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Mensile di cultura, informazione e attualità · driscina, ne denuncia la più che manifesta illegittimità per la semplice ragione che il Comune di bisceglie non rientra nei tre

Oct 08, 2020

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se non diremo coseche a qualcuno spiaceranno,non diremo mai la verità

Anno XXXIX - FEBBRAIO 2012 - Una copia E 2,50

2/2012w w w . i l f i e r a m o s c a . i tPoste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in Legge n. 46 del 27/02/2004) Art. 1 Comma 1 - CNS BA

M e n s i l e d i c u l t u r a , i n f o r m a z i o n e e a t t u a l i t à

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febbraio 20124 iL fieraMoSCa febbraio 2012 iL fieraMoSCa 5

2/2012

LibriCome si fa libreria? Coccolando i lettoridi [email protected]

Musica28.ma stagione concertistica dell’asso-ciazione Cultura e Musica “G. Curci”

PresentazioneUn approfondito studio su eraclio tesi a confronto di numerosi autori

RecensioneLa mafi a innominabiledi Domenico Seccia

Protegam civitatem istam et ero vobis in praesidiumdi Francesco Piazzolla

ConvegnoNuovi modelli di sviluppo del nostro territorio “i castelli federiciani”di Luigi Larovere

Sportil Gran Galà dello Sport: al Curci atleti barlettani in passerella

ConcorsiL’associazione Culturale “ad Maiora” organizza il Xiii Premio Letterario Na-zionale “Massimo d’azeglio”di Costantina Loscocco

PoesieLa vita del contadinodi S. TupputiTra passato e presentedi A. EsoticoL’aria di Nataledi A. Criscuoli“La bottega e la luna…”di G. LagrastaLa nonnadi A. Roggio

Sapevi d’amoredi Rosa Spera

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6EconomiaSegnali di crescita del turismo in Puglia e nella provincia barletta-andria-Tranidi Emmanuele Daluiso

SocietàLa persona al centro della vita sociale

AmbienteCiappetta-Camaggio, l’appello di Pa-squale Lattanzio

UALSta accadendo qualcosa di strano in girodi Francesco Filannino

Esercitofesta di Corpo dell’82° rgt. f. “Torino”di Gian Piero Demarcus

Solidarietàfarsi sorprendere da piccoli passi. ri-fl essioni di Padre Saverio Paolillo dal brasile

AttualitàCortina e barletta. Difesa dalla gogna mediatica. di Angelo Maffi one

Vita amministrativaobiettivo su…corrispondenza di Ruggiero Mennea

IndustriaPerché “iDee” le sfi de per le Pmidi Antonio Diterlizzi

Per non dimenticarei Pogrom non fi niscono maidi Luigi Di Cuonzo

Ambienterelazione sui servizi svolti nell’anno 2011 dal Nucleo di Vigilanza i.f.a.e.di Giuseppe Cava

EventiPresentata presso la Camera dei De-

putati l’enciclopedia discografi ca KZ Musikdi Renato Russo

Presentazioneariscianne la spiaggia dei misteridi Renato Russo

Storia localei cognomi e lo strano caso dei “mutan-ti”di Michele Grimaldi

ScuolaProgetto “Legalità a scuola”di Daniela Stefania Fucci

La Memoria della Shoah nella mente dei ragazzi del 3° millennioa cura di IV e V sez. A-B

EnigmisticaCruciverba simmetrico con riferimenti a barlettadi Franco Lamonaca

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11 Incontro con gli esponenti del mon-do amministrativo e politico della città

Presentato presso il Circolo Unione un approfondito studio su Eraclio di Duilio Maglio3919

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L’Enciclopedia della musica scritta nei campi di concentramento, cura-ta da Francesco Lotoro 31

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È necessario investire nuove energie per diffondere una più sana cultura civile nel rispetto della persona

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9 La Puglia e la provincia Bat destina-zioni turistiche emergenti nel pano-rama italiano

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Presentato presso l’Associazione Ritrovarsi-Elpimix il volume di Giuseppe Savasta

RUBRICHELettere al direttore- federico ii e l’Unità d’italia- Saluti dalle Clarisse di albano- Canne come Waterloo?- oasi di Santa Maria una lettera in versi- Costituita a Canosa l’associazione inter-

nazionale “Pugliesi nel mondo”- La baT esclusa dal Meteo- La “sede” della Camera di Commercio!- Un dono gradito- Che fi ne ha fatto il Museo?- francesco Paolo De Leon nonno e

nipote

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febbraio 20126 iL fieraMoSCa febbraio 2012 iL fieraMoSCa 7

n° 2 - febbraio 2012anno XXXiX

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Lettere al direttore Lettere al direttore

Nel ri-correre del 150° an-niversario dell’Unità d’italia è doveroso d e d i c a r e attenzione e studio al risorgimento e ai suoi protagonisti, ma non dob-biamo dimenticare coloro che, ancor prima del XiX secolo, riconobbero nell’italia e nelle sue genti una specifi ca identità storica e culturale gettando, in qualche modo, i presupposti di quel processo di unifi cazione che verrà attuato solo con l’av-vento dell’età Moderna. Tra questi un ruolo d’eccezione spetta senza dubbio al grande federico ii di Svevia che, pur se in uno dei secoli più com-plessi del Medioevo, quando l’europa intera sembrava frammentata in infi nite realtà politiche, ebbe quasi la visione di un’unità culturale che, prima che il Sacro romano impero, avrebbe dovuto caratterizzare la stessa Penisola.

Non ci è dato sapere se questo riavvicinarsi di tutte le genti d’italia fosse davvero nei piani del grande federico ii o se, piuttosto, la sua fu solo la volontà di costruire un unico vasto Stato che si avvicinasse il più possibile a quello che fu l’antico impero di roma. Sta di fatto che, sei secoli prima dell’effettiva unifi cazione, il traguardo raggiunto dall’impe-ratore svevo fu quanto di più vicino si potè avere nell’unio-ne di tutte le terre e i popoli d’italia.

Leandro Sperdutistorico

Federico II el’Unità d’Italia

Saluti e auguri dalle Clarisse di Albano

Costituita a Canosa l’associazioneinternazionale “Pugliesi nel mondo”

egregio direttore,vogliamo informare i suoi lettori che si

è costituita, a Canosa, l’associazione in-ternazionale Pugliesi nel Mondo. essa co-stituisce un valido strumento di aggrega-zione per tutti i pugliesi che, pur vivendo in altre regioni italiane ed estere, possono mantenere un legame fecondo con la pro-pria terra di origine, con le proprie radici culturali e sociali e diventano nel contem-po cittadini a pieno titolo nei Paesi che li ospitano. L’associazione, infatti, attraver-so l’attività di informazione, promozione e partecipazione, punta a promuovere una cultura di solidarietà tra gli uomini e tra i popoli al fi ne di contribuire all’ottimiz-zazione delle opportunità di crescita della Puglia, e nella città di Canosa di Puglia ricca di tanti emigranti sparsi in italia e nel Mondo.

Nelle città di Canosa di Puglia, su man-dato del Presidente Nazionale dell’asso-ciazione internazionale “Pugliesi del Mon-do” dott. Giuseppe Cuscito, con delibera n. 16 del 21 maggio 2011, il Consiglio Diret-tivo ha nominato propri rappresentanti il sig. orazio Lovino come Coordinatore per il Comune di Canosa di Puglia e l’apertura di una Sezione locale associativa.

La sezione di Canosa di Puglia“Pugliesi nel mondo”

(fo

toru

dy)

Pace e bene! Gent.mo direttore,attraverso questo scritto mi permetto di esprimerLe i nostri

apprezzamenti per la Sua bella rivista “il fieramosca”. Complimenti e ringraziamenti anche per le varie Sue pubblicazioni che ci sono giunte da Lei direttamente, da mio cugino Michele borraccino e altre volte anche attraverso la Diocesi di barletta. Lavoro e contenuti che abbiamo sempre apprezzato e letto volentieri. Grazie! Che il Signore possa benedire sempre il Suo lavoro.

Siamo una Comunità di 24 Sorelle e insieme cerchiamo di vivere la bellezza e la profondità del Carisma donatoci da S. Chiara d’assisi. Proprio quest’anno stiamo celebrando l’8° Centenario della nascita del nostro ordine di Clarisse. Come Monastero siamo presenti ininterrottamente ad albano Laziale dal 1631, nonostante le varie vicissitudini della storia che lungo gli anni hanno messo a dura prova la nostra presenza ad albano. Nell’arco di questi 4 secoli ci sono state varie soppressioni fi no al bombardamento nell'ultima Guerra Mondiale che ha distrutto buona parte del Monastero e ha ucciso tragicamente 18 Sorelle! Nonostante tutto, la Comunità, grazie a Dio e alla testimonianza di vita delle Sorelle, compresa Sr. M. Chiara Damato, è sempre rifi orita!

Colgo l’occasione per augurarLe un anno di pace, di serenità e di buon lavoro!

Con sincera stima, a nome della Madre e delle Sorelle, La saluto cordialmente.

Sr. M. Concetta Sfregola

Oasi di Santa Mariauna lettera in versi

Ho alloggiato,all’Oasi Santa Maria,ho trovatouna Famiglia,m’hanno accoltacome una fi glia.Piangevo,per mio marito,ricoverato all’ospedale…stavo male.Il tempo è passato,mio marito è guarito.Ho tanto pregato.Ringrazio Monsignore,e le Ancelledel Sacro Cuore di Gesù,per l’amore fraterno,che m’hanno donato.Sono tornata a casa mia,ma un pezzo del mio cuore,ho lasciato all’Oasi Santa Maria”.

Marta Riefolo

Caro sindaco,sono stato a Waterloo, 8 euro e 70 per

vedere uno spiazzo brullo, altrettanto per vedere un video della battaglia e altrettanto per visitare il museo delle cere.

Possibile che non si riesce a fare per Canne niente di più e di meglio?

anche ora che c’è la legge per Canne?

Con fi ducia.Ruggiero Francavilla

Canne come Waterloo?

egregio Direttore,la provincia barletta-andria-Trani, uf-

fi cialmente esistente dal 2004, è “ignora-ta” volutamente dalla TV barese “antenna Sud”. il meteo vale solo per le cinque pro-vince pugliesi, esclusa la Sesta Provincia!

Venerdì 20 gennaio, nel dossier sull’evasione fi scale per le province pu-gliesi non menzionava la baT.

richiedo l’intervento del Presiden-te della provincia francesco Ventola che chieda alla TV in questione il perché igno-rino la nostra provincia!

GrazieAnna Dicandia

La BAT esclusa dal Meteo

La “sede” dellaCamera di Commercio!

il Comitato di Lotta “barletta Provin-cia”, esaminata l’intervista del Comitato Promotore dell’istituzione della Camera di Commercio della provincia bT in bi-sceglie, Comitato che sarebbe presieduto dal Presidente della Confesercenti Lan-driscina, ne denuncia la più che manifesta illegittimità per la semplice ragione che il Comune di bisceglie non rientra nei tre ca-poluoghi della Provincia bT previsti dalla Legge n. 148/2004.

Peraltro, il richiamo allo Statuto del-la Provincia, di cui al recente articolo di stampa, del 14 gennaio 2012 è, sul punto, palesemente privo di qualsiasi rilevanza giuridica in quanto l’istituzione della Ca-mera di Commercio non costituisce mate-ria di competenza delle Province rientran-do, in parte nelle attribuzioni dello Stato (Ministero dello Sviluppo economico), in parte in quelle appartenenti alle regioni.

prof. Nicola Di Modugnopresidente del Comitato

Un dono gradito

Gent.mo Direttore,al Santo Natale appena trascorso, ho re-

galato a mia nipote Paola, un abbonamento al Vostro mensile “il fieramosca” in quan-to per lavoro è residente a Milano. Venuta a barletta per pochi giorni per trascorrere le festività in famiglia, mi ha espresso la sua gioia per questo dono, perché la fa sen-tire vicina alla sua città, alle sue radici e per gli argomenti interessanti che questo mensile tratta.

Grazie direttore e buon lavoro!Con stima

Agostino Lonigro

Caro direttore,un tempo avevamo un Museo, un bel-

lissimo museo. Molti di noi se lo ricordano e lo rimpiangono. e quando venne propo-sta la realizzazione di un museo virtuale, tu ti opponesti e realizzasti un servizio giornalistico col quale chiedevi alle nostre associazioni che tipo di museo volessimo, se virtuale o reale. Mi pare che l’esito fu plebiscitario: oltre 50 associazioni recla-marono il museo reale. Nessuno voleva il museo virtuale. oggi abbiamo un museo che, senza essere virtuale, a me pare che sia più che altro una seconda pinacoteca. Che fi ne ha fatto per esempio la magnifi ca collezione di monete?

e allora, perché chi ci amministra non vuole ascoltare quanti, come me, (e sai bene che siamo tantissimi) hanno dedicato una vita al nostro patrimonio culturale?

Perché il sindaco non fa un sondaggio fra di noi per capire come la pensiamo?

Giuseppe Savasta

Che fi ne ha fatto il Museo?

Caro direttore,francesco Paolo De Leon è il primo

storico di barletta e poi ce n’è un secondo che ha lo stesso nome e cognome. erano imparentati?

Nicola Dicuonzo

Sì, erano nonno e nipote. Il nonno era medico e storico; nato il 4 dicembre 1734, morì il 6 febbraio 1809. Figlio di Michele e Anna Tiberio ebbe a sua volta un fi glio che chiamò Michele, lui pure medico. France-sco Paolo fu sindaco nel biennio 1765-66 e scrisse la prima storia di Barletta. Abita-va su Corso Vittorio Emanuele.

Suo nipote, fi glio di Michele, portava lo stesso nome. Nacque il 3 luglio 1828, morì il 24 agosto 1901. Era notaio e prese in carico l’archivio notarile della città.

Sposò Adelaide Straniero e non ebbe fi gli. Abitava su Piazza Paniere del Sabato (piazza Plebiscito) nel palazzo che - oltre la strada - ha una fontana sulla piazzetta antistante.

Fu lui pure sindaco di Barletta, come il nonno, dal 1873 al 1876 e dal 1878 al 1881. La moglie Adelaide era sorella di Elvira che sposò Giuseppe Patrizi, cancelliere del-la Pretura. Mentre Adelaide non ebbe fi gli, Elvira ne ebbe 7: Adelaide, Clelia, Emilia (madre di Peppino Savasta), Ugo, Ada, Ma-ria e Luigi (padre di Beppe).

Giuseppe Fiorella

Francesco Paolo De Leon nonno e nipote

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febbraio 2012 iL fieraMoSCa 9

Economia

di Emmanuele Daluiso*

Segnali di crescita del turismo in Pugliae nella provincia Barletta-Andria-Trani

L’ osservatorio turistico di euro*iDeeS ha provveduto ad effettuare le prime analisi sui dati pubblicati a fi ne di-

cembre 2011 dall’iSTaT sui fl ussi turistici nelle regioni e provin-ce italiane nell’anno 2010, che fanno emergere alcune importanti considerazioni sulle dinamiche di sviluppo del turismo pugliese e della provincia barletta-andria-Trani.

La Puglia destinazione turistica emergenteLa Puglia si conferma un’area di destinazione turistica emer-

gente nel panorama italiano: nel triennio 2008-2010, un periodo interessato da una forte crisi economica internazionale, le presen-ze turistiche pugliesi sono aumentate del 6,6%, contro una media nazionale che ha registrato appena un +0,5%.

Nel contesto pugliese la provincia barletta-andria-Trani co-mincia ad emergere più signifi cativamente con un incremento, nel triennio analizzato, del +16,2%, secondo solo a quello della pro-vincia di Lecce, con +17,4%.

Un risultato importante se correlato al tasso di turisticità (rap-porto fra presenze turistiche e popolazione residente), che, in con-fronto con la media nazionale, presenta un valore molto modesto, infatti nel 2010 tale tasso ha presentato un valore pari ad appena l’11,5% della media nazionale, anche se in leggera crescita rispet-to al 2008 quando aveva registrato il 9,9%.

il 2010 è stato anche l’anno del sorpasso della provincia di Lecce rispetto a quella di foggia: Lecce ha registrato il 34,8% di presenze turistiche in Puglia contro il 33,5% della provincia di foggia.

La presenza degli stranieri comincia ad essere di un certo rilie-vo anche nella provincia barletta-andria-Trani (soprattutto, in or-dine decrescente, tedeschi, francesi, statunitensi, inglesi, svizzeri e russi, che complessivamente totalizzano oltre il 60% di presenze straniere). La baT con la provincia di bari condivide la più alta percentuale di presenze turistiche straniere in Puglia, signifi cativa-mente sopra la media regionale: in entrambe le province oltre una presenza su cinque è straniera (ma occorre tener presente che nella media italiana quasi una presenza su due è straniera e nelle regioni turisticamente più evolute, quali il Trentino-alto adige, il Veneto, il Lazio, le presenze straniere superano quelle italiane).

in un quadro di valutazione di più lungo periodo, si osserva che la crescita del turismo in Puglia, pur con qualche battuta d’arresto, è un fenomeno che è andato consolidandosi nel corso dell’ultimo decennio. in particolare, l’analisi dei dati relativi al periodo che va dal 1998 al 2010 fa emergere che in questo periodo la Puglia è stata la regione italiana con il più alto indice di crescita dei fl ussi turistici (+82%).

La crisi economica internazionale del 2008-2009 non ha in-taccato il turismo pugliese che ha continuato a crescere, mentre a livello nazionale ed anche nell’insieme delle regioni del Sud si è registrato una contrazione dei fl ussi turistici (soprattutto in Moli-se, Calabria, Campania e Sicilia).

Ma la strada resta lunga ed impegnativa. I dati dell’osservatorio turistico delle regioni italiane dell’associazio-ne europea Euro*IDEES di Bruxelles fanno emergere la Puglia e la provincia BAT con un forte potenziale di sviluppo turistico. Per consolidare il percorso intrapreso occorre una strategia di sviluppo pubblico-privata ben mirata in grado di cogliere le opportunità soprattutto dei mercati internazionali e migliorare la rete dei servizi di accoglienza ed ospitalità.

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febbraio 201210 iL fieraMoSCa febbraio 2012 iL fieraMoSCa 11

Economia

Le prospettive del turismo in Puglia e nella BATi dati relativi ai tassi di turisticità ancora molto contenuti, sia a

livello pugliese e ancor più nella baT e le tendenze consolidate-si negli ultimi anni, come suddetto, fanno emergere uno scenario futuro positivo: la crescita del turismo pugliese dovrebbe portare le presenze turistiche a superare i 17 milioni entro il 2016; la baT dovrebbe usufruire di questo scenario regionale positivo e consi-derato che allo stato attuale è la provincia con il più basso tasso di turisticità, il suo tasso di crescita dovrebbe continuare ad essere ancor più sostenuto di quello pugliese.

Ma la crescita non è scontata, come mostrano le esperienze di varie regioni del Mezzogiorno: la Campania che ha interrotto il suo processo di sviluppo dopo il 2001, senza riuscire più a registrare le presenze turistiche di quell’anno; la Sicilia, che, pur partendo da un tasso di turisticità non molto elevato, ha registrato nel periodo con-siderato 1998-2010 una variazione di presenze turistiche al di sotto della media nazionale; la Calabria che ha sofferto la crisi economica internazionale degli ultimi anni; il caso del Molise che alla fine de-gli anni ’90 sembrava essersi avviato sulla strada dello sviluppo, ma che dopo il 2003 ha iniziato una fase regressiva sino a raggiungere nel 2010 quasi lo stesso numero di presenze del 1998.

La distanza enorme fra le attuali presenze turistiche nella baT, circa 280 mila presenze annue, e il suo valore potenziale di 2,5 milioni di presenze annue, comporta la necessità di una strategia territoriale ben mirata, in grado di coordinare i soggetti privati e pubblici locali, di individuare mercati turistici ben definiti ed in rapporto ad essi elaborare politiche ed azioni di sviluppo coerenti e congrue, di integrare le politiche locali con quelle regionali, na-zionali ed europee.

La baT con i suoi beni della filiera storico-culturale (dai ca-stelli federiciani alle emergenze archeologiche dauno-romaniche, dalle cattedrali romaniche ai borghi marinari, dai beni artistici ai siti naturalistici, ecc…), i suoi prodotti enogastronomici molto ap-prezzati da chi ha avuto la possibilità di soggiornare o visitare il territorio, le sue terme della salute sempre più apprezzate a livello internazionale, ecc., può puntare a fare del turismo una delle prin-cipali industrie del suo futuro.

Gli scenari futuri del turismo in ItaliaL’osservatorio turistico di euro*iDeeS ha messo a punto uno

schema interpretativo del turismo italiano da cui emerge che, per quanto la dinamica complessiva dei flussi turistici nell’ultimo de-cennio possa far parlare dell’italia come di una meta turistica in-

ternazionale sostanzialmente matura, che deve rivedere il suo mo-dello di sviluppo turistico, il panorama turistico regionale è molto variegato, sintomo delle potenzialità dei vari territori, ma anche della efficacia delle politiche di sviluppo perseguite.

a parte la tradizionale divaricazione tra Centro Nord e Sud (nel-la prima area si registra l’80% di presenze turistiche, nella seconda il restante 20%), emerge un quadro composito: tre regioni sono in fase di pronunciato declino di presenze turistiche (Valle d’aosta, Liguria e Marche), cinque regioni hanno raggiunto o stanno per raggiungere la loro fase di maturità (Trentino-alto adige, Toscana, emilia romagna, friuli Venezia Giulia, abruzzo), quattro sono in fase di consolidamento (Veneto, Sardegna, Umbria e Lazio), sette esprimono un potenziale di sviluppo che dovrebbe esplicitarsi nei prossimi anni, di cui due nel Nord (Lombardia e Piemonte) e cin-que nel Sud (Puglia, Campania, basilicata, Calabria, Sicilia), infine il Molise che continua a manifestare una debolezza complessiva nell’intraprendere un percorso definitivo di sviluppo turistico.

il coordinamento fra una strategia turistica nazionale e le stra-tegie delle singole regioni costituisce, in questo quadro variegato, il fattore di criticità del turismo italiano. Dal modo in cui sarà af-frontata tale criticità dipenderà gran parte delle dinamiche future.

Le raccomandazioni dell’OCSE per l’Italia e per la PugliaUn contributo importante nella definizione delle strategie fu-

ture per il turismo italiano viene da un recente studio dell’oC-Se, l’organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo dei paesi industrializzati. La maturità, ovvero la crisi del turismo italiano viene confermata dalla valutazione sottolineata dall’oCSe che fra il 2000 e il 2006 la produttività del settore è calata del 13%, pur in un contesto che si è andato progressivamente internazionaliz-zando. L’indicazione fondamentale che dà l’oCSe è che in un mercato globale in costante cambiamento l’italia deve migliorare l’offerta turistica e promuovere un contesto favorevole al turismo. Per mantenere i vantaggi competitivi l’italia deve puntare ad un investimento strategico di lungo periodo sul turismo e riformare la governance del settore, oggi molto frammentata.

Per la Puglia, oggetto di approfondimento dello studio dell’oC-Se, per un verso si apprezzano gli sforzi della regione nel dotarsi di una strategia di sviluppo turistico, ma per altro verso vengono fornite specifiche raccomandazioni per superare le criticità che caratterizzano il settore. in particolare, l’oCSe punta l’attenzione sui seguenti interventi prioritari:• un’integrazione completa del turismo nelle strategie di sviluppo

regionale a livello settoriale e globale;• una definizione più chiara e una promozione più mirata delle

risorse competitive regionali;• una maggiore accessibilità interna ed esterna e migliori infra-

strutture turistiche;• una migliore segmentazione del target turistico e un branding

più mirato del marchio Puglia;• un sistema di formazione e istruzione più focalizzato sul settore

turistico;• un quadro di valutazione più completo del turismo e delle poli-

tiche di sviluppo locale.Queste indicazioni, ovviamente, valgono a maggior ragio-

ne per il territorio della baT, che nonostante gli sforzi prodotti nell’ultimo decennio con le politiche promosse dal Patto Territo-riale, che fra l’altro ha portato anche alla creazione di un marchio territoriale, quello di Puglia imperiale, e ad un incremento signi-ficativo dei posti letto, rappresenta tuttora l’anello territoriale più debole fra le sei province pugliesi.

* vice presidente associazione europea euro*iDeeS-bruxelles

Società

Incontro con gli esponenti del mondo amministrativo e politico della città

La persona al centro della vita socialeLe intenzioni dell’incontro promosso da mons. Filippo Salvo erano buone. Peccato che si siano mantenute

sul piano di una esposizione astratta, ancorata ai soli principi dell’etica sociale. Non basta.

Schema. Impostazione di un progetto- Presentazione di un progetto che desidera avviare una riflessione

su alcuni problemi che preoccupano di più la nostra gente: il “bene comune” e la crisi economica; il futuro della nostra città; il mondo giovanile oggi. Si tratta di riflettere insieme, ascoltarci sui temi “caldi” del vivere in comune.

riscoprire le motivazioni ideali del nostro servizio.- L’impegno nella vita politica è una vocazione.- attenzione alla persona e il desiderio per il bene comune necessari

per la crescita di tutti.- Capacità a saper cogliere il volto concreto del bene comune e della

dignità della persona, così da poter offrire una risposta coerente e duratura alle attese dei cittadini.

PrinciPi dell’etica sociale imPrescindibile riferimento

Per quanti hanno resPonsabilità nella vita Pubblica

1. Il primato della coscienzaUn’attitudine da coltivare (non si trova già fatta dentro di noi)

per formulare correttamente dei giudizi di valore, dei giudizi circa il bene e il male.

Proprio perché si tratta di un’attitudine non innata, bisogna acquisire tutti gli elementi necessari per consentire alla coscienza di formulare un giudizio retto. e il giudizio retto è quello che nasce dalla ricerca della verità attraverso il confronto con i principi universali, con la legge scritta, con le persone competenti su un particolare problema e, per chi è cristiano, col Magistero della Chiesa.

2. I fondamenti dell’etica socialeLa persona umanaÈ fuori dubbio che il fondamento dell’etica è sempre la persona

umana privilegiando l’aspetto del suo vivere in società, delle sue relazioni sociali. L’etica ha sempre come fondamento la persona.

La giustizia e il bene comuneQuando pensiamo la persona scopriamo che quest’ultima ha

due capisaldi imprescindibili: il caposaldo della giustizia da una parte e il caposaldo del bene comune dall’altra. Giustizia e bene comune si intersecano strettamente tra di loro. Non si dà giustizia senza promuovere il bene comune e non si dà il bene comune senza promuovere la giustizia.

L’esigenza della caritàUna giustizia che veramente tuteli e difenda la persona nella sua

totalità non può prescindere dall’amore e dal suo effettivo donarsi. L’intrinseca natura della persona umana è fatta per amare e non può trovare il compimento pieno di se stesso e della sua relazione al di fuori di una dinamica d’amore. (cfr. n. 7 della “Caritas in veritate”).

3. I principi dell’etica socialeLa dignità della personail primo principio dell’etica sociale è la dignità della persona e

della sua vita. Nel rispetto della vita umana rientra la tutela completa della vita.

Il bene comuneUn altro criterio a cui fare riferimento è certamente quello

del bene comune. oggi l’orizzonte è quello mondiale. e quando pensiamo alla categoria del bene comune da sviluppare in termini di universalità, subito viene in mente il fenomeno della globalizzazione, che è certamente un fenomeno positivo, purché sia orientato a promuovere una vera fratellanza fra le persone.

L’impegno per il bene comune dovrebbe abituarci a superare le logiche di partito e le posizioni ideologiche.

La destinazione universale dei beniUn terzo principio dell’etica sociale riguarda la destinazione

universale dei beni.i beni prodotti dalla terra o prodotti dal lavoro umano hanno

una intrinseca finalizzazione al bene integrale dell’uomo e alla sua crescita.

La sussidiarietà insieme alla solidarietàL’ultimo principio che deriva dalla concezione della persona

come individuo in relazione è quello della sussidiarietà e della solidarietà, che non possono assolutamente essere separate. Non c’è sussidiarietà senza solidarietà, così come non c’è solidarietà senza la sussidiarietà.

4. Considerazioni conclusiveLa prima considerazione è che parlare di principi di etica sociale

vuol dire recuperare nella vita di ciascuno il primato della coscienza. Ciascuno di noi è interpellato! (cfr. n. 71 della “Caritas in veritate”). il primato va alla coscienza: una coscienza che ricerca la verità nel confronto umile, tenace e costante.

Una seconda considerazione parte da un diffuso senso di rassegnazione e di insoddisfazione per l’impossibilità di dare un contributo davvero incisivo al cambiamento.

Possiamo avvalerci di due opportunità.

Barletta, 16 dicembre 2011 - Sala S. Antonio. Da sinistra il prof. Ric-cardo Losappio, mons. Filippo Salvo e il sindaco di Barletta ing. Ni-cola Maffei

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febbraio 201212 iL fieraMoSCa febbraio 2012 iL fieraMoSCa 13

UAL

Sta accadendo qualcosa di strano in giroLettera aperta del presidente della UaL - Libera associazione Uniti per l’affermazione della Legalità

Società

di Francesco Filannino

S ta accadendo qualcosa di strano in giro; c’è aria pesante in ogni senso! Non crediamo che queste feste

di Natale e di fi ne anno siano state uguali a quelle degli anni scorsi; il tono dimesso e prudente che si è rilevato e continua a rilevarsi nei comportamenti della gente comune assomiglia più ad una sorta di ineluttabile e pessimistica rassegnazione piuttosto che un ravvedimento radicale dello stile di vita di ciascuno. Coloro che sono i decisori della vita quotidiana della popolazione, sia della nostra gente che di quella più lontana, sono avvertiti come nemici, distanti dalla capacità di comprensione delle diffi coltà - più grandi di ieri - dei cittadini. Tra chi sta dentro e chi sta fuori dalle istituzioni sembra determinarsi uno scarto di interessi e di impegno, che appare essere sempre crescente, come se si trattasse di due mondi differenti tra loro, due pianeti distanti anni luce!

A Barletta sembra essere tornato a farsi “sentire” il racket, confondendo i suoi “botti” con quelli tipici di Natale e Capodanno. Si nega tale presenza ma nessuno ci crede! Di certo ci sono dei responsabili! Delinquenti che ricattano e “prudenti“ commercianti che, forse, non si ribellano!

Siamo un po’ tutti provati dal recente dramma del crollo di Via Roma e da tutto il gran parlare sulla mala edilizia e sul lavoro a nero, come pure sul ruolo complessivo svolto dalla pubblica amministrazione e dai suoi “agenti”. Ciascuno nega (verosimili) inadempienze ma nessuno ci crede! Di certo ci sono dei responsabili!... A partire da chi era stato incaricato di dirigere i lavori, cavandosela con la semplice e sola misura interdittiva temporanea ad esercitare la professione di architetto!

Sulla Litoranea di Ponente da mesi è andata comparendo dal nulla una struttura risto/alberghiera che, nel tempo, da semplice e vecchia recinzione in legno, lamiera e quattro tufi è andata assumendo dimensioni e conformazioni architettoniche in spregio a regole e divieti di costruzione di qualsivoglia genere. Si scopre che sono state cambiate, per così dire, le “carte in tavola” che, in qualche modo, le Autorità Giudiziarie ci stanno aiutando a comprenderne la portata e le responsabilità dei soggetti coinvolti.

La vicenda edilizia di Montaltino, poi, è la riprova che quando il potere politico/amministrativo s’incontra con quello imprenditoriale edile è diffi cile cogliere il limite tra la obbligata e disinteressata azione amministrativa prodotta da un quasi intero consiglio comunale e quella di uno stravolgimento di estese aree rurali che si delibera di assoggettare a logiche speculative, fi nendo col favorire politici locali che utilizzano ogni livello istituzionale a fi ni privati.

Per canali sindacali, in questi giorni, si ha conferma che il fi lone giudiziario “cooperative sociali/voto di scambio” sia nel vivo dell’interessamento delle forze investigative e che - di certo - non mancherà di produrre clamorose rivelazioni sui metodi utilizzati da certuni politici nostrani.

Insomma… nonostante tutto ciò, riteniamo doveroso profondere fi ducia laddove la gente è purtroppo indotta a demordere su tutto e a rassegnarsi anche su ciò che può concorrere a modifi care profondamente!

Conveniamo sulla diffi cile e complicata situazione che investe il nostro Paese, la nostra città e il mondo intero, che appare di diffi cile soluzione e senza limiti temporali, e conveniamo pure che in queste condizioni di indefi nite e indefi nibili prospettive si diffondano le tentazioni di “scantonamento“ da regole di civiltà e di buona convivenza, con tendenze a manifestare “furberie“ di ogni genere pur di vivere e sopravvivere secondo la logica del “si salvi chi può”, …ma se lasciamo andare le cose alla deriva o giriamo la testa dall’altra parte facendo fi nta di non aver visto né sentito nulla, senza stare dentro le piccole e grandi storie della vita quotidiana della nostra città, non da ospiti-spettatori ma da attori protagonisti-agenti di cambiamento, consentiremo scientemente che quell’imprenditore tranese suicida perché, forse, usurato e le bombe fatte esplodere in danno di esercizi commerciali barlettani, siano fatti ordinari e “normali”, e - così facendo - avremmo consegnato questo presente ad un giudizio storico impietoso: Barletta è fatta di gente indifferente, corrotta, egoista, …

Ma noi non ci crediamo e attendiamo le giuste reazioni da parte di chi non ci stà! Speriamo la maggior parte! E, intanto, a quei cittadini e commercianti oggetto di violenze e soprusi d’ogni genere, diciamo: “Siamo con Voi! Siamo dalla Vostra parte!”.

Siamo a disposizione di tutti coloro che vorranno incontrarci, contattandoci telefonicamente al numero verde 800 200 797 oppure direttamente e personalmente in Piazza Aldo Moro, n. 16, a Barletta, nei giorni di Martedì e Giovedì - dalle ore 10.00 alle ore12.00 -. Siamo pronti ad ascoltarVi e darVi tutto l’aiuto utile.

La prima è non perdere di vista mai, anche nel nostro piccolo, la panoramica mondiale. incominciamo a cambiare noi stessi, perché solo in questo modo aumenta la possibilità di cambiare un poco anche la cultura, cioè il modo di pensare in maniera che si superi l’handicap dell’individualismo esasperato e perché realmente si promuova e difenda la vita.

L’impegno educativo - ed è questa la seconda opportunità che possiamo valorizzare - rientra pienamente nel nostro contributo personale che possiamo offrire alle giovani generazioni.

La terza considerazione riguarda la speranza che nasce dal fatto che l’istanza morale trova singolari convergenze anche nel mondo laico. La rifl essione laica, dunque, incontra la rivelazione cristiana.

Partendo da questo ci proponiamo alla città con alcuni percorsi:- Quello politico cioè l’interazione tra comunità cristiane e

istituzioni civili, tra comunità cristiane e mondo socio-politico in un confronto sereno e produttivo. È in questione tutto ciò che risponde alla domanda: “quale società si vuole costruire? quali valori si debbono porre a fondamento della vita di un popolo, di una società?” La diversità non signifi ca esclusione di rapporti.

- l’attenzione riservata dalla diocesi al mondo del lavoro permetterà di sviluppare un itinerario che tenga conto di un mondo che ha bisogno di sentirci solidali, vicini, portatori di speranza, pur nella consapevolezza di non poter offrire, il più delle volte, soluzioni ai tanti casi nei quali il lavoro viene a mancare. Ma non può mancare l’attenzione ai tanti travagliati da una crisi che si abbatte più violenta sulle spalle di chi meno possiede.

- a tal proposito, in questo momento di diffi coltà economica, desideriamo con voi incrementare il servizio Caritas cittadina e nel contempo coordinare meglio i centri Caritas delle parrocchie che spesso svolgono un servizio di supplenza.

- Proponiamo un percorso per le famiglie della nostra città. anzitutto ponendo dei segni concreti. Ci auguriamo di poter riavviare il Consultorio di ispirazione cristiana con la prima domenica di febbraio 2012. Ci presenteremo alla città con una serie di sportelli che, con la preziosa collaborazione di esperti, aiuterà tutti coloro che si affacceranno al Centro di promozione familiare.

- Nel corso del prossimo anno è nostra intenzione proporre, sulla scia di quanto già fatto lo scorso anno, due cantieri, con Stile WorkShop, per le famiglie della nostra città il cui tema per una serena e profi cua costruzione sarà “Comunicare per educare”.

- nel prossimo aprile 2012 desideriamo promuovere la festa cittadina della famiglia, un meeting di rifl essione e che desidera presentare alla cittadinanza tutte quelle associazioni o realtà che operano in favore della famiglia.

Sogno? Utopia? Tutto è fattibile nella misura in cui ciascuno recupera l’incontro dell’etica cristiana con quella laica; da questo binomio può nascere una grande speranza per tutti.

“i tragici eventi che hanno colpito e stanno colpendo Ge-nova, le Cinque Terre e la Lunigiana mi hanno riportato alla mente l’esondazione notturna del canale Ciappetta-Camaggio di alcuni anni fa, che allagò alcune aziende, le Casermette e tutta via andria, fi no alla ferrovia - segnala Lattanzio. il comandante della Polizia Municipale Savino filannino ricor-derà perfettamente l’evento, in quanto presente sul posto in quella circostanza.

Non sull’onda dell’emotività, ma della razionalità, rivolgo un appello accorato affi nché le autorità, qualora non sia già stato fatto, per la salvaguardia della pubblica incolumità, di-spongano d’impèrio, nell’imminenza della stagione piovosa, la immediata rimozione di tutti quegli oggetti che possano ostacolare il regolare defl usso delle acque meteoriche prove-nienti dalle quote alte della premurgia e la pulizia completa dell’alveo di tutto il canale in argomento.

La strozzatura dovuta alla repentina deviazione che il Ca-nale presenta in Contrada Crocifi sso e la crescente imperme-abilizzazione dei suoli agricoli più prossimi alla contrada S. Marco Patalini (ancora priva di rete pluviale) farebbero sì che le acque delle copiose piogge, ormai di tipo monsonico, po-trebbero travolgere tutto il costruendo comparto edilizio della Nuova 167 ed il quartiere Patalini, con conseguenti danni pa-trimoniali e fi sici di proporzioni incalcolabili.

Quel canale, oltre a rappresentare eventuali problemi eco-logici, è una incombente spada di Damocle su tutto il territo-rio posto a Sud/ovest della città. Già i recenti acquazzoni ne hanno offerto un saggio. La mia esortazione consiste nel fare in modo che ad eventi accaduti non si debba dire che era “una tragedia annunciata”.

Pasquale Lattanziovice segretario generale nazionaledel sindacato Cisal-FederEnergia

Ciappetta-Camaggio,l’appello di Pasquale Lattanzio

Al TettuccioAl TettuccioAl TettuccioRistorante Pizzeria

Barletta Via Municipio 45·47tel. 0883 881 238 329 711 65 95 349 422 32 50chiuso il lunedì

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febbraio 201214 iL fieraMoSCa febbraio 2012 iL fieraMoSCa 15

SolidarietàEsercito

C arissimi Amici,Martedì scorso, come al solito, siamo stati nel carcere minorile

di Vila Velha, un comune dell’hinterland di Vitória, dove circa 80 adole-scenti e giovani tra 17 e 21 anni non compiuti scontano pena per reati gravi. Il clima era pesante. Una serie di gravi fatti avvenuti nei giorni scorsi rendeva l’ambiente instabile e pericoloso. Abbiamo iniziato la no-stra visita pastorale in uno dei padiglioni più agitati. Gli adolescenti erano rinchiusi dietro le sbarre. Abbiamo chiesto alle guardie di aprire le celle e di condurre tutti i ragazzi nel cortile interno. Il cielo era nuvoloso, ma non pioveva. Abbiamo cominciato a cantare al suono della chitarra e al ritmo dei tamburi. Non c’è voluto molto perché tutti recuperassero la serenità. Gli adolescenti non la finivano di ringraziarci per la nostra presenza.

Stavamo facendo una riflessione su un brano della Parola di Dio quan-do, improvvisamente, ha cominciato a piovere. Era una pioggia intensa e fredda. Gli adolescenti hanno chiesto il permesso di togliere la maglietta della divisa perché era l’unica che avevano e l’hanno messa in un posto dove non si bagnasse. Ma la pioggia aumentava sempre più. Abbiamo chiamato le guardie perché aprissero il portone del cortile, ma abbiamo dovuto aspettare perché erano coinvolte in un’altra operazione. Siamo rimasti inzuppati. Quando le guardie finalmente sono arrivate e hanno aperto il portone, gli adolescenti si sono messi da parte e ci hanno chie-sto di uscire per primi per non bagnarci di più. Abbiamo resistito, perché, dopotutto, noi saremmo tornati a casa e avremmo potuto cambiarci, ma loro non ne hanno voluto sapere: "Prima uscite voi. Non vogliamo che vi bagnate di più. È il nostro modo di dimostrarvi il nostro rispetto e affetto". Abbiamo obbedito per non perdere più tempo. Gli adolescenti sono usciti due a due, sono stati perquisiti e rinchiusi nelle celle. Tutta l’operazione è durata molto tempo. Gli ultimi erano bagnati fradici. Ma nessuno ha prote-stato. Sono entrati tutti nelle celle senza reclamare.

Ci siamo salutati con un caloroso abbraccio e ce ne siamo andati con il cuore stupito e traboccante di gioia. In quello scenario di conflitto siamo stati presi di sorpresa da un segno di pace che si faceva largo a fatica tra le crepe di quell’ambiente apparentemente violento. Siamo entrati nel carcere con la voglia di annunciare un brano della Parola di Dio e siamo stati sorpresi da un gesto di tenerezza. Che bella sorpresa vedere che la cultura del “prendersi cura” resiste ancora nei cuori di questi ragazzi. Sembra poco agli occhi di coloro che solo captano le cose brutte o che sono abituati a dare importanza a fatti spettacolari, ma questo piccolo segno di affetto è stato sufficiente per nutrire la nostra speranza. Sono esperienze come queste che ci motivano a continuare. In questo lavoro abbiamo imparato a lasciarci sorprendere da piccoli passi. Le grandi rivoluzioni iniziano con piccoli gesti, come i grandi fiumi nascono da un sottile filo d’acqua che sgorga dalla sorgente. La vita ci insegna che non si impara a camminare correndo, ma passo dopo passo. Le gocce di sudore che grondano dalla fatica quotidiana sono più importanti dei risultati attesi, perché sono esse a fecondare la terra da cui sboccerà il mondo nuovo. Senza di loro non accadrebbe nulla. È un peccato che la società non dia molto valore a questo. Esige troppo. Antepone le pretese alla comprensione. La fretta di raggiungere i risultati e l’ansia di voler imporre un ritmo più rapido finiscono per travolgere tut-

to il processo. Si dimentica che passi rapidi e grandi aumenta-no la possibilità di inciampare e cadere. Incespicare e scivolare sono cose normali che pos-sono succedere a qualunque momento lungo la strada, ma quando le cadute cominciano ad essere frequenti e rovino-se, diventa sempre più difficile rialzarsi e la voglia di fermarsi prende d’assalto il viandante.

Ho letto questa riflessione in un testo che ho trovato su in-ternet (www.motivo.me/). Non so chi sia l’autore, ma sono rimasto affascinato dalla sua riflessione. “La vera crescita - continua il testo - non avviene con passi grandi e rapidi, né, aggiungerei io, con spintoni e batoste, ma accade passo dopo passo alla conquista di piccoli obiettivi. I piccoli risultati possono sembrare insignificanti, ma in realtà non lo sono. È grazie a loro che è possibile realizzare gli obiettivi prin-cipali. Coloro che cercano di conquistare i loro obbiettivi a piccoli passi alla volta si sentono capaci di raggiungerli e, anche quando cadono, riescono a rialzarsi con maggiore facilità. Resistono meglio alla tenta-zione di smettere di camminare. Qualsiasi realizzazione nella vita inizia con un piccolo passo, niente di più. Solo l’allenamento aumenterà la dimensione, la velocità, l’affidabilità e la consistenza dei loro passi. Non si può volere tutto in una volta sola. Cerchiamo di trovare la felicità in ogni piccolo passo che facciamo. Vedremo che i piccoli passi ci daranno l’energia e la motivazione per avanzare alla fase successiva. Anche se il prossimo passo può sembrare piccolo e insignificante, è questo che collegherà il nostro passato al nostro presente, permettendo la costru-zione del nostro futuro e la conquista del nostro obiettivo. Ricordate, ogni passo che diamo, non importa quanto piccolo sia, è un passo avanti verso il nostro obiettivo”.

È con questo messaggio di speranza che vorrei salutare il vostro ritorno alle attività. Non lasciatevi travolgere dall’onda del pessimismo. Non abbiate paura di osare e di credere. Godetevi le piccole conquiste. Nessuno impara a camminare con gli spintoni e con gli sgambetti, ma solo passo dopo passo, con il sostegno della fiducia. Purificate lo sguar-do con il collirio dell’amore e guardate il mondo con gli occhi del cuore. Contemplate con ammirazione e con gioia le orme che Dio lascia dietro di sé in ogni essere umano e in ogni creatura dell’Universo. Lasciatevi incantare dal Bello, attrarre dal Bene, conquistare dalla Verità e unificare dall’Amore. Imparate a meravigliarvi e a stupirvi. Se darete fiducia a voi stessi e agli altri e sarete disposti a scommettere su tutto ciò che di bello e di buono ciascuno possiede, vedrete grandi cose.

Buon lavoro. Dio dica bene di tutti noi.P. Saverio Paolillo (pe. Xavier)

Missionario Comboniano Rede AICA

Farsi sorprendere da piccoli passiRiFlessioni di padRe saveRio paolillo dal BRasile

di Gian Piero Demarcus

i l 16 gennaio scorso l’82° rgt. f. “ToriNo” ha celebrato, come ogni anno, la propria festa di Corpo nel ricordo dei

fatti d’arme di Tscherkowo avvenuti sul fronte russo il 16 gennaio del 1943 e per i quali all’Unità è stata concessa la Medaglia d’oro al Valor Militare. il Comandante del reggimento, Col. fernando Paglialunga, ha presieduto la semplice ma significativa cerimonia, che si è tenuta nel piazzale dell’alzabandiera della Caserma “r. Stella”, davanti al reparto schierato in armi. il Comandante, dopo aver ricordato gli eroici avvenimenti di russia prima con il Corpo di Spedizione e poi con l’armata italiana in russia (estate1941-inverno 1943), ha proceduto alla deposizione di una corona, offerta com’è tradizione dall’associazione d’arma “i fanti del ToriNo”, presso il monumento dedicato ai caduti di tutte le guerre dell’82° reggimento.

L’epopea dell’82° rgt. f. “ToriNo” in russia è una delle pa-gine più gloriose e dolorose del reggimento che gli valse il confe-rimento di una Medaglia d’oro e una d’argento al Valor Militare. Di seguito le motivazioni delle Medaglie in ordine cronologico:

MedaglIa d’argento al Valor MIlItare:«Emulo delle generose tradizioni della nostra fanteria affer-

mava con elevatissimo morale e fiero spirito di sacrificio la ga-gliardia dei suoi ranghi, superando compatto itinerari di 1600 chilometri fra fatiche estenuanti, sofferenze più aspre del solleone ed il tormento della pioggia e del gelo, lungo piste di fango insi-diate dalla presenza di campi minati.

Distintosi nella manovra per l’accerchiamento di grandi unità avversarie a PETRICOWKA, dava nuovo risalto alle sue salde qualità militari quando, raggiunta la zona del DONEZ, sbara-gliava in ripetute azioni offensive e numerosi scontri le agguerrite formazioni avversarie, che anche protette da forte nerbo di caval-leria gli contendevano il passo. Impegnato nell’attacco a munite posizioni nemiche con irruenza decisiva e sperimentato valore, ampliava la penetrazione di nostre colonne e, quantunque assotti-gliato dalle perdite, assicurava l’inviolabilità di esteso settore di-fensivo, reso più arduo dall’eccezionale rigidezza dell’inverno».

(fronte russo: obUCHoWKiJe - KUriLoWKa - Kre-SToWKa - UbeSHiSCTSCHe - riKoWo - CHaZePeToWKa - JeLeNoWKa - boaSCKaWKa, agosto 1941-maggio 1942);

MedaglIa d’oro al Valor MIlItare:«Schieratosi in salde posizioni sul DON l’82° rgt. f. “TORI-

NO” teneva, per molti mesi, inviolato il vallo dell’est, respingen-do nettamente innumerevoli attacchi diurni e notturni del nemico, non senza proprie dolorose perdite. Sopraggiunto il duro inverno russo e con esso una poderosa offensiva dell’avversario a largo raggio, l’82° reggimento fanteria “TORINO”, gareggiando per di-sciplina e tenacia con gli altri reparti della Divisione, ripiegava, secondo gli ordini ricevuti su una seconda linea prestabilita e, giun-to poi l’ordine di un ripiegamento generale, si distingueva per re-sistenza ed eroismo nel sostenere e respingere più volte il poderoso urto nemico. Accerchiato una prima volta ad ARBUSOW, riusciva a rompere l’anello dell’assedio dopo due giorni di accanita lotta e ad aggiungere con epica, ininterrotta marcia durata oltre 36 ore a digiuno e fra mortali tormenti di una temperatura polare, un altro

Festa di Corpo dell’82° rgt. f. “Torino”

Il comandante col. Fernando Paglialunga passa in rassegna il Reg-gimento

Deposizione della corona al Monumento ai Caduti di tutte le guerre

più arretrato caposaldo entro cui, nuovamente accerchiato, teneva fronte al nemico per ben 24 giorni.

Rotto infine anche questo secondo assedio, con altra eroica marcia, perduto ormai complessivamente il 90% dei suoi effettivi, riusciva a ricongiungersi con i resti della propria Armata.

La gloriosa lacera Bandiera, nascosta sul petto dell’eroico Comandante ferito a morte, veniva con lui sepolta sotto la desola-ta steppa nevosa senza cassa e senza nome come il seme che dovrà risorgere in fiore e in frutto al buon sole estivo».

(fronte russo: JUNi CoMUNarD - DeMiDoW - SSUrroW - arbUSoW - TSCHerKoWo - luglio 1942-gennaio 1943).

La bandiera di Guerra del “ToriNo” è inoltre decorata con la Croce di Cavaliere dell’ordine Militare d’italia per la partecipa-zione alla 1a Guerra Mondiale, con un’altra Medaglia d’argento al Valor Militare per gli avvenimenti della Guerra di Libia (Tripoli ottobre 1911) e con una Medaglia di bronzo al Valore dell’eser-cito per le attività di soccorso alla popolazione friulane colpite dal terremoto nel 1976.

Padre Saverio Paolillo

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Attualità

di Angelo Maffi one

C ortina d’Ampezzo e Barletta hanno scoperto negli ultimi giorni di avere qualcosa in comune, la gogna

mediatica. Ovviamente le vicende delle verifi che da parte dell’Agenzia delle Entrate effettuate a fi ne anno a Cortina e la vicenda ben più drammatica delle vittime del crollo dello scorso ottobre, non hanno nulla a che spartire, ma il trattamento che la stampa e la televisione hanno riservato alle due città è per alcuni aspetti lo stesso. Molte redazioni giornalistiche di media nazionali per mancanza di tempo si sono limitate ad espandere lanci di agenzia nel caso di Barletta o il comunicato stampa dell’Agenzia delle Entrate nel caso di Cortina, tralasciando del tutto la possibilità della verifi ca sul posto.

La protesta degli esercenti e degli abitanti (circa 6.000) di Cortina ha ottenuto ampio spazio nei telegiornali e nelle trasmissioni della tv generalista e ha avuto anche l’appoggio di alcuni esponenti politici nazionali. La protesta degli imprenditori e degli abitanti di Barletta (circa 95.000) ha avuto spazio quasi nullo sui media nazionali ed è stata del tutto ignorata dai parlamentari. La preoccupazione delle due comunità è la stessa, quella di non trasformare il dolo individuale in una macchia indelebile sull’immagine della città. Eppure per Cortina è stato abbastanza semplice far comprendere che 35 casi di ipotesi di evasione su circa mille esercizi commerciali non possono trasformare in una tana di evasori un comune che secondo la locale associazione degli albergatori registra un milione di presenze l’anno.

Per Barletta invece le cose sono andate molto diversamente. Forse per la tragicità degli eventi, forse per le parole espresse a caldo dal Presidente della Repubblica

Napolitano che aveva parlato di “condizioni di lavoro inaccettabili”, di Barletta è stata fatta carne da macello. Sui media locali la vicenda è stata trattata con obiettività mettendo al centro la dignità della persona, come espresso in un editoriale di In Comunione a fi rma del direttore Riccardo Losappio. Sui media nazionali invece una tragedia le cui cause vanno ricercate nel mondo dell’edilizia selvaggia, è diventata esclusivamente una tragedia del lavoro paragonata ad altri eventi tragici come l’incidente alla Thyssen Krupp di Torino. Come ben ricordiamo tutti, Barletta è diventata una città di lavoratori in nero, di imprenditori senza scrupoli e di politici che anziché condannare giustifi cano l’economia sommersa.

La differenza tra Cortina e Barletta è quindi una differenza solo mediatica? Una spiegazione può essere che la perla delle Dolomiti ha goduto della difesa dei tanti personaggi illustri che la frequentano nei periodi di vacanza mentre Barletta con tutta evidenza non ha avuto la stessa difesa, oppure la differenza tra le due vicende va cercata nella diversità di immagine che c’è tra Nord e Sud Italia. Alla fi ne rimane solo una consolazione: la triste vicenda che ha colpito la nostra città ci ha lasciato in eredità una maggiore responsabilità nella lettura delle notizie. Per un barlettano che ha vissuto sulla propria pelle un attacco mediatico diffi cilmente digeribile, le trasmissioni che pretendono di etichettare un intero sistema o un’intera città appaiono decisamente indigeste.

Cortina e Barletta. Difesa dalla gogna mediaticaDue casi (all’apparenza) molto simili

Obiettivo su…corrispondenza di Ruggiero Mennea

Vita amministrativa

Trasferimento sede legale Asl Bt: “Marcata volontà politica del territorio che porterà benefi ci al bilan-cio e ai cittadini”Il percorso intrapreso oltre un anno fa oggi trova un pri-mo, importante riscontro. Soddisfatto dopo l’approvazio-ne in III Commissione della proposta di legge sul trasferi-mento della sede legale della Asl Bt da Andria a Barletta, che porta la mia fi rma e quella di altri tre consiglieri re-gionali del territorio, Franco Pastore (Gruppo Misto-Psi), Giovanni Alfarano (Pdl) e Filippo Caracciolo (Pd).In questo particolare periodo storico in cui si parla sem-pre con più insistenza di revisione della spesa pubblica il trasferimento è opportuno perché innanzitutto garan-tirebbe un risparmio immediato di 68mila euro annui e uno potenziale di 226mila euro annui, come ribadito nella nostra proposta di legge e come peraltro indicato dall’as-sessore regionale alla sanità, Tommaso Fiore, nella rispo-sta ad una mia interrogazione del 21 gennaio 2011. In quella comunicazione, risalente al 2 febbraio 2011, Fiore sottolineava appunto come al canone di locazione per gli immobili di Andria (68mila euro annui) si sarebbe dovu-ta sommare la cifra di 158mila euro annui per acquisire nuovi locali da adibire a Dipartimento di Prevenzione. An-che questi soldi sarebbero risparmiati se avvenisse il tra-sferimento a Barletta, considerato che oltre al Dimiccoli, che ospiterebbe la sede legale, vi sarebbero altri immo-bili di proprietà della Asl immediatamente disponibili (l’ex ospedale civile Umberto I e l’ex ospedale pediatrico), che potrebbero ospitare il Dipartimento di Prevenzione e altri uffi ci per i quali oggi si paga un canone di locazione.

Bilancio: “100mila euro per musei ed ecomusei”Dare maggiore impulso alla legge regionale n. 15 del 2011 che promuove e disciplina gli ecomusei in Puglia allo scopo di recuperare, testimoniare, valorizzare e ac-compagnare nel loro sviluppo la memoria storica, la vita, le fi gure e i fatti, la cultura materiale e immateriale e le tradizioni. Abbiamo ottenuto una copertura fi nanziaria di 100mila euro che, sommati ai 50mila euro già stanzia-ti, potranno essere investiti negli ecomusei, veri e pro-pri musei all’aperto, permanenti, luoghi in cui convivono identità collettiva, patrimonio culturale, ambientale e pa-esaggistico di un territorio.Dopo gli impegni assunti nel convegno che si tenne il 14 dicembre scorso a Barletta, insieme al collega Donato Pentassuglia abbiamo voluto fortemente l’emendamento affi nché si reperissero fondi da destinare ai musei di enti locali, agli ecomusei e per gli enti o istituzioni di interes-se locale. In questo modo si potrà avviare un’attività di animazione sul territorio per sviluppare la cultura degli ecomusei. E questa ovviamente non può che rappresen-tare una splendida notizia nell’ottica dell’istituzione degli ecomusei di Ariscianne e Canne della Battaglia. La Puglia non può e non deve prescindere da settori vitali come il turismo, l’ambiente e la cultura. Da qui, dal nostro inesti-

mabile patrimonio paesaggistico, storico e monumentale dobbiamo ripartire per lasciarci alle spalle la recessione, dare nuovo impulso all’economia e creare posti di lavoro.

Proposta di legge sugli acquisticentralizzati in sanitàSulla scorta della strada già intrapresa dal Governo Ven-dola, con questa proposta di legge si punta ad eliminare gli sprechi nella spesa sanitaria attraverso la creazione non di un nuovo carrozzone ma di un organismo snello e funzionale che, senza gravare sulle casse regionali, per-metterebbe di gestire gli acquisti di beni e servizi in sani-tà in modo pianifi cato e a prezzi congrui. In questo modo si mette mano seriamente alla revisione della spesa sa-nitaria con lo scopo di migliorare i servizi affi nché i soldi pubblici vengano spesi in maniera ponderata e attenta per una maggiore qualità ed effi cienza dell’offerta sani-taria. La proposta di legge, fortemente voluta da tutto il Partito Democratico, prevede infatti la costituzione di un consorzio obbligatorio, denominato ‘Consorzio Sanità di Puglia’, cui dovranno aderire tutti i principali attori della spesa sanitaria regionale, le Aziende Sanitarie Locali, le Aziende Ospedaliero-Universitarie Consorziali e gli Isti-tuti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifi co attivi nel territorio pugliese.

Difesa del suolo: interventi per l’Ofantoe Ciappetta CamaggioTra gli interventi che si realizzeranno con i 195 milioni di euro stanziati per fronteggiare il dissesto idrogeologico, si inseriscano quelli per mettere in sicurezza l’Ofanto e Ciappetta Camaggio. I 195 milioni di euro che saranno accreditati nella prossima riunione del Cipe, sulla base dell’accordo fi rmato a Roma, rappresentano una grande occasione per eliminare il fattore di rischio esondazioni che caratterizza il canale Ciappetta Camaggio e l’Ofanto, il fi ume più importante della nostra Regione, che l’anno scorso straripò per ben due volte, causando danni ingen-tissimi agli agricoltori e rappresentando un pericolo per l’incolumità delle persone.

Pari opportunità: I sindaci della Batnominino giunte composte al 50% da donneSarebbe opportuno che i sindaci della Bat provvedano subito a nominare giunte composte al 50% da donne.

Il Tar della Puglia ha accolto il ricorso della commissione regio-nale pari opportunità e di alcuni cittadini e ha bocciato la giunta comunale di Bisce-glie, completamen-te al maschile, per il mancato rispetto del principio costituzio-

nale della parità di genere. Quanto successo a Bisceglie ci deve far rifl ettere. L’arti-colo 51 della Costituzione parla chiaro ed è importante, ma ritengo che il rispetto delle pari opportunità sia qual-cosa che vada addirittura oltre le prescrizioni legislative. L’auspicio è che i sindaci della Bat provvedano subito a nominare giunte che rispettino la parità di genere.

Il castello di Barletta (fotorudy)

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Per non dimenticare

I pogrom non fInIscono maIdi Luigi Di Cuonzo*

S i leggono sempre più frequentemente, in questi ultimi tem-pi anche nel nostro territorio, cronache di fatti di gratuita

violenza, singola e collettiva che, classificare semplicemente come episodi allarmanti, equivarrebbe a coprire una colpevole derespon-sabilizzazione degli istituti formativi ed educativi nella nostra so-cietà sballottati da non univoche direttive politiche, amministrative e giuridiche, che ne disorientano la loro fondamentale funzione di promozione di conoscenza e di difesa dei valori democratici.

L’archivio della resistenza e della Memoria che, da oltre dieci anni, opera nel territorio attivando convegni, seminari di studi, in-contri con Superstiti e Testimoni della Shoah ed ultimi Partigiani della lotta di Liberazione in italia ancora in vita, animando raduni cittadini e provinciali di studenti, perseguendo finalità istitutive di uno specifico progetto didattico di educazione alla Memoria, difronte al recente pogrom ai danni dei rom di Torino, città di civilissime tradizioni celebrate nel corso del centocinquantesimo di unità nazionale, alla strage di chiara marca razzista dei senega-lesi in firenze, all’uccisione degli immigrati cinesi di roma o del georgiano di bari, avverte la concreta necessità di investire nuove energie per diffondere una più sana cultura civile nel rispetto della persona e, soprattutto, della diversità.

Quale memoria?La lunga e nutrita serie di iniziative proposte dall’archivio, sin

dalla sua istituzione, testimonia il rigoroso stile di ricerca scientifi-ca adottata nella programmazione delle attività organizzate con la consapevolezza di proporre, anche nelle modalità dell’uso pubblico della Storia, una Memoria comune, europea, diretta a conoscere le atrocità perpetrate dai poteri dittatoriali, nel secolo scorso. Si sono studiati i progetti di annientamento della dignità umana delle perso-ne per poter attuare deportazioni di massa e di messa a morte aval-late da false teorie scientifiche sulla diversità razziale degli uomini. Si sono ipotizzate e validate le modalità didattiche più efficaci per educare a vivere i valori autenticamente umani e democratici.

in una situazione sociale, come quella italiana, caratterizzata da estremo e pericoloso disorientamento civile e culturale, quindi, gli episodi di cronaca, richiamati devono essere soppesati nella loro giusta dimensione di concreti segnali di:- negazione di ogni principio democratico di convivenza civile;

- rifiuto di ogni possibile azione di accoglienza delle diversità;- tentativi di rinascita di totalitarismi autoritari e razzisti.

Ma di fronte all’efferata uccisione, a Milano, del vigile urbano Niccolò Savarino, notizia che ha prodotto sconcertante emotivi-tà nazionale, non possiamo più fermarci alla semplice e, sia pure sincera, costernazione destinata, necessariamente, a smarrirsi col passare dei giorni necessari a fare spazio ad altri fatti di cronaca, se il barbaro episodio non passa nelle attenzioni protettive del-la MeMoria. Sia bene inteso, non semplicemente di una pur giustificata memoria familiare, familistica o di categoria profes-sionale che esprime dolore e rabbia. alla famiglia del caduto, al Sindaco Pisapia, al Comando della Polizia Locale di Milano, a tutti gli agenti che quotidianamente rischiano la vita sul lavoro, va espressa la nostra più ampia solidarietà associandoci alla condanna morale prima, auspicando, al più presto, quella penale per chiunque sia stato l’autore di questo barbaro e incivile episodio di gratuita violenza. intendiamo, piuttosto, evocare una Memoria Pubblica che si nutre del recupero di una critica conoscenza della propria storia, promuove e divulga i valori in una società democratica, progetta un futuro di pace e di solidarietà. Una Memoria, insomma, che non fac-cia del dolore il perno della propria funzione perché, la sua ragion d’essere, è insita nella sua capacità di identificare la banalità del male e di suggerire forme e opportunità più efficaci per debellarlo, come ad esempio per questo funesto episodio, non parole di sicurez-za ma proposte concrete per garantire sicurezza a chi lavora per la sicurezza della gente. e non è affatto operazione azzardata iscrivere l’agente SaVariNo nella stessa Memoria dei nostri Vigili urbani e Netturbini, caduti il 12 settembre 1943 per mano nazista, se solo si indaga sull’irresponsabilità degli autori dell’eccidio e dell’omicidio. Quando si banalizza il valore della vita, vuoi in forza di ideologie o in virtù di un diffuso e smaccato benessere, la morte diventa solo frutto di arroganza per chi la procura. Cambiano solo gli strumenti micidiali. Una mitragliatrice nelle mani del paracadutista nazista al comando del Maggiore Walter Gericke per i nostri, un suv bianco, guidato da chi sa chi, nelle mani di anonimi criminali, intorno alle 19 del 12 gennaio 2012 in Milano.

* Responsabile dell’Archivio della Resistenza e della [email protected]

N egli anni ’80 abbiamo assi-stito alle grandi ed inevitabili

ristrutturazioni dell’industria manifat-turiera, le quali pur avendo permesso di mantenere competitive le molte im-prese che hanno saputo cogliere le op-portunità offerte dalla disponibilità di manodopera a basso costo dei paesi in via di sviluppo, hanno determinato for-ti delocalizzazioni della produzione ed outsourcing delle funzioni manifattu-riere. Tutto questo, poi nel lungo termi-ne si è rivelato causa di forti squilibri economici nella nostra società, in par-ticolare per i settori del TaC dove la frammentazione delle imprese è più elevata; contemporaneamente, negli stessi anni le dinamiche ma-croeconomiche della globalizzazione, hanno posto sempre meno enfasi sulle attività industriali e Manifatturiere, dando esagerata centralità alle attività finanziarie e dei servizi, le quali hanno prodotto alla lunga i ben noti disastri e innescato la più grave crisi economica globale dal 1930.

in questo scenario, le grandi sfide alle quali l’intero mondo eco-nomico ed in particolare le Piccole e Medie imprese sono chiamate a fronteggiare, sono:- il recupero della centralità economica delle attività Manifatturiere,

quale fattore strategico di sviluppo sociale e di benessere, attraverso la riconquista di più qualificate attività di produzione e creative;

- la conferma di posizioni di leadership rispetto ai mercati occidentali, sul piano della qualità, della produttività e della sostenibilità ambien-tale;

- l’offerta di nuove opportunità di impiego qualificato ai giovani di oggi dotati di livelli di educazione e formazione molto superiore a quelli degli anni ’80.

La visionLa nostra opinione è che la storia, la tradizione creativa, la nostra

capacità di adattamento ai cambiamenti e la tecnologia acquisita, insie-me alla capacità di essere vicino ai mercati, sono punti di forza straor-dinari rispetto ai competitors dei mercati emergenti, tanto più in questi periodi di crisi globale, nella quale i consumatori si fanno estremamen-te più attenti, selettivi e sensibili ai valori essenziali percepiti nella fase di acquisto.

occorre incrementare la competitività, dunque e il nuovo paradig-ma economico si basa sull’aumento di valore dei prodotti sviluppati.

in sostanza l’equazione proposta è la seguente: le aziende devo-no puntare a sviluppare prodotti a più alto Valore aggiunto, esso si persegue attraverso l’innovazione Tecnologica, ma l’innovazione si determina dando centralità al mercato e facendosi interprete dei suoi

bisogni inespressi. affidiamo quindi al Design il compito di in-terpretare i bisogni dei consumatori e guidare l’innovazione in modo ottimale. altrimenti chi altri potrebbe garantire una mi-gliore rispondenza dell’offerta alla domanda di più alte presta-zioni funzionali?

il Design che intendiamo, infatti, è la competenza strategica di elevare al massimo livello le prestazioni funzionali e tecniche dei prodotti, conferendo alle forme e ai materiali il compito di descrivere l’innovazione e lasciare percepire il più alto livello di qualità; la espressione creativa unita alla capacità di realizzare progetti complessi evolutivi.

Lo sviluppo della competitività industriale e di conseguenza della economia del territorio, secondo la nostra visione, si basa su tre pilastri:1. la Creatività e la formazione di nuove professionalità capaci

di raccordare tale capacità con le competenze tecnologiche ed il mercato;

2. l’innovazione tecnologica, che permetterà di aumentare il Valore aggiunto e giustificare l’impiego di più qualificate professionalità;

3. la Sostenibilità ambientale quale elemento differenziante essenziale per attrarre più efficacemente i consumatori sui nostri prodotti, invece che su “cloni” di più basso livello qualitativo.

Il nostro impegnoConfindustria bari - baT, insieme alla baSe Protection srl

(che ha proposto il progetto) hanno organizzato la mostra iDee con l’intento di sensibilizzare l’intero territorio sulle tematiche descritte sopra.

La Mostra nasce, quindi, dalla esigenza di coinvolgere il mondo delle PMi, le istituzioni Pubbliche, gli istituti formativi, il mondo della finanza e tutti gli operatori economici del territo-rio per condividere la nostra Visione di lungo termine. L’idea è di stimolare e catalizzare tutte le forze creative ed imprendito-riali verso l’uso strategico del Design quale leva competitiva.

Lo facciamo in modo concreto, molto pragmaticamente, mostrando come altre imprese negli ultimi 30 o 40 anni hanno saputo utilizzare la leva del Design ottenendo straordinari suc-cessi di mercato.

La mostra raccoglie, in un contesto aziendale operativo, quindi integrato nella normale attività produttiva, oltre 40 og-getti che hanno rappresentato fondamentali cambiamenti di senso dei prodotti e delle funzioni cui essi assolvono. La soste-nibilità ambientale è stato il requisito principale della selezione: si va dalla Pala eolica verticale di Philippe Starck, alle straordi-narie macchine del vento di Sir Dyson, fino alla protezione sal-va schiena di Dainese, contemporaneamente esposta al MDMa di New York, oltre che agli innovativi prodotti per la cura dei bambini.

abbiamo voluto coprire i principali momenti di vita e so-ciali, oltre che professionali dei consumatori, con oggetti che riguardano attività casalinghe, per il tempo libero e sportivo. iDee, quindi si rivolge a tutto il panorama industriale ed è mul-tisettoriale.

Ultimo obiettivo che ci si pone, ma non meno importante, è quello di promuovere una maggiore integrazione con il terri-torio delle nostre imprese, favorendo una maggiore consape-volezza da parte di tutti circa gli sforzi, i rischi, ma anche le eccellenze presenti e restituendo al territorio stesso importanti stimoli di riflessione.

* Presidente Sezione CalzaturieriConfindustria Ba - BAT

Industria

Perché “IDEE”le sfide per le Pmidi Antonio Diterlizzi*

Antonio Diterlizzi

L’eccidio del 12 settembre 1943

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Ambiente

NUCLEO DI VIGILANZA I.F.A.E DI BARLETTA

Relazione sui servizi svolti nell’anno 2011di Giuseppe Cava

Ambiente

N el corso dell’anno 2011, grazie alle convenzioni stipulate con il Comune di barletta e con la regione Puglia, nono-

stante le esigue risorse economiche messeci a disposizione questo Nucleo di vigilanza, con grande senso di responsabilità riveniente dalle pluriennali esperienze maturate in virtù delle potenzialità ope-rative esprimibili in termini di conoscenze di uomini e mezzi poste in campo e tenuto conto della reale necessità di tutela cui necessita la fauna e il territorio, ha realizzato una considerevole mole di atti-vità fi nalizzate al raggiungimento dei seguenti obiettivi:- salvaguardare le risorse faunistico-ambientali;- consentire al cittadino di esercitare la caccia, la pesca ed ogni

altra attività svolta nel territorio provinciale nel rispetto delle nor-me e del buon senso;

- diffondere la cultura della solidarietà e della conoscenza per una più effi cace e consapevole tutela del bene pubblico e per l’affer-mazione della legalità;

- rafforzare il rispetto e l’utilizzo sostenibile delle risorse del terri-torio;

- collaborare con le istituzioni pubbliche e con gli altri enti pubbli-ci e privati per il raggiungimento degli obiettivi comuni;

- tutelare la salute pubblica operando fattivamente anche nel cam-po della protezione civile;

- rafforzare l’educazione civica e la convivenza sociale.Le numerose azioni, desumibili dai “Rapporti di Servizio” rego-

larmente redatti dagli operatori ed agli atti dell’uffi cio del Nucleo, sono state attuate in continuità con quanto svolto nei decorsi lustri nel pieno rispetto delle vigenti norme di settore, del nostro statuto e del regolamento interno. Le attività svolte sono da ritenersi soddi-sfacenti anche per il fatto che gran parte delle fi nalità sopra esposte sono state effettivamente ottenute.esse hanno spaziato in una variegata serie di interventi, come di seguito meglio illustrati:1. tutela degli animali: in considerazione delle numerose uscite

operate da nostre “pattuglie” (costituite da almeno due unità operative), è stato possibile monitorare e proteggere costante-mente il territorio, in particolare durante i passi migratori (pri-maverile ed autunnale) della numerosa avifauna migratrice. Queste attività risultano assolutamente necessarie anche per il fatto che la nostra costa marittima ed il fi ume ofanto sono situa-ti lungo importanti rotte di migrazioni avifaunistica che costitu-iscono una sorta di “autogrill” utili per lo stazionamento, per il rifocillamento e per la riproduzione degli animali oggi quanto mai di vitale importanza per un cospicuo numero di specie. Par-ticolare attenzione è stata posta anche per la tutela della fauna stanziale (in particolare lepri, le quali, in virtù dei numerosi, capi avvistati, risultano in crescente aumento) e dei cinghiali (dei quali per la prima volta è stata constatata la presenza lungo il fi ume ofanto fi no alla foce), nonché dell’istrice e del Tas-so. L’attività operativa di tutela faunistica è stata svolta anche attraverso specifi che uscite notturne con squadre costituite da almeno quattro unità operative. Tali attività hanno fortemente scoraggiato quanti, in barba ad ogni etica di civiltà sociale ed in

spregio al rispetto delle vigenti norme, avrebbero concretizzato lesivi atti di bracconaggio.

Di particolare rilievo, utile ed effi cace risulta essere il nostro servizio di recupero e soccorso della fauna selvatica in diffi -coltà. Tale nostro servizio è divenuto punto di riferimento per il territorio provinciale. infatti, oltre agli interventi svolti su no-stra iniziativa, spesso, normali cittadini, forze dell’ordine, enti pubblici e privati, ci chiamano telefonicamente per segnalarci interventi di recupero, i quali, vengono prontamente assolti in ogni tempo ed ora dai nostri operatori, permettendo di salvare anche specie di fauna rara e/o in pericolo di estinzione.

Precisamente: 9 Falchi gheppio, 3 Falchi grillaio, 2 poiane, 7 gufi Comuni, 6 barbagianni, 3 tarabusini, 7 rondoni, 1 balestruccio, 2 gazze, 7 gabbiani reali, 3 gabbiani comu-ni, 1 tortora, 1 ghiandaia, 1 Svasso Maggiore, 1 rigogolo, 1 taccola, 1 gallinella d’acqua, 1 Verzellino, 3 Colombi, 1 riccio, 1 pavone.

2. tutela della fl ora: tale attività è stata attuata sia attraverso l’opera di pulizia di alcune aree boscate costituenti la vegetazione riparia-le presente lungo il fi ume ofanto e dei canneti presenti nelle zone palustri della costa, sia attraverso una accurata vigilanza preventi-va ed eventualmente repressiva. Particolarmente utile ed effi cace risulta essere il nostro servizio di tutela dagli incendi esplicitato attraverso l’avvistamento e primo intervento di spegnimento del-le aree esposte a tale rischio, specialmente nelle giornate più a rischio (quelle particolarmente calde e ventilate).

3. attività di protezione Civile: con prontezza ed effi cacia sono risultati i nostri interventi operativi spesso svolti anche in col-laborazione con gli organi istituzionali (polizie statali, munici-pali, provinciali e con i vigili del fuoco), durante le giornate fai svolte (su specifi co invito della protezione civile regio-nale) nella città di Trani; attraverso la collaborazione offerta per concorrere alla realizzazione della cartografi a indicante le zone alluvionabili dell’agro di barletta; durante il perpetrarsi di condizioni meteo avverse; durante la campagna estiva aib (antincendio boschivi).

In particolare: durante le piene del fi ume ofanto dei mesi di febbraio e marzo; in conseguenza dell’esondazione del canale “Ciappetta -Camaggio” del 6 novembre e per l’assistenza alla viabilità. Questo effi cace impegno, profuso da tutti i nostri ope-ratori e dall’intera struttura con forte senso di responsabilità e solidarietà, quest’anno risulta particolarmente signifi cativo, in quanto: è stato svolto servizio di rimozione delle macerie a se-guito del tragico crollo verifi catosi il 3 ottobre in via roma a barletta; è stato effettuato ad opera dei nostri operatori il ri-trovamento in vita di una persona anziana e malata scompar-sa per circa 24 ore, rimasta all’agghiaccio per tutta una notte nonostante il particolare abbassamento della temperatura. Tale azione ha determinato l’emissione di un encomio del sindaco di barletta in favore dei nostri operatori dell’intera struttura operativa. Compiacimento si è avuto anche in conseguenza alla richiesta del sig. Prefetto della Provincia di baT, dott. C. Sessa, e del consigliere regionale dott. r. Mennea, di essere da noi accompagnati per compiere dei sopralluoghi lungo il tratto pro-vinciale del fi ume ofanto. Questo a conferma della conclamata competenza e conoscenza del territorio in capo al Nucleo e dei suoi operatori di vigilanza.

4. prevenzione degli illeciti: sulla base delle esperienze maturate ed attraverso una ragionata e articolata turnazione delle risorse umane e materiali a disposizione è stato possibile svolgere nu-

merose uscite nel territorio. È evidente e risaputo che la costante presenza di operatori nel territorio (specie nei giorni festivi ed in ore insolite in quanto è forte la diminuzione di operatori pro-fessionisti in servizio), costituisce forte deterrente per quanti a vario titolo intendano svolgere azioni illegali.

5. Controlli amministrativi: sono stati operati controlli delle licenze e dei documenti previsti e necessari per consentire ai cittadini di esercitare la caccia la pesca nelle acque interne, la raccolta dei funghi, dei tartufi e delle piante offi cinali. frequenti sotto stati i sopralluoghi svolti sia su mandato del Comune di barletta sia a seguito di chiamate telefoniche ad opera di citta-dini.

6. attività repressiva: le guardie particolari giurate costituenti il Nucleo Provinciale baT, in virtù dei poteri di accertamento e di contestazione che le leggi assegnano ad esse, hanno svolto, in autonomia e/o in collaborazione con organi istituzionali, una serie di atti repressivi amministrativi, in particolare: il sequestro amministrativo di richiami per l’attività venatoria non consenti-ti (10 kit completi di registratori, diffusori del suono e batterie), il sequestro di vari attrezzi da pesca (2 reti da pesca).

7. attività di educazione ambientale: sono state svolte numero-se e variegate attività di educazione ambientale sia nelle scuo-le che attraverso servizi giornalistici e televisivi. Particolare e signifi cativo momento si è avuto durante la liberazione presso la stazione ferroviaria di Canne della battaglia (zona rientran-te nell’area Parco fiume ofanto), di ben 8 poiane (magnifi ci grandi rapaci diurni) precedentemente recuperati e riabilitati ad opera dell’osservatorio faunistico regionale e Centro recupe-ro Selvatici di bitetto con il quale il Nucleo opera in stretta e fattiva collaborazione. in tale circostanza si è avuta la presenza di alunni di alcune classi della Scuola Secondaria di 1° grado “Dimiccoli” di barletta, i quali hanno particolarmente gradito ed apprezzato quanto appreso sia sotto il profi lo ambientale che culturale.

8. attività di formazione e di aggiornamento: oltre alle atti-vità di autoformazione svolte all’interno della nostra organiz-zazione, a seguito dell’avvio del Corso di Qualifi cazione e di aggiornamento per guardie volontarie organizzato dal com-petente settore della provincia di baT, i nostri operatori han-no iniziato la frequenza. Per tale iniziativa della provincia, lo scrivente è stato invitato a sostenere alcune lezioni in qualità di docente.

Le attività realizzate• Numero di uscite con pattuglie formate da almeno 2 unità

operative: 173;• ore di servizio svolte dalle pattuglie: 715;• ore dedicate alla formazione, all'aggiornamento, alla pre-

parazione dei servizi: 460;• Kilometri percorsi dalle pattuglie: 11.417;• animali recuperati: 62;• Cacciatori controllati: 11;• Pescatori controllati: 4;• assistenza alla viabilità svolta: 14;• autovetture abbandonate fatte rimuovere: 5;• incendi segnalati: 6;• Sequestri operati in materia di pesca in acque interne: 2;• Sequestri amministrativi operati in materia di caccia: 10.

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Notizie iN breve

In città

N ella mattinata di martedì 17 gennaio, Mons. Sabino Amedeo Lattanzio, Postulatore

dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, si è recato a Roma, presso la Congregazione delle Cause dei Santi, per ritirare il Decreto di Venerabilità del presbitero barlettano Mons. Angelo Raffaele Dimiccoli, promulgato dietro mandato del Santo Padre Benedetto XVI il 27 giugno 2011 e ultimamente firmato da Sua Eminenza Rev.ma Angelo Amato, Cardinale Prefetto del succitato dicastero vaticano. Il Decreto sarà consegnato all’Arcivescovo diocesano Mons. Giovan Battista Pichierri, in attesa di stabilire la data in cui, durante una solenne celebrazione, verrà letto il testo rendendolo pubblico.

“Questo gioioso evento di Mons. Dimiccoli - dichiara Mons. Sabino Amedeo Lattanzio - assume maggiore rilievo in quanto cade nel corso delle celebrazioni dell’anno centenario della sua ordinazione sacerdotale (30 luglio 1911) e alla vigilia della ricorrenza dei 125 anni della sua nascita (12 ottobre 1887).

Si esorta la comunità diocesana e i fedeli tutti a invocare l’intercessione del nostro venerabile, Padre generoso dei poveri e dei sofferenti, affinché un miracolo ottenuto per sua intercessione ci dia la gioia di vederlo elevato quanto pria agli onori degli altari”.

Dal Vaticano varata la venerabilitàdi mons. Raffaele Dimiccoli

SAN FRANCESCO DI SALES, PATRONO DEI GIORNALISTIMartedì 24 gennaio 2012, festa di San Francesco di Sales (1567-1622), patrono dei giornalisti, a Trani, presso la Chiesa del Carmine si è tenuta una solenne concelebrazione eucaristica presieduta da S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri, Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie, con la partecipazione dei giornalisti e degli operatori della comunicazione delle diocesi di Andria e Trani.L’iniziativa è stata promossa dai direttori degli uffici comunicazioni sociali - Mons. Felice Bacco per Andria e il Diac. Riccardo Losappio per Trani - delle due diocesi che, assieme, da cinque anni, alternando la sede di svolgimento, animano la festa di Santo Patrono dei giornalisti.“È ormai diventata una consuetudine la celebrazione unitaria da parte delle due Diocesi - Trani e Andria - di questa giornata, un rapporto che tende ad unire e rafforzare i vincoli di collaborazione tra le due realtà ecclesiali. Una collaborazione che favorisca anche una unità di intenti e di amicizia tra tutti coloro che operano nel mondo della comunicazione. Che la Vergine della Fonte, presso cui celebriamo questa nostra festa, ci sostenga nel delicato lavoro che svolgiamo, animati dalla comune passione per la verità, a servizio e difesa della dignità dell’uomo e della società civile”.

GIORNATA mONDIALE DELLA vITA CONSACRATALETTERA DI P. ENRICO SIRONI, barnabitaIn occasione della 16a Giornata Mondiale della Vita Consacrata (2 febbraio 2012) la Conferenza Episcopale per il Clero e la Vita Consacrata ha reso noto un Messaggio dal titolo significativo ed esigente: Educarsi alla vita santa di Gesù che richiama con evidenza gli orientamenti della CEI per il decennio 2010-2020 a Educare alla vita buona del Vangelo. Comprendiamo bene allora l’invito rivolto dai Vescovi a Educarsi…per educare, invito che ogni consacrato/a e ogni Famiglia Religiosa non può disattendere, data l’urgenza del richiamo della Chiesa alla rievangelizzazione. Per non deludere le sue attese, i membri della Vita Consacrata hanno pertanto bisogno del sostegno della preghiera di tutto il Popolo di Dio perché sappiano perseverare con fedeltà alla sequela di Gesù Cristo Maestro e Signore, come testimoni della Sua Luce.In tale senso l’Arcivescovo invita tutta la Chiesa Diocesana a unirsi festosamente nel rendere grazie a Dio per il dono prezioso della Vita Consacrata presente anche nella nostra Arcidiocesi e nell’invocare la grazia della fedeltà alla divina chiamata per rimanere efficacemente a servizio della nuova evangelizzazione, iniziando dalla propria vita donata alla diffusione del Suo Regno di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace.

mESSAGGIO DEI CONSACRATI DIOCESANI U.S.m.I. C.I.S.m.C.I.I.S.Fratelli carissimi, la giornata della VITA CONSACRATA, che si celebra ogni anno il 2 febbraio, FESTA DELLA PRESENTAZIONE di GESù BAM-BINO al Tempio, è per tutta la cristianità occasione per lodare e ringrazia-re il Signore per il dono di questo stato di vita nella Chiesa. Tutti i cristiani sono chiamati alla Santità e a portare in ogni ambiente frutto, secondo i particolari carismi, donati a ciascuno dallo Spirito Santo. Nella diversità degli stati di vita e varietà di vocazioni tutti siamo sollecitati a vivere e rivelare l’infinita ricchezza del mistero di Cristo Gesù, perché siano stati santificati e chiamati da Lui ad essere santi insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il Suo Nome (1 Cor. 1-3).Tale giornata è per noi, Consacrate/i, una particolare occasione per te-stimoniare tra i fratelli il grande AMORE e la MISERICORDIA del Padre, che ci permette di realizzare il nostro servizio apostolico nella Chiesa con uno spirito di comunione senza riserve e di donazione dei carismi e soprattutto della carità di quanti soffrono, lottano e sono nel bisogno.Maria, Maestra e guida di ogni chiamato, illumini e accompagni noi suoi figli nel servizio generoso a Dio e ai fratelli! La Sua potente intercessione susciti tra i giovani una schiera di audaci e ardenti, pronti a rispondere all’invito di Suo Figlio per un efficace servizio del Vangelo sulle strade del mondo.

addIo all’Ing. VISta per annIalla guIda dell’uFFICIo teCnICoÈ deceduto nella notte di San Silvestro Carlo alberto Vista, ex ingegnere capo del Comune. Settant’anni, sposato con Pia Cassandro, due figli (alberto e Tere-sa), l’ingegner Vista ha lavorato dal 1974 al 2005 a Palazzo di città. Durante gli anni del suo servizio, si è oc-cupato, tra l’altro, dei restauri del Castello, della Cattedrale dell’ex convento di San Domenico e poi, una volta in pensione, di museo, archivi e biblioteche diocesane.

“I lIbrI della MeMorIa” a Curadella bIblIoteCa “S. loFFredo”Grande entusiasmo ha suscitato la nuova iniziativa della biblioteca comunale “S. Loffredo” di barletta che ha visto coinvolti i ragazzi dagli 8 ai 10 anni. “i libri della Memoria” rientrano nell’ambito del mese della Memoria che, come è noto, ricorda la tragedia della Shoah.Con toni adatti alla sensibilità dei ragazzi si sono tenute alcune let-ture animate significative della terribile esperienza che ha coinvolto milioni di persone durante il secondo conflitto mondiale.

rIdateCI l’aQuIla L’associazione Punto focale con il patrocinio della federazio-ne italiana associazioni fotografiche ha presentato riDaTeCi L’aQUiLa, mostra fotografica di Gigi Cappabianca dal 5 al 30 gennaio 2012 presso il pub San Sebastiano.

gIornata dI preghIerail 5 febbraio 2012 una Giornata di preghiera nel Paladisfida “Mario borgia” di barletta. La manifestazione è stata patrocinata da regione Puglia, Provincia barletta andria Trani e Comune di barletta.

preSentaZIone del lIbro “VuoI l’aranCIa? Quando non baSta la Salute”Nella Sala rossa si è tenuta la presentazione del libro Vuoi l’arancia? Quando non basta la salute di Giuseppe ricatti (editrice rotas, barletta 2011).L’autore riversa nelle pagine del libro la sua condizione di disabilità. La sofferenza lo ha accompagnato sin dalla sua nascita, ma “È vero - scrive Giuseppe nell’introduzione - anche quando si soffre si può sorridere, e avere la serenità nel cuore anche con le lacrime. Dipende da come si porta la propria sofferenza, e se la si vive con il sorriso, quel fardello, credetemi, diventa più leggero, ed è possibile anche riuscire a vincerla. Ancora oggi, constato che persino quando piango a causa del dolore, dentro mi prende una gioia che fa sorridere il mio cuore. Com’è possibile questo?”.La sofferenza, il dolore devono essere sempre combattuti; ma talvolta essi sono irreversibili, e allora, tutto è assurdo? il libro dimostra come il soffrire umano conservi risorse inesplorate e possa essere fonte di redenzione per sé per gli altri.È chiaro che l’autore, su questo terreno, si sintonizzi al meglio con la grande lezione del soffrire e morire di Gesù Cristo.

le CelebraZIonI dI San SebaStIanoil 20 gennaio 2012, presso la basilica del Santo Sepolcro in bar-letta, nella ricorrenza della festa di San Sebastiano, patrono della Polizia Municipale d’italia, si è tenuta una Santa Messa officiata da Mons. Leonardo Doronzo.Durante la celebrazione della Santa Messa il comandante, col. Sa-vino filannino, ha letto la relazione annuale sulle attività del corpo nel corso del 2011. La manifestazione si è conclusa con la deposi-zione delle corone d’alloro in piazza Caduti di tutte le Guerre.

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Eventi

Presentata presso la Camera dei Deputatil’Enciclopedia discografica KZ Musik

L’Enciclopedia della musica scritta nei Campi di concentramento, un immane testamento musicale,un patrimonio dell’Umanità. Curatore e produttore artistico, il maestro Francesco Lotoro

S i è scritto che l’europa collassò ad auschwitz e ripartì da Norim-

berga, frase efficace ma lacunosa; i popoli più paneuropei che hanno cementato con la loro musica una europa che ancora non esisteva furono quello ebraico e quello romanes.

a quei tempi Madrid e budapest non avevano nulla da condividere ma in en-trambe le città c’era il musicista roma che suonava sotto casa; nazioni slavofone e germanofone erano divise da confini e remore epocali eppure dal Mar baltico al Mar Nero passando per Prussia, Lituania, bielorussia potevi parlare e cantare in un’unica grande lingua, lo jiddish.

Dal 1940 al 1945 Terezin e lo Zigeu-nerlager di auschwitz sono stati baluardi e dell’arte ebraica e romanì; ebrei e roma hanno suonato e cantato nei Lager l’ultima musica d’europa prima che peggior sorte si abbattesse su entrambi i popoli.

oggi il linguaggio musicale sarebbe stato profondamente diverso o avrebbe percorso ulteriori, inedite strade se centi-naia di musicisti fossero sopravvissuti.

La musica dei Lager è un testamento del cuore scritto a più mani nei Campi e segna uno dei vertici dell’ingegno umano; in una immaginaria biblioteca di Storia della Musica compare la musica concen-trazionaria, importante eredità della Storia universale ricevuta dalla fenomenologia della 2a Guerra Mondiale, delle deporta-zioni e della Shoah.

Universale, perché oltre 4.000 opere recuperate sino ad oggi e 13.000 documen-ti su tale esplosione di creatività nei Lager non sono una curiosità culturale; questa musica conserva i segni identificativi di una Letteratura, è patrimonio dell’Umani-tà e deve ancora nascere la generazione di coloro che ne usufruiranno come legittimo bene culturale.

Nel momento peggiore della Storia, migliaia di uomini scatenarono una enor-me esplosione di creatività scrivendo a più mani un testamento musicale che segnò il punto più alto del pensiero umano e del linguaggio musicale; la storiografia musi-cale del Novecento dovrà necessariamente essere riscritta e riconsiderata alla luce di

questa voragine aperta dal recupero della musica dei Lager.

Le ricerche hanno tenuto conto del lavoro filologico e musicologico com-piuto sulla musica concentrazionaria da Schmerke Kaczerginski, Joža Ka-ras, bret Werb, elena Makarova, Ul-rike Migdal, Guido fackler, Johanna Spector, aleksander Kulisiewicz, ele-onore Philipp, robert Kolben, Gabriele Knapp, Milan Kuna, Damien Top, Clau-de Torres, blanka Cervinkova e hanno portato al recupero di 4.000 opere mu-sicali e 15.000 documenti cartacei di grande valore storico.

Sono stati necessari 20 anni di ricerca in austria, belgio, Croazia, Danimarca, repubblica Ceca, Slovacchia, francia, italia, israele, Germania, Paesi bassi, Po-lonia, russia, Svizzera, Ungheria.

Le registrazioni di KZ MUSiK inizia-rono nel 2001 per concludersi nel 2011; francesco Lotoro è l’autore e produttore artistico dell’enciclopedia nonché inter-prete delle opere pianistiche e concertatore della produzione cameristica e sinfonica.

52 Campi, dai remoti Lager militari giapponesi di Shenyang (provincia di Lia-oning, Cina) e omori (presso Tokio) sino

Roma, Camera dei Deputati, Sala delle colonne. Da sinistra l’Assessore al Mediterraneo Regione Puglia Silvia Godelli, il maestro Francesco Lotoro, l’on. Fiamma Nirenstein, il prof. Franco Piperno dell’Università La Sapienza e l’editore Franco Bixio

Il maestro Francesco Lotoro

di Renato Russo

Via F. d’Aragona, 46 - angolo Via S. Antonio

Barletta

PEDICO

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Eventi

agli enormi impianti concentrazionari di auschwitz, Sachsenhausen e Dachau pas-sando per il Lager per prigionieri tuber-colotici di fullen e lo sconfinato Campo militare Uadi Saida aperto dai francesi in algeria.

88 compositori, dallo sconosciuto po-lacco Józef Kropiński sino ad alcuni dei più grandi musicisti del ‘900 come Viktor Ullmann, ervin Schulhoff ed emile Goué, ufficiale francese autore di capolavori come la piéce teatrale Renaissance (l’ope-ra dura ben 2 giorni). Questi sono soltanto alcuni dei numeri che costituiscono l’en-ciclopedia KZ MUSiK.

* * *

Nella conferenza alla Camera dei De-putati l’on.le Fiamma nirenstein ha sot-tolineato il peso storiografico e documen-taristico dell’enciclopedia e, in qualità di parlamentare, ha fatto proprio l’impegno a promuovere nelle sedi istituzionali appro-priate il sostegno morale e materiale alle

ricerche che fanno capo da oltre 20 anni a Lotoro.

L’assessore al Mediterraneo della re-gione Puglia Silvia godelli, nel rimarcare la monumentalità del lavoro enciclopedico prodotto, ha ben ricordato l’impegno pro-fuso nel sostenere tali improrogabili sforzi artistici ed editoriali (la regione Puglia ha presentato l’enciclopedia KZ MUSiK presso il Salone del Libro 2011), sul solco di una politica culturale regionale tesa alla valorizzazione e costruzione del concetto di Memoria.

il dr. Franco bixio ha espresso, da edi-tore, l’auspicio che dalla prestigiosa confe-renza nasca una cordata di solidarietà alle ricerche che Lotoro intende proseguire allo scopo di restituire alla cultura uno dei più grandi testamenti dell’ingegno umano.

il prof. Franco piperno ha illustrato gli aspetti estetici e musicologici della produzione musicale concentrazionaria, rimarcando l’importanza della riscoperta della musica dei Lager nell’ottica della ricomposizione di tutti i tasselli mancanti della Musica del ‘900.

Francesco Lotoro, rinomato all’estero,ignorato nella sua città…

Lunedì 6 febbraio il maestro Francesco Lotoro ha presentato presso la Camera dei Deputati l’Enciclopedia discografica KZ Musik. Con lui, al tavolo dei relatori, l’on. Fiamma Nirenstein, l’assessore al Mediterraneo Silvia Godelli (la Regione Puglia ha parzialmente finanziato l’opera), il prof. Franco Piperno docente di Musica presso l’Università La Sapienza di Roma e l’editore dell’Enciclopedia Franco Bixio.

L’Enciclopedia costituirà materia di diverse puntate che Radio Vaticana dedicherà alla musica nei Lager.

Sarà presentata in una conferenza internazionale su Ullmann e Schulhoff che si terrà il 5 e 6 marzo a Phoenix (Arizona, USA). Ma non è tutto.

TG1 Storia dedicherà una puntata speciale a questa ricerca compiuta qui in Puglia, mentre hanno già parlato del lavoro CBS Canada, le radio e televisioni più importanti in Francia, la CNN, il canale franco tedesco ARTE e, in questi giorni, ampi servizi sulla radio nazionale tedesca e austriaca. Lo scrittore francese Thomas Saintourens ha appena finito di scrivere un libro, in lingua francese (sarà pubblicato entro l’anno) sulle ricerche di Lotoro.

Francesco Lotoro, barlettano, docente di pianoforte presso il Conservatorio Giordano di Foggia, lui stesso apprezzato concertista, autore di un gran numero di opere e di iniziative fra cui spicca l’incisione - per la prima volta in lingua italiana - di Brundibàr di Hans Kràsa, realizzandone numerosi allestimenti teatrali (di grande suggestione quella eseguita a Barletta nel Teatro Curci il 27 gennaio 2004).

Per saperne di più, basterà leggere le note biografiche riportate nella pagina a fianco, dove peraltro non sono ricordati altri scritti di Lotoro, come la notevole biografia del compositore barlettano Renato Virgilio (insieme al maestro Paolo Candido) presentato nella Sala rossa del Castello tre anni fa e la prossima stampa del Dizionario della Letteratura Musicale Concentrazionaria.

Celebrato all’estero, dimenticato nella sua città. Forse è un giudizio troppo severo, ma sta di fatto che Lotoro non è adeguatamente apprezzato e valorizzato a Barletta, dalla nostra amministrazione, come meriterebbe. E non lo diciamo solo per lui, ma soprattutto per quello che la sua musica e il suo impegno culturale e morale rappresentano.

R. R.

È infine toccato a Francesco lotoro ripercorrere gli aspetti più salienti del-la storia della musica concentrazionaria, dalle prime registrazioni fonografiche realizzate nei Lager alla trasversalità del linguaggio musicale capace di coinvolge-re tutti i musicisti del mondo deportati a vario titolo nella stesura di tale immane Testamento del cuore scritto a più mani nei Campi.

L’impegno è che queste opere passino dalla eccezionalità della produzione mu-sicale scritta in cattività alla normalità del concerto, perché i loro autori avreb-bero semplicemente voluto che venissero eseguite accanto a quelle di Mozart, bee-thoven, Mahler o in normali sessioni jazz o su un palcoscenico o in sinagoga o in chiesa.

Per i musicisti di Terezin è una realtà la loro presenza nei cartelloni teatrali; per gli altri autori resta un obiettivo lontano.

archiviare, registrare, eseguire, pro-muovere la musica concentrazionaria co-stituisce uno dei più importanti traguardi del genere umano.

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Presentazione

di Renato Russo

P resentazione, pres-so l’associazione

culturale RITROVARSI - ELPIMIX (via Palestro, 70), del volume di Giuseppe Sa-vasta Ariscianne la spiaggia dei misteri. Tra archeologia e storia, religione e magia, edizioni Rotas. Al tavolo dei

relatori, oltre all’autore, la presidente del club Arcangela Alfarano, Andrea Messinese che di Savasta fu direttore didattico per vent’anni alla Frag-gianni e Renato Russo autore dell’introduzione al volume. Tra il pubblico, l’ing. Antonio Ruggiero che fu tra i protagonisti di quella lontana stagione archeologica, lui stesso presidente - dopo Savasta - del club “Federico II” e Alfredo De Giovanni, giovane geologo, studioso di Ariscianne, quasi aves-se raccolto il testimone lasciatogli in eredità dal suo maturo antecessore.

Racconta Giuseppe Savasta: Tutto ebbe inizio nei primi anni Settanta, quando, poiché ero cacciatore, cominciai a dividere il mio tempo fra la cac-cia all’anatra ofantina e il ritrovamento di antichi reperti. Nel trovarne diver-si, e alcuni di comprovato interesse archeologico, mi ci appassionai, tanto che gradualmente abbandonai l’attività venatoria per dedicarmi comple-tamente al riscoprimento di antichi fossili di cui era ricca l’area cannense.

Ci fu poi un episodio che nell’estate del 1971 avrebbe profondamen-te segnato le scelte di Savasta e alimentato la sua passione per la nostra archeologia. Non si erano ancora del tutto spenti gli echi delle polemiche del 2 agosto di quell’anno, scoppiate fra Comitato Pro Canne e Soprin-tendenza alle Antichità sugli esiti dei ritrovamenti gervasiani, che due settimane dopo, il 19 agosto, un articolo a firma di Sandro Ottolenghi, pubblicato sul settimanale “L’Europeo”, dal titolo Una scoperta sensa-zionale, qui si è svolta la più grande battaglia dell’antichità, suscitava una nuova ondata di polemiche. La controversia questa volta verteva sull’ubicazione del sito della battaglia che un archeologo dilettante, il dott. Mario Izzo, di Castelluccio Valmaggiore, in seguito al ritrovamento di antichi reperti bellici, riteneva di aver localizzato nelle campagne della sua città, un paese che si trova lungo la strada che porta a Faeto. Supe-rato questo occasionale ritorno di interesse per Canne dovuto all’accesa

Ariscianne la spiaggia dei misteriPresentazione del volume di Giuseppe Savasta

polemica sulla localizzazione della battaglia, sull’antico sito tornò il buio, tanto che nella primavera del 1974 la Soprintendenza alle Antichità di Taranto chiuse l’Antiquarium “per lavori di ampliamento” (sarà riaperto venticinque anni dopo, l’11 aprile del 1999).

Oggi l’Antiquarium ha chiuso di nuovo, fra l’indifferenza generale, e per il sito di Canne, per la sua visibilità, potrebbe essere la fine.

1971-2011: quarant’anni di un impegno assiduo che Giuseppe Sa-vasta - tra dimenticanze e mortificazioni - ha interamente dedicato alla ri-scoperta del nostro antico territorio, lasciandocene una traccia indelebile attraverso due scritti: vent’anni fa Archeologia con la lente uno studio archeologico sul territorio di Barletta e Canne; e oggi, a distanza di altri vent’anni, una monografia su Ariscianne.

Studi naturalmente ricchi di fotografie, di documentazioni suffragate da una molteplicità di reperti (circa 9000) che egli ha consegnato alla Soprintendenza alle Antichità di Taranto, sperando che un giorno venga-no valorizzate, magari attraverso una mostra permanente. Attualmente molte, moltissime delle sue scoperte, descritte nel suo testo, sono con-servate in alcune cristalliere all’interno della chiesa di S. Antonio.

Savasta non nega che i suoi studi non sono sempre suffragati da ap-profondite analisi scientifiche, ma è pur vero che gli esiti dei suoi ritrova-menti hanno costituito oggetto di studi per molti docenti di archeologia. Così non possiamo dimenticare che a sostenerlo e incoraggiarlo nelle sue ricerche siano stati numerosi illustri accademici fra cui ricorderemo il prof. Santo Tinè, il prof. Francesco Maria De Robertis, il prof. Alfredo Geniola, il prof. Giuliano Volpe.

Anche se esposto alle valutazioni di critici severi, tuttavia questo vo-lume rappresenta un’utile fonte di consultazione per la conoscenza della storia più antica del nostro territorio, dalla quale gli studiosi delle nuove ge-nerazioni non potranno prescindere. Di notevole importanza è la rappre-sentazione fotografica dei reperti raccontati, così come certi aggiornamen-ti intesi a eliminare alcune artificiose distinzioni e suddivisioni catalogative.

Nell’allestimento di questo secondo volume l’autore ha percepito la difficoltà di unificare e omogenizzare tanti elementi così diversi tra di loro che la vastità e la varietà della ricognizione ha reso più problematica e di fronte alla quale si pone in atteggiamento recettivo ad ogni tipo di critica. Ma al tempo stesso, recluso nella sua modestia, egli sembra volerci dire: Ecco il frutto della mia quarantennale ricerca; ora tocca a voi studiare, confrontare, raccordare fra di loro i fili delle mie laboriose indagini. Il mio compito è finito, ed è stato quello di affidare alla vostra conoscenza questo ricco patrimonio archeologico che toccherà a chi verrà dopo di me di analizzare e approfondire. La mia ricerca è terminata, come le mie esauste energie, ed è stata quella di ridestare dal sonno dei millenni le reliquie dei nostri remoti progenitori, sopravvissute all’erosione del tem-po per parlarci di loro e farci provare l’emozione di quel momento unico in cui presente e passato si incontrano per la prima volta.

1971-2011: in quarant’anni di ricerche, due opere fondamentali da consegnare alla storia della nostra cultura, documenti di pietra, incuna-boli del nostro millenario passato, reperti senza tempo che hanno scritto sulla sabbia le prime pagine della nostra storia e l’alba della nostra più remota civiltà.Il tavolo dei relatori: da sinistra Giuseppe Savasta, Andrea Messinese, Arcan-

gela Alfarano e Renato Russo

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Scuola

di Daniela Stefania Fucci

Progetto “LegaLità a scuoLa”“Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori della famiglia,

dello spirito, del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati,per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere.”

(giovanni Falcone)

P rosegue il viaggio degli alunni della scuola Moro (D.S. Prof.ssa Grazia Di Nunno) nel mondo della Legali-

tà che li ha portati a visitare prima il Parlamento Europeo a Bruxelles, poi il Parlamento italiano a Roma ed infine la sede della Prefettura della provincia BAT ed il Palazzo di Città del Comune di Barletta.

Anche questo anno scolastico la Scuola Secondaria di pri-mo grado Renato Moro di Barletta con il Rotary Club Bar-letta, in collaborazione con la Prefettura della Provincia BAT, l’Archivio della Resistenza e Memoria di Barletta e col patrocinio del Comune di Barletta promuovono il Progetto “LEGALITÀ a SCUOLA” - I giovani tra prevenzione ed edu-cazione per una cultura della legalità.

Il progetto “LEGALITÀ a SCUOLA” parte dalla convinzione che scuola e cultura svolgono un ruolo determinante per la formazione di cittadini consapevoli dei propri diritti e doveri e previene la diffusione dell’illegalità in tutte le sue forme.

La scuola infatti ha la responsabilità di istruire ed educare, di dare alle giovani generazioni conoscenza e coscienza critica ed anche fiducia e valori in cui credere.

Il progetto vuole essere una riflessione specifica sulle tematiche della legalità, delle regole come valore fondante del vivere civile, dell’assunzione di responsabilità individuale e collettiva nei rapporti con l’altro e con le Istituzioni.

Filo conduttore dell’intero progetto sarà la collaborazione con enti e soggetti culturali.

La mattina del 14 dicembre 2011 gli alunni hanno incon-trato ed intervistato il Sindaco, Ing. Nicola Maffei e l’Assesso-re, Prof. Antonio Divincenzo presso l’ufficio comunale, dove hanno avuto l’opportunità di conoscere e approfondire le ca-ratteristiche del ruolo del primo cittadino e dell’assessore alle Politiche Sociali, Sport e Pubblica Istruzione.

I ragazzi della scuola “Renato Moro” con la prof.ssa Daniela Fucci, il sindaco Nicola Maffei, l’assessore Antonio Divincenzo e il prof. Luigi Di Cuonzo

Mercoledì 11 gennaio 2012, vi è stato l’incontro con S.E. il Prefetto della Provincia BAT, Dott. Carlo Sessa e la sua vica-ria, dott.ssa Giulia Cazzella, presso la sede della Prefettura, successivamente gli alunni guidati dal prof. Luigi Di Cuonzo, hanno visitato l’Archivio della Resistenza e Memoria presso il Castello di Barletta.

“Abbiamo avuto modo di osservare l’insegna pubblica ed uffi-ciale della città di Barletta, il Gonfalone, sul quale sono state ap-puntate le due medaglie d’oro consegnate alla nostra città per il valore militare e il merito civile, una il primo settembre 1997 e l’altra il 25 aprile del 2004” (Maria Pia Guerra e Sonia Colucci, alunne della 1a D).

“Abbiamo imparato, attraverso simpatici aneddoti, come si in-dossa la fascia tricolore che ha i ricami dello stemma della Repubbli-ca e quello di Barletta” aggiungono Marianna Bracco e Antonio Leone; infine, “Dopo le lezioni di Legalità e sulla Costituzione te-nute dal Prof. Di Cuonzo abbiamo imparato che: Senza leggi non si può vivere!” concludono Gaetano Pavone, Luca Grisorio e Lucia Dicuonzo.

Storia locale

Q uesta volta parleremo di errori. Nella mia rubrica di storia locale ho sempre cercato di occuparmi di piccoli problemi

e difficilmente mi ha sfiorato l’idea di cimentarmi in ciclopici repor-tage come la veridicità dei Vangeli o dei diari di Mussolini.

Tra queste piccole domande passatemi per la testa da un po’ di tempo c’è quella del perché tanti errori ripetuti nel tempo su nomi e cognomi (il Vescovo ruggero o ruggiero?). Naturalmente non stiamo parlando di sviste materiali come riportare il nome di una persona su di un atto pubblico (filograsso e non filograssi), bensì degli “errori”, strani ed ingiustificati, che compaiono nei lavori di storici e non. a valutarli bene appaiono, in moltissimi casi, volontari in quanto, con un po’ di applicazione in più e una telefonata all’uffi-cio competente, sarebbero facilmente eliminati.

È da diverso tempo che ci battiamo (Don Chisciotte non ci ha insegnato niente!) per “correggere” alcune semplici sviste che in altri contesti potrebbero passare inosservate ma, adottate da enti pubblici o da mezzi di comunicazione, diventano effettivamente non scusabili.

Le più evidenti e scusateci “clamorose” sono quelle riferite ai due storici barlettani più noti e cioè Savino Loffredo e mons. Giu-seppe Damato meglio conosciuto come Don Peppuccio ai quali ag-giungerei il grande maestro Giuseppe De Nittis.

Nel caso di Sabino loffredo tutto è scaturito dall’innata curio-sità che contraddistingue un archivista con 35 anni di esperienza lavorativa il quale, il 2005 in occasione delle celebrazioni per il cen-tenario della morte dello storico, volle togliersi lo sfizio di andare a controllare gli atti di nascita del 1828 e al n. 283 risultava che a bar-letta il giorno 18 aprile si era presentato il sig. Giuseppe Loffredo il quale aveva denunziato la nascita del proprio figlio al quale dava il nome di SaViNo (non SabiNo) ed il cognome di Loffredo.

Per compiere questa piccola verifica non sono serviti più di cin-que minuti, tempo e scrupolosità però che non hanno avuto nel lon-tano 1905 i funzionari comunali che stilarono la delibera n.131 del 1° maggio, Sindaco il Cav. Uff. arcangelo Cafiero con la quale lo stesso, Presidente dell’assemblea, in occasione della commemora-zione del Loffredo deceduto una settimana prima (il 24 aprile 1905 n.d.r.) proponeva che “…a perpetuare la memoria è doveroso che si adottino provvedimenti più duraturi delle consuete condoglianze e perciò l’Amministrazione comunale propone che alla Biblioteca Comunale si dia il nome di Sabino Loffredo; a quella biblioteca nella quale furono da Lui depositati tutti i documenti e tutti gli studii che serviranno di fondamento alla Storia di Barletta”.

Questo errore si è poi perpetuato nel tempo senza che nessuno mai avesse preso l’iniziativa di verificarlo prima e correggerlo poi mettendo così fine ad un imbarazzo che appare sin troppo pesan-te per un istituto culturale qual è la biblioteca comunale, anzi si è perseverato con buona pace di coloro che aspirano ad una cultura e ad una informazione esatta. infatti all’indice dei vari comunica-ti stampa del Comune di barletta spesso si trova quello che recita “Orari della Biblioteca Comunale Savino Loffredo”, ma quando si va a leggere il corpo del comunicato, meraviglia delle meraviglie,

Sa(v)ino ridiventa Sa(b)ino. Qualcuno potrebbe obiettare che era lo stesso Loffredo che si firmava Sabino e stiamo parlando di un giuri-sta, letterato e storico.

accettiamo, da persone democratiche e quindi aperte ad ogni giusta osservazione anche questa tesi, ma subito ci salta agli occhi un altro clamoroso errore storico; vi dice niente il nome di don pep-puccio damato?

e sì, il religioso e storico barlettano che ha raccontato il periodo delle due guerre ed è stato artefice della rivalutazione della Disfida di barletta avendo avuto anche la felicissima idea, in collaborazione con il cav. Daddato e l’assessore dell’epoca Vittorio Grimaldi, di ripropor-re il Certame cavalleresco così gradito ai concittadini e ai turisti, si firmava D’amato. altro colpo di scena! Scatta immediatamente ulte-riore e rapido controllo degli atti di nascita e al n.1641 del 1886 (fig. 1) risulta che il giorno 8 del mese di dicembre “nasce DAMATO (senza apostrofo) Giuseppe figlio di Giovanni e di Francabandiera Maria”.

a questo punto (facendo il verso al mitico Lubrano) sorge spon-tanea la domanda: “Visto che per il Loffredo si è scelto di intitolare la biblioteca comunale riportando il nome Sabino, dato che così si firmava, perché nell’intitolare a Don Peppuccio la piazzetta prospi-ciente il Monte di Pietà il Comune ha optato per il cognome risultan-te dagli atti di nascita e cioè Damato senza apostrofo?

Ultimo “piccolo” esempio lo dobbiamo, doverosamente, al gran-de pittore concittadino giuseppe de nittis. Come rigorosamente riportato dall’atto di nascita n. 212 del 1846 (fig. 1) “… Lo stesso (Don raffaele Denittis n.d.r.) ha inoltre dichiarato di dare al ne-onato il nome di Giuseppe Gaetano Denittis (senza spazio tra la particella chiamata nobiliare e il cognome)”.

Due pesi e due misure o ennesimo errore da collocare nella no-stra piccola bottega degli errori? Parrebbe chiaramente più valida la seconda ipotesi anche se ci sembra alquanto strana l’ostinazione nel perpetuare l’errore quando sarebbe alquanto facile porvi rimedio.

I COGNOMI E LO STRANO CASO DEI “MUTANTI”Fra i casi più clamorosi Sabino Loffredo, Giuseppe Damato , Giuseppe De Nittis

di Michele Grimaldi

Fig. 1. L’atto di nascita di Giuseppe De Nittis

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febbraio 201234 iL fieraMoSCa febbraio 2012 iL fieraMoSCa 35

di Franco Lamonaca

orizzontali

Cruciverba simmetrico con riferimenti a Barletta

Le definizioni riguardanti Barletta sono precedute da un asterisco (*). (Soluzione a pag. 42)

Verticali

Enigmistica

1.* Tra via ettore fieramosca e la Cattedrale. - 12. annullato, re-vocato. - 20. Non percepibile all’olfatto. - 21. anfibi con estrema riduzione degli arti. - 23. occlusione di un vaso sanguigno. - 24. Un terzetto di note. - 25. arbusti spinosi, ginepri. - 27.* era un grande stabilimento vinicolo su via regina Margherita. - 28. È metà indomabile. - 29. Diede inizio all’autocertificazione. - 31. Dignitari islamici. - 32. il caffè con la musica. - 34. Centro revi-sione Veicoli. - 36. in fondo ai passamani. - 37. Un po’ d’etichet-ta. - 38. L’assicurazione presso l’aCi. - 39. Si usava per sfondar porte. - 42. Salerno. - 43. Stava al potere in Siria. - 44. Provocate spesso dagli affollamenti. - 45. La chiave di basso. - 46. il latte appena munto. - 47. Venuti alla luce. - 48. L’olio inglese. - 49. era un fucile corto dell’esercito. - 50. il pareggio della schedina. - 51. L’arma delle guardie vaticane. - 53. agili imbarcazioni. - 55. Un verbo della badante. - 61.* era una industria di damigiane su via foggia. - 62. Si consulta nelle stazioni. - 64. asiatiche di Nuova Delhi. - 65.* Patriota barlettano… sull’adriatico in provincia di Chieti. - 66*. Una colonna cannese nel castello di barletta. - 68. i due uomo e donna. - 69. bovini da riserve. - 70. La pianta dell’ori-gano. - 71. Lo era l’oste esperto d’una volta.

Nella foto 53 verticale: L’imprenditore antonio riccheo pioniere della maglieria a barletta

1. Disprezzato, schernito. - 2. Vacuità, inutilità. - 3.* Lavoravano indietreggiando in Largo Sant’antonio. - 4. Nome di cinema, come quello di Molfetta. - 5. Sollevazioni popolari, tumulti. - 6. Piante saponifere. - 7. Lecce. - 8. Una pubblicizzata merendina. - 9. il “Dei” delle 999 massime. - 10. L’ultima sinfonia di beethoven. - 11.* L’ex cinema presso il Circolo Unione. - 13. il berillio. - 14. Si-gla dell’emittente monegasca. - 15. Uno strumento da camera. - 16. Lo sono le ruote dei veicoli. - 17. Schiarite di pelle e di capelli. - 18. aroldo, ricordato attore teatrale. - 19. Un verde nel deserto. - 22. andati. - 25. Contraddittorie enunciazioni. - 26. immedesimare, vivere il personaggio. - 29. Una capanna nel cantiere. - 30. Lo è il mondo virtuale. - 33.* Lo scomparso raffaele, ex direttore della biblioteca. - 35.* Lo storico francesco Saverio di una traversa di via regina Margherita. - 40. Dar spettacolo, esporsi al pubblico. - 41. faceva trio con carta e penna. - 43. Un tipo di riso. - 45. Danno fiducia, sicurezza. - 46. Luci da viali. - 48. È nel foggiano, oltre orta Nova. - 49*. La Santa dell’antico quartiere. - 52. il primo nome di Cechov. - 53*. Precedeva antonio riccheo sul biglietto da visita. - 54. Prima della rai. - 56. Sinisi nel codice fiscale. - 57. Come sopra. - 58*. il supermercato di via don Michele Tatò. - 59. La nota agenzia giornalistica russa. - 60. Un’ex istituzione del tu-rismo. - 63. adesso… sull’orologio. - 65. Gioivano senza Giano. - 67. enna. - 69. Carlo, noto critico letterario.

Scuola

La memoria deLLa shoah neLLa mentedei ragazzi deL 3° miLLennio

i n occasione della ricorrenza del “Giorno della Memoria” gli alunni delle classi iV e V sezioni a-b della scuola Pri-

maria “Sacro Cuore”, sono stati coinvolti nell’esprimere le loro considerazioni su quanto è avvenuto in quel tragico passato che rappresenta una terribile vergogna per la storia dell’umanità.

Dal lavoro svolto in classe, attraverso conversazioni collet-tive, rielaborazione di testi informativi ed altro, sono emerse le loro riflessioni che ci attestano come i giovanissimi dimostrino particolare sensibilità per le tematiche che riguardano le soffe-renze del genere umano.

anche i ragazzi spesso provano a darsi delle risposte a que-sti interrogativi: Perché è avvenuto tutto questo? Come è stato possibile che accadesse uno sterminio di tali dimensioni? Cosa ha spinto l’uomo a una così efferata crudeltà?

• “Dio creò l’uomo a sua immagine donandogli un cervello con cui ragionare, la libertà di agire e dei talenti da sfruttare. Ma l’essere umano non ha saputo utilizzare nel modo giusto quei doni, preferendo percorrere la strada dell’odio e della di-scriminazione”.

• “L’uomo si rinchiuse nel suo profondo Io e ideò un luogo terrificante dove imprigionò degli innocenti privandoli della loro libertà e annientandoli calpestando la loro dignità. Commise un atroce genocidio”.

• L’umanità ripensando a tutte queste terribili sofferenze, di cui sono stati vittime non solo gli adulti, ma anche tanti bambini, dovrebbe capire che l’odio e la discriminazione portano a calpe-stare la vita umana che è sacra e inviolabile”.

• Chi non conosce il significato della parola rispetto ed è in-differente alla memoria del passato, è destinato a commettere gli

stessi errori, cadendo nella rete del razzismo e dell’emarginazio-ne dei propri simili”.

Le considerazioni dei nostri alunni ci confermano come sia importante per le nuove generazioni la commemorazione del 27 gennaio, poiché è nella coscienza di uomini e donne di domani che deve maturare la convinzione che per costruire una futuro di cui essere fieri è necessario “non dimenticare”.

Le insegnanti Anna Maria Mauro,Nicoletta De Benedittis, Ida Delvecchio, Rossana Prasti

I lavori realizzati dagli alunni delle classi IV e V sezioni A-B della Scuola Primaria “Sacro Cuore”

il 27 Gennaio 2012, Giorno della Memoria, istituito per “ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecu-zione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la de-portazione, la prigionia, la morte…” si è celebrata, nella Sala rossa del Castello di barletta, la Memoria dei Giusti tra le Nazioni. Dopo il saluto del Sindaco, ing. Nicola Maffei, hanno tenuto le loro relazioni il prof. Luigi Di Cuonzo, responsabile dell’archivio, (L’infamante sigla IMI, Italiani Militari Internati) e il dott. angelo Tedeschi, Pri-mo Dirigente della Polizia di Stato di barletta (Giovanni Palatucci, un poliziotto tra i Giusti tra le Nazioni).La dott.ssa Giulia Cazzella, Prefetto Vicario della Provincia barletta andria Trani, ha consegnato alla vedova di alberto Carrer, di San ferdinando di Puglia, una Medaglia al Merito Civile, onorificenza alla Memoria del soldato, deportato nel campo di concentramento di Hannover, dopo l’8 settembre 1943. a conclusione della cerimonia, alle ore 12.00, è stata accesa la Me-norah, nel Piazzale d’armi del Castello, perpetuando il rito che si compie ogni anno, a partire dal 27 gennaio 2001, a cura dell’archi-vio della resistenza e della Memoria.

Da sinistra il sindaco ing. Nicola Maffei, la vedova di Alberto Carrer, la dott.ssa Giulia Cazzella, il dott. Angelo Tedeschi, il prof. Luigi Di Cuonzo e il partigiano Vito Cuonzo (fotorudy)

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Musica

28 anni di musica senza soluzione di continuità, senza sentire alcuna stan-

chezza, entusiasmo quello dell’associazione Cul-tura e Musica “G. Curci” che acquista maggiore spessore proprio alla luce delle diffi coltà che la Musica fatta dal vivo e le associazioni musicali devono affrontare in questi periodi di crisi.

Ma non risente certamente della crisi il Cartel-lone che mostra e dimostra quanto gli sforzi fatti dallo staff tecnico abbiano contribuito a lasciare immutato lo standard eccellente degli ultimi anni.

Una tradizione che continua sotto il segno dell’eccellenza, un bilancio di oltre 900 concerti e uno spartito pieno dei più famosi artisti a livello internazionale.

Per palcoscenico il preziosissimo Teatro Curci.

Goran bregovic, ramin baharami, Danilo rea, compagini come l’orchestra di Chisinau, la Compagnia Noche de Cuartetango, la Compagnia Corrado abbati, l’emanuele Urso Quintett, la Wedding e funeral band, e l’orchestra Sinfonica che accompagnerà i Vincitori del 15° Concorso internazionale di esecuzione Pianistica “Premio Mauro Paolo Monopoli”, artisti quali Mihail agafi ta, irio e roberto De Paula, ares Tavolazzi e ellade bandini, Silvia bibiana reynoso, Mariano Martin Navone, Marcelo Horacio alvarez e Sabrina ama-to: questi i protagonisti della 28.ma Stagione Concertistica dell’as-sociazione Cultura e Musica “G. Curci” di barletta.

Una Stagione che si preannuncia densa di eccezionali eventi musicali, punto di riferimento della vita musicale della città e della nuova provincia.

28 anni di ininterrotta attività, per una associazione che con or-goglio può affermare di essere riuscita a portare sui palcoscenici di barletta i migliori artisti del panorama musicale internazionale, 28 anni che sono stati premiati, grazie alla lungimiranza del dott. Sergio Maifredi, Direttore artistico del locale Teatro Comunale Curci, con una presenza importante dell’attività concertistica dell’associazio-ne Curci, unico ente musicale della città ad essere riconosciuto dal Ministero per i beni e le attività Culturali, all’interno dello splendi-do Teatro Comunale Curci di barletta, vero gioiello della città, con il sostegno del Comune di barletta, dell’assessorato al Mediterraneo ed attività Culturali della regione Puglia, della Provincia bat e in collaborazione con la Direzione artistica del Teatro Comunale Cur-ci e il Ministero dei beni e delle attività Culturali.

16 gli appuntamenti di questa Stagione che rispecchiano la pre-cisa volontà di dialogare con un pubblico sempre più vasto, e così al carattere volutamente più tradizionale dedicato al grande repertorio romantico, si contrappone la natura più eclettica e aperta in cui la musica antica convive con quella dei giorni nostri e con i grandi classici, strutturata in 3 rassegne: Musica, Concertistica e autunno Musicale.

otto gli eventi Musicali che si svolgeranno presso il Teatro Co-munale Curci di barletta.

L’inaugurazione della rassegna Concertistica, lo scorso 29 di-cembre con il Tradizionale Concerto di Capodanno, affi dato alla prestigiosa orchestra Sinfonica di Chisinau diretta dall’importan-te bacchetta del maestro Mihail agafi ta.

il nuovo anno inizia con due interessanti appuntamenti musi-cali.

ad inaugurare la rassegna Musica, il 22 gennaio, eccezionale recital del pianista iraniano ramin bahrami, grandissimo virtuoso del pianoforte, per la prima volta a barletta, per un’unica serata ve-ramente imperdibile con un omaggio alla Musica del grande bach.

L’11 febbraio, per la rassegna Concertistica, assisteremo al “duello a suon di note” del duo Irio e roberto de paula, due chitarre, due generazioni a confronto ma stesso sangue brasiliano stessa verve, stessa voglia di fare sempre buona musica.

Grandissima attesa per lo spettacolo Wedding e Funeral band new tour, in esclusiva per la Puglia a barletta, del grande e polie-drico goran bregovic, sabato 18 febbraio, insieme alla sua banda gitana di fi ati e le due cantanti bulgare in un pirotecnico spettacolo dal titolo “Champagne for gypsies”.

a concludere la rassegna Musica, l’11 marzo, sarà il danilo rea trio, con danilo rea al pianoforte, ares tavolazzi al contrab-basso ed ellade bandini alla batteria in un concerto che ripercorre-rà tutta la carriera musicale dei beatles, regalandoci interessantissi-me chicche di un lavoro enciclopedico e incredibilmente attuale.

La rassegna Concertistica proseguirà poi il 15 marzo con il coinvolgente spettacolo dell’emanuele urso Quintet. il repertorio che è quello dell’era dello Swing, con qualche riferimento al Dixie-land Jazz e boogie Woogie, vedrà Urso impegnato al clarinetto e poi alle prese con la batteria e i tamburi per uno spettacolo unico ed

Tutti a teatro per la 28.ma stagione concertisticadell’associazione Cultura e Musica “G. Curci”

L’orchestra Sinfonica di Chisinau

Libri

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L’Autore, da anni, ha a cuore la diffusione, con piena competenza e appassionante convinzione, di una mirabile summa di regole basilari, igienico-sanitarie, riguardanti il reale “star bene”. Ora viene alla luce un prezioso volume, steso al fi ne di essere d’ausilio a migliorare la vita a chi ha bisogno, di aiuto, per mantenere il proprio stato di benessere psicofi sico. Trattasi dunque di un’opera tesa alla prevenzione sanita-ria individuale. Il lettore vi trova, sulla base collaudata della psicologia popolare preventiva, intesa olisticamente, una esposizione rigorosa-mente scientifi ca, presentata in stile sorprendentemente divulgativo, comprensibile a chiunque. Quarantaquattro sono i capitoli dell’opera racchiudenti pure specifi che risposte a quesiti e dubbi originati, talvolta, da disinformazione.La guida offre soluzioni concrete di “star bene” mediante modifi cazioni graduali dei fattori che concorrono a uno stile di vita importante.

Lazzaro è un giovane pugliese alla ri-cerca del suo futuro. Anche se a Poli-gnano a Mare costruirsi un futuro non è facile. Qui, per racimolare qualche soldo, nelle notti d’inverno i ragazzi si danno appuntamento al porto per scaricare le bionde di contrabbando nella speranza di non essere beccati dalla polizia. Lazzaro però è diverso. Vive in un mondo tutto suo e sono in molti a considerarlo un po’ strano. Lui, in realtà, non ha tem-po da perdere perché ha un sogno: vuole diventare chef. Per questo decide di tentare la fortuna al Nord, a Milano. L’inizio non è facile. Lui, che per la prima volta si è allontanato dal paesello e dalla famiglia, deve imparare i nuovi codici della vita in città. E, soprattutto, deve scordarsi i chilometri che lo separano dal mare.Dopo un primo lavoro come sguattero e la tenera amicizia con Sofi a-loren, trans sudamericana dal cuore d’oro, Lazzaro incontra Vito, un carabiniere del Sud come lui, che gli propone di andare a vivere in un appartamento di sua proprietà già occupato da quattro ragazze.

A Corato è attiva Secop Store, una libreria ambiziosa e controcorrente gestita dall’editore

Peppino Piacente.Che funzione svolgono oggi le librerie? La fi gura del

commerciante che smercia volumi nel rispetto delle stesse regole che sovrintendono alla vendita di peperoni, gioielli o elettrodomestici non ha più ragion d’essere, tant’è che l’antico libraio ha cambiato pelle involvendo in cartolibrario. Non sappiamo che farcene di questi indefi niti imprenditori e dei loro acquosi spazi commerciali dove in mezzo a penne, quaderni, zainetti, fotocopie e peluche trovano a stento spazio qualche romanzo, qualche saggio, qualche libro di poesie. In tempi di pianifi cato imbarbarimento c’è piuttosto bisogno di novità intorno al libro se si vuol fare ‘resistenza’. Per comune buona sorte un po’ qua, un po’ là, ora librai cominciano a ‘redimersi’, ad essi si affi ancano esordienti più determinati e innovativi; dal canto loro le librerie non aspettano più il cliente ma gli vengono incontro, spalancando le porte all’incontro, al dibattito e si vestono di colore, scoprono il piacere dell’esposizione del prodotto.

Anche in Puglia questa nuova tendenza sta prendendo piede. L’ultima testimonianza in tal senso ci viene da Corato dove nel centro storico l’editore Peppino Piacente ha dato vita a Secop Store. Disegnata da Antonio Serlenga, la creatura di Peppino Piacente offre un impatto visivo di alta qualità. Quasi una boutique del libro, Secop Store cattura, seduce; dopo aver indugiato dinanzi alle ampie vetrine, entrare per il passante è gioco forza. E l’ingresso regala più novità di quante ne annunciano le seduzioni architettoniche. La sistemazione della ‘merce’, per esempio, ha nulla di monolitico, dà invece di dinamico, fa percepire il libro come un ‘articolo’ destinato non a fare arredamento bensì ad essere preso, sfogliato, passato di mano in mano in mezzo a commenti e scambi d’opinione. Interessante il fatto che, al di là dello spazio per le Edizioni Secop, una scansia sia riservata all’editoria pugliese, mentre un terzo scaffale raccoglie solo volumi in lingua straniera. Una capace - e assai luminosa - saletta accoglie il pubblico in occasione della presentazione di nuovi prodotti editoriali. Intrigante pure il terzo ambiente, quello dei bambini, pensato con senso ludico dell’accoglienza, dove i piccoli senza essere chiamati a diventare lettori sono portati a entrare in confi denza col libro, a ‘giocarvi’; e i risultati si vedono perché poi i bambini non vogliono staccarsi dal volume che hanno ‘scoperto’ e i genitori sono sempre felici di spendere i pochi euro necessari.

Abbiamo chiesto a Piacente come sta reagendo Corato a questa novità: - “Piuttosto bene, c’è molta attenzione, curiosità”. - Quali i volumi che si vendono meglio? - “Stiamo stilando un elenco in proposito. Le prime proiezioni consentono di affermare che la tanto bistrattata editoria pugliese, quando ben veicolata, vende altrettanto bene che quella nazionale”. - Prossimi obiettivi? - “Confermare la linea di partenza assestandoci su una media di almeno un evento settimanale tra mostre, dibattiti, presentazioni di libri e laboratori di scrittura creativa. Vogliamo che il lettore arrivi a innamorarsi del libro, vogliamo coccolarlo”.

[email protected]

Come si fa libreria?Coccolando i lettori

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Musica

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Presentazione

Il nostro facebook

a cura del Lions Club barletta Host presso il Circolo Unionel’ing. Duilio Maglio ha presentato il suo ultimo libro

Un approfondito studio su Eracliotesi a confronto di numerosi autori

imperdibile, con numeri acrobatici di grande energia, virtuosismo e impatto sonoro.

il 22 aprile, ritorna, a grande richiesta, dopo lo spettacolare alle-stimento dello scorso anno, la Compagnia Corrado abbati, spe-cialista di operette e Musical, con il famosissimo Musical “Can Can”, divertimento ed emozioni, echi cinematografi ci e di broa-dway, il musical che accende la voglia di ridere, ballare e cantare sulle famosissime musiche di Cole Porter. Un “classico” reso famo-sissimo dal successo dell’omonimo fi lm con un cast d’eccezione: frank Sinatra, Maurice Chevalier e Shirley MacLaine. Una sferzata di buonumore dove la storia del can-can è raccontata da un cast di oltre venti artisti tra sontuose ambientazioni, magnifi ci costumi, sce-ne di danza mozzafi ato ed una musica geniale.

il 29 aprile ultimo appuntamento della rassegna Concertistica con lo spettacolo “noche de Cuartetango” con l’ensemble Cuar-tetango e i ballerini Silvia bibiana reynoso, Mariano Martin navone, Marcelo horacio alvarez e Sabrina amato. il tango ver-rà omaggiato in tutte le sue forme in uno spettacolo assolutamente affascinante e coinvolgente di musica e danza, in un dialogo ricco di emozioni ed immagini, che porterà per mano lo spettatore nel coinvolgente mondo del tango.

il 12 maggio, appuntamento fuori abbonamento, riservato ai pos-sessori degli abbonamenti Musica e/o Concertistica, presso il Teatro Curci con la finale del 15° Concorso Pianistico internazionale “Pre-mio Mauro Paulo Monopoli”, un avvenimento musicale di assoluto

rilievo, visto il grande riscontro internazionale della manifestazione, un momento di confronto fra diverse scuole, con musicisti di altissi-mo valore artistico che, in un futuro non molto lontano, ascolteremo nei più grandi Teatri del mondo.

La Terza rassegna autunno Musicale che si svolgerà dal 16 set-tembre al 4 novembre 2012, si terrà invece nella splendida cornice della Chiesa di Sant’antonio, 8 spettacoli, con artisti di altissimo livello e vincitori di Concorsi Musicali internazionali.

Primo appuntamento con il Quarteto astor piazzolla, a segui-re il duo giovanna buccarella - Francesco Monopoli, la pianista rie Kawagishi, l’orchestra a plettro del Conservatorio “n. pic-cinni” di bari, con un omaggio alla Canzone Napoletana, la pia-nista galina Chistiakova, l’ensemble “g. Curci” con un omag-gio all’operetta, il pianista rosario Mastroserio in “Piano Songs improvisation” e l’orchestra da Camera “I Suoni del Sud” con giovani solisti pugliesi .

Per informazioni, vendita abbonamenti e biglietti:- botteghino del teatro Curci - Corso V. emanuele, 71 - barlet-

ta (10-13 / 17.30-20.30) - tel. 0883332456 - 0883332522 - associazione Cultura e Musica g. Curci (10-13 / 16-19 ) - tel.

0883528026 - www.culturaemusica.it , [email protected]

Istituto Suore Salesiane. Classe IV B Magistrale, anno scolastico 1957-58. 1. Elena Pellicani; 2. Saracino; 3. Nardi; 4. Anna Napolitano; 5. Anna Maria Spinazzola; 6. Grazia Gagia; 7. Tina Campese; 8. Adriana Palmiotti; 9. Franca Ceci; 10. Claretta Simeone; 11. Teta Iodice; 12. Laura Delvecchio; 13. Adriana Straniero; 14. Maria Gorgoglione; 15. Maria Russo; 16. Enza Terlizzi; 17. Petrilli; 18. Carmelina Vitrani; 19. Maria Fonsmorti; 20. Mariuccia Montatore; 21. Rosa Santeramo; 22. Mira Lemma; 23. ???; 24. Povino. Professori: Mezzina; Giannini; Calò; Somma; Grieco; Rizzi. Preside mons. Palmiotta (CoLL. CArMELINA VItrANI)

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P er i barlettani la statua di eraclio rappresenta una presenza amica ma è facile verifi care come - almeno sino alla prima

metà del 2011 - l’impegno che gli studiosi locali hanno rivolto al “Colosso” è inversamente proporzionale al peso che lo stesso rive-ste nel vivere quotidiano. a conferma, da una scheda bibliografi ca si ricava che, fra gli autori degli oltre ottanta lavori dedicatale in quel periodo, gli autoctoni si contano sulle dita di una mano e gli stranieri prevalgono sugli italiani.

Nell’ultimo lavoro di quel periodo - presentato, in un convegno del 1989 a Perugia, da Gianfranco Purpura - è proposta l’ipotesi che l’imperatore Teodosio ii potrebbe essere il personaggio rappresen-tato nella statua. Questa elevata a ravenna nel 420 e, poi, immo-tivatamente interrata nei pressi del mausoleo di Galla Placidia. Di tanto avrebbe avuto notizia, alla fi ne dell’Viii secolo, Carlo Magno il quale ne avrebbe disposto il disotterramento, non eseguito a causa di un’improvvisa sopravvenienza. Sarebbe stato federico ii ad ordina-re, quattro secoli dopo lo scavo che ha consentito di riportare alla luce la statua e poi, intorno al 1441, il relativo trasferimento in Puglia.

Nell’ottobre scorso la pubblicazione della monografi a dell’ing. Duilio Maglio e, dopo pochi giorni, la giornata dedicata al “Ritorno del Gigante” - questo sotto gli auspici delle Università di bari, di foggia e del Salento nonché del Comune di barletta - hanno riacce-so i rifl ettori sulla statua. il 13 gennaio, a cura del “Lions Club Bar-letta Host”, s’è tenuto, nella sala del “Circolo Unione”, un meeting incentrato sulla recensione, affi data alla prof.ssa Luisa Derosa, di quella monografi a.

La prof.ssa Derosa ha, preliminarmente, evidenziato come l’opera di Duilio Maglio rappresenta un “unicum” sia per l’ampiez-za e l’accuratezza dell’indagine storica che per la particolare atten-zione colla quale sono state trattate le varie tematiche relative alla formazione e alla provenienza della statua, oltre che a modalità di trasporto, località d’arrivo, tempi e tipologia d’utilizzazione. altret-

tanto dicasi per le descrizioni delle protezioni adottate - in oc-casione degli eventi bellici suc-cedutisi - e dei ripetuti attentati alla sua incolumità, nonché del-la sua messa in sicurezza, nei non lontani anni ottanta, sotto la direzione dell’ing. Giambat-tista De Tommasi. ogni tappa del percorso ad ostacoli, che la statua ha dovuto sopporta-re, è inquadrata in un’analisi dei tempi e dei luoghi in cui le varie fasi si sono sviluppate, con particolare riguardo alle modalità dei trasporti - specie a quelli via mare caratteristici dell’epoca - e al porto di bar-letta. Per quest’ultimo l’autore s’è avvalso anche della consu-lenza del geologo alfredo De Giovanni. Le ricerche espletate hanno consentito di giungere a conclusioni - che si possono ritenere defi nitive - non solo sul ritrovamento della statua “intera” sul lito-rale di barletta nel 1309 ma anche sull’epoca del suo innalzamento, sulla base di pietra nel “loco d’Eraclio”, contemporaneamente alla costruzione del retrostante Sedile del Popolo. il che ne ha garantito la stabilità per i cinque secoli successivi.

accurate l’esecuzione del corredo fotografi co - di cui ci si augu-ra il completamento - intercalato alle pagine dell’opera, e la ricerca dei vari “identikit” sinora attribuiti al personaggio che nella statua si ritiene rappresentato.

La prof.ssa Derosa ha ricordato come la statua ancora oggi sconta l’assenza di serie indagini multidisciplinari che coniughino l’analisi storica e artistica sul manufatto con le più innovative inda-gini tecnologiche sul bronzo e sulla sua composizione. Quanto alle indagini preliminari effettuate, alla fi ne di settembre, da una équipe dell’Università del Salento guidata dal prof. alfredo Castellano, i primi risultati ricavati hanno mostrato che il bronzo col quale la statua è stata realizzata presenta residui di iodio molto bassi. Solo ulteriori indagini, tra cui quelle sulle terre di fusione - ovvero sul materiale residuo utilizzato per modellare la statua secondo il pro-cedimento a “cera persa” - potranno sciogliere defi nitivamente i dubbi sui luoghi di provenienza della stessa. Si è in attesa che venga deliberato il relativo fi nanziamento da parte degli organi compe-tenti. a chiusura del meeting è intervenuto il Sindaco ing. Nicola Maffei il quale, tra l’altro, ha comunicato che sono stati disposti i

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Presentazione Recensione

di Domenico Seccia

LA MAFIA INNOMINABILE“C’era un tempo in cui la mafi a garganica non esisteva. Non esisteva perché tutti la negavano. Anche i magistrati che se ne occupavano”

La faida e la mafi a

ero entrato a far parte della DDa di bari.

Nel marzo del 2003 Mimmo Marzano, procuratore a bari e capo della DDa, mi as-segna il territorio di foggia e del Gargano.

Mi metto al lavoro.Decine e decine di omicidi insoluti; ep-

pure facili da leggere; l’uno in risposta all’al-tro; una scia di sangue impressionante.

Si parlava di lotta tra pastori, tra allevato-ri, tra soggetti criminali. Mi impressionava il fatto che la parola mafi a, quasi magica, quella che evoca scenari ben diversi (organizzazioni dedite al controllo del territorio, che aspirano alla leadership del territorio e che ammazzano per questo) non veniva mai pronunciata.

bastava ascoltare i resoconti giornalistici e televisivi dell’epoca: non c’era mafi a sul Gargano, ma solo la faida, parola che evoca-va meri piccoli contrasti familistici, di grup-pi che si ammazzavano per un terreno, per un gregge.

Quanto eravamo distanti dalla mafi a!La faida è la possibilità, per un privato,

di ottenere soddisfazione per la lesione di un proprio diritto ricorrendo all’uso della forza.

adoperando quel termine, si minimiz-zava il fenomeno, un isolamento linguistico che realizzava un isolamento del fatto.

La storia, così, era annullata.Gli ammazzamenti erano “storie tra al-

levatori”.appunto, fatti di faida.Tutto ciò comportava l’impossibilità di

leggere la globalità del fenomeno, di com-prendere la penetrazione di esso nel sociale e l’eventuale penetrazione nel sistema vitale e pulsante della società garganica.

la mafi a innominabiledi Domenico Secciaedizioni la meridianapp. 164 - e 16,00

Domenico Seccia (Barletta 1959) è sta-to sostituto procuratore a Bari dove, nel 2009, è entrato a far parte della Di-rezione distrettuale antimafi a.Attualmente ricopre l’incarico di Pro-curatore della Repubblica di Lucera.È autore di numerosi articoli, saggi su argomenti giuridici apparsi su riviste specializzate, e di alcune monografi e in tema di diritto penale dell’economia.

impediva la comprensione e la disanima dell’organizzazione criminale e della rispo-sta collettiva che occorreva fornire.

eppure i fatti erano gravissimi, caratteriz-zati da una lotta senza frontiere, da omicidi in trasferta, da sparizioni di corpi, da lupare bianche, da ammazzamenti in pieno centro cittadino, da agguati in vero stile gangsteri-stico, da ricchezze sviluppatesi molto, trop-po velocemente.

Per un fazzoletto di terra, c’era qualcuno pronto anche ad ammazzare.

Proprio in Puglia, in quel Gargano ri-battezzato “promontorio della paura”, una sanguinosa scia di decine e decine di efferati omicidi, di tentati delitti e di vari casi di lu-para bianca.

Storia antica, ma non troppo.Se il tuo mestiere è quello di fare il magi-

strato, occuparsi di mafi a è come cercare di respirare sott’acqua.

Non puoi farlo perché non hai le bran-chie, ma devi trovare il modo per emergere, per affrontarla, per non morire soffocato.

ero lusingato da quella proposta, intra-vedevo diffi coltà, soprattutto nell’affronta-re situazioni dove all’accezione comune di mafi a non era seguito alcun riconoscimento giudiziario di essa.

Da quel momento mi immersi nell’irrea-le di una realtà ignota. Dubbi, soddisfazioni, rabbia, malcontento, come mai mi era acca-duto sino ad allora.

eppure stava accadendo.Partiva un’avventura che mi dava le

vertigini, che incoraggiava la reazione, che incitava ad un’organizzazione diversa del lavoro.

Contro la mafi a.La richiesta era quella di dare una rispo-

sta ai tanti perché: alle vittime della mattan-za; alle persone offese dalla mafi a; ai parenti che non avevano un corpo da onorare o a chi avesse perso tutti gli affetti.

Per il Gargano.il sogno era quello di rendere giustizia ad

un territorio, di dare risposte a chi aveva vo-glia di ricostruire la legalità in quella terra, a chi non è corrotto, a chi non vuole subire ricatti ed estorsioni.

L’ambizione era quella di raccontare giu-diziariamente ciò che era successo, di nar-rare la vita di una terra lesa, ferita, che però aveva voglia di rialzarsi e di sperare.

La speranza.era quella di rompere il muro di omertà e

di intimidazione, di alleviare una sofferenza morale che da troppi anni condizionava la vita, la dignità e la passione delle genti del Gargano, martoriate, ma mai dome.

La giustizia come un antidoto.Non come qualcosa di opposto, di diver-

so, di altro.Qualcosa che aiutasse a capire la sintassi

e la grammatica di un mondo violento che ti priva di tutto, delle idee, della libertà e di un futuro migliore.

era necessario vincere la credenza che la mafi a garganica fosse una magia, popolata dal potente di turno che impone il suo co-mando, la sua forza e la sua violenza.

Si trattava di affermare la legalità in una terra che non la conosceva, ove i valori condivisi sono deboli e quelli forti mancano del tutto. Dove vige una triade diabolica: la presenza di famiglie mafi ose che occupano e dominano quel territorio; la centralità della mafi a, rappresentata dai loro capi violenti, che indirizza l’economia del territorio im-ponendo il pizzo e il vassallaggio, nonché l’usurpazione di intere zone del territorio; la mancata opposizione sociale.

fi nanziamenti richiesti per poter procedere alla prevista campagna d’indagini sul bronzo della statua.

Nell’annosa tematica relativa all’individuazione del personag-gio - pacifi camente un imperatore romano - che l’artista avrebbe inteso rappresentare in quest’opera, l’autore ing. Maglio, è interve-nuto pur conscio dell’avvertimento del Testini: «le opinioni degli studiosi divergono profondamente e le proposte si susseguono con alterna vicenda. I nomi fi nora ipotizzati coprono quasi per intero l’arco di tempo dal sec. IV all’età carolingia, senza con ciò che si possa dire conseguito un solo risultato scevro da dubbi e riserve, anche perché, come suole accadere per i “rebus” iconografi ci di tal sorta, sovente il punto di partenza del nuovo tentativo sia sempli-cemente un’intuizione che, in quanto tale, disancorata cioè da ogni concretezza, resta pura ipotesi e per quanti sforzi si facciano non riesce ad acquistare credibilità.»

fra i titoli dei lavori dedicati alla statua, ha osservato l’ing. Ma-glio, il nome di «Eraclio», non compare mai. Quando richiamato nel contesto, esso viene prudentemente accompagnato dalla preci-sazione che tanto avviene sulla “scia d’una tradizione popolare”. il titolo più gettonato è «la colossale statua di Barletta». L’autore, però, sulla scorta delle consultazioni che gli è stato possibile esperi-re, è giunto alla conclusione che proprio quella di eraclio potrebbe essere l’ipotesi più verosimile, nonostante il rischio di risultare una «vox clamans in deserto».

a questa solitudine l’ha sottratto un lavoro dal titolo: “The Colossus of Barletta” - pubblicato nel 1925 - nel quale, sin dalle premesse, lo statunitense prof. f. P. Johnson ha avanzato l’ipotesi che il personaggio rappresentato possa essere eraclio i, imperato-re romano d’oriente che regnò a Costantinopoli dal 610 al 641. in italia il nome di Johnson è praticamente ignoto e nelle biblioteche il testo non è disponibile. Secondo Johnson, eraclio avrebbe avuto cinquant’anni quando, nel 625, la testa della statua potrebbe es-sere stata formata. il corpo, invece, avrebbe richiesto solo attività artigianalmente competenti nell’imitare le esistenti statue di stile classico. L’unione fra la testa e il busto potrebbe essere stata pra-ticata, tra il 628 e il 629, per commemorare la vittoria di eraclio su Cosroe a Ninive, dopo una lunga e sanguinosa guerra fra cri-stiani e infedeli della quale - il 16 novembre 2010 sulla pagina del “Corriere della Sera” dedicata alla cultura - Paolo Mieli ha scritto sotto il composito titolo: «I crociati prima delle Crociate - La lunga epopea trascurata» con sottotitolo: «Numerose guerre sante hanno preceduto la conquista di Gerusalemme - Storie di re dimenticati che contribuirono a costruire l’Occidente».

Mieli ha ricordato come, negli ultimi anni, la critica storica ha

rivalutato il signifi cato e l’effi cacia delle preCrociate che portarono l’europa cristiana a proiettarsi fuori dai propri confi ni, dopo la fi ne dell’impero romano d’occidente. eraclio, incoronato imperatore nel 610, nel 622, sconfi gge i persiani, ma la vittoria defi nitiva ci sarà solo nel febbraio del 628 proprio presso le rovine dell’antica città di Ninive. Liberata Gerusalemme viene stipulata la pace con l’obbligo, per Cosroe: a restituire il Legno della Croce, a consegna-re i prigionieri di guerra e a lasciare i territori occupati. Un anno dopo, eraclio porta, “a spalla” il Simbolo della religione cristiana sul Monte Calvario. era il 14 settembre dell’anno 629.

Sei secoli dopo la straordinaria impresa di eraclio, è raccontata da Jacopo da Varazze nella: «Leggenda della Vera Croce» il che le assicurerà, almeno per tutto il Quattrocento, straordinaria popolarità e vasta risonanza anche nell’iconografi a cattolica. fra questa spicca, prepotentemente, la fi gura di Piero della francesca che, nel 1455, ne trarrà lo spunto per realizzare, nella cappella maggiore della basilica di San francesco in arezzo, un celebre ciclo di affreschi tra i quali emerge quello dedicato alla: «battaglia di Eraclio contro Cosroe».

Popolarità e infl usso cessarono ben presto, considerato che l’imperatore eraclio non ebbe il tempo d’apparire sui libri scolasti-ci di storia e la “leggenda della Vera Croce” fi nì nel dimenticatoio, trascinando con sé, per secoli, anche gli stupendi affreschi di Piero della francesca.

oggi la fama di Piero della francesca è ormai consolidata. Per la riscoperta di eraclio come di difensore della fede s’è dovuto attendere che se ne occupasse, nel 2010, uno storico sia pur del calibro di Paolo Mieli.

RISTORANTERICEVIMENTICONGRESSI

Viale R. Elena(Lit. di Levante)tel. 0883 347741

Da sinistra: cerimoniere Lions Club Barletta Host Angela Lorusso, la prof.ssa Luisa De Rosa, l’ing. Duilio Maglio, il presidente Lions Club Barletta Host Emanuele Tatò, il sindaco Nicola Maffei e il dott. Antonio Luzzi

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febbraio 201242 iL fieraMoSCa febbraio 2012 iL fieraMoSCa 43

Convegno

di Luigi Larovere*

Q uesto il titolo del volu-me, ispirato alla cita-

zione della Scrittura (is 37,35; 1Cr 19,12) che ogni visitatore dell’antica chiesa dello Sterpe-to legge nel cartiglio marmoreo posto sull’icona della patrona di barletta. in queste parole ogni barlettano riconosce la verità di una consolante promessa che la madre di Gesù ha fatto in modo permanente nei riguardi della città. a partire da questa consa-pevolezza nasce l’evento Civitas Mariae e l’esigenza di raccoglie-re i momenti costitutivi di esso in un libro che inaugura la collana omonima per una vivace e partecipata discussione e riflessione sul fenomeno della devozione mariana a barletta.

Questo primo libro raccoglie gli elementi più caratterizzanti che mettono in luce barletta come vinea electa (cfr. is 5,2) della Vergi-ne. il suo contenuto si articola in tre momenti.

Gli atti preparatori costituiscono la prima parte del volume e sono, per così dire, la coscientizzazione di un dato inerente al po-polo di Dio che è in barletta: il suo essere cristiano-mariano. La lettera di mons. Pichierri pone in rilievo il fatto che barletta sia una città dalle salde radici religiose, consolidate da una tradizio-ne plurisecolare che ogni anno si rinnova negli eventi comunitari di fede, attraverso i quali si constata l’imprescindibile devozione a Maria, facendo di barletta un modello religioso nel territorio della provincia di barletta-andria-Trani. La delibera di giunta e quella del Consiglio comunale prendono atto, attraverso i dati storici e an-tropologico-folkloristici, del fatto che la devozione a Maria sia un fenomeno religioso che ancor oggi è vivo nella dinamica esistenzia-le dei barlettani. Sicuramente un contributo di alto valore teologico e speculativo è stato il XXV colloquio mariologico internazionale. Gli interventi dei professori Maritano e Charalampidis hanno ma-nifestato le radici teologiche e iconografiche del titolo Maria dello “Sterpeto” nella patristica e nella tradizione orientale. Gli studi dei professori Piazzolla, De fiores, Petullà guardano al presente del culto a Maria nella storia di barletta e alle sue implicanze socio-culturali e profetico-spirituali.

Gli eventi celebrativi presso il Palazzo di Città e la S. Messa a p.zza aldo Moro, l’8 maggio 2009, costituiscono la seconda parte di questo libro e sono la consacrazione civile e religiosa di barletta a Maria. Di particolare valore sono l’atto di consacrazione e la nuova preghiera a s. Maria dello Sterpeto che si sono voluti comporre per solennizzare questa speciale circostanza.

Recensione

Primo volume della collana Civitas Mariae

Protegam civitatem istam et ero vobis in praesidium

di Francesco Piazzolla

La terza parte del libro racconta la Peregrinatio Mariae at-traverso le parrocchie della città e nei comuni limitrofi. ricca di significato è stata la visita di Maria alle comunità di Margherita e San ferdinando dove si è rinnovata una devozione esistente da tempo per il legame storico tra barletta e queste città, dove il cul-to alla Vergine dello Sterpeto è legato alle origini barlettane dei centri della Valle dell’ofanto. anche la visita a Trinitapoli, città in cui Maria non è venerata con questo appellativo, è stata forte-mente sentita come ha dimostrato la presenza di numerosi fedeli all’arrivo dell’icona di barletta. La comunità parrocchiale della SS. Trinità in barletta ha poi fatto dono di una copia dell’immagi-ne della Vergine dello Sterpeto alla chiesa madre di s. Stefano per perpetuarne il culto. La Peregrinatio si è conclusa con il rientro dell’icona, il 25 luglio, per via mare. Un numero incalcolabile di persone, nonostante l’afa estiva, si è dato appuntamento al por-to di barletta per assistere al rientro della protettrice della città, riaccompagnando Maria tra canti e preghiere alla sua “casa” di campagna, il santuario fuori città.

Ci auguriamo che questo libro costituisca per ogni lettore una fonte di spiritualità e devozione radicate nella storia e nella teologia perché ogni singolo credente «possa rendersi conto della solidità degli insegnamenti che ha ricevuto» (cfr. Lc 1,4).

Protegam civitatem istamProclamazione di Barletta a civitas mariaeeventi e celebrazioni

a cura di Francesco Piazzolla

Editrice Rotas - Barletta20,00 e - pp. 248, con illustrazioni a colori

(Soluzione di pag. 35)

I l 28 gennaio 2012, nella splendida cornice del Castello Svevo di Trani, si è svolto il Forum ambientale, turistico, culturale sui “Castelli

federiciani”, prima manifestazione per promuovere le attività del Consorzio Pro Ofanto, con i prestigiosi patrocini della Presidenza del consiglio dei Ministri, del Ministero dei Beni e Attività Culturali, della Provincia Barletta-Andria-Trani e del Comune di Trani. La manifestazione è stata organiz-zata per richiamare la Regione Puglia a rendere operativo l’attuale Parco dell’Ofanto privo, da troppi anni, degli organi dirigenti e di risorse, per in-centivare le Pubbliche Amministrazioni di Puglia, Basilicata e Campania, ad attuare l’estensione del “Parco dell’Ofanto” a tutto il suo percorso, per proporre nuovi modelli di sviluppo di un territorio ricco di potenzialità in ogni settore da quello storico culturale a quello turistico ed enogastronomico.

Il Forum è stato organizzato dal Consorzio in collaborazione con Il F.A.I. Fondo Ambiente Italiano delegazione della Provincia Barletta-Andria-Trani, con l’Agenzia per il patrimonio culturale Euromediterraneo di Lecce, con il Distretto Rotary 2120 (Puglia e Basilicata), con l’A.S.S.TR.A.I., e si è svolto in due sessioni.

Al mattino ha avuto luogo una tavola rotonda a cui hanno partecipa-to: il prof. Domenico Schiavone (Presidente del Corso di Studi Geolo-gici dell’Università di Bari) quale coordinatore e presidente del Comitato scientifico del Consorzio, che ha sottolineato l’annosa questione della messa in sicurezza idrogeologica e sismica del corso del fiume trascura-ta da troppo tempo e oggetto di interventi frammentari, proponendo una nuova governance del territorio per uno sviluppo condiviso; l’arch. mauro Iacoviello, Amm.ne Prov.le B.A.T., ha illustrato il primo progetto esecutivo “Porte Parco Fluviale dell’Ofanto” che, nell’ambito della Provincia, realiz-zerà delle vie preferenziali di accesso all’Ofanto da alcune città nel cui territorio il fiume scorre; il consulente aziendale barese Domenico Ricci, ha sollevato il problema dei finanziamenti da coordinare; la delegata F.A.I. Trani avv. mara De Toma Gisotti, ha sottolineato l’apprezzamento e la disponibilità della sua Associazione all’iniziativa; il vice Presidente Ass.ne Cuochi Puglia Salvatore Turturo, l’esperto in turismo enogastronomico Sandro Chiriotti, il docente di scienza dell’alimentazione prof. Francesco Cotugno, e il dott. Ascanio Spagnoletti Zeuli per l’Azienda agrituristica Terre di Traiano, hanno sottolineato, dal punto di vista delle attività svolte le enormi potenzialità del territorio ofantino per lo sviluppo del nuovo tipo di turismo colto, responsabile e attento all’ambiente sempre più richiesto in ambito nazionale ed internazionale.

Nel pomeriggio, il Convegno di studi storici e sulla sostenibilità am-bientale è stato introdotto dai saluti delle autorità istituzionali: avv. Luigi Riserbato, Presidente del Consiglio della Provincia B.A.T., avv. Gennaro Cefola, Assessore all’ambiente B.A.T., avv. Pina Chiariello, Assessore all’ambiente di Trani, sig. Nicola Tupputi Vice Presidente dell’Associa-zione Industriali della Provincia e dott.ssa mara monopoli del Consorzio Teatro pubblico Pugliese, i quali, plaudendo all’iniziativa, hanno sottoline-ato l’impegno personale per il decollo a livello interregionale del Parco con iniziative coordinate nonché la disponibilità a collaborare con il Consorzio.

La prof.ssa Carla D’Urso, assistente del Governatore del Distretto 2120 del Rotary Mario Greco, ha sottolineato l’iniziativa promossa nel 2010 dal Rotary Club Andria Castelli Svevi, in collaborazione con altri sei Club, in attuazione di una azione mondiale del Rotary a favore delle risorse idriche; ha ricordato che nel 2011 il Rotary International ha riunito ad Assisi i maggiori studiosi mondiali delle risorse idriche per evidenziare le criticità a livello mondiale e spronare i Governi ad assumere iniziative concrete per la salvaguardia del “Bene Acqua”; ha comunicato, infine, che nel 2012 il Rotary promuove l’iniziativa mondiale “Adotta un Fiume” ed il Distretto 2120 (Puglia e Basilicata) ha individuato proprio l’Ofanto quale fiume da adottare.

Tante le attestazioni di plauso giunte per iscritto al Consorzio e tra esse la domanda di adesione al Consorzio da parte del Club Inner Wheel di Trani presieduta dalla sig.ra Maria Grazia Sernia.

Il numeroso e qualificato uditorio è stato successivamente edotto dal-le relazioni degli illustri studiosi intervenuti, introdotti dal coordinatore ing. Luigi La Rovere, consigliere del Consorzio, Valdemaro Vecchi scriveva a Trani delle potenzialità della Puglia.

Il prof. ing. Giambattista De Tommasi (Architettura tecnica, Univ. Bari) past-governator del Distretto Rotary 2120, nella veste di responsabi-le del restauro di parecchi Castelli federiciani tra i quali Castel del Monte e lo stesso Castello di Trani, ha delineato la figura di Federico II in funzione del suo impegno nella realizzazione di decine di Castelli improntati ad una doppia funzione di difesa e di dimora.

Il prof. Leonardo Salvemini (Tutela beni culturali, Univ. Statale Mila-no) ha evidenziato il valore culturale e storico dei Castelli e il loro potenzia-le per un nuovo modello di sviluppo del territorio.

Il bacino dell’Ofanto può svilupparsi in modo da diventare un riferi-mento per la promozione di un turismo a basso impatto ambientale; que-sto è stato l’argomento trattato da uno dei massimi esperti di sostenibilità energetica e ambientale Edgar MADER manager di Energ-Ethica circuito internazionale di promozione per uno sfruttamento etico dell’energia.

Momento di eccezionale importanza, l’illustrazione del libro “Federico II - Il principe sultano”, a cura dell’autore, prof. Benito Li vigni, assistito dall’artista tranese, maria G. Pagnotta, che ha esaltato la figura storica e mitica del Puer Apuliae, precursore di uno stato moderno attento alla cultura, alla natura e alle diversità dei popoli.

Nelle conclusioni il dottor michele marino, Presidente del Consorzio Pro Ofanto, ha sottolineato l’importanza della comunicazione e della si-nergia pubblico/privato nell’interesse generale che consente uno sviluppo equilibrato in tutti i settori dando a tutti ed in particolare ai giovani della valle dell’Ofanto, la possibilità di esprimere le proprie competenze e pro-fessionalità.

* Consigliere del Consorzio

Nuovi modelli di sviluppodel nostro territorio“I castelli federiciani”

Il tavolo dei relatori. Da sinistra: l’arch. Mauro Iacoviello, il prof. Domenico Schiavone, il Presidente del Consorzio comm. dott. Michele Marino

VICOSALAMONEABROGATOINODOREAPODIEMBOLIALAREMIPRUNETICOMBESINDOMBASSANINIEMIRIPIANOBARCRVANIETISARAARIETECSAASSADRESSEFAOFRESCONATIOIL

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Sport

il gran galà dello sport al curciatleti barlettani in passerella

A l Teatro Comunale Curci si è svolta la seconda edizione del Gran Galà dello Sport della città,

una manifestazione organizzata dal Comune di Barlet-ta per premiare gli atleti barlettani che si sono distinti nell’anno appena trascorso. Premiati non solo gli atleti, ma anche le società sportive e non solo gli atleti in atti-vità, ma anche le vecchie glorie. Per determinare la lista dei vincitori, è stata formata una commissione costituita da Vincenzo Ormas, Dodo Alvisi (delegato del CONI BAT), l’assessore allo Sport Antonio Divincenzo, Franco Grippo presidente della Commissione comunale dello sport.

Nel corso della serata assegnati tre premi speciali:- tecnico dell’anno, Francesco Montenero;- alla società sportiva dell’anno, l’Archery Team;- all’atleta dell’anno, Domenico Ricatti.

Molti i premi consegnati da personalità del mondo poli-tico-istituzionale e sportive tra cui Maria Campese assessore regionale allo Sport, l’arbitro Antonio Damato, l’ex cestista Totti Monterisi.

E ora veniamo ai premiati:- Atletica: Vito Incantalupo, Veronica Inglese, Antonio Na-

poletano - Barletta Calcio: Simone Guerri, Roberto e Walter Tatò- Barletta Calcio a5: Giuseppe Lanotte- Basket: Saverio Nero- Biliardo: Marco del Rosso, Leonardo Straniero- Danza sportiva: sei atleti campioni d’Italia- Green Hawksfootball americano: Danilo Maffei- Karate: Marianna Comitangelo (Coppa Shotokan), Fabio

Luce (argento ai mondiali di Chicago)- Kick boxing: Vittorio Cardone, Enrico Cilli, Benedetto

Messinese, Raffaele Piazzolla, Elio Palmitessa- Lega Navale Italiana: Giuseppe Di Ciommo- Motociclismo: Cosimo Diviccaro- Nuoto: Vincenzo Cordio, Giorgia Di Lernia, Sabina Papa-

rella- Rugby (draghi Bat): Oronzo Cilli- Scacchi: Chiara Palmitessa- Taekwon-do: Giuseppe Allegretti e Giuseppe Lanotte (al-

lenatori)- Tennis: Antonella Daleno (presidente Circolo Tennis per

l’organizzazione del torneo internazionale)- Tennistavolo: Maurizio Lamusta e Cosimo Sguera Tiro con l’arco: Pia Lionetti- Tiro con l’arco: Martina Alfarano, Serena Fusillo, Alessia

Spera, Loredana Spera, Paola Spera (Archery Team)- Volley: Maria Vittoria Alvisi, Franco Frezza

Premi speciali, durante la serata, assegnati a Sebastiano Lavecchia ex massaggiatore del Barletta, a Franco Mascolo

Cosimo Diviccaro, motociclismo

Domenico Ricatti, atletica

Pia Lionetti, tiro con l’arco

scopritore di Pietro Mennea.Squadra dell’anno è stata

votata l’Archery Team di tiro con l’arco. A Domenico Ricat-ti è andato il titolo di atleta dell’anno, campione italiano dei 10.000 metri. Allenatore dell’anno è stato votato Francesco Montenero dell’Atletica Sprint Barletta, scopritore di Vito Incantalupo, promettente talento della nostra atletica nazionale.

Fra gli organizzatori e gli atleti non menzionati, segna-liamo Vincenzo Cascella, formidabile promotore di eventi sportivi di atletica (al “Fieramosca” arriva un comunicato al mese) e i marciatori Angela Gargano e Michele Rizzitelli, dall’incredibile record ovvero quello di realizzare 10 mara-tone in 10 giorni consecutivi, nella ultramaratona di Reggio Emilia.

Loredana Spera, tiro con l’arco (Archery Team)

Veronica Inglese, atletica

Vito Incantalupo, atletica

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Poesie

“La bottega e la luna…”Lo strazio per l’accaduto nei versi di Giuseppe Lagrasta

Lo strazio della tragedia tradotto in versi. Si intitola “La bottega della luna e i fantasmi”. Il poemetto che Giuseppe Lagrasta, dirigente scolastico al Liceo classico “Casardi” ha voluto comporre. Eccone uno stralcio:

La luce che sprona i tumultinell’arena è una spada tersa di fantasmi offerta in dono a uomini vuoti e distratti.Che ad altri eccessi attendonoprima dell’ultima insana inumana tragedia.Divinità eterne, defunte ormaiappaiono su strade d’acque false mentre i demonidivinano le sorprese dell’autunno e dell’inverno.Ma i fantasmi non ci stanno si attendanonelle piazze prima di sferrare l’ultima battaglia.Si allontanano, tentano di allontanarsi dalla dimora d’affezionerifiutando il destro offerto dalla terra nerae vanno giocando a scacchi su tavoli di cristallo.Tra freddi bastioni e membra umide di pianto.

La nonna

Occhi ridenti,grandi sguardi.Dolce visinomi lasci incantata.Capelli ricciolinicolor oro brunito.Mani tesenonna vieni!Corri, salti di felicità,portando al mio cuore la serenità.Giochiamo, ridiamo, saltiamosono tornata bambina.Dolce incanto.Favole, Pinocchio.Il tuo preferito Topolino,bello starti vicino.Corri, saltelli, fai mille domande.Caro nipotino, cresci senza frettascopriremo il mondo piano, piano.Io ci sarò sempre a darti una manotutto il tempo che vorrai.

Ada Roggio

La vita del contadino

La vita del contadino si nutre di speranza.All’alba, si avvia a piedi nei campie porta con sé zappe e bisaccia.Lungo il sentiero, appena giunto al di là delle muradella città si toglie le scarpee se le carica sulle spalle a mò di bisaccia;talvolta, gli capitadi cercare un passaggio al carrettiereche non sempre gli viene dato.Quanta umiliazione trafigge il suo cuore,ma sa che la povertà non si compra.Stringe in un palmo di manoquella terra che sa d’amare,che è croce e delizia della sua vitae non sa se benedirla o maledirla;forse un giorno le sarà gratoed avrà un asino da cavalcare.Il lavoro dei campi è pesante.Guarda il cielo e vuol riposare madeve ancor sarchiare.A sera si porta al casolaree lì sentirà tristezza e abbandono,il solitario desinar con un pezzo di pane bagnatoe per companatico un pesce acetato.Vedrà la sua ombra con il chiar della luna e riposerà solitariosu un pagliericcio di frasche e paglia.Che vita…!All’alba, tornerà a dar fiato alle sue forzeper quella terra tanto amata, ma quanto sudata.

Sabino Tupputi

Tra passato e presente

I loro capelli bianchi,il loro sguardo spento,si trascinano con passi stanchimentre il tempo scorre lento.Camminano piano per le vie,misurando i passi.Odono le risa dei bambini nel fior degli anniche corrono subito via,non immaginando neppure i danniche possa fare la nostalgia.Il loro cuore batte pianoa causa di una malattia.Tengono un nipotino per la manoe quel gesto ci colpisce:forse c’è ancora qualcosa di sanoin questo mondo che ruggisce,rumoroso e al tempo stesso muto,dove la speranza presto finisce,

dove chi si ferma è perduto.Questa è la loro storiae chi bene loro ha volutoli conserverà nella memoriacon tristezza e con affetto.Guardano il loro nipotinoe lo stringono forte al pettoper sentirlo più vicinoil loro dolce pargoletto.E dicono: “Non aver paura di sognarecancella tutti i mali,vivi per amareti proteggerò con le mie ali.La vita è un’avventura:i giorni non sono mai uguali,la gioventù oggi ha paura.Ma tu sii più saggio:non andare mai contro la tua naturaabbi sempre fiducia e coraggio”

Annamaria Esotico

L’aria di Natale

Gesù che oggi è natotanta gente intorno ha radunato.La casa fredda e buiasi riscalda di “Alleluia”.Il Natale è una festa speciale,anche perché arriva Babbo Natale.Non contiamo i regalima gli amici più leali.Si ride e si scherza insieme,rilassarsi conviene.Niente lavoro, niente scuola

e il tempo che vola.Cantiamo in coro la “Santa Allegrezza”e lasciamo da parte ogni amarezza.

Alessandro Criscuoliclasse 1a G Scuola Media Statale

“G. De Nittis” - Barletta

(fotorudy)

Concorsi

G ià patrocinato nelle precedenti edizioni dal Presidente della Repubblica Italiana, dalla Presidenza del Senato,

dalla Presidenza della Camera dei Deputati, dal Consolato del-la Repubblica di Malta in Bari, dalla Repubblica di San Marino, dalla Presidenza Regionale della Puglia, dalla Provincia di Bari (Assessorato P.I.), dai comuni di Barletta, Andria, Bitetto, Trini-tapoli e Genazzano.

REGOLAMENTO

Il Premio si articola nelle seguenti sezioni:a) Poesia edita o inedita in lingua italiana, a tema libero. Sono

previste due categorie: GIOVANI dai 12 ai 18 anni; ADULTI dai 18 in poi. Inviare max 3 (tre) poesie (max 40 versi) in sei copie di cui solo una firmata con indirizzo e numero telefo-nico.

b) Racconto in breve, edito ed inedito, a tema libero. Settore ADULTI (max 4 cartelle a spazio 3). Inviare 6 (sei) copie di cui solo una firmata con indirizzo e numero telefonico.

c) Poesia in vernacolo a tema libero: estesa ai dialetti d’Italia, completa di traduzione in lingua italiana. Inviare max 3 (tre) poesie in 6 (sei) copie di cui una sola firmata e munita d’in-dirizzo e numero telefonico.

d) La sezione vernacolo sarà dedicata alla memoria del prof. Gino Garribba, illustre poeta dialettale che ha dedicato la sua opera a questo premio dalla prima edizioneI lavori, possibilmente accompagnati da un breve curricu-

lum, dovranno essere spediti a mezzo raccomandata, o conse-gnati direttamente in sede, entro e non oltre il 24 marzo 2012 (farà fede il timbro postale) al seguente indirizzo:

ASSOCIAZIONE “AD MAIORA”C/O LOSCOCCO COSTANTINA

CORSO CAVOUR, 32 - 76121 BARLETTA

• Per la sezione A (categoria adulti), B e C la quota di partecipa-zione, a parziale copertura delle spese di segreteria, è fissata in e 15,00.

• Per la sezione A (categoria giovani), la quota di partecipazione è di e 5,00.

Le quote dovranno essere rimesse in contanti allegati ai lavo-ri o tramite vaglia postale intestato esclusivamente a Loscocco Costantina (ricevuta o copia di versamento da allegare) oppure tramite conto corrente postale n° 12777728 intestato anch’esso a Loscocco Costantina (allegare ricevuta o copia). Non si accet-tano altre forme di pagamento.• È consentita la partecipazione a più sezioni. Per chi volesse

partecipare a due sezioni la quota è fissata in e 20,00, per i giovani la quota è fissata a e 8,00.

L’associazione Culturale “aD Maiora” organizza il Xiii Premio Letterario Nazionale “Massimo d’azeglio”

• Le opere non saranno restituite, le migliori verranno incluse in un’apposita pubblicazione autoprodotta. Saranno premiati i primi 3 lavori classificati per ogni sezione, oltre ad eventuali premi speciali e segnalazioni. Al vincitore della Sezione A (ca-tegoria giovani) sarà assegnata (se concessa) la medaglia del Presidente della Repubblica, seguiranno trofei, targhe e meda-glie.

• I vincitori saranno avvisati in tempo utile per lo svolgimento della cerimonia di premiazione.

• La giuria sarà composta da qualificati operatori del campo del-la cultura ed i loro nomi saranno resi noti al momento della premiazione. Il giudizio della giuria è inappellabile.

• I lavori in concorso non devono aver vinto un primo premio presso altri concorsi, pena la squalifica.

La cerimonia di premiazione si svolgerà in Barletta alla presenza di organi d’informazione radiotelevisiva e di stampa. Verranno avvisati i soli vincitori. L’invito alla cerimonia di pre-miazione non dà diritto al rimborso delle spese di viaggio e di soggiorno. Le poesie vincitrici verranno declamate nel corso del-la cerimonia di premiazione. Per ogni eventuale corrispondenza, per chi fosse interessato a ricevere il verbale di giuria, allegare una busta affrancata per la risposta. La premiazione al concorso implica l’incondizionata accettazione del presente bando e l’As-sociazione “AD MAIORA” si riserva la facoltà di escludere i par-tecipanti al premio che invieranno le loro opere non rispettando il presente regolamento.

Per ogni controversia è di competenza il Foro di Trani.La cerimonia di premiazione si svolgerà a Barletta il 19 mag-

gio 2012, nella Sala Rossa del Castello Svevo.

Per informazioni: 329/8544455 o 340/9418262;e-mail: [email protected]

* Il Presidente del Premio e dell’Associazione “AD MAIORA”

di Costantina Loscocco*

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febbraio 201248 iL fieraMoSCa febbraio 2012 iL fieraMoSCa 49

POSTI TELEFONICI PUBBLICI

bar Haiti (Via Leontina De Nittis, 49) 0883 534305Orario: 7-22

TAXI - AUTOAMBULANZE E TRASPORTO INFERMI

a.S.L. bT - centralino 0883 577111aVSer (Via Magenta, 24) 368 3511354 - 0883 528443Croce rossa - Gruppo Pionieri e Volontari del Soccorso 0883 526924Misericordia barletta - Servizio ambulanza 347 0951836o.e.r. - operatori emergenza radio (Via M. del Carmine) 0883 535000U.N.i.T.a.L.S.i. (Via M. del Carmine) 0883 536788Taxi (P.zza Conteduca) 0883 521469Taxi Service 0883 347243 - Wind 339 6578116 - Tim 331 3261000

SERVIZI SOCIALI

Settore Servizi sociali Comune di barletta, piazza Moro, 16 0883.516460a.i.a.S. - assistenza Spastici (Via della repubblica, 1) 0883 527859a.V.i.S. - Donatori Sangue (c/o ospedale vecchio) 0883 521686Centro aperto Polivalente (via r. Margherita, 126) 0883.510181Casa di riposo “r. Margherita” 0883 522446Centro accog. immig. Caritas (Via Manfredi, 45) 0883 572557Centro intercult. per le migrazioni (via. a. bruni, 13) 0883.310387Consultorio familiare “insieme…” 0883 520395Curia arcivescovile 0883 531274fratres - Donatori Sangue (P.za Principe Umberto, i) 0883 518002Gruppo Nazareth:Sert 0883 577302Centro antiviolenza per le donne (P.zza aldo Moro n. 16) 0883 310293oDo-aNT (Via fusco, n. 157 - Trani) 0883 584128aNT - Delegazione di barletta (Via a. bruni, 28) 0883 310230

INFORMAZIONI TURISTICHE E CULTURALI

archeoclub di barletta 348 3739839archivio di Stato (Via f. d’aragona, 132) 0883 331002 [email protected] della Memoria e della resistenza(c/o Castello) 0883 578644ass. Cultura e Turismo (Via d’aragona, 95) 0883 578612 - 578614 - 578620aufi dus - ass. inform. turistica 339 3218439biblioteca Comunale (c/o Castello) 0883 578607biblioteca e archivio Diocesani “Pio iX” (Via Nazareth, 68) 0883 531274Cantina della Sfi da 0883 532204Castello 0883 532569Centro Culturale Zerouno 0883 333807

C. T. G. Gruppo “Leontine” 333 2453170 iaT (c/o Palazzo San Domenico) 0883 331331 Lega Navale 0883 533354

Pinacoteca (c/o Palazzo della Marra) 0883 538313 - 0883 538312 - 0883 538374Parco archeologico di Canne 0883 510992Pro Loco barletta e Canne della battaglia (Via Venezia, 42) 339 3869860UrP (Uffi cio relazioni con il Pubblico) 0883 578488 Numero Verde 800761414

fotorudy

SERVIZI DI INTERESSE PUBBLICO

acquedotto (Servizio Guasti) 800 735735Scoppio (Servizio Trasporto Urbano) 0883 518554Capitaneria - Soccorso in mare 0883 531020Carabinieri - Pronto intervento 112 - comando compagnia 0883 537400Cimitero 0883 510675Comune - centralino 0883 578111Corpo forestale dello Stato 1515elettricità (enel, Guasti, Contratti e info) 800 900800ferrovia (informazioni) numero verde (ore 7-21) 89 20 21Gas (Servizio Guasti) 800 900999Guardia di finanza 117- Comando compagnia 0883 531081Guardia Medica - notturno e festivo 0883 575130Polizia di Stato - soccorso pubblico 113Polizia Commissariato 0883 341611Polizia Municipale 0883 332370Polizia Stradale 0883 531215Polfer 0883 521502Poste italiane 0883 536097Pronto Soccorso a.S.L. bT 0883 520221Protezione Civile 0883 578320UrP - a.S.L. 0883 577610 - 0883 577971 - 0883 577050Soccorso aCi 116Telecom uffi ci commerciali 187Vigili del fuoco - Pronto intervento 115 - locale stazione 0883 531222

Poesie

Sapevi d’amore

Tu sapevi d’azzurro,

di cieli animati da arpeggi di rondini

che a stormi sfi ondavano in volo

le pieghe rugose del tempo.

Sapevi di muschio,

di prati macchiati da rossi papaveri

e di tamerici accarezzate da un vento

pervaso da polvere d’oro.

Tu sapevi di sogno,

di andane adornate da serti di rose

dove cogliere essenze di alati orizzonti

oltre mute barriere che piovevano ortiche.

Sapevi di mandorli in fi ore,

d’aurora che schiudeva germogli

di mondi congiunti

da vivere in simbiosi tra oasi d’infi nito.

E sapevi di maree,

che infrangevano vetri di clessidre

commutando i cocci arenati alla riva

in gabbiani inebriati dall’estasi del volo.

Eri il futuro che sapeva d’attesa,

come luce sfaldavi le nubi

e volgevi le mani aperte al tempo

afferrando emergenti stagioni di vita.

Tu sapevi di azzurro, di muschio,

di sogno, di mare, di mandorli in fi ore,

eri l’astro incarnato

alle note assonanti di un canto nuovo,

tu sapevi di sole… sì, sapevi d’amore.

Rosa Spera

inedita - al Fieramosca per la ricorrenza di S. Valentino

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febbraio 201250 iL fieraMoSCa

STAZIONI DI SERVIZIO

TUrNi feSTiVi MeSi FebbraIo e MarZo 2011

Antimeridiano dalle ore 7.00 alle ore 12,30Pomeridiano dalle ore 15,30 alle ore 20,00

18-19 Febbraio 17-18 Marzo

25-26 Febbraio 24-25 Marzo

4-5 Febbraio 3-4 Marzo 31 Marzo

11-12 Febbraio 10-11 Marzo

turno a turno b

turno C turno d

aGiP via TraniaPi via L. Da VincieSSo via r. MargheritaiCoPeM Via andria SS 170 TaMoiL via S. Samuele

aGiP via CanosaerG via ParrillierG lit. di PonenteeSSo via andriaeSSo via Trani

aGiP via foggiaaPi via andriaerG Via Canosa, 84iP Lit. di PonenteQ8 via Trani

erG SS 16 biserG via r. MargheritaerG via ViolantefiNa via andriaiP via TraniQ8 Via foggia SS 16

ORARIO FERROVIARIO fino al 9 giugno 2012 BARLETTA - BARI CENTRALE BARLETTA - FOGGIA

Legenda: espresso, regionale, intercity, IC, esa, Frecciabianca, Festivo

*= il servizio si effettua anche la domenica

da barletta a bari: 4.45* 5.56 6.21* 6.45 6.46 6.52 7.00 7.32 7.52 8.30 8.43 8.50 10,30 11.00 12.14 12.15* 12.44* 12.59 13.41* 14.03 14.18 14.42* 15.04* 15.20 15.49 15.55* 16.42 17.00 17.02* 17.15 17.42* 17.45 18.19* 18.41 18.46 18.52* 18.55 19.21 19.48* 19.55 20.10 20.35* 20.42* 20.55* 21.26* 22.42* 22.51* 22.58*da bari a barletta: 0.15* 4.00 4.25 5.10* 5.43 5.55 6.15* 6.22 6.30 6.43 7.12* 7.29* 7.43* 7.48 7.53* 8.01 8.10 9.43* 10.15 11.13* 11.43* 11.48* 12.04 12.22 12.43 12.32 12.48 13.17* 13.22 13.45 14.10* 15.20 15.43* 16.05* 16.35 16.45 17.06 17.15 17.35 17.45 18.09 18.10 18.17* 18.35 19.05 19.35 19.40 20.00 20.05 21.18 21.30 22.20 22.49 23.11*

da barletta a Foggia: 4.49 5.12 5.54 6.12* 6.43 7.06 7.12 7.20 7.43* 8.12* 8.29* 8.43 8.48 9.02* 10.12 11.07 11.57* 12.12* 12.37 12.50 13.07 13.15 13.24 13.45* 14.09 14.57* 16.13* 16.50* 17.31 17.40 18.03 18.31 18.45* 18.58 19.00 19.54 20.30 20.46 20.52 21.00 22.07 22.28 23.07 23.38 23.59 da Foggia a barletta: 3.55 4.00* 5.13 5.41* 6.00* 6.06 6.43 7.10 7.57 9.45 10.15 12.45* 12.00 12.15 13.07* 13.35 14.12* 14.20* 15.09 15.20 16.12 16.17* 16.31 17.12* 17.50* 17.55 18.12 18.14* 18.35 18.59 19.18 19.30 19.59 20.12 20.57* 21.55* 22.11 22.22

per informazioni sugli orari dei treni e per prenotazioni eacquisto biglietti telefonare al numero verde FS INFORMA 89 20 21

(raggiungibile solo da telefoni di rete fissa).

ChIeSe: orari Ss. Messe sabato sera domenica

buon paStore 19.00 8.00 10.00 11.30 19.00 via Medaglie d’oro, 29 CarMIne 17.00 via Mura del Carmine Cuore IMM. dI MarIa 19.30 8.00 10.00 11.30 19.30 via barberini IMMaColata 19.00 8.00 10.00 11.30 19.00 via firenze, 52 MarIa SS. Sterpeto 18.30 20.00 8.30 10.00 11.30 18.30 20.00 viale del Santuario, 13 12.30 oSpedale CIVIle 9.00 purgatorIo 9.00 corso Garibaldi S. agoStIno 19.00 8.30 10.00 11.30 19.00 via Pozzo S. agostino, 28 S. andrea 18.30 10.30 11.30 19.00 via M. bruno S. benedetto 19.00 8.00 10.00 11.30 19.00 via r. Margherita S. doMenICo 19.00 19.00 corso Garibaldi, 198 S. FIlIppo nerI 18.30 7.30 9.30 10.30 11.30 18.30 via Mons. Dimiccoli, 116 S. gIaCoMo 19.00 8.30 10.00 11.00 19.00 c.so Vitt. emanuele, 147 S. gIoVannI apoStolo 19.00 8.30 11.00 19.00 via delle Querce, 2 S. luCIa 19.00 8.30 10.00 11.15 19.00 vicoletto Santa Lucia S. MarIa deglI angelI 19.00 8.00 10.00 11.30 19.00 viale Marconi, 22 S. M. della VIttorIa 18.00 18.00 via Cialdini, 70 S. MarIa dI naZareth 17.00 via Nazareth S. nICola 19.00 8.30 11.00 19.30 via Canne, 195 S. paolo 19.00 8.30 10.00 12.00 19.00 via Donizetti S. ruggero (Canne della battaglia) 20.00 S. ruggero 7.30 via Cialdini SaCra FaMIglIa 19.00 8.00 10.00 11.30 19.00 via Canosa, 143 Santa M. MaggIore 11.00 via Duomo Santo SepolCro 19.00 8.30 10.00 12.00 19.00 corso Vitt. emanuele SpIrIto Santo 19.00 9.00 11.00 19.00 via boggiano, 43 SS. CroCIFISSo 19.00 8.30 10.00 11.30 19.00 via Petrarca SS. trInItà 19.00 10.00 11.30 19.00 via Palmitessa, 38

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