-
Settimanale di attualità - cultura - sport | n. 49 del
30-12-2020
Anno XXVII, numero 49 - 30 dicembre 2020 - Reg.Trib. di Modena
n. 1177 del 7.10.1993Iscritto al registro degli Operatori di
Comunicazione - R.O.C. con il n. 2712
La demografia è scienza crudele, perché fredda, ma onesta.
L’andamento delle morti a Carpi negli ultimi 43 anni, dà una media
di 627 decessi ogni anno. Gli scostamenti maggiori si rilevano, in
meno nel 1978, con 479 morti; e in più nel 2016, con 743. Il dato
ufficiale dei decessi in città, con o per il Covid, desumibile a
tutt’oggi è di 111. Per conoscere esattamente l’incidenza sui
decessi della pandemia – ferma restando la difficoltà di ascriverli
al Covid come causa o concausa – c’è solo da attendere di conoscere
di quanto sia lo scostamento del 2020 rispetto all’andamento del
quarantennio considerato. Sorprende che nessuno, finora, abbia
tenuto presente queste serie numeriche.
***Quali le promesse mantenute nel 2020? è stato chiesto al
Sindaco. E lui: vanno avanti la bretella per Fossoli, il Torrione,
la Casa della salute, il Care residence. Considerato il Covid, si
può accettare che nulla di tutto questo sia arrivato ancora alla
conclusione. Ma con il riferimento alla “rivoluzione nell’ambito
della mobilità” ha rovinato tutto. Auguri a lui, comunque, e a
tutti noi.
METACARPI AUGURI
Croce Rossa ItalianaComitato di Carpi
Via Guastalla, 541012 Carpi (Modena)Tel. +39 059 654 463
[email protected] - www.cricarpi.it
Nel Ringraziare i nostri gentili clienti
e i nostri collaboratori:
Auguriamo un Felice 2021
Giancarlo, Cristina, Donata, Linda, Sara, Daniela, Annalisa,
Alessandra, Marco,
Marianna, Monica, Elisa, Norino, Vincenzo, Chiara, Davide e
Federico
Agenti generali: Denni Bigi, Luca Santachiara
SINERGIE SRL consulenze assicurative
CARPI (MO)Viale Peruzzi, 26 059 653691 - fax 059 653723
MIRANDOLA (MO)Via Gramsci, 500535 25404 - fax 0535 610466
[email protected] [email protected]
ALLIANZ SPA - Agenzia Generale Carpi 0558
Fuori dal virusriconciliandoci
con un mondo offeso
-
È il momento giusto.Ve lo garantiamoal 110%.Efficientamento
energetico e interventi antisismici?Se sei un privato, con
l’Ecobonus 110% ottieni finoal 110% di detrazioni fiscali.
Approfitta di Ecobonus 110% per migliorare la tua casa.
Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Offerta
soggetta ad approvazione della banca.Le informazioni riportate sono
basate sul Decreto Rilancio (D.L. 34/2020, convertito in legge
77/2020). Sono in corso di emanazione i provvedimenti attuativi
dell’Agenzia delle Entrate e del Ministero dello Sviluppo
Economico, pertanto i criteri e le informazioni ad oggi disponibili
potrebbero subire cambiamenti.
bper.it 800 22 77 88
Ti aspettiamo in filiale e su bper.it
È il momento giusto.Ve lo garantiamoal 110%.Efficientamento
energetico e interventi antisismici?Se sei un privato, con
l’Ecobonus 110% ottieni finoal 110% di detrazioni fiscali.
Approfitta di Ecobonus 110% per migliorare la tua casa.
Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Offerta
soggetta ad approvazione della banca.Le informazioni riportate sono
basate sul Decreto Rilancio (D.L. 34/2020, convertito in legge
77/2020). Sono in corso di emanazione i provvedimenti attuativi
dell’Agenzia delle Entrate e del Ministero dello Sviluppo
Economico, pertanto i criteri e le informazioni ad oggi disponibili
potrebbero subire cambiamenti.
bper.it 800 22 77 88
Ti aspettiamo in filiale e su bper.it
-
SOMMARIO
Alberto Bellelli: dopo il bilancio di guerra del 2020, una
manovra finanziaria di ripartenza per il 2021a pagina 5
Giorgio Benincasa, segretario Cgil: per economia e lavoro un
anno da dimenticare, speriamo nel prossimopagina 7
IN VETRINA di Paolo Covezzi
SETTEGIORNIL’ultimo Settegiorni del 2020 ci serve per ricordare
le nuove modalità di lettura di Voce che dal 2021 prevedono
l’abbonamento ai contenuti web – veicolati dalle newsletter
quotidiane in ripresa dal 4 gennaio – e al settimanale in arrivo
tramite mail ogni venerdì.
Vogliamo qui ricambiare gli indirizzi augurali di Buon Anno a:
Azienda Usl Modena - Amministrazione comunale di Carpi - Ushac
Carpi - Amici del fegato onlus - Enrico Campedelli - Alessandra
Selmi, avvocato - Geo Editoriale Verona - Les Halles - Fondazione
Cassa Risparmio Carpi - Fondazione Cassa di Risparmio Modena - Gian
Carlo Spaggiari - Massimo Provasi - Croce Blu Carpi - Spazio
Cultura e Centro Polivalente Limidi - Mario Lugli - Seta spa -
RekorData - Monica Argilli, Aimag - Monica Brunetti, av-vocato -
Gianni Bassoli - Benedict school, Carpi - Ristorante L’Incontro -
Dino Pegoraro - Donne da Sogno - Touring Club Italiano -
Supermercati Sigma - Carpi Golf - Aero Club Pavullo - Rizzoli Tech
- Centro Vivere Donna - Fondazione Fossoli
Direttore responsabile: Florio Magnanini ([email protected])
Hanno collaborato a questo numero: Claudia Rosini, Fabrizio
Stermieri, Magda Gilioli, Valeria Cammarota, Enrico Ronchetti,
Davide Setti, Marco Colletta, Fabio Garagnani, Enrico Bergianti
Per le rubriche:Giuliano Albarani (Micromega)Paolo Covezzi (In
vetrina) Adamo Neri (Libero pensiero) Segreteria di redazione:
Paola Guerzoni ([email protected]) Ufficio commerciale (tel.
059 698050) Vanna Fornasari - [email protected] Judith
Waldner - [email protected]
Edito da Società editoriale D&F srl. sede legale, redazione
e amministrazione: via Catellani, 11/A - 41012 - CARPI tel.
059694050
Accoglienza e professionalità alla portata di tutti
CARPI · VIA LENIN 9O59 69 65 67335 82 63
[email protected]
Phot
o by
Xia
olon
g W
ong
on U
nsp
lash
Gian Carlo Spaggiari, ingegnere. Aimag ha pubblicato il suo
Manuale sull’analisi degli investimenti pagina 21
-
5n. 49 - 30 dicembre 2020ECONOMIA
Non accadeva da dieci anni: il bi-lancio di previsione del
Comune di Carpi – una manovra da poco più di 92 milioni, 53 di
spesa corrente e 39 di quota 2021 del piano triennale investimenti)
– approvato entro l’anno solare, a ruota dell’appro-vazione della
legge finanziaria del Governo, peraltro ancora alle prese con il
Senato. Alla presentazione alla stampa, prima dell’ultimo Consiglio
comunale dell’anno convocato per l’approvazione, si è avvertita
forte e chiara la soddisfazione del sindaco Alberto Bellelli per
quella che ha definita una prova di compattezza ed efficienza della
sua Giunta. Tanto più significativa, gli ha fatto eco l’assessore
al Bilancio, Mariella Lugli, se si pensa che neppure Modena c’è
ancora riuscita, mentre in provincia il traguardo l’hanno tagliato,
oltre a Soliera e Campogalliano, solo qual-
che comune dell’area delle ceramiche e Concordia, nell’Area
Nord.
Proprio il “tempo”, del resto, è stato individuato dal Sindaco
come uno dei termini che servono meglio a connotare un bilancio che
grazie a questa sua tempestività – si pensi che il bilancio 2020 fu
approvato a maggio – mette subito il Comune nelle condizioni di non
dover ricor-rere a una spesa contingentata per dodicesimi e di non
perdere neanche un giorno sul percorso attuativo di un piano
investimenti che la stessa Lugli non ha esitato a definire
“particolarmente ambizioso”. Benin-teso, ammonisce sempre il Primo
cittadino: questo è un bilancio che si potrebbe considerare
“basico”, nel senso di legato per un verso al qui e ora di una
legge finanziaria che sarà soggetta a molte modifiche da parte del
Governo nei prossimi mesi; e per
un altro verso ai due fattori essenziali sui quali è stato
costruito, vale a dire mantenere inalterata la pressione fiscale e
provvedere ad alcuni inve-stimenti urgenti. Ed è la ragione per la
quale, «...su questo bilancio – ha scandito il Sindaco – chiederò
alle opposizioni un voto non contrario, mentre potranno esercitarsi
sulle variazioni che si renderanno necessa-rie in corso
d’opera».
I numeri, invece, stanno tutti dentro agli altri due termini,
questa volta due aggettivi, con i quali si è voluto caratterizzare
la manovra dell’anno prossimo: “solido” e “soli-dale”. Solido,
spiega l’assessore Lugli, perché i conti sono stati fatti quadra-re
già con le sole forze del Comune, senza ancora inserirvi i
trasferimenti dallo Stato e senza poter più contare sul milione di
euro legato al sisma (compensazioni per le minori entrate
Il bilancio comunale:dall’emergenza alla ripartenza
COMUNE - La pressione fiscale più bassa in regione fra i Comuni
sopra i 50 mila abitanti. Ridotto l’indebitamento
-
6n. 49 - 30 dicembre 2020ECONOMIA
Imu da immobili inagibili e fondo di solidarietà). Solido, ha
aggiunto Lugli, perché dispone dell’immediata disponibilità di tre
milioni di euro derivati dagli avanzi di parte cor-rente e
investimenti del 2020, con la possibilità di destinarne da subito
715 mila alla defiscalizzazione, al fondo Covid e, per 315 mila
euro, al sostegno del centro storico. Solido infine, ha ricordato
sempre l’Assesso-re, perché l’indebitamento pro capite è stato
ridotto dai 384 euro del 2014 ai 147 del 2020, con la possibilità
di contrarre nuovi mutui che lo faranno
risalire a 198, ma sempre entro termi-ni accettabili. Quanto
all’aggettivo “solidale”, il suo significato sta tutto
nell’inchiodare l’aliquota Irpef, come avviene ormai da sette anni,
allo 0,5 con esenzione per le fasce di reddito fino a 8 mila euro.
Ma anche nel dato di una pressione fiscale contenuta in 359 euro
pro capite che fa di Carpi, in Emilia Romagna, il Comune meno esoso
fiscalmente fra tutti quelli con più di 50 mila abitanti.
Ma l’equazione virtuosa più spesa utile, più investimenti, meno
debito e meno tasse come fa a stare in piedi?
Molto dell’ottimismo dimostrato da Sindaco e assessori si
riversa sul-la novità di un piano triennale degli investimenti da
più di 76 milioni, dati dai 65 del triennio 2021/2023 somma-ti agli
11 ereditati dal 2020 (la quota 2021 ammonta a 39,4 milioni).
L’as-sessore Marco Truzzi li ha illustrati con la metafora di un
tempio retto da sette colonne dove si vede subito che la parte del
leone, nel triennio, la faranno le manutenzioni e le
ristrut-turazioni, seguite da infrastrutture e mobilità, turismo e
centro storico, rigenerazione e sicurezza, ambiente e territorio,
sport ed energia. Sono circonfusi sempre da un alone di
par-ticolare fascino, gli investimenti, per-ché evocano progetti e
visioni che non si vorrebbe definire sogni. Ma quando si legge
nella quota 2021 degli investi-menti l’apporto dell’Autobrennero
spa
I sette pilastri degli investimentitra realismo e visione
La si pagherà con l’utilizzo in spesa corrente di circa 700 mila
euro di oneri di urbanizzazione (e per il bene del territorio e del
suolo da preser-vare sarebbe bene che ci si fermasse lì), con molta
fiducia nel recupero dell’evasione e con l’azzeramento di ogni
prospettiva di aumento del per-sonale. Il che non suona benissimo,
in un’Amministrazione con piani così ambiziosi e con apparati
dirigente e di quadri intermedi già così all’osso. Come si farà,
poi, ad attuarli secondo le aspettative?
f.m.
TURISMO e CENTRO STORICO SPORT
MANUTENZIONE e RISTRUTTURAZIONI ENERGIA
AMBIENTE e TERRITORIO RIGENERAZIONE
e SICUREZZA
INFRASTRUTTURE e MOBILITA’
12,4 mln € 3,9 mln € 23,3 mln €3,7 mln € 4 mln €
11,3 mln €12,9 mln €
PREV. INVESTIMENTI: 7 PILASTRI 2020/2023
Target 76,2 mln €
alla nuova uscita dal casello dell’A22, non si può fare a meno
di ricordare tutte le incognite che gravano tuttora sull’assetto
della società autostradale e che stanno bloccando da anni que-sta
soluzione, insieme a Cispadana, bretella Campogalliano Sassuolo e
un’infinità di altri interventi. Lo stesso vale per il
prolungamento del sottopasso della stazione per il quale qualche
assessore ha sperimentato quanto sia difficile rapportarsi con le
Ferrovie dello Stato.
Appare invece abbastanza sicura la copertura della
ristrutturazione del “biscione” che con i suoi 9 e passa milioni di
euro fa schizzare in testa alla quota investimento 2021 proprio la
voce “rigenerazione e sicurezza”. Il fanalino di coda in fatto di
inve-stimenti, almeno nel 2021, è la voce “ambiente e territorio”
con 400 mila euro legati alle azioni di contrasto al cambiamento
climatico, mentre il grosso è rappresentato dalla messa a punto di
piani e progetti. Anche lo sport occupa le ultime posizioni, con
1,3 milioni assorbiti soprattutto da ampliamenti di impianti e
contributo alla piscina. Anche qui non mancano previsioni di piani
e progetti: i percor-si salute nei parchi ereditati dal 2020 e
quello del palazzetto dello sport. Ma a quello dovrebbe pensare la
Fonda-zione Crc.
-
7n. 49 - 30 dicembre 2020ECONOMIA
LAVORO - Intervista a Giorgio Benincasa, responsabile della
Camera del Lavoro di Carpi
di fabrizio Stermieri
Il 2020 è stato un anno orribile sotto molti profili, anche
sotto quello produttivo, lavorativo ed occupazio-nale. Ne abbiamo
parlato con Giorgio Benincasa, responsabile dall’ottobre 2017 della
Camera del Lavoro di Carpi e coordinatore per la Cgil del Distretto
carpigiano.
Benincasa, visto dalla finestra di Carpi della Camera del
Lavoro, quali impressioni restano in mente per quest’anno che si
conclude?
«Sicuramente un anno drammatico da molti punti di vista, in
primo luogo da quello sanitario con piu di 2 milioni di contagiati
e 72.300 morti in Italia, 30.221 contagiati e 905 morti in
provincia di Modena e per il forte impatto sia sulle famiglie
colpite e sia sulle strutture sanitarie e tutti I lavoratori che vi
operano. Certamente i lockdown nel periodo marzo-maggio e poi
quello a zone rosse-arancioni-gialle di ottobre-di-cembre hanno
depresso il sistema produttivo con forti ripercussioni sul lavoro,
i redditi e l’occupazione. Le ore di Cassa integrazione per
le aziende industriali (Cigo, Cigs, Cigd) nel periodo
gennaio-novembre in provincia di Modena sono state 55 milioni che
equivale a dire che sono stati “sospesi” 30 mila posti di lavoro
full time. A queste ore vanno aggiunte le ore di utilizzo degli
am-mortizzatori degli altri settori: il Fis (commercio, servizi),
il Fsba (aziende artigiane). Nel distretto di Carpi sono state
coinvolte un migliaio di aziende e circa 7 mila lavoratori.
Poi ci sono Ie centinaia di lavoratori precari a cui non è stato
rinnovato il contratto o i lavoratori stagionali che non sono stati
nemmeno assunti»
La vertenza Goldoni-Arbos ha riempito le cronache di questi
ultimi mesi. quale futuro per queste aziende?
«La situazione è delicata e com-plessa. I lavoratori sono ancora
in presidio permanente e insieme alle Organizzazioni Sindacali
stanno confrontandosi a tutti i livelli, soste-nuti convintamente
dalle istituzioni locali e regionali, per cercare una soluzione che
possa garantire con-tinuità produttiva e occupazionale. Un’azienda
straniera ha fatto una offerta vincolante, ma il percorso per
arrivare ad un approdo positivo è ancora tortuoso e non scontato.
L’im-pegno e la volontà di proseguire nella trattativa non verranno
a mancare» Il Covid ha bloccato per un certo periodo i
licenziamenti anche a Carpi ma nel 2021 cosa potrebbe accadere?
«Una certa preoccupazione e incertezza aleggia certo e si
presume che qualche richiesta di riduzione ci sarà. Le previsioni
parlano però di una crescita
“Il 2020 anno da dimenticare. Per il prossimo speriamo
meglio”
Giorgio Benincasa
-
8n. 49 - 30 dicembre 2020ECONOMIA
del Pil del 5,7 per cento nel 2021 (anche se forse sono un poco
ot-timistiche) e quindi confidiamo che con intelligenza si riesca a
salire su questo treno di svilup-po cogliendone le opportunità che
sicuramente ci saranno. Certamente noi vigileremo per evitare
atteggia-menti eccessiva-mente “disinvolti” e irresponsabili»
E’ vero che sono ancora in tanti a non aver ricevuto la cassa
integrazione dei mesi scorsi?«Per quanto riguarda il pagamento dei
vari am-mortizzatori i problemi più urgenti e dramma-tici hanno
riguardato il Fsba delle aziende artigiane, dovuti alle fonti di
finanziamento dell’ente bilaterale, che nei mesi scorsi ha avuto
ritardi anche di tre/quattro mesi. Ora siamo in pari con ottobre.
La Cassa Integrazione delle industrie ha avuto molti meno problemi
e non ci sono ad oggi particolari criticità e ritardi. A questo
proposito come Cgil ribadiamo la necessità di addivenire ad una
riforma degli ammortizzatori sociali nella direzione della
univer-salità a copertura di tutti i lavoratori a prescindere dal
settore e dalla dimensione delle aziende in cui sono occupati, con
fonti certe ed adeguate di finanziamento e procedure fluide che
garantiscano tempestività nei pagamenti»
Quali i punti deboli del sistema produttivo carpigiano secondo
il sindacato?
«Il distretto di Carpi negli anni passati è stato un territorio
impor-tante per l’economia non solo locale ma anche nazionale,
soprattutto nel settore moda e nel metalmeccanico. Però
l’impressione è che ora si sia un po’ seduto, che sia poco reattivo
ed energico (a parte qualche eccezione). Le idee sono poche, poca
voglia di rischiare, di innovare. Tra le criticità sicuramente il
“nanismo” delle im-prese, la loro sottocapitalizzazione, la poca
propensione ad investire. E poi un ricambio generazionale che non è
sempre stato all’altezza o ha preferito altri settori
professionali,
in un quadro di competizione che è diventata mondiale, con una
concor-renza agguerrita che si è moltiplicata e non sempre il
distretto è riuscito a riorganizzarsi puntando su efficienza e
qualità piuttosto che sul conteni-mento dei costi, per
fronteggiarla»
Ma i nodi da sciogliere sono ancora tanti, anche nella realtà
locale: contratti da chiudere, nuove forme di lavoro da
re-golamentare, una situazione industriale “riflessiva”. Sono tutte
sfide già affrontate dal sindacato ma che si propongono in modo
nuovo. come affrontarle in futuro?
«Sicuramente il territorio può fare la sua parte. Servono
infrastrutture (viabilità, fibra ottica, trasporti), alta
scolarizzazione della popolazione, alte competenze professionali
spe-cifiche, una ricchezza diffusa, una fedeltà fiscale, buoni
livelli di welfare, buoni servizi e amministrazione at-tenta, una
comunità coesa e solidale. In questo modo il territorio risulta
attrattivo e può essere riconosciuto come un valore aggiunto nel
quale poter investire, anche da parte di multinazionali. Le
multinazionali del biomedicale anche dopo il terremoto sono rimaste
e hanno ricostruito in loco. I due grandi progetti della città di
Carpi (nuovo ospedale e polo universitario) con un investimento
complessivo di circa 200 milioni sono una grandissima occasione che
non può essere sottovalutata o addirittu-ra sprecata dalle imprese
locali per rilanciare questo territorio anche in una chiave di
rigenerazione urbana del patrimonio immobiliare esistente e di
green economy e quindi di
attenzione ai rifiuti e al loro riciclo, al risparmio
energetico. Per il sindacato è indispensabile puntare alla via alta
dello sviluppo; non basata quindi sul-la competizione sul costo del
lavoro ma sulle capacità distintive e quindi sulla valorizzazione
del lavoro, sulla
qualità, su investimenti in prodotti e processo, sulla ricerca e
innova-zione sia nel privato ma anche nel pubblico. Sarà necessario
affrontare il tema della riduzione dell’orario di lavoro a parità
di salario per redistribuire il lavoro. Inoltre sarà
indispensa-bile rinnovare i contratti collettivi nazionali di
lavoro, non solo per riconoscere il giusto salario ai lavoratori,
ma anche per ridisegnare le politiche industriali
e organizzative nel territorio e nel nostro Paese. Infine a
livello più generale arrivare ad una legge sulla rappresentanza che
impedisca a sedicenti organizzazione sindacali di firmare contratti
pirata con imprese compiacenti e quindi ribadire il valore erga
omnes dei contratti, a cui valutare di affiancare un salario minimo
legale»
C’è poi il fronte dei servizi ai lavoratori...
«Su questo aspetto riteniamo di aver fatto il meglio per stare
accanto ai lavoratori in questi tempi difficili La Camera del
Lavoro di Carpi in questi mesi (a parte le settimane di lock-down
totale) è sempre stata aperta su appuntamento. Prova ne è che sono
state fatte 3 mila pratiche di Ise, 12.450 di modeli 730, 13 mila
pratiche di patronato (Pensioni, invalidità, Naspi, permessi di
soggiorno), cen-tinaia di accordi di Cig, Fis, Fsba. I contatti
telefonici e via email sono stati altrettanto. Abbiamo cercato di
rimanere aperti il più possibile, nel rispetto di tutte le norme di
sicurezza previste dai protocolli anti Covid-19, adottando
segnaletica per garantire distanziamento, plexiglass, mascherine,
in modo da poter essere un punto di riferimento per i lavora-tori,
i pensionati e i cittadini e ga-rantire loro quei servizi e a volte
solo quelle rassicurazioni di cui avevano necessità».
-
9n. 49 - 30 dicembre 2020ATTUALITÀ
All’ultimo Consiglio comunale del 17 dicembre, Carpi Futura ha
presentato una mozione per chie-dere di mettere mano al Parco della
Resistenza che affaccia sul viale dei Cipressi, considerando che è
molto frequentato, ma altrettanto mal tenuto. In particolare i
consiglieri Anna Colli e Michele Pescetelli han-no richiamato
l’attenzione sull’area giochi per bambini da riprogettare; sul
degrado dell’arredo urbano; sui servizi igienici inservibili e
blin-dati da tempo immemorabile, ma lasciati lì a deperire; sulla
scultura “Liberazione” di Bortolotti, chiusa dalle transenne e
divenuta un vero e proprio “monumento alla ruggine” come l’hanno
definito, riferendo dell’appellativo conferitole dai Car-pigiani.
La richiesta finale, dunque, era che la Giunta si impegnasse a
intervenire su questi aspetti, senza dimenticare la necessità di
cucire questo con l’altro parco che sorgerà poco distante, quello
della Cappuc-cina. La maggioranza Pd/Carpi 2.0, però, pur
condividendo la sostanza del documento, ha presentato un
emendamento che, ricordando anche quel che è stato fatto e i
progetti e piani futuri dell’Amministrazione, ne attenuavano le
premesse piuttosto critiche. Per spiegare questi aspetti, il
capogruppo del Pd ha scomodato l’assessore Marco Truzzi. Il quale
si è così diffuso sul fatto che di recente è stato installato un
nuovo gioco chiamato “camion dei pompieri”. E che in futuro,
impiegando 150 mila dei 500 mila euro che il Comune ha stanziati
per restituire alla città spazi in cui praticare lo sport libero,
verranno ricavate, nella parte sud del parco, una decina di
stazioni di que-sto tipo, mentre altri servizi igienici si cercherà
di renderli disponibili nei paraggi. Quanto al raccordo con il
Parco della Cappuccina, ha precisato l’Assessore, il suo studio era
implicito nel bando di concorso della nuova
area verde. Nessun accenno al desti-no del “monumento alla
ruggine”. A questo punto sono partite le critiche delle minoranze
del centro destra (Federica Boccaletti per la Lega e Annalisa
Arletti di Fratelli d’Italia) a quel voler a tutti i costi
attenuare le premesse della mozione di Carpi Futura, citando tutto
quello che il Comune ha fatto o farà. E Monica Medici, dei 5Stelle,
se l’è presa sia con la maggioranza che con le minoranze per quel
voler mettere a tutti i costi in politica, perdendo tempo, una
CONSIGLIO
CondizioniParco Resistenza:mozione Carpi Futura corretta dal
Pd
questione che si presentava molto semplice: il parco della
Resistenza va rimesso a posto, nell’area giochi e per i bagni
pubblici.
La divagazione dalla sostanza auspicata dalla Consigliera
pentastel-lata si è portata via un’ora abbondan-te del dibattito,
prima che la mozione, emendata come chiesto dalla maggio-ranza,
fosse votata da Pd/Carpi 2.0, 5 Stelle e, soprattutto, Carpi Futura
che l’aveva presentata. Astenute Lega e Fratelli d’Italia. E il
“monumento alla ruggine”? Resterà lì.
La seduta del Consiglio comunale nella video conferenza del 17
dicembre e uno scorcio del parco.A lato, il degrado della scultura
“Liberazione”
-
10n. 49 - 30 dicembre 2020ATTUALITÀ
L’OPINIONE di Pier Giuseppe Levoni
Comunitaria da un bel po’la Chiesa cattolicaEssendo annoverabile
(mea culpa?) fra “quegli esponenti del mondo cattolico che hanno
speso una vita…contro il comunismo realizzato”, chiamati in causa
dal Direttore di Voce, a proposito della possibilità di considerare
“un testo comunista” l’en-ciclica Fratelli tutti , voglio
tranquil-lizzarlo. I principi ivi enunciati non sono una novità per
i cattolici. Già oltre un secolo fa la Rerum Novarum di Leone XIII
affermava:”L’uomo non deve possedere i beni esterni come propri,
bensì come comuni in modo che facilmente li comunichi all’altrui
necessità.” Da allora i numerosi do-cumenti del Magistero sui
problemi sociali hanno sempre sollecitato la ricerca di una terza
via fra liberismo capitalistico e collettivismo marxista. E ciò con
articolazioni e accentua-
zioni sempre più profofonde, fino alla sensibilità
francescan-ecologica di questi ultimi anni.
Ragiona il Direttore: l’enciclica di Bergoglio esprime una
visione che autorizza a parlare “se non di comunismo, certamente di
comuni-tarismo”, inteso come “idealità” etica, simile per certi
versi all’esigenza egualitaria del marxismo, ma del tutto estranea
alla prassi storica che tale ideologia ha promosso e attuato.
Perfettamente d’accordo, sulla scorta del consolidato insegnamento
della Dottrina Sociale della Chiesa che ha nella solidarietà uno
dei suoi cardini.
La riflessione su queste tematiche nella cultura cattolica è
stata con-dotta fra gli anni ’30 e ’40 del secolo scorso
particolarmente da Emmanuel Mounier e Jacques Maritain, anche alla
luce delle tragedie provocate dai totalitarismi nazifascista e
stalinia-no. Si proponeva così un unanesimo integrale, come
obiettivo di fondo
dell’impegno sociopolitico, sulla base di quel personalismo
comunitario che considera l’uomo non come “individuo” arroccato
nella tutela dei suoi diritti, ma come “persona”, cioè soggetto
aperto all’altro, quindi consapevole dei suoi doveri e della sua
interdipendenza con il prossimo. E con la natura, aggiunge oggi il
Papa argentino, in tempi di vera e propria emergenza ambientale. In
altri termini è verissimo:“non possiamo non definirci comunitari,
se vogliamo che la specie prosegua”.
Che poi tale fraternità-amore, come “essenza del nostro essere
umanità”(scrive il Direttore), possa implicare anche in una
concezione immanentistica (hegeliana o altra) dello Spirito del
Mondo, è notoria-mente materia controversa da mil-lenni, su cui si
può e si deve, secondo S. Tommaso, esercitare la ragione, senza
pregiudiziali chiusure alla dimensione trascendente.
Angelo Frascarolo per l’Ambiente, Alessandra Guerrini per la
Cultura, Arianna Agnoletto per il Sociale e Nilo Diacci per lo
Sport. Sono i presidenti delle quattro Consulte comunali che hanno
riferito al Consiglio comunale del 17 dicembre scorso su come sono
state spese le risorse messe a loro disposizione “...per il
sostegno a iniziative e progetti” riferiti all’anno appena
trascorso. Diciamo subito che il pomposo termine “risorse” si
riduce in realtà a mille euro Iva inclusa per ciascuna Consulta e
lo sforzo dei Presidenti è stato soprattutto quello di fare le
classiche nozze con i fichi secchi, data anche la pandemia,
individuando qualche progetto che stesse nei termini finanziari
prescritti e avesse ricadute apprezzabili sulla città, per i
rispettivi ambiti. Per l’Ambiente, dunque, i mille euro sono andati
alla Lipu, per l’acquisto e la collocazione di nidi artificiali per
uccelli insetti-vori. Domande erano pervenute anche
dagli organizzatori dell’edizione di Climathon dedicata al
tessile, ma qui, ha spiegato il presidente Frascarolo, è subentrata
Carpi Fashion System. Un terzo progetto, di Porta Aperta, diretto a
intervenire su spazi urbani degradati, è stato rinviato a tempi
migliori. Sono state molto apprezzate le parole di Alessandra
Guerrini sulla necessità di sostenere assolutamente la cultura
locale in questo particolare momento, ma alla fine tutto si è
risolto in tre con-certi in Teatro comunale, registrati e da
diffondere sui social in occasione del Na-tale. La Consulta di
Arianna Agnoletto,
dedicata al Sociale, è stata la sola che ha diviso il contributo
su due proget-ti: un aiuto all’associazione “Sopra le righe dentro
l’autismo”, per organiz-zare una giornata definita “normale” per
una dozzina di ragazzi autistici accompagnati da altrettanti tutor;
e il sostegno all’iniziativa del deposito di biciclette aperto nei
giorni di mercato tra Municipio e Teatro dai volontari de “Il
tesoro nascosto” collegati alla fondazione “Progetto per la vita” e
affidato alla gestione di una decina fra giovani e adulti fragili,
in colla-borazione con la Fiab. Poco si poteva fare con quella
cifra, ha spiegato Nilo Diacci, a fronte delle tante difficoltà che
stanno attraversando le 140 fra associazioni e società sportive
censite di recente proprio per iniziativa della sua Consulta. Alla
fine, il contributo è andato all’iniziativa “Muoviti Muovi-ti” che
da anni si indirizza ai bambini fra i 5 e i 9 anni, dunque alle
prime tre classi di 14 primarie e ai più grandi di 24 scuole
d’infanzia, per introdurli all’attività fisica attraverso il gioco.
L’iniziativa, che si avvale di istruttori professionisti messi a
disposizione da Uisp e Csi, è promossa dagli assesso-rati allo
Sport dei Comuni di Carpi e Soliera.
CONSULTE
Un rendiconto amaro e scarno come le risorse
Alessandra GuerriniAngelo Frascarolo
Arianna Agnoletto Nilo Diacci
-
11n. 49 - 30 dicembre 2020RUBRICHE
Il sindaco Alberto Bellelli, la vicesin-daca Stefania Gasparini
e l’assessore alla Cultura, Davide Dalle Ave ri-spondono qui di
seguito alla lettera aperta del pittore Andrea Saltini, pubblicata
da Voce:
“Caro Andrea, abbiamo con piacere e attenzione letto i pensieri
che hai voluto con noi amministra-tori, oltre che pubblicamente,
condi-videre. La tua è una lettera piena di dignità e di
preoccupazione, prima ancora che per l’attuale difficilissima
situazione degli artisti e di tutti i tecnici e operatori, verso un
mondo come quello la Cultura (che vogliamo anche noi scrivere con
la maiuscola) troppo spesso messo in secondo piano mediaticamente e
nel dibattito pubblico, e che certamente è stato tra i più
penalizzati sia durante il primo che nel secondo periodo di
lockdown. Il settore culturale ha infatti dovuto chiudere battenti
per primo sia a marzo che a ottobre, vanificando at-tività e
rassegne già calendarizzate, e sacrificando, certo in un contesto
di gravissima pandemia, la possibilità per tanti cittadini di
vivere a pieno l’Arte nelle sue più diverse forme, e di
condividerla insieme ad altri.
Cultura vuol dire infatti, come giustamente sottolinei,
coinvol-gimento di pubblico e insieme occasione per una società di
avere spunti per riflettere, per pensarsi e ripensarsi tra tanti,
per andare oltre l’analisi spesso troppo superficiale che
quotidianamente facciamo della situazione attuale e delle
prospet-tive future che abbiamo di fronte. E’ questo il motivo per
cui a Carpi abbiamo sempre voluto proporre una programmazione
culturale capace sì di essere il più attrattiva possibile per la
cittadinanza, ma soprattutto consapevole di mantenere nella
proposta l’alta qualità come sua ca-ratteristica principale.
Assistere alla presentazione di un libro o ascoltare dal vivo un
concerto, avere la possibi-lità di vedere un classico del cinema o
fruire di una mostra nel nostro territorio sono occasioni di
crescita personale per chi ne usufruisce e al contempo momenti per
costruire una coscienza collettiva capace di trovare le soluzioni
migliori alle difficoltà del presente e dunque cominciare, come
anche tu dici, a costruire il futuro: a maggior ragione durante
periodi di crisi come quello
che stiamo attraversando. Il mondo della Cultura è un mondo che
di tut-to questo ha piena consapevolezza. L’abbiamo percepito nella
tua lettera come nell’incontro svolto da remoto che tu citi, e lo
leggiamo nei messaggi che quotidianamente riceviamo da artististi e
tecnici del settore: il mondo della Cultura chiede sostegni a
situazioni complicate, certo, ma so-prattutto chiede di poter
esercitare il proprio ruolo e la propria vocazione da subito, senza
aspettare che tutto riprenda come prima dell’inizio della pandemia,
consapevole del ruolo che la Cultura stessa può avere nel supe-rare
la crisi generata dalla diffusione del Covid-19. E chi oggi
amministra la cosa pubblica deve saper mettere a valore tutto
questo.
È vero, come amministratori locali ci siamo ritrovati a dover
gestire situazioni complesse, ina-spettate e talvolta drammatiche,
che mai avremmo immaginato di dover affrontare in questi termini:
dall’e-mergenza sanitaria che la pandemia ha creato alle difficoltà
economiche che per le scelte di lockdown si sono generate. Non
solo, ma settori fon-damentali in una società, pensiamo alla scuola
o ai servizi alla persona e ai più deboli, hanno visto
situazioni
difficili e impegno da parte di tanti per cercare soluzioni a
problemi mai affrontati in precedenza. E tuttavia, nelle
riflessioni in giunta e nei prov-vedimenti che abbiamo preso per la
Città, abbiamo sempre tenuto conto, per le nostre competenze, della
valorizzazione culturale di Carpi, anche in questi ultimi mesi
complica-tissimi: abbiamo sempre confermato le rassegne culturali
programmate (penso ad esempio alla Carpi Estate, organizzata in
presenza in poche set-timane), i servizi e gli Istituti cultura-li,
compatibilmente con le normative che man mano si sono susseguite,
non si sono mai fermati, il settore cultura e promozione del
territorio del Comune è rimasto sempre pronto a proporre iniziative
a seconda di quanto fosse possibile fare. Non solo, accogliendo
riflessioni fatte insieme agli operatori culturali, in questo
periodo di secondo lockdown abbia-mo voluto organizzare eventi
online, confermando in questa forma le ras-segne delle “Domeniche
InCarpi” e recuperando in streaming una parte della Stagione
teatrale, oltre che pro-ponendo concerti musicali da remoto che
proprio in questi giorni verranno resi noti alla Città. Giustamente
tu dici di nominare di più la categoria di chi lavora nel mondo
della Cultura, di superare la distanza astratta tipica di questa
nostra condizione attuale per costruire un confronto stabile e
duraturo e, soprattutto, di ragionare di futuro ora, nonostante le
difficoltà che il presente ci impone. E allora sì, incontriamoci
ancora, seppur sop-portando ancora una volta una forma da remoto,
per continuare a condi-videre un percorso di opportunità e di
occasioni culturali per la Città: fin da ora ci diamo appuntamento
per una riunione aperta, come quella dello scorso ottobre, che
fissiamo per lunedì 11 gennaio 2021, alle ore 18:30. Sarà
l’occasione per ritrovarci a sviluppare le riflessioni aperte in
questo nostro carteggio, convinti, come sempre siamo stati, che con
il confronto si possa valorizzare ancor di più il ruolo
fondamentale che la Cultura e la sua promozione hanno sempre avuto
nel rendere grande e matura la nostra comunità di carpi-giani”.
alberto bellelli – Sindaco di carpi, Stefania GaSparini –
ViceSindaca di carpi,
daVide dalle aVe – aSSeSSore di carpi con deleGa alla
cultura
Caro Saltini, condividiamoun percorsoper la Cultura
Andrea Saltini
LETTERE
-
12n. 49 - 30 dicembre 2020ATTUALITÀ
Là dove sorgeva un edificio simbolo di uno degli ultimi sussulti
della Carpi baciata dalle fortune del tessile abbigliamento, ora
c’è un vuoto che non è solo edilizio, ma che sembra davvero
simboleggiare la fine di un’epoca. È il palazzo azzurrino, demolito
in queste settimane, che apriva il lato nord del viale Darfo
Dallai, a lungo dimora di Walter Ri-ghi, l’imprenditore che con il
fratello Vittorio diede vita al marchio By American: un exploit, al
quale lavorò, fra il 1979 e il 1982, il designer Olmes Carretti che
qui si fece le ossa, prima di conoscere l’altro, strabiliante
successo di Best Company.
Incastonato da anni nel paesaggio urbano al quale conferiva un
tocco di eleganza e distinzione e pur essen-dosi conquistato uno
spazio preciso nelle abitudini visive dei Carpigiani, il palazzo
Righi, passato poi all’at-tuale proprietà Reggiani-Battini, era un
falso settecentesco suggerito dal timpano neoclassico che ne
sormontava la facciata. Ma che non si trattasse di immobile
tutelato lo si desume anche da altri dettagli. Il primo è la
definizione di “ristrut-turazione” assegnata all’intervento dallo
Sportello unico comunale dell’edilizia, con un significato molto
ampio che arriva praticamente a
comprendere la demolizione e la ricostruzione integrali. Il
secondo è un pesante intervento già effettuato sull’edificio anni
orsono, che con-sentì l’inserimento di una piscina coperta e la
sopraelevazione di un piano, fino ad attirargli la definizione di
“condominio palladiano”. Per la ricostruzione, affidata
all’architetto Giuseppe Gualdi dello Studio asso-ciato Techne di
Carpi, si parla di una villa. molto più bassa del complesso
preesistente.
Per chi non avesse fatto il colle-gamento, e come ricorda il
fotografo Luciano Pergreffi che in quei primi anni Ottanta portò
diversi marchi carpigiani alla notorietà grazie alla familiarità
con prestigiosi gruppi edi-toriali, la felpa By American prodotta
di fratelli Righi divenne un indumen-to cult dei cosiddetti
“paninari”. Era la moda che si impose, soprattutto fra gli
adolescenti, grazie alla segui-tissima trasmissione “Drive In” e
che, oltre alla felpa prodotta a Carpi, comprendeva il piumino
Moncler, le scarpe Timberland, il giubbotto
Avirex, i jeans Stone Island, le cinture El Charro, gli occhiali
Ray Ban, lo zainetto Invicta... Per dire di quanto il successo di
un prodotto sia legato molto più all’alone di significati che gli
si costruisce attorno che non alla sua qualità intrinseca. E
l’epopea dei “paninari” rappresentava una gioven-tù spensierata e
consumistica sullo sfondo della “Milano da bere” che andava in
voga. I fratelli Righi diede-ro fondo a quel successo, cercando di
replicarlo nelle linee NorthWestern e MaydayMayay rivolta
quest’ultima al pubblico femminile, nonché nelle versioni Junior
delle prime due e Girl per la terza. Il successo si rivelerà di
breve durata, come accade sempre per le mode esplosive, fino a
indurre i Righi alla cessione del marchio a un produttore di jeans
veneto e poi a riprenderselo per un tentativo di rilancio avvenuto,
senza esito, qual-che anno fa, prima della definitiva conversione
dei due fratelli al settore immobiliare.
In fondo, il mattone, a Carpi, è sempre stata l’ultima
sicurezza.
EDILIZIA
Addio all’ultimosimbolo del successodi By American
EDILIZIA
Anche la villa di Enrica “Ninni” Tirelli in attesadi
demolizioneUn altro simbolo della Carpi arrem-bante degli anni
Sessanta sta per scomparire, e sempre sul viale Darfo Dallai. Si
tratta della villa appartenu-ta a Enrica Tirelli,
l’indimenticabile, estrosa ed elegantissima “Ninni”, scomparsa nel
marzo 2015 e di-scendente da una famiglia di antico lignaggio
carpigiano che annovera anche una figura politica, Gasparo
Tirelli, sindaco nel 1872. Edificata con i criteri tipici di
quel decennio, senza risparmio di cemento armato, ampie vetrate
e con
una parete di sassi di montagna, la villa verrà completamente
demolita e sostituita da altra residenza di mag-gior
volumetria.
La villa da due diverse prospettive
-
13n. 49 - 30 dicembre 2020SOCIALE
SHOW ROOM & FALEGNAMERIAVia Marconi, 56 - Cavezzo (MO) -
Tel. 335 7805853
www.arredamentiartenova.com - [email protected]
A R R E D A M E N T I
dei f.lli Zucchi
Progettazione e arredamenti per le case più esigenti
con la migliore qualità al giusto prezzo
FINANZIAMENT
I
A TASSO ZERO
PREVENTIVI
ON LINE
Quattordici giorni, dieci punti di raccolta, due famiglie e
sedici tra associazioni e parrocchie beneficiarie, centinaia di
donatori: risultato, 1.143 pacchi regalo. Sono i numeri – davve-ro
sorprendenti, considerato il breve lasso di tempo a disposizione
prima dell’inizio delle festività – raggiunti dall’iniziativa
denominata “Scatole di Natale”, un progetto che ha preso vita anche
a Carpi grazie al passaparola a mezzo social network. L’idea
originale appartiene a Marion Pizzato – france-se, residente a
Milano – che qualche settimana fa ha creato un volantino
stilizzato, semplicissimo, con il dise-gno di una scatola riciclata
e il conte-nuto richiesto per poter realizzare un dono solidale: un
indumento caldo, un prodotto di bellezza, un alimento goloso, un
passatempo e un biglietto gentile di auguri. Destinatario? Un uomo,
una donna o un bambino – la scelta a chi fa il regalo – che vivano
in una condizione di disagio, aggrava-ta oggi dall’emergenza
Coronavirus. Lanciato l’invito su whatsapp alle amiche e creata una
pagina facebook, in un batter d’occhio l’iniziativa è diventata
virale e, da Milano, si è estesa a tantissime città italiane tra
cui, appunto, Carpi. Qui è stata Rosa Scarano (in foto),
titolare del Centro
ESTETICAmente di via Silvio Pellico, a prendere in mano il
testimone. «Ho pensato che anche nella nostra città si potesse
importare un gesto tanto bello – spiega -. Durante l’anno sono
tanti i momenti dedicati alla raccolta di beni di prima necessità,
ma un regalo di Natale è qualcosa di specia-le». L’iniziativa si è
conclusa venerdì 18 dicembre. Hanno partecipato centinaia di
persone e tante scuole, dalle materne alle primarie. «In tutto
questo non sono stata sola – continua Rosa -: mi hanno aiutata,
mettendosi a disposizione come luoghi di raccol-ta, Alchimia
Parrucchiera, pizzeria Il Delfino, Tabaccheria Marchi, King’s Cafè,
Cafè Macao, The Sisters abbi-gliamento, Bond Parrucchieri, Fiori
& Co. Di Cavezzo, la signora Giulia di San Possidonio. È stata
un’esperienza forte e coinvolgente, che a me per prima ha donato
tante emozioni e lacrime di gioia». A ricevere i doni, decine di
famiglie bisognose, per un totale di 1.143 pacchi così
ripartiti:
a Carpi, 201 doni alla Croce Rossa; 25 al Corpus Domini; 57 ad
Agape Mamma Nina; 19 alla Casa della Provvidenza; 120 alla
parrocchia di San Bernardino; 40 alla parrocchia di Quartirolo. A
questi si aggiungono 186 scatole all’Associazione Quinta Zona
di Novi; 32 all’Associazione Il Pane e le Rose di Soliera; 278
distribuite tra Porta Aperta Caritas di Mirandola, di Concordia e
di San Possidonio; 45 alla Caritas di Massa Finalese; 31 alla
Caritas di Finale Emilia; 40 alla Caritas di Medolla; 35 alla
Caritas di San Prospero; 28 alla Caritas di Camposanto. Infine,
pacchi regalo anche per una famiglia di quattro persone residente
a Cortile e una di due persone a Carpi. Quello di
quest’anno sarà un Natale complica-to, ma forse questi
doni colorati, scelti e preparati da mani
sconosciute ma amorevoli, spesso bambine, contribu-irà a scaldare
il cuore quel poco di più che vale così tanto.
Valeria cammarota
SOLIDARIETÀ
Un successo inattesoper le “Scatoledi Natale”
Rosa Scarano
-
14n. 49 - 30 dicembre 2020ATTUALITÀ
LIBERO PENSIERO di Adamo Neri
Saper leggereogni giorno
i segnidella Speranza
In questi tempi, Papa Francesco ci dice che “...c’è una lettura
della realtà senza speranza”. Non voglio mettermi nell’elenco di
chi descrive tutto quello che non va, invece mi sento di dare un
segnale di speranza e fiducia e un ringraziamento a Dio per le cose
se sono andate bene. In primis, siamo ancora qui e non è poco.
David Maria Turoldoscriveva in una poesia: “Ovvero a un albero
somiglio, che attende ormai di fiorire. Ma tu, Signore della vita,
manda la bufera a coprire il torrente, manda abbondanti piogge,
alle mie radici”; e più oltre: “È pur sempre un prodigio sperare”.
Una delle questioni centrali per il Cristianesimo nel nostro tempo:
la possibilità, in questa stagione, che esista uno spazio credibile
per la speranza. Nella Sacra Scrittura si legge: “Va, mangia con
gioia il tuo pane, bevi il tuo vino con cuore lieto, perché Dio ha
già gradito le tue opere. In ogni tempo le sue vesti siano bianche
e il profumo non manchi sul tutto capo. Godi la vita con la sposa
che ami per tutti i giorni della vita fugace” (Qoelet 9,7-9). La
fede genera questi appuntamenti di
luce, questi sapori forti della vita e li dilata oltre il
possibile; i cristiani non sono e non devono essere profeti di
sventura o fantasmi di terrore contro ogni pur debole episodio di
felicità, di beatitudine. Anzi sono invitati della festa, che
intraprendono con tenacia la strada dei segni di solidarietà, di
comunione, di riconciliazione, di pace, di compassione e di
perdono, così prendono vita i luoghi, le parole, i sentieri offerti
in dono a tutti perché sia possibile dare sempre più spazio alla
vocazione del vivere. Come dice Walter Benjamin ‘“...la speranza è
data per chi è senza speranza” e
come osserva l’evangelista Matteo “vivono senza sospetto” cioè
non colgono la drammaticità e la bellezza del tempo che è loro
dato. I segni di speranza fanno notizia dopo tanto tempo, invece di
saperli vedere ogni giorno. È il Vangelo che ci mette in crisi e,
come ci ricorda Papa Francesco, “non confondere crisi con
conflitto”: la crisi fa crescere ed è un momento di grazia, il
conflitto distrugge. Quindi in cammino nella Chiesa, non in
conflitto. Certo il dialogo con Dio, pregare sempre con fiducia,
sono la forza del cristiano e i poveri sono il centro di Dio, e
come citava il Papa da un vescovo brasilia-no, “...ci si chiede
perchè tanti poveri, allora mi dicono comunista”. Ciò vuol dire che
la vera novità della venuta di Gesù non sta nella sua forza di
trasformazione del mondo, ma nella sua predilezione dei poveri,
cioè degli ultimi, dei peccatori, dei pagani, i quali possono
sentirsi amati, accolti, salvati a differenza di quanto capita
normalmente nella vita e nella storia quotidiana. Le ragioni della
speranza ci sono, camminiamo quindi con grande fiducia.
Era ricoverato da qualche giorno a causa del Covid, don Gian Pio
Caleffi, che si è spento al Ramazzini a 86 anni. Era stato per
diciannove anni parroco di Rovereto e poi, per un altro lungo
periodo, parroco di Fossoli.Il sacerdote era stato colpito dal
virus nelle scorse settimane, assieme ad altri sacerdoti, presso la
Casa del Clero di Carpi e subito trasferito all’ospedale a causa
delle complicanze respiratorie riscontrate.
LUTTI
La scomparsa di don Gian Pio Caleffi
LUTTI
Con Roberto Gorgò se ne va un altro pioniere
Don Gian Pio Caleffi era nato a San Giacomo Roncole di Mirandola
il 30 marzo 1934 ed era stato ordinato sacerdote il 29 giugno del
1957. Dal 1997 e fino al pensionamento era stato parroco di
Fossoli, assistente delle Acli e assistente Unitalsi.
Successivamente aveva retto la chiesa dell’Adorazione (il Cristo,
come la chiamano i fedeli carpigiani) di via san Bernardino da
Siena fino a quando non si sono avviati i lavori di
ristrutturazione post sisma dell’edificio sacro. Da poco, per
motivi di salute, si era trasferito in Seminario alla Casa del
Clero. Fra i messaggi di cordoglio anche quelli dei vescovi Cavina,
Tinti e Regattieri.
Un necrologio fatto affiggere in que-sti giorni dai dipendenti
Migor saluta Roberto Gorgò (nella foto), scompar-so a 88 anni. Era
figlio di Minervo Gorgò, l’uomo che nel 1931 fondò
l’azienda, as-segnandole un nome ricavato dall’acrostico del
proprio. Roberto Gorgò lo aveva affiancato e poi sostituito alla
guida della Migor
nei primi anni Cinquanta, impri-mendo all’azienda una decisa
svolta in direzione della specializzazione in camiceria uomo. Da
tempo, alla guida della Migor è subentrata la terza generazione,
costituita dai figli di Roberto, Andrea, Fabio, Stefano e Daniele
Gorgò, garanzia di continui-tà per quella che resta, a Carpi, forse
l’ultima storia aziendale a conduzio-ne famigliare nel settore
della moda.
Don Gian Pio Caleffi
-
15n. 49 - 30 dicembre 2020RUBRICHE
MICROMEGA di Giuliano Albarani
Il mio amico Andrea è quello che in gergo tecnico si definirebbe
un riduzionista. Cioè – perdonatemi la semplificazione – uno che
quando trova una causa o una variabile che gli sembra molto
interes-sante e convincente in quattro e quattr’otto ti comincia a
rileggere il mondo (la storia, la natura, ma anche la creazione e
la fine dei tempi, mica scher-zi) alla luce di quel fattore lì, che
diventa onniesplicativo. Qualche tempo fa aveva preso un drittone
per il principio darwiniano della selezione del più adatto e aveva
cominciato a interpretare la realtà (dalle bollette degli operatori
tele-fonici all’affetto umano per le mamme, passando per i dpcm del
governo Conte) sulla scorta di questa pietra filosofale. Sia ben
chiaro: Andrea non è mica uno stupido, ed era un godi-mento
sentirlo argomentare sul fatto che la longeva carriera televisiva
di Barbara d’Urso piuttosto che la prevalenza, su strada, delle
automobili di color nero rispondevano (e rispondono) al criterio
evoluzionistico della soprav-vivenza del più forte, o comunque di
quello meglio attrezzato.
Da qualche settimana il Nostro ha abbandonato L’origine delle
specie e l’evoluzionismo, facendo riposare il povero Darwin (che
deve essersi chiesto, nella tomba, il perché di tanti tag
provenienti da Carpi), e ha sostituito il dogma della competi-zione
ambientale con il primato e la irrinunciabilità del sapere
geografico rispetto agli altri. Andrea è fatto così: non è che
congeda Darwin per abbracciare Newton o, che so, Eraclito. Un
giorno ti spiega il mondo sulla base del principio di
indeter-minazione applicato anche al colore dei tuoi calzini, il
giorno dopo, come se niente fosse, lo trovi a flirtare con la
centralità nella politica, nell’eco-nomia e nella cultura dei suoni
e dei grafemi vocalici (“senza un alfabeto con anche le vocali
l’uomo sarebbe schiavo degli oranghi e verrebbe ancora cacciato
dalle fiere!”, sentito
io con le mie orecchie).Adesso, come detto, il drittone è
quello della Geografia, intesa come insieme di conoscenze ma
anche come modo di pensare, diciamo così, “spaziale”. Non la tiro
per le lunghe: secondo my friend Andrea fino a quando la Geografia
è stata un perno della formazione delle giovani generazioni e chi
cannava in Geo veniva perculato come e più che per un errore
ortografico, il mondo funzionava bene. Oggi, che se vuoi mettere
veramente in difficoltà un under 40 medio basta che gli chiedi qual
è la capitale della Turchia, tutto a rotoli, dice lui.
Ora, il fatto che la Geografia sia uscita non solo
dall’orizzonte, ma anche dai radar e dai sonar, della formazione di
base (in primis nel nostro Paese, dove è stata bastonata prima
trasformandola in una maio-nese di antropo-etno-sociologia, poi con
la liquidazione concreta di ore/scuola), non è un mistero. E io
ringra-zio, ogni giorno che arriva in terra, i miei insegnanti,
dalle elementari
all’università, che mi hanno costret-to, anche con metodi
empirici (“cosa c’è qui sotto?”, e la manona calava a martello
sulla carta con mezzo
continente asiatico), a imparare dov’è Terranova e quali sono le
regioni d’Italia. Ma perché, più di altre cose, il collasso delle
competenze geografiche avrebbe avuto e continuerebbe ad avere
impatti negativi e non sopravvalutabili sulle nostre disgrazie?
Ho posto, per errore, il quesi-to ad Andrea, il quale, con
cal-ma (la calma del riduzionista), nel tempo tipico di una
marato-na non competitiva (diciamo tre ore, e stiamo stretti) mi ha
noti-ficato, in sintesi, che: uno, senza Geografia la gente si
scorda la Storia, perché come coordinata mnemonica la linea del
tempo è molto fragile (“non a caso degli eventi si dice che hanno
avuto luogo, ci hai mai pensato?”); due, senza Geografia non c’è
impegno civile (“se mi dicono che i diritti umani vengono
violati in Cile ma non so dov’è il Cile, con il Cile spariscono
anche i diritti umani violati, che rimangono per aria, astratti, di
nessuno”); tre, senza Geografia siamo cognitivamente regrediti, di
fatto crediamo solo a quello che vediamo, perché il resto avviene
in uno spazio indefinito, esterno alla visuale che abbiamo alla
mattina quando apriamo la finestra (“e allora è inutile che mi
parliate dello scioglimento dei ghiacci artici se io vedo che a
casa mia nevica”).
Ho provato ad obiettare qualcosa. Poi Andrea mi ha steso: “Il
virus la Geografia la conosce meglio di noi, che siamo stati qua
con l’espressione delle mucche al pascolo, perché ci hanno detto
che il focolaio era in Cina, e la Cina, accidenti – abbiamo pensato
– non so di preciso dov’è ma mi sa che sia molto lontana!”.
Ha ragione, ma io non c’entro, non sono così, mi son detto. E a
casa, responsabilmente, ho subito pensato di mettere mano al mio
vecchio Atlante De Agostini. Chissà dove l’ho messo, però…
Dov’è la Geografia?
-
16n. 49 - 30 dicembre 2020RUBRICHE
L’OPINIONE di Lorenzo Paluan
Nuovo ospedale: le questioni ancora aperte e quelle mai
affrontate
In tutto il dibattito sulla questione del nuovo ospedale, da
parte di ASL e Co-mune, alcuni temi sono stati affrontati fornendo
alla cittadinanza informazioni molto vaghe e in qualche caso poco
più di mere suggestioni, e con pochi dati di merito. Eccone
alcune.
La questione ambientale: 37 tonnel-late di acqua sono quelle
assorbibili ad ogni pioggia da un singolo ettaro di suo-lo. Ogni
anno, il sottile strato di humus che ricopre ogni ettaro di terreno
agri-colo assorbe 57 tonnellate di carbonio per ettaro (che
ovviamente aumenta per suoli coltivati biologicamente o per aree
boschive). La capacità di assorbimento di suolo cementificato è
semplicemente zero. Non c’è piantumazione straordi-naria di alberi
che possa compensare la perdita massiva di capacità di
assorbi-mento derivante dalla cementificazione, il contributo in
termini di CO2 non as-sorbita e quindi ai mutamenti climatici non è
recuperabile. Inoltre impermeabi-lizzare ulteriormente il suolo,
significa prestare il fianco ad un’accelerazione delle acque che i
nostri canali e fiumi dovranno convogliare, in modo per-manente,
proprio ora che il numero di “fenomeni estremi” è in netto aumento.
È questo il rischio che siamo disposti ac-collarci sapendo che
potremmo evitarlo? Di questi elementi non c’è nessuna trac-cia
nelle valutazioni di ASL e Comune.
La destinazione dell’area attuale: mentre da un lato si dice che
sia troppo costoso intervenire demolendo e rico-struendo sulla
stessa area (dopo comun-que aver realizzato un nuovo padiglione su
parte dell’attuale parcheggio, recu-perandone i posti auto sulla
parte rima-nente creando un multipiano), il Sindaco lancia
contemporaneamente la “sugge-stione” della possibilità di fare
dell’at-tuale area “liberata” il “Central Park” carpigiano. I costi
di demolizione sempre quelli sarebbero, quindi non si capisce
perché siano inaffrontabili per recupera-re o ricostruire edifici
sulla stessa area, ma poi diventino magicamente trascu-rabili se si
tratta di demolire per fare il “parco”. In realtà il “desealing” di
un’area cementificata da decenni, per consentirle
di riprendere vita e addirittura diventare parco, è
un’operazione incredibilmente costosa, e dal punto di vista
ambienta-listico piuttosto azzardata (quel mezzo metro di suolo
ricco di humus che dà la vita ai terreni, in condizioni naturali,
richiede qualche secolo per costituirsi). Tanto per intendersi,
l’amministrazione comunale non è manco ancora riuscita a trovare le
risorse la “rinaturalizzazio-ne” del parcheggio di San Rocco, che
per altro era inserito in un progetto europeo, figuriamoci di
un’area vasta e complessa come sarebbe quella del Ramazzini.
A proposito di costi, i soldi attual-mente per fare il nuovo
ospedale nella campagna a ovest della tangenziale, in realtà non ci
sono (siamo a 67 milioni disponibili, rispetto ai molto ottimistici
120 milioni preventivati). A questi an-drebbero poi appunto
aggiunti le decine di milioni necessarie per la
“rinaturaliz-zazione” dell’attuale area nei sogni fa-cebook del
Sindaco, tra un “Buongiorno Carpi” e l’altro
L’ospedale “interprovinciale”: ASL e amministrazione continuano
a di-chiarare che sia necessario un ospedale nuovo vicino alle
grandi vie di comunica-zione, per via del fatto che puntano a fare
una nuova struttura “interprovinciale”, che genererebbe incredibili
aumenti di traffico da fuori comune. Sarebbe però da notare che la
capienza del nuovo ospe-dale sarà esattamente uguale a quello
dell’attuale e quindi diventa difficile im-maginare un aumento di
traffico tale che giustifichi il consumo di 10 ettari di suo-lo, in
gran parte per parcheggi e raccordi viari, più che per la struttura
in sé. Per inciso, non risulta che nella bassa reggia-na o nei
comuni area nord della provincia (Mirandola) si vada a breve a
riduzione di servizi ospedalieri o ambulatoriali (che
anzi l’emergenza COVID dovrebbe averci suggerito di aumentare, a
livello terri-toriale) e nel caso sarebbe interessante sapere se le
popolazioni locali ne siano state informate.
Realizzabilità tecnica: deve essere chiaro, una volta per tutte,
che le possibi-lità tecniche per avviare una costruzione e una
riorganizzazione dell’attuale area ci sono tutte, senza determinare
sposta-menti di reparti se non per il trasloco nei nuovi padiglioni
una volta costruiti e, co-munque, esistono parecchie esperienze,
anche vicino a noi, da Modena a Verona a Montecchio, di opere di
adeguamento e ammodernamento fatte su strutture ospedaliere, senza
che questo ne inter-rompesse l’attività. Non lo dicono citta-dini
sparsi privi di competenze tecniche, ma architetti e ingegneri che
queste ope-re le hanno anche progettate e realizzate.
L’eliporto: invito tutti a guardare nelle pagine della CMB (non
esattamente una compagnia di dilettanti) la soluzione realizzata
per l’ospedale di Verona (tro-vate l’immagine sul loro sito).
Insomma: al di là di come la si pensi, secondo di-verse
associazioni e movimenti e qualche centinaio di cittadini che hanno
provato ad approfondire il tema negli ultimi mesi, una decisione
strategica per l’urbanistica e i servizi sanitari di questa città,
che avrà conseguenze perlomeno secolari, non può essere fatta nel
chiuso di una com-missione tecnica e di una giunta, avendo come
unico “motore” (è il caso di dirlo) l’idea che una struttura
ospedaliera deb-ba essere “raggiungibile” dall’autostrada e non dal
centro della città che serve (tenuto conto che non stiamo parlando
solo di Pronto Soccorso e degenze, ma anche di servizi
poliambulatoriali, che verrebbero trasferiti anch’essi a ridosso di
Fossoli e dell’autostrada).
Prima di procedere con atti irrever-sibili, con conseguenze
ambientali e finanziarie notevolissime, è necessario aumentare il
livello di consapevolezza di tutta la città sulla posta in gioco,
anche perché di errori di progettazione in opere pubbliche, costi
che si gonfiano a dismi-sura e di aree dismesse rimaste a marcire
per anni, non è che a Carpi si sia proprio digiuni.
Il Sindaco avrà il coraggio di sostene-re un dibattito pubblico
su questo tema e non limitarsi, come sempre, alla presen-tazione di
decisioni già prese al chiuso di commissioni ristrette?
-
17n. 49 - 30 dicembre 2020COPERTINA
di florio maGnanini
«Rispondi a questa domanda: secon-do te, esiste un cervello, nel
virus?», ci chiede a bruciapelo l’Ingegnere. Lui è un tecnico di
chiara fama, ma con una capacità di visione che ne ha fatto
l’artefice molto richiesto di grandi progetti e di sofisticate
architetture tecnico finanziarie per gli investimenti industriali e
infrastrutturali, soprattutto di iniziativa pubblica. Più uno
scien-ziato con qualche propensione filosofica, dunque, che un
tecnico in senso stretto. La prima risposta che verrebbe da dargli
rimette in moto tutti i sospetti che hanno ruotato finora intorno
alla Cina. E infatti, a considerare che il colosso asiatico, alla
fine dei conti, riuscirà a chiudere in positivo, tra l’1,2 e il 2
per cento di crescita del Pil, anche questo disgra-ziato 2020,
contro una recessione globale media calcolata dal Fondo monetario
internazionale in un meno 2 per cento e un Pil pro capite in
discesa in 170 paesi, qualche dubbio potrebbe anche essere
giustificato circa una presunta “intelligenza” che abbia magari
guidato la pandemia. E c’è chi lo ha anche espresso senza mezzi
termini. Né aiutano a dissolve-re l’aura vagamente complottista che
circonda il Coronavirus notizie come quella, diffusa in questi
giorni, che nei primi cinque mesi della pande-mia sempre in Cina
sono state aperte 70 mila aziende produttrici di ma-scherine. Che –
sia detto per inciso – per quanto inizialmente snobbate, semplici e
perfino rudimentali, a dispetto di tutte le Immuni di questo mondo
sono rimaste alla fine lo stru-mento di prevenzione più
efficace.
Ma torniamo al nostro quesito: «No – precisa l’Ingegnere – io
al-ludo a un altro tipo di intelligenza. Mi verrebbe da collocarla
proprio dentro i famosi droplet, l’alone umido emesso da bocche e
nasi all’origine dei contagi, quasi che esista una stra-tegia
punitiva del virus nei confronti
dell’umanità tutta». Fermi tutti, Ingegnere. Qui il
discorso evoca tutti quei paurosi ondeggiamenti della storia
dell’homo sapiens che ogni volta ne hanno rivelato la condizione di
specie fra le altre specie, di essere vivente fra gli altri
miliardi di esseri viventi che calcano la superficie di questo
pianeta dalle risorse limitate. Allude forse a tutti gli eventi
sfoltitori della nostra specie che, osservati da molto distante,
hanno concorso non poco a sottrarci alla condizione divina, che ci
siamo autoattribuita, per essere richiamati piuttosto a quella di
animali fra gli altri animali ben più avvezzi di noi alle rasoiate
stermi-natrici? Tipo epidemie, appunto, ma anche disastri naturali,
per non dire dei massacri procurati da noi stessi con le guerre, le
pulizie etniche, le pandemie di tipo finanziario che cambiano la
vita a milioni di esseri? «Ecco, vedo che cominciamo ad
avvicinarci», sorride l’Ingegnere. Dovremmo allora supporre che
esista una regola necessitante alla base della nostra condizione di
specie, la stessa che di tanto in tanto intervie-ne a ricordarci
che abbiamo superato un limite, che abbiamo esagerato, che dobbiamo
ritrovare un equilibrio che abbiamo concorso ad alterare?
Una riedizione della ybris, della pre-potenza sfrontata che
sfida l’universo e che nella tragedia classica gli dei punivano con
la nemesi? Molte volte il nostro pensiero, in forma di mitolo-gia o
religione o filosofia – la scienza
no, è molto più prudente – ha dato corpo e ha fantasticato su
questa presunta Intelligenza regolatrice e spietata che
governerebbe il respiro profondo dell’umanità, ricordandole di
essere invadente,
sregolata o anche semplicemente troppa.
Ecco, ma a vederla galleggiare in forma di Covid dentro quelle
famose goccioline che hanno seminato il contagio nel mondo, uno si
chiede: che cosa avremmo infranto, noi, uomini del XXI secolo? Di
quale planetaria o metafisica rottura di equilibri ci saremmo resi
colpevoli?
A pensarci bene, non dovrebbe essere difficile trovare la
risposta che cerca l’Ingegnere. Una risposta che sta in quel nostro
essere la specie, per dirla con Noah Harari, che più ha distrutto,
sterminato, desertificato, in una parola “consumato” per se stessa,
dimentica di tutto il resto. Si creda oppure no, a questa
fantasti-cheria un tantino animistica delle goccioline con il
cervello, è a partire da questa consapevolezza che potre-mo uscirne
diversi e migliori.
E se il Covid-19contenesse un cervello?
Dialogo con un Ingegnere sulla strategia punitiva del
virus verso la specie umana
RINGRAZIAMENTO
Maura Lugli, già ricoverata dal 6 al 22 dicembre scorsi al
Ramazzini, intende esprimere tutta la propria gratitudine al
personale medico e infermieristico dei reparti di Medicina
d’Urgenza, Medicina Prima e Cardiologia per il calore umano dal
quale si è sentita circondata e per la competenza e la
professionalità di cui le hanno dato prova.
Carpi 30 dicembre 2020
-
18n. 49 - 30 dicembre 2020AMBIENTE
Articoli tessili per la casa e l’abbi-gliamento realizzati solo
con materie prime naturali, pratici e che non hanno bisogno di
essere stirati; capi prodotti con tessuti tecnici sosteni-bili o
con materiali completamente riciclati; riconversioni di imprese per
la produzione di mascherine e di dispositivi di protezione
individuale. Ma anche iniziative di promozione della salute e del
benessere, strumen-ti di welfare aziendale e laboratori
territoriali.
Sono alcuni dei progetti presenta-ti da aziende, cooperative,
enti locali, scuole del territorio di Carpi e dintor-ni nell’ambito
del premio Innovatori Responsabili, promosso dalla Re-gione Emilia
Romagna e giunto alla sua sesta edizione. Soggetti pubblici e
privati uniti dall’impegno per un futuro sostenibile, alla ricerca
di soluzioni per rispondere alla sfida dei 17 obiettivi globali
indicati dall’Onu con l’Agenda 2030. Sono 38 i progetti premiati,
scelti tra le 145 candidature
giunte quest’anno da tutta la regione per
le 7 categorie previste dal premio: imprese fino a
20 dipendenti, imprese fino a 250 dipendenti, imprese oltre 250
dipendenti, cooperative sociali, liberi professionisti,
associazioni, scuole e università.
Sale a 360 il numero degli “inno-vatori responsabili”. Tra
questi, 67 nella provincia di Modena e diversi da Carpi e
dall’Unione delle Terre d’Argine: Bergianti&Pagliani (La
Fabbrica del Lino), Chimar, Comune di Carpi, Crea-Sì di Carpi,
Didasko cooperativa sociale, Donne da Sogno, Liceo scientifico
Fanti, Nazareno Work cooperativa sociale, Porrini (Campogalliano),
Staff Jersey, TecEu-rolab (Campogalliano).
Cresce la sensibilità e l’investi-mento delle imprese per
ridurre gli impatti ambientali, ma anche per migliorare le
condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori attraverso strumenti
di welfare aziendale e progetti per favorire la conciliazione
Gli Innovatori Responsabili di Carpi e dintorni
Le aziende che hanno partecipato al Premio
promosso dalla Regione
vita-lavoro.Oltre il 60 per cento dei parte-
cipanti ha segnalato iniziative per rispondere alle emergenze
determi-nate dalla pandemia: dalla ricon-versione produttiva per
assicurare dispositivi di protezione a interventi per la sicurezza
dei lavoratori, fino all’attivazione di nuovi servizi per
rispondere alle esigenze dell’utenza più fragile e ai problemi
generati dalla chiusura delle scuole.
La cerimonia di premiazione del-la sesta
edizione del prestigioso riconoscimento è stata presentata nei
giorni scorsi in diretta streaming con la partecipazione
dell’assessore regionale allo Sviluppo economico e Green economy,
Lavoro, Formazio-ne, Vincenzo Colla, del presidente della
Commissione Pari opportuni-tà, Federico Alessandro
Amico, del direttore generale Economia della
conoscenza, del lavoro e dell’impresa ideatrice del
Premio, Morena Diazzi.
claudia roSini
-
19n. 49 - 30 dicembre 2020ECONOMIA
Di solito è la fiera che chiude la “triade” di Pitti Immagine e
invece quest’anno la aprirà. Stiamo parlando di Pitti Filati, il
salone dedicato alle eccellenze della filatura internazionale che
si svolgerà dall’8 al 10 febbraio negli spazi espositivi della
Stazione Leopolda di Firenze. Cambio di date e di location quindi
per la fiera che fino a qualche settimana fa era stato annunciato
si sarebbe svolta dal 21 al 23 febbraio insieme all’Uomo e al Bimbo
alla Fortezza da Basso. Nei giorni scorsi invece l’organizzazione
ha deciso di anticipare di dieci giorni la rassegna rispetto ai
primi saloni di prodotto finito, presentando le collezioni
primavera-estate 2022 di filati e accessori per la maglieria. Una
decisione presa di comune accordo con gli operatori del settore,
come ha dichiarato Raffaello Napoleone, amministratore delegato di
Pitti Immagine. “Questa è una stagione extra-ordinaria sotto molti
evidenti aspetti e il nostro dovere è cercare le migliori soluzioni
per i nostri espositori in funzione della continua evoluzione della
situazione generale. Per questo non abbiamo mai smesso di
interrogarci insieme ai filatori, anche dopo che ci eravamo
consapevolmente indirizzati verso una data unica per i tre saloni
invernali – ha detto il manager –. E le valutazioni sulle
tempistiche e sulle modalità di presentazione delle collezioni che
sono emerse via via in questo quasi quotidiano confronto, ci hanno
indotto a trovare, insieme al Comitato Tecnico, una nuova
collocazione autonoma per Pitti Filati. Non è solo una questione di
date: abbiamo pensato anche al formato, al messaggio che volevamo
dare al mercato”.
L’88esima edizione di Pitti Filati si svolgerà in una Stazione
Leopolda ricca di elementi scenografici ed emozionali che si
integreranno con stand preallestiti e studiati
per rispettare le nuove regole di sicurezza a tutela della
salute di espositori e visitatori. All’interno della Stazione
Leopolda anche lo Spazio Ricerca avrà una collocazione speciale;
questa sezione si presenterà infatti in una doppia dimensione,
fisica e virtuale. La piattaforma digitale Pitti Connect,
infine,
FIERE
Pitti Filati anticipa le date e cambia location
affiancherà e integrerà l’edizione fisica di Pitti Filati.
“Il nuovo posizionamento di Pitti Immagine Filati – ha
commentato Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine –
vuole sottolineare la forte identità di un salone che a ogni
edizione si contraddistingue per qualità, innovazione e capacità di
dare input decisivi a tutta la filiera del tessile. Siamo convinti
che in quel momento ci saranno buoni margini di portafoglio per i
buyer. Sono le stesse aziende ad averci rassicurato in tal senso,
così come hanno raccolto subito con grande interesse l’idea di
spostarsi alla Stazione Leopolda”.
claudia roSini
La stazione della Leopolda. Sotto, alcune immahini di una
precedente edizione
-
20n. 49 - 30 dicembre 2020ECONOMIA
(dal nostro corrispondente) Nei giorni scorsi, la Commissione a
europea, ha confermato sino al pros-simo 31 luglio 2021 le sanzioni
nei confronti della Russia. Secondo dati della Presidenza della
Camera di Commercio e Industria di Düsseld-orf, dal luglio 2014
queste sanzioni sono costate all’Europa 21 miliardi all’ anno. Da
un lato abbiamo la necessità in un momento pandemi-co europeo e
mondiale di rilanciare l’economia che costringe l’Unione Europea a
promulgare il New Gene-ration EU, il Sure, eccetera; dall’al-tro,
per seguire linee di oltreoceano, si confermano le sanzioni che per
le industrie europee sono illogiche come più volte sottolineato.
Questo comporta che la Russia continui nella sua politica di
produzione interna, malgrado notevoli difficol-tà, mentre alle
piccole aziende non rimane che trovare con importanti investimenti
(per chi se lo può
permettere) mercati nuovi o finire in mano ai grandi gruppi di
vendita online che dettano le condizioni alle aziende stesse.
Il mercato russo, a differenza di altri mercati è rimasto aperto
senza ulteriori lockdown, anche se alcune criticità ci sono state,
come il calo di alcuni consumi tipo abbigliamento o auto, mentre
sempre buona è la si-tuazione dell›agro alimentare, dove però, ci
sono le ovvie controsanzio-ni, sempre a discapito dell’Europa e in
particolare, per questo ambito specifico, dell’Italia. Oltre a
questo,
la Ue sta applicando sanzioni anche alla Bielorussia mentre
contro l’Ucraina non viene mossa foglia.
Malgrado il cambio notevolmen-te sfavorevole, la “vita” è
proseguita, e con l’arrivo della vaccinazione dal 4 dicembre, da
gennaio 2021 potrà migliorare. Si confida anche nella riapertura
delle frontiere, perché la presenza degli imprenditori sul luogo di
vendita o di contratto è im-portante, salvo ovviamente coloro che
si sono preparati da tempo con uffici propri, in loco.
Gian luca nicolini
MERCATI
Che cosa si perde l’Europa continuando con le sanzionicontro la
Russia
Ragazzi! Croce Blu Carpi vi aspetta per iscrivervi al Servizio
Civile Universale!
SERVIZIO CIVILEUNIVERSALE 2021Sei dinamico? Vuoi sentirti
utile?
Hai un'età compresa tra i 18 e i 28 anni?
P. A. CROCE BLUCARPI ODV
ha disponibili sei posti per aderire al “ServizioCivile
Universale 2021” con un impegno di 25ore a settimana perdodici mesi
ed un
contributo mensile di € 433,00
*Sono ammessi, senzadistinzioni di sesso,cittadini italiani,
diPaesi appartenenti
all’Unione Europea estranieri con regolarepermesso di
soggiorno
in Italia
P. A. CROCE BLUCARPI ODV
ti propone l’attività per effettuare
Trasporti socialie
Trasporti sanitari rivolti a tutti
Garantendo così un continuo
miglioramento deiservizi prestati alla
cittadinanzaVuoi saperne di più?
Ti aspettiamo nella nostra sede in Via Marchiona,1 a Carpi -
Tel. 059/698585
[email protected]
L’Avia Park di Mosca
-
21n. 49 - 30 dicembre 2020ECONOMIA
«La progettazione, nelle aziende che realizzano grandi opere
pubbliche, industriali e infrastrutturali, soffre degli stessi
limiti della medicina: tan-ti super specialisti, mentre difettano i
dottori». Come dire, tecnici molto preparati nel dettaglio, ma
privi di una visione generale e organica. E’ la lacuna che Gian
Carlo Spaggiari si è proposto di colmare con il suo “Manuale di
Investment Analysis”, sottotitolo “L’analisi costi-benefici per una
progettazione consapevole degli investimenti pubblici” (124
pa-gine, distribuzione a richiesta) edito in questi giorni da
Aimag. Ingegnere libero professionista, specialista di valutazione
in ambiti che spaziano dalle opere di urbanizzazione alle
infrastrutture idriche ed energetiche, passando per le reti di
distribuzione e l’immobiliare non residenziale, Spaggiari è stato
docente di Va-lutazione economica dei Progetti prima alla Facoltà
di Architettura dell’Università di Ferrara e poi alla facoltà di
Ingegneria “Enzo Ferrari” di UniMoRe. «In quanto componente
dell’Aiv, l’Associazione italiana di Valutazione e con una notevole
esperienza di insegnamento in questi ambiti – spiega – in questo
Manuale, indirizzato alle strutture aziendali che si occupano della
progettazione e della programmazione di opere pubbliche per
l’erogazione di ser-vizi affidati a società pubbliche, ho raccolto
i materiali di un corso di formazione che, con notevole
lungi-miranza, Aimag ha voluto che tenessi nel novembre scorso ai
suoi tecnici addetti alla progettazione. Oggetto della mia critica
– aggiunge – non sono i progettisti in quanto tali, ma chi non
spiega ai vari stakeholder, cioè a tutti i soggetti interessati a
un determinato progetto, quale sia la sua ispirazione, perché si
sia fatta una determinata scelta piuttosto che
un’altra. Ogni progetto comporta infatti misurarsi con il futuro
e non è deterministico, chiuso cioè in un rapporto preciso di
causa-effetto, ma solo probabilistico».
Occorre prenderci, insomma: e la valutazione, l’Investment
Analysis che dà il titolo al Manuale, deve con-tenere quella
componente di visione che serve a valutare, di un investi-mento,
tutte le implicazioni, tecniche e finanziarie, ma anche di ricaduta
sociale e coinvolgimento che possono aiutare il decisore politico.
Verrebbe da pensare al grande investimento sulla nuova adduttrice
dell’acque-dotto di Carpi, per chiedersi: la scelta della ghisa,
per la tubazione, materiale più costoso perché più durevole e
garantito per almeno una settantina d’anni, avrà tenuto conto
di quali saranno i consumi effettivi di acqua a Carpi fra un
settantennio? E poiché all’origine di quell’opera ci fu la
questione delle fibre di amianto nell’acqua, la comunità è stata
davve-ro coinvolta nella scelta adottata?
Nella sua Prefazione al Manuale, Spaggiari sottolinea quanto
l’In-vestment Analysis, pratica operativa diffusa nella seconda
metà dell’Otto-cento solo fra le grandi società capi-talistiche in
gara per la concessione delle ferrovie, abbia faticato a trovare
spazio come materia di insegnamen-to universitario. Incontrando
peral-tro un grande favore fra gli studenti di Ingegneria e
Architettura, per niente paragonabile con la freddezza dimostrata
invece negli studi pro-gettuali delle grandi aziende, dove, scrive
Spaggiari, “...ci si trova di fronte a un’avversione pregiudiziale
ad affrontare la materia da parte di progettisti, laureati o
diplomati, che ritengono il loro compito dentro l’a-zienda esaurito
nell’apporto tecnico classico del calcolo prestazionale e di
dimensionamento di oggetti (opere) la cui esecuzione viene decisa
in altre sedi, piuttosto che nello sforzo di contribuire a
risolvere problemi complessi e progettare risposte per le domande
che vengono dal territorio”. Nell’ultimo ventennio, poi, l’Ia ha
conseguito una importante colloca-zione istituzionale grazie alla
sempre maggiore attenzione del legislatore. Ed è diventata anche
argomento di ampi dibattiti nell’opinione pubblica, con le
contrapposte analisi condotte per la linea ferroviaria Torino Lione
ad Alta capacità.
LIBRI
L’analisi degli investimentinel Manualedi Spaggiari
Gian Carlo SpaggiariIn alto, la copertina del manuale
-
22n. 49 - 30 dicembre 2020CULTURA
Aveva quasi dimenticato di essersi iscritto, a inizio anno, al
Concorso Nazionale “Premio Fabrizio De Andrè”. E quasi ce la faceva
il musici-sta carpigiano Nicholas Merzi, dopo la mail che gli aveva
comunicato l’ingresso nel gruppo dei trenta musicisti, fra i mille
partecipanti, selezionati per le finali, con i brani “Falò” e
“Canzone malinconica” del suo ultimo album “Metti le scarpe al tuo
cane” uscito lo scorso mese di gennaio, prodotto in collaborazione
con Mirco Limoni e inciso con il suo gruppo “Extrass”. Non è
entrato nella successiva selezione operata dalla giuria composta da
scrittori, gior-nalisti, critici musicali e presieduta da Dori
Ghezzi che con il prestigoso premio intitolato a De Andrè punta a
favorire la creazione di nuove e originali produzioni di musicisti
e cantautori esordienti, capaci di autonoma creatività musicale ed
estranei alle mode.
Poco male. Quel che più conta è che proprio sia lo stile che
contrad-distingue Nicholas (classe 1985), ap-passionatosi alla
musica da quando aveva undici anni grazie a un vicino
di casa chitarrista e che ha fatto poi della musica un
lavoro.
Parte come chitarrista suonando canzoni di altri autori insieme
al bat-terista Emanuele Stassi e al bassista Igor Napolitano e si
crea così la band “Extrass”. Nel 2013 inizia a cantare e a scrivere
brani che vengono raccolti e pubblicati nel 2015 con il loro primo
album dal titolo “Qualche Traccia”.
In tutti questi anni tanti sono i concerti renuti sia in Italia
che all’e-stero, da Bucarest a Zurigo e all’Isola di Tenerife tanto
che Merzi non ha dubbi quando afferma, «...quando ti giri e vedi i
tuoi compagni di viaggio ti senti sempre a casa, sia che tu sia in
una sagra che in un grande teatro. Per me è fondamentale la
condivi-sione, suonare insieme e muovermi sempre con loro».
PERSONE
Da candidato al premio De Andrèal Capodanno del Comunale
Singolarmente invece è insegnan-te di chitarra nella scuola di
musica “Eden Music School” dell’Oratorio Eden e nei corsi di
strumento e di musica presso l’Istituto Sacro Cuore di Carpi oltre
ad essere testimonial, insieme a Marco Ligabue, dell’As-sociazione
“Buona Nascita Odv” di Carpi per la quale, nel 2019, ha tenuto un
concerto di raccolta fondi in Benin insieme a Ligabue e all’artista
africano Dibidobo.
Poi, in quest’anno difficile la gioia di diventare papà e la
gioia di entrare nella prima selezione del “Premio Fabrizio De
Andrè”. «Tu scrivi can-zoni, butti cose di te, non sai se agli
altri possano piacere o no e arrivare a questo punto fa veramente
piacere» sostiene Nicholas.
Nel frattempo sarà possibile vedere e ascoltare la band
“Extrass” nella rassegna promossa dal Comune di Carpi “Streaming in
the Night” dal 30 dicembre al 6 gennaio con il concerto “Songs of
Freedom” ovvero “Canzoni di libertà” come segno di buon auspicio a
tutti per l’anno che verrà.
maGda Gilioli
I gruppi che si sono esibiti in Teatro. Nelle altre immagini,
Nicholas Merzie la copertina del suo cd “Qualche traccia” uscito
nel 2015
-
23n. 49 - 30 dicembre 2020ATTUALITÀ
È una bella notizia, eppure gli abi-tanti di Fossoli gioiscono
solo a metà. Forse anche meno. Classe 1953, con le forbici in mano
fin da quando aveva 15 anni, il barbiere della frazione, Claudio
Scacchetti, andrà in pen-sione giovedì 31 gennaio. Alle 16.30 la
serranda si abbasserà non solo su un’attività commerciale aperta
dal 1968, ma soprattutto su un luogo che è stato punto di
riferimento per centinaia di persone che ancora, ogni giorno, non
mancano di fermarsi principalmente per una chiacchiera e una
risata, prima ancora che per un taglio di barba e capelli. “Amico
di una vita”, “il numero uno dei barbieri” il signor Scacchetti;
“un pensatoio”, “un salotto per chiacchie-re mascherato da
barberia” il negozio di via Martinelli.
Sono solo alcuni dei commenti che fioccano sul web da quando uno
degli amici di Claudio ha pubblicato la notizia: nell’augurargli la
meritata pensione, sono tante le persone che hanno per il
professionista parole di affetto sincero. Tra loro, anche il pri-mo
cittadino. «Claudio è non soltan-to un artigiano che ha sempre
fatto il proprio mestiere, ma un punto di riferimento per Fossoli –
afferma Alberto Bellelli -. È stata una bellis-sima abitudine in
questi anni, anche per l’amicizia e la stima che ci lega, andare a
farmi la barba da lui, in campagna elettorale. E non sempli-cemente
per il gesto di farsi la barba, ma per la possibilità di incrociare
un pezzo di vita di una frazione sempre molto viva. Il suo è un
ritrovo per parlare, per intrattenersi in discus-sioni politiche,
spesso e volentieri: un posto ricco di quelle relazioni umane che
sono tipiche e caratterizzano la bellezza del vivere a Fossoli». In
questi 52 anni, non si contano le persone passate per le abili mani
di Claudio Scacchetti. Per loro, mai null’altro che sorrisi. «Non
sarà facile – spiega commosso Marco Reggiani, segretario del Pd
carpigiano, ma
Quel barbiere custodedell’anima di Fossoli
Claudio Scacchetti lascia dopo 52 anni il negozio
riferimento della frazione
soprattutto abitante della frazione -: per molti di noi quel
negozio è il ritrovo fisso prima o dopo il lavoro, il momento più
bello della giornata. Mi mancherà, si rideva, si ride ancora… ma
per pochi giorni».
Quanto al protagonista, quando lo chiamiamo al telefono per una
dichiarazione “ufficiale” lo interrom-piamo mentre ancora una volta
ha un cliente con i capelli bagnati che ha bi-sogno di lui. Viene
da pensare che sia
un bene averlo trovato affaccendato: diversamente, 52 anni di
così tanta vita passata davanti a occhi e mani sarebbero stati
difficili da raccontare senza turbamento. «Ringrazio la clientela
che in questi anni mi ha supportato – tiene a sottolineare per
prima cosa -. Se ho sbagliato qualche taglio di capelli poco
importa, si sarà rimediato, l’importante è che io non abbia
sbagliato come persona».
Valeria cammarota
Barba e capelli al sindaco Alberto Bellelli e all’ex primo
cittadino, Enrico Campedelli
-
24n. 49 - 30 dicembre 2020SPORT
Lo avevamo anticipato lo scorso 18 dicembre, adesso arriva anche
un primo passo formale: sul suo nuovo sito internet, il Carpi FC
ufficializza l’ingresso di Alessandro Forlenza nel Cda del club
biancorosso. Come indicato dalla società di via Abetone, Forlenza
ha per ora assunto il ruolo di “Consigliere non esecutivo”, ma è
solo questione di tempo affinchè si verifichi il suo ingresso
ufficiale nel capitale sociale. Il prossimo nuovo socio biancorosso
è il proprietario di Engel Italia Srl, società di Salerno che si
occupa di assistenza sociale e gestione di centri di accoglienza
per migranti. Le quote probabili oggetto di un passaggio di
proprietà sono quelle ancora in capo all’ex presi-dente Simone
Morelli (9 per cento) e alla holding Campoleone (20 per cento).
In attesa dei passaggi delle quote, o di un aumento di capitale,
il nuovo Cda del Carpi è così composto: Presidente Matteo
Mantovani, Vicepresidente Federico Marcellu-si, Consiglieri
Marcello Fantuzzi, Eugenio Pozzi, Giovanni Ghersina, Consigliere
non esecutivo Alessan-dro Forlenza. Mantovani e Fantuzzi sono come
noto i soci carpigiani di Ncs, mentre Pozzi e Ghersina sono
consiglieri in quota Vft, l’azienda del vicepresidente Marcellusi
che dun-que detiene la maggioranza del Cda.
Sempre dall’organigramma pubblicato dal Carpi sul proprio sito
internet, emerge un’altra novità: David Di Michele. Solo omonimo
dell’ex bomber di Reggina e Lecce (tra le altre), Di Michele ha
assunto il ruolo di Responsabile Commerciale Area Partners,
posizione che aveva già ricoperto a Pordenone, Mestre e Verona
femminile. Il nuovo dirigente biancorosso è per altro dal 2018 il
Vicepresidente della Provincia di Verona e già in passatto è stato
Assessore al Commercio del Comune di Lavagno, sempre nel
veronese.
enrico ronchetti
Alessandro Forlenza nuovo socio del Carpi
CALCIO - Il vicepresidente della Provincia di Verona David Di
Michele è il nuovo Responsabile Commerciale
Sopra, da sinistra, Alessandro Forlenza con Federico Marcellusi
(ph. Facebook Carpi). A lato, David Di Michele
-
25n. 49 - 30 dicembre 2020SPORT
Tempo di pagelle di metà stagione per il Carpi, prossimo al giro
di boa del suo campionato. Analizziamo l’andamento fino a questo
momento dei biancorossi attraverso il Premio Bruno Cucconi, il
nostro pagellone che ogni anno incorona il miglior giocatore del
Carpi in base alle pagel-le settimanali di Voce, dei quotidiani
locali e dei tifosi.
Eccoli, in ordine di media-voto:Minel Sabotic (media voto 6,374;
14 presenze): Con la fascia da capitano cucita al braccio trova
continuità, concentrazione, senso dell’anticipo e tutto il bagaglio
del buon centraleAndrea Rossini (6,364; 13): Ha atteso per tanto
tempo in panchina e ora, a 30 anni suonati, non vuole farsi
sfuggire l’occasione. Mister Pochesci lo chiama San Rossini in più
di una occasione: miracoli non sappiamo, ma punti ne ha
portatiRomeo Giovannini (6,353; 15): Rapido, veloce, imprevedibile.
Spesso lo si ferma solo con le cattive. Ricorda un’altra ‘Pulce’
biancorossa: il fosso-lese Amleto Frignani. A soli 19 anni è un
paragone ingombrante, ma il futuro è suo.Andrea Ghion (6,322; 12):
Classe, visione di gioco, intuito. Mister Pochesci ha impiegato
cinque minuti a inquadrarlo e ad affidargli le sorti del
centrocampoMichael Venturi (6,281; 15): Il pas-saggio dal
centrocampo alla difesa lo trasforma in insostituibile. Interpre-ta
il ruolo a testa alta con sicurezza e senso della posizioneFabio
Varoli (6,138; 10): Titolare ad inizio stagione, cede il posto
all’espe-rienza di Gozzi nonostante prestazio-ni sempre
all’altezza. Ora è la prima riserva, ma domani chissàLamine Fofana
(6,129; 14): A lui toc-ca soprattutto il lavoro sporco e lo fa
tal