ur-bano, a cura di ì4. Spedicato e A. D'Ambrosio, Éari, Òacucci, 2001, pp. 77-106. psquanto riguarda le varie mansioni ricoperte dalle monache nell'amministiazione dei mo-nasteri, cfr. F. Tsnnecc4 Cronacbe di oita qwotidiana in un monastero femminile dclCinquecento: S. Agnese a Mikno, in "Annali dell'Istiruto Italiano per gli-Srudi Storici,.XVItrI, 2001, pp. 125-227.

a5 A. ANrnlor.t, Vita delk Beata Cristina, gù nel secctlo Matti,z Ciccarelli di Lacolí

rylignsa agostiniana nel rnonastero di s. Lucia di Aquik, LAquila, Tipogr,rfia Rierel-liana, 1822, p. 80. Va precisato che, per altri xpetti, I

-on"rt..o di S.' Licia .on ai>

pare ancora pienanente riformato. LAntinori scrive, ad esempio, che h mcnsa comugÈdelle religiose era .bene scars4 onde ciascuna si procacciava aitrore alcun,r c6sa i1 più'-Il cornponamenrc rim:oso della beau Cristina ii ril.tr", quindi nel .non ur,,,.

-"i rf,

questa panicolarirà".. I i ,- i , p.77.Tuto ciò ia r i tenere che nel monasrcr() non iosscro arcora oienamcnte aifermate le forme di vita comune, ma, così come accader'.r in granparte dei monasteri femminili precedentemente alla piena applicazione delle direttivJd-dentine, l'abirudine del pasto comune non era generalizzat{ sia pcr le scarse risorsg sLperché il pasto in cclla permetteva di usulruire dei doni provenienti dalle famielie o dè.gli animali posseduri dalle singole professe. Sul sistema delle celle cfr. G. Z-rnni, Recinici t . , n.90.

a6 Su questo punto cfr. quanto scr-ino alla nota 8.

1i

tII

Page 12: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

Monasteri femmintli, ciaà e santità 257

tra I'altro, non esclude-la prima ipotesi. si ricorda che, generarmenre, inItalia gli interventi delle autorità^cittadine per la riforma dei monasterisi intensificarono a partire. da_gli anni '30 d;r ciú;;;;;;ù e h diffu_sione delle idee proiestanti ariíinterno dei -";;il-il;;nili

rese piùurgenrc la problematica der rinnovamento. spiriruai" . Jiriiprinare deimonasreri femminili e fece accrescere re inizàtive ;, ,l ì"ìro da partedelle autorità ecclesiasticheas. La ,fiJrr.ì" verso i regoiari fece sì che essivenissero allontanati dallc rerigio.se e i governi. ";r,"&''i,

pr"l.".,prti d.r-I'onore delle proprie monache, furono-il,ffiJ.ffifr:#;' clero se_colare e ad app.oggiare le iniziative riformat'cr d.er vescoviae.-r'urrroppo allo sraro a*uale deile conos cenze e delle fonti a disposi_zione non è p.ossibile definire la vicenda d.i

-or"*.ri u.i.i."ini, rut_tavia va sottolineato che in arcuni casi.emerge una cogestione di queimonasreri da pane deil'autorità vescovile . ii q;;il;l".tiiiurri". N.tcaso del monastero di S. Basilio, vi fu un sosranziale accordo ffa i ce-lestini e il vescovo de^ Rueda tt.il'i-pot . l" pi;;;^;; ,ll*r*,menffenel monasrero di S. Agnese

"r" uro'J. ,.5o1nEere la ,riJa prstor"lef o s s e il ves c ovo

"". o-!, gr"to dall'ab ate q...............f é Jùi"**i"iÌ.' o, qu es ropunto di vista sembra à,rìrq.r., che IJAqurIa partecipi pienamente alretendenze generali in corso anche in altri contesti italiani.

La vitalità della vita.monasdca aquilana ci viene restimoniata ancheda alcune ricerche condotte s"lle billiìteche dei convenri fernminili52.Nel caso dei monasteri femminili ;J"rrt-, t'"nrirr a.n" -co-p"re

,urpatrimonio librario presenre ala fine del xvl secoro ir" l"r,o ipotizzareI'esistenza di un am6iente in .ri r.rrrghi -omenri

erano dedicati aila let_turasr, e dove, peralrro, la presenza ?i ,ru-"rori ,"r,i-ar frlbiicazione

- n' cfr' G' Zannr, Recinti, cit', p.77. per quanto riguarda Napoli e le prime timiderilorme che si awiarono negri anni ào a9r mffi...r,o ;f. c. n".'"^""*à ,ruro riformaimpossibilet I papi e i rimt rentltlyl a; rit"ìà-irt yyjirr"ir#rHri'di Napori ner'500' in "Campania Sacrao,.21, lggo,.pp'eo-tzi, e E. Novr CH-owARRrA, Monache egentildonne' ún kbite confine. ruen pàt;ta ,-;àrrrrla ,rtg.rr-ir;'ia)steri napore-wnL""Sygli tV-r-XVrr, Mit^no, r. n"j.fi, iòoi, f,p. so e s..ll 9f:. G Zdnnt, Recinti, cit., p. ZÉ.

Or_i'.r"r, p. 81. per il caso napolàrano, cfr. M. MmrE, Monache e monastei,cit., pp.

50 Cfr. nota 8.

:l 9{r F Munnr, Monasteri, conventi, case, cit., p. I2g.5r cfr' G'L' Mnsrrn ZrwuiNr, u"ii*"ni-a; jturt il monacbe aquihne ark finef.!,:;,;,:,f.r,,

in *Misura', vr f;;;,"í;óíiíp-+r sti,é. ;;;;^*]ífta,,,h, *o_;3 lai, p. 479.

Page 13: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

Giwlio Sodano258

recente testimonia un aggiornamento che teneva conto delle nuove esi-

senze normative e ,pi.iiiali tridentine. È d" not"re che anche nella vita

illiîb.i,;èiirìi""i.ll'Antinori si accenna al fatto che le monache di

;. L";; f"rreio sufficienremente alfabettzzate. tanto che Diodata la Fran-

cese, una delle compagrre ptedileme.della beata' :ap-ela "leggete e scri-

;; ;;;" qualche éoi;riàn. deila lingua latina,,5a. Si può, quindi, evin-

;;;;";";"-i, *"trl"iq"ii""a anche dà'l p.t,tto vista culturale fosse svi-

luppata e vivace.Trai test iPresent ineimonaster i femmini l iaqui lani i : i "+"eviden-

ziare quelli di Bonsignor cacciaguerraii. il che può. rndrcare la panecl-

;;;.; q,r.t .ir".iti" spirirual! che carattert')ò tI xVI secolo ^

p^r-

tire dagli anni '20 . ".!"r. Àb. nei monasteri femminiii napoletani centri

;;;;T"r*.nr. ,*ribili"' L' fig"ll del Cacciaguerra' come è noto' è

d.a merrere "rr.n. -

,.-lrzione allaffermazione della pratica.della comu-

;;;it.q"entes7, pr^r^,che d'altra parte' sembra essersi affermata pre-

cocemente ,r.t *orr"l'"'l "io"i^"tto di S' Lucia' Qui' a dire dell'Anti

il;;lGÀ gi;"'"; b";A cristina, le monache erano già solite con-

tessarsr e comurucar.i"a"" ',rolt. ̂ settimanass. Si insiste su questo dato'

;;rdré ;-l;; "onfon"r.

un'ipotesi. formulata sulla generale e precoce

Íiff"ri."l J.f U pr^t *,".-*i"if. della confessione e comunione5e' Si po-

5a A. AwnNoru , Vita delk Beata Cristina, cit., p' 145' Si confrontino. questi dati con

quelli relativi alla realù nronasrica di un cenrro ,rrjrio.. come queilo di Arienzo, dove le

caoacità di letrura ..*"'iil;; a li.u*. e all'ufficio della-Madonna. cfr. M' Ca'v-

no*.rrr, centralismo *;;;;;p"t:rcgn1y.yo' leifenco cbìesa e religiosità nella Dia

cesi di Sant'Aryon,o uo*'-i' l'F?o?' Mjlano''F Angeli' zool' Vrlz],^Per quanto n-

guarda, invece, la ..""r.1"r1 J.ir",i"" da partl di al"cune monache presenti nella Na-

poli del X\rl secoto, .r;.;.'N;; ò;r*ù Donne e istruzione. Itinerai del messag'

gio religioso, 'n Do'n'.'e;;;g;!ti i Nopoli' a cura di G' Galasso e A' Valerio' cit' p' 56

5t Nel monastero or Maria Maddalena .ru p,.,t"tt l' Trattato delk^Comunione' neflz

edizione vereziana dd'i;i, ;;;;..-" sqti" ln"ria delle Raccomandate risulta un'edi-

zione non dataa delte iíir:rilii"iA. ófr- C. òo*n*, Bibliotecbe monasricba, àt-

p.492 e P. 495.- 56 Cfr. M. Mrere' Monache e monasteri, cit',.p.p. 95-96 e P. loo.,,

.57 cfr. R. Dn Maro, Bonsignor cacaagwera. Ùi *irtno seiese nella Napolì Jel ciz'

ar,ecento,tvt;l"rro-N"po'lì, ni..Ì"rdi editoró 1965. Su questo punto si perntertr Ji rinviare

*.rc a mio G. S";;,";;;;;"i-iiií'i ra;giose nelh Napoti d"t L:'t1:'t t Sciceto,

'rn Donne e religione a Napoli'a cura dt c' uiasso e A'Valerio' cir" rp lh(' lS3'

5s A cristina ,"re frequenza non "pp"*^",. "J-irnque,

sufiiciente e preferì intensifi-

car la.Cfr 'A.ANrrNom,'Vi tadct taBeata.Cist ina'c i t ' 'p '78'5e Si riprendono qì'"r."|.

".la*i."i for-rrl"t. r.il,

-i" recelìs:.o're aì volume iE

E. Norr croouo^oo,*i141;;;í"-; ;;"tild"nne' in 'Clio'' XL\\'III l' llc2' pP' &2-

409. per quanto riguarda le ao"lisi compiutc ,,.tìì^ .r.t."'t.ntriizzazion'- fe'rminile nd

ÈI

frE]IL

Page 14: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

Monasteri femminili, città e santità 259

trebbe pensare, -infarti, che tale fenomeno sia parrito proprio dall'interno

dei monasteri femminili e di lì, per il "labile confiie" rra monache egentildonne che disegna Elisa Novi Chavarria" potrebbe essersi esresoalla società60. chi scrive, ha avuto modo di nievaie come il ricorso fem-minile alla confessione e alla guida spiriruale fosse frequente soprafiuftonegli. rmbienti elitari cittadini, e da lì si diffondesr" p"i la socieà, a par-tire dall'imitazione delle loro padrone da parre delleìerve di casa6r. Inol-tre, ad indurre un così massiccio ricorso femminile alla confessione nonera estraneo il processo di sacramentahzzazi,one subito dall'istituto delmatrimonio62. Dove meglio, se non nei monasteri, le donng lì educatema non destinare al chiostro, avrebbero poruio apprendere l'imponanzasacramentale del matrimonio? A quesro proposito è da sottolineare chei testi del cacciaguerra non erano destinatr ad un pubblico specifica-mente monastico, ma sono inquadrabili in iina letterarura di ..awerti-menti> rivolta generalmente alle donne63.

che la vita monastica femminile all'Aquira fosse particolarmente vi-vace, in linea con le tendenze generali del resto d'Italia, se non addirit-tura 'esemplare', ci viene confermato anche cial famo che alcune mona-che furono utlhzzate per diffondere la riforma dei monasteri al di fuoridella città aquilana. I-o stesso Fonticulano, parlando delie monache aqui-lane, aveva scritto che la loro santità ..è nora al monc.o, poiché i papiistessi l'hanno mandare a Napoli più volte (comognun sai a cagione àiriformare alcuni luoghi religiosi"#. La annotazj.onè non è dettata esclu-sivamente da orgoglio municipalistico, poiché, in più occasioni, ciò eraeffettivamenre avvenuto. Dal monasterò delia beaà Antonia si allonta-narono alcune monache per riformare i monasteri di Suimona, vasto edalre località abruzzesi, nonché della stessa Napoli su riciriesta del viceré

corso del XVI secolo, cfr. G. Rorvrco, Ricerche su confessinne dei peccati e Inquisizionenell'Italia del cinqwecenro, Napoli, La città del Sole, 1.997, p.2li lonrra, Esorcisti, confessori e sessualità femrninile nell'Italia delk Contoiforrna,Fterve, Le Lettere, 199g,pp. 13-15.

60 Cfr. E. Novr Cnev,rxnra,.Monache e gentildonne, cit. Per quanto riguarda gliaspetti più specificamenre legati all'educazione femminile nei monastiri, Er11lu, Donnee istuzione, cit., p. 55.

61 Cfr. G. Sooaro, Donne e pratiche religiose, cit., grp. 266-283.ó2 Su questo processo, cfr. G. Zar.nr,II matimonio ti.dentino,in Recinti, cit., pp.

203-250.6r Per la classificazione dei testi del Cacciaguerra, c{r. il repertorio di Donne, d.isci-

plina, creanza cristiana dal xv al xwl secolo. studi e testi a stampa, a cura di G. zari,Roma, Edizioni di Storia e Leneratur4 1996, pp. 469-470.

I Cito da O. ANrowrNr, Archhenara rekgiosa, cit., p, 17.

r<

Page 15: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

a

260 Giulio Sodano

Sfo d: RiverE di pio v e Urbano wII6s. Le monache deil,Eucaristiafurono impegnate.nella riforma di S. chiara fi" d;i G;;;. il" d" quanroè testirnoniato dall'Anrinori, ad andare a Napori .r" *rr" ".,che

ra piùfi9" .?Tqrgna^di Cristina" biod"," l. Er*..i., .t. fuìrrrràr" ..p", or_dine del Pontefice pio v con arffe suore a riformare il monastero di s.Maria Maddalena d_ene agostiniane ner 1521. Ritorno àù;-;.rr-nara cosìdegna irnpresa"6z. La mónaca..".r"r"-" Barete ner r497,a seguito diun'awentura di un soldato francese con una donna del luogo. Ena eradotata {i spirito di profezia. ,..ut"rio.," d.i-;;;;,ì;;;;i" essere ingrado di sgoprirg sggreti. Era stata" i""t"., p.o-.iir*'à.jrì devozionep.er la passione di Gèsù, contribuendo rtt'"rríori.;;|Ii;[liale conrro_riformista che caratterizizò ra città airuizese nella seconda metà del XvIsecolo e che úovò l.1su.a mlsima.espressio"" r.il. pro;i;;" norrurnadel venerdì sanro' Morì a 90 ,r-i, àopo-aver soggiornato a Napoli rala primavera del lszt e r'aurunno d,ri tszl, per ra riforma del mona_stero agostiniano della Maddalena6s.

A conclusione di questo.breve quadro sula reartà monasrica femmi-nile aquilana, bisogna iottolineare cÍre ilr.r.alipecuti"ri.t-"'*f anno,f *r;,;,;ift:ilt#iXî:"tJ;T:iffij:di Napoli. Fone influsso deila reiigiosità quaffrocenresca del|area um_bro-marchigiana, analogie con Ia ,r."rr"

"r." per quanto riguardo l,epocadella fondazione dei

-órr"st ri,

-non9hé per comporramenri demograficicaratterizzati da un'elevata densità della popolrrio".- -o""si."

fe-mi_nile, affermazione dei processi di osservanza nel corso del Xv secolo,riforme dei monasteri è sottrazione di essi agli orJinifuiài"* tradizio_

6 cfr. F. Munnr, Monasteri, cono-enti, case, cir.,p. 154. Nodzie al riguarc{o der tra_sferimento di monache allo scópo. a *ot-".. "Ir1

monasreri sono risconrrabili an-che in un manoscrino dedicato^alla .inl J"ii;aqrril", 1."r"*"r.;;'ì, BibriotccaI:tl.fl * -Napoli,

nel quale, accennando "l

Ào.r"r,.ro della S3. Eucaristia, l,ano_rumo comprlatore scrive: ..continuamente vi sono state e sono spiriti beati che hannoreso e rendono ,quesro. monasrerio cerebre

"Iff".h, ;; r" *a.i*úuil bonrà dcilaloro vrra, per ordine dei Sommi pontefici richiesti a"r ".r".ì",;;;'.;.. have por_tato particolare affetto a.questo monasterio, sono s,"te mandate a Napoli, surmona evasto:t:ltri luoghi a rifÀrmare più con il'loro esempro che con altro,. cfr. BNN,ms W F 21, ff. 1,.)-2.

6 Cfr. R. Cor-arrurna, Spiritualitz, cit., p.317.ó/ A.- ArrrNow, Vita dep Beatq Ciriino, cir., p. 1.47.d Cfr' R. corerrrrre, Spirituariu, cit., p. ltl. va precisato che r,operazione do_verre avere effeni moho,[d?,i, p.oiché-ail'epoca deil,inihiest. a; s;r,.í'sulla condi_zione dei rnonasteri napoletani, quelo dena vi"dJd.rr" risultava

"*À." -"rr. bisognosodi riforma. Cfr. M. Minrr, Moiache , *onorrSut' p. ll0.

Page 16: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

Monasten femmtnili, cinà e santità 261

nali, lemura diffusa: rutto ciò induce a ritenere cire la citcà rappresenrasseuna testa di ponte tra l'Italia centra'c e il resto del Mezzogiorno, ranroche le stesse monache furono urtltzzate, come si è detto, per riformare,nella prima età tridentina, altri monasteri, di cui alcuni presenti nellastessa capitale del Regno. Né si der-e considerare che i processi andas-sero in un'unica direzione, cioè che <iall'Aquila procedessero verso il re-sto del Mezzogiorno. La presenza oel testi di Cacciaguerra nelle biblio-teche monastiche, I'affermazione cieila pratica sacramentale frequente,nonché di pratiche religiose più vicine a quelle della capitale, assicuranoanche l'esistenza di un processo contrario, che faceva dell'Aquila unaterra di confine,

^perta agli infiussi della parte più meridionale della pe-

nisola italiana.È in qn"sto contesto, in questa città apena ad influssi di diverse di-

rezioni, che si inserisce la vicenda della beata Cristina da Lucoli, rap-presentante anch'essa in parte di una religiosità che richiama le espe-rienze dell'Ialia centro-settentrionale, ed in parte forme di religiosità de-stinate a grande fornrna nel Mezzogiorno d'Italia.

La beata Cristina tra profetismo, oita rnonastica e congiuntura poli-tica

Gregorio Rosso narra nella sua cronaca che, nel 1526, sulla cima delcampanile di S. Maria di Collemaggio, per due giorni consecutivi ap-parve all'ora del vespro s. Pietro ce,estino, vestito in abiti pontificali econ <<certe scritture in una mano chc non si potevano leggere". I-appa-rizione fu successivamente interDretata come <certo indizio delle futurecalamità che soprastavano

" qn.il" città et allo iìegno nrfto er della pro-

tettione che Esso santo teneva della città dell'Aquila ove sta il corpo"6e.Si faceva quindi riferimento agli episodi rivoltosi che si verificarono nellacittà, abruzzese, rra la fine del 1528 e gli inizi del 1529, a seguito delladiscesa del Lautrec nel Regno di Napoli. In reaita" da altre testimonianzerisulta che l'episodio risaliva a qualche anno addietro. Nella ricosrru-zione dell'Antinori l'appaÀzione sarebbe awenura l'11 giugno del1520?0.

6e G. Rosso, Historia,dall'anno 1526 per infino

PP. 2-3.zo Per Colapietra è piu

delle cose di Napoli sotto I'Impeio di Carlo V cominciandoall'anno 1537, Napoli, Giovanni Domenico Mantoni, 1,635,

aftendibile questa data, poiché i'episodio ebbe un'immediata

Page 17: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

262 Giulio Sodano

$1che.i3-guesto caso, tuttavia, non veniva-meno un'inrerpretazione po-litica.dell'episodio,

*..fu giudicato dalla fazion "irrrdi;i;gata

ai ce-lestini come. segno divino dell'ostilirà alla signoria d.l F;;".Èi. Ijappa-rizione sarebbe stara..una lisposta alle suppf,che degli aquilani ostili aipropositi del conte,.il quale, nel rentativóii trou"r!

"pp"ggi poritici a

Roma' stava tenrando di cedere s. Maria di colemagd; fi';"r"mendaal cardinal Francesco Armellino de' Medici, fa-ilia.?'di L"orr. X. Lescritture che s. Pietro aveva esibito nella sua apparizione sarebbero,

Í:l"r1i, state il privilegio..della operdon*",, .on"àiso dal santo in qua_

Irtà dr pontefice alla basilica, e che in più occasioni era sraro -.rró

i'discussione dalle autorità rornaneTl. IJapparizione del sanro avrebbe,quind1.fugir9 le nubi della commenda e annunciato la sorte al,versa chesi sarebbe abbattuta di lì a poco sul FranchiT2. euanto "

Cr"gorio Rosso,la data del sze sarebbe ,-rrr", ,..orrdo cohpìe*", .rr,, pJ*icipazionedovuta al fatto che il cronista, scrivendo ,.r...riirr"-ente al'1530, avrebbetenuto in m_aggior conto le vicende che portarono allo smembramentodel contado". Ya, tuttavia, anche considerata l'ipotesi che I'operazionedel cronista non sia rrT",yT senplice rport"-.n-to di data deli" app"ri-zione, ma, piutrosto, riveli la voÈntà dleil'autore di collocare t'"pirloaioprodigioso h,.g":l contesro profetico, che cararrerizzò gli ultirni annidelle guerre d'ltaliaTa. Per.quanto certamente in modo .in po' grosso-lano, egli saldava il profetisrno tardomedievale degli

"-ui.ríri siirinrali

frances.cani con-quello più recente, che accomp"grr"rr" r'aÍfermazione deldomrnio di carlo v s rlla penisola itahanaT5. fepisodio, comunque, al dilà della diversità della datizione, eviiJen"i^ ,o^è

"tt'aq"it", nJ corso dei

conflitti dei primi dec.ennl del cinquecenro, si insta,rriss. ,, .li-" "po-calittico e profedco. Anche in ciò si pua notare un ulteriore motivo di

vicinanza del capoluogo abruzzer" jl'"re" dell'Italia cenrro-sementrio-nale percorsa da analoghi fenorneni prodigiosiz6.

dirr'rlgazione, tanto da essere citato da pietro pomponazziche, proprio in quei giorni,stava scrivendo 1l De Incantatbniba.r. Cfr. R. cora-errrna, Spiatiatiia, cit., pp. zgg-2gg.71 Sulla'perdonanza'cfr. F. Munnr, Monasteri conaentr, case,cit., pp. 115 119. Al_cuni accenni anche in R. Rusconr, profezia e plrofeti alk' fine iri'' úíai"roo, Roma"Viella, 1999, p. 32.

72 Cfr. R. Colapmrna, Spiritualita, cir., p. 2g9.7r Cfr. iai, p. 290.

. . 7o su]lo,sviluppo del profetismo nc! corso delre guerre d'itaria, cfr. o. Nrcco rr, pro-

Ieu e popolo nell'Italia del Rinascimenro, Roma_Barì, Laterz4 79g7.

^75 ?er.quanto riguarda il profedsmc politico di marca filo-imperiale che fiorì inrorno

a Carlo.V, g.fr 1oi, pp._221.-i24; R. RusèoNr, profezia e profeti,'cit.'6 cfr. G. z^*ru, Pietìz e profeza aile coni padane: te pie íonsigtiere dei pnnapi, in

Page 18: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

Monasteri femminili, città e sdntità 263

Il Croce, a proposito di quella congiuntura storica, scrisse: "La città

d'Aquila che, ieguendo la zua antica tradizione, aveva Parteggiato pei

franóesi, perdettJla sua quasi autonomia politica e la sua vivace vita co-

munale e la congiuttt" piosp.tità economica e in essa fu eretta una cit-

tadella che, comè quella di Paolo III in Perugia, vaise -da

"rriaca" [...]per "purgare i cattivi umori dei popoli" e Portava sui fronte: Ad rEry'-

*rrio*-ordaciam Aquiknorwm' Anche per Aquila finiva a questo modo

il medioevo, il baldanzoso medioevor'77.È .ena-ente vero che da quell'episodio l-Aquila uscì talmente pro-

sffata da dover cercare un diverso sviluppo ed una nuova identità, per

affrontare la situazione che aveva visto lo spegnersi <iegli ultimi focolai

di resistenza all'affermazione del potere spagnolo nel Mezzogiorno d'I-

talì{8. I fatti sanguinosi del'28-'29 erano stati' peraltro, solo l'ultimo

sussulto di una ciità che da tempo aveva manifeshto insofferenza verso

le forme di controllo esercitate nei confronti della autonomia cittadina

e che, in realtà, diedero l'occasione al potere statale di assestare un colpo

definitivo allo spirito autonomistico che aveva caratteàzzato il centro

abruzzese da diversi secoli.Perché occorre parlare della ricerca di una nuova identità e cosa ha

a che fare tutto ciò con la beata Cristina e i monasteri femminili aqui-

lani? Per quanto riguarda il primo punto, va detto che a seguito della

punizione àella città operara dall'Orange, iJAquila perse il controllo del

contado, e il suo ceto dirigente dovette faticosamente ristrutturarsi nella

più angusta dimensione esclusivamente cittaciina.Era stato grazie alle co-

sticuzioni del 1354 che i ceti urbani dediti alle attività mercantili e ma-

nifatturiere controllavano i gangli del potere, riducendo il contado ad

una posizione subordinataTe.Il progresso economico e sociale della città

II Rinascirnento alle corti padane. Società e cwltwra, Bari, De Donato, 7977, pp- 2Ql-237,ora in Le Sante vioe. Profezie di corte e dettozione femminile tra '400 e '500,'foi.no,Rosenberg 6r Sellier, 1990, pp. 51-85.

/t B. Ònocr, Storia del Regno di Napoli, Bari, Laterza, 1925, ed. 1984, p. 91.78 Sulla diversità degli intenti del baronaggio c cielle cinà nci corso dell'invasione

francese, cfr. G. Ger.c.sso, Momenti e problemi di storia napoletan,t nell'eta di Carlo V,ora in Alla peiferin dell'Impero. Il Regno di Napoli nel peiodo sPagnola (secoli XVI-

-Y\71), Torino, Einaudi, 7994, p. 65.7" Cfr. A. Dr Marrprs, L'Aqwik e il contado, cit., p. 10. Per quanto riguarda il rap-

porto città-contado per altri contesti italiani ed europei, cfr. lv{. BrruNao, L'Europa dellecittà. Il volto della società urbana euroPea. tra Mediaet;o ed Età modema, Torino, Ei-naudi, 1999, pp. lL1-170, in cui, peraltro, r'i sono aicune amotazicni sul caso aquilanoa pp. 139-140.

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a

264 Giulio Sodano

che si era avuto tra XfV e XV secoloso aveva" infatti, fatto emergere unceto, titolare del potere civico, che esercitava una forte pressione fiscalesul contado, che, col tempo, divenne sempre più insofferenre nei con-fronti dell'autorità cittadina8t. Froprio sul rappono città-conrado, ancorauna volta è da sottolineare la peculiarità dell'Aquila rispetto ad altri cen-tri meridionali, peculiarità che l'assimila piuttosto alle città dell'Italia cen-tro-settentrionale. Aurelio Musi, tracciando la fisionomia dei comuni delMezzogiorno e le differenze con quelli dell'Italia cenrro-settentrionale,ha evidenziato, tra I'altro, proprio il rappono città-campagna, sfavore-vole per i centri urbani nel primo caso, e favorevole nel secondos2.

Gli episodi dei primi decenni del Cinquecento si inseriscono in unquadro di acuta conflitnralità tra la città e il suo circondario. Già nel1503 si verificò una decisiva e sanguinosa prova di f.orza all'interno delcomposito ceto dirigente aquilano. La fazione che ne uscì sconfirta fuquella di Geronirno Gaglioffi, sostenitore dell'antico municipalismo edella libertas cittadina" che dovette abbandonare precipitosamenre il cen-tro abruzzese seguito da 300 suoi seguacis3. Da quel momento fu Lu-dovico Franchi a controllare il potere municipale, amraverso una linearigorosamente filospagnola" rna esercitando anche un dominio su basepersonale, grazie ad un potere sostanzioso, sia per rrcchezza che per rap-porti esclusivi. Una tale forza, monopolizzata da un unico soggeno, nonpoteva lasciare indifferenti le autorità spagnole, tanto che il Cardona dal1518 mirò a raff.orzare il controllo regio sulla città, limitandone i poterimunicipalisa. Sebbene, come è stato sottolineato, nei primi decenni del

80 Va precisato che a contribuire alla ricchezza dell'Aquila non era stata estranea lavalorizzazione della già citata "via degli Abruzzi", che in età angioina favorì la pene-trazione delle compagnie commerciali e finanziarie fiorentine. Allo stesso modo, alla de-cadenza della cinà a panire dali'età aragonese dovette contribuire non poco il progres-sivo ridimensionamento di tale via, a seguito dell'intensificazione dei rapporti Roma-Napoli lungo la dirennce tirrenica. Cfr. G. BnaNceccro, Il ogooerno, del teritoio, cit.,pp. 10-11 e pp.17-25.

s1 Cfr. A. Dr Mar-r:ers, L'Aquila e il contado, cit., p. 33.e Cfr. A. Must, Introduzione e, Le attà del Mezzogiorno nell'età moderna, a ctxa

dello stesso Autore, Napoli, Esi, 2CCO, p. 8. Per quanto riguarda il Comune meridio-nale nel basso Medio Evo, cfr. G. Glusso, II Mezzogiomo nelk Storin d'Ita.liz, Fi-renze, Le Monnier, 1992, pp. 81-134.

8r Cfr. R. CorelrrtR-l, Abruzz,c Citeriore - Abruzzo Uheriore, cít., p. 75.8a Ludovico Franchi era imparentato ai Piccolomini. e vantava amicizia con Fabri-

zio Colonna. Riuscì a conseguire i! controllo della diocesi arffaverso il figlio Giovanniche ne divenne vescovo. Aveva a sua disposizione i beni dei Camponeschi essendo statonominato conte di Montorio da rc Federico, nonché i beni dei Gaglioffi a seguito della

-1

Page 20: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

Monasteri femmtnil\ cinà e santità 265

cinquecento la politica spagnola nei rapporti con le-periferie del Regno

non avesse ancora "rrurrio

un" chiara ed univoca fisionomia accentra-

i.i..ti, il caso aquilano, per il ricorrere di sentimenti antispagnoli in un

territorio militarmente nèvralgico, imponeva una-più accorta€ ferma pra-

ii., ,rrolrrtistica. Si giunse, qu*indi, allinchiesta affidata a Ludovico Mon-

talto, che determinó la c'.arcerazione a Napoli $11 co.n1e di Montorio.

òiJ o.orro.ò, tra il '2I e il '22, il risentimento della città, che si rivoltò

*"rio i -"r.".r,i

del quartiere di S. Maria ritenuti, a torto' gli ispir.a-

tori del restringimento'dell'autonomia cittadina. Lambiente mercantile

àJqrrrrro di S]Nlaria, di cui Alessandro Carli era la figur.a più signifi-

"utiuà, preferì gi.rng..", in effetti, ad un comPromesso con il viceré Lan-

;;y ;.'l .,or.í-rbr." del '23, alia ricerca di .rn modus úvendi che per-

mertesse di continuare la sua prosperità in cambio deiia rinuncia ad al-

.-rrrri "nti.hi

privilegi municipaii. Ii clima poté rasserenarsi nel '26, ÍanÍ'o

.f," t'otig"r.Éi" "itàdin"

po.o .'o*,i il progetto della costruzione della

l^""i^t^?e[a chiesa di san Bernardino, ìi*bolo del proprio potere da

q"il;,ff inizi del secolo, Jacopo di Notarnanni, espone*t9 presti-

Éir* ai "?ro

*.r.*,ile urbant, aveva reaiizzato 1l mausoleo del santo86.

Fu il quadro internazionale, poi, a .rendere il comprornesso suPerato.

iai"f-g";;"i" d.el'27 * ,rrrorro tumulto consegnò la città.ai francesi, al-

il.; ;;; i parenti del Franchi e con il legito pontificio. Si trattò di

un" Ur.ro" p"?".,t.ri, poiché già nella nrda citate del '28 la città si rial-

lineò al lealirmo ,p"irrolo. Ànch" questa fase fu' tuttavia" di poca du-

,:^r, ^"";

risultò it pr"et"dio al precipitare della situazione. La città e, so-

or"r*r,o, il suo .óntado furoìo presidiad militarmente da Ascanio e

il;;;; ó.lr-r, .h. d'inresa .on 1 viceré d'Abruzzo Giulio di Capua

non fecero mistero delle conseguenze che avrebbe subito la città PeT T.,*. ,i"a^, seppur brevemente, su pos,roni filofrancesi. Si arrivò,-quindi,

,iii"r"i.É'o* a.t dicembre del ;28, che, in realtà, non Partì dal centro

"1U""", ma dalla campagna. Narra" infatti, ii Parrino che- "sollevatosi un

;;;;;*;ito di contadi'i col favore de' Franchi, principali cittadini di

8s.", d"ti di mano alle armi gridando "viva la povertà e muojano i tra-

confisca per Ia ioro ribellione. Godeva, i.rfine, di una pensione regia di D' 600' cÍt' itti'

p . 81.s5Cfr.G.Mrrro 'Capi ta leeProl . l ince,nCarloV,Napol ie i lMeditenaneo,Atddel

cor'".g,tà kr..r,"rionJ!-t""f.ti dall'll al 13 c:y1o.'oo^t ql::,t ]1^t"t*tu Napole-

tana di Storia Patna" r *r" ai c. Galxso e A.-Musi, in 'Archivio Srcrico per le Pro-

vince Napoletms", CXIX 2001, pp' 433-+34'86 Cfr. R. Corarrnrna, Abruiio Citeriore - Abruzzo Uherùre, cit., pp' 81-82'

Page 21: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

-

Giulio Sodano266

ditori" corse alla città ed ivi fatta strage di molti' saccheggiarono diverse

sssg,,. A subire il tu';;;;;;i;" f"'io"o soprattutto rl palnzo del reg-

simento del capit",'J^;;;ili èittlio di bapua"' Ma già dopo po-

óhissimi mesi la .# f.,i H;.i":t"Ji g"* *À:1-1,':^':*Y-" dall'o-

ranse, il quale, ".*"

,lr^#';;-pt. I P"rrirro, ..costrinse quegli abitanti

r;il;;""iJ;irp".;ì ;;;ht col 'p"gamento di centoventimila ducati, ca-

vati con p.r.rr,to"t tdtl

P;;'dil' ut"dit" degli argenti e vasi delle

chiese e dell'urna J;;#?;l+ Ludo"ico"X 'Jdi F""'i1"88' si

dovefiero' inoltre, impegnare i raccoltt di zaÍÍetano' ceduti a due mer-

canti tedeschi. L Orange-mirò' comunque' sopratrutto a spogliare la città

"della giurirairion. if,l i.a.""-ai.màlti' casali a diversi capitani c co-

lonnelli da lui donatrui;ìi;;a"i""t""tttri per la fabbricidi una {or-

tezza peÍf,."o dti -lto'ittnti"tt'-La

perdita del contado' infeudato a

{avore di elementi d;;;;;;; iedettà ig"s"ol"*' e la costruzione della

fortezzaa presidio;.ù:'"iij r.g; "fi*ii"amente

la fine delle velleità

municipalisti"h" d.ilAq;.;"; à""n" r,r"-.i""h", za, basara sul controllo

ot;:::"h!i'.i'i il:::::::::::::::l'iare questi episodi con ra beata cristina de''A-

quila? Non si ,rr;:'#;ffi; d'.i'" ro1" contemPoraneità della sua

vita ai fatti esposti. i";;;l*u". uiogr.fia a smmPa.della beata, scrrtta

nel Settecent. d'ìl;ú;';;;;;Jio r"""rln*o"io A"ti"-ori' risulta che la

monaca .bb. ,,o"""tJi;;;i ;;"p'io ton elementi di spicco delle vi-

cende che ,or*.nirrorro la cinà tr" gli ittiri del '500 e-la fase di ri-

struúurazio,t. dtti" "ita

urbana """t'li-'" 'i'

perdita del controllo sul

"oKlo; nel casale di Lucoli nel 14g0, cristina, al secolo Mattia cicca-

relli, nel corso di tin'int*'i" che', secondo i tipici stereotipi della san-

tirà, era trascorsa Ji;il;;"rtolii p.t"tili e occirp"ndo il proprio temPo

ra devozio"j . p;";i;tte religiose' manifestò una capacità profetica stra-

s?D.A'P'tnr-nqo'Teaftoeroicoepoli t icodeitt iceréd'elRegnodiNapok'vol ' I 'Na-

ooli 1875, PP' 178-179'- te lpi, p. 179.

8e lbidem'rc Sull'infeudamento del contado ."941n9

cfr' G' Ixcemurr o' L'e'volazione del pos-

sesso feudab ;n l,u,i)."]ioi-ijoo ot iazo, ^-

i,1,,_,|uuio Storico delle Province Napo.

l.t"rréu, 7977, pp' 220-288'La tendenza go""*"1;;-" Jtp'i*t" le giurisdizioni urbane

esercitatesulterritoriocircostantenonnguardòlasolal-Aquila'mainteressònumerosraltri centri att fnnt"igio;o' Su questa

'i ""d" M'A' Vt'""itton ldentiù socinli' La no-

biùtà napoletana nelh-prima età mod.ema,It4l;;-u;".pli, 1998, pp' 61-62' con indi

cazioni'anche sul caso abruzzese'

Page 22: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

Monasteri femminili, città e santitit 267

biliante. La fanciulla, ad esempio, predisse ad una vicina di casa, che il

marito sarebbe mofto menrre ira in viaggio per la Puglia.col suo gregge,

oDDure che un sacerdore del villaggio iat"bbe stato ucciso a seguito^ di

;';;ù; popol"r.". In alcuni àii, g."zie al suo <iono profetico, Cri-

stina awertiu" p."."tori che mutassero tita, per.evitare l'ira divinae2. La

iama del ,rro dono era rale che uciascuno a lei presta[va]. interamente

f"i". o"A.r di qualche rivelazione richiesta rende'a notizia", e nume-

;;;i'"lf;;".o_rrrd"rr".ro a lei perché Dio rivelasse quel che soprasrava

ài-J"*oro"e3. Il dono delia piofezia era, Por' accomPagnato d.a quello

delle visioni divine' Grazie, i,,t"" la fanciulla Poteva p,nlare al suo di-

rettore spirituale, fra' Vincenzo, sebbene questo stcsse rnJermo e lon-

ir"., tpi"te ella stessa veniva trasPortata d" tttt llgelo al convento del

,rro .orri.rrore. Poté, poi, assisteró allt tt"quie del frate' non sPoltln.

dosi da casàea. Visioni',- irofr"ir, come è noto, erano trani distintivi di

[J;i ;r;ù-o .h. cariterizzò le correnti spirituali del tardo '400, le-

j"t. "l

movimento rruorr"roli*o e domenicano delle congregazioni rifor-

mate dell,area rosco-romana e lombarda. Tuttavia' itr tenore e il conte-

;; J;ll" visioni di óristina appaiono lontanissimi dallo spirito Pt9{t-

ii.o a"U" Reformatio,-"i" .-"iè rizzò.in numerosi casi le carismatiche

;;i.;;;;. peraltro, i" pi.r.r,r" di un dircttore spirituale e.di un confes-tr;;.;h;

f" ,".l.lri"a scelta monasrica, erano garanzia.di onodos-

;. il ó modo, è proprio que.sra attività mistica che si impone al-

iir,*ri"'". dei fedeli J p.r*"*É aile estatiche di uscire dall'anonimatoeo'

L^ f^^^ dei doni Ji"iri di Cristina si sparse onelia [sua] Terra, nella

orr"t. .i"r..rno alla divota giovane accrebfe venerazione e credito' ripo-

;."J.'i;;; ti tr^ l. meraiigliose opere che Dio si compiaceva dimo-

strare>>e7. Preceduta da queja repuiazione, la beata entrò- nel 1505 nel

-orr"rr"ro agostirri".to dì S".,t" Lucia all'età di 25 anni' Nella sua vita

e1 Cfr. A. ANtNom, Vita della Beata Cristina' cit''.pp' 5l-??' ,.er La fanciulla

"""";i ;;-órrane di porre termine alla sua abirudine di bestemmiare

contro s. Antonio "U"., "frrìri."ri

,"r.bÈ. stato punito. Non avendo seguito il suo con-

siglio, il giovane ,r,ori'i'i'ffi;;J-f'"; t"dott Ad un aluo uomo' Cristina disse di

nón andare a cacciad";;Ì;;t"i di p""t*o- Anche- in qxesto -caso'

il consiglio non

i" t.g"i,t e il cacciatore subì irna serie-di incidenti' Ck' ioi' pp' 54-56'er lvi, PP. 59-6Q'ea Cfn fui, P' 61.e5 Cfr. G. Zlrw., Le sante viúe, cit', p' 53'e6 Cfr. Eaosu , t, ii"r,

";"t' Per

'uia tipglogyt della. santità femminile nel pimo

Cinquecento,i, "A.r""f J.l'Istiruto Storico lialo--Germanico in Trento", 1980, pp' 371-

445, orain Le sante vizte, cit', p' 103'e7 Iai, P- 59.

Page 23: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

268 Giulio Sodano

claustrale la giovane ffronaca evidenziò i tratti tipici della santitàr I'u-miltà" che non la sottrasse dallo svolgere gli uffici più infimi, I'ubbi-dienza, la compostezza ela modestia con i visitatori, l'astinenza dal cibo,la povertà nel vestire, la preghiera costante e la veglia quasi permanentc.Le monache di S. Lucia, riconoscendone, ben presto, il particolare cari-sma, vollero che ricoprisse numerosi incarichi nella direzione del mo-nastero. Così, Cristina, dopo aver occuPato gli uffici minori, fu elettaprima vicaria, poi conseguì la carica di badess4 che fu da lei ricopertanumerose voltees. La beata fu, peralro, badessa proprio nel1529, quandola città" già lungamente provata, soffrì ulteriormente <per altri castighidi guerre, di pesti, di imposizioni di prede orrendamente memorabile",con gravi ristrettezze per lo stesso monasteroee. In quell'occasione la mo-naca evidenziò nuovamcnte le sue doti profetiche e intercessorie, poichéprevide la fine delle angustie del monastero. Questo fu, infatti soccorsodai fratelli Giovan Donato ed Onofrio Barbadori, mercanti fiorentini,che in quegli anni abitavano nel palazzo aquilano di Mariangelo Accur-sioloo.

Va, tuttavia, precisato che i dati più interessanti attinenti la biografiadella beata aquilana sono relativi ai rapporti che ella intrattenne con per-

sonaggi di spicco sia locali che forestieri. I-lAntinori scrive, infatti, che,p.t ilbto bisogni spirin-rali "moltissimi concorrevano al monistero di S.Lucia, tratti dalla fama di buona religiosa; e concorrevano da parti an-che forestiere e lontane, e di vari ceti' e di gradi vari, nobili e popolari,letterati e idioti, secolan e religiosi; e da Roma e da Napoli e da altrecitù riceveva di continuo lettere e messir'lol. Molti stranieri, che veni-vano a IJAquila per I'indulgenza di S. Maria di Collemaggio, si reca-vano al monastero di Santa Lucia ..a fin di vedere o di udire Cristina,renduta l'oggetto desiderabile a tutti, ed il conforto ricercato da tuttirrro2.Ma al di làt dei forestieri, la beata ebbe numerosi contatti con gli aqui-

* Cfr. A. AwrNoRr, \rtra della beata Cristina, cit., p' 80. A conlerma della gene-

rale stima che circondava la beata Cristina nel suo monastero, I'Antinori sonolineò il

farto che ogni sua eiezione fu a pieni voti, e, nonostante gli aruri e le in{ermità, ella do-

vette ricoprire I'incarico in none dell'ubbidienza. Itti, p' 82.ee loi, p. 83.loo Cfr. ioi, pp. 86-87. I due mercanti rimasero legati alla beata per molti anni e

ouando Cristina morì si fecero oromotori della erezione della sua tomba nei monastero

di santa Lucia. Iai, p. 135.tot Iai, p. 93.to2 lvi, p. 94. LAntrnori cita, tra coloro

I'indulg enza) la nobildonna romana Caterinache visitavano la beata nell'occasione del-Sforza. Cfr. iai, p. 95.

Page 24: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

Monasteri femminil\ città e santfià 269

lani stessi. In primo luogo, il suo principale figiio spirituale, fu Silvestro

di Notarna*ú fig6" d"fben più noto e già citato J":opg, che aveva ac-

".r-rrlrro,rnr grrid. forn-rna grazie al commercio di bestiame, pelli, lana,

orodotti tessili] qrano, zaff.erlno. Più volte, poi, era stato eletto Came-'.".i"

"a era stato"il committente del mausoleo di San Bernardinolo3' Inol-

ffe, la biografia dell'Antinori è tutta Dercorsa dai cognome dei Carli. Al

consiglio à"[a monrca ricorreva, infatti, il vescovo di Sulmona Gio-

vamb"attista Carli di Cadicchioloa. Compagne di clausura della monaca

erano alcune donne di casa carli, che doveva prediligere il monastero

"gortirri".,o per la monacazione delle donne di famiglia. A.s. Lucia, al-

Itpo." della'morte di Cristina, soggioll3va Porzia Antonelli, vedova di

Fràrcerco De Rosis, con rre figlields. All'incirca nel 1600, fu proprio una

de Rosis, suor Evang.lirta, mJrraèa nello stesso monastero, a scrivere la

vita di óiod"r" la Fiancese, dedicando alcune pagine a Cristinal06. Tra

coloro che avevano beneficiato di interventi miracolosi della beata tro-

viamo annoverato un tal Camillo Antonelli e Gerolama Benedetti, mo-

glie di Cesarel:t.Notarnanrli, Antonelli, Carli,

realtà, alcuni nomi dell'oligarchiaDe Rosis, Benedeffi: sono questi, in

mercantile che aveva gestito la città nel

103 Cfr. A. Dr \Lrrrrs, L'Aquik e il contado, cit., p- 33.-Il figlio silvestro aveva

condotto in gior-enru .rnr .'ir, peócaminosa e._scandalosa, fino alla conversione aYvenuta

" ,.goi. di lolloqui ....,r, l. bàta Cristina, di cui divenne il-principale Íiglio spirituale.

Cfr. A. A-urr:onr. \'ir.z clelk Beata Cistina, cit., p. 90-92. Un.particolare interessante

.t".*..g. dalia biograiia della santa è che Silvestro era solito chiederle consiglio.al mo-

.*"io Ji'p""ire. all-orqua.rdo si allontanava dalla ciaà per _le incombenze relative alla

trrnrrr."n). rerso Lt Puqlia deUe pecore di sua proprietà. In una di queste occasioni,

la monaca lo esor-rò . lriir.. de[é elemosin. lungo il suo "ammino- a favore di qual-

.l..ap.ff, dedicata alla Vergine, cosa.che_Silvestro.puntualmente fece, donando una

*on.rl^a'oro ad una cappella?edicata alla Vergine della Luce, tra Serracapriola e Cam-

fo-".lno. Cfr. it,i. pp.'iOZ-tOf . IJepjsodio. fa-ritenere a Colapietra che ci fossero dei'coll.gamenti tp i m.ic".,ti iiorentini-Barbadori e il Notarnanni, in quanto tutti interes-

,"ti ," qrr.l mondo doganale di cui la cappella era "l

centro' Cfr. R. Corerrnrna' Sparl-

tuaktà, cit., pp. 3C0-3C1.t* A coirui Cristina predisse I'imminente morte' Cfr. A. ANrnsom, Viu della Beata

Cristina, cit., pp. 97-98r05 La donna si caratterizzò per un'ispirazione religiosa di acceso_rnisticismo' incen-

rrato, come nel caso della Diodàta, sullipxsione di Gesù. Cfr. R. Cor,+rrnrna, Splrl-

tualità, cit., p. 317.106 Taie óp.r. n,rnor.ritta risultava all'Antinori conservata nel monastero e inserita

nel 1611 .,.lliopera di Pietro Sinceri sui santi della diocesi dell'Aqui-la. Tiopera.fu,_suc-

..rri*-.n,., anche utilizzata dal Torelli e dal Cotta. Cfr. A. ANtntonr, Vita delk Beata

Cristina, cit., p. 163.ta' Cfr. ir.t i , p. 141 e P. 151.

Page 25: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

l

Giwlio Sodano270

corsodel '400eche,conogniprobabi l i tà 'avevafat todelmonasteroasostiniano di S. Luciaìi;";?; di riferimento per I'educazt"t-:-1":t:1-

;Í;ruk;-pri. iigfi.. Si ,."tt"u" di un ceto ricco, che era stato' Pero'

contrastato d"i t..,t"'t'iiì tgt-t*li dei. Gaglioffi priml "-l*:*l]:-:

ir"".f"ì"f.-irolr.", ,or, ,] er^ c ratterrzzato peÍ una piena omogenerta

né di intererri ..o,,oilti,'o,,-;; Ài i"tt"ti politici' Aleisandro Carli' ad

;.*a;r;"li;;;; dr'Ludovico Frarrchi e aveva rituggito da com-

portamentr "p"."-""ì" "t'ti'p"g"oli'

tanto da svolgere in più occasioni

il ruolo di paciere .;;;.í#; tia la città e ia monarchia asburgica'

Proprio per la ,". .o-ptot'ata fedeltà,spagnola' era stato nominato ra-

;irh fi;;;ù;'J*L, imposta a*a ci"na. per l'accusa di fellonial.o'

Piùapertamenteantispagnolefuronolealtrefamigl ie'cherivendicaronolo spirito dell,

",'ti.i[:;o".1;; itUino.t della ciità abruzzese' Tutti fu-

rono, comu.,qrr., .rltili;t Git episodi del '28 e àel'29' che fiaccarono

lacinà,comesièdetto,soPratnrt toper laperdi tadelcontrol losulcon-

'"df,n"I. poteva' dunque, essere stato il ruolo della beata cristina e del

suo circolo di devoti? certamente, m primo luogo, rassicurare elemcnti

sociali aquilani i" 8;;"i-;iffil"fq1q.iti3 ertezze i *t' degli sconvolgi-

menti che "otpirr"nf

î nffi . f,ftalia in generale, nei.primi decenni del

Cinquecento. C"Ur[ll-i:;;*r.r"*do li realtà cittadina dell'Italia cen-

tro-i.tt.rrtrionale, #ff;;;" "ftt i monasteri femminili tra la metà

del Quattro".nro-.'lpi*i d"*noi d-el cinquecento si qualificarono an-

che..perlalorolunzioneintercessorianeiconfrontidel lacittà'Lafon-dazione di chiese, ;;;;J; considerata gloria del p.rincipe, .ot1,.11'

le numerose -o,t'"ht

costituiscono un vanto. per la città verso cur eser-

citano,r.r" fu'tio""t;ù;;io1one" 110'

.Le religiose venivano' quindi' in-

vestite dalla societi Ji '.ir,

*do pubblico di primaria importanza e ner

momenti difficili di calamità e guerre erano soPrattutto quelle.m:1*:

;il; tt ;;g"i i;11" ,;itita, ai es_sere invitate dall'autorità prrncrPesca

alla preghier""'. si-ìi"*ll*t". 'di monasteri particolarmente noti per

la presenza ai q,,tlit "'"tit vive"' dotate del carisma della profezia e

losNelcetodirigenteaquilanola.divisionepiùrilwantepassavatracolorochceser-

citavano anività puramente'mercantili e qlilqti !i"oe dtditi i crtdito e alla speculazione

finanziaria. Cft. G. Ci'oto, Il Rg1ng diNapoli' cit'' p' 8'54'^'

1ú Cfr. R. counrrne, Problemi aqu;lanl del ,Liondo cinquecento, in Dal Ma-

gnanimo o u^onuaI."irffi;';r";;;; *i,nd.ionol, nell'età modema, Salerno, Ed' Beta"

1972. p. 486.río^6. 7o*o, Recinti, cit', P' 65'tt loi, P' 63'

Page 26: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

Monasteri femminili, città e santità 27r

della oenetr azione dei pensieri, che le avevano rese privilegiate protet-

trici deile città e corrrigii"re dei principi, nonché strumento di consenso

pubblico. Labeara Criitina rispeichia numerosi aspetti dei caratteri delle

..r"r,r. viveo dell'Italia centro-settentrionale. Come loro, non apparte-

neva al gruppo sociale al potere, ed era dotata dei tipici doni neistici del

profetiri-ro, àefi'estasi, de]l'astinenza dal cibo112. Scrive l'Antinori: "Lailtta ai Aquila oltremodo si gloriava di racchiudere una Persona così

meritevole e così eletta, per .ui .tu-.toso al Monastero di S. Lucia era

il concorso in cui in tanio pregio era cresciuto il monastero medesimo,

degno per tante ,uor. .r.rrrplari, che prima vi erano vissute, e che vi-

veiano^i-ri,11r. Il caso di Cristina dell'Aquila evidenzia, quindi, come il

fcnomeno delle sante r,ive potrebbe aver coinvolto anche il Mezzogiorno

all'epoca delle guerre d'Ita'lia e non solo, corne già è stato dimostrato da

altre ricerche, in epoche successivella.In secondo lrrogo u"rrno anche considerati i possibili risvolti politici

del culto per la bàta Cristina.La monaca era nativa di Lucoli,_e Pr9-veniva, quindi, da quel contado che era stato sottratto al controllo della

città. Quando.r,.l gànnaio del tS4l Cristina morì e il suo cadavere verìne

esPostà ala pubbfca venerazione, "all'alba del dì vegnente il.popolo di

Lucoli, p^t i^ di Cristina, diede ben grandi segni di venerazione verso

il sacro i"d"rr.r. della loro paesana dìfunta. Concorsero pure uomini,

donne, giovani, vecchi d'ogni condizione, cl'ogni villa, in numero non

breve'e"si affjlarono intoino alla bara,,11t. Non è improbabile che il

culto per la beata Cristina abbia svolto la funzione di raccordo sul piano

simbiico del rapporto città-campagna, rotto dagli.-spagnoli.con conse-

gsenze dr"--"ú.he per le ,r"..hi. óligarchie cittadine, che, infatti, pro-

rr2 Eaoru, Le sante vitte, cít., pp. 87-164'11r Cfr. A. Attrtlont, Vita delk Beata Cristina, c;t', p' t22'na per quanto .igo".i" la presenza di carismatiche che ebbero, con alterne fomrne,

un ruolo rilevante njl'rmbito àela vita sociale, politica e religiosa del Mezzogiorno ìta-

liano tra il XV|[ e XVIII secolo, cfr.: G. Rouno, (Jna "simulatrice di santità" a Na-

poli nel'500: Alfonsina Rispoli, in 'Campania $x61x', 8/9, 1977-78" pp' 159-181; J'M''S.nr-rr^**, La íaintété

-ytUqo, à Naphs a.u tournant des XVIe et XVIIe siècles, in

Cuho dei íanti, istituzioni2 clani sociati in età preindustriale, a cura di S' Boesch Gajano

e L. Sebastiani, t-Aquilq Japadre, 1984, pp. 687-702; S' Ca-srsno-lv1' Moorc'e' La santa

dei Tomasi. Storia di ,uor- ùor* Crocifilsa Q645-1699), Torino, Einaudi, 1989; E. Norr

C""*"*t", Monacbe e gentildonne,.i., pp. 161-190; V. FIonuu, lJna santa delk città'

Swor Orsola Benincasa ì lo dtrrozione iapoletana tra Cinqwecento e Seicento, Napoli

Editoriaie Scientifica, 2001; Enorrra, (Jna espetienza religiosa periJ-erica. I monasteri di

rnadre Serafina di Dio da Capri alk tenaferma, Napoli, Guida, 2001'r15 Cfr. A. ANrruonr, Vita dell"a Beata Cristina, cít', p' 1'27'

Page 27: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

Giwlio Sodano272

prio in quegli anni brigavano con scarso successo per riottenere la rern-

ttK'j:"J#U:1.';, poi, che il':": ramiglie di quella éft-le. vedessero

nel culto della beata :i#i"ittb$i ài tit*'í"inaménto e raccordo alle

autorità spagnole' pt"*i ai Cristina !"o"1' *ttt"!l-"-'^intor5o al 1534'

il viceré degii Abru;li&iiaìú;1te de Haro e sua moglie Donna

Isabella Vargas, che nel loro soggrot":'1ùtt*l tt :1:lit-Tìpesso 'alla

beata per oftenere consigli.e per zupplicaie le sue oraziont' In pantco-

lare dònna Isabella "*rj"r."". damigelle sue' spesso la risito" e sog-

eiornò all'interno d"ì;;;;tt'9?yJ:on osni probabilità tu a sffetto

Io'o.,o d.ll" *onj"ffiffi;tgtia carri"i. Àfine 1543, a quasr un

anno dana morre d.il;;;; il"rr.rorro covernatore, Francesco car-

rello, appen. git""o"#"*1" À;1ò gravemente' venuto a conoscenza

dei poteri i,,"'"t"o'i'ii"é;;ti"t fttt;;;; ;i to't*i" un baldacchino

nella chiesa di S"rrt" iucia dove erano riposte 1..:po$ui della.beata' voto

che soddisfett "o" 'ffi tit+:lt gu'a'igione"i' È d" sottolineare che

l,episodio cade in #ffi;;;.-Jai"".i*i""" n* ti,',-":i?^della città, che

il6;i ilr't'T ::fi:# **T"il*m:t* ui':'""[!6;;tere sPagnolo Perd'anni prima' l'oiio'"tl 1544' succe$;;; "l

f"lutnt"'à d"lt'ini-

zíarívad"tl'A"""'5o'"f"'"1* si'ri"ots"' i"f"tti' "Y?:l*tÎ'tt all'impera-

tore, suppli.*doti"ài'iri"t?3 i;. ;gú,í*Posta nel '29 'e

di riconsegnare

in dernanio il t";"Jo:^A"tht -in [uel "Ào' **'''oia' la risposta fu nc-

sadva1,e. N.gu ,,Jl:i;* ;j*", :i ,à1" ,'*;,'gt:T: alla rirorma

éelreggimet"oatî"cit tà'^Fuquestaun'operazionecomplessa:lavec-chia strutrura amministrativa basat"

'"iè;;;ttt"go e sui Cinque' eletti

triennalmen" '*'"]ut'lun sistema di b'llottt tit'"ttt'ogni due mest'

verìne sostituita #;;;;;t"*-d",t"' è"*t'lt"go a1i1lito da 8 citta-

dini eletti """d'i;;;d;;;;;["

u"" a """

liit' di idonei inviata a

Napolil2o' I^ q';il;;;^'i "*i""' [i"t-""io"t di un regime oli-

116 Nel 1s41 si era svolta la missione di tarilnseto A"T:1?^Pj:1T'.?t*J#,tí;

H*th*#dtl*::tm:','.'":''mi'ff;}1,&'#[:.f:'tji*ti;l;';;;;;;; e la situazionc restò come r.ave\

V*ii:y^t{.,îlg]i]*, vita detk Beata cristina, cit., pp. e4-e5.

118 cfr' i'ui' n tiSiut*' Problemi aquilani'cit'' p"490' t' -l1e cfr' R' couHnry,jl;l:::í:)":#;ì;;;;;cittadino negli anni '40' cfr L' Lo-

,',''.,""n,1i;:i,;iT#h:,:f,.;i;;,i,;Yii"ils;;i.i|1s06, LYAq,,il,, Marccllo Fcrri

Page 28: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

Monasteri femminili, città e santità 273

garchico chiuso, ma ciò aweniva non Per ínrzittiva della Città' ma ad

opera del governo t*tJ; "i;p.9U -St'i"gttt'n

raPPorto.solido con

le autorità spagnole ;;;;^-;"i"iì "e pil

""é tolo una questione legata

;ìffi ,'.'i*;lri?,". a.i "o.rt"dà,

quanto- soprattutto vedersi riconosciuto

uno status"h. p.,-"i;;b dttnl']t"! alla vita amministrativa della

città. I giochi di p.;;;;;#,'il reallà, del tutto aperti. colapietra ha,

infatti, sottolineato ;; h lit;; da inviare a Napoli-non è indicativa di

un ambito "rir,o.,rt"ià

iia titil*",t.thit'o' anche 99r9|'ré non è affatto

chiaro cosa si i"*"d";; ""ú!i

t requil' "

metà del Cinquecento' Pe-

;fi;, ;;h J.ri*tlti-io'-t'1"'iotte àeil'elezione delle magistranrre a

suf{ragioanziché"*.,sidovetteattenderelaratificadalToledo'avu-i"rr'"3lr;;t*- d.il;ì;' É' qt"tdi,.da ritcnere che' ormai' il tempo

JJj" "rir"i

collettive e del corpo-cittadino fosse superato' mentre_a con-

tar e erano ) almeno ;t; ;;l"t :h: .1ol.,uo[ero tesardamente conúnuare

sulla linea d"tt" ,i'nf"d;;d""td"ll^ t;U'*t cittadina' h t-:t1lt:-nj:

;;;i;"i por"r..,p'fpr"*tit ryI.::*reva creare occasroru Per sta-

bilire rapport, pr*,lt[i"ti' È, for'"' questo il vero passaggio dal medioevo

all'età moderna che -Croce riteneva e'stt "*'tt"'to

all'Aquila' IJopera-

zione del d.iztid,e ,; ;;;r;;;;óJJ"i rot.a" ebbe sicuramente I'ef-

fetto di portare.una lii'i du'"*p" '"t"lti"*'" al potere centrale' alla

piena sottomrr'o"J t-" i"'i s''ddit" e fei"le del soviano' forse ancor di

più dello ,.o.rpo,r*l;; dtl t""ttdo dtlla qiurisdizione cimadina' com-

piuto preceo""tt-t"""Àii'oi""g"rzz' 61i""" famiglie aquilane' cioè

Glt 'pìJ f.g"r" alla tradizione autonomistica municipaie' intrapresero

ed., 1982, pp. 107-108; R' Couu'lnrna' Spiitualità'cit'' p' 320' Sull'evoluzione dei reg-

eimenti cittadini it 'rià'rìtlil;;b^;":i tt' ó" n*^ti""" cro' Le città dell"4bruzzo

-citeriore ner,etìt. *"d;;^',";;i;ir"-i**gi"1tr",lnli aua del.Mezzogiomo, a cura di

A. Musi, .it., Pp' ul ti,-"'^";"-1" fiifia; stlitt"' e rJinamiche storiche in Abrazzo

Citra in ,ra *oar*.,'íi[oii liirtU Sfientifiche Italiane, 2001, pp. 65-82'

12' Clr' R. Cot^n'rrna ' Spiirualttà'-cí:'' * i3fi.'3"t;te modalirà dell'affermazione

a.il"'. "t . nJ"'Ji::il:: ;iil H:TTfr ::ffi. H

-*;-;;il'o'o a'oubug". i lito:i

menti bibliografici a ci'-"cii^"o' t't'*i'to'.'ì'lk "oiio

di Napoli' a cura di P' Al-

lum, Roma-B ^r;,

r^rJrt ,^lslr, ir. +0-56;.A. Must, Mezzoginmo spagnolo' La oia

napoletana otto s'o'o"i3a"-'"ri'"ptri' cúaì' tsst' Non ti""ttò di un espediente

politico che ebbe l";g;;ú;;tì" Jit'e.atn'n'ouila' ma' in realtà' nella seconda metà

;5oo la chiusura ..;:; fu"i*;;i; o d...r*ii-,"."'daile rutorità-vicereali, nella pro-

spettiva di un, p.rdll'd;lir;;;;;; i*a*at stututL..In proposito e con riferimento

ad alcunr casr puglresi, cfr. A. Spe,cN ot-nrrt,,-Cet:i d.iigenii ciiadini e Costruzioni del.

l'identità wrbana nelle attìt pugliesi tta XVI e XVI| secolo' n Le città del Mezzo'

iiorro, a cura di A'Musi' cit'' pp' 31-34'

Page 29: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

274 Giwlio Sodano

la strada dell'infeudamentol23. Altre, probabilmente, cercarono strategiediverse, py !q"g-ose e complesse, di conrarro e vicinanza.ol potàrespagnolo. I Carli e i De Rosis, ad esempio, presenri, con le loro donne,come si è detto, nel monastero di s. Lucia, riuscirono a superare benela congiuntura del Cinquecento aquilanol2a.

Il culto della beata cristina e Ia vita dei monasteri femminili dell'A-quila potrebbeno aver costituito un effettivo terreno di aggregazione colpotere spagnolo. I rapporti privilegiati tra parre della éítò aquilana e ilgoverno vicereale vengono, infani, confermati dall'intreccio tr" l. vicendemonastiche napoletane . qg& aquilane. Nella capitale del Regno, comeè noto, successivamente all'effimera e quasi fallimenrare stagione dellariforma monastica osservante della seconda metà del '400.

"rrru ,r.ro.,r"

fase di riforma dei monasteri fiorì a partire dagii anni '30 del cinque-cento, non solo per iniziativa ecclesiastica, ma, soprattutto, per un- di-retto interessarnento delle autorità spagnole nel periodo del viceregno diPedro de Toledo125. Fu proprio allora che si ,rietre

" verificare lò rpo-

stamento di alcune monache dall'Aquila a Napoli per favorire la riformadei monasteri. Le monache dell'Eucaristia, intorno alla metà del 'SOO fu-rono inviate nella capitale del Regno, e operarono non solo a s. chiara,come notato da Colapietral2', ma anche per riformare il monastero delGesù127. Ambedue erano rnonasteri femminili legati a filo doppio col po-tere spagnolo. Quello del Gesù si caratterizzò per il radicamento dèilefamiglie napoletane e spagnole più vicine al poteie vicerealel2s. S. Chiara,monastero sottoposto a giurisdizione regia, aveva costiruito, invece, inpiù occasioni, motivo di preoccupazione per le autorità governativel2e.

t23 I Porcinari, gli Antonelli e i Branconio nel 1554 cercarono di acquistare undicicastelli del contado, nel tentativo di trasformarsi rapidamente in feudarari, ma il loropasso, troppo precoce e precipitoso, fu destinato al fallimento, ranto che neqli anni '60furono costreni a tornare a giocare la loro fornrna polirica nell'ambito defmunicipioaqurlqo. Cfr. R. Colerrcrne, L'organismo municipale dell'Aquila nell'età spagnoh, in

"Archivio Storico delle Province Napoletane', 1980, p. 191.no C[r. Ioru, Prestigio sociale e potere reale nell'Aquila di Antico Regirne (1i25-

1800), ìn "Critica Storica", XVI-3, 1979, pp. 379-380.15 Cfr. E. Ncl'r Cn-avannr,4 Monache e gentildonne, cit., pp. 31-34; M. MrcLn, Mo-

nacbe e monastei, cit., pp. 96-99.126 Cfr. nota 68.127 Nel 1552 i! Collaterale deliberò di munire di salvacondotto le monache del con-

vento dell'Eucanstia dell'Aquila, che avevano operaro al monastero del Gesù. cir. E.Novr Cuevenxra, Monacbe e gentildonne, cit., p. 34.

128 Cfn ibi.dem.12e Cfr. G. Bocceoe;rao, [Jna riforma trnpossibile?, cit., p.98 e p. 103.

Page 30: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

Monasteri femminili, città e santltà 275

Si è visto, poi, come in età tridentina, proqrig dal monastero di S' Lu-

cia della beata cristin" p*itr. nel 1,571Diodata la Francese, per rifor-

;;-ii;;;;rtero di S. Maria Maddatena" che era qno dgi tre mona-

*i ,r"pot.trrri ,ottoposta a giurisdizione regia' Alla ty":41 t*sti

fatti

si può, quindi, ,it"t.i" che, e"ffefti"ameflte' i monasteri aquilani svolsero

;rit" fr;";i;;;-aì^tr.."ra" éon l. autorità politiche spagnole, che non si

sotrrassero dall'inviare prop.io da quella città che era stata antispagnola

eli elementi idonei "

,ifor*"r. i nionasteri femminili in funzione della

3"ria."'"i..r;;i" 1., in generale, i monasteri femminili presenti nel Mez-

;;;;;;;d;;n;; :coire altre'istituzioni ecclesiasdche, enti e corpi pri-

;il3;;ft.1il"ì"ie -.riaionale

nel suo complesso, giocarono anch'essi

h lJro parte nello sviluppo di quelle.fo':ze centrifughe e.della logtca par-

ticolaristica "rrrru.rro

fà q"A" si realizzò l'integrazione del Mezzogiorno

spasnolo n"l sistem" -o'd.,tto

degli stati -euiopeiolso' il caso. aquilano

;:;'ú;;;bb;;J;r;; proprio ,,r," ii" p".j" quaie forze cittadine si in-

;;;;;;;;;;ú"potiri"" accenrrarrice regia. Tumò ciò conferma che la sto-

,ii J.i -o.rastàri

<appare largamente condizionata dai modi e dai tempi

J.U:rtt"irn"riorr. diÈ Stato "moderno, rna al contempo 9.ess.1 stessa ele-

.n..rro costitutivo, p., -inor.

che possa apparil;' di quella dialenica"13l'-- -Éorr.

fu anche -gratie a questo pto..ttò, rafforzatosi, probabilmente,

drrr"rrt" il soggiorn"o Ji M"igtr"rita d'Austria132, che a fine secolo p11t9

;;lh i;gti""?q.rll*., inrr"ir."d.ndo la via deiie carriere negli uffici

nubblici "

,r.l .r-po i.i aurro, poté aspirare all'acquisizione del grado

ffiit;;. Gtt ffi 'so J.t Xii '..o,ó, Giacomo Carli, esponente di

iì". ,"".f. d.il" ,rot" famiglia aquilana" scrisse un trattato nel quale, com-

menrando l" ,r"tor. della"nobilià, poneva sullo stesso piano virù' ric--;;;;,

sanguelr3, mentre un manoscritto sulle casate aquilane eienca le

i;;iir-.riantili cittadine ormai prive dei loro caratteri originari.e pie-

;;3;;";;;;. ,ll" "rrri..e

profersionali e giuridiche o al servizio mi-

iir"*. Cfi Antonelli, "d "r.rrriio,

vengono deicritti come uomini di legge

1ro E. NovI Cnavn-nnr4 Monache e gentildonne' cit'' p' 21't3t loi, p. 22.rt Sul lungo soggiorno abn'tzzesedella figlia.di Cado V cfr' R' CoI-epmrn'5 Spr

h4alità, cit., pp. 339-361'; Uo'gonto d'Aastriz"e I'Abruzzo' Ortona 1983; G' Garasso'

Marsherita d,Austria, ^

llUi'"ilirrr; d'IrotA, alle oPrEonderanze straniere, Napoli,

e&ùr;ale Scientifica' 1997, pp' 308-315'

'x Cfr. R. cor*ruruo, íi*ùof* e giuisprudenza ad Aquih nell'età'^delk Rtfurma

,ototl*,';n tpxur, DaI uíglo"ii"'o i ytoio"Uty' cit'' p' 548' f opera. del Ca.rli è il Gern-"*"ril,-iii")p.rbtli."to

;"Y";;ti; r,.1 tss+. ll p"uo.te era iì simbolo araldico della fa-

miglia Carli.

Page 31: Monasteri femminili, città e santità: l'Aquila nel Cinquecento

276 GiuÌio Sodano

e di armi' Il maggior rappresenranre vivenre ail,epoca delra stesura deìrnanoscrirro era Anronio Antonelli, cavaliere di'Maira e ..giovane di!yo": asperrarive,,, menrre risulta solo quarch.

"..*ro a rari Nicola eMaurizio Antonelli, che nel 1477 erano noti per essere stati ricchi mer_canti della città. Anche. i Benedetti vengono descrirri .l"i prrr",o illustreper rromini dediti alla legge c aile armiiru.. sempre

" fi;; bìnq.r...nro, rg.:lir! a.sigillo, si potrebbe dire, della pi.,r" à.quirti;";e.l g."a, i;nobild di una parte delle famiglie cittadìne,

"prirr** ; ri l*^rro dor"aveva soggiornato Margherita d'Auscria, l'Accàernia iei veiati e la co'_gregazione dei Nobili, enrrambe a carattere forr.*.rr,. .t;t.rlo. Nel 160gfu, peraltr.' p.orrara a rerminc urÌa nuova riforma J"i ;;;;;"nro citra-dino, con i'esito dell'eiir'inazione del vecchio ,""rigiià-!?r,.r"1. e l,af_fermazio'e di una ulteriore chiusura di un,oligar.hiu".lr.iora, effettiva_rnentc-' si stavir trasfonnando i' aristocraziarr5. potrabba órrare ulì caso,ma proprio in quegli anni, tra il '95 e il '96, dal monasrero di Santa Lu_cra iu comrnissionata all'aquilano Giarnpietro Interveteri la prirna bio-grafia clella bearar'i(', rimasta ,'rrr*s..i*"," . .lr. prou;bii;;r. aveva roscopo di raccogliere le testirnonianza d.il. .orrrp"grr" a.ú"-u. ata ancarain vita, in preparazio'e di una fo'nal. pro..dur""di , no ir.razione. I'realrà, uno.. dei pr-o_blcnii cli rilievo i'rorno alla figura d.il" b"rt* cr;,stina è il siie'zio che la circondir già clopo pochi iístri d"ll" ,r" scom_parsa e il forte ritardo con cui si procedàtte'alla stesuro ai

"". z,ita, pe-raltro rirnasta aila f.'.a ,r.,",rorrri*o. Va detto .h; l";r;;;iunrura sto_rica'in fatto di sa'tità ro'ì era favorevore

"lr" b.uta.-I-a.-."*"i centraridel ci'quecenro furoro caratrerizzati dail'ass";; .li;;;;".. per r:r

'! Cfìr BNN, zrs., XV E 21, J'f, n. n.rri E iì giudizio di col:rpietr.,r s*lla rifo''a del 1608, per la quale ctì-. R. coraur_rna, L'organivno tnuniupall dc,r!'Aqlit:4, cit., p. 200. p".'qu^nro',ìg.;"-h .chiusur.ir.e le fornre di reggimeuto citt.rclino-clci nrunicipi meridionaii, si veclì ora G. DBrrlrr.3ry:*

et,le pricrrr p.t,t:t.'oii'ct'ittrare et pouooii rocar eit Aféditenanéc "*id;;r;;.'ii:-

^VIll sî€clP, Rorin. Fco,.,,. i 'r ' .rn,,:ris,- ' t{c Rorrrr, 20O1,. l)cr u1'lrggiorrratn .arragua ',ujl.lirree di ricer'ca sulla città, ciì'. s. {9nr, t gorrini aah città italiane fra antrco regrn,e tUnttà nazionalc; percorsí storiogrnficì, i,, i566i"r; e Storiao, eS,, ZAOI, ppi' ót_t+O . qC.

2003, pp. 105-1s2.t36 Nel testo dell'Antinorì. si legge cÌre opei primi cinquant,anni clalla morte deli,rlxata Cristina' conrente le religiose'ài ,rl.nr.rl"ra'p"r tradizi6le dallii bocca delle

'ec-chie Yiventi la urernoria ctelle ìzioni di lei, no,r auevarìo curaro di ric{'rle i' i.scritto,,.T,:l,,ttnr'

a seguito dell'apertura deila cassa i' cui era dc,pcsra r. b;rr;;'ì.. ,,,:;';rcl.ic co'r_lnlsslonarollo la stesura di una.r'ita.a Giampietro Interrfutcri, gcntilto,n,r "q.,il",ro,

i,r,-parentato con suor cristina Aristotile, allora badessa del nronistc,.o di s. irci.r. Cfr.. .\.ANrrxonr, Vita della Beata Cristína, cir., p. 1(r0.

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Monasteri femmiruli, città e santità 277

canorizzazione, a seguito delle polemiche protestanti e dei riformatoricattolicilrT. Solo negli ultimi decer,ni del secoio, la macch-ina delle cano-ntzzaziont si rimise in moto, e ci si può spiegare l'iniziativa delle mo-nache di S. Lucia. Tuttavia, il silenzio che circonda la beata negli anni'70 e '80, potrebbe avere anche qualche altra motivazlone. Sono quelli,infani, gli anni della presenza neTn cimà di llargherita d'Asburgo. PerColapietra l'arrivo della sorellastra di Filippo iI in Abruzzo aveva il pre-ciso obiettivo politico di risolverc in qualche modo il disagio sociale diuna regione strategicamente rilevante e il suo. governo si cararterizzò- p_eruna <prospettiva paternalistica"lis. Nota Gaiasso che intorno alla figliadi Carlo V, nonostanrc fa durezza e la sevcrità del suo regime fiscale,fiorì il mito del buon principe, panicolarrnenre evidente negii elogi fu-nebri del. 1586, per cui si. può rircnere che clla ebbe modo di "aggre-gare e attirare consensi e simpatie, in Abmzzo non diversamente che neiPaesi Bassi"t3e. Lipotesi che si potrebbe fare è che, essendo l'esponenredi casa d'Asburgo divenuta punto di riferimento rilevante della città neisuoi rapporti con il.potere regio, ed avendo-la sua accorta politica ri-scosso successo, verusse meno l'esigenza di affidarsi agli strumenti di in-tegrazione utllizzati fino ad allora. Non si può, peralro scartare l'ipo-tesi che la stessa Margherita non abbia manifestato alcun interesse de-vozionale per la beata Cristinalao. Tuttavia la morte di Madama nel 1586,e il venir meno di quel punto di riferimento così autorevole, potrebbeaver indotto a riprendere le precedenti stracie, tra cui quella del cultodella beata Cristina. Sebbene questa fase sia ancora da mettere bene afuoco, non è da escludere che proprio Cristina e i monasreri femminiliaquilani possano essere stati, a fine secolo, ancora una volta, validi stru-menti per la nuova generazione di una vecchia élite cittadina di acqui-sire e consolidare una nuova identità.

1r7 Su questo mi si permetta di rinviare a G. Sooar.ro, Il nuooo rnodello di santitànell'epoca post-tridentina, in I tempi d.el Concilio. Religione, cuhura e società nell'Eu-ropa tridentind, a c!Í^ di C. Mozzarelli e D. Zardin. R.oma" Bulzoni editore, 1997, pp.$9-2A6; Iow, Modelli e selezione del sann modemo. Periferia napoletana e centro romano, Napol| Liguori, 2002.

1r8 Cfr. R. Coranrnrna, Spiitualità, cir. p. 342; lonu, Aquila e i domini farnesianidelk rnontagna ai tempi di Margheita, in Margait4 cit, p. 53.

13e Cfr. G. Gelesso, Margheita d'Austia., cit., p. 315.1a0 Negli anni della permanenza di Margherita all'Aquila esplose il culro della Ma-

donna della Neve, la cui immagine era nella chiesa del monasrero agostiniano di S.Amico, che cominciò ad avere maggiore for$na di quello delle consorelle di S. Lucia.Cfr. R. CorerrErne, Spiritualità, cit., p. 349. Inoltre, come si è detto precedenremenre,Margherita favorì il monastero delle francescane della S. Eucaristia.

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278 Giwlio Sodano

Sia chiaro che non è nemmeno da scaftare I'ipotesi opposta, e ctoèche di fronte all'afîermazione dei processi di aristocratizzazione e dichiusura oligarchica, tanto contrastanti colla tradizione municipalisticadella città, coloro che si rifacevano al mito della liberta.s cittadina risco-prissero, si appropriassero e riproponessero il culto della beata Cristina,riletto in chiave antigesuitica e di esaltazione dell'originario spirito cele-stiniano popolareral. lJn'ulteriore ipotesi è che, a fine secolo, il culto pcrCristina riproponesse la soluzione positiva del problema del rapponocittà e contado. Proprio il secondo, nella seconda metà del Cinquecento,aveva cornpletamente ribaltato il precedente rapporto subalterno, assu-mendo comportamenti aggressivi nei confronti della città, invadendo, congli armenti, le vigne e i campi coltivati dei proprietari cittadini. A que-sta situazione aveva in qualche modo cercato di porre rimedio proprioil governo di Margherita, alla ricerca di un nuovo equilibrio tra la cittàe il territorio circostante. Con il venir meno di Margherita, tuttavia l'ag-gressione del contado riprese vigorela2. Anche in questo caso è, quindi,da prendere in considerazione l'ipotesi che, col venire meno di quellapolitica di equilibrio, si ricorse nuovamente alla beata nata a Lucoli perristabilire una softa di unione armonica tra città e contado.

IJapprofondimento di alcuni dei punti principali inerenti alla storiaaquilana" vista attraverso le vicende dei suoi monasteri femminili e delculto della beata Cristina, mostra, una volta di più, quanto i caratteridella città fossero, effenivamente, tra '400 e primo '500, molto prossimia quelli dei centri urbani dell'Italia centro-settentrionale' Elevati tassi de'mografici nei monasteri femminili, forte presenza di movimenti del=I'Osservanza, clima profetico-apocalitico: sono questi elementi chc si ag-giungono e completano il dato strutturale di una città dalla fisionomiapolitica ed economica assai vicina a quella dei comuni dell'area tosco-umbro-marchigiana, collegata al centro abruzzese da un asse viario rile-vantissimo nel tardo Medioevo. Era stata anche una città gelosa dellapropria autonomia e osdle ai processi di centralizzazione messi in attodai sovrani aragonesi prima e dagli Spagnoli poi, e non aveva esitato aprendere le armi in difesa della liberta.s cittadina. Ben diverso è, inveceil quadro che emerge successivamente alle vicende dei primi decenni del'500. Camillo Porzio, già nel 157Q, relazionando al viceré marchese diMondejar sullo stato delle province del Regno, a proposito delle popo

lal Sullopposizione ai gesuiti da pane di queste forze municipalistiche di ispirazionr

celestinian4 ck. ioì, pp. 375-376.1a2 Cfr. R. Cor-nlmrra, L'organismo muniripale, cit., p. 195-197.

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Monasten" f emmlnili, città" e santita279

lazioni abruzzesi, affermava: ..Gli uomini del paese anticamente eranostimati i più valorosi d'Italia, ma al presenr. ,orro i più mansueti der Re-gno"143. A concorrere a.qr.resta paciiicazione, oltre àjii ,,*,,,*ti più ti_pici e specifici della politica, .ri'erano srari, come ,i E .....io di evid.en_zrare, anche r monasreri cittadini e il culto della beata cristina, che of_frirono un rerreno di integrazione rra élite cittadin . ".rroriri

spagnora.ciò comportò che la.citrifu ancora in grado dr

"rp.ir*r"^L" rr" i.r-fluenza nel Regno. IJesempio dele mon?che "q,rille

.l,. ,itor-aronor monasreri anche nella capitale indica una persiitente vitalità. Ma è in_dubbio che una delle conseguenze più rilevanti di q""ld;lcificazionefu chc LAquila."r:ynr: ."""i1 cinquecent" i .;.;;;i;i-"il.."rro ur-Dano assar pru srmilr alle altre città dei Mezzogiorno d'Italia.

ra3 cito da G. Gerasso, L'alt.ra Europa. per un'antropologia stoica del Mezzogiomod'Italin, Nuova edizione accresciuta" Lecce, Argo, 1997;, p.:0g7.

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