L’APPROCCIO PSICOMOTORIO
L’approccio psicomotorio nasce in opposizione al concetto
tradizionale di educazione fisica come allenamento del corpo
finalizzato al miglioramento dei fattori esecutivi del
movimento, del controllo e rendimento motorio
Viene privilegiata la dimensione psicologica del movimento
(affettiva, cognitiva,relazionale)
(“Educazione Fisica Funzionale” Jean Le Boulch 1951)
Gli studi sulla psicomotricità hanno conferito
all’attività motoria, al gioco, alla comunicazione
non verbale, al dialogo tonico-emozionale
corporeo, alla espressione del Se fisico un
ruolo fondamentale nel processo educativo del
bambino in età evolutiva
L’approccio psicomotorio ha tentato
di superare la contrapposizione
dualistica mente-corpo, tipica della
nostra cultura occidentale, in base
alla quale l’attività intellettuale e
spirituale è superiore e
contrapposta all’attività fisica
“Purificare l’anima non significa forse separarla il più possibile dal corpo e abituarla a raccogliersi in se stessa …… liberata dal corpo come da una
catena?” Platone - Fedone
•Il corpo per Platone è la limitazione terrena dell’anima •I successori di Platone continuano a percorrere la strada del dualismo
La filosofia cartesiana del 1600 ha estremizzato la scissione mente – corpo attraverso la teoria della distinzione fra res cogitans e res estensa
•Per molti secoli l’educazione del corpo ha avuto come obiettivo preservare la salute attraverso il rispetto di alcune semplici regole: “molta aria, esercizio fisico e sonno” •Nell’antichità, nel Medioevo, fino ai giorni nostri (fascismo) oltre alla funzione igienica e ricreativa, l’educazione fisica ebbe l’importante funzione di preparazione all’arte della guerra.
•Il meccanicismo del ‘700 e l’era industriale alimentano la contrapposizione fra l’uomo macchina e l’uomo intellettuale, le professioni manuali e le professioni intellettuali più nobili •Il corpo diventa un mezzo di produzione e l’uomo viene sfruttato per la sua forza lavoro
Le Boulch (2000) afferma che un obiettivo del
lavoro psicomotorio è l’autonomia motoria del
bambino che viene promossa attraverso
un’educazione del corpo per la scuola del domani.
Modalità di intervento dell’educatore
L’educatore si pone inizialmente in un
atteggiamento di osservazione e di ascolto
Si concentra su quello che il bambino sa fare
piuttosto che su ciò di cui è carente
Accompagna, favorisce e orienta l’esperienza
di apprendimento soggettivo
La psicomotricità, definita scienza dello sviluppo
è nata a scopo terapeutico.
All’interno della scuola essa:
assume una forma ludica, variata, e partecipata;
valorizza l’emotività per un equilibrio psico-fisico.
L’insegnante delle attività motorie :
Valorizza le esperienze che abbracciano tutti gli aspetti della comunicazione (verbale e non verbale)
Gioco come attività ludica, come veicolo per recuperare la dimensione della corporeità
Gli spazi devono essere liberati dai vincoli per offrire ai bambini di poter vivere liberamente le relazioni educative
Corpo (visione complessa): natura relazionale, olistica, globale, dinamica
La psicomotricità nella didattica
L’educazione motoria, invece, si basa
sull’insegnamento di attività dirette a valorizzare
appieno gli aspetti percettivi, coordinativi e
strategico-tattici:
sviluppa gli apprendimenti delle abilità motorie e delle competenze
motorie
avvia gli studenti ai giochi sportivi e/o per un eventuale sviluppo
agonistico
In Italia la psicomotricità fece
la sua prima comparsa alla fine
degli anni Sessanta presso
alcune Scuole Speciali del
Nord Italia.
In Italia, lo sforzo più significativo di integrazione
dei concetti dell’educazione psicomotoria con quelli
della tradizione sportiva e motoria in senso stretto
sono le proposte di pianificazione presentate da
Trentin (1981), Massaro e Cinque (1982), Calabrese
(1974) e più recentemente da Nanetti (1996) e Cottini
(2003).
All'inizio del 1900 Duprè osserva che i disturbi
motori si associano a quelli mentali in un insieme
solidale ed interagente, tale da costituire delle
vere proprie coppie psicomotorie. A questo punto,
viene coniato il termine di psicomotricità.
Fra il secondo dopoguerra e i primi anni ‘70 De Ajuriaguerra (neuropsichiatra) pubblica il suo “Manuale di psichiatria del bambino”.
•La psicomotricità si afferma in Francia come disciplina autonoma negli anni ’70
•Si avvale degli apporti teorici di diverse discipline scientifico-culturali:
il comportamentismo, la neurofisiologia, la psicologia e la psicoanalisi, il cognitivismo (Piaget), la filosofia.
Comportamentismo
Gli atti motori diventano oggetto di studio scientifico
Gli atti motori sono delle risposte adattive alle stimolazioni ambientali (teoria stimolo-risposta di Watson)
L’apprendimento consiste in una modificazione del comportamento dovuta alle esperienze (prove ed errori)
Il metodo di indagine privilegiato è l’osservazione
Neurofisiologia
(P. Chauchard, G. Edelman, J. P. Changeux).
L’atto motorio intenzionale è dovuto all’attività
nervosa di aree aree frontali che anticipa il
movimento attraverso una sorta di
rappresentazione mentale.
Alcune aree sottocorticali, che agiscono a livello
inconsapevole, hanno un ruolo fondamentale nello
sviluppo, organizzazione e regolazione del
movimento.
Psicoanalisi identità tra l’io e l’io corporale
Freud ha restituito al corpo e ai suoi bisogni primordiali un ruolo centrale nella strutturazione della personalità.
Il movimento del bambino è espressione di un corpo vissuto portatore di bisogni inconsapevoli.
• Gli studiosi dello sviluppo affettivo
(Winnicott, Bowlby) hanno messo in
evidenza l’importanza dell’ambiente e dei
primi contatti corporei, del dialogo
tonico-emozionale con la madre (legame
di attaccamento e holding) per favorire e
stimolare il passaggio dalla dipendenza
all’autonomia del bambino.
PSICOLOGIA EVOLUTIVA
Giunge alla definizione di dialogo tonico
Il bambino vive il suo corpo come corpo in relazione
Il dialogo tonico è un modo di relazionarsi, una
funzione di comunicazione e di conoscenza.
Piaget e il cognitivismo Piaget ha studiato le fasi di sviluppo psicomotorio
in relazione allo sviluppo cognitivo.
L’intelligenza è la forma più evoluta di
adattamento del bambino all’ambiente e ha le sue
origini dall’esercizio e dalla trasformazione di
schemi motori innati.
Il metodo di studio privilegiato è l’osservazione
L’autore considera l’attività ludico-motoria
come canale per orientare il bambino
verso uno sviluppo completo producendo
un graduale ampliamento degli schemi
precedentemente acquisiti.
Per assimilazione si intende il processo con cui ogni
esperienza viene incorporata in schemi mentali già
esistenti, senza che essi subiscano modificazioni.
L’accomodamento, invece, modifica i concetti dell’individuo
sulla base di esigenze poste dall’ambiente: ci sarà
apprendimento di nuove modalità di pensiero con la
modificazione delle strutture.
I DUE PROCESSI FONDAMENTALI PER LO SVILUPPO DELLE STRUTTURE COGNITIVE
SONO: L’ASSIMILAZIONE E L’ACCOMODAMENTO.
Assimilazione
un bambino di pochi mesi che afferra un oggetto
nuovo per batterlo sul pavimento:
le sue azioni di afferrare e battere sono già
acquisite, ora per lui è importante sperimentarle
col nuovo oggetto.
Accomodamento
il bambino può svolgere un'osservazione attiva
sull'ambiente tentando altresì di dominarlo... se il
bambino si accorge che l'oggetto da battere per
terra è difficile da maneggiare, cercherà di
coordinare meglio la presa dell'oggetto.
A partire dagli anni 40 il gruppo di
Ajuriaguerra sviluppa le prime ricerche,
sul piano evolutivo, mettendo in
evidenza l’integrazione tra gli aspetti
relazionali e quelli motori.
Secondo Pisaturo (1996),
l’Educazione psicomotoria
sostiene il progredire
esistenziale della dinamica della
personalizzazione dell'essere.
Si tratterebbe di accompagnare la
trasformazione del programma innato, stabilito
geneticamente, attraverso la relazione
armoniosa con l’ambiente circostante, in una
costruzione voluta e desiderata di sé.
Essa utilizza il movimento quale
strumento indispensabile di
conoscenza del sé, dell’altro e
dell’ambiente.
L’essenza…..
Il movimento che si effettua come piacere della
relazione, desiderio di fare, gioia di esplorare e
di sperimentare consentirà al corpo di usufruire
delle qualità che potenzialmente contiene e
permetterà l’espressione di sé nel rapporto col
mondo.
Le ricerche più recenti di Edelman (1987, 2004)
Egli sostiene che le prime
discriminazioni coscienti della realtà
riguardano, necessariamente, le
categorizzazioni percettive legate al
corpo (il sé corporeo).
i propri moti interiori e la propria
gestualità
La categorizzazione percettiva non è altro che la
capacità di decifrare il mondo tramite le
afferenze sensoriali, le quali vengono collegate
ad un programma motorio.
Si basa sugli aspetti relazionali ed enfatizza l’espressività del bambino,
che per trovare una naturale esternazione, si deve svolgere in un
ambiente circondato da un’atmosfera di benessere.
Il luogo in cui il bimbo si proietta ed immagina le proprie azioni deve
evocare un piacere senso-motorio, l’espressività psico-motoria, la comunicazione ed il desiderio.
Le stimolazioni legate alla liberazione del piacere senso-motorio sono basate su attività motorie orientate su di sé (come rotazione, dondolamento e caduta); attività motorie orientate
verso l’esterno (quelle spontanee come arrampicarsi, cadere, correre); attività
svolte quasi in immobilità (tipico esempio è il rilassamento tonico).
Lo psicomotricista deve " agire col bambino o meglio agire in relazione
con lui " (educazione vissuta) attraverso una dimensione tonico-
emozionale e attivazione del piacere senso-motorio per far riscoprire il
piacere del movimento.
Questa tecnica muove i suoi passi per tappe
progressive, quali: l’esplorazione, la
conoscenza e la rappresentazione, che
implicano lo sviluppo cognitivo del bambino.
È indirizzata anche in situazioni di disabilità per
ripristinare e recuperare le abilità di quel
bambino laddove si sono arrestate.
(io-Io): educazione dello schema corporeo,
attraverso situazioni che riproducono il
dialogo tonico, il gioco corporeo, esercizi di
equilibrio del corpo e il controllo di sé;
(io-Altri): educazione al rapporto al mondo degli
oggetti;
(io-Mondo): educazione al rapporto con gli altri.
Educazione psicomotoria
Jean Le Boulch (1925-2001)
Medico. Educatore fisico bretone
•Critica il modello totalizzante della ginnastica tradizionale che non
tiene conto della soggettività individuale
• L’educazione motoria si propone di assicurare lo sviluppo
integrale, tenendo conto delle potenzialità individuali, di aiutare la
sua affettività ad espandersi ed equilibrarsi attraverso i rapporti
con l’ambiente
•Importanza del gioco libero come forma espressiva
La psicomotricità di Le Boulch è impostata sugli
aspetti neurofisiologici. Egli utilizza il
movimento come mezzo di educazione e di
formazione del soggetto, in quanto il suo
pensiero è radicato nel matrimonio psiche-corpo.
Egli concepisce un modello di educazione
psicocinetica, ovvero l'utilizzo del movimento
come mezzo di educazione globale della
personalità.
L’educazione psicocinetica assicura la
costruzione dello schema corporeo e garantisce
un’evoluzione armonica dell’individuo tramite
esercizi di coordinazione, di percezione e
conoscenza del proprio corpo, di aggiustamento
posturale, di percezione spazio-temporale e
anche attraverso il gioco.
L’educazione psicomotoria si applica fino alla
pubertà e ha lo scopo di favorire la genesi dello
schema corporeo ed è rivolto sia al soggetto
normale che al soggetto con disturbi motori.
Educazione psicomotoria significa sostenere il
progredire esistenziale di un soggetto (fase di
insegnamento) utilizzando il movimento quale
strumento nella conoscenza di sé ,dell'altro e
dell'ambiente;
Rieducazione significa rinnovare l'azione
educativa, riaccompagnare l'evoluzione
personale riprendendola da dove si è interrotta
(fase di intervento). Permettere al soggetto di
ricostruire la coscienza del proprio corpo;
Terapia indica l'insieme dei mezzi e delle
modalità impiegati per combattere la malattia a
partire dal sintomo.
1° Fase esplorativa - globale
L’educatore crea le condizioni per una
libera esplorazione dell’ambiente e del
problema motorio, senza eccessive e
dettagliate spiegazioni, dimostrazioni,
esemplificazioni, sollecitando il
bambino a trovare una sua risposta
motoria per tentativi ed errori.
• Nel processo di apprendimento prevale l’elaborazione delle informazioni sensoriali esterocettive: visive (colori, forme, dimensioni), uditive (rumori), olfattive (odori) e tattili. • L’insegnante osserva e ascolta l’allievo, valuta i pre-requisiti motori, acquisisce informazioni necessarie per programmare il suo intervento didattico
• Con i bambini più insicuri e portatori di disabilità, in questa fase, è necessario prestare attenzione al dialogo corporeo tonico-emozionale fra adulto e bambino, in cui l’adulto stabilisce un contatto fisico, attraverso lo sguardo, la voce e il contatto manuale, dapprima esteso, e poi sempre più ridotto, per trasmettere fiducia, sicurezza e distensione.
Il b.no manifesta l’esigenza di apprendere dei
modelli più efficaci di risposta, impara a
controllare le sue azioni e risposte motorie, e a
dissociare i movimenti.
Vengono mostrati degli schemi motori efficaci
che saranno tradotti in immagini motorie
interiorizzate ed elaborati.
2° Fase conoscenza, analisi e dissociazione
Nel processo di apprendimento motorio assumono un ruolo prevalente le informazioni propriocettive e cinestesiche e la funzione di interiorizzazione
I modelli interiorizzati vengono ripetuti e si arriva alla stabilizzazione degli automatismi, che renderà l’esecuzione indipendente dal controllo corticale superiore.
La perfezione dell'automatismo interiorizzato è così grande che, senza mantenere l'attenzione sui dettagli di esecuzione, esso si adatta con il massimo di flessibilità allo scopo da raggiungere.
3° Fase di stabilizzazione
Lo schema corporeo rappresenta l’intuizione d’insieme
che si ha del proprio corpo, sia in posizione statica
che dinamica, in rapporto alle diverse parti tra di loro
e, soprattutto, in relazione con lo spazio e gli oggetti
che lo circondano.
La realizzazione completa dello schema corporeo
secondo i classici della psicomotricità si conclude
verso gli 11/12 anni.
tappa del corpo vissuto (fino a tre anni
circa)
discreta padronanza del corpo grazie alla
relazione con l’ambiente e l’adulto.
tappa del corpo percepito (fino a sette anni
circa)
miglioramento qualitativo dei gesti,
accomodamento posturale e miglioramento della
regolazione tonica grazie all’associazione tra la
percezione e la verbalizzazione.
tappa del corpo rappresentato (fino a dodici
anni circa)
rappresentazione mentale del corpo e
discriminazione percettiva dei diversi segmenti
corporei.
Esempio….
i bambini intrecciano le dita delle mani, premono
le palme l’una contro l’altra, mantengono la
posizione mentre l’insegnante conta fino a tre,
quindi rilassano la tensione muscolare. Finalità:
percezione cinestesica delle pressioni in atto.
Esempio….
seduti a gambe incrociate toccare col pollice le
altre dita. Finalità: coordinazione fine e
coordinazione dei vari segmenti.
Esempio….
(a coppie) un bambino viene bendato e l’altro
deve produrre intorno al compagno dei rumori
con i ceppi prima alla destra, poi alla sinistra, poi
avanti e quindi dietro. Diventa interessante
notare da quale parte si girerà il bambino
bendato.
Finalità: dominanza, lateralità.
Per quanto, invece, attiene alla mano e quindi
all’arto superiore dominante sono utili le
esperienze imitative seguenti, tratte dagli
Harris tests:
fingere di lavarsi i denti con lo spazzolino;
fingere di pettinarsi;
fingere di soffiarsi il naso;
fingere di aprire una porta;
fingere di piantare un chiodo;
Parallelamente
all’evoluzione della
percezione del proprio
corpo avviene, nel bambino,
la percezione dell’ambiente
nelle sue componenti
spazio-temporali.
Spazio vissuto (fino a tre anni) lo
spazio del bambino è uno spazio vissuto
affettivamente in funzione ai propri
bisogni, con semplici schemi motori,
caratterizzato da rapporti di vicinanza,
di separazione, di ordine, di inclusione,
con l’esplorazione il bambino conosce e
impara.
Alcune proposte operative rispetto alla
discriminazione percettiva:
-valutare percettivamente la lunghezza,
la forma, il colore di una bacchetta,
-odorare profumi dei fiori,
-seguire una palla facendola rotolare a
terra.
Spazio topologico (fino a 5/7 anni) sono
rapporti di separazione o di continuità,
di ordine che introduce anche quello di
successione e di direzionalità.
Alcune proposte operative:
-dato un foglio l’insegnante dà i seguenti
comandi: disporsi sopra il foglio, sotto il foglio,
a destra del foglio, a sinistra del foglio,
davanti, dietro;
-mettere una pallina dentro il cerchio, fuori il
cerchio, ...;
-disporre degli attrezzi a terra secondo
l’ordine dato dall’insegnante.
Spazio proiettivo (verso 6-7 anni) il bambino
riconosce i rapporti tra gli oggetti , la loro
forma, ha degli schemi di riferimento
(orizzontale, verticale) riesce a rappresentare
i rapporti spaziali degli oggetti in rapporto a se
stesso e agli altri.
La profondità!
Alcune proposte operative:
- giochi con le ombre cinesi, disporsi
vicino/lontano da una fonte di luce.
Spazio euclideo (verso 7-8 anni), gli oggetti
vengono esaminati nei loro spostamenti nelle
relazioni metriche, nascono i rapporti di
lunghezza, di distanza e di superficie.
Alcune proposte operative:
- ci si dispone in tre con un elastico e un
pallone. Si costruisce un triangolo reggendo
l’elastico chiuso con le anche. I bambini si
passano la palla senza variare il perimetro;
- far costruire ai bambini dei percorsi e
riportarli graficamente su una piantina.
Il movimento si sviluppa nel tempo percepito
innanzitutto come durata del gesto (lento, veloce)
e, poi, come successione di gesti (prima, dopo). La
strutturazione temporale inizialmente è legata a
funzioni ritmiche vitali e questo momento viene
detto tempo vissuto (la respirazione, il ritmo
cardiaco).
Dal concetto di tempo vissuto come “l’istantaneità”
il bambino procede al tempo rappresentato, alla
capacità di prevedere e anticipare le azioni
attraverso la rappresentazione, alla strutturazione
di una serie di avvenimenti successivi.
Alcune proposte operative:
ogni bambino ascolta il proprio battito cardiaco,
la respirazione;
produrre suoni con diversi strumenti (legnetti,
nacchere, ecc.) seguendo la successione proposta
dall’insegnante;
camminare o correre per la palestra mantenendo
un ritmo costante;
Gli stimoli potranno essere legati ad immagini come ad
esempio “strisciare come fanno i bambini piccoli” oppure:
strisciare come il serpente;
strisciare come il coccodrillo (la musica il Carnevale degli
animali può essere stimolante per questa proposta);
il tunnel, si costruisce un tunnel ponendo un materassino
tra due panche poste lateralmente. I bambini devono passare
sotto strisciando.
L’insegnante che interviene sui bambini della scuola primaria
dovrà porre attenzione sull’appoggio contemporaneo a terra
della mano e del ginocchio opposto.
Le proposte saranno:
“Io cammino come il gatto di casa mia”. Imitare l’andatura
dell’animale;
l’arca di Noè, si dispongono a terra dei cartoncini su cui
precedentemente è stato scritto il nome di un animale. Ogni
bambino leggerà il nome dell’animale e lo imiterà cercando di
trovare il compagno con lo stesso animale.
Alcune proposte potranno essere utili per far
scoprire al bambino le parti del piede che vengono a
contatto con il pavimento e gli si insegna a usare il
piede in modo corretto:
camminare come le scimmie, camminare sui talloni,
camminare rullando sul piede dal tallone alle punte,
camminare all’esterno e poi all’interno del piede;
Questo gesto porta il bambino ad avere una
predominanza di arto rispetto all’altro.
Acquisizione della funzione dominante e
coordinazione.
1. Sensibilità tattile delle dita e delle mani:
- appallottolare un foglio di giornale con le dita e
con le mani, prima con una e poi con entrambe.
Modellare e manipolare plastilina, didò, pasta di sale.
Infilare su un filo la pasta cruda.
2. Passaggio dalla sensibilità tattile alla prensione:
- si tratta di imparare a trattenere l’oggetto per
poterlo poi lanciare, alcuni esercizi di stimolo
potranno essere il consegnare ad ogni bambino una
pallina di spugna e una di tennis. Far stringere prima
la pallina di spugna e poi quella da tennis;
3. Integrazione dell’attrezzo allo schema corporeo
del bambino:
- consegnare la palla ad ogni bambino e lasciarlo
giocare con essa senza imporgli degli schemi di
movimento. Dopo un poco dare dei suggerimenti
come per esempio: lanciare la palla in alto,
palleggiare, finché il bambino non sarà in grado di
controllare l’attrezzo.
4. Coordinazione senso –motoria. Essa tiene conto
del corpo in genere e delle sensazioni che da esso ne
derivano in relazione alla palla. Alcuni esercizi
potranno essere:
- condurre la palla per la palestra usando le varie
parti del corpo.
5. Coordinazione oculo–manuale. Alcuni esempi
operativi potranno essere:
- a coppie lanciare e ricevere il pallone passandolo
in vari modi (due mani al petto, con una sola mano);
6. Coordinazione oculo-dinamica. Alcune proposte
saranno:
- viene fatto rotolare un cerchio sul pavimento
dall’insegnante, i bambini devono cercare di far
passare la palla da tennis dentro al cerchio
facendola rotolare;
7. Coordinazione ideo-motoria passando da bersagli
orizzontali a bersagli verticali. Alcune proposte
saranno:
- consegnare una pallina ad ogni bambino ed
invitarlo a lanciare su un bersaglio posto sulla
parete;
- fuochi d’artificio: l’insegnante è al centro della
palestra ed ha a disposizione uno scatolone pieno di
palle di vario genere e dimensione. Egli annuncia a
gran voce : i “fuochi”, e comincia a lanciare
velocemente in alto e in tutte le direzioni un gran
numero di palle. I bambini corrono a riprenderle e le
riportano nello scatolone.
Batteria Piaget-Head
permette di studiare nel
bambino l’acquisizione
stabile della nozione
destra-sinistra.
Si presentano 9 figure rappresentanti delle gestalt
differenti, che il soggetto deve riprodurre come
vede. La valutazione dipende dalla forma delle figure
riprodotte, dal rapporto in cui si trovano le une con
le altre, dalla collocazione nello spazio e dalla
successione temporale.
La scala prevede 10 prove per ciascun livello
(controllo posturale e motricità, coordinazione
oculomotrice, linguaggio e relazioni sociali e
personali).
Permette di studiare i ritmi di sviluppo in ciascuna
area e di individuarne un eventuale ritardo.
Il test costituisce uno strumento clinico e di ricerca
con il quale valutare la percezione visiva, la memoria
visiva e le abilità visuo-costruttive.
Il BVRT fornisce 3 forme alternative quasi
equivalenti del compito (le forme C, D ed E). Ogni
forma consiste di 10 disegni, ed ogni disegno
contiene una o più figure geometriche di crescente
difficoltà, che il soggetto deve riprodurre dopo un
breve tempo di osservazione.
Questa prova consiste nel discriminare più
rapidamente possibile e contrassegnare (barrer)
alcuni simboli o segni mescolati ad altri, in mezzo ai
quali possono essere facilmente confusi.
In età evolutiva permette di decifrare la causa di
risultati scolastici carenti se dovuti a ritardo
intellettuale o motorio, ad un deficit speciale di
discriminazione percettiva.
La Movement ABC è composta di due parti: un test
di performance, costruito per essere somministrato
individualmente e che richiede al bambino di
eseguire una serie di compiti motori, semplici e
divertenti, (varie prove di abilità manuale, giochi con
la palla e abilità di equilibrio),
ed una checklist di osservazione che deve essere
completata da un adulto (genitore, insegnante,
esaminatore), che sia familiare con l’attività
motoria quotidiana del soggetto.
È stata ideata per identificare e quantificare
difficoltà del movimento che potrebbero
influenzare l’integrazione scolastica e sociale del
bambino.
Riesce anche ad identificare bambini con segni
neurologici minori, come la disprassia e l’impaccio
motorio.
I test di performance
Le tipologie di compito sono: destrezza manuale,
abilità con la palla, equilibrio statico ed equilibrio
dinamico. Le fasce d’età sono: 1 (4-6 anni), 2 (7-8
anni), 3 (9-10 anni), 4 (11-12 anni).
Le prove forniscono un punteggio grezzo,
confrontabile con dati di riferimento ottenuti su
un campione normale. Il punteggio globale, che si
riferisce all’intero test, esprime il livello di abilità
motoria del bambino.
La checklist di osservazione
La checklist consiste di 48 item relativi al
comportamento del soggetto, divisi in quattro
sezioni, (bambino stazionario/ambiente stabile,
bambino in movimento/ambiente stabile, bambino
stazionario/ambiente che cambia, bambino in
movimento/ambiente che cambia), ciascuna delle
quali considera la performance del soggetto in
situazione progressivamente più complesse.