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Molestie Morali libro

Jul 15, 2015

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UN LIBRO INGANNATORE Come il vino bianco fresco in estate:

MOLESTIE MORALIDi Marie France HIRIGOYEN A cura di 4 Editing a cura di 35 S ar ora p resen tata u n al si d el testo M O LE S T IE M O R A LI d el a p si i an i l ch atra, psicoanalista e psicoterapeuta familiare Marie France HIRIGOYEN (M. France H IR IG O Y E N : M ol esti M oral , E d . Giulio Einaudi, Torino, 2000 Tit. Or.: Le e i harclement moral: la violence perverse au quotidien Editions La Dcouverte et Syros, Paris, 1998). D ata l i p ostazi e d i su p p orto a u n l m on avo ro di auto-aiuto del sito, non verranno recensiti i due capitoli sul mobbing aziendale, nonostante siano estremamente significativi per il lettore e 4 ne suggerisca uno studio approfondito a chi toccato dal fenomeno. Il campo di studio del libro indicato d al u tri fi d al e p ri e ri h e, con l lA ce n l m g e seg u en ti p arol Pi e: ccol atti p erversi son o q u oti i i al p u n to d a sem b rare l i d an a n orm a. T u tto com i ci con u n a sem p l ce m an ca n za d i ri etto, con u n p o d i n a i sp falsit o un accenno di manipolazione. Ci sembra insopportabile solo se ne veniamo colpiti direttamente. Poi, se il gruppo sociale in cui simili comportamenti si manifestano non reagisce, subentrano gradualmente condotte apertamente perverse, che hanno gravi conseguenze sulla salute psicologica delle vittime. Poich non sono sicure di venire capite, tacciono e soffrono in silenzio. La difficolt delle trascrizioni cliniche sta nel fatto che ogni parola, ogni intonazione, ogni allusione ha importanza. Tutti i dettagli, presi separatamente, paiono insignificanti, m a n el n si e d an n o o ri i e a u n l i em gn processo distruttivo. La vittima viene trascinata in questo gioco mortifero e pu darsi che reagisca a sua volta, di rimando, con perversione, perch ognuno di noi pu servirsi di tale modalit relazionale a scopo difensivo. 1

quello che a torto porta a parlare di complicit della vittima con il suo aggressore. Le aggressioni sono sottili, non esistono tracce tangibili e i testimoni tendono a interpretare come semplici rapporti conflittuali o passionali tra due persone quello che un tentativo violento di distruzione m oral e ad d i ttu ra fi co, q u al e vol ri sci e ri si ch ta u to (p ag g . 5 -7). 4 d esi era m ettere su b i i g u ard i i l d to n a l ettore: M ol esti M o ral p u d are e i l i p ressi e d i u n l b ro faci e, p erch scorrevol n el a l m on i l e l ettura, vivacizzato da moltissimi esempi clinici di grande interesse psicologico pratico, non oppresso da troppe citazioni tecniche. M a u n errore: i l b ro d i M .F. H i g oyen tu tt tro ch e sem p l ce d a li ri al i assimilare. Leggere questo libro significa infatti assimilarlo, perch chi lo prende tra le m an i h a evi en tem en te i teresse p er l arg om en to, m a an ch e n ecessi d i d n t impararne i principi fondamentali per liberarsi dalla sua personale forma di molestia morale. un manuale di sopravvivenza, dunque. Quando si soli, e si vuole sopravvivere, essere superficiali pu significare morire; essere attenti a sfruttare ogni elemento utile pu voler dire la salvezza. Il p eri o ch e i l col l ettore p u correre n on p i ccol Le p ri e 5 0 p ag i e ( o. m n La vi en za p ri ol vata afferran o la sua attenzione, con il rischio di un progressivo ) al en tarsi p ag i a d op o p ag i a, p er l sco rrevol l , n n a ezza d el osi on e, l l esp zi a ri ezza d i esem p i ch e p osson o d are l i l si e d i p u ri i serti n arrati cch l u on n vi (anzich i drammatici resoconti di tristi storie cliniche). Gli esempi di vita vissuta svolgono la funzione di illustrazione emotiva dei concetti teorici esposti poco prima, che vengono fatti penetrare nella mente del lettore grazie alla loro forza emozionale, cosicch - con un meccanismo di analogia ognuno pu ricondurli alla propria situazione. S e, tu ttavi i l a, l ettore h a p rob l i p erson al al n tern o d el a cop p i e n on h a em i li l a esp eri ze d i l en avoro i azi d a p u p u p en sa re ch e l sezi e ol n en a on M esti i e n azi d a n on l ri u ard i In vece u n en o g . esten si e m acroscop ica della violenza on 2

privata a due, e pu fornire al lettore insegnamenti importanti proiettando i p rob l i tra d u e i d i d u i su l g ran d e sch erm o d i u n en d a. em n vi azi Anche pi avanti, il lettore pu continuare a leggere rapidamente le fluide pagine della seconda pa rte ( rap p orto p erverso e i p rotag on i sen za Il sti ) ren d ersi con to d i q u an to q u este 8 0 p ag i e si o u n n an esp o si on e p i a e zi an lineare degli stessi concetti che altri precedenti testi riferivano con linguaggio ard u o d a co m p ren d ere p er l u so d i term i i p si n coan alitici oscuri al profano. E p p u re u n a sem p l ce o cch i i ata al n d i l con vi cereb b e ch e i tem i son o g l l i ce o n i stessi: 1. La seduzione perversa 2. La comunicazione perversa 3. La violenza perversa 4 . L g ressore ag 5. La vittima per questo che 4 h a d efi i M ol n to esti M oral u n l b ro i g an n atore co m e u n e i i n vi o b i co fresco d n an estate: i p i l acere d el refri eri d i g o ssetato l fa b ere con o una facilit che appanna poi la lucidit della mente. Infine, il lettore affrettato pu scorrere velocemente le ultime 60 pagine del testo della Hirigoyen pensando che ci che legge gli gi noto e non pu essergli di particolare utilit. Quindi pu nuovamente trascurare i capitoli on si l p rati i azi d a e l A p p en d i (n el a q u al val ti esp erti i i i C gi ci n en ce l e en tal an parlano di violenza intrafamiliare, di mobbing lavorativo e di aspetti giuridici d el e m ol l esti m o ral ). M a q u esto l u l m o, e forse i p i g rave, d i u n a seri e i ti l e d i erro ri p erch p u p o rtarl a trascu ra re l p ro fon d i d el o a t l osservazi e ch e l on a Hirigoyen fa quasi alla conclusion e d el e sezi i su l a vi en za p ri l on l ol vata: C on u n p erverso n on l si h a m ai vi ta. T u tt p i si p u i p arare q u al a n al m cosa su d i s. Allo scopo di difendersi forte, per la vittima, la tentazione di fare ricorso agli stessi m etod i d el g resso re. E p p u re, se ci si ritrova nella condizione di l ag vittima, vuol dire che si il meno perverso dei due. Non si vede come la si azi e p otreb b e ri al tu on b tarsi U sare l stesse arm i d el . e l avversa ri o d eci sam en te scon si l ab i e; i real l u n i ri ed i l l g e (p ag . 1 8 1 ). gi l n t, co m o a eg 3

Intenzionalmente 4 h a vol to far con cl d ere l i l strazi e d el d i ci e ri u u l u on ffi l tratto del perverso narcisista alle importanti considerazioni della Hirigoyen. Gli altri studi hanno illustrato meccanismi inconsci complessi e sottili, permettendo al lettore di formarsi un patrimonio di concetti per interpretare il comportamento del perverso. Comprendere vuol dire potersi sottrarre poich questi non pi come misterioso, ma razionalmente comprensibile. La H i g oyen n on si d i u n g a a p arl ri l are d el n con sci d el p erverso, ma sceglie di li o descriverne, con attenta precisione, le forme di comportamento nella vita di ogni giorno. Questo ne fa un manuale di sopravivenza di eccezionale valore pratico per chi sia stato catturato come vittima. Per questo motivo 4 ha scelto di l asci are al a H i g oyen l on ore e l on ere d i d i su l p erverso n arci sta l ri re si le ultime parole, quelle che restano nella memoria, penetrano nel cuore e generano azioni nuove. Nel libro, il tessuto di osservazioni psicologiche significative cos esteso da far correre il rischio che esse siano sottovalutate. Per analizzare il libro, 4 ha quindi deciso di seguire uno schema che permetta di avere in immediata su ccessi e u n d ea ab b astan za ch i on i ara d i d u e el en ti op p o sti em . S ar ri ortato l i d i d el testo, ci to per sezioni per sezione in modo da p n ce ta forn i i q u ad ro g en eral d el era; d op o og n i sezi e sa r ri ortata u n a re l e l op on p serie di citazioni prese dal testo del capitolo relativo allo scopo fornire un sondaggio attraverso lo spessore dei concetti illustrati. Inizi o l esp o si on e con u n a seri d i osservazi i i trod u tti am zi e on n ve, ch e comprendono anche riferimenti al rapporto del perverso con i bambini, al n tern o d el n u cl fa m i i li eo l are. Parte prima. La violenza perversa nella vita quotidiana. I. La violenza privata

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La violenza perversa nella coppia - Il condizionamento - La violenza - La separazione La violenza perversa nelle famiglie - La violenza indiretta - La violenza diretta - L n cesto l i aten te La violenza perversa nella coppia Il condizionamento. A l n tern o d el a coppia il processo perverso si attiva quando manca li l l el en to affetti em vo, op p u re q u an d o l og g etto a m ato trop p o vi n o. ci L eccessi vi n an za p u fa re p au ra e, p rop ri p er q u esto, ch i p i i cl n e va ci o n i al n ti i d i l i m t ven ter og g etto d el a p i g ran d e vi en za . Un individuo narcisista l ol i p on e i su o ascen d en te p er tratten ere l al m l tro, m a h a p au ra ch e g l si avvi n i i ci troppo, che arrivi a invaderlo. Si tratta allora di mantenerlo in una relazione di dipendenza o addirittura di propriet, per verificare la propria onnipotenza. Il partner, invischiato nel dubbio e nel senso di colpa, non in grado di reagire. Il m essag g i n on d etto n on ti am o m a vi e n a scosto p erch l al o Io , en tro n on se ne vada; a esso si ispira, per, il comportamento. Il partner deve restare dov p er ven i fru strato i p erm an en za; con tem p oran eam en te b i re n sog n a anche impedirgli di pensare, perch non prenda coscienza del processo. Il condizionamento viene messo in atto da un individuo narcisista che vuole paralizzare il suo partner mettendolo in uno stato di indeterminazione e di incertezza. Ci gli consente di non impegnarsi in un rapporto di coppia che lo sp aven ta. G razi a q u esto p rocesso m an ti e l al e en tro a d i stan za, en tro con fi i n ch e n on g l p ai o p eri osi S e n on vu ol ven i i vaso d al tro, gli fa i on col . e re n l al comunque subire quello che non vuole subire lui, soffocandolo e tendendolo a disposizione. Una coppia guidata da un perverso narcisista costituisce un asso ci on e m o rti azi fera: l d en i razi e e g l attacch i sotterran ei son o a g on i si stem ati . S ol l eccessiva tolleranza da parte del partner rende possibile ci o 5

tale processo. una tolleranza che gli psicoanalisti spesso interpretano come dovuta ai vantaggi inconsci, sostanzialmente masochisti, che la vittima pu ricavare da legami di questo tipo. Si tratta, come vedremo, di u n n terp retazi e p arzi e e p eri osa: p arzi e p erch al n i n on avevan o i on al col al cu manifestato in precedenza tendenze auto punitive e non ne avrebbero manifestate in seguito; pericolosa perch, contribuendo a rafforzare il senso di colpa del partner, non lo aiuta affatto a trovare i mezzi per uscire da questa si azi e d i ci e. M ol p i sp esso l o ri i e d i tal tol eran za si ri tracci i tu on ffi l to gn e l n a n u n a l t fam i i eal l are ch e con si ste, ad esem p i n el ri rod u rre l esp eri za o, p en vissuta da uno dei genitori, op p u re n el l accetta re u n ru ol ri aratore d el o p n arci sm o d el tro, u n a so rta d i m i on e al a q u al ci si d eb b a sacri care si l al ssi l e fi (pagg. 7-9). La violenza. La vi en za p erversa si m an i ol festa n ei m om en ti d i cri , q u an d o u n i d i d u o si n vi che ha strumenti perversi di difesa non capace di assumersi la responsabilit di una scelta difficile. Essa allora indiretta e consiste essen zi m en te n el n on ri ettare l al al sp tro. Il ri u to d el a resp on sab i i d i u n fi l l t fal i en to con i g al sp esso al g i e d i u n tal a p erversa. Un individuo lm u e l ori n al en con un forte ideale di coppia presenta relazioni apparentemente normali con il suo partner fino al giorno in cui deve scegliere tra questo rapporto e un nuovo incontro. La violenza perversa sar tanto pi forte quanto pi grande era l i eal d i cop p i N on p ossi i e accettare l resp on sab i i ch e l al d e a. bl a l t, tro a d over p orta re i teram en te su l e p rop ri sp al e. S e l am ore vi e m en o, se n e n l e l en considera responsabile il partner, per un errore che avrebbe commesso e che non viene detto. Nella mag g i p arte d ei casi si n eg a a p arol ch e l am ore si or e sia spento, anche se ci si comporta come se lo fosse. Prendere coscienza della manipolazione porta inevitabilmente la vittima in uno stato di terribile angoscia, che non pu sfogare perch non ha interlocutori. Oltre alla rabbia, le vittime a questo stadio provano vergogna per non essere state amate, per avere accettato umiliazioni, per avere subito.

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A volte non si tratta di un impulso perverso transitorio, ma di una perversit fino a quel momento nascosta, ch e si ri a. L d i m asch erato vi e i p i a vel o o en n en luce, molto simile a un delirio di persecuzione. I ruoli cos si invertono, l ag g ressore d i ven ta l ag g red i e i sen so d i col a ri an e sem p re d al a stessa to l p m l parte. Perch la cosa sia credibile, bisogna scred i tare l al tro sp i g en d ol a n o com p orta rsi i m od o co n d an n ab i e (p ag g . 1 4 -15). n l In sintesi, i perversi che non riescono ad assumersi la responsabilit della rottu ra fan n o i m od o ch e i p artn er p ren d a l i i ati cacci d ol vi e n l n zi va an o a diventando il responsabile del fallimento della coppia, il capro espiatorio con ogni colpa possibile (le reazioni esagerate sono segno di pazzia, la depressione noiosa, ecc.). Invece il perverso riesce a non mettersi in d i ssi e, m ai E se h a avvi scu on . ato u n tra rel on e, con tinua a massacrare il al azi partner precedente, come se nella propria perversione potesse amare q u al n o sol to od i d o q u al n al cu tan an cu tro. L d eal zzazi e d el n u ovo p a rtn er i i on consente di proiettare tutto quanto cattivo sul partner precedente, che di ven ta l od i ato cap ro esp i atori Il n u ovo rap p orto d ore si fon d a su l i o. am l od o del partner precedente. M a se q u est l m o stato ai tato ad accettare ch e, q u al n q u e co sa fa cci u ti u u a, sar sem p re og g etto d i od i p er l al o tro e ch e n o n p u fare n i te p er ca m b i en are il rapporto, accettando cos la propria impotenza, allora questa nuova immagine di s sufficientemente buona gli permetter di non rimettere in discussione la propria identit dinanzi alle aggressioni del perverso. Smettendo di avere paura del suo aggressore, esce dal gioco. La separazione. Nelle separazioni o divorzi si manifestano spesso aspetti perversi, anche in casi normali. Si entra nella patologia se la perversione ripetitiva o unilaterale, quindi distruttiva. L atto d el a sep arazi e scaten a l i p u l p ersecu to rio nel perverso, prima l on m so controllato: sentendo che la vittima si sta allontanando, scatena e intensifica la violenza. 7

Questa passa attraverso i figli (se ve ne sono), coinvolti ora in modo pesante. Oppure si verificano appostamenti e pedinamenti assillanti verso l ex p artn er (al sci d al l l u ta avoro, co n tel efon ate g i o e n o tte, sp esso con m i acce). Il orn n campo legale trasformato dal perverso in un campo di battaglia (lettere raccomandate, azioni legali attraverso avvocati, cause intentate soltanto per dare fasti i al tro). Il p erverso n on m ol a l su a vi m a e l b racca d o l al l a tti a attraverso gli strumenti della procedura legale. Pi il bisogno di appropriazione inconscio forte, pi forti sono il risentimento e la rabbia, tal ora l od i o. La vittima si difende male, spesso oppressa da errati sensi di colpa per aver osato recu p era re u n p o d i p ace con l l b ert; u sa m al l p rotezi e d el a a i e a on l l g e; sp esso com m ette l errore d i essere tol eran te con i p erverso, sp eran d o eg l l cos di rabbonirlo. Invece il perverso freddamente e spietatamente ne ap p rofi tta. A n zi sp esso ri , esce a sp i g ere l ex p a rtn er a p erd ere i con tro l o e a n l l sbagliare, volgendo tali errori a proprio vantaggio. In queste situazioni estreme anzi, se possibile, ancora di pi in esse l ob i vo d el p erve rso etti d estab i i l zzare l i terl n ocu tore e fa rl d u b i o tare d i s, d eg l al , d i og n i cosa, i tri usando ogni mezzo (dalle affermazioni pi inverosimili alle menzogne pi spudorate). Per sopravvivere la vittima deve stare continuamente in guardia nei confronti del perverso, non deve avere il minimo dubbio su di s e sulle proprie decisioni e deve riuscire a non tener conto delle aggressioni. La violenza perversa nelle famiglie L asp etto trag i d el a vi en za p erversa n el e fa m i l e l su a i afferra b i i co l ol l gi a n l t, per cui essa ten d e a tra sm ettersi d a u n a g en erazi e al tra. Q u esto n on on l al soltanto perch tale violenza sfugge alla vigilanza degli strumenti sociali e legali, ma forse ancora di pi per il fatto che assume la maschera d el u cazi e. La H i g oyen fa ri m en to al con cetto d i ed ag og i n era (A . l ed on ri feri p a Miller), cio quel tipo di educazione familiare che si propone di spezzare la volont del bambino per farne una creatura docile e obbediente. Giacch d i an zi al a forza e al tori d ei g en i n l l au t tori i b am b i o i d i l n n feso, questi non

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ribatte e addirittura perde coscienza della situazione traumatica che gli adulti gli hanno creato attorno. La Hirigoyen cita le forme di maltrattamenti psicologici nei confronti dei m i ori el cati d al a C on ven zi e i tern azi al d ei d i tti d el b am b i o n , en l on n on e ri n (vedi testo integrale nelle prime sezioni del sito www.auto-therapy.it): - violenze verbali - comportamenti sadici e tesi a svalutare - rifiuto affettivo - p retese eccessi o sp rop o rzi ate ri etto al ve on sp l et del bambino - compiti e obblighi educativi contradditori o impossibili da eseguire. Restando sempre nel campo del rapporto tra il perverso e la famiglia, questa violenza sul partner e sui bambini che assistono pu essere indiretta o colpirli direttamente. Violenza indiretta In assenza del partner, la violenza del perverso si trasferisce sui figli. I bambini sono presenti in casa e non possono allontanarsi. Sono aggrediti in q u an to fi l d el p artn er, su b i gi scon o tu tta l osti i d esti ata al tro g en i re. l t n l al to Purtroppo pu anche accadere che il partner ferito, non riuscendo a com b attere con i p erverso, ri l versi su i fi l l ag g ressi t ch e n on h a p otu to gi vi scaricare. C om u n q u e, i g en eral q u an d o i g en i n e, l tore p erverso d en i ra l al g tro, ai b am b i i n non resta che isolarsi. Perderanno cos, sottolinea la Hirigoyen, ogni possibilit di individuazione e di pensiero autonomo. E, cosa ancor peggiore, porteranno in s una sofferenza incompresa e inespressa, che tenderanno a scaricare in futuro su altri innocenti, con un trasferimento di odio e di distruttivit da una g en erazi e al tra. on l al Sulle devastanti ripercussioni psichiche che la violenza del perverso crea n el b i te d el a fam i l a attorn o a s, l H i g oyen sottol n ea al n i p u n ti l am en l gi a ri i cu , nel corso della sua esposizione: 9

Come possibile pensare rettamente quando un genitore ti dice che devi p en sare i u n m od o e l al n tro ti d i esattam en te i con trari S e n on vi e ce l o? en eliminata da parole ispirate al buon senso e pronunciate da un altro adulto, questa confusione pu porta re i b am b i o o l ad ol l n escen te a u n a fatale auto distruttivit. Molto spesso, in quegli adulti che sono stati vittime della perversione di un genitore (come nel caso delle vittime di incesto) si constatano alternanze di anoressia e di bulimia, o altri comportamenti addizionali. Le allusioni e le osservazioni perverse sono un condizionamento negativo, un lavaggio del cervello. I bambini non si lamentano dei maltrattamenti subiti, sono anzi alla costante ricerca di un improbabile riconoscimento da parte del genitore che li rifiuta. Hanno i teri zzato l i m ag i e n eg ati d i s (N on val o n u l a) e l accettan o n ori m n va g l com e se l avessero m eri tata (p ag g . 3 6 -37). Il g en i tore h a sottom a n o u n og g etto vi vo, d i on i i e e m an i ol i e, a sp bl p ab l cui pu fare subire le umiliazioni che lui stesso ha subito in passato o che continua a subire. Non si sopporta che il bambino sia felice. Lo si vessa q u al n q u e cosa facci q u al n q u e cosa d i u a, u ca. C u n a sorta d i n ecessi d i t farg l p ag are l sofferen za ch e si vi ta i p ri a p erson a (pag. 38). i a ssu n m M an i ol p are i b am b i i faci i m o, p er col n l ssi oro ch e am an o essi cercan o sempre delle scuse. La loro tolleranza non ha limite, sono pronti a perdonare tutto ai loro genitori, ad assumere su di s la colpa, a comprendere, a cercare di capire perch la madre o il padre scontento. Un metodo frequentemente usato per manipolare un figlio il ricatto attraverso l so fferen za (p ag . 3 9 )1. a Il con i g e d el g ressore, con d i on ato an ch l , sol d i rad o p u ai tare u l ag zi eg i o u i figli, ascoltarne le sofferenze senza g i sti care l al u fi tro, sen za fa rsi su o avvocato. I bambini percepiscono molto presto la comunicazione perversa1

La Hirigoyen fa qui verosimilmente riferimento implicito al concetto di terrorismo della sofferenza, presentato gi nel 1932 da Sandor Ferenczi nel notissimo studio sul tem a C o n fu si n e d el e l n g u e tra ad u l e b am b i i o l i ti n .

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ma, poich dipendono dai loro genitori, non sono in grado di definirla. La si azi e si ag g rava q u an d o l al tu on tro g en i tore, n el d esi eri d i p roteggersi, d o si al on tan a e l l asci i fi l o ad affron tare d a sol i d i rezzo o i ri u to a l gi o l sp l fi (pag. 40). Violenza diretta La vi en za d i ol retta i con tra sseg n o d i u n ri u to, con sci o i con sci d el l fi o n o, bambino da parte di uno dei suoi genitori. Questi si giustifica spiegando che agisce nel suo interesse, a scopo educativo, ma la realt che quel bambino gli d fastidio e che deve distruggerlo interiormente per preservare se stesso. Solo la vittima pu avvertirlo, ma la distruzione reale. Il bambino infelice, ma non ha oggettivamente ragione di lamentarsi. Se lo fa, si lamenta di gesti o di parole banali. Dice soltanto che non sta bene con se stesso. Eppure, sussiste una reale volont di annullarlo. Il bambino maltrattato viene considerato un bambino persecutore. Si dice che u n a d el si e, ch e resp on sab i e d el e d i col d ei g en i : Q u esto u on l l ffi t tori bambino difficile, non ne fa una giusta, rompe tutto, appena giro le spalle fa d el e sci l occh ezze. Q u esto b am b i o d el d en te n on corri on d e al e n u sp l rappresentazioni del figlio ideale che i genitori hanno nel loro immaginario. Disturba perch occupa un posto particolare nella problematica parentale (a es.: bambino non desiderato, responsabile di una coppia che non voleva essere tale), oppure perch mostra una differenza (malattia o ritardo scolare). La sua semplice presenza rivela e riattiva il conflitto parentale. un bambino bersaglio, di cui si devono correggere i difetti perch righi diritto. una spirale assurda: si bistratta il bambino perch maldestro e non come si deve; lui diventa sempre pi maldestro e sempre pi lontano da come il genitore lo vorrebbe. Non lo si svaluta perch maldestro: diventato maldestro perch lo si svalutato. Il genitore che rifiuta cerca, e trova inevitabilmente, una giustificazione (una pip a letto, un cattivo voto a scuola) alla violenza che sen te d en tro, m a a scaten are tal vi en za l esi e ol sten za d el b am b i o, n on i n l suo comportamento.

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Una maniera molto banale per esprimerla in modo perverso consiste n el b b i l affi are al b am bino un soprannome ridicolo. Quindici anni dopo, Sarah non pu dimenticare che, quando era piccola, i suoi genitori la chiamavano attu m i p era p erch aveva u n g ran d e ap p eti e svu ota va sem p re i p i . Per to atti via del suo eccesso di peso, non corrispondeva alla figlia che i genitori avevano sognato. Invece di aiutarla a regolare il suo appetito, avevano cercato di annullarla ancora di pi. Succede anche che un bambino abbia qualcosa di pi rispetto a suo padre o a sua madre: troppo dotato, troppo sensibile, troppo curioso. Si cancella quello che ha di meglio per non vedere le proprie lacune. Le affermazioni assu m on o l asp etto d i p red i cati S ei u n b u on o a n u l a!. Il b am b i o fi i : l n n sce per diventare insopportabile, stupido o caratteriale, perch il genitore abbia u n a b u on a rag i e p er m al on trattarl C on i p retesto d el u cazi e, si sp eg n e o. l l ed on nel proprio figlio la scintilla vitale che non si possiede, si spezza la sua volont, si distrugge il suo spirito critico e si fa in modo che non possa giudicare il genitore. In tutti i casi, i bambini avvertono molto bene di non corrispondere a quello che i loro genitori desiderano o, molto semplicemente, di non essere stati voluti. Sono colpevoli di deluderli, di farli vergognare, di non essere abbastanza bravi per loro. Se ne scusano perch vorrebbero riparare al n arci sm o d ei l si oro g en i . Fati sp recata (p ag g . 4 1 -43). tori ca La p erversi e p ro vo ca d an n i con si erevol n el e fam i l e; sp ezza i l am i e on d i l gi eg distrugge ogni individualit, senza che se ne acquisisca consapevolezza. I perversi sanno contraffare cos bene la loro violenza da riuscire spesso a dare d i s u n m a i m ag i e. Il p rocesso d i otti m n scred i te p u ven i attu ato i tan re n m od o an co ra p i p erverso facen d o ag i u n terzo, i g en ere l al re n tro g en i tore, an ch l con d i on ato, a su a i sap u ta (p ag . 4 4 ). eg i zi n Poi n on si p u u cci ere d avvero i b am b i o fi cam en te, si fa i m od o ch e ch d l n si n non sia niente, lo si annulla psichicamente. Si pu conservare cos una buona immagine di s, anche se in questo modo il bambino perde ogni coscienza del p rop ri val o ore (p ag . 4 5 ).

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A n ch e q u an d o l vi en za d ei g en i a ol tori an co ra p i evi en te, n on l si p u d a d en u n ci are g i ri i u d cam en te, p erch essa n on sem p re vi e ri en con osci ta (p ag . u 46). I b am b i i vi m e d i ag g ressi i p erverse h an n o com e u n i vi d i u scita n tti on ca a meccanismi di scissione protettiva, e si ritrovano portatori di un nucleo p si i m o rto. T u tto q u an to n on stato m eta b ol zzato d u ran te l i fan zi ch co i n a, viene continuamente riprodotto in et adulta. Anche se non tutti i bambini maltrattati diventano genitori che maltrattano, si d origine a una spirale distruttiva. Ognuno di noi pu arrivare a riprodurre sugli altri la sua violenza interiore. Alice Miller ci dimostra che, con il tempo, i bambini o le vittime soggette a condizionamento dimenticano le violenze subite basta togliere loro la volont di sapere -, ma le riproducono su se stessi o sugli altri. I g en i tori n on trasm etton o ai l oro fi l sol q u al t p osi ve com e l on est e i gi o i ti l rispetto per gli altri, possono anche insegnare loro a diffidare e ad aggirare l g i e reg ol sotto l cop ertu ra d el a eg e a l cap aci d i cavarsel . l l g e d el p i t a a eg furbo. Nelle famiglie in cui la perversione la regola, non raro che si trovi un antenato trasgressore, che tutti conoscono anche se viene tenuto nascosto, che fa la fi u ra d el g l eroe g razi al a su a fu rb i a. S e ci si verg o g n a d i e l zi lui non perch ha trasgredito la legge, ma perch non stato furbo ab b astan za d a n on fa rsi p ren d ere (p ag . 4 7 ). L i ce sto l n aten te La Hirigoyen parla anche, tra le forme di violenza perversa, di quelle situazioni n el e q u al vi u n l i atm osfera m orb osa i fam i l a (sg u ard i eq u i n gi voci , toccamenti indiscreti, allusioni sessuali, violazioni di privatezza a danno dei fi l ), com e u n ssen za d i b arri gi a ere tra i fi l e i g en i gi tori i vasi i m an i n vi n era sotti e m a p esan te, sotto u n p aren za d i b an al t. i q u ad ro ch e R aca m i l ap i l er d efi i n sce d i i cestu al t (u n n i atm osfera d ove si resp i ari d i i cesto sen za ra a n ch e vi si m ateri m en te l i cesto). I b am b i i n on son o l a al n n asci essere ati bambini, ma costretti a essere testimoni o ascoltatori della vita sessuale degli adulti, senza rispetto del loro mondo interiore. Le eventuali proteste del figlio/figlia sono bollate come falsit o pensieri morbosi che male interpretano 13

i san i atteg g i en ti ed u cati d el g en i am vi tore , i teressato u n i n cam en te b en e e al al u cazi e d el g i l ed on ovan e. Gli esempi sono infiniti: - la madre che racconta alla figlia i fallimenti o pochezze sessuali del padre - i p ad re ch e p o rta con s l b am b i a q u an d o va d al an te l a n l am - il padre che controlla l b i ch eri i ti a ch e l fi l a i d ossa, er ved ere a an a n m a gi n p se l sta b en e e - il padre che ha sfacciati atteggiamenti seduttivi verso le compagne di classe della figlia - il patrigno che dal mare invia alla figlioccia cartoline di donne nude e scrive T i p en so tan to - madre o padre che con la scusa di prendere un oggetto - entrano in bagno mentre il figlio di sesso opposto sta espletando le proprie funzioni fisiologiche. La giovane vittima, al sentire respinte le sue proteste, obbligata ad accettare, per non impazzire, atteggiamenti che sente come invasivi e violenti, e finisce per perdere la capacit di percepire la realt con chiarezza, di conseguenza sfuma per lei ogni possibilit di porre fine alla violenza. Vediamo ora una presentazione molto pi analitica e particolareggiata del rapporto perverso, esaminando le caratteristiche dei due protagonisti. Le considerazioni riportate sono riferite fondamentalmente al rapporto tra due individui adulti. 1-A. La seduzione perversa 1. La seduzione 2. L n fl en zam en to i u 3. Il condizionamento 4. L eserci o d el p otere zi 1-B. Le conseguenze del condizionamento per la vittima 1. La rinuncia 2. La confusione 3. Il dubbio 14

4. Lo stress 5. La paura 6. L sol en to i am 1-C. Gli strumenti della seduzione 1. Il rifiuto della comunicazione diretta 2. Il linguaggio usato 3. La menzogna larvata o esplicita 4. Sarcasmo, derisione, disprezzo 5. Il paradosso 6. La squalifica 7. L m p osi on e d el p otere i zi 2. La violenza perversa 1. Il m an i festarsi d el i l od o 2. La violenza diventa azione 3. La vittima alle strette 3. I due personaggi 3-A . L g ressore ag 1. La perversione narcisistica 2. La megalomania 3. La vampirizzazione 4. L rresp on sab i i i l t 3-B. La vittima 1. La vittima oggetto 2. Perch accettano la loro sorte? 3. Gli scrupoli 4. La vitalit 5. La trasparenza 4. Le conseguenze a lungo termine 1. Lo choc 15

2. Lo scompenso 3. La separazione 4. L evol zi e u on LA SEDUZIONE PERVERSA

La seduzione

Per effetto della seduzione, la vittima attratta irresistibilmente, ma anche corrotta e fuorviata. Distolta dalla realt, nascostamente destabilizzata, raggirata mai frontalmente ma sempre in modo indiretto, perde poco a poco la fiducia in se stessa e progressivamente viene influenzata fino a essere privata di ogni libert. Il perverso seduce la vittima sfruttandone gli istinti protettivi. La seduzione a senso unico: il perverso esercita il suo fascino senza lasciarsi coinvolgere. La seduzione non veramente una cosa reale, concreta, ma appartiene al mondo dei segnali, dei rituali, usati a scopo malefico. Infatti confonde, cancella i limiti tra ci ch e s e ci ch e a l tro, a scop o d i stru tti (i vo l p erverso m i a i corp o rare l al ra n tro, ch e sen te com e u n a minaccia).

L n fl en zam e n to Influenzare indurre qualcuno a pensare, scegliere o fare i u diversamente da come avrebbe fatto spontaneamente. Per mezzo della seduzione e della manipolazione la vittima viene in realt assoggettata, perch prima privata della sua capacit critica e della sua libert, poi privata di ogni difesa, a opera del perverso, la cui abilit manipolativa fa s che la vittima creda di essere libera. In 16

realt invece le viene sottilmente precluso di prendere coscienza del processo, le viene impedito di discutere e di ribellarsi. Tutto ci avviene a sua insaputa, con una manovra che si svolge sul piano inconscio, destabilizzandola e confondendola. un vero e proprio inganno morale.

Il Il con d i on am en to avvi e n el b i d i u n rap p orto d i zi en l am to condizionamento dominio: il potere del perverso (fatto non soltanto di ascendente psicologico, ma anche di intimidazioni) induce la vittima a ubbidire per dipendenza o acquiescenza o sottomissione, indebolendola per farle accettare le idee del dominatore. Spesso un vero e proprio lavaggio del cervello realizzato mediante prolungate manovre di continue correzioni e indottrinamenti. una violenza che si esercita soltanto l dove vi una relazione. La vi m a vi e i m ob i i tti en m l zzata i u n a tel d i rag n o, n a tenuta a disposizione, psicologicamente incatenata, an esteti zzata. N on co n sap evol d el e l effrazi e on avven u ta (p ag . 9 9 ). I desideri della vittima sono annullati, essa non ha pi u n d en ti su a: i con d i on am en to q u i d i sen za al n i t l zi n , cu dubbio, un atto di distruzione. La vi m a ved e ri u rsi a p oco a p oco, p er erosi e, l tti d on a sua resistenza e la sua capacit di opposizione. Perde ogni possibilit di critica. Non essendo in grado di reagire, l etteral en te al i , fi i m sb ord ta n sce col d i ven tare com p l ce d i i chi la opprime. Ci non costituisce in alcun caso un con sen so: l vi m a a tti cosi cata trasfo rm ata i u n u n a fi , n cosa, non pi capace di avere un pensiero autonomo, deve pensare come il suo aggressore. Non pi altro in 17

tutto e per tutto, non pi un alter ego. Subisce senza accon sen ti re, o ssi sen za p arteci are (p ag g . 9 9 -100). a p L eserci o d e l zi potere Il p erverso n on d i stru g g e l vi m a al n i o, l tiene a a tti l i zi a portata di mano e la sottomette a poco a poco, con manovre dapprima insignificanti poi sempre pi violente se l vi m a si op p on e. L tro sol to u n og g etto, ch e a tti al tan deve restare al suo posto ed essere utilizzato, senza mai reagire. Quando il perverso nei paraggi (e spesso anche quando distante, ma in qualche modo ha a che fare con la vittima) tutte le vittime hanno difficolt a concentrarsi, non riescono a pensare, provano un forte malessere, si sentono oppresse, sono in uno stato di tensione penosissimo.Il perverso invece sembra essere perfettamente a suo agio. A l n i o l vi m e ob b ed i l i zi e tti scon o p er fare p i acere al persecutore (quindi per amore, o per consolarlo oppure aiutarlo). Ma il perverso d poco e pretende molto, colpevolizzando ricattatori en te l al am tro se n on ri ceve (ed un processo senza fine perch la sua perversione lo rende mai appagato). Alla fine quindi la vittima obbedisce p erch h a p au ra d el b an d on o e d sem p re d i p i p er l ab essere (almeno spera) un poco amata. Ma - con apparente paradosso - proprio questa forza interiore, questa generosit che capace di dare senza limiti fanno sentire al perverso che la sua vittima gli su p eri ore p er n atu ra, e n e scaten an o l i vi i e con essa n d a l vi en za d el i d i a ol l od o stru tti vo. A l n i o d el relazione, e per un certo periodo di tempo, l i zi la il rapporto tra i due come bloccato, congelato in un equilibrio di forze tra lottatori che si afferrano e si 18

spingono con pari forza. Ci, beninteso, appare in superficie, e solo nei casi in cui la vittima resta tranquilla, non si ribella, si lascia avvolgere nella ragnatela della dipendenza. Ma la vittima mantenuta dal perverso in uno stato di tensione permanente a causa della si azi e terri i m en te stressan te. A l tu on bl l estern o n on si vede nulla, gli osservatori estranei non colgono nessun segnale (anche quelli per altro evidenti agli occhi di chi esperto di queste situazioni). Solo la vittima comprende il valore delle continue allusioni destabilizzanti, conoscendo a fondo la situazione e i sottintesi. Se reagisce, non solo il perverso, ma anche gli estranei, la giudicano negativamente.

LE CONSEGUENZE DEL CONDIZIONAMENTO PER LA VITTIMA La rinuncia Nella fase di condizionamento entrambi i personaggi rinunciano a scatenare un conflitto aperto, per motivi inconsci differenti. Il perverso lancia stoccatine indirette e sottili per d estab i i l zzare l al tro, m a sen za p ro vo care u n o scon tro aperto. La vittima si sottomette per paura di un contrasto che condurrebbe alla rottura con il perverso (con il quale da subito chiaro che non si pu trattare perch non cede). In un illusorio impulso altruista, la vittima si rassegna a sottostare agli abusi del perverso, e pur lamentandosi dei suoi comportamenti - deve continuare a idealizzarne altri aspetti (onest, intelligenza, ecc). Grazie a questa tacita alleanza, il rapporto si stabilizza definitivamente: uno sempre pi dominante e sicuro del 19

p otere, l al tro sem p re p i sp en to e d ep resso. La confusione Q u an d o i con d i on am en to i atto l vi m e son o l zi n e tti confuse; non osano e non sono in grado di lamentarsi. Sono come anestetizzate, si lamentano di avere la testa vuota e difficolt a riflettere, descrivono un vero e proprio impoverimento, un parziale annientamento delle loro facol u n p u tazi e d i q u an to d i vi e spontaneo t, am on vo avevano. Anche se qualche volta hanno la sensazione di su b i u n n g i sti a, so n o con fu se al p u n to d i n on p oter re i u zi reagire in alcun modo. Infatti di fronte a un perverso narcisista, se non si nello stesso registro, non p ossi i e avere l u l m a p arol l u n i vi d i u sci bl ti a; ca a ta consiste nel sottomettersi. Nel corso di questo conflitto psichico le vittime sono svuotate della loro sostanza e rinunciano alla propria identit. Perdono ogni valore ai propri occhi, ma anche a quelli del loro aggressore, che n on d eve far al tro ch e u ttarl vi , p erch n o n c p i b e a n i te d a p erd ere (p ag . 1 6 4 -165). en

Il dubbio

Q u an d o l vi en za (ch e era m asch erata d al a ol condizionamento) si manifesta apertamente, compie una sorta di effrazione nello psichismo, il quale non era preparato perch lo stato di soggezione lo anestetizzava. Si tratta di un processo che per la vittima impensabile. Le vittime e gli eventuali testimoni non riescono a credere a quello che avviene sotto i loro occhi perch, se non si a propria volta perversi, non si pu immaginare una violenza del genere, senza traccia di compassione. Si ten d e ad attri u i al g resso re sen ti en ti (sen so d i b re l ag m 20

colpa, tristezza, rimorsi) di cui del tutto privo. Non potendo capire, la vittima si ritrova sbalordita a negare che esista ci che non in grado di vedere. Non possibile che sia successo, non pu essere. Di fronte a questo rifiuto violento, avvertito ma negato a parole, le vittime cercano invano di capire e di darsi spiegazioni. Cercano delle ragioni per ci che succede e, poich non le trovano, perdono sicurezza, diventano irritabili o sempre aggressive e chiedono in con ti u azi e: C h e cosa h o fatto p er essere tra ttata n on cos ?. Ci sar pure una ragione. Cercano spiegazioni logiche, mentre il processo autonomo, non ha pi nulla a che vedere con loro. Dicono spesso al loro aggressore: D i m i ch e cosa m i ri p roveri d i m i ch e co sa d evo fa re m m , m p erch i n ostro rap p o rto m i l ori e q u esti ri on d e l gi sp i vari i m en te: N on c n i te d a d i n ab l en re, cos . Comunque, tu n on cap i n i te!. sci en L m p oten za l p eg g i i a ore d el e con d an n e. l Anche se le vittime sanno di avere una parte di resp on sab i i n el n stau razi e d el a vi en za, ved on o l t li on l ol anche che innescano il processo distruttivo per il solo fatto di essere come sono. S ol l o oro h an n o col a, l al p tro sempre scagionato. Liberarsi da questa relazione d i ci e, p erch i col i i ferti al n i o h an n o scaten ato u n ffi l p n l i zi alienante senso di colpa. Una volta assunto il ruolo di colpevoli, le vittime si sentono responsabili della natura del rapporto. Il loro senso di colpa non tiene affatto conto d el a real H an n o i teri zzato ci ch e l ag g red i l t. n ori e sce (pagg. 165-166).

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Lo stress

La vittima sopporta questa sottomissione (non scontentare il perverso, calmarlo quando nervoso, sforzarsi di non reagire) a prezzo di una tensione interiore molto forte, che causa stress. Lo stress, a sua volta, causa alterazioni ormonali e nei trasmettitori degli impulsi nervosi, deprime il sistema immunitario i d eb ol d o l d i n en e fese g en eral d el i l organismo. I primi disturbi che compaiono come conseguenza di queste alterazioni globali sono palpitazioni, senso di oppressione e di affanno, stanchezza, disturbi del sonno, nervosismo, irritabilit, mal di testa, disturbi di stomaco e di intestino, e spessissimo ansia. Mentre il perverso aggressore resta apparentemente tranquillo perch scarica la sua tensione sulla vittima alla quale attribuisce la responsabilit di ogni suo problema, l vi m e n on h an n o vi d sci p erch n on cap i e tti a u ta, scon o il processo in corso. Niente ha pi senso, si dice una cosa e poi il suo contrario, si negano le evidenze. Le vittime si sfiniscono nel dare risposte inadeguate che esasperano la violenza, logorano e infine causano una disfunzione n eu ro veg etati va (p ag g . 1 6 7 -168).

La paura

Le vi m e d escri tti von o tu tte u n a sen sazi e d i p au ra. on Sono costantemente sul chi vive, a spiare lo sguardo d el tro o u n a ri i i d ei g esti u n ton o g el d o, ch e l al g d t , i p otreb b ero m asch era re u n g ressi t n on esp ressa. ag vi Temono la reazione del partner se non sono conformi alle sue attese, la sua tensione o la sua freddezza, osservazioni offensive, sarcasmi, disprezzo, derisione. Che le vittime, terrorizzate, si sottomettano oppure reagiscano, hanno torto comunque. Nel primo caso i 22

perversi, e forse anche l am b i te ci stan te, d i n o en rco ran che sono proprio delle vittime nate. Nel secondo, se ne sottolineer la violenza, le si accuser di essere responsabili del fallimento del rapporto e anche di tutto quello che non va, a dispetto di ogni verosimiglianza. Per sottrarsi a questa violenza, le vittime tendono a essere sem p re p i g en ti i p i con ci i ti S i i l d on o ch e l od i l, l an . lu o p ossa , m ag a ri d i , ssol versi n el ore e n el a b en evol za. l am l en Il che non accade, perch pi si generosi nei confronti di un perverso, pi lo si destabilizza. Sforzandosi di sembrare benevoli, non gli si fa altro che fargli vedere quanto gli si superiori, il che naturalmente - ne riattiva la violenza. Q u an d o l ag g red i p er reazi e, com i ci a od i to, on n a are, i perversi sono contenti. Ci li giusti ca: N on so n o i ch e fi o l a od i l i ei ch e m i od i (p ag g . 1 6 8 -169). o/l o, u /l a L so l i am en to N el l affron tare tu tto ci l vi m e si sen ton o sol C o m e , e tti e. p arl e al arn l estern o ? La d i stru zi e sotterran ea on i d i b i e. C om e d escri n ci l vere u n o sg u ard o ca ri d co odio, una violenza che si manifesta solo con sottintesi non detti? La violenza evidente solo agli occhi del partner perseguitato. Come potrebbero gli amici immaginare q u el o ch e su cced e? Q u an d ch e ven i l an ssero a con oscen za della realt delle aggressioni, non farebbero che rimanerne turbati e inorriditi a loro volta. In genere, i conoscenti e gli amici, anche i pi stretti, si tengono a di stan za: N on vog l am o i m i i i m sch arci . Le vittime dubitano delle proprie percezioni, non sono sicure di non esagerare. Quando le aggressioni si vedono di fronte a testimoni, succede che le vittime, che 23

proteggono sempre il loro aggressore, considerino eccessive le proprie reazioni e si trovino nella situazione paradossale di difendere chi le aggredisce, per non soffiare sul fu oco (p ag . 1 6 9 ).

GLI STRUMENTI DELLA SEDUZIONE Per con d i on are l vi m a, i p erverso u sa tecn i e ch e d an n o l i l si e d el a zi a tti l ch l u on l com u n i cazi e, m a i real con fon d on o e p a ra l zzan o l al on n t i tro, al o scop o d i l usarlo. La manipolazione avviene principalmente (ma non soltanto) verbalmente, attraverso sottintesi, accenni e reticenze. Proprio perch nascosta e sotterranea, questa violenza portatrice di angoscia. Il rifiuto della comunicazione diretta Quando si pone loro una domanda, i perversi la eludono. Dato che non si espongono mai, fanno la figura di sapere e d i essere i p ortan ti A ttorn o a l m . oro n on c comunicazione, essi danno solo stoccatine destabilizzanti, l asci d o tu tto sotti teso. U n zata d i sp al e, u n o an n al l sguardo al cielo, un sospiro, una smorfia alla bocca. La vi m a ten ta i van o d i cap i tti n re, ch i en d osi ch e cos a ed h fatto di sbagliato. Qualunque cosa dica poi, il perverso la critica e la rinfaccia, dato che non aveva detto nulla di preciso. Il perverso aggredisce la vittima, ma nega di aggredirla; non solo rifiuta di parlare chiaramente, ma rifiuta di ammettere il conflitto; rifiuta di discuterne e di trovare u n a sol zi e com u n e. Lo scop o d i i p ed i al tro d i u on m re l al pensare, quindi di capire, e poi reagire. Con ci paralizza la vittima, la quale non pu difendersi. Astutamente il perverso, non parlando, si sottrae al conflitto e lo scarica su l tra p erson a (al a q u al sen za p arl l al l e, are, p ro cl a i am n 24

facci Io n on ti ascol n em m en o . N on m i i teressan o a: to n n le tue idee n te stesso. Per me tu non esi !. sti Il linguaggio usato Q u an d o si ri g e al a su a vi m a, i p erverso l p arl vol l tti l e a con una voce piatta, incolore, fredda, senza tono affettivo. una voce che raggela e inquieta, o addirittura scatena la paura; una voce che lascia affiorare nelle parole pi insignificanti il disprezzo o la derisione. Molto spesso il perverso non fa lo sforzo di articolare le parole, op p u re m o rm ora q u al sa q u an d o l i terl co n ocu tore si trova i u n tra stan za, costri g en d ol co s a sp o starsi op p u re n al n o ; a trovarsi, domandandogli di ripetere, nella condizione di chi deve chiedere. facile, poi, fargli notare che non ascolta. Il messaggio di un perverso deliberatamente vago e impreciso, tale da alimentare la confusione. Pu d i N on h o m ai d etto q u esto ed evi re tare q u alunque rimprovero. Servendosi di allusioni, lancia messaggi senza compromettersi. Oppure invia messaggi oscuri e rifiuta di esplicitarli. A una suocera che chiede al genero un piacere i si n i can te: N o, n on p o ssi i e - Perch ? n g fi bl D ovreb b e sap erl - N o, n on cap i o sco - A l ora ci p en si l . Sono parole aggressive, ma pronunciate con un tono normale, cal o, q u asi d i m steso. L n terl i ocu tore di cui viene disinnescata la risposta violenta h a l i p ressi e m on d i reag i n m arg i e D i fron te a i si u azi ni del re i n . n n o genere, logico andare in cerca di che cosa si sia detto o fatto di male e colpevolizzarsi, sempre che non ci si arrabbi e si apra il conflitto. una strategia che raramente fallisce, perch non si sfugge al senso di colpa, a meno che non si sia a propria volta perversi. In quello che il perverso dice, importa pi la forma della sostanza, 25

d are l i p ressi e d i sap ere p er stan ca re l avversa ri m on o. Spesso viene usato un tono dottorale. Queste interpretazioni psicanalitiche selvagge raggiungono lo scopo d i d i sori tare l i terl en n ocu to re, ch e raram en te i n grado di replicare per ribaltare la situazione a proprio vantaggio. Le vittime dicono spesso che gli argomenti del loro aggressore sono talmente incoerenti che dovrebbero riderne, ma una malafede cos grande le fa arrabbiare. Un altro procedimento perverso consiste nel parlare delle i ten zi i d el tro o n el n d ovi are i p en si n asco sti n on l al li n eri , com e se si sap esse m eg l o d i l i cosa p en sa: S o i u perfettamente che detesti i Tali e che cerchi un modo per non incon trarl ! (p ag g . 1 0 5 -108). i La menzogna larvata o esplicita Pi ch e u n a m en zog n a d i retta, i p erverso u ti i l l zza innanzitutto un insieme di sottintesi, di non detti, volti a costruire un malinteso, da sfruttare poi a proprio vantaggio. Si dice senza dire, sp eran d o ch e l i terl n ocu to re abbia capito il messaggio senza bisogno di chiamare le cose con il loro nome. Nella maggior parte dei casi questi messaggi possono essere decodificati solo a posteriori. Dire senza dire un modo ingegnoso per far fronte a qualunque situazione. Questi messaggi indiretti sono i si n i can ti g en eri o l n g fi , ci arvatam en te ag g ressi vi Le d on n e son o p eri ose d on n e ch e l col , Le avoran o n on fan n o g ran ch i casa co sa ch e vi e p oi corretta se i p artn er n , en l p rotesta: N on l d i o cevo p er te . Ma quanto sei su scetti i e, a vol bl te!. Un altro tipo di menzogna indiretta consiste nel rispondere in modo impreciso o marginale, o con un attacco diversivo. A una donna che esprimeva dei dubbi 26

su l a su a fed el i m ari ri o se: Per d i u n a co sa d el l t, l to sp re g en ere b i sog n a ch e tu a b b i q u al a cosa d a ri p ro verarti m . La menzogna pu anche attaccarsi ai dettagli: alla moglie che gli rimproverava di essere andato otto giorni in cam p ag n a con u n a rag a zza, i m ari ri on d e: S ei tu l l to sp a bugiarda. Innanzitutto non erano otto giorni ma nove, e p oi n on si trattava d i u n a rag azza m a d i u n a d o n n a!. Qualunque cosa si dica, i perversi trovano sempre un modo per avere ragione, tanto pi che la vittima gi destabilizzata e non prova, a differenza del suo aggressore, alcun piacere a polemizzare. Il turbamento indotto nella vittima conseguenza della confusione permanente tra verit e menzogna. La menzogna, nei perversi narcisisti, si fa diretta solo nella fase distruttiva. Si tratta allora di una menzogna a dispetto di ogni evidenza. soprattutto e prima di tutto u n a m en zog n a con vi ta ch e con vi ce l al n n tro. P er q u an to sia enorme, il perverso vi si aggrappa e finisce con il p ersu ad ere l i terl n ocu tore. V eri o b u g i ai p erversi t a, poco importa: vero quello che dicono in quel dato i stan te (p ag g . 1 0 8 -109).

Sarcasmo, derisione, disprezzo

Il disprezzo si scarica sul partner odiato, su ci che pensa o fa, ma anche su quelli che lo circondano. Disprezzo e derisione sono spessissimo rivolti contro le donne, sia come individui singoli, sia come genere femminile, con battute che le ridicolizzano (anche facendo leva su ascoltatori compiacenti). Nella derisione, con la quale il perverso si fa beffe di tutto, la comunicazione viene portata su un piano non pi autentico e non umano. 27

In ol tre ch i u sa l d eri on e m i a d are l i p ressi e d i a si ra m on sap ere tu tto su l om en to; h a d u n q u e i d i tto d i farsi l arg l ri beffe di qualcuno o qualcosa; trasforma il suo i terl n ocu tore i u n al eato. Pu ag i i m od o d i n l re n retto (M a an d i o, n on sai ch e !) o i d i tto (H ai vi am n re sto com era ?). N on raro ch e l vi m a p ren d a i sen so a tti n letterale le critiche del perverso sulle persone che la circondano e finisca per credere che siano giustificate. I sarcasmi o i rilievi aspri sono accettati come il prezzo da pagare per conservare il rapporto con un partner affascinante ma difficile. Per ten ere l testa fu o ri d al a l acq u a, i p erverso h a b i l sog n o d i affon d are l al tro. A tal scop o p ro ced e con sto ccati e e n destabilizzanti, preferibilmente in pubblico, a partire da un dettaglio insignificante, talvolta intimo, descritto con esagerazione, magari prendendo un alleato tra i presenti. Q u el o ch e con ta m ettere l al l tro i i b arazzo. n m S i p ercep i sce l osti i m a n on si si ri ch e si tratti d i l t, cu uno scherzo. Sembra che il perverso stuzzichi, mentre attacca nei punti deboli: il naso grosso, i seni piatti, la d i col ad esp ri ersi L g ressi e si co m p i facen d o ffi t m . ag on e poco rumore, con allusioni, sottintesi, senza che si possa dire in quale momento sia cominciata e se ci sia veramente. Chi attacca non si compromette, spesso anzi ribalta la situazione additando le intenzioni aggressive d el a su a vi m a: S e p en si ch e i ti ag g red i l tti o sca p erch sei ag g ressi tu !. vo Come abbiamo gi visto prima, un comportamento perverso usuale consiste nell b b i affi are al tro u n l al soprannome ridicolo, che si fonda su un difetto o una difficolt: la cicciona, la checca, la lumacona, il polentone. Questi soprannomi, per quanto offensivi, 28

vengono spesso accettati da amici e conoscenti che, complici, ne ridono. Tutti i rilievi sgradevoli costituiscono ferite non compensate da manifestazioni di gentilezza. Il dispiacere che ne deriva viene stornato dal partner, che lo volge in ridere. Il perverso narcisista, come abbiamo detto, ama la controversia. capace di sostenere adesso un punto di vista e difendere le idee opposte domani, giusto perch la d i ssi e si ravvi o n el n ten to d el b erato d i scu on vi li i scioccare. Se il partner non reagisce abbastanza, su ffi en te esag era re u n p o con l p rovocazi e. Il ci a on partner vittima di questa violenza non reagisce perch ten d e a scu sa re l al tro, m a an ch e p erch l vi en za si a ol instaura in modo ingannevole. Se un atteggiamento ag g ressi d el g en ere sop rag g i n g esse al m p rovvi vo u li so, potrebbe suscitare solo rabbia, invece il fatto che sia messo in atto a poco a poco smorza ogni reazione. La vi m a ri tti con osce l ag g ressi t d el m essag g i sol vi o o q u an d o d i ven tato q u a si u n i d i e (p ag g . 1 1 0 -113). ab tu n

Il paradosso

In u n g ressi e p erversa si assi ag on ste a u n ten tati d i vo far vaci l l are l al tro, di farlo dubitare dei suo pensieri, dei suoi sentimenti. La vittima perde cos la sensazione della propria identit. Non capace di pensare, di capire. Lo scopo di negarla paralizzandola, in modo da evitare l i sorg ere d i u n con fl tto. p ossi i e attaccarla senza n i bl perderla. Rimane a disposizione. Si raggiunge questo obiettivo con una sollecitazione duplice: si dice una cosa a livello verbale e si esprime quella opposta a livello non verbale. Il discorso paradossale costituito da un messaggio esplicito e da uno sottinteso, di cui 29

l ag g ressore n eg a l esi sten za. u n m ezzo m ol effi to cace p er d estab i i l zzare l i terl n ocu tore. Un tipo di messaggio paradossale consiste nel seminare il dubbio su fatti pi o meno insignificanti della vita quotidiana. Il partner finisce per vacillare e non sa pi chi ha torto e chi ha ragione. Basta dire, per esempio, che si d ccord o su u n a su a p rop osta e con tem p ora n eam en te a dare a intendere, a gesti, che si tratta solo di un accordo di facciata. Si dice qualcosa che immediatamente si nega, m a l tracci resta, sotto form a d i d u b b i H a vol to d i a a o: u re q u esto o son o i ch e i terp reto tu tto m al o n e?. S e l a vittima cerca di parlare dei suoi dubbi, viene trattata da paranoica che interpreta tutto per inverso sbagliato. Il paradosso nasce, il pi delle volte, dal divario tra le parole dette e il tono con cui le si pronuncia. Questa sfasatura induce i testimoni a fraintendere completamente la portata del dialogo. Il p arad o sso con si ste an ch e n el fa re avverti al tro re l al tensione e ostilit senza che nulla venga espresso in proposito. Si tratta di aggressioni indirette, in cui il perverso se la prende con delle cose. Magari sbatte porte, l ci og g etti e p oi n eg a l ag g ressi e. an a , on U n di scorso p a rad o ssal fa ri an ere l i terl e m n ocu tore perplesso. Non pi sicuro di ci che prova e tende allora a ridere del proprio atteggiamento, o a scusarsi. Non facile riconoscere i messaggi paradossali. Chi li lancia ha lo scopo di destabilizzare confondendo, in modo d a con serva re i con trol o i vi i d o l interlocutore in l l n sch an sensazioni contraddittorie: lo si mette in una situazione precaria e ci si assicura di potergli dare torto. Nella maggior parte dei casi, i partner dei perversi, per spirito di conciliazione, scelgono di accettare tutto quello 30

che viene detto in senso letterale, negando i segnali non verb al con trad d i i ttori Q u an d o m i acci d i an d arm en e, : n o mio marito dice che tiene al nostro rapporto di coppia. Anche se offensivo, umiliante, deve pur essere vero in q u al e m od o. ch A differenza di un conflitto normale, con un perverso n arci sta n on c vero scon tro, m a n ean ch e si riconciliazione possibile. Non alza mai il tono, mostra soltanto una fredda ostilit, che nega se gliela si fa n otare. L tro si i n ervosi al n sce o g ri a. A l ora faci e farsi d l l beffe della sua collera e renderlo ridicolo. Anche nei casi di conflitto apparentemente aperto, non si m en zi a m ai l arg om en to real d el a d i on e l scord i p erch l a, a vittima non sa in che situazione si trova. Si sente sempre messo da parte e accumula rancore. Come parlare di impressioni vaghe, di intuizioni, di sensazioni? Nulla mai concreto. Bloccando la comunicazione con messaggi paradossali, il p erverso n arci sta m ette i sog g etto n el m p ossi i i d i si l li b l t dare risposte appropriate, dato che non capisce la situazione. Si sfinisce nella ricerca di soluzioni, in ogni caso inadatte, e quale che sia la sua resistenza non p u evi tare l em erg ere d el g osci o d el a d ep ressi e. l an a l on Altro punto: il trasferimento del senso di colpa. Tramite un fenomeno di transfert, il senso di colpa viene fatto p rop ri d al a vi m a, ch e l i troi o l tti o n etta ( tu tta col a p m i a), m en tre i p erverso n arci sta l p roi l si o etta a l d i fu ori d i s, ri versan d ol su l tro ( col a su a) (p ag g . 1 1 3 o l al p 117).

La squalifica

S q u al fi i care con si ste n el tog l ere a qualcuno ogni qualit, i 31

nel dirgli e ripetere che non vale niente, fino a indurlo a pensare che sia davvero cos. Come abbiamo visto, ci accade dapprima in modo latente, sul piano della comunicazione non verbale: sguardi di disprezzo, sospiri esagerati, sottintesi, allusioni destabilizzanti o malevole, osservazioni scortesi, critiche indirette dissimulate in una battuta, pettegolezzi. Nella misura in cui si tratta di aggressioni indirette, difficile considerarle chiaramente come tali e quindi difendersene. Per poco che le parole facciano eco a una identit fragile, a una preesistente mancanza di fiducia, o che si rivolgano a un bambino, vengono incorporate dalla vittima, che le accetta com e veri t: S ei sol u n b u on o a n u l a, S ei u n a o l tale nullit (o S ei cos m esch i o) ch e n essu n o , a p a rte n me, vorrebbe saperne di te. Senza di me resteresti com p l etam en te sol o!. Il p erverso travol e l al g tro e g l i impone la propria visione falsata della realt. A partire da questa frase espressa direttamente o sottin tesa: T u sei u n a n u l i l t, l vi m a assorb e q u esto a tti d ato (S on o u n a n u l i l t), e d i en e effetti vi vam en te tal e. La frase non viene criticata in se stessa. Si diventa una n u l i p erch l al l t tro h a d ecretato ch e l si . o La sq u al fi i cazi e attraverso l u so del paradosso, della on menzogna e di altri procedimenti, si estende dal bersaglio designato al suo ambiente, a famiglia, amici e con o scen ti C on osce so l fessi : o . Tutte queste strategie sono destinate a fare cadere in b asso l i terl n ocu tore p er m ettersi m eg li i ri to (p ag g . o n sal 117-118).

L m p o si o n e i zi

S i o n el b i d i u n a l i d i ab u so d i p otere, i cu i am l am to og ca n 32

del potere

i p i forte sottom ette l al l tro. Il p otere si p ren d e con l a p arol D are l i p ressi e d i sap ern e d i p i , d i d eten ere a. m on una verit, LA Verit. Il discorso del perverso totalizzante: enuncia proposizioni che sembrano uni versal en te vere. Il p erverso , h a rag i e, e cerca m sa on d i trasci are l al n tro su l su o terren o , i d u cen d ol ad n o accettare q u el o ch e d i l ce. A esem p i i vece d i d i T i o o, n re zi non m i p i ace, d i : T i o u n fesso, l san n o tu tti e tu ce zi o n on p u oi n on p en sarl o. Poi g en eral zza, ci trasfo rm a i o questo discorso in una premessa universale. L n terl i ocu tore p en sa: D eve avere rag i e, h a l ari d i on a sap ere q u el o ch e d i l ce. In q u esto m od o i perversi narcisisti attirano partner insicuri di s, che tendono a pensare che gli altri ne sappiano di pi. I perversi sono rassicuranti per partner pi fragili. Si instaura un processo di dominazione: la vittima si sottomette, soggiogata, controllata, travisata. Se si ri el a, n e verr sottol n eata l ag g ressi t e l catti b l i vi a veri a. In ogni caso si aziona un meccanismo totalitario, fondato su l a p au ra e ch e m i a otten ere u n b ed i za p assi l ra ob en va: l al tro d eve ag i com e vu ol i p erverso, d eve p en sare re e l secondo le sue regole. Non pi possibile alcuno spirito cri co. L tro esi ti al ste sol n el a m i ra i cu i resta n el o l su n ruolo assegnato di doppione. Si tratta di annullare, di negare qualunque differenza. L g resso re stab i i ag l sce q u esto rap p o rto con d i on an te a zi proprio vantaggio e a detrimento degli interessi altrui. La relazione si colloca nel registro della dipendenza: la si attribuisce alla vittima, ma il perverso a proiettarla fuori da s. Ogni volta che il perverso narcisista esprime consciamente bisogni di dipendenza, fa in modo che non li si possa soddisfare: o la richiesta supera le capacit 33

d el tro e i p erverso n e ap p rofi l al l tta p er sottol n earn e i l i p oten za, o l ri i m a ch esta fatta i u n m om en to i cu i n n non vi si pu rispondere. Il perverso sollecita il rifiuto perch lo rassicura vedere che la vita proprio come aveva p en sato ch e fo sse (p ag g . 1 2 0 -121).

LA VIOLENZA PERVERSA Il manifestarsi d el d i lo o L i si m an i od o festa scop ertam en te q u an d o l vi m a a tti reag i sce e cerca d i con q u i stare u n p o d i l b ert (con uno i scatto di protesta perch in qualche modo si resa conto della propria schiavit). Quando la vittima incomincia a esistere come individuo e tenta di dire ci che pensa, il perverso - preso dal panico perch la sua preda sta sfuggendogli - invaso dalla rabbia e si scatena: la vittima deve essere fatta tacere. una fase di odio allo stato puro estremamente violenta, dice la Hirigoyen, fatta di colpi bassi e di ingiurie, di parole che sminuiscono, u m i i o, si b effan o d i tu tto ci ch e l al l an tro ha di pi i ti o. L u tri sottol n ea ch e n on si tratta d i am ore ch e n m A ce i si muta in odio: invidia che si trasforma in odio. Il meccanismo ha richiesto del tempo: * al n i o, vi era n on -amore camuffato da desiderio, non l i zi per la persona in s, ma per quello che ha in pi e di cui il perverso vorrebbe appropriarsi; * p oi vi stata l fase d el i n asco sto, ch e n asce d al a a l od o l fru strazi e d i n on otten ere d al tro q u an to si vo rreb b e; on l al * q u an d o l od i si esp ri e ap ertam en te, si accom p ag n a o m al desiderio di distruggere la vittima, di annientarla. Neanche col tempo il perverso vi rinuncer. 34

La violenza diventa azione

S i tratta d i u n a vi en za fred d a, verb al fatta d i ol e, denigrazione, di sottintesi ostili, di manifestazioni di con d i scen d en za e d i i g i ri L n u e. effe tto distruttore deriva dalla ripetizione di aggressioni apparentemente insignificanti ma continue, che non avranno mai fine. Si tratta d i u n g ressi e a vi O g n i i g i ri fa eco al e ag on ta. n u a l ingiurie precedenti e impedisce di dimenticare, cosa che le vittime vorreb b ero, m a ch e l ag g resso re ri u ta. In fi superficie non si vede niente o quasi niente. un cataclisma che fa implodere le famiglie, le istituzioni o gli individui. Raramente la violenza fisica, e in tal caso la conseguenza di una reazione troppo vivace da parte della vittima. Da questo punto di vista si tratta di un delitto perfetto. I segnali di ostilit non compaiono nei momenti di irritazione o di crisi. Sono costantemente presenti in forma di stoccatine, tutti i giorni o pi volte alla settimana, per mesi, addirittura per anni. Non vengono espressi con tono irto, ma con un tono freddo, che en u n ci u n a veri o u n d en za. U n p erverso i g rad o a t evi n di misurare la propria violenza: se capisce che di fronte a l i c ch i reag i u sce, fa a b i m en te m arci indietro. l a L g ressi e vi e d i l ata a p i ag on en sti l ccol d osi q u an d o ci e sono testimoni. Se la vittima reagisce e cade nella trappola della provocazione alzando la voce, sembra vi en ta l e l ag g ressore si atteg g i a vi m a. I ol ei a tti sottintesi fanno riferimento a situazioni precedenti, a ricordi di fatti passati che solo le vittime sono in grado di individuare. Si tratta di quella che il professor Emil Concaro, in uno 35

stu d i su l a b i og i d el g ressi t, h a d efi i o l ol a l ag vi n to aggressivit predatrice. Riguarda individui che scel on o l l g a oro vi m a e p rem ed i o l attacco q u asi tti tan come un animale predatore fa con la sua preda. L g ressi e sol l stru m en to ch e p erm ette ag on o o al g ressore d i otten ere ci ch e d esi era . an ch e i l ag d n questo caso una violenza asimmetrica. In quella simmetrica i due avversari accettano il confronto e la lotta; qui, al contrario, chi la pratica si definisce esi sten zi m en te su p eri al ore al tro, cosa accettata i l al n genere da chi subisce. Questo tipo di violenza insidiosa stata definita da Reynaldo Perrone violenza punitiva. N on ci son o p au se e n o n c ri con ci i on e ch e l azi mascherano questa violenza intima. Nessuno degli attori p arl con l estern o . C h i i fl g g e l sofferen za p en sa ch e a n i a l al tro l m eri e ch e n o n ab b i i d i tto d i l en tarsi S e a ti a l ri am . la vittima reagisce e cessa cos di comportarsi come un docile oggetto, viene considerata minacciosa o ag g ressi va. C h i al n i o h a d ato avvi al a vi en za si l i zi o l ol atteggia a vittima. Il senso di colpa interrompe allora la reazione difensiva della vittima vera. Ogni reazione em oti o d i d ol va ore, i d u ce n el g resso re u n a escal on n l ag ati di violenza o una manovra di diversione (indifferenza, finta sorpresa.). Quando un perverso ha designato una preda, non la m ol a p i . M ol sp esso l d i i l to o ch ara ap ertam en te: O rm ai il solo scopo d el a m i vi sar d i i p ed i e d i vi l a ta m rl vere. E si impegna perch il suo scopo diventi realt. Il processo circolare, una volta innescato, non pu fermarsi da solo, perch il registro patologico di ciascuno si amplifica: il perverso diventa sempre pi umiliante e violento, la vittima sempre pi impotente e ferita. 36

Nulla interviene a provare ci che si realmente subito. Q u an d o c vi en za fi ca, g l el en ti estern i son o l a ol si i em testimoniare: referti medici, testimoni oculari, accertamenti della polizia. In u n g ressi e p erversa ag on n on c al n a p ro va. u n a vi en za p u l ta. N on si ved e cu ol i n i te (p ag g . 1 2 5 -128). en

La vittima alle strette

N el a fase d i con d i on am en to, l azi e d el p erverso l zi on narcisista sulla sua vittima consiste sostanzialmente n el n i i e il pensiero. l i b rn Nella fase successiva suscita in lei sensazioni, atti, reazioni attraverso meccanismi di ingiunzione. S e l al tro h a d i fese p erverse su ffi en ti p er g i ci ocare al rilancio, si scatena una lotta perversa che avr fine solo con la resa del meno perverso dei due. Il perverso cerca di spingere la sua vittima ad agire con tro d i l i p er p oi d en u n ci a com e u , arl catti . va L m p ortan te ch e l vi m a sem b ri resp on sab i e d i i a tti l quello che le capita. L g resso re si serve d i u n a su a d eb ol ag ezza una tendenza all d ep ressi n e, al steri o al a cara tteri i a o li a l al t per farla cadere nel ridicolo e indurla a discreditarsi da sol S p i g ere l al a. n tro al l erro re con sen te d i cri carl e d i ti o sminuirlo, ma soprattutto ci gli d una cattiva immagine di s e rafforza cos il suo senso di colpa. Quando la vittima non ha sufficiente controllo, basta esagerare con la provocazione e il disprezzo per ottenere una reazione che le si potr rimproverare in seguito. A esempio, se la reazione la collera, si fa in modo che questo comportamento aggressivo venga notato da tutti, al punto che anche un osservatore estraneo possa essere 37

indotto a chiamare la polizia. S i ved on o an ch e p erversi i ci n tare al su i d i Povera ci o: ragazza mia, non hai da aspettarti niente dalla vita, non capisco perch n on ti sei b u ttata g i d al a fi estra!. Per l n l ag g ressore faci e, d o p o, p resen ta rsi n el ru ol d el a l o l vittima di un malato mentale. Di fronte a una persona che blocca qualsiasi tipo di comunicazione, la vittima si trova costretta ad agire. Ma, impedita dal condizionamento, pu farlo solo in un soprassalto violento allo scopo di recuperare la propria libert. Un osservatore esterno considera patologica ogni azione impulsiva, soprattutto se violenta. Chi reagisce alla provocazione sembra responsabile della crisi. L g red i g i col evol p er i p erverso, ag l osservato ri ag to, p e l i estern i sem b ra essere l ag g ressore. C i ch e essi n on vedono che la vittima viene messa in una condizione tale per cui non ha pi la possibilit di rispettare un modus vivendi che per lei una trappola. Tra due fuochi, qualunque cosa faccia, non pu cavarsela. Se reagisce accende il conflitto; se non reagisce, lascia che la distruzione mortifera si espanda. Il perverso narcisista prova un piacere tanto maggiore nel sottolineare la debol ezza d el tro o n el n n esca rn e l vi en za, q u an to l al li a ol pi lo induce a rinnegare se stesso: lo porta a non essere fiero di s. A partire da una reazione specifica gli affibbia l eti etta d i caratteri e, d i al i ch al col zzato, d i su i d a. La ci vittima si sente disarmata, cerca di giustificarsi come se fosse effettivamente colpevole. Il perverso prova doppio piacere: nel mistificare o umiliare la sua vittima, poi nel ri cord a rl i seg u i l u m i i on e. e n to l azi Poich non stato detto nulla e non stato mosso nessun rimprovero, allora non possibile alcuna 38

g i sti cazi e. Per tro vare u n a vi d sci a q u esta u fi on a u ta situazione impossibile, pu accadere che la vittima ceda al a ten tazi e d i reag i an ch l on re essa con n on d etti e manipolazioni. La relazione si fa equivoca: chi l ag g ressore e ch i l ag g red i to? Per i p erverso , l i eal fa r s ch e l al l d e tro d i ven ti i l cattivo, trasformando la malignit in una condizione n orm al con d i sa d a tu tti C erca d i i i e, vi . n ettare n el tro l al quello che di cattivo vi in lui. Corrompere lo scopo su p rem o. N on c p er l i sod d i u sfazi e p i g ran d e d i on quando induce il proprio bersaglio a diventare distruttivo a sua volta, o quando spinge pi individui ad annientarsi a vicenda. Tutti i perversi, che siano sessuali o narcisisti, cercano di portare gli altri nel loro registro, poi di indurli a sovvertire l reg ol (p ag g . 1 2 8 -130). e e . I DUE PERSONAGGI

L G G R E S S O R E . A La perversione narcisistica

Precisiamo anzitutto che la nozione di perversione implica una strategia di sfruttamento e poi di distruzione d el tro, sen za al n sen so d i col a. l al cu p I p erversi n arci sti son o con si erati p si si d coti sen za ci sintomi, che trovano il loro equilibrio scaricando su qualcun altro il dolore che non provano e le contraddizioni interiori che si rifiutano di percepire. Non lo fanno apposta a ferire, ma non sanno fare altro per esistere. Sono stati feriti a loro volta da piccoli e cercano di mantenersi in vita cos. Questo transfert di dolore p erm ette l oro d i val zzarsi a sp ese al i (p ag . 1 3 3 ). ori tru 39

U n N arci so, n el sen so d el Narciso di Ovidio, una persona che crede di trovarsi guardandosi allo specchio. La sua vita consiste nel cercare il proprio riflesso nello sg u ard o d eg l al . L tro n on esi i tri al ste i q u an to i d i d u o, n n vi ma in quanto specchio. Un Narciso un guscio vuoto che n on h a esi sten za p rop ri u n o p seu d o, ch e cerca d i a; ingannare per mascherare il suo vuoto. Il suo destino un tentativo di evitare la morte. qualcuno che non mai stato riconosciuto come essere umano e che stato obbligato a costruirsi un gioco di specchi per darsi l i l si e d i esi l u on stere. C o m e u n cal d oscop i q u esto ei o, gioco di specchi ha un bel ripetersi e moltiplicarsi, ma q u el n d i d u o resta co stru i su l vu oto. l i vi to Il passaggio alla perversione. Il N arci so, p oi n on h a so stan za, si i n esta su l tro e ch n l al come una sanguisuga cerca di aspirarne la vita. Essendo incapace di una relazione vera, pu farlo solo in u n reg i stro p erverso , d evi ato, d i catti veri d i a stru tti va. Incontestabilmente i perversi provano un piacere estremo, vitale, di fron te al e sofferen ze d el tro e ai l l al suoi dubbi, cos come prendono gusto ad asservirlo e umiliarlo. T u tto com i ci e si sp i a con i arci vu oto n a eg lN so , costruzione di riflesso, al posto di se stesso e con niente dentro. Come un robot, costruito per imitare la vita e averne tutte le apparenze e prestazioni, senza per la vita. La sregolatezza sessuale o la cattiveria sono solo le conseguenze ineluttabili di questa struttura vuota. Come i vampiri, il Narciso vuoto ha bisogno di nutrirsi della sostanza altrui. Quando non si ha vita, si deve cercare di appropriarsene o, se impossibile, di distruggerla perch 40

non ve ne sia in nessun luogo. I perversi narcisisti vengono invasi da un altro, di cui non possono fare a meno. Questo non un doppione, con u n stenza: solo un riflesso di se stessi. Ecco perch esi le loro vittime hanno la sensazione di venire negate nella loro individualit. La vittima non un individuo diverso, ma soltanto un riflesso. Qualunque situazione in grado di rimettere in discussione questo sistema di specchi, che maschera il vuoto, non pu che suscitare una reazione a catena di furore distruttivo. I perversi narcisisti sono soltanto macchine che funzionano per riflessi, che cercano invano la loro immagine nello specchio degli altri. Sono insensibili, privi di affetti. Come potrebbe una macchina, che funziona per riflessi, essere sensibile? Cos non soffrono. Soffrire presuppone una carne, u n sten za. E ssi n on h an n o sto ri p erch son o assen ti esi a . Solo chi presente al mondo pu avere una storia. Se i perversi narcisisti si rendessero conto della propria sofferenza, comincerebbe qualcosa per loro. Ma sarebbe qualcosa di nuovo, la fine del modo in cui funzionavano p ri a (p ag g . 1 3 1 -136). m

L G G R E S S O R E . A La megalomania

I perversi narcisisti sono megalomani che si presentano come campioni della verit e della valutazione del bene e del male, traendo in inganno gli altri, con il presentare una buona immagine di s, nel mentre che giudicano tutti come malvagi. Quindi, anche se essi non dicono nulla, l i terl n ocu tore si sen te sem p re col i fal o. to n l M an i festan o u n a total m an can za d i i teresse e d i e n empatia per gli altri, ma desiderano che ci si interessi di loro. Tutto loro dovuto. Criticano chiunque, ma non 41

ammettono di essere messi in causa o di venire rimproverati. Di fronte a questo universo di potere la vittima per forza di cose in un universo di debolezze. Mostrare quelle degli altri un modo per non vedere le p rop ri p er d i d ersi d a u n g osci d i ord i e p si e, fen an a n coti co. I perversi entrano in relazione con gli altri per sedurli. Spesso li si descrive come persone affascinanti e brillanti. U n a vol p reso i p esce si d eve sol ten erl al o ta l o o l am fi ch se n e h a b i n sog n o . L tro n on esi al ste, n on vi e en visto o ascoltato, solamente utile. Nella logica perversa non esiste la nozione di rispetto per il prossimo. La seduzione perversa non comporta nessuna affettivit, perch il principio stesso del funzionamento perverso di evitare ogni affetto. Lo scopo non avere sorprese. I perversi non si interessano delle emozioni complesse altrui. Sono impermeabili al prossimo e alla sua diversit, a meno che non abbiano la sensazione che li possa danneggiare. l total n eg azi e d el d en ti d el tro, ch e d eve a e on li t l al avere atteggiamenti o pensieri conformi all m m ag i e ch e i n loro, i perversi, si fanno del mondo. La forza dei perversi l i sen si i i . Non conoscono n b l t alcun scrupolo di ordine morale. Non soffrono. Ogni loro attacco avviene nella totale impunit perch anche se di rimando i partner usano difese perverse, sono stati scelti per non raggiungere mai quella virtuosit che potrebbe proteggerli. Pu accadere che i perversi si appassionino a una p erson a, u n vi o u n d ea, m a si tratta d i fi m ate atti t i am che restano molto in superficie. Ignorano i sentimenti veri, in particolare quelli di tristezza e di dolore. I fallimenti suscitano in loro collera o risentimento e un 42

desiderio di rivalsa. Questo spiega la rabbia distruttiva che si impadronisce di loro in caso di separazione. Quando un perverso subisce una ferita narcisistica (sconfitta, rifiuto) avverte un desiderio sconfinato di prendersi una rivincita. Non si tratta, come in un individuo collerico, di una reazione passeggera e disordinata, un rancore inflessibile al quale il perverso applica tutte le sue cap aci d i rag i am en to (p ag g . 1 3 6 137). t on L G G R E S S O R E . A La vampirizzazione Il partner esiste non in quanto persona, ma in quanto supporto di una qualit di cui i perversi cercano di i p ad ron i . E ssi si n u tron o d el erg i d i ch i su b i m rsi l en a sce i l loro fascino. Tentano di fare proprio il narcisismo g rati can te d el tro, i vad en d o i su o terri o p si i fi l al n l tori ch co. Il perverso narcisista ha il problema di ovviare al proprio vuoto. Per non doverlo affrontare (cosa che coinciderebbe con la sua guarigione), i Narciso si proiettano nel suo opposto. Diventa perverso nel senso originario del termine pervertire (cambiare o far cambiare direzione): si distoglie dal proprio vuoto (mentre chi non perverso lo affronta). Di qui il suo amore e il suo odio per una personal t m atern a, l i m ag i e p i esp l ci d el a vi i m n i ta l ta interiore. Il Narciso ha bisogno della carne e della sostanza altrui per riempirsi, ma incapace di nutrirsene, perch non ha neanche un briciolo di sostanza, che gli permetterebbe di accogliere, di aggrapparsi e di fare p rop ri q u el a d el tro. T al sostan za d i a l l al e ven ta i su o p i l pericoloso nemico, poich gli rivela che vuoto. I p erversi n arci sti n u tron o u n n vi i i ten si m a n ei si i da n ssi confronti di chi sembra possedere le cose che loro non 43

hanno o di chi, semplicemente, trae piacere dalla vita. L p rop ri on e p u essere soci e, e con si ap azi al stere a esempio nel sedurre un partner che introduce in un ambiente ambito: alta borghesia,circolo intellettuale o arti co. Il van tag g i d i u n erazi e d el g en ere ch e si sti o op on ha un partner che permette di accedere al potere. S i attaccan o p oi al tosti a, al a fi u ci ch e l al l au m l d a tro h a d i s, allo scopo di incrementare il proprio valore. In una parola si appropriano del narcisismo altrui. Per ragioni attinenti alla loro storia, nei primi stadi della vita i perversi non hanno potuto realizzarsi. Notano con invidia che altri hanno ci di cui si ha bisogno per realizzarsi. Quando una persona soddisfatta passa loro accanto, cercano di distruggere la felicit che li sfiora. Prigionieri delle loro rigide difese, tentano di distruggere la libert. Non essendo capaci di godere pienamente del proprio corpo cercano di impedire agli altri anche ai propri figli di godere del loro. Poich non sono capaci di amare, cercano di distruggere col cinismo la semplicit di un rapporto naturale. Per accettarsi, i perversi narcisisti devono trionfare su qualcun altro, sentendosi superiori. Gioiscono della sofferenza altrui. Per affermarsi, devono distruggere. In loro vi una esacerbazione della funzione critica, la quale fa s che trascorrano il loro tempo a biasimare tutto e tutti. In questo modo si mantengono in posizione di on n i oten za: S e g l al son o n u l i i son o p er fo rza p i tri l t, o m i l ore d i l gi oro. Il m oto re d el n u cl p erverso l i vi i l scopo eo n d a, o l ap p rop ri on e. L n vi i u n sen ti en to d i cu p i i i d i azi i da m d g a, i tazi e ven ata d i al a vi rri on od o l sta d el a fel ci e d ei l i t vantaggi altrui. Si tratta di una mentalit subito 44

aggressiva, che si basa sulla percezione di quello che una certa persona ha e ch e l i vi i n d oso n on p ossi e e ed vorrebbe. La p ercezi e d el n vi i on l i d oso sog g etti va, p u essere ad d i ttu ra d el ran te. L n vi i com p orta d u e ri i i da atteg g i en ti op p osti d a u n l am : ato l eg ocen tri o, sm d al tro l m al l al a evol za, accom p ag n ata d al d esi eri d i en d o danneggiare la persona invidiata. Questo presuppone una sensazione di inferiorit nei confronti di chi possiede ci ch e si d esi era. A l n vi i d l i d oso d i i sp ace ved ere ch e l al tro h a beni materiali o morali, ma pi che acquisirli, desidera distruggerli. Se li avesse, non saprebbe che farsene: non ha risorse per questo. Per colmare lo scarto che separa l i vi i n d oso d al g etto d esi erato, b a sta u m i i l og d l are l al tro, avvilirlo, fargli assumere le sembianze di un demonio o di una strega. Ci che i perversi invidiano nel prossimo , prima di tutto, la vita. Invidiano la riuscita degli altri, che li mette di fronte alla propria sensazione di fallimento, poich non sono pi contenti degli altri di quanto lo siano di se stessi; niente va mai bene, tutto complicato, tutto una prova. Impongono agli altri la loro visione pessimista del mondo e la loro cronica insoddisfazione della vita. Smorzano ogni entusiasmo intorno a s, cercano prima di tutto di dimostrare che il mondo cattivo, che la gente cattiva, che il partner cattivo. Con il loro pessimismo, inducono chi hanno accanto a deprimersi, per poi rimproverarglielo. Il d esi eri d el tro e l su a vi i m etton o i l ce l d o l al a tal t n u e l oro m an can ze. R i trovi o q u i l i vi i com u n e a m ol am n d a, ti esseri umani, del legame privilegiato della madre con il 45

suo bambino. Per questa ragione, nella maggior parte dei casi, i perversi scelgono le loro vittime tra persone piene di energia e che hanno gioia di vivere, come se cercassero di accaparrarsi un poco della loro forza. Lo stato di servit, di soggezione della vittima alle loro esigenze, la dipendenza, testimoniano in modo i con testab i e ch e l ap p rop ri on e avven u ta d avvero . n l azi L p rop ri on e l co n seg u en za l i d el n vi i I ap azi a og ca l i d a. beni di cui qui si tratta sono raramente beni materiali. Sono qualit morali, difficili da sottrarre: gioia di vivere, sensibilit, qualit comunicative, creativit, doti musicali o l ettera ri Q u an d o i p artn er esp ri e u n d ea, l cose e. l m i e van n o i m od o tal p er cu i l i ea n on resta p i su a, m a n e d diventa del perverso. S e l i vi i n d oso n on fosse a ccecato d al i p otreb b e, i u n rap p o rto d i scam b i i p arare l od o n o, m come acquisire una parte di queste doti. Ma ci presuppone una modestia che i perversi non hanno. I p erversi n arci sti fan n o p rop ri l p assi i d el tro si e e on l al nella misura in cui si appassionano per lui o, pi esattamente, si interessano a lui nella misura in cui ha qualcosa che potrebbe appassionarli. Li si vede appassionarsi, poi respingere con brutalit e irrimediabilmente. Amici e conoscenti non capiscono come una persona possa essere portata alle stelle un giorno ed essere demolita il giorno dopo senza nessun apparente motivo di risentimento. I perversi assorbono l en erg i p osi va d i q u an ti l ci a ti i rcon d an o, se n e n u tron o e rigenerano, poi fanno ricadere su di loro tutta la propria energia negativa. La vittima d molto, ma non mai abbastanza. Non essendo mai contenti, i perversi narcisisti sono sem p re n el a p osi on e d i vi m e e l m ad re (o l og g etto l zi tti a 46

su cui hanno proiettato la madre) sempre considerata responsabil I p erversi ag g red i e. scon o l al tro p er u sci re dalla condizione di vittima che hanno conosciuto da piccoli. In una relazione, fare la vittima seduce un partner che vuole consolare, riparare, prima che gli si affibbi il ruolo del colpevole. Nel caso di separazioni, i perversi si atteggiano a vittime abbandonate, il che permette loro di recitare la parte di maggior prestigio e di sedurre un altro partner, propenso a consolare (pagg. 138-141). L G G R E S S O R E . I perversi non si considerano responsabili perch non A L rre sp o n sab i i i l t hanno una vera soggettivit. Assenti a s stessi, lo sono altrettanto agli altri. Se non sono mai dove li si attende, se non vengono mai catturati, semplicemente perch non ci sono. In fondo, quando accusano gli altri di essere responsabili di quello che succede, fanno una constatazione. Poich loro non possono essere resp on sab i i al ora l l al l, l o tro. G ettare l col a su d i l i a p u , parlarne male facendolo passare per malvagio, permette non soltanto di sfogarsi, ma anche di scagionarsi. Mai responsabili e mai colpevoli: tutto ci che va male sempre colpa degli altri. Si difendono con meccanismi di proiezione: addossare al prossimo ogni loro difficolt e ogni loro fallimento e non chiamarsi in causa. Si difendono anche negando la realt o eludono il dolore psichico trasformandolo in negativit. un rifiuto costante, anche nelle piccole cose della vita quotidiana, anche se la realt prova il contrario. La sofferenza bandita, il dubbio anche. Sono gli altri a doverne portare il peso. Aggredire il loro mezzo per 47

evitare il dolore, la sofferenza e la depressione. I perversi narcisisti hanno difficolt a prendere decisioni nella vita di tutti i giorni e hanno bisogno di qualcuno che si assuma la responsabilit al loro posto. Non sono assolutamente autonomi, non possono fare a meno degli altri, infatti assumono comportamenti appiccicosi e temono la separazione; oppure pensano che sia il partner a sollecitarla. Rifiutano di vedere che il loro modo di rapportarsi cannibalesco poich potrebbero percepire la propria immagine in modo negativo. Ci spiega la violenza che manifestano di fronte a un partner troppo benevolo o consolatore. Se invece il partner indipendente, viene percepito come una persona ostile e che respinge (pagg. 141-142). La fa se vi en ta , d i p er s, u n p rocesso d i scom p en so ol p aran oi co: l al tro d eve essere d i stru tto p erch pericoloso. Bisogna attaccare prima di essere attaccati a propria volta. Come abbiamo visto, la perversione narcisista un sistema che permette di evi tare l an g osci a p roi ettan d o al l estern o tu tto ci ch e catti vo. S i tratta d i una difesa contro la disintegrazione psichica. Attaccando l al tro, i p erversi cercan o p ri a d i tu tto d i p roteg g ersi m . Dove potrebbe apparire il senso di colpa nasce u n g osci psicotica insopportabile, che viene proiettata an a con violenza sul capro espiatorio. La vittima il ricettacolo di tutto quello che il suo aggressore non capace di sopportare. Dato che anche loro, per proteggersi, hanno dovuto ap p ren d ere fi d al n fan zi a separare in s le parti sane n li a da quelle ferite, i perversi continuano a funzionare in modo frammentario. Il loro mondo diviso in bene e male. 48

Proiettare tutto il male su qualcun altro consente loro di essere migliori nella loro vita, e garantisce una relativa stabilit. Sentendosi impotenti, i perversi temono l i p oten za ch e su p p on g on o n el p rossi o. In u n m od o m m q u asi d el ran te, n e d i d an o, g l attri u i i ffi i b scon o u n osti i l t ch e p oi l p roi on e d el a l a ezi l oro p rop ri osti i a l t (p ag g . 143-144). LA VITTIMA. La vittima oggetto La vittima tale perch stata designata dal perverso. Diventa capro espiatorio, responsabile di tutto il male. S ar d ora i p oi i b ersag l o d el a vi en za e ri arm i n l i l ol sp er al suo aggressore di cadere in depressione o di rimettersi in discussione. La vittima, in quanto tale, innocente del crimine per cui p ag h er. E p p u re an ch e i testi on i d el g ressi e m l ag on nutrono sospetti nei suoi confronti. come se una vittima innocente non potesse esistere. Si pensa che acconsenta tacitamente, o che sia complice consciente o meno d el g ressi e ch e su b i l ag on sce. Perch stata scelta? Perch era l e, in un modo o n el tro, h a com i ci l al n ato a d are fa sti i N on h a n i te d i d o. en p art