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Misura per misurasaggio di Gustavo Zagrebelsky
Misura per misuraMarco SciaccalugaOmaggio a Sanguineti
La musica è infinitaGad Lerner e gli altriPirandello al Duse
La musica è infinita conversazione conGian Piero Alloisio
Produzioni specialiDrammaturgia contemporaneaper due mesi al
Duse
Girotondo Esercitazione al DuseHellzapoppin
Luigi SquarzinaAddio a un MaestroSpettacoli ospiti
2 3 4 5 6 7 8
A N N O X I | N U M E R O 31 | OT TO B R E 2 0 10 | G E N N A I
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ALLA CORTE, EROS PAGNI DUCA DI VIENNA E FRATE CON BINDI «LA
MUSICA È INFINITA»
E r o s P a g n i c o n A l i c e A r c u r i i n u n a s c e n
a d i M i s u r a p e r m i s u r a ( f o t o d i M a r c e l l o N
o r b e r t h )
Uno sguardo sempre attento allatradizione ma attratto anche
dallacontemporaneità, per offrire al pub-blico spettacoli che
possano sod-disfare tutte le curiosità culturali.È lo sguardo che
ha guidato la com-posizione del puzzle della stagione2010 - 2011
del Teatro Stabile diGenova, “raccontata” dal direttoreCarlo
Repetti, che sceglie di pre-sentarla partendo dallo slogan
diquest’anno: «Costa poco, è pertutti, è vita».Quel “costa poco”
indica uno degliobiettivi fondamentali del nostrolavoro: quello di
offrire al pubblicospettacoli accessibili a tutte letasche. È un
impegno che abbia-mo mantenuto e continuiamo amantenere, visto che
i nostri prez-zi, caso credo unico, sono ormaibloccati da 11 anni.
Ce lo possiamopermettere perché la risposta delpubblico è
cresciuta: l’anno scorsoc’è stato un aumento di presenzedel 7 per
cento e questo è un segna-le molto importante. Se in unmomento di
crisi la gente sceglie dipassare parte del suo tempo liberoa
teatro, vuol dire che il teatro puòessere ancora davvero una
piazzacoperta, un luogo d’incontro e discambi vitali fra le
persone.Come avete scelto gli spettacoli diquesta stagione?Noi
cerchiamo, come sempre, diproporre un cartellone il più pos-sibile
ampio e diversificato, pertutti, scegliendo il meglio del pas-sato,
ma guardando anche al pre-sente e al futuro. Anche in
questastagione ci sono, quindi, grandiclassici e testi
contemporanei,gran di attori ma anche tantiemergenti, a cominciare
dal no -stro gruppo. Proprio con questafilosofia abbiamo di fatto
rico-struito una compagnia stabile checonta ormai 20-30 attori, che
han -no con noi un rapporto continua-tivo. E, poi, naturalmente,
anchein questa stagione ci sono le starMariangela Melato ed Eros
Pagni.L’ultima affermazione del vostroslogan, “è vita”, sembra una
sortadi ambizioso manifesto.Noi pensiamo che, nei momenti dicrisi,
ci sia un grande bisogno dicapire dove stiamo andando,come va la
nostra vita e comeandrà quella dei nostri giovani. Eil teatro è uno
strumento impor-tante, perché, attraverso la “lettu-ra” di altre
vite che ci hanno pre-ceduto o che ci accompagnano, ciaiuta a
capire quello che accadeintorno a noi.
(continua a pagina 4)
Giovedì 18 novembre (ore 20,30)debutta in prima nazionale
allaCorte La musica è infinita: spet -tacolo di teatro-canzone
scrittoda Gian Piero Alloisio e de -dicato all’opera inedita di Um
-berto Bindi. Prodotto dallo Sta -bile di Genova, in
collaborazionecon la Regione Liguria, La musi-ca è in finita è
interpretato daGiu seppe Cederna, nel ruolo delProfes so re, con lo
stesso Al loisio(il Can tautore), Maria Pie rantoniGiua (la
Cantante), Mario Arcari(il Po listrumenti sta), Bar bara Bo-sio (la
Violinista) e Dino Stellini(il Pia nista). Regia di An drea Li -be
rovici, scene di Guido Fioratoe lu ci di Sandro Sussi. Replichefi
no a domenica 21 novembre.Con questo spettacolo, lo Stabilee la
Regione rendono omaggio aBin di, attraverso alcune sue can-zoni
inedite, che confermano ilvalore di un artista che ha conse-gnato
alla storia della canzonebrani celebri quali Arrivederci, Ilnostro
concerto e l’internazionaleYou’r My World. All’origine
dellospettacolo c’è la decisione deglieredi di Bindi (Massimo
Artesi eMarisa Bindi) di affidare allaRegione Li guria la grande
quan-tità di nastri, musicassette, spar-titi, copioni, pagine di
diario,fotografie rimasti in casa delcompositore: tantissime
canzonimai pubblicate, alcune con il
La stagione di produzione delloStabile di Genova si apre
venerdì15 ottobre alla Corte (ore 20.30)con la messa in scena di
una com-media di William Shake speare cheparla di potere e di
giustizia, disesso e di corruzione, raccontandoin modo divertente e
coinvolgentela “naturale” follia degli esseriumani. Ricca di
personaggi dallaforte e autonoma consistenza tea-trale e di colpi
di scena dagli esitisorprendenti, Misura per misuraè una “dark
comedy” che si svolgein una Vienna immaginaria, dovenulla è davvero
quello che sembra,nulla sembra quello che è. I temiclassicamente
scespiriani dell’in-certezza e dell’ambiguità, dellacontinua
metamor fosi cui ognirealtà soggiace, e quel lo dell’asso-luta
inconsistenza di ciò che defi-niamo realtà, dominano qui tuttigli
avvenimenti, che trascorronodalla reggia alla prigione, dal
con-vento al luogo in cui si esercita lagiustizia. Misura per
misura, cheresta in scena fi no a domenica 7novembre, si av vale
della regia diMarco Sciac caluga e ha come pro-tagonista Eros Pa
gni, nel ruolo delDuca di Vienna. Al suo fianco sonogli attori
della Compagnia Stabile:Gianluca Gobbi (nel ruolo di An -gelo), An
tonio Zavatteri (Esca lo),Aldo Ot tobrino (Clau dio), Rober to
Dal 9 novembre al 23 dicembre,lo Stabile mette in scena sul pal
coscenico del Duse cinquespettacoli di Drammaturgia Con
-temporanea, selezionati tra i cin-quanta che, tra il 1996 e il
2010,sono stati rappresentati in formadi “mises en espace”
nell’ambitodella Ras segna ideata da CarloRepetti. Prodotte in
forma parti-colare, sul palcoscenico pratica-mente vuoto, anche
allo scopo diverificarne la tenuta con il pub-blico e per
sperimentare nuoviregisti e nuovi interpreti, alcunedi queste
“mises” sono già diven-tate dei ve ri proprio spettacoli
incartellone ma, per qualità deltesto, del la messa in scena edella
pro va attoriale, numerosealtre avreb bero meritato la stes-sa
sorte. È nata così l’idea di pro-porre per due mesi al Duse
unaselezione di cinque spettacoli
Compagnia Stabile e il lavorosvolto sui suoi palcoscenici
piùgrandi. Gli spettacoli propostisono, nell’ordine, Controtempo
diChristian Simeon (regia di Mar coSciaccaluga), Il ragazzo
dell’ultimobanco di Juan Mayorga (re gia diAlberto Giusta), Un
posto lumi-noso chiamato giorno di To nyKushner (regia di Massimo
Me -sciulam), Ingannati da GhassanKa nafani (regia di Nicola Pan
-nelli), La guerra di Klamm di KaiHensel e Il buio di giorno
diHenning Mankell (entrambi conla regia di Filippo Dini).
Prezzispeciali (€ 7 se adulti e € 4 segiovani sino ai 26 anni) per
tuttigli Abbonati che scelgono divedere – con un tagliando
del-l’abbonamento – almeno uno diquesti “5 spettacoli”: per inon
abbonati, sconto del 30%sul prezzo del biglietto singolo.
(es sendo uno composto da dueatti unici, i testi diventano
sei)per far conoscere a tutto il pub-blico que sta parte del lavoro
diproduzione dello Stabile, che inessa ri specchia il proprio
costan-te interesse per la nuova dram-maturgia e individua una
stimo-lante cinghia di trasmissione tra la parte più giovane
della
Luigi addio C inque‘‘ produz ion i spec ia l i’’ per raccontare
i l p resente
testo di grandi autori, altre con lasola linea melodica, da
completa-re. Un patrimonio che Alloisio, in -caricato dalla Re
gione di salvarlo,ha tradotto in un testo teatraleche, tramite il
coinvolgimento del -lo Stabile, è diventato uno spetta-colo. La
musica è in finita è unviaggio nella difficile vita dell’arti-sta
(1932 - 2002) per cui è statainventata la parola “cantautore”.Ad
accompagnare lo spettatorelungo questo percorso biograficoè il
Professore, il quale scopre inalcune vecchie valigie il
tesorodell’eredità di Bindi, che torna co -sì a vivere attraverso
l’interventodegli altri personaggi, proponen-do sul palcoscenico
del la Cortequindici sue canzoni inedite, ac -compagnate dalle
parole di GianPiero Alloisio, Giorgio Ca labrese,Bru no Lauzi,
Maurizio Maggiani,Mogol, Gino Paoli e altri ancora.
La notizia della morte di Luigi Squar zi na,avvenuta l’8 ottobre
scorso, è giuntaquando questo giornale stava an dandoin stampa. Il
Teatro Stabile di Ge novaha voluto comunque tributare almenoun
ricordo (vedi pagina 8) al regista chedal 1962 al 1976 ne era stato
condiretto-re, al fianco di Ivo Chiesa, contribuen docon i suoi
spettacoli a fare di questoTeatro uno dei maggiori centri di
pro-duzione nazionale e internazionale.Squarzina era nato a Livorno
nel 1922.
Serpi (Lucio), Ro berto Alin ghieri(il Bar gello), Ni cola Pan
nelli(Pom peo), Fabrizio Careddu (Fra’Tom maso, Gomito, Bernar
dino),Mar co Avogadro (il Gen ti luomo,Schiu ma, Fra’ Pie tro), Mas
simoCa gni na (Mada ma Sfondata, ilCan cel liere, il Boia), Alice
Arcu -
ri (Isa bel la), Antoniet ta Bello (Ma-riana, Suor Fran ce sca)
e Ire ne Vil la(Giu liet ta). Le scene so no di Je an-Marc Ste hlé
e Ca the rine Rankl, laquale fir ma an che i co stumi.Musiche a cu
ra di An drea Nicolinie luci di Sandro Sussi. Ver sioneitaliana di
Alessandro Serpieri.
« M i s u r a p e r m i s u r a » d i W i l l i a m S h a k e s
p e a r e i n a u g u r a l a s t a g i o n e d i p r o d u z i o n
e d e l T e a t r o S t a b i l e d i G e n o v a
IL CAOS MISURA DELL’UOMO
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ottobre 2010 | gennaio 2011
4 l La musica è infinita
G l i i n e d i t i d i U m b e r t o B i n d i n e l l o s p e
t t a c o l o d e l T e a t r o S t a b i l e s c r i t t o d a G i
a n P i e r o A l l o i s i o e
«Musicalmente ci faceva le scar-pe a tutti», non esita a
dichiarareGi no Paoli dell’amico UmbertoBin di, con il quale ha
condivisol’origine genovese e gli anni dellanascita del fenomeno
ben prestonazionale dei cantautori. E BrunoLauzi aggiunge: «Bindi è
stato ilmigliore compositore italiano»,trovando eco in Tony Renis:
«Um -berto è sta to l’orgoglio di questoPaese, per la grande musica
cheha scritto e per tutto quello che harappresentato». Con Bin di
acca-de che ciascuno di quelli che par-lano di lui, colleghi o
critici chesia, non possa mai distinguerecompletamente l’artista
dall’uo-mo, l’autore di celeberrime can-zoni dall’amico, la di ver
sità dellasua musica dalla sua condizioneesistenziale di “diverso”.
E diverso, come ben testimoniaGian Piero Alloisio nello spetta-colo
La musica è infinita, Bindilo era davvero. Mario Luz zatoFegiz
commenta: «Consi de ratoun cantautore, Bindi era inrealtà qualcosa
di più: un com-positore che si colloca nella sto-ria musicale
d’Italia come un“diverso” in tutti i sensi».Diverso lo era anche
per il suocarattere timido, schivo, a volteanche inafferrabile:
«Bindi eraun musicista autore di opere di
straordinaria». È a questa dupli-ce forma di conoscenza –
insiememusicale e storica, biografica emorale – che uno spettacolo
qua -le La musica è infinita intendedare il suo contributo,
avvalendo-si proprio di quel pa trimoniosegreto e a lungo na
scosto, rap-presentato dagli inediti che glieredi di Bindi hanno
lasciato allaRegione Liguria e alla cura diGian Piero Alloisio. E
da tantescatole e valigie, simili a quelleche nello spettacolo sono
portate
grande respiro, ma era ancheuna persona molto triste» (Or -nella
Vanoni); «era un uomo in -difeso, dalla bellezza fragile, cheha
subito una persecuzione spie-tata» (Moni Ovadia); «un so li ta -rio
vittima della difficoltà di esse-re intelligente» (ancora Lau
zi);«un grande compositore che ave -va un unico difetto... era go
lo -sissimo», chiosa scherzosamenteGiorgio Calabre se, trovando
econei ricordi di Paolo Vil laggio: «Cisiamo conosciuti in un
locale sto-rico di Genova, dove si andava iltardo pomeriggio per
bere brododi trippa e mangiare fagiolane».Ma diverso era
soprattutto per lanovità e la qualità della sua musi-ca. «Credo che
Il nostro concertosia la canzone italiana più bellache sia mai
stata scritta», si sbi-lancia Gianni Morandi. «Autoredi melodie
impalpabili e raffina-
B o z z e t t o d e l l a s c e n a d i G u i d o F i o r a t o
p e r “ L a m u s i c a è i n f i n i t a ”
te, da cantare con un fruscio vel-lutato e con slancio
sinfonico, trale prime a dare in Italia la sensa-zione che la
canzone potesseessere decisamente una formad’arte», spiega il
critico Gino Ca -staldo; mentre Francesco Guc ciniconclude: «Tut ti
i ragazzi che og -gi vogliono fare musica do vreb -bero conoscere a
fondo le canzonidi Umberto Bindi e tutti i loro coe-tanei che vo
gliono capire ilnostro Paese do vrebbero conosce-re la sua vita, in
sieme tragica e
(segue da pagina 1)Inoltre a teatro ogni spettatore èautonomo,
può pensare ed emo-zionarsi in ma niera libera. Noicerchiamo di
offrire tutto questoal nostro pubblico, sia attraversole nostre
produzioni, sia sceglien-do di ospitare il meglio del
teatronazionale. Fra le nostre produ-zioni, Misura per misura
mettein scena il comportamento folledell’uomo a contatto col
potere;Casa di bambola ci fa riflettere sul-l’immagine della donna
per capi-re se è solo quella che ha ispiratoil manifesto del
femminismo all’i-nizio del ‘900, o se, invece, è unafigura più
complessa. Poi ci sonoIl ritorno a casa di Pinter, lo spet-tacolo
su Umberto Bindi, La musi-ca è infinita, che vuole dare valo-re a
un grande colpevolmenteemarginato, e quello di Libe ro -vici (Ope
retta in nero), mentreal Duse proponiamo come “pro-duzioni
speciali” le nostre piùinteressanti scoperte di dramma-turgia
contemporanea, che diven-tano spettacoli di una rassegna
rivolta ai giovani, ma anche aquella parte del pubblico chevuole
sentirsi giovane.Quest’anno lo Stabile ha persodue persone molto
importanti perla sua storia e per la sua identità:Edoardo
Sanguineti e LuigiSquarzina. La scomparsa recente di Edoar -do
Sanguineti prima e di LuigiSquar zina dopo, sono eventi do -lorosi
che ci inducono, non solo aricordarli e ringraziarli perquanto
hanno fatto per questoteatro e per la città, ma ci invita-no anche
a ripensare la lorolezione, la loro eredità e a capirese, pur nel
cambiamento e nell’e-voluzione del lavoro da noi svol-to, i
principi di teatro d’arte e diteatro civile che hanno
caratte-rizzato il loro percorso, sonorimasti a connotare anche
ilnostro, in un tempo in cui la fun-zione di analisi, di critica e
di sti-molo per la vita delle persone eper la società sembrano
esseresempre più importanti.
a cura di a.c.
Pirandello inaugura la stagione al Duse“Questa sera si recita a
soggetto” in scena da martedì 12 a domenica 24 ottobre
produzione della Compagnia Gank in collaborazione con lo Stabile
di Genova
Messo in scena da Alberto Giusta (anche interprete del ruolo del
regista Hinkfuss),Questa sera si recita a soggetto di Luigi
Pirandello è uno spettacolo che si avvale dell’in-terpretazione di
una compagnia di attori formatisi tutti alla scuola dello Stabile
diGenova: Massimo Brizi, Mariella Speranza, Alessia Giuliani,
Cristina Pasino, DavideLorino, Maximillian Dirr, Barbara Alesse,
Ernesta Argira, Manuel Zicarelli e CarloSciaccaluga. Scene e
costumi di Laura Benzi, luci di Sandro Sussi.Preceduta da Sei
personaggi in cerca d’autore e da Ciascuno a suo modo, Questa sera
sirecita a soggetto è la terza commedia del trittico pirandelliano
sul “teatro nel teatro”. Iltema centrale è qui dato dagli
interrogativi sui rapporti tra testo e messa in scena, tra illavoro
del regista e quello degli attori chiamati a dare vita al mondo
poetico dell’auto-re. Mentre il pubblico del teatro è in attesa che
cominci lo spettacolo si sente un alter-care sempre più agitato
dietro il sipario. Tra gli artefici dello spettacolo manca
l’accordosul modo di rappresentare la commedia tratta dalla novella
di Pirandello Leonora,addio!. Ecco l’occasione per una nuova
riflessione su “che cosa è il teatro?”. Riflessioneche Pirandello
svolge mescolando la storia di gelosia raccontata dal testo
teatrale e icontrasti tra coloro che si accingono a metterlo in
scena.
Il cantautore e la sua musica “infinita”
Quella volta con Gad LernerRicordo l’imbarazzo palpabile,
l’apertura in un sorriso liberatorio e poi dinuovo il dubbio che
s’impadroniva di Umberto Bindi, quando lo andai atrovare nella sua
modesta casa di Roma nella primavera del 1991, forseriaprendogli
una ferita esistenziale.Che senso aveva prolungare in un’Italia
ormai evoluta la reticenza dietro cuiaveva sempre custodito la sua
omosessualità? Ma si rendeva conto del donoprezioso che avrebbe
fatto a tanti suoi coetanei vissuti come lui nel nascondi-mento, e
ai giovani ancora impauriti di affacciarsi gay alla vita?Stavo
preparando per la Raitre di Angelo Guglielmi la prima diretta
televisivadedicata alla condizione omosessuale in Italia. Col
locata in una data noncasuale, il 28 giugno, festa dell’orgoglio
omo sessuale, e da tenersi in un teatrodi Bologna perché lì la
presenza pubblica gay aveva già ricevuto legitti-mazione dal
Comune. Ricorrenze e ambienti fatti apposta per spaventare
ilmalinconico Umberto Bindi, che però si sentiva sollecitato a
mettere unpunto fermo alla sua biografia, e di cer to a tante
sofferenze. Il suo compagnoaveva gli occhi che luccicavano. Bindi
oscillava, temeva la riprovazione fami-liare almeno quanto
desiderava vivere un simile momento liberatorio.L’assenso mi giunse
insperato e commovente, tormentatissimo. Non di -menticherò mai
Umberto Bindi che nel camerino del teatro Testoni di Bo -logna
piange e si ritrae: fino all’inizio della trasmissione dubitai che
dav veroarrivasse quella sigla iniziale in cui speravamo: “Il
nostro concerto”.La cipria ricoprì quelle lacrime, e poi di nuovo
si disciolse quando le manicominciarono a scorrere sul pianoforte.
Una voce rotta, sussurrata, poi ilcrescendo di un sollievo
collettivo, e un forte senso di liberazione. Il patto conUmberto
Bindi era chiaro, e fu rispettato: neanche una parola d’intervista,
soloquel gesto. Un regalo a tanti omosessuali infelici, e a lui
stesso per primo.
Gad Lerner
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ottobre 2010 | gennaio 2011
La musica è infinita l 5
m e s s o i n s c e n a d a A n d r e a L i b e r o v i c i . G
i u s e p p e C e d e r n a p r o t a g o n i s t a
Un viaggio, alla scoperta dimusiche mai ascoltate perparole mai
scritte, alla scopertadi un artista rimasto per tantipoco più di un
nome legato aun pregiudizio. È l’ultima provadi teatro-canzone di
Gian PieroAlloisio, autore de La musica èinfinita, lo spettacolo su
Um -berto Bindi prodotto dal TeatroStabile di Genova, in
collabora-zione con la Regione Liguria,che andrà in scena alla
Cortedal 18 al 21 novembre conGiuseppe Cederna e la regia diAndrea
Liberovici. «Lo spettacolo ricostruisce lavita di Bindi attraverso
il ric-chissimo materiale trovato nel -la sua ultima casa, un
bilocalein provincia di Viterbo» raccon-ta l’autore che, su
incarico dellaRegione, sta realizzando unarchivio informatico per
recu-perare e promuovere quel pa -trimonio che il compagno e
lasorella del cantautore gli hannoaffidato dopo la morte di
Bindi,avvenuta nel 2002. Quasi unaltro segno del destino per Al
-loisio, che ha due ricordi musi-cali precisi della sua infanzia:La
ballata del Cerruti di Gior -gio Gaber – con il quale poi
halavorato – e Il nostro concertodi Bindi, due canzoni che glifece
ascoltare sua madre per laprima volta quando era bambi-no e che, in
qualche modo,hanno segnato la sua vita.Nella casa di Bindi,
Alloisio hatrovato nastri, spartiti, testi,fogli del diario, circa
tremiladocumenti cartacei in tutto,200 musicassette, 150 ampex.«In
questo spettacolo – spiega– cerco di far fare agli spettato-ri il
percorso che ho fatto io daquando ho iniziato a
occuparmidell’eredità di Bindi. Io non loconoscevo bene: mi aveva
con-tattato nel 1989, proponendomidi scrivere dei testi sulle
suemusiche ma poi ci eravamopersi e non se n’era fatto nien-te.
L’idea che avevo di lui,comunque, era più legata allasua immagine
di artista emargi-nato per la sua omosessualitàche al suo essere
musicista». E,invece, la scoperta di tanti
pezzi musicali, registrati via viacon mezzi sempre meno
evolutitecnologicamente a causa delpeg giorare delle condizioni
eco-nomiche di Bindi, ha messo Al -loisio di fronte a un mondo
sco-nosciuto e inaspettato, e a tantigeneri musicali diversi. «Per
Bin-di fu usato per la prima volta iltermine cantautore ma, in
realtà– osserva – lui era un composi-tore e il suo era un
messaggiomusicale, diversamente dai can-tautori del suo tempo per i
quali,invece, il messaggio era affidatosoprattutto alle pa role. E
quelloche emerge di lui è soprattuttola sua fedeltà a se stesso, al
suoessere musicista fino all’ulti-mo. Lo spettacolo vuole essereun
invito a ciascuno di noi ariscoprire la fedeltà a se stesso,
ariconoscersi in un’azione positi-va». Attraverso il percorso
dram-maturgico quindi anche il pub-blico entra in quella casa e
sco-pre poco a poco frammenti del -la vita di Bindi e tracce
dellepersone che passarono di lì.«Ho trovato una registrazione
diTenco che fischia la melodia diUn giorno dopo l’altro, in un na
-stro con la scritta: Tenco perBindi» racconta ancora Alloisio.«Ci
sono anche favole in musicaper bambini, come Scarpetterosse, una
versione della fiabadi Andersen rielaborata daGiorgio Calabrese,
che ho inse-rito nello spettacolo. Mi è statodetto, invece, che
FernandaPivano si fermò due settimane acasa di Bindi ma fatichiamo
a
G i a n P i e r o A l l o i s i o G i u s e p p e C e d e r n
a
na I): « Ca ra Isa bel la, ho una pro -posta che mira al vostro
bene, ese vorrete ascoltarla ciò che èmio è vostro e ciò che è
vostromio». Una proposta alquantooscena, simile a quella che
aIsabella aveva fat to Angelo e chesembrava aver fatto scattare
l’in-dignazione del Duca. Certo imezzi usati dall’uno e
dall’altroper concupire con successo lafanciulla, destinata
altrimenti allavita monacale, sono diversi, anziopposti: la
minaccia di un ma le(nel caso di Angelo), l’offerta diun bene (nel
caso del Du ca). Ma,diversi i mezzi, identico il fine. Uncaso,
quello del Duca, di caritàpelosa. Anzi, la sua occasione dibene,
cioè il mezzo per vincere lafanciulla, è data proprio dal maledi
Angelo. Non sarebbe esistitaal trimenti. In certo senso, l’azio-ne
del Duca sfrutta (a suo van-taggio) quella del vicario ch’egli,per
la sua cattiva azione, condan-na a morte (salvo perdonarlo incambio
del ma trimonio conMariana). Alla fine, l’unico che fauna brutta
fine è un certo Lucio,un po ver’uomo condannato al laforca per aver
sparlato del Duca,cioè per aver attentato alla suaonorabilità!
9. E Isabella? Isabella avrebbe lapossibilità di scompaginare il
lie to,ipocrita fine, semplicemen te rifiu-tando la proposta del
Duca. Ma nonsappiamo se lo fa. Il dra mma siconclude sen za che le
sia data l’ul-tima pa rola e così rimaniamo in so -speso, nel
dubbio se anch’essa siavittima di contraddizioni e se lasua virtù
sia soltanto un’esibizione,destinata a cessare di fronte
allaproposta d’un vecchio che l’allettacol luccichio del
potere.
10. In breve, le ultime battutemesse in bocca al Duca
illumina-no retrospettivamente tut to l’in-treccio teatrale. Nes
suno si sa -rebbe aspettato una simile con-clusione, per la pia
fanciulla chesognava di offrire la sua verginitàalla vita
conventuale. È precisa-mente un coup de théâtre, unosberleffo al
potere, rivolto nonsolo contro il corrotto Angelo, maanche contro
il virtuoso Duca.Dunque, una denuncia del velenoche il po tere
sempre e comunquecontie ne e che in tossica chiun-
que lo maneggi. Sottoquesto aspetto, Mi -sura per misura nonè
una tragicommediama, contrariamente aquanto detto all’ini-zio, è
una vera, auten-tica rappre sentazionetragica del po tere.Gustavo
Zagrebelsky
La tragicommedia della giustizia(segue da pagina 2)
L A V I T A È U N A C A N Z O N EC o n v e r s a z i o n e c o n
G i a n P i e r o A l l o i s i o
trovare i suoi testi». I docu-menti ritrovati a casa del
can-tautore svelano, insieme al suoamore sconfinato per la ma -dre,
anche un mondo inedito direlazioni interpersonali, come«l’amicizia
fra Bindi e unasignora romana che ogni tantoandava a trovarlo per
guardareinsieme film in bianco e nero».E poi ci sono tante canzoni
contesti di grandi autori, comeMogol, e tante musiche a cuiAlloisio
ha messo un testo,alcune delle quali verrannoeseguite nello
spettacolo. «Sto cercando di fare unarchivio consultabile dagli au
-tori – spiega Alloisio – percompletare i brani musicali: lecanzoni
di Bindi sono ancoramolto ri chieste nel mondodella discografia».Le
pagine del diario e alcuneconfessioni registrate,
invece,raccontano, qualcosa di piùdell’uomo: «Era una personache
aveva sofferto molto per lasolitudine» spiega Al loisio.«Lui diceva
che tutti i pro blemierano cominciati quando i suoiproduttori
avevano deciso difarlo cantare in pubblico. Eraconvinto che se si
fosse limita-to a fare il compositore, dietrole quinte, non avrebbe
avutoproblemi: il suo corpo invecenon poteva mentire. La sua
sen-sibilità non ce la faceva a reg-gere allo star system. Del
restoneanche Luigi Tenco e PieroCiampi ce l’avevano fatta».
Annamaria Coluccia
6. Claudio e Giulietta. Claudiosembra di spo sto a se guire il
suode stino, ma, appena se ne pre-senta la possibilità non esita
achiedere, minimizzandolo, il sa-crificio di Isabella, sebbene es
sasia votata alla verginità del con-vento. Non è certo un esem pio
didignità, il suo dialogo con la sorel-la. Inizia col proposito di
prepa-rarsi santamente alla morte, maappena si apre uno spiraglio,
perquanto infamante per Isabella, nonesita ad aggrapparcisi,
dimenti-cando le parole no bili dette appe-na un minuto pri ma.
Isabella, infat-ti, reagisce du ra mente, colpendo ilfratello con
un’accusa infamante(atto III, scena I): «Ah, tu bestia!Vi gliac co
infedele! Miserabile di -sone sto! Vuoi che io ti rifaccia uo -mo
con il mio vizio? Non è una spe-cie di incesto trarre vita dalla
ver-gogna della tua stessa sorella?». EGiulietta? Che legame
d’amoresarebbe quello ch’essa accetta, conun uo mo vile che non ha
esitato asacrificare l’onore di una sorella?
7. Mariana, a sua volta. È di -sposta ad accettare il
matrimoniocon Angelo, un uomo che setteanni prima l’ha abbandonata
perragioni di meschino interesse (ladote persa in un
naufragio),ragioni per di più coperte con lacalunnia d’aver trovato
in leicomportamenti riprovevoli; unuomo che le si è unito
carnal-mente, credendola un’altra don -na; un uomo che ora la sposa
soloper sfuggire alla sentenza dimorte che, altrimenti,
sarebbestata eseguita su di lui, per ragio-ni non diverse da quelle
in basealle quali egli aveva condannatoClau dio: misura per
misura.
8. Il Duca è apparentemente lafigura positiva di tutto il
dramma,colui che scioglie i nodi e sistemaogni cosa al suo posto.
Fin troppobene, però, perché anche lui citrova il suo vantaggio.
Sembravaessere il principe disinteressato,benefattore, protettore
dei debo-li e vendicatore della giustizia. Maalla fine anche la sua
figura vienesporcata dal sospetto – anzi piùche dal sospetto –
d’ipocrisia. An -gelo non otterrà Isabella, la “bellafanciulla”
alla quale il vecchioDuca non lesina la sua paternaprotezione;
l’otterrà, o almenocercherà d’ottenerlaproprio lui che, inquesto mo
do, si mani-festa come un “dop-pio” del suo corrottovicario. Dopo
es sersiprodigato per gli altri,alla fine si svela inquella che è
la suaintenzione (atto V, sce -
” nel ricordo degli amici
Stufo dei vecchi sistemi? ...e allora cambia!
QuotidianoON-LINEdi culturae tempo liberoin Liguria
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Il nuovo mododi fare informazione
in scena da Giuseppe Cerderna,sono venuti fuori dei tesori,
chenon si limitano alle quindici can-zoni inedite che saranno
eseguitedal vivo, ma comprendono anchemolti altri documenti, tra
cuialcune testimonianze di amici ecompagni di strada.Nella
trascrizione dattiloscritta diuna recensione radiofonica del1993,
ad esempio, Sandro Ciottiscriveva: «Bindi ha confermatola
straordinaria capacità di sta-bilire con gli ascoltatori un
pontenon effimero grazie alla sugge-stione di composizioni
eccezio-nalmente ispirate e affidate aorditi musicali resi
ulteriormen-te suggestivi da testi mai banali,che restituiscono al
le parole diuna canzone di gnità perdute».Quella stessa dignità che
il piani-sta Giancarlo Cardini dice di averscoperto nella musica di
Bindisin dagli anni del Conservatorio,dove insieme ai classici
«ascolta-vo senza alcuna prevenzione, eanzi con il massimo
possibile deipiaceri, soprattutto dal momen-to in cui, era il 1959,
apparve Ar -rive derci, cioè una delle canzonipiù belle di tutti i
tempi (la piùbella estremizzavo!) di cui miinnamorai subito. Lo
spartitoper canto e pianoforte di questacanzone e il relativo disco
a 45giri furono per me dei veri ogget-ti di culto. Il solo vedere
la coper-tina di Ar rive derci, ad esempio,con quel gioco fo
tografico dimani che si toccano, era suffi-ciente a mettermi in
quello statodi felicità interiore ca pa ce diilluminare un’intera
giornata».